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7 gennaio 2023 - 11:50 > Versione online

L’arcidiocesi di Urbino unita a Pesaro


“nella persona del vescovo” Salvucci
Prosegue la semplificazione della mappa della Chiesa italiana con l'unione di diocesi
vicine "nella persona del vescovo". Il Papa ha accolto le rinuncia per motivi di età del
pastore urbinate Tani
Monsignor Salvucci - .
L’arcidiocesi marchigiana di Urbino-Urbania-Sant’Angelo in Vado viene unita “in
persona episcopi” a quella confinante di Pesaro, guidata dall’arcivescovo Sandro
Salvucci. L’ha deciso papa Francesco accogliendo la rinuncia al governo pastorale
presentata dall’arcivescovo urbinate Giovanni Tani, che aveva compiuto 75 anni - il
limite canonico per la guida di una diocesi - nell’aprile dello scorso anno. L’unione
dell’arcidiocesi di Urbino, suffraganea di quella metropolitana di Pesaro, avviene
dunque con la formula “nella persona del vescovo” già usata per alcune diocesi
italiane, con la progressiva semplificazione della mappa della Chiesa itaiana così
coem chiesto dal Papa alla Conferenza episcopale italiana. Come ricorda la Sala
stampa vaticana, che ha dato la notizia in contemporanea con le due arcidiocesi
marchigiane, «Salvucci è nato il 3 aprile 1965 a Macerata. Fin dalla giovinezza
appartiene al movimento dei Focolari. Ha conseguito il Baccalaureato in Teologia
presso il Seminario Arcivescovile di Fermo e successivamente la Licenza in
Teologia Morale presso la Pontificia Università Gregoriana, come alunno
dell’Almo Collegio Capranica» ed «è stato ordinato sacerdote il 25 settembre 1993
per l’Arcidiocesi di Fermo» per diventare poi vicario parrocchiale a Porto
Sant’Elpidio, docente di Teologia Morale presso l’Istituto Teologico Marchigiano e
l’Issr di Fermo, direttore del Centro diocesano vocazioni e del Comitato diocesano
per il Diaconato permanente, animatore spirituale del Centro diocesano di
spiritualità Villa Nazareth Fermo e rettore del Seminario Arcivescovile di Fermo. È
stato anche parroco dell’Unità Pastorale di Montegranaro e responsabile del
Movimento diocesano dell’Opera di Maria (Movimento dei Focolari). Nominato
arcivescovo metropolita di Pesaro il 12 marzo 2022 e consacrato vescovo il 1°
maggio dello stesso anno, è delegato per la Pastorale giovanile della Conferenza
Episcopale Marchigiana.
«La vera forza di una Chiesa locale sta nelle persone che la vivono e la animano»:
sono le prime parole di monsignor Salvucci nel messaggio pubblicato dal sito della
Chiesa di Pesaro. E spiega che «dopo appena otto mesi di servizio pastorale
nell’Arcidiocesi di Pesaro il Santo Padre mi chiede la disponibilità ad “allargare” la
famiglia. Ho accettato con tanto timore, senza nessuna presunzione, ma solo
nell’ottica del servizio. Inevitabilmente un vescovo condiviso tra due diocesi lascia
prevedere un impoverimento della presenza del pastore, nei tanti momenti di vita
delle comunità, a scapito di tutti. Personalmente impegnerò tutte le mie energie per
essere vicino alle comunità, a partire da quelle più sparse e periferiche».
«Comprendo – aggiunge – molto bene i timori di chi, avendo a cuore le sorti future
dei centri e delle comunità dell’entroterra, vede in questa scelta il rischio di un
abbandono anche da parte delle autorità ecclesiastiche, accanto alla possibile perdita di
altri presidi di carattere civile nel territorio. È inevitabile che tutto questo sia considerato
come un ingiusto e ingiustificato depauperamento di una terra ricca di storia, di
tradizioni, di realtà ecclesiali e sociali vive e dinamiche, nonostante il fenomeno dello
spopolamento. Si tratta di un passaggio, senza precedenti per Urbino (e per Pesaro),
doloroso e certamente non facile da accettare, ma cercheremo insieme – vescovo,
presbiteri, diaconi, consacrate e consacrati, fedeli laici – di leggere i “segni dei tempi” per

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aprirci alle novità che lo Spirito sta preparando per il futuro delle nostre Chiese e
coglierne le opportunità positive». Un pensiero anche alla prestigiosa istituzione ospitata
da Urbino che, ricorda Salvucci, «vanta la presenza di una antica Università che ne fa
un centro culturale e di formazione di prim’ordine. Desidero confermare tutta la mia
premura e attenzione verso questo prestigioso Ateneo e verso tutto il suo corpo docente,
con particolare riguardo alle migliaia di giovani studenti che lo frequentano».
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