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• Era fortemente legato ai valori tradizionali del 

mos maiorum e all'ordinamento repubblicano, infatti


elaborò un pensiero volto a garantire la sopravvivenza delle stesse strutture di governo
repubblicane, minate da una forte crisi , tramite la ricerca di un ampio consenso all'interno della
compagine sociale. In questa direzione si muove dunque l'ideologia della concordia ordinum,
l'accordo e la collaborazione tra gli optimates e il ceto equestre , che Cicerone elaborò durante i
primi anni della sua attività politica e oratoria.

Gli optimates sono i rappresentanti del pensiero conservatore i quali cercavano il consenso di coloro che
auspicavano una politica ispirata da buoni principi e votata al bene dello Stato che avrebbe potuto
realizzarsi solo con la piena autorità delle prerogative del senato.

I populares, erano costituiti da membri del’aristocrazia votati alla difesa dei diritti del popolo verteva in
condizioni miserevoli. Per questo motivo, la parte più progressista della nobiltà romana si fece portavoce di
ampie riforme in campo politico e sociale, acquistando grande importanza tra la fine del II e l’inizio del I
secolo a.C.

L’obbiettivo di Cicerone fu la difesa dello status quo e dei diritti della grande proprietà latifondista,
desideroso di entrare a far parte della classe dirigente, si adoperò per la conservazione del potere e dei
privilegi di cui godeva la classe degli optimates, secondo una formula che, significava sicurezza e tranquillità
(otium) per tutti i possidenti, e che implicava che il potere (dignitas) rimanesse nelle mani di un'oligarchia.
Il suo preteso desiderio che in questa élite si entrasse per "merito" e non per nascita.

Per Cicerone è di importanza straordinaria la “concordia ordinum” (ossia la concordia dei ceti abbienti),
cioè l'accordo tra il ceto senatorio ed equestre, ma si rivela fallimentare, quindi ne dilata il concetto
in "consensus omnium bonorum".Questa è la concordia tra tutte le persone agiate e possidenti, amanti
dell’ordine pubblico. I buoni non devono dedicarsi ai loro interessi privati, ma fornire sostegno attivo agli
uomini politici. Il progetto di concordia dei ceti abbienti fu un tentativo di superare la lotta tra fazioni
politiche romane. La “concordia ordinum” e il “consensus omnium bonorum” garantiscono la possibilità di
modificare la costituzione romana. Il motivo che determina il divenire della Stato è la protezione della
proprietà, esercitata proprio dalla famiglia intesa come comunità.

Nel De Officiis Cicerone intende per onesto ciò che può esser lodato per se stesso, indipendentemente da
ogni utilità e senza premio o guadagno (ossia nell’honestum). L’honestum si basa sulle 4 virtù: sapienza,
giustizia, fortezza e temperanza. Ciò si capisce dal giudizio universale e dall'attività dei migliori uomini, che
compirono molte azioni solo per questo motivo, anche senza qualche vantaggio. Gli uomini infatti
differiscono dalle bestie per la ragione, in grado di fare confronti, valutare, rilevare.

Ci sono 4 specie di onesto:

la natura fa dell'uomo un animale sociale in armonia per indole con i suoi simili; partendo dalla famiglia
l'uomo pian piano la lascia per legarsi con vincoli sociali ai cittadini e poi a tutti i mortali;

La natura fece nascere nell'uomo il desiderio di vedere il vero; l'uomo ama infatti tutto ciò che è vero
(=leale, semplice, costante), e odia il falso, la frode, la malignità;

La ragione stessa ha in sè qualcosa di magnifico, idoneo a comandare più che a obbedire;-


C'è una quarta specie di onesto, che include l'ordine e la moderazione. Notando ordine e moderazione
nello splendore del mondo esterno, si passa naturalmente ad applicarlo nelle parole e nelle azioni. Si parla
qui di fare cose degne di un uomo, che non nuocciano a qualcuno, azioni degne.

De lege agraria o Contra Rullum (63 a.C) sono 4 orazioni, di cui 3 sono pervenute non complete,
pronunciate contro la riforma agraria proposta dal tribuno della plebe Servilio Rullo, di parte cesariana.

Nell'anno 63 a.C. il tribuno Rullo, con la sua Lex agraria, cercò di ripulire Roma dalle masse di cittadini
poveri che si erano riversate nella città, allo scopo di liberarla da un popolo che era pericoloso per la sua
tranquillità.

La rogatio proponeva la creazione, in zone diverse d'Italia, di una massa di nuovi coloni ai quali sarebbero
state assegnate terre acquistate da privati che fossero volontariamente disposti a cederle, oppure da
possessores dell'agro pubblico.

Tutta l'operazione era finanziata grazie alla vendita o alla tassazione di diversi possedimenti statali, in Italia
e nelle province. L'applicazione della legge era affidata a una commissione di decemviri, affiancati da
numerosi esperti, destinata a restare in carica per cinque anni.

Mentre il popolo crede che siano in gioco i suoi interessi, senza avere presente nei dettagli le conseguenze,
gli ottimati si vedono messi in una situazione delicata:

da una parte possono solo vedere di buon occhio che il popolo perennemente scontento venga
tranquillizzato e che una parte di esso venga allontanata da Roma;

d'altra parte devono opporsi con la più grande diffidenza ad una concentrazione di poteri quale la legge
presumibilmente prevede.

Deciso a stroncare la proposta di Rullo, il 1º gennaio del 63 a.C. Cicerone attaccò di fronte al senato, riunito
nel tempio di Giove Capitolino, la proposta del tribuno e il 2 gennaio rivolse lo stesso attacco di fronte al
popolo. Un terzo e un quarto discorso furono pronunciati qualche giorno dopo sempre di fronte
all'assemblea popolare per rintuzzare un violento e personale attacco di Rullo.

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