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7.

Integrazione delle funzioni di più variabili (I)


http://eulero.ing.unibo.it/~barozzi/SCAM/SCAM-tr07.pdf

7.1. Integrali per funzioni di due variabili


Considereremo funzioni f : D → R, dove D ⊆ R2 è un insieme limitato. Vogliamo dare significato alla
nozioni di integrale di f su D. Introduciamo alcuni tipi di dominio che ci torneranno utili.

Il dominio D ⊆ R2 si dice normale rispetto alla variabile x (risp. y) se le intersezioni tra D e le rette
parallele a tale asse (se non sono vuote) sono segmenti.

Dunque un dominio normale rispetto alla variabile y è del tipo


D = {(x, y) ∈ R2 | (a ≤ x ≤ b) ∧ (c(x) ≤ y ≤ d(x))}
dove c(x) e d(x) sono due funzioni definite sull’intervallo [a, b], con la condizione ∀x ∈ [a, b] : c(x) ≤ d(x).
Considerazioni analoghe per domini normali rispetto all’asse x. Naturalmente un dominio può essere normale
rispetto ad entrambi gli assi: ad esempio i triangoli e tutti i poligoni convessi sono normali rispetto entrambi
gli assi.
3 3

2 2

1 1

1 2 3 1 2 3

Figura 7.1. Un dominio normale rispetto all’asse y (a sinistra). Il quadrilatero mostrato a destra è normale rispetto
all’asse x ma non rispetto all’asse y.

Supporremo che c e d siano funzioni regolari a tratti, cioè continue sull’intervallo [a, b], con derivata
prima continua a tratti. Quest’ultima locuzione significa che l’intervallo [a, b] può essere scomposto in un
numero finito di intervalli parziali, su ciascuno dei quali la derivata prima della funzione in questione è
continua, potendo presentare negli estremi di ciascun intervallo punti di discontinuità di prima specie.
Se f è una funzione non negativa, f (x, y) ≥ 0, possiamo considerare il cilindroide associato a f :
    
(x, y, z) ∈ R3 | (x, y) ∈ D ∧ 0 ≤ z ≤ f (x, y) .
Si tratta della regione dello spazio tridimensionale compresa tra il piano xy e il grafico di f . Vogliamo
definire il simbolo

f (x, y) dx dy
D
in modo che esso fornisca il volume del cilindroide sotteso da f , per f non negativa. Se intersechiamo il
cilindroide di f con un piano parallelo al piano yz, sia il piano x = x, si ottiene una sezione che è un
trapezioide di area
 d(x)
f (x, y) dy.
c(x)

In generale, la funzione
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0.5

1.5 0
1

1
0.5
0.5

0 0

2
−y 2
Figura 7.2. Grafico del cilindroide sotteso dalla funzione f (x, y) = e−x + y/3 sul dominio D = [0, 1] × [0, 1.5].

 d(x)
x → A(x) := f (x, y) dy
c(x)

rappresenta l’area della sezione ottenuta tagliando il cilindroide con un piano x = costante.
Se interpretiamo la scrittura dx come una “piccola variazione” della x, allora il prodotto A(x) dx può
essere letto come un valore approssimato del volume della “fetta” di cilindroide compresa tra il piano x =
costante e x = costante +dx. Dunque il volume del cilindroide sarà dato da
 b
V = A(x) dx.
a

1 1

0.5 0.5

1.5 10 1
0
1 5
1
0.5 0.5
0.5
0
0 0 0

Figura 7.3. Intersezione del cilindroide mostrato nella figura precedente col piano y = 0.5 (a sinistra), col piano
x = 0.5 (a destra).

Tali considerazioni conducono alla seguente definizione di integrale doppio:


  b   d(x) 
f (x, y) dx dy := f (x, y) dy dx. (7.1.1)
D a c(x)
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Se il dominio è normale rispetto all’asse x si ha la definizione


  d   b(y) 
f (x, y) dx dy := f (x, y) dx dy. (7.1.2)
D c a(y)

Se il dominio D è normale rispetto ad entrambi gli assi, si può verificare che i due integrali iterati (o ripetuti)
 b   d(x)   d   b(y) 
f (x, y) dy dx f (x, y) dx dy
a c(x) c a(y)

coincidono tra loro a patto che f sia “abbastanza regolare”, ad esempio continua.
Le definizioni poste sono valide per funzioni di segno qualunque. Se f è di segno variabile, si può
considerare la rappresentazione
f (x, y) = f + (x, y) − f − (x, y),
dove
f + (x, y) := max(f (x, y), 0), f − (x, y) := max(−f (x, y), 0)
sono la parte positiva e la parte negativa di f . Dalla proprietà di linearità
  
f (x, y) dx dy = f + (x, y) dx dy − f − (x, y) dx dy
D D D
segue che l’integrale di f può essere intepretato come differenza tra i volumi del cilindroide di f + e del
cilindroide di f − .
Osserviamo che l’integrale della funzione f (x, y) = 1 fornisce semplicemente l’area di D:
 
1 dx dy = dx dy = area(D).
D D

Esempio 7.1.1. Calcolare l’integrale



(1 + 2x + y) dx dy
D
dove D è il triangolo delimitato dagli assi coordinati e dalla retta x + y = 1. (Risposta: 1)
Esempio 7.1.2. Calcolare l’integrale

(a + bx + cy) dx dy
D
dove D è il cerchio x2 + y 2 ≤ r2 . Verificare che l’integrale non dipenda da b e da c, ma solo da a e da r. Il
calcolo può essere semplificato osservando che l’integrale di una funzione dispari su un intervallo simmetrico
rispetto all’origine è nullo. (Risposta: aπr2 )
Esempio 7.1.3. Calcolare l’integrale

xy dx dy
D
dove D è il triangolo di vertici (0, 0), (1, 0), (1, 1). (Risposta: 1/8)
Esempio 7.1.4. Calcolare l’integrale

x2
2
dx dy
D y
dove D è il dominio individuato dalle condizioni 1 ≤ x ≤ 2, 1/x ≤ y ≤ x. (Risposta: 9/4)
Esempio 7.1.5. Calcolare l’integrale

x2 y 2 dx dy
D

dove D è il quarto di cerchio 0 ≤ x ≤ 1, 0 ≤ y ≤ 1 − x2 . (Risposta: π/96)
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Esempio 7.1.6. Calcolare l’integrale



ex y 3 dx dy
D

dove D è il dominio 0 ≤ x ≤ 1, 0 ≤ y ≤ x. Rappresentare D in coordinate cartesiane. (Risposta: (e − 2)/4)

Esempio 7.1.7. Calcolare l’integrale



xy dx dy
D

dove D è il dominio 0 ≤ x ≤ 1, 1 − x ≤ y ≤ 1 − x2 . Rappresentare D in coordinate cartesiane.
(Risposta: 1/12)

7.2. Baricentri di figure piane


Sia D una figura piana; possiamo immaginare che essa sia una lamina matellica di densità superficiale ρ(x, y)
(funzione del punto). La massa M di una tale lamina sarà

M= ρ(x, y) dx dy
D

il suo baricentro sarà il punto di coordinate


 
x := x ρ(x, y) dx dy, y := y ρ(x, y) dx dy.
D D

Se la lamina è omogenea (cioè ρ = costante) si ha M = ρ · area(D) e le coordinate del baricentro


dipendono soltanto dalla geometria di D:
 
1 1
x := x dx dy, y := y dx dy.
area(D) D area(D) D

con area(D) = D dx dy.

Esempio 7.2.1. Calcolare il baricentro del triangolo T di vertici (0, 0), (1, 0), (1, 1).
Risposta: G = (1/3, 1/3).

Esempio 7.2.2. Calcolare il baricentro del semicerchio D = {(x, y) ∈ R2 | (x2 + y 2 ≤ r2 ) ∧ (y ≥ 0)}.


Risposta: G = (0, 4r/(3π)).

Esempio 7.2.3. Calcolare il baricentro del dominio D = {(x, y) ∈ R2 | (0 ≤ x ≤ π) ∧ (0 ≤ y ≤ sin x)}.


Risposta: G = (π/2, π/8).

7.3. Uso delle coordinate polari


Se D è un dominio che può essere rappresentato il coordinate polari nella forma
D = {(ρ cos θ, ρ sin θ) ∈ R2 | (ρ1 ≤ ρ ≤ ρ1 ) ∧ (θ1 ≤ θ ≤ θ2 )},
allora, coe vedremo meglio più avanti,
  ρ2
 θ2
f (x, y) dx dy = ρ f (ρ cos θ, ρ sin θ) dθ dρ =
D ρ1 θ1
  (7.3.1)
θ2 ρ2
= f (ρ cos θ, ρ sin θ) ρ dρ dθ.
θ1 ρ1
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3 y 3 θ

2 2

1 1

x ρ
0 1 2 3 0 1 2 3

Figura 7.4. Un intervello bidimensionale (= rettangolo con lati parallei agli assi) nel piano ρ, θ, viene trasformato in
una porzione di corona circolare nel piano x, y.

Se la funzione f è radiale, cioè dipende solo da ρ e non da θ, f (ρ cos θ, ρ sin θ) = ϕ(ρ), allora
  ρ2
f (x, y) dx dy = (θ2 − θ1 ) ϕ(ρ) ρ dρ. (7.3.2)
D ρ1

Esempio 7.3.1. Calcoliamo l’integrale della funzione gaussiana in due variabili f (x, y) = e−(x
2
+y 2 )
, sul
cerchio di centro l’origine e raggio r:
  2π  r  r
 2 r
e−(x +y ) dx dy = ρ e−ρ dρ dθ = 2π ρ e−ρ dρ = π − e−ρ 0
2 2 2 2

Cr 0 0 0
−r 2
= π (1 − e ).

1
-2

-1
0
-2
0
-1

1 0

1
2
2
2
+y 2 )
Figura 7.5. Grafico della funzione gaussiana f (x, y) := e−(x sul cerchio di centro l’origine e raggio 2.
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Per l’integrale della stessa funzione sul quadrato Qr := [−r, r] × [−r.r], si ha


  r  r  r  r
−(x2 +y 2 ) −x2 −y 2 −x2
e−y dy = Ir2 ,
2
e dx dy = e e dy dx = e dx
Cr −r −r −r −r
r −x2
avendo indicato col simbolo Ir l’integrale −r e dx.
Poiché il quadrato Qr contiene il cerchio Cr ed è contenuto nel cerchio C√2r , in virtù delle positività
della funzione esponenziale abbiamo
  
e−(x +y ) dx dy < e−(x +y ) dx dy < e−(x +y ) dx dy,
2 2 2 2 2 2

Cr Qr C√2r

cioè
π (1 − e−r ) < Ir2 < π (1 − e−2r ),
2 2

e finalmente, passando al limite per r → ∞,


 ∞

e−x dx = π.
2
lim Ir2 = π =⇒ (7.3.3)
r→∞ −∞

7.4. Integrali per funzioni di tre variabili


Da scrivere

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