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SEZIONE OPERATIVA
REDATTO SEZ. PROCEDURE OPERATIVE
STANDARD
Revisione 1.0 Gruppo Lavoro Idrogeologico
01/03/2022 VERIFICATO
Gruppo Lavoro Idrogeologico
APPROVATO
P a g . 1 | 13
Comitato Coordinamento Volontari Protezione Civile
Città Metropolitana Milano
Rev.1.0
MANUALE RISCHI E PROCEDURE OPERATIVE
Il Rischio è rappresentato dalla possibilità che un fenomeno naturale o indotto dalle attività dell’uomo
possa causare effetti dannosi sulla popolazione, sugli insediamenti abitativi e produttivi e le
infrastrutture, all’interno di una particolare area in un determinato periodo di tempo.
I rischi sono di intensità e criticità variabili: più i livelli di criticità sono elevati, tanto più sono dannosi i
potenziali effetti. Tra i Rischi identificati nel Piano di Protezione Civile della Città Metropolitana di
Milano viene individuato quello idrogeologico.
Gli scenari per i quali insorgono delle criticità riguardano i principali corsi fluviali che attraversano il
territorio della città metropolitana e, nello specifico, il Lambro, l’Olona e il Seveso. Al superamento
di soglie di guardia previste nella Pianificazione dell’autorità di Bacino si verificano esondazioni per
tracimazione ed erosione degli argini.
Nel sistema di allertamento, come indicato dal Dipartimento di Protezione civile, il rischio è
differenziato e definito come:
• Rischio idrogeologico che corrisponde agli effetti indotti sul territorio dal superamento dei livelli
pluviometrici critici lungo i versanti, dei livelli idrometrici dei corsi d’acqua della rete idrografica
minore e di smaltimento delle acque piovane;
• Rischio idraulico che corrisponde agli effetti indotti sul territorio dal superamento dei livelli
idrometrici critici (possibili eventi alluvionali) lungo i corsi d’acqua principali.
Tra le manifestazioni più tipiche di questa tipologia di fenomeni sul territorio possiamo citare
temporali, venti forti, nebbia, neve e gelate, ondate di calore, alluvioni, erosione degli argini.
EVENTI DI
TIPO A
EVENTI DI
TIPO B
TERRITORIO - EDIFICI
4 3 12 MOLTO ELEVATO
PERSONE
1 4 4 ELEVATO
• MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI - Decreto 13 aprile 2011 - Disposizioni
in attuazione dell'articolo 3, comma 3-bis, del D.lgs. 9 aprile 2008, n. 81, come modificato e integrato
dal D.lgs. 3 agosto 2009, n. 106, in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro - Gazzetta
Ufficiale n. 159 del 11 luglio 2011;
• Gazzetta Ufficiale Unione Europea - del 29 luglio 2010 recante modifica della decisione
2004/277/CE, Euratom della Commissione per quanto concerne le modalità di applicazione della
decisione 2007/779/CE, Euratom del Consiglio che istituisce un meccanismo comunitario di
protezione civile – Allegato II Requisiti generali per i moduli di protezione civile europei – capitoli
1, 16;
• Manuali di Protezione Civile di altre ETS nazionali;
• Piano di Città Metropolitana in corretto grado di revisione.
SPECIALIZZAZIONI RICHIESTE
In verde le specializzazioni ritenute prioritarie. In giallo le specializzazioni a supporto ed attivabili ove necessario.
DURANTE IL PERCORSO
Il Capo Squadra si prepara alla gestione dell’intervento continuando, ed eventualmente completando,
l’informazione agli operatori sul tipo d’intervento da eseguire, distribuisce gli incarichi e ipotizza la
possibilità di affrontare situazioni impreviste che aumentino il rischio. L’incarico assegnato a ciascun
volontario dovrà essere mantenuto finché non giungeranno istruzioni in merito dal Capo Squadra.
NB. - Sul luogo dell’evento gli operatori presenti dovranno essere coordinati unicamente da un Capo
Squadra, il quale sarà l’unico titolato a dare inizio alle operazioni e a dislocare eventualmente il
personale nella zona di intervento.
I componenti della squadra attendono in ordine, in prossimità del mezzo, le disposizioni per
l’intervento. Qualora la squadra subentri per proseguire un intervento già iniziato da altra squadra,
sarà effettuato un completo passaggio di consegne durante il quale il Capo Squadra smontante
informerà il Capo Squadra subentrante sulla situazione generale in atto, sulla sua evoluzione, sugli
interventi effettuati e sullo stato di funzionamento delle attrezzature e delle macchine.
- Verifica della presenza di pacchi batterie, accumulatori o gruppi di continuità, i quali possono
riattivarsi non appena il livello dell’acqua scende sotto un determinato limite. In tale evenienza
gli stessi riportano l’impianto in tensione e può originarsi il pericolo di elettrocuzione per gli
operatori;
- Se vi sono dispositivi medici che richiedono continuità di energia elettrica, valutare la
possibilità di alimentarli in modo diverso, ad esempio con un gruppo elettrogeno, oppure di
sezionare solamente la zona oggetto d’intervento;
NB - Accertarsi che l’intercettazione dell’alimentazione elettrica non pregiudichi il funzionamento di
impianti tecnologici (ad es. caldaie) o impianti antincendio.
B. Scarico dal mezzo di trasporto dei materiali, dell’attrezzatura e delle macchine necessarie
all’intervento e loro sistemazione nelle immediate vicinanze alla zona interessata;
C. Disposizione ordinata delle attrezzature al fine di non intralciare le operazioni tra le squadre e
messa in funzione delle stesse, garantendo le corrette condizioni di impiego, in modo che si operi in
completa sicurezza per i volontari, le attrezzature stesse e l’ambiente circostante. NB - assicurare
le attrezzature se si opera in zone con pendenze elevate mediante corde e/o picchetti. Per le singole
macchine (motopompe, elettropompe, gruppo elettrogeno, torre faro, ecc.) fare riferimento alle
specifiche Schede Tecniche;
D. Predisposizione delle manovre di sicurezza degli operatori relativamente all’utilizzo di corde,
fettucce e moschettoni a norma (non logori o rovinati), uso corretto dell’imbracatura anticaduta o
del supporto al galleggiamento, esecuzione corretta dei nodi di sicurezza, eventuale
posizionamento della linea vita mobile (corretto allestimento), posizionamento della corda da
lancio;
E. Valutazione dei progressi dell’intervento e, in funzione di ciò, ripianificazione delle risorse a
disposizione;
F. Verifica che le operazioni di tutela dei beni siano orientate a contenere i danni in maniera decisiva
con qualsiasi sistema idoneo;
G. Per accedere e operare in sicurezza sui luoghi e limitare i danni, potrebbe essere necessario
rimuovere e portare in una posizione più sicura oggetti contenuti nelle aree allagate. Procedere in
questo caso previo consenso del proprietario, in mancanza del quale l’intervento sarà sospeso;
H. Ulteriori accorgimenti possono rivelarsi utili nelle fasi di intervento:
- Allacciamenti e operazioni effettuate in immersione o a contatto con acqua o liquidi vanno
valutati e eseguiti con guanti di gomma. I guanti in cuoio vanno impiegati in tutti gli altri casi;
- Verificare che l’acqua aspirata defluisca in aree che sono in grado di accoglierla, in modo da non
creare altri allagamenti oppure che la stessa ritorni indietro nella zona di partenza (non
utilizzare, pertanto, pozzetti in prossimità del locale o dell’area da bonificare e controllare
costantemente l'efficienza dello scarico durante il pompaggio);
- Quando la quantità d’acqua lo consente, ricercare un pozzetto, una canalina di scolo, in ogni
caso l’area più bassa dove concentrare le ultime fasi di prosciugamento (che eventualmente
potrà continuare con le elettropompe ad immersione);
- Le bocche di mandata delle manichette devono essere orientate in modo tale da non arrecare
danno a proprietà di terzi o se in prossimità a un corso d’acqua all’argine (pericolo di erosione
dell’argine);
- Le bocche di mandata delle manichette devono essere correttamente fissate alle vasche di
rimando, ovvero, ancorate al suolo o a un oggetto pesante con picchetti e corde per contrastare
il getto d’acqua in presenza di un argine (in tal caso ancorarle in maniera che l’acqua scaricata
non eroda l’argine stesso).
-
A) PREPARATIVI
La prima operazione da eseguire, dopo aver indossato tutti i DPI, è la preparazione della motosega che
si andrà ad utilizzare per il taglio. Bisognerà rifornire il serbatoio carburante di miscela, accertarsi che
sia presente l’olio per la lubrificazione della catena e regolare la tensione della lama con le apposite
chiavi. Per una corretta e sicura accensione della motosega, accertarsi che sia inserito il freno catena
che dovrà essere sempre attivo ogni qualvolta ci si debba spostare.
TERMINE INTERVENTO
L’intervento si considera esaurito quando tutta la zona è stata completamente sgombrata dall’acqua e
dalle eventuali piante e non vi sono altri pericoli incombenti o residui. Prima di abbandonare l’area
d’intervento bisogna:
• Ripristinare il luogo facendo attenzione a eventuali pericoli residui (ad es. ricollocare le griglie sui
pozzetti che sono stati usati per ultimare le operazioni di prosciugamento, segnalare le potenziali
fonti di rischio, quali pozzetti rotti, argini franosi, etc in modo da evitare di creare pericolo per chi
transita nella zona);
• Verificare la possibilità che l’edificio o la zona siano adeguatamente sorvegliati da ingressi non
autorizzati dopo la partenza della squadra;
• Raccogliere i dati necessari per compilare la scheda “RELAZIONE D’INTERVENTO”;
• Predisporre l’eventuale passaggio di consegne ad altri Enti o squadre;
• Recuperare ordinatamente e con cura tutta l’attrezzatura impiegata e riposizionarla nel mezzo di
Pronto Intervento;
• Comunicare all’autorità competente il termine dell’intervento e informarla sull’esito dello stesso.
RIENTRO IN SEDE
• Procedere alla manutenzione e pulizia di mezzi;
• Pulire adeguatamente tutte le attrezzature utilizzate, in modo da renderle immediatamente
disponibili ad altre squadre che dovessero succedersi nell’intervento. Integrare il materiale di
consumo (benzina, stracci, materiale assorbente, etc.);
• Lavare gli indumenti protettivi;
• Scaricare e mettere ad asciugare le manichette.
Comitato Coordinamento Volontari Protezione Civile
Città Metropolitana Milano
Rev.1.0
MANUALE RISCHI E PROCEDURE OPERATIVE
MATERIALI
ALLEGATO ID1
ALLEGATO ID2
ORGANIZZAZIONE
P.C.
Verificare con la scheda che tutto il materiale in partenza (P) sia rientrato (A) e le eventuali
Comitato Coordinamento Volontari Protezione Civile
Città Metropolitana Milano
Rev.1.0
MANUALE RISCHI E PROCEDURE OPERATIVE
ALLEGATO T01
ORGANIZZAZIONE
P.C.
MOTOSEGA DA TAGLIO
MOTOSEGA DA SRAMATURA
TANICA DOPPIA MISCELA OLIOCON BECCHI DI RIEMPIMENTO
CUNEI ABBATTIMENTO;
GIRATRONCHI;
ASCIA;
LIME PER AFFILATURA;
CATENE DI SCORTA PER MOTOSEGHE;
TIRFOR COMPLETO DI FASCE E CARRUCOLE;
TANICA BENZINA 10 LT
LINEA VITA
IMBRACATURA
N. 2 CORDE per sicura materiali
N. 1 CASSETTA ATTREZZI
N. 1 CASSETTA PRIMO SOCCORSO
N. 1 APPARATO RADIO PALMARE
N. 1 ESTINTORE
N. 1 TORCIA ELETTRICA
KIT AUTOPROTEZIONE OPERATORE/I (imbraco, corde di sicura, discensore, bloccanti, ecc.)
NASTRO BICOLORE BIANCO/ROSSO
Verificare con la scheda che tutto il materiale in partenza (P) sia rientrato (A)
Comitato Coordinamento Volontari Protezione Civile
Città Metropolitana Milano
Rev.1.0
MANUALE RISCHI E PROCEDURE OPERATIVE
DPI MINIMI
(per quelli di specializzazione fare riferimento alla scheda contenuta nel “MSP - Manuale delle specialità”
• Guanti in gomma e guanti generici;
• Cuffie antirumore;
• Scarpe antinfortunistiche e/o stivali in gomma antinfortunistici;
• Casco;
• Rischio aggiuntivo caduta dall’alto – Imbragatura completa;
• Rischio aggiuntivo uso scale – Cintura di posizionamento;
• Rischio aggiuntivo annegamento – Imbragatura o giubbetto di aiuto al galleggiamento – Sacca da
lancio;
• Occhiali protettivi.