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LUISS, Dipartimento di Economia e Finanza. A.A.

2020-2021
Esame scritto di Metodi Matematici per Economia e Finanza del giorno 16 giugno 2021
Docente: Prof. Marco Papi; Assistenti Dott.ssa Laura Mazzoli e Dott.ssa Vanessa Raso

Nome e Cognome Matricola

1 Prima parte - P1 (16 punti)


Esercizio 1.1 Sia T : U ! V l’applicazione lineare
0 1
(k + 1)x + y + kz
B 2x + (k + 2)y C
T (x, y, z) = B
@ x 3y + 2z
C
A
2x + 6y 4z

a) Scrivere la matrice associata all’applicazione nelle basi canoniche specificando le dimensioni di U e


V.

b) Studiare al variare del parametro k 2 R la dimensione di KerT e ImT .

c) Determinare una base per KerT e ImT per k = 0 per k = 1 e per k = 2.

d) Considerando il caso k = 0, dati i vettori v = (0, 0, 5, 10) e w = ( 3, 3, 6) dire se v appartiene


KerT o ad ImT . Dire inoltre se w appartiene KerT o ad ImT .

Soluzione.

a) L’applicazione T è definita U ! V dove U ⇢ R3 e V ⇢ R4 Calcolando i trasformati dei vettori


della base canonica di R3 troviamo la matrice:
0 1
(k + 1) 1 k
B 2 (k + 2) 0 C
A=B @
C
1 3 2 A
2 6 4

b) La dimensione dell’immagine di T corrisponde al rango della matrice associata.


0 1
(k + 1) 1 k
B 2 (k + 2) 0 C
A=B
@ 1
C
A
3 2
2 6 4
Il minore evidenziato ha determinante non nullo quindi il rango della matrice e la dimensione di
ImmT sono almeno 2 indipendentemente da k. Consideriamo ora una matrice orlata del minore
considerato:
(k + 1) 1 k
2 (k + 2) 0 = k(k 2)
1 3 2

• Se k 6= 0, 2 Il rango della matrice A è 3. La dimensione del sottospazio dim(ImmT ) = 3 di


conseguenza sappiamo che dimKer(T ) = dimU dimImmT = 0.
• Se k = 0 la matrice diventa: 0 1
1 1 0
B 2 2 0 C
A=B
@ 1
C
A
3 2
2 6 4
considero l’altra matrice orlata
2 2 0
1 3 2 =0
2 6 4
Quindi il rango della matrice A è 2. La dimensione del sottospazio dim(ImmT ) = 2 di
conseguenza sappiamo che dimKer(T ) = 1.

1
• Se k = 2 la matrice diventa: 0 1
3 1 2
B 2 4 0 C
A=B
@ 1
C
A
3 2
2 6 4
considero l’altra matrice orlata
2 4 0
1 3 2 =0
2 6 4
Quindi il rango della matrice A è 2. La dimensione del sottospazio dim(ImmT ) = 2 di
conseguenza sappiamo che dimKer(T ) = 1.
c) • Se k = 1 dim(ImmT ) = 3 quindi una base può essere data dalle tre colonne della matrice.
Sappiamo anche che dimKer(T ) = 0. Quindi KerT coincide con il vettore identicamente
nullo.
• Se k = 0 dim(ImmT ) = 2 quindi una base può essere data dalla prima e dalla terza colonna
della matrice che sono linearmente indipendenti essendo il determinante della matrice associata
diverso da zero.
Per trovare una base per il Nucleo dobbiamo risolvere il sistema omogeneo
8
> x+y =0 8
>
< ⇢ < x= t
2x + 2y = 0 x= y
! ! y=t
>
> x 3y + 2z = 0 z = 2y :
: z = 2t
2x + 6y 4z = 0
80 1 9
< t =
KerT = @ t A , t 2 R
: ;
2t

• Se k = 2 dim(ImmT ) = 2 quindi una base può essere data dalla prima e dalla terza colonna
della matrice che sono linearmente indipendenti essendo il determinante della matrice associata
diverso da zero.
Sappiamo anche che dimKer(T ) = 1. Per trovare una base per il Nucleo dobbiamo risolvere
il sistema omogeneo
8
> 3x + y + 2z = 0 8
>
< ⇢ < x = 2y = 2t
2x + 4y = 0 2x + 4y = 0
! ! y=t
>
> x 3y + 2z = 0 x 3y + 2z = 0 :
: z = 52 t
2x + 6y 4z = 0
80 1 0 1 0 19
> 3 1 2 > 80 19
>
<B > 4 =
2 C B 4 C B 0 C= <
ImmT = Span B C B C B C
@ 1 A , @ 3 A , @ 2 A> e KerT = Span : 2
@ A
>
> > ;
: ; 5
2 6 4

d) Il vettore v 2 R4 quindi dobbiammo verificare se appartiene a Imm(T ) ⇢ R4 . Possiamo notare


che v è proporzionale al terzo vettore della base quindi appartiene all’immagine. IL vettore w
appartiene a KerT perché si ottiene ponendo t = 3.

2
0 1
4 0 1
Esercizio 1.2 Data la matrice A = @ 1 3 1 A determinarne lo spettro, trovare, se possibile, una
2 0 1
base di autovettori e scrivere la matrice in forma canonica.

Soluzione.
Calcoliamo gli autovalori:

pA ( ) = det(A I) = 0 ! (3 )( 2)( 3) = 0

Abbiamo un autovalore reale 1 = 2 di molteplicità 1 e un altro autovalore reale 2 = 3 di molteplicità 2.

1. Cerchiamo il primo autovettore:


0 1 8
2 0 1 < 6x z = 0 ⇢
@ 1 1 1 A (A z = 2x
A 1I = 1 I)v =0 ! x+y+z =0 !
: y= z+x= x
2 0 1 2x z = 0

Un autovettore è quindi v1 = (1, 1, 2).


2. Cerchiamo gli altri autovettori:
0 1 8
1 0 1 < x z=0 ⇢
@ 1 0 1 A x=z
A 2I = (A 2 I)v =0 ! x+z =0 !
: y=t
2 0 2 2x 2z = 0

Gli autovettori sono quindi v2 = (1, 0, 1) e v3 = (0, 1, 0).


La matrice del cambiamento di base e la sua inversa sono:
0 1 0 1
1 1 0 1 0 1
U=@ 1 0 1 A U 1=@ 2 0 1 A
2 1 0 1 1 1

La matrice in forma canonica (diagonale) risulta:


0 1
2 0 0
U 1 AU = @ 0 3 0 A
0 0 3

3
Esercizio 1.3 Sia data la funzione
f (x, y) = x2 + 2y 2 + 1.

a) Calcolare il gradiente e la matrice Hessiana.

b) Determinarne i punti di massimo e minimo assoluti nel CE e studiare la loro natura.

c) Determinarne i punti di massimo e minimo assoluti nell’insieme

C = (x, y) 2 R2 |y  x2 1^y 2 .

Soluzione.

a)
rf (x, y) = (2x, 4y)

✓ ◆
2 0
Hf (x, y) =
0 2

b) Il gradiente si annulla esclusivamente in (0, 0), dove assume valore f (0, 0) = 1, la matrice Hessiana
è definita positiva quindi il punto è di minimo.

c) L’insieme C non è compatto, pertanto non è possibile applicare il Teorema di Weierstrass. Osser-
viamo che la funzione f non è superiormente limitata. Infatti, si ha

f (t, 0) = t2 + 1 ! +1, per t ! +1,

ed inoltre (t, 0) 2 C, per |t| 1. Quindi f non ammette massimo assoluto in C e si ha supC f = +1.

Per quanto riguarda l’eventuale minimo assoluto, possiamo ragionare come segue. Valutiamo la
restrizione di f sulla frontiera di C. Considerando il vincolo y = 2 abbiamo:

1 (t) = f (t, 2) = t2 + 9,
p p p
per |t| 3. 1 ammette minimo assoluto in t = ± 3, che corrispondono
p ai punti Q1,2 = (± 3, 2),
con f (Q1,2 ) = 12. Considerando il vincolo y = x2 1, con |x|  3, abbiamo:
0
2 (t) = f (t, t2 1) = 2t4 3t2 + 3 2 (t) = 8t3 6 = 2t(4t2
3).
p
0 3
osserviamo che 2 (t) = 0 $ t = 0 _ t = ± .
2
Abbiamo i seguenti candidati punti estremali:

P1 = (0, 1), f (P1 ) = 3,


p !
3 1 15
P2 = , , f (P2 ) = ,
2 4 8
p !
3 1 15
P3 = , , f (P3 ) = .
2 4 8

Confrontando i valori, ricaviamo che i candidati punti di minimo assoluto sono P2,3 . Proviamo che,
effettivamente, f assume minimo assoluto in tali punti, dimostrando che

15
f (x, y) , 8 (x, y) 2 C.
8

Osserviamo che l’equazione f (x, y) = x2 + 2y 2 + 1 = 15


8 , corrisponde all’ellisse di centro l’origine con
p p
semiassi di lunghezza 7/8, rispetto all’asse delle ascisse, e 7/4 rispetto all’asse delle ordinate.
Come si può vedere dalla Figura 1, i punti del dominio C si collocano esternamente rispetto all’ellisse,
ad eccetto dei punti P2,3 che sono di tangenza tra la parabola di equazione y = x2 1 e l’ellisse.
Dunque la disuguaglianza precedente risulta soddisfatta.

4
Figura 1: Rappresentazione del dominio C, in relazione all’ellisse di equazione x2 + 2y 2 = 78 .

5
LUISS, Dipartimento di Economia e Finanza. A.A. 2020-2021
Esame scritto di Metodi Matematici per Economia e Finanza del giorno 16 giugno 2021
Docente: Prof. Marco Papi; Assistenti dott.ssa Laura Mazzoli e dott.ssa Vanessa Raso

Nome e Cognome Matricola

2 Seconda parte - P2 - 16 punti


Esercizio 2.1 [5 pt totali] Si consideri il seguente CP-ODE
(
x0 (t) = 2x(t) t, t 2 R,
x(0) = x0 .

(a) Trovare la soluzione del CP-ODE dato sopra per t 2 R.


(b) Sia ora x0 = 14 . In tal caso tracciare il grafico della soluzione e determinarne i limiti, gli eventuali
zeri e gli eventuali punti estremali.

Svolgimento.

(a) Ricordiamo che la forma generale per la soluzione del CP-ODE


(
x0 (t) = a(t)x(t) + b(t)
x(t0 ) = x0

data da Z
Rt t Rt
a(s) ds a(r) dr
x(t) = x0 e t0
+ b(s)e s ds.
t0

Abbiamo che
Rt Z t Rt
Z t Z t
2 ds 2 dr 2t 2(t s) 2t 2t 2s
x(t) = x0 e t0
se s ds = x0 e se ds = x0 e e se ds.
t0 0 0

Integrando per parti l’integrale nell’ultima espressione otteniamo

Z t Z t
2s 1 2s t 1 2s t 2t 1 2s t t 2t 1 2t 1
se ds = se |0 + e ds = e e |0 = e e + .
0 2 2 0 2 4 2 4 4

Sostituendo questa ultima espressione otteniamo la soluzione del CP-ODE


✓ ◆ ✓ ◆ ✓ ◆
2t 2t t 2t 1 2t 1 1 2t 1 1
x(t) = x0 e e e e + = x0 e + t+
2 4 4 4 2 2

(b) Per x0 = 1
4 abbiamo ✓ ◆
1 1
x(t) = t+ ,
2 2
che viene una retta e infine ✓ ◆
1 1
lim t+ = ±1
t!±1 2 2
Non ha massimi e minimi, ed ha uno zero in t = 2,
1
il punto di intersezione con asse x

6
Esercizio 2.2 [4 punti totali] Data la funzione
f (x, y, z) = x3 + y 2 + z 2
sull’insieme C = {(x, y, z) 2 R3 : x2 + y 2 + z 2  1}.
(a) Trovare gli eventuali punti critici vincolati e gli eventuali altri punti candidati
(b) dire se tali punti sono o no punti estremali globali e determinare estremo superiore e inferiore di f
sull’insieme C

Svolgimento.
a.
Risolviamo il problema utilizzando i moltiplicatori di Lagrange. Osserviamo che tutte le funzioni sono
C 1 (R3 ) dato che sono funzioni polinomiali. Andiamo a verificare il vincolo di qualificazione, le QVND.
Abbiamo che:

g(x, y, z) = x2 + y 2 + z 2 1
e
rg(x, y, z) = (2x, 2y, 2z)
Il solo punto dove rg(x, y, z) = 0 è l’origine che non è sull’insieme dove il vincolo è attivo(i.e. g = 0),
così i vincoli di qualificazione sono soddisfatti.
Tutti i punti candidati sono punti critici (interni o vincolati). Per trovare i punti critici interni
osserviamo che

rf (x, y, z) = 3x2 , 2y, 2z


che vale zero solo quando (x, y, z) = (0, 0, 0). Questo è il solo punto critico interno.
Per determinare i punti critici vincolati il sistema è
8 2 8
>
> 3x 1 2x = 0 >
> x(3x 2 1 ) = 0
< <
2y 1 2y = 0 2y(1 1) = 0
., .
>
> 2z 1 2z = 0 >
> 2z(1 1) = 0
: 2 2 2 : 2 2 2
x +y +z =1 x +y +z =1
Dalla seconda equazione abbiamo 2 possibilità: y = 0 o 1 = 1. Consideriamo il caso 1 = 1. In
questo caso il sistema diventa
8
>
> x(3x 2) = 0
<
1 =1
.
>0 = 0
>
: 2
x + y2 + z2 = 1
Dalla prima equazione abbiamo x = 0 o x = 23 . Se x = 0 allora tutti i punti tali che y 2 + z 2 = 1 sono
punti critici. In questo caso il valore di f è 1. Se x = 23 allora tutti i punti tali che y 2 + z 2 = 59 sono
punti critici. In questo caso il valore di f è 23
27 .
Consideriamo il caso y = 0. In questo caso il sistema diventa
8
>
> x(3x 2 1 ) = 0
<
y=0
.
>
> 2z(1 1) = 0
: 2 2
x +z =1
Dalla prima equazione abbiamo z = 0 o 1 = 1. Avendo già studiato il caso 1 = 1, resta solo da
vedere il caso z = 0. In questo caso abbiamo
8
>
> x(3x 2 1 ) = 0
<
y=0
.
>
> z=0
: 2
x =1

È facile vedere che le soluzioni sono ( 1, 0, 0, 3


2) e (1, 0, 0, 32 ). Infine abbiamo
f ( 1, 0, 0) = 1, f (1, 0, 0) = 1
Per torvare gli estremi globali possiamo usare Weierstrass, dato che la regione è compatta. Infine con-
frontando i valori dei punti critici abbiamo che ( 1, 0, 0) è l’unico punti minimo globale mentre tutti i
punti (1, 0, 0) o (0, y, z) con y 2 + z 2 = 1 sono punti di massimo globale.

7
Esercizio 2.3 [5 pt totali] Dato il seguente sistema di ODE
⇢ 0
x (t) = x(t) + y(t) + 2
.
y 0 (t) = x2 (t) + y(t)

a. Determinare i punti di equilibrio


b. Studiare la natura dei punti di equilibrio trovati

Soluzione

a. In generale noi abbiamo che: ⇢


x0 (t) = f1 (x(t), y(t))
.
y 0 (t) = f2 (x(t), y(t))
Per calcolare i punti di equilibrio, vogliamo trovare x̄, ȳ tali che
⇢ ⇢
f1 (x̄, ȳ) = 0 x̄ + ȳ + 2 = 0
() .
f2 (x̄, ȳ) = 0 x̄2 + ȳ = 0

Le soluzioni sono (2, 4) e ( 1, 1).


b. Usiamo il teorema di H-G per discutere la natura di questi punti. A tal fine calcoliamo la matrice
Jacobiana associata al sistema f (x, y) = f1 (x, y), f2 (x, y) .
@f1 @f1
! ✓ ◆
@x @y 1 1
Jf (x, y) = @f2 @f2 = .
@ @
2x 1
x y

Iniziamo con il punto (2, 4). Abbiamo che


✓ ◆
1 1
Jf (2, 4) = .
4 1

Osserviamo che det Jf (2, 4) = 3 6= 0 quindi il teorema di H-G può essere appplicato. Calcoliamo
gli autovalori della matrice J, e non è difficile trovare che 1 = 1 and 2 = 3. Allora dato che
<( 2 ) = 2 = 3 > 0, il punto di equilibrio (2, 4) è instabile.
Continuiamo con ( 1, 1). Abbiamo
✓ ◆
1 1
Jf ( 1, 1) = .
2 1

Vediamo che det Jf (1, 1) = 3 6= 0 allora il terorema di H-G può essere applicato.
p
Dal calcolo attraverso del polinomio caratteristico si ha che 1,2 = 1 ± i 2. dato che < 1,2 >0
allora ( 1, 1) è instabile.

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