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giochiamo?
●
...Al fine di acquisire una maggiore consapevolezza delle proprie
modalità Relazionali e la conseguente capacità di scelta (sia in campo
professionale che privato)
BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO:
●
Io sono ok, tu sei ok (Harris Thomas A. - Rizzoli)
●
A che gioco giochiamo? (Berne Eric - Bompiani)
●
Ciao... E poi? (Berne Eric - Bompiani)
●
Nati per vincere (James Muriel – Ed. Paoline)
Gabriele Covotta Formatore 3
Comunicare significa far capire agli altri il nostro messaggio
attraverso parole, immagini, gesti e comportamenti.
Gabriele Covotta 4
L’uomo non può NON COMUNICARE.
Gabriele Covotta 5
Le 3 forme della comunicazione umana:
Generalmente, quando ci presentiamo a qualcuno che non ci
conosce, esse assumono la seguente importanza:
verbale
7%
Gabriele Covotta 6
GLI STATI DELL'IO
Occorre
individuare da
quale stato dell'io
parte
prestare
attenzione alla qualità
del messaggio;
congruenza verbale
non verbale
Gabriele Covotta Formatore 16
Transazione complementare: Da uno specifico stato dell'IO parte
l'emissione del messaggio verso uno specifico stato dell'IO dell'altro e si
ottiene una risposta da quello specifico stato.
A A
B B
E chi se ne frega!
G G
Che ore sono?
A A
Sono le 10.00
B B
Gabriele Covotta Formatore 18
Transazione incrociata: Da uno specifico stato dell'IO parte l'emissione
del messaggio ma si ottiene una risposta inattesa che parte cioè da uno stato
dell'IO dell'altro non preventivato e inappropriato.
G G
A Scusa, mi
aiuti? A
B Guarda che io
B
sto peggio di te!
B B
Gabriele Covotta Formatore 20
Transazione incrociata: Da uno specifico stato dell'IO parte l'emissione
del messaggio ma si ottiene una risposta inattesa che parte cioè da uno stato
dell'IO dell'altro non preventivato e inappropriato.
G G
A Domani sera
A
esco fuori a cena
B Mi lasci
B
sempre sola
LUI LEI
G G
A Domani sera
vieni a casa mia...
A
Discutiamo di lavoro
Messaggio esplicito
B Ti desidero... Guarda...
B
Messaggio sottinteso Non mi va!
La proposta di
Juan Antonio.
(tratto da:
Vicky Cristina
Barcelona,
film del 2008
diretto da
Woody Allen.)
J: Americane? (A-BL)
C: Io sono Cristina e lei è la mia amica Vicky (BL)
J: Di che colore hai gli occhi? (A-BL)
C: ah... sono Blu (BL)
J: Vorrei invitarvi tutte e due a venire con me ad Oviedo (A-BL)
V: A venire dove? (GN)
J: A Oviedo, per il w.e. partiamo fra un ora! (A-BL)
C: Ma dov'è Oviedo? (BL)
J: é un volo brevissimo... (GA)
V: In aeroplano? (GN)
J: (annuisce in modo sbrigativo) (BL)
C: Cosa c'è ad Oviedo? (BL)
J: Io vado a vedere una scultura che mi ispira moltissimo da
sempre, una scultura davvero bella... vi piacerà... (A-GA)
Gabriele Covotta Formatore 24
Analisi transazionale della proposta di Juan Antonio:
J: Americane? (A-BL)
C: Io sono Cristina e lei è la mia amica Vicky (BL)
J: Di che colore hai gli occhi? (A-BL)
C: ah... sono Blu (BL)
J: Vorrei invitarvi tutte e due a venire con me ad Oviedo (A-BL)
V: A venire dove? (GN)
J: A Oviedo, per il w.e. partiamo fra un ora! (A-BL)
C: Ma dov'è Oviedo? (BL)
J: é un volo brevissimo... (GA)
V: In aeroplano? (GN)
J: (annuisce in modo sbrigativo) (BL)
C: Cosa c'è ad Oviedo? (BL)
J: Io vado a vedere una scultura che mi ispira moltissimo da
sempre, una scultura davvero bella... vi piacerà... (A-GA)
Gabriele Covotta Formatore 25
Analisi transazionale della proposta di Juan Antonio:
LUI LEI
Ben ti sta!
Messaggio sottinteso
G G
Ieri ho chiamato la mia ex per
gli aguri ma non l'ho trovata
B B
Sbaglio a sentirla... puniscimi
Messaggio sottinteso
Protagonista, di solito
la vittima, che però
diventa anche eroe
Antagonista,
il cattivo-persecutore,
che poi sarà punito
Aiutante, mentore,
mago, saggio, amico,
alleato, il salvatore
Gabriele Covotta Formatore 31
Quarto esercizio: e tu in quale ruolo giochi?
(tratto da:
Harry a pezzi
(Deconstructing
Harry) 1997, film
scritto, diretto e
interpretato da
Woody Allen)
Figlio: (nel ruolo di Persecutore, alza rabbiosamente la voce contro la madre) “Lo sai che
odio il blu. E mi vai a comperare un’altra camicia blu!”
Madre: (nel ruolo di Vittima) “Secondo te non faccio mai niente di giusto.”
Padre: (nel ruolo di Salvatore della madre, di Persecutore del figlio) “Non ti permettere di
alzare la voce contro tua madre, giovanotto. Vattene nella tua stanza e niente cena.”
Madre: (adesso è diventata Salvatrice e porta di nascosto del cibo al figlio) “Non dirlo a tuo
padre. E’ assurdo fare tanto chiasso per una camicia.”
Madre: (nel ruolo di Persecutore rivolgendosi al padre) “Pietro sei così duro con tuo figlio.
Scommetto che in questo momento ti detesta.”
Padre: (nel ruolo di Vittima) “Ma tesoro, io stavo solo cercando di aiutarti e tu mi
colpisci proprio dove più mi duole.”
2)Lara, donna, 38 anni, ama Carlo suo marito ma questi è sempre in ufficio e
mai con lei; è sessualmente è insoddisfatta e si sente poco considerata.
Interviene l'amante
3)Marco e Francesco, due soci di un'azienda alla pari: Marco è depresso, non
fa ormai più nulla in azienda e allontana le responsabilità del suo ruolo.
Francesco è costretto a sobbarcarsi tutto il lavoro e le responsabilità.
Interviene Luca, amico di Marco.
Il gioco è un frequente,
piccolo/grande dramma della
comunicazione e del rapporto
umano.
Marco incontra Anna. S'innamorano e decidono di vivere insieme. Tutto va benissimo, ma con il
passare dei mesi Marco comincia a far soffrire la partner. Ignora i suoi bisogni e le sue emozioni. Le
inveisce contro e talvolta la picchia. Si ubriaca e rincasa tardi la sera. Spende il denaro di Anna e «si
dimentica» di renderglielo. Anna rimane con lui malgrado sia trattata male. Più lui diventa aggressivo
più lei scusa il suo comportamento. Questo va avanti per quasi tre anni. Poi, senza preavviso, Anna
lascia Marco per un altro uomo. Marco torna a casa e trova un biglietto sul tavolo di cucina in cui lei
dice che se n'è andata per sempre. Marco rimane stupito. Dice a se stesso: «Com'è che mi è
successo questo?». Rintraccia Anna, la prega invano di tornare. Più lui la prega, più lei lo rifiuta
duramente, e peggio lui si sente. Marco rimane a lungo depresso, sentendosi abbandonato e privo di
valore. Cerca di capire cos'è che non va in lui: «Che cosa ha quest'altro che io non ho?».
La cosa strana è che tutto questo è già successo altre volte a Marco: ha già avuto due rapporti e due
rifiuti che hanno seguito lo stesso schema. Ogni volta ha detto a se stesso: «Mai più» ma la cosa si
ripete e ogni volta Marco si sente sorpreso e rifiutato.
Marco sta giocando il gioco chiamato «Prendimi a calci».
Anche Anna ha già vissuto tutto questo, ha avuto svariati altri rapporti con uomini prima d'incontrare
Marco. In qualche modo sembra individuare quegli uomini che sono buoni con lei quando la
conoscono appena, ma ben presto cominciano a trattarla male come ha fatto Marco. Ogni volta lei
accetta il comportamento del partner comportandosi da «piccola donna» per un po'. Ogni volta,
inoltre, alla fine cambia improvvisamente idea e di colpo rifiuta l'altro. Quando fa così si sente senza
colpa e in qualche modo trionfante.
Dice a se stessa: «Lo sapevo, gli uomini sono tutti uguali». Ciò nondimeno comincia un rapporto con
una persona nuova e l'intera sequenza viene riproposta un'altra volta.
Il gioco di Anna è chiamato «Ti Ho Beccato».
Mara, un'assistente sociale, è nel suo ufficio a parlare con un cliente che è appena entrato. Ha l'aria
affranta. Il cliente dice: «Temo che sia successa una cosa terribile, il mio padrone di casa mi ha
buttato fuori, e non so dove andare. Non so che fare».
«Oh caro, che brutto», dice Mara con aria afflitta. «Che posso fare per aiutarti?».
«Non lo so», dice sconsolato il cliente.
«Te lo dirò io», dice Mara. «Perché non guardi nel giornale della sera e ti trovi una stanza da affittare
in città da qualche parte?».
«Questo è il problema», dice il cliente con aria ancor più abbattuta. «Non ho abbastanza soldi per
pagare l'affitto».
«Beh, sono certa che potrei fare in modo di farti avere un qualche aiuto per questo».
«Carino da parte tua», dice il cliente, «ma a dire la verità non voglio avere la carità da nessuno».
«Ah, bene, allora che diresti se ti prenotassi un letto all'ostello fino a che non hai qualche altro posto
dove andare?».
«Grazie», dice il cliente, «ma credo che non riuscirei a stare con tutta quell'altra gente quando mi
sento così».
Cade il silenzio mentre Mara si spreme il cervello alla ricerca di nuove idee. Si sente dapprima
stupita, poi non all'altezza e depressa. Dice a se stessa che non è brava ad aiutare gli altri. Nel
frattempo il suo cliente giù in strada si sente indignato e arrabbiato con Mara. Dice a se stesso: «Lo
sapevo che non poteva essermi d'aiuto, e non lo è stata».
Mara entra molto spesso in questo tipo di interazioni. Offre aiuto e consiglio ai clienti, poi si sente
male quando loro non accettano. Anche per il suo cliente l'esito della cosa è altrettanto familiare.
Finisce sempre in qualche modo col rifiutare l'aiuto che gli viene offerto, contemporaneamente
sentendosi arrabbiato e abbandonato da chi lo aiuta.
Mara e il suo cliente stanno giocando una coppia di giochi che molto spesso vanno insieme.
Il gioco di Mara è: «Perché non?» quello del suo cliente gioca è: «Sì, ma...».
Gabriele Covotta Formatore 51
Caratteristiche dei GIOCHI PSICOLOGICI
A partire da questi esempi si evince che:
I giochi sono ripetitivi. Ogni persona gioca il suo gioco preferito più
e più volte nel tempo. Gli altri giocatori e le circostanze possono
cambiare, ma lo schema del gioco rimane lo stesso.
Chi è Raula?
(tratto da:
“Pensavo fosse
amore... invece
era un calesse” -
1991 – film
diretto e
interpretato da
Massimo Troisi. )
●
Le emozioni
di base
●
L'inefficacia delle
emozioni parassite
(tratto da:
“Inside Out”
film del 2015
Pixar Animation
Studios
● rabbia
● paura
● tristezza
Perché Giochiamo???
Buona
Gabriele Covotta Formatore Vita!
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