Sei sulla pagina 1di 10

CAPITOLO 8

UNO SGUARDO ALLA STORIA


La deontologia professionale affonda le sue radici alla fine del 19’ secolo.
Le opere più importanti degli assistenti sociali sono:
● Mary Richmond “Social diagnosis”(1915) pone le basi scientifiche del
servizio sociale, all’interno di queste opere viene messo in risalto il valore
della persona e i principi su cui si fonda la teoria del servizio sociale e la sua
pratica
● Graziosi invece riporta un “Codice cileno”(1925) è una sorta di giuramento
simile a quello di ippocrate, include tra i primi codici include un elenco di
obblighi che Hamilton indica agli assistenti sociali e sono:
-Ogni operatore a un insieme di obblighi per se stesso , per i suoi clienti,il suo
ente e comunità.
-Il cliente non è visto come un problema ma bensì una persona con un
problema.
-l'assistente sociale non può mai approfittarsi della sua professione per trarne
dei vantaggi.
-l’as per aiutare il suo cliente non può prendere decisioni improvvisate e
impulsive ma deve agire in modo responsabile
-i rapporti con il cliente devono essere condotti in modo puntuale e scrupoloso
e questi colloqui devono avvenire privatamente.
-Non bisogna mai dare false speranze.
-Il rapporto tra cliente e professionista deve essere protetto tutto ciò che si
dice non deve essere soggetto a pettegolezzo o a discussioni pubbliche.
● Nel 1925 esce il “Credo dell’assistente sociale” di Swift, in questo testo è
possibile ritrovare tutti i codici etici e della deontologia professionale.
● Zan nel 1926 cita un “Codice internazionale per l’assistente sociale
cattolico”.Questi codici accompagnano gli studi degli as sia in europa che
negli stati uniti. Hanno il compito di sviluppare la teoria dell’as.
● Alla fine della 2 guerra mondiale per operA dell’UCISS(UNION CATHOLIQUE
INTERNATIONALE THE SERVICE SOCIAL) veniva diffuso il “Codice di
morale del servizio sociale” di Heyl, la sua pressa dice che è indirizzato a
tutti gli as ma può essere indirizzato a tutti i lavoratori sociali,la premessa
precisa anche lo scopo degli as, mantenere il sacro fuoco, il sentimento
cristiano del servizio sociale e lo spirito religioso e morale.Questo codice
comprende 459 articoli, una prima parla della definizione del servizio
sociale(metodologia, obiettivi,doveri dell’as, atteggiamenti professionali), 236
articoli invece sono dedicati alla morale speciale del servizio sociale.
● Emily White(presidente UCISS), scrive “Guida internazionale di morale e
uso dell’as cattolici”, nella premessa di quest’opera sono indicati i
fondamenti intellettuali del servizio sociale.
● Il “codice di Heyl” è stato rivisitato in quanto doveva essere più
semplice,sistematizzato e completo,il codice di white ha preso in
considerazione solo l’ultimo punto infatti lo divide in 32 capitoli che
comprendono 829 articoli.
Entrambi questi codici sono documenti storici importanti non solo nel servizio sociale
ma anche nella società del tempo dei suoi valori e morale.

IL PERCORSO STORICO DEI CODICI DEONTOLOGICI DEGLI ASSISTENTI


SOCIALI IN ITALIA
Dopo la 2 guerra mondiale a milano Don Paolo Liggeri e Odile Vallin tra il 1944/45
fondarono la prima scuola per assistenti sociali, questa scuola ha avuto un ruolo
significativo in ambito cattolico ed ha influenzato la nascita di scuole di ispirazione
cristiana. Lo scopo di questi due signori era quello di porre dell basi per il servizio
sociale in italia. Alba Canali e Livia Massaria durante delle interviste spiegano le
tappe fondamentali dei codici della professione del servizio sociale, in un convegno
tenutosi a bruxelles è stato presentato il “Codice del canonico” Heyl. In europa e in
italia negli anni ‘50 il servizio sociale è stato influenzato dalla letteratura di lingua
inglese dalla filosofia individualista e dal servizio sociale degli USA.
White è noto di più nelle scuole Onarmo, ma il suo codice non è mai stato introdotto
in italia.
Nel 1976 a Porto Rico viene approvato il codice internazionale di etica professionale
dell’as che fissa gli elementi essenziale di un'etica condivisa da tutti gli as che
vengono da diversi paesi e da culture diverse.
Nel nostro paese bisognò attendere fino alla fine degli anni ‘80 e ‘90 per avere un
vigorosa deontologia professionale infatti nel 1997 esce un'opera di as toscani
“Codice di autodisciplina professionale dell’as dell’alta val d’elsa ”, questo
documento contiene le norme deontologiche etiche e regole di comportamento.
Negli anni ‘90 nasce in un clima di cambiamento durante un periodi di disordini
politici finanziare la popolazione sente il bisogni di eticità e di riprendere i valori e per
questo che nasce “L’etica e la deontologia delle professioni”
IL CODICE ASSNAS
E’ un'associazione degli assistenti sociali approvata nel 1992 durante il 17 secolo.
Questo codice comprende 5 capitoli e in questi 5 capitoli sono compresi 42 articoli,i
5 capitoli sono:
1. La professioni
2. l'utente
3. i colleghi di lavoro
4. Assistenti Sociali/altri professionisti
5. l’organizzazione che l’impiega/ il contesto in cui opera.
Nel capitoli i rapporti con l’utente il punto fondamentale è la coerenza etica e la legge
119 del 2001 l’obbligo dell’as di segretezza.
IL CODICE DEONTOLOGICO DELL’ASSISTENTE SOCIALE
Nel 1996 il consiglio nazionale ha sentito l’obbligo di elaborare un codice
deontologico, questo codice è stato approvato nel 1998.
1. La professione dice che si fonda sul valore dignità unicità di tutte le persone e
il rispetto dei proprio diritti.
2. La professione è al servizio di persone famiglie gruppi comunità. Il
professionista gli sostiene nell’uso delle proprie risorse gli aiuta ad affrontare
situazione di bisogno disagio e pruove iniziativa a ridurre il pericolo
dell'emancipazione
3. l’as considera ogni persona come portatrice di una domanda bisogno
problema e li colloca dentro il suo contesto di vita relazione ambiente ecc.
4. l’as svolge la sua azione professionale senza discriminazione di sesso razza
religione ideologia politica minoranza fisica mentale ecc.
5. Durante l’esercizio della sua professione l’as non può esprimere giudizio in
base ai loro comportamenti.

6. l'esercizio della professione si basa sull’autonomia tecnica-professionale,


sull’indipendenza di giudizio,sulla conoscenza della professione, l’as ha il
dovere di difendere la propria autonomia da pressione e condizionamenti.
Nel 2002 questo codice ha subito delle modifiche l’articolo 7 ex art 3:l’assistente
sociale pone la persona al centro di ogni intervento, la persona viene considerata
nelle sue dimensioni spirituali fisiche e psicologiche, persone intesa come realtà
unica titolare di diritti e doveri considerata capace di esercitare la propria libertà e
valore etico.
La seconda modifica è l’art 8 ex art 4 è stato tolto il termine di razza, perchè non era
appropriato, perché il termine razza è segno di violazione della dignità.
Un argomento importante all’interno del codice riguarda la famiglia, l’as ha delle
responsabilità all’interno della società, vuol dire che deve promuovere la solidarietà e
sussidiarietà, deve riconoscere la famiglia nelle sue diverse forme e espressioni, e
deve riconoscere che la famiglia è un luogo privilegiato e una risorsa primaria per le
persone.
LE SANZIONI DISCIPLINARI
Le tre edizioni del codice riportano delle norme che regolano le sanzioni disciplinari e
procedimento.
La potestà sanzionatoria in primo luogo dagli ordini regionali e in seconda volta
dall’ordine nazionale .
Ne segue un provvedimento disciplinare attraverso i consigli di disciplina
territoriali/nazionali competenti col territorio.
La potestà sanzionatoria allo scopo di:
● Tutelare la professionalità degli iscritti all’ALBO.
● Vigilare sul corretto esercizio delle norme deontologiche.
● garantire la qualità delle attività svolte dal professionista
● censurare comportamenti del professionista non rientranti nella legge
ordinaria.
L’articolo 1 definizione dei provvedimenti sanzionatori,come delle conseguenze
quando si violano le leggi deontologiche come :
● Ammonizione
● censura +sospensione dell’esercizio della professione
● radiazione dall’ALBO
L’articolo 2 l’ordine degli as ha specificato la sanzione in relazione ai seguenti criteri:
● Intenzionalità del comportamento
● grado di negligenza
● imprudenza
● imperia
● responsabilità connessa alla posizione di lavoro
● grado di danno o di pericolo causato
● presenza di circostanze aggravanti o attenuanti
● concorso tra più professionisti e/o operatori
● recidiva e/o reiterazione
E’ UN CODICE ESIGENTE
Questi 3 codici hanno contribuito a delineare con chiarezza le caratteristiche di
questa professione anche se non si tratta di un codice di facile applicazione, in
quanto è esigente.
Le norme che ci sono all’interno di questo codice sono realizzabili perché sono sulla
base di esperienze passate di as.
Questo codice non risolve i dilemmi ma si limita a orientare le scelte e le decisioni
che l’as deve prendere sia se lavora come dipendente sia se lavora come
professionista.
Il codice da regole al professionista come comportarsi e indica i fondamenti etici sui
quali deve conformare i suoi atti professionali.
L’as lavora secondo le norme dettate da questo codice e aiutare le persone
coinvolge non solo la responsabilità ma anche la sua coscienza mettendo in dubbio
le certezze teoriche metodologiche che ha acquisito.
ALCUNE RIFLESSIONI
Da sempre la pratica del servizio sociale ha sempre dimostrato come è possibile
aiutare le persone anche quelle più bisognose, ovviamente l’insieme del codice ci
aiuta a capire come aiutare queste persone rispettando la propria autonomia,
autodeterminazione e i loro diritti.
Dal 1998 fino ad oggi sono stati molti i cambiamenti che hanno interessato in
maniera diretta o indiretta gli assistenti sociali questi problemi provocano dilemmi
agli assistenti sociali all’applicazione del codice e son:
● La richiesta di adesione a leggi che si contraddicono con le norme
deontologiche
● I criteri valutativi
● pressioni politiche
● esternalizzazione dei servizi
● introduzione di nuove tecnologie che vanno in contrasto con il profilo etico
CAPITOLO 10
L’ETICA E LA DEONTOLOGIA IN SITUAZIONE
LA DIMENSIONE ETICA DEL SERVIZIO SOCIALE RISENTE INEVITABILMENTE
DELL’ATTUALE REALTÀ’ SOCIO-CULTURALE
Il servizio sociale riflette su un problema, questo problema è l’etica in particolar
modo l’etica sociale. Parlare di etica nel servizio sociale vuol dire riflettere su due
questioni, la prima la storia della stessa professione la seconda riguarda le scelte
etiche che sono nate dallo sviluppo delle conoscenze dell’uomo e la società
confrontate con le evidenze che emergono dalla pratica quotidiana dei professionisti.
CAPITOLO 11
ETICA E DEONTOLOGIA IN PRATICA:E SFIDE ETICHE DEI PRINCIPI OPERATIVI
L’IFSW E l’IASSW riconoscono che i diritti umani sono alla base del servizio
sociale,infatti anche in altri codici deontologici di altri paese viene preso come punto
di riferimento anche se la sua applicazione può essere difficile.
IMMIGRATI IRREGOLARI E DIRITTI UMANI
Gli assistenti sociali si occupano dell marginalità ed è per questo che sono in
contatto anche con gli immigrati irregolari. Su questo si apre un grande dibattito
teorico infatti il lavoro degli assistenti sociali con gli immigrati diventa un dilemma
etico perché anche se irregolare e di diversa cultura l’as è tenuto a seguirlo
rispondo il codice deontologico che difende l’integrata il benesseri fisico, psicologico
ed emotivo di tutte le persone senza discriminazione.
DILEMMA ETICO TRA DUE MANDATI :COME FAVORIRE SCELTE
PROFESSIONALI
L’as si trova di fronte a un dilemma etico, scegliere se applicare il mandato
professionale o istituzionale, cioè o rispondere ai valori della professione o rispettare
le leggi.
Ovviamente qualsiasi decisione l’as prenda deve poi esporre al suo capo, qualora
mancasse il suo “capo” deve confrontarsi con i colleghi con la sua equipe affinché
prenda una decisione giusta.
Quando ci si trova davanti a un dilemma etico e si prende una determinata scelta, la
si deve motivare e argomentare in maniera prudente e responsabile.
SFIDARE LE POLITICHE
Nonostante non vengono rispettate le leggi(mandato professionale) l’as ha il compito
di lavorare per l’inclusione sociale.
INFORMAZIONE E CONSENSO INFORMATO
L’informazione è il primo passo fondamentale affinché avvenga la relazione d’aiuto.
La persona che fa richiesta prima di rivolgersi all’ as chiede informazioni al
segretariato sociale il quale darà delle informazioni adeguate alla domanda che gli
viene fatta,il segretario sociale fisserà un appuntamento con l’as e successivamente
si farà il colloquio.
L’articolo 39 del codice deontologico sostiene che anche l’as deve contribuire a dare
una giusta diffusione di informazioni sulle risorse, sui diritti, sugli impegni,
programmi, svantaggi e vantaggi e si presuppone competenza professionale e
integrità etica.
Dare info favorisce empowerment.
INFORMAZIONI,CONSENSO INFORMATO E INTERVENTI
Ogni persona deve essere informata di tutte le scelte che l’as prende,inoltre la
persona che fa richiesta deve firmare un modulo che serve per trattamento dei dati
all’as, uno dei valori che sta alla base degli as e del ss come verranno utilizzati i dati
come useranno i dati ecc.
L’esercizio del consenso informato è legato al diritto all'autodeterminazione e alla
partecipazione alle decisioni in quanto una persona deve essere daccordo. Se l’as
inizia un progetto senza che il cliente lo sappia va contro il codice deontologico.
INFORMAZIONI, ORGANIZZAZIONI E POLITICHE
Un problema che coinvolge gli as è la diffusione delle informazioni a causa delle
risorse non sufficienti, ovviamente questo periodo di carenza di risorse porta gli as di
fronte a problemi etici perché da un parte devono tener conto del contesto in cui
lavorano dall'altra parte perché incontrano un disagio sociale dei cittadini.
LE INSIDIE DEL POTERE PROFESSIONALE
l’AS fa parte di un’istituzione e ovviamente deve svolgere il suo ruolo di potere nei
confronti delle persone che chiedono aiuto, dall’altra parte gli viene difficile gestire il
potere che possiedono.
TRA POTERE DELL’AS E DETERMINAZIONE DELLA PERSONA
Se l’as proponendo un progetto e il cliente lo rifiuta o non gli piace e l’as riconosce
che può avere atteggiamenti punitivi e meglio che si confronti con altri colleghi per
trovare una soluzione.
POTERE,ETICA E TRIFOCALITÀ
Affrontare la questione del potere professionale sotto un potere etico significa tener
conto di 3 aspetti:
-Rapporto con la persona interessata
-Il ruolo dell’as nell’organizzazione
-e rapporto tra as e le politiche sociali
L’articolo 6 del codice deontologico recita:’ la professione e al servizio delle persone’
questo vuol dire che a questa frase vengono attribuiti due valori essere al servizio di
e servire a qualcosa o a qualcuno.
L’as sociale offre una possibilità all’utente di aiuto valorizzando le sue scelte le sue
responsabilità e le sue abilità, ovviamente per lavorare in modo etico e necessario
che l’as conosca per prima cosa se stesso e le sue emozioni.
Un altro aspetto riguarda il piano dei diritti infatti ogni persona che fa richiesta al
servizio vanno riconosciuti i diritti a prescindere dal proprio comportamento e questo
vuol dire che non si possono negare i diritti.
Un terzo aspetto riguarda tra il ss e le politiche sociali l’utente potrebbe lamentarsi
che il lavoro non è dignitoso per lui quindi l’as ha il compito di verificare se anche per
altri questo lavoro non è dignitoso o se è un problema di un solo utente.
Ovviamente l’as ricopre un compito istituzionale e il suo compito è quello di
promuovere, proporre, e sostenere le politiche del welfare.
PRENDERSI CURA DELLE PERSONE
L’as può ritenere giusto che alcune informazioni personali del passato del cliente non
vengano divulgate perchè potrebbero danneggiare l’integrazione sociale della
persona.
A volte e meglio non saper tutto perché altri potrebbero giudicarlo in malo modo.
QUALE CURA NELL’ORGANIZZAZIONE?
Tutto ciò che dice il cliente deve rimanere tra lui e l’as affinché nasca una relazione
di fiducia ovviamente il compito dell’as è quello di gestire in modo diligente le info
che gli vengono date,ovviamente in alcuni casi questa impresa può essere difficile
se si va incontro a casi molto particolari però nonostante ciò deve rispettare il codice
deontologico di riservatezza professionale.
Anche il luogo dove avvengono questi colloqui deve garantire la riservatezza di
conseguenza mette a proprio agio il cliente,anche se ancora in alcuni uffici ciò non
avviene.
L’as deve mettere agli atti tutte le info relative alle persone che chiedono aiuto.
RISERVATEZZA E SEGRETO CON LE RETI INFORMALI
A causa di poche risorse economiche materiali il servizio porta i professionisti a
collaborare con altre reti di aiuto che sono i volontari singoli e gli associati. Dal punto
di vista dell’as dal punto di vista della riservatezza e segreto professionale quali info
è bene che l’as diga al volontario? In questo determinato caso non vi è nessuna
regola nel codice deontologico o norma deontologico che dia risposte giuste a
questa domanda è sempre compito dell’as a capire quali sono le info giuste da dire.
Anche se il professionista è legato dalla riservatezza e dal segreto professionale
dipende sempre dalla situazione che si presenta, ovviamente bisogna parlarne
sempre con altri professionisti perché lo scopo è quello di tutelare la persona e il suo
benessere.
GUARDARE AI DESIDERI E ALLE CAPACITÀ
L’as deve tener conto anche di ciò che il suo cliente gli chiede.
L’as vedendo la situazione del suo cliente potrebbe preoccuparsi per lui ed è per
questo che prende determinate scelte anzichè altre, ovviamente deve tener conto
delle capacità e dei desideri che ha fatto richiesta d’aiuto.
CAPACITÀ,RISORSE,ETICA
Fiducia,attenzione,espressione di desideri,ecc, sono elementi essenziali nella
relazione di aiuto,infatti molti studiosi del servizio sociale affermano che, se sono
presenti questi elementi gli utenti si sentono accolti,considerati,rispettati e valorizzati.
Inoltre valorizzare le capacità del cliente è una responsabilità etica dell’assistente
sociale(codice deontologico,art 6).
ORGANIZZAZIONI,RISORSE,ETICA
in un progetto di aiuto vengono coinvolte le risorse umane, materiali ed economiche,
solo che oggi gli assistenti sociali non possono usufruire di queste per svolgere il
loro lavoro ed è per questo che si sollevano questioni etiche.
Un primo aspetto riguarda la capacità del professionista ne saper utilizzare le risorse
dell’ente, intese come mezzi e strumenti utili allo svolgimento del
lavoro(uffici,stampanti,cellulari di servizio,denaro).
Un altro aspetto è l’importanza di sostenere e valorizzare il confronto tra i colleghi,
risorsa importante che serve per prendere decisioni adeguate ad interventi.
Un terzo aspetto riguarda la disponibilità economica,necessaria per il benessere
delle persone( ovviamente è il professionista che attiva questa disponibilità,e le
attiva se lo ritiene necessario).
Oggi, la carenza di risorse economiche porta gli assistenti sociali ad attivare
interventi meno costosi, e inoltre può portare a privilegiare alcune persone.
Però se queste risorse mancano, il compito del professionista è quello di costruire
progetti alternativi e innovativi, avvalendosi solo delle risorse a lui disponibili, un
esempio può essere passare dal lavoro con singole persone a lavori con gruppi o
comunità.
TERRITORIO,RISORSE,ETICA
anche nel rapporto con le risorse del territorio l’assistente sociale incontra alcuni
temi con implicazione etiche.
Il lavoro dell’assistente sociale è capire se la libertà dell’utente e compatibile con le
possibilità di attivare e usufruire della cooperativa sociale dal professionista
individuata, anche tenendo conto dei propri rapporti con la cooperativa e
organizzazione, è infatti necessario non solo riconoscere le risorse presenti sul
territorio, ma anche considerare la cornice istituzionale di riferimento.
CAPACITÀ,RISORSE,POLITICHE
a causa della crisi molte risorse che servirebbero al professionista non sono
disponibili,infatti si cerca di migliorare l’approccio con il welfare affinché nascano e
vengano promosse nuove politiche basate sulla libertà umana e giustizia sociale.
COSTRUIRE LE VALUTAZIONI CON LE PERSONE
l’assistente sociale durante un’intervista espone gli elementi che ritiene necessari
per la valutazione(es, situazione sanitaria, rapporti con altre persone ecc) il compito
del professionista è quello di coinvolgere attivamente le persone nella costruzione
della valutazione, quindi luoghi in cui vivono,le loro storie,relazioni. Ovviamente
l’assistente sociale non deve avere pregiudizi affinché ascolti in modo libero tutte le
persone e capire il loro punto di vista.
ORGANIZZAZIONE,VALUTAZIONE ETICA
Quando ci si trova a lavorare con anziani gli strumenti che vengono dati all’as sono:
il livello di autosufficienza, presenza di una rete di aiuta,livello di stress del caregiver
e l’aspetto economico della famiglia, un altro strumento è quello di vedere se il
caregiver è autosufficiente.
Un altro aspetto che l’as deve è se scegliere tra il mandato istituzionale o quello
professionale.
VALUTARE INTERVENTI E SERVIZI
E’ compito professionale garantire l’efficacia degli interventi.
Gli as devono sostenere le richieste fatte da singoli enti, dal ministero e dalle regioni.
Il lavoro degli as viene valutato utilizzando degli indicatori che spesso riducono i
numeri il caso in carico oppure le prestazioni che sono state fatte con lo scopo di
verificare l’efficacia di questi servizi. l’AS deve promuovere questi servizi sempre
basandosi sul codice deontologico
VALUTARE LE POLITICHE?
Un altro processo valutativo è quello di valutare le politiche.
In un periodo di forte contenimento della spesa pubblica c’è la precarietà delle fonti e
ovviamente se la spesa pubblica è alta e c’è la crisi lo stato taglia i fondi, è compito
dell’as cogliere e sottolineare e far presente queste problematiche economiche e lo
scopo è sempre quello di aiutare le persone in difficoltà e rispettarle.
VANTAGGI E RISCHI DELLE NUOVE TECNOLOGIE
La tecnologia ha coinvolto il servizio sociale per questo si apre una questione etica.
In una regione dell’italia è stato attuato un progetto quella della cartella sociale
informatizzata, in questa cartella vengono raccolti tutti i dati degli utenti.
Alcuni non sono d’accordo perché questo possa portare ad avere meno contatti con
le persone altri invece ritengono che sia un buon metodo.
LA CARTELLA SOCIALE INFORMATIZZATA:RILEVANZA ETICA
PRO: Alcuni as si sentono stimolati da queste tecniche e vedono una potenzialità in
questa cartella, perchè vengono economizzare i tempi di lettura e analisi delle
domande ed economizza la rielaborazione dei dati. Ovviamente la cartella sociale
info deve garantire la sicurezza dei dati che vengono raccolti ed è compito dell’as di
capire quali dati far visualizzare ad altri e quali no.
CONTRO: temono che queste tecnologie possono alterare i rapporti con altre
persone.
NUOVE TECNOLOGIE E SERVIZIO SOCIALE
Oggi si vanno ad utilizzare nel campo del servizio sociale non sola la cartella sociale
ma anche le nuove tecnologie come email(per esempio per dare appuntamento o
inviare documenti), ma anche l'utilizzo dei social media come facebook twitter ecc,
questi possono coinvolgere le persone in conversazioni e influenzare i processi
decisionali.
In questo campo l’as deve stare attento a come utilizza questi social media perché
potrebbe perdere di credibilità davanti ai clienti.
Ancora è una questione di dibattito perché se l’as vede che il suo assistito si
comporta in un certo modo non sa come comportarsi.

Potrebbero piacerti anche