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PIANO COMUNALE DI EMERGENZA

DI PROTEZIONE CIVILE

Comune di San Nicola la Strada

Redatto dal Comando Provinciale Vigili del Fuoco


Gruppo di Lavoro:
DVD ing. Angelo De Dona
DVD Ing. Giovanni De Dona
IA. Alessandro Iannotta
OE Adolfo Alfego
Piano di Emergenza Comunale
Anno 2015 Ver. 1.0

IL PIANO DI EMERGENZA COMUNALE


PARTE PRIMA
PARTE GENERALE

PREMESSA
METODO ADOTTATO E STRUTTURA DEL PIANO DI PROTEZIONE CIVILE

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Piano di Emergenza Comunale
Anno 2015 Ver. 1.0

1. Premessa
Il piano di emergenza rappresenta uno strumento che raccoglie le attività
coordinate e le procedure da adottare per fronteggiare un evento calamitoso atteso e/o in
atto in un particolare territorio, sia esso di origine naturale o connesso all’attività
dell’uomo e rappresenta il supporto operativo al quale il Sindaco si riferisce per la
gestione dell'emergenza col massimo livello di efficacia.
Il piano si prefigge di garantire una risposta efficiente ed efficace mediante
l'impiego di risorse disponibili ad organizzare le prime operazioni di soccorso
favorendo il ritorno alle normali condizioni di vita.
Il presente documento è stato redatto ai sensi dell'art.15 comma 3 bis della Legge
225/1992, modificata alla Legge 100/2012, che individua il Comune quale Ente che
deve approvare il piano di emergenza comunale, in linea con i criteri e le modalità di
cui alle indicazioni operative adottate dal Dipartimento della protezione civile e dalla
giunta della Regione Campania.
Le finalità del piano di emergenza sono in generale le seguenti:
 Fornire le direttive necessarie ad Enti e strutture di Protezione Civile da applicare
(prima, durante e dopo l’evento incidentale) per poter garantire un intervento
tempestivo su tutto il territorio del Comune;
 Indicare le direttive di base di Enti e organi locali, quali Comuni e ASL, per la
redazione e la revisione dei propri piani di Protezione Civile, nell’ambito del
contesto territoriale, ispirata a criteri di omogeneità e uniformità;
 Fornire al Sindaco le informazioni necessarie per informare e formare la
popolazione sulle reazioni e comportamenti da tenere in caso di un qualsiasi evento
incidentale che possa interessare il territorio comunale. Per perseguire efficacemente
gli scopi prefissati, è necessario individuare i ruoli degli Enti e delle organizzazioni

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preposti alla Protezione Civile, in modo che questi abbiano la possibilità di agire in
maniera tempestiva ed efficace.

1.1. Definizione del piano


Si definisce Piano di Protezione Civile tutte le attività coordinate e le procedure
di Protezione Civile che vengono attivate per fronteggiare un qualsiasi evento
calamitoso atteso in un determinato territorio.
Tale piano deve recepire essenzialmente:
 Programma di previsione e prevenzione
 Informazioni relative a:
 Processi fisici che causano le condizioni di rischio con relative valutazioni;
 Eventi;
 Scenari;
 Risorse disponibili.

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1.2. Struttura organizzativa del servizio nazionale di protezione civile

Presidenza del Consiglio dei Ministri


DIPARTIMENTO DELLA PROTEZIONE

COMITATO PARITETICO COMITATO OPERATIVO COMMISSIONE NAZIONALE


STATO REGIONI DELLA PROTEZIONE CIVILE PREVISIONE E PREVENZIONE
ENTI LOCALI GRANDI RISCHI

Collabora con il Presidente del Consiglio Presieduto dal Capo del E’ articolata in sezioni e svolge
dei Ministri nel: Dipartimento, assicura la attività consultiva, tecnico
Determinare le politiche di protezione direzione unitaria ed il scientifica e propositiva in materia
civile; coordinamento delle attività di di previsione e prevenzione delle
promuovere e coordinare le attività delle emergenza, stabilendo gli varie ipotesi di rischio.
amministrazioni centrali e periferiche dello interventi di tutte le Presieduta del Presidente del
stato delle regioni, delle province, dei amministrazioni e gli enti Consiglio dei Ministri, o dal
comuni, degli enti pubblici nazionali e interessati al soccorso. Ministro dell’Interno o da altro suo
territoriali e di ogni altra istituzione e E’ composto da tre delegato, è composta dal capo
organizzazione pubblica e privata presente rappresentanti del dipartimento, dipartimento, da esperti nei vari
sul territorio nazionale, finalizzate in rappresentante per ciascuna settori di rischio, da due esperti
all’integrità della vita, dei beni, degli delle strutture operative designati dall’agenzia per la
insediamenti e dell’ambiente dai danni o nazionali di cui all’art. 11 della protezione dell’ambiente e per i
dal pericolo di danni derivanti da calamità L. 225/92, non confluite nel servizi tecnici, da due esperti
naturali, da catastrofi o da altri grandi dipartimento e tenute a designati dalla conferenza
eventi che determinano situazioni di concorrere al soccorso, da due permanente per i rapporti fra lo
grande rischio. rappresentanti delle regioni e da stato e le regioni e le province
Nel comitato sono presenti i rappresentanti un rappresentante del comitato autonome, nonché da un
delle regioni e degli enti locali. nazionale del volontariato di rappresentante del comitato
E’ opportuno ricordare che le funzioni protezione civile. Possono essere nazionale del volontariato di
vanno esercitate attraverso intese nella invitati alle riunioni autorità protezione civile.
Conferenza unificata (art. 107 c. 2, D.L. regionali e locali di protezione I componenti che rappresentano, su
112/98). civile interessati a specifiche delega del Ministro competente, i
emergenze, nonché singoli Ministeri esplicano e
rappresentanti di altri enti o riassumono con poteri decisionali,
amministrazioni. tutte le facoltà e competenze in
ordine alle azioni da svolgere ai fini
di protezione civile, e
rappresentano, in seno al comitato,
l’amministrazione di appartenenza
nel suo complesso.

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COMPETENZE

REGIONI PROVINCE COMUNI PREFETTI


Predispongono i programmi Svolgono attività di Svolgono attività di Predispongono il piano
di previsione e prevenzione previsione e prevenzione, previsione ed attuazione provinciale di emergenza;
dei rischi; compresa l’adozione dei degli interventi di Assumono la direzione
Definiscono gli indirizzi per provvedimenti prevenzione dei rischi; unitaria dei servizi di
la predisposizione dei piani amministrativi connessi; Predispongono i piani di emergenza;
provinciali di emergenza; Predispongono i piani emergenza (anche in forma Adottano i provvedimenti
In caso di crisi determinata provinciali di emergenza; associata ed integrata; necessari per attuare i primi
dal verificarsi o In caso di eventi calamitosi, Predispongono i soccorsi;
dall’imminenza di eventi verificano l’attuazione dei provvedimenti da attuare in Garantiscono l’ordine e la
calamitosi, attuano gli servizi urgenti da parte caso di emergenza, al fine sicurezza pubblica.
interventi urgenti, avvalendosi delle strutture provinciali di di assicurare il primo
anche del corpo nazionale dei protezione civile. soccorso
vigili del fuoco, per il ritorno In caso di emergenza,
alle normali condizioni di attuano i primi interventi
vita, per lo spegnimento degli urgenti, avvalendosi anche
incendi boschivi (per la parte delle strutture locali di
non di competenza dello protezione civile e del
stato); volontariato.
Dichiarano l’esistenza di
eccezionale calamità o
avversità atmosferica;
Stabiliscono gli interventi per
l’organizzazione e l’utilizzo
del volontariato.

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1.2.1. Organizzazione generale


Al fine di garantire il coordinamento delle attività di gestione dell’emergenza, in
funzione dell’intensità e dell’estensione dell’evento, nonché della capacità di risposta
del sistema locale, si attiveranno sul territorio, ai diversi livelli di responsabilità, i centri
operativi e di coordinamento presso i quali sono rappresentate le componenti e le
strutture operative del Servizio Nazionale della protezione Civile, in ogni caso la prima
risposta all’emergenza deve essere sempre garantita dalla struttura locale, attraverso
l’attivazione del C.O.C (centro operativo comunale).

1.2.2. Compiti del Comune


Il Comune è la figura centrale nell’organizzazione e realizzazione delle attività di
protezione civile e svolge la propria funzione nell’ambito della:
Programmazione: concorrendo all’organizzazione e realizzazione delle attività di
protezione civile, con particolare riferimento alla raccolta ed aggiornamento di dati e
cartografie in accordo con i programmi provinciali e regionali di previsione -
prevenzione.
Pianificazione: la L. 225/92 art. 14, permette al Sindaco di dotarsi di una struttura
comunale di protezione civile. Altre norme dell’ordinamento (L. 142/90; D.P.R. 175/88;
D.L.112/98; L. 401/2001), attribuiscono al Sindaco altri compiti, quali quelli di
informazione la popolazione prima, durante e dopo l’evento e la gestione
dell’emergenza, coordinata con il Prefetto, qualora l’evento non sia fronteggiabile per
via ordinaria.
Nel contesto emergenziale il Sindaco assume il ruolo di autorità comunale di
Protezione Civile ed al verificarsi dell’emergenza assume la direzione e il
coordinamento dei servizi di soccorso e assistenza alle popolazioni colpite e provvede

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gli interventi necessari dandone immediata comunicazione alla SOUP (sala operativa
unificata permanente), alla sala operativa provinciale ed al Prefetto.
Qualora la calamità naturale o l’evento non possano essere fronteggiati con i
mezzi a disposizione del Comune, il Sindaco chiede l’intervento di altre forze e
strutture al Prefetto, che adotta i provvedimenti di competenza, coordinando i propri
interventi con quelli dell’autorità comunale di Protezione Civile.
La prima riposta ad una emergenza, qualunque sia la natura dell'evento
incidentale che la genera, è affidata alla struttura locale.
In relazione al tipo di evento calamitoso l'amministrazione comunale procede
eventualmente all'attivazione del Centro Operativo Comunale - C.O.C. dando
attuazione al Piano di Emergenza Comunale.
Se il comune non riesce a fronteggiare l’emergenza (evento di tipo b), su sua
richiesta interviene l’ufficio territoriale del Governo (Prefettura) e la Regione, che
attivano le risorse di cui dispongono. In caso di eventi di tipo c, su richiesta del Governo
/Regionale subentra il livello nazionale con l’eventuale dichiarazione dello stato di
emergenza.
A livello provinciale viene attivato il Centro Coordinamento dei Soccorsi C.C.S.
nel quale sono rappresentati tutti gli enti sul territorio.
Il modello prevede una sala operativa unica che da un lato provvede a diramare
quanto disposto dal CCS e dall’altro raccoglie i dati dei COM disseminati sul territorio.
Il Prefetto assume la Direzione dei servizi di emergenza coordinandosi con il
presidente della Regione Campania.

2. Metodo adottato e struttura del piano di protezione civile.


Il presente Piano di Protezione Civile segue le linee guida dettate dal Dipartimento
della Protezione Civile e del Ministero degli Interni con il Metodo “Augustus”.

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Rappresenta una sintesi coordinata degli indirizzi per la pianificazione d’emergenza e


fornisce ai Sindaci e ai Prefetti interessati uno strumento di lavoro flessibile secondo i
rischi presenti sul territorio e inoltre, delinea con chiarezza, un metodo di lavoro
semplice nell’individuazione e nell’attivazione delle procedure per coordinare con
efficacia la risposta di Protezione Civile di fronte ad una calamità naturale.
Il piano è stato redatto a seguito di una analisi complessa delle caratteristiche del
territorio comunale e si articola nelle seguenti parti fondamentali.

A. Parte generale: dove vengono raccolte tutte le informazioni relative alla


conoscenza del territorio, della popolazione, delle risorse disponibili e delle reti di
monitoraggio presenti, ed alla elaborazione degli scenari di rischio;

B. Lineamenti della pianificazione: in cui s’individuano gli obiettivi da conseguire,


per dare adeguata risposta di Protezione Civile ad una qualsiasi emergenza;
C. Modello di intervento: mediante il quale si assegnano le responsabilità nei vari
livelli di comando e di controllo per la gestione delle emergenze di Protezione
Civile; si realizza il costante scambio di informazioni nel sistema di Protezione
Civile; si utilizzano le risorse in maniera razionale.

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SCHEMA DI PIANO DI PROTEZIONE CIVILE

A. PARTE GENERALE

A1 - DATI DI BASE

Dati sul territorio

- Delimitazione del Territorio Comunale;


- Rete viaria, con individuazione di ponti, viadotti e gallerie e di superfici idonee
per l’atterraggio di elicotteri;
- Distribuzione degli insediamenti residenziali e produttivi;
- Individuazione delle aree per l’ammasso delle forze e delle risorse
- Ubicazione di edifici strategici, strutture ricettive ed aree di primo soccorso;
- Individuazione delle aree utilizzabili per l’attendamento, roulottopoli e
containeropoli.

Dati sulla popolazione

- n° abitanti del Comune suddivisi per fasce di età;


- Popolazione non autosufficiente;
- Valutazione della popolazione potenzialmente interessata dal rischio sismico;
Risorse disponibili
- Elenco personale dipendenti comunali;
- Associazioni di volontariato operanti nel territorio;
- Elenco delle strutture sanitarie e ricettive presenti nel territorio del Comune;
- Elenco di mezzi disponibili presso l’amministrazione comunale e ditte private.

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A2 - SCENARI DEGLI EVENTI MASSIMI ATTESI

Tali scenari si ricavano dai programmi di Previsione - Prevenzione, realizzati dai


Gruppi Nazionali e di Ricerca dei Servizi Tecnici Nazionali, delle Prefetture e delle
Regioni. Per il territorio in esame si possono riassumere in:

- RISCHIO SISMICO
- RISCHIO INDUSTRIALE
- ALTRI RISCHI DI LIVELLO LOCALE

A3 - INDICATORI DI EVENTO E RISPOSTE DEL SISTEMA INTERCOMUNALE


DI PROTEZIONE CIVILE

Tale fase consiste nel garantire un costante collegamento con tutti gli eventuali
Enti preposti al monitoraggio e si rende necessaria per organizzare la prima risposta
operativa di P.C., in funzione degli eventi attesi nel proprio territorio.

B. LINEAMENTI DELLA PIANIFICAZIONE

I lineamenti della pianificazione sono tutti quegli obiettivi che gli enti preposti
devono conseguire nell’ambito di una direzione unitaria dei servizi di emergenza.
La pianificazione può passare attraverso le seguenti fasi:
- Coordinamento operativo;
- Salvaguardia della Popolazione (art. 11 L. 225/92);
- Rapporti con le Istituzioni Locali per la continuità amministrativa e supporto alle
attività di emergenza. Ogni amministrazione deve supportare il Sindaco nelle

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attività di emergenza, il quale deve garantire la continuità amministrativa del


proprio comune ed assicurare i collegamenti con:
 Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento Protezione Civile;
 Ministero degli Interni - Direzione generale della Protezione Civile e dei
Servizi Antincendio;
 Regione - Presidente della Giunta;
 Provincia - Presidente della Provincia;
 Prefettura;
 Informazione alla popolazione;
 Salvaguardia del sistema produttivo locale;
 Ripristino trasporti, telecomunicazioni e viabilità;
 Funzionalità dei servizi essenziali;
 Censimento danni a persone e cose;
- Censimento e salvaguardia dei beni culturali;
- Compilazione della modulistica e relazione giornaliera dell’intervento.
-
C. MODELLO D’INTERVENTO

Una volta definiti gli scenari di rischio ed individuati gli obiettivi (lineamenti)
della pianificazione, viene delineato il modello di intervento. Questo consiste nello
strutturare uno schema attraverso il quale vengono stabiliti i compiti da espletare nelle
varie fasi di intervento e le strutture, gli uomini e le risorse disponibili per fronteggiare
l’evento.
Il modello di intervento si differenzia sulla base del tipo di rischio da affrontare e
della gravità della situazione, per cui saranno indicate, per le varie fasi, le procedure

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necessarie ad assicurare, nell’ambito del territorio comunale, la direzione e il


coordinamento dei servizi di soccorso ed assistenza alla popolazione colpita.
La struttura comunale di protezione civile fa capo al Sindaco, che, quale autorità
comunale di protezione civile, assume la direzione delle operazioni di soccorso. In tale
compito il Sindaco viene supportato dai Tecnici comunali (UTC) e dal Centro
Operativo Comunale (C.O.C.), organismo istituito con fini di protezione civile e
strutturato secondo nove funzioni di supporto.

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PARTE SECONDA
IL COMUNE DI SAN NICOLA LA STRADA

- CARATTERISTICHE GENERALI DEL TERRITORIO


- DATI SULLA POPOLAZIONE
- STRUTTURE SANITARIE, SCOLASTICHE E RICETTIVE

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3. Caratteristiche generali del territorio e della popolazione.

3.1. Caratteristiche generali del territorio


Il Comune di San Nicola la Strada si sviluppa su un'area di circa 4,70 Kmq a
SUD del Comune di Caserta. Confina a Est con il Comune di Maddaloni, a Sud con il
Comune di San Marco Evangelista e con il Comune di Capodrise, ad Est con il Comune
di Recale e a Nord con il Comune di Caserta.

3.2. Aspetti geologici e geomorfologici.


Il territorio comunale è essenzialmente pianeggiate e si eleva tra i 38 e i 60 metri
sul livello del mare con una escursione di 22 metri.
La collocazione topografica del Comune è così definita:
Coordinate geografiche riferite al Centro Storico:
Latitudine 41° 3' 10" 08 N;
Longitudine 14° 19' 55" 92 E;
Casa Comunale 58 Mt s.l.m.

3.3. Insediamenti Residenziali e Produttivi e Rete Viaria


Il Comune di San Nicola la Strada è situato lungo l'antico percorso della via
Appia, nel tratto che dalla Capua d'epoca romana (oggi Santa Maria Capua Vetere)
conduceva a Benevento, ad est della via Sannitica (viale Carlo III) che
collega Napoli con la Reggia di Caserta. La vicinanza a questi due importanti centri di
potere borbonico giustifica la presenza di monumenti ed edifici settecenteschi, tra cui
il Real Convitto Borbonico (che attualmente ospita la succursale del liceo scientifico
statale "A. Diaz" di Caserta, alcuni uffici comunali e il Museo della Civiltà contadina),
l'adiacente e coeva chiesa di Santa Maria degli Angeli e il relativo giardino (oggi Villa
comunale).

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3.3.1. Insediamenti residenziali e produttivi


Tra gli elaborati cartografici allegati al piano è stata realizzata una cartografia in
cui sono riportati l’edificato e la rete viaria. In questa tavola, riproducibile a scala
1:5000, è evidenziato il tessuto urbano del territorio comunale. Compatibilmente con
l’approssimazione dovuta alla scala dell’elaborato, l’edificato è stato suddiviso in due
categorie principali:
1 - Residenza;
2 - Produttivo.
Al fine di inquadrare meglio la distribuzione degli insediamenti, sulla stessa
carta, è stata riportata la rete viaria, distinguendo la viabilità principale da quella
secondaria.
Dalla cartografia si evince che gli insediamenti residenziali coprono la maggior
parte del territorio comunale. Gli insediamenti produttivi si sono sviluppati nella zona
ad OVEST del Comune a confine con Recale, nella parte a EST della Città a confine
con il Comune di Maddaloni e lungo il viale Carlo III.

3.3.2. Rete viaria


La struttura viaria della città di San Nicola la Strada è incentrata su cinque
direttrici che dal centro (Piazza Municipio e l'adiacente Piazza Parrocchia) si
irradiavano verso la periferia, assumendo progressivamente una forma stellare
(corrispondente alle cinque strade principali).
Via Santa Croce;
Via Alcide De Gasperi;
Via XX Settembre;
Via Appia;
Via Bronzetti.

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Il territorio comunale risulta poi attraversato da viale Carlo III e per un tratto
periferico ad EST dall’autostrada A1.
Lo sviluppo del tessuto urbano non è stato uniforme: ha avuto un rallentamento
lungo la via Appia verso Maddaloni e lungo il prolungamento da via XX Settembre a
Via De Gasperi per la presenza di Viale Carlo III mentre via Santa Croce e via
Bronzetti dirette l'una verso Caserta e l'altra verso San Marco Evangelista, hanno
raggiunto i confini del territorio comunale creando un unico tessuto urbano, senza
soluzione di continuità, con i centri vicini.
La forma stellare si e mantenuta pressoché inalterata fino ai primi anni '70, quando
l'incremento demografico e il connesso rilevante sviluppo edilizio ha generato un
processo di evoluzione della struttura urbana. La nuova edilizia si è sviluppata intorno a
due assi centrali ortogonali colleganti l'uno via XX Settembre con via Cairoli e l'altro
via Bronzetti con il Largo Rotonda. Alla vecchia cortina edilizia di via Appia, Piazza
Parrocchia, Piazza Municipio e via Santa Croce, si è aggiunta poi un'ulteriore
edificazione verso nord (al confine con la città di Caserta) che ha interessato la zona tra
via Santa Croce e via Leonardo da Vinci, e tra via Appia e via De Curtis.

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4. Dati sulla popolazione

4.1. Assetto demografico


La popolazione complessiva del Comune di San Nicola la Strada, dati aggiornati
al 6 Novembre 2014, è di 25535 residenti. Nella tabella che segue sono riportati i dati
della popolazione del Comune registrata in alcuni anni dell’ultimo trentennio:

Andamento demografico della popolazione residente nel comune di San Nicola la Strada dal 2001 al
2013. Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno.

Anno Data rilevamento Popolazione Variazione Variazione Numero Media


residente assoluta percentuale Famiglie componenti
per famiglia
2001 31 dicembre 18.768 - - - -
2002 31 dicembre 18.972 +204 +1,09% - -
2003 31 dicembre 19.577 +605 +3,19% 6.666 2,93
2004 31 dicembre 19.975 +398 +2,03% 6.728 2,97
2005 31 dicembre 20.176 +201 +1,01% 6.913 2,92
2006 31 dicembre 20.442 +266 +1,32% 7.042 2,90
2007 31 dicembre 20.646 +204 +1,00% 7.218 2,86
2008 31 dicembre 21.105 +459 +2,22% 7.452 2,83
2009 31 dicembre 21.403 +298 +1,41% 7.704 2,78
2010 31 dicembre 21.746 +343 +1,60% 7.896 2,75
2011 (¹) 8 ottobre 21.833 +87 +0,40% 8.024 2,72
2011 (²) 9 ottobre 21.157 -676 -3,10% - -
2011 31 dicembre 21.252 +95 +0,45% 8.073 2,63
2012 31 dicembre 21.372 +120 +0,56% 8.306 2,57
2013 31 dicembre 22.106 +734 +3,43% 8.465 2,6

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4.2. Distribuzione della popolazione 2014 - San Nicola la Strada


Età Celibi Coniugati/ Vedovi/e Divorzi Maschi Femmine Totale
/Nubili e ati/e
% % %
0-4 1.078 0 0 0 576 53,4% 502 46,6% 1.078 4,9%

5-9 1.203 0 0 0 622 51,7% 581 48,3% 1.203 5,4%

10-14 1.218 0 0 0 634 52,1% 584 47,9% 1.218 5,5%

15-19 1.325 0 0 0 699 52,8% 626 47,2% 1.325 6,0%

20-24 1.335 25 0 1 727 53,4% 634 46,6% 1.361 6,2%

25-29 1.031 253 0 2 636 49,5% 650 50,5% 1.286 5,8%

30-34 761 771 1 5 732 47,6% 806 52,4% 1.538 7,0%

35-39 450 1.307 5 19 912 51,2% 869 48,8% 1.781 8,1%

40-44 270 1.540 14 49 901 48,1% 972 51,9% 1.873 8,5%

45-49 191 1.506 18 46 874 49,6% 887 50,4% 1.761 8,0%

50-54 134 1.348 37 57 765 48,5% 811 51,5% 1.576 7,1%

55-59 88 1.177 88 43 668 47,9% 728 52,1% 1.396 6,3%

60-64 56 1.085 115 25 598 46,7% 683 53,3% 1.281 5,8%

65-69 30 1.014 172 25 622 50,1% 619 49,9% 1.241 5,6%

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70-74 39 665 195 11 447 49,1% 463 50,9% 910 4,1%

75-79 20 393 229 6 289 44,6% 359 55,4% 648 2,9%

80-84 10 183 191 0 151 39,3% 233 60,7% 384 1,7%

85-89 8 41 119 0 49 29,2% 119 70,8% 168 0,8%

90-94 8 10 49 1 18 26,5% 50 73,5% 68 0,3%

95-99 1 0 9 0 3 30,0% 7 70,0% 10 0,0%

100+ 0 0 0 0 0 0,0% 0 0,0% 0 0,0%

Totale 9.256 11.318 1.242 290 10.923 49,4% 11.183 50,6% 22.106

4.3. Popolazione non autosufficiente


Nell’ambito delle emergenze che coinvolgono un determinato territorio,
soprattutto in caso di evento sismico, una particolare attenzione deve essere rivolta alle
persone con disabilità, in considerazione dei diversi bisogni che richiedono.
Le persone disabili sono in parte aiutate presso Centri Residenziali Assistiti e in
strutture organizzate di ricovero e cura ed in parte assiste presso la propria abitazione o
quella di parenti. Quest’ultime sono quelle maggiormente vulnerabili in quante inserite
in un contesto non organizzato in caso di emergenza come invece accade nelle struttura
ospedaliere o altro, che normalmente risultano dotate di piani di emergenza interni, che
prendono in considerazione la possibilità di eventi emergenziali come il sisma.
Il numero delle persone disabili in un particolare territorio è variabile nel tempo,
occorre, pertanto, al fine di favorire un efficace svolgimento delle procedure di
emergenza, aggiornare gli elenchi, che devono riportare l’indirizzo del domicilio,
l’indicazione delle attrezzature e dei mezzi necessari in relazione alla patologia, per
gestire al meglio l’emergenza.

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Piano di Emergenza Comunale Rev. Settembre 2015 pag. 21


Piano di Emergenza Comunale
Anno 2015 Ver. 1.0

L'elenco aggiornato delle persone disabili è tenuto dalla dott.ssa Anna


Pasquariello, referente della Funzione 9 e 3 (assistenza alla popolazione e volontariato).
Tale elenco sarà realizzato in apposito database in formato elettronico e le relative
informazioni saranno messe a disposizione delle associazioni di volontariato e degli
operatori di soccorso in caso di emergenza.

5. Strutture di Protezione Civile

5.1. Strutture strategiche.


Individuazione nella cartografia allegata.
Ente Indirizzo Telefono email X Y
Edificio comunale Piazza Municipio 0823 - 427111 comune.sannicolalastrada 41.054723 14.331356
0823 - 427200 @asmepec.it
Polizia Municipale Via Paul Harris n.8 0823454065 poliziamunicipalesnls@as 41.058347 14.340564
mepec.it
Stazione Via Milano n.15 0823451695 tce22375@pec.carabinieri.i 41.048375 14.330474
Carabinieri t
Prefettura di Piazza Vanvitelli 0823429111 protocollo.prefce@pec.inte 41.075306 14.330816
Caserta rno.it
Vigili del Fuoco Via Falcone 0823490511 com.caserta@cert.vigilfuoc 41.079755 14.357154
(Soccorso) 115 o.it
Questura Piazza Vanvitelli 0823429111 gab.quest.ce@pecps.polizia 41.075306 14.330816
distato.it
Polizia Stradale Via Leonardo 1 0823446811 sezpolstrada.ce@pecps.poli 41.080569 14.345862
ziadistato.it
Comando Via Laviano, 13 0823323299 tce28331@pec.carabinieri.i 41.078943 14.347104
Carabinieri t
Guardia di Finanza Via Vico G. B. 76 - 0823 322154 ce0500000p@pec.gdf.it 41.069856 14.332411

Corpo forestale Corso Trieste, 8 0823-1846550 cp.caserta@pec.corpoforest 41.072142 14.329939


Caserta ale.it
Polizia Municipale Viale Lamberti 0823-210014 settore.polizia.municipale 41.065672 14.334039
Caserta 0823273700 @comune.caserta.it
ARPAC Caserta Corso P. Giannone, 0823.35901 arpac.dipartimentocaserta 41.077390 14.331361
0823443923 @pec.arpacampania.it

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Piano di Emergenza Comunale Rev. Settembre 2015 pag. 22


Piano di Emergenza Comunale
Anno 2015 Ver. 1.0

5.2. Strutture di aggregazione e di accoglienza.


Individuazione nella cartografia allegata.

5.2.1. Edifici scolastici

Alunni
Grado Classi Ins. Alunni Alunni DSA Indirizzo Telefono/mail
D.A.
Scuola superiore di
secondo grado 0823-457198
Liceo Scientifico Piazza E-
“A. Diaz" Municipio mail: ceps010007
Sezione staccata della @istruzione.it
sede di Caserta
Istituto comprensivo
Tel: 0823-452954
Capol. D. D. -
FAX: 0823-
Dir. prof. Antonia
Viale Italia, 52- 458147
Mazzarella 21 458 9 8
54 ceic86700d@pec.i
Plesso Mazzini
struzione.it
Scuola secondaria di
primo grado
Istituto comprensivo
Capol. D. D.
8 19 155 4 Via Milano tel. 0823.457980
Plesso via Milano
Scuola dell'infanzia
2
Istituto comprensivo 5 103
Capol. D. D.
Plesso viale Europa
Viale Europa, Tel: 0823-422239
Scuola dell'infanzia 12
……… 13
------------------ ------ --------
.
Plesso Nicholas Green
Scuola primaria 25 458 2
14
Istituto Comprensivo E.
De Filippo-DD2 Tel. 0823-457517
Via G. Ungaretti 42 + ceic88600v@pec.i
Via G.
Dirigente: Dott.ssa 9 268 15 struzione.it
Ungaretti, 2
Raffaela D’Isando amm
Scuola primaria di primo
grado

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Piano di Emergenza Comunale Rev. Settembre 2015 pag. 23


Piano di Emergenza Comunale
Anno 2015 Ver. 1.0

Istituto Comprensivo E.
De Filippo-DD2
Plesso Speranzas: Tel. 0823/459850
Scuola secondaria di Via F.
primo grado Evangelista
18 +
-------------------- 55 0 --------------------
1
Scuola primaria Tel. 0823/414871
Tel. 0823/326698
Istituto Comprensivo E.
De Filippo-DD2
38 +
Plesso Einaudi
3 342 4 Via L. Einaudi.
Scuola primaria
------------------------
----------------
-----
Scuola dell'infanzia
Tel. 0823/326698
Istituto Comprensivo E.
De Filippo-DD2 10 +
63 2
Plesso G. Rossini 2
via IV
Scuola dell'Infanzia Tel. 0823/451602
Novembre
Istituto Comprensivo E.
De Filippo-DD2 8+
43 2 via G. Leone Tel. 0823/452369
Plesso Rossella 2
Scuola dell'Infanzia
SCUOLE PRIVATE
Scuola privata Bambini
Al Centro - Scuola
Via Ss. Cosma Telefono:
materna (dell'infanzia) -
E Damiano, 9 - 0823 /1704401;
Paritaria

Scuola privata - Jean Telefono: 0823


Piaget Scuola materna Via Firenze, 25 450531;
(dell'infanzia) - Paritaria Fax: 0823 450531
Telefono: 0823
Scuola Privata - La
459298; Fax: 0823
Dolce Infanzia Via Grotta, 57
459298

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Piano di Emergenza Comunale
Anno 2015 Ver. 1.0

5.2.2. Luoghi di aggregazione di massa


Struttura Referente Indirizzo Telefono X Y
Campo sportivo "Andrea Via luigi d’Andrea 41.057947 14.338876
Clemente".
Complesso Sportivo " La Via E. Fermi n. 43 41.044570 14.331360
Sapienza”
Stadio Comunale “ex Ciapi” De Siato Viale Carlo III 41.045352 14.327843
G.
Campo da Basket “A. Ilario” Via Quasimodo 41.058776 14.338357
Teatro “Paluto teatro studio” Via grotta 1 TEL. 0823- 41.047507 14.339492
452300
Accademia musicale “Arturo Via G. leone 8 TEL. 0823- 41.043027 14.332659
toscanini” 450557
Biblioteca comunale “g. p.zza parrocchia 28 41.053954 14.332465
palomba”
Piscina comunale “centro Via luigi 41.056193 14.338883
acqua sport” d’Andrea,6

Centro sportivo tennis-tavolo Via luigi d’Andrea 41.057547 14.339730


“il luogo del ping-pong”
Villa “santa Maria delle Piazza parrocchia 41.057132 14.331676
grazie”

5.3. Luoghi di culto ed edifici tutelati


Nome Indirizzo X Y
Chiesa “santa Maria degli angeli” Piazza parrocchia 41.053631 14.332885
Chiesa” madonna delle grazie” Piazza municipio 41.053631 14.332885
Chiesa “santa’ Maria della’ pieta Largo rotonda 41.050738 14.326792
Convitto Borbonico Piazza Municipio 41.053631 14.332885

5.4. Strutture ricettive

Hotel
Nome Indirizzo Camere Letti Tel. X Y
Hotel pisani Viale Carlo III, 166 97 0823421204 41.045820 14.323789
Hotel city, 81 Viale Carlo III 0823.450106 41.039172 14.324623

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Piano di Emergenza Comunale
Anno 2015 Ver. 1.0

Casa per anziani


Nome Indirizzo Tel X Y
Villa Emilia Via Lupis, 5 0823421300 41.048228 14.326982

5.5. Strutture Sanitarie


Individuazione nella cartografia allegata.
Il Comune di San Nicola la Strada fa parte dell’Azienda ASL CE1.
All’interno del Comune di San Nicola la Strada sono presenti 13 recapiti
ambulatoriali e 5 farmacie come evidenziato dalla tabella di seguito allegata:
ELENCO DELLE FARMACIE DI SAN NICOLA LA STRADA
Struttura Indirizzo Telefono X Y

Farmacia Comunale Via Le Taglie 11/13 Tel. 0823 459147 41.048694 14.340871
INCO Farma spa
Farmacia Antonone Dott.ssa Via Milano, 54 Tel. 0823 457403 41.0499671 14.330460
Antonone Itala
Farmacia Trotta Via XX Settembre, 26 Tel. 0823 424144 41.054246 14.330642
Dr. Trotta Mario
Farmacia San Nicola Via Leonardo Da Vinci, 75 Tel. 0823 452373 41.056312 14.336957
Dr. De Matteis Mariano
Farmacia De Carlo V.le Carlo III Piazza Matilde Serao Tel. 0823 424430 41.045830 14.325736
Dott.ssa De Carlo Giovanna
Farmacia Sorrentino Largo Rotonda Tel. 0823421505 41050363 14326522
Dr. Antonio
ELENCO MEDICI DI BASE
Titolare Indirizzo Telefono

Dott. Basile Diana Via Bronzetti 43 Tel.0823450533


Dott. Campanile Michele Viale Europa 30 Tel.0823.421925
Dott. Castiello Angelo Via Manzoni 14 Tel. 0823.423060
Dott. Cavallo Pasquale Via Bronzetti 40 Tel. 0823450533
Dott. Evangelista Luigi Via L. Da Vinci 116 Tel. 0823.356739
Dott. Fasulo Umberto R. Via Einaudi 73 Tel. 0823.424836

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Piano di Emergenza Comunale
Anno 2015 Ver. 1.0

Dott. Improta Bruno V. Via Santacroce 46 Tel. 0823454995


Dott. Mastroianni Vincenzo Largo Rotonda 38 Tel. 0823.451516
Dott. Riello Giuseppe Via De Gasperi 36 Tel. 0823.458402
Dott. Sortino Domenico Via 20 Set. 88 Tel. 0823459923
Dott. Madonna Anna (Pediatra) Viale Carlo III pal. SCACC Tel. 0823422382
Dott. D’ambrosio Gabriella (Pediatra) Viale Carlo III p.co San Marino Tel. 0823.451111
Dott. Pane Lorenzo (Pediatra) Via dei Mille 9 Tel. 0823.421836

PRESIDIO DI CONTINUITA' ASSISTENZIALE (EX GUARDIA MEDICA)


Struttura di viale Europa, 15 tel. 0823.450510

OSPEDALI E CASE DI CURA


PUNTO OSPEDALIERO DI MARCIANISE
Unità operativa Ordinari DH DH CHIR (DS)
Blocco operatorio / / /
Cardiologia 12 2 /
Chirurgia generale 12 2 /
Day surgey 4
Diagnostica per immagini / / /
Gastroenterologia 2 2 /
Ostetricia e ginecologia 21 /
Fisiopatologia della Ripr. / / /
Umana
Laboratorio di analisi / / /
Medicina Interna 16 4 /
Nido 18
Pediatria 12
Ambulatorio / / /
polispecialisticio

PUNTO OSPEDALIERO DI MADDALONI


Unità operativa Ordinari DH DH CHIR (DS)
Anestesia e rianimazione 4 1 /

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Piano di Emergenza Comunale
Anno 2015 Ver. 1.0

Chirurgia generale 14 / 2
Diagnostica per immagini / / /
Laboratorio analisi / / /
Oculistica 1 1 6
Otorinolaringoiatra 2 3 4
Ortopedia 12 / 2
Medicina interna 20 2 /
Pneumologia 6 2 /
Medicina Interna 16 4 /
Pronto soccorso / / /
Sert / / /
Ambulatorio / / /
polispecialistici

PRESIDIO OSPEDALIERO DI CASERTA

UNITA’ OPERATIVA Struttura di XXX Struttura di XXX


PL Ordinari Pl DH/DS PL Ordinari Pl DH/DS
Medicina 38 4 39 3
Indistinti Area Medica
Nefrodialisi 4 3 2
Oncologia 3
Osservazione breve 2
Chirurgia 20 3 16 2
Osservazione breve 2
Ortopedia 29 4
Otorinolaringoiatria 14 2
Urologia 13 2
Chirurgia a ciclo breve 7
Ostetricia e Ginecologia 10 1 17 2
Osservazione breve 1
Pediatria 4 1 7 3
Cardiologia 12
UTIC 4
Rianimazione 5
Astanteria di PS 7
Psichiatria 8
TOTALE 175 23 84 12

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Piano di Emergenza Comunale
Anno 2015 Ver. 1.0

5.6. Strutture per servizi essenziali


Infrastruttura Gestore Telefono email
Rete di distribuzione energia Enel 0239652881 distribuzione@peceimeil.it
elettrica Distribuzione
Rete di distribuzione gas Napoletana Gas 0815831111 codicedirete@pec.napoletanagas.i
metano t
Rete di distribuzione acqua Acqua Campania 0812277111 m.palmieri@regionercampania.it

5.7. Soggetti pubblici e privati fornitori di materiali e mezzi per attività di


protezione civile.
Ditta Tipo fornitura Indirizzo Telefono email

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Piano di Emergenza Comunale
Anno 2015 Ver. 1.0

6. Il Comune
Il Sindaco del Comune di San Nicola la Strada è:
L’AVV. VITO MAROTTA
Che opera presso la Sede di Piazza Municipio 1
Tel.0823427200 - Fax 0823427212
E-MAIL: protocollo@comune.sannicolalastrada.ce.it
PEC: comune.sannicolalastrada@asmepec.it
L’amministrazione comunale è così strutturata:

6.1. Amministrazione comunale

6.1.1. Giunta
FIGURA /ENTE REFERENTE INDIRIZZO TEL.
Sindaco Marotta vito
Assessore con delega ai lavori Megaro Antonio
Pubblici
(Vice Sindaco)
Assessore Cultura delega della Natale Maria
pubblica Istruzione, cultura e
spettacolo, tradizioni popolari,
rapporti con le associazioni
culturali e di tutela dei diritti
umani;
Assessore con delega di igiene Sortino Domenico
urbana, ambiente e politiche
sociali;
Assessore con delega delle Tramontano Maria
politiche territoriali, viabilità,
innovazioni tecnologiche,
contenzioso;
Assessore con delega di Mazzarella Vincenzo Via Petrarca, 5 San Nicola la 0823.459212
urbanistica, turismo ed arte; Strada 366.6708873

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Piano di Emergenza Comunale
Anno 2015 Ver. 1.0

6.1.2. Responsabili Uffici Comunali


FIGURA /ENTE REFERENTE INDIRIZZO TEL.
Comandante Polizia Locale e Dott. Michele Orlando
Protezione Civile
Area Tecnica Arch. Giulio Biondi
Affari generali - Istituzionali - Dott Anna Pasquariello
Politiche sociali – Commercio –
Servizi demografici – Unità
informatica – Legale e
contenzioso
Area Finanze e Tributi Dott. Gioacchino Perrotta

6.1.3. Organizzazione Funzionale


Area 1
Affari generali – Istituzionali – Servizi Sociali – Commercio – Servizi Demografici.
UFFICIO 1 UFFICIO 2 UFFICIO 3 UFFICIO 4 UFFICIO 5 UFFICIO 6
Gestione atti Pubblica Archivio storico
deliberativi Servizi ausiliari Istruzione Servizi alla Museo
Protocollo
Messi centralino Cultura Persona Biblioteca
Archivio URP comunale
Zampella Sibillo Maria Fusella Rossella Longobardi Santamaria Santamaria
Angela Carmela (C5) Maietta Rosa Amodio Assunta Assunta
Feola Antonio Tagliafierro Giacomo Umberto Campanile Campanile
Grande Giuseppina Chianese Oreste Oreste
Maddalena Salvatore

Area 1
Affari generali – Istituzionali – Servizi Sociali – Commercio – Servizi Demografici.
UFFICIO 7 UFFICIO 8 UFFICIO 9 UFFICIO 10 UFFICIO 11 UFFICIO 12
Unità
Commercio informatica
Gestione del Elettorale
Sviluppo Tras. Anagrafe Stato civile
personale statistica
economico Anticorruzione
Controlli
Maiello Nicola Nigro Francesco Cavaso Michele D’Auria M. D’Andrea Vasta Carmela
Mennella Luisa Fasulo A. M Rosaria Saveria Marrone

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Piano di Emergenza Comunale Rev. Settembre 2015 pag. 31


Piano di Emergenza Comunale
Anno 2015 Ver. 1.0

Germana Carfora Baldassarre Giovanni


Alessandro Teresa
Lattero
Annamaria
Letizia Rosa

Area II
Finanze e Tributi
UFFICIO 1 UFFICIO 2 UFFICIO 3 UFFICIO 4
Ragioneria, Gestione contabile, Tributi ed entrate extra- Altre entrate
Bilancio, Economato, tributarie Acquedotto
Programmazione Provveditorato
economica
Feola Giovanni Feola M. Giovanna Molinaro Nicola Truppa Concetta
Gambardella Espedita Battaglia Nicola Cecere Domenico
Tritone Alessandra Veccia Filomena

Area III
Legale, contenzioso e depenalizzazione
UFFICIO I
Legale contenzioso e depenalizzazione
Terracciano Giuseppe
Gentile Francesco

Area IV
Polizia locale e protezione civile
UNITA’ DI CONTROLLO UNITA’ DI CONTROLLO UNITA’ DI CONTROLLO UNITA’ DI
1 2 3 CONTROLLO 4
Comando Polizia stradale Territoriale e Servizi Polizia amm.va e affari
Viabilità speciali commerciali
Tiscione Raffaele Farbotti Giuseppe Minutolo Antonio D’Andrea Pietro
Foschi Angela Bernardo Stefano Vermiglio Edoardo
Razzano Anna Ferrante Giovanni Giammarino Franco
Motta Antonio
Marcellinaro Giovanna
Iannone Pasqualina
Russo Eduardo

Area V
Tecnica

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Piano di Emergenza Comunale Rev. Settembre 2015 pag. 32


Piano di Emergenza Comunale
Anno 2015 Ver. 1.0

UFFICIO 1 UFFICIO 2 UFFICIO 3 UFFICIO 4 UFFICIO 5 UFFICIO 6


Esproprio Tutela
Gestione Servizi
Lavori pubblici Catasto Manutenzioni ambientale e
amministrativa cimiteriali
Servizi gestione rsu
Napoleone Zoleo Francesco Gionti Michele Tranquillo Ferrante Russo Raffaella
Brigida Santarpia Antonio Giovanni
Vincenzo Miccolo Angelo Letizia Nicola
Maccariello Serra Giovanni Clemente Pietro
Francesco Michele Feola
Capasso Rosa

Area V
Tecnica
UFFICIO 7 UFFICIO 8 UFFICIO 1 UFFICIO 2 UFFICIO 3
URB URB URB
Pianificazione
Controllo
urbanistica,
Attività edilizia
Gestione del
Gare ed appalti Demanio e repressione
territorio, SUAP
Contratti Patrimonio Abusivismo
Sportello unico,
edilizio
Edilizia pubblica
Condono
e privata
Mastroianni Acheo Filomena Vaccari Mario Gravina Perrotta
Giovanni Giuseppe Gioacchino
Amoroso Fusco Nicola
Angela

6.1.4. Ditte Private Movimentazione Terra


DITTA INDIRIZZO TELEFONO

6.1.5. Parco mezzi comunali


N° MODELLO TARGA OGGETTO DISLOCAZIONE

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Piano di Emergenza Comunale Rev. Settembre 2015 pag. 33


Piano di Emergenza Comunale
Anno 2015 Ver. 1.0

6.2. Il C.O.C. Centro Operativo Comunale.


Per espletare le proprie funzioni, il Sindaco, si avvale del Centro Operativo
Comunale (C.O.C.), che sarà attivato al verificarsi dell’emergenza per la direzione ed il
coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alla popolazione.
La sede del COC è situata presso il Comando di Polizia municipale in via Paul
Harris n.8
La struttura del Centro Operativo Comunale, così come previsto dal “Metodo
Augustus” elaborato dal Dipartimento di Protezione Civile, si configura secondo le
seguenti 9 funzioni di supporto, ciascuna delle quali avrà un suo responsabile:
TECNICO SCIENTIFICA - PIANIFICAZIONE
SANITÀ, ASSISTENZA SOCIALE E VETERINARIA
VOLONTARIATO
MATERIALI E MEZZI
SERVIZI ESSENZIALI E ATTIVITÀ SCOLASTICA
CENSIMENTO DANNI, A PERSONE E COSE
STRUTTURE OPERATIVE LOCALI
TELECOMUNICAZIONI
ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE
Funzione n° 1: avrà il compito di mantenere e coordinare tutti i rapporti tra le
varie componenti Scientifiche e Tecniche;
Funzione n° 2: all’interno di tale funzione sono presenti i responsabili della
Sanità locale e le organizzazioni di volontariato che operano nel settore sanitario.
Funzione n° 3: in caso di calamità, in relazione alla tipologia del rischio da
affrontare, il responsabile della funzione allerterà le varie associazioni di volontariato,
ciascuna per le proprie competenze; inoltre, in tempo di pace, il responsabile verificherà

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Piano di Emergenza Comunale Rev. Settembre 2015 pag. 34


Piano di Emergenza Comunale
Anno 2015 Ver. 1.0

l’efficienza delle strutture di volontariato, anche mediante l’organizzazione di


esercitazioni.
Funzione n° 4: ha il compito di assicurare il censimento e la gestione delle risorse
comunali, la tenuta del magazzino, l’aggiornamento del database, l’aggiornamento dei
fornitori (ditte e privati), il reperimento di materiali e mezzi per l’emergenza, ecc....
Funzione n° 5: dovranno far parte di questo raggruppamento i rappresentanti dei
servizi essenziali erogati sul territorio (luce, acqua, gas ecc.) al fine di ripristinare e/o
garantire il regolare servizio alla popolazione.
Funzione n° 6: ha il compito di fotografare la situazione creatasi a seguito
dell’evento calamitoso e di determinare, sulla base dei risultati riassunti in schede
riepilogative, gli interventi di emergenza.
Funzione n° 7: ha il ruolo di coordinare le strutture operative locali
istituzionalmente preposte alla viabilità (VV.UU., Forze di Polizia Municipali), anche
con l’eventuale contributo di organizzazioni di Volontariato, allo scopo di
regolamentare localmente i trasporti, inibendo il traffico nelle zone a rischio,
indirizzando e regolando gli afflussi di soccorso e garantendo ognuno per le proprie
competenze l’ordine pubblico nelle aree colpite dalla calamità.
Funzione n° 8: il coordinatore di tale funzione, di concerto con il responsabile
territoriale TELECOM ed un responsabile provinciale delle P.T., dovrà organizzare una
rete di telecomunicazione affidabile in caso di evento calamitoso, con la finalità di
mantenere i contatti con l’esterno e per comunicare la reale situazione presente nel
territorio. Coordinerà inoltre gli aspetti informatici e di comunicazione della Sala
Operativa di
Funzione n° 9: comprende le strutture medico – sanitarie ed i gruppi di
volontariato in grado di garantire il primo soccorso e l’assistenza alla popolazione;

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Piano di Emergenza Comunale Rev. Settembre 2015 pag. 35


Piano di Emergenza Comunale
Anno 2015 Ver. 1.0

inoltre il responsabile della funzione avrà il compito di mantenere sempre aggiornato il


quadro delle disponibilità di alloggiamento e di dialogare con le autorità preposte alla
sollecita messa a disposizione degli immobili e/o delle aree.
Funzione n°10 – con il Compito di coordinamento della Sala Operativa del COC.

Funzione 2
Dott.ssa M. Papa Funzioni 3-9
Funzioni 1 - 5 Dott.ssa
Arch. G. Biondi A. Pasquariello

UNITA’ LOCALE
Funzione 4 C.O.C. Funzione 6
Dott. G. Perrotta Comune di San Nicola l. s. Ing. M. Gionti

Funzione 7 Funzione 8
Dott. M. Orlando Sig. M. Cavaso
Coordinamento
Dott. Ciro De Maio

Il C.O.C., costituito dai responsabili delle funzioni di supporto, possibilmente


individuati tra tecnici comunali che conoscano il territorio, tecnici di altre

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Piano di Emergenza Comunale Rev. Settembre 2015 pag. 36


Piano di Emergenza Comunale
Anno 2015 Ver. 1.0

amministrazioni ed eventualmente professionalità esterne, svolge attività sia tecniche


che amministrative in attuazione ai programmi di previsione e prevenzione nei confronti
dei rischi, nonché di pianificazione territoriale e di emergenza.
I compiti del C.O.C., di concerto con l’U.T.C., sono quelli di organizzare le
operazioni di soccorso, mantenere un costante collegamento con tutti gli enti preposti al
monitoraggio dell’evento e di aggiornare, in “tempo di pace”, i dati relativi al proprio
settore.
In particolare esso:
Riceve per primo la segnalazione di allarme o di pericolo;
Amministra le risorse del magazzino comunale (materiali, mezzi, personale
esterno);
Detiene periodici contatti con i referenti dei Servizi Essenziali (gas, acquedotto,
Enel, aziende telefoniche, ecc.);
Gestisce i rapporti con le ditte fornitrici, i privati, i liberi professionisti,
associazioni, ecc.;
Possiede un sistema di telecomunicazioni alternativo su radio c.b.;
È in costante contatto con gli altri Centri Operativi Comunali e con gli uffici
competenti della Regione Campania e della Prefettura.
Per lo svolgimento di tutte le attività di protezione civile, il C.O.C., potrà
avvalersi, della collaborazione degli Uffici dell’Amministrazione Comunale, dei
dipendenti comunali abitualmente impiegati nella gestione dei vari servizi pubblici,
degli appartenenti a corpi specializzati residenti in loco e dei volontari, ciascuno
nell’ambito delle proprie specifiche competenze. Ad esempio l’Ufficio anagrafe
collaborerà stilando gli elenchi della popolazione, la composizione dei nuclei familiari,
l’elenco delle persone non autosufficienti ecc. Di qui l’importanza di considerare il
C.O.C. come la sede dove l’Amministrazione Comunale svolge le attività di protezione

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Piano di Emergenza Comunale
Anno 2015 Ver. 1.0

civile, che non sono solo attività proprie ed esclusive di un Ufficio Tecnico ma
dovranno coinvolgere il maggior numero di persone preposte e preparate ad espletare
con serietà e disponibilità particolari compiti prestabiliti.
Pertanto, tramite l’attività dei responsabili delle funzioni di supporto si avrà la
possibilità di tenere sempre aggiornato ed efficiente il piano di emergenza.
Il Centro Operativo Comunale rappresenta quindi un organo attraverso il quale il
Sindaco potrà conoscere, in ogni momento e per ogni funzione di supporto, le risorse a
disposizione (sia proprie, sia fornite da altre Amministrazioni Pubbliche), delegando ai
singoli responsabili delle funzioni di supporto il controllo e l’aggiornamento dei dati
nell’ambito del piano di emergenza.

7. Organi e strutture regionali e provinciali di protezione civile


Per rendere più efficace il Piano Comunale di Protezione Civile questo si dovrà
necessariamente integrare con le strutture regionali e provinciali che agiscono nel
settore della Protezione Civile. A tal fine, attraverso le recenti normative, sono stati
istituiti sia organi consultivi, sia strutture operative, preposti alla gestione delle
emergenze.

7.1. Struttura Regionale di Protezione Civile


La Regione, per lo svolgimento degli interventi di protezione civile, si dota di una
apposita struttura posta alle dirette dipendenze del Presidente della Giunta regionale. La
struttura regionale di protezione civile acquisisce ogni informazione e dato utile per lo
svolgimento delle attività di protezione civile, anche tramite l’effettuazione di
accertamenti e sopralluoghi; essa provvede al monitoraggio delle attività di protezione
civile, dei piani, dei programmi, delle dotazioni di mezzi ed uomini delle
amministrazioni pubbliche, degli enti locali e degli altri soggetti. Svolge inoltre le

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Piano di Emergenza Comunale
Anno 2015 Ver. 1.0

funzioni del servizio meteorologico operativo regionale previsto dall’articolo 111 del
d.lgs. 31 marzo 1998, n. 112.
Per le finalità di protezione civile la Regione si è dotata di un Centro
Assistenziale di Pronto Intervento (CAPI), nel quale sono custoditi e mantenuti in
efficienza materiali e mezzi per gli interventi di emergenza. Le procedure e le specifiche
indicazioni per la gestione e l’uso dei materiali e dei mezzi di pronto intervento sono
individuate nel piano regionale per gli interventi di emergenza.

7.2. Sala Operativa Unificata Permanente (S.O.U.P.) e Centro Operativo


Regionale (C.O.R.)
La Struttura Regionale di Protezione Civile è dotata di una Sala Operativa
Unificata Permanente (SOUP), presidiata in forma continuativa da personale della
Regione o di altri enti pubblici, o delle organizzazioni di volontariato, anche mediante
forme di collaborazione o convenzionamento. La SOUP è il luogo in cui confluiscono
tutte le funzioni di controllo del territorio regionale e le informazioni generali
concernenti la sicurezza delle persone e la tutela dei beni, delle infrastrutture e dei
servizi di rilevante interesse per la popolazione. Essa ha il compito di:
a) acquisire notizie e dati circa le situazioni di potenziale pericolo e gli eventi
calamitosi e di seguire l’andamento degli stessi;
b) diramare disposizioni operative ai soggetti preposti ed informazioni alla
popolazione;
c) stabilire tempestivi contatti con i competenti organi nazionali e le varie
componenti della protezione civile a livello regionale e sub-regionale;
d) assicurare il coordinamento degli interventi urgenti in caso di crisi
determinata dal verificarsi o dall’imminenza di eventi di tipo b ed il raccordo funzionale
ed operativo con gli organi preposti alla gestione delle emergenze conseguenti ad eventi

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Piano di Emergenza Comunale
Anno 2015 Ver. 1.0

di tipo c.
Nel caso di crisi determinata dal verificarsi o dall’imminenza di eventi o
situazioni di emergenza di particolare rilevanza, viene costituito il Centro Operativo
Regionale (COR), quale struttura di emergenza con compiti di raccordo,
coordinamento e consulenza; esso è convocato dal Presidente della Giunta regionale, o
dal dirigente della struttura regionale di protezione civile, qualora delegato. La
composizione e le funzioni del COR sono fissate dai piani operativi regionali per gli
interventi di emergenza, secondo le differenti tipologie di evento.

7.3. Centro Coordinamento Soccorso (C.C.S.)

Viene costituito presso ogni Ufficio Territoriale del Governo (ex prefetture) una
volta accertata la sussistenza di una situazione di pubblica calamità. Rappresenta il
massimo organo di coordinamento delle attività di protezione civile a livello
provinciale. Insediato in una sala attrezzata con apparecchi telefonici, telematici e radio
ricetrasmittenti (Sala Operativa Integrata) è composto dai responsabili di tutte le
strutture operative presenti sul territorio provinciale.
I compiti del C.C.S. consistono nell’individuazione delle strategie e delle
operatività di intervento necessarie al superamento dell’emergenza attraverso il
coordinamento dei Centri Operativi Misti.

7.4. Centro Operativo Misto (C.O.M.)

Il C.O.M. è una struttura di coordinamento provinciale decentrata, il cui


responsabile dipende dal C.C.S. ed opera sul territorio di più comuni per supportare i
sindaci, autorità di protezione civile locale (art. 14 D.P.R. 06.02.81 n° 66).
Il C.O.M. può essere costituito all’atto dell’emergenza, su disposizione del
Prefetto, in una Sala Operativa di Protezione Civile.

Tra i compiti fondamentali del Centro Operativo Misto possiamo citare:

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Piano di Emergenza Comunale
Anno 2015 Ver. 1.0

- Fornisce le informazioni ed ogni forma di collaborazione ai Sindaci ed alle


Comunità locali restando in contatto con il C.C.S.;
- Assicura la distribuzione dei soccorsi, l’assegnazione dei ricoveri ed ogni altro
intervento essenziale alle popolazioni sinistrate tramite i Sindaci o chi per loro;
- Disciplina l’attività di soccorso tecnico e di ripristino dei servizi assistenziali;
- Sovrintende all’ordine pubblico locale ecc....

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Piano di Emergenza Comunale
Anno 2015 Ver. 1.0

8. Modello di intervento – schema generale


Per modello d’intervento s’intende l’insieme delle procedure di emergenza, per
fasi successive, attraverso cui è possibile controllare, gestire e fronteggiare un evento
calamitoso.
Sulla base della L. 225/95, ripresa poi dalla Legge 100/2012, gli eventi calamitosi
vengono suddivisi in tre classi:
a) Eventi naturali o connessi con l’attività dell’uomo che possono essere fronteggiati
mediante interventi attuabili in via ordinaria e singolarmente dalla Regione, dal
Comune utilizzando le risorse e le procedure disponibili nell’ambito delle
competenze proprie o delegate
b) Eventi naturali o connessi con l’attività dell’uomo che, per loro natura od
estensione, comportano il coordinamento degli interventi delle varie
amministrazioni ed enti competenti in via ordinaria da parte della Regione, della
Provincia, del Comune
c) Calamità naturali, catastrofi o altri eventi che, per intensità ed estensione, debbono
essere fronteggiati con mezzi e poteri straordinari
Per alcune tipologie di rischio l’intensità e l’estensione dell’evento seguono
un’evoluzione graduale nel tempo, mentre in altri casi l’evento si manifesta
immediatamente nella sua fase “parossistica”. Sulla base di tale aspetto gli eventi
possono essere suddivisi in due categorie principali:
- Rischi prevedibili (rischio idrogeologico);
- Rischi imprevedibili (rischio sismico, rischio industriale).
Qualora la tipologia del rischio sia prevedibile o quantomeno abbia fasi
d'avanzamento della gravità in tempi successivi (alluvione, movimento franoso ecc.).
L’unità tecnica comunale e, una volta ricevuta la segnalazione di allarme, si attiverà e,

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Piano di Emergenza Comunale
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valutando l’entità e la gravità dell’evento gestirà l’emergenza coinvolgendo strutture,


enti e personale (comunale e non) che il caso richiederà. Tale modello di intervento
potrà interrompersi in qualunque momento in concomitanza con la cessazione
dell’emergenza, oppure, nel caso la situazione peggiori, si giungerà alla completa
attivazione delle strutture di protezione civile passando alle fasi successive (fase di
attenzione, preallarme e allarme).
Se l’evento non può assolutamente essere previsto né seguito nelle fasi successive
di gravità (sisma o evento improvviso), la situazione sarà gestita attraverso l’immediata
attivazione di tutto il sistema comunale di protezione civile, col passaggio diretto allo
Stato di Emergenza.
In ogni caso, attraverso l’individuazione di persone, strutture ed organizzazioni di
protezione civile e delle rispettive mansioni, sarà possibile impostare una pianificazione
“in tempo di pace”, tale da ottenere un’immediata ed efficace risposta alle prime
richieste d’intervento “in tempo d’emergenza”.

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MODELLO
DI INTERVENTO

Rischio prevedibile Rischio non prevedibile


Rischio idrogeologico Rischio sismico
Rischio industriale

Fase di Attenzione Fase di allarme

Fase di preallarme

Fase di allarme

Cessato allarme

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Qualora la tipologia del rischio sia prevedibile o quantomeno abbia fasi


d'avanzamento della gravità in tempi successivi (alluvione, movimento franoso ecc.), il
Centro Operativo Comunale, preventivamente costituito ed organizzato, una volta
ricevuta la segnalazione di allarme, si attiverà e, valutando l’entità e la gravità
dell’evento, gestirà l’emergenza coinvolgendo strutture, enti e personale (comunale e
non) che il caso richiederà (schema 1).
Il passaggio allo Stato di Allerta e/o Stato di Emergenza è determinato
dall’aggravarsi della situazione oppure dallo stazionamento della stessa non più
fronteggiabile con le risorse a disposizione. Tuttavia il passaggio tra le due fasi non
sempre è netto, né di facile determinazione. Non tutti gli operatori saranno
immediatamente attivati ma, sulla base dello scenario di rischio che si configurerà,
verranno via via coinvolte figure ed enti nella misura necessaria a fronteggiare l’evento.
Il seguente modello di intervento (schema 1) potrà interrompersi in qualunque
momento in concomitanza con la cessazione dell’emergenza o, al contrario, nel caso la
situazione precipiti, giungere alla completa attivazione di tutte le strutture comunali, ed
eventualmente delle strutture sovracomunali, anche in relazione ai compiti che ciascun
ente ed amministrazione pubblica deve assolvere, in emergenza, sulla base del Piano
Provinciale di Protezione Civile.
Per eventi non prevedibili o improvvisi, che non si evolvono secondo fasi di
gravità crescente, la situazione sarà gestita attraverso l’immediata attivazione di tutto il
sistema comunale di protezione civile, col passaggio diretto allo Stato di Emergenza
secondo lo schema 1.

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MODELLO D’INTERVENTO
SCHEMA 1 – ES: RISCHIO IDROGEOLOGICO.

EMERGENZA

RESPONSABILE
U.T.C.
Unità Tecnica Comunale

In seguito alla segnalazione dell’emergenza, il responsabile dell’U.T.C. che riceve


l’avviso, si reca sul posto e:

ALLERTA Il Sindaco CONTROLLA Tipologia e Gravità dell’evento


ATTIVA Il C.O.C. VALUTA Tempi ed i mezzi necessari
AGGIORNA I responsabili delle funzioni di supporto

1° CASO 2° CASO
Con l’aggravarsi della situazione o la persistenza
L’evento può essere fronteggiato con le della stessa, non più fronteggiabile dal singolo
risorse comunali, anche attraverso comune, il Sindaco o il responsabile dell’U.T.C.
l’intervento di ditte private o uomini dei ALLERTA
Servizi Essenziali:  Regione
L’emergenza viene gestita unicamente dal  Prefettura
Comune nella persona del Sindaco, del  Provincia
Responsabile dell’U.T.C. e/o del C.O.C.  Vigili del Fuoco
 le Unità Tecniche locali
 Servizi Essenziali (Enel, acqua, gas...)
 Forze dell’Ordine
 Volontari

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SCHEMA 2
(Rischio sismico o evento imprevisto)

EMERGENZA

Immediatamente il responsabile dell’U.T.C. avvisa il Sindaco e attiva tutte le


strutture comunali e le funzioni di Protezione Civile (C.O.C.):

ATTIVA INFORMA

 Il Centro Operativo Comunale  Regione


 Tutte le funzioni di supporto disponibili.  Prefettura
 Le strutture operative di P.C.  D.P.C.
 Provincia
ed inoltre:
 VV.F.
 Carabinieri
 Polizia di Stato
 G.d.F.
 C.F.S.
 A.S.L.
 ENEL
 Telecom
 Acquedotto
 Società del Gas
 Comuni vicini

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I modelli di attivazione proposti negli schemi precedenti sono estremamente


semplici e flessibili e per essere efficaci dovranno essere considerati soltanto un
riferimento indicativo da valutare e modificare di volta in volta, a seconda della
tipologia dell’evento, e sulla base dello scenario che da tale evento scaturirà. Pertanto
tale modello lascia un certo margine di gestione ai responsabili delle funzioni di
supporto e ai tecnici comunali che, in virtù delle conoscenze specifiche sulla realtà
locale, sono in grado di pianificare l’emergenza secondo i criteri più adatti al caso.

8.1. Sistema di Comando e Controllo ed Attivazioni in Emergenza


Durante il periodo ordinario, il Comune, nella persona del Sindaco o del
responsabile tecnico da lui delegato, provvede alla normale attività di sorveglianza,
all’attento controllo degli avvisi meteo e dei dati ricavati dagli strumenti di
monitoraggio, all’aggiornamento costante di tutte le risorse disponibili.
Quando viene diramato, su segnalazione fax o altro mezzo di comunicazione, il
cosiddetto “avviso” da parte della sala Operativa della Regione Campania o della
Prefettura di Caserta, si attiva la fase di attenzione.

8.2. Fase di Attenzione

La fase di Attenzione, che si attiva unicamente per i rischi prevedibili, è gestita


principalmente dai servizi tecnici del Comune, in accordo con il Sindaco, che garantisce
i collegamenti con i responsabili delle reti di monitoraggio locale e con i vari livelli
istituzionali che partecipano alla pianificazione di emergenza.
Il compito di dichiarare la Fase di Attenzione spetta al Sindaco.
Nella Fase di Attenzione, l’U.T.C.
Attiva:
La Funzione n° 1: tecnica e di pianificazione;

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La Funzione n° 4: materiali e mezzi.


La Funzione n° 7: Strutture Operative Locali – Viabilità.
Informa:
Le Unità di Crisi Locali interessate e/o il Gruppo Comunale di P.C.;
I Responsabili di tutte le funzioni di supporto;
La Regione, la Provincia, la Prefettura;
Il Dipartimento di Protezione Civile.
Controlla:
Tipologia dell’evento;
Tempi e localizzazione probabile dell’evento;
Intensità prevista;
Tempo a disposizione prima dell’evento.
Nel caso in cui i valori degli indicatori di rischio tornino alla normalità, cessino
gli avvisi e non sussistano motivi di ulteriore preoccupazione, termina la Fase di
Attenzione.
Se si aggiungono nuovi avvisi e/o crescono i valori degli indicatori di rischio e
sussistono motivi di ulteriore preoccupazione, vi è il passaggio alla successiva Fase di
Preallarme.La fine della Fase di Attenzione e il passaggio alla Fase di Preallarme sono
dichiarati dal Sindaco.

8.3. Stato o Fase di Preallarme


Il Sindaco Avvisa:

 Sala Operativa della Protezione Civile della Regione Campania;


 Prefettura di Caserta;
 Provincia di Caserta;
 A.S.L. CE1 .

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 Principali gestori dei servizi essenziali (luce, acqua, gas);


 Associazioni di volontariato;
 Ditte esterne (se necessario);
 La popolazione (se necessario).
Il Responsabile dell’U.T.C.
 Attiva:
La Funzione n° 3: Volontariato,
La Funzione n° 4: Materiali e Mezzi;
La Funzione n° 5: Strutture Essenziali e Attività Scolastiche;
- Verifica la gravità e l’evoluzione del fenomeno inviando nella zona una squadra
comunale o un gruppo di volontari, con idonea apparecchiatura per garantire i
collegamenti, per un sopralluogo onde accertare la reale entità del dissesto, stabilire
le prime necessità e riferire in tempo reale al C.O.C..
Il Sindaco inoltre GARANTISCE la sua reperibilità, anche fuori dell’orario di
ufficio, nonché la reperibilità di un suo referente e di altri soggetti che lui stesso ritiene
opportuno.

Già in questa fase il Sindaco ha facoltà di adottare provvedimenti e misure


per scongiurare l’insorgere di situazioni determinanti pericolo per la pubblica e
privata incolumità, tramite ordinanze contingibili ed urgenti (225/92) e/o verbali di
somma urgenza.
Se la situazione si presenta sotto controllo, oppure se i valori degli indicatori di
rischio tornano alla normalità o recedono al livello di allerta, il Sindaco revoca lo Stato
di Preallarme e può stabilire di chiudere la procedura o di ritornare alla fase di
attenzione, informandone gli enti a suo tempo informati.
Invece, in caso di ulteriore peggioramento sia delle condizioni meteo, sia della

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situazione in generale, oppure nel caso di stazionamento della situazione non più
fronteggiabile con le sole risorse comunali, il Sindaco dichiara lo Stato di Allarme,
con comunicazione scritta al Presidente della Giunta Regionale, al Presidente della
Provincia, al Prefetto e al Dipartimento della Protezione Civile.

8.4. Stato o Fase di Allarme – Emergenza


Il sindaco gestisce in prima persona gli immediati momenti dell’emergenza,
assieme al Vice-Sindaco, al suo referente ed ai Tecnici Comunali, procedendo alla
completa attivazione del Centro Operativo Comunale (C.O.C.), attraverso la
convocazione dei restanti responsabili delle Funzioni di Supporto.
Il C.O.C., ha il compito di fronteggiare le prime necessità mentre Regione,
Provincia, Prefettura e gli altri organi di Protezione Civile seguiranno l’evoluzione
dell’evento provvedendo al supporto sia in termini di risorse che di assistenza.
Saranno attivati tutti gli organi e le strutture locali di Protezione Civile,
coordinate dal C.O.C., e verrà fornita la massima assistenza alla popolazione.
In questa fase il Sindaco provvede ad emanare le ordinanze per gli interventi di
somma urgenza, a garantire la continuità amministrativa del proprio Comune e a
richiedere al Prefetto il concorso di uomini e mezzi sulla base delle prime necessità.

Il Sindaco AVVISA i responsabili e/o rappresentanti delle seguenti strutture:


 Regione Campania - Servizio Protezione Civile;
 Provincia di Caserta;
 Prefettura;
 Vigili del Fuoco;
 Forze dell’ordine presenti sul territorio;
 Comuni limitrofi;

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 Servizi Essenziali (Società Elettrica, Telefonica, Gas, Acquedotto ecc.);


 Ditte esterne;
 A.S.L.:
 Le organizzazioni di volontariato presenti sul territorio.
In calce alla relazione sono riportati alcuni dati utili per la pianificazione in
emergenza, che comprendono: numero di abitanti residenti nel Comune di San Nicola la
Strada, elenco dei dipendenti comunali, parco mezzi comunali, elenco delle strutture
scolastiche, sanitarie e ricettive del territorio comunale, sede della Polizia Municipale e
di eventuali altri organi di P.S. e le organizzazioni di volontariato.

9. Informazione alla popolazione e formazione.

9.1. Modalità di allertamento della popolazione


FASE DI PREALLARME
Modalità di comunicazione Consigli alla popolazione
Comunicazione dalla Protezione Civile Tenersi informati mediante l’ascolto della radio
Diffusione via radio e televisioni locali e delle reti televisive locali
Messaggi diffusi con altoparlanti Assicurarsi che tutti gli abitanti dello stabile
Segnale acustico intermittente siano al corrente della situazione
Preparare una borsa con indumenti ed effetti
personali da portare con se, ricordando che non
ci si assenterà molto da casa
Comunicazione di CESSATO PREALLARME
Comunicazione dalla Protezione Civile
Diffusione via radio e televisioni locali
Messaggi diffusi con altoparlanti
FASE DI ALLARME
Modalità di comunicazione Consigli alla popolazione
Comunicazione dalla Protezione Civile Staccare l’interruttore generale dell’energia
Diffusione via radio e televisioni locali elettrica e chiudere la valvola del gas
Messaggi diffusi con altoparlanti Appena scatta l’allarme lasciare l’abitazione
Segnale acustico prolungato Raggiungere l’area di primo soccorso prevista
per la propria zona
Se possibile raggiungere il centro di accoglienza

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9.2. Norme di comportamento per la popolazione


Durante la fase di allarme, per la sicurezza della popolazione, sarà bene
ricordare alla stessa che:
 Potrà lasciare con calma e in tutta sicurezza la propria abitazione poiché passerà un
intervallo di tempo sufficiente dal momento dell’allarme al vero pericolo;
 Le forze dell’ordine provvederanno al controllo costante delle abitazioni;
 Limitare al minimo indispensabile l’uso del telefono per non sovraccaricare le linee
inutilmente, complicando l’attività delle strutture preposte al soccorso;
 Prima di uscire di casa è necessario chiudere il gas e l’acqua e staccare la corrente;
 È bene portare con se una radio, attraverso la quale verranno divulgate le
informazioni più utili;
 Chiunque lasci l’abitazione coi propri mezzi, dovrà segnalare a parenti o amici e ai
soccorritori la propria posizione;
 Evitare l’uso dell’automobile al fine di non intralciare le operazioni di soccorso.

9.3. Norme di comportamento in caso di sisma

9.3.1. Prima del terremoto


Nel caso in cui si viva in una zona classificata sismica si deve prestare attenzione
a come è costruita la propria abitazione. Se si è in procinto di acquistare una casa nuova,
è bene accertarsi che sia stata progettata e costruita in maniera antisismica, in caso
contrario è opportuno renderla adatta a resistere agli eventi sismici.
Prima del terremoto è necessario informarsi su quanto previsto dai piani di
protezione civile, nazionale e provinciale, e verificare l’esistenza di piani di protezione
civile a livello locale (in caso negativo sollecitarli). Tali informazioni sono utili per
sapere quali iniziative sono previste per limitare i danni, che cosa fare e a chi riferirsi
nell’eventualità di un terremoto.

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Nel caso esista un piano di evacuazione per il dopo terremoto, è necessario essere
pronti ad eseguire la parte di propria competenza. In caso di inesistenza di questo piano
è opportuno individuare un luogo aperto ma lontano da spiagge (nel caso di coste
soggette a maremoto) in cui ritrovarsi con la famiglia, cercando di determinare il
percorso più aperto e meno pericoloso per raggiungerlo. Prima di un terremoto è infine
opportuno individuare le autorità responsabili dall’emergenza e le fonti di informazione
attendibili:
- conoscere l’ubicazione degli ospedali e dei percorsi migliori per raggiungerli;
- fissare bene alle pareti scaffali e mobili pesanti, nonché scaldabagni e caldaie a
gas;
- avere accanto al telefono i numeri per chiamare ambulanza, medico, vigili del
fuoco;
- sapere dove sono ubicati gli interruttori centrali di acqua, luce e gas, e saperli
manovrare.
La scossa sismica di per sé non costituisce una minaccia per la sicurezza delle
persone: non è reale il pericolo dell’aprirsi di voragini che "inghiottono" persone e cose.
Ciò che provoca vittime durante un terremoto, è principalmente il crollo di edifici, o di
parte di essi; inoltre costituisce una grave minaccia per l’incolumità anche la caduta
delle suppellettili, ed alcuni fenomeni collegati, quali incendi ed esplosioni dovute a
perdite di gas, rovesciamento di serbatoi.
Bisogna dunque avere un’idea ben chiara di quali sono i luoghi sicuri all’interno
di un edificio o all’esterno. Durante il terremoto non si ha poi realmente tempo neppure
per "riordinare le idee". Una scossa, anche se sembra che duri un’eternità, può al
massimo protrarsi per poco più di un minuto e gli intervalli fra le scosse possono essere
di pochi secondi.

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9.3.2. Durante il terremoto


All’interno di un edificio
Seguendo il primo impulso, tutti in genere siamo portati a precipitarci all’esterno:
ciò può essere rischioso, a meno che non ci si trovi proprio in vicinanza di una porta di
ingresso che immette immediatamente in un ampio luogo aperto.
E’ opportuno mantenere la calma, evitando di allarmare con grida gli altri, senza
precipitarsi all’esterno, ma cercare il posto più sicuro nell’ambiente in cui ci si trova. In
questo caso, il rischio principale è rappresentato dal crollo della struttura stessa e
contemporaneamente dalla caduta di mobili e suppellettili pesanti.
E’ meglio dunque prima di tutto, cercare di mettersi al sicuro sotto gli elementi
più solidi dell’edificio, questi sono: le pareti portanti, gli architravi, i vani delle porte e
gli angoli in generale.
E’ opportuno contemporaneamente tenersi lontani da tutto ciò che ci può cadere
addosso, cioè da grossi oggetti appesi ed in particolare da vetri che si possono rompere
e dagli impianti elettrici volanti da cui si possono originare incendi.
Cercare riparo, mettendosi ad esempio sotto robusti tavoli o letti.
All’esterno
Se il terremoto ci sorprende all’esterno, il pericolo principale deriva da ciò che
può crollare. E’ necessario pertanto non cercare riparo sotto i cornicioni o le grondaie e
non sostare sotto le linee elettriche; per avere protezione più adeguata è sufficiente
mettersi sotto l’architrave di un portone.
Trovandosi in automobile è opportuno evitare si sostare sotto o sopra i ponti o i
cavalcavia, vicino a costruzioni, e comunque in zone dove possano verificarsi
smottamenti del terreno o frane.

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9.3.3. Dopo il terremoto


Al termine di una forte scossa, ci possono essere morti, feriti e molti danni; nei
momenti immediatamente successivi è opportuno attenersi ad alcune semplici norme
per essere il più possibile di aiuto alla comunità e per non intralciare i soccorsi e gli
aiuti.
Chi si trova all’interno di un edificio giudicato non pericolante, prima di uscire
deve:
· Spegnere i fuochi eventualmente accesi e non accendere fiammiferi anche se si è
al buio;
· Chiudere gli interruttori centrali del gas e della luce;
· Controllare dall’odore se ci sono perdite di gas ed in tal caso aprire porte e
finestre e quindi segnalarlo.
Si deve poi lasciare l’edificio per recarsi in un luogo aperto uscendo con cautela e
prestando molta attenzione sia a quello che può ancora cadere, sia ad oggetti taglienti
che si possono incontrare nel percorso. Se ci si trova in un edificio a più piani, non è
consigliabile usare l’ascensore, perché potrebbe bloccarsi improvvisamente o addirittura
precipitare.
Una volta all’esterno, è necessario mantenere la calma, prestare i primi soccorsi
agli eventuali feriti, e mettersi a disposizione delle autorità.
Se siete in una zona che non ha riportato danni considerevoli, evitate di usare il
telefono se non per segnalare casi gravi e urgenti. Non tempestate di telefonate i
centralini dei Vigili del Fuoco, delle sedi amministrative, delle fonti di informazione
(giornali, radio ecc.) o degli Osservatori. Se nella vostra località il terremoto è stato di
forte intensità, gli Osservatori non sono in grado di darvi nessun’informazione utile in
più di quelle che possedete già e tanto meno di predirvi cosa succederà nelle ore
successive.

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Piano di Emergenza Comunale
Anno 2015 Ver. 1.0

Dal punto di vista dei danni che si producono immediatamente, in genere ci si può
attendere che il peggio sia passato. Inizia tuttavia una fase in cui l’entità del disastro può
essere ancora ridotta, velocizzando i soccorsi ai feriti e cercando di creare le condizioni
meno disagiate per la sopravvivenza.
E’ opportuno contribuire a posare tende e roulotte in luoghi non minacciati da
frane, smottamenti, o dove si possono verificare allagamenti, ed inoltre, laddove non
esistano, si organizzino punti di raccolta e di coordinamento, in modo da favorire una
distribuzione equa e razionale dei generi di soccorso.
Molta parte del buon esito delle operazioni di questa fase dipende dalla capacità
di organizzazione spontanea delle popolazioni colpite, senza limitarsi a contare
totalmente e passivamente sui soccorsi in arrivo.
Un atteggiamento attivo favorisce l’efficacia dei soccorsi stessi.
In generale, i problemi del dopo terremoto sono molti e molto complessi, per
risolverli è necessario un grosso sforzo delle popolazioni e delle autorità competenti.
Questo sforzo comune non può essere circoscritto e limitato ai periodi di emergenza ma
deve essere un impegno costante.

9.4. MASS MEDIA ED INFORMAZIONE


Il Sindaco, o suo delegato, assicurerà alla popolazione le informazioni necessarie
per convivere con il rischio potenziale di ulteriori eventi calamitosi, nonché quelle
relative alle misure disposte dal sistema di Protezione Civile e alle norme da adottare da
parte degli abitanti dei centri abitati interessati.
Le informazioni provenienti dalla comunità scientifica riguardanti gli eventi
calamitosi, nonché tutte le conoscenze acquisite sulle condizioni del territorio comunale
e i rischi a cui esso è esposto, dovranno esser comunicate alla popolazione attraverso:
Conferenze pubbliche;

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Piano di Emergenza Comunale
Anno 2015 Ver. 1.0

Specifiche pubblicazioni;
Convegni;
Volantinaggio e affissioni;
Emittenti radio locali;
Emittenti radiotelevisive.
Le misure previste dal presente Piano di emergenza, inteso come risposta del
Sistema di Protezione Civile, dovranno essere illustrate alla popolazione nelle forme di
cui al precedente punto.
Nel periodo di intervento la popolazione sarà mantenuta costantemente informata
sulle attività di emergenza in corso disposte dal Centro Operativo Comunale, sugli
eventi e sulle previsioni meteo pluviometriche, nonché sulle norme comportamentali da
adottare per agevolare le operazioni di soccorso.

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Piano di Emergenza Comunale
Anno 2015 Ver. 1.0

10.Gestione del piano di protezione civile


La validità di un Piano è imprescindibile dall’aggiornamento periodico,
dall’informazione e formazione della popolazione e dall’attuazione di esercitazioni.

10.1. Aggiornamento Periodico


La continua trasformazione della realtà organizzativa e strutturale, e la scoperta di
nuove tecniche e mezzi per la sicurezza sociale, evidenziano quel carattere dinamico del
Piano, che determina la necessità di una continua revisione ed un conseguente
aggiornamento delle informazioni contenute nel presente documento, anche attraverso
le informazioni provenienti dalla comunità scientifica competente, inerenti gli eventi
attesi sul territorio. Inoltre dovrà essere sempre disponibile la documentazione
cartografica necessaria alla definizione e all’aggiornamento degli scenari di rischio.
L’organizzazione di base per rendere affacci tutte le parti di un piano passa
attraverso l’attuazione delle funzioni di supporto.
Per fare sì che un Piano sia realmente efficace si rende necessario stabilire “in
tempo di pace” i responsabili di ogni singola funzione, i cui compiti sono quelli di
aggiornare i dati relativi al settore di propria competenza e, in caso di emergenza, di
affiancare il Sindaco nelle operazioni di soccorso.

10.2. Formazione e Informazione


Tale attività costituisce un elemento fondamentale per rendere un Piano efficace.
In particolare, l’informazione deve comprendere gli aspetti scientifici degli eventi attesi
in un determinato territorio in maniera tale che la popolazione possa prendere coscienza
del possibile rischio e adottare attraverso l’attività formativa comportamenti corretti in
situazioni d’emergenza.

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Piano di Emergenza Comunale
Anno 2015 Ver. 1.0

La campagna preventiva di informazione può comprendere incontri con tecnici


esperti, distribuzione di materiale didattico sui rischi e sulle principali regole di
comportamento per la popolazione adulta e soprattutto per quella in età scolare.
Contemporaneamente si dovrà provvedere alla divulgazione del Piano,
principalmente per quegli aspetti che coinvolgono direttamente la popolazione, affinché
sia a conoscenza delle informazioni essenziali (ubicazione delle aree di primo soccorso,
modalità di allertamento, ecc.) e, di conseguenza, sia in grado di rispondere
prontamente e correttamente al verificarsi dell’evento calamitoso.

10.3. Esercitazioni
Le esercitazioni rappresentano un mezzo fondamentale per garantire l’efficacia
del Piano, al fine di tenere aggiornate le conoscenze del territorio, di verificare
l’adeguatezza delle risorse (uomini e mezzi) e la validità del modello di intervento si
ritiene opportuno simulare situazioni di emergenza, che potranno coinvolgere gli organi
direttivi o anche la popolazione studentesca.
Inoltre sarebbe utile prevedere attività addestrative e corsi, organizzati
dall’Autorità comunale d’intesa con gli enti operanti su territorio, per la formazione dei
componenti della squadra comunale di protezione civile.

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PARTE TERZA
SCENARI DI RISCHIO E PIANIFICAZIONE DEGLI
INTERVENTI

Rischio Sismico
Rischio Industriale
Individuazione delle Aree di Protezione Civile

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Anno 2015 Ver. 1.0

11. Scenari di rischio e pianificazione degli interventi.


Elemento fondamentale nella composizione del Piano Comunale di Protezione
Civile è la conoscenza dei rischi che si possono verificare nel territorio comunale.
Una corretta analisi dei potenziali rischi del territorio consente di predisporre e
quindi fronteggiare un’eventuale emergenza.
Di seguito si analizzeranno i seguenti potenziali rischi.
 Rischio sismico
 Rischio Industriale
 Rischio incidente stradale con coinvolgimento sostanze pericolose
(tossiche/infiammabili).
 Rischio temporali e nubifragi.

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Anno 2015 Ver. 1.0

12.Rischio sismico

12.1. Premessa
Il rischio sismico, determinato dalla combinazione della pericolosità, della
vulnerabilità e dell’esposizione, è la misura dei danni attesi in un dato intervallo di
tempo, in base al tipo di sismicità, di resistenza delle costruzioni e di antropizzazione
(natura, qualità e quantità dei beni esposti).
I terremoti sono fenomeni che avvengono senza possibilità di preannuncio e
pertanto il piano di emergenza riguarderà solo la fase di allarme per interventi post-
evento.
La gestione del post-evento è coordinata dal Dipartimento Nazionale di
Protezione Civile se, per energia rilasciata e livello d’impatto sul territorio, l’evento
s’inquadra in un’emergenza di livello nazionale. In caso contrario sarà coordinata dalla
Regione. In entrambi i casi, il Comune colpito dal sisma dovrà attivarsi secondo le linee
d’indirizzo previste dal Piano.

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12.1.1. Introduzione
La metodologia di calcolo è così sintetizzabile: dati un valore di intensità attesa
in ogni singolo capoluogo comunale e uno scenario di danno possibile per le diverse
intensità, il dimensionamento delle aree deve essere calcolato in termini di numero di
abitanti residenti negli edifici che - in caso di risentimento dell’intensità attesa -
potrebbero aver subito danni gravi.
Tale studio ha permesso di calcolare la pericolosità con metodologie consolidate
utilizzando per quanto possibile le storie sismiche locali che, nel caso della Campania,
offrono un ragguardevole numero di informazioni;

12.1.2. Pericolosità sismica


Il calcolo della pericolosità sismica è il passo iniziale nella definizione del
rischio sismico di un territorio. Oggi la pericolosità sismica viene generalmente espressa
in termini di probabilità di eccedenza di un parametro descrittivo del moto del terreno
(intensità, accelerazione etc.) in un determinato intervallo di tempo.
Il parametro descrittivo del moto del terreno è l'intensità macrosismica, valore di
cui si farà riferimento per la stima degli scenari di danno.
In accordo con le modalità di calcolo usate a livello internazionale, i valori di
intensità macrosismica individuati hanno una probabilità inferiore al 10 % di essere
superati nei prossimi 50 anni, oppure la vibrazione che mediamente si verifica ogni 475
anni (cosiddetto periodo di ritorno). Si tratta di una scelta convenzionale utilizzata nel
mondo ed in particolare in campo europeo. E' il valore di riferimento per l'Eurocodice
sismico.
Questa stima rappresenta per di più una valutazione conservativa del moto
atteso. Infatti in pratica equivale a definire il moto massimo del terreno che è
ragionevole attendersi in un intervallo di esposizione di 50 anni.

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Dalle informazioni acquisite da numerosi studi condotti dal Gruppo Nazionale


Difesa dai Terremoti - Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia - Dipartimento
della Protezione Civile sulla distribuzione delle massime intensità macrosismiche
osservate nei comuni italiani, risulta che per il territorio comunale di San Nicola la
Strada la massima intensità macrosismica registrata risulta pari all’ 8° grado. (vedi)

12.2. Classificazione sismica


A seguito della Classificazione Sismica del territorio nazionale effettuata dal
Dipartimento della Protezione Civile – Ufficio Servizio Sismico Nazionale (marzo
2003), risulta che tutto il territorio del Comune di San Nicola la Strada è a rischio
sismico e rientra nelle zone di 2° categoria (media sismicità). In base all’ultima
ordinanza PCM 3274 del 20 marzo 2003, il territorio del Comune di San Nicola la
Strada appartiene alla 2a Categoria.

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CARTA CON DISTRIBUZIONE DELLE INTENSITÀ MASSIME

Classificazione sismica 2015 per comune Aggiornata a marzo 2015 fonte: Dipartimento di protezione civile

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12.3. Estrazione del catalogo GNDT-NT4 relative ai terremoti storici interessanti


l’area di San Nicola la Strada.
Storia sismica di San Nicola la Strada [41.051, 14.332]
fonte: http://emidius.mi.ingv.it/CPTI04/index.html
Numero di eventi: 12

Effetti In occasione del terremoto del:

I[MCS] Data Ax Np Mw

4-5 1915 01 13 06:52


Avezzano 1041 7.00 ±0.09

6-7 1930 07 23 00:08


Irpinia 547 6.62 ±0.09

6 1980 11 23 18:34
Irpinia-Basilicata 1394 6.89 ±0

5-6 1984 05 07 17:49


Appennino abruzzese 912 5.89 ±0.09

4 1990 05 05 07:21
Potentino 1374 5.80 ±0.09

2 1991 05 26 12:26
Potentino 597 5.11 ±0.09

3-4 1996 04 03 13:04


Irpinia 557 4.93 ±0.09

NF 1997 03 19 23:10
Matese 284 4.55 ±0.09

3 1997 10 14 15:23
Appennino umbro-marchigiano 786 5.65 ±0.09

4 2002 11 01 15:09
Subapp. Dauno 645 5.72 ±0.09

NF 2003 06 01 15:45
Molise 516 4.50 ±0.09

3-4 2005 05 21 19:55


Irpinia 276 4.40 ±0.11

12.4. Carta di microzonazione sismica.


La Carta di microzonazione sismica è una carta che individua le zone dove, sulla
base delle caratteristiche litostratigrafiche e geomorfologiche, è possibile prevedere un
comportamento omogeneo in caso di terremoto
Il comune di San Nicola non dispone di una carta di microzonazione sismica.

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Piano di Emergenza Comunale
Anno 2015 Ver. 1.0

12.5. Carta della condizione Limite di Emergenza


La Condizione Limite per l’Emergenza (CLE) dell’insediamento urbano è quella
condizione al cui superamento, a seguito del manifestarsi dell’evento sismico, pur in
concomitanza con il verificarsi di danni fisici e funzionali tali da condurre
all’interruzione delle quasi totalità delle funzioni urbane presenti, compresa la
residenza, l’insediamento urbano conserva comunque, nel suo complesso, l’operatività
della maggior parte delle funzioni strategiche per l’emergenza, la loro accessibilità e
connessione con il contesto territoriale.
L’analisi della CLE è stata introdotta con l’opcm 4007/12 e viene condotta in
concomitanza agli studi di microzonazione sismica (MS). Si esegue pertanto a livello
comunale.
L’analisi della CLE non può prescindere dal piano di emergenza o di protezione civile
ed è un'attività che serve per verificare le scelte contenute nel piano.
L’analisi comporta:
a) l’individuazione degli edifici e delle aree che garantiscono le funzioni strategiche per
l’emergenza;
b) l’individuazione delle infrastrutture di accessibilità e di connessione con il contesto
territoriale, degli edifici e delle aree di cui al punto a) e gli eventuali elementi critici;
c) l’individuazione degli aggregati strutturali e delle singole unità strutturali che
possono interferire con le infrastrutture di accessibilità e di connessione con il contesto
territoriale.
L’analisi della CLE dell’insediamento urbano viene effettuata utilizzando degli standard
di archiviazione e rappresentazione cartografica dei dati, raccolti attraverso una apposita
modulistica predisposta dalla Commissione Tecnica per gli studi di MS, istituita
dall’OPCM 3907/2010 (art. 5 commi 7 e 8), ed emanata con apposito decreto del Capo
del Dipartimento della protezione civile.

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Piano di Emergenza Comunale
Anno 2015 Ver. 1.0

In particolare, l’analisi prevede la compilazione di 5 schede:


ES Edificio Strategico
AE Area di Emergenza
AC Infrastruttura Accessibilità/Connessione
AS Aggregato Strutturale
US Unità Strutturale
Il Comune di San Nicola non dispone di una carta della condizione limite
d’emergenza.

12.6. Valutazione della popolazione coinvolta


Il Comune di San Nicola la Strada non dispone di una carta di vulnerabilità
sismica degli edifici pubblici e privati presenti sul territorio comunale (classificazione
A, B C e D EMS 98). Per cui la determinazione degli elementi esposti ad un evento
atteso risulta di difficile determinazione. Si è ritenuto opportuno individuare uno
scenario incidentale che coinvolga essenzialmente quegli edifici del centro storico in
quanto costruiti in data antecedente all'entrata in vigore delle norme antisismiche. In
effetti il predetto tessuto urbano potrebbe essere stato oggetto nel corso degli ultimi anni
di interventi di consolidamento ed adeguamento sismico che porterebbero ad un
ridimensionamento dell'area colpita.
Sono invece state analizzate le condizioni di vulnerabilità delle infrastrutture
strategiche e di accoglienza.

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Piano di Emergenza Comunale
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Di seguito si riporta lo situazione statica di alcune Strutture di Protezione Civile


Fabbricato Indirizzo Collaudo statico Dep. Genio Civile
Edifici Strategici
Casa Comunale Piazza Municipio NO
Edificio Polizia Via Paul Harris SI N°296946 –
Municipale 26/07/2006
Stazione CC Via Milano SI
Edifici Scolastici
Convitto Borbonico Piazza Municipio NO
Istituto comprensivo Viale Italia 52/54 NO
plesso Mazzini
Plesso di Via Milano Via Milano SI N°25788 del
20/06/1990
Plesso di Viale Viale Europa, 13 NO
Europa
Plesso Nicholas Viale Europa NO
Green
Istituto Comprensivo Via Ungaretti SI 3582 del 3/5/2010
E. De Filippo
Plesso Ungaretti
Plesso Speranzas Via F. Evangelista SI
Plesso Einaudi Via Einaudi SI 90993 del 7/1/2009
Plesso G. Rossini Via IV Novembre SI 107962 del 18/03/..
Plesso Rossella Via G. Leone SI 67107 del
25/11/1999
Capo Sportivo A. Via L. D’Andrea
Clemente
Luoghi di Aggregazione
Complesso Sportivo Via E. Fermi, 43 SI 10487 del
“La Sapienza” 11/02/2009
Teatro Plauto Via Grotta nr.1 Si 93752 del
21/10/2005
Accademia Musicale Via G. Leone,8 SI 66264 del
A. Toscanini 11/03/1999
Biblioteca Comunale Piazza Parrocchia NO
“A. Paloma”
Piscina Comunale” Via L. D’Andrea SI 9502 del 24/10/2006
Centro Sportivo Pala Via Quasimodo SI 95052 del
Ilario 24/10/2006

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Piano di Emergenza Comunale
Anno 2015 Ver. 1.0

Considerando il massimo grado d’intensità sismica relativo al territorio comunale


di San Nicola la Strada, ci si può aspettare che oltre all’allestimento delle tendopoli e
dei moduli abitativi mobili (M.A.M.), per il ricovero della popolazione coinvolta
nell’evento, si potrà incentivare la sistemazione di parte della popolazione presso
familiari e strutture ricettive.
Queste aree (tende, roulottes e moduli abitativi) sono pertanto idonee e
ampiamente sufficienti, assieme ad eventuali altre strutture d’accoglienza, a ospitare un
numero di persone superiore a quello degli abitanti potenzialmente coinvolto nello
scenario di rischio sismico.

12.7. Aree di Protezione Civile.-


Uno degli obiettivi primari di una corretta pianificazione d’emergenza è di
individuare gli spazi necessari alla gestione di una situazione di crisi connessa
all’alterazione violenta dell’assetto del territorio.
Tale pianificazione d’emergenza in questo Piano di Protezione Civile non viene
considerata come censimento delle risorse, ma come strumento fondamentale per
consentire all’amministratore prima ed all’urbanista poi di organizzare il territorio
rispetto ai possibili rischi a cui è esposto.
Tali spazi rappresentano le aree di emergenza che rappresentano gli spazi e
strutture che in caso di eventi calamitosi sono destinati ad uso di protezione civile per
l'accoglienza della popolazione colpita e per l'ammassamento delle risorse destinate al
soccorso ed al superamento dell'emergenza.
Le predette aree sono riportate in cartografia con i relativi percorsi di accesso. Si
raccomanda l'amministrazione comunale di recepire nello strumento urbanistico dette
aree come destinazione vincolata. -
Le aree di emergenza si possono classificare in tre tipologie:

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Piano di Emergenza Comunale
Anno 2015 Ver. 1.0

a. Aree di ammassamento, per l’invio di forze e risorse di protezione civile in caso


di evento.
b. Aree di primo soccorso - “meeting point”, come punto di raccolta della
popolazione al verificarsi di un evento calamitoso.
c. Aree di accoglienza, per l’installazione di materiali e strutture idonee ad assicurare
l’assistenza abitativa alla popolazione.

12.7.1. Aree di ammassamento


Tali aree dovranno ottemperare a delle caratteristiche tecniche specifiche quali:
Dimensioni sufficienti per accogliere almeno una tendopoli di 500 persone
completa dei servizi campali;
Collocazione in prossimità di vie di comunicazione facilmente raggiungibili da
mezzi di grandi dimensioni;
Disponibilità nelle vicinanze di risorse idriche ed elettriche facilmente
raggiungibili;
Accertamento della sicurezza delle aree stesse in riferimento ai possibili rischi di
inondazione, dissesti idrogeologici o interruzione dei servizi e delle infrastrutture
primarie.

Al fine di semplificare e di armonizzare tale intervento di pianificazione


territoriale con il problema della pianificazione d’emergenza, il Dipartimento ha
emanato disposizioni in materia per cercare di attribuire una “polifunzionalità” alle aree
di ammassamento, individuando funzioni ed esigenze, per ciascun territorio, da poter
sviluppare parallelamente all’attività di protezione civile, con possibilità di sviluppo in
termini di ricettività turistica, commerciale o creando condizioni urbanistiche per
promuovere attività sociali e culturali.

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Piano di Emergenza Comunale
Anno 2015 Ver. 1.0

In quest’ottica tali aree, che diventano al servizio di più realtà comunali e


baricentriche rispetto alla distribuzione dei rischi di un determinato territorio, possono
essere direttamente individuate e realizzate dagli enti che hanno specifiche competenze
nel territorio (Regioni Province ecc.
Nello specifico, per quanto concerne il territorio che interessa il Comune di San
Nicola la Strada, tali aree attrezzate per le esigenze di protezione civile sono state
individuate, in accordo con i tecnici e gli amministratori del Comune nei seguenti punti
del territorio che soddisfano i requisiti precedentemente elencati.

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Anno 2015 Ver. 1.0

AREE DI AMMASSAMENTO
Indirizzo X Y
via Alessandro Pertini, 22 41.042999 14.327395

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Piano di Emergenza Comunale
Anno 2015 Ver. 1.0

12.7.2. Aree di primo soccorso “meeting point”


Nel territorio del Comune di San Nicola la Strada, sono state individuate diverse
aree di primo soccorso con il fine di accogliere la popolazione al verificarsi di un
evento calamitoso. In particolare, così come messo in luce negli studi condotti dai
tecnici del Dipartimento della Protezione Civile, deve essere indicato agli abitanti il
luogo “sicuro” dove recarsi con urgenza al momento dell’allertamento o nella fase in
cui l’evento calamitoso si sia verificato. Lo scopo di tale operazione è quello di
indirizzare la popolazione, attraverso percorsi individuati in sicurezza, in aree dove
potrà essere tempestivamente assistita dalle strutture di protezione civile. Questo,
inoltre, dovrebbe evitare situazioni caotiche e comportamenti sbagliati dei cittadini
(come sostare sotto i cornicioni e lungo le vie di comunicazione) che, oltre a mettere a
rischio la propria incolumità, potrebbero ostacolare le operazioni di soccorso.
In particolare, il territorio comunale è stato suddiviso in settori all’interno dei
quali sono state individuate le relative aree di primo soccorso. Per le aree più
densamente edificate sono state individuate aree facilmente raggiungibili,
preferibilmente baricentriche e dotate di illuminazione e, possibilmente, di acqua
corrente. La scelta delle aree è dettata dalla necessità di far confluire la popolazione in
spazi piuttosto ampi, sicuri, non minacciati dalla presenza di edifici particolarmente a
rischio. Aree che soddisfano questi requisiti sono state individuate per i centri ed i
nuclei abitati maggiori; mentre la popolazione residente in case sparse e piccoli nuclei
rurali, in caso di eventi sismici, potrà mettersi al sicuro spostandosi negli spazi aperti
posti nelle vicinanze delle abitazioni.

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AREE DI PRIMO SOCCORSO


Area Indirizzo X Y
1 Villa Comunale 41.053070 14.331725

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Piano di Emergenza Comunale
Anno 2015 Ver. 1.0

Area Indirizzo X Y
2 Area Campo Sportivo A., 41.057019 14.338524
Clemente

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Anno 2015 Ver. 1.0

Area Indirizzo X, Y
3 Area Verde - via Genova e via Cosenza 41.051945 14.328953

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Anno 2015 Ver. 1.0

Area Indirizzo X, Y
4 Area Verde in via Torino,22 41.050102 14.329007

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Piano di Emergenza Comunale
Anno 2015 Ver. 1.0

Area Indirizzo X, Y
5 Galoppatoio Viale Carlo III 41.054594 14.325280

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Anno 2015 Ver. 1.0

Area Indirizzo X, Y
6 Largo Rotonda 41.051022, 14.324698

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Piano di Emergenza Comunale
Anno 2015 Ver. 1.0

Area Indirizzo X, Y
7 Campo sportivo CIAPI 41.045342 14.327947

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Piano di Emergenza Comunale
Anno 2015 Ver. 1.0

Area Indirizzo X, Y
8 Campo sportivo via Fermi 41.044574 14.331367

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Piano di Emergenza Comunale
Anno 2015 Ver. 1.0

Per consentire un più facile intervento in caso di calamità naturale (terremoto),


sulle carte sono stati indicati anche gli edifici strategici; questi costituiscono punti di
riferimento all’interno del tessuto urbano, sia perché sede di enti e/o organizzazioni che
possono prestare soccorso, sia perché luoghi adibiti a servizi pubblici e, quindi,
caratterizzati da un’elevata concentrazione di persone (come ad esempio scuole,
municipio, strutture sanitarie, edifici pubblici, etc.).

12.7.3. Aree di accoglienza


L’allestimento di strutture in grado di assicurare un ricovero a coloro che in
seguito all’evento calamitoso hanno dovuto abbandonare la propria abitazione,
costituisce un aspetto fondamentale della pianificazione d’emergenza.
Le risposte a tale emergenza possono essere così sintetizzate:
 Strutture improprie idonee ad accogliere la popolazione; riferibili a strutture
ricettive pubbliche o private in grado di soddisfare esigenze di alloggiamento
presenti all’interno del territorio comunale, come ad esempio: alberghi, edifici
pubblici, strutture sportive, campeggi, agriturismo.
 Tendopoli; è una scelta non ottimale, ma che viene imposta dai tempi stessi di
un’emergenza come la migliore e più veloce risposta possibile. Si è cercato di
individuare le aree che in tutto o in parte fossero già fornite dalle infrastrutture
primarie e per lo più fornite di servizi; pertanto nel primo caso la scelta è caduta
principalmente sulle le zone sportive, gli spazi fieristici ed i parcheggi, mentre nel
secondo caso si è cercato di privilegiare quelle aree che meglio soddisfacevano i
requisiti richiesti dai tecnici del Dipartimento della Protezione Civile e cioè: aree
facilmente raggiungibili dalle vie di comunicazione, che consentano facilmente la
fornitura di acqua e luce e gli allacci alla rete fognaria, che siano sub - pianeggianti

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Piano di Emergenza Comunale Rev. Settembre 2015 pag. 84


Piano di Emergenza Comunale
Anno 2015 Ver. 1.0

e sicure dai rischi di esondazione e dai dissesti idrogeologici. Per questi motivi, non
esistendo aree già predisposte per allestire tendopoli, a tale scopo spesso vengono
impiegate le aree sportive, già dotate di servizi essenziali e recinzione e con
caratteristiche morfologiche favorevoli.

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Piano di Emergenza Comunale
Anno 2015 Ver. 1.0

AREE DI ACCOGLIENZA
Struttura Indirizzo X. Y
Campo sportivo A. Clemente Via Luigi D'Andrea, 6 41.056939, 14.338506

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Piano di Emergenza Comunale
Anno 2015 Ver. 1.0

Per quanto concerne il Modulo Tenda va ricordato che:


È composto da 6 tende su due file da tre, lungo un percorso idoneo al transito di
un mezzo medio; ciascuna tenda necessita di uno spazio di metri 7 x 6, lasciando così
uno spazio tecnico tra le piazzole di circa un metro;
L’intero modulo, capace di avere una ricettività massima di 36 persone (sei per
ogni tenda), avrà la forma di un rettangolo con una superficie totale di m. 23 x 16 =
368 mq. Se si considerano di sistemare omogeneamente i nuclei famigliari ,la ricettività
scende a circa 24-30 persone a modulo; in tal caso l’area necessaria al solo
attendamento di 500 persone dovrà avere una estensione di circa 6.200 mq;
in alternativa, disponendo di ampie aree da allestire, possono essere realizzati
anche moduli da 10 o 12 tende, sempre disposte su due file e distanziate di circa un
metro l’una dall’altra (vedi schema che segue e le varie soluzioni per la disposizione
dei moduli e l’organizzazione della tendopoli).

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Piano di Emergenza Comunale
Anno 2015 Ver. 1.0

6
1

ZONA SERVIZI

SOLUZIONE 1 - n° 96 Tende disposte in blocchi di 12 tende (disposte su due file) atte


ad ospitare mediamente n°384 persone (n°4 Persone per tenda)

Modulo tenda n° 3-4 containers servizi igienici

dim.12x2,50
6

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ZONA SERVIZI

94.00 ÷
Piano di Emergenza Comunale
Anno 2015 Ver. 1.0

SOLUZIONE 2 - n°120 tende del tipo ministeriale (dim.5,00x5,00) disposte in blocchi


di n°10 tende per ciascun blocco (formato da due file di cinque tende su
ciascuna fila) per un totale di 12 blocchi atti ad ospitare
complessivamente n°480 persone

Modulo tenda n° 4 containers servizi igienici dim.12x2,50

(3,00)

SOLUZIONE 3 -n° 144 tende del tipo ministeriale (dim. 5.00x 5.00) disposte in n°12
blocchi, formati ciascuno da 12 tende disposte in n°2 file da 6 tende per
ciascuna fila. Totale persone sinistrate ospitate n° 574 (considerando n°4
persone per tende)

Modulo tenda n° 4 containers servizi igienici dim.12x2,50

(3,00)

ZONA SERVIZI

1
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Piano di Emergenza Comunale Rev. Settembre 2015 pag. 89


Piano di Emergenza Comunale
Anno 2015 Ver. 1.0

Insediamenti abitativi di emergenza: tale tipo di insediamento consente di


mantenere il più possibile la popolazione nei propri territori, considerando la stessa
come soggetto attivo in grado di partecipare in prima persona alla ripresa delle varie
attività. L’ubicazione di aree di questo tipo viene scelta in base ai requisiti di sicurezza
ed idoneità funzionale, quale ad esempio:
L’individuazione della potenziale popolazione interessata da inagibilità degli
edifici, in base agli scenari di rischio;
Verifica della sicurezza geologica e dell’idoneità funzionale dell’area, intesa
anche come morfologia;
Possibilità di rapido collegamento alla rete dei servizi e della viabilità.
Dal punto di vista tecnico va ricordato che di regola un insediamento abitativo
dovrà essere dimensionato per le esigenze minime di 40 persone (8/10 moduli abitativi)
e massima di 500 persone (120/130 moduli abitativi), posizionati in maniera
baricentrica e prevedere inoltre le infrastrutture necessarie per ricostruire un sistema
socio - urbano.
In particolare, a seguito di quanto sopra esposto, nel territorio comunale di San
Nicola la Strada sono state individuate aree idonee per l’allestimento di strutture di
accoglienza, distinte in aree per tendopoli ed aree per l’insediamento di moduli
abitativi, così come negli schede di seguito riportati.
Di seguito vengono altresì illustrate le procedure e soprattutto gli interventi
tecnici, già sperimentati dai tecnici del Dipartimento della Protezione Civile in

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Piano di Emergenza Comunale Rev. Settembre 2015 pag. 90


Piano di Emergenza Comunale
Anno 2015 Ver. 1.0

occasioni precedenti, al fine di fornire una “linea guida di emergenza”, che può
costituire una utile indicazione per le amministrazioni locali che vorranno
affrontare preventivamente il problema dell’assistenza alla popolazione in caso di
evento.

LINEA GUIDA PER LA REALIZZAZIONE DI INSEDIAMENTI DI


EMERGENZA

pianeggiante; al di fuori da aree alluvionali o in frana; non sottostante ad


Caratteristiche ammassi rocciosi; a ridosso di vie di comunicazione; in immediata
dell’area adiacenza rete idrica fognaria ed elettrica.
decorticazione; rullatura; posa in opera di uno strato di materiali arido di
opportuna pezzatura e idonee caratteristiche geotecniche per la realizzazione
Trattamento di massicciata; strato di pietrisco cm 3x2, spessore 7-10 cm, compresa
dei suoli depolverizzazione a tre strati con bitumi modificati; eventuale
pavimentazione nelle sedi stradali in binder da cm 7 ed eventuale tappeto di
usura cm 3.
viabilità interna longitudinale; viabilità interna di penetrazione
pedonale/traffico leggero; percorsi pedonali fra unità abitative, fornitura
Elenco delle opere di energia elettrica 6 KW (per ciascuna unità abitativa); rete di messa a terra
urbanizzazione elettrica; illuminazione pubblica; acqua potabile per ciascuna unità
primaria abitativa; fognatura separata acque bianche e nere e collegamento alla rete
fognante pubblica; eventuali vasche IMHOFF; rete telefonica e posti
telefonici pubblici; rete antincendio; fontane pubbliche.
tipologia a schiera (o in linea), idoneo per aree con superfici limitate o con
planimetrie fortemente irregolari - La superficie lorda per unità abitativa
Tipologia urbanistica non dovrà essere inferiore a 112 mq, superiore a 220 mq;
tipologia a corte , idoneo ad aggregare 4 o 6 moduli abitativi, che permette
un certo grado di socializzazione all’interno del villaggio. Tale sistema
permette inoltre una difesa e resistenza ai venti predominanti.

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Piano di Emergenza Comunale
Anno 2015 Ver. 1.0

L’insediamento abitativo di emergenza


serve ad affrontare le esigenze abitative della
popolazione nei periodi medio - lunghi.
Nella illustrazione un esempio di
progettazione a “schiera” (Foligno, via del
Roccolo).

Insediamento
abitativo di Annifo.
Esempio di
progettazione a “corte”
a sei moduli

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Piano di Emergenza Comunale
Anno 2015 Ver. 1.0

12.8. Sistema di comando e controllo


Il Sindaco quale Autorità di protezione civile ha il compito prioritario di
salvaguardare la popolazione e tutelare il proprio territorio, per cui al verificarsi di un
evento calamitoso assume la direzione e il coordinamento dei servizi di soccorso e
assistenza alla popolazione colpita, provvedendo ad organizzare gli interventi necessari,
dandone immediata comunicazione al Presidente della Regione. In tali compiti il
Sindaco è supportato dall’Unità Tecnica Comunale (U.T.C.) e dal Centro Operativo
Comunale (C.O.C.).
L’Ufficio Tecnico Comunale rappresenta l’Ufficio di riferimento del sistema
comunale di protezione civile, ne è a capo il Sindaco che ne coordina l’attività
attraverso un Responsabile da lui nominato. Svolge attività sia tecniche che
amministrative in attuazione ai programmi di previsione e prevenzione nei confronti dei
rischi nonché di pianificazione territoriale e di emergenza.
Riceve per prima la segnalazione di allarme o di pericolo;
Attiva le funzioni di supporto del C.O.C.;
Coordina le operazioni di soccorso, verificando l’entità del fenomeno e la
pericolosità della situazione;
Informa gli enti sovracomunali, le forze dell’ordine e le strutture preposte alla
protezione civile.
L’Unità Tecnica Comunale così organizzata rappresenta la struttura comunale
che, in caso di evento calamitoso, fornirà la prima risposta di protezione civile e
l’immediata assistenza alla popolazione. Allo stesso tempo, l’U.T.C. costituisce il
referente principale del Sindaco, il quale, avvalendosi di tale struttura eserciterà tutte le
attività di Protezione Civile.

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Piano di Emergenza Comunale
Anno 2015 Ver. 1.0

Per espletare le proprie funzioni, il Sindaco, si avvale del Centro Operativo


Comunale (C.O.C.), che sarà attivato al verificarsi dell’emergenza per la direzione ed il
coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alla popolazione.

12.9. Lineamenti della Pianificazione


Premessa
I lineamenti della Pianificazione sono gli obiettivi che il C.O.C., in quanto
struttura delegata dal Sindaco alla gestione dell’emergenza, deve conseguire nell’ambito
della direzione unitaria e del coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alle
popolazioni colpite, nonché nella previsione degli interventi da mettere in atto a seguito
dell’emergenza (competenze attribuite al Sindaco, quale autorità comunale di
protezione civile, ai sensi dell’art. 15 L. 225/92).

12.9.1. Coordinamento Operativo


Il C.O.C., così come stabilito dall’art.15 della L. 225/92, assume la direzione
unitaria dei servizi di emergenza da attivare e, coordinandoli, adotta tutti i
provvedimenti necessari ad assicurare i primi soccorsi durante la fase di emergenza. Per
tale fase il sindaco sarà affiancato dai responsabili dell’ufficio tecnico che attiveranno la
Funzione n° 4 (Materiali e Mezzi) e la Funzione n° 5 (Servizi essenziali e attività
scolastica).

12.9.2. Salvaguardia della popolazione


Tale attività è prevalentemente assegnata alle strutture operative (art. 11
L.225/92), che predispongono le misure di salvaguardia alla popolazione per l’evento
prevedibile, sono finalizzate all’allontanamento della popolazione dalle zone a rischio,
con particolare riguardo alle persone con ridotta autonomia (anziani, disabili, bambini).

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Piano di Emergenza Comunale
Anno 2015 Ver. 1.0

Per tale settore è prevista l’attivazione delle Funzioni n° 2 (sanita, assistenza sociale, 3
(volontariato) e 9 (assistenza alla popolazione)

12.9.3. Rapporti con le Istituzioni


Quando la calamità naturale non può essere fronteggiata con i mezzi a
disposizione del Comune, il Sindaco, attraverso il C.O.C., chiede l’intervento di altre
forze e strutture alla Regione o al Prefetto, che adottano i provvedimenti di competenza,
fra i quali anche la costituzione del C.O.M., al fine di garantire il supporto all’attività di
emergenza comunale e alla continuità amministrativa ai vari livelli locali e nazionali,
assicurando il collegamento e l’operatività del C.O.M. medesimo con:
- Presidenza Consiglio dei Ministri - Dipartimento Protezione Civile;
- Regione Campania - Presidenza della Giunta;
- Provincia - Presidente della Provincia di Caserta
- Prefettura.

12.9.4. Informazione alla popolazione


E’ di fondamentale importanza che il cittadino residente nella zona a rischio,
conosca preventivamente:
 Le caratteristiche essenziali di base del rischio che esiste sul territorio;
 Le predisposizioni del Piano di Emergenza nell’area in cui risiede;
 Come comportarsi, prima durante e dopo l’evento;
 Con quale mezzo ed in quale modo saranno diffuse informazioni ed allarmi.

12.9.5. Salvaguardia del sistema produttivo locale


Tale funzione dovrà prevedere la salvaguardia e il ripristino delle attività
produttive e commerciali, attuando interventi, sia nel periodo immediatamente

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Piano di Emergenza Comunale Rev. Settembre 2015 pag. 95


Piano di Emergenza Comunale
Anno 2015 Ver. 1.0

precedente al manifestarsi dell’evento (eventi prevedibili), oppure immediatamente


dopo che l’evento abbia provocato danni (eventi imprevedibili).

12.9.6. Ripristino della viabilità e dei trasporti


Durante il periodo dell’emergenza deve essere prevista la regolarizzazione dei
flussi di traffico lungo le vie di fuga e l’accesso dei mezzi di soccorso nelle zone a
rischio tramite anche la predisposizione di cancelli, ossia posti di blocco, per impedire
l’accesso a persone non facenti parte dei soccorsi.
Il Piano di Emergenza prevede, per questa problematica, l’attivazione della
Funzione n° 7 (strutture operative locali), con nomina del relativo responsabile, per il
coordinamento di tutte le risorse e degli interventi necessari per rendere efficiente la rete
della viabilità.

12.9.7. Funzionalità delle Telecomunicazioni


La riattivazione delle telecomunicazioni sarà immediatamente garantita per gestire
il flusso delle informazioni del C.O.C. e del C.O.M., degli uffici pubblici e per la
comunicazione fra i centri operativi dislocati nelle zone a rischio, tramite l’impiego di
ogni mezzo o sistema di TLC.
Il Piano di Emergenza prevede, infatti, per il settore delle TLC, una singola
funzione di supporto (Funzione n° 8), che attraverso il relativo responsabile, garantirà
il coordinamento di tutte le risorse e gli interventi necessari per rendere efficiente le
telecomunicazioni e la trasmissione di testi, immagini e dati numerici.

12.9.8. Funzionalità dei Servizi Essenziali


La messa in sicurezza delle reti erogatrici dei servizi essenziali sarà assicurata
dagli Enti competenti (Enel, Gas, Telecom ed UU.TT.), mediante l’utilizzo di proprio
personale.

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Piano di Emergenza Comunale
Anno 2015 Ver. 1.0

Tale personale provvederà alla verifica ed al ripristino della funzionalità delle


reti e delle linee e/o utenze in modo, in ogni caso, coordinato.
Il Piano di Emergenza prevede, per tale settore, una specifica funzione di
supporto, Funzione n° 5 , al fine di garantire le massime condizioni di sicurezza.

12.9.9. Censimento danni persone e cose


Il censimento dei danni a persone e cose riveste particolare importanza al fine di
puntualizzare la situazione determinata a seguito di un evento calamitoso.
Il referente della Funzione n° 6 organizza e predispone le squadre che, al
verificarsi dell’evento, effettueranno il censimento dei danni, al fine di stabilire gli
interventi d’emergenza.

12.9.10. Censimento e salvaguardia dei beni culturali


La salvaguardia dei beni culturali ubicati nelle zone a rischio costituisce uno
degli obbiettivi principali, pur confermando che il preminente scopo del piano di
protezione civile è quello di mettere in salvo la popolazione e mantenere un livello di
vita “civile”. Il censimento dei beni culturali dovrà essere effettuato da squadre di
tecnici, che dovranno inoltre anche provvedere alla messa in sicurezza degli stessi.

12.9.11. Compilazione della modulistica e relazione giornaliera dell’intervento


Attraverso la compilazione della modulistica saranno facilitate le operazioni di
coordinamento; infatti, la raccolta di dati, organizzata secondo le funzioni di supporto,
garantirà sia l’omogeneità, sia la razionalizzazione dei dati. Le relazioni giornaliere
relative agli interventi effettuati saranno redatte dal sindaco e conterranno sia dati
ricavati dalla modulistica di cui sopra, sia le disposizioni che la popolazione dovrà
adottare.

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Piano di Emergenza Comunale
Anno 2015 Ver. 1.0

13.Rischio Industriale

13.1. Premessa
Uno scenario di rischio che potrebbe interessare il territorio comunale di San
Nicola la Strada è quello del rischio industriale; l’uso industriale di sostanze chimiche
può originare incidenti con possibili conseguenze sia all’interno che all’esterno delle
aree produttive, quali: scoppio di serbatoi, rottura di contenitori o tubazioni, dispersione
di sostanze tossiche, accensione di una miscela ed eventi indotti causati da agenti
esterni quali un fulmine, un sisma, un’inondazione ecc….
Le conseguenze associate ai diversi eventi possono essere:
- Incendio: comporta fiamme, produzione di calore, sviluppo di prodotti di
combustione (gas tossici, gas corrosivi);
- Esplosione: comporta onde di pressione, proiettili, calore, sviluppo di gas
tossici o corrosivi
- Rilascio di sostanze tossiche: concentrazione pericolosa in aria o in acqua,
inquinamento ambientale, pericoloso per la popolazione e per la fauna.
Un’azienda è classificata a rischio di incidente rilevante se fa utilizzo di sostanze
pericolose.
All’interno dell’area industriale di San Nicola la Strada al momento non sono
presenti attività produttive a rischio di incidente rilevante così come definite dal D.lgs.
n° 105 del 26 Giugno 2015. Pur tuttavia si è ritenuto opportuno riportare nel presente
documento una linea guida da seguire in occasione di un incidente che dovesse
interessare una azienda che impiega sostanze pericolosa.

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Piano di Emergenza Comunale
Anno 2015 Ver. 1.0

13.2. La Legge
La legislatura italiana regolamenta tutta una serie di attività all’interno delle
industrie con norme atte a conoscere, valutare, eliminare e prevenire tutti i possibili
rischi che possono verificarsi riducendone le conseguenze. In particolare, le aziende
che, per le proprie caratteristiche, possono dar luogo ad eventi incidentali di notevole
entità, sono obbligate a comunicare alle autorità competenti una scheda, al fine di
informare la popolazione circa i possibili rischi, le precauzioni ed i comportamenti da
adottare in tali evenienze.
La normativa di riferimento è il Decreto Legislativo n° 105 del 26 Giugno 2015.
Il nuovo D.lgs. si applica agli stabilimenti in cui sono presenti sostanze pericolose
in quantità superiori o uguali a quelle indicate dalla normativa. Viene definito incidente
rilevante un evento quale un’emissione, un incendio o un’esplosione di grande entità,
dovuto a sviluppi incontrollati che si verificano durante l’attività di uno degli
stabilimenti e che dia luogo ad un pericolo grave, immediato o differito per la salute
umana o per l’ambiente, all’interno o all’esterno dello stabilimento e in cui
intervengano una o più sostanze pericolose.
Di seguito si riportano i passi di maggiore interesse per ciò che concerne gli
obblighi che dovranno farsi carico in prima persona gli stabilimenti per la gestione del
rischio e i compiti che il Comune ha nei confronti della cittadinanza per le informazioni
da fornire circa le misure di sicurezza e le procedure da seguire in caso di incidente
rilevante.

13.3. Piano d’emergenza - Obblighi del gestore


I gestori degli stabilimenti dovranno farsi carico in prima persona della gestione
del rischio. In particolare hanno l’obbligo:
 Identificare tutti i rischi presenti e possibili;

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Piano di Emergenza Comunale Rev. Settembre 2015 pag. 99


Piano di Emergenza Comunale
Anno 2015 Ver. 1.0

 Adottare le misure di prevenzione e sicurezza;


 Effettuare periodiche verifiche;
 Predisporre i piani di emergenza interna;
 Informare e formare i lavoratori;
 Informare le autorità competenti qualora la tipologia e i quantitativi di
sostanze immagazzinate superino i quantitativi previsti dal DLvo 26/06/2015
n.105.
Per ciò che concerne l’ultimo punto, i gestori dovranno trasmettere una scheda
d’informazione al Ministero dell’Ambiente, Regione, Provincia, Comune, Prefetto,
Direzione Regionale dei Vigili del Fuoco.
La scheda contiene le seguenti informazioni:
 Informazioni di base sull’azienda, l’attività e la localizzazione; riferimenti
aziendali e nominativi per informazioni sui rischi presenti e le misure di
prevenzione e sicurezza previste all’interno dello stabilimento;
 Informazioni circa gli uffici dell’amministrazione pubblica incaricati
dell’informazione sui rischi rilevanti e dell’organizzazione delle emergenze
esterne;
 Informazioni generale sulle attività produttive o di deposito svolte
dall’azienda
 Informazioni su sostanze e preparati pericolosi presenti nel ciclo di
lavorazione che possono produrre rischio rilevante;
 Informazioni di base sui tipi di incidente e sulle sostanze che possono essere
coinvolte;
 Informazioni sugli effetti degli incidenti ipotizzabili negli stabilimenti e/o
depositi e le relative misure previste dall’azienda;
 Informazioni sull’organizzazione delle emergenze;

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Piano di Emergenza Comunale
Anno 2015 Ver. 1.0

 Informazioni per le autorità competenti atte all’identificazione esatta di ogni


singola sostanza o preparato;
 Informazioni per le autorità competenti sugli scenari incidentali previsti.

13.4. Piano d’emergenza - Obblighi delle Autorità competenti


Le autorità competenti esercitano funzioni di controllo sul rispetto dei requisiti
di sicurezza e gestiscono il rischio residuo attraverso la pianificazione dell’uso del
territorio e delle emergenze. Sulla base delle indicazioni fornite dal gestore, il Prefetto
predispone il piano di emergenza esterno che viene trasmesso al Comune per
l’attuazione in caso di evento incidentale.
I comuni hanno, il compito di fornire ai cittadini le informazioni circa le misure
di sicurezza e le procedure da seguire in caso di incidente rilevante e portano a
conoscenza della popolazione le informazioni sugli stabilimenti a rischio di incidente
rilevante.
- Fase di attenzione – ALLARME TIPO 1
- Fase di preallarme – ALLARME TIPO 2
- Fase di allarme ed evacuazione – ALLARME TIPO 3
- Cessato allarme.
Le varie fasi sopra citate, potranno essere attivate sulla base delle rilevazioni
emerse dalla stazione di monitoraggio sulla qualità dell’aria gestita direttamente
dall’ARPAC di Caserta.
I vari stadi saranno così delineati come descritto nei paragrafi che seguono.

13.5. Fase di attenzione – PERICOLO – ALLARME TIPO 1


La fase di attenzione è attivata al verificarsi delle seguenti condizioni:

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Piano di Emergenza Comunale Rev. Settembre 2015 pag. 101


Piano di Emergenza Comunale
Anno 2015 Ver. 1.0

- Evento in cui danni sono circoscritti, con rischio di propagazione all’ambiente


esterno;

13.5.1. Compiti del Comune


Il Sindaco del Comune interessato, si avvale, per l’espletamento delle funzioni
di gestione dell’emergenza, del Centro Operativo Comunale C.O.C.:
- Dispone l’applicazione delle procedure della fase di attenzione;
- Informa le autorità prefettizie;
- Provvede ad interpellare i tecnici dell’ARPAC (Azienda Regionale Protezione
Ambientale) per la verifica della situazione ambientale.
Il responsabile del C.O.C. attiva le seguenti figure:
- il Comandante della Polizia Municipale che provvede alle attività di propria
competenza quali:
- Attivazione del piantone presso il proprio Comando;
- Avviso alle locali stazioni dei C.C.;
- Pone in stand by una quota di personale secondo necessità;
- Si mette in contatto con le diverse strutture operative;
- Verifica le condizioni locali contingenti per l’applicazione della pianificazione;
- Verifica il numero di uomini a disposizione per l’eventuale applicazione del piano
di evacuazione, nonché lo stato delle attrezzature e lo comunica al Sindaco per le
eventuali determinazioni;
- Invita con l’ausilio di altoparlanti le persone nelle aree a rischio di evacuare o
rifugiarsi al chiuso;
- Invia un certo numero di uomini sull’area a rischio forniti di D.P.I. per l’eventuale
emergenza, per il controllo della fase in corso.

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Piano di Emergenza Comunale
Anno 2015 Ver. 1.0

Il responsabile dell’U.T.C. attiva le seguenti figure:


- Pone in stand by una quota del personale U.T.C.
- Si tiene in contatto con la sala operativa del C.O.C.
- Avvisa il Responsabile della Funzione Sanità e Assistenza alla Popolazione.
Inoltre il responsabile del C.O.C. mette in attesa di disposizioni le seguenti figure:
- Gli operai reperibili;
- Il Responsabile della funzione Tecnico scientifica;
- Il Responsabile della funzione dei Volontari;
- Il Responsabile della funzione Materiali e mezzi;
- Il Responsabile della funzione Servizi essenziali, telecomunicazioni ecc..;
- Il Responsabile della funzione Censimento danni;
- Il Responsabile della funzione Assistenza alla popolazione;
- La segreteria generale.
La popolazione interessata dall’evento calamitoso avrà il compito di:
- Prestare attenzione alle informazioni e agli avvisi inerenti la fase incorso;
- Eseguire tutte le istruzioni provenienti dalla struttura di Protezione Civile.
Alla fine delle procedure, dopo un’attenta valutazione, a seconda delle circostanze,
si dispone il mantenimento o la cessazione della fase di attenzione, mentre l’eventuale
raggiungimento della successiva soglia determinerà l’inizio della fase di allarme.

13.6. Fase di preallarme - ALLARME TIPO 2


La fase di preallarme è attivata quando l’evento in corso potrebbe recare danni
reversibili all’ambiente esterno che inducano ragionevolmente ad ipotizzare
l’imminenza di un evento catastrofico.

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Piano di Emergenza Comunale
Anno 2015 Ver. 1.0

Il Sindaco del Comune interessato:


- Mantiene i contatti con i tecnici dell’ARPAC per la valutazione dell’evolversi
dell’evento;
- Dispone l’interruzione di tutte le operazioni di ricognizione operativa sul territorio a
rischio, il rientro e la messa in sicurezza di tutto il personale impiegato;
- Dispone la messa in sicurezza delle persone nell’area a rischio in ambienti chiusi;
- Mantiene i contatti con gli organi d’informazione;
- Si coordina con i Sindaci dei Comuni vicini eventualmente coinvolti o interessati;
- Comunica le disposizioni alle varie funzioni di supporto;
- Dirama le comunicazioni a tutto il personale, assicurandosi della messa in sicurezza
degli operatori delle fasi precedenti;
- Alla fine dell’operazioni informa il Comitato Provinciale di Protezione Civile e le
autorità prefettizie.
Il Comandante di Polizia Municipale provveda a:
- Disporre l’interruzione di tutte le operazioni sul territorio a rischio, il rientro e la
messa in sicurezza di tutto il personale impiegato;
- Tenersi in contatto con il C.O.C. per qualunque necessità;
- Predisporre i cancelli di chiusura e/o regolamentazione del traffico.
Il Responsabile della Funzione Tecnico scientifica:
- Mantiene i contatti con i Servizi sanità, assistenza sociale, veterinaria.
Il Responsabile della Funzione Sanità:
- mantiene i contatti con i responsabili dell’Azienda Ospedaliera locale, con il 118 e
con i responsabili dell’ARPAC.
Il Responsabile del Volontariato:
- Predispone squadre di volontari per eventuali operazioni di soccorso urgente.

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Il Responsabile della Funzione materiali e mezzi:


- Mantiene i contatti con le ditte allertate e/o inviate in attesa di nuove disposizioni.
Il Responsabile Servizi essenziali:
- Dispone la messa in sicurezza degli impianti dei servizi essenziali
l Responsabile Censimento danni a persone e cose:
- Predispone le attivazioni necessarie alle verifiche degli eventuali danni.
Il Responsabile delle strutture operative:
- Provvede all’attivazione dei cancelli;
- Richiede squadre di Vigili del Fuoco per l’effettuazione di soccorsi urgenti;
- Provvede a tenere informato il Sindaco;
Inoltre, il responsabile della Funzione Assistenza alla popolazione e la segreteria
generale si mantengono a disposizione del C.O.C.

13.7. Fase di allarme ed evacuazione - ALLARME TIPO 3


La fase di allarme ed evacuazione è attivata quando l’evento in corso potrebbe
recare danni irreversibili all’ambiente.
Il Sindaco del Comune interessato:
- Mantiene i contatti con i tecnici dell’ARPAC per la valutazione dell’evolversi
dell’evento;
- Dispone l’interruzione di tutte le operazioni di ricognizione operativa sul territorio a
rischio, il rientro e la messa in sicurezza di tutto il personale impiegato;
- Informa le autorità prefettizie dell’evacuazione;
- Mantiene i contatti con gli organi di informazione;
- si coordina con i Sindaci dei comuni limitrofi eventualmente interessati o coinvolti;
- Alla fine delle operazioni informa il Comitato di Prot. Civile dell’avvenuta
evacuazione.

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Piano di Emergenza Comunale
Anno 2015 Ver. 1.0

Il Sindaco inoltre:
- Comunica le disposizioni alle funzioni;
- Dirama le comunicazioni a tutto il personale, assicurandosi della messa in sicurezza
degli operatori delle fasi precedenti;
- Gestisce le procedure di evacuazione.
Il Sindaco attiva anche le seguenti funzioni di supporto:
Funzione tecnico scientifica:
- Interrompe tutte le attività di ricognizione delle strutture tecniche comunali, della
P.M. e del volontariato e verifica il rientro di tutto il personale impiegato;
- Mantiene i contatti con i servizi sanità, assistenza sociale, veterinaria;
- Attiva il piano disastri dell’Azienda Ospedaliera competente per territorio;
- Coordina le operazioni di evacuazione dei disabili con i volontari;
- Verifica il rientro di tutto il personale impiegato.
Il Responsabile dell’UTC:
- Dispone l’interruzione delle attività del personale comunale e delle ditte impiegate e
ne verifica il rientro del personale;
- Si tiene in contatto con il C.O.C. per qualunque ulteriore necessità.
Il Responsabile della Funzione Volontariato:
- Al termine delle operazioni di evacuazione verifica il rientro di tutto il personale
attivato eccetto quello dislocato presso le aree di accoglienza e di ammassamento;
- Predispone squadre di volontari per eventuali operazioni di soccorso.
Il Responsabile del Funzione Materiale e Mezzi:
- Dispone e verifica il rientro di tutto il personale impiegato nelle fasi precedenti, in
attesa di nuove disposizioni;
- Mantiene i contatti con le ditte allertate e/o inviate in attesa di nuove disposizioni.

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Anno 2015 Ver. 1.0

Il Responsabile della Funzione Servizi essenziali:


- Dispone la messa in sicurezza degli impianti dei servizi essenziali;
- Dispone e verifica la messa in sicurezza di tutto il personale impiegato.
Il Responsabile della Funzione Censimento danni a persone e cose:
- Predispone le attivazioni necessarie alle verifiche degli eventuali danni.
Il Responsabile della Funzione delle Strutture Operative:
- Provvede all’attivazione dei cancelli;
- Richiede ulteriori squadre di Vigili del Fuoco per l’effettuazione di soccorsi urgenti;
- Provvede al trasferimento della popolazione dalle aree di raccolta alle aree di
ricovero;
- Verifica che tutta la popolazione a rischio sia stata effettivamente allontanata;
- Al termine delle operazioni di evacuazione, dispone e verifica il rientro di tutto il
personale impiegato;
- Provvede a tenere informato il Sindaco.
Il Responsabile della Funzione Assistenza alla Popolazione:
- Verifica in collaborazione con il responsabile locale del monitoraggio, la verifica
della popolazione evacuata, di quella assistita presso i centri di accoglienza e le aree
di ricovero, nonché di coloro che hanno trovato una sistemazione indipendente;
- Si occupa, da subito, in collaborazione con il responsabile locale del monitoraggio e
le altre funzioni interessate, dell’assistenza alla popolazione nelle aree di
accoglienza.

13.8. Procedura di cessato allarme


In caso di interruzione del fenomeno, dopo un’attenta valutazione degli
eventuali danni prodottisi si può provvedere alla dichiarazione di cessato allarme ed al

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Anno 2015 Ver. 1.0

conseguente rientro controllato della popolazione nelle proprie abitazioni attivando la


seguente procedura:
Il Sindaco:
- Mantiene i contatti con i tecnici dell’ARPAC;
- Dispone le attivazioni delle procedure per il rientro controllato della popolazione e
il ripristino delle condizioni di normalità per tutte le attività del Comune;
- Dispone la segnalazione di cessato allarme per la popolazione;
- Informa il Comitato Di Prot. Civile e le autorità prefettizie dell’avvenuto rientro;
- Contatta i Sindaci dei comuni limitrofi interessati;
- Cura l’informazione alla popolazione e mantiene i rapporti con i mass – media;
- Dispone il ripristino delle attività di ordinario.
Il Responsabile dell’UTC:
- Invia sul territorio gli operai e le ditte per gli eventuali interventi di soccorso
immediato e di rimozione del pericolo;
- Resta in attesa di nuove disposizioni.
FUNZIONI DI SUPPORTO:
Tecnico scientifica e pianificazione:
- Coordina gli eventuali interventi di primo soccorso e di rimozione del pericolo,
inviando professionisti a coadiuvare le squadre;
- Dispone i sopralluoghi e le verifiche tecniche.
Sanità, assistenza sociale:
- Provvede al ritorno dei disabili, se presenti, presso le rispettive abitazioni;
- Si tiene in contatto con l’Azienda Ospedaliera per eventuali nuove attivazioni.

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Anno 2015 Ver. 1.0

Volontariato:
- Invia i volontari presso i presidi per agevolare il rientro della popolazione nelle
abitazioni;
- Organizza le squadre di volontari per le attivazioni decise con le altre funzioni
Materiali e mezzi:
- Dispone i ritiro dei materiale e dei mezzi inviati;
Servizi essenziali:
- Provvede al ripristino dell’erogazione dei servizi essenziali e le verifiche sulla
funzionalità degli impianti.
Censimento danni a persone e cose:
- Dispone i sopralluoghi per il rilevamento di eventuali danni.
Strutture operative locali:
- Dispone la riapertura dell’intero territorio mediante la disattivazione dei cancelli dei
tratti stradali interessati;
- Comunica alla popolazione le disposizioni del Sindaco in collaborazione con il
Volontariato;
- Provvede al riposizionamento delle pattuglie nei presidi per vigilare sul corretto
rientro della popolazione nell’abitato;
- Provvede al trasferimento della popolazione delle aree di ricovero nelle rispettive
abitazioni;
- Provvede a tenere informato il Sindaco.
Assistenza alla popolazione:
- Verifica l’avvenuto rientro della popolazione segnalando eventuali assenze.
Infine la Segreteria generale predispone gli atti e le ordinanze necessarie alla
gestione della fase d’interesse.

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13.9. Informazione alla popolazione.


L’informazione alla popolazione si articola in due momenti principali:
- Informazione in tempo di pace;
- Informazione in emergenza.
Informazione in tempo di pace:
- Il Sindaco e/o il Responsabile del C.O.C. presiedono periodicamente delle
assemblee popolari, durante le quali vengono esposti i rischi del territorio, il piano e
i comportamenti da tenere in emergenza;
- I volontari distribuiscono alla popolazione periodicamente e durante le assemblee
dei volantini divulgativi, nei quali viene spiegato il piano, ed i suoi aggiornamenti;
- Una cartografia in scala adeguata delle vie di fuga, delle aree di emergenza, dei
presidi e dei cancelli;
- Sono svolte con cadenza costante delle esercitazioni sul piano, nelle quali è
coinvolta anche la popolazione residente;
- Sono informati i datori di lavoro delle industrie, ricadenti nelle aree a rischio, al fine
di fare adeguare il piano di sicurezza aziendale, redatto in ottemperanza al D. Lgs.
81/08 e successive modifiche ed integrazioni. E’ obbligo, pertanto, della citata
azienda la formazione del personale per fronteggiare il rischio previsto.
Informazione alla popolazione in caso di allarme:
- Rifugiarsi al chiuso in un locale con le seguenti caratteristiche:
- Presenza di poche aperture;
- Posizione ad un piano elevato;
- Ubicazione dal lato dell’edificio opposto allo stabilimento;
- Disponibilità di acqua;
- Presenza di un mezzo di ricezione delle informazioni.
- Evitare l’uso di ascensori;

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- Chiudere tutte le finestre e porte esterne;


- Sintonizzarsi su radio o TV sulle stazioni emittenti indicate dall’Autorità e prestare
attenzione ad eventuali messaggi inviati con gli altoparlanti;
- Non usare il telefono;
- Non andare a prendere i bambini a scuola.
In caso di nube tossica provvedere a:
- Bloccare i sistemi di ventilazione o condizionamento;
- Chiudere le serrature delle canne fumarie e tamponare l’imbocco di cappe e camini;
- Sigillare con nastro adesivo tutte le prese d’arie di ventilazione e condizionatori;
- Spegnere i sistemi di riscaldamento e le fiamme dei fornelli;
- Sigillare con nastro adesivo o tamponare con panni bagnati le fessure di porte e
finestre;
- Se il rifugio è il bagno, tenere aperta la doccia per dilavare l’aria interna;
- In caso di necessità tenere un panno bagnato davanti al naso e alla bocca.
In caso di incendio o esplosione:
- Bloccare i sistemi di ventilazione o condizionamento;
- Tenersi a distanza dalle porte e dai vetri delle finestre.
In caso di ordine di evacuazione:
- Abbandonare la zona seguendo le istruzioni delle autorità e possibilmente seguendo
percorsi trasversali alla direzione del vento allontanandosi dal punto di rilascio;
- Tenere possibilmente un fazzoletto bagnato sulla bocca o sul naso;
- Non utilizzare le auto per evitare l’ingorgo del traffico con blocco dell’evacuazione
e per non intralciare l’intervento dei mezzi di soccorso;
- Dirigersi al punto di raccolta indicato dall’Autorità attraverso i mezzi di
informazione.
Al cessato allarme:

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- Aprire tutte le finestre e le porte per areare i locali interni;


- Portarsi all’aperto assistendo in tale operazione eventuali persone inabili;
- Porre particolare attenzione nel rientrare nei locali, particolarmente quelli interrati o
seminterrati, dove vi può essere ristagno di vapori.

13.10. Incombenze preliminari che fanno carico al Comune


- Identificazione cartografica delle aree del territorio comunale soggette
all’eventuale rischio industriale nelle quali sono da attendersi effetti diversi, in
relazione a diversi fattori, rispetto al luogo dell’incidente;
- Predisposizione di sistemi per dare comunicazione alla popolazione dello stato
di emergenza e della possibile evacuazione in tempi brevissimi;
- Distribuzione di schede alla popolazione contenenti norme di comportamento
da osservare in caso d’emergenza;
- Indicazione degli itinerari da seguire per l’evacuazione delle aree a rischio
tenendo conto delle varie strutture suscettibili d’inagibilità;
- Individuazione dei punti di concentramento della popolazione evacuata ubicata
a distanze minime di sicurezza dall’evento;
- Reperimento di mezzi per trasporto persone;
- Censimento e predisposizione delle strutture ricettive.

13.11. Popolazione, beni e strutture esposte a rischio


Al momento nel Comune di San Nicola la Strada non risultano censiti
stabilimenti a rischio di incidente rilevante per cui non viene effettuata una analisi della
popolazione coinvolta.

13.12. Aree di Attesa e di Primo Soccorso


E’ il luogo dove confluiranno, lasciando la propria abitazione o il luogo di

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Anno 2015 Ver. 1.0

lavoro, le persone ubicate all’interno dell’area a rischio.


In particolare, deve essere indicato agli abitanti, così come messo in luce negli
studi condotti dai tecnici del Dipartimento della Protezione Civile, il luogo “sicuro”
dove recarsi con urgenza al momento dell’allertamento o nella fase in cui l’evento
calamitoso si sia verificato. Lo scopo di tale operazione è quello di indirizzare la
popolazione, attraverso percorsi individuati in sicurezza, in aree dove potrà essere
tempestivamente assistita dalle strutture di protezione civile e quello di evitare
situazioni confuse conseguenti a comportamenti sbagliati, che creano difficoltà alle
strutture preposte al soccorso.

13.13. Centro di Accoglienza


Il centro d’accoglienza, definito come un’area opportunamente attrezzata in
luogo sicuro per ospitare in via provvisoria la popolazione proveniente dai punti di
raccolta.

13.14. Presidi Forze dell’Ordine e Volontariato


I punti di primo soccorso e di accoglienza saranno presidiati da pattuglie delle
Forze dell’Ordine, al fine di assicurare il corretto svolgimento delle operazioni di
evacuazione.
Inoltre, le stesse Forze dell’Ordine affiancate dalle Organizzazioni di
Volontariato fatte affluire verso l’area a rischio, provvederanno a controllare, ognuno
nell’ambito delle proprie competenze, l’effettivo allontanamento dalle zone a rischio
della popolazione interessata all’evacuazione ed il divieto d’accesso ai non addetti alle
operazioni di vigilanza e soccorso mediante apposizione di cancelli (Tav. I).

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13.15. Cancelli
Le Forze dell’Ordine istituiranno, posti di blocco denominati cancelli, allo
scopo di regolamentare la circolazione in entrata e uscita dalle zone a rischio.
I cancelli sono indicati nella Tav. I di seguito allegata.

13.16. Presidi Sanitari


Allo scopo di assicurare l’assistenza sanitaria alla popolazione sono stati previsti
in coordinamento con l’A.U.S.L. ed il 118, presidi sanitari in collaborazione con le
Organizzazioni di Volontariato nel settore sanitario.

13.17. Telecomunicazioni
Allo scopo di assicurare una comunicazione continua e costante da e per il
C.O.C., si dovranno prevedere presidi di radioamatori volontari, presso ogni punto di
raccolta e d’accoglienza. Il referente, di concerto con i responsabili delle società
erogatrici dei servizi di telecomunicazioni, coordina le attività per garantire il
funzionamento delle comunicazioni.

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Piano di Emergenza Comunale
Anno 2015 Ver. 1.0

14.Rischio incidente stradale con rilascio di sostanze pericolose.


Al verificarsi di un evento di questo tipo, ove non già allertati, bisogna
immediatamente avvertire i Vigili del Fuoco (115), la centrale operativa dell’emergenza
sanitaria (118) e qualora si tratta di sostanze tossiche l’ARPAC. Verrà anche allertata la
casa comunale per l’attivazione delle necessarie funzioni di supporto per l’informazione
alla popolazione. Nel caso in cui l’evento incidentale potrebbe interessare la
popolazione il Sindaco su indicazione del Responsabile delle Operazioni di Soccorso
attiva la fase di Attenzione.-

14.1. Fase di attenzione.


Il Sindaco o il responsabile del C.O.C. da lui delegato:
- Dispone l’applicazione delle procedure della fase di attenzione;
- Informa le autorità prefettizie;
Attiva le seguenti Funzioni:
Funzione nr. 7 - il Comandante della Polizia Municipale (ove non già
allertato) che provvede alle attività di propria competenza quali:
- Attivazione del piantone presso il proprio Comando;
- Avviso alle locali stazioni dei C.C.;
- Pone in stand by una quota di personale secondo necessità;
- Si mette in contatto con le diverse strutture operative;
- Verifica le condizioni locali contingenti per l’applicazione della pianificazione;
- Verifica il numero di uomini a disposizione per l’eventuale applicazione del piano
di evacuazione, nonché lo stato delle attrezzature e lo comunica al Sindaco per le
eventuali determinazioni;

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Piano di Emergenza Comunale
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- Invia un certo numero di uomini sull’area a rischio forniti di D.P.I. per


l’installazione dei cancelli e per l’eventuale emergenza, per il controllo della fase in
corso.
Il responsabile dell’U.T.C. attiva le seguenti figure:
- Pone in stand by una quota del personale U.T.C.
Il responsabile della Funzione materiali e mezzi:
 Provvede a far arrivare sul luogo del sinistro i materiali e i mezzi necessari richiesti
dalle squadre di soccorso per meglio fronteggiare l’evento calamitoso.
Inoltre il responsabile del C.O.C. mette in attesa di disposizioni le seguenti figure:
- Gli operai reperibili;
- Responsabile della funzione Sanità e assistenza alla popolazione
- Il Responsabile della funzione Tecnico scientifica;
- Il Responsabile della funzione dei Volontari;
- Il Responsabile della funzione Servizi essenziali, telecomunicazioni ecc...;
- Il Responsabile della funzione Censimento danni;
- Il Responsabile della funzione Assistenza alla popolazione;
La popolazione interessata dall’evento calamitoso avrà il compito di:
- Prestare attenzione alle informazioni e agli avvisi inerenti la fase in corso;
- Eseguire tutte le istruzioni provenienti dalla struttura di Protezione Civile.
Alla fine delle procedure, dopo un’attenta valutazione, a seconda delle circostanze,
si dispone il mantenimento o la cessazione della fase di attenzione, mentre l’eventuale
raggiungimento della successiva soglia determinerà l’inizio della fase di preallarme.

14.2. Fase di preallarme.


Nel caso in cui l’evento incidentale produce una nube tossica incontrollata con il
possibile coinvolgimento di unità abitative, viene proclamata la fase di allarme.

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Il Sindaco Avvisa:
 Sala Operativa della Protezione Civile della Regione Campania;
 Prefettura di Caserta;
 Provincia di Caserta;
 A.S.L. CE1 .
 Principali gestori dei servizi essenziali (luce, acqua, gas);
 Associazioni di volontariato;
 Ditte esterne (se necessario);
 La popolazione (se necessario).
Il responsabile del C.O.C.
Attiva:
La Funzione n° 3: Volontariato,
La Funzione n° 5: Strutture Essenziali e Attività Scolastiche;

 Verifica la gravità e l’evoluzione del fenomeno inviando nella zona una squadra
comunale o un gruppo di volontari, con idonea apparecchiatura per garantire i
collegamenti, per un sopralluogo onde accertare la reale entità del dissesto, stabilire
le prime necessità e riferire in tempo reale al C.O.C..
Alla fine delle procedure, dopo un’attenta valutazione, a seconda delle
circostanze, si dispone il mantenimento o la cessazione della fase di preallarme, mentre
l’eventuale raggiungimento della successiva soglia determinerà l’inizio della fase di
allarme.

14.3. Fase di allarme


Il sindaco gestisce in prima persona gli immediati momenti dell’emergenza,
assieme al Vice-Sindaco, al suo referente ed ai Tecnici Comunali, procedendo alla

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Anno 2015 Ver. 1.0

completa attivazione del Centro Operativo Comunale (C.O.C.), attraverso la


convocazione dei restanti responsabili delle Funzioni di Supporto. Il C.O.C., ha il
compito di fronteggiare le prime necessità mentre Regione, Provincia, Prefettura e gli
altri organi di Protezione Civile seguiranno l’evoluzione dell’evento provvedendo al
supporto sia in termini di risorse che di assistenza. Saranno attivati tutti gli organi e le
strutture locali di Protezione Civile, coordinate dal C.O.C., e verrà fornita la massima
assistenza alla popolazione. In questa fase il Sindaco provvede ad emanare le ordinanze
per gli interventi di somma urgenza, a garantire la continuità amministrativa del proprio
Comune e a richiedere al Prefetto il concorso di uomini e mezzi sulla base delle prime
necessità.

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Anno 2015 Ver. 1.0

15.Rischio nubifragi e temporali.


Premessa
Questo capitolo è dedicato alla descrizione di fenomeni meteorici quali grandine,
fulmini, trombe d’aria che possono colpire in modo eccezionale il territorio comunale.
Tali fenomeni si distinguono per l’intensità con la quale si manifestano, per la loro
durata e per la loro estensione che può interessare totalmente o in parte il territorio
comunale.
Allo stato attuale non è possibile definire a priori la pericolosità legata ad un
particolare fenomeno in quanto, sono scarse le rilevazioni e le serie storiche che
consentono una significativa analisi; inoltre.

15.1. Fenomeni meteorologici estremi

15.1.1. I temporali
Con il termine di temporale si indicano fenomeni atmosferici caratterizzati da:
- Insolita violenza;
- Durata limitata (in media 1-3 ore);
- Ridotta estensione spaziale;
- Precipitazioni intense, anche a carattere di rovescio, spesso associate a grandine;
- Raffiche di vento e turbini;
- Brusche variazioni della pressione e della temperatura;
- Attività elettrica atmosferica più o meno intensa.
I temporali sono da considerare tra gli eventi più violenti che si verificano nella
nostra atmosfera e ad essi sono associati fenomeni di interesse per la protezione civile

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Piano di Emergenza Comunale
Anno 2015 Ver. 1.0

quali le piogge a carattere di rovescio, le alluvioni improvvise, i venti forti, le trombe


d'aria, le grandinate ed i fulmini.
La genesi e l’evoluzione di un temporale solo legati alla formazione di una nube o
una cellula temporalesca che si origina quando una forte instabilità è accompagnata nei
bassi strati da aria relativamente calda e molto umida. Il tempo di vita di un temporale
varia da un’ora in quelli normali a tre ore nelle supercelle.
Dato che l'instabilità aumenta con il riscaldamento dal basso e questo raggiunge i
massimi valori al pomeriggio, questo è il periodo del giorno in cui i temporali sono più
frequenti.
Ovviamente, visto che il riscaldamento è maggiore durante la primavera e l'estate,
tali sono le stagioni in cui questo fenomeno è più presente.

15.1.2. Le trombe d’aria


Le trombe d'aria sono dei vortici depressionari di piccola estensione in cui i venti
possono raggiungere elevate velocità, anche di alcune decine di km/h; esse si verificano
alla base di quelle enormi nuvole temporalesche chiamate cumulonembi, che si formano
in seguito a forti instabilità dell'aria. Una tromba tipica presenta la forma di un tubo o di
un cono a pareti ripide, con la base verso l'alto ed il vertice che si protende verso la
superficie terrestre fino a toccarla. Spesso l'andamento è sinuoso a causa della diversa
velocità con cui la base trasla rispetto alla sommità, per cui l'aspetto della tromba
diventa simile a quello di una proboscide. Si parla di tromba d'aria (funnel clouds)
quando il vertice corre sul suolo e di tromba marina (waterspouts) quando corre sul
mare, normalmente si fa distinzione tra trombe marine e trombe d'aria (o terrestri) a
seconda del luogo d'origine anche se è abbastanza frequente vederle passare dal mare
alla terraferma o viceversa.
I venti hanno una rotazione normalmente ciclonica (antioraria nell'emisfero nord)
e sono quasi ciclostrofici in quanto le uniche forze che intervengono significativamente

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Anno 2015 Ver. 1.0

sono la forza di gradiente e la forza centrifuga, entrambe notevolmente alte a causa


dei raggi limitati delle trombe. La velocità aumenta dal centro alla periferia ed il valore
massimo, come anche il diametro della tromba, è in relazione alla profondità della
depressione. I meccanismi di formazione non sono ancora ben noti, anche se la
situazione favorevole si ha ogni qualvolta al di sopra di aria fresca molto umida scorre
un flusso d'aria calda secca.
Questo fenomeno possiede diverse analogie con i tornado, da cui si differenzia
unicamente per le minori dimensioni (da 10 a 80 m), e per le velocità nettamente
inferiori dei venti e quindi per le minori energie in gioco. Tuttavia, poiché l'area
interessata al passaggio di una tromba è molto ristretta, i danni prodotti possono
essere considerevoli in caso di impatto contro gli edifici. Se la tromba passa sulla terra
ferma trasporta in alto polvere e tutto ciò che non è fissato, ma se ha molta forza
riesce a sradicare alberi o a distruggere fabbricati; se il vertice cade sul mare, la zona
interessata si agita formando una nube di spuma e la tromba assume l'aspetto di una
colonna d'acqua in quanto la sua azione si esplica attraverso un risucchio più o meno
violento.
Caratteristica fondamentale delle trombe è la loro formazione improvvisa, con un
brusco ed immediato calo della pressione, per cui è impossibile prevederle osservando
il graduale abbassamento della pressione come avviene prima del passaggio dei
cicloni. Il fenomeno ha una durata limitata che va dai 10 ai 30 minuti e dal luogo di
formazione si spostano seguendo traiettorie imprevedibili e indefinite.

15.2. Pianificazione d’emergenza.

15.2.1. Procedura di allertamento.


La notizia dell’approssimarsi di condizioni meteorologiche e pluviometriche
avverse sono segnalate dalla Regione Campania con un bollettino meteo di “Preavviso
di condizioni meteorologiche avverse”.

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Piano di Emergenza Comunale
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A seguito di tale comunicazione inizio la fase di attenzione.

15.2.2. Fase di attenzione.


Con l’attivazione della fase di attenzione il Sindaco o il responsabile del COC da
lui delegato attiva le le seguenti Funzioni:
- Funzione nr. 7 - Il Comandante della Polizia Municipale provvede alle attività di
propria competenza quali:
- Attivazione del piantone presso il proprio Comando;
- Avviso alle locali stazioni dei C.C.;
- Pone in stand by una quota di personale secondo necessità;
- Verifica le condizioni locali contingenti per l’applicazione della pianificazione;
- Verifica il numero di uomini, nonché lo stato delle attrezzature e lo comunica al
Sindaco per le eventuali determinazioni;
- Invia un certo numero di uomini sulle aree critiche per un controllo delle zone
vulnerabili (strade alberate, parchi pubblici, strade ove sono ubicati i cartelloni
pubblicitari, zone percorse da elettrodotti ecc.)
Nel caso IN CUI dette valutazioni facessero prevedere, anche alla luce di
eventuali peggioramenti delle condizioni meteorologiche, l’insorgere di situazioni
potenzialmente critiche, si instaura La fase di preallarme.

15.2.3. Fase di preallarme


Il Sindaco Avvisa:
Sala Operativa della Protezione Civile della Regione Campania;
Prefettura di Caserta;
Provincia di Caserta;
A.S.L. CE1 .

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Anno 2015 Ver. 1.0

Principali gestori dei servizi essenziali (luce, acqua, gas);


Associazioni di volontariato;
Ditte esterne (se necessario);
La popolazione (se necessario).
Il Responsabile dell’U.T.C.
 Mette in stand by:
La Funzione n° 3: Volontariato,
La Funzione n° 4: Materiali e Mezzi;
La Funzione n° 5: Strutture Essenziali e Attività Scolastiche;
- Verifica la gravità e l’evoluzione del fenomeno inviando nella zona una squadra
comunale o un gruppo di volontari, con idonea apparecchiatura per garantire i
collegamenti, per un sopralluogo onde accertare la reale entità dell’evento, stabilire
le prime necessità e riferire in tempo reale al C.O.C..
I tecnici comunali devono monitorare la gravità del fenomeno al fine di
individuare eventuali situazioni potenzialmente critiche, da giustificare un intervento
immediato con posizionamento di cancelli (transennamenti), per prevenire pericoli
all’incolumità dei cittadini. Qualora dalle analisi effettuate e dai riscontri si rileva
l’insorgere di situazioni critiche (sradicamento alberi, caduta di rami, cartelloni
pubblicitari, cavi elettrici o manufatti leggeri) si instaura la fase di allarme.

15.2.4. Fase di allarme


Viene attivato il Centro Operativo Comunale nelle funzioni di supporto: -
Funzione 3 – Volontariato;
Funzione 4 – Materiale e mezzi
Funzione 5 - Strutture Essenziali e Attività Scolastiche;

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I responsabili delle citate funzioni saranno di supporto all’Ufficio Manutenzione,


per il reperimento e l’utilizzo delle risorse, mezzi e dei materiali necessari per
fronteggiare l’emergenza, per porre i cancelli al fine di interdire le strade a rischio e
disporre il traffico nelle direttrici delle strade disponibili.

15.2.5. Informazione ai cittadini


ALL’APERTO
- Se sei in auto poni particolare attenzione perché le raffiche di vento potrebbero far
sbandare il veicolo. Rallenta e raggiungi il luogo sicuro più vicino – preferibilmente
un edificio in muratura – evitando di sostare sotto ponti, cavalcavia, strutture e
oggetti che potrebbero cadere (come lampioni, impalcature, etc.).
- Sono possibili anche distacchi di cavi elettrici. Se sei in auto e vieni colpito rimani
all’interno del veicolo e attendi i soccorsi.
- Limita l’uso del cellulare. Tenere libere le linee facilita i soccorsi.
- In caso di nubifragi evitare di percorrere sottopassi che potrebbero allagarsi in caso
di piogge.
IN CASA
- Non uscire assolutamente, neanche per mettere in sicurezza beni o veicoli.
Chiudi porte, finestre e imposte.
- Riparati nella stanza più interna della casa o in corridoio, il più lontano possibile da
porte e finestre.
- Abbandona i piani seminterrati e i piani terra e portati ai piani alti.
- Se possibile evita di ripararti all’ultimo piano. Le forti raffiche di vento potrebbero
danneggiare i tetti degli edifici più vulnerabili.
- Se possibile poni ulteriori protezioni davanti a finestre e vetrate.
- Fai entrare in casa gli animali domestici.

_________________________________________________________________________________________

Piano di Emergenza Comunale Rev. Settembre 2015 pag. 124


Piano di Emergenza Comunale
Anno 2015 Ver. 1.0

- Chiudi il gas e disattiva il quadro elettrico se gli impianti sono ai piani bassi.
Se vivi in una casa mobile (roulotte, prefabbricato, campeggio) cerca riparo in un
edificio sicuro.
- Tieni a portata di mano: documenti, farmaci indispensabili, batterie, torcia elettrica,
radio a pile, cellulare, acqua in bottiglia.
- Limita l’uso del cellulare. Tenere libere le linee facilita i soccorsi.
- Anche se il fenomeno ti sembra in attenuazione non uscire di casa ma attendi le
indicazioni delle autorità.

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Piano di Emergenza Comunale
Anno 2015 Ver. 1.0

16.Modulistica
- ALLEGATO 1 –Bozza di decreto sindacale costitutivo del C.O.C. e nomina dei
responsabili delle funzioni di supporto.
- ALLEGATO 2 - Comunicazione di inizio/fine stato di
attenzione/allarme/emergenza
- ALLEGATO 3 - Richiesta di concorso di uomini e mezzi
- ALLEGATO 4 - Ordinanza di chiusura al traffico di strada pubblica
- ALLEGATO 5 - Ordinanza per la regolamentazione della circolazione stradale
- ALLEGATO 6 - Ordinanza di evacuazione generale della popolazione
- ALLEGATO 7 - Ordinanza di sgombero dei fabbricati
- ALLEGATO 8 - Ordinanza di requisizione dei mezzi di trasporto
- ALLEGATO 9 - Ordinanza di occupazione temporanea d’urgenza di una porzione
di terreno da adibire a insediamento civile mediante tendopoli o roulottopoli
- ALLEGATO 10 - Scheda censimento popolazione non autosufficiente

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Piano di Emergenza Comunale
Anno 2015 Ver. 1.0

Allegato 1 - Bozza di decreto sindacale istitutivo del c.o.c. e nomina dei


responsabili delle funzioni di supporto

COMUNE DI SAN NICOLA LA STRADA


Provincia di Caserta

OGGETTO: costituzione del Centro Operativo Comunale (C.O.C.) e nomina dei


responsabili delle funzioni di supporto

VISTO art. 15 della legge 24 febbraio 1992 n. 225


VISTO art. 1 del D.M. 28.05.93
VISTO art. 108 del D.L. n. 112 del 31.03.98
VISTO D.L. 267/2000
TENUTO CONTO dei criteri di massima fissati dal Dipartimento della Protezione
Civile e D.G.P.C.S.A. del Ministero dell’Interno in materia di pianificazione di
emergenza
ATTESO che il Centro Operativo Comunale sarà attivato dal Sindaco o da un suo
delegato in situazioni di emergenza;
che il Centro Operativo Comunale è presieduto dal Sindaco o suo delegato in funzione
di coordinatore ed è composto dai responsabili delle funzioni di supporto e dal
responsabile di sala operativa

DECRETA

E’ costituito il CENTRO OPERATIVO COMUNALE (C.O.C.) presso la sede del


Comando Polizia Municipale e sono individuati i dirigenti e funzionari cui è assegnata
la responsabilità della gestione delle seguenti funzioni di supporto:

FUNZIONE RESPONSABILE
Responsabile Sala Operativa .....
Funzione Tecnica e di Pianificazione ......
Funzione Sanità Assistenza Sociale e Veterinaria ....
Funzione Volontariato ....
Funzione Materiali e Mezzi ....

_________________________________________________________________________________________

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Piano di Emergenza Comunale
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Funzione Servizi Essenzialli - Attività Scolastiche ......


Funzione Censimento Danni, Persone e Cose ....
Funzione Strutture Operative Locali e Viabilità ......
Funzione Telecomunicazioni ...
Funzione Assistenza alla Popolazione ....

San Nicola la Strada, lì .................. IL SINDACO

_________________________________________________________________________________________

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Allegato 2 - Comunicazione di inizio/fine stato di attenzione/ allarme/emergenza

COMUNE DI SAN NICOLA LA STRADA


Provincia di Caserta

Al Prefetto di ___________________
_____________________________
Alla Provincia di ________________
_____________________________
Alla Regione ___________________
_____________________________
Al Dipartimento di Protezione Civile
Via Ulpiano, 11 – 00193 ROMA

Oggetto: comunicazione di inizio / fine della Fase di


____________________________ (o ritorno alla Fase di
______________________________.)

Attesa la situazione determinatasi, causa evento


_________________________________ del _____________ ore, _________ che ha
interessato territorio comunale, si comunica l’inizio / fine della Fase di
_______________ o ritorno alla Fase di _______________.

Localizzazione area interessata


_______________________________________________

Prima stima entità evento


___________________________________________________

San Nicola la Strada, lì ______________


IL SINDACO

_________________________________________________________________________________________

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Piano di Emergenza Comunale
Anno 2015 Ver. 1.0

Allegato 3 - Richiesta di concorso di uomini e mezzi

COMUNE DI SAN NICOLA LA STRADA


Provincia di Caserta

Al Prefetto di ___________________
_____________________________
e p.c.
Alla Provincia di ________________
_____________________________
Alla Regione ___________________
_____________________________
Al Dipartimento di Protezione Civile
Via Ulpiano, 11 – 00193 ROMA

Oggetto: richiesta di concorso di uomini e mezzi.

Per la gravissima situazione determinatasi, causa evento _________________ del


______ , che ha interessato territorio comunale, e riscontrata impossibilità fronteggiare
con mezzi e poteri ordinari.

Si richiede il concorso dei seguenti uomini e mezzi.

San Nicola la Strada, lì ______________

IL SINDACO

_________________________________________________________________________________________

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Anno 2015 Ver. 1.0

Allegato 4 - Ordinanza di chiusura al traffico di strada pubblica

COMUNE DI SAN NICOLA LA STRADA


Provincia di Caserta
Ordinanza n. _____ del ________
IL SINDACO
PREMESSO CHE a causa dell’evento ____________________ verificatosi IL
GIORNO ____________ risulta pericolante il fabbricato posto in:
Loc.___________ Via _______________ Proprietà _______________,
prospiciente la pubblica strada,

RITENUTO che tale situazione possa pregiudicare la vita e la pubblica incolumità;


VISTO DL del 30 aprile 1992, n. 285
VISTO art. 16 del DPR 6 febbraio 1981 n. 66
VISTO art. 15 della Legge 24 febbraio 1992 n. 225
VISTO art. 38 della Legge 8 giugno 1990 n. 142

ORDINA
La chiusura al traffico pedonale e veicolare delle strade seguenti:
____________________________________________________.
DISPONE
che le strade suddette vengano all’uopo transennate a cura dell’UTC/ Provincia/
ANAS e che vengano apposti i previsti segnali stradali;

La presente disposizione viene trasmessa al Sig. Prefetto di CASERTA.


Contro la presente Ordinanza sono ammissibili :
- ricorso al T.A.R. entro 60 gg, ovvero
- ricorso straordinario al Capo dello Stato entro 120 gg
termini tutti decorrenti dalla notificazione o dalla piene conoscenza del presente
provvedimento.

San Nicola la Strada, lì ______________

IL SINDACO

_________________________________________________________________________________________

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Allegato 5 - Ordinanza per la regolamentazione della circolazione stradale

COMUNE DI SAN NICOLA LA STRADA


Provincia di Caserta
Ordinanza n. _____ del ________
IL SINDACO

RILEVATO
che in conseguenza del recente evento _________________ verificatosi in data ______________,
che ha colpito il territorio comunale in località __________________________ si è determinata una
situazione di grave pericolo per la popolazione ivi residente, causa la lesione delle strutture e dei
fabbricati situati nel territorio interessato, con conseguente rischio di distacchi e crolli sulle aree
pubbliche e private, a rischio della circolazione e della pubblica incolumità;
VISTO
il referto del Comando di Polizia Municipale, con cui vengono segnalati inconvenienti alla
circolazione stradale, causati dalla situazione sopra descritta e le relative conclusioni in ordine ai
provvedimenti ritenuti più idonei ai fini della prevenzione dei rischi per l’incolumità e del ripristino del
traffico;
RITENUTA
la necessità e l’urgenza di provvedere in merito, anche e soprattutto al fine di scongiurare evidenti
pericoli per l’incolumità pubblica e di consentire, per quanto possibile, il normale e rapido flusso dei
mezzi di soccorso operanti nella zona interessata dall’evento;
VISTO
il vigente piano comunale di protezione civile;
VISTI
gli articoli __________ dell’Ordinanza n.______________, emanata dal Ministero dell’Interno in
data________ in relazione all’evento verificatosi;
VISTO
l’articolo 38, comma 2 della Legge 8 giugno 1990 n. 142

VISTO
il Decreto Legislativo 30 aprile 1992, n. 285 recante il nuovo codice della strada;

ATTESO

_________________________________________________________________________________________

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che l’urgenza è tale da non consentire l’indugio richiesto per avvisare il Prefetto, al quale tuttavia
sarà data comunicazione del presente provvedimento;
ORDINA
1 - DI VIETARE, CON DECORRENZA IMMEDIATA E FINO A QUANDO PERMARRANNO
LE CONDIZIONI ATTUALI, LA CIRCOLAZIONE DI QUALUNQUE VEICOLO, ESCLUSI QUELLI
DI SERVIZIO PUBBLICO E DI SOCCORSO NELLE SEGUENTI STRADE E PIAZZE:

2 - DI ISTITUIRE IL SENSO UNICO NELLE SEGUENTI STRADE:

3 - DI ISTITUIRE IL DIVIETO DI SOSTA DEI VEICOLI LUNGO LE SEGUENTI STRADE:

Il Comando di Polizia Municipale è incaricato della esecuzione e della


osservazione della presente Ordinanza, provvedendo, in collaborazione con l’Ufficio
Tecnico alla apposizione dei prescritti segnali stradali.
Copia della presente Ordinanza viene trasmessa al Sig. Prefetto di Caserta
Contro la presente Ordinanza sono ammissibili :
- ricorso al T.A.R. entro 60 gg, ovvero
- ricorso straordinario al Capo dello Stato entro 120 gg
termini tutti decorrenti dalla notificazione o dalla piene conoscenza del presente
provvedimento.
San Nicola la Strada, lì ______________
IL SINDACO

La presente Ordinanza è stata pubblicata all’albo pretorio comunale dal


_____________ al ___________.

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Piano di Emergenza Comunale
Anno 2015 Ver. 1.0

Allegato 6 - Ordinanza di evacuazione generale della popolazione

COMUNE DI SAN NICOLA LA STRADA


Provincia di Caserta
Ordinanza n. _____ del ________
IL SINDACO
PREMESSO
- che in data _________ un evento ___________ di grandissime proporzioni ha
causato feriti tra la popolazione e danni ingentissimi su tutto il territorio comunale;

- che in conseguenza di tale fenomeno si è verificata una grave situazione di


emergenza nel territorio comunale;

- che a causa dei crolli verificatisi si sono registrati danni alla viabilità, agli impianti e
agli edifici, sia pubblici che privati;

- che esiste il pericolo di un diretto, ulteriore coinvolgimento della cittadinanza ed in


generale delle persone nei crolli che potrebbero ancora verificarsi;

- che ad una prima approssimativa stima dei danni la maggior parte degli edifici
pubblici e privata appare danneggiata in modo spesso molto grave e suscettibile di
ulteriori fenomeni di crollo;

RITENUTO
DI DOVER TUTELARE LA PUBBLICA INCOLUMITÀ VIETANDO
TEMPORANEAMENTE ED IN VIA DEL TUTTO PROVVISORIA L’AGIBILITÀ DI TUTTI
GLI EDIFICI RICADENTI NEL PERIMETRO DEL COMUNE, TUTTO INTERESSATO
DAL FENOMENO DI DISSESTO, IN ATTESA DI RILIEVI TECNICI E STIME DI DANNO
PIÙ DETTAGLIATI ED ACCURATI;

_________________________________________________________________________________________

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Piano di Emergenza Comunale
Anno 2015 Ver. 1.0

VISTI
art. 16 del DPR 6 febbraio 1981 n. 66
art. 15 delLA Legge 24 febbraio 1992 n. 225
art. 38, comma 2 della Legge 8 giugno 1990 n. 142
ORDINA
1) E’ fatto obbligo alla popolazione civile del Comune di San Nicola la Strada,
residente nella località di _______ di evacuare le abitazioni e tutti gli edifici di
comune uso personale, familiare o di lavoro che siano stati interessati dall’evento
______________________ del __________.

2) E’ fatto obbligo a chiunque di dare alla presente ordinanza la maggiore


diffusione possibile.

3) La Polizia Municipale è incaricata di curare la tempestiva diffusione, con ogni


mezzo, della presente ordinanza, che in copia viene immediatamente trasmessa, per
le vie brevi, al signor Prefetto di Caserta.

CONTRO LA PRESENTE ORDINANZA SONO AMMISSIBILI:


- ricorso al T.A.R. entro 60 gg, ovvero
- ricorso straordinario al Capo dello Stato entro 120 gg
Termini tutti decorrenti dalla notificazione o dalla piene conoscenza del presente
provvedimento.
San Nicola la Strada, lì ______________
IL SINDACO

_________________________________________________________________________________________

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Piano di Emergenza Comunale
Anno 2015 Ver. 1.0

Allegato 7 - Ordinanza di sgombero dei fabbricati

COMUNE DI SAN NICOLA LA STRADA


Provincia di Caserta
Ordinanza n. _____ del ________
IL SINDACO
PREMESSO CHE a causa dell’evento previsto/verificatosi si rende indifferibile
ed urgente provvedere alla sgombero dei fabbricati e delle abitazioni siti nelle seguenti
località:
Loc.___________ Via _______________ Proprietà _______________
Loc.___________ Via _______________ Proprietà _______________
Loc.___________ Via _______________ Proprietà _______________
Loc.___________ Via _______________ Proprietà _______________

VISTO art. 16 del DPR 6 febbraio 1981 n. 66


VISTO art. 15 delLA Legge 24 febbraio 1992 n. 225
VISTO art. 38 della Legge 8 giugno 1990 n. 142
ORDINA
Lo sgombero dei locali adibiti a _______________ sopra indicati.

La forza pubblica è incaricata della notifica agli interessati e della esecuzione


della presente disposizione che immediatamente viene comunicata e, in copia,
trasmessa al Sig. Prefetto di Caserta.
Contro la presente Ordinanza sono ammissibili:
- ricorso al T.A.R. entro 60 gg, ovvero
- ricorso straordinario al Capo dello Stato entro 120 gg

_________________________________________________________________________________________

Piano di Emergenza Comunale Rev. Settembre 2015 pag. 136


Piano di Emergenza Comunale
Anno 2015 Ver. 1.0

termini tutti decorrenti dalla notificazione o dalla piene conoscenza del presente
provvedimento.
San Nicola la Strada, lì ______________

IL SINDACO

Allegato 8 - ORDINANZA DI REQUISIZIONE DI MEZZI DI TRASPORTO

COMUNE DI SAN NICOLA LA STRADA


Provincia di Caserta
Ordinanza n. _____ del ________
IL SINDACO
PREMESSO CHE a causa dell’evento ____________________ verificatosi IL
GIORNO ____________ si rende indifferibile ed urgente provvedere al ripristino
provvisorio del traffico nelle vie comunali, mediante rimozione delle macerie;
RITENUTO necessario e urgente acquisire in uso per le necessità di cui sopra
alcuni mezzi idonei allo scopo, per giorni _____;
VISTO che i mezzi più tempestivamente reperibili e prontamente disponibili sono
i seguenti, con indicate a fianco le relative proprietà:
Mezzo Proprietario

VISTO l’art. 7 all. E della Legge 20 marzo 1865, n. 2248


VISTO l'art. 16 del DPR 6 febbraio 1981 n. 66
VISTO l'art. 15 delLA Legge 24 febbraio 1992 n. 225
VISTO l'art. 38 della Legge 8 giugno 1990 n. 142

_________________________________________________________________________________________

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Anno 2015 Ver. 1.0

ATTESO che l’urgenza è tale da non consentire l’indugio richiesto per avvisare il
Prefetto, al quale tuttavia sarà data comunicazione del presente provvedimento:
ORDINA
La requisizione in uso in favore del Comune dei mezzi sopra elencati;
L’indennità spettante ai proprietari verrà determinata e liquidata con il successivo
provvedimento;
La Forza Pubblica è incaricata della notifica e della esecuzione della presente
disposizione che immediatamente, viene comunicata e, in copia, trasmessa al Signor
Prefetto di Caserta.
Responsabile del procedimento è il Sig. ___________________, presso l’Ufficio
Tecnico Comunale.
Il Comando di Polizia Municipale è incaricato della notificazione e della
esecuzione della presente Ordinanza, che in copia viene trasmessa al Signor Prefetto di
CASERTA.
Contro la presente Ordinanza sono ammissibili:
- ricorso al T.A.R. entro 60 gg, ovvero
- ricorso straordinario al Capo dello Stato entro 120 gg
termini tutti decorrenti dalla notificazione o dalla piene conoscenza del presente
provvedimento.

San Nicola la Strada, lì ______________

IL SINDACO

_________________________________________________________________________________________

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Piano di Emergenza Comunale
Anno 2015 Ver. 1.0

Allegato 9 - Ordinanza di occupazione temporanea d’urgenza di una porzione


di terreno da adibire a insediamento civile mediante tendopoli o roulottopoli

COMUNE DI SAN NICOLA LA STRADA


Provincia di Caserta
Ordinanza n.............. del...................
IL SINDACO
Rilevato
Il grave e straordinario evento......................che ha colpito il comune in data
....................;
Che
in conseguenza di ciò moltissimi cittadini residenti risultano non più in possesso
di una civile abitazione funzionale ed agibile, anche per emissione di ordinanze di
evacuazione e/o di sgombero;
Considerata
la estrema necessità di provvedere con la massima sollecitudine alla pronta
accoglienza dei residenti entro strutture temporanee (quali tende e roulotte) idonee al
soddisfacimento delle più elementari condizioni vitali di soccorso, nonché alla
sopravvivenza in condizioni ambientali anche difficili, quali quelle invernali;
Considerato
che in queste zone, data la grave entità dei danni, sono in azione strutture
operative di Protezione civile, che cooperano nei lavori;
Precisato
che è ampliamente dimostrata l’esistenza della grave necessità pubblica di
procedere-attraverso la procedura dell’occupazione d’urgenza- al reperimento di un

_________________________________________________________________________________________

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Anno 2015 Ver. 1.0

terreno da adibire, mediante le necessarie opere di adeguamento a insediamento civile


provvisorio di pronta accoglienza per le esigenze di cui sopra;
Visto
L’art. 835 del Codice Civile, che stabilisce la possibilità per l’autorità
amministrativa di requisire beni mobili ed immobili quando ricorrono gravi necessità
pubbliche;
Individuate
Nelle seguenti aree
Area n. 1 foglio ...................... .mappale ............................. .sup.
mq.............................
Area n. 2 foglio ....................... mappale .............................. .sup.
mq.............................
Area n. 3 foglio ...................... mappale ............................. .sup.
mq...........................
Area n. 4 foglio ....................... mappale .............................. .sup.
mq.............................
Area n. 5 foglio ....................... mappale .............................. .sup.
mq.............................
quelle idonee a garantire la funzionalità richiesta;
Visto
l’articolo 7 allegato E della Legge 20 marzo 1865, n. 2248;
l’articolo 71 della Legge 25 giugno 1865, n. 2359;
l’articolo 38 comma 2, della Legge 8 giugno 1990, n. 142, sulle ordinanze
sindacali;
l’articolo 16 del D.P.R. 6 febbraio 1981, n. 66

_________________________________________________________________________________________

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Piano di Emergenza Comunale
Anno 2015 Ver. 1.0

ATTESO che l’urgenza è tale da non consentire l’indugio richiesto per avvisare il
Prefetto, al quale tuttavia sarà data tempestiva comunicazione del presente
provvedimento;
ORDINA
Per le ragioni ampiamente esposte nelle premesse, con effetto immediato vengono
occupate in uso ed in via provvisoria le seguenti aree individuate catastalmente:
Area n. 1 fg. …......map. ................... .sup. mq............. Proprietà .....................................
Area n. 2 fg. ....... .map. .................. .sup. mq............. Proprietà .....................................
Area n. 3 fg. ....... map. .................. .sup. mq............. Proprietà .....................................
Area n. 4 fg. ....... map. .................. .sup. mq............. Proprietà .....................................
Area n. 5 fg. ....... map. .................. .sup. mq............. Proprietà .....................................
da adibire a insediamenti civili temporanei di pronta accoglienza mediante le
necessarie opere di urbanizzazione e di adeguamento;
Di riconsegnare tali aree ai legittimi proprietari nello stato di fatto e di diritto
esistente al momento della occupazione, dopo che saranno venuti meno i motivi della
urgenza ed indifferibilità conseguenti all’evento verificatosi;
Di rinviare a successivo provvedimento la determinazione e la liquidazione
dell’indennità di occupazione spettante, a seguito dell’approvazione dell’apposito
verbale di consistenza da redigere in occasione dell’esecuzione della presente
ordinanza;
Di notificare il presente provvedimento
ai proprietari di tali aree:
Area n. 1 Sigg. ................................................................................................................
Area n. 2 Sigg. ................................................................................................................
Area n. 3 Sigg. ................................................................................................................
Area n. 4 Sigg. ................................................................................................................

_________________________________________________________________________________________

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Piano di Emergenza Comunale
Anno 2015 Ver. 1.0

Area n. 5 Sigg. ................................................................................................................

agli ufficiali ed agenti di polizia ed al personale tecnico del comune al fine di dare
esecuzione ad ogni sua parte alla presente ordinanza;

Responsabile del procedimento è il Sig.


............................................................................. presso l’ Ufficio Tecnico Comunale.

Il Comando di Polizia Municipale è incaricato della notificazione e della esecuzione


della presente Ordinanza, che in copia viene tempestivamente trasmessa e comunicata al
Sig. Prefetto di ........................

Contro la presente Ordinanza sono ammissibili:


- ricorso al T.A.R. entro 60 gg, ovvero
- ricorso straordinario al Capo dello Stato entro 120 gg
termini tutti decorrenti dalla notificazione o dalla piene conoscenza del presente
provvedimento.
Dalla Casa Municipale, il .................................
IL SINDACO
....................................................................

_________________________________________________________________________________________

Piano di Emergenza Comunale Rev. Settembre 2015 pag. 142


Piano di Emergenza Comunale
Anno 2015 Ver. 1.0

Allegato 10 - Scheda censimento popolazione non autosufficiente

Un dato di essenziale importanza relativo allo studio della popolazione


nell’ambito di un Piano di Emergenza è rappresentato dalla conoscenza del numero
della popolazione invalida e/o non autosufficiente. La conoscenza di tali dati permette
di organizzare in precedenza le eventuali operazioni di soccorso, predisponendo
specifiche modalità di intervento e personale qualificato.
Si consiglia pertanto di compilare la tabella di seguito riportata, inserendo
preferibilmente tutte le voci indicate, relative alla popolazione non autosufficiente
residente nel Comune di San Nicola la Strada, identificandola attraverso un codice
numerico o alfanumerico:

CODICE INDIRIZZO ETÀ TIPO DI


INVALIDITA’

...

_________________________________________________________________________________________

Piano di Emergenza Comunale Rev. Settembre 2015 pag. 143


Piano di Emergenza Comunale
Anno 2015 Ver. 1.0

Per una più rapida localizzazione della popolazione non autosufficiente in fase
di emergenza, si propone l’elaborazione di una cartografia delle aree abitate in cui
vengano ubicati i codici identificativi delle persone invalide.

_________________________________________________________________________________________

Piano di Emergenza Comunale Rev. Settembre 2015 pag. 144


Piano di Emergenza Comunale
Anno 2015 Ver. 1.0

Sommario

1. PREMESSA .................................................................................................................. 3
1.1. Definizione del piano .......................................................................................... 4
1.2. Struttura organizzativa del servizio nazionale di protezione civile .................... 5
1.2.1. Organizzazione generale ..................................................................... 7
1.2.2. Compiti del Comune ........................................................................... 7
2. METODO ADOTTATO E STRUTTURA DEL PIANO DI PROTEZIONE CIVILE.
....................................................................................................................................... 8
3. CARATTERISTICHE GENERALI DEL TERRITORIO E DELLA
POPOLAZIONE. ......................................................................................................... 15
3.1. Caratteristiche generali del territorio ................................................................ 15
3.2. Aspetti geologici e geomorfologici................................................................... 15
3.3. Insediamenti Residenziali e Produttivi e Rete Viaria ....................................... 15
3.3.1. Insediamenti residenziali e produttivi ............................................... 16
3.3.2. Rete viaria ......................................................................................... 16
4. DATI SULLA POPOLAZIONE .................................................................................. 19
4.1. Assetto demografico ......................................................................................... 19
4.2. Distribuzione della popolazione 2014 - San Nicola la Strada .......................... 20
4.3. Popolazione non autosufficiente ....................................................................... 21
5. STRUTTURE DI PROTEZIONE CIVILE.................................................................. 22
5.1. Strutture strategiche. ......................................................................................... 22
5.2. Strutture di aggregazione e di accoglienza. ...................................................... 23
5.2.1. Edifici scolastici ................................................................................ 23
5.2.2. Luoghi di aggregazione di massa ...................................................... 25
5.3. Luoghi di culto ed edifici tutelati ...................................................................... 25
5.4. Strutture ricettive .............................................................................................. 25
5.5. Strutture Sanitarie ............................................................................................. 26
5.6. Strutture per servizi essenziali .......................................................................... 29
5.7. Soggetti pubblici e privati fornitori di materiali e mezzi per attività di
protezione civile................................................................................................ 29
6. IL COMUNE ............................................................................................................... 30
6.1. Amministrazione comunale .............................................................................. 30
6.1.1. Giunta ................................................................................................ 30
6.1.2. Responsabili Uffici Comunali ........................................................... 31

_________________________________________________________________________________________

Piano di Emergenza Comunale Rev. Settembre 2015 pag. 145


Piano di Emergenza Comunale
Anno 2015 Ver. 1.0

6.1.3. Organizzazione Funzionale ............................................................... 31


6.1.4. Ditte Private Movimentazione Terra ................................................. 33
6.1.5. Parco mezzi comunali ....................................................................... 33
6.2. Il C.O.C. Centro Operativo Comunale. ............................................................ 34
7. ORGANI E STRUTTURE REGIONALI E PROVINCIALI DI PROTEZIONE
CIVILE ........................................................................................................................ 38
7.1. Struttura Regionale di Protezione Civile .......................................................... 38
7.2. Sala Operativa Unificata Permanente (S.O.U.P.) e Centro Operativo
Regionale (C.O.R.) ........................................................................................... 39
7.3. Centro Coordinamento Soccorso (C.C.S.) ........................................................ 40
7.4. Centro Operativo Misto (C.O.M.) .................................................................... 40
8. MODELLO DI INTERVENTO – SCHEMA GENERALE ........................................ 42
8.1. Sistema di Comando e Controllo ed Attivazioni in Emergenza ....................... 48
8.2. Fase di Attenzione ............................................................................................ 48
8.3. Stato o Fase di Preallarme ................................................................................ 49
8.4. Stato o Fase di Allarme – Emergenza ............................................................... 51
9. INFORMAZIONE ALLA POPOLAZIONE E FORMAZIONE. ................................ 52
9.1. Modalità di allertamento della popolazione ..................................................... 52
9.2. Norme di comportamento per la popolazione................................................... 53
9.3. Norme di comportamento in caso di sisma....................................................... 53
9.3.1. Prima del terremoto ........................................................................... 53
9.3.2. Durante il terremoto .......................................................................... 55
9.3.3. Dopo il terremoto .............................................................................. 56
9.4. MASS MEDIA ED INFORMAZIONE ............................................................ 57
10. GESTIONE DEL PIANO DI PROTEZIONE CIVILE ............................................... 59
10.1. Aggiornamento Periodico ................................................................................. 59
10.2. Formazione e Informazione .............................................................................. 59
10.3. Esercitazioni ..................................................................................................... 60
11. SCENARI DI RISCHIO E PIANIFICAZIONE DEGLI INTERVENTI. .................... 62
12. RISCHIO SISMICO .................................................................................................... 63
12.1. Premessa ........................................................................................................... 63
12.1.1. Introduzione .................................................................................... 64
12.1.2. Pericolosità sismica ......................................................................... 64
12.2. Classificazione sismica ..................................................................................... 65
12.3. Estrazione del catalogo GNDT-NT4 relative ai terremoti storici interessanti
l’area di San Nicola la Strada. .......................................................................... 67
12.4. Carta di microzonazione sismica. ..................................................................... 67
12.5. Carta della condizione Limite di Emergenza .................................................... 68

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Piano di Emergenza Comunale Rev. Settembre 2015 pag. 146


Piano di Emergenza Comunale
Anno 2015 Ver. 1.0

12.6. Valutazione della popolazione coinvolta .......................................................... 69


12.7. Aree di Protezione Civile.- ............................................................................... 71
12.7.1. Aree di ammassamento ................................................................... 72
12.7.2. Aree di primo soccorso “meeting point” ......................................... 75
12.7.3. Aree di accoglienza ......................................................................... 84
12.8. Sistema di comando e controllo ........................................................................ 93
12.9. Lineamenti della Pianificazione........................................................................ 94
12.9.1. Coordinamento Operativo ............................................................... 94
12.9.2. Salvaguardia della popolazione ....................................................... 94
12.9.3. Rapporti con le Istituzioni ............................................................... 95
12.9.4. Informazione alla popolazione ........................................................ 95
12.9.5. Salvaguardia del sistema produttivo locale ..................................... 95
12.9.6. Ripristino della viabilità e dei trasporti ........................................... 96
12.9.7. Funzionalità delle Telecomunicazioni ............................................ 96
12.9.8. Funzionalità dei Servizi Essenziali ................................................. 96
12.9.9. Censimento danni persone e cose.................................................... 97
12.9.10. Censimento e salvaguardia dei beni culturali ................................ 97
12.9.11. Compilazione della modulistica e relazione giornaliera
dell’intervento 97
13. RISCHIO INDUSTRIALE .......................................................................................... 98
13.1. Premessa ........................................................................................................... 98
13.2. La Legge ........................................................................................................... 99
13.3. Piano d’emergenza - Obblighi del gestore ........................................................ 99
13.4. Piano d’emergenza - Obblighi delle Autorità competenti .............................. 101
13.5. Fase di attenzione – PERICOLO – ALLARME TIPO 1 ................................ 101
13.5.1. Compiti del Comune ..................................................................... 102
13.6. Fase di preallarme - ALLARME TIPO 2 ........................................................ 103
13.7. Fase di allarme ed evacuazione - ALLARME TIPO 3 ................................... 105
13.8. Procedura di cessato allarme........................................................................... 107
13.9. Informazione alla popolazione........................................................................ 110
13.10. Incombenze preliminari che fanno carico al Comune .................................... 112
13.11. Popolazione, beni e strutture esposte a rischio ............................................... 112
13.12. Aree di Attesa e di Primo Soccorso ................................................................ 112
13.13. Centro di Accoglienza .................................................................................... 113
13.14. Presidi Forze dell’Ordine e Volontariato ........................................................ 113
13.15. Cancelli ........................................................................................................... 114
13.16. Presidi Sanitari ................................................................................................ 114
13.17. Telecomunicazioni .......................................................................................... 114

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Piano di Emergenza Comunale Rev. Settembre 2015 pag. 147


Piano di Emergenza Comunale
Anno 2015 Ver. 1.0

14. RISCHIO INCIDENTE STRADALE CON RILASCIO DI SOSTANZE


PERICOLOSE. .......................................................................................................... 115
14.1. Fase di attenzione. .......................................................................................... 115
14.2. Fase di preallarme. .......................................................................................... 116
14.3. Fase di allarme ................................................................................................ 117
15. RISCHIO NUBIFRAGI E TEMPORALI. ................................................................. 119
15.1. Fenomeni meteorologici estremi .................................................................... 119
15.1.1. I temporali ..................................................................................... 119
15.1.2. Le trombe d’aria ............................................................................ 120
15.2. Pianificazione d’emergenza. ........................................................................... 121
15.2.1. Procedura di allertamento.............................................................. 121
15.2.2. Fase di attenzione. ......................................................................... 122
15.2.3. Fase di preallarme ......................................................................... 122
15.2.4. Fase di allarme .............................................................................. 123
15.2.5. Informazione ai cittadini ............................................................... 124
16. MODULISTICA ........................................................................................................ 126
Allegato 1 - Bozza di decreto sindacale istitutivo del c.o.c. e nomina dei responsabili
delle funzioni di supporto ............................................................................... 127
Allegato 2 - Comunicazione di inizio/fine stato di attenzione/ allarme/emergenza .. 129
Allegato 3 - Richiesta di concorso di uomini e mezzi ............................................... 130
Allegato 4 - Ordinanza di chiusura al traffico di strada pubblica .............................. 131
Allegato 5 - Ordinanza per la regolamentazione della circolazione stradale ............. 132
Allegato 6 - Ordinanza di evacuazione generale della popolazione .......................... 134
Allegato 7 - Ordinanza di sgombero dei fabbricati .................................................... 136
Allegato 8 - ORDINANZA DI REQUISIZIONE DI MEZZI DI TRASPORTO ....... 137
Allegato 9 - Ordinanza di occupazione temporanea d’urgenza di una porzione di
terreno da adibire a insediamento civile mediante tendopoli o roulottopoli... 139
Allegato 10 - Scheda censimento popolazione non autosufficiente........................... 143

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Piano di Emergenza Comunale Rev. Settembre 2015 pag. 148

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