Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Studente
1
INTRODUZIONE
La vista di palloni colorati galleggianti nel cielo nelle belle giornate di sole, è ormai
diventata una familiarità. La mongolfiera è la tecnologia di volo più antica che
l’uomo abbia ideato. I due fratelli francesi Joseph Michel (1740-1810) e Jacques
Etienne Mongolfier (1745-1799), osservando la forza ascensionale del fumo e
notando che i sacchetti di carta messi sopra il focolare tendevano a sollevarsi,
ritennero che, se fossero riusciti a rinchiudere quello che ritenevano essere gas dentro
un involucro abbastanza grande e molto leggero, questo sarebbe stato in grado di
innalzarsi nel cielo. Dopo numerosi esperimenti nacque così la mongolfiera.
Tutt’oggi questo vecchissimo mezzo d’aviazione non è ancora stato messo in cantina,
anzi, numerosi e vasti sono gli impieghi della mongolfiera, o più in generale dei
palloni aerostatici. Oltre all’impiego sportivo che siamo abituati a vedere, esiste
anche l’impiego scientifico. Le applicazioni sono molteplici: la rilevazione
dell’inquinamento globale e la pulizia dell’aria alle varie quote atmosferiche, il
monitoraggio dei flussi di traffico che strangolano città, lo studio e l’analisi
dell’inquinamento paesaggistico. C’è una certa ironia sul fatto che una tecnologia
sviluppata nel XVIII secolo è ora diventata fortemente connessa con le tecnologie
moderne. Le applicazioni elettroniche hanno assunto un ruolo fondamentale anche in
questa speciale branchia dell’aviazione. In particolar modo i palloni aerostatici usati
nelle rilevazioni scientifiche, oltre alle apparecchiature di misurazione presenti a
bordo, non essendo condotti da piloti “in carne ed ossa” necessitano di sistemi di
autopilotaggio, lo scopo infatti di questa tesi e appunto quello di creare un controllo
sull’altitudine della mongolfiera.
2
2. MODELLO
2.1 Composizione
Alla base del funzionamento delle mongolfiere è il ben noto Principio di Archimede:
“Un corpo immerso in un liquido riceve una spinta dal basso verso l’alto uguale al
peso del volume di liquido spostato”. In altre parole, se l’oggetto occupa uno spazio
V e in quel volume V ci potesse stare una massa M del fluido (che non ci può stare
perché c’è l’oggetto estraneo che ne prende il posto), l’oggetto subisce una spinta
verso l’alto pari al peso del fluido spostato, cioè 𝐹 = 𝑀𝑔 dove M è la massa e g è
l’accelerazione di gravità pari a 9.8m/s2. Se il suo peso è inferiore a quello del fluido
spostato, la forza netta sarà verso l’alto e l’oggetto sale (o galleggia in superficie), se
invece pesa di più l’oggetto del fluido spostato, scende (o affonda).
Più nel dettaglio, una mongolfiera ha un volume V tipicamente tra i 2000 e i 3000 m3,
diciamo 2000 per l’esempio. In quei 2000 m3 ci sarebbe aria, che peserebbe circa 2,5
t considerando una temperatura pari a 0°. A questo punto la spinta di Archimede che
ne deriva è:
𝐹𝐴 = 𝑉𝜌𝑎 𝑔
𝐹𝑚 = (𝑀 + 𝑉𝜌𝑟 )𝑔
(𝑀 + 𝑉𝜌𝑟 )𝑔 ≤ 𝑉𝜌𝑎 𝑔
Quando
𝑀
𝜌𝑟 ≤ 𝜌𝑎 −
𝑉
4
2.3 Descrizione del modello
Input: Bruciatore
Output: Altitudine
𝜃𝑎
𝑚𝑧̈ + 𝑏𝑧̇ = −𝑚𝑔 + 𝑓𝑤 + 𝑉𝑔𝜌𝑎 (1 − )
{ 𝜃
𝑐𝜃̇ + 𝑘(𝜃 − 𝜃𝑎 ) = 𝑞
5
Dove i parametri sono inseriti nella seguente tabella:
𝑥̇1 = 𝑥2
𝑏𝑥2 𝑉𝑔𝜌𝑎 𝜃𝑎
𝑥̇ 2 = − − 𝑔 + 𝑓𝑤 + (1 − )
𝑚 𝑚 𝑥3
𝑢 𝑥3 − 𝜃𝑎
{ 𝑥̇ 3 = − 𝑘 ( )
𝑐 𝑐
6
Fig.1 MATLAB Function
7
2.4 Linearizzazione
Il sistema risulta non lineare a causa della presenza al denominatore della variabile di
stato x3. Si rende pertanto necessaria una linearizzazione nell’intorno di un punto di
equilibrio, proprio perché un sistema lineare è decisamente più facile da manipolare.
Dunque, imponendo 𝑥̇1 = 𝑥̇ 2 = 𝑥̇ 3 = 0, si ottengono i valori delle variabili di stato e
del controllo all’equilibrio:
𝑥̅2 = 0
𝜃𝑎
𝑥̅3 = 𝑚
1 − 𝑉𝜌
𝑎
𝑢̅ = 𝑘(𝑥̅3 − 𝜃𝑎 )
Allora il precedente sistema non lineare può essere approssimato con un sistema
lineare (rappresentazione Ingresso/Stato/Uscita) così definito:
𝑥̇ (𝑡 ) = 𝑓(𝑡, 𝑥 (𝑡 ), 𝑢(𝑡 ))
{
𝑦(𝑡 ) = 𝜂(𝑡, 𝑥(𝑡 ), 𝑢(𝑡 ))
𝑥̇ (𝑡 ) = 𝐴𝑥 (𝑡 ) + 𝐵𝑢(𝑡)
{
𝑦(𝑡 ) = 𝐶𝑥(𝑡 ) + 𝐷𝑢(𝑡)
8
Di cui:
𝜕𝜂(𝑡, 𝑥 (𝑡 ), 𝑢(𝑡))
𝐶= | ∈ ℝ𝑝𝑥𝑛
𝜕𝑥(𝑡) 𝑥(𝑡)=𝑥̅
𝑢(𝑡)=𝑢
̅
Dove:
0 1 0
𝑏 𝑔(𝑉𝜌𝑎 −𝑚)2
0
𝐴 = 0 −𝑚 𝑚𝑉𝜌𝑎 𝜃𝑎 𝐵 = [01 ] 𝐶 = [1 0 0] 𝐷 = 0
𝑘
[0 0 −
𝑐 ] 𝑐
0 1 0 0
𝐴 = [0 −0.04 0.0970 ] 𝐵 = [ 0 ] 𝐶 = [1 0 0] 𝐷 = 0
0 0 −0.035 0.0014
9
3 ANALISI DEL SISTEMA
𝜆1 0
[𝜆2 ] = [ −0.04 ]
𝜆3 −0.0035
Si può subito notare che è presente un autovalore in 0, ma essendo m.a.(λ1) = m.g.(λ1)
possiamo concludere che il sistema è marginalmente stabile, tuttavia non essendo
asintoticamente stabile, a fronte di una piccola perturbazione il sistema non ritorna
all’equilibrio. Si rende dunque necessaria una legge di controllo in grado di riportare
il sistema all’equilibrio.
10
3.2 Proprietà Strutturali
• RAGGIUNGIBILITA’ e CONTROLLABILITA’
• OSSERVABILITA’ e RICOSTRUIBILITA’
0 0 1.3512 𝑥 10−4
2
𝑅 = [ 𝐵 𝐴𝐵 𝐴 𝐵 ] = [ 0 1.3512 𝑥 10−4 −5.8754 𝑥 10−6 ]
0.0014 −4.8494 𝑥 10−6 1.6885 𝑥 10−8
11
3.2.2 Osservabilità e Ricostruibilità
𝐶 1 0 0
𝑂 = [ 𝐶𝐴 ] = [0 1 0 ]
𝐶𝐴2 0 −0.04 0.097
Nel caso in esame, il rango della matrice è 𝑟 = 3 = 𝑛 (rango massimo), si può dunque
concludere che il sistema è completamente osservabile e dunque anche
completamente ricostruibile.
4 SINTESI
4.1 Progetto del controllore
Di seguito vengono riportate le risposte in evoluzione libera dei 3 stati del sistema
lineare a fronte di piccolissime perturbazioni con relativa legge di controllo, dove si
vedono chiaramente gli stati, che dopo un lasso di tempo convergono all’equilibrio:
Fig.4 Evoluzione libera dello stato del sistema linearizzato con retroazione statica
13
Fig.5 Uscite a confronto con retroazione statica del modello lineare (rosso) e non lineare (blu)
Si può notare che abbiamo ottenuto ciò che volevamo, ovvero la legge di controllo
scelta rende il sistema asintoticamente stabile e dunque il punto di equilibrio risulta
stabile e attrattivo: partendo da condizioni iniziali diverse da zero il moto dello stato
converge al punto di equilibrio.
Un osservatore di stato altro non è che un sistema dinamico, costruito per replica del
sistema di cui si vuole stimare lo stato, che riceve in ingresso l’uscita 𝑦(𝑡) e
l’ingresso 𝑢(𝑡) del sistema e fornisce in uscita la stima del suo stato.
14
Il modello tipico di un osservatore è il seguente:
𝑒̇ (𝑡) = (𝐴 + 𝐿𝐶 )𝑒(𝑡)
{
𝑒(0) = 𝑥̂(0) − 𝑥(0)
15
3.6504
𝐿 = [ 4.1957 ]
16.6607
16
Fig. 8 Errore e(t) di ricostruzione dello stato (lineare)
17
4.3 Compensatore dinamico
Nei seguenti grafici si può vedere chiaramente come varia la posizione della
mongolfiera che parte da una certa altezza fino a raggiungere i 10 m (valore di target
scelto), per poi stabilizzarsi, con annesse tutte le variazioni degli altri stati, l’errore di
ricostruzione e la potenza termica in ingresso al sistema non lineare.
18
Fig.10 Andamento della posizione (m)
19
Fig.11 Andamento della velocità (m/s)
20
Fig.13 Errore di ricostruzione e(t)
21
Fig.14 Potenza termica emanata dal bruciatore (W)
5 CONCLUSIONI
22
BIBLIOGRAFIA
23