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Il dominio D ⊆ R2 si dice normale rispetto alla variabile x (risp. y) se le intersezioni tra D e le rette
parallele a tale asse (se non sono vuote) sono segmenti.
2 2
1 1
1 2 3 1 2 3
Figura 7.1. Un dominio normale rispetto all’asse y (a sinistra). Il quadrilatero mostrato a destra è normale rispetto
all’asse x ma non rispetto all’asse y.
Supporremo che c e d siano funzioni regolari a tratti, cioè continue sull’intervallo [a, b], con derivata
prima continua a tratti. Quest’ultima locuzione significa che l’intervallo [a, b] può essere scomposto in un
numero finito di intervalli parziali, su ciascuno dei quali la derivata prima della funzione in questione è
continua, potendo presentare negli estremi di ciascun intervallo punti di discontinuità di prima specie.
Se f è una funzione non negativa, f (x, y) ≥ 0, possiamo considerare il cilindroide associato a f :
(x, y, z) ∈ R3 | (x, y) ∈ D ∧ 0 ≤ z ≤ f (x, y) .
Si tratta della regione dello spazio tridimensionale compresa tra il piano xy e il grafico di f . Vogliamo
definire il simbolo
f (x, y) dx dy
D
in modo che esso fornisca il volume del cilindroide sotteso da f , per f non negativa. Se intersechiamo il
cilindroide di f con un piano parallelo al piano yz, sia il piano x = x, si ottiene una sezione che è un
trapezioide di area
d(x)
f (x, y) dy.
c(x)
In generale, la funzione
7. Integrazione delle funzioni di più variabili 2
0.5
1.5 0
1
1
0.5
0.5
0 0
2
−y 2
Figura 7.2. Grafico del cilindroide sotteso dalla funzione f (x, y) = e−x + y/3 sul dominio D = [0, 1] × [0, 1.5].
d(x)
x → A(x) := f (x, y) dy
c(x)
rappresenta l’area della sezione ottenuta tagliando il cilindroide con un piano x = costante.
Se interpretiamo la scrittura dx come una “piccola variazione” della x, allora il prodotto A(x) dx può
essere letto come un valore approssimato del volume della “fetta” di cilindroide compresa tra il piano x =
costante e x = costante +dx. Dunque il volume del cilindroide sarà dato da
b
V = A(x) dx.
a
1 1
0.5 0.5
1.5 10 1
0
1 5
1
0.5 0.5
0.5
0
0 0 0
Figura 7.3. Intersezione del cilindroide mostrato nella figura precedente col piano y = 0.5 (a sinistra), col piano
x = 0.5 (a destra).
Se il dominio D è normale rispetto ad entrambi gli assi, si può verificare che i due integrali iterati (o ripetuti)
b d(x) d b(y)
f (x, y) dy dx f (x, y) dx dy
a c(x) c a(y)
coincidono tra loro a patto che f sia “abbastanza regolare”, ad esempio continua.
Le definizioni poste sono valide per funzioni di segno qualunque. Se f è di segno variabile, si può
considerare la rappresentazione
f (x, y) = f + (x, y) − f − (x, y),
dove
f + (x, y) := max(f (x, y), 0), f − (x, y) := max(−f (x, y), 0)
sono la parte positiva e la parte negativa di f . Dalla proprietà di linearità
f (x, y) dx dy = f + (x, y) dx dy − f − (x, y) dx dy
D D D
segue che l’integrale di f può essere intepretato come differenza tra i volumi del cilindroide di f + e del
cilindroide di f − .
Osserviamo che l’integrale della funzione f (x, y) = 1 fornisce semplicemente l’area di D:
1 dx dy = dx dy = area(D).
D D
Esempio 7.2.1. Calcolare il baricentro del triangolo T di vertici (0, 0), (1, 0), (1, 1).
Risposta: G = (1/3, 1/3).
3 y 3 θ
2 2
1 1
x ρ
0 1 2 3 0 1 2 3
Figura 7.4. Un intervello bidimensionale (= rettangolo con lati parallei agli assi) nel piano ρ, θ, viene trasformato in
una porzione di corona circolare nel piano x, y.
Se la funzione f è radiale, cioè dipende solo da ρ e non da θ, f (ρ cos θ, ρ sin θ) = ϕ(ρ), allora
ρ2
f (x, y) dx dy = (θ2 − θ1 ) ϕ(ρ) ρ dρ. (7.3.2)
D ρ1
Esempio 7.3.1. Calcoliamo l’integrale della funzione gaussiana in due variabili f (x, y) = e−(x
2
+y 2 )
, sul
cerchio di centro l’origine e raggio r:
2π r r
2 r
e−(x +y ) dx dy = ρ e−ρ dρ dθ = 2π ρ e−ρ dρ = π − e−ρ 0
2 2 2 2
Cr 0 0 0
−r 2
= π (1 − e ).
1
-2
-1
0
-2
0
-1
1 0
1
2
2
2
+y 2 )
Figura 7.5. Grafico della funzione gaussiana f (x, y) := e−(x sul cerchio di centro l’origine e raggio 2.
7. Integrazione delle funzioni di più variabili 6
Cr Qr C√2r
cioè
π (1 − e−r ) < Ir2 < π (1 − e−2r ),
2 2