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La provincializzazione. Italica
Appiano, Iber. 7, 38
στρατηγοὺς δὲ Ἰβηρίας ἐτησίους ἐς τὰ ἔθνη Inviavano magistrati annuali presso i
τὰ εἰληµµένα ἔπεµπον ἀπὸτοῦδε ἀρξάµενοι, popoli sottomessi della Spagna,
µικρὸν πρὸ τῆς τετάρτης καὶ τεσσαρακοστῆς cominciando da quest’anno, poco prima
καὶ ἑκατοστῆς ὀλυµπιάδος, ἁρµοστὰς ἢ della 144 Olimpiade, affinché fossero
ἐπιστάτας αὐτοῖς τῆς εἰρήνης ἐσοµένους. governatori o sovrintendenti all
καὶ αὐτοῖςὁ Σκιπίων ὀλίγην στρατιὰν ὡς mantenimento della pace. E Scipione
ἐπὶ εἰρήνῃ καταλιπών, συνῴκισε τοὺς dopo aver lasciato loro una piccola
τραυµατίας ἐς πόλιν, ἣν ἀπὸ τῆς Ἰταλίας armata per garantire la pace, stanziò i
Ἰταλικὴν ἐκάλεσε: καὶ πατρίς ἐστι feriti in una città che chiamò Italica
Τραϊανοῦ τε καὶ Ἀδριανοῦ τῶν ὕστερον dall’Italia: è la patria di Traiano e
Ῥωµαίοις ἀρξάντων τὴν Adriano, che in seguito furono
αὐτοκράτορα ἀρχήν. imperatori dei Romani.
Strabone 3, 2, 1
µέγεθος δ' οὐ πλεῖόν ἐστι τῆς χώρας Le città superano di molto in numero la
ταύτης ἐπὶ µῆκος καὶ πλάτος ἢ δισχίλιοι norma, si dice che siano addirittura 200: le
στάδιοι. πόλεις δ' ὑπερβάλλουσαι τὸ più famose sono, grazie al commercio,
πλῆθος· καὶ γὰρ διακοσίας φασί· quelle fondate lungo i fiumi, presso gli
γνωριµώταται δὲ αἱ ἐπὶ τοῖς ποταµοῖς estuari e sul mare. Hanno avuto una
ἱδρυµέναι καὶ ταῖς ἀναχύσεσι καὶ τῇ crescita maggiore in fama e in potenza
θαλάττῃ διὰ τὰς χρείας. πλεῖστον δ' ἥ τε Cordova, fondata da Marcello, e la città dei
Κόρδυβα ηὔξηται, Μαρκέλλου κτίσµα, Gaditani: quest’ultima grazie ai suoi traffici
καὶ δόξῃ καὶ δυνάµει καὶ ἡ τῶν marittimi e alla sua alleanza con i Romani,
Γαδιτανῶν πόλις, ἡ µὲν διὰ τὰς ναυτι- quella per la fertilità, per l’ampiezza del
λίας καὶ διὰ τὸ προσθέσθαι Ῥωµαίοις suo territorio e per il fiume Betis che ha
κατὰ συµµαχίας, ἡ δὲ χώρας ἀρετῇ καὶ contribuito in gran parte alla sua crescita.
µεγέθει, προσλαµβάνοντος καὶ τοῦ Cordova inoltre fu abitata in principio da
ποταµοῦ Βαίτιος µέγα µέρος· ᾤκησάν τε coloni scelti, romani e indigeni: infatti fu la
ἐξ ἀρχῆς Ῥωµαίων τε καὶ τῶν ἐπιχωρίων prima colonia mandata dai Romani da
ἄνδρες ἐπίλεκτοι· καὶ δὴ καὶ πρώτην queste parti. Dopo questa e dopo la città dei
ἀποικίαν ταύτην εἰς τούσδε τοὺς τόπους Gaditani, si trova Hispalis, anch’essa
ἔστειλαν Ῥωµαῖοι. µετὰ δὲ ταύτην καὶ colonia dei Romani: tuttora sopravvive
τὴν τῶν Γαδιτανῶν ἡ µὲν Ἵσπαλις come centro commerciale, ma Betis, pur
ἐπιφανής, καὶ αὐτὴ ἄποικος Ῥωµαίων· abitata da una popolazione meno numerosa
νυνὶ δὲ τὸ µὲν ἐµπόριον συµµένει, τῇ τιµῇ e illustre, la sopravanza per fama, anche
δὲ καὶ τῷ ἐποικῆσαι νεωστὶ τοὺς perché ha accolto di recente le truppe di
Καίσαρος στρατιώτας ἡ Βαῖτις ὑπερέχει Cesare.
καίπερ οὐ συνοικουµένη λαµπρῶς.
Gracchuris
Livio Per. 41, 2
Tib. Sempronius Gracchus procos. Il proconsole Tiberio Sempronio Gracco
Celtiberos uictos in deditionem accepit, accettò la resa dei Celtiberi sconfitti, fondò
monimentumque operum suorum Gracchuris, città della Spagns, quale
Gracchurim, oppidum in Hispania, ricordo delle sue imprese.
constituit.
App. Iber.
Poi furono introdotte in senato delegazioni
di alcuni popoli delle due province di
Spagna. Dopo aver espresso le loro gravi
rimostranze per l’avidità ed alterigia dei
amgistrati romani, buttatisi a terra in
ginocchio, scongiurarono il senato di non
permettere che essi, loro alleati, fossero
trattati più crudelmente dei nemici.
Lamentando anche altre indegnità, ma
essendo risultato trattarsi di estorsioni di
denaro, fu dato incarico al pretore L.
canuleio, che aveva avuto in sorte la
Spagna, di assegnare cinque giudici della
classe senatoria contro ciascuno di coloro,
dai quali gli Spagnoli reclamavano la
restituzione del denaro e di concedere ai
provinciali la facoltà di prendersi i patroni
che cvolessero. Convocati nella curia i
delegati, fu letta la deliberazione del senato,
ed essi, invitati a nominare i propri patroni,
quattro ne scelsero: M. Porcio Catone, P.
Cornelio Scipione figlio di Gneo, Lucio
Emilio Paolo, figlio di Lucio, gaio Sulpicio
Gallo. Presero i giudici ad essi assegnati per
intentare il processo contro M. Marco
Titinio prima di tutti, che era stato pretore
nella Spagna citeriore sotto il consolato di
A. manlio e m. Giunio. Due volte rinviato il
verdetto, la terza volta l’accusato fu assolto.
Sorse un dissenso fra i delegati delle due
province; le popolazione della Spagna
citeriore presero come loro patroni M.
Catone e Scipione, quelle della ulteriore L.
Paolo e Gallo Sulpicio.
Era voce che dai patroni si impedisse di
trarre in giudizio personalità influenti
appartenenti alla nobiltà e accrebbe tale
sospetto il fatto che il pretore Canuleio,
disinteressandosi del suo incarico, cominciò
a occuparsi dlle operazioni di leva e poi
improvvisamente partì per la provincia, ad
evitare che altri ancora fossero perseguitati
dagli Spagnoli. E così posto a tacere ogni
ricordo del passato, si provvide però alla
sorte dwlla Spagna per l’avvenire, in
quanto essa ottenne dal senato che i
magistrati romani non facessero più la
stima del frumento, né costringessero gli
Spagnoli a vendere levigesime al prezzo da
loro stabilito, né fossero imposti alle loro
città funzionari addetti alle esazioni del
denaro.
AE 1984, 495
C(aio) Mario C(aio) Flavio [co(n)s(ulibus)] / Sotto il consolato di Gaio Mario e Gaio
L(ucio) Caesio C(ai) f(ilio) imperatore Flavio.
populus Seanoc[orum se suaque] / dedit A Lucio Cesio, figlio di Gaio, imperator, si
L(ucius) Caesius C(ai) f(ilius) imperator consegnò il popolo dei Seano.
postquam [eos in deditionem] / accepit ad Lucio Cesio, figlio di Gaio, imperator, dopo
consilium ret<u=O>lit quid eis averli accolti nella resa si rivolse al
im[perandum] / censerent de consili(i) consiglio su cosa ritenessero si dovesse loro
sententia imperav[it armas obsides(?)] / ordinare.
captivos equos equas quas cepis(s)ent Per decisione del consiglio ordinò che
[traderent haec] / omnis dederunt deinde consegnassero armi, ostaggi, prigionieri,
eos L(ucius) Caesius C(ai) [f(ilius) cavalli, giumente che avessero preso.
imperator liberos] / esse iussit agros et Consegnarono tutto, In seguito Lucio Cesio,
aedificia leges cete[raque omnia] / quae sua figlio di Gaio, imperator, ordinò che fossero
fuissent pridie quam se dedid[issent liberi, i campi e gli edifici, le leggi e tutte le
quaque] / extarent eis red(d)idit dum altre cose che fossero state loro prima della
populus [senatusque] / Ro{o}manus vellet resa, restituì loro in maniera tale che
deque ea re eos [Romam mittere(?)] / {e}ire sussistessero ancora in uso, finché il popolo
iussit legatos Cren[us(?)] / Arco Cantoni e il senato romano volesse.
f(ilius) legates(!). Riguardo a ciò ordinò che inviassero a
Toma legati.
Legati Creno e Arco, figlio di Cantone.
• Turma Salluitana //
• Gneo Pompeo, figlio di Sesto, [Strabone], imperator, per ricompensarli del loro
valore ha fatto cittadini romani i cavalieri ispanici nel suo accampamento presso
Ascoli il quattordicesimo giorno prima delle calende di dicembre (17 novembre 89)
in virtù della lex Iulia.
• Gneo Pompeo, figlio di Sesto, imperator, per il loro valore ha insignito lo quadrone
Sallutiano nel suo accampamento presso Ascoli delle seguenti decorazioni militari.
Corniculum, patella, torques, armilla, fàlere e di una doppia razione di frumento.
La Tessera Paemeiobrigensis
Castellanos Paemeiobrigenses ex
gente Susarrorum desciscentibus
5 ceteris permanisse in officio cog-
noui ex omnibus legatis meis, qui
Transdurianae prouinciae prae-
fuerunt, itaque eos uniuersos im-
munitate perpetua dono; quosq(ue)
10 agros et quibus finibus possede-
runt Lucio Sestio Quirinale leg(ato)
meo eam prouinciam optinente{m}
eos agros sine controuersia possi-
dere iubeo.
15 Castellanis Paemeiobrigensibus ex
gente Susarrorum, quibus ante ea<m>
immunitatem omnium rerum dede-
ram, eorum loco restituo castellanos
Allobrigiaecinos ex gente Gigurro-
20 rum uolente ipsa ciuitate, eosque
castellanos Allobrigiaecinos om-
ni munere fungi iubeo cum
Susarris.
Actum Narbone Martio,
25 XVI et XV K(alendas) Martias, M(arco) Druso Li-
bone Lucio (Calpurnio Pisone
co(n)s(ulibus).
L'Imperatore Cesare Augusto figlio del Divino, nel nono anno della potestà tribunizia ed
essendo proconsole, dice:
“Ho appreso da tutti i miei legati, che hanno governato la provincia Transduriana (al di là
del Duero), che gli abitanti del castellum di Paemeióbriga, appartenenti alla gens dei Susarri,
mentre gli altri si ribellavano, hanno perseverato nel loro dovere. Pertanto concedo a tutti
loro l'esenzione perpetua (dai tributi) ed ordino, per tramite di Lucio Sestio Quirinale, mio
legato reggente di quella provincia, che ciascun territorio e secondo i confini entro cui lo
hanno posseduto, quel territorio lo posseggano senza contestazione alcuna.
Al posto degli abitanti del castellum di Paemeióbriga, appartenenti alla gens dei Susarri, ai
quali ho prima dato quell'esenzione da tutti i tributi, integro (=sostituisco) nella loro
posizione (contributiva) gli abitanti del castellum di Allobrigiaecium,appartenenti
alla gens dei Gigurri, con il consenso della stessa comunità (degli allobrigiaecini), ed ordino
che quegli abitanti del castellum di Allobrigiaecium adempiano ad ogni obbligo contributivo
insieme ai Susarri”.
Redatto a Narbona Marzia, il XVI e XV giorno prima delle Kalende di marzo, sotto il
consolato di M. Druso Libone e Lucio Calpurnio Pisone
Plinio nat. 3, 30
Metallis plumbi, ferri, aeris, argenti, auri tota Quasi tutta la Spagna abbonda di miniere
ferme Hispania scatet, citerior et specularis di piombo, ferro, rame, la Citerior anche di
lapidis, Baetica et minio. sunt et marmorum pietra specolare, la Baetica anche di minio.
lapidicinae. universae Hispaniae Vespasianus Vi sono anche cave di marmo. L’imperatore
Imperator Augustus iactatum procellis rei Vespasiano Augusto ha attribuito a tutta la
publicae Latium tribuit. Spagna il diritto latino, scosso dagli
sconvolgimenti della res publica.
La Lex Irnitana (Lamberti 1993)