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Matematica per le Applicazioni Economiche e Finanziarie

Alcuni svolgimenti degli esercizi del file “Esercizi Ammortamenti” (la


numerazione seguirà quella di tale file)

1. ESERCIZIO 1
Si ipotizzi di avere la possibilità di rateizzare la restituzione di un debito
di 30000 euro attraverso un piano di ammortamento a rata semestrale
costante pagata posticipatamente al tasso annuo i = 4%. Sapendo
che alla fine di ogni semestre non si può pagare un importo superiore
a 1600 euro, si determini il numero minimo di semestralità dopo il
quale il debito può essere estinto e si determini il valore della rata.
Si stabilisca se un piano di ammortamento semestrale a quota capitale
costante avrebbe previsto un numero minimo di semestralità differente.
Svolgimento esercizio 1

2. ESERCIZIO 2
Agnese contrae un debito di 20000. Deve rimborsare tale debito con un
piano di ammortamento trimestrale con quota capitale costante e rata
pagata posticipatamente al tasso annuo i = 2.5%. Sapendo che Agnese
alla fine di ogni trimestre non può pagare un importo superiore a 1500
euro, determinare il numero di semestralità con cui Agnese estinguerà
il suo debito.
Svolgimento esercizio 2

3. ESERCIZIO 4
Si consideri un debito di 23000 in 10 rate semestrali al tasso annuo
del 15%. Si determinino la prima riga di un piano di ammortamento
a rata costante, la quinta riga di un piano di ammortamento a quota
capitale costante, l’ultima riga di un piano di ammortamento in unica
soluzione.
Svolgimento esercizio 4

4. ESERCIZIO 11
Si ipotizzi di avere la possibilità di rateizzare la restituzione di un debito
di 24000 euro attraverso un piano di ammortamento semestrale a rata

1
costante, pagata posticipatamente al tasso semestrale i = 6%. Sapendo
che alla fine di ogni semestre non si può pagare un importo superiore
a 1300 euro, si stabilisca se il debito può essere estinto in 20 anni.
Stabilire, inoltre, se il debito può essere estinto dopo 10 anni con piano
di ammortamento semestrale a quota capitale costante.
Svolgimento esercizio 11

5. ESERCIZIO 12
Si ipotizzi di avere la possibilità di rateizzare la restituzione di un debito
di 25000 euro attraverso un piano di ammortamento che prevede rate
semestrali a quota capitale costante al tasso annuo del 3%.
a) Sapendo che alla fine di ogni semestre non si può pagare un importo
superiore a 1150 euro, si stabilisca se il debito può essere estinto dopo
10 anni. In caso contrario si determini il numero minimo di anni dopo il
quale il debito può essere estinto e il corrispondente valore della prima
rata.
Svolgimento punto a)
b) Sapendo che alla fine di ogni anno non si può pagare un importo
superiore a 2150 euro, si stabilisca se il debito può essere estinto dopo
15 anni con un piano di ammortamento a rata annua costante al tasso
annuo del 3%.
Svolgimento punto b)

6. ESERCIZIO 13
Si supponga di poter effettuare l’acquisto di un bene il cui costo am-
monta a 31250 euro e di avere la possibilità di pagare in contanti il
20% della somma e di rateizzare la restante parte attraverso un piano
di ammortamento che prevede rate semestrali a quota capitale costante
al tasso semestrale dello 0.3%.
a) Sapendo che alla fine di ogni semestre si può pagare un importo
massimo di 1150 euro, si stabilisca se il debito può essere estinto dopo
10 anni. In caso contrario si determini il numero minimo di anni dopo
il quale il debito può essere estinto e il corrispondente valore della rata.
Svolgimento punto a)

2
b) Si stabilisca se con un piano di ammortamento a rata semestrale
costante con lo stesso tasso di interesse il debito può essere estinto
dopo 10 anni.
Svolgimento punto b)

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SVOLGIMENTI

SVOLGIMENTO ESERCIZIO 1

In un piano di ammortamento che prevede la restituzione del debito in-


ziale, S, attraverso un flusso di pagamenti di m rate, ciascuna rata Rk può
essere scomposta nella somma Ck + Ik , dove Ck e Ik rappresentano rispetti-
vamente la quota capitale e la quota d’interesse. La quota capitale rimborsa
parzialmente il capitale inizialmente preso in prestito, mentre la quota d’in-
teresse remunera il creditore per il differimento della restituzione integrale
del capitale investito.
Secondo la regola di chiusura elementare, che discende dalla definizione di
quota capitale, la somma delle quote capitali coincide con il valore del debito
iniziale (il valore del capitale preso in prestito), ovvero si ha
m
X
Ck = S.
k=1

Secondo la regola di chiusura finanziaria, invece, il flusso delle rate è


equivalente al debito iniziale. Ciò significa che il valore attuale del flusso
delle rate (la somma dei valori attuali delle singole rate) coincide con il debito
iniziale, ovvero si ha
Xm
Rk (1 + i)−k = S.
k=1

Il quesito richiede di determinare il numero minimo di rate necessarie a


estinguere il debito nel caso in cui

1) il piano di ammortamento preveda rate costanti semestrali, il cui com-


puto viene effettuato considerando una legge di capitalizzazione al tasso
annuo i = 4%,

2) non ci si possa permettere di pagare un importo semestrale superiore


a 1600 euro.

Prima di procedere si ricordi che in un piano di ammortamento a rate


costanti (Rk = R, per k = 1, ..., m), pagate a scadenze equidistanti con

4
frequenza pari a quella con la quale si compone il tasso di interesse, la regola
di chiusura finanziaria fornisce la relazione
m
X 1 − (1 + i)−m
S= R(1 + i)−k = Ram|i = R .
k=1
i

Si osservi, inoltre, che il piano di ammortamento oggetto del quesito è


un piano di ammortamento a rate costanti pagate semestralmente, il cui
computo viene effettuato considerando una legge di capitalizzazione al tasso
annuo i = 4%. La frequenza delle rate, dunque, non coincide con quella con la
quale si compone il tasso d’interesse. Risulta, quindi, necessario calcolare il
tasso semestrale equivalente a quello annuo dato. Considerando il legame che
intercorre fra tassi equivalenti in un regime di capitalizzazione esponenziale,
si ha
1 1
is = (1 + ia ) 2 − 1 = (1 + 0.04) 2 − 1 = 0.0198.
Per poter stabilire il numero minimo di rate necessarie all’estinzione del
debito, si ponga Rmax = 1600 e si supponga di pagare ogni semestre esat-
tamente tale cifra. Dalla regola di chiusura finanziaria poc’anzi ricordata si
ha m
X 1 − (1 + is )−m
S= Rmax (1 + is )−k = Rmax am|is = Rmax ,
k=1
is

da cui si ricava
Sis
= 1 − (1 + is )−m
Rmax
ovvero
Sis
(1 + is )−m = 1 −
.
Rmax
Risolvendo l’equazione esponenziale appena ottenuta si ha
 
−m Sis
log(1 + is ) = −m log(1 + is ) = log 1 −
Rmax

da cui
 
Sis
log 1 − log 1 − 30000·0.0198

Rmax 1600
m=− =− = 23.66.
log(1 + is ) log(1 + 0.0198)

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Per estinguere il debito sono, quindi, necessarie almeno 24 rate semestrali.

La seconda parte del quesito richiede di stabilire se il rimborso del capitale


attraverso un piano di ammortamento a quota capitale costante avrebbe
previsto lo stesso numero minimo di rate.
Si sta dunque considerando che

1) il piano di ammortamento preveda rate semestrali a quota capitale


costante, il cui computo viene effettuato considerando una legge di
capitalizzazione al tasso annuo i = 4%,

2) non ci si possa permettere di pagare un importo semestrale superiore


a 1600 euro.

Si osservi che il quesito non richiede di calcolare il numero minimo di rate


necessarie a estinguere il debito, ma solo di stabilire se tale numero risulta
essere differente da 24. Pertanto, potrebbe non essere necessario calcolare il
numero minimo di rate nel nuovo piano di ammortamento e porlo a confronto
con quello del piano di ammortamento precedente1 .
Come prima ricordato, ogni rata può essere scritta come la somma della quo-
ta capitale e la quota di interesse. La successione delle rate, dunque, può
essere letta come la somma della successione delle quote capitali e la succes-
sione delle quote d’interesse. In un piano di ammortamento a quota capitale
costante la prima successione risulta essere costante, mentre la seconda de-
crescente, pertanto, la sequenza delle rate è decrescente. Per tale motivo la
prima rata risulta essere quella con importo maggiore. Ciò consente di effet-
tuare un primo controllo, confrontando l’importo della prima rata di un piano
di ammortamento che prevede 24 rate semestrali a quota capitale costante,
R1 , con l’importo massimo che può essere pagato, Rmax . Si ha, infatti, che

ˆ se R1 > Rmax , si può concludere che il numero minimo di rate necessario


a estinguere il debito è superiore a 24, quindi il numero minimo di rate
necessario a estinguere il debito è diverso 24,

ˆ se R1 = Rmax , si può concludere che il numero minimo di rate necessario


a estinguere il debito è uguale a 24,
1
Tale strategia risolutiva è comunque valida.

6
ˆ se R1 < Rmax , si può affermare che il numero minimo di rate necessario
a estinguere il debito è minore o uguale a 24.

Pertanto, solo nel terzo caso per poter rispondere al quesito è necessario
calcolare il numero minimo di rate necessarie nel nuovo piano.
Ricordando che

ˆ in un piano di ammortamento a quota capitale costante, (Ck = C, per


ogni k = 1, ..., m) la regola di chiusura elementare fornisce la relazione
S
S = Cm, da cui segue C = ,
m
ˆ la prima quota di interesse è il prodotto fra la somma presa in prestito
e il tasso di interesse, I1 = is S,

ˆ la prima rata può essere scritta come la somma della quota capitale e
della prima quota di interesse, R1 = C + I1 ,

si ha
S 30000
ˆ C= = = 1250,
m 24
ˆ I1 = Sis = 30000 · 0.0198 = 594,

ˆ R1 = C + I1 = 1250 + 594 = 1844.

Si ha, dunque,
R1 = 1844 > 1600 = Rmax ,
quindi, il debito non può essere estinto in 24 semestri e il numero minimo di
rate necessarie all’estinzione del debito è diverso da 24 (è maggiore 24).

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SVOLGIMENTO ESERCIZIO 2

In un piano di ammortamento che prevede la restituzione del debito in-


ziale, S, attraverso un flusso di pagamenti di m rate, ciascuna rata Rk può
essere scomposta nella somma Ck + Ik , dove Ck e Ik rappresentano rispetti-
vamente la quota capitale e la quota d’interesse. La quota capitale rimborsa
parzialmente il capitale inizialmente preso in prestito, mentre la quota d’in-
teresse remunera il creditore per il differimento della restituzione integrale
del capitale investito.
Secondo la regola di chiusura elementare, che discende dalla definizione di
quota capitale, la somma delle quote capitali coincide con il valore del debito
iniziale (il valore del capitale preso in prestito), ovvero si ha
m
X
Ck = S.
k=1

Secondo la regola di chiusura finanziaria, invece, il flusso delle rate è


equivalente al debito iniziale. Ciò significa che il valore attuale del flusso
delle rate (la somma dei valori attuali delle singole rate) coincide con il debito
iniziale, ovvero si ha
Xm
Rk (1 + i)−k = S.
k=1

Il quesito richiede di determinare il numero minimo di semestri necessari


a estinguere il debito nel caso in cui

1) il piano di ammortamento preveda rate trimestrali a quota capitale


costante, calcolate con una legge di capitalizzazione al tasso annuo
i = 2.5%,

2) non ci si possa permettere di pagare un importo trimestrale superiore


a 1500 euro.

Il piano di ammortamento oggetto del quesito è un piano di ammortamen-


to con rate a quota capitale costante, pagate trimestralmente, il cui computo
viene effettuato considerando una legge di capitalizzazione al tasso annuo
i = 2.5%. La frequenza delle rate, dunque, non coincide con quella con la

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quale si compone il tasso d’interesse. Risulta, quindi, necessario calcolare il
tasso trimestrale equivalente a quello annuo dato. Considerando il legame che
intercorre fra tassi equivalenti in un regime di capitalizzazione esponenziale
si ha
1 1
it = (1 + ia ) 4 − 1 = (1 + 0.025) 4 − 1 = 0.00619.
Come prima ricordato, ogni rata può essere scritta come la somma della
quota capitale e la quota di interesse. La successione delle rate, dunque,
può essere letta come la somma della successione delle quote capitali e la
successione delle quote d’interesse. In un piano di ammortamento a quota
capitale costante la prima successione risulta essere costante, mentre la se-
conda decrescente, pertanto, la sequenza delle rate è decrescente. Per tale
motivo la prima rata risulta essere quella con importo maggiore. Per deter-
minare il numero minimo di rate necessarie a estinguere il debito, dunque,
basta supporre di pagare come prima rata al più l’importo massimo che ci si
può permettere e ricavare il numero di rate a esso corrispondente.
Ricordando che
ˆ in un piano di ammortamento a quota capitale costante, (Ck = C, per
ogni k = 1, ..., m) la regola di chiusura elementare fornisce la relazione
S
S = Cm, da cui segue C = ,
m
ˆ la prima quota di interesse è il prodotto fra la somma presa in prestito
e il tasso di interesse, I1 = Cit ,
ˆ la prima rata può essere scritta come la somma della quota capitale e
della prima quota di interesse, R1 = C + I1 ,
si ha
S
R1 = C + I1 = C + Sit = + Sit
m
da cui si ottiene
S
R1 = + Sit
m
e quindi
S
= R1 − Sit
m
che fornisce la relazione
S
m= .
R1 − Sit

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Pertanto, ipotizzando di pagare come prima rata Rmax = 1500 si ha
20000
m= = 14.53
1500 − 20000 · 0.00619
Per estinguere il debito saranno, dunque necessarie, come minimo, 15 rate
trimestrali, ovvero 7.5 semestri.

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SVOLGIMENTO ESERCIZIO 4

Considerare la restituzione di un prestito, ottenuto al tempo t = 0 di


un capitale del valore S, dilazionata nel tempo significa concordare con la
controparte
ˆ la durata, n, del prestito,

ˆ lo scadenzario, {1, 2, ..., n},

ˆ per ogni data di esigibilità, k = 1, ..., n, l’importo Rk che il debitore


deve corrispondere al creditore.
Ciascuna quantità Rk prende il nome di rata e può essere scomposta
nella somma Ck + Ik , dove Ck e Ik rappresentano rispettivamente la quota
capitale e la quota d’interesse. La quota capitale rimborsa parzialmente il
capitale inizialmente preso in prestito, mentre la quota d’interesse remunera il
creditore per il differimento della restituzione integrale del capitale investito.
Poiché il capitale viene restituito in modo progressivo, in ogni istante di
esigibilità k possono essere definiti il debito residuo, Dk , e il debito estinto,
Ek . Il primo rappresenta la parte di capitale preso in prestito che non è stata
ancora restituita al tempo t = k; il secondo rappresenta la parte di capitale
preso in prestito che è stata restituita al tempo t = k.
Secondo la regola di chiusura elementare, che discende dalla definizione di
quota capitale, la somma delle quote capitali coincide con il valore del debito
iniziale (il valore del capitale preso in prestito), ovvero si ha
m
X
Ck = S.
k=1

Secondo la regola di chiusura finanziaria, invece, il flusso delle rate è


equivalente al debito iniziale. Ciò significa che il valore attuale del flusso
delle rate (la somma dei valori attuali delle singole rate) coincide con il debito
iniziale, ovvero si ha
Xm
Rk (1 + i)−k = S.
k=1

Attraverso l’impostazione elementare che prevede le quote capitali co-


me variabili di controllo per definire la chiusura del debito, si ottengono le
seguenti formule ricorsive

11
ˆ Ik = iDk−1 (quota interesse),

ˆ Rk = Ck + Ik (rata),

ˆ Ek = Ek−1 + Ck (debito estinto),

ˆ Dk = Dk−1 − Ck (debito residuo).


Attraverso l’impostazione finanziaria che prevede le rate come variabili di
controllo, si ottengolo le seguenti formule ricorsive

ˆ Ik = iDk−1 (quota interesse),

ˆ Dk = Dk−1 (1 + i) − Rk (debito residuo),

ˆ Ck = Rk − Ik = Dk−1 − Dk (quota capitale),

ˆ Ek = Ek−1 + Ck (debito estinto).

Il quesito richiede di considerare il rateizzo di un debito di 23000 euro in


10 rate semestrali al tasso annuo del 15% e di determinare

a) la prima riga del piano di ammortamento supponendo che questo sia a


rata costante,
b) la quinta riga del piano di ammortamento supponendo che questo sia
a quota capitale costante,
c) l’ultima riga del piano di ammortamento supponendo che questo sia in
unica soluzione.

Prima di procedere si osservi che la frequenza delle rate (semestrale) non


coincide con quella con la quale si compone il tasso d’interesse (annuo). Ri-
sulta, quindi, necessario calcolare il tasso semestrale equivalente a quello
annuo dato. Considerando il legame che intercorre fra tassi equivalenti in un
regime di capitalizzazione esponenziale, si ha
1 1
is = (1 + ia ) 2 − 1 = (1 + 0.15) 2 − 1 = 0.07238 = 7.238%.

a) In un piano di ammortamento a rate costanti (Rk = R, per k =


1, ..., m), pagate a scadenze equidistanti con frequenza pari a quella con la

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quale si compone il tasso di interesse, la regola di chiusura finanziaria fornisce
la relazione
m
X
−k 1 − (1 + i)−m
S= R(1 + i) = Ram|i =R .
k=1
i

Ipotizzando, quindi, un piano di ammortamento che prevede il rimborso di


S = 23000 euro in m = 10 rate costanti semestrali, per la prima riga (k = 1)
del piano di ammortamento si ha
is 0.07238
ˆ R=S −m
= 23000 = 3310.80,
1 − (1 + is ) 1 − (1 + 0.07238)−10
ˆ I1 = Sis = 23000 · 0.07238 = 1664.74,

ˆ C1 = R − I1 = 3310.80 − 1664.74 = 1646.06,

ˆ D1 = S − C1 = 3310.80 − 1646.06 = 21353.94,

ˆ E1 = C1 = 1646.06.

b) In un piano di ammortamento a quota capitale costante, (Ck = C,


per ogni k = 1, ..., m) la regola di chiusura elementare fornisce la relazione
S
S = Cm, da cui segue C = .
m
Ipotizzando, quindi, un piano di ammortamento che prevede il rimborso
di S = 23000 euro in m = 10 rate semestrali a quota capitale costante, per
la quinta riga (k = 5) del piano di ammortamento si ha

S 23000
ˆ C= = = 2300,
m 10
m−k+1 3
ˆ I5 = iS = 23000 · 0.07238 = 998.84,
m 5
ˆ R5 = C + I5 = 2300 + 998.84 = 3298.84,
m−k 1
ˆ D5 = S = 23000 = 11500,
m 2
ˆ E5 = S − D5 = 23000 − 11500 = 11500.

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c) In un piano di ammortamento in un’unica soluzione tutte le quote capi-
tali, a eccezione dell’ultima, sono nulle, tutte le rate, a eccezione dell’ultima,
sono composte dalle sole quote d’interesse, l’ultima quota capitale rimborsa
S, l’ultima rata si compne di S e l’ultima quota di interesse.
Ipotizzando, quindi, un piano di ammortamento in unica soluzione che
prevede il rimborso di S = 23000 euro in m = 10 rate semestrali, per l’ultima
riga (k = 10) del piano di ammortamento si ha

ˆ C10 = S = 23000,

ˆ I10 = iS = 23000 · 0.07238 = 1664.74,

ˆ R10 = C10 + I10 = 23000 + 1664.74 = 24664.74,

ˆ D10 = 0,

ˆ E10 = S = 23000.

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SVOLGIMENTO ESERCIZIO 11

In un piano di ammortamento che prevede la restituzione del debito in-


ziale, S, attraverso un flusso di pagamenti di m rate, ciascuna rata Rk può
essere scomposta nella somma Ck + Ik , dove Ck e Ik rappresentano rispetti-
vamente la quota capitale e la quota d’interesse. La quota capitale rimborsa
parzialmente il capitale inizialmente preso in prestito, mentre la quota d’in-
teresse remunera il creditore per il differimento della restituzione integrale
del capitale investito.
Secondo la regola di chiusura elementare, che discende dalla definizione di
quota capitale, la somma delle quote capitali coincide con il valore del debito
iniziale (il valore del capitale preso in prestito), ovvero si ha
m
X
Ck = S.
k=1

Secondo la regola di chiusura finanziaria, invece, il flusso delle rate è


equivalente al debito iniziale. Ciò significa che il valore attuale del flusso
delle rate (la somma dei valori attuali delle singole rate) coincide con il debito
iniziale, ovvero si ha
Xm
Rk (1 + i)−k = S.
k=1

Il quesito richiede di stabilire


a) se il debito di 24000 euro può essere estinto in 20 anni sotto le condizioni

1) il piano di ammortamento prevede rate semestrali costanti, il cui


computo viene effettuato considerando una legge di capitalizza-
zione al tasso semestrale i = 6%,
2) non ci si possa permettere di pagare un importo semestrale supe-
riore a 1300 euro.

b) se il debito di 24000 euro può essere estinto in 10 anni sotto le condizioni


1) il piano di ammortamento preveda rate semestrali a quota capitale
costante, il cui computo viene effettuato considerando una legge
di capitalizzazione al tasso semestrale i = 6%,

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2) non ci si possa permettere di pagare un importo semestrale supe-
riore a 1300 euro.

Prima di procedere si osservi che in un qualsiasi piano di ammortamento


la prima quota d’interesse risulta essere pari al prodotto fra il valore della
somma presa in prestito e il tasso di interesse espresso con la frequenza pari
a quella del pagamento delle rate.
In entrambi i piano di ammortamento indicati dal quesito la frequanza di
pagamento delle rate e la frequenza di composizione del tasso coincidono. Si
ha, dunque, per entrambi i piani dati,

I1 = Si = 24000 · 0.06 = 1440

Poiché
I1 = 1440 > 1300 = Rmax
il debito risulta essere non estinguibile attraverso i due piani.
Si osservi che, sotto le condizoni

1) non ci si può permettere di pagare un importo semestrale superiore a


1300 euro,

2) il computo delle rate avviene attraverso un regime di capitalizzazione


esponenziale al tasso semestrale del 6%,

non esiste piano di ammortamento che consenta l’estinzione del debito.

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SVOLGIMENTO ESERCIZIO 12

In un piano di ammortamento che prevede la restituzione del debito in-


ziale, S, attraverso un flusso di pagamenti di m rate, ciascuna rata Rk può
essere scomposta nella somma Ck + Ik , dove Ck e Ik rappresentano rispetti-
vamente la quota capitale e la quota d’interesse. La quota capitale rimborsa
parzialmente il capitale inizialmente preso in prestito, mentre la quota d’in-
teresse remunera il creditore per il differimento della restituzione integrale
del capitale investito.
Secondo la regola di chiusura elementare, che discende dalla definizione di
quota capitale, la somma delle quote capitali coincide con il valore del debito
iniziale (il valore del capitale preso in prestito), ovvero si ha
m
X
Ck = S.
k=1

Secondo la regola di chiusura finanziaria, invece, il flusso delle rate è


equivalente al debito iniziale. Ciò significa che il valore attuale del flusso
delle rate (la somma dei valori attuali delle singole rate) coincide con il debito
iniziale, ovvero si ha
Xm
Rk (1 + i)−k = S.
k=1

Svolgimento punto a)

Il quesito richiede di stabilire se il debito può essere estinto in 10 anni


considerando che

1) il piano di ammortamento preveda rate semestrali a quota capitale


costante, calcolate considerando una legge di capitalizzazione al tasso
annuo i = 3%,

2) non ci si possa permettere di pagare un importo semestrale superiore


a Rmax = 1150 euro.

Prima di procedere si osservi che il piano di ammortamento oggetto del


quesito è un piano di ammortamento con rate a quota capitale costante,
pagate semestralmente, il cui computo viene effettuato considerando una

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legge di capitalizzazione al tasso annuo i = 3%. La frequenza delle rate,
dunque, non coincide con quella con la quale si compone il tasso d’interesse.
Risulta, quindi, necessario calcolare il tasso semestrale equivalente a quello
annuo dato. Considerando il legame che intercorre fra tassi equivalenti in un
regime di capitalizzazione esponenziale si ha
1 1
is = (1 + i) 2 − 1 = (1 + 0.03) 2 − 1 = 0.0148.
Si osservi, inoltre, che il piano di ammortamento prevede rate semestrali,
pertanto il numero di rate da pagare in 10 anni è m = 20.
Come prima ricordato, ogni rata può essere scritta come la somma della
quota capitale e la quota di interesse. La successione delle rate, dunque, può
essere letta come la somma della successione delle quote capitali e la succes-
sione delle quote d’interesse. In un piano di ammortamento a quota capitale
costante la prima successione risulta essere costante, mentre la seconda de-
crescente, pertanto, la sequenza delle rate è decrescente. Per tale motivo la
prima rata risulta essere quella con importo maggiore. Quindi, se la prima
rata del piano di ammortamento con rate semestrali a quota capitale costan-
te di durata 10 anni risulta avere un importo inferiore o uguale a 1150 euro
(l’importo massimo che può essere pagato ogni semestre), il debito risulta
estinguibile in 10 anni.
Si ricordi che

ˆ in un piano di ammortamento a quota capitale costante, (Ck = C, per


ogni k = 1, ..., m) la regola di chiusura elementare fornisce la relazione
S
S = Cm, da cui segue C = ,
m
ˆ la prima quota di interesse è il prodotto fra la somma presa in prestito
e il tasso di interesse, I1 = Sis ,

ˆ la prima rata può essere scritta come la somma della quota capitale e
della prima quota di interesse, R1 = C + I1 .

Indicati, quindi, con R1 la prima rata di tale piano di ammortamento, con


S = 25000 il debito iniziale da rateizzare, C la quota capitale, I1 la prima
quota di interesse, si ha R1 = C + I1 . Calcolando la quota capitale si ottiene
S 25000
C= = = 1250
m 20

18
e poiché R1 = C + I1 > C = 1250 > 1150 = Rmax , il debito non può essere
estinto in 10 anni.

La seconda parte del punto a) del quesito, richiede di determinare il


numero minimo di semestri necessari a estinguere il debito nel caso in cui

1) il piano di ammortamento preveda rate semestrali a quota capitale


costante, calcolate considerando una legge di capitalizzazione al tasso
annuo i = 3%,

2) non ci si possa permettere di pagare un importo semestrale superiore


a 1150 euro.

Per determinare il numero minimo di rate necessarie a estinguere il debito è


sufficiente supporre di pagare come prima rata al più l’importo massimo che
ci si può permettere e ricavare il numero di rate a esso corrispondente.
Dalla relazione
S
R1 = C + I1 = C + Sis = + Sis
m
si ottiene
S
R1 = + Sis
m
e quindi
S
= R1 − Ss i
m
che fornisce l’espressione di m in funzione di S, R1 , C e is
S
m= .
R1 − Sis
Pertanto, ipotizzando di pagare come prima rata l’importo massimo che ci si
può permettere, Rmax = 1150, si ottiene
S 25000 25000
m= = = = 32.05.
Rmax − Sis 1150 − 25000 · 0.0148 780
Pertanto, affinché il debito sia estinto sono necessarie almeno m = 33 rate
semestrali, ovvero 16, 5 anni.

19
L’importo della prima rata del piano di ammortamento a quota capitale
costante composto da 33 rate semestrali al tasso semestrale is = 0.0148%
risulta essere
S 25000
R1 = + Sis = + 25000 · 0.0148 = 1127.57.
m 33

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Svolgimento punto b)

Il quesito richiede di stabilire se il debito può essere estinto in 15 anni nel


caso in cui

1) il piano di ammortamento preveda rate annue costanti, calcolate al


tasso annuo del 3%,

2) non ci si possa permettere di pagare un importo annuale superiore a


2150 euro.

Prima di procedere si ricordi che in un piano di ammortamento a rate


costanti pagate a scadenze equidistanti con frequenza pari a quella con la
quale si compone il tasso di interesse, la regola di chiusura finanziaria fornisce
la relazione
m
X 1 − (1 + i)−m
S= R(1 + i)−k = Ram|i = R .
k=1
i

Si osservi, inoltre, che il piano di ammortamento in oggetto prevede rate


costanti, la cui frequenza coincide con quella del tasso dato. Pertanto, con-
siderando il piano di ammortamento che prevede il rimborso di S = 25000
euro in 15 anni con rate annue costanti, indicato con m il numero delle rate,
m = 15, l’importo della rata risulta essere
i 0.03
R=S = 25000 = 2094.16.
1 − (1 + i)−m 1 − (1 + 0.03)−15
Poiché R = 2094.16 < 2150 = Rmax , il debito può essere estinto in 15 anni.

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20
SVOLGIMENTO ESERCIZIO 13

In un piano di ammortamento che prevede la restituzione del debito in-


ziale, S, attraverso un flusso di pagamenti di m rate, ciascuna rata Rk può
essere scomposta nella somma Ck + Ik , dove Ck e Ik rappresentano rispetti-
vamente la quota capitale e la quota d’interesse. La quota capitale rimborsa
parzialmente il capitale inizialmente preso in prestito, mentre la quota d’in-
teresse remunera il creditore per il differimento della restituzione integrale
del capitale investito.
Secondo la regola di chiusura elementare, che discende dalla definizione di
quota capitale, la somma delle quote capitali coincide con il valore del debito
iniziale (il valore del capitale preso in prestito), ovvero si ha
m
X
Ck = S.
k=1

Secondo la regola di chiusura finanziaria, invece, il flusso delle rate è


equivalente al debito iniziale. Ciò significa che il valore attuale del flusso
delle rate (la somma dei valori attuali delle singole rate) coincide con il debito
iniziale, ovvero si ha
Xm
Rk (1 + i)−k = S.
k=1

Il quesito prevede l’acquisto di un bene il cui pagamento può essere ef-


fettuato con un anticipo in contanti del 20% dell’importo e il rateizzo della
restante parte. Pertanto, la quantità monetaria da rimborsare rateizzata è
pari all’80% di 31250, ovvero 25000 euro.

Svolgimento punto a)

Il quesito richiede di stabilire se il debito può essere estinto in 10 anni


considerando che
1) il piano di ammortamento preveda rate semestrali a quota capitale
costante, calcolate a un tasso semestrale dello 0.3%,
2) non ci si possa permettere di pagare un importo semestrale superiore
a 1150 euro.

21
Prima di procedere si osservi che il piano di ammortamento oggetto del
quesito è un piano di ammortamento con rate a quota capitale costante,
pagate semestralmente, il cui computo viene effettuato considerando una
legge di capitalizzazione al tasso semestrale i = 0.3%. La frequenza delle
rate, dunque, coincide con quella con la quale si compone il tasso d’interesse.
Si osservi, inoltre, che il piano di ammortamento prevede rate semestrali,
pertanto il numero di rate da pagare in 10 anni è m = 20.
Come prima ricordato, ogni rata può essere scritta come la somma della
quota capitale e la quota di interesse. La successione delle rate, dunque, può
essere letta come la somma della successione delle quote capitali e la succes-
sione delle quote d’interesse. In un piano di ammortamento a quota capitale
costante la prima successione risulta essere costante, mentre la seconda de-
crescente, pertanto, la sequenza delle rate è decrescente. Per tale motivo la
prima rata risulta essere quella con importo maggiore. Quindi se la prima
rata del piano di ammortamento con rate semestrali a quota capitale costan-
te di durata 10 anni risulta avere un importo inferiore o uguale a 1150 euro
(l’importo massimo che può essere pagato ogni semestre), il debito risulta
estinguibile in 10 anni.
Si ricordi che

ˆ in un piano di ammortamento a quota capitale costante, (Ck = C, per


ogni k = 1, ..., m) la regola di chiusura elementare fornisce la relazione
S
S = Cm, da cui segue C = ,
m
ˆ la prima quota di interesse è il prodotto fra la somma presa in prestito
e il tasso di interesse, I1 = Si,

ˆ la prima rata può essere scritta come la somma della quota capitale e
della prima quota di interesse R1 = C + I1 .

Denominando, quindi, R1 la prima rata di tale piano di ammortamento,


S = 25000 il debito iniziale da rateizzare, C la quota capitale, I1 la prima
quota di interesse, si ha R1 = C + I1 . Calcolando la quota capitale si ottiene
S 25000
C= = = 1250
m 20
e poiché R1 = C + I1 > C = 1250 > 1150, il debito non può essere estinto in
10 anni.

22
La seconda parte del punto a) del quesito, richiede di determinare il
numero minimo di semestri necessari a estinguere il debito nel caso in cui

1) il piano di ammortamento preveda rate semestrali a quota capitale


costante, calcolate al tasso semestrale i = 0.3%,

2) non ci si possa permettere di pagare un importo semestrale superiore


a 1150 euro.

Per determinare il numero minimo di rate necessarie a estinguere il debito è


sufficiente supporre di pagare come prima rata al più l’importo massimo che
ci si può permettere e ricavare il numero di rate a esso corrispondente. Dalla
relazione
S
R1 = C + I1 = C + Si = + Si
m
si ottiene
S
R1 = + Si
m
e quindi
S
= R1 − Si
m
che fornisce l’espressione di m in funzione di S, R1 , C e i
S
m= .
R1 − Si
Pertanto, ipotizzando di pagare come prima rata l’importo massimo che ci si
può permettere, Rmax = 1150, si ottiene
S 25000
m= = = 23.25.
Rmax − Si 1150 − 25000 · 0.003
Pertanto, affinché il debito sia estinto sono necessarie almeno m = 24 rate
semestrali, ovvero 12 anni.
L’importo della prima rata del piano di ammortamento a quota capitale
costante composto da 24 rate semestrali al tasso semestrale i = 0.3% risulta
essere
S 25000
R1 = + Si = + 25000 · 0.003 = 1116.66.
m 24

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23
Svolgimento punto b)

Il quesito richiede di stabilire se il debito può essere estinto in 10 anni nel


caso in cui

1) il piano di ammortamento preveda rate semestrali costanti, calcolate al


tasso semestrale i = 0.3%,

2) non ci si possa permettere di pagare un importo semestrale superiore


a 1150 euro.

Prima di procedere si ricordi che in un piano di ammortamento a rate


costanti pagate a scadenze equidistanti con frequenza pari a quella con la
quale si compone il tasso di interesse, la regola di chiusura finanziaria fornisce
la relazione
m
X 1 − (1 + i)−m
S= R(1 + i)−k = Ram|i = R .
k=1
i

Si osservi, inoltre, che il piano di ammortamento in oggetto prevede rate


costanti, la cui frequenza coincide con quella del tasso dato. Pertanto, con-
siderando un piano di ammortamento che prevede il rimborso di S = 25000
euro in 10 anni con rate costanti semestrali, indicato con m il numero delle
rate, m = 20, l’importo della rata risulta essere
i 0.003
R=S −m
= 25000 = 1289.748.
1 − (1 + i) 1 − (1 + 0.003)−20

Poiché R = 1289.748 > 1150 = Rmax il debito non può essere estinto in 10
anni.

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