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Calcio: Scienza e Pratica

Indice
1. La storia del calcio 1

1.1 La FIFA 3
1.2 La FIGC 4

2. I sistemi energetici 7

2.1 Che cos’è l’energia? 7


2.2 I substrati energetici 8
2.3 L’ATP 8
2.4 La suddivisione dei sistemi energetici 9
2.5 Il sistema energetico anaerobico alatattacido 10
2.6 Il sistema energetico aerobico 14
2.7 La soglia aerobica e la soglia anaerobica 16
2.8 La velocità aerobica massimale (VAM) 16
2.9 Il VO2max nel calcio. Esistono differenze tra un giocatore élite e un dilettante? 17
2.10 La potenza anaerobica 18
2.11 Allenare i sistemi energetici nello sport 19
2.12 Facciamo qualche esempio su come strutturare la seduta di allenamento
in base allo sviluppo dei sistemi energetici. 23
2.13 La fatica 24
2.14 L’overreaching e l’overtraining 26

3. Chi è il preparatore atletico? 29

3.1 Cosa fa un preparatore atletico? 29


3.2 Come diventare un preparatore atletico? 30
3.3 L’allenamento sport specifico 30
3.4 La tecnica nel calcio 32
3.5 Allenamento situazionale o analitico nel calcio? La risposta si trova nel cervello. 33
3.6 “Dizionario” del Calcio 36

4. Fisiologia del calciatore 41

4.1 Il concetto di alta intensità nel calcio moderno 43


4.2 Fibre muscolari. Quali vengono coinvolte? 44
4.3 Il triangolo dell’atleta 47
4.4 La resistenza nel calcio. Bisogna allenarla? 48
4.5 Le componenti aerobiche centrali e periferiche. Come allenarle? 49

Indice | III
Calcio: Scienza e Pratica

4.6 I lavori “a secco” nel calcio moderno 50


4.7 Il carico di allenamento o training load 50
4.8 Il modello fitness-fatique per determinare il carico allenante 52
4.9 L’effetto residuo dell’allenamento o residual training effect 53
4.10 I mezzi di allenamento 55
4.11 L’organizzazione del lavoro 56
4.12 Il metodo di allenamento 59
4.13 L’impiego dei metodi allenamento per lo sviluppo delle componenti
aerobiche e anaerobiche di un atleta 61
4.14 Qualche esempio pratico. 62

5. La velocità e l’accelerazione nel calcio 65

5.1 Le tre leggi di Newton per spiegare l’allenamento della velocità


e dell’accelerazione 67
5.2 Le caratteristiche del calciatore veloce 68
5.3 Le componenti della velocità 69
5.4 Come allenare la velocità massima e l’accelerazione 70
5.5 Lo sprint training 71
5.6 Allenare la velocità massima e l’accelerazione massima: dalla teoria alla pratica 72
5.7 Il resisted sprint training 74
5.8 Lo sled training: cosa dice la scienza. 76
5.9 I balzi 77
5.10 La pliometria 78
5.11 L’allenamento balistico 86
5.12 La rapidità negli sport 87
5.13 La forza esplosiva 89
5.14 Lo sviluppo delle capacità cognitive per migliorare la rapidità del giocatore 91
5.15 L’agilità nel calciatore 93
5.16 La speed ladder per l’allenamento dell’agilità. 95
5.17 I cambi di direzione. 97

6. La corsa 103

6.1 Che cosa succede all’aumentare della velocità? 105


6.2 La biomeccanica della corsa 106
6.3 Le fasi della corsa nel calcio 107
6.4 Quali sono le richieste sport specifiche
del calcio che influiscono sul movimento? 108
6.5 Perché è importante avere una buona tecnica di corsa? 109
6.6 Modello “a palla rimbalzante” 110
6.7 Il ruolo degli arti superiori 110
6.8 La velocità è allenabile? 111
6.9 Il 5-10-20 tool di Cal Dietz 112

IV | Indice
Calcio: Scienza e Pratica

7. La forza nel calciatore 115

7.1 I 6 punti da rispettare per costruire un vero allenamento di forza nel calciatore. 116
7.2 Forza Massima vs Forza Esplosiva 119
7.3 L’importanza del sistema nervoso nella produzione di forza 120
7.4 L’utilizzo dei pesi nella preparazione atletica per migliorare la forza 122
7.5 Il concetto di “transfer” 124
7.6 La curva forza-velocità 125
7.7 L’explosive strength deficit 127
7.8 L’Utilizzo del back squat per migliorare la forza massima. 127
7.9 Come programmare la forza? 128
7.10 I metodi di allenamento della forza 133
7.11 Il metodo degli sforzi dinamici per lo sviluppo della forza esplosiva 134
7.12 I metodi di allenamento della forza più famosi nella preparazione atletica 136
7.13 L’allenamento eccentrico 138
7.14 Lo stretch training come prevenzione infortuni 138
7.15 Breve cenno di anatomia funzionale 140
7.16 L’angolo q del ginocchio 143
7.17 Di quale materiale disporre per poter allenare? 144
7.18 Quali esercizi allenare in palestra? 145
7.19 Perché utilizzare principalmente questi esercizi? La risposta sta nella funzione. 146
7.20 L’allenamento funzionale 147
7.21 L’anatomia “non funzionale” e l’anatomia “funzionale”. 147
7.22 Con quale ordine eseguire gli esercizi? 148
7.23 E sul campo posso allenare la forza? 149
7.24 L’AMRAP, l’emom e il timed sets 150
7.25 Ruolo degli abduttori e degli adduttori nel calcio 151
7.26 L’uso di cuscinetti, meduse e piani instabili ha veramente senso? 152
7.27 La stability ball nel calcio 154

8. I muscoli delle gambe 157

8.1 Lo squat 159


8.2 Deadlift 169
8.3 “Non riesco a fare il back squat e nemmeno lo stacco da terra con bilanciere”.
Cosa posso fare? Lo stacco da terra con trap-bar e il globet squat. 178
8.4 L’affondo 182
8.5 Lo step up 185
8.6 Hip thrust e ponte da terra 186
8.7 Lavorare con i pesi rallenta? L’ipertrofia funzionale. 188
8.8 Lo sprinter 190

Indice | V
Calcio: Scienza e Pratica

9. Allenare l’upper body nel calciatore 193

9.1 Quali esercizi scegliere per allenare l’upper body? 194


9.2 Gli esercizi di spinta eseguiti a corpo libero: breve analisi biomeccanica. 195
9.3 Gli esercizi di spinta eseguiti con pesi liberi. 197
9.4 Gli esercizi di tirata eseguiti a corpo libero: breve analisi biomeccanica. 200
9.5 “Non riesco a fare le trazioni”. Cosa fare? 202
9.6 Gli esercizi di tirata eseguiti con i pesi liberi. 204
9.7 Il ruolo dei muscoli addominali nel calcio: partiamo dall’anatomia. 205
9.8 Come allenare gli addominali? 206
9.9 Core stability 207
9.10 Quali esercizi scegliere per allenare gli addominali? 208
9.11 Gli esercizi di taglio e sollevamento carichi 213
9.12 Non dimentichiamo di allenare gli erettori spinali 215
9.13 Il good morning: l’esercizio per la catena posteriore. 217

10. Gli esercizi del weightlifting si possono applicare nel calcio? 219

10.1 L’utilizzo delle alzate olimpiche per migliorare la capacità di salto verticale. 222
10.2 Strappo, girata, esercizi pliometrici a confronto per lo sviluppo della
forza esplosiva. 222
10.3 Niente paura! Iniziamo ad allenarci con la medicine ball. 224
10.4 Step successivo. Utilizziamo i manubri e i kettlebell. 229
10.5 Hang muscle clean e hang muscle snatch con il bilanciere 230
10.6 Hang power snatch ed hang power clean con il bilanciere 230
10.7 Alleniamo la potenza con le girate olimpiche 232
10.8 La tabella di Prilepin 235

11. Ha senso parlare di Crossfit®? 237

11.1 Piramide Crossfit® 238


11.2 Gli esercizi proposti nel Crossfit® 239
11.3 Routine 240
11.4 Scalabilità e applicabilità 241
11.5 La meccanica 241
11.6 Il concetto di intensità e volume secondo questo metodo. 242
11.7 Lo studio proposto sul Crossfit® e riportato nella tesi universitaria 243
11.8 La Preparazione fisica svolta nel primo macrociclo 244
11.9 La preparazione fisica svolta nel secondo macrociclo 244
11.10 Materiali e metodi 247
11.11 I test effettuati 248
11.12 I risultati dello studio 250

VI | Indice
Calcio: Scienza e Pratica

12. Il riscaldamento 253

12.1 A cosa serve il riscaldamento? 254


12.2 Le 7 fasi del riscaldamento generale 254
12.3 Il rullo per massaggio! Utilizziamo anche nel calcio 257
12.4 Lo stretching statico 260
12.5 Lo stretching dinamico e il riscaldamento attivo 262
12.6 Esempio di riscaldamento attivo lineare e laterale per prepararsi alla corsa 263
12.7 Riscaldamento proposto alla Femminile Juventus Torino 268
12.8 FIFA 11+ 270
12.9 Cosa dicono gli studi sul FIFA 11+? 273
12.10 L’analisi del movimento per la prevenzione infortuni 273
12.11 L’allenamento eccentrico, la stabilità e l’equilibrio per la prevenzione infortuni. 274
12.12 Fasciature. Ha senso utilizzarle? 275
12.13 La lesione del legamento crociato anteriore (ACL) 276
12.14 Il PEP come prevenzione infortunio del legamento crociato anteriore 276
12.15 Nel calcio moderno si giocano troppe partite. Esiste un reale aumento
del rischio infortuni? 277

13. La valutazione funzionale del calciatore: i test. 281

13.1 La valutazione della mobilità nei calciatori. The functional movement screen. 282
13.2 I test da campo e i test da laboratorio. 284
13.3 Test di velocità breve 285
13.4 Test di velocità da intermedia a lunga 285
13.5 I test di agilità 287
13.6 I test di resistenza 291
13.7 I test intermittenti 296
13.8 Il test dell’equilibrio: Star Excursion Balance Test. 304
13.9 I test di forza e la pedana di Bosco. 306
13.10 Valutazione della forza massima (metodo indiretto) 307
13.11 I test: “tutto ciò che luccica non è oro” 308

14. L’uso del GPS. Una nuova realtà? 311

14.1 A cosa serve il GPS? 312


14.2 Come indossare il GPS e raccogliere i dati? 313
14.3 Gli obiettivi da raggiungere grazie al GPS 314
14.4 Il lavoro Intermittente con l’utilizzo del GPS. 315
14.5 Il Fartlek 316
14.6 I circuiti a navetta e a sprint 317
14.7 La potenza metabolica 319
14.8 La Match Analysis 321
14.9 Cosa sono le small sides games? 324
14.10 Come programmare l’intensità negli SSG? 324

Indice | VII
Calcio: Scienza e Pratica

14.11 Cosa ci dice la ricerca scientifica sugli small sided games? 327
14.12 Esempi di SSG 328

15. Periodizzazione dell’allenamento nel calcio 335

15.1 Il modello di periodizzazione ondulatorio 337


15.2 I tre punti fondamentali della preparazione fisica 338
15.3 Impostare l’allenamento 340
15.4 General Adaptation Syndrome (Gas) 341
15.5 Esiste una periodizzazione per la tattica? “Il metodo Mourinho” 349
15.6 Tutto e il contrario di tutto 351
15.7 Non solo periodizzazione tattica. Iniziamo a parlare del metodo integrato 352
15.8 Il concetto di squadra e l’organizzazione del lavoro 355
15.9 Passiamo alla pratica. Come pianificare il piano annuale? 356
15.10 Come organizzare una sessione di allenamento? 367
15.11 Come organizzare un microciclo di allenamento? 369
15.12 La psicocinetica 376
15.13 Il calendario segna 3 partite in un microciclo. Non posso allenare la forza.
Siamo sicuri? 377
15.14 Come strutturare un mesociclo? Il precampionato 378
15.15 Esempio di come strutturare il precampionato in una squadra dilettantistica. 381
15.16 Esempi schede di allenamento durante il periodo di adattamento anatomico 385
15.17 Esempi di schede di allenamento durante il periodo di sviluppo
dell’ipertrofia-forza max 388
15.18 Esempi di schede di allenamento durante il periodo di sviluppo della forza max 391
15.19 Esempi di schede di allenamento durante il periodo di conversione
a forza specifica 393

16. Calcio femminile 397

16.1 Le differenze tra il sesso maschile e femminile 397


16.2 Il sistema cardiocircolatorio 400
16.3 La triade nella donna 401
16.4 “Donne”, allenate la forza! 402
16.5 Quali attrezzi occorrono per allenare le donne 402
16.6 La mobilità articolare e le capacità coordinative nella donna 403

17. Mental coaching 405

17.1 Cosa intendiamo quando parliamo di mental coaching? 406


17.2 Il modello lineare di coaching 407
17.3 Che cosa intendiamo per forza mentale? 409
17.4 Allenare la mente si può: la funzione del mental coach 410
17.5 La forza della comunicazione: l’importanza di capire ed ascoltare per vincere! 411

VIII | Indice
Calcio: Scienza e Pratica

17.6 Cosa è successo? I pareri medici erano favorevoli, quindi cosa ha impedito
all’atleta di avere una prestazione ottimale? 414
17.7 Da dove parte la mentalità vincente: la costruzione di un obiettivo sfidante 415
17.8 Parti ora per innescare il cambiamento: la forza interiore 417

18. Il calore 419

18.1 Meccanismi di guadagno e perdita di calore 419


18.2 Misurazione della temperatura corporea 419
18.3 Freddo 421
18.4 Altitudine 421
18.5 Il fenomeno jet lag nei calciatori elité 421

EXTRA

Il futuro della preparazione atletica del calcio? 425

Le 50 frasi più belle del calcio 427

Conclusioni 433

Indice | IX
Calcio: Scienza e Pratica

Capitolo 3

Chi è il
preparatore
atletico?
PREPARATORE ATLETICO DEFINIZIONE

Se cercassimo sul web la definizione di preparatore atletico, leggeremmo:


“Il preparatore atletico è la figura professionale preposta a curare e gestire
la preparazione motoria fisica generale ed individuale degli atleti praticanti
sport agonistici e amatoriali”.

Poche parole e una breve frase per descrivere quello che, a mio avviso, è un lavoro
davvero difficile soprattutto perché richiede di acquisire, attraverso la teoria e la pratica,
un certo grado di responsabilità e competenza tale da consentire di strutturare, con
logica e organizzazione, un piano di lavoro atto a garantire la migliore performan-
ce sportiva.
Diventare un preparatore atletico richiede molto lavoro, impegno e dedizione.
I preparatori atletici trascorrono gran parte della loro giornata tra campo e palestra
e spendono ulteriore tempo per preparare programmi o per seguire nelle lunghe tra-
sferte gli atleti di cui si stanno occupando durante il periodo competitivo.
Bisogna aggiornarsi e cercare di migliorarsi tutti i giorni per prendersi cura di un
atleta. Prendersi cura è proprio quello che bisognerebbe imparare a fare per interagire
al meglio con l’atleta e capire come riuscire a ottenere il massimo rendimento dalla
sua prestazione.

3.1 Cosa fa un preparatore atletico?


Il preparatore atletico è un professionista che si occupa di migliorare le prestazioni
dell’atleta. Deve avere la capacità di programmare, con logica e metodologia, gli allena-
menti per permettere all’atleta di esprimere la massima efficienza fisica.
Il preparatore atletico ha come obiettivo principale quello di migliorare la forma
fisica della squadra e prevenire, attraverso un lavoro mirato e preventivo, gli infortuni.
La forma fisica, nel calcio moderno, non viene raggiunta solo grazie ai metodi tra-

Capitolo 3 | 29
Calcio: Scienza e Pratica

dizionali che prevedono gran parte dei lavori a secco. Oggi, non esiste una seduta
tecnica che non abbia ripercussioni anche sullo sviluppo delle capacità condizionali.
Nella stessa seduta, vengono integrati dei lavori a secco, tecnico-tattici per lo sviluppo
contemporaneo di più qualità fisiche. Non ci deve essere una differenziazione netta
tra il lavoro svolto dal preparatore atletico e quello del mister. In ogni seduta, possono
essere inseriti dei lavori tecnici mirati anche allo sviluppo delle capacità coordinative.
L’allenatore sarà colui che stabilirà gli obiettivi tecnico-tattici e il preparatore atletico
coopererà affinché vengano sviluppate le qualità condizionali. Oggi, questa figura ha
un ruolo attivo di partecipazione anche nella seduta tecnico tattica e può intervenire
modificando alcuni aspetti. Uno degli strumenti che può utilizzare è il GPS. Questo
strumento è in grado di raccogliere una serie di dati che permettono di monitorare
il lavoro svolto dalla squadra e, di conseguenza, la forma di ogni singolo atleta. At-
traverso una quantificazione del carico esterno, sviluppatosi durante gli allenamenti,
cercherà di fornire all’allenatore una serie di dati utili.
Il preparatore, oggi, è chiamato ad avere anche una serie di competenze tecniche
e sui ruoli. Ogni ruolo, infatti, ha delle esigenze atletiche diverse. Questo può permet-
tere di esaltare le qualità fisiche e atletiche di un calciatore anche se, allo stesso tempo,
bisognerà mettere ognuno in condizione di arrivare a un livello di atletismo ritenuto
soddisfacente. Concludendo, si può dire che si deve creare una forma di collabora-
zione e di fiducia che miri alla cooperazione tra l’allenatore e il suo staff, composto
principalmente dal preparatore atletico e dal mister in seconda.

3.2 Come diventare un preparatore atletico?


Ad oggi, ritengo che avere un percorso accademico in Scienze motorie sia il primo
passo da fare per costruirsi quel bagaglio di conoscenze scientifiche da utilizzare suc-
cessivamente nella pratica.
Una volta terminato il corso di laurea, consiglio di seguire altri corsi, legati al CONI,
che forniscono altre nozioni utili per rafforzare tale posizione lavorativa.
Chi vuole fare la differenza nel settore deve puntare su due aspetti: esperienza e passione.
L’esperienza nasce dal desiderio di mettersi in gioco fin da subito, cercando di trasmet-
tere nella pratica ciò che viene appreso dalla teoria. Con gli anni, programmando, rac-
cogliendo e confrontando dati ma, soprattutto, imparando dagli errori si può correggere
il tiro e crescere, creando così un metodo di lavoro sempre più scientifico e razionale.
Secondo uno studio del 2010 dell’università di Ashland, i preparatori atletici hanno
una soddisfazione lavorativa molto alta.

3.3 L’allenamento sport specifico


Prendiamo come riferimento un qualsiasi soggetto che vuole imparare le abilità
motorie e i gesti specifici di un determinato sport. Che cosa gli proporremo inizial-
mente, come mezzi allenanti, per migliorare la sua performance?
La risposta appare piuttosto istintiva: praticare il proprio sport.

30 | Capitolo 3
Calcio: Scienza e Pratica

Nel mondo della preparazione atletica, ci sono calciatori che non hanno mai utiliz-
zato i pesi, non hanno mai fatto circuit training con i dumbell ecc.

SPORT SPECIFIC PREPARATION DEFINIZIONE

Quando programmiamo le sessioni di allenamento, specie durante il


periodo in season, molte esercitazioni devono essere rivolte alle richieste
specifiche dello sport. Queste abilità motorie, tipiche dello sport, sono
chiamate sport specific preparation.

Lo strength training con il bilanciere migliorerà indirettamente il calcio, innalzando


la forma fisica del calciatore. Incrementando, per esempio, la forza e la potenza, l’atle-
ta esprimerà al meglio le abilità motorie specifiche dello sport.
La preparazione sport specifica è una componente fondamentale dell’allenamento
di qualsiasi atleta e va incrementata durante il periodo competitivo.
Durante il precampionato si può iniziare con una fase di preparazione fisica gene-
rale che preveda mezzi e metodi di allenamento generali.
Tuttavia, quanto appena detto, non risulterà così facile da programmare e da conte-
stualizzare durante l’annata calcistica.
È vero che la stessa gara di campionato, gli small side games, le esercitazioni tec-
niche tattiche permettono di mantenere allenate quasi tutte le componenti sport spe-
cifiche del calcio. Questo però non basta per mantenere la squadra sempre in forma.
Spiego meglio con un esempio: se io voglio allenare la forza massima e mantenere
tutti gli adattamenti neurali che ne derivano durante l’anno, non posso pensare di
allenarla solo nel precampionato.
La forza, l’ipertrofia muscolare, la velocità e l’efficienza fisica vanno migliorate nel
corso delle settimane, dei mesi e degli anni.
L’ipertrofia si incrementa, nel corso del tempo, attraverso adattamenti strutturali,
mentre la produzione di forza con adattamenti neurali, grazie ad un miglioramento
della coordinazione intramuscolare e intermuscolare.
Anche i lavori di resistenza vanno integrati soprattutto per i giocatori meno utilizza-
ti e che hanno pochi minuti sulle gambe.
È vero che il calcio è un gioco situazionale e imprevedibile, ma non possiamo lascia-
re nulla al caso. Parliamo di forma fisica, di atleti, di uomini che dedicano la loro vita
a questo sport e che hanno la necessità di costruire una struttura fisica tale da mante-
nere una certa efficienza muscolare per diversi anni.
Oggi, molti preparatori sostengono che l’allenamento debba essere svolto solo con
la palla e che l’incremento prestazionale possa avvenire solo in questo modo. La verità
dove sta? Io direi nel mezzo! Se è vero che bisogna migliorare certi automatismi tattici,
imparare a muoversi con o senza palla arrivando così a giocare “a memoria”, è anche
vero che ciò può essere reso possibile attraverso una forma atletica ottimale.
La forma fisica, come già ribadito più volte, non si ottiene soltanto provando e ripro-
vando ciò che è specifico per quello sport, ma programmando, anche con mezzi aspe-
cifici, ciò che è migliorabile nel tempo. Nel corso delle settimane e dei mesi, attraverso
diverse metodiche di allenamento, potremmo non solo mantenere la forma fisica, ma
migliorarla in alcuni frangenti delicati (ad esempio, finale di stagione spesso decisivo).

Capitolo 3 | 31
Calcio: Scienza e Pratica

3.4 La tecnica nel calcio


Definiamo la tecnica calcistica come l’insieme dei movimenti, con o senza palla,
tipici di una gara, nella quale l’obiettivo primario è il possesso della palla e il secondo
la riconquista della stessa. La tecnica di base è classificabile in sei fondamentali:

1. Dominio della palla


2. Calcio della palla
3. Guida della palla
4. Stop o ricezione
5. Colpo di testa
6. Rimessa laterale

La tattica individuale o tecnica applicata si riferisce ai movimenti, alle posture, ai


gesti tecnici e coordinativi eseguiti da un giocatore durante la partita.
La tattica individuale comprende due fasi:

1. Fase di possesso della palla


2. Fase di non possesso della palla

Principi di tecnica applicata in fase di non possesso della palla:

• Smarcamento
• Controllo e difesa della palla
• Passaggio
• Finta e dribbling
• Tiro in porta

Principi di tecnica applicata in fase di possesso palla:

• Presa di Posizione sul campo


• Marcamento
• Intercettamento
• Contrasto
• Difesa della porta

Tornando al discorso precedente, è ovvio che non può essere considerato calciatore
chi non è in grado di calciare un pallone, riceverlo ecc. Per imparare qualsiasi gesto
tecnico e mantenerne l’efficienza nel corso del tempo, bisogna continuare a ripeterlo
durante gli allenamenti.
La tattica calcistica può essere sia individuale che collettiva; quindi, deve essere ese-
guita singolarmente da ciascun calciatore tenendo conto anche dei movimenti dei suoi
compagni.

La squadra deve sapersi muovere come un tutt’uno in un certo frangente.

32 | Capitolo 3
Calcio: Scienza e Pratica

Adesso proviamo ad analizzare le quattro caratteristiche tecniche di un giocatore


di calcio:

• tecnica precisa;
• elevata rapidità di esecuzione;
• elevata velocità di spostamento;
• capacità di prendere velocemente una decisione tattica.

Le componenti tecniche e tattiche vanno curate dall’allenatore, il quale deve cercare


di migliorare i tempi di gioco della squadra: tempo di passaggio, tempo di smarca-
mento ecc. Questo può essere fatto in stretta collaborazione con il preparatore atletico.
Per migliorare la velocità di trasmissione della palla, oltre alle abilità tecniche, che
cosa va migliorato? La forza del passaggio! Questa qualità condizionale, in relazione
allo sport, è una tra le differenze principali che caratterizzano una squadra élite da una
dilettante. Inoltre, vi ricordo che un miglioramento della forza specifica è correlato ad
una maggiore espressione delle capacità coordinative. Le donne ne sanno qualcosa!

3.5 Allenamento situazionale o analitico nel


calcio? La risposta si trova nel cervello.

Nel mondo del calcio spesso si tende ad innovarsi tralasciando però quasi del tutto
i vecchi principi di allenamento. Facciamo alcuni esempi:

• Passaggio dalla marcatura a uomo a quella a zona, alla fine degli anni ’90, salvo,
in molti casi, ritrovarsi più avanti ad insegnare nuovamente come si marca a uomo;
• Lo stretching ritenuto fondamentale, in passato, e poi finito per essere
boicottato del tutto perché dannoso.

Questo accade semplicemente perché si tende a seguire una nuova tendenza senza
però capire le basi di un nuovo metodo o della teoria dell’allenamento.
Si parla, quindi, di esercitazioni situazionali come di una nuova proposta metodo-
logica nel calcio. Gli obiettivi ricercati sono: l’apprendimento delle capacità tattiche,
tecniche, di scelta, coordinative e motorie generali.
Prima di parlare di allenamento situazionale e analitico descriviamo brevemente
come il nostro cervello si organizza per fornire una risposta motoria. Esso organizza
l’apprendimento motorio in tre livelli:

1. Il primo livello, situato nelle aree della neocorteccia associativa e dei gangli
della base, rappresenta la strategia motoria;
2. Il secondo livello, situato nella corteccia motoria e nel cervelletto, rappresen-
ta la tattica;
3. Il terzo livello gerarchico, situato nel tronco encefalico e nel midollo, rappre-
senta l’esecuzione del gesto motorio e il controllo posturale.

Capitolo 3 | 33
Calcio: Scienza e Pratica

Questa classificazione, quindi, ci dice che per eseguire un gesto motorio qualsiasi
ci sarà gerarchicamente prima una strategia motoria e successivamente una decisione
tattica (area premotoria).
Passiamo poi a parlare di memoria suddividendola in dichiarativa e non dichiarativa.
La prima, che può essere semantica ed episodica, implica il ricordo consapevole
mentre la seconda è una forma di memoria incoscia.

Eventi
Memoria Memoria episodica
Memoria a dichiarativa Specifiche esperienze personali, in un
lungo termine memoria esplicita
particolare momento e luogo
(memoria autobiografica)

Fatti
Memoria Memoria Semantica
Conoscenza del mondo, degli oggetti,
del linguaggio, priming concettuale

Memoria a Memoria non Memoria procedurale


breve termine dichiarativa Abilità motorie e cognitive
memoria implicita
Memoria sensoriale Sistema percettivo della
Memoria a breve rappresentazione
termine/ Priming percettivo
memoria di lavoro

Condizionamento classico
Risposte condizionate fra due stimoli

Apprendimento non
associativo
Assuefazione, sensibilizzazione

Facciamo ora un esempio: un giocatore, mentre sta conducendo palla, si ricorda che
contro quella squadra il difensore centrale avversario, che ha già affrontato più volte,
in una simile situazione di gioco, non è stato bravo nella lettura delle traiettorie della
palla proveniente da un cambio gioco. Quindi, a livello strategico, il calciatore potrà
utilizzare un lancio sopra la testa di quell’avversario per metterlo in difficoltà.
È possibile attuare questa strategia motoria grazie alla memoria dichiarativa seman-
tica (in modo consapevole).
Alla memoria dichiarativa si contrappone quella procedurale. Questo tipo di memo-
ria si forma creando dei pattern motori attraverso la ripetizione di un gesto.
È stato visto che, per consolidare la memoria a lungo termine, gli input motori de-
vono essere forniti in maniera continuativa in modo da formare una rete neurale che
servirà come pre-codifica da utilizzare al momento giusto.
I giocatori più bravi e veloci risultano essere quelli che hanno imparato una finta
(apprendimento e memoria a lungo termine) e la utilizzano nei momenti giusti (strategia
e tattica) sempre allo stesso modo.

34 | Capitolo 3
Calcio: scienza
e pratica

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