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I patristici sono da studiare:

1) Atanasio di Alessandria
2) Antonio d'Abate
3) i padri cappadoci:
a) San Basilio di Cesarea-
b) Gregorio di Naziazio
c) Gregorio di Nissa
4) Giovanni Crisostomo
5) Ilario di poitiers
6) San Ambroso
7) Agostino di Ippona
8) San Girolamo
http://www.padridellachiesa.it/san-girolamo/
(1) Atanasio di Alessandria (immortale)
Atanasio è il panegirico cioè il padre della ortodossia. Lui è il proprio immagine di pilastro e di
roccia della chiesa. Esubia Cesare dice “il grande testimone della chiesa”. S. Atanasio appartiene
alla Scuola di Alessandria, una scuola ricca di grandi scrittori. Questa scuola fu fondata da Pantene,
di origine siciliana, che fu il maestro di Clemente Alessandrino (prima grande figura di quella scuola).
Discepolo di Clemente fu il grande Origine.
a) personalità affascinante: Atanasio ha una personalità affascinante per il suo carattere mite e forte
insieme, grande come vescovo, come teologo, come difensore dell’ortodossia cattolica. È una delle
personalità più importanti di tutta la storia ecclesiastica.
b) il grande difensore al Concilio di Nicea: È celebre per la difesa del Concilio di Nicea in merito
alla divinità del Verbo: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato non creato, della
stessa sostanza dei Padre. il vescovo Ario, che negava la vera e propria divinità di Cristo, visto
come un uomo nato normalmente da una Donna e poi adottato in modo speciale da Dio. Nel 325
a Nicea fu presente come diacono, segretario del vescovo Alessandro d’Alessandria. Nel 328 successe
al suo vescovo e divenne il difensore intrepido della divinità del Verbo, difesa che durò per tutta la
vita e per cui soffrì le più aspre e continue persecuzioni
c) cinque volte in Esilio: cinque volte è stato mandato in esilio. Nel 373 la sua morte. I suoi scritti
sono il diario di questa difesa della fede di Nicea.
d) Le sue opere importante: Tre discorsi contro gli ariani: costituiscono la principale opera
dogmatica di Atanasio e sono un’esposizione e difesa della consustanzialità del Figlio con il Padre e
della confutazione delle dottrine degli ariani. Quattro lettere in difesa della divinità dello Spirito
Santo e sull’Incarnazione in difesa della divinità di Cristo. Opere polemiche contro gli ariani.
Importante tra queste è l’Apologia per la sua fuga: apologia indirizzata all’intera Chiesa, uno degli
scritti più celebri di Atanasio. Opere ascetiche: Vita di S. Antonio. - Lettere. Per la maggior parte
non sono né personali né private, ma rappresentano decisioni ufficiali e talvolta equivalgono a veri e
propri trattati. Sono quindi molto importanti per la storia della controversia ariana e lo sviluppo della
dottrina cristiana nel IV secolo. Lettere festali: annunciavano ogni anno l’apertura della quaresima
e la data esatta di Pasqua ed inoltre esaminano affari ecclesiastici. Ci sono anche tre lettere sinodali
e qualche lettere encicliche etc.
e) il movimento ascetismo: uno dei primi padri è Atanasio. Questo ascetismo non ha comportato il
ritiro lontano dal mondo per una vita totalmente solitaria o per una vita condotta in comunità. Il IV
secolo ha dato un'espansione questo tipo di vita monastica. Era molto diffusa. Atanasio ha anche
scritto la vita di sant'Antonio d'abate.
f) Esegesi atanasiana: fa un esegesi sui salmi. Scrive a Marcellino il vero significato dei salmi.
Pregando con i salmi uno può riesce a vedere tutta la creazione, i profeti e lamentazione.

Alla fine possiamo dire che (1) San Atanasio è un uomo della chiesa e della fede che la ama e la
difende. La difesa della ortodossia. Secondo lui la dogma che custodisce la chiesa. (2) Agonia (lotta)
per la chiesa; (3) Fondamenti della sua dottrina. Il difensore della fede e senza di lui la chiesa
sarebbe caduto nelle mani dei filosofi.

(2) Antonio d'Abate


Anastasio racconta la vita di Antonio. In seguito alla morte dei suoi genitori quando aveva circa 20
anni. Antonio andava in chiesa, questa è la sua abitudine. La parola di Dio che proprio gli insisteva
di seguire Gesù. Per questo ha venduto tutto come è scritto negli atti degli Apostoli che “se vuoi
essere perfetta, va, vendi tutto i tuoi beni e dalli ai poveri e poi vieni e seguimi. Per questo ha venduto
tutto e dato tutto ai poveri. A 35 anni si trasferì nel deserto a vivere solo e visse vent’anni in un
fortino abbandonato.

a) PADRE DEL MONACHESIMO: Nonostante Antonio si fosse asserragliato in quel luogo di


solitudine, numerosi ammiratori e aspiranti studenti lo visitavano, fino a che non si decise ad accettare
di essere consigliere spirituale. Antonio fondò due monasteri sul Nilo, uno a Pispir, uno a Arsinoe.
Molti di coloro che hanno vissuto vicino a lui vivevano fabbricando cesti e pennelli, e da ciò è nato
il suo patrocinio per tali traffici.

b) IL LOTTATORE CONTRO GLI ARIANI E CONTRO MASSIMINO: nella sua vita in


monastero lascia due volte il deserto per i motivi....Antonio lasciò brevemente il suo rifugio isolato
nel 311, per recarsi ad Alessandria d’Egitto allo scopo di lottare contro l’arianesimo e
confortare le vittime delle persecuzioni di Massimino. Egli si ritirò infine nel deserto, vivendo in
una grotta sul Monte Colzim.

c) L'EREMITA CHE STRAPPA LE ANIME DAL FUOCO DEL INFERNO: Festeggiato in tutta
Italia, da Nord a Sud, visse centenario da anacoreta. Considerato protettore dei maiali, in suo onore
vengono accesi enormi falò. In omaggio alla capacità del Santo di strappare dalle fiamme dell'inferno
le anime dei peccatori

d) la vita spirituale: viveva secondo il vangelo lottando contro i demoni.

Il santo morì all’età di 105 anni. Una vita di solitudine, digiuno, e lavoro manuale al servizio di
Dio lo aveva mantenuto sano e vigoroso fino agli ultimi momenti della sua vita.
L’esempio di sant’Antonio Abate ha indotto molti a intraprendere la vita monastica per seguire la sua
strada. Verso la fine della sua vita, egli divenne anche amico di San Paolo l’Eremita.

S. Atanasio, che conosceva Antonio e scrisse la sua biografia, ha detto: “Antonio non era noto per
i suoi scritti, né per la sua sapienza mondana, né per qualsiasi arte, ma semplicemente per la
sua riverenza verso Dio”. Ci si può chiedere oggi cosa abbia da insegnare una persona che viveva
nel deserto, indossava pelli, mangiava solo pane e dormiva per terra. L’insegnamento di Antonio fu
di vivere la vita con fede radicale e completo impegno verso Dio.

Basilio magno (330-379)


nato a Cesaria di Cappadoccia. Studia ad Atene e a Cesaria. Durante il suo studio conosce il Gergorio
di Nazianzino. Ha 5 fratelli e 5 Sorelle. La nonna si chiamava Ricevette il titolo di Grande e lo fu in
effetti per le eccezionali qualità di capo ed organizzatore ecclesiastico, per la sua interpretazione della
dottrina cristiana e la sua difesa dell’ortodossia; infine, come Padre del monachesimo orientale e
riformatore della liturgia.
a) fondatore di una città chiamata Basiliade: Fu il fondatore di una città, la Città della Carità il
Cottolengo del sec. IV, dove c’erano ospedali per gli ammalati, ospizi per i viaggiatori e gli stranieri:
un’autentica città alle porte di Cesarea.
b) lotta contro gli ariani: Nella lotta contro l’arianesimo, che aveva l’appoggio dello Stato, seppe
unire ad un’attività incessante la saggezza e la prudenza. Davanti all’imperatore Valente e ai suoi
prefetti non si lasciò fermare né dalla paura né dalle intimidazioni. Si dimostrò un vero principe della
Chiesa nel celebre colloquio con il prefetto Modesto, che l’imperatore aveva mandato per minacciarlo
di esilio e confisca dei beni ed estorcergli una dichiarazione firmata della sua adesione alla causa
ariana.
Il salmo: pregare dei salmi è la tranquiltà dell'anima.
c) 5 scoperto:
la scoperta di Dio: la felicità che la trovava nello studio. Ma alla fine ha scoperto la felicità pertetta
in Dio.
La scoperta nella Sacra Scrittura: scriveva a Gregorio Nazziazio che una maniera veramente
efficace permettersi sulla strada della perfezione è la meditazione della sacra scrittura.
La terza scoperta del Mondo: il mondo come una scuola per le anime.
La quarta scoperta riguarda i confratelli nella chiesa: bisogno vivere con i fratelli che sono
un'anima sola.
La quinta scoperta per i giovani: scuola per i giovani per abbracciare la vita religiosa.

d) I suoi scritti comprendono trattati dogmatici, ascetici, pedagogici e liturgici, con un gran
numero di sermoni e di lettere.
1. Scritti dogmatici: dedicati alla lotta contro l’arianesimo.
a) Contro Eunomio in difesa della divinità dello Spirito Santo;
b) Sullo Spirito Santo: tratta della consustanzialità del Figlio e dello Spirito Santo con il Padre.
2. Trattati pedagogici: Esortazione ai giovani sulla maniera di trarre profitto dalle Lettere elleniche:
tratta dell’atteggiamento cristiano di fronte alla letteratura e all’insegnamento dei pagani.
3. Trattati ascetici - Le due Regole monastiche a) Regole particolareggiate: discute in
cinquantacinque capitoli sui principi della vita monastica. b) Regole brevi. In trecentotredici capitoli,
tratta della loro applicazione alla vita quotidiana di una comunità claustrale.
4. Omelie e sermoni. S. Basilio non scrisse, come i suoi grandi contemporanei, dotti commenti ai
libri della S. Scrittura, ma rivelò le sue doti di esegeta nelle numerose omelie: 1) Sull’Esamerone:
nove omelie sulla Genesi; 2) Omelie sui Salmi: tredici omelie.
5. Lettere. Rivelano meglio ancora delle sue omelie l’alta qualità della sua educazione e il suo
raffinato gusto letterario. Sono 365: alcune sono di importanza liturgica, dogmatica, ascetica, mentre
altre sono lettere amichevoli e consolatorie. L’insegnamento di S. Basilio è incentrato sulla difesa
della dottrina di Nicea contro i diversi partiti ariani. Ebbe il gran merito di contribuire largamente
all’aggiornamento della terminologia trinitaria e cristologica.
e) La regole ascetiche per i monaci: ha scritto 80 precetti. Per esempio come si vive nell'eucaristia,
come puoi aiutare i poveri.

Gregorio Nisseno (335-394)


è nato attorno al 335. ha ricevuto la formazione da fratello Basilio. Si faceva monaco in un
monastero di Basilio. Nel 371 diventa vescovo di Nissa. Da li è intitolato il suo nome Grerorio di
Nissa (uno che sveglio). È più giovane tra i padri dei cappadoci.
I suoi scritti rivelano una profondità e una potenza di pensiero superiori a quelle di Basilio e di
Gregorio Nazianzeno. Ha scritto molte opere: Dogmatiche, Ascetiche, Esegetiche, Mistiche
1. Dogmatiche:
a) Contro Eunomio, che negava la divinità dello Spirito Santo. Ha scritto molto sul problema
trinitario.
b) Contro Apollinare, sulla questione cristologica, che negava l’integrità della natura umana di
Cristo.

2. Esegetiche e Mistiche. Vita di Mosè (390): ancora l'interesse mistico è presente nell’altra grande
opera della vecchiaia di Gregorio, la Vita di Mosè. Se il genere letterario delle Omelie sul Cantico dei
Cantici è ben definito, non altrettanto si può dire per la Vita di Mosè, che solo in parte può essere
chiamata opera di esegesi. Essa, nonostante il titolo e nonostante che sia impostata su una trama
biografica, non è una biografia; e nemmeno è esclusivamente un’opera di esegesi biblica, nonostante
che gli avvenimenti della vita di Mosè siano, in conformità con le regole esegetiche del Nisseno,
prima esposti secondo la storia e poi interpretati spiritualmente. Il tutto è indirizzato ad una
interpretazione più profonda, che non è morale, né solamente spirituale, ma schiettamente mistica.
COMMENTO AL CANTICO DEI CANTICI: Dice la Scrittura: «Abbi stima di te stesso». E` codesta una
maniera sicurissima onde garantire la conservazione dei beni. Sappi quanto sei onorato dal Creatore
più di qualsiasi altra creatura. Non il cielo fu creato a immagine di Dio; non la luna, non il sole, non
la bellezza delle stelle né alcun'altra delle cose che si osservano nella natura.

3. Ascetiche:
a) l'opera sulla verginita. Sulla verginità: fu molto letta ed ebbe influsso nella vita consacrata della
Chiesa primitiva.
b) Vita Macrina La vita di sua sorella Macrina, che cita come esempio di donna che aveva raggiunto
i più alti vertici della virtù umana mediante la vera sapienza.
c) Il fine cristiano. Si riferisce specificatamente all’ambiente monastico e vuol essere un vero e
proprio codice morale del comportamento dei monaci. La professione cristiana e La perfezione
cristiana. Sviluppano la tematica dell’imitazione di Cristo.

4) Omelie: ci restano numerose omelie, scritte durante tutta l'attività pastorale, nelle quali in
Nisseno mostra la sua capacità di interpretazione delle Scritture, secondo il metodo inaugurato da
Origene e seguito dagli altri due Cappadoci. Fra di esse spiccano quelle Sul Cantico dei cantici, senza
dubbio il vertice della esegesi del Nisseno, ma proprio per la presenza di motivi e di elementi che
sono estranei a quella che noi intendiamo, in senso stretto, come esegesi.
5) Gregorio detto Nazianzeno (330-390)

In un borgo vicino Cesarea, Arianzo, nacque Gregorio detto Nazianzeno (330-390). Fece
studi a Cesarea di Cappadocia (con Basilio) e a Cesarea di Palestina; a Alessandria, dove incontrò
Girolamo e è stato il suo maestro. Intanto Gregorio il Vecchio, suo padre, un ricco contadino
convertito, che, subito dopo la conversione con l'aiuto della sua moglie, era stato eletto vescovo di
Nazianzo, lo volle a ogni costo accanto a sé e lo ordinò presbitero nel 361. difendeva tutta la vita per
la vera natura della trinità. Del tormento dei primi anni è traccia nell'Apologia per la fuga, scritta
dopo che aveva abbandonato tutto per ritirarsi nel deserto). Circa un decennio dopo, Basilio per
ragioni politiche lo costringe addirittura a accettare l’episcopato d’una sede inospitale ma
d’importanza tattica, Sasima. Egli si pente, rimane un po’ a reggere la sede vacante di Nazianzo
(morto il padre nel 374), poi fugge ancora nel deserto.

omelie 27: parla della contemplazione cioè ricordare Dio in ogni circostanza.
La figura del sacerdozio: la cura delle anime con la medicina dei corpi. È difficile l'arte di curare
anime cosi curando corpo si può farlo.
Sermoni liturgici: sulla pasqua, sulla natale, pentecoste, epifania.
Discorsi teologici: cinque scritti incentrati sulla definizione teologica della trinità.
Omelie: tutta la produzione letteraria di Gregorio è costituita da omelie. Quelle dei primi anni sono
incentrate su argomenti occasionali, mentre in seguito, soprattutto nel periodo costantinopolitano, egli
darà il meglio di sé sia sul piano pratico sia su quello intellettuale. e i propri ragionamenti. Emergono,
in questo ampio gruppo di omelie, quelle che, pronunciate tra la primavera e l'estate del 380, furono
poi chiamate globalmente ‘orazioni teologiche’ per il loro denso contenuto (nn. 27-31).
per esempio nella omelia n. 31, Gregorio riprende il problema dello Spirito Santo, la cui piena
e perfetta divinità egli apertamente proclama, superando le cautele di Basilio. Affermando che lo
Spirito gode di pari onore con le altre due Persone divine.
Tale dottrina trinitaria è esposta da Gregorio anche in un altro importante gruppo di omelie,
destinate a celebrare la festa del Natale (n. 38), quella della Epifania (n. 39) e quella del Battesimo di
Cristo (n. 40), negli anni 380-381, e nella omelia sulla Pentecoste (n. 41).

OMELIA 45: Dio crea l'uomo. Prende il corpo dalla materia che aveva fatto in antecedenza e depone in essa il
soffio della vita, estraendolo da se stesso: tale soffio - come dice la Scrittura - è anima intelligente e immagine
di Dio... Il Signore colloca l'uomo sulla terra come custode della creazione visibile e lo introduce ai misteri
dello spirito; lo pone come re di tutto ciò che è sulla terra, ma suddito del regno dei cieli... L'uomo però
disobbedì all'ordine che gli era stato dato e, per la sua malvagità, venne allontanato dall'albero della vita,
bandito dal paradiso e separato da Dio... Il suo stato richiedeva ormai un aiuto più grande da parte di Dio e un
aiuto più grande gli venne dato.
Epistolario: composto da 244 lettere, è ricco di problemi concreti, questioni dottrinali, discussioni
teologiche.
Carmi: sono un gran numero di opere in versi, che toccano ogni genere di argomento, anche se rimane
centrale l'intento didascalico.

(4) Giovanni Crisostomo


Il titolo di “Crisostomo” (in russo, “Zlatoust”) significa “bocca d’oro”.
Noto come uno dei quattro grandi Dottori della Chiesa, San Giovanni Crisostomo nacque nel 347 ad
Antiochia, in Siria, ed aveva una carriera già avviata nel campo del diritto sotto il celebre Libanio,
che si meravigliava dell’eloquenza del suo allievo e prevedeva per lui una brillante come statista e
legislatore. Ma Giovanni, dopo che era stato battezzato all’età di 23 anni, decise di abbandonare il
diritto per servire il Salvatore.
La vita in Antiochia: Dopo la morte della madre, fuggì dalle seduzioni della vita cittadina e si ritirò
nella solitudine monastica delle montagne a sud di Antiochia, ove trascorse sei anni felici di studio
teologico, meditazione e preghiera. Il monachesimo è stato per lui una scuola di proficua esperienza
spirituale. La sua ordinazione come prete avvenne nel 386 d.C.
Giovanni era un eccellente predicatore, e la sua oratoria gli fece acquisire un’altissima reputazione in
tutto il mondo cristiano.

La vita in Costantinopoli: All’età di quarantanove anni, verso la fine dell’anno 397, la sua immensa
popolarità gli valse l’elezione al Patriarcato di Costantinopoli. Fu consacrato il 26 febbraio 398, dal
patriarca di Alessandria, Teofilo, che a malincuore aveva ceduto il comando. I suoi nemici trovarono
uno strumento per il suo rinvio a giudizio dopo aver scoperto che Giovanni aveva nutrito alcuni
monaci che erano stati scomunicati dal suo rivale Teofilo, il quale accusò falsamente Giovanni di
tradimento e lo fece esiliare.
I) rinnovamento del clero, abolisce il costume.
II) protegge il bene del comune cioè interveniva quelli che lo sfruttavano .
III) contro la convivenza illegale tra il clero e le vergini consacrate.
Il Crisostomo estese la sua cura pastorale ai Goti, che stavano diventando numerosi a
Costantinopoli: aveva tradotto una parte della Bibbia per loro, e predicava spesso loro attraverso un
interprete. Anche durante il suo esilio aveva continuato a dirigere le operazioni per corrispondenza.
Consigli pratici per il lettore credente:
i) l'ascolta della parola qualche volta ti mette in difficoltà. La difficoltà è in pratica ma non in
comprensione.
ii) individuare il bene dal male.
Giovanni Crisostomo teologo: incomprensibilità di Dio?
Cinque omelie:
a) essendo uomo vuoi conoscere Dio?
b) la teologia nasce nella preghiera.
c) Dio è inafferabile. Come possiamo conoscerlo? (Giovanni di Nissa dice la stessa cosa).
d) le reazione di uomo davanti alla grandezza di Dio.
e) Arroganza: l'uomo è sopra il suo limite. Colui quanto necessario la preghiera per conoscere Dio.
Il trattato sul sacerdozio: per governare ci vogliono la prudenza e la fortezza. Questi due
aspetti/valori fondamentali.
Crisostomo/Panegirico di S.Paolo
a) carità di Paolo.
b) l'amore di Paolo e molto appassionato.
c) l'amore di Paolo verso Dio.

(5) Ilario di Poitiers


Ilario, vescovo di Poitiers, lì nacque all’inizio del quarto secolo. I suoi genitori erano pagani e di
elevata condizione sociale, così che Ilario poté godere di una istruzione completa. Trattato sulla
Trinità: Nell’introduzione al suo trattato sulla Trinità egli descrive le tappe che un pagano attraversa
per giungere alla conoscenza di Dio, che la filosofia pagana rivela solo confusamente, mentre il
cristianesimo in modo chiaro. Questa descrizione rappresenta evidentemente la sua esperienza
personale. Poiché egli siprofessò il cristianesimo solo negli anni della maturità.
L'ordinazione dell'espiscopato: Verso l’anno 350 la sua comunità lo acclamò vescovo di Poitiers.
I tempi non erano dei migliori per i cristiani e combattimento contro l'arianesimo: l’imperatore
Costanzo era determinato a fare dell’arianesimo il credo dominante dell’Occidente, come lo era
diventato in Oriente. A tal fine, esercitò una pressione intimidatoria sui vescovi. Ilario si pose da
subito in antagonismo con l’imperatore, dedicando tutte le sue energie per resistere alla diffusione
dell’arianesimo. Le sue convinzioni indussero un certo numero di vescovi gallici a rifiutare la
comunione con il vescovo ariano di Arles, Saturnino, e ad inviare una lettera all’imperatore (355)
dove questi veniva invitato a desistere dalla sua politica di coercizione. Al Concilio di Beziers (356),
presieduto da Saturnino, gli ariani erano in maggioranza, e misero a tacere Ilario quando questi si alzò
per difendere il credo niceno. Pochi mesi dopo, egli fu esiliato in Frigia, dove si dedicò agli studi
della lingua e letteratura greca, e ad approfondire le dottrine della Chiesa d’Oriente. Nel 359 scrisse
il suo lavoro sui sinodi (De Synodis), uno studio storico delle confessioni della Chiesa d’Oriente, con
una definizione della propria posizione. Il miglior prodotto dell’esilio (359 o 360) è stato un
trattato sulla Trinità ( De Trinitate ci sono dodici libri). Ispirato dai decreti ariani del Concilio di
Costantinopoli (360), scrisse una seconda lettera a Costanzo, in cui si offriva di difendere
pubblicamente la sua fede davanti a lui e ad un sinodo di vescovi. Costanzo, che doveva fare l’arbitro
della questione, non accolse la sua proposta; tuttavia, ritenendo la sua presenza più dannosa in Oriente
che in Gallia, lo fece tornare a Poitiers.
Al suo ritorno, Ilario si fece promotore della fede nicena. Il Consiglio di Parigi (361), sotto la sua
guida, scomunicò Saturnino. Quando anche in Italia si diffuse l’arianesimo, Ilario si presentò
improvvisamente a Milano, per lanciare le sue accuse contro il vescovo Aussenzio. Questi, però, era
nelle grazie dell’imperatore, che fece cacciare pertanto Ilario dalla città. Ilario spiegò la vicenda in
un lavoro contro Aussenzio (del 365). Secondo Sulpicio Severo (II Chron.. 45), sant’Ilario morì
l’anno successivo.E’ stato dichiarato Dottore della Chiesa cattolica da Pio IX nel sinodo di Bordeaux,
nel 1851.

San'Agostino
Introduzione: Figlio di un modesto possidente, Patrizio, funzionario dell'amministrazione romana di
religione pagana, e di madre cristiana, Monica, Aurelio Agostino (354, Tagaste – 430, Ippona), nato
nel 354 d.C. a Tagaste, piccola città della provincia romana della Numidia, studiò a Madaura, dove si
dedicò alla retorica, ed a Cartagine, dove, non ancora ventenne ebbe un figlio, Adeodato, dalla
relazione con una donna da lui abbandonata solo quindici anni dopo.
Professore di eloquenza a Tagaste e a Cartagine, indirizzato alla filosofia dalla lettura
dell’Hortensius di Cicerone, aderì alla setta del Manicheismo che, seguendo la teoria dei due principi
opposti di Bene e di Male, approfondivano la tematica della corruzione del mondo e del male morale
e cosmico; in essa intravide una credibile spiegazione scientifica dell’universo, che avrebbe seguito
per nove anni. Aprì una scuola di retorica a Tagaste, e poi a Cartagine, ed affrontò il problema della
sapienza predicata dai manichei, che "promettono ragione e chiedono fede".
Trasferitosi a Roma, si dedicò all’insegnamento della retorica e dello scetticismo. Dal prefetto
Simmaco, ottenne la nomina di professore a Milano, dove fu accolto da Ambrogio.
La vita di Agostino è stata una continua ricerca della verità e una continua lotta contro l'errore:
era un uomo inquieto, insoddisfatto delle verità comode e consolanti.

LA CITTA’ DI DIO
L’alternativa presente nella vita di ogni uomo, per o contro Dio, è ugualmente presente nella storia
dell’umanità. Vi è una lotta perenne tra due città o regni: da un lato la città di Dio e dall’altro lato la
città di Satana.
Queste due città non sono mai nettamente distinguibili durante la storia umana: nessun periodo storico
e nessuna istituzione sono dominanti esclusivamente dall’una o dall’altra città; esse sono mescolate
fino alla fine dei tempi; alla fine del mondo, con la resurrezione dei morti ed il giudizio finale, sarà
chiaro a quale città abbiamo aderito, se a quella celeste o a quella di Satana. Nel presente l’uomo può
cercare di intuirlo solo se interroga se stesso con sincerità ed invoca l’aiuto dello Spirito.

(8) Sant'Ambroso
Ambrogio nacque intorno al 339 in quella che ora è la Francia, figlio del prefetto romano della
Gallia. Seguendo le orme di suo padre, Ambrogio intraprese la carriera forense e quella politica: nel
370 d.C. diventò governatore imperiale del Nord Italia. A 33 anni Ambrogio aveva tutto – una carriera
di successo come avvocato, un posto importante come governatore di Milano, l’approvazione e
l’amicizia dell’imperatore. Poi il vescovo di Milano morì. In quel periodo, nel 374 circa, le eresie
minacciavano di distruggere la Chiesa. Il vescovo appena deceduto sosteneva l’eresia ariana contro
la divinità di Cristo. Chi avrebbe dovuto prendere il suo posto, un ariano o un cattolico? La questione
creava disordini pubblici che Ambrogio, in qualità di governatore, cercò di sedare con un discorso a
favore della pace. Pregò il popolo di fare la sua scelta senza combattere, con moderazione.
Improvvisamente, mentre stava parlando, la folla iniziò ad acclamare: “Ambrogio vescovo!”.

I vescovi vicini e l’Imperatore lo convinsero ad accettare questa chiamata come espressione


della volontà di Dio, e così il catecumeno Ambrogio fu battezzato e ordinato diacono, poi prete, poi
vescovo, il tutto in una sola settimana. Ambrogio diede immediatamente i suoi beni ai poveri e si
pose sotto la guida di San Simpliciano per studiare le Sacre Scritture e la teologia.

le sue opere
Nonostante gli impegni politici ed ecclesiastici, Ambrogio compose un numero notevole di
scritti, anche se non tutto quello che ci è pervenuto sotto il suo nome va attribuito con certezza a lui.
Novantuno lettere, inni famosissimi (quelli sicuramente suoi sono soltanto quattro), prediche, discorsi
funebri o polemici.
Le prime opere di Ambrogio sono di carattere teorico, volte a contrastare l'arianesimo e altre
eresie cristologiche: La fede (378-380), Lo Spirito Santo (381), Il mistero dell'incarnazione del
Signore (382-382); esse si servono ampiamente di materiale greco, senza una vera e propria
rielaborazione personale.
Omelie e orazioni: Ambrogio, fine letterato, era interessato soprattutto alla comunicazione
orale, e alle omelie al popolo. Nelle omelie egli riuscì a trovare un’altra strada, non meno proficua,
instaurando un tono medio, con il quale riesce a far comprendere al suo uditorio l’argomento
prescelto. Agostino ci dice quando egli era ancora giovane maestro di retorica, si era recato a Milano
per ascoltare le prediche di Ambrogio, e per vedere se la sua facondia corrispondeva effettivamente
alla sua fama e aggiunge «e io mi dilettavo della dolcezza della sua predicazione».
Altre raccolte di omelie, opere della maturità, sono dedicate ai Salmi: Spiegazione del Salmo
118 e Spiegazione di dodici Salmi (1, 35-40, 43, 45, 47, 48, 61) e una sul Salmo 36. I Salmi, quando
si riferiscono al Cristo, sono per Ambrogio più precisi delle profezie.
Le vergini (377): dedicato alla sorella Marcellina, è utile testimonianza dell'ascetismo
occidentale e della mariologia del tempo: Ambrogio collega l'ideale verginale all'esempio di Maria.
Analoghe considerazioni emergono dal trattato Sui vedovi (377-378) e dall'Esortazione alla
verginità (393).
I misteri e I sacramenti: (il primo è un trattato, il secondo è costituito da sei prediche) sono
dedicate a neobattezzati, cui spiega il valore del Battesimo, della Cresima e della Eucarestia.
Sulla penitenza (384): Ambrogio sostiene che la Chiesa possiede l'autorità di rimettere tutti i
peccati.
Epistolario: settantasette lettere, raccolte dallo stesso Ambrogio, in cui si alternano lettere
familiari ed ufficiali.
Gli avvenimenti
a) fa spostare la statua della dea vittoria. L'altare della dea vittoria (l'altare) era una statua da secoli
allegata conquista. Nell'aula di senato cosa faceva: si bruciava o si versava il latte.
b) Nonostante l'imperatore cristiano non è sopra la chiesa ma è dentro la chiesa. Per questo
l'imperatore verrà impedito affinché abbia fatta penitenza. Nella visione dell'Ambrosso l'imperatore
è un servizio della chiesa.
c) Nel 392 viene eliminato ad esercitare il paganesimo.
Ambroso e gli inni
a) lo scopo è pastorale.
b) gli inni aiutano assimilare velocemente il contenuto della fede e gli insegnamenti della chiesa. .
c) negli inni ambrosiani i temi teologici più ricorrenti e sono chiaramente trinitari e cristologici e gli
inni che aiutavano in discussione contro le eresie e facevano capire il mistero dell'incarnazione.
(8) San Girolamo
fu il più dotto dei Padri della Chiesa occidentale.
Egli nacque intorno all’anno 342 a Stridone, una piccola città alla testa dell’Adriatico, vicino alla
città episcopale di Aquileia. Suo padre, cristiano, istruì il figlio in casa, poi lo mandò a Roma, dove
Girolamo ebbe tra i suoi insegnanti il celebre grammatico Donato e Vittorino, un retore cristiano. La
lingua madre di Girolamo era il dialetto illirico, ma a Roma imparò a parlare fluentemente in latino e
greco, e a leggere la letteratura in queste lingue con grande piacere.
A Roma iniziò una vita mondana, lasciandosi andare ai piaceri.
La vita cristiana: Girolamo fu battezzato da Papa Liberio nel 360.
Vari viaggi nella sua vita: Dopo tre anni a Roma, la curiosità intellettuale di Girolamo lo portò ad
esplorare altre parti del mondo. Accompagnato dal suo amico d’infanzia Bonoso, andò ad Aquileia,
dove strinse amicizia tra i monaci del monastero, in particolare con Rufino. Poi, sempre
accompagnato da Bonoso, si recò a Treviri, in Gallia. Girolamo rinunciò a tutte le occupazioni
secolari per dedicarsi a Dio con tutto il cuore.

Desideroso di costruire una biblioteca religiosa: il giovane studioso copiava i libri di Sant’Ilario e
i suoi Commentari sui Salmi, assieme ad altri tesori letterari e religiosi. Tornò a Stridone, e più tardi
si stabilì ad Aquileia. Il vescovo aveva liberato la chiesa della peste del arianesimo e aveva attratto
molti uomini illustri. Girolamo strinse amicizia con Cromazio (poi canonizzato), al quale dedicò
diverse delle sue opere. Il Rufino famoso teologo, che in un primo momento era stato suo caro amico,
divenne poi il suo avversario.

Dopo gli anni di studi accademici ad Aquileia, alla ricerca della più perfetta solitudine, iniziò a
viaggiare verso l’Oriente. Arrivò ad Antiochia verso l’anno 373. In un primo momento, seguì le
lezioni del famoso Apollinare, vescovo di Laodicea, poi lasciò la città per il deserto di Calcide, a
circa cinquanta miglia a sud-est di Antiochia. Lì Girolamo rimase per quattro anni, passati studiando
e praticando l’austerità. In quel periodo si dedicò anche allo studio della lingua ebraica, una disciplina
che sperava lo avrebbe aiutato a conquistare una vittoria su se stesso. La chiesa di Antiochia invitò
Girolamo, come più dotto degli anacoreti nel deserto a prendere posizione su alcuni argomenti
controversi della vita della chiesa in quel momento. Egli scrisse quindi una guida per il Papa Damaso
a Roma. Il papa non gli rispose. Quando lasciò il deserto di Calcide, Girolamo ricevette dalle mani
del vescovo Paolino la sua ordinazione come sacerdote, a condizione però che egli fosse esentato dal
servizio presso una chiesa, poiché la sua vera vocazione era di essere monaco ed eremita.
Nel 380 circa, Girolamo si recò a Costantinopoli per studiare le Scritture in greco, quand’era

vescovo Gregorio di Nazianzo. Due anni dopo tornò a Roma con Paolino di Antiochia ad assistere
ad un consiglio che Papa Damaso teneva in merito allo scisma di Antiochia. Nominato Segretario del
Consiglio, Girolamo assolse così bene il suo compito che, al termine del consiglio, Papa Damaso lo
trattenne come suo segretario personale. Su richiesta del Papa egli revisionò la versione corrente del
Nuovo Testamento nonché il salterio latino.

Girolamo fece costruire un monastero per gli uomini nei pressi della basilica della Natività a
Betlemme, ed anche alcune case in tre comunità di donne. In una grande grotta vicino al luogo di
nascita del Salvatore aprì una scuola gratuita e un ospizio per i pellegrini.
Girolamo è famoso più di tutto per il suo lavoro critico sul testo delle Scritture. La Chiesa lo considera
il più grande di tutti gli studiosi nel chiarire il Verbo divino. Abbiamo visto che, già a Roma aveva
fatto una revisione del testo latino del Nuovo Testamento e dei Salmi. Ora si impegnò a tradurre la
maggior parte dei libri del Vecchio Testamento direttamente dall’ebraico. Iniziò con i Libri dei Re, e
continuò con il resto in tempi diversi. Quando scoprì che il Libro di Tobia e parte di Daniele era stato
composto in caldeo, si mise a imparare anche questa difficile lingua. Le uniche parti della Bibbia
latina, ora conosciuta come la Vulgata, che non furono sottoposti al suo lavoro furono i libri
della Sapienza, l’Ecclesiastico, il libro di Baruch, e i due libri dei Maccabei. Rivide nuovamente
i Salmi, con l’aiuto di Origene. Nel XVI secolo, il grande Concilio di Trento dichiarò che la
Vulgata di Girolamo Vulgata veniva assunto come testo autentico e autorevole della Chiesa
cattolica.

Ormai vecchio, Girolamo si ammalò, e dopo due anni morì, il 30 settembre 420. Fu sepolto
sotto la chiesa della Natività a Betlemme. Nel XIII secolo il suo corpo è stato traslato ed ora si trova
da qualche parte nella Cappella Sistina della Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma.

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