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IL SISTEMA DI PROTEZIONE CIVILE

• IL SISTEMA ITALIANO DI PROTEZIONE CIVILE


• VOLONTARIATO E COLONNA MOBILE REGIONALE
• LA PIANIFICAZIONE DI PROTEZIONE CIVILE
• IL PIANO REGIONALE CONTRO GLI INCENDI BOSCHIVI
• IL SISTEMA DI ALLERTAMENTO
• DELIBERAZIONE DELLO STATO DI EMERGENZA NAZIONALE E DI CRISI REGIONALE
• GESTIONE DELLE EMERGENZE
IL SISTEMA ITALIANO DI PROTEZIONE CIVILE

• In Italia la protezione civile è


funzione svolta da tutta
l’organizzazione dello Stato, sia a
livello nazionale sia locale,
nonché dalla «società civile»
• I motivi che hanno portato a
questa scelta sono
essenzialmente:
– la «particolarità» del nostro
territorio
– processo di decentramento delle
competenze dallo Stato alle
Regioni
– attitudini culturali

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IL SISTEMA ITALIANO DI PROTEZIONE CIVILE

UN SISTEMA COMPLESSO
In Italia la protezione civile è
assegnata ad un sistema complesso
costituito da attori diversi e
specializzati in cui:
✓Ciascun struttura ha compiti e responsabilità
ben precise, specifici linguaggi e procedure
standardizzate
✓tutti gli attori concorrono nelle attività di
protezione civile ciascuno con la propria
professionalità e le proprie risorse
✓Si ha necessità di un forte coordinamento
organizzato e definito secondo criteri specifici

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IL SISTEMA ITALIANO DI PROTEZIONE CIVILE

IL SERVIZIO NAZIONALE DI PC
Istituito con la legge n. 225 del 1992 e recentemente aggiornato attraverso l’emanazione del
nuovo «Codice della Protezione Civile D.Lgs. 1/2018»:
Il Servizio Nazionale della Protezione Civile, (servizio di pubblica utilità) è il sistema che esercita la
funzione di protezione civile costituita dall’insieme delle competenze e delle attività volte a
tutelare la vita, l’integrità fisica, i beni, gli insediamenti, gli animali e l’ambiente dai danni o dal
pericolo di danni derivanti da eventi calamitosi di origine naturale o derivanti dall’attività
dell’uomo (art.1 D.Lgs. 1/2018)
• Negli anni, la competenza in materia di protezione civile è progressivamente passata dallo Stato
ai governi regionali, diventando di legislazione concorrente (salvo determinazione principi
fondamentali il potere legislativo spetta alle regioni – RIFORMA TITOLO V COSTITUZIONE anno
2001). Ogni regione pertanto ha recepito ed approfondito i principi della legge n. 225 del 1992
negli ordinamenti regionali e si è organizzata con un proprio sistema di protezione civile
• Con la L.R. 1/2005 la Regione Emilia Romagna ha esercitato le competenze legislative innovando
la precedente L.R. 45/95 in materia di protezione Civile.
• Con la L.R.13/2015 “Riforma del sistema di governo regionale e locale e disposizioni su Città
metropolitana di Bologna, Province, Comuni e loro Unioni” l’organizzazione reginale in materia
di protezione civile si è modificata e pertanto la L.R. 1 n.1/2005 va letta in combinato disposto
con la L.R. 13/2015 – Rif capo I – Ambiente, energia, difesa del suolo e della costa, protezione
civile artt. 19 – 22.
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CODICE DELLA PROTEZIONE CIVILE - D. LGS. 1/2018


7 Capi (due articolati in Sezioni) e 50 articoli

• Capo I – Finalità, attività e composizione del SNPC artt. 1-6


• Capo II – Organizzazione del SNPC
– Sezione I – Eventi di pc art. 7
– Sezione II – Organizzazione del SNPC artt. 8-13
– Sezione III – Strumenti di coordinamento e integrazione del SNPC artt. 14-15
• Capo III – Attività per la previsione e prevenzione dei rischi artt. 16-22
• Capo IV – Gestione delle emergenze di rilievo nazionale artt. 23-30
• Capo V – Partecipazione dei cittadini e volontariato organizzato di pc
– Sezione I – Cittadinanza attiva e partecipazione artt. 31-32
– Sezione II – Disciplina della partecipazione del volontariato organizzato alle attività di pc
artt. 33-42
• Capo VI – Misure e strumenti organizzativi e finanziari per la realizzazione delle
attività di pc artt. 43-46
• Capo VII – Norme transitorie, di coordinamento e finali artt. 47-50

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GLI ATTORI DEL SERVIZIO PC


• Componenti istituzionali - Lo STATO, le REGIONI, i COMUNI (art.3)

• Strutture Operative (art. 13):


Corpo nazionale dei vigili del fuoco - COMPONENTE FONDAMENTALE (art.10)
a) le Forze armate;
b) le Forze di polizia;
c) gli enti e istituti di ricerca di rilievo nazionale con finalità di protezione civile, anche
organizzati come centri di competenza, l'Istituto nazionale di geofisica e
vulcanologia e il Consiglio nazionale delle ricerche;
d) le strutture del Servizio sanitario nazionale;
e) il Volontariato organizzato di protezione civile iscritto, nell'elenco nazionale del
volontariato di protezione civile, l'Associazione della Croce Rossa Italiana e il Corpo
nazionale del soccorso alpino e speleologico;
f) il Sistema nazionale per la protezione dell'ambiente;
g) le strutture preposte alla gestione dei servizi meteorologici a livello nazionale

• Soggetti concorrenti: Ordini e Collegi Professionali (art. 13 c.2)

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FUNZIONI DEL CORPO NAZIONALE DEI VIGILI DEL FUOCO


ART.10 D.LGS. 1/2018

• In occasione degli eventi calamitosi, il Corpo nazionale dei vigili del fuoco,
quale componente fondamentale del Servizio nazionale della protezione
civile, assicura, sino al loro compimento, gli interventi di soccorso tecnico
indifferibili e urgenti, e di ricerca e salvataggio assumendone la direzione e la
responsabilità nell'immediatezza degli eventi, attraverso il coordinamento
tecnico-operativo e il raccordo con le altre componenti e strutture coinvolte.
• Gli interventi di soccorso tecnico sono finalizzati ad assicurare la ricerca e il
salvataggio delle persone, nonché le attività di messa in sicurezza, anche in
concorso con altri soggetti, ai fini della salvaguardia della pubblica incolumità
da pericoli imminenti, dei luoghi, delle strutture e degli impianti.

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LE AUTORITÀ DI PROTEZIONE CIVILE


Autorità PC:
Presidente del Consiglio dei
Ministri
Presidenti delle Regioni e delle
Province autonome di Trento e di
Bolzano Ambiti di competenza:
Sindaci e i Sindaci metropolitani Nazionale

Regionale/province autonome

Territorio locale

Strutture di riferimento:
Dipartimento della protezione civile e Ministeri
Competenti (UTG)
«Le Regioni…e le Province autonome di Trento e di
Bolzano» Agenzia Regionale per la Sicurezza
Territoriale e la Protezione Civile
Comuni, anche in forma aggregata, le città
metropolitane e le province

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TIPOLOGIA DI EVENTI
ART.7 D.LGS. 1/2018

EVENTO «C»
Emergenze di rilievo nazionale connesse con eventi
che in ragione della loro intensità o estensione RISPOSTA
debbono, con immediatezza
d'intervento, essere fronteggiate con mezzi e poteri SISTEMA
straordinari da impiegare durante limitati e predefiniti
periodi di tempo NAZIONALE PC

EVENTO «B»
emergenze connesse con eventi calamitosi che
comportano l'intervento coordinato di più enti o RISPOSTA
amministrazioni, e debbono essere fronteggiati con
mezzi e poteri straordinari da impiegare durante
SISTEMA
limitati e predefiniti periodi di tempo, REGIONALE PC
disciplinati dalla Regione

EVENTO «A» RISPOSTA


emergenze connesse con eventi calamitosi di origine SISTEMA
naturale o derivanti dall'attività dell'uomo che
possono essere fronteggiati mediante interventi LOCALE PC
attuabili, dai singoli enti e amministrazioni
competenti in via ordinaria
EVENTO

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FUNZIONI DEL PREFETTO


ART.9 D.LGS. 1/2018

• In occasione degli eventi emergenziali di tipo b) e c), ovvero nella loro


imminenza o nel caso in cui il verificarsi di tali eventi sia preannunciato, il
Prefetto, nel limite della propria competenza territoriale:
– assicura un costante flusso e scambio informativo con il Dipartimento della
protezione civile, la Regione, i Comuni, e il Dipartimento dei vigili del fuoco,
del soccorso pubblico e della difesa civile del Ministero dell'interno e adotta
tutti i provvedimenti di propria competenza necessari ad assicurare i primi
soccorsi a livello provinciale
– assume, nell'immediatezza dell'evento in raccordo con il Presidente della
giunta regionale e coordinandosi con la struttura regionale di protezione civile,
la direzione unitaria di tutti i servizi di emergenza da attivare a livello
provinciale, curando l'attuazione del piano provinciale di protezione civile,
coordinandoli con gli interventi messi in atto dai comuni interessati, sulla base
del relativo piano di protezione civile, anche al fine di garantire l'immediata
attivazione degli interventi di primo soccorso alla popolazione
– promuove e coordina l'adozione dei provvedimenti necessari per assicurare
l'intervento delle strutture dello Stato presenti sul territorio provinciale
– vigila sull'attuazione dei servizi urgenti, anche di natura tecnica, a livello
provinciale, segnalando, con le modalità eventuali esigenze di ulteriori
concorsi d'intesa con il Presidente della Giunta regionale
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FUNZIONI DELLE REGIONI


ART.11 D.LGS. 1/2018

• Le Regioni, nell'esercizio delle rispettive potestà legislative ed amministrative,


disciplinano l'organizzazione dei sistemi di protezione civile nell'ambito dei
rispettivi territori, assicurando lo svolgimento delle attività di protezione civile
in particolare:
– le modalità di predisposizione ed attuazione delle attività volte alla previsione e
prevenzione dei rischi
– gli indirizzi per la predisposizione dei piani provinciali, e comunali di protezione
civile e i loro aggiornamenti,
– la gestione della sala operativa regionale
– l'ordinamento e l'organizzazione anche territoriale della propria struttura, dei
propri uffici al fine dell'esercizio delle attività di PC per assicurarne la prontezza
operativa
– le modalità di coordinamento dell'attuazione degli interventi urgenti per rimuovere
gli ostacoli alla ripresa delle normali condizioni di vita nelle aree colpite da eventi
calamitosi assicurando l'integrazione con gli interventi messi in atto dai Comuni
– la preparazione, gestione ed attivazione di uomini e mezzi della colonna mobile
regionale
– l'organizzazione, la formazione e l'utilizzo del volontariato organizzato di
protezione civile a livello territoriale
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CENTRO OPERATIVO REGIONALE


ART.23 L.R.1/2005

• Presso l’Agenzia è istituito, quale presidio della sicurezza territoriale della


Regione, il Centro operativo regionale per la protezione civile (COR)
– Assicura raccordo fra gli attori del Sistema di protezione civile ovvero Sedi
territoriali dell’Agenzia
– Acquisisce tempestivamente notizie e dati circa le situazioni di pericolo e di
danno
– Stabilendo tempestivi contatti con i competenti organi della protezione civile
– Elabora l’Allertamento di Protezione Civile insieme agli altri attori preposti

• È organizzato:
– SALA OPERATIVA - SALA MULTIRISCHIO (presidia le funzioni ed i compiti della
Regione in materia di preparazione, allertamento e gestione di situazioni di
crisi e di emergenza anche attraverso l’invio di mezzi e materiali)
– CENTRI LOGISTICI:
• CERPIC: Centro di Pronto Intervento idraulico (Tresigallo – FERRARA)
• CREMM: Centro Regionale Logistica Mezzi e Materiali (BOLOGNA – Materiale vario per in
prevalenza assistenza alla popolazione)

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FUNZIONI DEI COMUNI


ART.12 D.LGS. 1/2018

• Lo svolgimento, in ambito comunale, delle attività di pianificazione di protezione


civile e di direzione dei soccorsi con riferimento alle strutture di appartenenza, è
funzione fondamentale dei Comuni che può essere svolta anche in forma associata
• In particolare, provvedono:
– all'attuazione, in ambito comunale delle attività di prevenzione dei rischi, informazione alla
popolazione sugli scenari di rischi e sulle situazioni di pericolo ed alla predisposizione dei piani
comunali
– all'adozione di tutti i provvedimenti necessari ad assicurare i primi soccorsi in caso di eventi
calamitosi in ambito comunale
– all'attivazione e alla direzione dei primi soccorsi alla popolazione e degli interventi urgenti

• Il Sindaco (AUTORITA’ DI PROTEZIONE CIVILE) in particolare provvede:


• all'adozione di provvedimenti contingibili ed urgenti di cui all'articolo 54 del decreto
legislativo 18 agosto 2000 n. 267, al fine di prevenire ed eliminare gravi pericoli per
l'incolumità pubblica
• al coordinamento delle attività di assistenza alla popolazione colpita nel proprio
territorio, assicurando il costante aggiornamento del flusso di informazioni con il
Prefetto e il Presidente della Giunta Regionale
• richiede l'intervento di altre forze e strutture operative regionali alla Regione e di forze e
strutture operative nazionali al Prefetto qualora la calamità naturale o l'evento non
possono essere fronteggiati con i mezzi a disposizione del comune

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ATTIVITÀ DI PROTEZIONE CIVILE


ART.2 D.LGS. 1/2018

• Sono attività di protezione


civile quelle volte alla
– PREVISIONE
– PREVENZIONE E
MITIGAZIONE DEI RISCHI
– GESTIONE DELL’EMERGENZA
– SUPERAMENTO
DELL'EMERGENZA e alla
MITIGAZIONE del rischio

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PREVISIONE
ART.2 – C. 2 D.LGS. 1/2018

• La PREVISIONE consiste nelle


attività, svolte anche con il
concorso di soggetti scientifici e
tecnici competenti in materia,
dirette all'identificazione e allo
studio degli scenari di rischio
possibili per esigenze di
allertamento e ove possibile di
pianificazione di protezione civile

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PREVENZIONE
ART.2 - C. 3,4,5 D.LGS. 1/2018

La PREVENZIONE consiste nell'insieme delle attività svolte, anche con il concorso


di soggetti dotati di competenza scientifica, tecnica e amministrativa, dirette
all'identificazione e allo studio degli scenari di rischio possibili, per le esigenze di
allertamento del Servizio nazionale, ove possibile, e di pianificazione di protezione civile

STRUTTURALE NON STRUTTURALE


elaborazione delle linee di indirizzo l'allertamento del Servizio nazionale
nazionali e regionali di prevenzione
la pianificazione di protezione civile (art.18
strutturale dei rischi naturali o derivanti
D.Lgs.1/2018)
dalle attività dell'uomo e per la loro
attuazione la formazione
programmazione ed esecuzione di l'applicazione e l'aggiornamento della normativa tecnica
interventi finalizzati ridurre eventuali
la diffusione della conoscenza e della cultura della
danni
protezione civile
l'informazione alla popolazione
esercitazioni

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LA GESTIONE DELL’EMERGENZA
ART.2 – C. 6 D.LGS. 1/2018

La GESTIONE DELL’EMERGENZA consiste nell'insieme, integrato e coordinato,


delle misure e degli interventi diretti ad assicurare il soccorso e l'assistenza
alle popolazioni colpite dagli eventi calamitosi e agli animali e la riduzione del
relativo impatto, e la relativa attività di informazione alla popolazione

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SUPERAMENTO DELL’EMERGENZA
ART.2 – C.7 D.LGS. 1/2018

• Il SUPERAMENTO DELL'EMERGENZA consiste nell'attuazione coordinata


delle misure volte a rimuovere gli ostacoli alla ripresa delle normali
condizioni di vita e di lavoro, per ripristinare i servizi essenziali e per
ridurre il rischio residuo

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VOLONTARIATO E COLONNA MOBILE

RIFERIMENTI NORMATIVI
NORMATIVA NAZIONALE
D.Lgs. 1/2018 – Codice della Protezione Civile
Indicazioni operative su finalità e limiti di intervento delle Organizzazioni di volontariato a supporto dei servizi di polizia stradale 01
febbraio 2018
Decreto del Capo Dipartimento del 25 novembre 2013: aggiornamento degli indirizzi per il controllo sanitario
Direttiva del 9 novembre 2012: indirizzi operativi per assicurare l'unitaria partecipazione delle organizzazioni di volontariato
all'attività di protezione civile Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 27 del 1 febbraio 2013
Decreto del Capo Dipartimento del 12 gennaio 2012: intesa tra il Dipartimento della Protezione Civile e le Regioni e Province
Autonome sulla definizione delle modalità dello svolgimento delle attività di sorveglianza sanitaria
Nota del Capo Dipartimento del 2 agosto 2011: partecipazione del volontariato alle esercitazioni e prove di soccorso
Ecc…

NORMATIVA REGIONALE
L.R. 1/2005
Decreto del Presidente della Giunta Regionale n. 259 del 18 Novembre 2010 - Emanazione del "Regolamento regionale in materia
di volontariato di protezione civile dell'Emilia-Romagna«
Delibera di Giunta n. 404 del 18 marzo 2019 - Approvazione degli schemi di convenzione quadro per la regolamentazione dei
rapporti tra Regione Emilia-Romagna e le organizzazioni di volontariato di protezione civile
Delibera di Giunta regionale n. 1008 del 28 giugno 2016 - Primi adeguamenti della DGR n. 1071 del 2 agosto 2013 alla legge
regionale n. 13 del 30 luglio 2015 in tema di modalità di gestione dell'elenco regionale del volontariato di protezione civile.
Delibera di Giunta regionale n. 1737 del 3 novembre 2014 - Indicazioni operative per l'impiego da parte delle autorità di protezione
civile delle organizzazioni di volontariato di rilievo regionale. Fissazione dei termini
Delibera di Giunta n. 1071/2013 - Approvazione delle modalità per la gestione dell’Elenco Regionale del Volontariato di Protezione
Civile e s.m.i
Delibera di Giunta n. 1193/2014 “Standard minimi per la formazione del volontariato del volontariato di Protezione Civile in materia
di sicurezza e comportamenti di autotutela” (Linee guida e modelli formativi)
Ecc..
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VOLONTARIATO E COLONNA MOBILE

PARTECIPAZIONE DEI CITTADINI ALLE ATTIVITÀ DI PROTEZIONE CIVILE


ART. 31 D.LGS.1/2018

• I cittadini possono concorrere allo svolgimento delle attività di protezione


civile, acquisite le conoscenze necessarie per poter operare in modo
efficace, integrato e consapevole, aderendo al volontariato organizzato
operante nel settore, in forma occasionale, ove possibile, in caso di
situazioni di emergenza, agendo a titolo personale e responsabilmente per
l'esecuzione di primi interventi immediati direttamente riferiti al proprio
ambito personale, familiare o di prossimità, in concorso e coordinandosi
con l'attività delle organizzazioni di volontariato.
• Il volontariato è una componente fondamentale del sistema di protezione
civile, in continua espansione ed evoluzione.
Da attività occasionale, lasciata alla libera volontà dei singoli, è divenuta
organizzata e qualificata, in grado di intervenire, in situazioni di crisi e di
emergenza garantendo un livello di risposta adeguato, grazie anche ad un
percorso normativo ed organizzativo che, nel corso del tempo, ne ha
sempre di più tutelato e salvaguardato ruolo e funzioni

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VOLONTARIATO E COLONNA MOBILE

INTEGRAZIONE DEL VOLONTARIATO ORGANIZZATO NEL SNPC


ART. 32 D.LGS.1/2018

• Il volontario di protezione civile è colui che, per sua libera scelta, svolge l'attività di volontariato in favore
della comunità e del bene comune, nell'ambito delle attività di protezione civile, mettendo a disposizione
il proprio tempo e le proprie capacità per acquisire, all'interno delle organizzazioni o delle altre forme di
volontariato organizzato, la formazione e la preparazione necessaria per concorrere alla promozione di
efficaci risposte ai bisogni delle persone e delle comunità, spontaneo e gratuito, senza fini di lucro,
neanche indiretti, ed esclusivamente per fini di solidarietà, partecipando, con passione e impegno ad una
forza libera e organizzata che contribuisce a migliorare la vita di tutti

• Il Servizio nazionale della protezione civile promuove la più ampia partecipazione del volontariato
organizzato alle attività di protezione, riconoscendone il valore e la funzione sociale (art.2 della
Costituzione Italiana), ne riconosce e stimola le iniziative e ne assicura il coordinamento.
• La normativa vigente garantisce attraverso specifiche modalità le forme di partecipazione del
volontariato alle attività di protezione civile per:
a. garantire l'integrazione del volontariato nell'organizzazione del Servizio nazionale, anche a livello territoriale,
regolandone la preparazione, l'attivazione e l'impiego in forma coordinata
b. la partecipazione del volontariato all'attività di predisposizione ed attuazione di piani di protezione civile ed
alle attività di previsione, prevenzione, gestione e superamento delle situazioni di emergenza, prevedendo il
rimborso delle spese sostenute, il mantenimento del posto di lavoro e del relativo trattamento economico e
previdenziale nei periodi di impiego riconosciuti e la garanzia della copertura assicurativa degli interessati
c. la concessione di contributi per il potenziamento della capacità operativa, il miglioramento della preparazione
tecnica dei volontari e lo sviluppo della resilienza delle comunità

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VOLONTARIATO E COLONNA MOBILE

PARTECIPAZIONE DEL VOLONTARIATO


ARTT. 33,34,38,39,40 D.LGS.1/2018

• Le Organizzazioni di Volontariato che intendono partecipare alle attività di


protezione civile o svolgere attività formative ed addestrative, devono
essere regolarmente iscritte negli elenchi del Volontariato di protezione
civile (istituiti a livello nazionale, regionale e provinciale – Direttiva del
Presidente del Consiglio dei Ministri 9 novembre 2012 Indirizzi operativi volti ad assicurare
l’unitaria partecipazione delle organizzazioni di volontariato all’attività di protezione civile)

• Ai volontari aderenti alle organizzazioni di volontariato impiegati in attività


di soccorso ed assistenza in vista o in occasione degli eventi autorizzate
dalle autorità competenti, vengono garantiti i seguenti Benefici per un
periodo non superiore a trenta giorni continuativi e fino a novanta giorni
nell'anno:
– il mantenimento del posto di lavoro pubblico o privato
– il mantenimento del trattamento economico a previdenziale da parte del
datore di lavoro
– Ia copertura assicurativa secondo quanto previsto dalla normativa vigente

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VOLONTARIATO E COLONNA MOBILE

RIMBORSI
ARTT. 39,40 D.LGS.1/2018

• Il volontariato non recepisce alcuna remunerazione per l’attività svolta in


emergenza o per attività programmabili. Il trattamento economico e
previdenziale è garantito attraverso l’applicazione dei «benefici normativi»
ovvero rimborsi ai sensi dell’art.39:
– Ai DATORI DI LAVORO pubblici o privati dei volontari regolarmente iscritti alle Organizzazioni
di Volontariato iscritte all’albo Regionale/Nazionale che ne facciano richiesta, infatti, viene
rimborsato l’equivalente degli emolumenti versati al lavoratore legittimamente impiegato
come volontario
– Ai LAVORATORI AUTONOMI, impiegati nelle attività di protezione civile e che ne fanno
richiesta, è corrisposto il rimborso per il mancato guadagno giornaliero calcolato sulla
base della dichiarazione del reddito presentata l'anno precedente a quello in cui è stata
prestata l'opera di volontariato, nel limite di euro 103,30 giornalieri.

• In modo analogo le associazioni di volontariato possono essere rimborsate


per le spese sostenute occasione della partecipazione ad emergenze ovvero
attività programmate ed autorizzate (carburante, pasti, danni ad
attrezzature…ecc) art.40

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VOLONTARIATO E COLONNA MOBILE

IL VOLONTARIATO PC IN EMILIA-ROMAGNA

• Il volontariato in Emilia-Romagna è strutturato in Coordinamenti


Provinciali del Volontariato, Organizzazioni regionali e singole
Associazioni locali che raccordano la loro attività attraverso il Comitato
regionale, un organismo consultivo e di rappresentanza (Decreto del
Presidente della Giunta Regionale n. 259 del 18 Novembre 2010
«Regolamento regionale in materia di volontariato di protezione civile
dell'Emilia-Romagna»)

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VOLONTARIATO E COLONNA MOBILE

LE ASSOCIAZIONI IN EMILIA ROMAGNA

Quindicimila uomini e donne in Emilia-Romagna hanno fatto una scelta importante


di vita: diventare volontari di protezione civile, una risorsa preziosa per le nostre
comunità, su cui contare.
Alcune Associazioni intervengono in protezione civile attraverso una specificità che
le contraddistingue: telecomunicazioni, geometri, assistenza sanitaria, soccorso
cinofilo, soccorso subacqueo, ecc…
https://www.youtube.com/watch?time_continue=151&v=GHFxT5dijMg

Associazioni territoriali Sezioni territoriali di

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VOLONTARIATO E COLONNA MOBILE

ALBO REGIONALE DEL VOLONTARIATO PC

• Le organizzazioni di volontariato di protezione civile che intendono


partecipare alle attività di protezione civile in qualità di Struttura
Operativa del Sistema di PC, devono essere iscritte nell’Elenco
nazionale delle organizzazioni di volontariato di protezione civile,
secondo quanto stabilito dalla D.G.R. 1071/2013 e s.m.i. ovvero
devono rispettare:
– requisiti per l’iscrizione delle organizzazioni di volontariato (sede
legale, statuto associativo con indicazioni specifiche, polizza
assicurativa, numero di volontari > a 10 unità, ecc..)
– requisiti per l’iscrizione dei Volontari (aver effettuato un corso base di
formazione, disponibilità operativa, ecc…)
– l’obbligo di mantenere aggiornati i dati riferiti all’associazione e ai
volontari ad essi inscritti

Con Determinazione n° 383 del 06 maggio 2015 è stato adottato ed


avviato del sistema informatico per la gestione dell’elenco attraverso
applicativo (STARP)

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VOLONTARIATO E COLONNA MOBILE

PIANI OPERATIVI ANNUALI

• I POA sono documenti di pianificazione annuali di tutte le attività


programmabili che effettuerà il volontariato nel corso dell'anno (sono
esclusi gli interventi in emergenza). Contengono inoltre le relative
quantificazioni economiche dei contributi che vengono assegnati,
approvati, impegnati ed erogati alle organizzazioni di volontariato nel
contesto della convenzione triennale con le organizzazioni di volontariato
stipulata dall’Agenzia regionale sicurezza territoriale e protezione civile
• I contributi sono distinti in 3 grandi settori a loro volta organizzati in
sottomisure:
– Misura A – Gestione Attività
– Misura B – Formazione/informazione
– Misura C – Colonna Mobile

https://protezionecivile.regione.emilia-romagna.it/volontariato/piani-operativi-
annuali-2019

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VOLONTARIATO E COLONNA MOBILE

COLONNA MOBILE

• Il progetto “Colonna mobile nazionale delle Regioni” ha previsto che tutte le


Regioni si dotino di strutture modulari intercambiabili in grado di garantire
standard operativi strumentali e prestazionali omogenei per tutti gli interventi e la
necessaria continuità per tutta la durata di un evento calamitoso al fine di:
– migliorare gli standard organizzativi e qualitativi di ogni Regione, in termini di mezzi,
attrezzature e squadre operative
– migliorare la capacità complessiva di risposta del sistema Protezione Civile
– formare ed aggiornare gli operatori istituzionali e volontari secondo criteri omogenei e
standardizzati
– condividere a livello nazionale i Protocolli di intervento: Allertamento, Attivazione,
Coordinamento

• In Emilia Romagna La Colonna Mobile Regionale del Volontariato:


– è una struttura modulare (ogni modulo è assegnato a un’organizzazione che ne cura lo
stoccaggio e la manutenzione in tempo ordinario, e l’allestimento e la gestione in emergenza
ovvero contenuta c/o centri logistici)
– distribuita sul territorio regionale
– composta da uomini e mezzi
– dotata di protocolli operativi
– pronta all’uso
– auto sufficiente

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VOLONTARIATO E COLONNA MOBILE

COLONNA MOBILE REGIONALE

– L’attivazione è disposta e coordinata dall’Agenzia

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LA PIANIFICAZIONE DI PROTEZIONE CIVILE
I rischi territoriali
Conoscere il territorio per poter pianificare
Quali rischi presenti nel
territorio?

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LA PIANIFICAZIONE DI PROTEZIONE CIVILE

Quali attività di previsione?

Previsioni meteo, avvisi criticità.


PREANNUNCIO Si tenga conto che ci sono tipologie di eventi senza preannuncio!

MONITORAGGIO Diversi sistemi per le varie tipologie di rischio (Enti gestori)

SORVEGLIANZA e VIGILANZA es. Servizio di Piena, Volontariato, ecc…

Piani di settore, Studi per Quadro Conoscitivo


strumenti urbanistici, altri studi specifici IDENTIFICAZIONE DEGLI SCENARI DI RISCHIO

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LA PIANIFICAZIONE DI PROTEZIONE CIVILE

PIANIFICAZIONE DI EMERGENZA
…. dalla Previsione alla Prevenzione

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LA PIANIFICAZIONE DI PROTEZIONE CIVILE

Quali attività di prevenzione?

ALLERTAMENTO Attivazione fasi emergenza (codice colore)

PIANIFICAZIONE Piani di emergenza comunali, provinciali e regionali, PEE, ecc…

FORMAZIONE Corsi per volontariato o per operatori tecnici; corsi per ordini professionali, ecc...

Qualunque attività rivolta a cittadini, scuole o altri per fare


INFORMAZIONE conoscere i rischi del territorio, le norme comportamentali, ecc..

Rivolte a Enti, volontariato, operatori tecnici e/o cittadini per la


ESERCITAZIONE verifica delle azioni previste dalla pianificazione di emergenza

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LA PIANIFICAZIONE DI PROTEZIONE CIVILE

Pianificazione
di emergenza

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LA PIANIFICAZIONE DI PROTEZIONE CIVILE

PERCHÉ PIANIFICARE L’EMERGENZA


• Prepararsi, durante il periodo ordinario, a
fronteggiare l’emergenza, sin dalle prime fasi, in modo
da favorire l’intervento delle forze provenienti
dall’esterno a livello provinciale, regionale e nazionale.
• Ottimizzare la gestione delle risorse disponibili in
emergenza, anche se limitate
• Tutta l’organizzazione dell’Ente deve concorrere
affinché la propria attività sia orientata alla protezione
civile

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LA PIANIFICAZIONE DI PROTEZIONE CIVILE

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LA PIANIFICAZIONE DI PROTEZIONE CIVILE

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LA PIANIFICAZIONE DI PROTEZIONE CIVILE

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LA PIANIFICAZIONE DI PROTEZIONE CIVILE

Come è fatto un piano di emergenza di protezione civile?

A: PARTE GENERALE e SCENARIO DI EVENTO


Raccolta dati di base
(Analisi del rischio) SCENARIO AREE DI EMERGENZA
UBICAZIONE CENTRI OPERATIVI

Reti di monitoraggio
INDICATORI DI EVENTO
(Centro funzionale) LIVELLI DI ALLERTA
Presidio territoriale (evento prevedibile)

B: MODELLO D’INTERVENTO

AZIONI
Attivazione del Centro Operativo
FUNZIONI DI SUPPORTO ATTIVAZIONE FASI OPERATIVE
(CCS, COM, COC)
(LIVELLI DI ALLERTA)

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LA PIANIFICAZIONE DI PROTEZIONE CIVILE
Il concetto di Funzioni di Supporto
Il Centro di Comando è
organizzato in “funzioni di
supporto”, ossia in specifici ambiti
di attività che richiedono l’azione
congiunta e coordinata di soggetti
diversi.
Tali funzioni devono essere
opportunamente stabilite nel
piano di emergenza sulla base
degli obiettivi previsti nonché
delle effettive risorse disponibili
sul territorio.
Per ciascuna di esse devono
essere individuati i soggetti che ne
fanno parte e, con opportuno atto,
il responsabile.

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LA PIANIFICAZIONE DI PROTEZIONE CIVILE

Un nuovo modello di piano condiviso – DGR 1439/2018

LINEE GUIDA REGIONALI PER LA


PIANIFICAZIONE COMUNALE
Ai sensi dell’articolo 11 comma 1 lettera b) del D.Lgs 1/2018 “Codice della Protezione Civile”, è compito
delle Regioni predisporre “gli indirizzi per la predisposizione dei piani provinciali, in coerenza con quanto
previsto dalla lettera o), e comunali di protezione civile, nonché per la revisione e valutazione periodica
dei medesimi piani”

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LA PIANIFICAZIONE DI PROTEZIONE CIVILE

Caratteristiche delle Linee Guida regionali


1. Sono uno strumento di lavoro utile a guidare i Comuni nella
predisposizione/aggiornamento del piano di protezione civile comunale, o di ambito,
anche nelle forme associative e di cooperazione previste, attraverso la
personalizzazione ed implementazione a scala locale delle diverse sezioni del
documento stesso;
2. I quattro capitoli di cui si compone il documento, sono già un possibile indice della
stessa pianificazione comunale di protezione civile:
➢ Inquadramento generale e scenari di evento;
➢ Organizzazione della struttura comunale di protezione civile;
➢ Modello d’intervento;
➢ Informazione alla popolazione;
3. E’ già strutturato al fine di avere un piano coerente con gli strumenti di pianificazione e
gli indirizzi operativi sovraordinati;
4. Gli allegati operativi completano il documento stesso con schemi da “personalizzare” e
poter utilizzare, una volta allegati al piano, per la gestione delle competenze ordinarie
e di emergenza dell’amministrazione comunale.

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LA PIANIFICAZIONE DI PROTEZIONE CIVILE
Indice dei piani di emergenza

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LA PIANIFICAZIONE DI PROTEZIONE CIVILE
Allegati operativi

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IL RISCHIO INCENDIO BOSCHIVO IN EMILIA-ROMAGNA E LA CAMPAGNA ANTINCENDIO (AIB)

NORMATIVA DI RIFERIMENTO

D.Lgs. 1/2018 – Codice della Protezione Civile


Art.11 - Funzioni delle Regioni e delle Province … 1 - m) lo spegnimento degli incendi boschivi,
fatte salve le competenze statali in materia, in conformità a quanto previsto dalla legge 21
novembre 2000, n. 353, e successive modificazioni e dal decreto legislativo 19 agosto 2016, n.
177;

Art.16 - 1) L'azione del Servizio nazionale si esplica, in particolare, in relazione alle seguenti
tipologie di rischi:
sismico, vulcanico, da maremoto, idraulico, idrogeologico, da fenomeni meteorologici avversi,
da deficit idrico e da incendi boschivi

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IL RISCHIO INCENDIO BOSCHIVO IN EMILIA-ROMAGNA E LA CAMPAGNA ANTINCENDIO (AIB)

NORMATIVA DI RIFERIMENTO

L. 353/2000 – Legge Quadro Incendi Boschivi


introduce importanti novità, rafforza il principio di prevenzione.
• All’art. 7 comma 3: le regioni programmano la lotta attiva (ai sensi dell’articolo 3, commi 1 e 3,
lettera h), e assicurano il coordinamento delle proprie strutture antincendio con quelle statali
istituendo e gestendo con una operatività di tipo continuativo nei periodi a rischio di incendio
boschivo le sale operative unificate permanenti (SOUP), avvalendosi, oltre che delle proprie
strutture e dei propri mezzi aerei di supporto all’attività delle squadre a terra:
a) di risorse, mezzi e personale del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco
e del Corpo Forestale dello Stato in base ad accordi di programma;
b) di personale appartenente ad Organizzazioni di Volontariato, riconosciute
secondo la vigente normativa, dotato di adeguata preparazione professionale
e di certificata idoneità fisica qualora impiegato nelle attività di spegnimento
del fuoco;

• All’art. 5, commi 2 e 3 : le regioni curano, anche in forma associata, l’organizzazione di corsi di


carattere tecnico-pratico rivolti alla preparazione di soggetti per le attività di previsione,
prevenzione degli incendi boschivi e lotta attiva ai medesimi, avvalendosi anche del Corpo
Forestale dello Stato e del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.

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IL RISCHIO INCENDIO BOSCHIVO IN EMILIA-ROMAGNA E LA CAMPAGNA ANTINCENDIO (AIB)

NORMATIVA DI RIFERIMENTO
L.R. 13/2015 – Riordino istituzionale

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IL RISCHIO INCENDIO BOSCHIVO IN EMILIA-ROMAGNA E LA CAMPAGNA ANTINCENDIO (AIB)

NORMATIVA DI RIFERIMENTO
Riassumendo:

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IL RISCHIO INCENDIO BOSCHIVO IN EMILIA-ROMAGNA E LA CAMPAGNA ANTINCENDIO (AIB)

Come funziona l’avvalimento a favore dei Comuni/Unioni?

Agenzia regionale
per la Sicurezza Territoriale
e la Protezione Civile
Servizi Territoriali
Agenzia STPC

Vigili del Fuoco


Direzione Regionale Comando Regione Volontariato di P.C.
Emilia-Romagna Carabinieri Forestale Specializzato AIB
Emilia-Romagna e non specializzato

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IL RISCHIO INCENDIO BOSCHIVO IN EMILIA-ROMAGNA E LA CAMPAGNA ANTINCENDIO (AIB)

«Il rischio incendio boschivo in Emilia-Romagna e la campagna antincendio (AIB)»

Piano Lotta Attiva agli Incendi Boschivi


2017-2021
Previsto dalla Legge Quadro sugli incendi boschivi n.353/2000 e smi

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IL RISCHIO INCENDIO BOSCHIVO IN EMILIA-ROMAGNA E LA CAMPAGNA ANTINCENDIO (AIB)

Piano Lotta Attiva agli Incendi Boschivi 2017-2021


• Versione approvata con Deliberazione della Giunta regionale , n.1172 del 02 agosto 2017 tiene conto di:
• MODIFICA E AGGIORNAMENTO alla luce delle mutate modalità di intervento e le responsabilità operative di:
• Agenzia Regionale per la Sicurezza Territoriale e la Protezione Civile
• Unioni e loro Comuni in conseguenza della L.R. 13/2015
• Corpo Nazionale VVF e Arma Carabinieri che ha assorbito e sostituito il CFS subentrando nei rapporti
giuridici in essere compresi i rapporti convenzionali ex D.Lgs.177/2016, art.18
• RECEPIMENTO DI:
• Protocollo d’Intesa del 5 aprile 2017 tra il CNVVF e l’Arma Carabinieri che ha definito con maggiore
dettaglio la ripartizione delle competenze in precedenza assegnate al CFS
• Contenuti del provvedimento del 4/5/2017 della Conferenza permanente per i rapporti fra Stato, Regioni
e Province Autonome di Trento e Bolzano avente per oggetto "Accordo-quadro nazionale regolante i
rapporti convenzionali tra il Ministero dell’Interno e le Regioni, ai sensi dell’art. 4 del Decreto Legislativo 28
agosto 1997 n. 281, in materia di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi”
• Contenuto dei Piani Operativi Annuali (POA)
• A seguito del D.Lgs.177/2016 la Regione Emilia-Romagna ha individuato:
• nel Corpo Nazionale VVF la figura del DIRETTORE DELLE OPERAZIONI DI SPEGNIMENTO (DOS)
• nel CC-FOR.LE le competenze in materia di prevenzione (monitoraggio, ricognizione, avvistamento),
collaborazione tecnica nella conoscenza del territorio, azioni di verifica e controllo

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IL RISCHIO INCENDIO BOSCHIVO IN EMILIA-ROMAGNA E LA CAMPAGNA ANTINCENDIO (AIB)

Lotta attiva

• Le attività di lotta attiva agli incendi boschivi afferiscono a due differenti modelli
organizzativi:
1. coordinamentale - a livello di Sale e Centrali operative
2. direzionale (con direzione in capo al ROS/DOS del CNVVF) - sul luogo dell’incendio
boschivo, ed in particolare nelle fasi di contenimento, spegnimento e bonifica

• Gli interventi di lotta attiva contro gli incendi boschivi comprendono:


• attività di vigilanza, ricognizione, sorveglianza e avvistamento
• contenimento
• spegnimento per azione diretta a terra
• intervento con mezzi aerei
• bonifica

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IL RISCHIO INCENDIO BOSCHIVO IN EMILIA-ROMAGNA E LA CAMPAGNA ANTINCENDIO (AIB)

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IL RISCHIO INCENDIO BOSCHIVO IN EMILIA-ROMAGNA E LA CAMPAGNA ANTINCENDIO (AIB)

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IL RISCHIO INCENDIO BOSCHIVO IN EMILIA-ROMAGNA E LA CAMPAGNA ANTINCENDIO (AIB)

Modello di intervento – PERIODO ORDINARIO


PRESIDIO REGIONALE AIB
Sala Operativa
C.O.R. Direzione Regionale
(H12) dalle 8.00
alle 20.00 VVFF
dalle 20.00 alle 8.00

ATTIVAZIONE Effettua e mantiene


Segnalazione INCENDI ATTIVAZIONE
CAPOTURNO COR o i contatti a livello
boschivi e/o AMBITO TERRITORIALE
Reperibile CT Sede territoriale con le
di vegetazione AGENZIA
centrale Agenzia
STRUTTURE OPERATIVE
ed ENTI interessati
della provincia

COMANDO UNIONE
UTG -Prefettura SINDACO COMUNI
PROVINCIALE VOLONTARIATO
VVF (SMS)
CARABINIERI
FORESTALI
FLUSSO DI
DOS/ROS INFORMAZIONI
TRA GLI ATTORI
DEL SISTEMA
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IL RISCHIO INCENDIO BOSCHIVO IN EMILIA-ROMAGNA E LA CAMPAGNA ANTINCENDIO (AIB)

Modello di intervento – ATTENZIONE e PREALLARME


1 - ATTIVAZIONE delle FASI operative

ARPAE SIMC
centro Analisi dei parametri per
funzionale ATTIVAZIONE
delle FASI OPERATIVE
Direzione
Carabinieri
Regionale
FORESTALI Destinatari indicati tab. 5.1 Modello d’intervento:
VVFF
DIPARTIMENTO DI PROTEZIONE CIVILE – UFF.INCENDI BOSCHIVI

DIREZIONE REGIONALE VVFF

COMANDO REGIONE CARABINIERI FORESTALE


AGENZIA REGIONALE
PER LA SICUREZZA ARPAE SIMC CENTRO FUNZIONALE
TERRITORIALE E LA SERVIZI TERRITORIALI AGENZIA REGIONALE STPC
PROTEZIONE CIVILE
COORDINAMENTO PROVINCIALE VOLONTARIATO DI PC
EMANAZIONE PREFETTURA
ATTIVAZIONE FASI DI
Attenzione e Preallarme PROVINCIA
SINDACO per il tramite dei Servizi
Territoriali dell’Agenzia
PRESIDENTE UNIONE DEI COMUNI

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Modello di intervento – ATTENZIONE e PREALLARME


2 - VERIFICA ed AGGIORNAMENTO MEZZI e RISORSE
AGENZIA REGIONALE VERIFICA:
PER LA SICUREZZA • LOCALIZZAZIONE
TERRITORIALE E LA • OPERATIVITA’
PROTEZIONE CIVILE • CONSISTENZA

STRUMENTI • VVF (Direzione/Comandi Provinciali)


• Coordinamenti provinciali Volontariato PC
RISORSE UMANE • Squadre AIB CC.FOR.LE con riferimento
MEZZI particolare anche alle Aree Protette

3 - INCONTRI TERRITORIALI DI COORDINAMENTO delle attività di sorveglianza e avvistamento


con Comuni, Unioni, CNVVF, CC-FOR.LE, Coordinamento provinciale Volontariato PC, Prefettura, Ente
gestione aree protette per la definizione e verifica puntuale sul territorio della provincia di Ravenna di
quanto indicato al punto 2
4 - ATTIVAZIONE SALE di COORDINAMENTO

PRESIDIO REGIONALE AIB


Sala Operativa
C.O.R. o S.O.U.P (se
Direzione Regionale
attiva)
(H12) dalle 8.00 alle 20.00
VVFF
dalle 20.00 alle 8.00

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Modello di intervento – ALLARME


PRESIDIO REGIONALE AIB

Sala Operativa
C.O.R. o S.O.U.P (se
Direzione Regionale
attiva) VVFF
(H12) dalle 8.00 alle 20.00
dalle 20.00 alle 8.00

• Coordina le attività connesse allo spegnimento degli incendi


• Acquisisce informazioni dalle squadre di spegnimento
• Richiede intervento eventuale mezzi aerei (CNVVF e DPC-COAU) su proposta del DOS, e di
eventuali squadre da altre regioni
• Richiede alla Prefettura l’attivazione delle strutture di Coordinamento (CCS, COM)
• Comunica la cessazione dello stato di Allarme

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Modello di intervento – ALLARME


• Verifica l’effettiva segnalazione di incendio:
• SE INCENDIO IMPORTANTE comunica attivazione fase di allarme ai soggetti indicati nella della Tab.5.1 Modello di
intervento:
DIPARTIMENTO DI PROTEZIONE CIVILE PREFETTURA

DIREZIONE REGIONALE VVFF PROVINCIA

COMANDO REGIONE CARABINIERI FORESTALE COORDINAMENTO PROVINCIALE


VOLONTARIATO PC
ARPAE SIMC CENTRO FUNZIONALE
SERVIZI TERRITORIALI AGENZIA REGIONALE STPC

SINDACO

PRESIDENTE UNIONE DEI COMUNI

• E INCENDIO DI PICCOLE DIMENSIONI (ovvero a seguito della valutazione scenario da parte del DOS) comunica
attivazione fase di allarme a:

DIREZIONE REGIONALE VVFF COORDINAMENTO PROVINCIALE


VOLONTARIATO PC
COMANDO REGIONE CARABINIERI FORESTALE
SERVIZI TERRITORIALI AGENZIA REGIONALE STPC

SINDACO

VOLONTARIATO LOCALE

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IL RISCHIO INCENDIO BOSCHIVO IN EMILIA-ROMAGNA E LA CAMPAGNA ANTINCENDIO (AIB)

Modello di intervento – ALLARME


Sala Operativa Direzione
S.O.U.P Regionale VVFF
(H12) dalle 8.00 alle 20.00
dalle 20.00 alle 8.00

Reperibile CT Sede
CNVVF C.C. centrale Agenzia
COR VOLONTARIATO
(DOS) FOR.LE

COMANDO AMBITO TERR.


AMBITO TERR. COMANDO VOLONTARIATO C.C. PROV. LE AGENZIA
AGENZIA PROV. LE (Ref. Emergenze H24 FOR.LE VVF Ravenna
Ravenna VVF Coord. RA)

UTG UNIONE VOLONTARIATO


UNIONE COMUNI (Ref. Emergenze
COMUNI UTG (SMS) H24 Coord. RA)
(SMS) VVF C.C.
DOS/ROS VVF
FOR.LE
DOS/
ROS SINDACO
SINDACO

FLUSSO DI FLUSSO DI
INFORMAZIONI INFORMAZIONI
TRA GLI ATTORI TRA GLI ATTORI
DEL SISTEMA DEL SISTEMA

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SISTEMA DI ALLERTAMENTO REGIONALE

SINTESI NORMATIVA
– Dai primi anni 2000 in Emilia Romagna l’Agenzia PC ha adottato, un sistema di allertamento
(diramazione Avvisi Meteo/ Allerte di Protezione Civile) concordato con Componenti
istituzionali e strutture operative del sistema regionale di protezione civile volto ha definire ed
attuare efficacemente azioni puntuali in caso si verifichino eventi co preannuncio
– L’attuale sistema di allertamento nasce dalla necessità di dare attuazione alla Direttiva del
Presidente del Consiglio dei Ministri 27 febbraio 2004, recante «Indirizzi operativi per la
gestione organizzativa e funzionale del sistema di allertamento nazionale, statale e regionale
per il rischio idrogeologico ed idraulico ai fini di protezione civile»
– D.G.R. 962/2018 «Documento per la gestione organizzativa e funzionale del sistema regionale
di allertamento per il rischio meteo, idrogeologico, idraulico ed il rischio valanghe, ai fini di
protezione civile»

D.Lgs.1/2018 “la prevenzione dei diversi tipi di rischio si esplica in attività non strutturali
concernenti l'ALLERTAMENTO (art.2 –c.4 – lettera a), la pianificazione dell'emergenza, la
formazione, la diffusione della conoscenza della protezione civile nonché l'informazione alla
popolazione”

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SISTEMA DI ALLERTAMENTO REGIONALE

IL SISTEMA DI ALLERTAMENTO RER


D.G.R. 962/2018

• Con l’emanazione della D.G.R. 962/2018 si è risposto alla necessità, indicata


dal Dipartimento nazionale di protezione civile, di uniformare su tutto il
territorio nazionale le modalità ed i contenuti con cui vengono emessi i
messaggi di allerta
• Il sistema di allertamento della Regione Emilia-Romagna, ai fini di protezione
civile, riguarda il rischio meteo, idrogeologico e idraulico, costiero e il
rischio valanghe.
• Il sistema ha tre funzioni:
– prevedere la situazione meteorologica, idrogeologica e idraulica attesa e valutare
la criticità sul territorio connessa ai fenomeni meteorologici previsti;
– attivare fasi operative di protezione civile riferite allo scenario di evento previsto
e attrezzarsi alla gestione dell’emergenza ad evento in atto;
– favorire la comunicazione tra i soggetti istituzionali, non istituzionali e i cittadini,
al fine di mettere in atto le azioni previste nei Piani comunali di emergenza di
protezione civile e le corrette norme comportamentali per l’autoprotezione

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SISTEMA DI ALLERTAMENTO REGIONALE

FENOMENI OGGETTO DEL SISTEMA DI ALLERTAMENTO


• I fenomeni oggetto del sistema di allertamento riguardano gli eventi con
preannuncio ovvero quelli che, in linea di principio, sono prevedibili
• Attraverso modellistica previsionale e di sistemi di monitoraggio è possibile
prevedere il loro verificarsi e la relativa evoluzione, con tempi utili per attivare
azioni di prevenzione e di preparazione a salvaguardia della pubblica incolumità

• Vengono valutate le criticità sul territorio connesse:


– CRITICITA' IDRAULICA
– CRITICITA' IDROGEOLOGICA
– CRITICITA' PER TEMPORALI
– VENTO
– TEMPERATURE ESTREME
– NEVE
– PIOGGIA CHE GELA
– STATO DEL MARE
– CRITICITA’ COSTIERA

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SISTEMA DI ALLERTAMENTO REGIONALE

I CODICI COLORE

• Il documento di previsione, bollettino o allerta, che segnala


l'assenza o la presenza di rischi meteo-idro utilizza un codice colore
uguale in tutta Italia. Ogni colore ha il seguente significato:
– Verde = nessuna allerta (Emanazione del BOLLETTINO DI VIGILANZA
METEO-IDROGEOLOGICA-IDRAULICA)
– Giallo = possibilità di fenomeni localizzati con un basso grado di
pericolo per le persone e danni limitati (Emanazione ALLERTA
PROTEZIONE CIVILE – CODICE GIALLO)
– Arancione = possibilità che si verifichi la combinazione di fenomeni più
intensi e più diffusi, oppure la forte presenza di uno solo di essi, con un
grado medio di pericolo e danni più estesi Emanazione ALLERTA
PROTEZIONE CIVILE – CODICE ARANCIONE)
– Rosso = possibilità di fenomeni molto intensi e molto diffusi oppure di
uno solo di essi con pericolo molto elevato per le persone e danni
ingenti ed estesi. Emanazione ALLERTA PROTEZIONE CIVILE – CODICE
ROSSO)

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SISTEMA DI ALLERTAMENTO REGIONALE

ZONE E SOTTOZONE DI ALLERTA


• Ai fini dell’allertamento in fase di previsione, per le criticità idrogeologica,
idrogeologica per temporali e idraulica, il territorio regionale è suddiviso in 8 zone
e 15 sottozone di allerta, la cui definizione si basa su criteri di natura idrografica,
meteorologica, orografica e amministrativa. Si tratta di ambiti territoriali omogenei
sotto il profilo climatologico, morfologico, e della risposta idrogeologica e idraulica:
la loro dimensione è dettata dalla scala spaziale degli strumenti di previsione
meteorologica ad oggi disponibili, che su dimensioni tra 2.000 e 4.000 kmq
consentono di ridurre l’incertezza spazio-temporale insita nella previsione

Zone di allerta per la criticità idrogeologica,


criticità per temporali e criticità idraulica Sottozone di allerta per vento, temperature
estreme, neve, ghiaccio, criticità costiera

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SISTEMA DI ALLERTAMENTO REGIONALE

L’ALLERTA METEO IDROGEOLOGICA IDRAULICA

• PER CIASCUNA TIPOLOGIA DI EVENTO PREVISTO viene attribuito un CODICE


COLORE alla relativa zona/sottozona di allerta attraverso la stima di opportuni
indicatori, associati ad uno scenario di evento sul territorio preventivamente
individuati e definiti a livello nazionale
• L’Allerta meteo idrogeologica idraulica è un documento unico di previsione e
valutazione nel quale è previsto codice Giallo/Arancione/Rosso su almeno una
zona/sottozona di allerta
• La valutazione viene effettuata alla scala spaziale delle zone/sottozone di allerta di
norma per le 24 ore della giornata successiva (00:00 – 24:00), aggiornando, se
necessario, la valutazione anche per le 12 ore della giornata in corso (36 ore
successive). La valutazione viene effettuata dal Centro Funzionale Arpae-SIMC,
dall’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile e dal
Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli. Il documento è emesso a doppia firma dal
Centro funzionale di Arpae-SIMC e dall’Agenzia regionale per la sicurezza
territoriale e la protezione civile e pubblicato entro le ore 13:00 sul sito
accompagnato da una notifica, tramite sms ed e-mail, ai Comuni, agli enti e alle
strutture operative territorialmente interessate

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SISTEMA DI ALLERTAMENTO REGIONALE

FASI DEL SISTEMA DI ALLERTAMENTO


• FASE DI PREVISIONE ovvero prima che l’evento si verifichi (attivazione di azioni
di prevenzione volte alla riduzione/mitigazione del possibile danno sul
territorio ed alla preparazione alla gestione di eventuali situazioni di
emergenza).
• FASE DI EVENTO al manifestarsi dell’evento, a cui corrisponde l’attivazione di
azioni di monitoraggio, di contrasto e di gestione dell’emergenza in atto
EVENTO

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SISTEMA DI ALLERTAMENTO REGIONALE

BOLLETTINO DI VIGILANZA METEO IDROGEOLOGICA IDRAULICA

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SISTEMA DI ALLERTAMENTO REGIONALE

ALLERTA METEO-IDROGEOLOGICA-IDRAULICA

Allerta GIALLA
per EVENTO
COSTIERO

Allerta
ARANCIONE per
STATO DEL MARE

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SISTEMA DI ALLERTAMENTO REGIONALE

CRITICITÀ IDROGEOLOGICA-IDRAULICA

• In corso di evento vengono


notificate tramite SMS ed e-mail
ai Comuni agli Enti e alle
Strutture Operative
territorialmente interessate sia
il superamento di soglie
pluviometriche, sia i
superamenti di soglie
idrometriche 2 e 3, rilevate
attraverso la rete regionale di
monitoraggio pluvio- TESTO SMS Ricevuto il martedì 09/05/2017
07:16:
idrometrica in telemisura Superata soglia 3 nell'idrometro di Savignano
sul fiume RUBICONE alle ore 07:15. I livelli
idrometrici sono consultabili sul sito:
https://allertameteo.regione.emilia-
romagna.it/livello-idrometrico
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SISTEMA DI ALLERTAMENTO REGIONALE

LE SOGLIE DI ALLERTAMENTO

• LE SOGLIE PLUVIOMETRICHE individuate, sono considerate


corrispondenti alla evidenza in atto di un temporale forte e persistente
e sono pari a 30mm/h e 70mm/3h di pioggia cumulata
• LE SOGLIE IDROMETRICHE costituiscono un indicatore della
pericolosità della piena in atto nelle sezioni idrometriche del tratto
arginato di valle del corso d’acqua; nelle sezioni idrometriche del tratto
montano possono assumere anche un significato di preannuncio da
monte verso valle lungo uno stesso corso d’acqua, in quanto spesso
rispondono ad una correlazione monte-valle per le tipologie di piene
più frequenti

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SISTEMA DI ALLERTAMENTO REGIONALE

AZIONI

• La comunicazione del livello di allerta previsto e l’invio delle notifiche in


corso di evento hanno lo scopo principale di CONSENTIRE AD ENTI E
STRUTTURE OPERATIVE DEL SISTEMA REGIONALE DI PROTEZIONE CIVILE
LA PREDISPOSIZIONE DI SPECIFICHE ATTIVITÀ finalizzate alla preparazione
per la gestione dei fenomeni attesi e alla pianificazione delle azioni che
progressivamente saranno messe in atto, dalla “fase previsionale” alla
gestione “dell’evento in corso”, rivolte a fronteggiare le situazioni di
criticità che possono manifestarsi in un territorio
• Nell’allegato 7 della D.G.R. 962/2018 sono riportate per gli attori del
sistema di protezione civile le principali azioni da mettere in campo sia in
fase previsionale sia in corso di evento riferite al codice colore indicato
nell’Allerta di protezione civile e costituiscono una base importante ai
fini della pianificazione di protezione civile

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SISTEMA DI ALLERTAMENTO REGIONALE

I PRESIDI TERRITORIALI
• I Presidi territoriali hanno la funzione principale di effettuare, a scala locale, il
monitoraggio strumentale ed il controllo delle criticità sul territorio e di attuare la
pianificazione e la gestione dei primi interventi
• In base alla normativa sono costituiti i presidi:
– idrogeologico
– idraulico
– costiero
• Per ogni presidio sono codificati le aree su cui si svolge l’attività, le principali azioni,
i soggetti responsabili, altri soggetti che partecipano
• Devono garantire in fase di evento un coordinamento nell’ambito territoriale di
riferimento
• I tre presidi sono indipendenti tra loro
• Il soggetto responsabile del coordinamento di ciascun presidio viene definito
nell’ambito delle funzioni di direzione unitaria di tutti i servizi in emergenza da
attivare a livello provinciale così come declinato dall’art. 9 D.Lgs 1/2018
• L’Agenzia regionale per la Sicurezza Territoriale e la Protezione Civile partecipa
come soggetto responsabile/di coordinamento/supporto ai Comuni e loro Unioni
come previsto al paragrafi 2.2.1, 2.2.2. , 2.2.3.

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SISTEMA DI ALLERTAMENTO REGIONALE

LA COMUNICAZIONE – SITO ALLERTAMENTO ER

https://allertameteo.regione.emilia-
romagna.it

Si possono trovare:
• i documenti relativi al sistema di
allertamento
• gli strumenti per la gestione delle
emergenze
• gli strumenti per il monitoraggio e
al fine si seguire l'evolversi
dell'evento

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DELIBERAZIONE DELLO STATO DI EMERGENZA
DECRETO LEGISLATIVO 2 gennaio 2018, n. 1
CAPO II, Sezione I, e CAPO IV (articoli 7, 23-30)
Tempi + rapidi per la dichiarazione di emergenza e istruttorie condivise

lo stato di il riallineamento degli


mobilitazione strumenti amministrativi e
e i suoi strumenti contabili

le nuove prospettive per i misure per il superamento


contenuti delle ordinanze dell’emergenza (la «fase 2»)

nuovi tempi per la dichiarazione dello stato


la disciplina degli interventi di emergenza,
all’estero guardando primi interventi più tempestivi e
all’Europa istruttorie congiunte per una migliore
identificazione delle esigenze

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DELIBERAZIONE DELLO STATO DI EMERGENZA
DECRETO LEGISLATIVO 2 gennaio 2018, n. 1
Art. 7 – Tipologia degli eventi emergenziali di protezione civile
Gli eventi emergenziali si distinguono in:
Emergenze connesse con eventi calamitosi di origine naturale o derivanti
A dall'attività dell'uomo che possono essere fronteggiati mediante interventi
attuabili dai singoli enti e amministrazioni competenti in via ordinaria;

Emergenze connesse con eventi calamitosi di origine


naturale o derivanti dall’ l'attività dell'uomo che per Dichiarazione
loro natura ed estensione comportano l'intervento Stato di crisi
B coordinato di più enti o amministrazioni competenti in regionale
via ordinaria e devono essere fronteggiati con mezzi e
poteri straordinari;

Emergenze di rilievo nazionale connesse con eventi


calamitosi di origine naturale o derivanti dall'attività Deliberazione
dell'uomo che in ragione della loro intensità ed Stato di
C estensione debbono, con immediatezza d'intervento, emergenza di
rilievo
essere fronteggiate con mezzi e poteri straordinari da
impiegare durante limitati e predefiniti periodi di nazionale
tempo.

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DELIBERAZIONE DELLO STATO DI EMERGENZA
DECRETO LEGISLATIVO 2 gennaio 2018, n. 1

Art.23 – Dichiarazione dello stato di mobilitazione del Servizio nazionale della


protezione civile

In occasione di eventi che possono manifestarsi con intensità tale da compromettere


la vita o beni di primaria importanza, il Presidente del Consiglio dei Ministri dispone la
mobilitazione straordinaria del Servizio nazionale a supporto dei sistemi regionali
mediante il coinvolgimento coordinato delle colonne mobili delle altre Regioni e del
volontariato di protezione civile. Con ulteriore decreto viene disposta la cessazione
dello stato di mobilitazione, ad esclusione dei casi in cui si proceda alla deliberazione
dello stato di emergenza. Qualora non intervenga la deliberazione dello stato di
emergenza il Servizio nazionale cura la ricognizione delle attività di natura
straordinaria poste in essere sulla base delle quali vengono assegnati dei contributi per
la copertura degli oneri sostenuti dalle strutture operative mobilitate, a valere sulle
risorse finanziarie del Fondo per le emergenze nazionali.

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DELIBERAZIONE DELLO STATO DI EMERGENZA
DECRETO LEGISLATIVO 2 gennaio 2018, n. 1

Art.24 – Deliberazione dello stato di emergenza di rilievo nazionale

1. Al verificarsi di emergenze di rilievo nazionale connesse con eventi calamitosi che


in ragione della loro intensità ed estensione debbono essere fronteggiati con
mezzi e poteri straordinari, il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente del
consiglio dei ministri e su richiesta del Presidente della Regione, delibera lo stato
di emergenza di rilievo nazionale fissandone durata ed estensione territoriale ed
autorizza l’emanazione delle ordinanze di protezione civile.
2. La delibera individua le prime risorse finanziarie da destinare all’avvio delle
attività di soccorso e assistenza alla popolazione e degli interventi più urgenti. In
seguito vengono individuate le ulteriori risorse finanziarie necessarie per il
completamento delle attività.
3. La durata dello stato di emergenza non può superare i dodici mesi, ed è
prorogabile per non più di dodici ulteriori mesi.

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DELIBERAZIONE DELLO STATO DI EMERGENZA
DECRETO LEGISLATIVO 2 gennaio 2018, n. 1

Art.25 – Ordinanze di protezione civile


Con le ordinanze di protezione civile si dispone:
a) Gli interventi di soccorso e assistenza alla popolazione interessata dall’evento;
b) Il ripristino dei servizi pubblici e delle infrastrutture;
c) Attivazione di misure economiche di immediato sostegno al tessuto economico
sociale;
d) Realizzazione di interventi per la riduzione del rischio residuo nelle aree colpite;
e) Ricognizione dei fabbisogni per il ripristino di strutture e infrastrutture
pubbliche e private nonché dei danni subiti dalle attività economico e produttive,
dai beni culturali e paesaggistici e dal patrimonio edilizio;
f) Attuazione prime misure per far fronte alle esigenze urgenti di cui al punto
precedente anche attraverso misure di delocalizzazione in altre località.

N.B. Per la realizzazione dell'attività previste dalle ordinanze, nel rispetto dei principi generali
dell’ordinamento giuridico, della direttiva del Consiglio dei Ministri del 22 ottobre 2004 e dei
vincoli derivanti dall’ordinamento comunitario, il Commissario delegato e gli eventuali soggetti
attuatori dal medesimo individuati possono provvedere, sulla base di apposita motivazione, in
deroga a varie disposizioni normative

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DELIBERAZIONE DELLO STATO DI EMERGENZA

Prima segnalazione Deliberazione Stato di Fissa durata ed


DANNI estensione
emergenza di rilievo territoriale
EVENTO post evento
nazionale – Art. 24 Individua le prime
Tipo C Sopralluogo (Presidente del Consiglio dei risorse finanziarie
Dipartimento Ministri) Autorizza
PC
emanazione di
Ordinanze di
Protezione Civile
Nomina il
Ordinanza di Protezione Civile – Art. 25
Commissario (Capo Dipartimento di PC)
Delegato (Presidente
Regione) il Commissario Delegato Compilazione tabella danni per Piano degli
predispone un Piano degli interventi (patrimonio pubblico e privato, nonché
interventi attività economiche e produttive)

PATRIMONIO PUBBLICO
PATRIMONIO ATTIVITÀ ECONOMICHE E
Edifici strategici, servizi essenziali (sanitario, scolastico...),
infrastrutture, sistemazione idraulica e idrogeologica PRIVATO PRODUTTIVE
Interventi strutturali di Strutture, impianti, macchinari,
primi interventi di interventi strutturali di riduzione ripristino degli edifici: attrezzature: nesso di causalità
interventi ripristino del rischio residuo nesso di causalità
urgenti

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DELIBERAZIONE DELLO STATO DI EMERGENZA

Tabella danni

Tipologie per definire il Piano con ordine di priorità

TIPO A: interventi volti a rimuovere le situazioni di rischio, ad assicurare


assistenza e ricovero alla popolazione

TIPO B1: interventi di ripristino immediato (somme urgenze-pronti


interventi) - ESEGUITI

TIPO B2: interventi di ripristino immediato (somme urgenze-pronti


interventi) - DA ESEGUIRE

TIPO C: intervento di ripristino per la mitigazione del rischio residuo

PIANO DEGLI INTERVENTI


Approvato dal Commissario Delegato
previa approvazione del Capo del Dipartimento di Protezione Civile

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DELIBERAZIONE DELLO STATO DI EMERGENZA

PIANO DEGLI INTERVENTI


Contiene: Struttura tipo:
a) gli interventi realizzati nella fase di prima emergenza per - Sintesi descrittiva dell’evento;
rimozione situazioni di rischio e assistenza alle popolazioni
- Rappresentazione degli interventi di somma urgenza
b) le attività poste in essere, anche in termini di somma
urgenza, inerenti la messa in sicurezza delle aree interessate e urgenti realizzati per dare una immediata risposta
dall’evento alle necessità del territorio;
c) gli interventi urgenti volti ad evitare situazioni di pericolo o - Disposizioni procedurali;
maggiori danni - Interventi di acquisizione di beni e servizi di Enti
Descrizione tecnica di ciascun intervento, durata, indicazione locali e Enti gestori di servizi essenziali ed
stime di costo. infrastrutture: descrizione, fonti finanziamento,
modalità di rendicontazione e controllo;
- Interventi assegnati all’Agenzia;
Le risorse finanziarie sono erogate previo rendiconto delle spese
sostenute ed attestazione della sussistenza del NESSO DI
- Impiego del Volontariato di Protezione Civile:
CAUSALITÀ con la situazione di emergenza in argomento. rimborsi ai sensi del D.Lgs. 1/2018;
- Indicazioni operative.

Nell’ambito delle emergenze, sia nazionali che regionali, la Regione agisce anche con lo strumento dell’Art. 10 della
L.R. 1/2005.
Interventi indifferibili ed urgenti
1. Al verificarsi o nell'imminenza di una situazione di pericolo, anche in assenza della dichiarazione dello stato di crisi o di emergenza di cui
all'articolo 8, che renda necessari specifici lavori o altri interventi indifferibili e urgenti, il Direttore dell'Agenzia regionale adotta tutti i provvedimenti
amministrativi necessari, assumendo i relativi impegni di spesa nei limiti delle disponibilità dei capitoli del bilancio dell'Agenzia regionale a ciò
specificamente destinati, nel rispetto di direttive impartite dalla Giunta regionale.
2. Qualora la realizzazione degli interventi richieda l'impiego di ulteriori fondi a carico del bilancio regionale, questi sono stanziati con decreto del
Presidente della Giunta regionale o, per sua delega, dell'Assessore competente, da sottoporre a ratifica della Giunta regionale entro i successivi
trenta giorni.

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DELIBERAZIONE DELLO STATO DI EMERGENZA

Dichiarazione Stato di crisi


regionale – Art. 8 L.R. 1/2005
(Presidente della Regione)

Dichiarazione dello stato di crisi e di emergenza nel territorio regionale


1. Al verificarsi o nell'imminenza degli eventi di cui all'articolo 2, comma 1, lettera b), che colpiscono o
minacciano di colpire il territorio regionale e che, per la loro natura ed estensione richiedano la necessità di
una immediata risposta della Regione, anche per assicurare il concorso alle strutture dello Stato, il Presidente
della Giunta regionale decreta, in forza di quanto previsto all'articolo 108, comma 1, lettera a), punto 2, del
decreto legislativo n. 112 del 1998, lo stato di crisi regionale, determinandone durata ed estensione
territoriale, dandone tempestiva informazione alla Giunta ed al Consiglio regionale.
2. Sul presupposto della dichiarazione di cui al comma 1 e limitatamente al perdurare dello stato di crisi, il
Presidente della Giunta regionale o, per sua delega, l'Assessore competente:
a) provvede, per l'attuazione degli interventi necessari, nell'ambito delle attribuzioni spettanti alla
Regione, anche a mezzo di ordinanze motivate in deroga alle disposizioni regionali vigenti e nel rispetto
della Costituzione, delle leggi dello Stato e dei principi generali dell'ordinamento giuridico, fatte salve le
attribuzioni spettanti ai Sindaci ed alle altre Autorità di protezione civile;
b) assume secondo le modalità di cui all'articolo 9 il coordinamento istituzionale delle attività finalizzate a
superare lo stato di crisi, definendo appositi atti di indirizzo, obiettivi e programmi da attuare e
specificando il fabbisogno di risorse finanziarie e strumentali necessarie, su proposta dei comitati
istituzionali di cui al medesimo articolo 9, comma 2.

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GESTIONE DELLE EMERGENZE DI PROTEZIONE CIVILE

Tipologia degli eventi


emergenziali di protezione civile
A connesse con eventi calamitosi di origine naturale o derivanti dall’attività
dell’uomo che possono essere fronteggiati mediante interventi attuabili, dai singoli
enti e amministrazioni competenti in via ordinaria

B emergenze connesse con eventi calamitosi di origine naturale o derivanti


dall’attività dell’uomo che per loro natura o estensione comportano l’intervento
coordinato di più enti o amministrazioni, e debbono essere fronteggiati con mezzi e
poteri straordinari da impiegare durante limitati e predefiniti periodi di tempo,
disciplinati dalle Regioni e dalle Province autonome

C emergenze di rilievo nazionale connesse con eventi calamitosi di origine


naturale o derivanti dall’attività dell’uomo che in ragione della loro intensità o
estensione debbono, con immediatezza d’intervento, essere fronteggiate con mezzi
e poteri straordinari da impiegare durante limitati e predefiniti periodi di tempo

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GESTIONE DELLE EMERGENZE DI PROTEZIONE CIVILE

“Indirizzi operativi per la gestione delle emergenze” 03/12/2008

la gestione del flusso delle


informazioni tra i diversi soggetti
coinvolti

la definizione di procedure operative al


fine di ottimizzare la capacità di
allertamento, di attivazione e di
intervento del Servizio nazionale della
protezione civile

il modello organizzativo per la


gestione delle emergenze con
indicazione degli interventi prioritari
da disporre a livello nazionale per
supportare ed integrare la risposta
locale

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GESTIONE DELLE EMERGENZE DI PROTEZIONE CIVILE

GESTIONE DELL’EMERGENZA NAZIONALE

D.Lgs. 1/2018 art. 23


Dichiarazione dello stato
di mobilitazione del SNPC
EVENTO C
D.Lgs. 1/2018 art. 24
Deliberazione dello stato
di emergenza

Convocazione Commissione per Convocazione Comitato Istituzione DICOMAC


la previsione e la prevenzione Operativo Direzione unitaria e
dei grandi rischi Direzione unitaria e coordinamento delle attività
Consulenza tecnico-scientifica coordinamento delle sul territorio
attività di emergenza

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GESTIONE DELLE EMERGENZE DI PROTEZIONE CIVILE
GESTIONE DELL’EMERGENZA NAZIONALE
Viabilità Compagnie
COMITATO OPERATIVO DELLA
Italia Telefoniche
Terna PROTEZIONE CIVILE

Capo del Corpo Nazionale CNMCA


ENEL ITALGAS Dipartimento della Vigili del Fuoco
Ministero
Forze Protezione Civile
ENI Forze di Sviluppo
Armate Polizia economico
MEF Corpo Nazionale del
Ministero Soccorso Alpino
della Salute Croce
Rossa
ASSICURA LA DIREZIONE UNITARIA ED IL Italiana
ISPRA
COORDINAMENTO DELLE ATTIVITÀ IN EMERGENZA
CNR
Banca Italia
INGV Conferenza unificata
Organizzazioni Stato/Regioni/Città ed ANAS
MIBACT di volontariato autonomie locali
ENAC ENAV Poste Italiane MAE Autostrade
RFI
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GESTIONE DELLE EMERGENZE DI PROTEZIONE CIVILE
GESTIONE DELL’EMERGENZA NAZIONALE
PRINCIPALI ATTIVITÀ DEL COMITATO OPERATIVO
Esigenze emerse dal Disponibilità delle risorse
quadro conoscitivo del sul territorio e di quelle
territorio e dell’evento provenienti dalle altre
avvenuto Regioni

ASSEGNAZIONE DELLE RISORSE AL TERRITORIO

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GESTIONE DELLE EMERGENZE DI PROTEZIONE CIVILE

La rete delle strutture di protezione civile

Centri di Aree di Emergenza


comando/coordinamento

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GESTIONE DELLE EMERGENZE DI PROTEZIONE CIVILE

Centri di comando/coordinamento

• SI ATTIVANO SECONDO LE INDICAZIONI RIPORTATE DALLA DIRETTIVA DEL


PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI DEL 3 DICEMBRE 2008
• STRUTTURANO LA LORO ATTIVITA’ ORGANIZZANDOSI PER OBIETTIVI
• NELLA PIANIFICAZIONE DI EMERGENZA DEVE ESSERE INDIVIDUATO IL
COORDINATORE TRA LE AMMINISTRAZIONI COMPETENTI E CIASCUNA
FUNZIONE DEVE ESSERE AFFIDATA AL COORDINAMENTO DI UN RESPONSABILE
COMPETENTE IN MATERIA E OPERANTE SUL TERRITORIO.

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GESTIONE DELLE EMERGENZE DI PROTEZIONE CIVILE
LA PRIMA RISPOSTA ALL’EMERGENZA
L’attivazione del COC

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GESTIONE DELLE EMERGENZE DI PROTEZIONE CIVILE

Centri di comando/coordinamento
• Al momento dell’emergenza sul proprio Comune, il Sindaco assume la direzione
dei servizi di emergenza, quali servizi di soccorso e assistenza, come previsto dal
piano di emergenza.
• Il Sindaco nello svolgimento delle attività, si avvale del centro operativo (COC) e ne
decide la localizzazione.

Il Centro Operativo Comunale (COC)


Concetti di base
• Il Sindaco, autorità comunale di protezione civile, si avvela del COC attivato con le
funzioni di supporto necessarie per la gestione dell’emergenza.
• Nelle funzioni di supporto del COC sono rappresentate le componenti e le
strutture operative del contesto locale.
• L’individuazione della sede è in carico al Sindaco, o suo delegato, e deve essere
definita in fase di pianificazione.
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GESTIONE DELLE EMERGENZE DI PROTEZIONE CIVILE

IL CONCETTO DI FUNZIONE DI SUPPORTO


La pianificazione e la gestione dell’emergenza, nel centro operativo, sono
organizzate secondo “funzioni di supporto”, ossia in specifici ambiti di
attività che richiedono l’azione congiunta e coordinata di soggetti diversi
per il perseguimento di medesimi obiettivi. Tali funzioni devono essere
opportunamente individuate nel piano di emergenza anche sulla base
delle effettive risorse disponibili (sostenibilità); per ciascuna funzione
devono essere individuati i soggetti che ne fanno parte e, con opportuno
atto, il responsabile.
(Manuale operativo per la predisposizione di un piano comunale e intercomunale di protezione civile – ex
OPCM 3606/2007)

attività della funzione

richiesta Provvedimento
verifica lavorazione controllo
INPUT OUTPUT

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GESTIONE DELLE EMERGENZE DI PROTEZIONE CIVILE

Prime azioni operative del Sindaco in caso di evento


(mutuata dalla Direttiva PCM 3 dicembre 2008)
✓ Attivazione del COC con funzioni e componenti necessari alla gestione dell’evento.
✓ Individuazione e verifica fruibilità immediata delle aree di attesa, di ricovero e di
ammassamento dei soccorritori e delle risorse.
✓ Continua informazione alla popolazione sulla situazione in atto e sui comportamenti da
seguire (attivazione sportello informativo).
✓ Individuazione e rimozione delle situazioni di pericolo e prima messa in sicurezza della
popolazione (eventuale evacuazione).
✓ Controllo della viabilità (afflusso soccorsi – evacuazione).
✓ Predisposizione delle misure di assistenza sanitaria alla popolazione.
✓ Assistenza alla popolazione per soddisfare i bisogni primari e garantire, se necessario,
supporto logistico (trasferimento, alloggio e sostentamento).
✓ Monitoraggio del territorio per seguire l’evoluzione dell’evento (adeguatezza misure
attivate, esigenze di risorse e soccorritori).

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GESTIONE DELLE EMERGENZE DI PROTEZIONE CIVILE

CONTINUITA’ AMMINISTRATIVA
La continuità amministrativa delle amministrazioni comunali è fondamentale per poter
rispondere alle esigenze poste dal modello di intervento contenuto nella Direttiva del
Presidente del Consiglio dei Ministri del 3 dicembre 2008, concernente gli “Indirizzi
operativi per la gestione delle emergenze”.

“a meno di eventi catastrofici che annullino la capacità di reazione da parte del territorio, la
prima risposta all'emergenza, qualunque sia la natura dell'evento che la genera e
l'estensione dei suoi effetti, deve essere garantita dalla struttura locale, a partire da quella
comunale, preferibilmente attraverso l'attivazione di un Centro Operativo Comunale (C.O.C.)
dove siano rappresentate le diverse componenti che operano nel contesto locale”.

si considera, dunque indispensabile che fra le attività di “pianificazione” comunale e di


“preparazione all’emergenza”, rientrino, oltre ad una pianificazione “di protezione civile”
riferita ad eventi calamitosi che possono interessare il territorio, anche una specifica
pianificazione finalizzata ad assicurare la continuità amministrativa.

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GESTIONE DELLE EMERGENZE DI PROTEZIONE CIVILE

I Centri di Coordinamento di rilievo provinciale


Il CCS viene gestito dal Prefetto il quale
CCS e Sala Operativa assume, coordinandosi con la giunta
Provinciale regionale, la direzione dei servizi di
emergenza da attivare, coordinandoli con
gli interventi dei Sindaci dei comuni
interessati.
Viene costituito da : rappresentanti della
Prefettura, Amministrazioni regionale e
provinciale, gli enti, le amministrazioni e
le strutture operative deputate alla
gestione di emergenza.
Attraverso un atto formale si individua sia
la sede ufficiale che quella alternativa, di
solito la sede del CCS coincide con la
Prefettura.
Nella sala operativa provinciale deve
essere garantita come dotazione: una
sala riunioni, una segreteria, un ufficio
per il responsabile ed una sala radio, la
superficie minima invece deve essere di
circa 300 mq
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GESTIONE DELLE EMERGENZE DI PROTEZIONE CIVILE
I Centri di Coordinamento di rilievo provinciale
Centri Operativi Misti (COM) - intercomunali
Nella pianificazione
provinciale deve essere
individuato il Comune sede
di COM
L’individuazione del CCS e
dei COM deve essere
riportata all’interno del
piano provinciale di
emergenza.
Tale documento deve essere
pertanto redatto
congiuntamente alla
Prefettura – UTG, e condiviso
con la Regione e i Comuni e
successivamente
formalmente approvato.

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GESTIONE DELLE EMERGENZE DI PROTEZIONE CIVILE
I Centri di Coordinamento di rilievo
regionale
La Sala Operativa Regionale
(C.O.R. In Emilia-Romagna) nella
fase emergenziale, mantiene il
raccordo con i centri Operativi
attivati a livello provinciale,
intercomunale ed assicura
l’impiego di tutte le risorse
regionali.

Il COR mantiene raccordo con la


Sala Situazioni Italia (Direttiva
SISTEMA del 03/12/2008), e con le
sale operative regionali e
provinciali, le strutture operative
preposte al soccorso e con le sale
operative degli Enti che gestiscono
le reti le infrastrutture ed i servizi.

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I Centri di Coordinamento di rilievo nazionale

➢ La struttura di
coordinamento nazionale in
caso di necessità viene
allestita nella Direzione del
Comando e Controllo
(DI.COMA.C.).

➢ All’interno della DI.COMA.C.


operano rappresentanti
delle Strutture Operative
quali (VVF, CC, PS, CNSAS,
CRI, GDF,CFS, COI,CP, Polizia
penitenziaria, etc.)

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GESTIONE DELLE EMERGENZE DI PROTEZIONE CIVILE

Le aree di emergenza

➢ aree di attesa della popolazione


➢ aree di ricovero della popolazione
➢ aree di ammassamento dei soccorritori e delle risorse

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GESTIONE DELLE EMERGENZE DI PROTEZIONE CIVILE

Le aree di emergenza
Le Aree di Ricovero della popolazione
Le Aree di Attesa sono luoghi di primo sono strutture coperte – rischio
ritrovo per la popolazione, che riceverà le idrogeologico dette anche “Centri di
informazioni sull’evento e sui accoglienza” (ostelli, alberghi, abitazioni
comportamenti da seguire per le
successive sistemazioni eventuali. private, ecc.) - o luoghi in cui saranno
❑ Periodo di utilizzo in emergenza il più allestite tende – “Aree di accoglienza”
breve possibile. rischio sismico - in grado di assicurare
❑ Sicurezza dell’area e del percorso per il un ricovero alla popolazione colpita.
suo raggiungimento. I requisiti sono:
❑ sicurezza del sito a frane, crolli
allagamenti;
❑ vicinanza a reti idriche, elettriche e
fognarie;
❑ sicurezza del percorso per il
raggiungimento dell’area;
❑eventuale polifunzionalità.

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GESTIONE DELLE EMERGENZE DI PROTEZIONE CIVILE

Le aree di emergenza
I Centri di Ricovero sono gli alloggi per la popolazione da utilizzare per il periodo di tempo
necessario al superamento dell’emergenza; a tale scopo si possono utilizzare strutture coperte
come ostelli, alberghi, scuole, palestre, padiglioni fieristici, ecc.
I requisiti sono:
❑ ubicazione in aree non soggette a rischio
❑ sicurezza e semplicità del percorso per il raggiungimento del centro
❑ spazi liberi nelle immediate adiacenze per parcheggi e per consentire manovre
❑ periodo di utilizzo relativamente breve.

Dalle Aree di Ammassamento partono i soccorsi coordinati dai Centri Operativi


I requisiti sono:

❑ sicurezza del sito a frane , crolli allagamenti;


❑ vicinanza a reti idriche, elettriche e fognarie;
❑ sicurezza del percorso per il raggiungimento dell’area;
❑ raggiungibilità mediante mezzi di grande dimensione;
❑ eventuale polifunzionalità.

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Monografia generale Area di
Ammassamento Soccorritori

Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile SERVIZIO AREA ROMAGNA
Monografia di dettaglio Area di
Ammassamento Soccorritori

Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile SERVIZIO AREA ROMAGNA
Monografia Generale Area di
Accoglienza scoperta

Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile SERVIZIO AREA ROMAGNA
Monografia di dettaglio Area di Accoglienza scoperta

Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile SERVIZIO AREA ROMAGNA

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