Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Indice
1. La storia del calcio 1
1.1 La FIFA 3
1.2 La FIGC 4
2. I sistemi energetici 7
Indice | III
Calcio: Scienza e Pratica
6. La corsa 103
IV | Indice
Calcio: Scienza e Pratica
7.1 I 6 punti da rispettare per costruire un vero allenamento di forza nel calciatore. 116
7.2 Forza Massima vs Forza Esplosiva 119
7.3 L’importanza del sistema nervoso nella produzione di forza 120
7.4 L’utilizzo dei pesi nella preparazione atletica per migliorare la forza 122
7.5 Il concetto di “transfer” 124
7.6 La curva forza-velocità 125
7.7 L’explosive strength deficit 127
7.8 L’Utilizzo del back squat per migliorare la forza massima. 127
7.9 Come programmare la forza? 128
7.10 I metodi di allenamento della forza 133
7.11 Il metodo degli sforzi dinamici per lo sviluppo della forza esplosiva 134
7.12 I metodi di allenamento della forza più famosi nella preparazione atletica 136
7.13 L’allenamento eccentrico 138
7.14 Lo stretch training come prevenzione infortuni 138
7.15 Breve cenno di anatomia funzionale 140
7.16 L’angolo q del ginocchio 143
7.17 Di quale materiale disporre per poter allenare? 144
7.18 Quali esercizi allenare in palestra? 145
7.19 Perché utilizzare principalmente questi esercizi? La risposta sta nella funzione. 146
7.20 L’allenamento funzionale 147
7.21 L’anatomia “non funzionale” e l’anatomia “funzionale”. 147
7.22 Con quale ordine eseguire gli esercizi? 148
7.23 E sul campo posso allenare la forza? 149
7.24 L’AMRAP, l’emom e il timed sets 150
7.25 Ruolo degli abduttori e degli adduttori nel calcio 151
7.26 L’uso di cuscinetti, meduse e piani instabili ha veramente senso? 152
7.27 La stability ball nel calcio 154
Indice | V
Calcio: Scienza e Pratica
10. Gli esercizi del weightlifting si possono applicare nel calcio? 219
10.1 L’utilizzo delle alzate olimpiche per migliorare la capacità di salto verticale. 222
10.2 Strappo, girata, esercizi pliometrici a confronto per lo sviluppo della
forza esplosiva. 222
10.3 Niente paura! Iniziamo ad allenarci con la medicine ball. 224
10.4 Step successivo. Utilizziamo i manubri e i kettlebell. 229
10.5 Hang muscle clean e hang muscle snatch con il bilanciere 230
10.6 Hang power snatch ed hang power clean con il bilanciere 230
10.7 Alleniamo la potenza con le girate olimpiche 232
10.8 La tabella di Prilepin 235
VI | Indice
Calcio: Scienza e Pratica
13.1 La valutazione della mobilità nei calciatori. The functional movement screen. 282
13.2 I test da campo e i test da laboratorio. 284
13.3 Test di velocità breve 285
13.4 Test di velocità da intermedia a lunga 285
13.5 I test di agilità 287
13.6 I test di resistenza 291
13.7 I test intermittenti 296
13.8 Il test dell’equilibrio: Star Excursion Balance Test. 304
13.9 I test di forza e la pedana di Bosco. 306
13.10 Valutazione della forza massima (metodo indiretto) 307
13.11 I test: “tutto ciò che luccica non è oro” 308
Indice | VII
Calcio: Scienza e Pratica
14.11 Cosa ci dice la ricerca scientifica sugli small sided games? 327
14.12 Esempi di SSG 328
VIII | Indice
Calcio: Scienza e Pratica
17.6 Cosa è successo? I pareri medici erano favorevoli, quindi cosa ha impedito
all’atleta di avere una prestazione ottimale? 414
17.7 Da dove parte la mentalità vincente: la costruzione di un obiettivo sfidante 415
17.8 Parti ora per innescare il cambiamento: la forza interiore 417
EXTRA
Conclusioni 433
Indice | IX
Calcio: Scienza e Pratica
Capitolo 3
Chi è il
preparatore
atletico?
PREPARATORE ATLETICO DEFINIZIONE
Poche parole e una breve frase per descrivere quello che, a mio avviso, è un lavoro
davvero difficile soprattutto perché richiede di acquisire, attraverso la teoria e la pratica,
un certo grado di responsabilità e competenza tale da consentire di strutturare, con
logica e organizzazione, un piano di lavoro atto a garantire la migliore performan-
ce sportiva.
Diventare un preparatore atletico richiede molto lavoro, impegno e dedizione.
I preparatori atletici trascorrono gran parte della loro giornata tra campo e palestra
e spendono ulteriore tempo per preparare programmi o per seguire nelle lunghe tra-
sferte gli atleti di cui si stanno occupando durante il periodo competitivo.
Bisogna aggiornarsi e cercare di migliorarsi tutti i giorni per prendersi cura di un
atleta. Prendersi cura è proprio quello che bisognerebbe imparare a fare per interagire
al meglio con l’atleta e capire come riuscire a ottenere il massimo rendimento dalla
sua prestazione.
Capitolo 3 | 29
Calcio: Scienza e Pratica
dizionali che prevedono gran parte dei lavori a secco. Oggi, non esiste una seduta
tecnica che non abbia ripercussioni anche sullo sviluppo delle capacità condizionali.
Nella stessa seduta, vengono integrati dei lavori a secco, tecnico-tattici per lo sviluppo
contemporaneo di più qualità fisiche. Non ci deve essere una differenziazione netta
tra il lavoro svolto dal preparatore atletico e quello del mister. In ogni seduta, possono
essere inseriti dei lavori tecnici mirati anche allo sviluppo delle capacità coordinative.
L’allenatore sarà colui che stabilirà gli obiettivi tecnico-tattici e il preparatore atletico
coopererà affinché vengano sviluppate le qualità condizionali. Oggi, questa figura ha
un ruolo attivo di partecipazione anche nella seduta tecnico tattica e può intervenire
modificando alcuni aspetti. Uno degli strumenti che può utilizzare è il GPS. Questo
strumento è in grado di raccogliere una serie di dati che permettono di monitorare
il lavoro svolto dalla squadra e, di conseguenza, la forma di ogni singolo atleta. At-
traverso una quantificazione del carico esterno, sviluppatosi durante gli allenamenti,
cercherà di fornire all’allenatore una serie di dati utili.
Il preparatore, oggi, è chiamato ad avere anche una serie di competenze tecniche
e sui ruoli. Ogni ruolo, infatti, ha delle esigenze atletiche diverse. Questo può permet-
tere di esaltare le qualità fisiche e atletiche di un calciatore anche se, allo stesso tempo,
bisognerà mettere ognuno in condizione di arrivare a un livello di atletismo ritenuto
soddisfacente. Concludendo, si può dire che si deve creare una forma di collabora-
zione e di fiducia che miri alla cooperazione tra l’allenatore e il suo staff, composto
principalmente dal preparatore atletico e dal mister in seconda.
30 | Capitolo 3
Calcio: Scienza e Pratica
Nel mondo della preparazione atletica, ci sono calciatori che non hanno mai utiliz-
zato i pesi, non hanno mai fatto circuit training con i dumbell ecc.
Capitolo 3 | 31
Calcio: Scienza e Pratica
• Smarcamento
• Controllo e difesa della palla
• Passaggio
• Finta e dribbling
• Tiro in porta
Tornando al discorso precedente, è ovvio che non può essere considerato calciatore
chi non è in grado di calciare un pallone, riceverlo ecc. Per imparare qualsiasi gesto
tecnico e mantenerne l’efficienza nel corso del tempo, bisogna continuare a ripeterlo
durante gli allenamenti.
La tattica calcistica può essere sia individuale che collettiva; quindi, deve essere ese-
guita singolarmente da ciascun calciatore tenendo conto anche dei movimenti dei suoi
compagni.
32 | Capitolo 3
Calcio: Scienza e Pratica
• tecnica precisa;
• elevata rapidità di esecuzione;
• elevata velocità di spostamento;
• capacità di prendere velocemente una decisione tattica.
Nel mondo del calcio spesso si tende ad innovarsi tralasciando però quasi del tutto
i vecchi principi di allenamento. Facciamo alcuni esempi:
• Passaggio dalla marcatura a uomo a quella a zona, alla fine degli anni ’90, salvo,
in molti casi, ritrovarsi più avanti ad insegnare nuovamente come si marca a uomo;
• Lo stretching ritenuto fondamentale, in passato, e poi finito per essere
boicottato del tutto perché dannoso.
Questo accade semplicemente perché si tende a seguire una nuova tendenza senza
però capire le basi di un nuovo metodo o della teoria dell’allenamento.
Si parla, quindi, di esercitazioni situazionali come di una nuova proposta metodo-
logica nel calcio. Gli obiettivi ricercati sono: l’apprendimento delle capacità tattiche,
tecniche, di scelta, coordinative e motorie generali.
Prima di parlare di allenamento situazionale e analitico descriviamo brevemente
come il nostro cervello si organizza per fornire una risposta motoria. Esso organizza
l’apprendimento motorio in tre livelli:
1. Il primo livello, situato nelle aree della neocorteccia associativa e dei gangli
della base, rappresenta la strategia motoria;
2. Il secondo livello, situato nella corteccia motoria e nel cervelletto, rappresen-
ta la tattica;
3. Il terzo livello gerarchico, situato nel tronco encefalico e nel midollo, rappre-
senta l’esecuzione del gesto motorio e il controllo posturale.
Capitolo 3 | 33
Calcio: Scienza e Pratica
Questa classificazione, quindi, ci dice che per eseguire un gesto motorio qualsiasi
ci sarà gerarchicamente prima una strategia motoria e successivamente una decisione
tattica (area premotoria).
Passiamo poi a parlare di memoria suddividendola in dichiarativa e non dichiarativa.
La prima, che può essere semantica ed episodica, implica il ricordo consapevole
mentre la seconda è una forma di memoria incoscia.
Eventi
Memoria Memoria episodica
Memoria a dichiarativa Specifiche esperienze personali, in un
lungo termine memoria esplicita
particolare momento e luogo
(memoria autobiografica)
Fatti
Memoria Memoria Semantica
Conoscenza del mondo, degli oggetti,
del linguaggio, priming concettuale
Condizionamento classico
Risposte condizionate fra due stimoli
Apprendimento non
associativo
Assuefazione, sensibilizzazione
Facciamo ora un esempio: un giocatore, mentre sta conducendo palla, si ricorda che
contro quella squadra il difensore centrale avversario, che ha già affrontato più volte,
in una simile situazione di gioco, non è stato bravo nella lettura delle traiettorie della
palla proveniente da un cambio gioco. Quindi, a livello strategico, il calciatore potrà
utilizzare un lancio sopra la testa di quell’avversario per metterlo in difficoltà.
È possibile attuare questa strategia motoria grazie alla memoria dichiarativa seman-
tica (in modo consapevole).
Alla memoria dichiarativa si contrappone quella procedurale. Questo tipo di memo-
ria si forma creando dei pattern motori attraverso la ripetizione di un gesto.
È stato visto che, per consolidare la memoria a lungo termine, gli input motori de-
vono essere forniti in maniera continuativa in modo da formare una rete neurale che
servirà come pre-codifica da utilizzare al momento giusto.
I giocatori più bravi e veloci risultano essere quelli che hanno imparato una finta
(apprendimento e memoria a lungo termine) e la utilizzano nei momenti giusti (strategia
e tattica) sempre allo stesso modo.
34 | Capitolo 3
Calcio: scienza
e pratica
Acquista il libro
bit.ly/3UFtEd4