Spesso ci è raccontato, sin da bambini, di quanto sia importante rispettare le figure
femminili che ci accompagnano nella nostra esistenza: madri, sorelle, cugine, zie, nonne, insegnanti, fidanzate, mogli ecc. “Le donne non si toccano nemmeno con un fiore” è una frase che è permeata nell’immaginario collettivo della società contemporanea. Personalmente, ho compreso quanto spesso le parole siano vane e motivo di derisione. Inutili poiché il fenomeno del femminicidio sta “dirompendo” e non accenna a fornire dati più confortanti, anche se, negli ultimi periodi, si è registrato un numero di segnalazioni al Supporto anti-violenza di gran lunga superiore rispetto alla media di 20 anni fa. Oggi le donne sono più incoraggiate a denunciare i loro aggressori, ma le istituzioni collaborano in modo distratto per riuscire ad evitare che questi individui così efferati attacchino. Preciso che condanno la violenza in ogni sua forma, perché è sempre sinonimo di rabbia, odio ed assenza di autocontrollo. Spesso la difesa in favore delle donne è motivazione di scherno, sbeffeggiamento. Ho potuto constatare quanto la mentalità media sia ancora interessata da tabù e luoghi comuni, che riterrei preistorici. Ho realmente notato quanto sia facile essere additato come non eterosessuale, solo perché si difenda una donna. Può sembrare assurdo, ma è a mio avviso quello che precede non è altro che un luogo comune diffuso. La donna comunemente è giudicata come l’essere debole, subordinato, sottomesso, servile dell’uomo. Fortunatamente, questi (de)pensieri non mi tangono per nulla, tuttavia essendo parte di una società non posso eticamente comportarmi da individuo passivo. Esse sono considerate delle proprietà, da chi le tratta come fossero degli oggetti che debbano seguire le volontà ed i capricci degli uomini. Non lasciandosi comandare, sono soggette a soprusi che sfociano sempre nel dolore. Un problema del genere è endemico di situazioni economico-sociali instabili, ma dipende ovviamente dai casi specifici. È parecchio fondamentale imparare a considerare le donne come le compagne degli uomini. La parità dei sessi sarà raggiunta quando non si avrà più motivo di riflettere sulle divergenze economico- sociali e sulla violenza. È positivo che oggigiorno i servizi di assistenza si stiano mobilitando e che l’opinione pubblica sia più consapevole di tale questione, che nel XXI secolo dovrebbe essere solo un lontano ricordo di un passato che, di certo, non è stato spettatore di una vera giustizia.