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Una lezione su un paio di concetti importanti per capire cosa succede alle proprie fotografie col variare

dei parametri di cui abbiamo parlato.

VARIAZIONE DEL DIAFRAMMA

Abbiamo detto che il diaframma regola la quantita’ di luce che entra dalla lente durante lo scatto.
All’aumentare dell’apertura del diaframma (quindi al diminuire del valore di questo es.: f2.8>f3.5)
offriremo piu luce al sensore mentre questo cattura la foto e potremmo quindi diminuire il valore ISO e
velocizzare l’apertura dell’otturatore.
Fisicamente parlando, agiremo su quella che si chiama PROFONDITA’ DI CAMPO (PDC).

Immaginiamo che il nostro soggetto sia ad una distanza X da noi. La profondita’ di campo e’ la distanza
che intercorre tra un ipotetico piano di messa a fuoco posto davanti al soggetto ad una distanza X-a ed
il piano di messa a fuoco posto dietro al soggetto ad una distanza X+a.

All’aumentare dell’apertura del diaframma, la PDC diminuira’ ed al contrario aumentera’ col diminuire
dell’apertura del diaframma. Tutti gli oggetti perfettamente a fuoco che vedremo inclusi nella nostra
foto, saranno dunque contenuti all’interno della PDC o DEPTH OF FIELD (DOF) in Inglese.

Aperture ampie di diaframma e quindi PDC ridotta, vengono di solito preferite per eseguire ritratti,
dovre, grazie a questo fenomeno, si riesce a mettere in risalto il soggetto ripreso. Per amplificare
l’effetto di sfocato alle spalle del soggetto, si puo’, oltre che aprire il diaframma, scegliere di ambientare
la foto con uno sfondo molto distante. Per quanto riguarda la ripresa di paesaggi, ad esempio, dove lo
scopo principale e’ riprendere tutti gli elementi in modo nitido, si tende ad aumentare la PDC chiudendo
il diaframma a valori quasi sempre superiori ad f5.6
Qui e’ esplicito il concetto di PDC.

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