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ADDITIVE MANUFACTURING

La stampa 3D nasce con la resina, non con le bobine di filamento. La tecnica di stampa 3D si chiama stereolitografia e
deriva dalle tecniche litografiche; possibilità di solidificare materiale liquido attraverso foto-iniziatore (sorgente di
luce). Solitamente si usa luce laser. La stampa 3D è stata inventata per prototipare, fare prototipo, realizzare un’idea
iniziale per testare un futuro ciclo produttivo. Il progettista progettava inizialmente in legno (primi prototipi), ora si
prototipa con le stampe 3D. La stampa 3D promuove una globalizzazione delle tecnologie produttive, diminuisce le
difficoltà legate al linguaggio.

Da sempre inventori, progettisti e designer si sono serviti di un piano bidimensionale per comunicare e valutare le loro
idee, prima di tradurle in pratica. Nel passato queste figure si affidavano a compasso e carta, oggigiorno si hanno a
disposizione un numero elevato di mezzi di progettazione. Ciononostante, il progettista non è mai assolutamente
certo che ciò che osserva su un foglio stampato o sullo schermo di un PC sia una fedele rappresentazione del concetto
che intende realizzare. La fabbricazione additiva è il tentativo più riuscito di abbattere questa barriera ovvero di
trasformare delle immagini in un oggetto solido e concreto che si possa toccare.

Prima di parlare di prototipazione rapida è opportuno ricordare che per prototipo si intende il primo elemento di una
serie. Durante la fase di sviluppo di un prodotto vengono realizzate le seguenti tipologie di prototipi:

- concettuali -> ergonomia ed estetica, non di funzione


- funzionali -> mi fanno valutare alcune funzioni
- tecnici -> fatti di materiali molto simili a quelli che saranno definitivi
- pre-serie -> prototipi che possono essere immessi nel mercato

Il prototipo può svolgere diverse funzioni all'interno del ciclo di sviluppo prodotto:

- per la progettazione: verificare un’idea


- per il marketing per provare la risposta del mercato ad una nuova proposta
- per la produzione: per verificare un ciclo di fabbricazione

In definitiva le funzioni del prototipo sono:

- la verifica funzionale del componente o del sistema


- la valutazione dei costi
- la valutazione di tempi di flusso
- la risposta del mercato

La prototipazione tradizionale è affidata ai modellisti che realizzano il prototipo con operazioni prevalentemente
manuali ed il processo può richiedere settimane o mesi. Costi e tempi di questa operazione sono incompatibili con le
esigenze di ridurre drasticamente il time to market dei nuovi prodotti. A partire dalla metà degli anni ’80 ha
cominciato a svilupparsi l’Additive Manufacturing (anche chiamata rapid prototytping, desktop manufacturing,
freeform fabrication o 3D Printing) cioè un processo in cui si realizza un modello fisico della parte attraverso disegni
CAD tridimensionali. Questa filosofia innovativa rende possibile la produzione di oggetti di geometria complessa in
poche ore partendo direttamente dal modello matematico (modello CAD) dell’oggetto realizzato.

Con il passare del tempo, la ricerca e lo sviluppo hanno favorito l'evoluzione dei sistemi in termini prestazionali (tempi
di lavorazione, tolleranze dimensionali, finitura superficiale, maggiore resistenza dei modelli AM a sollecitazioni
meccaniche, termiche e chimiche). Oggi possiamo considerarci in una fase dove:

- le macchine di AM sono di semplice impiego


- la qualità dei prototipi in termini di precisione dimensionale, rugosità superficiale e prestazioni meccaniche è
cresciuta
- è disponibile un'ampia gamma di materiali
- le tecniche di AM sono utilizzabili sia per la fabbricazione di prototipi sia per l’attrezzaggio rapido (sia per la
produzione di piccoli lotti altamente personalizzati)

Queste tecnologie sono considerate a pieno titolo mezzi per lo sviluppo rapido dei prodotti e delle attrezzature.

Le tecniche di Additive Manufacturing (AM) permettono di fabbricare un oggetto mediante tecniche additive,
partendo da una sua definizione matematica specificata su un CAD tridimensionale ed utilizzando processi rapidi,
flessibili e altamente automatizzati. Già da questa breve definizione sono chiari i punti di forza di queste tecniche:

- Tempi ridotti (da alcune ore a pochi giorni)


- Ampia gamma di materiali (plastica, metallo, carta)
- Indipendentemente dalla geometria
- Senza nessun (o con minimo) ausilio di attrezzature.

La finitura superficiale di uno stampato in 3D fa schifo. La rugosità dello stampato è enorme, inaccettabile, bisogna
sempre riprenderlo. Generalmente fa schifo, le ultime hanno già una finitura migliore. Non essendoci scarto e
necessità della presenza continua di un operatore, lo scarto può essere riciclato, i tempi sono fattibili si capisce che
l’additing manufactering è un punto di forza per l’industria.

Stampa 3D può essere usata per componenti in attrezzaggio rapido (non reperibili o altro simile). La maggior parte
delle stampanti 3D stampa strato per strato e per questo si possono chiamare layer manufacter.

Con il termine Additive Manufacturing si intende un insieme di processi che realizzano modelli e componenti per
addizione di materiale layer by layer a partire da un modello matematico tridimensionale. Le macchine tradizionali
fabbricano per sottrazione successiva di materiale, i sistemi di AM fabbricano strati successivi costituiti di volta in volta
da liquidi, polveri, fili o laminati. Strato dopo strato, queste macchine ricostruiscono il modello matematico di
partenza (Layer Manufacturing)

La sorgente si muove in x e y mentre il piano di stampa solo in z. Il piano di stampa si muove verso il basso man mano
il pezzo viene stampato. Il piano di stampa e l’altezza in z sono generalmente molto piccoli. Avere una stampante
molto alta in z significa tanto tempo per la stampata. Il costo di una stampata 3D non è legato al materiale in ogni caso
ma quasi sempre legato al tempo di stampa. Il tempo di stampa è collegato solamente all’altezza in z del modello. In x
e y la stampante è molto veloce, in z è lenta. Deve stampare strato per strato e questo provoca continue interruzioni
in z. La velocità in x e y recupera la lentezza in z. Per capire se conviene o meno stampare in 3D un pezzo bisogna
guardare la sua altezza in z.

FASI DEL PROCESSO


CAD -> Il prototipo deve essere disegnato al CAD utilizzando un modellatore tridimensionale solido o superficiale.
Bisogna porre particolare attenzione alla chiusura e alla connessione di tutte le superfici (soprattutto se si usano
modellatori di superficie) per eliminare gap o sovrapposizioni.

Il modello CAD viene salvato in un formato compatibile con i software di gestione delle macchine AM, il formato STL
(solid to layer)

STL -> Il formato STL è banale e ridondante, nel quale sono indicati per ogni triangolo le tre coordinate spaziali dei tre
vertici e i tre coseni direttori della normale esterna alla superficie così definita. Il formato STL prevede
l’approssimazione delle superfici attraverso elementi triangolari che formano una mesh. L'approssimazione di
superfici curve attraverso facce triangolari introduce inevitabilmente un errore dovuto alla distanza tra il baricentro
del triangolo e la superficie originaria. È possibile infittire il numero dei triangoli in presenza di una superficie curva del
modello per raggiungere una migliore approssimazione in base alle esigenze. STL è il file che va dato alla stampante
per far vedere il pezzo. STL deriva dal disegno CAD. La stampante non legge il solido perché non riempie a pieno il
modello. La stampante legge solo STL (Solid To Layer). Se nel CAD c’è una superficie con errore o non continua, la
stampante non stampa. Per poter essere simulata un’azione deve essere meshata. Da una superficie continua bisogna
ricavare una superficie triangolata.

Orientamento e supporti -> Viene definita la direzione di crescita del prototipo (orientamento del pezzo) e vengono
identificate le zone che necessitano di supporto. La direzione di crescita influenza notevolmente precisione
dimensionale e finitura superficiale (effetto staircase). Serve molta esperienza per progettare al meglio un pezzo; è
necessario evitare l’uso del materiale di supporto che agisce affinché lo stampato non collassi su sé stesso. La finitura
superficiale di uno stampato 3D dipende dal layer e tanto sarà minore il layer, maggiore sarà la finitura. Togliere il
materiale di supporto aumenta il rischio di rovinare lo stampato; per questo è importante saper ottimizzare gli
orientamenti e i supporti.

Slicing -> Durante la fase di Slicing il pezzo viene sezionato con una serie di piani ortogonali alla direzione di crescita,
che saranno poi fabbricati l’uno sull’altro. È un'operazione critica, perché condiziona in modo determinante la
precisione del prototipo (effetto staircase). Può essere:

- Uniforme: Strati di spessore costante


- Adattativo: viene scelto in funzione della curvatura superficiale, per limitare al massimo l'aspetto a gradini
della superficie esterna. Gli spessori variano da 0.05 a 0.5 mm a in base al tipo di tecnologia

Fabbricazione e Finitura -> Una volta ultimato devono essere rimossi eventuali supporti ed il pezzo viene finito
manualmente e, in certi casi, sottoposto a post-trattamenti per migliorarne le caratteristiche.
TECNICHE DI AM

Per migliore finitura, in ordine, abbiamo come migliore il liquido, poi polvere e infine solito (filamento che stampa per
estrusione di un filamento).

LIQUIDO

Stereolitografia (StereoLithographic Apparatus - SLA o SL)

È il primo e più importante sistema di AM


commercialmente diffuso. Il processo stereolitografico
coinvolge quattro differenti tecnologie: laser, ottica,
chimica dei fotopolimeri e software, basa sull’indurimento
di un fotopolimero.

Chi agisce per creare il segno 3D è la fonte. Alla luce devo


dare la direzione e per questo ho bisogno di uno specchio e
relativo specchiamento. UV o Laser, al passaggio, creano un
solido, il resto rimane liquido. Il piatto di stampa risalirà con
su di sé il solido; il liquido rimane nel bagno e sul piatto di
stampa rimane il solido. Questo è uno svantaggio perché, fino alla fine, non si saprà mai se lo stampaggio ha avuto
successo oppure no. I supporti sono più facilmente rimovibili anche se dello stesso materiale perché sono attaccati
attraverso parti molto piccole.

POLVERE

Selective Laser Sintering (SLS) or Melting (SLM)

Diverse sono le tecnologie che fanno uso della sinterizzazione/fusione laser per la creazione di prototipi a partire da
un materiale che ha consistenza di polvere (i più comuni sono materiali termoplastici, metalli e sabbia). Il più
importante è la polvere di metallo. Il metallo funziona allo stesso modo del liquido; fino alla fine non si conosce il
relativo successo o fallimento. Si è immersi nella
polvere e non si vedono i procedimenti dello
stampaggio. Il modello, alla fine, è sommerso di
polvere. La polvere diventa solita grazie al laser (alta
lunghezza d’onda) che salda il materiale. Per ora si
tratta proprio di una saldatura. Il costo di queste
stampanti dipende quasi solamente dalla potenza
del laser. Il materiale di supporto è metallo ed è
molto difficile da togliere (quasi solo a mano).
Questo è un grosso fattore limitante.

Sulla polvere c’è una tecnica chiamata Binder


Getting. Strato per strato vengono uniti con una
colla. È la più utilizzata in ambito civile, cinematografico e modellizzazione chirurgica. È una delle poche stampanti allo
stato attuale che può stampare a colori. Il colore è solitamente dipendente dal materiale, qui è la colla che prende
colore.

SOLIDO

3D Printing: Material Extrusion

È una tecnologia sviluppata presso il M.I.T. di Boston, nata


inizialmente per la produzione di gusci ceramici ha trovato
ultimamente un notevole utilizzo nella produzione di elementi
metallici e nella modellazione concettuale. Comprende numerose
tecnologie per la prototipazione attraverso l'utilizzo di polveri
ceramiche, polveri di cellulosa e polveri metalliche. Permette di
realizzare AM colorati.

Fused Deposition Modelling (FDM)

Utilizza fili di materiali differenti per costruire il prototipo. La


macchina è dotata di una testa di estrusione che fonde il materiale
e lo deposita in fili sottili tramite un ugello calibrato. Viene prima
fabbricato il contorno della sezione e poi avviene il riempimento.
Non serve post-trattamento. I materiali impiegati sono a basso
punto di fusione, ad esempio ABS, ABS-metacrilato, cera. Si tratta di
una tecnica che prevede l’estrusione di materiale attraverso una
bobina di filamento solidificato che viene fatto passare attraverso
una resistenza, che prima dell’uscita finale, lo riscalda per favorire
la temperatura di pre-melting (scioglimento). Il materiale non deve
solidificarsi subito (per questo la temperatura è molto importante) ma non deve nemmeno essere solidificazione a
troppo tempo perché i layer collasserebbero uno sopra l’altro. Ultimamente le stampanti non sono open source, non
si può giocare sui parametri di stampa; ci si affida al produttore e ai parametri impostati.

L’altra tecnica prevede una siringa con materiale a circa temperatura ambiente o poco sotto (stato freddo) che viene
estruso attraverso l’uso della pressione. Il pistone è comandato dal controllo di pressione attraverso il software della
macchina. Il filamento viene accompagnato attraverso dei rulli verso l’ugello; l’estrusione è meccanica (rulli che
trascinano il filamento).
APPLICAZIONI

L’applicazione delle stampanti 3D è iniziata come prototipazione ed è finita con produzione personalizzata.

Aerospace

Unica tecnica che consente alle operazioni NASA e ESA di stampare oggetti con geometria complessa che con altre
lavorazioni risulta impossibile realizzare. Servono sempre stampanti 3D di ultima generazione per creare componenti
che possono essere direttamente applicati. Una idea, stampanti 3D direttamente in navicella per produrre
componenti in loco ed evitare i viaggi dalla terra. Quello che però deve essere controllata è la mancanza della forza di
gravità. È necessario istituire la stampante in atmosfera controllata. Altra tecnologia è una stampante che usa
componenti simili al suolo lunare e hanno provato a stampare in 3D. Si pensa di traslocare la stampante in territorio
lunare e stampare con il materiale in loco.

Automotive

Per alleggerire componente ma soprattutto perché le proprietà dei polimeri sono personalizzabili rispetto alla
macchina, a differenza dei metalli. Il polimero resiste meglio ad alcuni sforzi (taglio) e permettono di andare incontro a
sforzi che per il metallo sarebbe più difficile sostenere.

Food

Dal punto di vista nutritivo era stata pensata a livello patologico.

Edile

Il primo cemento sviluppato per la stampa 3D è stato frutto una ditta italiana. Primo villaggio stampato in 3D dove la
gente vive è in Olanda. I vantaggi sono relativi al materiale (no rinfrescamento, no riscaldamento), permette di inserire
già gli impianti elettrici e idraulici e le case possono essere costruite in loco. Utile per i Paesi poveri perché si possono
usare elementi locali (fango e paglia). I tempi di costruzione sono brevi, circa una settimana per una casa usufruibile.

Medicina

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