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Campo elettrico

In passato si ipotizzava che le interazioni (luminose, elettriche) potessero viaggiare a velocità


infinita, per cui due cariche poste ad una certa distanza avrebbero dovuto istantaneamente risentire
di una forza attrattiva o repulsiva (azione a distanza). Quando però fu scoperto che la velocità della
luce nel vuoto (300.000 km/s) era la massima possibile nell’universo, le interazioni tra cariche
s
dovevano, di conseguenza, manifestarsi con un ritardo t  , dove s è la distanza tra le cariche, ma
c
tale ritardo non era stato osservato, cioè le cariche interagivano istantaneamente.
Per superare questa contraddizione venne introdotto il concetto di campo elettrico.
Una carica posta in una regione di spazio modifica fisicamente lo spazio circostante, nel senso che,
se viene introdotta in un cero punto una sonda capace di interagire con il campo, essa risente
istantaneamente di una forza. Nel caso del campo gravitazionale tale sonda è una piccola massa, nel
caso del campo elettrico è una carica di prova, piccola rispetto alla carica generatrice del campo in
modo che essa non posa perturbarlo, che subisce una forza attrattiva o repulsiva a seconda dei segni
del campo e della stessa carica.
Si definisce campo elettrico il rapporto tra la forza che si genera tra le cariche e la carica di prova.

F
E
q
La conoscenza del vettore campo elettrico in ogni punto dello spazio fornisce informazioni
sufficienti per caratterizzare il campo.
Qq
Essendo F  k la forza di Coulomb, il campo elettrico generato da una carica puntiforme è
r2
Qq 1 Q
dato da E  k 2
 k 2 .
r q r
Da ciò si può desumere quanto segue:
o l’intensità del campo elettrico è tanto maggiore quanto più grande è la carica
o diminuisce con l’inverso del quadrato della distanza
o presenta una simmetria radiale, nel senso che assume lo stesso valore a distanza r dalla
carica
o è uscente se Q è +, entrante se Q è - .
E’ possibile caratterizzare il campo tramite le linee di forza, che sono quelle linee la cui tangente in
ogni punto rappresenta la direzione del campo nello stesso punto.
Nel caso del campo generato da una carica puntiforme, le linee di forza sono delle semirette uscenti
dall’origine. Vicino alla carica generatrice esse saranno più dense ( per cui il campo sarà più
intenso), lontano da essa risulteranno più rade, indice della minore intensità del campo.
Nel caso in cui, in una certa regione di spazio, esistono più cariche ( di valore comparabile ), la
struttura del campo si complica, e il campo risultante sarà la somma vettoriale dei campi creati da
ogni singola carica.

Campo elettrico di un dipolo

Il caso più semplice è dato dal campo generato da un dipolo, cioè un sistema formato da due cariche
opposte poste ad una certa distanza. I dipoli sono comunemente presenti in natura, essendo
frequente la presenza di molecole polari o sistemi in cui un campo elettrico ha prodotto, per
induzione elettrica, la formazione di cariche indotte dipolari.

E1
P

E2

+Q
-Q

Calcoliamo il campo a distanza 2r dalla carica +Q e r dalla carica –Q.


Q Q Q 1
E1  k k 2 E2  k per cui E1  E2 .
(2r ) 2
4r r2 4
Sommando i due vettori con la regola del parallelogramma, si ottiene un vettore

risultante Etot  E1  E2 che presenta una direzione obliqua, per cui la linea di forza si deve
incurvare. Calcolando il campo
elettrico in ogni punto dello spazio
con un calcolatore, si ottiene la
configurazione in figura, dove il +Q
campo risulta intenso nella zona -Q

interna e meno intenso in quella


esterna. Un carica di prova sarà
costretto a muoversi lungo la linea curva attirata dalla carica opposta e respinta da quella uguale.
Nel caso di campi più complessi, formati da una molteplicità di cariche, applicare il metodo
colombiano diventa un’operazione sempre più complessa, ma per particolari distribuzioni cariche,
dotate di simmetrie particolari (piane, cilindriche, sferiche) è possibile utilizzare un processo di
calcolo ideato da Gauss.

Flusso del campo elettrico

Viene definito flusso attraverso una superficie aperta, caratterizzabile nello spazio da un vettore

normale n ad essa perpendicolare , il prodotto scalare   ( E n)  S

  E  n  S  cos( )  E  S  cos( ) essendo n  1 e  l’angolo tra il vettore campo


elettrico e il vettore
normale

n

E

Il flusso sarà quindi:

   max  E  S per   0

  min  0 per   90


0    max per 0    90
Il teorema di Gauss tiene concerne il flusso attraverso una superficie chiusa (chiamata superficie
gaussiana) e afferma che esso è determinato dalle sole cariche interne alla superficie, i cui campi
creano un flusso uscente non nullo, mentre le cariche esterne non producono alcun flusso, essendo il
flusso entrante opposto a quello uscente.
n

q int
i
 Echiusa  i 1
0
Tramite tale teorema è possibile calcolare il campo creato da distribuzioni complesse di carica,
scegliendo una opportuna superficie gaussiana e calcolando il flusso attraverso tale superficie.

Campo generato da una carica puntiforme tramite il teorema di Gauss

Si sceglie come superficie gaussiana una sfera di raggio r che circonda la carica Q+ , posta al
centro della sfera. Si divide tale superficie in tanti piccoli elementi di superficie S1 , S2, .....Sn

Per ciascun elemento di superficie il vettore campo elettrico è parallelo alla normale alla superficie
per cui il flusso elementare i risulta pari a:

i  E  Si
Sommando tutti i flussi elementari si ottiene:
n n n
tot   i   E  Si  E   Si  E  S
i 1 i 1 i 1

Risultando S  4 r si ottiene
2

Q
tot  4 r 2 E 
0
e quindi
1 Q
E
4 0 r 2
Cioè il campo elettrico generato da una carica puntiforme ottenuto in precedenza con il metodo
colombiano.
Campo generato da una lamina carica

E
+ +
+ +
+ +
+ +
+ +
+ +
+ +
+ +
+ +
+ +
+ + S
Si ha una lastra piana rettangolare di spessore infinitesimo carica uniformemente con densità
Q
superficiale  . Il campo elettrico risulta uniforme (stesso valore in ogni punto) nella zona a
S
sinistra e a destra della lastra, mentre è quasi nullo ( non nullo per effetti di bordo) nella zona
superiore ed inferiore. Si costruisce una superficie gaussiana a forma di parallelepipedo con la
stessa simmetria della lastra. Solo le facce la cui normale è parallela al campo elettrico
contribuiscono al flusso, mentre le altre facce producono un flusso nullo, essendo la normale alla
superficie perpendicolare al campo elettrico.
Q
Risulta quindi:   1   2  E  S  E  S  (per il teorema di Gauss)
0
da cui
Q 
E 
2 0 S 2 0
Il campo risulta essere quindi uniforme e direttamente proporzionale alla densità superficiale di
carica.
Campo generato da una doppia lamina (condensatore)

+ + - -
+ + - -
+ + - -
+ + - -
+ + - -
+ + - -
+ + - -
+ + - -
+ + - -
+ + - -
+
Un condensatore è un sistema formato da+due lamine -piane cariche
- una + e una - poste ad una certa
distanza. Si può dimostrare come il campo risultante sia uniforme all’interno della zona tra le
lamine e nullo all’esterno. Infatti all’interno i campi creati da ogni singola lamina si sommano,
dando luogo ad un campo complessivo pari al doppio del campo generato da una singola lamina:

     2 
E    
2 0 2 0 2 0 2 0  0
All’esterno i campi creati dalle singole lamine sono opposti e si annullano.

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