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GENOVA PULSA E BISOGNA RACCONTARLO

Diamo un’occhiata a questo contrAPPUNTI di fine 2006. Qual è la sensazione? Beh che a Genova
la musica si muove. Precisiamo la cosiddetta “musica progressive” (non abbiamo usato rock
volutamente). Zuffanti che si dà da fare, con o senza complesso/i; un altro compositore (sconosciuto
al pubblico di nicchia, il che la dice lunga sulla necessità – informativa – da parte nostra di
diffondere), Giorgio Neri, che merita maggiore attenzione (soprattutto dai producer); i bravissimi
Edgar Café stanno nella “tradizione” e traghettano la lezione di De André nel magma sonoro degli
avanzamenti anni Novanta (l’ indiano che incontra i Marlene Kuntz); i Latte e Miele che si
riuniscono…certo tra Milano, Piacenza e La Spezia ma è a Genova che se ne parla (e al CSPI).
Poco ad essere superficiali. Perché il contorno ci racconta anche di una riunione storica, quella dei
New Trolls. Abbandonate le “storie” e i “miti”, a quasi 20 anni di distanza, Vittorio De Scalzi e
Nico Di Palo si riuniscono nuovamente e lo fanno sotto l’egida di una delle agenzie artistiche più
attive della penisola (la D&D di Milano), con strumentisti di alta caratura e di esperienza più che
provata (toh, c’è anche Alfio Vitanza dei Latte e Miele!).
Ma a Genova si suona, eccome se si suona. Il giovedì mensile al Teatro della Gioventù è un must
per qualsiasi appassionato di rock progressive genovese: la Black Widow, patron della
manifestazione, non si limita a fare sfilare i suoi, ma offre alle platee genovesi gruppi del calibro dei
Calomito, Maschera di Cera, Finisterre, Goad, Aries, etc.
A Genova si ripensano trame. Lo possiamo dire? Ma sì, diciamolo…da qualche mese alcuni
componenti degli Hidebehind si vedono con Lupo Galifi, ex Museo Rosenbach, per una rilettura
integrale da “esporre” live di Zarathustra. Mica roba da ridere…
Nelle fucine ci si dà fare…certo il tempo di Astrolabio, Searching for a Land, Arrow Head, Sun
Supreme, Tempi Dispari, Mr. E. Jones e Fede Speranza Carità è finito, ma la musica no. The Great
Complotto lavora alacremente al secondo demo (alcuni brani sono stati suonati nel corso
dell’ultimo concerto al Milk il 17 novembre), anche i Daedalus non scherzano e così via.

Noi siamo qui per raccontarlo. E’ vero, però, che “contrAPPUNTI” ci sta stretto. No, non
preoccupatevi, non ci riferiamo alla gioiosa fatica (che c’è) impiegata ogni tre mesi per dare vita ad
un giornalino decente. Ci riferiamo al target dei lettori. Che va esteso. Con o senza
“contrAPPUNTI”. Nel senso che non possiamo continuare a narrarci avventure e propositi
all’interno della nicchia. Bisogna uscire. In questa direzione si spiega ancora di più l’amichevole
joint venture con Mentelocale. I primi tre mesi sono andati benissimo: noi siamo contenti della
visibilità offerta (nonché della professionalità dello staff…in primis il direttore di testata Laura
Guglielmi, quindi il pazientissimo – “uh, quanto è noioso Storti!!!”  - Daniele Miggini e, last but
not least, ... Santini); loro del servizio offerto e del riscontro che i nostri articoli (inediti, sia bene
inteso) hanno con l’esterno. Una collaborazione che ci coinvolge a 360°, un feedback spontaneo e
fruttuoso. E, per noi, una maniera alternativa di “raccontare” la musica che passa dal CSPI. Poi,
semmai, l’aggettivo progressive si può anche scoprire dopo (semmai…se c’è un aggettivo che ha la
posteriorità nel proprio DNA è proprio questo).
Riccardo Storti

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