Sei sulla pagina 1di 14

Studio Op. 25 n.

1
R.Schumann sullo Studio op 25 n.1
“S’immagini un’arpa eolia che abbia tutte le gamme sonore e che la mano d’un artista le
mescoli in ogni sorta d’arabeschi fantastici, in modo però da udire sempre un suono grave
fondamentale e una morbida nota alta; s’avrà così press’a poco un’immagine del modo di
sonare di Chopin.
Nessuna maraviglia perciò se i pezzi che son piaciuti di più siano quelli che abbiamo udito da
lui, e così sia citato sopra tutti quello in la bemolle maggiore, ch’è più una poesia che uno
studio.
Sbaglierebbe chi pensasse ch’egli facesse udire chiaramente ognuna delle piccole note; si
sentiva piuttosto un’ondulazione dell’accordo in la bemolle maggiore, rinnovato di tempo in
tempo dal pedale, ma attraverso le armonie si distinguevano melodie dai suoni ampi,
meravigliosi; una volta sola, a metà del pezzo, si sentiva chiara fra gli accordi una voce di
tenore, insieme al canto principale.
Finito lo studio, si prova l’impressione di chi si vede sfuggire una beata immagine apparsa in
sogno e che, già mezzo sveglio, vorrebbe ancora trattenere; dopo di ciò si può dire ancora ben
poco in fatto di lode."
Osservazioni
• Le note piccole sono «colore», una anticipazione dell’Impressionismo
(Debussy); in linguaggio fisico, rappresentano delle «fluttuazioni» dello
stato del sistema.

• Relazione di indeterminazione fase-numero


∆𝑛 ∆𝜑 ≥ ½

La percezione distinta della struttura interna (note piccole) non è compatibile


con la percezione dell’insieme.
Principio di indeterminazione
• Il principio di indeterminazione di Heisenberg sancisce
l’impossibilità di conoscere allo stesso tempo posizione e
velocità di una particella quantistica (microscopica)

W.Heisenberg (1901-1976)
• Gli stati coerenti sono quelli per cui l’incertezza è minima
ed hanno proprietà speciali di coerenza. Sono alla base di
importanti applicazioni, come il laser.
Op.25 n.1: dinamica degli stati coerenti
• Stati coerenti soggetti ad una dinamica libera (non-perturbata) nella
prima parte del pezzo.

• Avvicinandosi alla modulazione alla tonalità lontana di La+, la


dinamica diventa più marcata in corrispondenza dei gradienti
armonici (potenziale) e gli stati coerenti si deformano (squeezing).

• Alla fine, si hanno dapprima decoerenza e poi evaporazione delle


strutture coerenti.

• Questa dinamica ha luogo nel nostro cervello.


• Dinamica non perturbata
• Dinamica perturbata (squeezing)
• “Buca di potenziale’’: la voce acuta non riesce a raggiungere il Fa#
finchè una energia sufficiente viene fornita (dai gradienti armonici).
Buca di potenziale
Decoerenza ed Evaporazione
Conclusioni e futuri sviluppi
• L’utilizzo di idee della Fisica per l’analisi di strutture musicali complessi
sembra poter fornire nuove chiavi interpretative utili per i musicisti.
• Uso pedagogico della notazione colorata basata sul codice di Scriabin.

• Orizzonti degli eventi (armonici) attrattori, etc..


• Definizione di un potenziale basato sulle relazioni armoniche; dinamica
(forze);
• Tempo come funzione della dinamica. Nozione di tempo relativa come
in fisica (tempo proprio e tempo metronomico).
Arthur Rubinstein ha scritto:

Chopin è stato un genio dal fascino universale. La sua


musica conquista i pubblici più diversi. Quando le prime
note di Chopin risuonano nella sala da concerto c'è un
felice sospiro di riconoscimento.
In tutto il mondo uomini e donne conoscono la sua
musica. Lo amano. Ne sono commossi. Eppure non è A. Rubinstein (1887 - 1982)
“musica romantica” nel senso byroniano. Non racconta
storie né dipinge immagini. È espressivo e personale, ma
pur sempre arte pura.

Anche in questa astratta era atomica, dove l'emozione non è di moda, Chopin resiste. La sua
musica è il linguaggio universale della comunicazione umana.

Quando suono Chopin, so che parlo direttamente al cuore delle persone!


Douglas Hofstadter (1945-)

• Matematico, fisico, informatico. Studia


l’intelligenza artificiale e la coscienza
• Autore del best seller (premio Pulitzer):
Godel, Escher, Bach.

In un brano del recente libro “Anelli nell’io”, L’autore


ricorda una conversazione con la madre avvenuta
qualche tempo dopo la morte del padre Richard
Hofstadter (premio Nobel per la Fisica nel 1961):
"In soggiorno abbiamo un volume con gli Studi per pianoforte di Chopin. Tutte quelle pagine sono soltanto pezzi di
carta con delle tracce scure qui e là, bidimensionali, piatti e ripiegabili proprio come la fotografia di papà – eppure
pensa al potente effetto che hanno avuto su tante persone in tutto il mondo negli ultimi 150 anni.
Grazie a quei segni neri su quei piatti fogli di carta, migliaia e migliaia di persone hanno trascorso
complessivamente milioni di ore muovendo le dita sui tasti del pianoforte in complicate configurazioni,
producendo suoni in grado di dar loro un piacere indescrivibile e il senso di un messaggio profondo. Quei pianisti,
a loro volta, hanno trasmesso a molti milioni di ascoltatori, tra cui te e me, le intense emozioni che si dibattevano
nel cuore di Fryderyk Chopin, consentendo così a tutti noi un qualche parziale accesso all’interiorità di Chopin -
all’esperienza di vivere nella mente, o meglio nell’anima di Fryderyk Chopin.
I segni su quei fogli di carta non sono niente di meno che schegge d’anima - resti sparsi dell’anima dispersa di
Fryderyk Chopin.
Ognuna di quelle strane geometrie di note ha il potere straordinario di riportare in vita, dentro i nostri cervelli,
qualche minuscolo frammento delle esperienze interiori di un altro essere umano - le sue sofferenze, le sue gioie,
le sue più profonde passioni e tensioni – e così sappiamo, almeno in parte, che cosa si provava a essere
quell’essere umano, e molti nutrono per lui un amore intenso.
In modo altrettanto potente, guardare quella fotografia di papà riporta, a noi che lo conoscevamo intimamente,
la nitida memoria del suo sorriso e della sua gentilezza, attiva dentro i nostri cervelli viventi alcune delle
rappresentazioni più centrali che di lui sopravvivono in noi, fa sì che piccoli frammenti della sua anima danzino
ancora, sia pure in cervelli diversi dal suo.
Come le note sullo spartito di uno studio di Chopin, quella fotografia è una scheggia d’anima di qualcuno che se ne
è andato, ed è qualcosa di cui dovremmo fare tesoro finché viviamo."

Potrebbero piacerti anche