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Corso Base di

Fotografia

1° Lezione
DOCENTE: ROBERTO SILVINO
SEDE: ASCOM PADOVA
Struttura della prima lezione

- Comuicare con le immagini


- Reflex digitali/anagoliche/mirrorless e medio formato
- Come è fatta una macchina fotografica
- Prove pratiche
Tecniche di Scatto
- Scatto Singolo La funzione più usata da tutti

- Multiscatto Utile per soggetti veloci ed in


movimento

- Autoscatto Utilizzata in condizioni di scarsa


luminosità o per scatti di gruppo

- Riconoscimento facciale Non implementata da tutti gli


smartphone, riconosce i volti dei
soggetti e scatta una o più foto

- Tap-to-Focus Cliccando un punto dello schermo


possiamo decidere cosa mettere a fuoco
e cosa lasciare suofocato

- HDR High-Dynamic-Range abilitando questa funzione


cattureremo anche le parti più scure o chiare di una
foto
Regola dei Terzi ed Inquadrature
- In fotografia per «centrare» il soggetto in una foto e per «comporre» correttamente
uno scatto si utilizza la Regola dei Terzi.

- La Regola dei Terzi è un accorgimento che è stato utilizzato per secoli dai
pittori ed è tuttora molto diffuso nella composizione di una fotografia. Dividendo l'
immagine in terzi e ponendo il soggetto in uno dei punti di intersezione delle linee
immaginarie ottenute, si ritiene che l'immagine risulti più dinamica (rispetto ad una
composizione che pone il soggetto al suo centro), ma armonica al tempo stesso.

- La regola è talmente popolare che alcune macchine fotografiche sono dotate di


mirini con una griglia di suddivisione in terzi per aiutare il fotografo.

- Nel caso della SmartPhone Photography si può abilitare tale funzione (visualizzazzione
delle griglia della regola dei terzi) direttamente dalla schermata di scatto
Secondo la regola dei terzi all'immagine va “idealmente” sovrapposto un reticolo composto da due linee verticali e due linee
orizzontali (linee di forza), equidistanti tra loro e i bordi dell'immagine. L'immagine viene quindi divisa in nove sezioni uguali:
il riquadro centrale prende il nome di "zona aurea" ed è delimitato dai quattro punti di intersezione delle linee (punti di forza,
punti focali o fuochi). Questi sono i punti in cui l'occhio si concentra maggiormente dopo aver “guardato” il centro
dell'immagine e dai quali raccoglie maggiore informazione .

In generale, per rendere l'immagine più dinamica il


soggetto deve essere posto sulle linee di forza
dell'immagine (solitamente quelle verticali) o più
precisamente nei punti focali dell'inquadratura; la
posizione decentrata ne risalta l'importanza. Le linee di
forza orizzontali, nella composizione di fotografie
paesaggistiche, sono utilizzate come riferimenti per
posizionare l'orizzonte ed i piani di prospettiva. Inoltre
si possono utilizzare come linee guida quelle diagonali
che passano per due fuochi opposti.
La regola dei terzi è applicabile ad ogni formato, che
può essere quindi anche quadrato o panoramico, ogni
volta, cioè, che è possibile suddividere l'immagine in
terzi con le linee di forza.
Tagli ed Inquadrature nel Ritratto

- A meno di non voler inquadrare l’intera figura umana da testa a piedi,


il ritratto deve necessariamente effettuare una scelta e “tagliare” a una
certa altezza. Dando per scontato che nell’inquadratura di un ritratto vada
inclusa la testa del soggetto, resta da decidere fino a dove essa debba
estendersi verso il basso.
- Se inquadriamo l’intera figura, cosa da non escludere, essendo il corpo
umano sottile e allungato, avremo come conseguenza che il viso diventa assai piccolo
in proporzione e quindi i lineamenti poco visibili. Soprattutto su una stampa
10*15 o una visualizzazione su schermo di r ridotte dimensioni, ad esempio uno
smartphone, sarà quasi impossibile distinguere bene il volto della persona.
Ecco quindi che siamo costretti a “tagliar via” il resto del corpo
dall’inquadratura per consentire al viso di assumere proporzioni maggiori e risultare
meglio visibile.
Il termine tagliare fa pensare a qualcosa di truculento, ma è solamente
una forma del gergo professionale. In realtà, come avrete ben capito, vuol dire
semplicemente escludere la parte inferiore del corpo del soggetto dall’inquadratura.
Parliamo ovviamente di soggetto in piedi o seduto, e non sdraiato, nel
qual caso il discorso è leggermente diverso, dato che il “taglio” non viene più effettuato
dall’alto verso il basso, ma lateralmente, dalla testa verso i piedi.
Primissimo Piano

- Questo taglio per inquadrature del ritratto si ottiene quando il


volto occupa tutto il fotogramma e non si hanno altri elementi del corpo
che entrano a far parte dell’immagine. Quando lo si sceglie va posta la
massima attenzione ai difetti del volto e alle possibili ombre che vi si
formano; richiede di solito un trucco specifico del soggetto e/o una post
produzione per eliminare i difetti della pelle. Purtroppo rende visibile ogni
minimo elemento caratteristico del viso, come peluria, nei, rughe,
macchie. Si consiglia di utilizzare un flash a luce non diretta per
l’illuminazione.
Primo Piano
- In questo caso l’inquadratura è simile alla precedente ma si allarga e arriva fino
all’altezza delle clavicole; l’importante è avere l’accortezza di bilanciare bene gli spazi
che si trovano sopra e sotto il viso del soggetto, quindi rendere uguali la fascia dalla testa in
su e quella dal mento in giù. In questo tipo di taglio per inquadrature del ritratto è
determinante trovare il punto di attenzione su cui andrà a cadere lo sguardo del lettore;
può essere lo sguardo del soggetto, un dettaglio del viso o altro elemento capace di
captare l’attenzione.
Mezzo Primo Piano
- Ulteriore ampliamento del campo dei tagli precedenti per inquadrature del ritratto in
cui la figura del soggetto è inserita includendo anche la metà superiore del torace. In
questa scelta è fondamentale curare al massimo la posizione delle braccia, perché entrano
a far parte della composizione dell’inquadratura in modo davvero determinante. L’errore
peggiore che si possa fare è quello di avere il soggetto con le braccia poste in maniera
innaturale, in posizioni impossibili oppure penzolanti verso il basso.
Piano Americano
- Qui l’inquadratura scende verso il basso e arriva più o meno alle
ginocchia del soggetto; solitamente il “piano americano” viene impiegato in
maniera diffusa nel cinema e segue comunque le regole generali della composizione
nel ritratto. In questo tipo di taglio, molto più ampio dei precedenti, entra in gioco lo
sfondo, che diventa un elemento rilevante dell’inquadratura; sta al fotografo
decidere se renderlo parte attiva della scena (ritratto ambientato) oppure usarlo
solo come sfondo indefinito sfocandolo. In ogni caso non è detto che debba
essere un elemento determinante in questa variante delle inquadrature del ritratto.
Figura Intera
- Come dice anche il nome, il soggetto è ritratto nella sua
interezza, dalla testa fino ai piedi (che non vanno mai tagliati come
fanno alcuni principianti). Anche in questo taglio lo sfondo
è rilevante ed è necessario operare una scelta: tenerlo a fuoco per
avere un ritratto ambientato oppure sfocarlo per concentrarsi sulla figura
umana. Con il taglio a “figura intera” il soggetto non dovrebbe mai
essere troppo “stretto” nei margini dell’inquadratura, ma
avere sempre una fascia di respiro tutt’attorno.
Campo Medio
- Questa è una variante abbastanza
particolare che prevede il soggetto ripreso
nell’ambiente in cui si trova e viene chiamato a
interpretare. Generalmente la si sceglie quando il rapporto
tra soggetto e ambiente è molto forte o ha
una sua logica. Qui, a differenza dei due tagli
precedenti che pur prevedevano una presenza
dello sfondo, esso deve essere necessariamente
bene a fuoco al pari del soggetto.
Utilizzo del Flash

- Il flash in fotografia serve per riempire di luce gli scenari in cui essa è troppo scarsa o
non sufficiente per mettere in risalto tutti i dettagli. Il problema è che sui nostri
smartphone i flash LED sono inadeguati per riempire di luce gli scenari che ne necessitano o
spesso entra in azione negli scenari “sbagliati” generando immagini troppo luminose
(sovraesposte in gergo). Quindi nella maggior parte dei casi non serve, meglio lasciarlo
completamente spento. Regoleremo il valore di luce da catturare agendo su altri parametri con
risultati decisamente più realistici.
- Unici scenari in cui consiglio l’utilizzo del
flash è in totale assenza di luce e in caso
di soggetti in forte controluce (persone
fotografate con luce alle spalle, tipo
davanti ad una finestra): in questo caso il
flash compensa in parte la scarsità di luce
o l’abbondanza di luce in primo piano. Per
evitare del tutto l’utilizzo anche in tali
scenari spostatevi in una zona con più luce
o con luce proveniente alle spalle o di
lato al nostro smartphone.
HDR: High Dynamic Range

- HDR sta per High Dynamic Range (Ampia Gamma Dinamica) ed indica
l'uso di diverse immagini all'interno dello stesso scatto, ognuna con un diverso
rapporto luce/ombra. Quello che una fotocamera con funzione HDR attivata fa è
scattare diverse foto contemporaneamente (generalmente tre) ognuna con una
diversa esposizione
Le tre immagini scattate (una sovraesposta, una sottoesposta ed una con
esposizione media) vengono poi unite dal software della fotocamera per dare vita ad
una foto finale ottimizzata, ovvero con tutti i dettagli che sarebbero andati persi nelle
zone sovraesposte e sottoesposte delle singole immagini.
- Fino a poco tempo l'HDR era una funzione esclusiva di software di imagin come
Photoshop, Photomatix o Illustrator. Quando gli smartphone non integravano ancora
fotocamere avanzate come quelle odierne occorreva scattare diverse foto, trasferirle sul
PC ed aprire uno dei software menzionati sopra per mettere insieme i tre scatti
sfruttando la funzione HDR. Fortunatamente i brand produttori hanno deciso di
risparmiarci questa faticaccia adattando ed integrando questa funzione al software dei
dispositivi. Attivando questa funzone dovremo avere di fronte un risultato più simile a ciò
che i nostri occhi vedono piuttosto che a ciò che vede la macchina.

A destra le foto con alta e bassa esposizione alla luce; a sinistra le foto combinate
dall'HDR.
Quando usare l’HDR
Scarse condizioni di luminosità
Si tratta della situazione più comune in cui l'HDR si rivela utilissimo, in quanto illumina le zone scure
(sottoesposte) senza però sbiancare (sovraesporre) le aree ben illuminate naturalmente. Ricordate però
che l'HDR non fa miracoli: se vi trovate in un ambiente buio il risultato sarà una foto scura.

Ritratti alla luce del sole


La luce solare diretta può rendere in foto il viso di un soggetto “deformato” perché si crea un forte
contrasto tra le parti esposte direttamente alla luce e quelle invece che rimangono in ombra. L'HDR
riesce a regolare queste discrepanze migliorando lo scatto finale.

Paesaggi
Le foto panoramiche in esterna hanno generalmente un forte contrasto tra le diverse aree. Tipicamente
il sensore ha difficoltà a catturare i dettagli delle zone più in ombra e di quelle ben illuminate, nonché
a gestire la differenza di illuminazione tra cielo e terra. Sfruttando l'HDR la fotocamera dello
smartphone catturerà i dettagli del cielo senza lasciare in ombra il resto della scena.
Quando Non usare l’HDR
Soggetti in movimento
Se uno dei soggetti che desiderate immortalare è in movimento, con l'HDR aumentano le possibilità di
avere una foto sfocata. Con la modalità HDR vengono scattate diverse foto, il che significa che il
tempo di esposizione è maggiore e che se il soggetto dei vostri scatti si muove tra il primo e il
secondo scatto, l'immagine finale non sarà buona.

Scene ad altro contrasto


A volte un forte contrasto, per esempio tra il soggetto in primo piano e lo sfondo, può essere una
caratteristica importante (e voluta) di una fotografia. Utilizzando l'HDR la differenza tra luce e
ombra verrebbe annullata, portando tutto sullo stesso livello di luminosità e rendendo i contrasti
meno evidenti.

Colori vividi
Se l'ambiente che desidera immortalare è troppo scuro o troppo chiaro, l'HDR può rendere i colori
brillanti e con alto contrasto più pallidi. Và però detto che se i colori della scena sono
particolarmente vivi, l'HDR vi aiuterà a renderli ancora più accesi.
FINE SECONDA LEZIONE

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