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L’IMMAGINARIO COME SISTEMA COMUNICATIVO

Ad esempio: un grande archetipo è: il ritorno a casa (Odissea per il mondo occidentale), grande
archetipo che cambia da società a società → grande rituale narrativo che rafforza l’identità della
società. [cultura americana ossessionata dal ritorno a casa]

Sono essenziali dei canali o delle forme o degli ambienti mediali che rendono comprensibili questi
archetipi → l’ambiente mediale costruisce il messaggio e il suo effetto.

LE FUNZIONI DELL’EMERSIONE DI ARCHETIPI


A cosa porta quella determinata narrazione ?

1. Esorcistica / terapeutica / ricompositiva [chiusa]


2. Problematica / conoscitiva / destrutturante [aperta] (inventata
dai greci → la tragedia, senza una soluzione psicologica, solo narrativa)
3. Autodistruttiva / conoscitiva / rifondante [aperta-chiusa]
(catastrofica, mostra un male ad un livello super profondo, per azzerare e ricominciare da
capo).

A COSA SERVE L’IMMAGINARIO?


La strategia
- Emersione di paure/ desideri
- Per una gestione / Soluzione dei conflitti
- Intuizione/ formalizzazione di processi in atto (funzione specifica dell’arte e della letteratura)
- Immaginazione/ Rappresentazione di scenari futuri

- FARE ESPERIENZA DI SÉ ALL'INTERNO DEL RAPPORTO IO/ NOI


- INTERROGARSI SULL'IDENTITÀ COLLETTIVA
L’AMBIENTE MEDIALE
‘Il medium è il messaggio’ → dibattito Kennedy-Nixon: 8 novembre 1960, tramite radio e televisione.

- Radio vince Nixon


- Televisione vince Kennedy

AGENDA SETTING: selezionare determinati fatti e creare un format

STORY TELLING: costruire una narrazione con inizio e una fine

GENERI E FUNZIONI
1. Il paradigma fiabesco
Cosa succede quando l'orco è esterno?
Storia di cappuccetto rosso e il capro espiatorio della società

2. Paradigma
(dal tragico alla detection): cosa succede quando l'orco è interno?
Non si parla più di fiaba, ma di tragedia (il male non si può espellere, ma è dentro di me; quindi si
deve conoscere il male per la purificazione, per la catarsi quindi).

L'archetipo tragico: Tragedia (590-450)

Aristotele (384-322),
Poetica:
"La tragedia è mimesi di un'azione seria e compiuta.. la quale, mediante una serie di casi
che suscitano pietà terrore, ha per effetto e di sollevare e purificare l'animo di siffatte passioni"

Umberto Eco:
Il finale "scioglie il nodo della trama, ma non concilia lo spettatore con se stesso: anzi il conchiudersi
della storia gli apre un problema"

LA DETECTION
Edmund Wilson:
"I gialli celebri, per la maggior parte, sono dedicati a risolvere un problema più
che a esaminarlo. I loro ragionamenti mettono la ragione a dormire, aboliscono
l'oscurità per mezzo della delucidazione e seppelliscono il cadavere una volta per
tutte… Sono esorcismi, storie a lieto fine che potremmo classificare come
commedie, perché rimettono in ordine ciò che è stato turbato"
LA NARRAZIONE DELLA GUERRA

La guerra americana contro il terrorismo

1. LIVELLO DELLE AZIONI:


Come la televisione racconta le azioni di guerra, tramite la diretta: deve risistemare il trauma
improvviso dell’attacco.
SCHEMA ESSENZIALE
(doppia ipotesi)

● ORDINE-STABILITA'
(Usa in pace, mancanza di minaccia)
● ROTTURA DEL FINTO ORDINE
● ROTTURA DELL'ORDINE (danneggiamento "provvidenziale".
(Danneggiamento - fine di uno status- Lo pseudo status in apparente
si va verso uno status diverso?) equilibrio è abbandonato)

● RIPRISTINO DELL'ORDINE ORIGINARIO ● RAGGIUNGIMENTO DI UN NUOVO


(pace - ritorno allo status precedente STATUS, DI UNA NUOVA IDENTITA'
rinnovata potenza) (forze del bene contro forze del male.
In questo caso lo scopo di tutte le
● FINTO ORDINE operazioni militari non è la pace: lo
(dopo la fine della guerra fredda, la status nuovo e stabilizzante consiste
mancanza di nemici crea difficoltà di proprio nella guerra continua e nel
identità) mantenimento del nemico: più c'è
incertezza, più c'è identità, più c'è
stabilità).

2. LIVELLO DEI PERSONAGGI

1. Le funzioni dei personaggi

L’archetipo: guerrieri del deserto


Somiglianze tra il nemico del deserto e i talebani.

Il nemico perfetto: Bin Laden


3 connotazioni:
1. Il vecchio della montagna: capo ribelle, che muove come marionette i suoi affiliati;
2. San francesco: (interpretazione semiotica: fuori dalla realtà), vengono entrambi da una
famiglia ricca e fanno una scelta di assoluta privazione e sacralizzazione, dedicata ad uno
scopo ben preciso;
3. Satana: vero e proprio emblema del male.
Alcuni esempi di archetipi:

● Il pandemonio: inventato dal poeta John Milton, luogo opposto al paradiso, dove tutti i
demoni sono racchiusi (villaggio degli indiani, o Kabul: rappresentata sempre uguale,
desertica, bassa, opposta a New York)

● la fanciulla rapita
● l’eliminazione del male

LA DIVULGAZIONE DELLA STORIA IN TV

Hayden White: METAHISTORY (1973): analisi del lavoro dello storico, in senso quasi psicologico che
compositivo, il lavoro dello storico non è per sua natura oggettivo, la storia essendo legata al medium
scritto (dai tempi di Erodoto), la storia è una selezione di fatti e avvenimenti, attinti da delle liste e
risistemazione di essi attraverso la scrittura.

Narrazioni storiche e scrittura


Artefatti verbali che mettono insieme contenuti tanto inventati quanto trovati: essi attingono alla
cronaca, trasformandola in una struttura d'intreccio (esattamente come nella produzione di fantasia).

MEDIA DI MASSA DIVULGAZIONE STORICA

Medievalizzazione dello spazio e del Le narrazioni storiche come antidoto


tempo (ci fanno perdere le coordinate contro l'appiattimento sul presente?
geografiche e temporali, abbiamo perso
profondità)
I media di massa come congegni di Funzioni della divulgazione storica
disinnesco del tragico televisiva:

- (detection - narrazione guerra…) 1. Moderatamente problematica


- (approfondimento del problema che va 2. Rassicurante (perché quella società è lontana
alla radice) da me)
3. Eversione controllata (vengono analizzate
altre società, molto diverse da noi)

“TOP TEN” DEGLI IMMAGINARI


“EVO” IMMAGINARI

Antico Egitto (misteri, oltretomba, mondo rassicurante


e civiltà facile da raccontare)/ Roma (mondo
interessante, ma molto barbarico)

Medio Mistero/ Templari/ Grecia etc.

Moderno Biografie/ Rivoluzione/ Guerre napoleoniche

Contemporaneo Anni ‘30, Guerra fredda/ Anni di piombo…


QUESTIONI DA PORSI
- Cosa succede quando non è più la scrittura a raccontare la storia?
- Cosa succede quando non ci sono più istituzioni collettive condivise (scuola etc.) a
perpetuare la memoria?
- Cosa succede quando l'idea stessa collettiva si sfalda e si frammenta (rete)?

- Quale posizione viene ad assumere un medium di massa come la televisione in un quadro


così radicalmente mutato?
- Può riscoprire una funzione mediale centrale, aiutando lo spettatore a riposizionarsi rispetto
al mondo frammentato e orizzontale del web?

LA TELEVISIONE ITALIANA
Secondo Umberto Eco: noi distinguiamo una
- pale televisione (dalla fine degli anni ‘50 fino ai primi anni ‘80): intrattenimento e forte
funzione didattica, ad esempio il programma ‘non è mai troppo tardi’ dove si insegnava a
leggere e a scrivere; ritmo molto lento e mette in equilibrio didattico con l’elemento di
intrattenimento;
- neotelevisione (dopo anni ‘80): rompe questo equilibrio e basa tutto sull’intrattenimento
finalizzandolo alla vendita di spazi pubblicitari → ritmo molto più rapido e dinamico.
Alcune funzioni della divulgazione storica televisiva
1. Antidoto rispetto all'assolutizzazione del tempo e all'appiattimento sul presente:
crescente ignoranza dei fatti storici, la rete appiattisce tutto il presente, c’è un tempo
assoluto nel presente (le generazioni di oggi fanno fatica a porre dei punti di riferimento);

2. Funzione moderatamente problematica: i media cercano di eliminare una funzione


fondamentale ovvero quella tragica, che mette sul tavolo una serie di problemi, li sviscera,
cerca di capire gli effetti, ma non chiude in maniera rassicurante tale operazione, ovvero non
forniscono una soluzione positiva; i media invece sono per loro natura rassicuranti,
terapeutici → la storia ha una funzione moderatamente tragica, perché molti degli eventi
che vengono narrati, difficilmente possono avere un elemento rassicurante, ma è possibile!
Ci fornisce anche delle chiavi diverse per vedere la realtà;

3. Rassicurante: come fa la televisione a salvare la tragicità? Quando la storia è molto antica,


possiamo assumere delle caratteristiche di analisi problematiche, poiché non ci riguarda da
vicino (riguardo la storia fredda, ovvero molto lontana);

4. Eversione controllata: possiamo ammirare e analizzare da lontano (tira molto di più un


programma sull’impero romano, più che sulla democrazia ateniese) [distanza storica].

I FORMAT (o strutture) della neo televisione generalista italiana

IL MODELLO PALEOTELEVISIONE

- conduttore in studio,
- esperti in studio
- finestre di approfondimento, con filmati
secondari
- il conduttore è il mediatore tra il
pubblico e gli esperti (ponte verso la
conoscenza).
Modello diretto
- Non è presente lo studio
- Azione di detection
- Il narratore ha cultura di grado 0, è
come lo spettatore.

Modello
1. utilizzo di tutte le soluzioni
mediali a disposizioni;
2. narrazione rapidissima e
frammentata, con un montaggio forsennato.
3. Non sono presenti gli esperti,
4. è presente una voce narrante
esterna.
5. ritmo rapido, con pause
pubblicitarie.

I NUOVI MODELLI RAI DELLA DIVULGAZIONE STORICA

- viene abolito il conduttore in studio,


viene però posta una voce narrante, pari al
narratore onnisciente manzoniano, introduce
e riassume di ciò che verrà trattato,
preannuncia dei filmati;

- non ci sono finestre con l’intervento di


altri storici, solo testimoni degli eventi;

- musica classica di sottofondo, puntata


con atmosfera seriosa;

- non sono presenti FC.


- modo innovativo, modello estinto, ma
fondamentale nei primi anni 2000;
- narratore in studio, ma ha perso
qualsiasi connotazione didattica, è un narratore
- conduttore neutrale, figura statica dietro la
scrivania; perde la sua connotazione di
protagonista; eppure lo studio è importante;
- studio interattivo, con diversi schermi,
con parole sottolineate con lo schermo;
- elevati approfondimenti, con studiosi di
alto livello.

CONCLUSIONE

- Manca un programma integralmente storico (non solo sul Novecento cioè) che si occupi
anche di storia fredda. (tutti si occupano solo di storia calda - ovvero il Novecento) →
constatazione non vera, perché già dal 2003 si sono tentati dei format integralmente storici
che ponevano l’attenzione nella storia nel suo complesso (forma unica e complessa che non
esiste in nessun’altra parte del mondo)

Novità recenti
- Il tempo e la storia (2013): studio molto innovativo, giornalista divulgatore, storico di turno
in studio il quale segue tutta la puntata (comitato scientifico del programma); [funzione
accademica dello storico]
- a.C.d.C - - Dall'Homo Sapiens a Napoleone (2013): storico che introduce un filmato,
commentandolo e ponendone i limiti.

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