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Stefano Franscini
Stefano Franscini
Stefano Franscini
Unico della famiglia ad aver ricevuto una formazione scolastica, frequentò le lezioni gratuite
del parroco di Personico, studiando l’italiano e i rudimenti del latino. Nel 1808 fu ammesso
gratuitamente al seminario minore di Pollegio, dove ricevette una formazione ginnasiale. Nel
1815 gli fu assegnato un posto libero da retta nel seminario arcivescovile di Milano. Non
avendo vocazione al sacerdozio, abbandonò gli studi seminariali nel 1818. Rimase
a Milano dove, grazie anche all’amico Carlo Cattaneo, frequentò le biblioteche e si dedicò a
letture di economia politica, storia, pedagogia e soprattutto statistica, subendo l'influenza in
particolare delle opere di Melchiorre Gioia. Si guadagnò da vivere dando lezioni private e, dal
1820, come maestro in una scuola elementare maggiore; qui si legò d’amicizia con il
direttore Francesco Cherubini e con il collega Giovanni Massari, futuro cognato. A Milano
diede alle stampe i suoi primi testi, tra cui nel 1821 una Grammatica inferiore della lingua
italiana che ebbe numerose riedizioni.
Politica
Dopo aver contribuito con alcuni scritti critici alla riforma costituzionale ticinese del 1830,
Franscini fu sempre più assorbito dalla politica quale esponente della corrente liberale
radicale. Deputato del circolo di Giornico, nell’ottobre 1830 assunse la carica di segretario di
Stato che mantenne fino alla sua elezione in Consiglio di Stato nel maggio 1837. Dopo la svolta
radicale del dicembre 1839, Franscini si affermò come capo riconosciuto del governo
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ticinese. Nel 1845 dovette uscirne, dato che la Costituzione ticinese del 1830 imponeva ai
Consiglieri di Stato di lasciare per almeno due anni l'esecutivo dopo due mandati consecutivi, e
assunse nuovamente la funzione di segretario di Stato. Rieletto in governo nel 1847 vi rimase
fino al 1848, anno della sua elezione in Consiglio federale.