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SIMPOSIO (banchetto, bere insieme )

E’ un racconto nel racconto (ARISTDEMO ha partecipato al Simposio e racconta ad Apollodoro che chiede
conferma a Socrate perciò il suo racconto è credibile) e si utilizza il mito per cercare di spiegare in cosa
consista l’amore.
Scopo: Platone fa riferimento all’oralità DELLA NARRAZIONE e alle dottrine non scritte e vuole dire:
attenzione alla fonte del discorsi che ascoltate
2 DIALOGHI IMPORTANTI:

ARISTOFANE con il MITO dell’ANDROGINO


All’origine l’umanità era divisa in tre generi: maschi, femmine e androgini, delle creature da una parte
maschile e da una femminile. Erano “doppi”, avevano due teste, quattro braccia e gambe ed erano diventati
talmente forti da tentare di scalare l’Olimpo, così per essere puniti vennero divisi e da quel momento le due
metà vanno in cerca dell’altra per ricongiungersi.
Nel racconto di Aristofane, ognuno è alla ricerca della parte mancante di sé e, quando la incontra, resta così
impetuosamente preso dall’amore da desiderare per l’intera esistenza di essere unito ad essa. La condizione naturale
dell’essere umano coincide dunque con uno stato di incompletezza, di mancanza, che soltanto grazie all’intervento di
Eros è possibile superare.

La tensione al superamento della propria incompletezza viene ribadita con il richiamo a Efesto, il dio dei metalli, che
con la sua domanda non fa che riaffermare con particolare forza il desiderio di tutti gli uomini. La definizione di Eros
che troviamo subito dopo il discorso di Efesto non è altro che il compendio di tutto il discorso di Aristofane: è a un
simile desiderio di interezza che si dà il nome “amore”.

Gli esseri umani hanno perduto la loro unità iniziale a causa della loro superbia: per aver tentato di scalare il cielo
sono stati divisi e dispersi dal dio, come gli Arcadi lo sono stati dagli Spartani (probabilmente Platone fa riferimento
alla divisione degli abitanti di Mantinea da parte degli Spartani avvenuta nel 385 a.C.). Di qui l’ammonizione a non
sfidare la divinità in alcun modo.

Erissimaco è il medico che ha parlato dell’amore prima di Aristofane, innalzandolo a principio universale, ordinatore
dell’universo. Pausania, retore di grande esperienza, è un altro personaggio del dialogo e Agatone è il suo amato.

Il brano termina con un inno a Eros che in qualche modo anticipa il discorso di Diotima, in cui Amore sarà presentato
come un grande demone, incostante e sempre alla ricerca del bello.

SOCRATE
La sacerdotessa Deotima (inventata da Platone) racconta a lui le origini del mito di Eros.
Eros, ovvero Amore, era figlio di Penìa(dea povertà) e Poro (dio furbizia) e il suo concepimento avvenne nel
giorno della nascita di Afrodite, così la dea per festeggiare organizza un banchetto in un giardino e Poro
ubriaco si addormentò, così Penìa (lei era bela quindi anche Eros desidera cose belle) desiderando tutto ciò
che aveva Poro decide di avere un figlio con lui. --> ha il compito di portare e interpretare le cose dagli
uomini agli dei e viceversa (è un ponte tra la parte materiale e quella delle idee più alta) e quindi l’amore è
un ponte che permette all’uomo di migliorarsi.
Dio non può essere filosofo perché onnisciente, e un ignorante non può perché crede di sapere --> il filosofo
è colui che desidera conoscere (non ha la piena conoscenza sennò sarebbe un dio).
SCALA PLATONICA PER L’AMORE
4) ASPETTO: ci si innamora del corpo
3)ASPETTO INTERIORE: la bellezza dell’anima che è più bella

2) AMORE ATTIVITA’ UMANE BELLE (leggi e tecniche)


1) IDEA BELLEZZA: coincide con l’idea del bene , BELLO=BUONO e il filosofo riesce a raggiungere l’ultimo
scalino

doriforo

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