Sei sulla pagina 1di 128

1

2
3
4
5
6
7
8
Campi nella fisica classica
• Matematicamente sono funzioni reali (o
complesse) che rappresentano grandezze
fisiche
• Sono definiti nello spazio tridimensionale e nel
tempo (o in opportuni sottoinsiemi)
F ( x, y , z , t )
• Se non dipendono dal tempo sono detti statici
G ( x, y , z )
• Se hanno ovunque (nell’insieme spaziale di
definizione) lo stesso valore sono detti uniformi
9
• Se basta una sola funzione a definirli
completamente, il campo e` detto scalare
(campo della temperatura)
  f ( x, y , z , t )
• Se occorre una funzione per ogni dimensione
spaziale, il campo e` detto vettoriale (campo
della velocita` di un fluido)
Ax  f ( x, y, z, t ) Ay  g ( x, y, z, t ) Az  g ( x, y, z , t )

Ax, y, z, t   Ax x, y, z, t , Ay x, y, z, t , Az x, y, z, t  
 Ax x, y, z, t iˆ  Ay x, y, z, t  ˆj  Az x, y, z, t kˆ 10
Operazioni differenziali sui campi
• Sono operazioni di derivazione delle
componenti del campo. Agiscono su
campi e definiscono nuovi campi.
– Gradiente
– Divergenza
– Rotazione (o rotore)
– Laplaciano
• Siccome le componenti sono funzioni di
piu` variabili, avremo derivate parziali
11
Gradiente di un campo
  ˆ  ˆ 
• In coordinate cartesiane: ˆ
  i j k
x y z

• Formalmente, l’operatore gradiente si scrive:


   
  iˆ  ˆj  kˆ
x y z
• Il gradiente di un campo scalare e` un campo
vettoriale
• Puo` anche agire su una qualunque componente
di un campo vettoriale:  Ak Ak ˆ Ak
Ak  iˆ  ˆj k
x y z 12
Gradiente di un campo

13
Divergenza di un campo vettoriale
• In coordinate cartesiane:
  Ax Ay Az
 A   
x y z

• Formalmente si puo` considerare come il


prodotto scalare tra l’operatore gradiente e il
campo vettoriale:
   
ˆ
  A   i
 ˆ 

 j  k   Ax iˆ  Ay ˆj  Az kˆ
ˆ 
 x y z 

• E` un campo scalare
14
Rotazione di un campo vettoriale
• In coordinate cartesiane:
   Az Ay  A
  A  iˆ    ˆj Ax  Az   kˆ y  Ax 
 y z   z x   x y 
• Formalmente si puo` considerare come il
prodotto vettoriale tra l’operatore gradiente e il
campo vettoriale: ˆ ˆ ˆ i j k
   
ˆ
  A   i ˆ  ˆ 

ˆ ˆ ˆ
 j  k   Axi  Ay j  Az k 

  
 x y z  x y z
Ax Ay Az

• Dalla presenza di versori, si evince che e` un


campo vettoriale 15
Laplaciano di un campo
 2  2  2
• In coordinate cartesiane:   2  2  2
x y z
• Il laplaciano di un campo scalare e` un campo
scalare  
• E` la divergenza del gradiente:        
2

• Formalmente:
             2
 2
 2
       iˆ  ˆj  kˆ    iˆ  ˆj  kˆ   2  2  2
 x y z   x y z  x y z

• Puo` agire anche su una qualunque componente


di un campo vettoriale:  2 Ak  2 Ak  2 Ak
Ak   
x 2
y 2
z 2 16
Operazioni integrali sui campi
• Circuitazione: integrale lungo una linea
 (1-dim)
 
 A  dl
A
C C

• Flusso: integrale su una superficie (2-dim)



   A
 A  nˆda   A  da
S S S

• Integrale nello spazio (di volume): 3-dim

 dV
V

V

17
Teoremi integrali
• Esistono due teoremi che coinvolgono
integrali multipli degli operatori
differenziali:
– Teorema della divergenza
– Teorema di Stokes

18
Teorema della divergenza
• Lega il flusso di un campo vettorale
all’integrale di volume della divergenza del
campo stesso
• (Flusso di un campo vettoriale attraverso una
superficie chiusa) = (Integrale della divergenza
del campo nello spazio interno alla superficie)
    
A  A  da    AdV
S V V
 
 A
S
19
Teorema di Stokes
• Lega la circuitazione di un campo vettoriale al
flusso della rotazione del campo stesso
• (Circuitazione di un campo vettoriale lungo una
linea chiusa) = (Flusso della rotazione del campo
attraverso una qualunque superficie aperta che
poggia su tale linea)
      
 A
  A  dl     A  da
C S S
A
C
20
21
Un altro campo: I parametri di un flusso
(velocità, densità, temperatura …)
Eq di Navier Stokes

28
Concetti base sulle onde meccaniche e acustiche
 Onda: fluttuazione di una grandezza meccanica attorno ad
una posizione di equilibrio: pressione, spostamento, livello,
velocità, densità, …
Parametri base delle onde meccaniche e acustiche

SI PROPAGA ENERGIA,
non la materia
Grandezza fisica delle onde meccaniche e acustiche

Da “Acoustic noise measurements”, Hassel, Zaveri


Grandezza fisica delle onde meccaniche e acustiche

Da “Acoustic noise measurements”, Hassel, Zaveri


Interazione di un onda con un ostacolo
Ma che cos’è un “ostacolo”: un cambio di mezzo di possibile propagazione

Viene
riflessa

Viene
rifratta

Prosegue
indisturbata
Costruzione dei successive fronti d’onda col
metodoi grafico di Huygens

Da “Acoustic noise measurements”, Hassel, Zaveri


Interazione di un onda con un passaggio
Ma che cos’è un “passaggio”: un cambio di mezzo di possibile propagazione

Viene
trasmessa
nei suoi
raggi

Viene rifratta
Interazione di un onda con un ostacolo

Da “Acoustic noise measurements”, Hassel, Zaveri


Parametri base delle onde meccaniche e acustiche

Potenza Intensità Pressione

Un vettore che descrive


ampiezza e direzione del
flusso di energia Acustica in
una certa posizione

 Pressione, p L
Intensita’, I p
[N/m2 = Pa]
[J/s/m2 = W/m2 ] [dB]
Potenza, P
[W = J/s]

Sorgente Campo acustico Ricevitore

Stima: Calcolata Misurata Misurata

Uso: Confronto oggettivo Localizzazione e Valutazione effetti


tra sorgenti valutazione di sorgenti
Parametri base delle onde meccaniche e acustiche
Una analogia Temperatura Pressione, p
[°C or °F] [N/m2 = Pa]
25º
22º

58 dB
63 dB
18º

66 dB

61 dB
Power, W
Electrical Power, W
[J/s = W] Heater
[J/s = W] Sound
Source
Click the yellow spots Click the red spots to
to see the see the sound
temperature pressure level
Parametri base di una onda meccanica e acustica

Wx

Wx I2
p2
2r
I1
r p1
W
W p2
I 
4r 2
c

Potenza: W [W]

Intensita’: I [J/s/m2 = W/m2 ]


Pressione: p [Pa = N/m2]
Livelli di pressione acustica

Pressione
atmosferica
[Pa]
0.1 Pascal
New York

100 000 Pascal

Ampiezza pressione
Mexico City acustica

Acoustic Pressure Variations  1


Atmospheric Pressure 1 000 000
Livelli di pressione acustica
Pressure, p
[Pa]
Threshold
of Pain 100

10

0.1
> 1: 1 000 000

0.01

0.001

0.000 1
Threshold of Hearing
0.000 01

860505/2
Livelli di pressione acustica
Pressione, p
Livello di pressione, Lp
[Pa]
140 [dB]
100

120
10

100
1

80
0.1

60
0.01

40
0.001

20
0.000 1

0
0.000 01
Interferenza costruttiva e distruttiva di due onde nel tempo

In fase si
sommano

In
controfase
si annullano
Interferenza costruttiva e distruttiva di onde nello spazio
Effetto Doppler
Effetto Doppler
Battimenti tra due onde di frequenza simile
Come poter “vedere un’ onda acustica ?

Da: Onde sonore e onde luminose – Winston E Kock


Come poter “vedere un’ onda acustica ?

Da: Onde sonore e onde luminose – Winston E Kock


Onde elettromagnetiche
Lo spettro elettromagnetico è l'intervallo di tutte le possibili frequenze delle radiazioni.
Le radiazioni sono onde elettromagnetiche caratterizzate da una lunghezza d’onda e
da una frequenza.
Lunghezza
Tipo di radiazione Frequenza
d'onda

Onde radio ≤ 3GHz ≥ 10cm

Microonde > 3GHz – 300GHz < 10cm – 1mm

Infrarossi > 300GHz – 428THz < 1mm – 700nm

Luce visibile > 428THz – 749THz < 700nm – 400nm

Ultravioletti > 749THz – 30PHz < 400nm – 10nm

Raggi X > 30PHz – 300HEz < 10nm – 1pm

Raggi gamma > 300EHz < 1pm

Sebbene si distinguono varie zone nello spettro, non si può dire che esistano tra esse limiti netti
L’occhio umano può percepire lunghezze d’onda nell’intervallo 380-760 nm (luce visibile)
Seminario Ottica Erik Tagliaferri 52
Le onde elettromagnetiche

Da: Digital Image Processing - Rafael C. Gonzalez. Richard E. Woods


Da: Digital Image Processing - Rafael C. Gonzalez. Richard E. Woods
La radiazione si propaga, nel vuoto, in linea retta, ad una velocità di
circa 3 •105 Km/sec. La frequenza della radiazione è il numero di
oscillazioni che transitano per un punto dello spazio in un secondo
(Hertz). Le lunghezza d'onda (il "colore") delle radiazioni
elettromagnetiche che interessano quelli che vengono normalmente
considerati "sistemi ottici o elettro-ottici" sono comprese fra circa 1 nm
(109 metri → 3 • 1017 Hz) e 15 µm (15 10-6 metri → 2 • 1013 Hz).
Talvolta lo spettro si allarga fino a comprendere un intervallo che va da
1 Å (10-10 metri →3 • 1018 Hz) a 1 mm (3 • 1011 Hz). I vari intervalli
spettrali sono, convenzionalmente, suddivisi fra:
• raggi X (0.1 nm [1Å] ÷ 1 nm → 3 • 1018 Hz ÷ 3 • 1017 Hz),
• ultravioletto - UV (1 nm ÷ 400 nm → 3 • 101717 Hz ÷ 7.5 • 1014 Hz),
• visibile - VIS (400 nm ÷ 750 nm → 7.5 • 1014 Hz ÷ 4 • 1014 Hz),
• infrarosso vicino - IR (750 nm ÷ 3 µm → 4 • 1014 Hz ÷ 1 • 1014 Hz),
• infrarosso medio - IR (3 µm ÷ 30 µm → 1 • 1014 Hz ÷ 1 • 1013 Hz)
• infrarosso lontano - IR (30µm ÷ 1 mm → 1 • 1013 Hz ÷ 3 • 1011 Hz).
Regione ottica

EUV=Extreme Ultra Violet NUV=Near Ultra Violet


NIR=Near Infra Red MIR=Medium Infra Red
FIR=Far Infra Red

Microonde, onde radio e basse frequenze

EHF = Extremely High Frequency (Microwaves)


SHF = Super High Frequency (Microwaves)
UHF=Ultra High Frequency VHF = Very High
Frequency HF = High Frequency MF = Medium
Frequency LF = Low Frequency VLF = Very Low
Frequency VF = Voice Frequency ELF =
Extremely Low Frequency
L’energia di un fotone Wf (in elettron-volt) è data da: (6.1) Wf = hν
dove h è la costante di Planck (6.62 10-34 [watt sec2 ] o anche 4.1
[µeV •GHz-1]) e ν è la frequenza in Hertz. λ = c/ν = hc/Wf = 1.24/Wf ,
λ è in micrometri, la carica dell’ elettrone ‘e’ vale 1.6021 •10-19
Coulomb, l’elletronvolt è pari a 1.6021 •10-19 W•sec.
Le radiazioni elettromagnetiche possono essere considerate, per la
spiegazione di alcuni comportamenti riguardanti l’interferenza, oscillazioni
sinusoidali di un campo elettrico e di un campo magnetico ad esso
associato, che si propagano nel vuoto, alla velocità della luce “c” (c ≅ 3
108 m/sec). Per altri comportamenti le radiazioni elettromagnetiche sono
considerate costituite da “fotoni”, da oscillazioni, cioè, di un campo
elettromagnetico, limitate in energia e durata, dotati di una polarizzazione
e di una frequenza, che viaggiano nello spazio alla velocità della luce.
Onde elettromagnetiche polarizzate
Onde elettromagnetiche poli o mono -cromatiche
Onde elettromagnetiche coerenti o incoerenti
Una imagine di attenuazione di onde
elettromagnetiche gamma

Da: Digital Image Processing - Rafael C. Gonzalez. Richard E. Woods


Una imagine di attenuazione di onde
elettromagnetiche X

Da: Digital Image


Processing - Rafael C.
Gonzalez. Richard E.
Woods
Una imagine di onde elettromagnetiche
ultraviolette

Da: Digital Image


Processing - Rafael C.
Gonzalez. Richard E.
Woods
Una imagine di onde elettromagnetiche visibili

Da: Digital Image


Processing - Rafael C.
Gonzalez. Richard E.
Woods
Onde elettromagnetiche visibili e infrarosse

Da: Digital Image


Processing - Rafael C.
Gonzalez. Richard E.
Woods
Una imagine multispettrale di onde elettromagnetiche

Da: Digital Image Processing - Rafael C. Gonzalez. Richard E. Woods


Come direzionare i raggi di un fascio di onde ?

Da: Onde sonore e onde luminose – Winston E Kock


Una imagine di onde elettromagnetiche infrarosse

Da: Digital Image Processing - Rafael C. Gonzalez. Richard E. Woods


Come poter “vedere” un’ onda elettromagnetica ?

Da: Onde sonore e onde luminose – Winston E Kock


Un fascio di microonde elettromagnetiche
focalizzato da una lente

Da: Onde sonore e onde luminose – Winston E Kock


Interazione della luce con gli
ostacoli
c  2.9979255810 m 8 velocità della luce nel vuoto
s
Quando la luce emessa da una sorgente, o più in generale un’onda elettromagnetica,
attraversa una lastra di materiale dielettrico di spessore d, per un osservatore posto in un punto
P, tutto avviene come se all’interno della lastra l’onda si propagasse con velocità v, minore
della velocità c con cui si propaga nel vuoto

Tempo di percorrenza:
td c t  d v

 n  1
d
t 
c
c
n indice di rifrazione
n   A 
B
FORMULA DI CAUCHY v
2 (assoluto)

Seminario ottica Erik Tagliaferri 76


Seminario ottica Erik Tagliaferri 77
Fenomeni di Base

RIFRAZIONE

RIFLESSIONE

RIFRAZIONE CON
SUPERFICI
NON PARALLELE

DIFFUSIONE

DISPERSIONE

Seminario ottica Erik Tagliaferri 78


Leggi della Riflessione

Le prime due leggi di Snell:

1. Il raggio incidente, il raggio rifratto, il raggio riflesso e la normale alla superficie


che separa i due mezzi appartengono allo stesso piano, chiamato piano di
incidenza
2. L'angolo di incidenza è uguale all'angolo di riflessione
3. La fase si inverte

Seminario ottica Erik Tagliaferri 79


Rifrazione

Quando un raggio di luce passa da un mezzo ad un altro di differente densità ottica,


in parte è riflesso secondo le leggi della riflessione (raggio tratteggiato in figura), in
parte penetra nel secondo mezzo variando la propria direzione (fenomeno della
rifrazione)

 Il fenomeno si accentua all’aumentare della differenza di densità dei due mezzi

 Al variare dell’angolo di incidenza varia anche l’angolo di diffrazione ma non in


maniera proporzionale
Seminario ottica Erik Tagliaferri 80
Terza Legge di Snell
Il rapporto fra il seno dell'angolo incidente e quello dell'angolo di
rifrazione è costante e dipende dalle densità dei due mezzi

sin iˆ n2
  n12
sin rˆ n1
n12 = indice di rifrazione tra il mezzo 1 ed il mezzo 2

L’indice di rifrazione ha un importante significato fisico essendo legato alla velocità della luce nei mezzi
c1
n12 
c2
L’angolo limite (o critico) è l’angolo di incidenza oltre il quale si
ottiene una riflessione interna totale.
L’angolo di incidenza si misura rispetto alla normale all’interfaccia
tra i due mezzi

 c  arcsen n2 n 
 1 
Questa equazione si ottiene semplicemente imponendo nella Legge di Snell un angolo di rifrazione di 90°.
NB La riflessione interna totale si ha solamente se il raggio luminoso si trova nel mezzo più denso.

Seminario ottica Erik Tagliaferri 81


Diversi tipi di riflessione

Luce laser + superficie rugosa


= “Speckle”
Quando l’ostacolo ha le dimensioni della lunghezza d’onda
LASER = Radiazione Elettromagnetica

 E
B    c
LUCE natura ondulatoria c
1
c  2.99729  10 8 m s
 0  0
0 permeabilità magnetica del vuoto

0 costante dielettrica del vuoto

natura corpuscolare
E  h   c 

E  hc  cos t
h  6.63 10 34 J  s costante di Plank

Seminario Ottica Erik Tagliaferri 92


LASER = Radiazione Elettromagnetica
La luce non è altro che un’onda elettromagnetica, a cui è associata una lunghezza d’onda
(distanza fra due picchi consecutivi) e un’ampiezza (altezza dei picchi)

lunghezza d’onda (λ)


B

ampiezza

La luce può essere anche considerata come un insieme di corpuscoli, detti fotoni, ciascuno
dei quali porta un “pacchetto d’onda”
maggiore è la frequenza, maggiore è l’energia del fotone
maggiore è la frequenza, minore è la lunghezza d’onda
minore è la lunghezza d’onda, maggiore è l’energia del fotone

Seminario Ottica Erik Tagliaferri 93


LASER = Radiazione Elettromagnetica
Se si potesse fotografare un fotone in un
certo istante vedremmo una “deformazione”
in una zona delimitata dello spazio che ha un
andamento oscillatorio la cui distanza tra i
massimi è la lunghezza d’onda

Misurando poi in un minuscolo punto dello


spazio il campo elettrico (E) e magnetico (M) si
riscontrerebbe, al passaggio di un fotone, che la
natura di questa “perturbazione” sono un campo
elettrico e un campo magnetico oscillanti e
ortogonali tra loro.
La frequenza (numero di oscillazioni al
secondo) di questi campi è proprio ν.

In sostanza un fotone può essere immaginato come un’ondina lunga qualche centimetro
che corre alla velocità di trecentomila chilometri al secondo nello spazio vuoto.

Seminario Ottica Erik Tagliaferri 94


LASER = Radiazione Elettromagnetica
Un fascio di luce può essere più o meno intenso, cioè trasportare più o meno energia, a
seconda di quanti fotoni è composto e della loro lunghezza d’onda.

ESEMPIO: Contenuto energetico della luce


Puntatore laser rosso

Potenza tipica: 1mW  10 3W


Lunghezza d’onda: rosso  650nm

  c   (3 108 ) (650109 ) Hz  4611012 Hz


una frequenza di 461 terahertz, quindi 461 mila miliardi di oscillazioni al secondo!!!

E  h   6.6256  10-34  461 1012  3  10-19 J


Quindi 1 mW corrisponde a circa 3,3 milioni di miliardi di fotoni al secondo!!!

Seminario Ottica Erik Tagliaferri 95


Emissione LASER
Light Amplification by Stimulated Emission of Radiation
Può essere considerato come una fonte di luce “ideale” che genera fotoni tutti identici fra
loro e tutti nelle medesima direzione e tutti in fase tra loro:
schematicamente è come una onda continua che viaggia in linea retta nello spazio.

FISICA

classica moderna

Energia Discreta
(quanti di energia)

Seminario Ottica Erik Tagliaferri 96


Fisica Moderna
L’energia cambia per gradi e allora gli atomi possono assumere solo certe quantità di energia
ben determinate (stati o livelli energetici), dipendenti dall’orbitale in cui è presente l’elettrone.

Gli elettroni possono passare, spontaneamente o meno, da un’orbitale all’altro, facendo


variare il livello energetico dell’atomo ed emettendo o assorbendo energia.

SIMILITUDINE DELLA SCALA


Seminario Ottica Erik Tagliaferri 97
Fisica Moderna
Ogni determinata transizione energetica ha il suo “pacchetto” di energia
associata, che la fa avvenire o che viene emessa

A ciascuna di queste transizioni si associa una lunghezza d’onda individuata dalla formula di Rydberg

1  1 1 
 R  2  2 
 m n 
R = 109.678 cm-1 Costante di Rydberg
m numero del livello energetico minore
n numero del livello energetico maggiore

Le interazioni energetiche possono allora essere rappresentate su un diagramma delle


energie, che riporta il valore energetico di ogni livello in riferimento a quello più basso, che
coincide con quello del nucleo ed è denominato ground state

Seminario Ottica Erik Tagliaferri 98


Fisica Moderna
Presi i due livelli energetici consecutivi E1 ed E2

E  E 2  E1  h 

ASSORBIMENTO

EMISSIONE SPONTANEA
(INCOERENTE)

EMISSIONE STIMOLATA
(COERENTE)

Seminario Ottica Erik Tagliaferri 99


Fisica Moderna
Emissione Spontanea

h  E2  E1
n2 = numero elettroni nel livello E2

La variazione, nell’unità di tempo, del numero di elettroni presenti nello stato E2 per effetto
dell’emissione spontanea è:

dn2 dt   An2

A = Probabilità di emissione spontanea (funzione del materiale)

In un sistema contenente vari elettroni nel livello metastabile E2, poiché per definizione di
emissione spontanea le varie onde (fotoni) sono emesse in maniera casuale, non esiste una
relazione di fase tra di loro (luce incoerente)

Seminario Ottica Erik Tagliaferri 100


Fisica Moderna
Assorbimento

h  E2  E1
n1 = numero elettroni nel livello E1

La variazione, nell’unità di tempo, del numero di elettroni presenti nel livello E1 per effetto
dell’assorbimento di energia è

dn1 dt  W12 n1

W12 = Probabilità di assorbimento (funzione del materiale)

Seminario Ottica Erik Tagliaferri 101


Fisica Moderna
Emissione stimolata

h  E2  E1
n1 = numero elettroni nel livello E1

La variazione, nell’unità di tempo, del numero di elettroni presenti nello stato E2 per effetto
dell’emissione stimolata è:

dn2 dt  W21n2

W21 = Probabilità di emissione stimolata


(funzione del materiale e dell’intensità dell’onda stimolante)

L’onda (fotone) generata per emissione stimolata risulta essere in fase con l’onda (fotone)
stimolante (luce coerente)

Seminario Ottica Erik Tagliaferri 102


Fisica Moderna
Stesso materiale
Stessa intensità del fotone incidente

La probabilità di emissione stimolata è uguale alla probabilità di assorbimento W21  W12


CASO 1
n1  n2 dn1 dt  dn2 dt cioè l’assorbimento prevale sull’emissione

ASSORBITI
(>50%)

FOTONI
INCIDENTI
(100%)

STIMOLANTI
(<50%)

Il materiale complessivamente assorbe: normali condizioni di equilibrio


Seminario Ottica Erik Tagliaferri 103
CASO 2
Fisica Moderna
n1  n2 dn1 dt  dn2 dt cioè l’assorbimento è uguale all’emissione

FOTONI ASSORBITI
INCIDENTI (50%)
(100%) Il materiale è trasparente
alla radiazione incidente

STIMOLANTI
(50%)
CASO 3
cioè l’emissione prevale sull’assorbimento
n1  n2 dn1 dt  dn2 dt (inversione di popolazione)

ASSORBITI
(<50%) Il materiale
FOTONI complessivamente
INCIDENTI emette luce, quindi
(100%) amplifica l’onda
STIMOLANTI incidente
(>50%)

Seminario Ottica Erik Tagliaferri 104


Amplificazione e Guadagno
Ogni singola emissione può incidere a sua volta su un altro atomo eccitato, dando vita ad un
processo di emissione stimolata a catena

Il grado di amplificazione è usualmente misurato come guadagno, e si indica come gain/cm (in pratica un
guadagno di 2/cm significa che ogni centimetro di lavoro del fotone genera 2 fotoni).

Output
 Amplification  (1  Gain) L formulazione approssimata del guadagno di un laser
Input L = lunghezza di lavoro in cm

Seminario Ottica Erik Tagliaferri 105


Inversione di popolazione
N1  B12   f  W12  N1 B12 = Coefficiente di Einstain per l’assorbimento

Per un sistema in equilibrio termico, il numero di salti dallo stato energetico E1 a quello E2 deve essere
uguale a quelli nel verso opposto.
A21 B21
W12  N1  A21  N 2  W12  N1 f 
 B12  N1 
densità spettrale

  1
B 
 21 2 N

Per l’equilibrio termico, deve essere rispettata anche la distribuzione statistica di Boltzmann per la
popolazione elettronica

N2  E 
 exp   k  1,38110-23 JK -1 costante di Boltzmann
N1  k T 
sostituendo

A21 B21 Confronto con la relazione 8  n 3  h  f 3 1


f  di Plank per il corpo nero f 
 B12 E k T  c3 E
 e  1 all’equilibrio e k T  1
 21
B  B12  B21  W12  W21  W n = rifrazione
c = velocità della luce
Seminario Ottica Erik Tagliaferri
106
Inversione di popolazione
A21 8  n 3  h  f 3
 Non dipende dalla temperatura perciò vale per qualsiasi sistema
indipendentemente dall’equilibrio termico
B21 c3
Allora la probabilità che un atomo interagisca con un fotone è

A21  c 3 A21  c 2
W    I I  cf n intensità luminosa
8  n  h  f 8  n  h  f
3 3 f 2 3

La probabilità che si abbia un’emissione stimolata (strettamente correlata al guadagno in termini di energia
emessa) diviene

Wst  N 2  N1   W
Potenza generata per unità di volume V
dP0
 N 2  N1   W  h  f
dV
Trascurando ogni possibile meccanismo di dissipazione, la variazione di potenza per unità di volume è uguale
alla variazione di intensità per unità di lunghezza longitudinale
dI z  dP0 A21  c 2 I z   I 0  e
1  f  z
  N 2  N1    I z   h  f
8  n  h  f
2 3 A21  c 2
dz dV  1  f   N 2  N1 
8  n 2  f 2

Seminario Ottica Erik Tagliaferri 107


Inversione di popolazione

Seminario Ottica Erik Tagliaferri 108


Inversione di popolazione

In normali condizioni di equilibrio termico


(distribuzione di Boltzman)

livello metastabile

esponenziale

Inversione di popolazione

Seminario Ottica Erik Tagliaferri 109


Inversione di popolazione
INCONVENIENTE!!!

Nel sistema a due stati finora utilizzato, la popolazione del livello E1 è maggiore di quella del
livello E2 (in condizioni di normale equilibrio termico).

n1  n2
Se si fornisce energia dall’esterno, l’assorbimento prevale sull’emissione e gli atomi cominciano
a portarsi dal livello E1 al livello E2.
A un certo punto si raggiunge l’uguaglianza tra le popolazioni dei due stati.

n1  n2
In tal caso l’assorbimento eguaglia l’emissione, cioè gli atomi che si portano da E1 a E2 è lo
stesso di quelli che passano da E2 a E1. Si è raggiunta una condizione di bilanciamento che
non permette di avere la condizione di inversione di popolazione

n1  n2
In un sistema a due livelli di energia non può ottenersi inversione di popolazione
Seminario Ottica Erik Tagliaferri 110
Inversione di popolazione
Sistema a tre stati
 Gli atomi dal ground state E1 sono pompapati al livello
E3
 Il decadimento tra E3 ed E2 è un decadimento rapido
e non radiativo. Ciò che segue è un accumulo nel
livello metastabile E2, fino a raggiungere l’uguaglianza
nelle popolazioni del livello E2 ed E1
 Da qui in poi comincia a crearsi un’inversione di
popolazione tra i due livelli
 Avviene l’emissione stimolata

Sistema a quattro stati


 Processi simili al sistema a tre stati
 Due decadimenti rapidi non radiativi E4-E3 e E2-E1
 Poiché il livello E2 è sempre vuoto, per il decadimento
rapido ad E1, è sufficiente anche un solo atomo in E3
per avere inversione di popolazione tra E3 ed E2 (non
occorre creare preventivamente uguaglianza tra
popolazioni dei due stati)
 Maggior rendimento

In ogni caso l’energia di pompaggio è maggiore di quella della luce laser


(laser ad alta conversione)
Seminario Ottica Erik Tagliaferri 111
Componenti
Materiale attivo, detto anche materiale laser. Caratterizzato da livelli energetici tali che è
possibile ottenere un’inversione di popolazione e quindi poter dar vita ad una radiazione
coerente mediante emissione stimolata.

Sorgente di pompaggio, o anche fornitura di energia. Provvede all’apporto di energia per


l’eccitazione del materiale, che viene così mantenuto costantemente in attività, ossia si dice
che viene pompato.

Cavità ottica, o risuonatore. E’ costituito da elementi riflettenti, come specchi o prismi, tra i
quali la radiazione del laser può essere innescata e amplificata.

1. Mezzo ottico attivo


2. Energia di pompaggio
3. Specchio
4. Specchio semi-riflettente (90%)
 5. Fascio laser
L  m
2

Risuonatore Fabry-Perrot
Seminario Ottica Erik Tagliaferri 112
Classificazione
MEZZO ATTIVO TIPO DI EMISSIONE
1. Laser a gas 1. Continua (CW)
2. Laser stato solido 2. Impulsi (QCW)
3. Laser a semiconduttore

LASER

TIPO DI POMPAGGIO POTENZA (CEI EN 60825)


1. Scarica elettrica 1. Classe I (<1mW)
2. Lampada flash 2. Classe II (<4mW)
3. Chimico 3. Classe III (<5mW)
4. Diodi 4. Classe IV (<500mW)
5. Classe V (>500mW)

Seminario Ottica Erik Tagliaferri 113


Classificazione
Laser a gas

Laser stato solido

Laser a semiconduttore

Seminario Ottica Erik Tagliaferri 114


CEI EN 60825
La corrispondente norma italiana CEI EN 60825 riguardante la sicurezza degli
strumenti laser, emessa dal Comitato Elettrotecnico Italiano (CEI), è la traduzione
della norma europea EN 60825, che a sua volta è uguale alla IEC 60825.

Confronto tra puntatore laser e luce solare


SOLE:
Intensità massima luce solare a terra = 1 kW/m2 o 1 mW/mm2
Assumendo un diametro pupillare di 2 mm l’area è circa 3 mm2
Quindi la potenza raccolta dall’occhio è = 3 mW
Il sole forma un’immagine ≈ 100 μm di raggio sulla retina (area = 0.03 mm2)
L’intensità sulla retina (Potenza/Area) = 3 mW/0.03 mm2 = 100 mW/mm2

Tipico laser He Ne da 1 mW (o laser pointer):


Potenza (P) = 1 mW, raggio del fascio = 1 mm
Forma un’immagine con raggio di 10 μm (area dello spot = 3 10-4 mm2)
L’ intensità dell’HeNe sulla retina è 1 mW/(3 10-4 mm2) = 3100 mW/mm2

31 volte l’intensità del sole!!


Seminario Ottica Erik Tagliaferri 115
CEI EN 60825
•ESPOSIZIONE MASSIMA PERMESSA (EMP o MPE):
Il livello di radiazione al quale, in circostanze normali, una persona può
essere esposta senza subire alcun effetto

•LIMITE D’EMISSIONE ACCESSIBILE (LEA o AEL):


Il livello di radiazione massimo permesso in particolari in circostanze

•DISTANZA E ZONA NOMINALE DI RISCHIO OCULARE (ZNR):


zona all'interno della quale il livello della radiazione è superiore all'EMP
applicabile; all'interno di questa zona si possono avere danni oculari.

classe 1: sono sicuri nelle condizioni di funzionamento ragionevolmente prevedibili


classe 2: emettono radiazione visibile nell’intervallo di lunghezze d’onda tra 400 e 700 nm. La
protezione dell’occhio è normalmente assicurata dalle reazioni di difesa.
classe 3A: laser che sono sicuri per la visione ad occhio nudo. Per i laser che emettono
nell’intervallo di lunghezze d’onda tra 400 e 700 nm, la protezione è assicurata dalle reazioni di
difesa. Per le altre lunghezze d’onda il rischio per l’occhio nudo non è superiore a quello di
Classe 1. La visione diretta del fascio con strumenti ottici può però essere pericolosa.
classe 3B: la visione diretta è sempre pericolosa. La visione di riflessioni diffuse è
normalmente poco pericolosa.
classe 4: sono in grado di produrre riflessioni diffuse pericolose. Possono causare lesioni alla
pelle e potrebbero anche costituire un pericolo di incendio. Il loro uso richiede un’estrema
cautela.

Seminario Ottica Erik Tagliaferri 116


Proprietà della luce laser

Monocromaticità e Accordabilità

Coerenza

Direzionalità

Brillanza
Seminario Ottica Erik Tagliaferri 117
Proprietà della luce laser
Monocromaticità e Accordabilità

Luce laser Luce normale

Questo perché l’emissione stimolata avviene tra due ben definiti livelli energetici.
Nella realtà, un laser emette in un range di lunghezze d’onda, ma esso risulta comunque
abbastanza ristretto da poter essere definito monocromatico

L’accordabilità è la possibilità di variare entro un ben determinato intervallo il valore di


questa frequenza caratteristica

Seminario Ottica Erik Tagliaferri 118


Proprietà della luce laser
Coerenza
Dire che l’emissione di un laser è coerente, significa che i vari fotoni del fascio vengono
emessi nello stesso istante e in fase tra loro.

COERENZA SPAZIALE:
Le onde hanno la stessa fase
in tutti i punti di una sezione
del fascio ortogonale alle
direzione di propagazione

COERENZA TEMPORALE:
Le onde conservano la stessa fase nel tempo

Seminario Ottica Erik Tagliaferri 119


Proprietà della luce laser
Quindi con il termine coerenza si può pensare di associare un certo “ordine” ai fotoni

Incoerenti Coerenti

Una coerenza elevata implica la possibilità di ottenere un’elevata focalizzabilità del fascio laser
(macchia focale molto piccola, intensità elevata)

Seminario Ottica Erik Tagliaferri 120


Proprietà della luce laser
Direzionalità
Un raggio laser è estremamente collimato, cioè è molto sottile e non si allarga apprezzabilmente
(bassa divergenza)

r  L  tan

 divergenza intrinseca
2r

Seminario Ottica Erik Tagliaferri 121


Proprietà della luce laser
Brillanza

Si definisce brillanza B la potenza emessa da una sorgente di onde elettromagnetiche per unità
di superficie e per unità di angolo solido.

Fornisce informazioni non solo sul valore della potenza emessa, ma anche sulla distribuzione
angolare

dP  B  cos  dS  d

Seminario Ottica Erik Tagliaferri 122


Caratteristiche tipiche

Seminario Ottica Erik Tagliaferri 123


Applicazioni

Seminario Ottica Erik Tagliaferri 124


Applicazioni
CD e DVD
PLASTICA ALLUMINIO PROTEZIONE

Un raggio laser colpisce il


CD, e a seconda della zona
che colpisce (buco o
Vengono scavati dei superficie) arriva o meno sul
minuscoli fori, disposti a lettore
spirale, che vengono poi
ricoperti di un materiale
riflettente.
laser
0 1
…01001…
lettore SUONO
Seminario Ottica Erik Tagliaferri 125
Applicazioni
TAGLIO LASER

Il raggio laser, di alta


potenza, viene
concentrato in un punto

laser di potenza

Il materiale assorbe una enorme quantità di energia, e quindi di calore, e viene così tagliato.
Il taglio che si ottiene è di natura energetica non meccanica, con i conseguenti vantaggi di
precisione e quasi totale assenza di sfridi

Seminario Ottica Erik Tagliaferri 126


Applicazioni
AUTOVELOX
Un raggio laser viene inviato verso il bersaglio, da cui
viene riflesso e rimandato indietro. Misurando il
tempo necessario a compiere il tragitto e conoscendo
la velocità della luce, si calcola la distanza IN SOSTA
dell’oggetto.

d1
d2

L’autovelox misura la distanza di una macchina che si sta avvicinando in due istanti successivi.
Se la distanza percorsa fra i due istanti è troppo elevata, cioè se la macchina sta andando
troppo veloce, viene fatta una multa
Seminario Ottica Erik Tagliaferri 127
Conclusione
Quasi tutto ciò che
sappiamo dipende da Ma ci sono onde e
radiazioni che non
Misure di immagini percepiamo

Misure di onde

Potrebbero piacerti anche