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CAPITOLO
[numerazione
[numerazione devanagari] [numerazione cinese]
araba]
I LIMITI
1. GLI INTORNI
● Il termine topologia Esponiamo alcune nozioni fondamentali della topologia dell’insieme R dei nume-
significa «studio del luogo» ri reali riguardanti loro particolari sottoinsiemi. Poiché esiste una corrispondenza
e deriva dalla parola greca biunivoca tra R e i punti di una retta orientata r, detta retta reale, possiamo iden-
topos che significa appunto
«luogo». tificare ogni sottoinsieme di R (insieme numerico) con un sottoinsieme di punti
della retta r e quindi parlare anche di topologia della retta.
71
d 0 0
e viceversa.
71
PARAGRAFO 1. GLI INTORNI TEORIA
TEORI CAPITOLO 12. I
I (- 3) = @-3; a6 = " x e R x 1 a, ;
I (+ 3) = @b; + 36 = " x e R x 2 b , .
71
TEORI CAPITOLO 12. I
I punti di accumulazione
● Il termine accumula- DEFINIZIONE
zione indica che i punti di Punto di accumulazione
A si addensano intorno a Si dice che il numero reale x 0 è un punto di accumulazione di A, sottoinsie- me di R, se ogni i
x0 .
ESEMPIO
Consideriamo l’insieme:
1 2 3 4 5 6 n
A = &0, , , , , , , f, 0 , n e N.
2 3 4 5 6 7 n+1
All’aumentare di n , i corrispondenti valori di A si avvicinano al valore
1, come si può osservare dalla tabella:
10
= 0, 90 100 1000
1001 = 0, 10
10 000 = 0, 9999000 f
11 101 = 0, 001
9900 999000
► Figura 2 Disegniamo
alcuni punti dell’insieme 0,99 1 1,01 1,1
A contenuti in ] 0,9; 1,1 1 0 1
0,9 – – – – –
[. 1– –1–2–
Ingrandiamo poi la figura e
11 12 13
disegniamo alcuni punti di
A, contenuti in ] 0,99; 1,01
[. Questo procedimento
può
essere ripetuto considerando 0,99 1–0–0– –1–0–1– –1–0–2– 1 1,01
–101 102 103
un intorno con raggio preso
piccolo a piacere.
● Si dimostra che è equivalente alla definizione data dire che x0 è punto di accumulazione di A
se ogni intorno completo di x0 contiene almeno un elemento di A distinto da x0.
71
PARAGRAFO 2. LA DEFINIZIONE DI li f( ) 4
2. LA DEFINIZIONE DI f( ) 4
li 0
f(x)
O x0x x O x0 x x
x
x f(x) x f(x)
2,9 5,8 3,1 6,2
2,99 5,98 3,01 6,02
2,999 5,998 3,001 6,002
2,9999 5,9998 3,0001 6,0002
f f f f
71
TEORI CAPITOLO 12. I
▲ Tabella 1 ▲ Tabella 2
72
PARAGRAFO 2. LA DEFINIZIONE DI li f( ) 4
l i m f (x) = 6.
x " 3
● Come abbiamo visto, non è necessario che il punto x 0 = 3 appartenga al dominio D della
funzione, ma poiché dobbiamo considerare le immagini di punti sempre più vicini a x 0, occor-
re che la funzione sia definita in questi punti. Ciò significa che x 0 deve essere un punto di accu-
mulazione per D.
Limite finito per x che tende a x0 Si dice che la funzione f (x ) ha per limite il numero re
y y = f(x)
9+ f(x) 9
f(x)–9 <
9Ð
xlim
"x0 f (x) = l ,
quando, comunque si scelga un numero reale positivo f si può determinare un intorno comp
● La validità della condi-
zione f (x) - l 1 f pre- O x0 x1 x
suppone che f (x) sia defi- (x0)
nita in I (escluso al più
x0). Il punto x 0 è di
zione per il dominio l - f 1 f (x) 1 l + f, ossia f (x) - l 1 f,
della per ogni x appartenente a I, diverso (al più) da x 0. 72
TEORI CAPITOLO 12. I
accumula-
72
PARAGRAFO 2. LA DEFINIZIONE DI li f( ) 4
- f 1 f (x ) - l 1 f " l - f 1 f (x ) 1 l +
Interpretiamo la definizione
La definizione dice che l è il limite di f (x ) se, fissato un f qualsiasi, anche «molto
piccolo», troviamo sempre un intorno di x 0 tale che, per ogni x ! x0 di quell’intor-
no, f (x ) appartiene a ] l - f; l + f[, cioè f (x ) è «molto vicino» a l (figura 4).
▼ Figura 4
y y y
9+
f(x) 9+ 9+
9 f(x) 9
9 f(x)
9– 9– 9–
O x0 x
x O x0 x O xx0 x
x
a. Fissiamo > 0. Individuiamo un b. Se riduciamo , troviamo c. Più piccolo scegliamo , più
intorno I di x0 tale che un intorno di x0 più piccolo. piccolo diventa, in genere, l’intorno
f(x) c ]9 – ; 9 + [ per ogni x c I.
I.
La verifica
Per eseguire la verifica del limite xli"mx f (x) = l , applichiamo la definizione.
0
ESEMPIO
72
TEORI CAPITOLO 12. I
f f
Dividiamo ciascun membro per 2: 2 - 2 1 x 1 2 + 2 .
L’insieme delle soluzioni della disequazione è quindi: E2 - f ; 2 + f ;.
2 2
72
PARAGRAFO 2. LA DEFINIZIONE DI li f( ) 4
● Il raggio d dell’intorno
trovato dipende da f: Abbiamo trovato un intorno circolare di 2 per cui è vera la condizione
inizia- le, quindi il limite è verificato.
f
d=2.
Osserviamo nell’esempio precedente che l i m f (x) = f (2).
x " 2
● Facendo un esempio
numerico, possiamo In generale, l’esistenza del limite di una funzione in un punto x0 è indipendente
dire
che se scegliamo f = 0, 6, dal comportamento della funzione in x0. Sono possibili i seguenti casi:
troviamo l’intorno di 2,
] 2 - 0, 3; 2 + 0, 3[, ossia • esiste li m
x "0 x
f (x) = l e l = f (x 0);
] 1, 7; 2, 3 [. Preso un valore
di x appartenente all’in- • esiste li m
x "0 x
f (x) = l e l ! f (x 0);
torno, per esempio
x = 2, 02, abbiamo • esiste li m
x "0 x
f (x) = l e non esiste f (x 0).
f (2, 02) = 3, 04 .
Risulta vero che:
3 - f 1 3, 04 1 3 + f, Le funzioni continue
ossia 2, 4 1 3, 04 1 3, 6. Se per una funzione f(x) si verifica che, per un punto x0 appartenente al
dominio di f, esiste il limite di f(x) per x " x0 e si ha
li m f (x) = f (x0),
x "0 x
allora si dice che f è continua in x0. Diciamo poi che f è continua nel suo dominio
D quando risulta continua in ogni punto di D.
Sono funzioni continue nel loro dominio quelle il cui grafico è una curva senza
interruzioni; è il caso, per esempio, di una retta o di una parabola.
● Per esempio, sapendo Se una funzione è continua in un punto, il calcolo del limite in quel punto
che la funzione f (x) = 2x è
risulta semplice, perché basta calcolare il valore della funzione in quel punto.
continua nel punto 7,
risulta Elenchiamo le funzioni continue in R (o in intervalli di R) più utilizzate.
l i m 2x = 2 $ 7 = 14 . La funzione polinomiale
x " 7
Le funzioni goniometriche
Sono continue in R le funzioni sen x e cos x.
r
● La funzione tg x non È continua anche la funzione tangente in R - & + k e Z0.
2
r
è definita per x =2 + kr, La funzione cotangente è continua in R - {kr, k e
kr.
Z }.
● La funzione cotg x non
è definita per x = kr. Infine, si può dimostrare che le funzioni secante, cosecante, arcoseno, arcocoseno,
72
TEORI CAPITOLO 12. I
arcotangente,
arcocotangente sono
continue nel loro
dominio.
La funzione
esponenziale e la
funzione logaritmica
La funzione esponenziale
y = ax, con a 2 0, è
continua in R.
La funzione logaritmica y
= loga x, con a 2 0, a !
1, è continua in R+.
72
PARAGRAFO 2. LA DEFINIZIONE DI li f( ) 4
Il limite sinistro
Il limite sinistro di una funzione viene indicato con il simbolo: lim- f (x) = l .
x " x0
Anche per il limite sinistro valgono le stesse considerazioni fatte per il limite
destro, con la sola differenza che f (x) - l 1 f deve essere verificata per ogni
x appartenente a un intorno sinistro di x 0, ossia un intorno del tipo ] x 0 - d; x 0 [.
ESEMPIO
Consideriamo la funzione il cui grafico è illustrato nella figura 5.
3x -
f (x) = se x 1 1
1 )
se x $ 1
2x + 1
Verifichiamo che lim f (x) = 2, lim f (x) = 3.
-
x " 1+
mentre
x" 1
Infatti, per ogni numero reale f 2 0, è possibile trovare rispettivamente un
intorno sinistro e un intorno destro di 1 in cui:
f (x) -
1 f, con x 1 1. f (x) - 1 f, con x 2 1.
2
3
Verifichiamolo:
(3x - 1) - 2 1
(2x + 1) - 3 1 f
f
3x - 3 1 f 2x - 2 1 f
-f 1 3x - 3 1 f -f 1 2x - 2 1 f
3 - f 1 3x 1 3 + 2 - f 1 2x 1 2 + f
f
f f
1-
f 1 x 11+ 1- 1 x 11+
, con x 11 f , con x 2 1
3 3 2 2
1 f f
- 3 1 x 1 1. 1 1 x 1 1 +2 .
72
TEORI CAPITOLO 12. I
e sinistro e coincidono:
f (x) = l esiste se e solo se esistono entrambi i limiti destro
li mx
x " 0 f (x) = - lim f (x) = / lim f (x) = l .
+ x " x-0
l l La scrittura x " x +0
x " x0 si legge «x tende a x0 da destra». Signi
Infatti, fissato f 2 0, la disuguaglianza f (x) - l 1 f è verificata in un intorno
completo I di x 0, con al più x ! x0, se e solo se è verificata sia in un intorno
destro di x 0 sia in un intorno sinistro di x 0.
La scrittura x " x si - 0
legge «x tende a x 0 da sinistra». Significa che x si avvicina a x 0 restando però sempre minore di x0.
y 2x 1
3
2
y 3x 1
O 1 x
▲ Figura 5
72
PARAGRAFO 2. LA DEFINIZIONE DI li f( ) 4
3. LA DEFINIZIONE DI li f( )
0
1)2
Calcoliamo i valori della funzione per valori di x che si avvicinano sempre di più
(per eccesso o per difetto) a 1.
x f(x) x f(x)
0,9 100 1,1 100
0,99 10000 1,01 10000
0,999 1000000 1,001 1000000
0,9999 100 000 000 1,0001 100 000 000
f f f f
▲ Tabella 3 ▲ Tabella 4
Osserviamo che, per valori di x sempre più vicini a 1, i valori di f(x) crescono
sempre di più.
Diciamo allora che per x che tende a 1 la funzione tende a + 3.
Per essere sicuri che l’avvicinamento non sia dovuto ai particolari valori che abbia-
mo scelto, ma sia vero sempre, è necessario poter affermare che, preso un numero
reale positivo M grande quanto vogliamo, esiste sempre un intorno di 1 in cui f(x)
è ancora più grande del valore scelto. Diamo allora la seguente definizione.
DEFINIZIONE
Limite + 3 per x che tende a x0
● La funzione è definita in Sia f (x ) una funzione non definita in y y f(x)
tutti i punti di I tranne che x 0.
in x0.
Si dice che f (x ) tende a + 3 per x che tendef(x)
a x0Me si scrive
f(x)
xli"mx
f (x) =+ 3
0
72
PARAGRAFO 3. LA DEFINIZIONE DI li f( TEORI
Il limite è —3 ▼ Figura 6
=- y f(x)
I
x x0 un intorno completo I di x 0 tale che risulti:
quando per ogni numero reale positivo M si può determinare
O x
f (x ) 1 - M
per ogni x appartenente a I e diverso da x 0.
M
f(x)
ESEMPIO O x
1
Consideriamo la funzione y = x (figura a lato). Nel grafico puoi osservare
1 1
che: lim =+ 3 e lim- =-3.
3
x" 0 x x" 0 x
+
72
TEORI CAPITOLO 12. I
1 1
Questa scrittura significa che f (x ●
) appartiene a unlim
Le scritture intorno=+
circolare
3 e limdi 3. =- 3 si possono riassumere in una sola,
x " 0+ x yxf(x)
" 0- Mx
I
Ox0x lim 1
x" 0
, x =3
M
f(x)f(x) M cioè scrivendo «infinito» senza segni + o - e lo 0 senza specificare se da destra o da sinistra.
Quando scriviamo xli"mx f (x) , intendiamo dire che f diverge, ma non importa specificare
0
=3
se positivamente o negativamente.
La definizione di xli"m
0 x
f (x) = 3 è analoga alle precedenti, ma con la seguente
variazione:
per ogni M 2 0, è possibile trovare un intorno I di x0 tale che f 2 M, per
ogni x e I nel dominio di f, con x ! x0. (x)
La disequazione
f 2 M si può scrivere in modo equivalente come
(x)
f (x ) 2 M 0 f (x ) 1 - M,
e quindi le sue soluzioni sono l’unione delle soluzioni delle singole disequazioni.
O x
y
Per x " 3, PH " 0
y
La distanza di un generico punto del grafico di una funzione da un suo asintoto
y lnx verticale, di equazione x = c, tende a 0 quando x " c (figura 7).
Infatti, essendo P(x; y) il generico punto del grafico, si ha:
O 1 x lxi"mc PH = lxi"mc x - = 0.
c
La definizione di asintoto verticale è ancora valida se consideriamo il limite destro
+ -
( x " x ) o il limite sinistro ( x " x ) e i due limiti sono entrambi infiniti, ma
con y =
▲ Figura 8 Il grafico della funzione
0
ln x ha come asintoto verticale l’asse y, cioè x = 0.
0
segno opposto, oppure solo uno dei due limiti è infinito.
ESEMPIO
72
PARAGRAFO 3. LA DEFINIZIONE DI li f( TEORI
72
PARAGRAFO 4. LA DEFINIZIONE DI lim f ( ) 4
x
● Il grafico di una funzione può avere più asintoti verticali, anche infiniti, come nel caso di
y = tg x .
4. LA DEFINIZIONE DI
x
im f ( ) 4
x tende a +3
Dicendo «x tende a + 3» intendiamo dire che consideriamo valori di x
sempre più grandi e tali da superare qualsiasi numero reale positivo c fissato.9
3x + 2
Consideriamo la funzione f (x) = x , definita per x ! 0.
Assegniamo a x valori positivi sempre più grandi e otteniamo per f(x) i valori
indicati nella tabella 5.
Osserviamo che per valori di x crescenti, i valori della funzione si avvicinano
x f(x)
al valore 3, ossia per x che tende a + 3 la funzione tende a 3.
Per essere sicuri che l’avvicinamento non sia dovuto ai particolari valori che 10 3,2
abbiamo scelto ma sia vero sempre, occorre che, preso a piacere un intorno di 100 3,02
3, anche molto piccolo, esista un intorno di + 3 in cui per ogni valore di x il 1000 3,002
valore corrispondente di f(x) appartiene all’intorno di 3 scelto.
10000 3,0002
Più precisamente, diciamo che, per ogni f 2 0, si può trovare un intorno I di + 3
100000 3,00002
tale che per ogni x di I la funzione differisce dal limite 3 per meno di f:
f f
3x + 2
- 3 1 f " 2 "
x f 1 ▲ Tabella 5
x
x 2
" 1 x
2 " 2 1- 0 x2 .
2 f f f
DEFINIZIONE
Limite finito di una funzione per x che tende a + 3
Si dice che una funzione f (x ) tende
al numero reale l per x che tende a y
● Per valori di x crescenti,
+ 3 e si scrive 4
la distanza tra f(x) e l, cioè
y44
xl"im+ 3 f (x) = l f(x) f (x) - l , diventa sempre
4 più piccola.
quando, comunque si scelga un nu- mero reale positivo f, si può deter- minare un intorno I di + 3 tale che:
f (x) - l 1 f per ogni x e I . I(+3)
O c x x
y f(x)
72
TEORI CAPITOLO 12. I
6f 2 0 7c 2 0f (x) - l 1 f, 6x 2 c .
72
PARAGRAFO 4. LA DEFINIZIONE DI lim f ( ) 4
x
y f(x) 4 y y
4 f(x) 4 f(x) 4
4 4
4 4 3 4
2 f(x) f(x)
1 f(x) 4 4
4
y f(x) y f(x)
y f(x)
O c1 x x O c2 x x O c3 x x
a. Fissiamo 0. Individuiamo c1
b. Se diventa più piccolo, la c. Scegliamo ancora più piccolo.
0 tale che f(x) 4 per ogni x
disuguaglianza f(x) 4 è ancora In genere, perché f(x) sia distante
c1, ossia per ogni punto dell’intorno
di vera, purché scegliamo valori di x da 4 meno di , dovremo prendere
più grandi di c2 c1. c3 ancora più grande.
+3: ]c1; +3[.
▲ Figura 9
Ciò significa che, al crescere dei valori di x, f (x ) si avvicina al valore l.
x tende a —3
Il caso in cui «x tende a -3» è analogo al precedente.
DEFINIZIONE
6f 2 0 7c 2 f (x) - 1 f, 6x 1-c.
0 l
x tende a 3
I due casi precedenti possono essere riassunti in uno solo se si considera un intor-
no di 3 determinato dagli x per i quali
● x 2 è un intorno cir-
colare di 3. c 0 c
x
72
TEORI CAPITOLO 12. I
x 2 c , ossia
x1-c 0 x
2 c,
o anche x e ]-3;
- c [ U] c ; + 3[,
dove c è un
numero reale
positivo grande a
piacere. Diciamo
allora che x tende
a 3 omettendo il
segno + o -.
73
PARAGRAFO 5. LA DEFINIZIONE DI lim f TEORI
x
ESEMPIO
y
Consideriamo la funzione y = 4x +
, definita in D = R - {0}. y = –4–x–+––5–
Nel grafico puoi osservare che: 5 x
4x + 5 x
4
li m = 4.
x " 3 x
O x
Gli asintoti orizzontali
DEFINIZIONE
● Se il limite esiste finito
Asintoto orizzontale soltanto per x " + 3 (o
Data la funzione y = f (x), se si verifica una delle condizioni x "- 3), abbiamo un asin-
toto orizzontale destro (o
sinistro). Se sono valide
l im
x "
f (x) = q o x l"im f (x) = q o xli"m entrambe le condizioni, pos-
+3 -3 3
f (x) = q,
si dice che la retta y = q è asintoto orizzontale per il grafico della funzione. siamo anche scrivere:
li m f (x) = q .
x " 3
La distanza di un generico punto P del
asintoto
grafico di una funzione da un suo asin- y orizzontale
toto orizzontale, di equazione y = q, yq
H
tende a 0 quando x tende a + 3.
Detto P (x; f (x)) il punto, si ha: P y f(x)
l im
x "
PH = f (x) - = 0.
+3
l im q
x " +3
ESEMPIO
Prendiamo in esame una funzione E Figura 11 Il grafico della
nota, la funzione esponenziale y = ex, y funzione y = ex ha come
asintoto orizzontale sinistro
il cui grafico è rappresentato nella l’asse x, cioè y = 0.
figura 11. Sappiamo che x l"im e x
-3 y ex
= 0,
quindi la retta y = 0 è asintoto oriz- 1
zontale sinistro.
O x
5. LA DEFINIZIONE DI li f ( ) =
x
"
72
TEORI CAPITOLO 12. I
l im
x "
f (x) =+ 3 e x l"im f (x) =+ 3.
+3 -3
73
PARAGRAFO 5. LA DEFINIZIONE DI lim f TEORI
x
DEFINIZIONE
Limite + 3 di una funzione per x che tende a + 3
Si dice che la funzione f (x ) ha per
limite + 3 per x che tende a + 3 y
y f(x)
f(x) M
e si scrive
xl"im+ 3 f (x) =+ 3
quando per ogni numero reale po- sitivo M si può determinare un in- torno I di + 3 tale che
f (x ) 2 M per ogni x e I.
O c x x
()
+∞
6M 2 0 7c 2 0 f (x) 2 M, 6x 2 c.
xl"im-3 f (x) =+ 3
M
quando per ogni numero reale po- sitivo M si può determinare un in- torno I di - 3 tale che
f (x ) 2 M per ogni x e I.
x —c O x
(— ∞)
6M 2 0 7c 2 0 f (x) 2 M, 6x 1-c.
l im
x "
f (x) =- 3 e x l"im f (x) =-3.
+3 -3
73
PARAGRAFO 6. PRIMI TEOREMI SUI TEORI
DEFINIZIONE
Limite - 3 di una funzione per x che tende a + 3 y
Si dice che la funzione f (x ) ha per limite - 3 per x che tende a + 3 e si O I(+∞ )
scrive xl"im f (x) =- 3 quando per ogni numero reale positivo M si x
+3
M
può determinare un intorno I di + 3 tale che risulti f (x) 1 - M per ogni
x e I. y f(x)
M 0 c 0
DEFINIZIONE f(x) M, x c
∞ y y ∞ ∞ y y logax (a ∞ y
1)
y ax y bx y logbx (0 b 1)
1 (a 1) (0 b 1)
1 O 1 x O x
O x 1
O
x
I teoremi valgono
6. PRIMI TEOREMI SUI LIMITI anche se invece di l
abbiamo + 3, - 3 o
I teoremi e le proprietà che enunceremo in questo paragrafo sono validi per
funzioni definite in un qualsiasi dominio D 3 R e per punti x 0 (in cui cal- 3. Valgono inoltre nei
coliamo il limite) di accumulazione del dominio D. Valgono inoltre per casi di limite destro o
limite sinistro.
x "+ 3 oppure x "-3.
Tuttavia, per semplicità, penseremo sempre a particolari domini D, ossia a TEOREMA
inter-
Teorema di
valli di R o a unioni di intervalli, e a x 0 come punto di D o estremo di uno degli
unicitˆ del limite
intervalli che costituiscono D.
Se per x che
73
TEORI CAPITOLO 12. I
73
PARAGRAFO 6. PRIMI TEOREMI SUI TEORI
● Poiché la funzione f O x0 x
viene «costretta», da h e da
g, a tendere a l, il teorema h(x) f(x) g(x)
viene anche detto teorema lim h(x) 4 lim f(x) 4
dei due carabinieri.
x x0 x x0
lim g(x) 4
x x0
DIMOSTRAZIONE
► Figura 13
Tenendo conto della relazione fra le
funzioni, abbiamo y
9+
l - f1h (x) # f (x) # g (x)1l + f, 9
9–
per ogni x e I , che implica
O
l - f 1 f (x ) 1 l + f, x0 x
2
per ogni x e I , ossia:
f (x) - l 1 f, 6x e I. 1
73
PARAGRAFO 7. SUCCESSIONI E TEORI
Noto che:
l i m h (x) = l i m (- x 2 + 4x - 2) =
x " 1 x " 1 l i m g (x) = l i m x 2 = 1,
x " 1 x " 1
1 e
calcoliamo l i m f (x).
x " 1
Possiamo osservare che per ogni valore x appartenente all’intervallo ] 0; 3[, i
rispettivi valori delle tre funzioni h, f e g sono, nell’ordine, uno minore dell’al-
tro, ossia h (x) # f (x) # g (x). ● Il teorema vale anche
per i limiti con x " + 3 o
y y x2 y x2 x "- 3.
y Un esempio grafico nel caso
g(x)
y 2x 1 y 2x 1 x " + 3 è illustrato nella
g g
f(x) figura sotto.
g(x)
f(x) f
h(x) f
h(x) y
1 h y x2 4x y x2 4x
2 1 h
2 y = g(x)
y = f(x)
O 1 x 3 x O 1 x 3 x
y = h(x)
l i m f (x) = l i m (2x - 1) = 1.
x " 1 x " 1
7. SUCCESSIONI E LIMITI
Le successioni
DEFINIZIONE
Successione numerica
Una successione numerica a è una funzione che associa a ogni numero
naturale n un numero reale a n :
● an si legge «a con n» e
a: N " R sostituisce il simbolo a(n).
n 7 an.
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TEORI CAPITOLO 12. I
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PARAGRAFO 7. SUCCESSIONI E TEORI
ESEMPIO
La successione costituita da tutti i quadrati dei numeri naturali è una funzione
a che associa a ogni numero naturale il suo quadrato.
a: N " R
07 a0=0 17 a1= 1 27 a2= 4 37 a3=9 …
L’insieme immagine di questa successione, cioè il codominio, è proprio l’in-
sieme dei quadrati dei numeri naturali.
1. an = 2n + 1, n e N.
Volendo scrivere i primi termini della successione basta sostituire alla let-
tera n, nell’espressione 2n + 1, i valori 0, 1, 2, 3, …
Si ha a0 = 1, a1 = 3, a2 = 5, a3 = 7, …
Si vede facilmente che si tratta della successione dei numeri naturali dispari.
2. Consideriamo la seguente successione definita tramite espressione analitica:
2n + 1
an = 3 + n2 , n e N.
Sostituendo a n i valori 0, 1, 2, 3, 4, …, si ottengono i seguenti termini:
1 3 5 7 9
, , , , ,
3 4 7 12 19 f
In questo caso non è facile capire quali sono i termini successivi, dunque la
rappresentazione per enumerazione può essere inefficace.
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TEORI CAPITOLO 12. I
A volte si indica il primo termine di una successione con a1, oppure con ak se
la successione non è definita per numeri minori di k. Consideriamo la
successione:
n+1
an= n - , n e N - {0, 1}.
a0 = 1
)
an = a n - 1 + 2 se n 2 0
Ogni termine si ottiene dal precedente sommando 2. A partire dal primo
ter- mine, si determinano quelli successivi:
a1 = a0 + 2 = 1 + 2 = 3,
a2 = a1 + 2 = 3 + 2 = 5,
a3 = a2 + 2 = 5 + 2 = 7,
…
Osserviamo che abbiamo riottenuto la successione dei numeri dispari.
Le successioni monotòne
Una successione si dice:
• crescente se ogni termine è maggiore del suo precedente, ossia:
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PARAGRAFO 7. SUCCESSIONI E TEORI
an 1 an + 6n e N;
1,
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