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Una delle principali differenze tra i due è proprio questa: da una parte c'è Dante,
legato alla propria città e politicamente attivo. Dall'altro Petrarca, slegato dalla
città e aperto al mondo.
Il contesto storico-politico degli anni in cui hanno vissuto Dante e
Petrarca influenza non solo il loro modo di essere, ma anche la loro visione del
mondo che poi viene rappresentata nelle loro opere.
Dante è dotato di un sapere enciclopedico e questo lo notiamo soprattutto nelle
sue opere: nella Commedia o nelle Rime, in cui esprime la sua passione per la
conoscenza e la difficoltà per raggiungerla. Petrarca, vicino all'Umanesimo,
concentra la sua produzione scritta sull’uomo, in particolare su sé stesso e sul
proprio dissidio interiore: come nel suo Canzoniere.
Un consiglio in più
Dante e Petrarca hanno anche una concezione diversa della figura del poeta e
della letteratura. Mentre Dante è il colto medioevale interessato all'intera
conoscenza e per lui la letteratura è basata sulla fede e sulla morale, Petrarca è
convinto del valore autonomo della letteratura e vede nella poesia un mezzo di
purificazione. Petrarca è un testimone della condizione umana e, nella sua
opera Rerum vulgarium fragmenta, è una guida spirituale che mette a
disposizione dei suoi lettori le sue conoscenze e le sue competenze culturali.
LA DIFFERENZA STILISTICA