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POS - Manuale Rischi e Procedure operative

Linee guida per la gestione dei rischi e le


procedure per le ETS della Città
metropolitana di Milano

SEZIONE OPERATIVA
REDATTO SEZ. PROCEDURE OPERATIVE
STANDARD
Revisione 1.0 Gruppo Lavoro Idrogeologico
01/03/2022 VERIFICATO
Gruppo Lavoro Idrogeologico
APPROVATO

P a g . 1 | 13
Comitato Coordinamento Volontari Protezione Civile
Città Metropolitana Milano
Rev.1.0
MANUALE RISCHI E PROCEDURE OPERATIVE

1. RISCHIO – TIPOLOGIA DI RISCHI PRESENTI NEL TERRITORIO

Il Rischio è rappresentato dalla possibilità che un fenomeno naturale o indotto dalle attività dell’uomo
possa causare effetti dannosi sulla popolazione, sugli insediamenti abitativi e produttivi e le
infrastrutture, all’interno di una particolare area in un determinato periodo di tempo.

I rischi sono di intensità e criticità variabili: più i livelli di criticità sono elevati, tanto più sono dannosi i
potenziali effetti. Tra i Rischi identificati nel Piano di Protezione Civile della Città Metropolitana di
Milano viene individuato quello idrogeologico.

COD. R01 - RISCHIO IDRAULICO E IDROGEOLOGICO


Gli scenari di rischio idraulico si configurano sulla probabilità di accadimento dell’evento sul pericolo
determinato dall’evento e sui danni sia in termini di estensione dell’evento che di intensità. Negli
ultimi anni il rischio idraulico è generalmente associato al rischio per vento forte dai 60km/h ai 120
km\h per il quale si configura la necessita di un dispiegamento elevato di mezzi ed attrezzature e
operatori specializzati nell’uso di motopompe e di taglio boschivo. Quando insorge un rischio per
eventi naturali di tipo idraulico ed idrogeologico associato a fenomeni temporaleschi con vento forte
si possono generare effetti domino ed innescare ulteriori scenari di rischio concomitanti, ad
esempio, blackout localizzati per interruzione dell’energia elettrica o telecomunicazioni.

Gli scenari per i quali insorgono delle criticità riguardano i principali corsi fluviali che attraversano il
territorio della città metropolitana e, nello specifico, il Lambro, l’Olona e il Seveso. Al superamento
di soglie di guardia previste nella Pianificazione dell’autorità di Bacino si verificano esondazioni per
tracimazione ed erosione degli argini.

Oltre all’esondazioni dei principali corsi fluviali si prevedono in codice arancione/rosso la


tracimazione del reticolo secondario Rogge, Fontanili, Cavi (Bozzente, Lura, Trobbia, Guisa,
Garbogera) con criticità per la viabilità extraurbana e l’allagamento dei sottopassi. Scenari associati
riguardano i tratti urbani dei corsi d’acqua in particolar modo se tombinati e la difficolta del sistema
drenante di raccogliere e distribuire livelli pluviometrici elevati.
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R01 – RISCHIO IDROGEOLOGICO ED IDRAULICO

Nel sistema di allertamento, come indicato dal Dipartimento di Protezione civile, il rischio è
differenziato e definito come:
• Rischio idrogeologico che corrisponde agli effetti indotti sul territorio dal superamento dei livelli
pluviometrici critici lungo i versanti, dei livelli idrometrici dei corsi d’acqua della rete idrografica
minore e di smaltimento delle acque piovane;
• Rischio idraulico che corrisponde agli effetti indotti sul territorio dal superamento dei livelli
idrometrici critici (possibili eventi alluvionali) lungo i corsi d’acqua principali.
Tra le manifestazioni più tipiche di questa tipologia di fenomeni sul territorio possiamo citare
temporali, venti forti, nebbia, neve e gelate, ondate di calore, alluvioni, erosione degli argini.

EVENTI DI
TIPO A
EVENTI DI
TIPO B

TERRITORIO - EDIFICI

RISCHIO = PROB. x DANNO = VALORE LIVELLO

4 3 12 MOLTO ELEVATO

PERSONE

RISCHIO = PROB. x DANNO = VALORE LIVELLO

1 4 4 ELEVATO

CAUSA SCATENANTE E SCENARIO DI INTERVENTO


Generalmente sono aree in cui deve essere effettuata la bonifica o il prosciugamento dell’acqua
piovana confluita in appartamenti, piani interrati di edifici, ovvero su zone aperte estese del territorio
(ad esempio piano stradale, sottopassi, etc.) in seguito ad alluvione o eventi atmosferici
particolarmente avversi, che hanno comportato esondazioni di corsi d’acqua o il mancato deflusso
della stessa nell’apposita rete di scarico. Gli interventi prevedono, di norma, la realizzazione di “cantieri
temporanei” che impegnano aree interne e/o esterne a edifici, zone residenziali, strade, piazzali, etc.
nei quali sono impiegate attrezzature e macchine operatrici (motopompe, elettropompe, gruppi
elettrogeni) ed è presente una serie di pericoli legati sia alle condizioni del luogo e alla tipologia
dell’evento, sia alla predisposizione e al funzionamento delle macchine e dei loro accessori.
DISPOSIZIONI DI RIFERIMENTO
• D.lgs. 9 aprile 2008, n. 81 - Attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di
tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro - Gazzetta Ufficiale n. 101 del 30 aprile 2008
- Supplemento Ordinario n. 108 D.lgs. 3 agosto 2009, n.106 - Disposizioni integrative e correttive
del D.lgs. 9 aprile 2008, n. 81, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro -
Gazzetta Ufficiale n. 180 del 5 agosto 2009 – Supplemento ordinario n. 102/L - Serie generale;
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• MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI - Decreto 13 aprile 2011 - Disposizioni
in attuazione dell'articolo 3, comma 3-bis, del D.lgs. 9 aprile 2008, n. 81, come modificato e integrato
dal D.lgs. 3 agosto 2009, n. 106, in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro - Gazzetta
Ufficiale n. 159 del 11 luglio 2011;
• Gazzetta Ufficiale Unione Europea - del 29 luglio 2010 recante modifica della decisione
2004/277/CE, Euratom della Commissione per quanto concerne le modalità di applicazione della
decisione 2007/779/CE, Euratom del Consiglio che istituisce un meccanismo comunitario di
protezione civile – Allegato II Requisiti generali per i moduli di protezione civile europei – capitoli
1, 16;
• Manuali di Protezione Civile di altre ETS nazionali;
• Piano di Città Metropolitana in corretto grado di revisione.

SCENARI DI RISCHIO CONCOMITANTI


Blackout localizzati per interruzione di energia elettrica.
ATTIVITA’ DI PREVENZIONE
• Ricognizione del territorio per l'identificazione delle aree a maggior rischio;
• Pianificazione di interventi di rafforzamento/messa in sicurezza del reticolo idrografico locale;
• Campagna Io Non Rischio;
• Divulgazione del Piano di emergenza comunale.

SPECIALIZZAZIONI RICHIESTE

AIB K9 DRN IDRO SRT SIS TES TLC UEQ LOG

In verde le specializzazioni ritenute prioritarie. In giallo le specializzazioni a supporto ed attivabili ove necessario.

PROCEDURA GENERALE DI INTERVENTO

PRIMA DELLA PARTENZA


Il Capo Squadra una volta riunita la Squadra dovrà occuparsi di:
• Censire la squadra rilevando i dati personali dei volontari e compilare la “SCHEDA SQUADRA
INTERVENTO” (ALLEGATO S3). Tale scheda va consegnata in Sala Operativa, oppure al
Responsabile PCA;
• Ricevere dal personale di Sala Operativa, o dal Responsabile della gestione dell’emergenza, precise
indicazioni riguardanti l’intervento (alcune di queste informazioni saranno riportate nella scheda
“RELAZIONE D’INTERVENTO”) quali ad esempio:
- Indirizzo del luogo da raggiungere e grado di accessibilità;
- Tipo ed entità dell’intervento da eseguire;
- Numeri telefonici di riferimento;
- Tipologia di comunicazioni e canali radio da usare;
- Destinazione d’uso dello stabile.
• Radunare la squadra per un briefing durante il quale:
- Informa i volontari sul tipo di intervento da eseguire e sui possibili rischi specifici connessi;
- Verifica che i componenti della squadra siano in perfetto stato psico-fisico ed in grado di
svolgere le operazioni assegnate;
- Verifica le dotazioni di protezione individuale di ciascun elemento della squadra;
- Descrive brevemente i compiti da svolgere raccogliendo eventuali osservazioni;
- Effettua e fa effettuare il controllo di materiali, macchine e attrezzature necessarie su
interventi in emergenze idrogeologiche utilizzando l’apposita scheda in cui vengono riportate
le dotazioni di specialità.
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DURANTE IL PERCORSO
Il Capo Squadra si prepara alla gestione dell’intervento continuando, ed eventualmente completando,
l’informazione agli operatori sul tipo d’intervento da eseguire, distribuisce gli incarichi e ipotizza la
possibilità di affrontare situazioni impreviste che aumentino il rischio. L’incarico assegnato a ciascun
volontario dovrà essere mantenuto finché non giungeranno istruzioni in merito dal Capo Squadra.
NB. - Sul luogo dell’evento gli operatori presenti dovranno essere coordinati unicamente da un Capo
Squadra, il quale sarà l’unico titolato a dare inizio alle operazioni e a dislocare eventualmente il
personale nella zona di intervento.

ARRIVO SUL POSTO


Prima di iniziare qualsiasi operazione disporre i mezzi in modo da evitare di essere coinvolti in
situazioni pericolose lasciando lo spazio per la manovra e il posizionamento di eventuali altri mezzi. Il
Capo Squadra dovrà quindi:
• Consegnare in Segreteria/PCA il “MODULO INGRESSO” (ALLEGATO S1) e la scheda in cui sono
state riportate le dotazioni al seguito;
• Prendere contatto con una delle seguenti figure, se presenti:
- Il proprietario del luogo o dell’area colpiti da allagamento al quale sarà chiesto il consenso ad
accedere nel locale o nell’area dove necessita l’intervento, e con il quale saranno
eventualmente concordate le priorità riguardanti la protezione dei beni, in modo da individuare
la più efficace sequenza delle operazioni;
- Il Responsabile di cantiere se si opera a supporto di altre squadre o Enti già presenti ovvero su
aree o locali pubblici, al fine di ricevere le istruzioni operative e comunicare le attrezzature a
disposizione.
• Parcheggiare i mezzi in modo da garantire una veloce via di fuga;
• Assicurarsi che le attrezzature siano utilizzate da personale adeguatamente formato. Eventuale
personale presente nel cantiere che risultasse privo di specifica formazione si dedicherà
esclusivamente alla delimitazione delle aree di operazione e/o al supporto logistico;
• Effettuare la valutazione del rischio nello scenario d’intervento, fermo restando che anche ciascun
volontario ha l’obbligo di prendersi cura della propria sicurezza e salute, e di quella delle altre
persone presenti sul luogo dell’evento, sulle quali possono ricadere gli effetti delle sue azioni o
omissioni. Pertanto, tutti i volontari possono accedere alla zona d’intervento solamente dopo
aver indossato i DPI necessari (tra cui casco, occhiali o visiera para schizzi, scarpe e/o stivali
antinfortunistici, guanti (rischio meccanico, rischio chimico, otoprotettori);
• Verificare l’utilizzo di sistemi di comunicazione tra le squadre (apparati radio o gestualità);
• Dopo aver ottenuto esplicito consenso all’accesso, accertare l’eventuale presenza di persone
estranee nel luogo dove eseguire l’intervento, allontanandole a scopo precauzionale (compreso il
proprietario) ma solo dopo averle preventivamente informate in merito alle operazioni che si
andranno a svolgere;
• Ispezionare, se non già fatto, il luogo dell’evento (possibilmente accompagnato da altro volontario)
per valutare l’opportunità di accedere alla zona direttamente con i mezzi di soccorso. In caso
contrario identificare la zona più adatta per un agevole scarico e trasferimento dell’attrezzatura
necessaria;
• Verificare in generale le condizioni ambientali in cui si dovrà operare;
• Verificare l’eventuale presenza di fango o strati di fogliame umido depositato sulle aree di transito
(pericolo di scivolamento e caduta);
• Verificare la presenza di piante o arbusti da rimuovere;
• Verificare la presenza di inquinamento nell’acqua causato da fognatura, materiali tossici o nocivi
(vernici, diserbanti, detersivi, ecc.), che possono comportare l’esposizione a rischio biologico o
igienico sanitario dovuto a contatto diretto, assorbimento, inalazione o contagio;
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• In presenza di olii o idrocarburi disciolti nell’acqua, avvisare immediatamente i VVF affinché


intervengano con l’apposito dispositivo assorbente, in modo da confinare la zona contaminata ed
evitare che gli stessi siano dispersi nell’ambiente, per effetto del pompaggio dell’acqua. Per lo
smaltimento dei dispositivi in seguito all’uso, prendere contatto con i VVF oppure l’ufficio Lavori
Pubblici Comunale (attendere l’esito dell’intervento prima di iniziare l’eventuale pompaggio);
• Verificare l’eventuale presenza di danni (lesioni, crepe, cedimenti, infiltrazioni) provocati
dall’allagamento o dal crollo di piante, alle strutture dei locali (ad es. con altezze d’acqua rilevanti,
sono a rischio le mura costruite con un’intercapedine e gli eventuali muri di separazione con locali
non invasi dall’acqua, a causa della forte spinta idrostatica prodotta dall’acqua stessa);
• Valutare l’entità e stimare i tempi dell’intervento, in modo da coordinare le risorse a disposizione
(personale, attrezzature).

I componenti della squadra attendono in ordine, in prossimità del mezzo, le disposizioni per
l’intervento. Qualora la squadra subentri per proseguire un intervento già iniziato da altra squadra,
sarà effettuato un completo passaggio di consegne durante il quale il Capo Squadra smontante
informerà il Capo Squadra subentrante sulla situazione generale in atto, sulla sua evoluzione, sugli
interventi effettuati e sullo stato di funzionamento delle attrezzature e delle macchine.

Stima delle risorse necessarie - un’anticipata richiesta di manodopera e attrezzature può


significativamente ridurre i danni. Le prime squadre assegnate all’intervento devono considerare
l’estensione del problema e richiedere sufficienti risorse per stabilizzare la situazione. Se necessario
saranno richiesti ulteriori operatori. Qualora la durata stimata dell’evento dovesse superare le tre
ore, l’operatore di centrale attiverà altri volontari al fine di garantire i cambi al personale operante.
IDRO - FASI DI INTERVENTO
L’intervento implica, a seconda della sua dimensione, l’utilizzo di squadre specializzate in ambito
idrogeologico ed idraulico. All’interno della squadra è necessaria la presenza di almeno un addetto al
taglio esbosco ed alla sicurezza a bordo acqua (vedere le fasi di intervento TSB e SRT). Se questo non
fosse possibile o l’evento richiede l’intervento di più squadre, sarà necessaria l’attivazione di unità
specializzate. Le fasi principali d’intervento si distinguono in:
A. Messa in sicurezza del sito per garantire la sicurezza degli operatori, il corretto funzionamento e
movimentazione delle attrezzature/macchine e, contemporaneamente, rendere minimo l’intralcio
al traffico di mezzi e persone, mediante:
- Segnalazione e delimitazione all’accesso nella zona dell’intervento (in particolare scivoli, rampe
o zone molto pendent), mediante apposizione di dispositivi di sbarramento quali nastro
bicolore, coni segnaletici stradali, transenne, cartelli di lavori in corso o direzione obbligatoria,
etc. assicurando l’impedimento all’accesso a persone estranee all’intervento;
- Eventuale deviazione della viabilità se ostacola o rende rischioso l’intervento, previo consenso
della Polizia Locale, collocando idonea segnalazione ed eventualmente dedicando un
volontario a segnalare la presenza di operatori al lavoro;
- Verifica dell’eventuale presenza di cavi accidentalmente sotto tensione elettrica;
- Verifica dell’interruttore posto sul quadro elettrico generale che alimenta la zona affinchè non
sia aperto e non sia presente tensione elettrica residua nel luogo d’intervento;
- Verifica dell’interruzione di tensione su impianti pubblici che alimentano più abitazioni (questa
operazione deve essere fatta da personale abilitato dell’Azienda Distributrice di energia
elettrica);
- Verifica che l’interruttore generale di alimentazione dell’impianto privato sia aperto (salvo poi
richiuderlo solo se la presenza di acqua non dà origine a rischio elettrico e/o di corto circuito).
Questa operazione va fatta dal proprietario ma è opportuno che il Capo Squadra assista
personalmente e apponga un cartello monitore “vietato effettuare manovre”;
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- Verifica della presenza di pacchi batterie, accumulatori o gruppi di continuità, i quali possono
riattivarsi non appena il livello dell’acqua scende sotto un determinato limite. In tale evenienza
gli stessi riportano l’impianto in tensione e può originarsi il pericolo di elettrocuzione per gli
operatori;
- Se vi sono dispositivi medici che richiedono continuità di energia elettrica, valutare la
possibilità di alimentarli in modo diverso, ad esempio con un gruppo elettrogeno, oppure di
sezionare solamente la zona oggetto d’intervento;
NB - Accertarsi che l’intercettazione dell’alimentazione elettrica non pregiudichi il funzionamento di
impianti tecnologici (ad es. caldaie) o impianti antincendio.
B. Scarico dal mezzo di trasporto dei materiali, dell’attrezzatura e delle macchine necessarie
all’intervento e loro sistemazione nelle immediate vicinanze alla zona interessata;
C. Disposizione ordinata delle attrezzature al fine di non intralciare le operazioni tra le squadre e
messa in funzione delle stesse, garantendo le corrette condizioni di impiego, in modo che si operi in
completa sicurezza per i volontari, le attrezzature stesse e l’ambiente circostante. NB - assicurare
le attrezzature se si opera in zone con pendenze elevate mediante corde e/o picchetti. Per le singole
macchine (motopompe, elettropompe, gruppo elettrogeno, torre faro, ecc.) fare riferimento alle
specifiche Schede Tecniche;
D. Predisposizione delle manovre di sicurezza degli operatori relativamente all’utilizzo di corde,
fettucce e moschettoni a norma (non logori o rovinati), uso corretto dell’imbracatura anticaduta o
del supporto al galleggiamento, esecuzione corretta dei nodi di sicurezza, eventuale
posizionamento della linea vita mobile (corretto allestimento), posizionamento della corda da
lancio;
E. Valutazione dei progressi dell’intervento e, in funzione di ciò, ripianificazione delle risorse a
disposizione;
F. Verifica che le operazioni di tutela dei beni siano orientate a contenere i danni in maniera decisiva
con qualsiasi sistema idoneo;
G. Per accedere e operare in sicurezza sui luoghi e limitare i danni, potrebbe essere necessario
rimuovere e portare in una posizione più sicura oggetti contenuti nelle aree allagate. Procedere in
questo caso previo consenso del proprietario, in mancanza del quale l’intervento sarà sospeso;
H. Ulteriori accorgimenti possono rivelarsi utili nelle fasi di intervento:
- Allacciamenti e operazioni effettuate in immersione o a contatto con acqua o liquidi vanno
valutati e eseguiti con guanti di gomma. I guanti in cuoio vanno impiegati in tutti gli altri casi;
- Verificare che l’acqua aspirata defluisca in aree che sono in grado di accoglierla, in modo da non
creare altri allagamenti oppure che la stessa ritorni indietro nella zona di partenza (non
utilizzare, pertanto, pozzetti in prossimità del locale o dell’area da bonificare e controllare
costantemente l'efficienza dello scarico durante il pompaggio);
- Quando la quantità d’acqua lo consente, ricercare un pozzetto, una canalina di scolo, in ogni
caso l’area più bassa dove concentrare le ultime fasi di prosciugamento (che eventualmente
potrà continuare con le elettropompe ad immersione);
- Le bocche di mandata delle manichette devono essere orientate in modo tale da non arrecare
danno a proprietà di terzi o se in prossimità a un corso d’acqua all’argine (pericolo di erosione
dell’argine);
- Le bocche di mandata delle manichette devono essere correttamente fissate alle vasche di
rimando, ovvero, ancorate al suolo o a un oggetto pesante con picchetti e corde per contrastare
il getto d’acqua in presenza di un argine (in tal caso ancorarle in maniera che l’acqua scaricata
non eroda l’argine stesso).
-

TES - FASI DI INTERVENTO


L’intervento implica, a seconda della sua dimensione, l’utilizzo di Squadre specializzate in ambito
forestale. ATTENZIONE - LA MOTOSEGA È UN ATTREZZO ESTREMAMENTE PERICOLOSO, IL SUO
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UTILIZZO INCAUTO ED IL MANCATO IMPIEGO DEI DISPOSITIVI DI SICUREZZA E DELLE PRECAUZIONI


NECESSARIE PUO’ CAUSARE SERIO PERICOLO PER IL VOLONTARIO CHE OPERA E PER CHI GLI STA
INTORNO.

A) PREPARATIVI
La prima operazione da eseguire, dopo aver indossato tutti i DPI, è la preparazione della motosega che
si andrà ad utilizzare per il taglio. Bisognerà rifornire il serbatoio carburante di miscela, accertarsi che
sia presente l’olio per la lubrificazione della catena e regolare la tensione della lama con le apposite
chiavi. Per una corretta e sicura accensione della motosega, accertarsi che sia inserito il freno catena
che dovrà essere sempre attivo ogni qualvolta ci si debba spostare.

B) DETERMINAZIONE DELLA DIREZIONE DELL’ABBATTIMENTO O DI CADUTA


Individuato l’albero da abbattere è necessario determinare la direzione di abbattimento o di caduta.
Per far ciò occorre considerare se l’albero ha una sua pendenza naturale, se la chioma sporge
maggiormente da un lato e in che direzione soffia il vento. La cosa più semplice è abbattere l’albero
secondo la direzione naturale di caduta ma, non essendo sempre possibile, sarà opportuno saper
optare per altre soluzioni (es. imbragatura dell’albero con una corda in modo da farlo cadere nella
direzione voluta dopo il taglio, utilizzo di cunei, etc).

C) PREPARAZIONE DELL’AREA DI LAVORO E DELLA VIA DI FUGA


Verificare sempre la presenza di persone nelle vicinanze che devono essere tenute a distanza di
sicurezza ed assicurarsi, prima di iniziare le operazioni di taglio, una via di fuga in caso di pericolo. Pulire
il terreno circostante l’albero da abbattere, sia il terreno dietro di esso. Quando l’albero cade, occorre
spostarsi di alcuni metri indietro al fine di restare a distanza di sicurezza durante la sua caduta.

TERMINE INTERVENTO
L’intervento si considera esaurito quando tutta la zona è stata completamente sgombrata dall’acqua e
dalle eventuali piante e non vi sono altri pericoli incombenti o residui. Prima di abbandonare l’area
d’intervento bisogna:
• Ripristinare il luogo facendo attenzione a eventuali pericoli residui (ad es. ricollocare le griglie sui
pozzetti che sono stati usati per ultimare le operazioni di prosciugamento, segnalare le potenziali
fonti di rischio, quali pozzetti rotti, argini franosi, etc in modo da evitare di creare pericolo per chi
transita nella zona);
• Verificare la possibilità che l’edificio o la zona siano adeguatamente sorvegliati da ingressi non
autorizzati dopo la partenza della squadra;
• Raccogliere i dati necessari per compilare la scheda “RELAZIONE D’INTERVENTO”;
• Predisporre l’eventuale passaggio di consegne ad altri Enti o squadre;
• Recuperare ordinatamente e con cura tutta l’attrezzatura impiegata e riposizionarla nel mezzo di
Pronto Intervento;
• Comunicare all’autorità competente il termine dell’intervento e informarla sull’esito dello stesso.
RIENTRO IN SEDE
• Procedere alla manutenzione e pulizia di mezzi;
• Pulire adeguatamente tutte le attrezzature utilizzate, in modo da renderle immediatamente
disponibili ad altre squadre che dovessero succedersi nell’intervento. Integrare il materiale di
consumo (benzina, stracci, materiale assorbente, etc.);
• Lavare gli indumenti protettivi;
• Scaricare e mettere ad asciugare le manichette.
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Revisione critica dell’intervento


Il Capo Squadra convoca i volontari in un rapido de-briefing per la revisione critica dell’intervento
focalizzata sui seguenti punti chiave:
a. Preparazione all’intervento;
b. Fase di risposta;
c. Valutazione ed analisi della situazione in loco;
d. Corretto dimensionamento delle risorse disponibili;
e. Scelta delle tecniche di intervento;
f. Controllo dei pericoli presenti;
g. Protezione degli operatori;
h. Operazioni di supporto;
i. Conclusione dell’intervento.
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MATERIALI

ALLEGATO ID1

DOTAZIONI MINIME PER RISCHIO IDROGEOLOGICO ED EVENTI ATMOSFERICI


AVVERSI

 1 MOTOPOMPA DA ALMENO 70 M3/ORA;


 200 M DI MANICHETTE;
 1 VASCA DI RIMANDO DA 1000 LITRI;
 TANICA CARBURANTE;
 RECIPIENTE INNESCO POMPE (SECCHIO O INNAFFIATOIO);
 CORDE;
 GIUBBOTTI SALVAGENTE;
 AUTOPROTEZIONE OPERATORE/I (IMBRACO, CORDE DI SICURA, DISCENSORE,
BLOCCANTI, ECC.);
 CASSETTA ATTREZZI;
 CASSETTA PRIMO SOCCORSO;
 ESTINTORE;
 NASTRO BICOLORE BIANCO/ROSSO;
 RASCHIAFANGO;
 SCOPETTONI/SPAZZOLONI;
 PALE E BADILI;
 SONDA PER RILEVARE TOMBINI APERTI O BUCHE SOMMERSE.
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ALLEGATO ID2

SCHEDA DOTAZIONI MEZZI E ATTREZZATURE PER RISCHIO IDRAULICO

ORGANIZZAZIONE
P.C.

 1 - MOTOPOMPA (elencare le caratteristiche minime richieste)


 Portata in m3/ora Tipo aspirazione e metri Tipo mandata
 2 - MOTOPOMPA (elencare le caratteristiche minime richieste)
 Portata in m3/ora Tipo aspirazione e metri Tipo mandata
 3 - MOTOPOMPA (elencare le caratteristiche minime richieste)
 Portata in m3/ora Tipo aspirazione e metri Tipo mandata
 MANICHETTE Tipo Metri totali
 MANICHETTE Tipo Metri totali
 MANICHETTE Tipo Metri totali
 VASCHE DI RIMANDO n° DA Litri
 TANICA CARBURANTE
 RECIPIENTE INNESCO POMPE (secchio o innaffiatoio)
 CORDE
 GIUBBOTTI SALVAGENTE n°
 SCALA
 CASSETTA ATTREZZI
 CASSETTA PRIMO SOCCORSO
 ESTINTORE n°
 MATERIALE ASSORBENTE
 CARTELLI MONITORI
 KIT AUTOPROTEZIONE OPERATORE/I (imbraco, corde di sicura, discensore, bloccanti, ecc.)

 NASTRO BICOLORE BIANCO/ROSSO

Capo Squadra Data

Verificare con la scheda che tutto il materiale in partenza (P) sia rientrato (A) e le eventuali
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ALLEGATO T01

SCHEDA DOTAZIONI MINIME PER IL TAGLIO ESBOSCO

ORGANIZZAZIONE
P.C.

 MOTOSEGA DA TAGLIO
 MOTOSEGA DA SRAMATURA
 TANICA DOPPIA MISCELA OLIOCON BECCHI DI RIEMPIMENTO
 CUNEI ABBATTIMENTO;
 GIRATRONCHI;
 ASCIA;
 LIME PER AFFILATURA;
 CATENE DI SCORTA PER MOTOSEGHE;
 TIRFOR COMPLETO DI FASCE E CARRUCOLE;
 TANICA BENZINA 10 LT
 LINEA VITA
 IMBRACATURA
 N. 2 CORDE per sicura materiali
 N. 1 CASSETTA ATTREZZI
 N. 1 CASSETTA PRIMO SOCCORSO
 N. 1 APPARATO RADIO PALMARE
 N. 1 ESTINTORE
 N. 1 TORCIA ELETTRICA
 KIT AUTOPROTEZIONE OPERATORE/I (imbraco, corde di sicura, discensore, bloccanti, ecc.)
 NASTRO BICOLORE BIANCO/ROSSO

Capo Squadra Data

Verificare con la scheda che tutto il materiale in partenza (P) sia rientrato (A)
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DPI MINIMI
(per quelli di specializzazione fare riferimento alla scheda contenuta nel “MSP - Manuale delle specialità”
• Guanti in gomma e guanti generici;
• Cuffie antirumore;
• Scarpe antinfortunistiche e/o stivali in gomma antinfortunistici;
• Casco;
• Rischio aggiuntivo caduta dall’alto – Imbragatura completa;
• Rischio aggiuntivo uso scale – Cintura di posizionamento;
• Rischio aggiuntivo annegamento – Imbragatura o giubbetto di aiuto al galleggiamento – Sacca da
lancio;
• Occhiali protettivi.

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