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ANTOLOGIA 2

TESTI
7
Il testo
POETICO

PERCORSI
A
ED PER SCOPRIRE LA POESIA
SCH

LA POESIA TI RIGUARDA
Forse ti sarà capitato di pensare che la poesia sia qualcosa di lontano dalla tua vita,
perché confinata nei “mondi chiusi” della scuola e dei libri. L’autore di questa poesia,
invece, vuol farti capire che la poesia è ben altro: una forma di espressione radica-
ta nelle tue emozioni ed esperienze, capace di rispecchiare in modo immediato ed
efficace i tuoi sentimenti.

La poesia ti riguarda
La poesia ti riguarda
dopo che ti ha guardato:
prima che tu la perda
lei ti ha ritrovato.
[…]
Con succo di sorriso
ti medica gli errori:
rinchiuso nel preciso
lei ti riporta fuori.
La poesia sta nel mondo
come i pesci nel mare:
più il buio è profondo
più si sa illuminare.
Con nomi sorprendenti
battezza il tuo creato:
un’eco che tu senti
prima di aver gridato.
La poesia ti rivela
dopo che ti ha svelato:
danza di una candela
che col sole ha danzato.
(Roberto Piumini, Sole scherzavo,
Nuove Edizioni Romane)

• Nei versi «La poesia sta nel mondo / come i pesci nel mare: / più il buio è profondo / pi
si sa illuminare» è racchiuso il tema dell’intera poesia: perché il poeta lega la poesia a
“mondo” e insieme li associa alla coppia “pesci - mare”?
• L’espressione figurata «Con succo di sorriso / ti medica gli errori» significa che
la poesia, facendoti divertire, ti aiuta a scrivere in modo più corretto
la poesia, con allegria, ti può consolare nei momenti di tristezza
• Sei d’accordo con l’autore? La poesia, cioè, può essere un mezzo per esprimere o alme-
no capire meglio il tuo mondo interiore? Hai mai scritto poesie? Che esperienza è stata
Racconta.

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SCH
PER ANALIZZARE IL TESTO POETICO ED
A

CHE COSA RICORDI?


LA STRUTTURA DEL TESTO POETICO
Prima di cominciare la lettura di nuovi testi poetici, verifica che cosa ricordi.

• Il verso è .......................................................

• Il verso si misura in base al numero di .......................................................


• Nel contar
il numero di sillabe Un passerotto
si deve fare attenzion Dal gracile rametto
alla sinalèfe d’uno spoglio nocciolo
Osserva e completa. spiccò l’ardito volo
d’un tratto un passerotto
e tenne aperte l’ale
tra i fiocchi della neve
finché si posò lieve
sul bianco davanzale.
(Marino Moretti, Sentimento)

Dal / gra/ci/le / ra/met/to (sette sillabe)


Il calcolo
d’u/no / spo/glio / noc/cio/lo ( ........................................... ) del numero
delle sillabe
spic/cò / l’ar/di/to / vo/lo ( ........................................... ) è un’operazione
piuttosto complessa
d’un / trat/tun (sinalèfe to+un) / pas/se/rot/to ( ........................................... ) in cui bisogna tener
e / ten/na (sinalèfe ne+a) /per/te / l’a/le ( ........................................... ) conto di un certo
numero
................................................................................................. ( ........................................... ) di regole metriche,
che conoscerai
................................................................................................. ( ........................................... ) in modo più
................................................................................................. ( ........................................... ) approfondito
il prossimo anno.
Per ora tieni presente questa regola generale: nel contare le sillabe di un verso si deve
calcolare l’ultima sillaba su cui cade l’accento tonico, più una.

Osserva i seguenti esempi.

7 sillabe (settenario)
Il verso termina con una parola tronca (accento
Nel / ve/spe/ro / mi/grár
tonico sull’ultima sillaba): occorre contare una sil-
(Giosue Carducci)
laba in più dopo l’accento finale: le sillabe effetti-
ve sono 6, una in meno.

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A
ED PER SCOPRIRE LA POESIA
SCH

9 sillabe (novenario)
Il verso termina con una parola piana (una paro-
O / fal/ce / di / lu/na / ca/lán/te
la cioè che ha l’accento sulla penultima sillaba):
(Gabriele D’Annunzio)
il numero delle sillabe è quello effettivo, cioè il
novenario è realmente composto da 9 sillabe.

Il verso termina con una parola sdrùcciola (accen-


Dei / ful/mi/ni / fra/gi/li / ré/stano
to tonico sulla terzultima sillaba): vale la regola
(Giovanni Pascoli)
generale per cui occorre calcolare l’ultima sillaba
su cui cade l’accento tonico, più una (in realtà le
sillabe sarebbero 10).

• I versi si raggruppan • Le strofe più tipiche sono:


in periodi ritmici chiamati – i distici: strofe di due versi;
....................................................... – le terzine: strofe di tre versi;
– le quartine: strofe di quattro versi;
– le sestine: strofe di sei versi;
– le ottave: strofe di otto versi.

I versi di una strofa possono essere in rima tra loro quando vi è la ripetizione degli
stessi suoni finali a partire dalla vocale su cui cade l’accento tonico, su cui cioè la voce
assume una maggiore intensità.

• La rima può essere (completa tu dove occorre)…

baciata AABB
Ho la rima nel sangue. A
Con la rima divento un purosangue. A
Ringiovanisco, sono come prima. B
Perché siete anche voi contro la rima? B
(Marino Moretti, Ancora la rima)

alternata .............................
Paranzelle in alto mare A
bianche bianche, ..........

io vedevo palpitare ..........

come stanche. B
(Giovanni Pascoli, Speranze e memorie)

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SCH
CHE COSA RICORDI? ED
A

................................................. ABBA

Il farmacista nella farmacia A


m’elogiava un farmaco sagace: B
«Vedrà che dorme le sue notti in pace: B
un sonnifero d’oro, in fede mia!». A
(Guido Gozzano,
La signorina Felicita ovvero La Felicità)

incatenata ...........................................
Ed ecco verso noi venir per nave A
un vecchio, bianco per antico pelo, ..........

gridando: «Guai a voi, anime prave! ..........

Non isperate mai veder lo cielo: B


i’ vengo per menarvi a l’altra riva ..........

ne le tenebre etterne, in caldo e ’n gelo. B


E tu che se’ costì, anima viva, ..........

pàrtiti da codesti che son morti». ..........

(Dante, Inferno, Canto III)

La rima non è un elemento indispensabile della poesia.


Osserva.

Allegria di naufragi
E subito riprende
il viaggio
come
dopo il naufragio
un superstite
lupo di mare.
(Giuseppe Ungaretti, Vita d’un uomo. L’allegria)

Vi sono delle rime? I versi ti sembrano tutti lunghi uguali?


La poesia di Ungaretti costituisce un esempio di verso sciolto, non vincolato cioè dalla rima.
Si tratta di un tipo di componimento poetico che si è andato diffondendo alla fine dell’Otto-
cento. I versi sono sciolti, liberi dall’osservanza di regole precise, quali la lunghezza e la rima.
Anche l’organizzazione delle strofe non è rigida, possono esserci o no, oppure presentare un
vario numero di versi.

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Percorso competenze di lettura

La pioggia cade
Stai per leggere una breve poesia sulla pioggia.

Che cosa dice la poetessa DIZIONARIO MULTILINGUE


È un giorno di pioggia. PAROLE CHIAVE PER CAPIRE
La poetessa è alla finestra onomatopea: parola che imita
e descrive lo spettacolo: suoni, rumori, versi
di animali (drin,
la pioggia bagna i giardini
dindon, sibilare…).
e anche i piccoli animali;
rima: serie di suoni uguali
prima cade lentamente, ripetuti nelle parole
goccia a goccia, sui tetti; finali dei versi
(mondo - profondo).
poi diventa più forte;
strofa: gruppo di più versi.
si formano rivoli d’acqua e
verso: insieme di parole
le cartacce buttate a terra scritte su una riga,
diventano navi tra le onde. in una poesia.

La pioggia cade
bagna giardini
piante, gattini.

La pioggia cade
5 in gocce rade
e tamburella1
su tetti, strade.

La pioggia cade
1. tamburella: forma ruscelli
batte con colpi
veloci e numerosi. 10 e le cartacce
Sinonimi:
presto saranno
picchietta,
martella. tanti vascelli2.
Fa pensare
al suono
di chi suona
il tamburello.
2. vascelli:
navi. Nel Seicento
i vascelli erano (Fernande Huc,
grandi navi
in Con il sole e con la pioggia,
da guerra
con tante vele. Einaudi Ragazzi)

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competenze di lettura Percorso

COMPRENDERE
1. Riordina i disegni, scrivendo per ciascuno il numero della strofa
corrispondente.

1 2 3
La pioggia cade La pioggia cade La pioggia cade
bagna giardini in gocce rade forma ruscelli
piante, gattini. e tamburella e le cartacce
su tetti, strade. presto saranno
tanti vascelli.
2. Questa poesia è
A. molto triste, descrive una giornata cupa e grigia
B. tenera e fantasiosa, per le immagini dei gattini e dei vascelli
C. paurosa, sembra di sentire il suono dei tuoni e di vedere il bagliore
dei lampi

ANALIZZARE
3. Alcune parole delle poesie sono in rima, hanno cioè gli stessi
suoni finali. Quali delle parole della poesia che hai letto
sono in rima e quali no?
a. cade-giardini SÌ NO
b. giardini-gattini SÌ NO
c. cade-rade SÌ NO
d. rade-strade SÌ NO
e. tamburella-ruscelli SÌ NO
f. ruscelli-vascelli SÌ NO
g. cartacce-vascelli SÌ NO
h. forma-presto SÌ NO
4. Osserva ancora le tre strofe della poesia che hai letto. In quale
ci sono 2 parole in rima? In quale ci sono 3 parole in rima?

La pioggia cade La pioggia cade La pioggia cade


bagna giardini in gocce rade forma ruscelli
piante, gattini. e tamburella e le cartacce
su tetti, strade. presto saranno
tanti vascelli.
parole in rima n. ...... parole in rima n. ...... parole in rima n. ......

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Percorso competenze di lettura

5. Perché la poetessa ha scelto di usare le rime?


A. Per ottenere un effetto musicale, simile al rumore della pioggia
B. Per essere precisa: la poesia ricorda un testo scientifico
sulle precipitazioni
C. Per accontentare il lettore: tutti sanno che in una poesia
ci sono le rime!

6. Hai già imparato che nella poesia spesso si usano parole


che ricordano i suoni presenti nella realtà. Queste parole
si chiamano onomatopee. Un’onomatopea è, per esempio, il «drin»
che ricorda il suono del campanello o il «din don» che ricorda
il suono delle campane.
a. Quale parola, in questi versi, è un’onomatopea che riproduce il rumore
della pioggia? Sottolineala.
Bagna giardini piante, gattini
e tamburella su tetti, strade
e le cartacce presto saranno tanti vascelli.

b. Quali tra le parole seguenti sono onomatopee?


A. fruscìo B. freddo C. ronzare D. romanzo

7. Nella poesia che hai letto le strofe sono


A. 3
B. 4 RICORDA
Nelle poesie non si va a capo quando finisce la riga, ma
C. 2
quando lo decide il poeta. Il verso è dunque l’insieme delle
parole che occupano un certo spazio nella riga. I versi sono
8. Le strofe sono composte riuniti in gruppi che si chiamano strofe. Le strofe sono se-
A. ciascuna da 4 versi parate tra loro da uno spazio bianco.
B. ciascuna da 12 versi
C. la prima da 3 versi, la seconda da 4 e la terza da 5

9. Conta le sillabe dei seguenti versi. Il lavoro è avviato.


La / piog / gia / ca / de
ba / gna / giar / di / ni
piante, gattini.

Da quante sillabe sono composti i versi? ..............................

ESPRIMERE E VALUTARE
10. Ti è piaciuta questa poesia? Quale immagine ti sembra
più bella da ricordare?

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PER ANALIZZARE IL TESTO POETICO ED
A

IL LINGUAGGIO
DEL TESTO POETICO
Per scrivere un testo poetico, i poeti usano diverse tecniche: versi, rime ed espressioni
proprie del linguaggio connotativo, le figure retoriche, che potremmo paragonare
a “effetti speciali”, perché rendono il testo più bello esteticamente, più efficace, ma
soprattutto più capace di attirare l’attenzione di chi legge. Sono, insomma, i “trucchi”
del poeta, espedienti che gli permettono di impreziosire i testi, distinguendoli dalla
banalità e ripetitività dell’uso quotidiano.
Le figure retoriche sono principalmente di tre tipi:
di suono, di sintassi, di significato

Alcune di queste ti sono già state presentate l’anno scorso: rivediamole insieme.

FIGURE DI SUONO
• ALLITTERAZIONE: consiste nella ripetizione delle stesse lettere, vocali o conso-
nanti, o delle stesse sillabe in parole diverse.

Le rondini
Le rondini
in deliziose cappe di raso nero
dattilografavano il risveglio
dettagliato dall’aurora.
Farfa (Vittorio Tommasini)

• ONOMATOPEA: consiste nell’inserimento di parole che, con il loro suono, evoca-


no un oggetto, un’azione, il verso di un animale.

Sciabordare viene usato per rendere il rumore dei panni E cadenzato dalla gora1 viene
agitati e battuti nell’acqua per sciacquarli lo sciabordare delle lavandaie
con tonfi spessi e lunghe cantilene.
1. gora: canale.
(Giovanni Pascoli)

La parola mugliare, che equivale a mugghiare e significa


propriamente “muggire forte e a lungo”, sembra imitare
nel suono il rumore del vento. I verbi muggire, mugghiare
e mugliare hanno tutti origine onomatopeica,
in quanto riproducono il verso dei bovini Il vento come un mostro ebbro mugliare
udii notturno.
(Giovanni Pascoli)

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ED PER ANALIZZARE IL TESTO POETICO
SCH

FIGURE DI SINTASSI
• ANÀFORA (o ripetizione): si tratta della ripetizione di una parola o di un’espres-
sione all’inizio di versi o di frasi. Viene utilizzata per conferire maggiore forza e pe
sottolineare il significato di una certa parola.

Le stelle lucevano rare


tra mezzo alla nebbia di latte:
sentivo il cullare del mare,
sentivo un fru fru tra le fratte,
sentivo nel cuore un sussulto,
com’eco d’un grido che fu.
Sonava lontano il singulto:
chiù…
(Giovanni Pascoli)

FIGURE DI SIGNIFICATO
• SIMILITUDINE: si ha quando si paragonano due elementi che hanno tra loro qual-
che analogia. È un paragone esplicito, perché è sempre introdotta dall’avverbi
“come” o dai correlativi “così… come”.

Il fiore
Primo termine di paragone Allegro, allegro passero!
Sotto le foglie tanto verdi.
Svelto come una freccia Secondo termine di paragone
Elemento comune = velocità ti vede la felicità d’un fiore.
Tu cerchi la tua stretta culla
vicino al mio cuore.
(William Blake,
trad. di G. Ungaretti)

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IL LINGUAGGIO DEL TESTO POETICO ED
A

• METÀFORA: è un paragone abbreviato, implicito; un termine ne sostituisce u


altro con il quale ha qualcosa in comune.

Significato denotativo:
il prato è bagnato (dopo il temporale)
Il prato e le nuvole
1° termine = il prato È cessato or ora il temporale
2° termine = fruscio di pioggia. e il prato verde odora
di menta glaciale.
È un immenso fruscio di pioggia
Significato denotativo: che sgocciola lenta lenta
dal cielo è caduta molta pioggia lungo i tremuli fili d’erba,
1° termine = il cielo dalle ciglia rosee dei fiori.
2° termine = l’innaffiatoio. Laggiù il cielo sereno
è il grande innaffiatoio di smalto azzurro
col manico variopinto dell’arcobaleno.
(Corrado Govoni)

• PERSONIFICAZIONE: consiste nell’attribuire qualità e azioni proprie delle perso-


ne a oggetti, cose astratte o animali.

Il fiore
Pettirosso, pettirosso leggiadro!
Sotto le foglie tanto verdi
D’un fiore la felicità
Alla felicità, che è astratta, viene attribuita una facoltà Ti sente singhiozzare, singhiozzare,
tipicamente umana.
Pettirosso, pettirosso leggiadro,
Vicino al mio cuore.
(William Blake, trad. di G. Ungaretti)

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SCH
PER ANALIZZARE IL TESTO POETICO ED
A

LA PARAFRASI
DI UN TESTO POETICO
Probabilmente hai già imparato a scrivere una parafrasi con l’epica, ma è utile rivedere
i passaggi per saper trascrivere un testo poetico in prosa.
Per capire e ricordare meglio il contenuto di una poesia è necessario “tradurre” il ricco
linguaggio poetico in un linguaggio più semplice e comune.
Questo tipo di lavoro si chiama parafrasare. Il termine “parafrasi” significa riformu-
lazione, indica appunto la riscrittura di un testo secondo un “codice” linguistico
diverso da quello originale.

Il processo di parafrasi prevede le seguenti operazioni:


• la comprensione approfondita della poesia;
• la ricostruzione sintattica dei versi;
• la sostituzione delle parole troppo letterarie o antiche;
• la spiegazione delle figure retoriche.

L’ordine e la struttura non devono essere alterati, ma si possono introdurre dei chiari-
menti di alcuni punti del testo.
Una buona parafrasi è dettagliata e rende più chiara la comprensione del testo origi-
nale; ovviamente la parafrasi risulterà normalmente più ampia del testo di partenza.
Inevitabile effetto negativo della parafrasi di una poesia è la perdita dell’armonia e del-
la musicalità delle parole e del loro significato più profondo. Quel che produciamo con
la parafrasi, dunque, è un testo più chiaro e utile per imparare, ma non è più poesia.
Lo scopo della parafrasi non è tanto la bellezza finale del testo, quanto la compren-
sione del linguaggio poetico e l’esercizio della competenza di riformulazione lessi-
cale e sintattica.

Per fare una parafrasi corretta devi quindi capire il senso della poesia e dei singoli
versi. Ti proponiamo di lavorare insieme alla parafrasi della poesia L’arboscello di Um-
berto Saba.

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A
ED PER ANALIZZARE IL TESTO POETICO
SCH

a) Leggi la poesia, prima silenziosamente e poi a voce alta.

L’arboscello
Oggi il tempo è di pioggia.
Sembra il giorno una sera,
sembra la primavera
un autunno, ed un gran vento devasta
l’arboscello che sta – e non pare – saldo;
par tra le piante un giovanetto alto
troppo per la sua troppo verde età.
Tu1 lo guardi. Hai pietà
forse di tutti quei candidi fiori
che la bora2 gli toglie; e sono frutta,
sono dolci conserve
per l’inverno quei fiori che tra l’erbe 1. Tu: il poeta si rivolge alla moglie.
cadono. E se ne duole la tua vasta 2. bora: vento impetuoso e gelido
che soffia da nord-est sull’alto Adriatico.
maternità3.
3. vasta maternità: profondo senso
(U. Saba, Il Canzoniere, Einaudi) di protezione materna.

b) Rispondi alle seguenti domande di comprensione.

Com’è il tempo? Il tempo è piovoso.


...............................................................................................................................

Che cosa sembrano il giorno Il giorno sembra sera e la primavera


...............................................................................................................................
e la primavera? sembra autunno.
...............................................................................................................................

Che cosa fa il vento? ...............................................................................................................................

A chi è simile l’arboscello? ...............................................................................................................................

Per che cosa prova pietà ...............................................................................................................................


chi guarda?
...............................................................................................................................

Che cosa sarebbero potuti


diventare i fiori? ...............................................................................................................................

Dove cadono i fiori? ...............................................................................................................................

Perché la donna a cui si rivolge ...............................................................................................................................


il poeta è dispiaciuta?
...............................................................................................................................

c) Riscrivi infine le risposte in un testo omogeneo, utilizzando elementi grammaticali di col-


legamento (per esempio: mentre, invece, perché…) e pronomi dove lo ritieni necessario.
Esempio: «Il tempo è piovoso, tanto che il giorno sembra sera e la primavera sembra
autunno».

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LA PARAFRASI DI UN TESTO POETICO ED
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Procediamo ora con la parafrasi della poesia Sul molo il vento soffia forte di Sandro
Penna. Il lavoro è guidato, tu dovrai completare.

Sul molo il vento soffia forte


Sul molo il vento soffia forte. Gli occhi
hanno un calmo spettacolo di luce.
Va una vela piegata, e nel silenzio
la guida un uomo quasi orizzontale.
Silenzioso vola dalla testa
di un ragazzo un berretto, e tocca il mare
come un pallone il cielo. Fiamma resta
entro il freddo spettacolo di luce
la sua testa arruffata.
(S. Penna, Tutte le poesie, Garzanti)

Rispettare l’ordine Il vento soffia .................................................... . Gli occhi del poeta sono
di esposizione abbagliati dalla luminosità dell’aria e del mare.
Una vela .......................................................
Impostare la frase Un berretto, strappato dal vento, vola via ....................................................
con soggetto, predicato ....................................... e compie, in silenzio, la sua traiettoria sul mare
e complemento come ..................................................... spinto verso il cielo.
Rimane la testa rossa del ragazzo, arruffata e illuminata dal sole
...................................................
come in quel freddo spettacolo luminoso.
...................................................
In questi ultimi versi la metafora “fiamma”, riferita ai ...............................
...................................................
del ragazzo, e l’accostamento dell’aggettivo “freddo”, sensazio-
ne percepibile con il ...................................................... , al nome “spetta-
Individuare e spiegare colo”, percepibile con la ..................................................., creano una so-
le figure retoriche vrapposizione di sensazioni diverse, in un’atmosfera quasi irreale
di silenzio.

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PER ANALIZZARE IL TESTO POETICO ED
A

IL LINGUAGGIO DEL TESTO POETICO:


LE FIGURE RETORICHE
Lo studio della retorica è piuttosto complesso e lo completerai nella scuola superiore.
Possiamo però continuare con l’analisi di altre figure retoriche molto usate nei testi
poetici.

FIGURE RETORICHE DI SUONO


• Assonanza: è la somiglianza di suoni tra du
parole in cui sono uguali le vocali a partire
dalla vocale tonica, cioè quella accentata (l
consonanti sono diverse).

Il vento soffia e nevica la fràsca


e tu non torni ancora al tuo paese!
quando partisti, come son rimàsta!
(Giovanni Pascoli, Lavandare, in Poesie)

• Consonanza: si ha quando le consonanti sono


uguali e le vocali diverse.

verde lenti
perdo vento

Come noti, sebbene la coincidenza di suoni sia minore che nella rima, anche l’assonan-
za e la consonanza possono essere usate per legare tra loro due versi, un po’ come
quando rimano.

FIGURE RETORICHE DI SINTASSI


• Inversione (o anàstrofe): consiste nell’inversione dell’ordine abituale di due o pi
parole. Questa figura retorica ha lo scopo di distinguere la lingua poetica da
quella in prosa e di dare maggiore risalto al termine che occupa il primo posto.

nelle valli i canti Già sulle rive dello Xanto ritornano i cavalli.
di primavera già risuonano Già nelle valli risuonano canti di primavera. i cavalli già ritornano
sulle rive dello Xanto
(Alceo, in Lirici greci)

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ED PER ANALIZZARE IL TESTO POETICO
SCH

In italiano l’ordine sintattico normale è soggetto – verbo – complemento, perciò an-


teporre il verbo al soggetto (“ritornano i cavalli”) o l’oggetto al verbo sono esempi di
anastrofe.
Prova tu a ricostruire sintatticamente questi due versi:

Siedon fanciulle ad arcolai ronzanti,


e la lucerna i biondi capi indora.
(Giovanni Pascoli, Notte, in Myricae)

• Raddoppiamento (o anadiplosi): si tratta della ripetizione della stessa parol


espressione alla fine di un verso e all’inizio di quello successivo.

e giunsero a un castello il dì seguente,


dove albergati fur cortesemente.
Cortesemente dico in apparenza.
(Ludovico Ariosto, Orlando Furioso,
XX, ott. 104-105)

• Enjambement (o inarcatura): si verifica quando la fine del verso separa du


elementi del discorso strettamente uniti (soggetto e verbo, nome e aggetti-
vo, sostantivo e complemento di specificazione…), cosicché la fine del verso no
coincide con la fine della frase. L’enjambement mette in rilievo e dà maggior
importanza alle parole di una frase.

Stretti sui gradini dietro le porte


compl. di luogo / soggetto i bambini all’alba sono i primi sostantivo / predicato

a prendere il sole della strada


in discesa. compl. di specificazione /
compl. di modo
(Leonardo Sinisgalli, Dimenticatoio)

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IL LINGUAGGIO DEL TESTO POETICO: LE FIGURE RETORICHE ED
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FIGURE RETORICHE DI SIGNIFICATO


• Sinèddoche: si ha quando si sostituisce al termine vero e proprio un altro ch
ha con il primo un rapporto quantitativo, per esempio una parte per il tutto (
viceversa).

palme: La Madre or sol suo dì tardo traendo


sono una parte della mano,
quindi nella figura retorica parla di me col tuo cenere muto, tetti:
sostituiscono il termine “mani” sono una parte della casa,
ma io deluse a voi le palme tendo quindi sostituiscono
e sol da lunge i miei tetti saluto. il termine “casa”

(Ugo Foscolo, In morte del fratello Giovanni)

• Sinestesìa: consiste nell’associare parole che rimandano a sfere sensoriali diverse.


cupo tumulto
Di tutto quel cupo tumulto, vista + udito

di tutta quell’aspra bufera,


aspra bufera non resta che un dolce singulto
gusto + vista
nell’umida sera. dolce singulto
gusto + udito
(Giovanni Pascoli, La mia sera)

• Ossìmoro: collega due termini che esprimono idee opposte e che di solito no
vengono associate. Questa figura crea volutamente un contrasto che obbliga i
lettore a prestare attenzione e a riflettere.

dolci + durezze
opposizione delicatezza/
asprezza Dolci durezze, et placide repulse […]
leggiadri sdegni […] placide (= pacifiche)
+ repulse (= rifiuti)
leggiadri (= gentili) + (Francesco Petrarca,
sdegni (= indignazione) opposizione quiete/conflitto
Dolci durezze, et placide repulse,
opposizione gentilezza/ in Il Canzoniere)
disprezzo

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ED PER ANALIZZARE IL TESTO POETICO
SCH

• Clìmax (o gradazione): consiste nello scrivere in una scala di gradazione ascen-


dente o discendente una serie di elementi della frase, per dare maggiore effica-
cia all’espressione.

e ha per questa creatura una carità, una carità… non dico pelosa,
ma una carità molto gelosa, sospettosa, permalosa.
(Alessandro Manzoni, I promessi sposi, cap. XVIII)

• Ipèrbole (o esagerazione): consiste nell’amplificare o nel ridurre in modo esa-


gerato, inverosimile, ciò di cui si parla, spesso attraverso l’uso di cifre altissim
(miliardi, milioni) o di aggettivi come “infiniti”, “sovrumani” o di sostantivi com
“miriadi”…

Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale


e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
(Eugenio Montale, Xenia II, 5)

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PER APPROFONDIRE ED
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PAROLE E NOTE
LA POESIA È RICCA DI ARMONIA E DI MUSICALITÀ
Nessun bisogno di niente
tranne che di musica.
La musica è la ragione per cui
so che il tempo esiste ancora [...]
(Elisa, Dancing)

La musica si nutre di poesia


Nelle canzoni d’autore, proprio come nella poesia, ci sono
versi pieni di sentimento, metafore e personificazioni,
termini scelti con grande cura. Qual è il rapporto tra la
poesia e le canzoni d’autore? Vediamo che cosa ne pen-
sano alcuni artisti che quotidianamente hanno a che fare
proprio con la poesia e con la musica!

La poesia nasce cantando


INTERVISTA A ROBERTO BENIGNI
Non ci dimentichiamo che l’arte della poesia nasce cantando. Ome-
ro cantava, declamava. Le poesie si cantavano. Quindi tutta la poe-
sia nasce dalla declamazione. Un grande poeta lo si riconosce se lo
si canta: se l’Ariosto io lo canto sento che è bellissimo, o Dante… Un
poeta che non regge la declamazione… vuol dire che non va bene!
(in www.raitv.it, intervista di V. Mollica)

È difficile separare la parola dalla musica


INTERVISTA A GIANNA NANNINI
Io non leggo romanzi, leggo poesie. Ho dentro di me un itine-
rario di poesia iniziato con Baudelaire, Rimbaud, tutta la poesia
maledetta francese, fino a Pasolini. Per me che faccio musica, la
parola deve sempre essere viva. Fatta con una viva voce…
In questo senso per me è diventato difficilissimo ormai separare
la parola dalla musica e quindi anche semplicemente leggere un
libro. Il libro non possiede la metricità di cui sento continuamen-
te il bisogno. Ho bisogno dell’accentuazione della parola.
(in Parole in musica, a cura di L. Coveri, Interlinea Edizioni)

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ED PER APPROFONDIRE
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Per il cantautore Francesco Guccini,


una canzone è come una poesia, La canzone è una penna e un foglio
può colpire il cuore così fragili fra queste dita,
delle persone è quel che non è, è l’erba voglio
e cambiarne ma può essere complessa come la vita.
l’esistenza. La canzone è una vaga farfalla
che vola via nell’aria leggera,
una macchia azzurra, una rosa gialla,
un respiro di vento la sera,
una lucciola accesa in un prato,
un sospiro fatto di niente
ma qualche volta se ti ha afferrato
ti rimane per sempre in mente
e la scrive gente quasi normale
ma con l’anima come un bambino
che ogni tanto si mette le ali
e con le parole gioca a rimpiattino.
La canzone può aprirti il cuore
con la ragione o col sentimento
fatta di pane, vino, sudore
lunga una vita, lunga un momento.
(in F. Guccini, Anfiteatro Live, 2005)

E, nelle loro canzoni, così due celebri cantautori italiani raffigurano i poeti…

I poeti son giovani e belli Vanno a due a due i poeti, traversano


e portano in cuore [le nostre stagioni,
la luce del sole e passano poeti brutti e poeti buoni.
e un canto d’uccelli; Ma quando fra tanti poeti ne trovi uno vero,
e la strada del borgo natio, è come partire lontano, come viaggiare davvero.
la pioggia sui tetti (Francesco De Gregori, Poeti per l’estate)
la povera gente amata da Dio
poesia, poesia,
deh, proteggimi ovunque io sia!
(Roberto Vecchioni, I poeti)

I cantautori, come i poeti, sanno cogliere ed esprimere emozioni universali e immuta-


bili pur nel passare delle mode e delle epoche storiche. E nei versi delle loro canzoni
puoi trovare tutto quello che hai imparato sulla poesia: rime, assonanze e consonan-
ze, metafore e similitudini, concetti profondi…

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PAROLE E NOTE ED
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Ecco alcuni esempi scelti dai testi di cantautori italiani: quale ti piace di più? Quale ti
sembra esprimere maggior poesia?
Dov’è Guarda l’alba che ci insegna a sorridere,
la personificazione? quasi sembra che ci inviti a rinascere,
tutto inizia,
invecchia,
cambia forma,
l’amore tutto si trasforma,
persino il dolore più atroce si addomestica […]
(Carmen Consoli, Guarda l’alba!)

Seduto sotto un albero a meditare Ricordi che cos’è


un haiku?
mi vedevo immobile danzare con il tempo
come un filo d’erba
che si inchina alla brezza di maggio
o alle sue intemperie. […]
(Franco Battiato, Haiku)

C’è una In questa notte fantastica


similitudine? che tutto sembra possibile
mentre nel cielo si arrampica
un desiderio invincibile che lascia una scia,
come astronave lanciata a cercare una via
verso una nuova dimensione
un’illuminazione […]
(Jovanotti – Lorenzo Cherubini, Ti porto via con me)

T’immagini se con un salto si potesse In questi versi


c’è un’iperbole?
si potesse anche volare
se in un abbraccio si potesse scomparire
e se anche i baci si potessero mangiare
ci sarebbe un po’ più amore e meno fame
e non avremmo neanche il tempo di soffrire.
E poi t’immagini se invece si potesse non morire
e se le stelle si vedessero col sole
se si potesse nascere ogni mese
per risentire la dolcezza di una madre e un padre
dormire al buio senza più paure
mentre di fuori inizia il temporale […]
(Modà, Se si potesse non morire)

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Percorso ORGANIZZA LE TUE CONOSCENZE

Mappa di riepilogo: il testo poetico

un TESTO nel quale chi scrive ESPRIME,


per mezzo di parole disposte IN VERSI,
SENTIMENTI, IMPRESSIONI, EMOZIONI che rispecchiano
la sua visione del mondo e la sua sensibilità

LA POESIA

è composta da usa un LINGUAGGIO ricco di

VERSI FIGURE RETORICHE


righe di parole di SUONO
di lunghezza variabile
• allitterazione: ripetizione di uno stess
suono in un verso o gruppi di versi
• onomatopea: parole che imitano suoni
STROFE rumori, versi di animali
insiemi di più versi raggruppati
di SIGNIFICATO
• similitudine: confronto tra elementi che si
assomigliano, hanno caratteristiche in comune
RIME
• metafora: trasferimento di significato
suoni uguali ripetuti nelle da una parola all’altra
parole poste alla fine dei versi. • personificazione: attribuire ad animali
• Ci sono diversi tipi di rima: o cose caratteristiche e sentimenti propri
– baciata AABB delle persone
– alternata ABAB di SINTASSI
– incrociata ABBA • enjambement: si ha quando la fine del verso
separa due elementi del discorso strettamente
• “quasi rime” date dalla uniti (soggetto e verbo, nome e aggettivo,
somiglianza di suoni finali
sostantivo e compl. di specificazione…),
delle parole
per cui la fine del verso non coincide
– assonanza = uguali le vocali con la fine della frase
– consonanza = uguali • inversione: modifica dell’ordine delle parole
le consonanti nella frase
• i versi non legati della rim • anàfora: ripetizione di parole ed espressioni
si dicono versi sciolti all’inizio di più versi o strofe

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MISURA LE TUE COMPETENZE Verso la PROVA NAZIONALE

Verifica formativa con autovalutazione


Agli amici
Primo Levi
Cari amici, qui dico amici
nel senso vasto della parola:
moglie, sorella, sodali1, parenti,
compagne e compagni di scuola,
5 persone viste una volta sola
o praticate per tutta la vita:
purché fra noi, per almeno un momento,
sia stato teso un segmento,
una corda ben definita.
10 Dico per voi, compagni d’un cammino
folto, non privo di fatica,
e per voi pure, che avete perduto
l’anima, l’animo, la voglia di vita.
O nessuno, o qualcuno, o forse un solo, o tu
15 che mi leggi: ricorda il tempo,
prima che s’indurisse la cera2,
quando ognuno era come un sigillo3.
Di noi ciascuno reca l’impronta
dell’amico incontrato per via;
20 in ognuno la traccia di ognuno.

Per il bene o per il male


in saggezza o in follia
1. sodali:
compagni, persone
ognuno stampato da ognuno.
con cui si condivide
un’esperienza. Ora che il tempo urge da presso,
2. prima… cera: 25 che le imprese sono finite,
quando il poeta
e i suoi amici
a voi tutti l’augurio sommesso
erano giovani. che l’autunno sia lungo e mite.
3. sigillo: (Tratto da: P. Levi, Ad ora incerta, Garzanti)
impronta su materia
molle (cera, argilla
o simili)
che poi indurisce
e conserva l’impronta,
garantendo che un
documento sia autentico.

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Verso la PROVA NAZIONALE MISURA LE TUE COMPETENZE

1. Le prime due parole della poesia sono caratteristiche dell’inizio di


A. una fiaba
B. una lettera
C. un diario
D. un reportage ....... 1

2. L’aggettivo “vasto”, al verso 2, ha il significato di


A. spazioso
B. limitato
C. ampio
D. immenso ....... 1

3. La congiunzione “purché”, al verso 7, si potrebbe sostituire con


A. a patto che
B. pur di
C. nonostante che
D. per quanto ....... 1

4. La condizione indispensabile perché due persone siano amiche è che almeno per un mo-
mento (vv. 7-9) esse
A. abbiano avuto la percezione di essere uguali
B. siano state d’accordo su tutto
C. siano state legate da qualcosa in comune
D. abbiano affrontato insieme imprese difficili ....... 1

5. Levi si rivolge ai compagni di una vita, definita con una metafora “cammino” (v. 10). L’ag-
gettivo “folto” (v. 11), solitamente attribuito al fogliame delle piante o ai capelli di una
persona o al pelo di un animale, riferito al cammino della vita significa
A. compatto, fitto
B. affollato, gremito
C. pieno, denso
D. numeroso, abbondante ....... 1

6. Il poeta si rivolge anche agli amici più sfortunati, che hanno perso il senso, il coraggio, la
voglia di vivere. Quale espressione usa? Trascrivi i versi corrispondenti.
........................................................................................................................

........................................................................................................................
....... 2

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MISURA LE TUE COMPETENZE Verso la PROVA NAZIONALE

7. Il poeta scrive le parole “O nessuno, o qualcuno, o forse un solo, o tu che mi leggi” (vv. 14-15)
perché
A. non sa chi, tra tutti quelli che sono stati suoi amici, leggerà il suo messaggio
B. ha il timore di non avere più nessun amico
C. spera che almeno uno, tra tutti coloro che ha conosciuto, sia ancora suo amico
D. rimprovera agli amici di non ricordarsi più di lui ....... 1

8. Al centro della poesia (vv. 15-23) c’è un insieme di metafore, che si sviluppano a partire
dal paragone tra l’animo umano e la cera.
a. Completa la spiegazione: scegli e trascrivi al posto giusto i termini elencati.
segno • vita • gioventù • impresso • sigillo • un’impronta

Sono soprattutto le amicizie della ......................................... quelle che lasciano ......................................

indelebile, un ............................................. che rimane ............................................. per tutta la ..............................,


come un ............................................. nella cera.
b. L’amicizia è reciproco arricchimento, chi è amico dà e riceve qualcosa, che lascia una
traccia nel carattere e nei sentimenti. Trascrivi i due versi in cui il poeta ribadisce questo
concetto.
........................................................................................................................

........................................................................................................................
....... 8

9. L’augurio del poeta è “sommesso”, cioè


A. basso
B. lieve
C. fioco
D. sonante ....... 1

10. La poesia si chiude con un’ultima immagine metaforica, “che l’autunno sia lungo e mite”.
a. A quale età della vita dell’uomo fa riferimento la metafora dell’autunno?
.................................................................................................................

b. Se la vita dell’uomo fosse paragonata ai diversi momenti di una giornata, al posto


dell’autunno ci sarebbe
A. la mattina
B. il pomeriggio
C. il tramonto
D. la notte ....... 2

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Verso la PROVA NAZIONALE MISURA LE TUE COMPETENZE

11. Il poeta fa uso di alcuni enjambement. Rileggi i versi elencati e indica se si tratta di un
enjambement oppure no.
a. parola: / moglie (vv. 2-3) SÌ NO
b. cammino / folto (vv. 10-11) SÌ NO
c. perduto / l’anima (vv. 12-13) SÌ NO
d. l’impronta / dell’amico (vv. 18-19) SÌ NO ....... 4

12. In questa poesia molti versi sono in rima. Rileggi i versi 1-13 e trascrivi le parole in rima,
come nell’esempio.
Es.: presso – sommesso

• .........................................................................................

• .........................................................................................

• ......................................................................................... ....... 8

AUTOVALUTAZIONE TOTALE PUNTI .../31


• Ho trovato la comprensione e l’analisi della poesia
facile di media difficoltà difficile
• Negli esercizi
ho capito le consegne non ho capito bene le consegne
conoscevo il significato delle parole non conoscevo il significato delle parole

• Ho avuto difficoltà a rispondere alle domande n° ....................................................

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