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~~ ::::i:.arra è finalmente giunta al riconosci- Ci è sembrato quindi doveroso ed utile
-==::.o (perseguito per oltre un trentennio) approntare un testo che serva come sussidia-
.: :. .: . ;:z:-:e dei conservatori di stato che, dal rio per la preparazione di tale esame. Per
1984, hanno istituito ufficialmente la scuola questo, ci siamo rivolti a due docenti di
di chitarra, collocandola in una situazione conservatorio che, nei rispettivi settori, sono
giuridica e di prestigio uguale a quella del considerati autorevoli specialisti. I due volu-
pianoforte e degli strumenti ad arco. È così mi che essi hanno scritto, pur rivolgendosi
terminato l'esilio che aveva confinato la soprattutto agli studenti di chitarra, presen-
chitarra in quelli che Segovia chiamava tano motivi d'interesse anche per gli studio-
"suburbi musicali". si, i concertisti e i musicologi interessati ad
Uno dei primi atti connessi a tale riconosci- approfondire le loro conoscenze chitarristi-
mento è stato quello della compilazione dei che.
programmi di studio, sia per gli allievi dei Ci auguriamo di aver reso un buon servizio
conservatori che per quelli delle scuole musi- a tutte queste categorie, ma non per questo
cali che poi si presentano ai conservatori per dimentichiamo tutti gli altri chitarristi, i
sostenere gli esami in qualità di candidati quali, senza l'obbligo di "studiare" questi
privatisti. In tali programmi è compresa una due testi, ne saranno forse i lettori più
prova di cultura nella quale il candidato gratificati.
deve dimostrare di conoscere la storia della l'editore
chitarra e la sua letteratura.
INDICE
Le finalità didattiche di questa trattazione ne deter- L' obiettivo principale - e più serio- che vorremmo
minano necessariamente la forma e ne limitano perseguire è invece quello di una formulazione di
l'ampiezza; peraltro, il pensiero è lo stesso che concetti e di prospettive, prima ancora ed oltre che di
cercheremmo di esprimere qualora, invece di un libro dati, da affidare, non alla passiva accettazione, ma
ad uso delle scuole musicali, dovessimo compilare all'attenzione critica degli studenti (ai quali principal-
una normale trattazione storiografica. E non potreb- mente questo volume s'indirizza), dei giovani concer-
be essere altrimenti, perché chiunque si accinga oggi tisti, degli insegnanti onestamente disponibili, degli
al compito di scrivere una storia della chitarra, ove stessi dilettanti volenterosi e, perché no , dei musico-
intenda e possa agire con serietà, sa di doversi logi, degli storici, dei critici e dei musicisti . Concetti e
destreggiare su un terreno ingombro e di dovere prospettive ci sembrano infatti più importanti di una
prima di tutto rimuovere una serie di equivoci. selezione - pur necessaria - di nomi e di opere: gli
elenchi sono inevitabili (e già sentiamo le proteste
Non neghiamo che ci abbia a lungo accompagnato la degli esclusi: chiediamo venia, ripareremo alle omis-
tentazione di scrivere una storia degli ultimi cento sioni involontarie nelle ristampe), ma non più utili
anni di musica per chitarra ignorando del tutto la delle chiavi di lettura e, proponendo la nostra
montagna di banalità che si è accumulata ad opera di interpretazione della storia della chitarra, non inten-
vari storici (quasi tutti dilettanti) della chitarra, ma diamo affermare che sia la più valida, ma soltanto
ben presto ci siamo accorti che ciò sarebbe equivalso rispondere alla necessità di un metodo diverso da
al concederci una vistosa facilitazione, eludendo quello finora adottato e tracciare una linea di condot-
un'amara evidenza: errori, miti, menzogne, pure e ta, stimolando quei processi di riflessione e di ricerca
semplici stupidaggini, non giacciono soltanto negli individuale in mancanza dei quali suonare la chitarra
scaffali delle biblioteche chitarristiche, augurabil- diviene una squallida e ripetitiva operazione narcisi-
mente votati ad un prossimo e caritatevole macero (in stica per individui poco intelligenti: sarà appena il
tal caso, sarebbe stata per noi ragione di contentezza caso di ricordare che una chiara conoscenza della
l'ignorarli ed il cominciare da una pagina bianca), ma storia dello strumento che si studia e si suona non è
sono tenacemente appiccicati alle memorie inconscie, erudizione fine a se stessa, ma fondamento indispen-
quasi ereditarie, di una non piccola parte della sabile per la ricerca interpretativa e per ogni opera-
militanza chitarristica, che li recita e li tramanda zione che abbia un valore artistico.
come un doveroso rosario, senza mai essersi doman- Il principio che ha guidato le nostre ricerche, così
data - quasi a negarsi un diritto civile o ad aver come la nostra attività didattica, è quello dell'identi-
subìto la confisca della coscienza critica - se non sia ficazione della chitarra con la sua musica. Ricono-
il caso di ricercare, di verificare, di ponderare. Le sciamo il fascino degli studi glottologici ed iconogra-
stesse cognizioni chitarristiche di molti musicologi, fici sulla chitarra - ne siamo stati avidi lettori - ma
storici della musica e critici musicali sono costituite questo tipo di indagine ci ha informati su un'entità
da una deplorevole serie di luoghi comuni e, per che non abbiamo mai potuto percepire in termini
rendersi conto di tale situazione, non v'è che da strettamente musicali: chitarra come immagine, chi-
consultare enciclopedie e dizionari della musica anche tarra come parola, chitarra come oggetto, ma non
recentissimi e, per ogni altro verso, impeccabili. chitarra come strumento musicale. Lo studio propria-
mente musicale della chitarra può iniziare soltanto là
Di fronte a tale realtà, non ci siamo certo sognati, dove incomincia la disponibilità del suo repertorio, in
intraprendendo la doverosa demolizione di quell'edi- mancanza del quale si studia un'ipotesi astratta.
ficio di cartapesta che è l'attuale e quanto mai Come scrive efficacemente Thomas Heck: « ... to
sedicente "storia della chitarra", di recuperare al attempt to trace the transformations which any
buon senso, e meno ancora al buon gusto, qualcuno instrument undergoes from age to age without the
dei suoi collaudati artefici. Non soltanto non nutria- knowledge of the music performed on that instru-
mo questo proposito ma, consci del grado di corret- ment is like trying to study fish out of water. »<•>
tezza culturale che distingue una ben definita catego-
ria di chitarristi, i quali vendono storia così come
vendono concerti, edizioni, lezioni, chitarre ed acces- <•> «Tentare di delineare le trasformazioni che ogni strumento
sori, ci prefiggiamo, sia pure come successo margina- subisce di epoca in epoca senza la conoscenza della musica suonata
su quello strumento è come cercare di studiare il pesce fuori
le, anche il conseguimento di un ulteriore, ennesimo dell'acqua.» Thomas F. Heck: The birth of the classic guitar and
anatema da parte di costoro, che insegnano con la its cultivation in Vienna, reflected in the career and compositions
gigantografia di un maestro-dio appesa nello studio. of Mauro Giuliani. Vale University, Ph. D., 1970, vol. l, pag. 9.
Così, noi non riusciamo ad immaginare la chitarra se L'arte è per propria natura il regno della creazione,
non rivivendone le concezioni, gli impieghi, le inven- dell'instancabile superamento di ciò che è già stato
zioni che di volta in volta ne hanno proposto i vari acquisito, delle ricerche e certamente anche dei
maestri con le loro opere: è chiaro che al nostro recuperi. Ma l'idea che la chitarra si identifichi
attuale concetto di chitarra - intesa, ripetiamo, definitivamente con l'estetica di un interprete, che le
come entità musicale e non soltanto come "cosa"- scelte di repertorio di tale maestro siano le uniche
partecipano tanto le ricche sonorità "orchestrali" di qualificate (così come le sue fobie), che tutto il resto
Mauro Giuliani quanto le spettrali atmosfere del sia irrilevante o sospettabile, è tuttora alla base dei
Nocturnal di Benjamin Britten, le patetiche e sospiro- pensieri e del comportamento di una parte non
se melodie di Regondi e le agghiaccianti ragnatele di piccola dell'agitato "mondo della chitarra", il quale
certe composizioni di Dodgson. Ogni autore che diviene così un'accademia parrocchiale, una setta df
abbia avvicinato la chitarra con un alito di ispirazio- fanatici che, credendosi iniziati, difendono una tradi-
ne e con un soffio di originalità, ne ha proposto un zione (che è tutto, meno che artistica) con precetti,
lato nuovo, ne ha illuminato un aspetto sconosciuto. diffide e ridicole scomuniche ...
Così del resto è avvenuto nella storia di qualunque
altro strumento: i grandi romantici che, ereditato il Proponiamo questo libro come una delle iniziative
pianoforte da Schubert e da Beethoven, ne coltivaro- possibili e necessarie per sostituire il tipo del chitarri-
no febbrilmente la poetica insieme intimistica e sta "da sacrestia" con una categoria di chitarristi che
trascendentale, non ne segnarono le colonne d'Erco- conoscono a fondo tutto il repertorio del loro
le, perché, dopo il pianoforte di Chopin e di Liszt, strumento, senza timori e senza pregiudizi, e che tale
Debussy inventò un altro pianoforte, del tutto nuo- repertorio studiano e cercano di comprendere nel
vo, e dopo di lui dovevano ancora venire Bart6k, solo modo corretto: ponendolo in naturale relazione
Prokof'ev, Boulez, Stockhausen e, con il suo piano- con la storia della musica, all'interno della quale esso
forte "preparato", J oh n Cage. rappresenta una pagina squisita, quantunque minore.
Una pagina che gli storiografi ufficiali della musica
Tuttavia, mentre sembra che il pianoforte, dopo non hanno finora scritto e che è dunque, per il
tante innovazioni, abbia concluso la sua parabola momento, affidata ai chitarristi stessi, ai quali è
con la saturazione delle sue capacità lessicali, la chiesto di saperla leggere e perfino di saperla scrivere.
chitarra dimostra di poter offrire ancora spazio alle
nuove ricerche dei compositori. È dunque lecito
concludere che il concetto di chitarra, cioè la succes-
sione di invenzioni chitarristiche offerteci dalla sto-
ria, non è ancora definito e che altre concezioni, altri
"sound", potranno essere inventati sullo strumento.
LA RINASCITA DELLA CHITARRA
Premettiamo che il titolo del capitolo è posto quale (come, in fondo, non smise mai di essere); ciò non
ipotesi da verificare, non come verità consacrata. significa che, essendo viva e vegeta, la chitarra
Infatti, si è detto e favoleggiato di tale rinascita e, in interpretasse un ruolo paragonabile a quello che
un certo senso, l'immagine può anche risultare aveva ricoperto nella Vienna di Giuliani e di Schu-
appropriata . Ma una rinascita presuppone che vi sia bert. Ben si esprime, in proposito, Manuel de Falla:
stata prima una morte. È stato proprio così? «Los tiempos romanticos fueron precisamente aquel-
los en los que a la guitarra se concedi6 el mayor
Nei primi trent' anni almeno dell'ottocento, chitarristi va/or; y entonces, naturalmente, se extendi6 por toda
come Sor e Giuliani fecero parte della vita musicale Europa. Estaba ideada para expresar cualquier clase
in centri quali Vienna (Giuliani) e Parigi, Londra e de musica que los otros instrumentos interpretaban,
Pietroburgo (Sor), cogliendovi i successi più alti che pero no fué capaz para la del siglo XIX, y por ello
ad un musicista potessero allora arridere. Poi, ci fu cay6 en el olvido. Vuelve de nuevo a actualizarse,
una progressiva emarginazione del chitarrista (che porque es peculiarmente adaptada por la musica
allora era quasi sempre anche compositore) ed i moderna .»<2>
maestri della generazione successiva (Coste, Regondi,
Mertz e altri minori) ebbero una carriera più difficile Appurato che si trattò di emarginazione- un'emar-
e ripiegarono su altre attività; inoltre, essi avvertiro- ginazione non dispregiativa, se è vero che parecchi
no il bisogno di modificare la chitarra, aggiungendo- grandi della musica romantica avevano la chitarra tra
vi una, due e persino quattro corde. Perché? L'ipote- i loro affetti privati, pur non impiegandola nelle loro
si che essi, individualmente, non valessero quanto i composizioni - e non di morte, e che tale emargina-
loro illustri predecessori è da scartare: le cronache zione fu causata da ragioni di estetica musicale e non
dell'epoca ci riferiscono dei loro concerti negli stessi da scadimenti nella qualità dei chitarristi-composito-
termini elogiativi riservati ai maestri precedenti e le ri, è quindi inevitabile, se non l'abolizione del
loro composizioni dimostrano, nelle differenze stili- termine "rinascita", per i fatti che seguirono la
stiche che le distinguono dai classici, doti non decadenza romantica e l'avvento delle nuove correnti
inferiori di immaginazione e notevoli capacità di musicali, certamente una precisazione del significato
scrittura. della parola in riferimento ai fatti della storia chitar-
ristica.
È chiaro allora che la decadenza della chitarra non è
da attribuire (come è stato fatto) all'assenza di Rinascita significa che i musicisti post-romantici (dai
maestri capaci di mantenerne il prestigio e la popola- francesi ai viennesi) operarono nel linguaggio musica-
rità, ma alle mutate condizioni generali della storia le trasformazioni in seguito alle quali la chitarra
della musica. L'estetica romantica aveva inciso pro- tornò ad apparire utile ed interessante: va da sé che
fondamente sul gusto musicale, ed i compositori questo fu uno dei molti fatti conseguenti alla profon-
svolgevano una ricerca che li spingeva verso le grandi da e critica mutazione che la storia della musica visse
sonorità orchestrali, verso la drammatizzazione estre- in un periodo che, per amor di classificazione, ma
ma del pianoforte, verso l'espansione mobilissima senza pretesa di circoscriverne gli eventi, potremmo
dell'armonia, i cui processi modulanti si facevano datare tra il 1880 e il 1920.
sempre più audaci e complessi; in tale nuova situazio-
ne la chitarra non poteva offrire elementi d'interesse Il fatto che specificamente motivò e sostenne il
e di attualità, e veniva inevitabilmente respinta ai ritorno della chitarra fu la nuova ricerca di colore
margini della vita musicale ufficiale, confinata nei strumentale che, in direzioni differenti, venne avviata
salotti dove il lato bonario e domestico del romantici- da Debussy e dai maestri della scuola di Vienna, i
smo dava luogo ad una fioritura di musica per l' uso
familiare, fatta di cosucce graziose ma esangui.
Sostenere la tesi di una " morte della chitarra" <li «l tempi romantici furono precisamente quelli in cui alla
nell'ottocento romantico vuoi dire ignorare aspetti chitarra si concedette il maggior valore; e allora, naturalmente,
rilevanti di una vita musicale minore ed appartata, (essa) si espanse per culla l'Europa. Era ideata per esprimere
nei quali non soltanto lo strumento figurava non qualunque tipo di musica che gli altri strumenti interpretavano,
meno di prima, ma era addirittura presenza caratte- però non fu capace per quella del secolo XIX, e perciò cadde
nell'oblio. Torna di nuovo ad attualizzarsi, perché è peculiarmente
rizzante, amatissimo e vezzeggiato dai musicisti, ma adatta alla musica moderna. » Eduardo Molina Fajardo: Manuel
anche da poeti, pittori e, tra la gente, popolarissimo de Falla y el cante jondo, Universidad de Granada, 1962, pag. 32.
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quali si accostarono al timbro per trattarne l'essenza In un ordine di importanza inferiore, ma pur sempre
più pura; inoltre, la particolare ricerca armonica significativo ai fini dell'argomentazione che stiamo
condotta da Debussy, con le sue implicazioni della sostenendo, giova ricordare anche le trascrizioni di
modalità, trovava nella chitarra (strumento accorda- Antiche arie e danze per liuto elaborate per orchestra
to principalmente per quarte) un prezioso suggeritore da Ottorino Respighi in tre suites (1917, 1923, 1931),
di straordinarie successioni accordali. Era dai tempi sulla scorta delle trascrizioni effettuate dal musicolo-
di Domenico Scarlatti che la chitarra non ricopriva go Oscar Chilesotti. Anche se si riferiscono soltanto
più un ruolo così singolare e privilegiato nell'atten- in piccola parte a valori chitarristici e non ne operano
zione dei musicisti di prima grandezza. Per tutto le trasfigurazioni create da Debussy, è tuttavia chiara
l'ottocento, anche nei suoi momenti migliori, la anche in esse l'evidenza di un tipo di sensibilità e di
storia della chitarra offre l'immagine del chitarrista- attenzione per il suono delle corde pizzicate e per quel
compositore che cerca di adeguarsi al modello dei genere di poetica musicale in cui la chitarra poteva
maggiori musicisti suoi contemporanei; con l'esaurir- fondare la sua rinascita: in mancanza di tali condizio-
si del romanticismo, la chitarra invece non soltanto si ni, nessun chitarrista sarebbe mai riuscito ad andare
ripresenta in una nuova luce ma, con la propria al di là di un limitato successo personale.
identità armonica e timbrica, influenza la formazione
di alcuni aspetti dello stile di un maestro come Certo, la potenzialità chitarristica insita nella nuova
Debussy, il quale, a sua volta, trasmetterà la lezione situazione doveva essere còlta, interpretata e sfruttata
chitarristica a Manuel de Falla. da virtuosi che, oltre ad avvalersi di mezzi tecnici
perfetti, disponessero anche di una statura artistica e
È lo stesso Falla a riconoscere la presenza di quello di un'apertura intellettuale e culturale, cioè di una
che egli definisce «el va/or puramente tonal-harmoni- capacità di "trattativa" con il mondo musicale.
co» della chitarra nella musica di Debussy e poi, di Riservandoci di esaminare la loro opera in modo
conseguenza, nelle opere di altri autori fondamentali particolareggiato più avanti, diciamo subito che
(tra cui, anche se non si menziona, egli stesso). Scrive Tarrega morì troppo presto per entrare nel vivo di
infatti Falla: «Claude Debussy fué el composi/or a questa nuova realtà (e c'è da dubitare che ci sarebbe
quien, en cierto modo, debemos la incorporaci6n de entrato comunque); Mozzani non dimostrò mai di
esos valores a la musica artistica; su escritura harmo- essersene reso conto; Llobet certamente se ne rese
nica, su tejido sonoro dan fe de ellos en no pocos conto, ma gli fecero difetto la prontezza di spirito,
casos. El ejemplo dado por Debussy tuvo inmediatas l'audacia e la buona volontà per passare all'azione;
y brillantes consecuencias: la admirable "Iberia" de Barrios Mangoré fu respinto dall'Europa e dovette
nuestro lsaac Albéniz cuenta entre las mds i/lu- languire in un'immeritata emarginazione dando con-
stres. »<3l certi solo nei paesi latino-americani, e non certo ai
livelli di prestigio consoni alla sua arte. Il merito di
E, dopo Debussy e gli spagnoli da lui influenzati, aver compreso la nuova realtà e di averne saputo
anche i compositori della scuola di Vienna, dediti trarre buoni frutti va riconosciuto senza dubbi ad
all'indagine timbrica con alchimistica minuzia, si Andrés Segovia, l'unico concertista di chitarra della
interessano al suono della chitarra; ma, mentre prima metà del novecento dotato di un carisma
Debussy si appropria dei "valori" chitarristici in personale atto a far tramutare in composizioni per
astratto, senza darsi la pena di scrivere per chitarra, i chitarra la rinnovata disponibilità dei compositori.
maestri viennesi impiegano direttamente lo strumento
nella loro musica da camera. Anton Webern adopera A Segovia è stato attribuito invece - dalle masse
la chitarra nell'organico dei Cinque pezzi op. 10 del chitarristiche, sue ignare adoratrici, ma non soltanto
~ 1913 e poi, nel 1925, scrive Tre Lieder op. 18 per da esse - il merito di aver creato la chitarra quale
soprano, clarinetto e chitarra, mentre il caposcuola strumento da concerto. Questo è un grave falso che,
Arnold Schonberg compone, tra il 1920 e il 1923, la per potersi diffondere, ha dovuto necessariamente
/' Serenade op. 24 per clarinetto, clarinetto basso, distruggere tutta la storia della chitarra antecedente
mandolino, chitarra, violino, viola, violoncello e, nel al maestro spagnolo e minimizzare l'opera di chitarri-
quarto tempo, baritono (su una poesia del Petrarca). sti-compositori insignì quali Fernando Sor e Mauro
L'impiego della chitarra da parte dei maestri della Giuliani. l meriti di Segovia sono più limitati: egli
scuola viennese aveva avuto un illustre precedente intuì che, dalle nuove correnti musicali europee,
nella Nachtmusik che forma il quarto movimento proveniva una nuova e sensibile attenzione nei con-
.r(Andante amoroso) della Sinfonia n. 7 ("Lied der fronti della chitarra e, da questa intuizione (che
Nacht", cioè "Canto della notte"), composta nel anche Llobet ebbe), passò all'azione (cosa che Llobet
1903 da Gustav Mahler. fece in modo debole e sporadico, limitandosi in
pratica a eseguire le composizioni contemporanee che
risultavano di suo gusto). Se Segovia- come i suoi
devoti sostengono - avesse avuto a cuore il reperto-
<>>«Ciaude Debussy fu il compositore al quale, in un certo modo,
dobbiamo l'incorporazione di quei valori nella musica artistica; la rio della chitarra e, con esso, il futuro dei suoi
sua scrittura armonica, il suo tessuto sonoro ne danno fede in non successori, e non soltanto la sua carriera, avrebbe
pochi casi. L 'esempio dato da Debussy ebbe immediate e brillanti ovviamente esteso il suo appello a tutti i compositori
conseguenze: l'ammirevole "lberia" del nostro Isaac Albéniz importanti del suo tempo, senza discriminare tra
figura tra le più illustri.» Manuel de Falla: El conte )onda (Cante
primitivo andaluz). Sus orfgenes - Sus valores musica/es - Su coloro le cui musiche egli reputava adatte al suo stile
influendo en el arte musical europeo. Editoria! Urania, Granada, e coloro le cui musiche egli invece non amava, anche
1922. perché non avrebbe mai potuto eseguirle in modo
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adeguato, a causa di quella che era stata, tutto limite ed attribuiscano a Segovia meriti che egli non
sommato, una assai limitata preparazione musicale: il ha forse nemmeno cercato di acquisire, quale quello
:naes tro si era formato come autodidatta, imparando di aver dotato la chitarra di un repertorio moderno di
da solo la chitarra, il solfeggio e un po' d'armonia(4>, grande qualità, e di quello che è, infine, un limite,
e, se ciò bastava alle sue intuitive letture di autori di facciano un precetto o un codice estetico, seminando
rincalzo, legati alla tradizione (le cui opere si mante- diffidenze nei confronti delle musiche che Segovia
:teYano in un ordine di comunicabilità relativamente non ordinò, non eseguì e non amò.
facile), certo non sarebbe stato sufficiente per venire
a capo di composizioni più complesse e meno imme- La rinascita della chitarra è stata la conseguenza di
diate . una delle fluttuazioni della storia della musica del
primo novecento. Segovia non l'ha creata: vi si è
~ulla di male, intendiamoci, nel fatto che a Segovia inserito e vi ha agito, con il vigore della sua
aon interessassero Hindemith o Bart6k, e che egli personalità, contribuendo alla creazione del reperto-
preferisse Pance e Torroba: la sincerità è requisito rio moderno, ma soltanto per gli aspetti legati alla
fondamentale di ogni artista, e le finzioni intellettua- musica conservatrice, ad ispirazione nazionalistica. Il
l.hliche non hanno mai prodotto risultati artistici. È profilo della chitarra moderna comprende dunque la
assai scorretto invece che falsi storici della chitarra lezione segoviana, ma non si limita ad essa, ed ha in
aon si sa se sprovveduti o disonesti) ignorino questo sé un potenziale non ancora calcolabile.
Una attenta osservazione del movimento che ha Spagna visse una debole stagione di riporto, nella
preparato da lontano la rinascita novecentesca ne fa quale la presenza dei chitarristi-compositori poteva
risalire i primi segni al tardo ottocento romantico e risultare meno spaesata che in Germania, in Francia e
ne rintraccia espressioni significative già ben prima di in Italia.
Segovia. D'altra parte, figure contemporanee a quel-
la del maestro spagnolo, e non irrilevanti, non D'altronde, scomparso Aguado (che in Spagna operò
parteciperanno come lui - cioè con la stessa sua quasi esclusivamente come insegnante), la chitarra si
autorevole energia - al movimento di rinascita, tinse in Spagna di un romanticismo slavato e melen-
limitandosi ad accompagnarne gli eventi in qualità di so, assai inferiore a quello di un Coste o di un Mertz
comprimari o di testimoni. - i quali già militavano in un'area minore della
musica romantica - e, se citiamo qui i nomi di
Per queste ragioni, ci sembra corretto includere in alcuni autori, è soltanto perché riteniamo significati-
una stessa rassegna pre-segoviana artisti che - come vo il fatto che essi abbiano potuto sopravvivere e
Tarrega - hanno effettivamente preceduto Segovia, lavorare, non certo per il valore della loro musica
altri che - come Llobet - hanno diviso con lui solo (che, ad ogni modo, merita di essere Ietta). José
un tratto di strada, ed altri ancora che - come Pujol Broca (1805-1882), Antonio Cano (1811-1897), José
- sono stati suoi contemporanei: l'opera di questi Vifias (1823-1888), José Ferrer Esteve (1835-1916),
chitarristi-compositori, tutti nati nel secolo scorso, si Juan Parga (1843-1899) diedero concerti, composero
colloca in una direzione comune, quella appunto e pubblicarono, apparentemente ignari della crisi che
della rinascita, ma la figura di Segovia appare, nella travagliava le sofferte carriere dei loro colleghi negli
prospettiva storica, ben più avanzata e conscia delle altri paesi d'Europa.
nuove realtà: essa si colloca come in cima ad una
piramide di cui gli altri maestri costituiscono la base Fu proprio dal migliore di loro che doveva prendere
ed il corpo. forma una delle idee utili alla rinascita della chitarra.
Julian Arcas Lacal (Almeria, 1832 - Antequera,
1882) fu il più grande chitarrista spagnolo del suo
tempo, acclamato in patria e all'estero, precursore
LA SPAGNA del moderno concertista viaggiante. Le cronache
dell'epoca individuano nell'ampiezza dinamica e nel-
Julhin Arcas e Antonio Torres la varietà timbrica le sue doti più sorprendenti, ed è
proprio ad esse che Arcas cercò di procurare adeguati
Non intendiamo svolgere questa trattazione in base a mezzi d'espressione, stimolando l'attività (di per sé
criteri di tipo nazionalistico, che riteniamo fallaci: certo ispirata) delliutaio Antonio Torres (1817-1892)
adottando una suddivisione per nazioni o per conti- che, se proprio non fu l'unico inventore deila chitarra
nenti, stabiliamo soltanto un comodo ordine di moderna, certamente fu il più ingegnoso ed abile
lettura. Così, al fatto che in Spagna si configurino, costruttore di nuove chitarre; con dimensioni amplia-
nell'ottocento romantico, sopravvivenze chitarristi- te e con un nuovo sistema di strutturazione interna,
che più tenaci che in altri paesi europei, non diamo gli strumenti di Torres offrivano, rispetto alle chitar-
spiegazioni connesse al fatto - tutto da dimostrare re impiegate dai classici, una dinamica più estesa
- che la chitarra fosse, già allora, lo strumento verso il forte, una timbrica più varia ed una prolun-
nazionale spagnolo . Ci sembra invece più verosimile gata tenuta del suono, elementi che non mancarono
constatare che, essendosi trovata in una posizione di di riflettersi nella musica dei chitarristi-compositori
relativo isolamento dalle vicende del romanticismo che seppero avvantaggiarsene. Arcas e Torres lavora-
musicale europeo (i romantici spagnoli, Albéniz e rono in stretta collaborazione e il famoso chitarrista,
Granados, manifesteranno i frutti della loro arte più che per le sue composizioni, va ricordato oggi per
pianistico-compositiva alle soglie del novecento), la questa sua ricerca, di importanza fondamentale.
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zie, là dove invece l'orchestra sinfonica costituiva il Prat si rende perfettamente conto della necessità di
punto d'arrivo del compositore proteso verso la proporre il repertorio originale per chitarra anche se,
creazione di musica di ampio respiro: non ci stupire- per questa giusta risoluzione, egli assume una posi-
mo se lo studio attento della produzione di Barrios zione di condanna manichea di tutte le trascrizioni
dimostrerà poi che sono proprio le piccole composi- arrivando, nel suo zelo restauratore, a travolgere
zioni chitarristiche quelle a cui più durevolmente persino le Canciones di Llobet. Fautore "ante litte-
rimarrà affidata la memoria del compositore. ram" de!l'esecuzione dei testi originali e nemico delle
"revisioni", Prat sostiene la necessità di conferire ai
programmi da concerto un ordine che tenga conto
della prospettiva storica e che elimini ogni traccia di
dilettantismo. Posizioni del genere, sostenute mezzo
Domingo Prat secolo fa, meritano a Domingo Prat il riconoscimen-
to di un ruolo di precursore della storiografia chitar-
Nato a Barcelona nel 1886, anch'egli figlio d'arte, ristica e ne fanno una figura distinta nella prima fase
studiò solfeggio, armonia e composizione alla scuola di una rinascita, la quale certamente necessitava di
municipale di musica della sua città e, per la chitarra, protagonisti del suo stampo. Prat morì a Buenos
fu allievo di Miguel Llobet dal 1898 al 1904. Aires nel I 944.
Non lo ricordiamo per i suoi meriti di concertista, di
cui ci giungono memorie troppo !abili, né per le sue
composizioni, ma per la sua attività di storiografo e
di critico. Emigrato in Argentina e stabilitosi a Emilio Pujol
Buenos Aires, Prat vi divenne famoso quale docente
di rigorosa impostazione concettuale e tecnica, e Nato a Granadella, in provincia di Lérida, nel 1886,
molti allievi di valore si formarono alla sua accade- Pujol esordì nel 1900 a Parigi come solista di
mia. bandurria in una "estudiantina" che si esibiva nella
capitale francese per le manifestazioni dell'esposizio-
Accanto alla preminente attività di didatta, Prat ne universale. A quei concerti "esotici" forse assiste-
dedicò le sue energie alla compilazione del Dicciona- va Marcel Proust e tra il pubblico era talvolta
rio de guitarristas, che vide la luce nel 1934. Con una presente, in cerca di ghiottonerie timbriche da elabo-
diligenza esemplare ed una pazienza da amanuense, rare poi nelle proprie musiche, Claude Debussy che,
egli raccolse per decenni materiale e notizie, musiche sempre nei concerti dell'esposizione, anni addietro
e informazioni d'ogni genere, che esaminò con cura e aveva scoperto i suoni del gamelan giavanese.
con capacità analitica per quei tempi eccezionale.
Infine, ordinò l'enorme massa di dati in una visione Dalla bandurria alla chitarra il passo fu breve e
chiara e lineare della storia chitarristica. Il Dicciona- propiziato nientemeno che da Tarrega, il quale
rio contiene inevitabilmente parecchi errori, dovuti accolse l'adolescente Pujol come allievo dopo un' au-
all'imprecisione delle fonti allora disponibili; inoltre, dizione privata a Barcelona. Fu l' inizio di un rappor-
nello scrupolo fervoroso delle sue analisi, l'autore si to maestro-allievo la cui profondità assunse aspetti
lascia talvolta influenzare, sul piano emotivo, nei religiosi. Morto Tarrega, Pujol ne celebrerà la figura
confronti di alcuni suoi contemporanei. Ciò non e l'opera con una devozione e con un trasporto
toglie che l'assetto che egli conferisce, voce per voce, affettivo che, se non offrono molte garanzie circa
alla storia della chitarra sino alla fine dell'ottocento l'obiettività dei giudizi dell'allievo nei confronti del
(tralasciamo appunto i suoi giudizi sugli artisti allora maestro, sono indubbiamente animati da autentica
viventi e, in particolare, sulla musica dei compositori spiritualità, tanto da farci sembrare meschine (come
non chitarristi appena pubblicata grazie a Segovia) già detto) le insinuazioni di chi ha poi voluto vedere,
sia sostanzialmente giusto. nella glorificazione di Tarrega da parte di Pujol, una
"montatura" propagandistica a fini speculativi.
Per un chitarrista che si era formato nell'ambiente
barcellonese e che aveva avuto contatti affettuosi con Per quanto riguarda l'atteggiamento nei confronti di
Tarrega, non doveva essere facile recuperare gli Tarrega, Pujol è, sul piano critico, in una posizione
autori classici e misurare il valore delle loro opere, opposta a quella di Prat, e il fatto che i due siano
vincendo gli effetti della devozione che spingeva gli accomunati nell'affetto per il maestro non impedirà il
allievi di Tarrega a glorificare le composizioni del nascere, tra loro, di qualche polemica, come quella,
maestro, collocandole in cima alla gerarchia dei invero divertente, in cui Prat vede Tarrega impanta-
valori, a costo di ignorare la musica di un Sor o di un nato nella lettura di Marx, mentre Pujol lo vede, in
Giuliani. Ma Prat non si fa ingannare, e distingue quel tentativo, animato da nobili propositi e comun-
perfettamente l'importanza delle composizioni dei que in grado di cavarne qualcosa. Il fatto è che, alle
classici della chitarra da quella della musica di obiezioni critiche di Prat, Pujol oppone una difesa
Tarrega, alla quale riconosce il dovuto, ben indivi- sentimentale, e la polemica che ne segue, svolgendosi
duandone i limiti. Egli rigetta inoltre la deprecabile come tra sordi, non ha alcuna utilità.
tendenza (sempre ispirata dalla devozione, nei suoi
aspetti più stolti) ad attribuire a Tarrega musiche che Fecondamente sviluppatasi in tutti i settori dell'attivi-
egli non aveva mai scritto e che, tra l'altro, ne tà chitarristica, la carriera di Pujol sembra riassumer-
disonorano la memoria. si idealmente nel lascito didattico, cioè nei quattro
L4 SPAGNc_:
A:___ __ _ __ _ __ __ __ _ __ 21
\"Olumi finora pubblicati (mentre il piano dell'opera ca di Pujol si è manifestata soprattutto nel campo
ne prevedeva cinque, e non sappiamo se il progetto della musica per vihuela, con conseguenti, anche se
sia stato condotto a termine) della Escuela razonada non sempre impeccabili, trascrizioni per chitarra di
de la guitarra, il più vasto trattato sulla chitarra di importanti composizioni del cinquecento spagnolo.
tutto il novecento. L'impegno profuso nella compila- Infine, merita di essere ricordata la sensibile attenzio-
zione dell'opera ha accompagnato gran parte dell'esi- ne riservata da Pujol alle composizioni di autori non
sienza di Pujol; concepito nel 1923, il progetto chitarristi: in questo senso, la sua attività si colloca
approda alla pubblicazione del primo volume dieci parallelamente a quella di Segovia, se pur in dimen-
anni dopo, mentre il "copyright" del quarto libro sioni assai più modeste. Scomparso nel 1980, Pujol
porta la data del1971: è dunque evidente lo scrupolo ha lasciato una ricca eredità di affetti e di etica
con il quale l'autore ha proceduto. La Escuela è artistica e professionale tra i suoi numerosi allievi.
dichiaratamente fondata sull'insegnamento di Tarre-
ga (alla cui memoria è dedicata), anche se sono
evidenti, in essa, derivazioni dal metodo di Aguado.
~ell'insieme, gli esercizi e gli studi contenuti nei
quattro volumi, nonché la loro disposizione progres- Tre figure minori
siva, formano un'unità didattica di grande valore e di
ordinata concezione. Molta perplessità suscitano in- Daniel Fortea (1882-1953) rischia di passare alla
vece i procedimenti metodologici di Pujol, che non storia della chitarra soltanto perché risultò antipatico
dà alcuna dimostrazione logica delle proprie teorie, a Segovia<14). Anche se non ha illuminato la strada ai
affidandosi unicamente ad un'autorevolezza che, per suoi contemporanei e tanto meno ai posteri, credia-
:-'sultare accettabile, deve essere assunta su basi mo che il suo nome vada ricordato, tra quelli dei
:'ideistiche: a tale forma di persuasione contribuisce tarreghiani, per le pubblicazioni della Biblioteca
:a mite e composta discorsività con la quale l'autore Fortea, una nutrita raccolta di composizioni originali
espone quelli che, nella sostanza, sono dogmi. dei più vari autori e di trascrizioni non diverse, nei
meriti e nelle colpe, da altre più famose.
Gli studi contenuti nell'Escuela razonada costituisco-
no anche il risultato più valido dell' attività composi- Del torrenziale chitarrista-compositore dell'isola di
:h·a di Pujol che, nelle sue musiche scritte al di fuori Mallorca, Bartolomé Calatayud (1893-1973), non
delle finalità didattiche, rivela una corretta concezio- possono essere dimenticate le saporose rapsodie in
::le della forma musicale e una buona preparazione cui, con grazia ed ingenuità da "naYf" autentico, egli
a."ìllonica, ma anche una costituzionale, irreparabile rivive, in una personale concezione chitarristica, il
~ebolezza di idee ed una sorprendente mancanza di folclore dell'isola. Occorre sottolineare che Cala-
!nventiva nella scrittura chitarristica. Siamo, per tayud è capace di inventare melodie che hanno un
mtenderci, ben lontani dai livelli di Llobet o di credibile gusto popolare, oltre che di trattare arguta-
3arrios Mangoré, per menzionare chitarristi-compo- mente i motivi già esistenti, e la sua disarmante
~rori della stessa epoca. sincerità compensa le divertenti sgrammaticature che
infiorano senza vergogna i suoi pezzi .
--;-ra le opere didattiche, si può collocare anche il
saggio intitolato El dilema del sonido en la guitar- All'opposto di Calatayud, cioè nel ruolo di un
-a 131, corretta trattazione, dal punto di vista estetico, chitarrista-compositore addottrinato, Regino Sainz
del problema- per i tarreghiani al seguito di Pujol, de la Maza (1897-1986) elabora anch'egli la musica
5:;rinoso - del suono con o senza unghie. popolare spagnola con efficaci versioni chitarristiche,
ma la sua produzione originale per chitarra è del
:Jella biografia di Tarrega abbiamo già riferito, e tutto vuota ed insignificante. Non gli mancarono
5arebbe comunque ingiusto omettere un cenno di però i riconoscimenti: cattedratico al conservatorio di
:J~noscimento per la ricchezza dell'informazione in Madrid (la cattedra di chitarra più prestigiosa di
!S.5a dispiegata, nonché per la prosa colorita di Pujol Spagna!), dedicatario e primo esecutore del Concier-
:-;::.e. tra i suoi doni, annoverava quello del romanzie- to de Aranjuez, e persino di una poesia di Federico
:-e più che quello del biografo. L'attività musicologi- Garda Lorca ...
r .il!emma del suono nella chitarra. Ricordi Americana, 1960. !"l Andrés Segovia: op. cit., pagg . 58-59.
22 LA C HITARRA PRIMA DI SEGOVIA
24
PRÉLUDE
Tr~~ modéré
IXB
gliss.
~t?
22.220 "
_-\ parte la post-datazione dell'esistenza di Sor, il rio bancarottiere, e ciascuno dovette arrangiarsi.
fauo che egli appaia a Tessarech "muto" sulle risorse Mozzani, oboista senza impiego, trovò subito nella
;>olifoniche della chitarra ci sembra incredibile. Ep- sua arte di chitarrista - evidentemente mai trascura-
j)ure, la critica radicale mossa da Tessarech ai classici ta - una valida alternativa, e cominciò a dar concerti
e (a maggior ragione) ai suoi contemporanei (Llobet e ad insegnare. Divertente, di quel suo soggiorno
aveva ulteriormente sfoltito la polifonia chitarristica americano, l'aneddoto che lo vuole in rispettosa
a favore del timbro, ed è probabilmente a lui che visita al maggior chitarrista degli Stati Uniti, William
Tessarech si riferisce quando parla di "artisti moder- Foden, il quale si esibisce solo per lui - sessanta
::ti", in quanto Segovia non aveva ancora compiuto il minuti esatti, scanditi da un orologio ben in vista -
suo esordio a Parigi, che sarebbe avvenuto l'anno facendosi pagare venti dollari anticipati.
dopo, nel 1924, mentre i concerti di Mozzani e di
J irnénez Manjon risalivano a molti anni prima), Tornato in Europa, Mozzani è a Parigi nel 1894, e vi
aova coerente esplicazione nelle musiche del volume coglie grandi successi: ne segue la pubblicazione,
Douze pièces e Trois études), in cui è richiesta alla presso Cottin, di alcune sue composizioni. La sua
chitarra una massa armonica sbalorditiva. attività concertistica lo porta anche in Germania,
dove l'entusiasmo suscitato dalle sue esibizioni trova
ll compositore Tessarech non è certo sprovveduto, eco nella ammirata menzione che, di lui, fa Fritz
anche se non denota una personalità eccezionale, e si Buek nel suo libro sulla storia della chitarra, dedican-
impegna decentemente tanto nell'elaborazione della dogli uno spazio più ampio di quelli riservati agli altri
musica popolare corsa che nel genere dello studio e virtuosi del momento<2 0 .
persino nella sonata; ma il chitarrista, con la sua
solitaria concezione dello strumento in funzione Pur coronata sempre da successi, l'attività concerti-
esasperatamente armonica, fa uso di tecniche mai stica di Mozzani cede con il tempo il passo a quella di
\iste e d'intrecci melodico-armonici d'una complessi- liutaio. Sperimentatore studiosissimo, Mozzani in-
tà affatto inaudita. Nel successivo volume, pubblica- venterà nuove soluzioni per la costruzione della
w nel 1929 e intitolato La guitare polyphonique<20l, tradizionale chitarra e, ahilui, un nuovo strumento
egli rincara addirittura la dose, e i suoi foltissimi ibrido, chiamato " chitarra-lyra", il cui aspetto si
modelli di scrittura - del tutto unici nel panorama conforma al peggior gusto "liberty": un brutto
della composizione chitarristica - anticipano di più mobile da salotto gozzaniano. Ampliato il suo labo-
di mezzo secolo le trovate di certi chitarristi d'oggi ratorio in una scuola di liuteria troppo idealistica-
che trascrivono composizioni orchestrali e pianistiche mente in anticipo rispetto ai tempi (infatti, essa
delle quali non hanno capito assolutamente nulla: va dovette chiudere i battenti), Mozzani scomparve dalla
da sé che in Tessarech quelle "scoperte" rispondeva- scena musicale, inghiottito dalle sue ricerche di
no ad un pensiero musicale vero, nato sullo strumen- liutaio e da chissà quali altri pensieri, e morì
w , e ad una esigenza reale di impiego espressivo della dimenticato, nel 1943, a Rovereto.
chitarra.
I pochi dischi !asciatici sono inservibili ai fini di un
La presenza del maestro corso nella storia della apprezzamento della sua arte d'interprete, che dovet-
chitarra è appartata e, come si direbbe oggi, "alterna- te comunque essere eccelsa e che, nelle scelte di
tiva": in questi suoi connotati, essa costituisce una programma, rivelatrici della maturità culturale e del
realtà ineludibile, una pagina che nessun storico serio gusto, presenta un esemplare equilibrio tra i brani
può omettere o minimizzare, anche se essa pare non originali dell'ottocento classico e le sue stesse opere,
aver lasciato, al di là delle composizioni dell'autore, fino ad includere, negli ultimi concerti, le nuove
traccia o influenza: ma chi può dire oggi che essa non composizioni nel frattempo apparse per sollecitazio-
avrà un seguito? ne di Segovia (i pezzi di Torroba, ad esempio).
COUP DE VENT
PER CHITARRA
LUIGI MOZZANI
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Rondò fantasioso
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prodigiosa) e ricercato quale insegnante di grande paraguayano quale unico appoggio. Il candido mae-
competenza. Inoltre, se l'aneddoto della visita di stro ricevette i consensi della critica belga per il suo
Mozzani è vero, fu anche un accorto "manager" di se esordio a Bruxelles nel 1934, e da lì ebbe l'incredibile
stesso, a differenza dei suoi indifesi colleghi europei, ispirazione di passare nella Germania di Hitler, alla
tutti travolti dall'altruismo. Foden morì a St. Louis quale andò incontro con chissà quali speranze! E,
nel 1947. pur se non abbiamo le prove, i documenti, noi
sappiamo che non fu ardua impresa, per chi poteva
È in veste di autore didattico che a noi è dato di vedere con fastidio il suo tentativo d'imporsi anche in
conoscerlo, attraverso i due volumi del suo Grand Europa, toglierlo di mezzo, con un fin troppo facile
method jor guitar, lavoro che rivela anche le qualità boicottaggio. Sicché, malgrado l'eccellenza della sua
di Foden come compositore. Basato sui vecchi schemi arte di chitarrista-compositore (o forse proprio a
carulliani - una scala e poi gli esercizi o studi nella causa di quella), Barrios lasciò l'Europa nel 1936,
tonalità indicata - il metodo di Foden parte dal senza aver concluso, in sostanza, nulla.
presupposto, dichiarato nell'introduzione, di istruire
seriamente l'allievo attraverso musica dilettevole, e È certo che, nell'animo di un uomo che aveva sempre
occorre riconoscere che tale intento è realizzato nei cercato, con grande ingegno e con umiltà, di acco-
due volumi dell'opera con perfetta coerenza. Foden starsi alla cultura europea ed ai suoi valori, quella
dimostra di saper condurre un sapiente progetto reiezione ebbe l'effetto di una sconfitta irreparabile.
didattico e, al tempo stesso, rivela le sue qualità di L'ingiustizia fu grave, assurda: tra i chitarristi euro-
compositore, anche se condizionate allo scopo princi- pei di quel momento, nessuno poteva vantare una
pale. Il suo metodo può essere così collocato accanto formazione tanto solida e rifinita quanto quella di
alle lezioni di Julio Sagreras, ben più popolari. Barrios, se non pochissimi altri personaggi come lui
emarginati, e altrettanto pochi disponevano di quali-
Le notizie biografiche su Foden ci informano anche tà musicali e strumentali paragonabili alle sue. Eppu-
sulla sua attività di compositore di musica per re, quando qualcuno si mosse, non fu certo per
chitarra non specificamente didattica, della quale impedire che l' artista se ne tornasse avvilito in
però non ci è dato al momento di conoscere i frutti . America, a campare di concerti precariamente orga-
nizzati. Va detto per la verità che nemmeno una
permanenza in Europa, in anni come quelli, avrebbe
potuto contare molto per la sua carriera: la seconda
guerra mondiale era imminente e la salute dell'artista
Agustin Barrios Mangoré già compromessa; ma altro, da quello che fu, sarebbe
stato il tornarsene in patria dopo aver suonato,
La popolata galassia chitarristica del primo novecen- com'era suo sacrosanto diritto, nelle sale più presti-
to ha in Agustin Barrios (detto "Mangoré") il suo giose e di fronte al pubblico più adatto. Ciò gli fu
astro più splendente. Nato nel 1885 a San Juan negato, e, noi crediamo, solo per effetto di oscuri
Bautista de las misiones, in Paraguay, Barrios si maneggi, di artate indifferenze: fu insomma una
avvicinò alla chitarra del tutto spontaneamente. Poco vergogna. Barrios morì a San Salvador nel 1944.
più che bambino, fu notato da Gustavo Sosa Escala-
da, professore di chitarra alla "escuela de musica" di Negli anni '70, ad opera di chitarristi e di editori
Asunci6n, che gli impartì le necessarie istruzioni di statunitensi e giapponesi, ha inizio la riscoperta
tecnica chitarristica, mentre l'allievo imparava armo- dell'opera di Mangoré, e prende avvio un riconosci-
nia e contrappunto. Ebbe utili contatti anche con il mento - purtroppo postumo - della sua, in vita
già ricordato ed onnipresente Jiménez Manjon, che alquanto maltrattata, arte. Grazie a questa doverosa
gli diede qualche lezione. Nel frattempo, Barrios si azione l'opera di Barrios si rivela oggi in tutto il suo
procurava solide basi culturali, dimostrando le sue straordinario valore. Egli fu un chitarrista-composi-
inclinazioni per le materie letterarie, la filosofia e la tore della stessa tempra di Sor e di Giuliani -
grafica: insomma, un'intelligenza vivace e curiosa. capitato per sua sfortuna nella situazione meno
Questa assimilazione di cultura europea si innestava propizia - e visse con drammatica intensità la sua
su una orgogliosa coscienza della propria origine (per condizione di erede di una cultura amata e perdente
parte materna)" guarany ", e in tale dicotomia etnico- (quella guarany) alla ricerca di un'altra identità
culturale Barrios doveva poi fondare la sua arte di culturale, ammirata ma lontana ed ostile (quella
chitarrista-compositore che, coltissimo poliglotta e europea) . La sua musica porta questo doppio mar-
raffinato lettore di poeti, adottava il nome di un chio che, se causò all'uomo conflitti e sofferenze,
cacicco "guarany", facendosi chiamare Mangoré: nell'opera si compone in una sintesi fascinosa ed
tratto ai nostri occhi civilissimo e connotato di nobili originalissima.
rivendicazioni nei confronti di una allarmante diffu-
sione - non soltanto nei regimi europei - di È senza dubbio corretto vedere, nella sua produzione
tendenze razziste. chitarristica, due grandi linee: le composizioni ispira-
te al canto ed alla danza dei vari paesi dell'America
Dopo una trionfale espansione della sua attività latina e le composizioni modellate sugli esempi dei
concertistica, che lo rese celeberrimo in tutti i paesi maestri europei. Tale distinzione non deve però far
dell'America latina, e da tutti amato (meno che da perdere di vista il fatto che, anche nelle composizioni
coloro che, nel suo genio, vedevano una minaccia per a carattere popolare, Barrios sa mantenere un livello
la loro ascesa), Barrios, cinquantenne, tentò l'avven- di compiutezza formale e di dignità armonica che gli
tura europea potendo contare, nella sua ingenuità, deriva dalla sua assidua e intelligente lettura dei
sull'affettuoso interessamento di un diplomatico classici.
32 LA CHITARRA PRIMA Dl SEGOVlA
26
Revision de :
Jesiis Benites R.
Confesi6n
(Romanza)
5!! en SOL ~!;(W) c-v/-!f
62 en RE Agustin Barrios Mangoré
c.rr ---- - -- -- -- ---- ---- -- - - - - -- - -- - ---·
I brani ad ispirazione folclorica più notevoli sono: le simbiosi con la musica popolare, pur accedendovi da
tre Danzas paraguayas, Danza guaranf, Aconquija, una posizione "colta".
Maxixe; in questi pezzi, con una scrittura chitarristica
brillantissima, Barrios realizza una arcana sublima- La falange dei chitarristi sudamericani che, con la
zione di elementi musicali grezzi che, attraverso il loro presenza, giunsero a lambire le soglie della
filtro della sua immaginazione, acquistano una felice rinascita, o che vi militarono perifericamente (ma
vitalità. Il filone non popolaresco si ramifica invece non per questo in modo insignificante), è immensa, e
in varie direzioni: quella romantica ci sembra la più anche soltanto elencare i loro nomi è impresa che esce
forte ed autentica, sia per la ricchezza dell'invenzione dai limiti di questo libro. Peraltro, tra un Mangoré,
melodica che per la straripante abbondanza di model- un Villa-Lobos e i mille ingegnosi artigiani della
li originali. Sono composizioni romantiche, in un'ac- chitarra che, nella prima metà del novecento, opera-
cezione squisitamente latino-americana: Choro da rono in un dignitoso semi-anonimato, non c'è il
saudade, con il suo pathos struggente; Aire de vuoto, e almeno tre nomi debbono essere ricordati
zamba, con la sua evocativa malinconia; la barcarola perché, pur senza assurgere a grande importanza, essi
Julia Florida, con la sua tenerezza sognante ed un appartengono a figure ben delineate, la cui opera,
poco divagata; la romanza Conjesion, pagina di un specialmente in campo didattico, incise profonda-
ardente, accorato diario sentimentale; i due Vals e la mente sull'evoluzione chitarristica sudamericana.
Mazurka appassionata che, con i loro variati umori, Essi sono, in ordine cronologico di nascita, Julio
più degli altri pezzi suddetti si ricollegano ai modelli Sagreras (1879-1960}, Raul Borges (1888-1967}, Isaias
chopiniani. Ma anche le composizioni d'impronta Savio (1900-1977).
neo-barocca o galante contengono elementi di grande
interesse: la suite in tre movimenti intitolata La Dell'argentino Julio Sagreras - chitarrista musical-
catedral, espressione di una religiosità sincretistica mente preparato, compositore anche di opere teatrali
che non esclude suggestioni indie; Medallon antigua; - vanno ricordate le efficacissime Lecciones che,
Gavota al estilo antigua; lo splendido Preludio op. 5 graduate su sei livelli di difficoltà in altrettanti
n. l; il Minueto en la, e tanti altri titoli. Menzione a volumi, accompagnano la formazione dell'allievo dai
parte richiedono gli Studi (ne contiamo una decina), fondamenti fino al virtuosismo. Non si tratta di un
validissimi nella specifica ricerca della velocità e della metodo, ma di una ben congegnata serie di studi,
nitidezza nell' articolazione e non di rado sfiorati da ciascuno dei quali è precisamente finalizzato ad uno
un soffio di serena poesia. scopo, descritto nelle apposite istruzioni. Fin dai
primi brani, Sagreras dimostra la sua arte pedagogica
Alcune incisioni discografiche (Barrios fu il primo e, insieme, la sua fertile invenzione di compositore
chitarrista ad incidere un disco), anche se di proble- che riesce sempre a somministrare la lezione di
matico ascolto, ci lasciano a tratti intravvedere tecnica meccanica o di fraseggio per mezzo di piccoli
l'altezza dell'interprete che fu Mangoré. Non possia- pezzi vivi, piacevoli e di schietta ispirazione argenti-
mo del tutto condividere criticamente - eppure na: per questi loro pregi, le Lecciones si fanno
riscuote tutta la nostra simpatia - l'entusiastico perdonare qualche procedimento armonico non pro-
giudizio del chitarrista inglese John Williams, buon prio esemplare. Non sono ancora pubblicate le
interprete di Barrios, che ne scrive: « ... the outstan- composizioni originali che Sagreras scrisse senza
ding guitarist-composer of his lime, I would say oj scopi didattici (salvo alcune paginette minori}, ma è
any time. »<24> lecito supporre che esse siano di tutto rispetto.
26
Tutti i bassi di questo studio devono venir pulsati col dito pollice, anche quelli che capitano sulla 3• e 2• corda.
Non devono essere appoggiati.
21.
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E. 1.-.~~ Il
l nomi, le opere ed i fatti che abbiamo esposto in Le figure che abbiamo delineato animano quella che
questo capitolo dimostrano inequivocabilmente, al di si può considerare la prima fase della rinascita, con
là di ogni possibile artificio interpretativo, che la un fervore ed una dignità che soltanto a prezzo di
storia della chitarra pre-segoviana, qualora sia osser- una ingiusta distorsione della storia chitarristica si
vata con attenzione e con obiettività, è ben !ungi possono annullare o minimizzare allo scopo di pre-
dall'apparire come un deserto, e che la presenza della sentare poi l'avvento di Segovia come un improvviso
musica per chitarra - nei suoi specifici aspetti e miracolo: è questa una fanatica scorrettezza da cui
valori - è ben definita anche in un periodo incerto e nessuno deve più essere ingannato.
transitorio.
~-\~DRÉS SEGOVIA
E IL NUOVO REPERTORIO DEL NOVECENTO
~-\ffinché l' intenso lavorìo che animava il mondo Due sono le intuizioni che, alla base dell'attività di
.:.ella chitarra agli inizi del nostro secolo potesse Segovia a partire dai cruciali anni '20, distinguono il
assumere i caratteri di una decisa riproposizione maestro andaluso dai chitarristi suoi contemporanei:
::.::usicale dello strumento, non più soltanto ad alcune una riguarda il suo ruolo nella vita concertistica,
.:a<egorie (quali i compositori più colti e raffinati o, l' altra i suoi rapporti con i compositori.
;>er il verso opposto, gli appassionati militanti nelle
··a.i e e pur lodevoli società chitarristiche), ma a tutto Anche se, negli anni precedenti il 1920, Segovia non
i: mondo della musica e al pubblico più vasto dei rifiuta di suonare per le società chitarristiche e per i
=onceni di musica da camera, e affinché gli stessi, circoli non specificamente musicali (obbligato a tale
:::obilissimi sforzi dei maestri di cui abbiamo trattato compromesso dalle necessità quotidiane), egli com-
;::el precedente capitolo potessero manifestarsi in un prende subito che è necessario trovare una via
~-ultato complessivo, occorreva l'opera di un artista d'accesso alle società concertistiche le quali, vivendo
:he radunasse, nella propria personalità, non soltan~ di pianoforte e di musica da camera e raccogliendo il
w i doni del virtuoso, ma anche uno spirito d'iniziati~ pubblico musicale più vasto e preparato, ignorano i
a vivo e autorevole ed una eccezionale capacità di concerti di chitarra. L'occasione gli si presenta
?ersuasione. Quest'uomo fu Andrés Segovia. quando, grazie al violoncellista Gaspar Cassad6, egli
riesce a giungere all'impresario madrileno Quesada
~·aro a Linares nel1893<25>, Segovia si formò del tutto che, dopo alcune resistenze, impressionato dalla
soli:ariamente come autodidatta. Non soltanto egli forza d'animo del giovane maestro, oltre che dal suo
::o::t poté contare sull'aiuto di un maestro ma quan- valore di strumentista, gli organizza il primo impor-
jo. nella prima giovinezza, già in grado di presentarsi tante giro di concerti in Spagna e poi la prima
i:u pubblico per dare concerti, cercò qualche contatto tournée in Argentina (1921). Da allora, i concerti di
:an gl.i allievi di Tàrrega, si trovò dinanzi un muro di Segovia, a differenza di quelli dei suoi colleghi, non
i4rlifferenza o di mal celata ostilità. Il conformismo avranno più luogo nelle ristrette sedi delle associazio-
.:ieco e bigotto di quei gregari senza ingegno - che ni chitarristiche, ma verranno programmati accanto a
a.· evano fatto di ogni gesto del loro idolo un quelli dei maggiori strumentisti, nelle sale più impor-
.:o:nandamento, di ogni sua effigie un'immagine tanti, come non avveniva più dai tempi di Giuliani e
:-cligiosa da venerare - impedì loro di cogliere la di Sor. Sappiamo benissimo che, in quegli anni,
.:a.ica genialmente innovativa che si preannunciava Segovia non era l'unico chitarrista a meritare tale
-elle esecuzioni del giovane provinciale autodidatta, e riconoscimento: sta di fatto che egli fu il solo capace
~ manifestò in una formalistica diffidenza da confra- di esigerlo, e anche questo fu un grande merito, se
:e;nita verso quello sconosciuto che attaccava le pure non di ordine strettamente musicale.
~o.-de con le unghie (eresia per i devoti di Tarrega),
s:!onava pezzi non appartenenti al consacrato reper- Inoltre, non appena le circostanze glielo permettono,
:o;io tàrreghiano e non dimostrava alcuna intenzione cioè già fin dal 1920 circa, Segovia incomincia a
::: genuflettersi alla memoria del "profeta" della sfruttare l'onda di rinnovato interesse che, nel mon-
:~tarra. L'acume ironico con il quale il glorioso do musicale, si è levata nei confronti della chitarra, e
e--s:iardo Segovia ricorderà poi, senza alcuna remis- chiede senza esitazione ai compositori che egli giudica
SX'Itie. la stupidità dei tàrreghiani<26>, si asterrà tutta- adatti, di comporre per chitarra, anche se essi non
\"ll dall'esercitarsi nei confronti di molti suoi devoti conoscono la tecnica dello strumento. Sarà poi lui a
5 ieri e di oggi, che hanno fatto di lui, della sua arte rifinire le loro opere con i necessari aggiustamenti
~ pe;sino dei suoi vezzi, né più né meno ciò che i strumentali e con la diteggiatura, a volte richiedendo
La.~eghiani fecero di Tarrega: un culto ridicolo. agli autori modifiche e rifacimenti. La portata di
quest'intuizione sarà enorme, perché asseconderà
l'apertura di un capitolo nuovo nella storia della
chitarra, quello del repertorio creato non più soltanto
dai chitarristi-compositori, ma soprattutto dai com-
positori "puri", le cui opere formeranno una dotazio-
="'. -~
= l':mnosuaprima
~. già
autobiografia (op. cit., pag. l) Segovia non dichiara
della propria nascita
del1934,
(l 893), ma il meticoloso Domingo
s'era data la pena di rintracciare e di
ne così prestigiosa da riscattare definitivamente la
chitarra dalla sua condizione di strumento subalter-
~~e integralmente, nel Diccionario, l'atto di battesimo, dal no.
=..e :nulta che il giorno della nascita di Segovia fu il 17 marzo ,
z....e wono e trenta! (op. cit., pagg. 289-290). Abbiamo già detto che, all'intuizione che ispirò
.;& ~ia. op. ciL, pagg. 87-90. Segovia in quest'impresa, non corrispose un'adegua-
38 _ _ _ _ _ __ ANDRÉS SEGOVlA E IL NUOVO REPERTORIO DEL NOVECENTO
ta ampiezza di vedute nell'individuazione dei compo- parecchie volte il giro del mondo, ovunque acclamato
sitori e nella selezione delle musiche. Non soltanto come il più grande chitarrista del secolo, e la sua
Segovia si limitò a collaborare con quegli autori che attività continuerà ispiratissima fino alla morte,
sentiva affini alla propria natura e accessibili alla sua avvenuta il 3 giugno 1987 a Madrid.
formazione musicale ma, quando le circostanze gli
richiesero di prendere posizione nei confronti di L'attività concertistica di Segovia e la sua collabora-
musiche per chitarra scritte al di fuori della sua sfera zione con i compositori - certamente gli aspetti più
d'influenza, il suo atteggiamento fu risolutamente importanti della sua opera - si sono mantenute su
negativo. Questi fatti provano che Segovia non si un durevole culmine qualitativo, tra il 1920 e il 1960
preoccupò mai del repertorio e deJ futuro della circa. In questi quarant' anni, oltre a dare migliaia di
chitarra, ma soltanto della musica che gli serviva per concerti, Segovia ha instancabilmente rivolto la sua
la sua carriera. attenzione agli autori prescelti, alcuni dei quali hanno
poi finito con il dedicare parte preponderante della
Atteggiamento simile egli assunse nei confronti del loro attività alla creazione di nuovi brani chitarristici
repertorio originale dell'ottocento che, ad eccezione per il repertorio del maestro e dei suoi allievi.
di un limitatissimo numero di pezzi eseguiti nei suoi
concerti ed incisi nei suoi dischi, fu oggetto di Storicamente, il blocco del repertorio moderno sego-
disinteresse o di squalifica. La massa dei seguaci di viano deve essere collocato nel periodo tra le due
Segovia non si domandò mai quale coerenza ci fosse guerre, e precisamente riferito ad un aspetto partico-
tra il rifiutare un Giuliani - musicista certamente lare della musica europea. Tra le due grandi correnti
assai minore rispetto a Beethoven e a Schubert - e che si erano delineate all'inizio del secolo nelle
l'esaltare un Ponce e un Torroba, quasi che, nel avanguardie storiche (quella viennese, basata sulla
panorama novecentesco, essi fossero stati figure di scala cromatica, poi sulla serie dodecafonica e iscritta
primo piano e non autori del tutto secondari. Le nelle tendenze dell'arte espressionista; e quella fran-
conseguenze di queste posizioni gravarono sul movi- cese, basata sul diatonismo, sull'esatonalità e forma-
mento chitarristico che si formò, dalla fine degli anni tasi nell'ambito dell'impressionismo, del post-impres-
'50, alla lezione di Segovia, presso l'Accademia sionismo e del simbolismo), la chitarra era inizial-
Chigiana di Siena, ove si radicò una concezione della mente collocata in una sorta di equidistante
chitarra, della sua storia e del suo repertorio, le cui privilegio, e avrebbe potuto, con un'azione veramen-
angustie settarie pesano tuttora, con i loro effetti, in te illuminata da parte dei maggiori chitarristi del
campo concertistico, didattico e professionale. momento, cogliere frutti copiosi nell'uno e nell'altro
campo. Le scelte di Segovia determinarono invece il
Caratteristica di tale visione è l'identificazione della prevalere di una tendenza secondaria e periferica
chitarra con Segovia e l'esclusione di tutto ciò che della musica moderna, quella che, muovendo da
non appartiene al mondo segoviano. Assumono così presupposti culturali di tipo nazionalistico (la "hispa-
importanza grandissima, nel repertorio chitarristico, nidad" dei vari Turina, Torroba, Ponce, l'italianità
le trascrizioni che Segovia elabora da Bach e dai pezzi di Castelnuovo-Tedesco), si aggiornava in un contat-
pianistici dei romantici spagnoli (Albéniz e Grana- to con la musica francese, più o meno propriamente
dos) , reiterando e ampliando l'opera già svolta, in detta impressionista, cioè con le composizioni di
tale settore, da Tarrega e da Llobet: su tale ripiego, la Debussy, Ravel, e altri. Si trattò di un colorito
chitarra segoviana fa affidamento più di quanto ne connubio tra elementi ritmico-melodici inconfondi-
faccia sulla letteratura originale ottocentesca e sulla bilmente segnati da tratti nazionali o regionali - sia
musica moderna che non sia d'impronta nazionalisti- popolareschi che aristocratici - ed elementi armoni-
ca. In particolare, il pesante fraintendimento che ci, timbrici e formali per i quali l'attributo "france-
impedisce di apprezzare, nei suoi valori e nei suoi se" non dev'essere inteso nazionalisticamente, ma
limiti, l'ottocento, si concreta nella commissione da piuttosto nel senso di un "genere" di musica. Tale
parte di Segovia al pur valido Manuel Ponce di un genere ammirava i propri modelli in alcuni pezzi di
rifacimento della Grande sonata di Niccolò Paganini: Debussy e toccava i propri vertici nel capolavoro
l'infelicissimo "pastiche" che ne viene fuori è l'unica della maturità di lsaac Albéniz (il ciclo di dodici pezzi
macchia nell'onesta carriera del compositore messica- per pianoforte intitolato lberia), nella produzione di
no. Falla fino al 1922 e in alcune tra le composizioni
orchestrali e pianistiche di Ravel. In quell'orbita, fu
Comunque, il concerto con il quale, nel 1924, composta una certa quantità di musica da parte di
Segovia si presenta all'ambiente musicale parigino, autori secondari, tra i quali gli artefici del repertorio
può essere considerato come l'atto ufficiale e definiti- chitarristico segoviano.
vo di affiliazione della chitarra alla vita concertistica.
Come abbiamo già detto, è errato attribuire a È evidente che una tendenza già subordinata e
quell'evento il valore di una improvvisa ed inaspetta- ritardataria rispetto alle correnti principali della
ta rivelazione dello strumento ad un pubblico che, musica europea tra le due guerre, avrebbe potuto,
nella sua raffinatezza, ne è ignaro, ma è giusto dopo il 1950, essere vista soltanto come un piacevole
riconoscere, in esso, un significato storico nel quale si ricordo. Ma gli autori segoviani sopravvissuti conti-
riassumono e si confermano, oltre ai meriti straordi- nuarono anche negli anni '60 e '70 a ripetere le loro
nari del singolo artista, i risultati di un'intensa prove degli anni '20 e '30, senza dare il minimo segno
preparazione svolta dai predecessori del maestro. Da di rinnovamento, anzi logorandosi in una immobilità
allora, il maestro vivrà nella gloria, compiendo di pensiero musicale e di stile del tutto chiusa a
39
HOMENAJE
Pièce de Gui tare écrite pour
Le Tombeau de Claude Debussy
MANUEL de FALLA
Ed. John W. Duarte
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@Copyright forali Countries 1984 AU rights reserved
J. & W. Chester/ Edition Wilhelm Hansen London Ltd. CH55674 Printcd in England
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Doigtée par
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Unau thonscd eopyH•g.o{ rnu~ i t •S fortud t!cn b)l law.
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Doigtées par Andrés Segovia F. Moreno Torroba
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2
Ad Angelo Gilardirw
SUITE V ALENCIANA
per a guit.arra
Revisione e diteggiatura di VICENTE ASENCIO
ANGELO GILARDINO (1908 -1979)
I - PRELUDI
Proprietà f!SCIItsil •n per tuili i paesi d elle Edi-:.ioni fli~RJJT~'V • A ncona, Italia.
,,. Copyright 1973 by Edh ioni IJi":RBEN • .4ttconq, ltaly.
Tutti i tliritti (Jì es~cuzione. tratiUT.ione ~ tra:;crhìtmf' sono risurati per ruui i parsi.
l Plf'IY(":rnmenle l'il'fota fa rirrndu~fotw tìum·rarinr a cnn {/ltOI\Ìa<;i altro proCf'dimt'nro. ~('t,7.fl il cnrHt>fl"' \l"rilfo dell'editore.
Ogni violazione sarò peruguita a termini di let~e (R .n. 633 del 11.4.41. arlt. 171. 171. 17J e 174).
l COMPOSITORI SEGOVlAN:..:.I-=D:..:.
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Collochiamo tra i segoviani di Spagna anche J oaquin re dedicando il lavoro a Segovia e approdando ad
Rodrigo (1901), che pure ha iniziato la sua produzio- una definizione stilistica che lo rende, accanto a
ne chitarristica indipendentemente da Segovia, con Turina, degno di una considerazione più alta di
una Zarabanda lejana (pubblicata nel 1934), dedicata quella dovuta agli altri epigoni di Albéniz e di Falla .
"a la vihuela de Luis Milan", seguita nel 1939 da
quello che diventerà l'universalmente noto Concierto
de Aranjuez, dedicato a Regina Sainz de la Maza, Manuel Maria Ponce
che ne fu il primo esecutore. Per Segovia, Rodrigo
comporrà poi nel 1954 la Fantasia para un gentil- La figura nella quale idealmente si realizzano le
hombre su temi di Gaspar Sanz (per chitarra e predilezioni segoviane per la musica moderna è senza
orchestra) e le Tres piezas espafiolas, nelle quali ci dubbio quella di Manuel Maria Ponce (Fresnillo,
sembra espressa al meglio la sua personalità di 1882 - Mexico, 1948). Sulla propria, felicissima
manierista incline alla rievocazione d'ambiente e alla "verve" di musicista nutrito in patria dai primi
descrizione paesaggistica; tale inclinazione si manife- fermenti di una scuola nazionale (che poi conterà in
sta anche nel dittico Por los campos de Espafia, il cui lui uno dei maggiori artefici), Pance costruirà due
primo brano (En los trigales) rivela l' attenzione strati di cultura europea: un primo soggiorno itala-
dell'autore per il modello del preludio debussiano. Il berlinese non gli farà intravedere quasi nulla delle
fatto che il Concierto de Aranjuez sia, per così dire, avanguardie europee e rinforzerà soprattutto la sua
in cima alle classifiche discografiche della musica per preparazione accademica; ma, negli anni '20 e fino al
chitarra del novecento si spiega in parte con la 1932 (quando Paul Dukas licenzierà a pieni voti il suo
piacevole comunicativa del pezzo, adatto a conqui- maturo allievo messicano), il soggiorno parigino
stare facilmente ascoltatori anche non evoluti, e in immergerà Pance nel vivo della vicenda musicale
parte con il conformismo di molti concertisti che, europea e, sotto lo stimolo dei contatti con gli
proponendo piatti così succulenti, sanno di non epigoni dell'impressionismo e con gli esponenti della
rischiare al di là delle difficoltà virtuosistiche. D ' al- nuova musica, l'arte dell'umile e ispirato maestro
tronde, pur nell'evidenza dei limiti della composizio- messicano troverà un assetto stilistico nuovo e con-
ne, ci sembrano fuori luogo le prese di posizione con vincente.
cui esponenti dell'avanguardia musicale spagnola
hanno identificato il popolare Concierto come un La musica di Pance riassume dunque, in una sintesi
simbolo della cultura reazionaria e dello storico equilibrata, tutti quegli elementi che trovano nella
isolamento della Spagna dall'Europa. A noi sembra chitarra, negli anni dell'ascesa segoviana, un mezzo
che la Spagna celebrata da Rodrigo nel Concierto de nuovo e ideale: il timbro suadente, l'essenzialità
Aranjuez sia un'entità poetica e che, nella sua serena armonica, la bellezza del canto. È proprio in questa
ingenuità, essa non covi alcun disegno di consolida- capacità di melodizzare che Pance fonda la propria
mento retorico dei miti nazionalistici di cui si alimen- vocazione chitarristica: egli è sempre capace di inven-
tava il regime uscito dalla guerra civile. E innocente tare belle melodie e, lungo le fluide linee del suo
ci sembra pure, nella sua pesantezza, l'inconsapevole disegno, sa disporre un' armonia che, se ricorda
funerale che, nella Fantasia para un gentilhombre, Dukas, Ravel, Falla (nei tipi di accordi impiegati) ,
Rodrigo celebra per una Spagna che, in senso storico vive anche di altri nutrimenti (ad esempio, la mobilità
e culturale, era morta nei mari di Cuba sessant'anni cromatica che ascende a Chausson o addirittura a
prima: non riusciamo, insomma, a cogliere nella modelli tedeschi). Quanto al nazionalismo, occorre
pomposa nostalgia che ispira l'autore altro che un sottolineare il fatto che ben pochi maestri europei
sentimento del tutto privo di connotazioni politiche. hanno saputo viverlo con la serena nobiltà con cui lo
ha vissuto P once, che ha saputo fare del "suo"
Parecchi altri compositori spagnoli scrissero occasio- Messico una patria dello spirito, senza mai cercare di
nalmente per Segovia, o comunque sotto l'influsso occultare le sue origini ed i suoi affetti provinciali.
della sua arte; non troviamo tuttavia nelle composi-
zioni di autori come Manuel Palau (1893-1967) o Nel comporre per Segovia, Pance seguitò due linee:
Eduardo L6pez-Chavarri (1871-1970) altro che qual- da un lato i progetti che si delineavano spontanea-
che manieristica pennellatà. Tra i ritardatari che, mente, dall'altro le sollecitazioni e le richieste, talvol-
immersi nella sonnacchiosa provincia spagnola, si ta molto specifiche, del suo illustre committente. Al
aggiungeranno negli anni 1960-1980 alla lista dei primo filone dobbiamo le opere più importanti e
compositori di orientamento segoviano, spicca la stilisticamente più originali, al secondo le composi-
figura del valenciano Vicente Asencio (1908-1979) zioni di imitazione, meno importanti ma indubbia-
che, pur non essendo stato acquisito all'impegno mente rivelatrici di una non comune capacità mimeti-
chitarristico da Segovia (bensì da Narciso Yepes), ca.
scriverà pagine quali la Suite valenciana e gli Home-
najes (a Scarlatti, a Falla, a Lorca) in cui ben si Dopo una Sonata mexicana in quattro movimenti
avvertono le matrici del linguaggio popolare-impres- (1923), in cui già si compendiano efficacemente i
sionista caro a Segovia, ma con una incisività di caratteri dell'arte ponciana, altre quattro sonate si
pensiero musicale ed una essenzialità formale che sarebbero aggiunte in nove anni: tra esse, il primato
distinguono Asencio dai segoviani dell' ultima ora. spetta alla Sonata III del 1927, il cui primo tempo è
Con una meditativa, a tratti toccante, Suite mistica uno dei migliori pezzi di Pance, senza sottovalutare il
ispirata ai Vangeli (Dips6 - Getsemani - Penteco- brio e la grazia sensuale della Sonatina meridiana/ del
stés) Asencio concluderà la sua carriera di composito- 1932.
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48 _ _ _ _ _ _ _ _ __ _ ANDRÉS SEGOVIA E IL NUOVO REPERTORIO DEL NOVECENTO
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collaborazione che, come nei casi di Ponce e di registrare in toni cupi o pessimistici lo "choc"
Torroba, durerà fino alla morte del compositore, culturale patito dal maestro in seguito allo sradica-
anche se, negli ultimi anni, Castelnuovo-Tedesco mento dall'amata Firenze e gli effetti del problemati-
avvertirà qualche segno d'irritazione da parte di co trapianto in terra americana.
Segovia, al quale non piaceva che il compositore
scrivesse brani anche per altri chitarristi! In realtà, rimanendo fedele alle proprie matrici
culturali, Castelnuovo-Tedesco non trova stimolo
Nelle opere composte tra il 1932 e il 1939, Castelnuo- alcuno nel nuovo ambiente, il quale si interessa a lui
vo-Tedesco è un autore che versa generosamente la soltanto per la facilità con cui egli compone generica-
propria " italianità" in un crogiolo stilistico nel quale mente musiche da film, e l'isolamento - per lui che
confluiscono derivazioni francesi e spagnole; egli non era sempre stato attivamente partecipe dei fatti della
fa abituale ricorso alla musica popolare (al contrario, musica e della cultura - porta quale conseguenza
è un compositore aristocratico e finanche un poco una sorta di cristallizzazione stilistica. Non che,
"snob"), ma la tradizione musicale italiana, dal ripetendosi, egli svuoti la sua arte, ma le evoluzioni
settecento a Puccini, si respira nelle sue composizioni che stanno trasformando in Europa la musica, non
- segnatamente in quelle chitarristiche degli anni ' 30 trovano nella sua produzione eco alcuna, e anzi egli
- in un complesso di riferimenti che vanno dal sembra deliberatamente arretrare, vincolandosi in
profilo cantabilissimo delle melodie all'esplicito in- modo sempre più stretto e rigoroso ad una tradizione
tento di rivivere aspetti formali e stilistici cari ai della quale - sia spiritualmente che per il suo
maestri italiani. Così, lo stile boccheriniano della magistero tecnico - pare gli piaccia dimostrarsi
sinfonia viene sapientemente rifuso da Castelnuovo- erede titolato . Con questo atteggiamento, Castelnuo-
Tedesco nell'arguto, graziosissimo primo tempo della vo-Tedesco dichiara la sua fede nell' umanesimo in
Sonata per chitarra (Omaggio a Boccherinz), le cui cui è stato educato e prende ironicamente le distanze
aree tematiche, legate da un nesso di continuità, si dall'ambigua volgarità del mondo del cinema, ma
ampliano fino a rendere superfluo lo sviluppo centra- proclama anche la sua estraneità nei confronti delle
le, e danno luogo ad una particolare forma di speculazioni dell'avanguardia europea, rifiutandone
bitematismo bipartito; mentre, nel fantasioso ed il benché minimo riflesso nella sua musica. Noi
umoristico quarto tempo, le maniere della musica crediamo che ciò sia dovuto più alla sua condizione
spagnola di Albéniz e di Granados vengono rifatte in di esule non rientrato in patria (se non per trascorrer-
modo burlesco, svuotandone la retorica in una vi le vacanze) che ad una meditata sfiducia nei
parodia toscanamente irriverente. Con la Sonata del confronti di un tentativo di rinnovamento dall'inter-
1934, Castelnuovo-Tedesco regala alla chitarra una no del suo stile, e siamo convinti che, risiedendo in
composizione importante, di respiro europeo, collo- Italia, il maestro avrebbe operato una scelta meno
cata nell'insieme di tutta la sua produzione come uno rigida. I titoli delle sue composizioni chitarristiche
dei lavori più significativi. Le Variations à travers !es post-belliche danno prova di tale autodifensiva "og-
siècles del 1932, il primo pezzo chitarristico del gettività": Rondò (1946), Suite (1947), Quintetto (per
maestro fiorentino, erano invece state concepite in chitarra e archi - 1950), Fantasia (per chitarra e
chiave deliberatamente eclettica, come una specie di pianoforte- 1950), musiche nelle quali il compositore
rapsodia sulle "maniere" musicali dal barocco fino denota sempre più chiaramente la propria inclinazio-
alla musica da ballo americana, in forma di variazio- ne ad affidare alla chitarra sola brani minori, ed alla
ni. Alla Sonata faranno seguito l' istrionico Capriccio chitarra concertante opere di maggior impegno for-
diabolico (Omaggio a Paganini) del 1935 (brano non male e di più alta espressività (come il Quintetto).
molto felice, che Castelnuovo-Tedesco cercherà di
irrobustire dieci anni dopo, in una versione per Nascono così il Romancero gitano per quattro voci
chitarra e orchestra), la spiritata Tarantella del 1936 miste e chitarra, su testi di Federico Garda Lorca
(meritatamente divenuta celebre) , in cui il composito- (1951) e il secondo Concerto per chitarra e orchestra
re scherza con la musica popolare napoletana senza in do maggiore (1953), due lavori fondamentali nella
impigliarvisi, e, a coronamento di quel primo perio- produzione chitarristica di Castelnuovo-Tedesco, i
do, lo splendido Concerto in re maggiore op. 99 per quali concludono la seconda fase nella parabola
chitarra e orchestra (di cui diremo più avanti), creativa del musicista (significativamente, anche la
composto nel 1939, alla vigilia della partenza per prima si era conclusa nel 1939 con un Concerto).
l'esilio statunitense.
A questo punto, il compositore ha raggiunto il
Anche se Castelnuovo-Tedesco non avrà modo di culmine della sua maturità stilistica. I lavori del
rendersi conto della brillante riuscita del suo Concer- periodo seguente, fino al 1960, sembrano composti
to che nel 1947, anno in cui lo ascolterà per la prima sullo slancio precedente, e nulla aggiungono all'im-
volta nell'esecuzione di Segovia a Los Angeles, l'idea magine dell'autore. Di tale periodo inerziale, il brano
di "lavorare" i suoni della chitarra in un colorito più significativo è la struggente Ballata dall'esilio -
tessuto orchestrale lo attrae fino ad indurlo a com- la celebre, angosciata ballatetta di Guido Cavalcanti
porre, nel 1943, una mozartiana Serenade in cui, - per voce e chitarra, in cui Castelnuovo-Tedesco,
ridimensionate le proprie ambizioni solistiche, la non per mimesi ma per sentita identificazione spiri-
chitarra dialoga con archi e fiati nel tono più tuale, fa proprie le dolenti confessioni del poeta che
disinvoltamente confidenziale. Con questa composi- nell'esilio ha visto sfiorire la propria esistenza e che
zione - l'unica scritta durante il periodo bellico che nel sogno di un impossibile ritorno ha consumato la
comprenda la chitarra- Castelnuovo-Tedesco inizia propria anima.
la sua seconda epoca, la cui produzione non sembra
\L-tRIO CASTELNUOVO-TEDESCO 51
(/2o_~ -(}itano.
Sieben Gedichte von Federico Garcia l orca
fùr gemlschten Chor und Gitarre
Mario Castelnuovo-Tedesco
Opus 152 (1951)
Redigiert von Sieglried Behrend
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Dal 1960, Castelnuovo-Tedesco inizia- affidandosi Nel vasto e vario catalogo chitarristico accumulato
prevalentemente alla chitarra - una sorta di autobio- da Castelnuovo-Tedesco in trentasei anni di carriera,
grafia musicale (proprio mentre scrive quella lettera- dal 1932 fino alla sua scomparsa, spiccano i due
ria, intitolata Una vita di musica), inoltrandosi in concerti per chitarra e orchestra, il Quintetto per
una ricerca contemplativa ed interiorizzata che non chitarra e archi e il Romancero gitano, opere destina-
rivela più alcun intento descrittivo o paesaggistico, e te a rimanere nella storia della musica per chitarra.
che si rivolge soprattutto alla meditazione e alla
memoria. I temi di quest'ultimo periodo sono quelli Nel primo Concerto, Castelnuovo-Tedesco si presen-
capitali dell'esistenza di un uomo giunto alla più alta ta in vesti neoclassiche, sia per l'adozione di una
e dolente saggezza. Ne troviamo l'espressione più limpida forma settecentesca che per l'atmosfera aper-
efficace e diretta nel ciclo per voce e chitarra The tamente evocativa che pervade la composizione da un
divan of Moses-Jbn-Ezra (1966), dove, servendosi dei capo all'altro. Sembra quasi che il compositore,
poemi di un autore ebraico del tardo medioevo, il ormai pronto al distacco dalla propria terra, si
compositore canta con rassegnazione la propria ama- abbandoni ad un flusso di memorie mediterranee, le
ra visione del mondo e affida alla tenue armonia quali scorrono tra la grazia e l'eleganza del primo
della chitarra il compito di sorreggere con discrezione tempo, illirismo gentile ed appassionato del secondo
una linea disadorna, essenziale, in cui scorre dolce- tempo, il piglio epico del terzo tempo, nel quale si
mente la testimonianza di uno sconfitto; mentre evocano giostre e tornei. La chitarra è collocata con
prima, nel 1960, sulle delicatissime prose liriche di naturale proporzione accanto ad un'orchestra i cui
Juan Ram6n Jiménez, Castelnuovo-Tedesco aveva timbri trasparenti risultano sempre adatti al dialogo
dettato, in ventotto idilli per narratore e chitarra, il con lo strumento solista.
proprio commosso elogio dell'amicizia, il cui paradi-
gma ideale non è però costituito da due esseri umani, Di tutt'altro carattere è il secondo Concerto del1953,
ma da un poeta misantropo e da un somarello: in al quale l'editore ha apposto il titolo Concerto sereno
Platero y yo si espande per vie chitarristiche un (senza dubbio lo è, ma non più di tanta altra musica
melodizzare candido, quasi infantile, ritrovamento dell'autore). In questa partitura, più elaborata e
estremo di una sapienza pervenuta a visioni france- complessa, predomina il vasto secondo movimento,
scane. una Sarabanda con variazioni in cui nuovamente
l'autore si affida alla memoria, ma non tanto per un
Un umorismo amaro, a tratti mordace, allucinatorio, atto di evocazione affettiva - come nel primo
domina invece i 24 caprichos de Goya per chitarra Concerto - quanto nell'intento di celebrare l'immu-
sola del 1961, ispirati alle acqueforti in cui il grande tabile (a suo modo di sentire) attualità della forma
pittore spagnolo aveva raffigurato con spietata chia- classica; tuttavia, pur nella sua magniloquenza, il
roveggenza le superstizioni, i vizi e l' abissale ignoran- neoclassicismo di questo brano non esclude momenti
za dell'aristocrazia, del popolo e del mondo accade- di slancio romantico o di appassionata teatralità,
mico del proprio tempo . Castelnuovo-Tedesco, nei quale la conclusiva ripresa del tema, che si svolge in
suoi Caprichos per chitarra, schizza ritratti meno un clima scopertamente pucciniano. Il primo tempo
impietosi e più ironicamente gentili - anzi, talvolta - che più propriamente degli altri due si può definire
accorati - di alcuni personaggi della "commedia "sereno"- è una contemplazione piuttosto rarefatta
umana" da lui vissuta e, attraverso acute caratteriz- in cui il compositore svolge una preziosa ricerca di
zazioni, fa trasparire i propri sentimenti nei confronti colore, suscitando atmosfere fiabesche alla Ravel.
degli amici di dubbia fede che agiscono camuffati Dopo la gravità del secondo movimento, una lepida
dietro le loro maschere (Nadie se conoce), dei falsi Fiesta campestre in do maggiore - con irridenti
compositori che insegnano ciò che non sanno, mae- rintocchi di una campana tubolare in si bemolle -
stri asini di allievi inevitabilmente asini (Si sabrd mds conclude in toni di giubilo la variopinta composizio-
el discipulo?), del tipico chitarrista cialtrone che ne, formalmente assai meno equilibrata del primo
intrattiene un pubblico di deliziati somari (Brabisi- Concerto e, in un certo senso, un po' pericolante a
mo!), fino all'inquieta, torbida interrogazione de El causa del suo eclettismo, ma ricca di spunti felici e di
sueiio de la raz6n produce monstruos, uno dei piacevoli trovate timbriche. La chitarra dialoga qui
momenti più misteriosamente veri di tutta la musica con un'orchestra più nutrita di quella del primo
di Castelnuovo-Tedesco. Concerto, e perciò il suo dominio solistico è meno
evidente, in specie nel secondo tempo : questo spiega
In quest'ultimo periodo della sua vita, pur affidando la rinuncia di Segovia, che pure aveva insistito per
ai cicli di cui abbiamo detto l'espressione del suo ottenere dall'autore un secondo Concerto, ad eseguir-
pensiero musicale più sentito, il compositore si Io.
concede ancora il gusto del divertimento e, per
questo aspetto secondario ma mai sopito della sua Il Romancero gitano, costituito da sette pezzi elabo-
arte, adopera il duo di chitarre, componendo, nel rati su poesie tratte dali' omonima raccolta di Garcia
1962, il ciclo di ventiquattro preludi e fughe intitolato Lorca, consiste essenzialmente in una elaborazione
Les guitares bien temperées, gigantesco "pastiche" in polifonica a quattro voci miste di linee d'inconfondi-
cui, rinserratosi entro schemi formali di tipo scolasti- bile gusto ispanico, anzi, più propriamente "jondo",
co, l'autore se ne burla poi con somma disinvoltura, esemplarmente forgiate da Castelnuovo-Tedesco sul-
collocandovi un variopinto bazar con scampoli musi- la metrica dei poemi lorchiani, con una spontaneità
cali d'ogni genere. Per il duo chitarristico, Castelnuo- che farebbe pensare alla citazione di melismi del
vo-Tedesco comporrà nello stesso anno anche un "cante". Il trattamento polifonico che l'autore svi-
brillantissimo Concerto con orchestra. luppa assomiglia a quello degli antichi madrigalisti,
UUO CASTELNUOVO-TEDESCO 53
5
P"' ALDO BRCZl/CHt:LU
PLATERO Y YO
(PLATERO AND l)
para ~ arrador y Guitarra - for Narrator and Guitar
op. 190 (1960)
JUAN RAMÒN JIMÉN EZ VOL. l :\JAHIO CASTELNuOVO· TEDESCO
(1881-1958} (1895. 1968)
(English translation b y Elolse Roach)
I - PLATERO
Allegretto molto mosso, trottando (tYottitl{{J
pp ~tguale
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1
E. liOl B.
a LORENZO
4
24 CAPRICHOS DE GOYA·
para la guitarra
op. 195
Cuaderno Primero
Revisione e diteggiatura di ANGELO GILARDINO MARIO CASTELNUOVO- TEDESCO
(1967-70) (1961)
E. 1427 B.
\LARIO CASTELNUOVO-TEDESCO 55
Auff\ihrungsrechte vorbchahcn
Tous droits réservés
à Andrés Segovia
Mazurka
Doigté par Andrés Segovia Alexandre Tansman
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Uaauthorued ~PYIDJ ofmusic is fOt'o!ddtn by taw,lftd auy ruult 1tl critntM.I or a .. n acdoo.
;::he gli diverrà sempre più congeniale, e che figurerà l'orchestra, e non pecca certo di solistiche vanità.
nei suoi programmi fino agli ultimissimi concerti.
Nel 1972, l'editore Max Eschig pubblica due opere
Tre sono le composizioni chitarristiche importanti di per chitarra sola nelle quali Tansman dimostra di non
Tansman: la Cavatina, la Suite in modo polonico aver perduto il suo interesse per la chitarra, ma anche
1%2) per chitarra sola e la Musique de cour (1960) di non disporre più che di mestiere e di buon gusto: i
per chitarra e orchestra; nulla sappiamo di un tre movimenti dell'Hommage à Chopin e le Varia-
Concertino per chitarra e orchestra attribuito all'au- tions sur un thème de Scriabine ci ricordano l'autore
:ore da alcune enciclopedie: quando interrogammo il della Cavatina soltanto per lo stile e per la scrittura,
.::ompositore al riguardo, la risposta fu un vago ma le fonti d'ispirazione sono ormai prosciugate e
sorriso, seguito da un gesto che alludeva ad una alcuni pezzi successivi, decisamente minori (tra cui
storia complicata e non ancora risolta. l'Hommage à Lech Walesa), non hanno assolutamen-
te più nulla da dire.
La Cavatina è la composizione più fervida del
Tansman veneziano. Attratto dal sortilegio della Peculiarità degna di nota nella musica per chitarra di
laguna fin dalla sua prima visita a Venezia, Tansman Tansman è l'estrema semplicità ed il ridottissimo
'i ritornerà in regolari soggiorni per tutta la vita, numero dei modelli di scrittura impiegati: nessun
appassionandosi alla cultura veneziana fino a divenir- autore era mai riuscito a trarre tanto partito da così
;::e interprete erudito e poetico. Il mistero della città pochi elementi, e questa particolarità torna a maggior
;::he unisce nella propria aura gli aspetti disvelati del gloria di Alexandre Tansman, persona assai mite e
:::tondo occidentale e le fascinazioni assai meno dal tratto dolcissimo che, pur partecipando con
àecifrabili dell'oriente trovò nella sensibilità del mu- affabilità alle conversazioni, sembrava mandare oltre
~cista profonde consonanze e risposte incantate. il suo sguardo sempre un po' estatico, come perduto
Questa sorta di "trance", che rende incorporea e in un orizzonte paradisiaco.
X>ntana anche la pulsazione di ritmi vitalistici, assu-
me forme fantasmagoriche nella Cavatina, visione
. \ eneziana di stregata, funebre bellezza, in cui sfilano
gli scalpitanti umori del Preludio, le stremate dolcez- Gli altri compositori segoviani
ze della Sarabande, le festose allucinazioni dello
Scherzino, gli inquieti presagi di una Barcarole che fa La comparsa, nei cieli della Parigi musicale, dell'a-
udire, nella lontananza di sperduti canali, canti di stro segoviano nel 1924, gettava nuova luce su uno
gondolieri senza corpo, e infine gli squilli coperti, strumento di cui i musicisti della capitale non erano
come attutiti, di una imprendibile fanfara nella certo ignari. Pur senza assumere impegni gravosi,
Danza pomposa. Musica per interpreti dall'anima di alcuni autori che, a quel tempo, godevano a Parigi di
èiamante e dalla tecnica senza rughe e senza vanità, un certo prestigio, si cimentarono occasionalmente
la Cavatina si impone, ai nostri occhi, come la pagina nella composizione chitarristica.
più alta del repertorio segoviano (tolto l'Homenaje)
e. in assoluto, come uno dei pezzi per chitarra più Nell'esame di questa piacevole, se pur non importan-
:mportanti del novecento. tissima, fioritura, la prima citazione spetta alla suite
intitolata Pour un hommage à Claude Debussy che
Con la Suite in modo polonico del 1962, Tansman si Georges Migot (1891-1976) - l'entusiasta prefatore
immerge a fondo nella cultura della sua patria, dei libri di Jacques Tessarech - scrive nel 1924,
~hivendo, più che i ritmi, lo spirito delle danze dedicandola a Segovia. Il lavoro è rimasto sepolto
.uazionali (Kujawiak, Kolisanka, Oberek) in uno stile fino al 1980, anno della sua pubblicazione. Si tratta
:he ricorda quello degli antichi liutisti e con un di una piccola suite in tre tempi (Prélude, Pastorale,
;:nassiccio ricorso alla scrittura polifonica ed agli Postlude) in cui le scale, gli accordi e l'impianto
osrinati. Dei nove brani di questa suite, tre erano stati fraseologico debussiani vengono rifusi in una squisita
wmposti e pubblicati separatamente nel 1954 (Trois miniatura, senza alcun intento bassamente imitativo e
;;ièces): il progetto di un'opera di dimensioni così con spontanea, immaginosa sincerità. Migot tornerà
' aste non era nato dunque in modo definito, ma si poi alla composizione chitarristica negli anni '60, ma
e:a fatto strada nel tempo. Opera meno varia e senza avvicinare, né tanto meno ripetere, questo
fantasiosa della Cavatina, la Suite in modo polonico brillante risultato.
a:;erma più nettamente le radici, non soltanto nazio-
.:lali, ma primitive ed arcaiche della cultura di Tan- Un notevole successo sarebbe toccato invece allo
s:na n, che si dispone, nei riguardi della tradizione spiritoso ritratto intitolato Segovia di Albert Roussel
?Qlacca , in un atteggiamento affine a quello stravin- (1869-1937). Composto nel 1925, il brano schizza con
skiano nei confronti dei canti e delle danze della tratto veloce e caratterizzante (un po' come faceva
Russia primitiva e pagana e di Falla nei confronti del Picasso negli stessi anni, ritraendo in folgoranti
-cante jondo", anche se, rispetto ai due capiscuola, disegni gli amici artisti) gli aspetti più tipici dell'arte
.::on un ritardo di mezzo secolo. di Segovia, quali, ad esempio, il frequente ed espres-
sivo fluttuare del ritmo . Nella sezione centrale,
Con la Musique de cour per chitarra e orchestra del Roussel abbozza umoristicamente un'armonia bito-
. 960 T ansman si cimenta nel genere del "pastiche ", nale, ma non ne approfitta: una sorta di "moderno
=laborando alcune danze di Robert de Visée; la ma non troppo" che forse allude bonariamente alle
::Utarra vi agisce in un rapporto di integrazione con preferenze segoviane tra i musicisti di allora.
- - - -- - -
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Lo stesso trattamento libero ed ondeggiante del per il suo repertorio, pochissimi altri autori: alcuni
:inno , con l'uso di un'agogica fittissima, ispira la spagnoli di cui, nonostante il più volenteroso impe-
Sérénade (1925) di Gustave Samazeuilh (1877-1967), gno di lettura, è impossibile ricordare le musiche (e di
òe sembra ripensare, in un vaporoso allentamento cui si dimentica quindi anche il nome), il britannico
o;JL'"Ìco - da impressionista quale egli era - i ritmi John W. Duarte, compositore-chitarrista del quale ci
della saeta e dal fandango: si tratta, com'era di moda occuperemo più avanti, lo svizzero Hans Haug (1900-
allora, di una Spagna vista dai Pirenei, e dall'altezza 1967) e l'americano Albert Harris . Autore di un
~elle nuvole. Concertino per chitarra e orchestra con cui, nel 1950,
si affermò nel concorso di composizione indetto
L"na nota appena - e di rammarico - per la dali' Accademia Chigiana di Siena (la sezione per
'olarilizzazione di una Reverie del compositore e chitarra sola consacrò meritatamente la Cavatina di
poeta britannico Cyril Scott (1879-1970), brano dedi- Alexandre Tansman), Haug compose anche il trittico
<:ato a Segovia, che lo presentò in numerosi concerti Prélude, tiento et toccata, la leggenda intitolata Alba
::egli anni '30: è sparito. e un Preludio per chitarra sola, nonché una Fantasia
per chitarra e pianoforte. Musicista di solidissima
Per quanto riguarda gli autori latino-americani legati tempra, direttore d' orchestra con spiccate predilezio-
a Segovia (e non trattati separatamente) dobbiamo ni per il repertorio tedesco in genere e brahmsiano in
<!Ila onorevolissima menzione all'uruguayano, poi particolare, Haug rivela nella sua musica chitarristica
iliL.ruralizzato argentino, Carlos Pedrell (Minas, 1878 un' indole perdutamente romantica, nonostante l'a-
- Parigi, 1941). Nipote del famoso musicologo dozione di procedimenti armonici che collegano gli
spagnolo Felipe Pedrell, Carlos compose per chitarra accordi secondo leggi d'attrazione diverse da quelle
;iue cicli di tre pezzi ciascuno: le Trois pièces scolastiche. I suoi pezzi hanno ottenuto facile succes-
:Jubblicate da Schott nel 1928 e le Danzas de las tres so tra i chitarristi ma hanno incontrato, da parte
/mncesas cautivas pubblicate da Ricordi nel 1961, ma degli esponenti della nuova musica, una squalifica
<:!:rto risalenti ad almeno trentacinque anni prima. anche più recisa di quella che ha scomunicato
Pedrell è un pensoso, sereno ed equilibrato seguace di Castelnuovo-Tedesco e Ponce: non sarà male leggere
:\1anuel de Falla: nella seconda delle danze scritte per queste musiche senza pregiudizi e valutarne, con gli
le "principesse prigioniere" (Dofia Mencia), egli evidenti limiti, anche le innegabili qualità melodiche e
:messe un lungo e triste melisma che poi sostiene l'accorta definizione timbrica.
accordalmente e al quale contrappone ritmi compatti
;:on successioni di misteriosi bicordi; nella sezione Di Albert Harris, inglese di nascita emigrato in
~rrale del pezzo, si apre ad una melodia languida e California, Segovia ha eseguito, ma non insistente-
sensuale che, pur nel suo meditativo pallore, ricorda mente, le Variations and jugue on a theme oj
El amor brujo. È questa per noi la pagina più bella di Hiindel, accademica esercitazione senza voli inventi-
Pedrell (conosciuto soprattutto per il suo scintillante vi, pubblicata nel 1970. Assai migliore la Sonatina in
Guimrreo), ma tutte le sue composizioni per chitarra tre movimenti, in cui si effonde un sereno lirismo,
:::1erirano rispetto . diluito in piacevoli, se pur superficiali, divagazioni
imparentate con la musica leggera di buona lega (il
:Sei secondo dopoguerra, oltre ai già trattati Mom- brano è stato pubblicato nel 1969).
pou, Asencio e Tansman, Segovia adottò ex-novo,
60 ANDRÉS SEGOVIA E IL NUOVO REP ERTORIO DEL NOVECENTO
~----------------------------------------~
Digil11cion de E. PUJOL
ZORAIDA CARLOS PEDRELL
C.IJ,__
11'
C. I L
i m -i
14 ,
2 ,
PRELUDE, TIENTO ET TOCCATA
pour guitare
Re' isionc c diteggiatura di HANS HAUG
ANGELO GILARDINO (1900. 1967)
I ~ PRÉLUDE
Allegro appassionato U =so)
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CV-,
Poco meno (J=54) espress~
Propncta per tu tti i p>csi delle Edizioni Musicali BÈRBE!\ - Ancona (ltaly).
@ Copyright 1970 by Edizioni ~lusi cal i BÈRBE N - Ancona.
Tuui i di ritt i rìs<·r,·rn i n tenn ini di legge. F.. 14H4 B.
HEITOR VILLA-LOBOS
"ritornello" e due strofe interposte, ma non è suo intuito, a formulare la precisa richiesta di uno
soltanto per questo che la composizione procede con studio. «Lui mi chiese uno studio, e io ne scrissi
unitaria coerenza da un capo all'altro: la continuità è dodici», racconterà poi Villa-Lobos. La sproporzio-
nel pensiero musicale, prima che nella forma. È ne tra domanda ed offerta riflette la situazione
invece soltanto per una evidente differenza di stile creatasi nell'incontro tra due modi radicalmente
che il ChOrinho, aggiunto da Villa-Lobos alla suite diversi di concepire la chitarra. Per Segovia, che mira
nel 1923, non lega con i precedenti brani; non si soprattutto alla seducente purezza del suono, e che
tratta affatto, come qualcuno ha scritto, di una lavora su uno spazio dinamico-timbrico limitato,
composizione inferiore alle altre, perché, sotto \'ap- valorizzando, nelle musiche, \'aspetto melodico sopra
parenza scanzonata ed un poco triviale, il brano ha ogni altro, la chitarra è uno strumento lirico; un
un suo colore sfuggente e allucinatorio, ma proprio lirismo che Villa-Lobos ama e condivide - la Suite
per quest'aura vagamente malefica, d'una suggestio- popu/aire brésilienne ne è esempio altamente signifi-
ne espressionista, il Chorinho è tutt'altra cosa dalla cativo - ma che, nella creazione dei Douze études
suite, e ben si può comprendere la decisione di alcuni supera e travolge, affermando la nuova identità di
concertisti che lo omettono, concludendo la suite con una chitarra non soltanto lirica, ma anche e soprat-
la Gavotta-choro. tutto drammatica, con ardite contrapposizioni dina-
miche, trattamenti delle sostanze armoniche che
Il brano per chitarra con il quale Villa-Lobos volle spesso rasentano, e talvolta richiedono, la percussivi-
incominciare nel 1920 una gigantesca serie di quattor- tà, mescolanze timbriche tra suoni scuri e suoni chiari
dici Choros - composti, come le Bachianas brasilei- d'effetto lacerante e, soprattutto, invenzione (o chis-
ras, per vari organici - ha, diversamente dal succes- sà, scoperta) di una quantità sbalorditiva di nuovi
sivo Chorinho, un carattere ed una forma che ne modelli di scrittura tratti, con intuito geniale, dalla
fanno, nel genere, un piccolo classico . La commistio- naturale disposizione delle dita sulle corde, seguendo
ne di affetti spezzati che percorre i brani della Suite il principio di "lasciar suonare" la chitarra, più che
populaire si amalgama nel Choro n. l in un clima quello di collocarvi armonie concepite nell'astrazio-
espressivo apparentemente più compatto, ma non si ne. La sbrigativa, quasi brutale praticità con cui
fatica poi molto, scavando sotto parvenze spensiera- Villa-Lobos affronta il problema della scrittura chi-
te, a rinvenire umori amarognoli ed a riconoscere tarristica e, naturalmente, della stessa identità fonica
sorrisi da clown nei quali allignano inconfessate dello strumento, fa piazza pulita di tutte le sofferenze
tristezze. con cui i chitarristi-compositori dell'ottocento aveva-
no vissuto la conflittuale dicotomia musica-chitarra,
Fino a questo punto, Villa-Lobos è un compositore dimostrando, con la forza dell'evidenza che soltanto
che, maneggiando estrosamente ed incostantemente il genio sa imporre, come la chitarra reclami specifici-
la chitarra, può permettersi di comporre per lo tà ritmico-melodiche, formali, fraseologiche e armo-
strumento con calcolata esattezza, ma la sua scrittura niche insofferenti di ogni soggezione ad una gramma-
non presenta ancora alcun tratto notevole di innova- tica musicale generica ed astratta. Il carattere e,
zione, limitandosi a riproporre i modelli dei classici diciamolo pure, la violenza di questa concezione
ottocenteschi, consultati negli anni adolescenziali. spiegano e motivano la decisione del maestro di
Leggendo la Suite popu/aire brésifienne ed il Choro accogliere, non una, ma dodici volte la richiesta di
n. l ci rendiamo conto di trovarci di fronte ad una Segovia.
personalità musicale d'eccezione, ma non avvertiamo
in alcun modo una genialità specificamente chitarri- Di fronte a quello che dovette sembrargli un catacli-
stica. sma chitarristico, il concertista spagnolo se la cavò
suonando - non senza qualche compromesso - tre
Invece, questa specificità, unita ad un moltiplicarsi dei dodici studi e scrivendo nel 1950 una ammirata
delle forze immaginifiche puramente musicali, esplo- prefazione per la raccolta che, con un ritardo di
de di colpo, nel periodo del soggiorno parigino, tra il vent'anni, stava per essere pubblicata da Max Eschig.
1924 ed il 1929, nella prodigiosa invenzione dei L'elogio di Segovia, pur sentito, non sottolinea in
Douze études, codice di una nuova estetica della alcun modo il grande potenziale d'innovazione che si
chitarra, nel quale si aprono allo strumento nuovi ed concentra nei Douze études. Essi invece non costitui-
inaspettatamente ampi orizzonti(28l. scono soltanto un felice connubio tra pensiero musi-
cale e propositi didattici - questo è tutto sommato
L'occasione che scatena la creatività di Villa-Lobos uno degli aspetti minori - ma sono l'atto di nascita
nel progetto dei Douze études è offerta dall'incontro di una nuova dimensione della chitarra che, del tutto
con Segovia, avvenuto in un salotto parigino nel aliena all'estetica segoviana, si proietta in avanti con
1924. Come sia andata esattamente non si saprà mai, profetica energia.
dal momento che i due interessati, nel ricordare
l'avvenimento, ne hanno dato versioni discordi; ma Rientrato in Brasile, Villa-Lobos accettò responsabi-
una cosa è certa: Segovia vede profilarsi una grande lità e incarichi affidatigli dalle autorità governative
occasione e non la lascia sfuggire giungendo, con il per organizzare l'istruzione musicale nel paese. L'im-
menso sforzo che gliene derivò, aggiungendosi alle
fatiche della sua inesaurabile attività di compositore,
fece di lui una figura sacrificale, una sorta di santo
Sull'argomento, si veda il saggio da noi scritto per la rivista Il
t:tl posseduto dalla propria missione. Non stupisce il
Fronimo e pubblicato nel n. 61, ottobre 1987, pagg. 11-30. fatto che il Brasile, alla scomparsa del maestro nel
65
:959, l'abbia compianto come un eroe nazionale spingendo audacemente lo strumento nell'area teme-
.:ompensandolo degli insulti gettatigli contro negli raria del canto puro, quasi una voce umana o uno
c;-ni giovanili): in questo ruolo di padre della patria strumento ad arco; significativamente, l'autore non
(in senso musicale, ma non senza forti ed esplicite fa prevalere una delle due sezioni, e richiede la
~mponenti civili e quindi, inevitabilmente, politiche, ripetizione di entrambe. L'omaggio a Bach è da
=.d senso più elevato del termine), Villa-Lobos si individuare nella struttura del periodo, che ripete in
::nnullò come un martire, glorificato in vita ed in progressione lo stesso disegno, nonostante le proibi-
=on e. zioni delle grammatiche musicali. Una melodia strug-
gente, oscura lamentazione per incolmabili tristezze,
~on stupisce nemmeno, purtroppo, il fatto che, in forma la prima parte del quarto preludio: l'indio
l2.Dl0 trambusto non propriamente creativo, egli brasiliano, sospinto dalla colonizzazione verso l'in-
abbia finito con il lasciar da parte l'adorata chitarra, terno del continente e perduto in angosciosa solitudi-
;>er la quale, dopo gli Studi parigini, scriverà soltan- ne, dà voce ad un canto d'una malinconia quasi
m. in trent'anni, due lavori importanti: i Cinq religiosa; passa poi, nella sezione centrale, una cupa
p~éfudes e la Fantasia concertante, poi divenuta ventata di arpeggi, come il primo soffio di un
Concerto, per chitarra e orchestra. uragano. Dolcissima è invece la canzone con cui si
apre l'ultimo preludio: il maturo e glorioso composi-
: Cinq préludes sono del 1940. La scrittura chitarri- tore si abbandona ad un tenero e commosso elogio
srica, illuminata dai formidabili riflessi dei Douze della bellezza della gioventù di Rio, ritratta nella
eudes, vi appare, rispetto alla Suite populaire, flessuosa, agile eleganza di un valzer viennese; la
::rasformata nel senso della libertà, dell'espansione malinconia ha il sopravvento nella sezione centrale,
a.'"1Donica, della mobile ampiezza delle linee melodi- cui non vien meno, peraltro, la grazia, inclinata verso
:::-he e, in generale, essa si definisce in quegli aspetti delicati toni sentimentali.
:he oggi, a mezzo secolo di distanza, riconosciamo
.:ome inconfondibilmente villalobosiani. I Pré/udes, Alcuni storici della chitarra insistono sull'esistenza di
eccettuato il terzo, sono basati sul principio dell'ele- un sesto preludio, visto da un certo numero di
:::lentare opposizione tra luce ed ombra, tra quiete e autorevoli personaggi e poi, come altre composizioni
:::1mimento. La forma tripartita riafferma tuttavia, di Villa-Lobos, sparito nel nulla. Tra le tesi proposte
~ella ripresa della prima sezione, ripetuta senza da tali studiosi per spiegare la sparizione del brano -
::ambiamenti, un predominio del primo carattere sul che prima di dissolversi fece comunque in tempo a
secondo , il quale ha così funzioni intermedie, dialetti- farsi giudicare come il più bello della serie - la più
cile. Benché non riportato nell'edizione di Max audace ed originale ci sembra quella che lo vuole
E..schig, Villa-Lobos aveva conferito a ciascun prelu- andato a fuoco nell'incendio della casa barcellonese
è.io un sottotitolo: sappiamo così che il primo di Segovia, nel corso della guerra civile spagnola:
;>:eludio è un Homenagem ao sertanejo brasi/eiro, il come il manoscritto di un pezzo composto non prima
secondo Homenagem ao malandro carioca, il terzo del 1940 possa essere bruciato in una guerra svoltasi
Homenagem a Bach, il quarto Homenagem ao indio dal 1936 al 1939, è domanda finora elusa da certa
~ ..asileiro e l'ultimo Homenagem a vida socia/ - Aos storiografia.
-=pazinhos e mocinhas fresquinhos que jrequentam
os concertos e os teatros no Rio. Villa-Lobos corona il suo impegno nei confronti della
chitarra scrivendo, nel 1951, la Fantasia concertante
:._e preziose indicazioni dell'autore aiutano a com- per chitarra e orchestra, trasformata poi in Concerto
;rrendere a fondo il carattere dei brani . Il primo con l'aggiunta di un' ampia cadenza di raccordo tra il
;:3:-eludio apre il massimo dei contrasti tra la patetica secondo e il terzo tempo. Opera sorretta da un gettito
=.:elodia cantata nel basso e la ridente, argentea continuo di felicissime invenzioni melodiche, con
.;:ascata di arpeggi e rapidi disegni arabescati della momenti di magica bellezza- ad esempio, il secon-
sezione centrale: un "sertanejo" malinconico in un do tema del primo tempo, una delle melodie più felici
txl5CO scoppiettante di gaiezza canora. Le due sezioni che Villa-Lobos abbia mai scritto - il Concerto
::el secondo preludio caratterizzano gli estremi oppo- soffre di un'orchestrazione sproporzionatamente
s:i della figura del "malandro " , personaggio urbano densa e confusa, in cui lo strumento solista spesso si
: he si potrebbe paragonare al "guappo " napoletano: affanna inutilmente, con il rischio di smarrirsi.
èapprima, la galanteria cerimoniosa e canterina; poi,
ia passionalità torva, minacciosa, il fascino "canail- Nonostante questo mezzo insuccesso , Villa-Lobos è
le- del personaggiò poco raccomandabile. Il terzo senza dubbio, nella prima metà del novecento, la
;~ludio, bipartito, ostenta le due anime della chitar- personalità di maggior rilievo tra i compositori che
:-a che Villa-Lobos esalta in una rigorosa, radicale hanno scritto non occasionalmente per chitarra, e la
~'"J)a.fazione : densa e sontuosa accordalità nella prima sua musica costituisce, per lo strumento, uno degli
sezione - spoglia, dolorosa, ardente monodia nella apporti capitali, tanto importante quanto quelli di
sealnda, insistentemente riproposta nella progressio- Sor e di Giuliani nel secolo precedente.
::e che esplora tutto il registro acuto della chitarra,
ALTRA MUSICA PER CIDTARRA
NEGLI ANNI 1920-1940
I compositori chiamati da Segovia, nel periodo tra le il primo pezzo del novecento scritto da un autore non
due guerre, al non facile compito di scrivere per chitarrista: musichetta gentile e graziosa, un poco
chitarra, appartengono tutti, come si è visto, ai esile per tanto primato; di Fabini, pare esistano
mondi limitati del post-impressionismo musicale. Ciò anche due Tristes, irreperibili. Le cronache concerti-
nonostante, l'alternativa che la loro musica offre, stiche sudamericane tramandano notizie di concerti
rispetto al repertorio fino ad allora disponibile, tenuti, dal 1913 al 1923, dal duo Eduardo Fabini
rappresenta per gli interpreti e per il pubblico dei (violino) - Agustin Barrios (chitarra), con musiche di
concerti di chitarra una novità stimolante ed insidio- Saint-Saens, Schumann e Paganini. Sembra che, per
sa: la circospezione con cui gli esecutori degli anni ' 20 il violinista-compositore uruguayano, la chitarra fos-
e '30 accolgono le musiche di un Torroba o di un se, come per Paganini, una passione coltivata di
Ponce, riguardate quali pericolose campionature del- nascosto, per non offuscare la propria immagine
la musica moderna, dimostra come Segovia, pur nella pubblica di violinista.
sua chiusura verso le avanguardie, fosse smisurata-
mente in vantaggio rispetto alla media dei suoi Ben altra cosa sono i Three pieces jor guitar che, nel
colleghi. 1921, il messicano Carlos Chavez (1899-1978) compo-
ne, anticipando il suo maestro Manuel Ponce. Come
Furono d'altronde ben pochi i compositori che, pur Pance interessato alla musica popolare messicana,
indotti dal nuovo corso delle vicende musicali a Chavez ne fa un recupero rigoroso e culturalmente
"riscoprire" la chitarra, si decisero a tramutare la approfondito, introducendo nelle sue composizioni
loro ammirazione (fenomeno generalizzato: quasi per orchestra efficaci valori timbrici, derivati dalle
rutti i grandi si profusero in laudative metafore nei sue ricerche sugli strumenti delle civiltà precolombia-
confronti dello strumento) nell'impegno concreto di ne, e strutturando i suoi brani su schemi ritmico-
scrivere nuova musica, in mancanza di un invito di melodici desunti dalla tradizione azteca. Così, nei
Segovia. E si può ben capire: a motivare un composi- Three pieces, Chavez non impiega la chitarra nel
tore verso un' impresa così complicata non poteva modo degli autori post-impressionisti ma, con inge-
essere soltanto l'entusiasmo della scoperta dello stru- gno straordinario (il maestro aveva allora ventidue
mento; ciò poteva al massimo condurre a scrivere anni), le affida l'espressione di profili monodici
una paginetta, come fece Roussel, ma, per sostenere d 'una ingenuità crudamente espressiva, sui quali
un'iniziativa più costante, era indispensabile la pro- evolve poi movimenti ritmici e spessori armonico-
messa di un certo successo, che si traducesse in timbrici d'una immediatezza abbagliante, incompara-
esecuzioni pubbliche, incisioni discografiche, edizio- bilmente superiore al genere musicale nel ·quale si
ni. Essendo allora Segovia l'unico chitarrista profes- cimenterà poi Manuel Pance. Tra i loro meriti, i
sionalmente in grado di compensare, con la sua pezzi di Chavez annoverano anche la scrittura alta-
attività concertistica, l'impegno di un autore, il suo mente specifica; nel suo orientamento diatonko-
ruolo divenne in pratica quello di arbitro di una modale, essa lascia intravedere il potenziale di un
situazione che, come abbiamo visto, non era stato lui autore che, malauguratamente, dopo questo lavoro
a creare, e le sue "commissioni" ai compositori giovanile, non insistette nella composizione chitarri-
esercitarono perciò un peso decisivo. Visti gli orienta- stica. Lo ricordiamo, pochi anni prima della sua
menti del maestro, sarebbe fin troppo facile dimo- scomparsa, scoraggiare cortesemente il nostro invito
srrare che la storia delle occasioni mancate è ben più a comporre un altro lavoro per chitarra, con la
lunga di quella, che abbiamo scritto, della musica per richiesta di un "cachet" il cui ammontare aveva tutto
chitarra voluta da Segovia, ma ci sembra più ragione- l'aspetto di un risarcimento dovutogli dalla catego-
YOle limitarci a registrare le poche, e fortunatamente ria ...
significative, composizioni per e con chitarra scritte
~ le due guerre da autori, per così dire, non È ancora dal Messico che, negli anni '20, giungono
segoviani. segnali di straordinario interesse per la chitarra:
Julian Carrillo (1875-1965}, compositore, direttore
Abbiamo ricordato altrove Webern e Schonberg, che d'orchestra e violinista, si serve della chitarra nell'e-
impiegarono la chitarra in alcune composizioni came- laborazione di un suo sistema musicale a quarti di
:istiche. Procedendo cronologicamente, la prima ci- tono e, fattosi costruire uno strumento apposito, vi
tazione spetta all'uruguayano Eduardo Fabini (1882- compone una Sonata (1925), un Concertino (1926)
1950) che, nel 1903, compone una Mozartiana per con altri strumenti solisti e orchestra, e lo include in
chitarra la quale, a quanto ci risulta, dovrebbe essere un Preludio a Cristobaf. Colon per soprano e orche-
68 ALTRA MUSICA PER CHITARRA NEGLI ANNI 1920-1940
CARLOS CHAVEZ
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s-:a da camera (1934). Converrà sottolineare il fatto queste Qua/re pièces brèves sembrano essersi forgiate
±e i primi due lavori sono inediti, mentre una grande nella dimensione della chitarra proprio per affondar-
.:!alltità di chHarristi lamenta continuamente la po- vi una loro radice arcaica e per celebrarvi un
:Z.ezza del repertorio. sentimento di commossa, austera poesia. Dura circa
trent'anni il silenzio dei chitarristi su questa pagina
~cl 1925, anche Paul Hindemith (1895- 1963) varca, insigne del loro repertorio: nel frattempo il composi-
cr~n l'autorevole disinvoltura che gli è propria, la tore, deluso ma conscio del valore della sua musica,
s-oglia della composizione chitarristica, scrivendo un ne elabora una versione per orchestra che subito il
!:;-~-e e magistrale Rondò per tre chitarre, in cui famoso direttore dell'Orchestre de la Suisse Roman-
:·asciutta discorsività del suo stile polifonico sembra de, Ernest Ansermet (1883-1969), grande araldo della
.:olorarsi di una tenue dolcezza. Brucia come una musica moderna, esegue e registra, quasi a risarcire il
~"'Dnfitta di tutti i chitarristi il fatto che il prolifico, compositore dei torti stolidamente inflittigli . Negli
~~.ale compositore non abbia ricevuto la minima anni sessanta, infine, le Quatre pièces brèves entre-
sollecitazione a proseguire, dopo il Rondò, l'espe- ranno nel repertorio di alcuni concertisti e, da allora
~enz.a chitarristica: la sua vena generosissima e in poi, non si è più verificato nei loro confronti alcun
:altissimo gusto "artigianale" delle sue pagine sicura- affievolimento d'interesse. Sono nate invece discus-
::::::eme avrebbero potuto assumere le dimensioni ed i sioni sollevate da chi contesta l'attendibilità dell ' edi-
=::ar-aneri della musica per chitarra, così come assunse- zione pubblicata dalla Universal, appellandosi ad un
ro quelli dell'arpa. originale dell' autore in possesso, pare, di alcuni
privilegiati; ma una successiva edizione ha riafferma-
_·e: 1929, escono da Max Eschig a Parigi, dove il to la validità del testo pubblicato, corrispondente ad
ro1::1positore viveva stabilmente dal 1922, le sette un ultimo rifacimento dettato dall'autore.
Evocaciones crio/las dell'uruguayano Alfonso Bro-
~.Ja {1876-1946), pagine che effondo in un delicato
a1one impressionistico i canti e le danze rioplatensi: Dieci anni dopo Frank Martin, il compositore ceco-
=~ca abbandonata descrittivamente al sogno e slovacco Alois Haba (1893-1973), come Julian Carril-
ar:·annotazione coloristica, del tutto priva di senti- lo assertore di un sistema microtonale, compone una
::::.entalismi di maniera, non ha nulla da invidiare alle Sonate fiir Gitarre op. 52 e una Suite fiir Vierte/ton-
;Jagine degli autori segoviani, al cui genere si può gitarre op. 54; a queste due composizioni del 1943,
~~vere, ma con meriti più alti e finora irriconosciu- farà seguito un'altra Suite op. 63 del 1946. Anche se
_..
non inedite come le composizioni di Carrillo, le
musiche di Haba non entreranno mai a far parte del
• 'cl 1933, il compositore ginevrino Frank Martin repertorio chitarristico normale: eppure, superate le
1890-1 974), attratto da quanto v'è di misteriosamen- iniziali difficoltà di lettura, nessun particolare proble-
:e arcaico nel suono della chitarra, compone le ma tecnico esse pongono all'esecutore.
smpende Quatre pièces brèves: legate da un'unica
~ula originaria, esse hanno caratteri individuali Altre presenze degne di nota, nel panorama chitarri-
s;JÌt:eatamente differenti. Il Pré/ude, dopo aver seve- stico prebellico, sono quelle del malizioso Entr'acte
:-amente dichiarato l' unità tematica, ne dà due conse- (1936) per flauto e chitarra di Jacques Ibert (1890-
~.i\-i sviluppi, accumulando progressivamente ten- 1962) e la lirica per voce e chitarra Te// me where is
sione ritmica e dinamica, per ritornare poi, con Fancy Bred (1938) dell'americano Elliott Carter-
:!>XOrate scansioni, sugli elementi iniziali; l' Air evoca, (1908), musicista di grande spicco che, su questi suoi
=nn estatico trasporto, il fascino dell'arte clavicemba- preliminari chitarristici, tornerà poi in grande stile in
~tica francese e le sue eleganti, un poco enfatiche tempi recenti (ne parleremo più avanti).
-mégalités"; il terzo brano, Plainte, procede su un
o~ivo rintoccare di accordi statici con singhioz-
:::anti melismi, in una struggente lamentazione, la
yale sbocca infine su un oscuro precipitare di note
gra'i che rimuginano la cellula originaria; per termi- Nel suo insieme, questa produzione di musiche per
~e. irrompe il ritmo ambiguo di una danza (Com- chitarra, pur nei suoi limiti quantitativi e nella sua
-.e une gigue) che si agita fluttuando in una esaltata occasionalità, si pone, per i suoi valori musicali, ad
fanrasmagoria, fino a sfiorare, nella sezione centrale, un livello superiore a quello delle composizioni del
:e ;:novenze di un valzer viennese (ma di un fascino repertorio segoviano, e costituisce la premessa dello
S?enrale, simile a quello raveliano de La valse). sviluppo (che si verificherà nel dopoguerra) di un
repertorio vario e ben differenziato, senza più vincoli
• tartin opera su lembi di una tonalità ormai consunta nazionalistici o chiusure entro limitati orizzonti di
e :ransita talvolta in aree atonali: ciò nonostante, estetica della chitarra.
70 ------------------~
A~LT~RA
~ MUSICA PER CHlTARRA NEGLI ANNI1920-1
2
EVOCACIONES CRIOLLAS
A mi Hermano ENRIQUE
I
ECOS DEL PAISAJE
(ÉCHOS .DU PAYSAOE )
Doigté par Dans un sentim ent de musiques uruguayennes
E. PUJOL Alfonso BROQUA
Cantabile (J =66)
~ ace. poco
r lli.ptYca-12 \ff~f[#FIIitf "H2
p oro r1tbato
r~r-
p
=r:.~····
2
QUATRE PIECES BREVES geseulk:h "=
Tous droits réser-vés vertxun
pour la Guitare
" l o\
menof
La riorganizzazione delle attività musicali è uno dei primi anni cinquanta, il più importante centro di
processi che, negli anni immediatamente successivi al ricerca musicale del mondo. La spinta dirompente di
secondo conflitto mondiale, esprimono le tendenze e questa nuova realtà accentua, per gli autori delle
gli sforzi della cultura occidentale, alla ricerca di generazioni precedenti, l'evidenza di un'alternativa
~movi valori e di nuovi riferimenti ai quali affidare il drammatica: o rimanere vincolati alle vecchie posi-
futuro delle arti. Tale ricerca si dimostrerà tutt'altro zioni, coltivando quella che si pone ormai soltanto
che pacifica ed indolore. In campo musicale, le come una " pratica" del tutto sconnessa dalla vita, o
vecchie polemiche pre-belliche tra tendenze conserva- tentare problematiche revisioni della propria condi-
trici ed avanguardie si riaccendono, moltiplicando la zione di musicista, prima ancora e oltre che del
loro virulenza e radicalizzando le posizioni dei con- proprio stile. La scelta, ovviamente, non può che
tendenti: è l'epoca delle ideologie e la musica, non basarsi su motivazioni d'ordine interiore: l' esperienza
diversamente dalle altre attività, ne subisce l'influen- della guerra ha sconvolto il mondo, e il futuro, che si
za, che determina nelle parti in causa atteggiamenti presenta in tutta la sua incertezza, incombe su una
rigidi, vincolati a dogmi filosofici e politici, e che realtà radicalmente mutata. Dinanzi a tali capovolgi-
conferisce al dibattito culturale i toni di un intolle- menti, la misura psicologica e spirituale, nonché
rante massimalismo. stilistica, di compositori che si erano formati in
condizioni storiche e sociali affatto diverse, si ritrova
Le teorie del filosofo Theodor W. Adorno (1903- in uno stato di inadeguatezza e di sofferenza, per
1969), di formazione hegeliana e di orientamento uscire dal quale non basta certamente operare una
marxista, esposte nel volume Filosofia della musica scelta di nuove tecniche compositive. È così che, nel
moderna (1949), prospettano l'unica possibile via di dopoguerra, si trasforma lentamente lo stile di musi-
scampo all'incombente mercificazione dell'arte in cisti già pervenuti ad un alto grado di maturità,
una rigorosa autoemarginazione che, sottraendo l'o- alcuni tra i quali sentono di dover riformare la loro
~ra musicale al consumo delle masse, ne garantisca arte, e di doverlo fare con un'onestà che esclude
la purezza. In tale ambito dogmatico, i giovani precipitose adesioni ai dogmi della nuova musica, i
compositori che, dal 1949, confluiscono nel fervido quali, tra l'altro, si bruceranno con la stessa, torva
laboratorio dei corsi estivi di Darmstadt, in Germa- vitalità con cui si erano formati.
nia, operano una revisione critica nei confronti delle
avanguardie del primo novecento e, nell'algore requi- Assistiamo dunque al ponderato, sofferto adegua-
sitorio della loro indagine, arrivano a demolire le mento di una categoria di compositori che qualcuno
figure di Schonberg e di Berg, riconoscendo soltanto ha chiamato "di collegamento", ma che a noi sembra
all'opera di Webern quella limpidezza di stile e quel piuttosto inconscia di un compito di mediazione tra
rigore concettuale che, tramutandosi in progetto di passato e futuro, e che ci appare invece come
:orma musicale, offrono un modello alla loro ricerca. risucchiata suo malgrado nelle violente trasformazio-
ni di un mondo pressoché indecifrabile. Assistiamo
Portando a conseguenze estreme i procedimenti we- anche all'inerte sopravvivenza dei residui dell'arte di
berniani - cioè, estendendo a tutti i parametri maestri che ritengono di non dover mutare nulla,
:::1usicali il principio della serializzazione - i compo- perché affermano che nulla in loro è spiritualmente
sitori della nuova musica tagliano tutti i ponti con il mutato nel tragico passaggio della guerra.
passato e, con deliberata polemica, negano la "com-
i)rensione" delle loro musiche al pubblico che fre- Le distanze tra autori legati al passato, autori in lenta
quenta i concerti; il rigore strutturale che essi perse- trasformazione e autori d'avanguardia divengono
guono non si propone infatti di convertirsi in chiarez- enormi: nella seconda metà del novecento la compo-
za d' ascolto, anzi i brani di quell'epoca costituiscono sizione si presenta come una sorta di territorio di tutti
uno dei banchi di prova più difficili anche per o di nessuno, nel quale è definitivamente perduta
:·orecchio musicale più raffinato, il quale a stento ogni possibilità di riferirsi ad un "mestiere" codifica-
riesce a cogliere l'equivalente sonoro degli intricatissi- to, e dove ogni affermazione è immediatamente
::ni segni che costellano tormentosamente le nuove soggetta a inevitabili contraddizioni interne e a
i)lélrti ture. violente smentite esterne.
n vigore creativo, l'intelletto musicale e la statura Come abbiamo già fatto notare, l'egemonia chitarri-
a.rtistica di maestri quali Pierre Boulez, Karlheinz stica, saldamente in mano a Segovia, è del tutto
Swckhausen e Luigi Nono fanno di Darmstadt, nei incapace di comprendere l'enorme potenzialità dello
strumento, sia nei riguardi della generazione di Il compito di presentare correttamente l'espansione
mezzo che nei confronti delle avanguardie: se, negli del repertorio chitarristico verificatasi dopo il1946-
anni tra il 1920 e il 1940, Segovia aveva ancorato le cioè, nell'epoca che qualcuno ha chiamato "post-
sue scelte ad una corrente musicale di secondo piano, segoviana", anche se in quegli anni Segovia era in
nel dopoguerra egli rimane immobile, e ripropone i pieno rigoglio concertistico - assumerebbe dimen-
suoi autori - tutti nati tra la fine dell'ottocento e i sioni gigantesche qualora ci proponessimo di elencare
primi del novecento - i quali seguitano imperterriti a tutti gli autori e tutti i titoli degli ultimi quarant'anni.
comporre come negli anni '20 e '30, senza tentare il
benché minimo rinnovamento. Ai fini della nostra trattazione, riteniamo invece più
utile offrire una selezione critica, ordinando le pre-
La funzione del repertorio segoviano è da considerare senze che reputiamo più significative in tre categorie:
perciò esaurita con gli anni precedenti il secondo non si pretende con ciò di stabilire suddivisioni
conflitto mondiale e, dal 1946 in poi, tutto ciò che definitive (gli schemi sono sempre in qualche modo
avverrà di nuovo e di vitale nel campo della musica inadeguati alla fluida vastità degli eventi), ma soltan-
chitarristica, sarà da accreditare all'iniziativa di com- to di creare una buona prospettiva di lettura di un
positori del tutto estranei (talvolta indifferentemente, repertorio la cui varietà appare, nel periodo al quale
talvolta polemicamente) all'estetica segoviana. Nel ci riferiamo, incontestabile.
perdurare del carismatico primato di Segovia su tutti
gli altri chitarristi, altre figure di interpreti si affacce- Incominciando dai compositori fedeli alla tradizione,
ranno sulla scena. Tra essi, ricordiamo soprattutto ci occuperemo degli autori che non hanno fatto parte
Ida Presti (1924-1967), la più grande chitarrista del della cerchia selezionata da Segovia; raffreddati i
secolo, immaturamente scomparsa dopo una carriera furori delle squalifiche decretate contro tutta una
che le aveva permesso di rivelare solo in parte le sue categoria di musicisti dai critici aderenti all'avanguar-
straordinarie doti di strumentista e la sua travolgente dia, ci sembra doveroso riconoscere che, se pur
musicalità; Julian Bream (1933), che sarà attivissimo rinchiusi entro limiti angusti, alcuni di questi custodi
nello stimolare i compositori anglosassoni, e che già del tempo perduto hanno scritto buone pagine per
nel 1957 diffonde il suo appello in un breve saggio chitarra. Esamineremo poi le musiche dei composito-
dal titolo How to write for the guitar, pubblicato ri di tendenza intermedia e infine le opere dei maestri
dalla rivista Score; Alirio Diaz (1923), ispirato inter- d eli' avanguardia.
prete degli autori sudamericani e, in particolare, delle
musiche dei compositori venezuelani derivate dalla Ci sembra comunque fondamentale ribadire il fatto
tradizione popolare; John Williams (1941), esecutore che la chitarra ha trovato, nella seconda metà del
impeccabile e attento anche al repertorio moderno e novecento, applicazioni straordinarie presso gli espo-
contemporaneo; ed altri maestri, quali l'uruguayano nenti di tutte le tendenze musicali, manifestando una
Abel Carlevaro, lo spagnolo Narciso Yepes, il tede- versatilità d'impiego che, nella storia della musica
sco Siegfried Behrend, che, nei rispettivi ambiti, non strumentale, ha ben pochi eguali .
mancheranno di incoraggiare gli autori di varie
tendenze a comporre nuove musiche, divenendone i
primi interpreti.
LA SOPRAVVIVENZA DEL PASSATO
Appartati ed esclusi, salvo rare occasioni, dalla Tra i compositori piemontesi della sua generazione,
programmazione musicale dei centri più importanti, Ettore Desderi è stato uno dei pochi a preferire, ai
sconcertati dal "rumore" della musica d'avanguardia modelli francesi, un orientamento verso gli autori
(alla quale molti di essi non sapranno opporre che tedeschi, ben manifesto nell'ardita e austera Toccata
accuse generiche e piuttosto grette), compositori che e fuga per chitarra, ove si percepiscono influssi della
tra le due guerre erano magari stati scambiati per cultura musicale che va da Bach a Max Reger non
" modernisti" soltanto a causa del loro uso di accordi senza qualche scoperta traccia franckiana. Il trittico
di undicesima e di tredicesima, continuano, negli Serenata, improvviso e tarantel/a ci mostra invece un
anni cinquanta ed oltre, a comporre nella piena atteggiamento più cordiale e descrittivo, memore
osservanza dei principi della tonalità, delle tradizio- degli esempi dei maestri italiani della "generazione
nali regole dell' armonia e del contrappunto, e adot- d eli' ottanta".
tando le forme classiche. Tra essi, parecchi hanno
scritto per chitarra, tardissimi continuatori dell'im- Caso assai speciale è quello del compositore-organi-
pressionismo a matrice più o meno nazionalistica o sta vercellese Giuseppe Rosetta, anima francescana in
addirittura ancorati agli estremi rantoli del romantici- una mente musicale fertile e ben coltivata (diploma di
smo. Ci preme distinguere, nella produzione di composizione nel 1930 a Santa Cecilia, con Alfredo
ciascuno, quegli aspetti che, nella composizione chi- Casella - tra gli esaminatori - a complimentare il
tarristica, hanno trovato espressione piena e non candidato). Provinciale per umiltà e per amore di un
occasionale. quieto vivere in campagna (non sono pochi gli artisti
piemontesi del novecento, specialmente tra i pittori,
Italia ad aver optato per il ritiro agreste, dopo studi
brillantissimi in tumultuose capitali: il caso Rosetta è
In tale ambito, e non soltanto per la loro produzione dunque da collocare in una tendenza regionale piut-
chitarristica, si collocano le figure degli italiani (li tosto insistita), Rosetta seppellisce nel silenzio la sua
elenchiamo nell'ordine cronologico di nascita) Mario produzione organistica, pianistica, vocale e orche-
Barbieri (1888-1968), Ettore Desderi (1892-1974) , strale e, per beneplacito alle pressioni dei chitarristi
Giuseppe Rosetta (190 1-1985), Franco Margola più che per volere proprio, dal 1968, già anziano ed
(1 908), Giulio Viozzi (1912-1984). assorto in un suo mistico distacco, compone pagine
su pagine per chitarra, permettendone la pubblicazio-
Mario Barbieri, napoletano di nascita poi stabilitosi a ne. Una notevolissima Sonata per due chitarre è il
Genova, ha creato una piacevolissima fusione tra il brano di maggior spicco in un nutrito lotto di
modello del preludio debussiano e una spiegata, composizioni in cui si distinguono anche, tra i pezzi
mediterranea cantabilità nei sette preludi del ciclo La per chitarra sola, la Fantasia, la Sonatina, i Preludi
serra, poeticamente ispirati ai nomi di altrettanti ed i Canti della pianura. Si tratta di musica in cui
fiori. In questa raccolta, Barbieri ha fornito una l'elemento melodico, spontaneo ed elegante, ben
prova di squisito gusto neo-liberty, tendenza di cui raramente (soltanto nella iniziale Sonatina) sfocia in
La serra è l' unico esempio nella musica per chitarra quelle aperture luminosamente diatoniche care a
del novecento. L'inedita Suite pittoresca per chitarra Castelnuovo-Tedesco, e si snoda invece sinuosamente
e tredici strumenti (1956) conferma la natura contem- tra pensosi cromatismi, densi di una carica riflessiva
plativa del musicista, che ricerca originali accosta- quieta ed un poco grave, inducendo attorno a sé
menti timbrici tra chitarra e strumenti complementa- un'armonia elaborata, incline a ristagnare più che a
ri, nel dichiarato intento di far rivivere in musica muoversi: è il fascino nebuloso e vagamente assonna-
sensazioni di tipo pittorico, verosimilmente suscitate to della pianura padana, che Rosetta racchiude nella
dalla straordinaria tavolozza dei maestri della pittura sua musica per chitarra con fine sensibilità coloristi-
ligure del primo novecento, quali Rubaldo Merello ca, in una pittura d'ambiente imbevuta di umori
(caposcuola del gusto liberty). velati e di una malinconia un poco torbida.
76 I.A SOPRAVVIVENZA DEL PASSATO
PRESENTAZIONE
MYOSOTIS ALPESTRI$ è il pr imo pr e ludio. L 'andame nto è libero Semhm qunAi un r ccitativo descrittivo: forse le meravi-
glie di un visit.atore d (>Ua montn.gna. 1o s ue c-on::~iderazioni, le sut~ esit.anze..i\la tutto si I"'Onclud~ in un succoso atteggiament o melo~
dico, u n v ago richiamo al rotna.nt. ico <-he gr aJo a grado to~i trasfo1'JHI1> in etitt\l:;i . È l'accordo prodotto d nlll~ sci c-orrle, ossia la
sov rapposizio ne della « trinde ~ i l""A die-sis rnin o!'et quale ap poggiat ura alla • triadt' di MI minore•. All'~eeoutor·e ò lasciata piena
libertà ; siu. pe- rò osservat,a lo. cor ona, eseguendo la. rwtn- }Jén. vibrata. C'osi pure si st.abillsco. il cont,rasto di son orità fra. la not n.
coronata b&Jsa (forte) e le t erzinc d i semi<:romo (piano ed uffrettn.te).
Al ~ l en to • pr~valga il caratter e m clodieo a.ppoggitmtlo le note segnate. c-ho sono quf.'llle del cont o: un lieve frammento, eh~
però si estendo al • Sostenuto• por fe rmu. rsl. Coljì n lOI tit:mbruro , ~opra t•accordo di Mì mo.gg:iore: una finta. for rn ata però, chè l'attra-
zione degrada (anche quest.a è una ~PP<>!!giotu o·o infco·ioo'C) sull'accordo do MI minore.
VIOLA DEL PENSIERO GIGANTE è il l iLo lo dt•l secondo p reludio. L'nggetti,•o qualifica il , pensiero•- nat.uralment<> -
e n on il fior e della «viola •· H o voluto. pf'rciò, in re r to modo, ingigantire la • e sprt•ssiono • do l conc-ert o m usicale dando s ignificato
melod ico cho, dt:l pen~iero, a me sem brA sio. la. parte pr ivilt•gìaLH. : è la vibrazione cho fora in cavità dell'animo umano. che(!cht· si
dico. e in buona concessione del con temporanei dissi ctenti.
J1 prelud io inizia con un movirnento • Andnnte• che semhtA. di accompagnamento d.ll'idea. tn(' lodica. ma cosl non ò, gia <"thV
osso n1eùesimo prend e for ma fraseologi ca v ia via. che si a pprossima alla C'atleuza sospe~A. S('rv~ndo perciò da •introòuzione • allo
dieci batt.uto del • Poco iU ossot che formano t l' ic.,lea cent raltH df 1 br~·ve componimento. A l quale, prrò. non manrn. la logica in q ua-
1
dratura del discorso (una caratter istica delPA.) eù efficaci risonle istrunwru.ali. ) li r i fcriz;;;r o sllP. prime ~dici misure, com o studio
d l eon orità. fra 1~ min ima puntnta dell'' cor·d e bn.sso c he d e,·e preval .:-r~ (però con S<" rH•o poet ico e mitsur a) sugli a ccordi sfiorati t>cl
intenz.ionnlmente coloriti. L'esecutore dovrà r cndrre <'On evident e chiurezz.a. ~spirito lo inlenzioui ùeli"Autor~ tu t raverso i fWgni dina.
m iei. Si intende che aJ • Poco .Mosso• il eanto di .'K'mirninimt- du,·rit. pre,·alere sulle scmicrom~ di aecompa,;tnAmen to; 1•equilibr io d elle
due differen t i son orità è com p ito dclicuti:)Simo drll'art ista esocut.o re.
OIOLAMINO DI PERSIA è il tcr<O preludio. And amento di luo·gJ.czz11 c libertà ri tmica, cantabilit à spiegata, ricordando
gli accOPdi p ieni e solenni del te'or ale•. È l'in t roduzio ne elul si ng.'!ira su antiche motlulit.à., 81\J>Oro di profum ato orientalismo C'he
inizia e conc.lud(" con vaporos~ •·icf"rcKtezza ur n-. nnien 150vr·a u n pet.lul~ tli .:'\ Il sul quale. pMsano . come fi~uri no vogan ti, le tria.di rli
:\li m a.gg., Fa magg., Sol rnagg ~ Mi u1 a~g. Xel crr,tro, una tenue a r iN t n. di seren ata sboccia timida. e SCcnlplicc come i l ricPrcnt.o
fiorelliuo, abitatore de l bosco in cerca di umida frt.-'scura.
Come si ved e, sono sensazioni clw bi~t.._1gun capir~ r ~cn ii ro pt• r pot.er rPndere, eseguen do no n Je note musicali, mo. il lor o s pi·
l'ito intenzionale c h e è tutta fragrnnzo..
OROHIDEA è il fiore arc•tocrat ioo! Disdegna persi no il profu mo e t iene pel' sè il oolo fl' e la apecioaità d e lla linea. Pe..c iò il
p reludio si pr-escnt.a con un a.n.rla. mon to n'lu.~:.tto~o, r·affigu ran t o il fioru in rutta la sua digi•Jtoso. ~ vane::~coute bellezza.
An che la tonali t.S di DO m agg. conferisr!e lliH\ c~rt n rogalità ~<mo ra r:ho non d e ve in te:1cler~i. come movimen to, con rigidità
t·itmiea. Nel fondo è serbata ge1 osamt: n t.~ un'an ima l:K:IH~ith·n t' ,·ibrau tc: bisogna int e n derla e rendtwltt. con elasticità. ed insieme
compost.o. espressione. :\Ii r ifel'is co alle due batt ute pi'N~·t· dc u tì il • Vè loee •: u n improvviso sforza t o con una fu)(tl affrettata. di no t.c
ed il ri poso se1·en o sull'accordo di DO ma~gi o re. L'a h N·tu:trsi rli m u• hut~utn. , ,·eloco • con l' ultra • llm ta.• ed infi ne le ultimo sN tt"
m is ure, a ca r·attere (ti ('Q.denza virtuosa confcng,:,_mo una ph\CC\'ole irl'f'q~tieu~zn espressiva unche porrhò In. tust.iora del l"ìstrument o
si p resen t a facilmen te solto lo arcu ate d ita d ella mano smistr 1l c questa mornen t.nne a. irH·ontl'o11uta. ebbrezza ser ve- n r icompon-E' la
primiera dign it.à d ell'espressione.
Tec(licamcnt e , la reds ion e d e l valo roso eJ i n telli~ente c hitarrista F ede rico Orsolin o è add iril.tura esaur iente; raccomando per-
tanto il s uo diteggio a qua nti avra n no la bontà òt ocru par.si d i <luesta mia opera. modest.l\. fna a me tanto cara.
GELSOMINO D,INDIA è il 6on• scelto p•r d f')Uin t o p rclu<lio- Non c'è commen~o: il tito lo è già per sò una d e licat" storia
d 'amore c he ogni letto re pu ò intendere come pii.r gll aggrada...
Qoest.o preludio è basato int.era.mente su11a nota rihattura. costituerite il caratteristico •t.rernolo• c h.it.arristico, il quale de\·e
essere eseguito • libero o, a r peggiando gli accor<li col solo pollice.
Pur r icon oscendo in quE"Sto p reludio <tuale he fliffi coJtà t <"ctth·tt, debbo candida:nent.e confes.."llre cht' non ho saputo rinunziare a
questa. maniera d i cantare. r ibattendo delico.tam~nto la uota d olla melodia. Oltre a.l vantaggio d t prolungu.re age,·olmcnte il s uono.
c'è la questione espressiva C'On i • crescertdo t e i • di rninu~1Hi o • gra,luati nella sono rità, l·~cr.. ntuKxione e i ' r it.enut.i • p iù s ig nifica-
tivi, a.ppnnto perchè i suoni son o ri bat.tta t i o quinòi continunt ì. Debbo. poi. fare a n cor a notare C'he lo note ribattuto hanno inizio
sopra un accordo arpeggia1o (col poll1ee) in nannien~ no n tro ppo stretta e lasciato \'ib rare, pe r cui In. nottl> ribattuta non va consi-
derata come • isolata •, ben)iì come vibrtlz.ioue doll'nccordo c u i appar tiene. J;; solo in qu~"sto scuso. non d iversBme nte, è concepibile
a rtieticnment.e la nota ri battuta, c he or mai o.ppart ione a w1u. manie ra de) tutto sorpassata.
ROSA DI GERIOO è que l fiore cho arno. In luce e il calore ; si ri nch iudo in se ste~so a l cr·epuscolo, pt>r a prirsi e rifiorire
come u n don o b ello a lle primo lut i del mattino e fìuo alla (•om p a rsa d nl s ole , s uo graud"-' a mico. Questo sesto pr~Judi o, dopo la
consueta .. lntrodn z10ne •, acc.<mna uno. mistic u. cu.ntilena in Sol minore . La nostl~lgica. stasi nottul'na sboccia.. col sest o grado minore,
in Ro a.vo canto popolare n el rnodo Hl O-~gio r·c. Si ha la sonsa:~.ione <ii nn • eoretto ~ a due voci, sopra un pedalo d i RE. È desid erato
dall'Autore Il portamen to f ra due suoni inrlico.to dallo linco di co nKi un'lione (in relazione al diteggio). Il co.r a t.torc espr essivo dt>Ua
m elodia ha della. preghiera. comu nque è di una. semplicità intima. o C'a rezzévole: a tanto dovrà giu ngere i'c~cu~i n ne.
MIMOSA PUDIOA SENSITIVA l'ultirno preludio po o·t a una s peci6cnzione, nel t itolo, eho può ben riferirsi a l cal'a t.t.ere
espr Cl!sivo doi Sett e Prelud i : PU DORJ;; (nella • mod es~i a • d e l diseg~oo musicale) SENIHBI L ITÀ (nolll\ • delicatezza • deo pensiero
me lodico}. Gli accordi, arpeggiati uon t roppo larg-amcnt.P, conferiscono solennità a l pezzo. Anche qui una. pin.cevolo varierà ritmica
ani ma l'eloquio, conceden dosi fraseologiche lllasticit.à che l'cs(\Cu tore do,rrà proporzionare. ottenendo inter r--SSament q, brillante e c-on·
eertistieo.
La rcvisìone Orsolin o è sempre, fino all'ultima nota , • preziosissima •. Ammirato o grato della sua fraterna ed abile collaboraz io-
ne, io q~i lo r ingrazio ri cooosccn tc.
MARIO BARBIERI
2
TOCCATA E FUGA
per chita rra
Ditcf!gialura di
:\:\GELO c;tLAHDI:'\0 ETTORE DESDERI
TOCCATA
Ampio, con fantasia
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© Copyright !9?:; by Edizioni Musicali BÈRBE)I • Ancona.
Tutti i diritti riservati a termini di legge. E. 19S4 B.
78 -----=L=A SOPRAVVIVENZA DEL PASSATO
ad ANGELO GlLARDlNO
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FANTASIA
per chitarra
(1975)
Revisione e dite;!giatura di
ANGELO <;J LARDINO GIUSEPPE ROSETTA
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Non troppo lento
poco rilevato
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p dolce
E. 2390 B.
4
Per ANGELO GILARDINO
SUITE V ARIATA
per chitarra
{1978)
Rev isione e diteggiatura di
ANGELO GILARDINO GIULIO VIOZZI
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Proprietà per tutti i paesi delle Edizioni Musicali BÈRBEN - Ancona ( ltaly).
© Copyright 1979 by Edizioni Musicali BÈRBEN - Ancona.
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G) En forme d'Ouverture
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Natura musicale molto più estroversa ed incline alla nel graziosissimo Petit bestiaire e, con acuta padro-
descrizione colorita è quella di Bozza, che nelle Deux nanza di effetti strumentali, nella suite per due
impressions anda/ouses e nei Trois préludes affida chitarre intitolata Contrastes. Il coronamento del-
alla chitarra un discorso liberamente rapsodico, alter- l'impegno chitarristico di Absil si realizza, nel 1971 ,
nando sezioni di ampi, ornati recitativi a frementi con l'iridescente partitura del Concerto pour guitare
episodi con ritmi di danza, con un virtuosistico et peti! orchestre, un saggio nell'arte della strumenta-
sovraccarico di scrittura in cui è frequentemente zione degno di Ravel.
impiegato il " rasgueado" alla maniera flamenca. La
ricchezza e la complessità dei modelli chitarristici di Di evidente osservanza impressionista è una Petite
Bozza pongono severe richieste agli esecutori, e suite di Jacques Leduc (1932), compositore che, pur
questo forse spiega la limitata diffusione di brani che appartenendo ad una generazione successiva, tran-
avrebbero peraltro notevole presa sul pubblico. Boz- quillamente si colloca accanto ad Absil (del quale è
za ha composto anche un Quintetto con chitarra nel stato allievo) nella comune attenzione al modello di
quale lo strumento svolge una funzione concertante Ravel.
di alto impegno e di turgida pienezza.
È piuttosto difficile, nel desolato panorama della
Autore di un Concerto per chitarra e orchestra, e musica spagnola, trovare, al di fuori dei nomi e delle
celebre per la sua musica per strumenti a fiato, Jean opere appartenenti al ben definito mondo segoviano,
Françaix tocca nella Passacai/le (pubblicata nel 1974 musiche per chitarra che, mantenendo un chiaro
ma composta, crediamo, negli anni cinquanta) le vincolo nei confronti della tradizione, non cadano
corde di un lirismo sereno e accattivante, sfiorato da nello squallore mortifero dell'epigonismo di quarta
una grazia naturalissima e privo di quelle pungenti mano. Così, dopo i Manén, i Mompou e gli Asencio,
sfaccettature con cui l'autore ama spesso giocare: rimanendo nel campo della tonalità e delle forme
non per questo il brano manca di contrasti d'umore classiche, è presto detto. Bernardo Julia (1922),
(si tratta, infine, di variazioni!). Nella Serenata in dell'isola di Mallorca, ha un buon avvio, nei toni
cinque movimenti del 1978 (pubblicata nel 1985), elegiaci che egli predilige, con il breve pezzo per
Françaix attua con ampiezza e libertà un disegno chitarra intitolato Nostalgia e, dopo l'approfondi-
ricco di contrasti tra atmosfere fiabesche, oniriche, mento che passa attraverso due successive composi-
sentimentali, scherzose e beffarde: composizione zioni (Tres hojas muertas, Estampas de Mallorca),
meno solida della Passacaille, la Serenata è più compone il suo lavoro più importante, il Concierto
caratteristica e più tipica dello stile dell'autore. juglar per chitarra e coro a quattro voci miste, in cui
uno stilizzato, drammatico uso della modalità (nel
Posizione affine a quella dei maestri francesi occupa genere di Orff, per intenderei) si dispone nell'insolita
il compositore belga Jean Absil (1893-1974) che, nella forma di dialogo tra una polifonia vocale prevalente-
sua cospicua realizzazione chitarristica, ossequia la mente omoritmica e una ricca, ordinata parte concer-
tradizione più che nelle altre sue opere. Anch'egli, tante di chitarra. La musica di Julia, nonostante la
come molti autori della sua generazione, si è dedicato luminosa bellezza dei luoghi in cui è stata composta,
alla musica per chitarra nella fase conclusiva della inclina alla lamentazione e ad un'aria ora dolcemen-
sua carriera, e vi ha trovato insieme un mezzo te, ora cupamente rattristata, alle quali fa eccezione
d'espressione nuovo ed una sorgente di suoni dal soltanto (nella musica per chitarra) l'ultimo movi-
fascino antico: da ciò una continuità d'impegno che, mento del Concierto jug/ar, ilare e giocoso.
a giudicare dai frutti, si può ben dire fervida. Dalle
Dix pièces del 1962, nelle quali l'autore si avvicina Con Julia, ricordiamo l'aragonese (residente a Ma-
prudentemente ai misteri chitarristici attraverso una drid) Anton Garcia Abril, il quale, benché nato nel
serie di piccoli brani ispirati al folclore di varie 1933, rimane fedele alla tradizione e, forse in ciò
regioni europee, Absil perviene rapidamente ad esiti influenzato dal suo prolifico impegno come autore di
più sostanziosi con la Suite del 1964, modellata sulla colonne sonore, scrive pagine per chitarra che mirano
musica barocca e tuttavia aperta alle più varie ad una comunicazione immediata: tra l'iniziale Suite
suggestioni (in particolare, a quelle post-impressioni- e le recenti Evocaciones e Fantasia mediterranea -
stiche); sempre del 1964 è la collezione delle dieci, tutte musiche nelle quali l'autore dimostra una
brevi Pièces caractéristiques, nelle quali, rispetto alla notevole efficacia nel trattamento della chitarra - si
Suite, Absil giunge ad una più compiuta unità tra collocano due Concerti per chitarra e orchestra
forma musicale e scrittura strumentale: si può ben (Concierto Aguediano e Concierto Mudejar), i quali
dire che, con questa serie, l'autore ha messo a punto aderiscono alla tradizione spagnola per vie affettive,
il proprio vocabolario chitarristico il cui impiego, senza implicare derivazioni folcloristiche. L'ultimo
sempre più sapiente, darà i frutti più maturi, nei lavoro chitarristico di Garcia Abril è una serie di
primi anni settanta, nell'esotico, pittoresco umori- ventiquattro brani didattici che spaziano dal grado
smo della suite intitolata Sur un paravent chinois, elementare a quello virtuosistico, raccolti nel volume
nell'eloquio spiegato e variabilissimo delle Quatre intitolato Vademecum (1987).
pièces (il maggior lavoro di Absil per chitarra sola),
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Proprietà per tutti i paesi delle Edizioni Musicali BÈRBEN • Ancona (ltaly).
~ Copyright 1971 by Edizioni Musica li BÈRBEN - ."ulcona.
Tetti i d iri tti riservati a termini di legge. E. 156! B.
84 LA SOPRAVVIVENZA DEL PASSATO
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86 LA SOPRAVVIVE NZA DEL PASSATO
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a. GABR!é"L ESTARELLAS
NOSTALGIA
per chitarra
Revisione e diteggiatura di
GABRIEL ESTARELLAS BERNARDO JULIA
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@ Copyright 1974 by Edizioni Musicali BÈRBEN - Ancona.
Tuui i diritti riservati a tcnninì di legge. E. 19i0 B.
aR.\iANIA, AUSTRIA, UNGHERIA 87
3
IMPRESSIONE N
Diteggiatura di ANGELO GILARDINO HERMANN AMBROSIUS
(1969)
I- TRAUM
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TOCCA-TA, ELEGIA E DANZA
per chitar ra
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RHAPSODIE
op. 97
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Hevisione c diteggiatura di ARMIN KAUFMANN
ANGELO GILARDI '0 (1970)
Con passione e sempre rubato
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Proprietà per tutti i paesi delle Edizioni Musicali BÈRBEN - Ancona (Italy).
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ad Angelo Ci/ordino
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EXERCITIUM TONALE
24 PRELUDI PER CHITARRA
Revisione e diteggiatura di
ANGELO GILARDINO I FERENC FARKAS
INTRADA
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più mosso
3 mf lasciar vibrare
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E. ~HG B.
Con la Sonata (pubblicata nel 1980), Farkas abban- sco. Composizioni chitarristicamente impervie, le
dona ogni intento descrittivo e si attiene ai modelli Five bagatelles presentano, quale unico problema, un
dello stile classico, in un rigoroso e sintetico primo evidente squilibrio tra il severissimo impegno richie-
tempo (Allegro), in un pacato Dialogo e nelle freneti- sto allo strumentista e il carattere spensierato della
che, appuntite rincorse di cromatismi del conclusivo musica.
Rondò. Ma il capolavoro chitarristico del maestro
ungherese è costituito dai ventiquattro pezzi brevi che Tra i primissimi nel rispondere all'appello del chitar-
formano la raccolta intitolata Exercitium tona/e del rista Julian Bream, Lennox Berkeley compone nel
1982. Farkas- come già aveva fatto Pance nei suoi 1957 l'ammirevole Sonatina. La cristallina limpidez-
Preludi - compone un pezzo in ciascuna tonalità e si za del primo movimento non mira a creare contrasti
propone di delineare gli ambiti tonali evitando ogni strutturali ed espressivi tra il primo e il secondo tema,
procedimento scolastico, in un gioco aggirante di né a ritrattarne i rispettivi elementi in un vero e
sapienti implicazioni e di piacevolissimi sottintesi: ne proprio sviluppo: i temi hanno una funzione tesa alla
deriva una lezione di arte del comporre, non all'inter- continuità discorsiva, e l'episodio centrale che rim-
no di un sistema (quello tonale), ma sui suoi resti. La piazza lo sviluppo ha piuttosto il carattere di una
varietà estrema dei caratteri e dei modelli impiegati misurata cadenza in cui le due scritture chitarristiche
conferisce alla raccolta l'aspetto di un album di antiche (" rasgueado" negli accordi e "punteado" nei
disegni afferrati nel passaggio di ispirazioni subitanee rapidi passaggi di note singole) si ripropongono nella
e fissati in una perentoria definizione. In un novecen- loro più immediata e divertente semplicità. Il secondo
to chitarristico che, per quanto riguarda la musica movimento è un ipnotico notturno che, nella cellula
tradizionale, soffre di ipertrofia latino-mediterranea iniziale, echeggia un motivo di Falla: la costruzione
o comunque occidentale, le composizioni di Farkas si contrappuntistica a tre voci che ne deriva si snoda
accolgono con sollievo: esse si spalancano su un con una sapienza che nulla toglie all'incantata mera-
mondo musicale sconosciuto alla chitarra, ricco di viglia del brano, come sgorgato da una assorta
valori melodici, ritmici e timbrici nei confronti dei contemplazione della notte. Il conclusivo Rondò fila
quali lo strumento si rivela capace di una inedita via sul ritmo ondeggiante di un valzer, la cui
espressività. vaporosa eleganza accoglie anche passi di ardita
bravura strumentale.
FIVE BAGATELLES
Edited by Julian Bream WILLIAM WALTON
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To ANGELO GJLARDJNO
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BALLA D
for guitar
Op. 15
(THE BHAMBLF. BHIAR)
Hcvisiunc <' diteggiatura di BERNARD STEVENS
ANGELO GILARD!NO (1 971)
Proprietà per lutti i paesi delle Edizioni Musicali RÈRBEN - Ancona (ltal y).
@ Copyright 197:1 by Edizioni ~1usical i BERBE:\ - .'\ nçona.
Tutti i diritti riservati a termini di ,legge. E. 112:l B.
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R:c:
A_:_
V_ VI=VENZA
--- DEL PASSATO
Singolare figura di artista di fede marxiana nella il suo anno di febbre chitarristica, il 1970, che gli è
liberale Inghilterra, Bernard Stevens, compositore bastato per dar fuori non meno di due raccolte di
severo, parsimonioso, modesto fino alla più dimessa dodici pezzi ciascuna (ma forse la datazione si
pudicizia, non smentirà i suoi presupposti didattico- riferisce al coronamento di lavori che erano in
populistici nel suo unico e validissimo lavoro per officina da tempo): le Valsas e Twe/ve etudes. l
chitarra sola, una Bai/ad sottotitolata The Bramble valzer sono tutti in modo minore, uno per ogni
Briar. A edificazione del pubblico che ascolta, Ste- tonalità (da do a si minore): essi toccano le corde di
vens compone un pezzo quasi brechtiano, in ciascun quel sentimento, che noi europei possiamo definire
episodio del quale si "narra" un momento di una soltanto perifrasticamente, e che i brasiliani racchiu-
truce storia di seduzione interclassista (padrona- dono nell'espressiva definizione di "saudade" . Anche
servo), di delitto a protezione del capitale (i fratelli nei dodici studi dominano le tonalità minori, ma
della sedotta) e di castigo (la forca per gli assassini) : senza uscire dalle più consuete, e anche in essi la
la musica è di ottima lega, solida, fortemente espres- malinconia, la tristezza, il rimpianto, la nostalgia e
siva, ed il fascino che ne promana ricorda, in ogni sorta di struggimento prevalgono sui sentimelll!
omaggio al titolo, le antiche saghe nordiche, come positivi. Si tratta in ogni caso di musica scritta coi:
questo brano per chitarra crudeli e agghiaccianti nel piena, traboccante sincerità, in una linea autobiogra-
loro sviluppo narrativo, prima di una straniata fico-descrittiva che risulta del tutto accettabile - e a
conclusione. tratti convincente - fintanto che mantiene un legan::e
con la propria origine culturale, e che si espone
A questi tre che ben si possono definire maestri, la invece a pericoli seri quando scopre senza ritegno k
fedeltà alla tradizione tonale, per quanto riversatasi sue ascendenze nell'ottocento europeo. È sempre
in campo chitarristico, aggiunge, in Gran Bretagna, comunque notevole, nei brani di Mignone, la varieta
l'apporto del più giovane compositore Malcolm Ar- dei modelli chitarristici, alcuni dei quali del tutto
nold (1921), che ha scritto una Fantasy per chitarra originali, e questo basta a meritare alle due raccolte
sola e un Guitar concerto leggerino eppure piuttosto un rispettoso studio.
lungo: cose spiritose e divertenti, ben scritte, buone
per qualunque pubblico. Natura tutt'altro che malinconica e, invece, esube-
rante e ottimistica, è quella di Radamés Gnattali,
Della limitatissima produzione degli autori scandina- entusiastico ammiratore della chitarra che, seguendo
vi, ricordiamo le Variationer aver en Svensk Folkme- una linea villalobosiana - senza però evidenti in-
/odi del compositore-pianista svedese Gunnar de fluenze della musica popolare india - ha composto
Frumerie (1908), d'impronta affatto conservatrice, una pregevole raccolta di Ten studies jor the guitar,
impiantate nella tradizione della più solida scrittura tutti nutriti da ispirazione genuina e scritti con
ottocentesca, attraenti nella loro immediatezza e di disinvolta padronanza delle formule, non senza ricer-
buon rendimento strumentale. che speciali (un'accordatura in sol, che rende il suono
della "viola caipira"): gli Studi di Gnattali si possono
considerare come una derivazione minore, ma non
priva di originalità, di quelli di Villa-Lobos. Addirit-
America latina tura fecondo è stato Gnattali nel genere del concerto:
gli dobbiamo ben tre Concertini per chitarra e
Gli indirizzi nazionalistici imboccati dai compositori orchestra e un Concerto carioca per chitarra e
dell'America latina nel novecento non riflettono pianoforte. Inoltre, egli ha incluso regolarmente la
tanto un ritardo storico, quanto la necessità di chitarra negli organici della sua musica da camera.
coltivare un proprio spazio culturale indipendente dai
retaggi europei. È quindi comprensibile il fatto che le In un ambito del tutto tradizionale va collocata la
correnti musicali sudamericane si siano mantenute - produzione chitarristica dell'italo-uruguayano Guido
rispetto a quelle europee - più saldamente a contat- Sant6rsola (1904) fino al 1960 circa, cioè fino a
to della tradizione, soprattutto per quanto si riferisce quando il compositore opererà una radicale conver-
alle funzioni tonali, proprio perché esse sono conna- sione ad un sistema para-dodecafonico (ci occupere-
turate alla musica popolare, filone che, ormai esausto mo di questa parte della sua opera nel capitolo
in Europa, era ancora ampiamente a disposizione in successivo). Nel Vals romantico del 1944, nella Suite
Sudamerica. a antiga del 1945 e nei Cinco preludios del 1959 egli è
ancora quietamente attestato in una sua blanda
Certo, ben pochi compositori hanno operato con fusione tra post-romanticismo e post-impressioni-
energia geniale e, di questi pochi, pochissimi hanno smo, e riesce a trame un assetto stilistico assai
scritto per chitarra. Sicché, il repertorio chitarristico riconoscibile: lo contraddistingue la tendenza a dilui-
latino-americano di stampo tradizionale è affondato re in un discorso ampio e reiterativo le cellule
nelle pesanti stagnazioni di un folclorismo i cui valori melodiche, esposte in genere con una scrittura sem-
espressivi e coloristici non sono spesso abbastanza plice ed esile, di tipo lineare, alla quale si contrap-
vivi da riscattarne la mediocrità, la debolezza di pongono a blocchi strutture accordali dense ed
pensiero musicale e l'accademismo. elaborate. In queste composizioni per chitarra sola,
così come nel Concertino del 1942, nel flusso di un
Tra i brasiliani - certo fra loro non vi fu un altro pensiero musicale prevalentemente melodico, già si
Villa-Lobos! - ricordiamo Francisco Mignone collocano tuttavia quelle frammentazioni cromatiche
(1897-1986) e Radamés Gnattali (1906). Mignone si è nelle quali è possibile individuare i presupposti per la
generosamente profuso in quello che dev'essere stato svolta del compositore verso l'uso della serie.
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Proprietà per tutti i paesi delle Edizioni MU5icali BÈRBE!\ - Ancona (ltalv).
© Copyright 1970 by Edizioni Musicali BÈRBE:\" - Ancona. ·
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98 LA SOPRAVVIVENZA DEL PASSATO
CAHLOS GUASTAVINO
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@l Copyright 1969 by RICORDI AMERICANA S. A. E. C. - Buenos Aires. Unicos editores para todos los paises. RA 12763
Todos los derechos de edici6n, ejecuci6n, difusi6n, adaptaci6n, traducci6n y reproducci6n estan reservadc.s.
Queda hecho el dep6sito que establece la Ley 11.723.
b Argentina (mentre siamo in attesa di poter studia- L'insieme di questa produzione, pur nelle sue genera-
:-e la musica per chitarra del rispettato compositore lizzate debolezze e nella sua mancanza di audacia, di
Gilardo Gilardi, nato nel 1889 e scomparso nel 1963, spirito della ricerca e di autentica creatività, costitui-
.:he dovrebbe, a quanto ci è stato detto da fonte sce un lascito notevole, nel quale si documenta una
a..-:endibile, aver composto buoni pezzi, non ancora tendenza reale - per quanto secondaria - della
pubblicati) emerge la vocazione inguaribilmente ro- musica del novecento e in cui si configura un settore
~antica di Carlos Guastavino (1914}, autore di tre imprescindibile del novecento chitarristico. A tale
Sonate per chitarra, di un Quintetto per chitarra e lascito, è affidata una sorta di eco del passato, i cui
archi (Jeromita Linares) e di un certo numero di pezzi splendori talvolta si riverberano nelle pagine chitarri-
:ninori. La musica di Guastavino non si concede, nel stiche di questi epigoni con immagini che, per essere
suo tradizionalismo davvero immobile, nemmeno state tratte dalla memoria assai più che dall'invenzio-
qualche spiraglio post-impressionistico, e rimane ge- ne, sono certo molto meno importanti di quelle dei
_osamente racchiusa nei limiti di un accademismo nuovi maestri, ma spesso non meno belle. lndiscuti-
assai rigido: essa riesce ad esprimere la propria bile appare, in esse, lo scrupolo della rifinitura
pareticità affidandosi ad un tracciato melodico deci- artigianale, spesso elevata ad autentica sapienza
so, talvolta veemente, che ci sembra la dote migliore nell'uso degli arnesi di un mestiere, forse troppo
di questo maestro, il quale si è costruito un mondo precipitosamente considerato inutile.
romanticamente appartato e ingenuamente sentimen-
z.ale. Troviamo giusto e dignitoso non associarci a Sul piano strettamente chitarristico, questa musica si
cena critica europea, che, per non farsi sfuggire può collocare tranquillamente al seguito delle opere
l'occasione di qualche battuta di spirito sugli aspetti dei chitarristi-compositori dell'ottocento, i cui mo-
più indifesi di certi brani di Guastavino, ha slealmen- delli sono reimpiegati a favore di situazioni armoni-
:e fmto di ignorare quanto di sincero e di ispirato che più sottili e complesse: chi abbia lavorato a fondo
indiscutibilmente vi è nella sua musica. gli studi di Sor non troverà, in nessuna delle composi-
zioni di cui abbiamo trattato, richieste di tecniche
t.;na generale osservanza della tonalità, delle leggi aliene, ma un uso musicalmente più specifico di
dell'armonia classica, una riadozione imperturbata modelli dello stesso ordine; da questo punto di vista,
delle forme tradizionali - da quelle barocche a si può ben constatare la sostanziale unità tra l'otto-
quelle ottocentesche - e un'impostazione retorica cento e quel settore del novecento che ne è la
della scrittura chitarristica, sono aspetti comuni ai continuazione fedele.
compositori studiati in questo capitolo, così come ai
compositori segoviani le cui opere sono state prese in
considerazione precedentemente.
LE TENDENZE INTERMEDIE
Tra le prosecuzioni beatamente ignare o le polemiche to e che mi hanno fatto ritornare spesso sulla
resistenze del passato e gli slanci rivoluzionari della chitarra. »(30l
seconda avanguardia, una vasta categoria di compo-
sitori opera in posizioni intermedie, cercando di L'esaltazione dei valori timbrici da parte di molti
rinnovare il proprio stile, non con atti di aperta compositori comporta necessariamente un adegua-
sconfessione dei valori ereditati dal passato, ma con mento dei modelli di scrittura che, in generale (e
l'onesta volontà di adeguare la propria presenza alle salvo alcuni casi di cui daremo debito conto), tendo-
nuove situazioni socio-culturali che, nei primi anni no a semplificarsi. Lo avverte anche la critica più
del dopoguerra, incominciano a delinearsi. Caratteri- attenta, che in molti casi ne dà positivo riscontro,
stica piuttosto comune a molti compositori di questa anche se non dispone degli elementi atti a individuare
linea, che raggruppa esponenti di più generazioni, è le antecedenze storiche di questo trattamento della
uno stato di diffusa sofferenza dinanzi alle enormi chitarra: ebbene, esso proviene dalle intuizioni del
difficoltà di decifrazione che il nuovo corso della vita mite ed inappariscente Miguel Llobet e dal suo gusto
sociale pone agli artisti: da ciò, l'impossibilità di ipersensibile per il timbro, com'è ampiamente dimo-
seguitare ad esprimersi con linguaggi formati in strato nelle sue Canciones catalanas. Non si vuole qui
precedenza (anche quando tali linguaggi erano già affermare che i compositori di mezzo secolo più
attenti alle sollecitazioni provenienti dagli autori delle tardi, affidando la loro ricerca chitarristica al timbro,
avanguardie storiche) e, dall'altro canto, la quasi- si siano consciamente riferiti a Llobet (probabilmente
impossibilità di definire, entro nuovi assetti stilistici ignorato dalla maggioranza di loro), ma è indubbio
stabili, quel senso di disagio, di smarrimento e di che il maestro catalano abbia anticipato una parte del
solitudine che attanaglia ogni artista di fronte agli nuovo corso chitarristico del dopoguerra, ed è quindi
enigmi posti dalle nuove sfingi di un tempo presente doveroso, da parte di chi studia oggi la storia della
sempre più controverso e inaffidabile, privo di fon- chitarra, riconoscere e indicare tale evidenza .
damenti culturali proprio perché attraversato dagli
scontri tra differenti culture, tutte alle prese con
problematiche interne e tutte competitivamente schie-
rate verso l'esterno. Italia
L'enigma è dunque il segno sotto il quale si svolge la
ricerca di questa categoria di compositori. Dobbiamo Sempre premettendo che la suddivisione per naziona-
subito porre a fondamento del nostro studio una lità non intende in alcun modo avvalorare criteri di
constatazione importante: la chitarra costituirà, per tipo, per l'appunto, nazionalistico (meno che mai in
q uesti musicisti, un mezzo d'espressione straordina- questo capitolo, ove si tratta di compositori che poco
riamente efficace ed apprezzato, soprattutto per o nulla si sono occupati della musica popolare), ci
quanto si riferisce ai valori del timbro, che si rifacciamo subito, agli effetti del tema che dobbiamo
~velano, nello strumento, sottilmente pronti nel
trattare, alla pubblicazione, avvenuta in Italia nel
manifestare i complessi sentimenti d'incertezza, inde- 1961, per le edizioni Ricordi, di una preziosa A ntolo-
:erminazione, ansia interrogativa, che dominano la gia per chitarra a cura di Miguel Abl6niz. In questo
nuova condizione storico-esistenziale; nell'offrire a volume, oltre al So/iloque di Sauguet ed alla Sora-
éali angosce la voce di una liberatoria rivelazione, bande di Poulenc di cui già ci siamo occupati, e di
esaustiva proprio perché vaga ed impalpabile, il altri lavori di cui parleremo nel corso di questo
cimbro chitarristico apporta i prodigi di una consola- capitolo, e oltre ad una delle solite, convenzionali
zione flebile ma profonda, scaturita dall'intimo della oleografie di Rodrigo (che, in siffatto contesto,
persona che, nel contatto diretto delle dita con le proprio non si colloca), compaiono tre importanti
corde, rinviene taumaturgiche concordanze tra vibra- composizioni di autori italiani: Gianfrancesco Mali-
zioni interiori ed esteriori. Dice al riguardo Goffredo piero (1882-1973), Giorgio Federico Ghedini (1892-
Petrassi: « . .. Considero la chitarra "naturale" uno 1965) e Goffredo Petrassi (1904).
srrumento intimo, e chi la suona mi sembra debba
m·ere la sensazione di colloquiare con una persona.
Lo sua intimità, il suo mistero ed il suo timbro (JOJ Intervista a Goffredo Petrassi - ne Il Fronimo n. l - ottobre
r-appresentano le tre componenti che mi hanno attrat- 1973, pag. 7.
102 LE TENDENZE INTERMEDIE
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Giorgio Federico Ghedini
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~ello stesso anno in cui, in California, Castelnuovo- Il principio ispiratore della musica di Bettinem è il
-:-edesco compone il suo Concerto sereno (1953), un canto: la tensione lineare del disegno melodico è
~-:ro musicista italiano, Ennio Porrino (1910-1959), sempre alta, il suo respiro profondo, il suo tracciato
5-.~ve un originale Concerto per chitarra e orchestra. nitido, elegante, mai prevedibile o gratuitamente
:i tratta di una colorita partitura che, attenendosi involuto. Su questa fondamentale attitudine, l'autore
all'uso di una libera serialità, esalta i valori della costruisce armonie liberamente atonali, la cui funzio-
.:hitarra nei più dosati impasti con l'orchestra: il ne è talmente connaturata agli andamenti della linea,
Concerto dell'Argentarola non è dunque terreno di da far corpo con essa, in un organismo unico. Il
esibizione per la bravura di un virtuoso, ma una ritmo è vario, concreto: si passa dagli andamenti
ariosa pittura marina in cui la voce della chitarra si larghi e spianati alle figurazioni più rapide con
:nuove - leggera ed elegante come il volo dei frequente ricorso alle sincopi, secondo i dettami di
_gabbiani - in un paesaggio sonoro liquido e mobilis- una sbrigativa esattezza. La pagina bettinelliana crea
.: imo<31>. la sensazione di un apparato fine e robusto, ove ogni
particolare è accuratamente messo a punto, ma
-:-ra i compositori nati negli anni dieci, il primo ad questa artigianale, scrupolosa rifinitura apre poi la
individuare la chitarra fu Bruno Bartolozzi (1911) via a mondi di contemplazione e di sogno , che
.:be, già nel 1952, componeva Tre pezzi ancora del l'autore raggiunge al di là di ogni sapienza costrutti-
:utto collocabili nell'ambito della transizione di cui ci va, e che sembrano incontrati nel più completo
stiamo occupando, mentre, con le successive compo- abbandono alla propria immaginazione. La chitarra
sizioni (Omaggio a Gaetano Azzolina del 1972 e vive in queste pagine uno dei suoi momenti più felici:
Ad/es del 1977), l'autore sarebbe passato ad una fase il timbro, liberato nell'essenzialità di una scrittura
di più aperta sperimentazione. dosata e mai sovraccarica, si dilata nel proprio potere
allusivo fino a comunicare, con ogni nota, un "altro
il torinese Felice Quaranta (1910), dopo un brano da sé" che la musica indica senza nominare o
~hitarristico d'assaggio (Divagazionz), trova un punto descrivere, liberandone tutto il mistero.
d'equilibrio tra varie tecniche compositive in Rojos
clave/es que aroman (1976), avvolgendo le melodie Dopo l'iniziale (e già pienamente rappresentativa)
popolari care a Manuel de Falla nelle maglie di un Improvvisazione (1970), Bettinelli ha composto i
:affmato contrappunto la cui pungente eleganza brevi Cinque preludi (1971), i più ampi e liberi
proietta sulle linee del canto una luce stranita. Quattro pezzi (1972), la Sonata breve (1976), gli
Analogamente, ma con un materiale ancora più utilissimi Dodici studi (1978-79) e altri brani occasio-
semplice e disadorno, Riccardo Malipiero (1914) nali, passando attraverso la difficile esperienza di un
costruisce sulle poche note dell'antica danza iberica Concerto per chitarra e orchestra le cui ben note
la sua Aria variata su la Follia (1979), dalle ampie problematiche sono state risolte dall'autore con l'abi-
,·olute cadenzanti, alternate ad austeri tratti polifoni- tuale efficacia. Ultimamente, Bettinelli ha incomin-
ci. La cordiale, espansiva vocazione melodica di ciato a comporre per duo di chitarre.
Ruggero Maghini (1913-1977) troverà espressione
solare in due pezzi (Form fantasy e Umbra, 1973) La preferenza per una scrittura sottile e aliena da
parimenti liberi nella forma e nelle strutture, ricchi di gonfiature retoriche continuerà a caratterizzare le
delicate invenzioni melodiche e di ricercate armonie e composizioni degli autori italiani nati nei decenni
capaci di suscitare obliquamente il senso della tonali- successivi. È il caso soprattutto delle musiche chitar-
~à: del resto, questa allusività tonate corre un po' ristiche di Luciano Chailly (1920), la cui calda
lungo tutta la musica dei compositori di cui ci stiamo espressività si manifesta in pagine lievi, ricercate nei
occupando, anche quando essi muovono da basi colori più aerei e sentite come se le trasparenze del
seriali. timbro chitarristico alludessero, non già come in
Bettinelli ad incanti misteriosi, ma a tangibili, giova-
Per quanto riguarda gli autori nati in quel decennio, nili felicità. L'Invenzione su quattro note, primo
la menzione più ampia spetta comunque a Bruno pezzo per chitarra sola di Chailly (che aveva prece-
Beninelli (1913), uno dei più equilibrati mediatori tra dentemente composto un brano per archi e chitarra) è
.e eredità del passato - da lui assimilate attraverso un delicato, magistrale foglio d'album, attraversato
uno studio infaticabile, che lo ha condotto ad un da una tiepida e mutevole brezza primaverile, e
mestiere di altissimo livello tecnico - e gli stimoli l'autore, pur nel pieno esercizio della sua maturità
della nuova musica, osservati con attenzione e con stilistica, si compiace di farvi prevalere gli slanci della
sicuro discernimento. La musica per chitarra compo- sensazione. Un pensiero più ampio si distende invece
sta da Bettinelli negli anni dal 1970 al 1986 costituisce nella Sonata in quattro tempi (pubblicata nell977), i
uno dei punti di forza del repertorio contemporaneo cui titoli chopiniani (Preludio, Valzer, Notturno,
dello strumento, e forma un blocco tanto omogeneo Studio) rivelano l'intenzione del compositore di scri-
- per l'esemplare coerenza stilistica- quanto vario vere musica esclusiva, votata unicamente allo stru-
- per le diverse forme in cui l'autore ha saputo mento, nella sua più gelosa specificità. Questa com-
forgiare il proprio pensiero musicale. posizione si può infatti collocare tra le più generose,
dal punto di vista strumentale, del repertorio contem-
poraneo, e il suo alto rendimento sonoro trova piena
rispondenza nella chiarezza di un discorso musicale
ll primo interprete del Concerto deii'Argentarola fu Mario intavolato con franchezza e condotto con arguzia,
Gangi. humour e, nello Studio conclusivo, con dichiarato
106 LE TENDENZE INTERMEDIE
Ad All'l:ELO GTL1RD1NO 3
QUATTRO PEZZI
PER CHITARRA
Diteggiatura di BRUNO BETTINELU
.\NGELO GILARDINO (1972)
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Tutti i diritti rìseryatj a tel'mioi di legge. E. um B.
107
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Ad Angelo Gi/ardino
INVENZIONE
su quattro note
per chitarra
Diteggiatura di
LUCIANO CHAILLY
ANGELO GILARDINO (1972)
Lento
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Proprietà per tulli i paesj delle Edizioni Musicali BÈRBEN - Ancona (I taly).
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108 LE TENDENZE INTERMEDIE
entusiasmo. Una fuggevole Improvvisazione n. 12, l'estensione dello strumento, con frequenti impieghi
composta recentemente e pubblicata nell'antologia di note ribattute e di sonore formule d'arpeggio.
Otto pezzi di autori contemporanei (edizioni Ricordi,
a cura di Guido Margaria), sembra racchiudere, negli Tra i compositori nati negli anni venti, la citazione
umori freschi della "tache" di puro colore, tutto il più importante spetta a Wolfango Dalla Vecchia
piacere con cui Chailly ha composto i suoi lavori per (1923), autore dell'imponente ciclo intitolato Variati
chitarra. amorosi momenti (pubblicato da Zanibon nel 1980,
ma composto alcuni anni prima). Si tratta di sette
Le affascinanti composizioni chitarristiche di Aurelio brani che, nella più varia delle successioni , si legano
Peruzzi (1921), mantenendosi in un ordine che affida tra loro per ricorrenze di un materiale tematico
al suono il massimo potere evocativo ed espressivo, latente, sicché, speculando sul loro titolo (nel quale
in una fusione di sogno e di memoria (spesso eccitata l'autore lascia trasparire i suoi affetti per l'antico
dalla lettura di poesie), si proiettano con audacia in repertorio della chitarra barocca), così come sulla
ricerche di effetti parallele a quelle della più spinta loro limpida eppure sfuggente struttura, ci parrebbe
avanguardia. Peruzzi ha pubblicato Quattro pezzi nel di poterle definire "variazioni senza tema". Quale
1974 e Soledades nel 1983. Nella prima raccolta, che sia la loro corretta classificazione formale, si
spicca il brano conclusivo (Recuerdos de la guerra tratta per certo di brani vivi, coraggiosi, da un lato
civil espaftola), mentre i tre brani della seconda aperti in chiare evidenze melodiche, dall'altro avvi-
raccolta, ispirati alle poesie di Antonio Machado, luppati in fitti cromatismi in cui è appena dato di
costituiscono una delle più drammatiche invenzioni riconoscere gli elementi originari. Essi sembrano
del novecento chitarristico italiano. ignorare i limiti nei quali spesso i compositori -
incolpandone lo strumento - imprigionano le loro
Diversamente da quasi tutti gli altri compositori della musiche per chitarra, e dispiegano invece un'eloquen-
transizione, Carlo Prosperi (1921) rivela nel suo za sontuosa, per la quale non sembra fuori luogo la
Canto dell'arpeggione un concetto del suono chitarri- definizione di neo-barocca, e che investe con la
stico del tutto immanente, manifestato in una scrittu- propria pienezza tutto Io spazio sonoro della chitar-
ra chitarristica spessa e materica, di villalobosiana ra. Il tessuto polifonico è quasi sempre esteso,
generosità. Il brano, pubblicato nel 1975, è basato su allargato, ma non mancano (nel terzo brano) passi
due semplici elementi e sulla loro insistita, quasi dove invece le voci si urtano comprimendosi in strette
minimalistica reiterazione: unico lavoro per chitarra dissonanze. Benché il ricorso al virtuosismo sia molto
sola, fa seguito a precedenti impieghi dello strumento limitato, l'impegno richiesto all'interprete è estremo,
nella musica da camera dell'autore (In nocte e In poiché le risorse ordinarie e straordinarie della poli-
nocte secunda). fonia chitarristica vi sono profuse fino all'esaurimen-
to.
Benché pubblicate nello stesso fascicolo (1977, edi-
zioni Carrara), non sono fra loro legate le Partite e le I compositori nati nel decennio successivo si esprime-
Ricordanze di Sergio Marcianò (1922), organista e ranno prevalentemente negli ambiti sperimentali della
compositore che, nel suo primo brano per chitarra, seconda avanguardia, e si assottiglia dunque l'elenco
sembra volersi dottamente divertire nel più rigoroso delle personalità da attribuire al presente capitolo.
diatonismo, mentre nel secondo lavoro, una suite in Tale lista offre comunque due nomi di forte rilievo:
sei movimenti, adotta quei procedimenti ben più quelli di Carlo Mosso (1931) e di Sergio Chiereghin
liberi, fantasiosi e discorsivi che sono propr'ì della sua (1933).
musica per organo, privilegiando perciò lo stile
polifonico. La straordinaria purezza di stile raggiunta da Carlo
Mosso fin dalle prove giovanili (nelle quali adopera
Una esuberante scrittura, riferita ad una chitarra la chitarra quale strumento complementare), poggia
ideale o sognata più che ad uno strumento, qual è su basi eterogenee. In primis, l'autore dimostra una
quello reale, irto di complicazioni, caratterizza la acuta sensibilità nei confronti del canto gregoriano e
vulcanica Sonata breve di Franco Mannino (1924), dell'antica polifonia modale: non sorprendono quin-
scritta, come il Concerto deli'Argentarola di Porrino, di né l'interesse per un autore come Gianfrancesco
a Porto santo Stefano, ma quattordici anni più tardi Malipiero, né l'affezione per la musica di Manuel de
(1967). Al contrario, un realistico, meditato dosaggio Falla, ma nemmeno le tenui influenze derivanti da
di linee, spessori e timbri regola lo stile chitarristico Debussy e da alcuni esponenti del novecento piemon-
di Giorgio Ferrari (1925) che, nei cinque brevi pezzi tese (Rocca, Ghedini). Su questo strato, è assai più
del Divertimento (1968), si muove tra le improvvisa- audace l'innesto - peraltro operato da Mosso fin
zioni oniriche del Preludio e del Postludio e l'ironica dalle prime composizioni - delle tecniche seriali.
vaghezza delle due Serenate, tra le quali s'incunea un nella cui adozione il musicista sa ben valutare
denso, marcato Interludio. Gli stessi caratteri e gli l'esempio di Dallapiccola. La chitarra diviene uno
stessi elementi di varietà e di contrasto si ritrovano degli strumenti prediletti dal compositore, il quale
nelle Sette invenzioni (1977), dove Ferrari sembra tuttavia si guarderà bene dalla sovraproduzione.
però concedere maggior attenzione alla spaziosa manifestandosi in una serie di lavori parsimoniosa-
ampiezza della scrittura che, pur nell'ambito di mente studiati e del tutto immuni da ogni sorta di
pensieri musicali assai misurati, respira su tutta ripetitività.
ITALIA 109
4
AURELIO PERUZZI
SOLEDADES
tre pezzi per chitarra
SOLEDAD XI
Yo voy sonando caminos
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Revisione e diteggiatura di
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L'esordio con le Quattro danze nello stile moda/e Varia e generosa è la produzione chitarristica di
(pubblicate nel 1970) sembrerebbe collocare Mosso Sergio Chiereghin (1933), pianista e compositore
- fatto salve le inconfondibili matrici della sua padovano che, in un ventennio (dal 1968 ad oggi), ha
poetica - al seguito di Malipiero, ma subito soprag- accumulato una conoscenza della chitarra, dal punto
giunge (1972) il brano intitolato Forskalia, la cui di vista sia tecnico che espressivo, quale ben pochi
palpitante, enigmatica modernità isola il compositore altri autori possono vantare. L'esordio di Chiereghin,
in una dimensione unica: qui, già si denotano i rimasto chissà perché inedito, è una breve e serena
caratteri delle composizioni a venire, tese a suscitare composizione il cui titolo in tedesco (Stimmtausch)
bagliori di stupefacente bellezza attraverso pensieri lascia trapelare gli orientamenti del compositore
musicali carichi di introversa gravità e formule di verso la musica mitteleuropea e germanica; infatti,
scrittura spoglie di ogni ornamento. Gli affetti moda- già in quella pagina, le belle intuizioni melodiche e la
li si ripresentano in nuove vesti nelle Tre canzoni raffinata ricerca armonica dell'autore rivelano vena-
piemontesi del 1976: in esse, Mosso opera non ture hindemithiane, inclini ad assorbire e ad elabora-
soltanto con l'immaginazione che gli è propria, ma re in chiave lirica influssi di marca espressionista e
anche con la squisita competenza dello studioso che, neoclassica. Queste caratteristiche si manifestano
volendo conferire un assetto altamente chitarristico ai anche nel primo lavoro pubblicato da Chiereghin,
reperti, si preoccupa di collocarli su di uno sfondo nonostante il fatto che il titolo denoti un'ispirazione
preziosamente lavorato nella sua pertinenza storica e provenzale (Trois chansons jouées, edite da Zanibon
culturale. Egli dunque non assume le melodie come nel 1975), e si confermano decisamente nel validissi-
materiale tematico da sviluppare liberamente, ma ne mo trittico Invenzione, Lied e studio del 1976,
individua i valori espressivi come una realtà storica composizione in cui lo stile chitarristico dell'autore si
da rendere attraverso la creazione di contrappunti, definisce nelle sue componenti polifoniche e timbri-
ritmi di supporto e colorazioni timbriche arcaicamen- che per mezzo di una scrittura nitida e incisiva,
te peculiari: alle sue spalle, è evidente la splendida rivelando la tendenza del compositore a stringere in
lezione delle Canciones per voce e pianoforte di un disegno severo la sua vocazione onirica e gli slanci
Manuel de Falla. Non a caso, escono nel 1976 i tre della sua fantasia ritmica. Tale strutturazione giunge-
pezzi dell'Omaggio a Manuel de Falla, nei quali rà poi a formule di scrittura assai ardite e complesse
Mosso sembra voler riconoscere apertamente una nella Passacaglia (1977) e soprattutto nel dittico
delle sue ascendenze più sentite: nessuna citazione, Planh e giga (1978, non a caso dedicato a Marco De
nessun saggio "à la manière de .. . ", ma una delicata Santi, e per i suoi mezzi appositamente concepito), la
evocazione di ritmi e di melisrni che, nella probità di cui intricata densità costituisce il punto cruciale della
una scarna, acuminata sintesi chitarristica, trasferi- ricerca di Chiereghin nel campo della composizione
scono le memorie, non della musica di Falla, ma del per chitarra sola. Da allora in poi, pur senza ritirarsi
terreno primordiale (il "cante jondo") in cui il da tale impegno (Sotto tenero verde nel 1982, Come
maestro andaluso volle radicare gran parte della sua iridi dolci nel 1987), l'autore dirige i suoi interessi
opera. chitarristici verso altre e non meno stimolanti compo-
sizioni: nel1982 scrive una splendida Toccata per due
Il risultato più rilevante raggiunto da Mosso in chitarre, quasi un preludio al Concerto per due
campo chitarristico (senza sminuire il valore della chitarre e orchestra del 1984 (una delle pochissime
Fantasia per chitarra e pianoforte e dei Quattro studi composizioni chitarristiche del novecento italiano che
sulla modalità composti in precedenza, e senza abbiano avuto risonanza internazionale); del 1985 è
nemmeno dimenticare la piacevole, arguta manipola- l'originale partitura intitolata Misteri e baccanale per
ziona modale della tonalissima Canzone veneziana) si otto chitarre e percussioni, seguita da una Danza dei
concreta nei tre Quaderni per chitarra (1977, 1980, giullari (1986) per quattro chitarre, e non abbiamo
1987). Il Quaderno l o è una serie di nove pezzi brevi, menzionato che i titoli più rilevanti di un catalogo
costruiti su base paraseriale e forgiati nel culto della che contiene numerosi brani minori, nei quali mai si
sintesi espressiva che la chitarra riesce a creare allenta l'esemplare impegno stilistico di un musicista
quando, nella mente di un compositore, l'essenza che ha saputo definire aspetti non rivoluzionari, ma
polifonica e l'essenza timbrica divengono un'unità altamente espressivi, della composizione chitarristica.
perfetta. Qui Mosso tocca i livelli più elevati del suo
pensiero musicale ed eleva la chitarra da strumento Tra i non pochi compositori italiani nati negli anni
solista al rango di solitaria testimone di entità successivi che, senza collocare il proprio lavoro
musicali uniche, altrimenti inaccessibili . Più invitan- nell'alveo delle ricerche d'avanguardia, efficacemente
te, il Quaderno 2 o, di sette pezzi brevi, pare accoglie- hanno scritto per chitarra, ricordiamo (scusandoci
re, sia pure. senza concessioni, qualche tenue richia- per le omissioni dovute ai limiti del nostro lavoro)
mo esteriore: una fuggevole citazione di un motivo Gian Paolo Chiti (1939), autore di In mind e di
viozziano, un intenso epilogo in cui sembra prendere Arion, Giovanni Antoniani (1941), che ha composto
corpo un ossessivo rimbombare di ostinati, come un brano intitolato Se... ! (in corso di pubblicazione),
lontani clamori di musica "rock". Il Quaderno 3 o è Irma Ravinale (1942), che ha pubblicato Improvvisa-
invece un unico brano che, basandosi su due fram- zione e Serenata, e Sergio Prodigo (1949), autore di
menti tematici (Bach e Frescobaldi), li elabora unifi- una Sonata per chitarra sola, di una Kammerphanta-
candoli in una glabra, quasi scostante Passacaglia, in sie per chitarra e archi e di una Sonata sottotitolata
cui idealmente si conclude l'alto cammino iniziato nel Concerto provenza/e per chitarra e orchestra.
primo Quaderno .
ITALIA 113
a Marco De Santi
2
PLANH E GIGA
per chitarra
(1978)
Revisione e diteggiatura di
MARCO DE SANTI SERGIO CHIEREGHIN
I- PLANH
un poco agitando .
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!'roprietà per tutti i paesi delle Edizioni Musicali BÈRDEN . Ancona (ltaly) .
@ Copyright i 980 by Edizioni Musicali BÈRDEN - Ancona.
Tutti i diritti riservati a termini di legge. E. 2~!14 B.
114 LE TENDENZE I NT ERMEDIE
2
IN MIND
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Revisione c diteggiatura di
ANGELO GJLARIJL'\0 GIAN PAOLO CIIITI
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Proprietà per tutti i paesi delle Edizioni M usicali Bi?.RilEN - Ancona ( Italy).
© C opyr ight 1982 by Edizioni Muoicali BÈRBEN • Anco na.
Tutti i dirltti riscrva1i a termin i di legge. E. 23G5 B.
ITALIA - - -- -- - -- - - _ _ _ _ _ _ 115
a Mario Gangi
2
IMPROVVISAZIONE
per chitarra
Diteggiatura di
MARIO GANGI IRMA RA VINALE
Allegretto
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E. 2238 B.
116 _ _ _ _ _ _ ____:L::::
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ENDENZE INTERMEDIE
Nel 1959, l'editore Heugel pubblica la Segoviana di Il validissimo apporto chitarristico del compositore di
Darius Milhaud (1892-1974), il più prolifico e mute- origine svizzera - poi cittadino francese - Pierre
vole autore dello storico gruppo dei "sei". La breve Wissmer (1915) passa attraverso una serie di compo-
composizione di Milhaud non è tanto un "ritratto sizioni ben differenziate: i brani per due chitarre
musicale" di Segovia, come il brano di Roussel, ma composti per il duo Presti-Lagoya, il Concerto per
piuttosto un'elaborazione interiore di immagini sono- chitarra e orchestra (1955) e la Partita per chitarra
re suggerite al musicista dall'ascolto delle esecuzioni sola (1970). Nei pezzi per due chitarre (Prestilagoya-
segoviane: sul ritmo della Follìa - un tempo di na e Barbaresque) Wissmer non si preoccupa mini-
sarabanda - si alternano frasi melodiche languide e mamente di ammassare spessori rilevanti e di ricerca-
sensuali e improvvise impennate, agili o focose, che re forti intensità, ma piuttosto di dettagliare preziosa-
creano grandi sbalzi dinamièi, spesso interferendo mente un contrappunto mantenuto nei limiti dello
con crude dissonanze. Non stupisce il fatto che stretto necessario: ne risulta un tessuto sonoro lieve
Segovia non si sia mai riconosciuto in questa compo- ed elegante, nel quale l'autore rivela un pensiero
sizione, troppo audace per il suo gusto: saranno altri musicale incline tanto all'umorismo come alla malin-
interpreti a rivelarla. conia, in una sorta di connubio tra musica francese e
musica slava. Questi caratteri erano già ben definiti
Non più che un saporito schizzo è l'Hommage à nel Concerto, al quale però fa difetto la specificità
Alonso Mudarra con il quale un altro esponente del nella scrittura chitarristica; a tale limite, Wissmer
gruppo dei "sei", Georges Auric (1899-1983) figura porrà efficace rimedio nella Partita per chitarra, i cui
nell'antologia Ricordi-Abl6niz. Prendendo spunto quattro movimenti, pur trattenuti nell'ordine dell'es-
dal famoso passaggio a campanella della Fantasia senzialità propria del compositore, sanno liberare,
que contrahaze la harpa en la manera de Ludovico di per mezzo di una scrittura più efficace e generosa,
Alonso Mudarra, Auric si diverte ad abbozzare una momenti di grande tensione espressiva e di acuta
veloce impressione, tutta animata da fremiti ritmici e definizione timbrica: con questa composizione, Wis-
come sfiorata da frammentate, fuggevoli memorie smer si colloca tra i maggiori artefici del repertorio
melodiche. moderno della chitarra.
Molto più consistente è l'apporto fornito al reperto- Straordinari- per quanto misconosciuti fino ad oggi
rio chitarristico dall' inquieta e versatile ispirazione di dagli interpreti - gli esiti raggiunti da Francis
André Jolivet (1905-1974) che, nel 1965, pubblica Miroglio (1924) nel suo unico brano per chitarra sola,
Deux études de concert. Il primo ( ... comme un Chorei"ques (1958). Nei quattro pezzi di quella che si
prélude), nella sua forma tripartita, è già una sintesi può definire una suite, l'autore eleva ai mondi
dello stile complesso, stratificato e tuttavia coerente dell'espressionismo astratto elementi rinvenuti nella
di Jolivet che, da premesse minime, trae conseguenze linea esotico-popolare, con il proposito di esaltare al
audacissime attraverso procedimenti sbrigativi, come massimo i valori coloristici dello strumento e la vitale
per scorciatoie: nonostante l'agilità della sezione complessità del ritmo: uno sconvolgente aggiorna-
centrale, questo studio naviga in acque tranquille, e mento della lezione del Milhaud brasiliano, la cui
prelude all'esplosiva vitalità del secondo pezzo (... tavolozza ed il cui formulario ritmico appaiono sullo
comme une danse), dove le peculiarità stilistiche di sfondo come lontane referenze che Miroglio, avva-
Jolivet più marcatamente si denotano nella fagocita- lendosi di una scrittura spregiudicatamente brillante,
zione di elementi disparati - dal flamenco al jazz, ha dilatato fino all'estremo.
ma in modo che nessuna fonte sia scopertamente
riconoscibile - amalgamati in un pensiero vivo, L'opera del compositore francese Claude Ballif
sorretto da un'energia pulsante, nervosa e turbolenta. (1924), inventore di una "metatonalità", non si pone
deliberatamente nel corso dell 'avanguardia, ma il suo
Questi caratteri risaltano al massimo nella Sérénade pezzo per chitarra, diabolicamente intitolato Solfeg-
pour deux guitares - composta nel 1956 per il duo gietto n. 6 (pubblicato nel 1977), si fa leggere
Presti-Lagoya e forse antecedente ai Deux études- i parallelamente ai maggiori brani della nuova musica
cui quattro movimenti, pur senza dilungarsi in con- per chitarra degli anni '70. Si tratta di una ininterrot-
cessioni discorsive o confidenziali, offrono un'imma- ta successione di cinque pezzi, conclusi da una breve
gine più completa dello stile di J olivet, che qui ha "cadetta", in cui le scritture più incantevolmente
modo di effondersi anche in distese contemplazioni, semplici si alternano a furibonde concentrazioni
aprendo isole oniriche in un clima generalmente ritmico-dinamiche; il quarto brano contiene un
turbato da sussulti deliranti e agitato da ritmi tumul- omaggio a Falla, basato sul collegamento tra lettere
tuosi. Con il Tombeau de Robert de Visée, suiie pour del nome e note musicali.
guilare in cinque movimenti, Jolivet conclude,
FRANCIA 117
3
à ANGELO GILARDINO
PARTITA
per chitarra
Diteggiatura di ANGELO GILARDINO PIERRE WISSMER
(1970)
I- PRELUDIO
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Proprietà per tutti i paesi delle Edizioni Musicali BÈRBEN - Ancona (Italy).
@ Copyright 1971 by Edizioni Muskali BÈRBEN - Ancona.
Tutti i diritti riservati a termini di legge. E. l.'ilS B.
118 LE TENDENZE INTERM EDIE
CHORE"iQUES
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Copyright 1965 by Universal Edition, A.G.
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14. avenue Hoche. Paris (8•) E.M.T 1447 POUR TOUS PAY~
NOCTURNE N~1
Jacques BONDON
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@Copyright 1972 by EOITlONS MAX ESC HIG rous· OROtfS o·UE CIJTtOJII PUBliQIJE DE fUPRJVUCfiQh
48 rue de Rome, Paris(s~) M.E. 8006 (T o·.t.RRAitGE MEfri TS lt($Eih'ES POuR lOUS •A"rS
C.:>e1anei e, almeno per quanto riguarda la produzio- anni. Esule in Inghilterra dal 1938 fino alla morte,
::.e per chitarra, affini, Jacques Bondon e Guy Gerhard si dedicò anche a ricerche di fonologia, ma,
~Ioranço n (1927) operano in una direzione affatto nella sua musica, la sorgente della nativa Iberia non
~nuaria a quella degli autori italiani inclini ad cessò quasi mai di manifestarsi. È il caso della
affidarsi al potenziale allusivo del timbro. I due splendida Fantasia per chitarra del 1957, dopo l'Ho-
u:aesrri francesi, con una scrittura forte, geometrica- menaje di Falla la più alta composizione per chitarra
:::ente intagliata, persino rude, procedono con l'o- del novecento spagnolo. Una rapsodica introduzione
bienivo di sprigionare nella loro musica un'energia fa udire, sullo sfondo di accordi arpeggiati e di suoni
immediata, quasi fisica, ed a questo scopo ricorrono armonici, alcuni melismi pervasi da una struggente,
ad una decisa, angolosa semplificazione della forma, sensuale dolcezza, disegnati su una scala che alterna
S";)eSSO incline alla ripetizione di modelli ritmico- intervalli di tono e semitono; fa seguito una scintil-
~""TIIonici deliberatamente, prepotentemente insistiti. lante danza dai ritmi capricciosamente variati, la cui
Così, nel Concerto de mars, nei Trois nocturnes e barbara vitalità non occulta un fondo di malinconico
;:<ello Swing n. 2, Bondon fa della chitarra una languore: esso ha infine il sopravvento, e porta con sé
:n-..·asata protagonista, posseduta dal demone del una ripresa, appena modificata, della sezione iniziale
:itmo. Similmente, la Suite latine e il Petit livre pour che, al momento di dissolversi, sobbalza in un guizzo
b guitare di Morançon prosciugano il suono chitarri- conclusivo. L'unione felicissima tra voce e chitarra
stico di tutti i suoi misteriosi aloni e ne scoprono nei Cantares e l'inclusione della chitarra nell'organi-
l.!D'inedita immediatezza fisica, come di una fiamma co cameristico di Libra corrispondono ad altri mo-
~!le arda, indisturbata e crepitante. menti assai importanti nell'opera di Gerhard, la cui
parsimonia nei confronti dello strumento si giustifica
Tra i compositori francesi più giovani che, pur nobilmente con l'avervi fatto ricorso per le sue opere
manifestando attenzione ed apertura alla nuova mu- più ispirate tra le quali, a dispetto della sua concisa
s!ca, si sono mantenuti in una posizione intermedia, brevità, possiamo senz'altro collocare la Fantasia, nel
una spiccata sensibilità chitarristica ha dimostrato ruolo di un vibrante messaggio, da parte dell' esule,
Jean-Jacques Werner (1935), autore, nel1964, di una alla propria terra.
~pida Sonatine, poi di Deux séquences (1977) e di
una serie di sei Arabesques (1980), in cui si notano Se includiamo il cittadino francese Maurice Ohana
~ ·eleganza della scrittura ed un piacevole, commisto (1914) tra gli autori spagnoli, è in ossequio ai
equilibrio tra memorie impressioniste (come nel con- contenuti della sua musica, tutta improntata a quei
dusivo Hommage à Claude Debussy) e più coraggio- sentimenti di "andalucismo universal" dei quali Ma-
se esplorazioni. nuel de Falla fu, in campo musicale, altissimo e
rigoroso modello. La figura di Ohana si deve ideal-
Per includere altri nomi dovremmo mutare l'ordine mente collegare a quella di Falla per la comune,
della nostra trattazione, trasformando questo libro in severa profondità di affetti e di studi nei confronti
un'enciclopedia: ci scusiamo con gli autori omessi. del "caute jondo" e della musica popolare andalusa.
FANTASIA
(for GUITAR)
GUITAR
ROBERTO GERHARD
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250 Purl~y Way Croydon CR9 4QD 111.. M. t80 Printed in England
MAURICE OHANA
(Doigtés d'Alberto PONCE)
Guitarn
à 6 cordes
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à. 6 cordes ~jj:
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La stessa aura incandescente avvolge il Tiento per ne, sempre piuttosto sollecite rispetto a quelle delle
chitarra sola del 1957, visionaria composizione che composizioni).
gioca sull'ambivalenza del titolo, usato sia per sigrù-
ficare l'antica forma polifonica affine al ricercare (il Nel limite che ci siamo prefissi, possiamo considerare
tema è, ancora una volta, quello della Fol/ìa, ma conclusa la nostra rassegna dei compositori spagnoli
udito attraverso fascinose distorsioni}, sia in riferi- di tendenza intermedia, ricordando i norrù di Leonar-
mento alla danza gitana il cui ritmo sincopato in 2/4 do Balada (1933), autore che, dopo inizi improntati
avrebbe dato luogo al tango e alla habanera. Qui ad una esuberante e non superficiale discorsività
Ohana crea una tensione febbricitante così rarefatta e (Lento with variation del 1960, Suite n. l del 1961,
misteriosa da collocarsi, nonostante la regolarità Tres divagaciones sobre temas castellanos del 1962),
della struttura, negli ambiti dell'espressionismo opera una svolta radicale con le Analogias per
astratto. Ulteriori ricerche in una direzione sempre chitarra decacorde, brani da collocare nell'ambito
urgentemente espressiva, spinte fino ad incorporare della più glaciale e speculativa alchimia del suono
procedimenti da sperimentazione d'avanguardia, chitarristico, e tutt'altro che aridi o scostanti; e di
condurranno Ohana agli straordinari esiti della suite Amando Blanquer (1935), che sappiamo autore di un
di sette pezzi intitolata Si le jour paraft.. . scritta nel Concerto e di vari pezzi per chitarra, tra i quali le
1963 per chitarra a dieci corde (strumento riproposto nostre preferenze vanno alle Impresiones ludicas
in quegli anni dal chitarrista spagnolo Narciso pubblicate nel 1979 da Zanibon, cinque brani che, in
Yepes), così come il recente Cadran lunaire. una ordinata ed efficace scrittura cromatica, disputa-
no con abbondante varietà di ritmi e di effetti sonori
Fugace ma significativo il transito in campo chitarri- le tensioni di un pensiero musicale, da un Iato
stico di Carlos Surinach (1915}, spagnolo trapiantato rispettoso di una tradizione amata, dall'altro tentato
negli Stati Urùti che chiude, con la sua vigorosa, a da estri pungenti e divagatori.
tratti malincorùcamente riflessiva Sonatina, l'antolo-
gia Ricordi-Abl6niz, dimostrando quanto sia radica- In Portogallo, emerge la complessa e sfaccettata
ta nei compositori iberici, non importa se affrancati produzione di Fernando Lopes-Graça (1906), capo-
dalla provincia grazie alloro cosmopolitismo cultura- scuola della sua generazione che, tardivamente ma
le, la possente lezione di Falla. Lezione che ritrovia- con autorevole sicurezza, compone due importanti
mo anche nella musica per chitarra del residente lavori chitarristici: Preludio e Baileto (1968) e Partita
parigino, ma visceralmente spagnolo, Antonio Ruiz- (1970-71). In entrambe queste composizioni, Lopes-
Pip6 (1934}, tutto preso - dopo la giovanile baldan- Graça adopera una florida scrittura tradizionale,
zosa vivacità della Cancion y danza n. l , che lo rese ricercando sonorità ampie e spontanee, e compie
celebre tra i chitarristi - a rimeditare in coloriti un'elaborata sintesi tra elementi folclorici depuratis-
riverberi le suggestioni del "cante jondo" con una sirrù e forme antiche (una sorta di barocco vagheggia-
serie di ben forgiate composizioni chitarristiche: to nella memoria, più che rifatto nelle strutture),
Hommage à Antonio Cabezon (1966), Estancias dalla quale esce l'immagine di un mondo musicale a
(1970), Canci6n y danza n. 2 (1971), Canto fibre y doppio fondo, apparentemente cordiale ed immedia-
f/oreo (1972), 8 preludios, Nenia e Tiento por tiento to, in realtà piuttosto oscuro e sfuggente.
(1983) (gli anni citati indicano le date di pubblicazio-
5?-iG.\A E PORTOGALLO 125
2
a Marìbel y Pepe Garcia de Paredts
NENIA
(a MANUEL DE FALLA)
per chitarra
Diteggiatura di
LUIGI BlSCALDI ANTONIO RUIZ . PIPO
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LI Pineiro Nagy
PARTITA
per chitarra
FERN ANDO LOPES- GRACA
( 1970-7 1)
PRELUDIO
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(c) Copyrighl 197) by EDIZIONI SUVINI ZERDONI S.p .A. Milano
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Prin ted in Germa ny (Be r h n West) B & B 22278 (110 2)
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Un.11uth0f11Cd co~y 1 ng of muu; il (orbl<lden b)' a.nd may re~ulc•n uim•nal or 0:1•il K tton .
Successivamente, Henze ricorre alla chitarra nella menti di vivida immediatezza ritmica ( Yaya, Scher-
partitura de El Cimarron (1969) per baritono e zo). La scrittura è del tutto tradizionale, ma non
quattro strumenti, ispirandosi al racconto autobio- ovvia, e presenta soluzioni di particolare interesse
grafico di uno schiavo cubano: lo strumento svolge timbrico, come in Utopia.
qui un compito di notevole ampiezza e di un impegno
pressoché concertante. Del 1974 è il trittico Carillon, Autore di scritti didattici sull' orchestrazione e di un
récitatif, masque per chitarra, mandolino e arpa, saggio sulla tecnica della composizione chitarristica,
mentre nel ciclo Stimmen (1973) ritroviamo lo stru- il cecÒslovacco Jarmil Burghauser (1921) ha compo-
mento insieme con l'armonica e con l'ocarina. Ma sto quattro lavori per chitarra in stili assai differenti:
Henze ha in cantiere un gigantesco progetto chitarri- una Sonata classicheggiante, un dittico all'antica
stico , che realizza nel biennio 1975-1976 con la (Sarabande und toccata), una serie di Six Czech
composizione della Royal winter music - First dances ad ispirazione folclorica e - questa è la
sonata an Shakespearean characters. In questo, che composizione per cui lo ricordiamo - un ciclo
ben si può definire un affresco chitarristico, Henze intitolato Tesknice, cinque brani ispirati ai fatti della
- avvalendosi di procedimenti formali di tipo sonati- "primavera di Praga" del 1968, pervasi da una
stico - definisce i tratti caratteriali e psicologici di angosciosa tensione e alimentati da grande varietà
alcuni personaggi delle tragedie di Shakespeare. Non ritmica, con una scrittura che reinterpreta modelli
più immersi nell'azione drammatica, ma investiti tradizionali in una direzione forse semplicistica, ma
nella loro essenza da· una lettura poetica che scava di indubbia efficacia espressiva.
nella loro anima e nella loro psiche, Gloucester,
Romeo e Giulietta, Ariele, Ofelia, Touchstone, Au- Cecoslovacco, come Burghauser sensibile agli eventi
drey e William, Oberon, sottratti alla torbida luce dell'attualità, Vaclav Kucera (1929) realizza nel Dia-
passionale della tragedia, appaiono in una successio- rio (1971) una sorta di narrazione musicale della vita
ne di presenze pneumatiche, di cui la chitarra ed il del rivoluzionario cubano Ernesto "Che" Guevara,
suo suono divengono il mistero catalizzante e, insie- divisa in cinque brani, ciascuno dei quali corrisponde
me, la lingua di una nuova e diversa rivelazione. Il ad un "giorno" della storia dell'eroe.
concetto stesso di "strumento" esce, da quest'opera
di Henze, profondamente mutato: la tragedia - Un'attenzione costante ed un impegno approfondito
edipica o amletica- dell'uomo trova nel suono della ha dedicato alla chitarra - che in Cecoslovacchia ha
chitarra lo specchio risolutore, la chiave dell'enigma, vissuto e vive un periodo di fervida attività - la
l'alternativa poetica che apre la via ad una liberatoria compositrice Jana Obrovska (1930-1987), autrice di
divinazione. una valida serie di composizioni (tra cui spicca un
ispirato Hommage à Bé/a Bartok) anche a carattere
Nel 1979, Henze compone Royal winter music didattico.
Second sonata sempre sui personaggi shakespeariani:
e siamo, con ciò, di fronte al più importante Notevole in Jugoslavia la produzione per e con
"corpus" unitario di musica per chitarra del novecen- chitarra di Miroslav Miletic (1925), autore di un
to. brillante Concerto per chitarra e orchestra, di una
Kroatische Suite per chitarra sola e di una Sonatina
per violino e chitarra: tutte musiche in cui l'elemento
popolare si muove sullo sfondo, manipolato con un
gusto ben conscio delle lezioni dei grandi autori slavi
Altre presenze del novecento.
Prima di prendere in esame la copiosa produzione Un generoso eclettismo distingue la produzione del
britannica, riteniamo doveroso ricordare alcune pre- compositore greco Nikos Mamangakis (1929), di
senze di autori europei la cui musica per chitarra non indole post-romantica, ma capace di assimilare anche
può passare inosservata. È il caso dell'impegnativo procedimenti alle soglie dell'avanguardia, e di fon-
ciclo dei 12 preludes del noto compositore olandese derli disinvoltamente nella sua musica (scritta con
Henk Badings (1907-1987). Concepiti come un'unica, mano facile), in cui il folclore greco affluisce in modo
vasta costruzione (l'ultimo preludio non è infatti che spontaneo, entusiastico. La musica per chitarra di
una variazione ritmica del primo), questi brani si Mamangakis è racchiusa in tre ricchi volumi: The
pongono a mezzo tra la razionalità hindemithiana e excursion (1963, pubblicato nel 1980), 22 pieces
la vaghezza impressionista, facendo perciò ricorso sia (pubblicato nel1984) ed Erotiki mousiki (1980-81), la
a costruzioni severamente polifoniche (Canon, Fuga, raccolta a nostro avviso di maggior rilievo, nella
Bicinium, Tricinium), sia a libere concatenazioni quale spicca un Engomium and penthima to Nikos
armoniche (Interludio, Arpeggio), e non senza mo- Kazantzakis di patetica efficacia.
U TRE PRESENZE 133
2
12 PRELUDES
VOOR GITAAR
Gecomponeerd in opdracht
v.d. Gemeente Amsterdam
Revisione e diteggiatura di
ANGELO GILARDINO HENK BADINGS
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Proprietà per tutti i paesi delle Edizioni !v[usicali BÈRBEN • Ancona (Italy).
@ Copyright 1972 by Edizioni Musicali BÈRBEN • Ancona.
Tutti i diritti riservati a termini di legge. E. 1641 B.
134 LE TE:-IDENZE INTERMEOfE
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Diteggiatura ùi A:'<CELO CILARD!NO JARMIL BURGHAUSER
(Pr.1ga. 1970)
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@ Copyright 1971 by Edizioui Musicali BÈRBE:-.- - Ancona.
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GR.-\.\ ' BRETAGNA 135
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MEMENTO
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Proprie tà per tutti i paesi delle Edizioni Musicali B~RBE:-1 - Ancona (l ral y).
@ Copyright 1975 by Edizioni :1-{usicali BtRBE:\ - Ancona.
Tutti i diritti riservati a ttrmini di legge. E. 19l-f; B.
GRAS BRETAGNA - -- - - - -- - - - - - - - -- 137
:\essun canto di sirene mediterranee echeggia invece ti articolati che in quelli "a continuo", la tensione
nella musica di Stephen Dodgson (1924), come Smith musicale e psicologica è costantemente forzata al
Brindle da più· di trent'anni costantemente impegnato massimo: pur non potendosi definire pezzi brevi, le
nella composizione per chitarra. Dodgson incarna la Partite scelgono invariabilmente la strada più corta e,
tradizione britannica - quella dei Delius e dei nella proposizione dei contrasti, la più diretta. In
Vaughan Williams - e ne trattiene nella sua musica questa costante, estrema caratterizzazione stilistica,
l'aura nebulosa, talvolta un poco sinistra, e gli le Partite presentano naturalmente aspetti molto
incanti sospesi tra estasi e incubo, aggiornandone gli diversi tra loro . La prima è dominata dalla vitale
aspetti naturalistici in una visione densamente medi- pulsazione ritmica, in una frenesia di umori svariati
tativa; d'altro canto, l'autore contrappone a questa che soltanto nel terzo movimento si allentano in una
sua sfera onirica invenzioni ritmiche di una barbara parentesi di trasognata quiete: è un brano, per così
\italità, avvicinandosi ai modelli di Bart6k e di dire, infernale. La seconda Partita, più ampia e
Prokof' ev. Ne deriva una sintesi stilistica acutamente distesa, presenta invece, nei suoi cinque movimenti,
drammatica, che l'autore ha saputo collocare in una un percorso nel quale le fanfare dei movimenti
scrittura originale, i cui moduli sono ritagliati ai dispari non tendono fili ad ininterrotta, alta tensione,
margini della tradizione e resi protagonisti , là dove in ma si articolano su diversi schemi ritmici; i due
passato potevano al massimo apparire quali rare e movimenti pari non hanno una funzione di contrasto
perigliose eccezioni. per quiete, ma si svolgono essi stessi con articolazioni
interne. La maggior lunghezza del lavoro è dovuta
Dodgson inizia a comporre per chitarra nel 1952, con quindi, rispetto alla prima Partita, ad un più vario e
il trittico Prelude, nocturne and toccata, al quale sfaccettato disegno complessivo di ogni singolo movi-
fanno seguito, nel 1955, Five occasionai pieces. mento: lo si potrebbe definire un pezzo "purgatoria-
)lonostante le esecuzioni da parte di alcuni interpreti, le". Non sembra probabile, nella poetica di Dodgson,
Dodgson non pubblicherà questi lavori, da lui consi- un paradiso, ma è certo che la Partita n. 3, nella sua
derati saggi di apprendistato della composizione generale drammaticità, non manca di qualche lumi-
cbitarristica. I frutti di questi tentativi si ma nifestano noso spiraglio, come nel frenetico zampillo del terzo
comunque nel 1956, nel Guitar concerto n. l, uno dei tempo, il cui mormorio lieve trasmette sensazioni di
migliori concerti per chitarra del secolo. Nonostante una argentea, liquida energia. La Fantasy-divisions è
le differenze di taglio ritmico e di forma dei tre basata su un tema in cui gli elementi lirici sono
movimenti, un'atmosfera continua unifica tutta la coperti da un velo d'angoscia, la quale esplode
composizione, pervasa da un capo all'altro da un tumultuosamente nelle variazioni rapide, governate
magico rapimento in mondi fiabeschi, dai quali dall'abituale, insistente pulsazione ritmica. Il titolo
sprigiona un'attrazione vagamente paurosa, palpitan- ha forse a che vedere con le divisions dei liutisti
te di sortilegi. Lo chiameremo "il concerto del gufo", inglesi, e certo assai vicina alle cupe, fatalistiche
proprio perché nel bosco foltissimo che questa musi- atmosfere di certo teatro elisabettiano è la musica che
ca descrive, non cantano usignoli, ma si diffonde, scende ad inferi anche più oscuri di quelli della prima
con l'oscurità di una notte perenne, il richiamo triste Partita.
e un po' lugubre del rapace solitario che, in tutte le
favole, canta per seminare la paura. In questa A differenza di Smith Brindle (che, nella sua opera
composizione, che sarebbe piaciuta a Gustav Mahler, didattica, si esprime mimeticamente, adottando vari
la chitarra incarna un genere lirico e drammatico stili), nei 20 studies for guitar Dodgson si manifesta
insieme, riproponendo, in termini nuovi e a ben nel pieno della sua identità spirituale e psicologica, e
diversa latitudine, la lezione di Villa-Lobos. ciascuno degli Studi è pertanto anche un pezzo nel
senso più compiuto. Costruiti su modelli di scrittura
Della ricca produzione che Dodgson dà fuori in e centrati su problemi di tecnica e di fraseologia
seguito, siamo obbligati a selezionare quelli che a noi prospettati dal co-autore (il chitarrista londinese
sembrano i titoli fondamentali, e li indichiamo nelle Hector Quine), gli Studi si pongono esplicitamente
tre Partite per chitarra sola (1963, 1976, 1982), nella tra la didattica tradizionale e la musica moderna e
Fantasy-divisions (1969), nella raccolta dei 20 studies contemporanea, come un efficace sussidio che riem-
jor guitar del 1965, nel Duo concertante per chitarra pie un vuoto e, insieme, codifica, normalizzandoli,
e clavicembalo del 1968 e, infine, nel Guitar concerto procedimenti nuovi. Ogni brano è introdotto da una
n. 2 dell972. Le Partite sono i lavori in cui il mondo lapidaria descrizione che ne precisa gli scopi e le
lirico-drammatico di Dodgson si definisce in una competenze, e che funziona anche come "istruzione
sorta di sintesi geometrica, a blocchi contrapposti: si per l' uso" . La musica presenta gli stessi connotati
nota all'istante, nella loro costruzione, il vigore espressivi delle Partite, naturalmente in una più
determinato che punta ad una definizione essenziale, semplice strutturazione, e non meno che altri brani di
quasi schematica, del pensiero , con l'obiettivo di Dodgson si presta all'impiego concertistico. Il valore
concentrare le idee in un discorso netto, senza della raccolta dal punto di vista didattico è altissimo.
preamboli né divagazioni. Pertanto, sia nei movimen-
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ENDENZE INTERMEDIE
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140 LE TENDENZE INTERMEDIE
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@Copyright 1965 by G. Ricordi & Co. (London) Ltd., L.D. 555
The Bury, Churcb Street, Chesbam, Bucks. Printed in Englaod
Nel1968, Dodgson affronta la difficile combinazione autocommiserazione, spesso ricorrente nella poesia
chitarra-clavicembalo nel Duo concertante: superata elisabettiana, alla quale d'altra parte non si può
la diffidenza verso le possibilità di far dialogare negare, nel caso di un personaggio dalla vita trava-
strumenti timbricamente analoghi (e di tale supera- gliata qual era Dowland, un certo fondamento di
mento si vedranno tracce anche nella partitura del autenticità. Ben altra cosa è comunque la sublime
Guitar concerto n. 2), l'autore immerge i due stru- polifonia a cinque voci che, sui versi convenzionali di
menti in un colloquio sontuosamente ornato, ricer- Come, heavy sleep, Dowland inventa con afflato
cando nelle maniere di Rameau e di Couperin alcuni trascendente. Un frammento di questa polifonia è
sbocchi alla sua vocazione drammatica: si può dun- adoperato da Britten quale tema per le sue variazioni
que concludere che il Duo concertante è la composi- chitarristiche, ma esso non apparirà che alla fine
zione neo-barocca di Dodgson. Una aperta, ariosa della composizione. La variazione introduttiva (Mu-
libertà formale ed un'esuberanza di genere rapsodico singly) è un tenue, filiforme sospiro che, delineandosi
si affermano nel Guitar concerto n. 2, in cui il come un recitativo, soltanto nella seconda parte si
predominio concertante della chitarra si definisce appoggia su lievi, appena accennati sostegni armoni-
attraverso curiosi paralleli con l' arpa, su un tessuto ci, reggendosi per il resto sulla propria estenuata
orchestrale tintinnante di suoni di marimba e di fragilità; di contro, la seconda variazione (Very
glockenspiel. agitated) scatena, sullo scalpitante disegno di rapide
terzine, una cavalcata di minacciose figure che infine
Nell'insieme, l'opera di Dodgson - ricca di numero- si dileguano nel nulla. Nel contrasto tra queste due
si altri titoli minori qui sacrificati dai limiti di spazio prime variazioni è già aperta l'ampia area dinamica
- si presenta come uno dei più definiti, compatti e ·in cui si svolgerà il. seguito, così come è già definita
personali "mondi chitarristici" del novecento, e al- l'impronta poetica della composizione: una multifor-
l'autore va il riconoscimento di aver sempre saputo me sfilata di immagini che, sorte dalla profondità
trovare, in ogni sua composizione, un impeccabile ipnotica, dal mondo dei sogni rivelatori e da una
equilibrio stilistico ed una precisa, sofferta caratteriz- sorta di narcotica trance, sollevano con la loro
zazione. apparizione incubi sottili e scoperti terrori, angosce
soffocate o deflagranti paure. Così passano le con-
Tra i maestri che, pur senza essersi profusi in un flittuali entità ritmico-armoniche della terza variazio-
impegno continuato a favore della chitarra, hanno ne, le glaciali arabesche della quarta, i clangori
saputo, in pochi brani, o addirittura in una sola dapprima remoti, poi incombenti ed infine dissolti
composizione, individuare ed impiegare in modo della demoniaca processione (March-like) che segue,
altamente poetico e personale le caratteristiche dello le torbide consolazioni delle variazioni Dreaming e
strumento, l'Inghilterra vanta in primo luogo la Gently roèking, per giungere infine all'ossessionato
figura di Benjamin Britten (1913-1976), considerato il rintoccare di un motivo che, nella Passacaglia, sostie-
più importante musicista britannico del secolo. Dicia- ne la germinazione e l' espansione di una polifonia in
mo subito che il Nocturnal after John Dowland op. stile fugato la cui severità non apporta alcuna luce.
70 non è, nell'insieme della produzione britteniana, Ma, attraverso una concitata successione di cadenze,
una pagina minore, ma uno dei brani più densi e il muro della paura e dell' angoscia incomincia a
stilisticamente più rappresentativi, la cui gestazione sgretolarsi, fino a lasciar filtrare, con il canto dolcis-
ha richiesto parecchi anni e, supponiamo, un accura- simo di Dowland, un raggio di speranza ed un
to studio preliminare, nonostante la prodigiosa facili- messaggio di purificazione. Così, in un as soft as
tà con cui il compositore, fin dalla giovinezza, ha possible (quasi niente), se ne va, lieve e redenta,
sempre disposto di ogni strumento e di ogni forma- l'anima del cantore infelice.
zione, e ciò è sufficiente a collocare il Nocturnal al
suo giusto posto, sia nel catalogo della musica di Nel Nocturnal Britten ha captato la magia pm
Britten, sia nel panorama della musica britannica del sottilmente evocativa del suono della chitarra e l'ha
novecento. impiegata nell'espressione di una sofferta, trascesa
spiritualità: purissima "vanitas", il Nocturnal è stato
Composto nel 1963 e presentato l' anno seguente da pensato dall'autore con straordinaria capacità di
Julian Bream (dedicatario) al festival di Aldeburgh appropriazione dei mezzi della chitarra e grazie
(del quale Britten fu fondatore ed anima), il Noctur- all'invenzione di efficaci modelli di scrittura. Dopo
nal poggia su due riferimenti, uno musicale ed uno siffatto risultato, Britten non avvertirà più alcun
letterario, entrambi dowlandiani. I versi di Dowland bisogno di scrivere per chitarra sola, ma darà alle
- che Britten cita nel frontespizio della composizio- stampe il ciclo, composto precedentemente (I 959),
ne - invocano il sonno, immagine della "fatal dei Songs from the Chinese per voce e chitarra, sei
quiete", affinché, scendendo, si impossessi dell'ani- brevi poemi tradotti dal cinese in inglese e musicati
ma affranta del poeta, sciogliendola dai lacci della con abilissime mescolanze di dolcezza e di humour.
sofferenza terrena: si tratta di un tipico esempio di
G~NAAEUG~N~A __________________________________________________ 143
NOCTURNAL
Edited by Julian Bream BENJAMIN BRITTEN
Op. 7o
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(Meditati'llo)
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Dopo W alto n e Britten, anche il terzo grande del e depurando. Aplvor è un musicista incline ad un
novecento musicale britannico, Michael Tippett lirismo meditativo un po' divagante, che ama il
(1905), perviene alla composizione chitarristica con soliloquio e il raccoglimento: nelle solide, spesso
The blue guitar, sottotitolata Sonata jor solo guitar ritmicamente forti, architetture del Concertino, que-
(1984). I tre movimenti di quest'opera si possono sta tendenza filtra appena, ma nelle successive Varia-
leggere in trasparenza sugli schemi di una forma- tions del 1958 essa si afferma chiaramente, e giunge
sonata di cui essi rappresentano, non tanto i resti, o alla sua espressione più matura nei Discanti del 1970,
una qualche depurata essenza, ma piuttosto una composizione sapiente, sottile, onirica, intessuta
trasformazione poetica: assumendo la forma come come una delicatissima ragnatela su linee semplici, in
una "realtà", Tippett opera su di essa attraverso il tranquilli arpeggi appena increspati da ritmi blanda-
criterio "interpretativo" che isola, nell'edificio sona- mente irregolari. Curiosamente, quest'autore weber-
tistico, alcuni momenti, e li riordina in una nuova niano, così liricamente introverso, coltiva una sua
geometria poetica. L'ispirazione di Tippett proviene vocazione ispanica - non molto diversamente da
da una poesia di Wallace Stevens, a sua volta ispirata Smith Brindle - già manifesta nel 1946 in un
ad un quadro di Picasso. Il nocciolo della poesia è la variopinto ciclo di Seis canciones de Federico Garda
trasformazione della realtà attraverso il paradosso Lorca per voce e chitarra (una chitarra virtuosistica-
dell'interpretazione artistica: da ciò, il "modus ope- mente impegnata); tale ispirazione, filtrata dalle
randi" di Tippett, che si serve di una scrittura chiara successive esperienze del musicista, torna a rivelarsi
ed obiettiva, con il risultato di una immediata, nel brano intitolato Saeta del 1972, così come nella
avvolgente espressività. La musica può contare su surrealistica atmosfera del pezzo concertante per
pochi, grandi vecchi, ma tutti i grandi vecchi, nella chitarra e orchestra El silencio ondulado dello stesso
varietà dei loro stili, si esprimono così. anno. Entrambi questi lavori si richiamano a poesie
di Garda Lorca, inesauribile miniera per musicisti
Aria rarefatta, nel clima di un dolce e pensoso che amano la Spagna e la sua cultura. Più recente-
distacco dal mondo, si respira fin dall'inizio della mente, con un intento didattico, Aplvor ha composto
Elegy di Alan Rawsthorne (1905-1971). Incompiuta una raccolta di Ten pieces.
alla morte dell'autore, la composizione è stata termi-
nata e rivelata da Bream . Essa si presenta come una Il compositore e musicologo Wilfrid Mellers (1914)
successione di episodi che, dall'Andante molto serio- ha documentato in un notevole brano per chitarra la
so dell'inizio, accumulano movimento ed energia fino sua sensibilità per il "blues". Prendendo spunto da
all'Allegro di bravura e rubato, mantenendosi sempre un "canto di prigionia" di un detenuto negro,
nell'ordine di una composta riflessione. L'epilogo rinchiuso in una prigione texana, Mellers ha compo-
aggiunto dal revisore è una motivata derivazione sto una serie di permutazioni che efficacemente
dagli elementi già esposti, portati a dissolvenza. contaminano il "blues" e gli elementi di una scrittura
classica rivolta a valorizzare gli aspetti espressivi, per
Una elaborata fusione di memorie romantiche e di così dire vocali, della musica: A blue epiphany jor
tecniche compositive para-seriali si ritrova nella suite J.B. Smith è un pezzo originale e coraggioso, il cui
intitolata Five di Humphrey Searle (1915), i cui insolito fraseggio spreme le facoltà della chitarra in
cinque (per l'appunto) movimenti sono concatenati senso ritmico-melodico .
ininterrottamente e unificati nella scrittura, la quale è
tutto sommato la stessa, dall'inizio alla fine: l'artico- Nella sua - a quanto ci risulta, unica - composizio-
lazione formale dipende quindi soprattutto dal ritmo, ne per chitarra, Paseo (1971), Peter Racine Fricker
che si presenta infatti, nella sua rigogliosa varietà, (1920) svolge un'accurata, puntigliosa ricognizione
come l'elemento di maggior immediatezza della suite. nei registri dello strumento, adoperando, nell'ambito
del suo stile cromatico di ascendenza hindemithiana,
Sostenitore e studioso non occasionate della chitarra, modelli del tutto tradizionali di accordi, arpeggi,
il gallese Denis Aplvor (1916) si presenta nel 1954- pedale e armonici: è un brano in cui i pregi formali e
tra i primissimi a rispondere all'appello di Julian di tecnica compositiva tendono a garantirsi un'e-
Bream - con un Concertino per chitarra e orchestra spressione piena, brillante, con momenti entusiastica-
in cui si delinea uno stile che si andrà poi assestando mente sonori.
G1MS BRETAGNA 145
ELEGY
Edìred and completed
by Julìan Bream ALAN RA WSTHORNE
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op. 48
Five pieces for solo guitar
DENIS APIVOR
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Tutti. i diritti riservati a termini di legge. E. 1498 B.
Glt-t..\ BRETAGNA 147
Q-.!alldo, nel 1980, il chitarrista Hector Quine (colla- servendosi della tecnica seriate, aveva composto
oo;alQre di Dodgson per gli Studies) fornisce ad Three pieces, di una magistrale semplicità costruttiva
.~...hur Wills (1926) le tracce per un lavoro didattico e di penetrante efficacia. Nel 1969, Wilson scrive
a\e:nte lo scopo d'introdurre l'allievo-chitarrista alla Soliloquy, allentando la tensione strutturale dei
~usica moderna (da tale collaborazione uscirà poi il Three pieces in una libera successione di episodi, la
:as.."icolo The contemporary guitar, che è qualcosa di cui varietà si diparte da un nucleo poetico originato
illnile ai lavori didattici di Dodgson, ma ad un livello nel tempo notturno, apportatore non di ansie e di
e~ementare), all'attivo dell'organista-compositore fi- incubi, ma di pensieri incantati, di magiche sospen-
gcrano già due importanti opere per chitarra, più un sioni nel regno della quiete onirica. Utilizzando non
paio di pezzetti (pubblicati nelle antologie curate da soltanto la stessa forma articolata, ma anche elementi
Quine per la Oxford University Press). Con la Sonata armonici del Soliloquy, Wilson compone nel 1971 le
pubblicata nel 1975), che consta di tre movimenti notturne Coplas del ruiseiior, in cui più altamente si
Prelude, nocturne, toccata), Wills si inserisce energi- definisce la sua poetica: siamo in presenza di uno dei
:a.mente nella nuova leva degli autori britannici testi più densi di invenzione musicale, e chitarristica-
a.-uatti dalla chitarra. II suo interesse si manifesta mente più forti, del novecento britannico. Una breve,
non soltanto verso l'aspetto timbrico (che è l'elemen- serena Cancion (1977) ed una medianica Dreammusic
to comune a tutti i compositori della transizione, o (pubblicata nel 1983) sono i lavori per chitarra più
quasi), ma si dirige decisamente verso le peculiarità di recenti di Wilson, dal quale è lecito attendersi
una scrittura musicale che, obbligata all' essenzialità ulteriori evoluzioni .
.:ome quella chitarristica), pone in evidenza le capa-
dtà di sintesi degli autori: la precisione con cui Wills Sono bastati i cinque Impromptus dei 1968 per
intaglia i suoi modelli chitarristici privilegiando, nella definire in campo chitarristico l'eccezionale persona-
Sonata, una robusta varietà ritmica ed esaltando, lità di Richard Rodne-y Bennett (1936), capace di
nella dinamica, le sonorità più violente (ma non forgiare modelli seriali di una iri'tensissima, ora
mancano, nel movimento centrale, sussurri appena raccolta ora avvampante, carica espressiva, pur ser-
percettibili), denota sia l'entusiasmo con cui il musi- vendosi di una scrittura elementare. Gli lmpromptus,
cista accoglie la sfida chitarristica, sia la sicura oltre a costituire una delle più belle pagine dodecafo-
energia del suo stile. Una evidente ed apprezzabile niche per chitarra, sono serviti a Bennett quali
influenza della formazione organistica di Wills si appunti di base per il più vasto impegno del Guitar
ritrova nel successivo, imponente trittico Moods and concerto (1970).
diversions (pubblicato nel 1982, ma composto qual-
che anno prima), la cui costruzione polifonica rivela, Concludiamo la nostra rassegna con una doverosa
rispetto alla Sonata, un approfondimento della ricer- menzione per l'efficacissimo Canto (1968) di John
ca espressiva, senza scapito alcuno per le già afferma- McCabe, stimato pianista che, nell'accostarsi alla
te qualità drammatiche e per la ricercata varietà del chitarra, ha saputo coglierne e valorizzarne il miste-
ritmo. ro, fino al limite del molto dim. a niente in cui si
perde il mormorante epilogo della sua - purtroppo
Più da lontano viene l'ispirazione chitarristica dello unica - composizione per chitarra.
scozzese Thomas Wilson (1927), che già nel 1961,
148 LE TENDENZE INTERMEDIE
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Revisione e diteggiatura di THOMAS WILSON
ANGELO GILARDINO (1971)
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Proprietà per tutti i paesi delle Edizioni M!Jsicali B~RBEN • Ancona (ltaly).
@ Copyright 1973 b y Edizioni M usicali BERBEN - Ancona.
Tutti i diritti riservati a termjni di legge. E. lSHi B.
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E TENDENZE INTERMEDIE
CANTO
for Guitar
JOHN McCABE
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Stati Uniti d'America nella prima delle due sezioni, un dialogo tra le dense
eppur trasparenti armonie e uno sfondo percussivo
Piunosto limitato, il nuovo repertorio chitarristico accuratamente specificato nei suoi valori timbrici. La
:ìordamericano ha incominciato a formarsi con un seconda parte è invece essenzialmente armonica, pur
ceno ritardo rispetto a quello europeo; inoltre, esso mantenendo una minuziosa differenziazione tra vari
;Jcesenta un itinerario piuttosto continuo nel passag- timbri.
po u a generazioni, come se le polemiche ideologiche
del vecchio continente non avessero influenzato e Il pezzo per chitarra di maggior rilievo- nell'ambito
ffiteressato gli autori del nuovo. di cui ci stiamo occupando - è la Parable jor solo
guitar di Vincent Persichetti (1915-1987). Ventunesi-
n compositore e saggista Harrison Kerr (1897-1978), mo di una serie di "parabole", il lavoro di Persichetti
riell'Oklahoma, ha variato un proprio tema operisti- - uno dei più validi musicisti americani - percorre,
~ (The tower of Kel) in una fitta rete cromatica che in dodici minuti di musica ispirata e condotta sempre
scompone minutamente la struttura modale dell'aria con mano maestra, un itinerario tripartito. Dall'ini-
.:on intricate polifonie. La composizione, del 1971, ziale sezione melodico-armonica, con andamento
sembra essere passata inosservata anche in patria - improvvisativo, costruita su una mezza serie, si
dove non mancano certo, d'altra parte, gli interpreti perviene alla centrale, drammatica danza, per un
~paci di rivelarne i pregi. ritorno agli elementi d'inizio, non riesposti, ma
ripensati in chiave di dissolvenza. Colpisce, nella
Piunosto varia è la produzione per e con chitarra di varietà della composizione, la pienezza del pensiero
Alan Hovhaness (1911), compositore di origine arme- musicale, che si delinea per mezzo di idee chiare,
na, che accoglie nella sua musica gli influssi del convincente e maturo in tutte le sue sottigliezze;
:olclore orientale, associandoli a sentimenti religiosi. senza mai essere prevedibile, esso trascorre da un
Spicca nel suo catalogo un ciclo intitolato Khorhoort lirismo gentile e contenuto ad una forza che sembra
Sahadagats, Holy mystery of the martyrs, seventeen provenire dalla logica evoluzione di ogni elemento
prayers jor guitar, oud or Iute, and string quarte!, della costruzione musicale. Colpisce inoltre la preci-
pubblicato nel 1976. Hovhaness è autore anche di un sione della scrittura chitarristica, che attinge ai
Concerto per chitarra e orchestra e di una Sonata per modelli classici con intelligente proprietà, senza av-
~hilarra sola, entrambi del 1979. venturarsi nelle sperimentazioni d'incerta resa sonora
e senza rendersi dipendente da troppo facili soluzio-
un estatico candore pervade la musica per chitarra di ni.
Lou Harrison (1917), illuminata dalla beatitudine
della mistica orientale e in questo senso non dissimile La scintillante varietà stilistica e la prodigiosa facilità
da certe composizioni di John Cage, dal cui mondo musicale di Lukas Foss (1922) non potevano mancare
peraltro Harrison si distingue per ciò che, attraverso di una espressione chitarristica: dopo l'impiego dello
il distacco mistico, filtra, di un piacevole - e strumento in Fragments of Archilocos per coro,
anch'esso innocente- lato sentimentale: la Serenade mandolino, chitarra e percussione (1965), Foss ha
del 1951, gemma chitarristica, ha radici coreane, composto una sorta di "concerto-azione scenica"
:nenue il Waltz jor Evelyn Hinrichsen del 1977 intitolata Orpheus (1974) in cui il chitarrista estende
solleva, nella sua grazia freschissima, polverose me- insolitamente il suo protagonismo.
::norie europee. Harrison ha composto anche una
Serenade jor guitar with a percussion p/ayer in In conclusione, ricordiamo la composizione Romeo
cinque sezioni, una Suite n. l (1976) e Plaint and and Juliet (1977) per flauto e chitarra e la Suite per
v~riations on song oj Palestine< 32l . chitarra sola di Ned Rorem (1923), ispiratissimi e
magistrali pezzi capaci di contemperare il fascino del
Composizione pressoché astratta - e perciò irta di passato e le tensioni della nuova musica.
?roblerni pratici all'atto dell'esecuzione - è l'incan-
:ata ed incantevole Canzone di notte di Gardner È quanto abbiamo scelto - salvo omissioni in cui
Re:ad (1913). Composto nel 1971, il brano presenta, potremmo essere incorsi - in un panorama che i
chitarristi americani (i validissimi Starobin, Leisner,
Tanenbaum, Holmqvist, Schneider, e altri numerosi)
hanno saputo animare con la loro stimolante presen-
L: composizioni di Lou Harrison, che prevedono talvolta l'uso
za e con le loro brillanti esecuzioni, rendendoci
~ ·axordatura secondo la scala pitagorica, sono state incise dal attenti ad ogni vento chitarristico che, dal loro
· - ~:Tista americano John Schneider. grande paese, soffia verso la vecchia Europa.
152 LE TENDENZE INTERMEDIE
4 To ANGELO GILARDINO
VARIATIONS
on a tbeme from "Tbe Tower of Kcl,
for guitar
Revisione e diteggiatura di HARRISON KERR
ANGELO GILARDINO (1971 )
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Proprietà per tutti i paesi delle Edizioni Musicali BÈRBEN - Ancona (ltaly).
@ Cop}Tight 1972 by Harrison Kerr.
Tutù i diritti riservati a termini di legge. E. 1647 B.
3"H.TI l :STTI D'AMERICA 153
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ad ANGELO GILARDINO
CANZONE DI NOTTE
op. 127
per chitarra
GARDNER READ
( 1971)
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Proprietà per tutti i paesi delle Edizioni Musicali BÈRBEN • Ancona (ltaly).
~ Copyright 1972 by Edizioni Mu.icali BÈRBEN - Ancona.
Tt:ni i diritti risèrvàti a termini di legge. E. 1632 B.
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NOTE: The fingerings are only suggestions. Hopefully the performer will be encouraged to look fo r more personal positions on the guitar
to create meaningfully dramatic lines. Phrases should be shaped freely and flexibly_ Hannonics (diamond-shaped notes) sound
where written.
© 1979 by Elkan- Vogel, lnc., Bryn Mawr, Pa. Ali Rights Reserved lnternational Copyright Secured
164-00148 Printed in U. S. A.
Unouthmized cnpying. an·angìng. adopting or r('( ordùlJ: is tm i n { rÙif!t'lflt'lfl
v[ copyri~;lu. lnfringers arr liahh• rmdN thC' lot~.·.
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Diteggiatura di JUAN ORREGO·SALAS
ANGELO GILARDINO (1971)
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Proprietà per tutti i paesi delle Edizion i M usicali DÈRBEN • Ancona (l taly).
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Proprietà p< r tu ili i poooi delle Edizioni ~l usical i BÈRBEX • i\ncona (Italy).
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158 LE TENDENZE INTERMEDIE
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al mio caro nipote Jfario
ESTUDOS n. 2 e n. 3
per chitarra
Diteggiatura di
ANGELO GILARDINO M. CAMARGO GUARNIERI
Tranquillo J = 66 ESTUDO n . 2
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Propricttl esdusiva ptr tutti i pani dftle Edizioni BÈRBEN · Ancona, Italia.
'$; CopJ-right /984 by Edizioni BÈRBEN • A ncona. ltaly.
Tuili i .dirùti di e.ucw.ione, traduzione e trascrir.ione sono riser~ati per lutti i pM.si.
È npuSJtii1UnU vietRID la riprodu:,ione f otostaJica o con qUillsitui altro proceditnent(), Jtn:.a il conunso scritw dell'ediwre.
Ogni viold.tione sArà perseguita a tumini di legge (D.P.R. 633 de/11.4.41, artt. I l / , 17}, 173 ~ 174). E. 24:68 B.
CUBA E AMERICA L ATINA 159
Dopo molti anni di esitazioni, il maggior compositore finale , evoca con i suoni armonici la figura wagneria-
argentino della sua generazione, Alberto Ginastera na di Sixtus Beckmesser, prima di rimbalzare in un
(1916-1983) aggiunge al repertorio della chitarra uno estremo sussulto. Il Canto che segue è una libera
dei suoi pezzi più rappresentativi, la Sonata op. 47 forma rapsodica con ampie rincorse a cadenza e con
(1976). Il contatto con la musica popolare argentina una sezione centrale che ripercorre in moto retrogra-
non si traduce affatto, in Ginastera (come negli altri do le note della canzone udita nella seconda parte
compositori dotati di autentica personalità che, nel dell'Esordio. Il Finale è un'inedita combinazione tra
novecento, si sono ancora occupati del filone nazio- accordi "rasgueados" ed effetti percussivi ("chasqui-
nal-popolare), nel senso dell'appropriazione di qual- dos ") in contrattempo, che esalta il suono chitarristi-
che ritmo di danza o di qualche melodia da versare in co in una incandescenza ritmica per la quale l'autore
soluzioni addottrinate. L'autore invece si impegna a ha propriamente impiegato il termine "delirante". La
fondo nello studio di una cultura, ne assimila i valori Sonata di Ginastera si pone dunque come momento
e i modi d'espressione fino alle radici, e su questo cruciale della musica moderna per chitarra, proprio
patrimonio di conoscenze e di sentimenti fa leva, non per questi suoi valori di vocabolario chitarristico,
già per un lavoro di semplice traslazione, ma per la impiegati in una costruzione musicale avvincente,
formulazione di un pensiero musicale proprio, perso- anche se tutt'altro che rivoluzionaria.
nalissimo, tra l'altro perfettamente conscio degli
sviluppi musicali europei - in particolare, di quelli Allievo di Ginastera, ma anche di Nadia Boulanger,
legati all'espressionismo. Non è pertanto accettabile il celebre bandoneonista Astor Piazzolla (1921) ha
(è anzi ridicolo) l'atteggiamento di alcuni interpreti creato un nuovo genere di tango metropolitano che,
che, per essere connazionali di Ginastera, hanno sugli strati preesistenti del classico tango argentino,
accampato (ma dopo la scomparsa del maestro) innesta ardite speculazioni ritmico-armoniche, por-
privilegi di arcane conoscenze della musica argentina, tando al limite della lacerazione il contrasto tra
atti a conferire alle loro esecuzioni (peraltro tecnica- opposte, e in qualche modo sempre virulente, passio-
mente deboli e dinamicamente limitate) il sigillo di ni: sarebbe forse più corretto isolare Piazzolla in un
un'autenticità non altrimenti comprovabile che nelle capitolo tutto suo, indipendente da qualunque ten-
loro impettite dichiarazioni: Ginastera non ha "cita- denza della musica moderna e, se lo includiamo in
to" nella Sonata musica popolare argentina e, quan- questo capitolo di compositori intermedi, è soltanto
d' anche l'avesse fatto , l' averla udita nella "pampa" perché alla chitarra - strumento che egli certamente
conterebbe meno, agli effetti dell' interpretazione del ama e che fa parte dell'organico con cui abitualmente
pezzo, del saper attuare puntualmente le indicazioni egli si esibisce - ha dedicato non più di due o tre
dinamiche ed agogiche dell'autore. composizioni originali (circolano peraltro molte, va-
riamente attendibili, trascrizioni dei suoi pezzi): le
Un Esordio bipartito presenta una sezione ampia- Cinco piezas per chitarra e la Tango suite per due
mente, solennemente accordale, e poi un frammento chitarre (più un doppio Concerto per bandoneon,
melodico nel ritmo blando di una "siciliana" (che chitarra e orchestra e una Suite per flauto e chitarra).
assomiglia ad una canzone popolare, senza esserlo): Nulla da aggiungere a quanto già detto, per ciò che si
Io scorrere di armonie parallele in ambiti polimodali riferisce al carattere musicale ed allo stile di Piazzai-
è caratteristico dello stile, non soltanto di Ginastera, la, se non che essi si mantengono intatti e coerenti,
ma anche di altri maestri latino-americani; in campo assumendo forme specificamente chitarristiche, con
chitarristico, ricordiamo il precedente nobilissimo dei l'uso di moduli di scrittura tutto sommato classici.
pezzi di Carlos Chavez. II rapido Scherzo che forma L'unico ricorso straordinario, è quello alle percussio-
il secondo movimento ha carattere di descrizione ni, peraltro impiegate parsimoniosamente e con asso-
impressionistico-surreale e, acquietandosi nella parte luta pertinenza.
160 LE TENDENZE INTERMEDIE
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For Carlos Barbosa-Lima
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Fingered by Carl08 Barb08a -Lima ALBERTO GINASTERA
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Diteggiatura di
ANGELO GILARUINO ASTOR PIAZZOLLA
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Proprietà f'.rclusi\'Q ptr tutti i parsi dtlte l :dh..iuni BÈRBEN • Ancona. Italia.
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Tutti l diritti dilstcu:Jont, rradu::.ione e trascri:.ione sono ristn·ari per rutti l paesi.
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la riprodu:.ionr fotQY,tarù:a o r:on qualsiasi altrQ procedimento. senza il com.~n:w faiiUJ fltl/"t>diwre.
Ogni viola:lone 1·urò per.reguita a termini di leggt' f R .O. 63} del 21.4.41. artr. 171. 172, /7J t IJ.I). E. 2a43 B.
162 LE TENDENZE INTERMEDIE
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(1971)
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Piz:zicare le sei corde con il dito 2 della mano sinistra, indi martellare le stesse corde al tasto indicato con il medesimo dito e con
il dito 1 martellare le corde al tasto precedmte.
N.B. - Le indicazioni riguardanti speciali effetti timbrici c di percussione. così come i segni di diteggiatura, sono originali dell'Autore.
Proprietà per tutti i paesi delle Edizioni Musicali BÈRBEN - Ancona (ltaly).
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Tutti i diritti riservati a termini di legge. E. 1882 B.
163
~z=.;lleliamo questo capitolo ricordando la produ- Nella prudenza che le considerazioni generali sempre
~e per chitarra del compositore neozelandese impongono, si può osservare che, insieme a tale
David Farquhar (1928) che, nelle sue Five scenes è progresso e a tale affinamento di poetica, la musica
~di adoperare lo strumento in modo personalis- dei compositori che abbiamo studiato pone spesso
~o. esprimendosi in uno stile elegante e conciso. problemi di "presenza" sonora: la ricerca delle
•-e: suo mondo , vago e sognante anche quando "nuances" e degli stessi contrasti dinamici ben di
:i.:o:-re a sonorità intense, spirano aliti di una cultura rado sfrutta le disponibilità "naturali" della chitarra
-.:::anis.sima, nel segno di una enigmatica dolcezza, con le combinazioni fonico-digitali più redditizie, e
=e ::èllde il mistero del suono chitarristico anche più perciò la malattia di cui soffre quasi tutta la musica
;::-o:ondo ed alieno di quanto esso non appaia nelle studiata qui, è una più o meno lieve afasia, del tutto
;::, ~che europee ed americane. comprensibile ove si consideri che quasi nessuno degli
autori di cui abbiamo trattato ha mai messo le mani
::._ ·::meme della musica per chitarra formatosi in su una chitarra: tutti, o quasi, l'hanno " pensata".
5elglii~o all'opera di quei compositori che ci è sembra-
~ _5iusro definire di " tendenze intermedie" - e si Occorre anche rilevare che, nate spesso per commis-
~a di autori appartenenti a diverse generazioni - sione di chitarristi, ben poche delle musiche di cui
:a:ma un patrimonio di notevole consistenza musica- abbiamo riferito sono giunte ad una programmazione
.e e, insieme, segna un evidente progresso nella concertistica con una certa regolarità; la maggior
~ca e nel vocabolario dello strumento. Rispetto parte è stata eseguita raramente, e non mancano casi
~ e musiche degli autori della conservazione, questo di brani notevoli del tutto ineseguiti. Se, da un lato, i
-rorpus" offre della chitarra un'immagine complessi- chitarristi tendono a versare lacrime sulla pochezza
va assai meno convenzionale e, attraverso la defini- del loro repertorio, dall' altro si dimostrano - fatte
.;::ione di nuovi modelli di scrittura, esalta le facoltà salve le eccezioni - del tutto inferiori alle loro
:imbriche dello strumento, liberato da sovrastrutture fondamentali responsabilità.
èi tipo retorico.
L'AVANGUARDIA E LE SUE PROSECUZIONI
Se la nostra trattazione dovesse studiare i prodotti e a compiti anche di tipo gestuale e scenico; 5) la
.:hitarristici dell'avanguardia post-weberniana pro- notazione si affida a nuovi codici, proponendo una
priamente detta, questo capitolo risulterebbe assai nuova e svariata simbologia.
scarno, pur riferendosi a titoli di tutto rispetto:
infatti, il movimento musicale che ebbe nei corsi Per tanta rivoluzione, i compositori dell' avanguardia
estivi dell'istituto Kranischstein di Darmstadt la sua non ricevettero certo stimoli dalle attese o dalle
fucina ideologica ed il suo laboratorio sperimentale, e disponibilità dei chitarristi: nel 1954, anno in cui
.:be iniziò i suoi lavori nel 1946, esaurì la sua Pierre Boulez (1925) licenziava Le marteau sans
parabola storica - cioè, le funzioni di una vera e maftre, segnando l'ingresso della chitarra nel mondo
propria avanguardia - intorno ai primi anni sessan- della nuova musica, Joaquin Rodrigo terminava la
~- Fino a quel momento, la chitarra era stata inclusa decrepita Fantasia para un gentilhombre, e fu su
in alcune composizioni da camera (anche di primaria questo saggio di ecolalìa, così come sul Concierto de
importanza), ma nessuno degli autori darmstadtiani Aranjuez, che si gettarono i virtuosi negli anni
l' aveva mai presa in considerazione per un pezzo successivi. L' evoluzione della chitarra fu dunque
solistico. D'altra parte, alcuni compositori che, se ancora una volta - come all'inizio del secolo -
pure non furono tra i protagonisti della prima ora dei indotta come un riflesso dell'evoluzione musicale al
corsi di Darmstadt, vi fecero la loro parte successiva- di sopra delle teste dei chitarristi che, con ben poche
mente , hanno scritto in tempi più recenti musiche per eccezioni, manifestarono al riguardo una ostile diffi-
chitarra, ad avanguardia dissolta. Se ne può conclu- denza, esprimendosi spesso con incredibile grettezza .
dere che, come sempre nella storia della musica,
anche nell'ambito dell'avanguardia post-weberniana, Le marteau sans maitre, per voce di contralto e sei
la chitarra accusa un ritardo nel quale, peraltro , vista strumenti, tra cui la chitarra, è una composizione
la qualità delle musiche accumulatesi, non è implicata fondamentale nella storia della musica post-weber-
alcuna perdita. niana: Boulez, confermandovi i suoi radicali procedi-
menti di panserialismo strutturale, vi accoglie ina-
Prima di esaminare le composizioni più importanti, è spettatamente purissimi valori timbrici, che egli sa
opportuno prendere in considerazione alcuni aspetti intuire e soppesare con la magica bilancia dei suoi
fondamentali e generali della nuova musica che, grandi connazionali ed antecedenti . Si realizza così,
ripercuotendosi nella composizione chitarristica, ne nel Marteau, la compatibilità - prima apparente-
trasformano e ne ampliano il vocabolario. Vista nel mente impossibile - tra essenze weberniane e debus-
suo insieme, la musica per chitarra dell'avanguardia siane e non stupisce, nel momento del delibato
post-weberniana e delle sue prosecuzioni, presenta le piacere timbrico, il ricorso alla chitarra.
seguenti novità: l) la chitarra non è più trattata
soltanto come un cordofono "a pizzico" (anche se, in Dopo Le marteau sans maitre gli autori dell'avan-
tale senso "naturale", le sue competenze non vengo- guardia fanno appropriati usi del suono chitarristico
no certo ridotte ma, al contrario, ancor più specifica- nelle loro musiche orchestrali e cameristiche. Citia-
te in senso timbrico), ma anche come un idiofono a mo: Nones (1955), Divertimento (1957), Allelujah II
percussione e a strofinamento, per la produzione di (1958), Passaggio (1962) di Luciano Berio (1925),
risultati che non si riferiscono al parametro dell' altez- autore di una recentissima Sequenza per chitarra
za dei suoni; 2) è prescritto talvolta l'uso di oggetti sola, inedita e non disponibile nel momento in cui
(ditali, bicchieri, lamette da barba, palline da tennis, scriviamo; Gruppen (1957) di Karlheinz Stockhausen
dia pason a forchetta, cucchiaini da the, archetti di (1928), la cui Spirai del 1968 (per un esecutore) è
\;olino, eccetera), per la realizzazione di effetti accessibile anche alla chitarra; Sonant (1960/ ... ) -
speciali quali il portamento microtonale, il tremolo e un quintetto con rilevante presenza cbitarristica - e
svariati altri rumori o suoni; 3) sono spesso introdotti Tremens ( 1965) di Mauricio Kagel (1931 ), composito-
nell' evento musicale margini di indeterminazione re tedesco di origine argentina; Les symphonies des
(rispetto a qualunque parametro musicale), a colmare timbres (1957) e La petite musique de nuit (1958) del
i quali è chiamato l'interprete, la cui creatività polacco Roman Haubenstock-Ramati (1919); The
diviene protagonista di tali aspetti, fino all'improvvi- straits oj Magellan (1961) dell'americano Morton
sazione; 4) ne consegue un radicale rinnovamento Feldman (1926); Ring~(l961), Valeria (1965) del
della figura, delle funzioni e della presenza dell'inter- giapponese Tòru Takemitsu ()930). In alcune di
prete che (specialmente nel caso di uno strumento queste composizioni è prescritta l'amplificazione del-
qual è la chitarra) è chiamato a nuove responsabilità la chitarra.
~16~6~--------------------------------------------------------~L~'A~V~A~N~G~'U~A~R~D~I~A~E
~ LE SUEPROSECUZIONI
Dopo questa fase storica, l'avanguardia si disperde e Nel 1977, Franco Donatoni (1927) compone A/go -
si ramifica in molte direzioni. I suoi continuatori Due pezzi per chitarra. In comune, i due brani hanno
appartengono ormai a generazioni diverse, e sono soltanto una cellula fondamentale e, per il resto,
svincolati dalle iniziali posizioni dogmatiche. È in sono votati a opposte esplorazioni: la frammentazio-
queste fasi di prosecuzione individuale che la chitarra ne nel primo, la continuità nel secondo . I modelli di
raccoglie la maggior attenzione da parte dei composi- scrittura sono semplici, ma sfruttati al massimo del
tori, non più soltanto nella musica d'insieme, ma loro potenziale; essi vengono rifusi in continue
anche come strumento solista. Queste nuove compo- metamorfosi ritmiche e assoggettati ai movimenti di
sizioni costituiscono globalmente il più rilevante una dinamica che va dai sussurri velati ai traumi più
progresso compiuto in campo chitarristico nella se- violenti. È proprio l'eccezionale vitalità musicale a
conda metà del novecento e, agli effetti del nostro conferire ad A/go, in termini chitarristici, la perento-
studio, importa soprattutto identificare i brani più ria nettezza del classico, e a tale esito ben concorre il
significativi ed i loro caratteri essenziali. deliberato schematismo tecnico che sta alla base della
composizione.
Gli autori europei Vittorio Fellegara (1927) ha composto nel 1985 un
brano intitolato Eisb/umen. Anch'egli rifiuta un uso
Pur essendo, nei riguardi degli autori della nuova convenzionale del suono chitarristico e si attiene a
musica, del tutto fuori luogo (anche più di quanto modelli semplici. L'aspetto originale del pezzo è nel
non lo fosse per i compositori precedenti) una ricorso ad un certo spessore armonico per creare un
suddivisione per nazionalità, è inevitabile constatare clima di fragili incanti sonori, paragonabili ai rabe-
la notevole presenza degli autori italiani: tra i mag- scati florilegi che il gelo invernale compone sui vetri e
giori, soltanto Luigi Nono (1924) e Niccolò Castiglia- sugli specchi d'acqua ferma . Nessun fremito passio-
ni (1932) non hanno scritto un pezzo per chitarra. nale vela la magia di queste immagini musicali, la cui
fredda luminosità si serve del suono chitarristico con
Bruno Maderna (1920-1973), uno dei massimi espo- un inedito impiego espressivo del timbro.
nenti della fase storica della nuova musica, ha
composto nel 1972 un brano per chitarra a dieci La posizione di Paolo Castaldi (1930) nella nuova
corde, prendendo spunto (anche lui) da una lirica di musica si esprime nel più ironico recupero di materia-
Garda Lorca: Y después. Si tratta di frammenti, Ii obsoleti (tonalità, melodia, modelli di scrittura
ognuno dei quali è derivato da un verso della poesia, retorici), che il compositore rimette in campo in una
ordinabili secondo una libera disposizione affidata macchinale successione di formule . Il vasto e com-
all' interprete: comunque la si giochi, è partita vincen- plesso Battente per chitarra (1976-77) è uno dei testi
te, perché il compositore ha il dono dell'immagina- " classici" dell'autore: si tratta di una struttura "com-
zione e dispone di una insolente sicurezza nel traccia- ponibile" che può essere esibita integralmente (nel
re i disegni dei suoi frammenti, al punto che diviene qual caso diviene una delle più lunghe composizioni
irrilevante il loro ordine di sfogliatura. Del 1965 è la per chitarra di tutti i tempi) o in alcune sue sezioni,
splendida Àulodia per Lothar, per oboe d'amore e secondo itinerari da stabilire anche in rapporto alle
chitarra, composizione che si avvale di una efficace circostanze. Il compositore vi snocciola implacabil-
" realizzazione" chitarristica di Alvaro Company. mente tutto lo scibile della " chitarra classica", !a-
sciandolo sfilare nella sua inerte mancanza di ogni
I quattro movimenti di Quasi una serenata (1979) di possibile "senso", ed il divertimento che deriva da
Camillo Togni (1922) si affidano ad una scrittura quest'operazione è l'unico scopo del "fare musica".
filiforme, d'una essenzialità preziosa e timbricamente Battente è il solo pezzo contemporaneo per chitarra
ben definita: la specificità della scrittura non si accostabile alla corrente neo-dadaistica dell'arte figu-
manifesta nell'adozione di modelli idiomatici, ma rativa .
nell'esaltazione di caratteristici tipi di "pronunzia "
chitarristica di linee e di gruppi apparentemente Al 1961, cioè ad anni eroici dell'avanguardia, risale
neutri: il suono è dunque isolato nella sua essenza più la Serenata dell'allora giovane Girolamo Arrigo
pura, in un quadro strutturale di cristallina eleganza. (1930), brano che, in una scrittura molto frammenta-
ta, di orientamento bouleziano, trattiene umori medi-
Quasi all'opposto, le Dodici variazioni di Aldo terranei vivaci ed arguti: notevole, in questo pezzo,
Clementi (1925) espandono i valori polifonici in una l'equilibrio formale e l' ingegnosità di alcuni modelli
irradiazione, alla cui luminosità provvedono i modelli di scrittura.
di una scrittura minuta, dal tessuto lievissimo e
fittamente lavorato.
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(c) C'opyrighl 1978 by EDIZIONI SUVINI ZE RBONI S.p.A . Milan o s 8376 z
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Tutti i di ritti so no riservati · Tnus droits rést"t \'b. . A li riJ!,:hl~ r<'l'f'rvt>cl. ANNO 1984
(PR!NTED IN ITALY) 133461 (IMPRIMÉ EN ITALIE)
Cna poslZlone centrale occupa la chitarra nella L'ultimo autore italiano che, almeno nella fase
r:msica di Sylvano Bussotti (1931) negli anni dal 1964 iniziale della sua produzione, si può collocare nell'a-
al 1969. Egli impiega lo strumento in tre composizio- vanguardia, è Gilberto Bosco (1946) nelle Rifrazioni
ni nei cui titoli ricorre la parola Rara, simbolo per chitarra (1977), pregevole brano che, pur nell'im-
fonetico che allude ad una presenza insistentemente piego di studiati effetti materici, già inclina a ricerca-
e\·ocata. Il flusso autobiografico, che forma uno re espressive morbidezze, verso le quali l'autore
degli aspetti dalla musica di Bussotti, percorre Rara svolterà poi decisamente con la Berceuse per flauto,
teco siero/ogico) per chitarra (1964-1967), The rara chitarra e pianoforte (con aggiunta di percussioni
requiem per voci, chitarra, violoncello , strumenti a metalliche) del 1981 e con l'aereo foglio d'album
fiato, pianoforte, arpa e percussione (1969) e Ultima intitolato Voci del 1986.
rara per tre chitarre (anche se non è esclusa l' esecu-
zione, alla lettera impossibile, per chitarra sola). In I pezzi per chitarra scritti dai giovani compositori
queste tre composizioni, che formano idealmente un italiani nell'ultimo decennio, nei quali si manifesta
ciclo, anche per la complessa rete di interrelazioni e un rinnovato desiderio di "espressione" del tutto
di rielaborazioni di materiali comuni, si compie una opposto ai comandamenti dell'avanguardia, sono
delle stagioni più estrose della nuova musica: nella decine, e sarebbe intempestiva presunzione il volerne
ricerca strumentale, nell'invenzione di una gestualità già offrire un elenco selettivo. Questa doverosa
correlata all'evento musicale, nella fiorita eleganza prudenza non ci impedirà di ricordare nomi e titoli ai
della grafia, Bussotti non soltanto si colloca in modo quali va la nostra stima - avvertendo che la mancata
del tutto indipendente nell'avanguardia musicale, ma citazione può dipendere anche soltanto dal fatto che,
,; recupera (da erede della grande tradizione artistica malgrado la nostra cura, possiamo benissimo non
fiorentina) il fascino di un passato che gli perviene aver letto tutta la musica per chitarra pubblicata negli
per effetto di una sensuale magia. Nel suo suscitare ultimi anni.
r essenza dei suoni come raffinato piacere e coltivare
la forma musicale come successione di "gesti sonori" Procediamo in ordine alfabetico: l'Arietta di Edgar
di una Iudica vaghezza, si motiva anche l'uso coltissi- Alandia, con cui si apre l'Antologia di autori con-
mo che egli fa della chitarra, senza ripudiarne le temporanei curata per le edizioni Ricordi dal chitarri-
uascorse implicazioni "popolari" , e anzi in qualche sta Carlo Carfagna, è un brano percorso da una
modo echeggiandone la dolcezza un poco rude e straordinaria energia ritmica, se pur affidato ad una
carica di occulte sensazioni. scrittura minuta e sottile; l'inedita composizione
intitolata Arie e danze di Claudio Arnbrosini ci ha
L'unica e breve composizione per chitarra di Giaco- impressionato per la vivida immaginazione e per la
mo Manzoni (1932) è stata scritta abbastanza recente- raffinatissima, ardimentosa scrittura; Chiara Benati
mente (forse nel 1981) e s'intitola Echi. Il titolo si seguita il filo di una delicata ispirazione, che la
riferisce al fascino di sonorità riverberate nella me- conduce a estatici pensieri, come in ... Non solo e Nel
moria, che ne rimanda sprazzi frammisti a rapide tempo della memoria; Aldo Brizzi gioca nella Serena-
interpolazioni di fantasia e ad improvvise intuizioni. ta (che abbiam letto inedita) su allusive minuzie
L ·uso di modelli assai semplici, trattati singolarmen- strumentali; Mauro Castellano, valido pianista, con
te, conferisce al brano un aspetto esteriore di tipo le miniature intitolate Planctus, scopre nella chitarra
episodico, che si amalgama poi, alla lettura, in una il fascino di una delicatissima vocalità, memore di
ammirevole coerenza di stile e in una tesa continuità antiche vaghezze liutistiche; il già famoso operista
di pensiero musicale. Lorenzo Ferrero (1951) ha composto piacevoli Varia-
zioni sulla notte (anche queste viste in manoscritto,
~el brano intitolato Trasparenze, Enrico Correggia ma di imminente pubblicazione)· e un recente studio
{1933), pur dispiegando una scrittura ardita e propo- da concerto intitolato Onde (antologia Ricordi-Mar-
nendo nuove soluzioni timbriche, si mantiene in un garia); Antonio Giacometti è il sapientissimo autore
ordine di espressiva chiarezza (da ciò il titolo), senza del ciclo Gaspard de la nuit che, contrariamente a
disdegnare pensose atmosfere che rimandano all'im- quanto il titolo farebbe supporre, non si riferisce alla
pressionismo. musica di Ravel ma, con suoni assai delicati, alla
poesia simbolista francese; Luca Lombardi (1945) ha
Di eccezionale acutezza musicale è il brano per pubblicato in Germania un pezzo molto solido ed
chitarra e nastro magnetico (ma eseguibile perfetta- elegante, intitolato Thamar y Amn6n; Danilo Loren-
mente, e a nostro avviso preferibilmente, con sempli- zini (1952) ha composto Pastorale e Studio in mi,
ci accorgimenti gestuali, per chitarra sola) Consonan- preziosamente rifiniti come "oggetti chitarristici" di
cias y redobles di Azio Corghi (1937), ove, alle infallibile comunicativa; Alessandro Solbiati è musi-
citazioni da Luis Milan, il compositore fa seguire i cista di grandi capacità, i cui esiti" chitarristici già si
p iii straniati "redobles ", da intendere nel senso di constatano nei Tre pezzi e nel breve Petit cadeau: vi
estreme speculazioni sonore, criptici segnali rimanda- si percepisce, in uno spazio dinamico assai ampio e
ti, di là da quattro secoli, alla grave nobiltà della grazie ad una personale reinterpretazione della scrit-
musica imperiale spagnola. Gli effetti che Corghi tura chitarristica, una sapiente messa a fuoco della
deriva dai vari procedimenti allogeni valgono sia in se forma musicale a favore di un progetto espressivo
stessi, per la loro precisa intenzionalità, sia per le fervido e sereno; assestato in una definita personalità
sensazioni correlative che essi creano, rispetto alle stilistica è il meno giovane Fabio Vacchi (1949),
antiche "consonancias". Corghi ha dato un altro autore di uno studio per chitarra sui suoni armonici
saggio eccellente di abilità nell'uso della chitarra con intitolato Plynn (antologia Ricordi-Margaria); Vitto-
il trio intitolato Vioire, con flauto e clavicembalo. rio Vinay si distingue con le sue composizioni
172 L'A VAN GUARDIA E LE SUE PROSECUZIONI
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intitolate Th/ayli e De la fée, per una sorta di delicato Estudio de alturas (1977) per chitarra sola; e la
favoleggiare, finemente condotto sui ricami di una straordinaria Erotica per voce e chitarra (1978-81)
scrittura elegantissima, aperta anche a suggestioni dell'andaluso Francisco Guerrero.
debussiane (ma dal punto di vista poetico più che
strettamente musicale). Il brano chitarristico più straordinariamente efficace
della nuova musica francese è senza dubbio Tellur
Dopo l'apporto degli autori italiani, è doveroso dar (1977) di Tristan Murai! (1947). Costruito sull'alter-
rilievo al forte contributo che, nella linea dell'avan- nanza conflittuale tra opposte tendenze timbrico-
guardia e nelle successive evoluzioni, è venuto alla dinamiche, Tellur si modella sul progetto di un suono
chitarra dagli autori spagnoli. Nella patria di Rodrigo "raclé", duro e scavato nel "forte", che deriva dal
e di Torroba, ancora ben prima della fine del regime, gioco dei chitarristi di "flamenco" più che da quello
si erano manifestati in campo artistico vivacissimi levigato dei chitarristi "classici"; la forma della
fermenti i quali, per quanto riguarda la musica, composizione è quella di un continuo articolato, nel
avevano stabilito un contatto vitale con l'avanguar- quale il compositore introduce, in corrispondenza ai
dia. E furono proprio i compositori spagnoli tra i cambi di tensione dinamica (contrassegnati dalle
primissimi esponenti di tale avanguardia a comporre lettere dell' alfabeto), sempre nuovi modelli di suono,
per chitarra, non già per rinforzare il trito binomio derivanti da tecniche originali, con effetti timbrici
Spagna-chitarra ma, al contrario, in un impeto di altrettanto originali; i passaggi modulari non danno
liberazione dal soffocante stereotipo del loro "stru- tuttavia luogo ad una strutturazione episodica, ma a
mento nazionale" e per una - non soltanto musicale mutazioni d ' ambiente sonoro e a cambi di "direzio-
- cordialissima avversione nei riguardi del Concierto ne", che il compositore suggerisce con le metafore
de Aranjuez, il cui innocente autore veniva, con furia della "salita" e della "discesa". Tellur ha indubbia-
iconoclasta, identificato da uno dei giovani maestri mente le carte in regola per rappresentare con forza
della nuova musica spagnola come espressione cultu- emblematica la nuova musica francese (e segnata-
rale del regime (e non c'era verso di obiettare che non mente il gruppo Jtinéraire, di cui Murai! è stato co-
c'entrava assolutamente nulla). Fu Crist6bal Hallfter fondatore) in campo chitarristico.
(1930) a gettare alle ortiche la "chitarra spagnola"
con il glaciale Codex I del 1963, di impronta Tra gli autori tedeschi che hanno composto musiche
bouleziana, ma anche aperto a momenti di libera per chitarra nella linea dell'avanguardia, spiccano tre
improvvisazione; e, due anni dopo, sopraggiungeva nomi: Gi.inther Becker, Peter Michael Braun e Georg
Tomas Marco (1942), un ragazzo allora, con le Kroll. Becker (1924) ha scritto Metathesis (1964) per
laceranti (non solo per l' impiego delle lamette da chitarra sola, efficace esempio di applicazione chitar-
barba) sonorità di una - allora certo provocatoria ristica di "classici" princi pl darmstadtiani (l'autore
- Albayalde, dalle cui atroci trasgressioni il compo- insegnava ai famosi corsi, pur risiedendo ad Atene),
sitore, più maturo, sarebbe poi rientrato parzialmen- ma anche espressione di individuale vigore creativo;
te, nel1975, con due "homenajes" alle gloriose figure meno definita nei valori timbrici - anche perché
nazionali, ma anche e soprattutto universali, di composta principalmente per chitarra elettrica, e solo
Jiménez e di Picasso: Paisaje grana e Naturaleza subordinatamente per chitarra "spagnola" - la
muerta con guitarra, ottimi brani, vivi, ben scritti e Monophonie di Braun (1936) conta su un ben
forse assai più "moderni" della scandalosa Albayal- assestato impianto formale, con ricerche di Klang-
de. farbentone; mutevole da statiche contemplazioni a
rapidi voli, con un minuzioso apparato dinamico, la
Meno tempestivo ma certo assai consistente è l'arric- composizione intitolata Estampida (1968) di Kroll si
chimento del repertorio dovuto all'avanguardia cata- colloca, nella storia dell'avanguardia, tra le tecniche
lana, che si manifesta con la serie dei tre Per/udì di puntillistiche e la forma "continua" (che avrà poi in
Josep M. Mestres-Quadreny (1929) - dei quali Ligeti il suo massimo esponente). Tra i giovani autori
soltanto il primo ci risulta pubblicato: composizioni tedeschi dissidenti dalla nuova musica - della quale
pulviscolari, ritmicamente intricatissime, fanno piaz- sono peraltro titolati eredi - che hanno composto
za pulita di qualunque residua concezione regionale per chitarra, ricordiamo Manfred Trojahn con la sua
della chitarra, spremendo dallo strumento una mate- pensosa Fantasia ispirata ad una poesia di Ungaretti.
ria sonora ruvida, irregolare ed "espressiva" come la
pasta pittorica di un Tapies . Altrettanto ben colloca- I compositori britannici non si sono, per così dire,
to nel fertile movimento dell'avanguardia catalana è precipitati nel movimento d'avanguardia: non aven-
Joan Guinjoan (1931) con la sua Phrase (1979). Più do potuto contare, ai tempi degli inizi darmstadtiani,
incline alla ricerca effettistica è la musica per chitarra su uno Stockhausen o su un Boulez, si sono accostati
di Xavier Benguerel (1931), il cui pezzo intitolato alla nuova musica in tempi successivi e senza scalma-
Versus per chitarra (1974) colloca, nel mezzo di un ne. Tipico di qusta posizione è l'atteggiamento di
febbrile mormorio, l'angelica citazione di un canto Peter Maxwell Davies (1934), che ha saputo contem-
medioevale della cappella di Montserrat: e il colpo perare le spinte della ricerca con i frutti di una
riesce. approfondita conoscenza del passato - specialmente
della musica medioevale e rinascimentale. La stratifi-
Tra i più recenti brani per chitarra dei continuatori cata arte polifonica di Maxwell Davies trova espres-
dell'avanguardia spagnola, si distinguono le compo- sione nei due pezzi per chitarra: Lullaby jor Ilian
sizioni di José Ram6n Encinar (1954): Abhava (1972) Rainbow (1972) e Hi/1 runes (1981). L'autore ha
per chitarra e nastro magnetico, El aire de saber anche composto un importante ciclo per soprano e
cerrar /os ojos... (1975) per chitarra a dieci corde e chitarra (Dark angels del 1973).
174 L'A VAN GUARDIA E LE SUE PROSECUZIONI
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iJis.sacrante, impertinente ed estrosissima è la musica meni sonori di cui essa consiste. <33l
:::>er e con chitarra di David Bedford (1937) , intrigato
~ella musica rock (Star's end del 1974 mescola Di grande interesse è la recentissima composizione di
:omplesso rock e orchestra sinfonica), che inizia nel James Dillon (1950) intitolata Shrouded mirrors:
:968 con 18 fricks left on Apri/ 21 per due chitarre nell'apparenza di un'inesausta polifonia a due voci, il
e:e:-triche. Ma il bello deve ancora venire, ed arriva compositore ricerca in realtà il mistero dell'espansio-
.:on You asked jor it (1969) per chitarra. "You" si ne del suono attraverso le libere risonanze, fantasmi
:-::-erisce al chitarrista Timothy Walker, il quale ha non scritti della musica per chitarra, nei quali
.:ommissionato il brano, divertentissima parodia del- l'autore rincorre - come negli specchi di Jorge Luis
la - chitarra classica" che, partendo da una modesta Borges - «la spettrafe duplicazione o moltiplicazio-
;:remessa di quattro accordi, ne fa di tutti i colori, ne della realtà».
a.--:-ivando all' imitazione, previo strofinamento di un
.::110 umido sul fondo della cassa armonica, del Rilevante è la produzione chitarristica degli autori
i:larrito dell'elefante (e l'autore precisa comunque scandinavi, specialmente delle leve più giovani.
~he, per giungere a tanto, bisognerà esercitarsi!). Gli
defanti sono evidentemente un chiodo fisso di Bed- Il compositore danese Axel Borup-Jorgensen (1924)
ford : egli ne colloca uno in capo ad ogni pentagram- ha pubblicato nel 1980 una raccolta di dieci Priilu-
:=la, in luogo della "chiave", nella partitura di dien di taglio aforistico e di concentrata essenza
Surse's song with elephants per dieci chitarre e voce musicale, in cui i procedimenti del puntillismo si
reciLante. La chitarra trova posto anche nell' organico dirigono verso un recupero di climi sonori da scuola
da carnera del pezzo intitolato A horse, his name was di Vienna, cioè nel senso di un espressionismo lirico
Hunry Fencewawer Walkins (1973), in cui, eccezio- che trova, nella chitarra, giuste colorazioni timbri-
nalmente, Bedford non si occupa di elefanti, ma di che.
1.!ll ca vali o.
Un'atmosfera di tesa, rarefatta quiete pervade la
t.:na menzione è necessaria per il valido compositore composizione di Bent Lorentzen (altro stimato autore
scozzese Edward McGuire (1936) che, nella sua danese) Umbra (1973, titolo di apparente derivazione
j)Olivalente Music jor guitar(s) - strutturata cioè in junghiana), in cui si ef(ettuano alchemiche manipola-
:nodo da essere eseguibile per chitarra sola, con zioni del suono, evocando il "sitar" indiano.
bterventi facoltativi di altri chitarristi nelle sezioni
.adicate con "tutti" - discioglie nelle alee di fascino- Dei non pochi autori svedesi che, nell'onda della
si -ciusters" un ossessivo soliloquio, sospeso a mezzo nuova musica e stimolati dal chitarrista Magnus
:..-a la musica celtica e le nenie andine. Andersson (uno dei maggiori interpreti di musica
contemporanea), hanno trovato la via della composi-
La grande presenza britannica nel campo 'della nuova zione chitarristica, il più generoso è Sven-David
::msica è quella di Brian Ferneyhough (1943), erede Sandstrom (1942). Il suo primo pezzo per chitarra è
dello strutturalismo darmstadtiano, di cui ha compiu- del1972 e s'intitola Surrounded: è una breve, scavata
:o una solitaria e complessa rielaborazione, ponendo ricerca puntillistica che, nei vari frammenti, isola
nuove condizioni a tutta la musica strumentale, di aspetti sempre fortemente caratterizzati del suono
qualunque tipo, con le sue labirintiche costruzioni della chitarra, avvalendosi di un'accordatura micro-
.ausicali, in cui acutissime esigenze espressive si tonale di effetto distorcente. Affatto opposto è il
~festano attraverso il rigore di un pensiero che progetto musicale che regge A way from, un lungo
:;:on rinuncia alla minima, sottesa conseguenza impli- brano del 1980 che, partendo da una fittissima
;:rua in ogni fenomeno. L'estrema complessità delle maglia di sestine di semicrome recitate come in un
;l3fl.iture di Ferneyhough è quindi lo specchio - o il delirante continuo, definisce poi successioni di bloc-
;rocesso parallelo - di tale tensione percettiva ed chi collegati dal filo di una diluita, ossessiva discorsi-
espressiva: "le style est l' homme". Nel 1984, Ferney- vità. Con il dilagante concerto per chitarra e orche-
3ougb ha incominciato la composizione di un ciclo stra intitolato Lonesome (1984), Sandstrom manda
:hltarristico intitolato Kurze Schatten II ("Ombre su due binari paralleli una gigantesca (proporzional-
:orte "), previsto in sette movimenti, dei quali, al mente) massa orchestrale e l'esile chitarra, sulla quale
;:nomento in cui scriviamo (maggio 1988), soltanto tre grava come non mai il peso della propria solitudine.
ci risultano terminati e sono comunque di nostra
.:onoscenza. Questi tre brani spalancano all'interpre-
:e le porte di un nuovo universo musicale in cui la m, Su Kurze Schatten II segnaliamo l'effi cacissimo saggio scritto
:hitarra, impegnata prevalentemente nella produzio- dal chitarrista svedese Magnus Andersson (committente e primo
esecutore della musica), Brian Ferneyhough: Kurze Schatten Il,
~e di suono ordinario, accede a inaudite soglie
considérations d'un interprète, pubblicato nel numero di febbraio
espressive, ove si riassume tutta la sua storia e si 1988 della rivista Contrechamps (edizioni L'age de l'homme,
:..-acciano inedite prospettive del complesso di feno- Losanna) , dedicato all'opera di Ferneyhough.
178 - - - - -- - - ---=L=-'A:..:.V
.:..:A
..:.;.NGUARDIA E L E SUE PROSECUZIONI
I NIGHT SONG
Optional: l or 2 Guit ars may join in the sections marked"Tutti"
-Entering at staggere d inter vals.
Note:"Solo" = played by Guitar I, the others fading out w ha t they are doing.
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(1982)
Fiogering by
MAGNUS ANDERSSON MIKAEL EDLUND
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Tra i compositori svedesi più giovani, Erich Forare ne per voci e strumenti Syringa (1978), Carter
(1955) si distingue con il suo Grand caprice vulgaire affidava una complessa e rilevante partecipazione
(1982), una vasta parodia della musica di consumo alla chitarra; nel 1983, grazie all'assidua collabora-
che, dapprima "imitata" in una serie di motivi zione del chitarrista americano David Starobin, il
melodici , viene poi sottoposta ad una specie di compositore licenzia il pezzo intitolato Changes per
depurazione che la dovrebbe liberare dalla sua volga- chitarra sola, poderoso esempio di mutazioni di
rità. In questa generazione, vi è un autore straordina- carattere musicale suggerito dai procedimenti modu-
rio, ed è Mikael Edlund (1950), che ha scritto nel lari impiegati dai suonatori di campane. Tali muta-
1982 un bellissimo pezzo per chitarra intitolato Sma zioni non sono tuttavia percettibili esteriormente
fo tter ('' Piccolo piede"). Formule di un nuovo idio- come varianti articolate, anzi, il possente flusso
matismo chitarristico sottendono il mobile, variegato d'energia che si rovescia nella musica dà piuttosto la
tessuto vibrante, sul quale l'autore innesta invenzioni sensazione di una travolgente, vittoriosa unità, che
d' una stupefacente bellezza: vi si afferra un vago ed desta ammirazione e sorpresa, ave si pensi che non è
innocente struggimento ed insieme un senso d'intatta questa l'opera di un giovane, ma di un compositore
meraviglia per il piccolo miracolo del suono della settantacinquenne.
chitarra. Speriamo che non finisca qui: Edlund può
fare cose straordinarie . Il compositore giapponese Tòru Takemitsu (1930),
nella sua fervida ricerca di un'unificazione stilistica
II nostro esame della produzione chitarristica dell'a- tra gli elementi della tradizione musicale d'oriente e
vangu~rdia europea non può concludersi senza aver alcuni aspetti della nuova musica occidentale, realiz-
menzionato il dittico Hexachord I and II per una e za nel 1974, con i tre brani che costituiscono Folios
due chitarre di Roman Haubenstock-Ramati (1919), per chitarra, un delicato equilibrio poetico: l'avan-
compositore polacco del quale abbiamo già ricordato guardia è qui declinata verso un pathos gentile ed
la musica da camera con chitarra. aggraziato, con intenti apertamente e felicemente
espressivi, coronati in una citazione da Bach, devota
e credibile.
Gli autori extra-europei La collocazione di alcuni compositori sudamericani
nell'avanguardia si riferisce a certi aspetti della loro
Fenomeno principalmente europeo, l'avanguardia formazione e della loro produzione: ad esempio, nel
post-weberniana ha interessato anche compositori di caso di Marlos Nobre (1939), brasiliano, una compo-
altri continenti, i quali si sono accostati alle ricerche sizione come Yanomani (per coro misto, tenore e
dei maestri europei più in relazione alle loro tecniche chitarra), dimostra come, scavando canti primitivi e
compositive che per motivazioni di tipo ideologico· o tribali forme di strumentalità, il compositore abbia
fùosofico. D'altra parte, nella storia dei corsi di stabilito interessanti coincidenze con alcuni esiti
Darmstadt è rimasta viva la lezione del compositore sonori della nuova musica europea, e le abbia
americano John Cage (1912), antitesi vivente dei accortamente manipolate, con piena efficacia espres-
principì dello strutturalismo bouleziano e propugna- siva; nei quattro Momentos per chitarra sola, Nobre
tOre di una visione della musica in cui l'intervento del oscilla invece tra una scrittura "avanzata" (nel primo
compositore è da prospettare nei termini di una pezzo) e una linea intermedia, mentre nei tre Ciclos
contemplativa casualità cui spetta ritagliare l'evento nordestinos egli tradizionalmente raccoglie ed espone
musicale dal fatto naturalistico, o che lascia ai musica popolare.
responsi dell'I Ching la scelta delle note da scrivere.
Discorso affine vale per le composizioni chitarristiche
È bene quindi osservare i prodotti musicali dell'avan- di Almeida Prado (Livre pour six cordes, 1974) e di
guardia extra-europea come risultati di ricerche pa- Edino Krieger (Ritmata) : si tratta di collimazioni di
rallele nutrite anche di stimoli post-weberniani, ma interessi tra musiche nazionali e musiche d'avanguar-
sulla base di eredità acquisite in culture assai meno dia, rintracciabili anche nella produzione chitarristica
dogmatiche e in situazioni nelle quali ogni dipenden- dell' argentino Luis Jorge Gonzalez (1936)- Soleda-
za da modelli europei sarebbe risultata estranea ed des sonoras n. 2, Qasidah de las sombras, Tientos -
imbarazzante. sfolgoranti policromie che si pongono al limite
estremo di una ricerca etnomusicale i cui scopi non
Benché la musica collocabile in questo settore sia sono più rivolti all'interno, ma in una direzione
tutt'altro che scarsa (gli autori giapponesi, ad esem- centrifuga, con il sostegno di una febbrile urgenza
pio, ne hanno scritta parecchia, di buona scuola), i creativa.
pezzi che qui è importante ricordare sono quelli di
Elliott Carter (americano), di Tòru Takemitsu (giap- In una posizione ancora più spinta verso l'avanguar-
ponese) e dei giovani autori sudamericani. dia è il pezzo per chitarra di Jorge Antunes (1942),
brasiliano, intitolato Sighs (1976), la cui stravagante
Elliott Carter (1908) è pervenuto in una fase relativa- accordatura impone al solista di fare uso alterno di
mente tarda della sua produzione a configurare due strumenti. Sighs è il più audace prodotto della
atteggiamenti e tecniche in cui è riscontrabile il nuova musica sudamericana, anche per le sue nuove
parallelismo di cui dicevamo prima, rispetto alle soluzioni di scrittura chitarristica e per le prestazioni
ricerche dell' avanguardia europea. Nella composizio- fonetiche richieste all'interprete.
182 - - - -- - - -- - -- - - -- - - - - - -- - - -- - - -- L'AVANGUARDIA E LE SUE PROSECUZIONI
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Figura dominante per tutto il secolo XIX, sia negli za a serv1rs1, direttamente o indirettamente, della
splendidi decenni iniziali che nella successiva deca- musica popolare o (nel caso di Duarte) del jazz,
denza romantica e posi-romantica, il chitarrista- anche se non mancheranno, nella loro produzione,
compositore che scrive musica idiomatica con l'aiuto tentativi di dare forma anche ad esperienze più
della propria digitalità, non scompare ma perde avanzate.
importanza nel novecento, in seguito al definirsi delle
competenze di musicisti che imparano a scrivere per Nella produzione di Antonio Lauro si realizza un
chitarra anche senza suonare lo strumento. particolare genere di musica ad ispirazione popolare,
che ha nella forma breve del " valse venezolano" la
Le carriere di chitarristi-compositori quali Llobet, sua espressione più spontanea ed accattivante. Sem-
Barrios, Mezzani, ed altri di cui già ci siamo occupati pre attingendo alla sorgente folclorica, Lauro ha
- nati negli ultimi decenni dell'ottocento - non tentato forme più articolate (Suite venezolana del
sembrano avvertire come un evento capitale, che 1964) ed elaborazioni più vaste (Concierto per chitar-
costituirà da allora in poi un ineludibile termine di ra e orchestra dell956, Sonata per chitarra del1963),
confronto, la nascita delle prime composizioni di mantenendo la sua schiettezza di espressione anche
Torroba, Turina, Ponce, ma ai chitarristi nati succes- quando il muoversi in forme più ampie e complesse
sivamente la prospettiva di dedicarsi alla composizio- non sembra congeniale al suo spirito di musicista
ne di musiche per il loro strumento apparirà radical- dall'ispirazione semplice ed immediata. Una linea,
mente mutata, soprattutto per quanto si riferisce alla più scolastica che neoclassica, si manifesta invece
padronanza delle tecniche compositive. Insomma, il nelle Variaciones sobre una canci6n injantil, e si
"bricolage" domenicale di esecutori più o meno traduce in una parodia dei (più che in un omaggio ai)
validi che, soltanto per il fatto di saper maneggiare lo compositori-chitarristi dell'ottocento . La musica di
strumento, si sentono in grado anche di comporre Lauro è divenuta popolare in tutto il mondo grazie
pezzi chitarristici, dovrà fare i conti con le musiche alle interpretazioni di Alirio Diaz.
scritte da compositori "veri", ai quali la consulenza
di un Segovia conferisce, nel procedere per gli Compositore assai meno prolifico di Lauro - anche
intricati labirinti della tecnica della chitarra, quella perché impegnato in una regolare attività concertisti-
sicurezza di cui essi, non suonando lo strumento, non ca ed in una ricerca didattica d'avanguardia, docu-
possono disporre. mentata nei quaderni della Escuela de la guitarra -
l' uruguayano Abel Carlevaro ha composto un ciclo
Non è un caso che, nei primi sessant'anni del secolo, di cinque Preludios americanos (pubblicati in fascico-
il panorama dei chitarristi-compositori veda soltanto li separati dal 1969 al 1974) di forma tripartita, la cui
la sopravvivenza dei maestri di cui dicevamo, nati nel limpida scrittura neoclassica definisce le connotazioni
tardo ottocento, e che le prime affermazioni di stilistiche dell'autore, che sa forgiare una sua origina-
chitarristi-compositori nuovi riconoscano i talenti, le polifonia chitarristica senza ricorrere a sconvolgen-
ma anche la formazione, di autori nati intorno al ti innovazioni. I Preludios americanos toccano sva-
1920, cioè quando Segovia incominciava a proporre riati toni umorali, dalla malinconia contemplativa
le nuove musiche di compositori non chitarristi. alla gaiezza burlesca, e trasformano gli elementi
Questi nuovi autori incominceranno a farsi notare nel nazionali implicati dai titoli in una elaborazione
dopoguerra e otterranno i loro successi a partire dagli sottilmente poetica, tanto da sottrarli all'area folclo-
anni sessanta. Quale che sia il giudizio che si vuoi ristica, essendo semmai più giusto il loro apprezza-
esprimere sulla loro produzione, non ci si potrà mento in un ambito post-impressionistico . Carlevaro
esimere dal riconoscere che si tratta di musicisti ha composto anche una serie di Cinco estudios
capaci (oltre che di suonare la chitarra) di scrivere (Homenaje a H. Villa-Lobos), un Concierto del Plata
correttamente una fuga o una sonata, e di mettere in per chitarra e orchestra, un "pastiche" su temi di
piedi (come hanno fatto) una buona partitura per Gaspar Sanz (Suite de antiguas danzas espaiio/as) e
chitarra e orchestra. Cronomias I (Sonata para guitarra), pubblicata nel
1972; in quest'ultima composizione, mantenendo la
A questa "generazione del venti" appartengono il sua abituale, chiara strutturazione ed un proposito
venezuelano Antonio Lauro (1917-1987), l'uruguaya- costantemente espressivo, l'autore si apre a influssi
no Abel Carlevaro (1918) e l'inglese John W . Duarte della nuova musica europea, senza minimamente
(1919). Tutti e tre si esprimono con un linguaggio rinnegare la sua indole solidamente radicata nella
tradizionale, motivato in parte dalla comune tenden- tradizione .
186 l C HITARRISTI-COMPOSITORI
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PRELUDE, CANTO AND TOCCATA
op. 38
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@ Copyright 1970 by Ediziom Musicali lli?.RUE:\ - .\ncona.
T utti i dir itti riservati a termini di legge. E. 141:1 Il.
187
~fusicista dalla formazione eclettica - da un lato, na op. 27 (1958), la Sonatinette op. 35 (1968), la
buoni studi di armonia e di composizione, affiancati Sonatina lirica op. 48 (1971), musica seria che Duarte
alla sua preparazione scientifica, dall'altro una pas- parodierebbe volentieri, se non l'avesse scritta lui.
sione per il jazz, che lo condurrà a militare in varie Non fanno difetto, nel fornito catalogo del composi-
-bands" come contrabbassista e ad improvvisazioni tore, la produzione cameristica con chitarra e il
.::hltarristiche - John W . Duarte (detto Jack) diver- concerto per chitarra e orchestra (A Tudor fancy) e
rà, dagli anni sessanta, uno dei "nomi" ricorrenti del per due chitarre e orchestra.
mondo della chitarra, non soltanto in patria (dove la
.sua popolarità è stata spesso contrastata in polemiche Tra gli altri chitarristi-compositori di questa genera-
inutili e dettate da personalismi), ma in tutto il zione, ricordiamo l'ungherese (di cittadinanza au-
mondo, portatevi dalla fama che Segovia gli procura striaca) Barna Kovats (1920), autore dei Minutenstu-
nel 1963, allorché incide in un disco la English suite, cke, di Trois mouvements e di una Suite (Hommage à
.subito divenuta "il pezzo di Duarte" per eccelJenza. Goldonl), chitarristicamente interessanti e immuni da
La musica per e con chitarra di Duarte è un piccolo banalità. Una menzione è dovuta anche all'opera
oceano e, rinunciando subito al proposito di elencar- didattico-compositiva di Mario Gangi (1923) che, nel
ne tutti i titoli, converrà tentare di coglierne le linee suo Metodo per chitarra, dedica il terzo volume
principali. (1971) ad una serie di ventidue studi da concerto nei
quali si manifestano tanto gli orientamenti del com-
La simpatia che Duarte nutre nei confronti della positore, rivolto ad una costante ricerca melodica,
musica popolare non ha origini ataviche, poiché egli quanto i propositi del maestro, che mira ad un'inte-
ama giocare con i "folk songs" di mezzo mondo, non grazione della letteratura didattica tradizionale in
certo nel bartokiano intento di coglierne l'essenza funzione delle esigenze delJa musica moderna.
culturale e poetica, ma nel semplice proposito di
adoperarli come base tematica per i suoi divertimenti, NelJe opere di alcuni chitarristi-compositori nati negli
siano essi armonizzazioni o parodie, o le frequenti e anni trenta si manifestano segni di attenzione e di
disinvolte variazioni, insaporite da ricette di un adeguamento alle ricerche della musica d'avanguar-
virtuosismo strumentale che, per essere stato pensato dia: è naturale che si tratti di concertisti che, potendo
da un chitarrista, certo non fa sconti nelle difficoltà. contare su una adeguata capacità intellettuale e su
Abbiamo così, oltre all'universale English suite op. solide basi musicali, hanno il coraggio di misurarsi
31 (1963): Variations on a Catalan folk song op. 25 con la nuova musica sia come interpreti che come
(1956); Variations on a French nursery song op. 32 compositori, evitando l'inutile prosecuzione di quello
per due chitarre (richieste da Ida Presti e poi tenute a che, nel caso di quasi tutti gli altri chitarristi-
battesimo dal duo Presti-Lagoya, 1965); Greek suite compositori, stava divenendo un artigianato privo di
op. 39 per due chitarre (1968), con una versione per qualsiasi giustificazione.
chitarra sola del 1981 (Greek suite n. 2 op. 89); Suite
piemontese op. 46 (1970) e Petite suite française op. Tra i nuovi chitarristi-compositori, ricordiamo Alva-
60 (1974) - tutte colorite dimostrazioni di come il ro Company (1931) e Leo Brouwer (1939). Entrambi
compositore faccia della musica popolare un terreno distintisi nell ' interpretazione della nuova musica,
di caccia per il suo gusto di tritare cromaticamente questi due autori hanno sperimentato, nell'ambito
melodie diatoniche, di travestire bitonalmente le più delle rispettive culture e personalità, alcuni aspetti del
innocue successioni armoniche, oppure di isolare, in linguaggio delle avanguardie, collegandoli alle parti-
un tema, un elemento sul quale costruire poi varia- colarità della ricerca idiomatica che, da sempre,
zioni che spaziano dai toni sentimentali a quelli caratterizza l'attività del chitarrista-compositore.
seriosi, giungendo fino al più sardonico humour.
Nel suo unico brano pubblicato (Las seis cuerdas,
Sempre nell'area del divertimento, non mancano 1963) Alvaro Company svolge un'efficace lavoro di
nella musica di Duarte né il rifacimento mimetico individuazione e di codificazione di nuove sonorità,
degli stili altrui (Mutations on the Dies Irae op. 58 del impiegandole in una direzione altamente poetica, in
1973, Sua cosa op. 52 del 1972, un riuscito omaggio cui si manifestano tanto l'attenzione per le esigenze
al chitarrista di jazz Wes Montgomery), né le apertu- strutturali affermate da Boulez, quanto una sviluppa-
re alla sperimentazione (Night music op. 65 del tissima capacità di ricercare, nel timbro, incanti e
1976). L'aspetto più importante e personale del stupefazioni provenienti dal passato. Las seis cuer-
compositore si rivela nei non molti pezzi in cui egli das, brano emblematico di un momento cruciale della
non si propone di divertirsi. Allora, prevale nella sua composizione chitarristica, contiene una precisa e
musica un lirismo gentile e pensoso, che ha nel ricca simbologia, in cui l'autore definisce nuovi
trittico Pre/ude, canto and toccata op. 38 (1968) il elementi della notazione per chitarra.
suo momento più felice, senza dimenticare la Sonati-
188 I CHITARRISTI-COMPOSITORI
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Il chitarrista cubano Leo Brouwer, prima di confron- modelli d'avanguardia, mentre il più giovane David
tarsi con le tendenze dell'avanguardia europea, aveva Leisner (1953) si rivolge ecletticamente alla linea
già messo a punto una sua fisionomia stilistica, ben segnata dai capiscuola del suo paese, da Ives a Virgil
conscia sia della tradizione ispano-americana, sia Thomson, dimostrando una spiccata tendenza alla
della cultura popolare del suo paese: ne vediamo i musica da camera con chitarra e alla lirica per voce e
risultati in composizioni come Danza caracter(stica chitarra (Simp/e songs, Billy boy variations, Passaca-
(1958), i primi dieci Études simples (1961), i Tres glia and toccata).
apuntes (1959), fino all'Elogio de la danza (1964),
brano divenuto celeberrimo; un importante progresso L'Europa, tra i nati negli anni '40 annovera Gilbert
stilistico si nota in Canticum (1968), composizione Biberian (1944), chitarrista inglese autore di molta
nella quale Brouwer, sul tronco della sua ricerca musica per quartetto di chitarre e, tra i nati negli anni
naturalistica, innesta elementi speculativi derivati dal '50, il catalano Jaume Torrent (1953), impegnato in
suo contatto con l'avanguardia europea, in una una vasta, ispirata produzione che non nasconde il
fusione ben riuscita, credibile, di una ribollente proposito di un recupero del romanticismo attraverso
espressività. Il modello del "continuo" ligetiano un rifacimento affettuoso, nutrito da un' invenzione
sembra aver ispirato Brouwer nella sua più audace mimetica simile a quella di Ponce (24 jantasias
composizione: La espirai eterna (1970), magmatico romanticas, Fantasia sonata); ma il vecchio continen-
flusso di sonorità che, grazie ad un accerto impiego te si ridesta di colpo nella musica del chitarrista-
dei "clusters" arpeggiati, prende forme di esclusiva compositore jugoslavo Dusan Bogdanovic (1955),
pertinenza chitarristica. Più di recente, Brouwer ha senz?ombra di dubbio la più interessante, viva ed
incorporato nella sua musica per chitarra suggestioni originale personalità tra gli autori-con-chitarra della
di un folclore epidermicamente piacevole: lo si nota sua generazione.
nella seconda serie di Études simples, nei tre (aperta-
mente descrittivi) movimenti de El Decameron negro, Bogdanovic ha già al suo attivo un bel plico di
e in altre composizioni per e con chitarra. Tra i composizioni inedite ed un fascicolo pubblicato a
chitarristi-compositori del dopoguerra, egli è divenu- Ginevra nel 1978 (contenente Sept études, Lento e
to rapidamente il più famoso e, in fatto di popolarità Toccata) quando, nel 1980, le edizioni Bèrben ne
tra gli esecutori, il paragone con la sua musica può lanciano il nome, pubblicando le felicissime 5 minia-
essere retto soltanto dai pezzi di Villa-Lobos e dal tures printanières. Per quanto l'influenza di Stravin-
Concierto de Aranjuez. skij vi si avverta, e non certo con fastidio, questi
pezzetti espongono già in piena luce lo slancio
Con i chitarristi-compositori nati dal 1940 in poi è immaginativo e la raffinatissima capacità di costru-
sembrata prevalere una moderata linea restauratrice, zione del giovane compositore, che riesce a conferire
da collegare forse alla cosiddetta cultura del riflusso. al suo pensiero il vigore di un'immediatezza risoluta,
Nel profluvio editoriale di musiche scritte da autori fresca e piacevole anche quando il risultato è frutto di
delle ultime leve, ben pochi sono i nomi che, nei elaborata ricerca. Questa formulazione a doppio
programmi da concerto, possono figurare degnamen- fondo delle idee musicali è tanto più riscontrabile
te accanto a quelli dei compositori non chitarristi. La nella Sonata, scritta sull'apparente rincorsa di un
linea tracciata da Brouwer, che tende a conciliare ritmo impetuoso e naturale, ma poi finemente lavora-
elementi autoctoni con ricerche timbriche e formali ta in un prezioso intarsio di motivi dilatati e contrat-
nuove, ha trovato nella musica dell' argentino Jorge ti, sparsi e accumulati: è veramente un nuovo mo-
Labrouve (1948) un valido seguito (12 Etudes, Céré- mento nella storia della composizione chitarristica (il
monial), mentre la prevalenza di un sanguigno, pezzo è stato scritto nel 1978, quando l' autore aveva
cordiale (se pur addottrinato) gusto "antillano" segna ventitré anni). Meno imperiosa, la Sonata n. 2 del
di un colore acceso ed esuberante le composizioni per 1985, ricerca arrischiate, intelligenti contaminazioni
chitarra e orche"stra e per chitarra sola (nonché la tra influssi svariati (Bogdanovic è musicista versatile
musica da camera con chitarra) del portoricano e abilissimo nell'improvvisazione, e non disdegna
Ernesto Cordero (1946) (Sonata, Descarga, Proteus, occasionali esperienze jazzistiche). È tuttora inedito
Cinco preludios, Concierto antillano). Il poco che ci un validissimo Concerto per chitarra e archi, mentre
è dato di conoscere del messicano Miguel Alcazar la composizione più recente (Introduzione, passaca-
(1942) ci sembra, in una linea di equilibrata moderni- glia e fuga del 1987) rivela, rispetto alla Sonata n. 2,
tà, di tutto rispetto (Suite) , e lo stesso possiamo dire una tendenza a ristabilirsi in ambiti formali classici,
della musica del canadese di origine austriaca Alan ma con vesti polifoniche: la densità della "materia"
Torok (1947) (Variations and fugue on a classica/ chitarristica non diminuisce, e ulteriormente spinta è
theme). Tra gli statunitensi emerge Robert Strizich la lavorazione delle formule e del timbro, in un
(1945), autore di una Sonata, che si orienta verso mondo ormai inconfondibilmente definito .
190 - -- - - - - -- - - - - - l CHITARRISTI-COMPOSITORI
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Fin qui i fatti, con l'inevitabile rischio di qualche no i valori di un genere di composizione idiomatica
dimenticanza<34>. Non è dimenticanza invece, ma ed i risultati di una presa di coscienza dei mutamenti
risoluta volontà, quella che ci tiene ben fuori dal coro che, nella storia della chitarra, sono stati introdotti
degli elogiatori di un certo numero di chitarristi- dalla ricca fioritura di musiche originali scritte da
compositori, di fresco assurti ad improvvisa notorietà compositori non chitarristi, ma in grado di "capire"
per intercessione di muscolosi chitarristi "nalf", la chitarra spesso assai meglio di coloro che la
tentati dal demone della scoperta. Un'ondata di suonano.
nuovi intrattenitori, inopinatamente deviatisi dal loro
naturale ruolo di commentatori musicali di "teleno-
velas" a quello, invero sproporzionato, di composito-
ri di musica da concerto, si riversa su quello che ben <l•JI chitarristi-compositori italiani che hanno scritto e pubblicato
si può dire "il mercato" con un'alluvione di pezzi in musica negli ultimi venti anni ci scuseranno per l' assenza di una
cui gli effetti chitarristici sono impiegati per narrare compiuta trattazione delle loro opere. Il nostro studio delle
medesime, pur doverosamente in atto, non ci consente per ora di
con banalissime imitazioni fiabe melense ed eventi tracciare un disegno ben caratterizzato di quella che è comunque la
sentimentali, patetici o macabri: tanto in basso non si continuazione di una tradizione nazionale dalle radici assai antiche
era mai caduti, e certo al confronto i Castillos de e, anche in considerazione dell'inevitabile influenza giocata sul
Espana ci sembrano monumenti di altera bellezza e di nostro pensiero dagli affetti (si tratta , in parecchi casi, di musica
scritta da amici) , ci sembra corretto rimandarne un esame critico
insigne profondità. Accanto agli interpreti di Petras- ad una successiva edizione di questo libro . Ciò non ci impedisce di
si, Henze e Ferneyhough, prospera così la nuova ricordare i nomi dei colleghi - docenti di chitarra nei conservatori
categoria dei "chitarristi da feuilleton" che, non di stato - che hanno scritto e pubblicato musiche per chitarra
paghi di proporre al pubblico certe scemenze musica- delle quali siamo stati e siamo lettori e talvolta dedicatari: in
ordine alfabetico, Bruno Battisti D' Amario , Pino Briasco, Eduar-
li, giungono ad esporne la trama letteraria nei do Caliendo, Carlo Carfagna, Pierluigi Cimma, Francesco C uo-
programmi di sala, con raccapricciante mancanza di ghi, Raimondo Di Sandro , Cesare Lutzemberger, Roberto Màsala,
senso del ridicolo. Vincenzo Saldarelli. Delle musiche di Mario Gangi e di Alvaro
Company abbiamo invece trattato separatamente. Tra i chitarristi-
compositori più giovani, le cui opere abbiamo avuto modo di
Comunque, la musica dei chitarristi-compositori de- conoscere recentemente, ricordiamo Nuccio D'Angelo, Carlo
gli ultimi quarant'anni presenta, nel suo complesso, Pessina (entrambi vincitori di concorsi internazionali) e Rino
un nuovo indirizzo propulsivo, nel quale si riassumo- T rasi.
LA NUOVA MUSICOLOGIA CHITARRISTICA
La costituzione di un valido repertorio contempora- Accurate indagini sulle figure e sulle opere di France-
neo di musiche per chitarra è stata accompagnata, sco Molino e dei musicisti della famiglia Molino sono
negli ultimi venticinque anni circa, da un'attività state compiute da Mario Dell'Ara (1943), studioso le
;nusicologica ad indirizzo specificamente chitarristico cui competenze si estendono dalla chitarra barocca al
che, sui "presentimenti" di Domingo Prat e dei repertorio della seconda metà del settecento, com-
.::hitarristi-musicologi austro-tedeschi d 'anteguerra, prendendo ricerche di prima mano sul vasto lascito
rende sempre più chiaramente a sostituire il mito ed il degli autori piemontesi dell'ottocento. Dell'Ara, su
i'!!ogo comune con i risultati di una ricerca storica invito di chi scrive, ha curato la prima parte di questo
:1gorosa. Tale ricerca ha un peso rilevante anche manuale di storia della chitarra.
uella formazione dei futuri interpreti, degli insegnanti
e. in generale, su tutto il movimento chitarristico. Il chitarrista Guido Margaria (1942) ha curato per le
edizioni Ricordi una serie di "reprint" delle edizioni
Ri~rdiamo innanzitutto il già citato opuscolo di ottocentesche di importanti composizioni, quali i
3--..:ilo Tonazzi (1927-1988) intitolato Miguel Llobet, Capricci op. 20 di Luigi Legnani, mentre Mario
c..'=.r:::rrisra dell'impressionismo (1966), nel quale la Gangi (1923) e Carlo Carfagna (1940), operando
:':.:~a del chitarrista-compositore catalano è ben efficacemente in collaborazione, hanno pubblicato
=~iduata e collocata nel contesto storico e musicale una revisione del Metodo di Aguado, l'integrale degli
~: suo tempo. Tonazzi ha anche pubblicato un Studi di Sor e l'opera omnia di Ta.rrega, incluse le
o:-~o manuale per lo studio della notazione antica trascrizioni.
1-··10lato Liuto, vihuela, chitarra e strumenti similari
e.":e loro intavolature, con cenni sulle loro letteratu- Francesco Gorio (1952) ha pubblicato saggi esaurienti
~. Accanto alla chiarezza metodologica, Tonazzi ed esemplarmente documentati su Simon Molitor e su
off:e in questo libro un abbozzo storico che, nella W enzeslaus Matiegka, con un opportuno riesame
~ schematicità, è già ben orientato verso il supera- critico di quanto, su Molitor, aveva scritto Josef
~ento delia falsa storiografia della chitarra, e questa Zuth.
~ 'isione deve aver influenzato il compositore
:..<esrino Giuseppe Radole (1921), suo amico, nella La figura e l'opera di Giulio Regondi sono state
.:or::pilazjone del volume Liuto, chitarra e vihuela - studiate da Alessandro Boris Amisich (1959), autore
S:oria e letteratura (1979, riapparso con arricchimen- di un'inedita tesi di laurea sul chitarrista-compositore
:: nel 1986), la cui sommarietà non impedisce di romantico e di alcuni scritti pubblicati da Il Fronimo .
.:ogliere un'impostazione corretta del problema sto-
:iografico. La figura di Heitor Villa-Lobos forma l'argomento
di due recenti tesi di laurea inedite, dovute rispettiva-
I! costante impegno di Ruggero Chiesa (1933) ha dato mente a Simonetta Camilletti di Roma e a Roberto
fru.U assai importanti nella pubblicazione dei Quin- Magri di Torino.
:?Iri per archi e chitarra di Luigi Boccherini, dei
Concerti per chitarra e orchestra di Mauro Giuliani e Massimo Cunico di Verona ha elaborato una docu-
6 Francesco Molino, dell'integrale per chitarra sola mentata tesi di laurea su La scuola chitarristica
è.i ~iccolò Paganini, nonché di molta musica da italiana dal 1950 al 1987.
camera con chitarra e per chitarra sola dell'ottocen-
to. Per mezzo della rivista trimestrale di liuto e Il chitarrista e musicologo statunitense Thomas F.
dtirarra Il Fronimo da lui fondata nel 1973, e della Heck (1943) ha terminato nel 1970 il suo importante e
quale è tuttora direttore, Chiesa ha organizzato e rigorosissimo studio su Mauro Giuliani, già citato. Il
condotto un vasto disegno di recupero della letteratu- lavoro di Heck è di fondamentale rilievo perché,
:a classica e di qualificazione culturale del movimen- prendendo spunto dall'esame delle opere di Giuliani,
:o chitarristico. Con il suo atteggiamento verso la fissa alcuni principi essenziali per la corretta com-
:nusica ottocentesca e la musica contemporanea, egli prensione del ruolo della chitarra nella vita musicale
ha manifestato la sua rispettosa ma risoluta autono- del primo ottocento ed individua criteri la cui validità
mia rispetto alle posizioni segoviane, che pure erano può essere applicata allo studio di tutta la musica
mue alla base della sua formazione negli anni strumentale.
dell'Accademia Chigiana.
La fertilissima attività del chitarrista e musicoJogo chitarra ha già avuto un attento esegeta nel chitarri-
inglese Brian Jeffery (1938) ha dato i suoi frutti in sta-compositore californiano John Schneider, autore
una accurata biografia di Fernando Sor, completata di un brillante studio intitolato The contemporary
dal catalogo delle opere (Fernando Sor: composer guitar (1985), nel quale la complessa fenomenologia
and guitarist, 1977), seguita dalla pubblicazione chitarristica del novecento è studiata rispetto ai
integrale dell'opera per chitarra. Come responsabile parametri fondamentali del suono ed ai sistemi di
della Tecla editions di Londra, Jeffery ha pubblicato, notazione.
tra l'altro, una riedizione del Metodo di Aguado e sta
curando la pubblicazione integrale dell'opera di Mau- Su un piano non rigorosamente musicologico, ma di
ro Giuliani. corretta documentazione giornalistica, e in tono
amabilmente colloquiale, sono state scritte le biogra-
Un altro chitarrista e musicologo inglese, Simon fie (riferite in particolare agli interessi chitarristici) di
Wynberg, si è occupato, per le edizioni Chanterelle di Manuel M. Ponce e di Mario Castelnuovo-Tedesco,
Heidelberg (il cui responsabile, Michael Mac Mee- opera della chitarrista messicana Coraz6n Otero.
ken, dimostra intraprendente sensibilità nei confronti
della musicologia chitarristica), della pubblicazione Citiamo infine l'esauriente catalogazione di tutti gli
integrale delle opere di Giulio Regondi, di Napoléon scritti riguardanti la chitarra e la sua musica, intitola-
Coste, e di vaste selezioni dali' opera di Dionisio ta Guitar bibliography di Werner Schwarz (pubblica-
Aguado e di Johann Kaspar Mertz (per citare soltan- ta in Germania nel 1984), prezioso strumento di
to i nomi degli autori più importanti). lavoro per chiunque voglia sviluppare le proprie
conoscenze in campo chitarristico.
Anche il repertorio moderno e contemporaneo per
CONSIDERAZIONI SUGLI INTERPRETI
E SULLA DIDATTICA
Abbiamo sviluppato la tesi secondo cui il repertorio situazione musicale determinatasi all'inizio del seco-
moderno e contemporaneo per chitarra (come, del lo, ed alle successive evoluzioni, essi hanno partecipa-
resto, quello precedente) è soprattutto il risultato di to e, se pure più per opera di isolati che per massiccia
una serie di processi di natura musicale, estetica e risposta della categoria, indubbiamente hanno rico-
culturale, e assai meno il frutto delle iniziative o delle perto un ruolo attivo nella ricerca che ha condotto
rivendicazioni di una categoria (i chitarristi) rappre- alla formazione del repertorio novecentesco. Basterà
sentata da un pontefice e strutturata gerarchicamen- a questo proposito ricordare che molto spesso una
te, la quale nel novecento imbocca decisamente la composizione è nata con l'assistenza di un chitarrista
strada di una rinascita e riscatta i torti subiti nel che ha fornito al compositore indicazioni e consigli (e
passato. Crediamo che, se studiata senza preconcetti, che si è prestato anche ad esperimenti di esito
la storia dello strumento dimostri chiaramente come incerto), senza i quali l'autore non avrebbe mai
la chitarra non sia altro che la musica per chitarra, e trovato le soluzioni desiderate e, in certi casi, non
come la moderna letteratura chitarristica avesse, per sarebbe neppure giunto alla fine dell'opera. Inoltre, è
formarsi, motivazioni più autentiche e più forti delle fuori di dubbio che l'arte dell'interpretazione musica-
attese di un branco di poveracci che, a tutti i costi, le per mezzo della chitarra ha compiuto , dopo
volevano musica "vera" per riscattare se stessi e il Segovia, evidenti progressi, verificabili nelle esecuzio-
loro strumento, accedendo alla vita musicale sulla ni di giovani interpreti che, seppur non giunti (o non
base di diritti finalmente riconosciuti. Per quanto ancora) alla notorietà universale dei loro colleghi più
ridicola, questa versione della storia della chitarra anziani (per una serie di ragioni extra-musicali che
impera tuttora, puntualmente sostenuta da autori qui non importa analizzare), li hanno abbondante-
che, scrivendo un libro sullo strumento, lo impostano mente superati nella bravura tecnica, nella profondità
sulle gesta di una serie di esecutori, e che perciò interpretativa e nella qualità del repertorio.
stabiliscono i valori delle musiche in base alle scelte di
questo o quell'interprete, assunte come misura di Resta comunque altrettanto evidente il fatto che,
giudizio critico; o da dilettanti che, appassionatisi rispetto al repertorio accumulatosi in questo secolo,
alla chitarra, se ne formano un'immagine attraverso la risposta degli interpreti è stata, nel suo insieme,
notizie raccogliticce, e mettono insieme un volume insufficiente e tardiva, e che molti sono tuttora gli
privo del benché minimo fondamento di conoscenza ostacoli eretti assurdamente tra i chitarristi e la
diretta e di studio del repertorio e del tutto sconnesso musica per chitarra. Paradossalmente, uno di questi
dalla storia della musica. ostacoli, noi crediamo il più ingombrante, è di natura
didattica.
Non faremo la parte di Maramaldo citando alcune
perle tratte dai libri sulla chitarra scritti dal presenta- La formazione del chitarrista non è quasi mai stata
tore televisivo o dall'organizzatore di festival chitarri- progettata per consentirgli l'accesso ad un repertorio
stici, anche se non possiamo esimerci dal constatare - quanto più vasto e variato nei generi e negli stili,
che in nessun altro settore musicale gli editori tanto più invitante - ma piuttosto per iniziarlo ad un
darebbero alle stampe testi squalificati e spesso "mondo": in tale visione, il centro non è la musica,
esilaranti come quelli che, scritti da "aficionados" ma il "suono" dello strumento, considerato non nella
per i loro pari, circolano del tutto normalmente tra sua potenzialità, ma in una ben precisa e delimitata
chitarristi: ciò può ancora accadere soltanto nel selezione, che distingue a priori, indipendentemente
"mondo della chitarra" in cui, tra altre meraviglie, è dagli impieghi musicali, un solo genere di "bel
persino dato di incontrare commercianti, medici, suono", escludendo tutti gli altri. Una meschina
impiegati o giornalisti che, del tutto ignari dell'alfa- riduzione delle possibilità timbrico-dinamiche dello
beto musicale, pomposamente siedono ai tavoli delle strumento, conformata ad un particolare tipo di
giurie di "concorsi internazionali", intenti a "giudica- sensibilità, si erge così ad istituzione ufficiale della
re" esecuzioni di brani che possono soltanto aree- chitarra e questa è, in luogo della musica, la meta
chiare nei dischi, ma che non saprebbero leggere né, della formazione del chitarrista, al quale non si
tanto meno, analizzare. trasmetterà un mestiere, ma un culto, cioè una
gestualità tipizzata e finalizzata alla produzione di un
suono, esemplificato dall' insegnante e dai dischi del
Non intendiamo d'altra parte affermare che, ai fini venerato maestro-dio, di cui l'insegnante è stato
della costruzione del repertorio moderno e contempo- allievo, nei tempi mitici di una città santa della
raneo, i chitarristi non abbiamo contato nulla. Alla chitarra.
198 - - - - - - -- - - - - ----"
CONSIDERAZIONI SUGLI INTERPRETI E SULLA DIDATTICA
Rispetto a tale istituzione, il repertorio diventa interessante. Non c'è alcun motivo di stupirsi per il
oggetto di una scelta subordinata, e la conoscenza fatto che la vita musicale e la programmazione
reale ed approfondita di tale repertorio (dal punto di concertistica siano così poco attente alla presenza dei
vista storico, compositivo e tecnico) viene guardata chitarristi (nonostante l'avvenuta "rinascita"), se
come intellettualistica deviazione. l ricorrenti giudizi l'unica cosa che essi hanno da offrire, la loro musica
di "bello" o di "brutto" non vengono mai formulati (e che altro? il loro "bel suono"? suvvia!), è in buona
sulla base di una vera e propria lettura del testo, con parte sotterrata sotto l'immane catasta dei pregiudizi
argomenti fondati sull'analisi, ma in seguito ad una accumulati da tanti falsi maestri e da tanti allievi
specie di reazione che il "suono " del chitarrista incapaci di cercare da soli ciò che i maestri non sanno
produce rispetto ad alcuni passi (letti malamente, e al offrire.
disotto di una qualsiasi possibilità di comprensione
dell'essenza musicale) che, risultando gradevoli al Di fronte a quest'evidenza, ci è sempre sembrata
narcisismo dell'esecutore, danno luogo al giudizio di critica corretta e civile il negare che la chitarra possa
"bello", e a quello di "brutto" in tutti gli altri casi aver fatto assegnamento, fino a poco tempo fa, su
(anche in quelli più evidentemente determinati dall'a- una scuola: coloro i quali sanno che una scuola è
nalfabetismo musicale del chitarrista). molto di più di un'impostazione meccanica, di una
raccolta di esercizi e di una selezione (magari mani-
Quando il chitarrista medio parla di repertorio, non chea) di pezzi, non possono negare quest'evidenza,
ci si aspetti da lui che lo faccia sulla base del minimo ed è soltanto grazie all'umiltà ed agli sforzi di docenti
dei diritti , cioè per aver letto correttamente le musi- capaci di guardare la realtà senza autoesaltanti
che: l'ascolto di una qualsiasi esecuzione di un ceno fanatismi, che, da un ventennio circa, sono stati
brano gli sarà bastato per prenderne grettamente le avviati progetti didattici completi (cioè, con adeguate
misure, e valutare se il brano funzioni anche per lui basi culturali e musicali), dai quali certamente nasce-
(nel qual caso è "bello"), oppure no (e allora, siatene ranno le varie "scuole". Si chiamerà "scuola" quella
certi, scatterà l'inesorabile sentenza). Tale aberrazio- che avrà individuato ed approntato tutti gli strumenti
ne è non soltanto incoraggiata, ma sistematicamente di conoscenza storica, di analisi musicale, di tecnica
posta alla base di una parte notevole della didattica di strumentale, atti a porre gli allievi in condizione di
oggi, al punto che ci si affida all'ascolto dei dischi eseguire tutto il repertorio, senza alcuna limitazione e
degli idoli scelti, invece che alla normale lettura dei senza alcun giudizio precostituito. È scuola quella
testi, per individuare i brani del proprio, futuro che conduce l'allievo all'affinamento delle sue capa-
repertorio: i dischi e i concerti di chitarra non sono cità e alla formulazione di propri orientamenti di
soltanto veicoli di comunicazione musicale per il repertorio e di giudizi autonomi e personali, sulla
pubblico che ama la musica, ma anche esposizioni di base di una lettura approfondita dei testi, non quella
"articoli" per chitarristi perennemente ali' erta e che travasa orientamenti e giudizi già confezionati
pronti a balzare su un pezzo che stuzzichi la loro (magari con astio) nella mente dell'allievo, usata
brama. come un recipiente. Non è impostazione, e tanto
meno scuola, quella che, trasmessa ad uno studente
Abbiamo così assistito alle scomuniche di intere di chitarra, gli permette di eseguire un autore mentre
epoche della storia della musica per chitarra, decreta- gliene inibisce altri dieci, giustificando tale distruttiva
te non già a conclusione di un processo di studio (nel privazione con studiate calunnie a carico degli autori
qual caso, pur dissentendo da siffatte conclusioni, ne banditi e degli interpreti e degli insegnanti che se ne
avremmo accettato la correttezza metodologica), ma occupano. Non stiamo, come Fernando Sor nel suo
soltanto in base a epidermiche incompatibilità tra un Metodo, scagliandoci contro immaginari nemici invi-
certo repertorio e la disponibilità di un genere di sibili ai lettori: le riviste di chitarra sono lì a
suono. documentare, in alcuni scritti del tutto folli, la
persistenza di atteggiamenti di incredibile ottusità.
Non intendiamo, con i nostri rilievi, indicare le
mancanze di un solo maestro, ma di una categoria di Ecco quindi questa storia della chitarra, che altro
chitarristi che hanno avuto e che hanno responsabili- non poteva essere, se non una storia della musica per
tà didattiche, eluse nel capovolgimento del rapporto chitarra, senza fotografie di maestri e di divi, ma con
musica-chitarra, là dove lo strumento, anziché servire le riproduzioni degli "incipit" di numerosi brani. Il
la musica ed il proprio repertorio, ha asservito questo nostro obiettivo didattico sarà raggiunto nel momen-
e quella in funzione di una limitatissima estetica to in cui gli studenti si sentiranno in diritto di leggere
senza vie d 'uscita e senza sviluppi. Così, "los nubar- tutto e in dovere di leggere bene: gli scrupoli della
rones" che continuano ad ottenebrare, ben più che gli ragione e della conoscenza non offenderanno, in
orizzonti della musica contemporanea, le menti di loro, la libertà di fantasticare e di cercare, nel mistero
tanti maestri di chitarra e dei loro allievi, hanno della chitarra, la rivelazione di indescrivibili forme
separato assurdamente molti chitarristi dal loro re- dello spirito.
pertorio, .che non è né immenso né sublime, ma
notevole e, in molti suoi aspetti, assai valido ed
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Non è pigrizia ma onestà quella che ci induce a L'autore desidera esprimere il suo ringraziamento al
rimandare il lettore desideroso di riscontrare specifi- collega Mario Dell' Ara, agli ex-allievi Marco De
camente gli argomenti trattati in questo libro alla Santi e Luigi Biscaldi, e all'amica Laura Frigerio;
consultazione del volume, già citato, di Werner grazie ai loro rilievi e suggerimenti, la forma è stata
Schwarz Guitar bibliography! Gitarre-Bibliographie in molti punti utilmente corretta e semplificata.
(pubblicato a Monaco da K.G. Saur nel 1984). Si
tratta di una classificazione organica di tutti gli scritti
sulla chitarra e, non essendo attualmente possibile
fare di meglio, una nostra ulteriore elencazione
assumerebbe l'inevitabile e poco lodevole aspetto di
una reiterazione selettiva dell'eccellente lavoro di
Schwarz.
Per quanto si riferisce alla catalogazione della musica
del novecento, segnaliamo l'elenco periodico - ag-
giornato semestralmente - di Vincenzo Pocci (via
Giuseppe Vanni 12 - 00166 Roma).
Una catalogazione completa di tutta la musica per
chitarra, comprendente il novecento, è stata effettua-
ta da Wolf Maser (Gitarre-Musik. Ein internationaler
Katalog, Amburgo 1985, Trekel-Verlag).
APPENDICE
Allo scopo di documentare la ricerca in atto nel ci è sembrato assai utile, e l' abbiamo richiesto a
campo dell'interpretazione musicale sulla chitarra, Lucio Matarazzo, con Mario Fragnito componente di
diamo spazio ad alcuni scritti di giovani concertisti uno dei migliori «duo» di chitarra oggi in attività.
italiani che, del repertorio moderno e contempora-
neo, sono campioni riconosciuti. Non intendiamo, Oltre alle testimonianze di interpreti che, nati nella
con ciò, presentare una nostra selezione (qui del tutto seconda metà degli anni cinquanta, sono già pervenu-
fuori luogo) di primi della classe ma, più significati- ti ad uno stadio di compiuta maturità, abbiamo
vamente, offrire ai lettori espressioni del pensiero di voluto includere tre scritti di concertisti ancora più
giovani interpreti che, nei confronti delle musiche del giovani, cioè nati negli anni sessanta: nella comune
novecento, hanno condotto un'opera di scavo, ben al profondità del loro impegno, è possibile cogliere i
di là della decifrazione e del lavorìo di apprendimen- segni della maturazione di nuove linee di ricerca
to meccanico e rnnemonico. interpretativa, che si tracciano nell'apparente cando-
re dell'articolo di Luigi Riscaldi sulla tecnica mecca-
I brevi scritti di Stefano Grondona - interprete assai nica, nell'aulica ricercatezza del «diario di viaggio »
profondo di Henze, come di altri autori contempora- attraverso il novecento chitarristico di Giovanni
nei - e di Marco De Santi - tra i massimi artefici Puddu e, con le dimensioni di un vero e proprio
della diffusione di numerosi, nuovi pezzi per chitarra saggio, nello scritto di Carlo Lo Presti, il quale si
- rivelano molto chiaramente, non soltanto quelle addentra nello studio di alcuni brani moderni e
caratteristiche di temperamento e di stile che contrad- contemporanei sviluppando un'indagine di tipo este-
distinguono le esecuzioni dei due giovani maestri, ma tico e psicologico attraverso un linguaggio di lacania-
(ciò che qui soprattutto importa) la tensione conosci- na complessità che, se risulterà inaccessibile ad
tiva che anima le loro letture. Anche un breve alcuni, apparirà invece ad altri nella sua preziosa
excursus nella musica per due chitarre del novecento capacità analitica.
202 - - - - - APPENDICE
LA MUSICA PER DUE CHITARRE co" per il suo rimanere ancorata a schemi tona/i e
NEL NOVECENTO strutturali molto semplici, di gradevole effetto, ad
dj Lucio Matarazzo autori più raffinati, come Castelnuovo-Tedesco che,
figlio della generazione dell'ottanta, usa forme ed
Il repertorio di musiche originali per due chitarre del armonie classiche in maniera originale, dando novità
secolo ventesimo conta ormai quasi quattrocento espressiva alla sua musica persino nelle rigide struttu-
titoli, e si è andato formando in maniera simile a re della fuga. Gli autori francesi, poi, hanno un
quello per chitarra sola. Infatti, salvo rare eccezioni, rapporto diverso con la tonalità e, nella loro ricerca
esso è stato scritto da autori che hanno operato in di uno svincolo dalla medesima, la fondono con altri
seguito alla richiesta più o meno diretta degli inter- elementi, come i ritmi e le armonie jazzistiche in
preti, i quali hanno man mano affiancato, nei loro Jolivet, o ne fanno un uso legato a momenti di
programmi, alla poca musica conosciuta dell'otto- grande esaltazione lirica, come in Lesur.
cento ed alle abili trascrizioni di Pujol, ciò che veniva
composto per loro. Nelle composizioni di Santorso/a scritte per il duo
Abreu viene abbandonato qualsiasi rapporto con la
Il primo, e da questo punto di vista senza dubbio il tonalità, e fa la sua comparsa la serie. Sia nelle due
più importante, duo stabile che abbia suscitato Sonate che nel Concerto, la serie iniziale dì dodici
l'interesse dei compositori, è stato quello formato da suoni viene enunciata e poi svolta con tutti i rovescia-
Ida Presti e da Alexandre Lagoya. Per loro, infatti, menti, i retrogradi, le suddivisioni in raggruppamenti
hanno scritto sia autori che già copiosamente aveva- accordali di tre o più suoni ("sonoridades"), gli
no rivolto la loro attenzione alla chitarra, come aggravamenti e le contrazioni ritmiche. Il risultato è
Joaqufn Rodrigo (Tonadilla, Concierto madrigal) e sorprendente. Nel Concerto, ad esempio, a dispetto
Mario Castelnuovo- Tedesco (Sonatina canonica, Les dì una struttura molto semplice, scolastica, la tensio-
guitares bien temperées, Fuga elegiaca, Concerto), sia ne ritmica, gli effetti sonori, gli impasti timbrici sono
compositori che non avevano ancora avuto contatti di una ricchezza entusiasmante.
con lo strumento oppure che avevano scritto pochis-
simo, come André Jolivet (Sérénade), Pierre Petit Anche nelle composizioni degli ultimi venti anni
(Tarantella, Toccata, Concerto), Louis Aubert (lm- troviamo vari stili compositivi. Abbiamo l 'uso dell'e-
provisation), Daniel-Lesur (Elegia), Amable Massis lemento folklorico, rivisitato con dotta ironia e con il
(Deux pièces), Pierre Wissmer (Prestilagoyana, Bar- senso di humour tipicamente anglosassone nelle com-
baresque). posizioni di Duarte, o rivissuto come intima esalta-
zione nel "tango" di Piazzo/la, o adoperato semplice-
Dopo la scomparsa di Ida Presti, il compito di mente come pretesto per divertirsi nel far musica
"ispiratore" è toccato al duo formato dai fratelli senza troppe pretese, come in Gnattali e in Mignone.
brasiliani Sergio ed Eduardo Abreu. Tra le composi- Anche se storicamente molto in ritardo, viene da
zioni a loro dedicate, spiccano quelle di Guido alcuni usato l'elemento aleatorio, sia in direzione
Santorso/a (Sonata, Concerto) e di Giuseppe Rosetta dell'effetto puro e semplice (come in alcune sezioni
(Sonata). Vi sono poi stati altri "duo" che hanno del brano di lbarrondo), sia come elemento portante
attirato l'attenzione dei compositori: ricordiamo il della struttura e soprattutto collegato alla gestualità,
duo Graciela Pomponìo-Jorge Martinez Zarate con l't<so dei battiti della mano e degli schiocchi delle
(Georges Migot: Sonata, Preludi), //se e Nicolas dita e della lingua, come in Per suonare a due di
Alfonso (Jean Absil: Contrastes), Lisa Zoi-Evangelos Brouwer.
Assimacopu/os (John W. Duarte: Greek suite, Dra-
gatakis, Lis-Va), Oscar Caceres-Turibio Santos (Leo Come si vede da questa pur breve panoramica, il
Brouwer: Per suonare a due), Ako Jto-Henry Dori- repertorio novecentesco di musiche per due chitarre è
gny (John W. Duarte: Suite française), sino ad tutt'altro che limitato. Essendovi una grande varietà
arrivare all'attualità, con i "duo " Bruck-Ross (La- di stili compositivi, vi è quindi anche una grande
chenmann: Salut fiir Caudwell), Assad (Piazzo/la: varietà di problemi di esecuzione. I principali sono
Tango suite; Mignone: Momento musical; Gnattali: quelli che investono il duo come formazione cameri-
Suite retratos), Horreaux-Trehard (/barrando: Pake- stica tesa al raggiungimento di un criterio espressivo
runtz; Chaynes: Dialogues; Tìsné: Ombra venezia- unico e quindi all'affinamento e all'equilibrio di tutti
na), e altri. Si può notare come vi sia spesso affinità quegli aspetti tecnici che lo sottendono: meccanica,
tra dedicatari e compositori: affinità di provenienza suono, fraseggio, intenzioni (in questo, il lavoro di
geografica ma anche, più in generale, affinità di un duo di chitarra è molto simile a quello di un
formazione culturale e musicale. Questo certamente quartetto d'archi).
ha condizionato il repertorio, anche se vi si può
comunque riscontrare una grande varietà. Osservando, sia pur sommariamente, le varie opere
che compongono il repertorio, possiamo notare come
Esaminando, ad esempio, le musiche dedicate al duo il grado di difficoltà muti spesso in relazione ai
Presti-Lagoya, passiamo dalle composizioni di Ro- contenuti musicali. Nell'interpretazione della musica
drigo, che potremmo definire "musica per il pubbli- di Rodrigo, ad esempio, pur essendo indispensabili
-
LA MUSICA PER DUE CHITARRE NEL NOVECENTO 205
tutti i requisiti del buon fraseggio e del bel suono, è dalle mani sinistre e sono in notazione, mentre gli
preminente l'aspetto meccanico del virtuosismo (non altri due sono intavolature per le mani destre; a
a caso la Tonadilla è uno dei pezzi più eseguiti ed questi, si aggiunge, nella sezione centrale, un testo da
incisi!); anche quando il materiale !ematico non è di recitare. Difficoltà quindi di "montaggio" e di pro-
invenzione dell'autore, come nel Concierto madrigal, duzione univoca di particolari effetti: in questo
esso viene sviluppato in tal senso. Il lavoro del duo brano, davvero fuori del comune, non vi è un solo
viene quindi orientato più verso lo sviluppo di una suono "normale". L 'elemento aleatorio, infine, può
tecnica meccanica individuale che verso quello di una essere reso solo se fra i componenti del duo viene
tecnica di formazione. raggiunta un 'intesa tale da permettere un completo e
costante controllo, da parte di ciascuno dei due
La musica di Castelnuovo- Tedesco è invece un vero chitarristi, sull'insieme dell'esecuzione.
banco di prova per il duo. Essendo presente in gran
parte di essa la forma canonica, la ricerca timbrica ed Come si vede, sono varie e molteplici le difficoltà che
il timbro in generale possono essere visti quali mezzi questo repertorio pone, soprattutto in relazione ai
di rivelazione della forma stessa, e contribuire al diversi stili delle composizioni. Tuttavia, nessun
risalto della espressiva cantabilità di questa musica, compositore si è finora preoccupato di studiare a
anche nello sviluppo della fuga. Inoltre, soltanto un fondo le possibilità sonore del duo e soprattutto le
uso sapiente del timbro può controbilanciare una sue potenzialità di insieme. Gran parte del repertorio
suddivisione strumentale spesso ostica ed in alcuni è stata scritta con il criterio di affidare le proprie idee
casi addirittura sbagliata. musicali a due chitarre, senza cercare di individuare e
di sfruttare le possibilità peculiari che questo insieme
Nella dodecafonia di Santorso/a l'equilibrio fra le offre. Per chiarire questo concetto, basta fare riferi-
due chitarre dev'essere assoluto. Il criterio imitativo mento allo sviluppo della letteratura per quartetto
qui è applicato in modo totale e non vi è mai d'archi: da Haydn e Mozart a Beethoven, Brahms e
predominanza di una chitarra sull'altra: la difficoltà fino a Schonberg e Webern, gli autori si sono ben
consiste quindi nella ricerca di una parità perfetta tra guardati dal considerare il quartetto come semplice
i due strumenti, che debbono tuttavia differenziarsi somma di due violini, viola e violoncello. Ciò non si è
per non cadere nella monotonia. verificato per il duo di chitarra, e soltanto in alcuni
casi si possono avvertire situazioni che raggiungono
Altri aspetti di difficoltà sono da sottolineare nella una specificità "duochitarristica". L 'unico autore, in
musica che si sgancia completamente dalla tonalità. verità, che sia riuscito in questo intento, è quel tale
Alcune di tali difficoltà sono insite anche nella Mauro Giuliani la cui musica per due chitarre,
semplice decifrazione del testo. In Salut fiir Caudwell purtroppo poca, non è altrimenti eseguibile se non,
di Lachenmann, ad esempio, la musica è scritta su per l'appunto, con due chitarre.
quattro righi: due rappresentano le posizioni prese
206 APPENDICE
2
à ILSE et NICOLAS ALFONSO
CONTRASTES
pour deux guitares
op. 143
Diteggiatura di NICOLAS ALFONSO JEAN ABSIL
(19~0)
I CANTILÈNE l
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Proprietà per tutti i paesi delle Edizioni Musicali BÈRBEN - Ancona (Italy).
@ Copyright 1971 by Edizioni Musicali BÈRBEN - Ancona.
Tutti i diritti riservati a tc·rmini di legge. E. 1528 B.
LA MUSICA PER DUE CIDTARRE NEL NOVECENTO 207
2
SUITE FRANçAISE
Op. 61 (1974)
pour d eux guitares
Diteggiatura di
AKO ITO e HENRY DORIGNY JOHN W. DUARTE
I- BRUNETTE
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Proprietà per tutti i paesi d elle Edizioni Musieali BÈRBEN - Ancona (I taly).
© Copyright 1979 by Edizioni Musicali BÈRBE..'i - Ancona.
Tutti j diritti riservati a termini di legge. E. 22011 B.
208 APPENDICE
3
TANGO SUITE
para duo de guitarras
(1984)
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a SERGIO e EDUARDO ABREU
SONATA
per due chitarre
(1971)
Diteggiatura di SERGIO ABREU GIUSEPPE ROSETTA
Allegro J =112
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Proprietà per tutti i paesi delle Edizioni Musicali BÈRBEN - Ancona (Jtaly).
@) Copyright 1975 by Edizioni Musicali BÈRBEN - Ancona.
Tutti i diritti riservati a termini di legge. E. :!046 B.
210 APPENDICE
a SltRGJU )' EDUARDO ABREU, intérpretes ideales de mis Sonatas, )' excelentes amigos 3
i SONORIDADES , 9 G9 l
SONATA N. 2
para dos guitarras
Digitada por Sf:RGIO ABREU GUIDO SANTORSOLA
(Montevideo, setìembre 1969)
(Rcferencias de timbri ca y per~usjòn en la Ultima pilgina. sugeridas por Abel Carlcvaro).
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INTRODUCCION
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LA MUSICA PER DUE CHITARRE NEL NOVECENTO 211
PRESTILAGOYANA
pour deux guitares
PIERRE WISSMER
(1969)
Allegro J:168
Pizz.
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@ Copyright 1972 by Edizioni Musicali BÈRBEN - Ancona.
Tutti i diritti riservati a termini di legge. E. 1651 B.
212 APPENDICE
Il medesimo "feedback, di presa sul pubblico, unito strumento. Perciò linee agili e ben definite, armonia
però ad un coinvolgimento ancora più sensibile per sobria ed affrancata dalle rigidezze della serialità,
una chitarra che arriva ad effondersi, ad esorbitare corrispondenti - è ancora Chailly a parlare - «alla
dalle categorie più consuete dello spazio diastematico natura fisica dello strumento, alla sua cordialità
per evocare atmosfere che potremmo definire "preco- naturale, alla sua tenerezza, e diciamo pure alla sua
lombiane", è esercitato dai Three pieces di Carlos sognante malinconia». Ad ogni buon conto, è musica
Chdvez. Questi brevi componimenti, difatti, anche se capace - dal mio angolo visuale - di creare in sala
il gusto idiomatico che li sottende è - avviso del una temperie contesta di assorta contemplazione e di
tutto personale - meno referenzialmente centrato cheta sospensione, per quanto demitizzante piuttosto
rispetto all'op. 64 di Takdcs, hanno da subito che religiosa.
insinuato in me una volontà, come dire, di certame,
di sfida (riverberantesi tra l'altro sulla rapidità degli Di tutt'altra natura la posizione di Angelo Gilardino,
stacchi di tempo che ho eletto), conforme, mi pare, che ha negli ultimi anni fatto uscire dall'alveo della
alla polarità dialettica instaurata dal maestro messi- sua strabordante vena ispirativa (gli Studi di virtuosi-
cono tra l'oggettività "primitiva, della materia sono- tà e di trascendenza giunti al numero 48, che non è
ra, così scabra, ed il modernissimo anelito all'espan- "dies ad quem", sono lì ad attestarla) due lavori
sione dei registri (in special misura quelli dinamici e sonatistici, nel 1985 il primo, nell'anno successivo il
timbrico-articolatorf) della chitarra, che s'è veduta secondo. Il presupposto creativo del maestro piemon-
omaggiata di così intriganti gioielli. tese può reperirsi in una sua assai incisiva enunciazio-
ne, che mi piace riportare qui di seguito: «La forma-
Quello sforzo investigativo cui alludevo in preceden- sonata non nasce oggi dall'uomo, ma dalla memoria
za e che investe le modalità ed il senso della dei suoi relitti: essa, come struttura della mente e
sopravvivenza delle forme classiche nel ventesimo nozione dello spirito , è tuttavia ottimamente esprimi-
secolo, non poteva non portarmi ad erigere la forma- bile sullo strumento in modo vivente, potrei dire
sonata ad oggetto di riflessione in certo senso premi- carnale.»
nente. Non esiste probabilmente per un compositore
oggi terreno di confronto più accidentato ed imper- "Sonate", dunque, come prodotti saggistici "mirati"
vio, e l'eterogeneità dei risultati creativi che hanno (il richiamo alla Sonata in si minore di Liszt a petto
avuto luogo nel nostro secolo (basti rammentare, delle Sonate per pianoforte a lui antecedenti può
inter alias, Prokoj'ev, Poulenc, Webern, Ghedini) essere calzante), a dimostrare che l'angoscioso pro-
testimonia incontrovertibilmente dell'ambiguità con- blema del tematismo si può ancora affrontare sulla
sentanea all"'in sé" dell'architettura sonatistica. chitarra con la massima specificità di scrittura e non
già a prezzo di questa specificità.
Ho studiato ed eseguito in concerto le più significati-
ve Sonate scritte per Segovia (Ponce, Castelnuovo- La Sonata n. l (della quale meglio posso dar conto
Tedesco, Manén), quanto quelle del dopo-Segovia, essendo stato uno dei primi a misurarmici in sede
come le due del ciclo shakespeariano di Henze, che concertistica), nella monumentalità dei suoi quattro
sono tra quelle ad un tempo più "nominalistiche" e movimenti della durata complessiva di quasi mezz'o-
purtuttavia conscie delle valenze implicitamente ra - e quanto sudore costano i due tempi estremi,
drammaturgiche della forma-sonata intesa come "af- non eseguibili senza indefettibife vigilanza! - non
fabulazione in musica,. deve però rendere proclivi a considerare il gesto di
Gilardino come corollario di un'affetta astensione
Una via d'approccio alla questione che ne è in pari delle sue facoltà di signoreggiamento della forma. Di
tempo elusione - giacché non va al di là del nesso contro, trovo che nella Sonata n. l l'imperioso
meramente onomasiologico con la forma-sonata - è dispiegarsi delle strutture retoriche (gl'incastri del
il lavoro, risalente al 1976, di Luciano Chailly. La meccanismo fraseologico, gli snodi delle architetture,
sua Sonata rifugge da ogni intendimento di magnilo- degli aggetti sonori così ossequenti verso le norme di
quenza e di virtuosismo ed obbedisce piuttosto alla simmetria) restituisca alla fine dei conti un magistrale
natura del suo estensore, che ne ha fatto - sono effetto di straniamento: quelle medesime strutture
parole sue - «una composizione intima e castigata, altro non sono se non fantasmi, automi dell'immagi-
perché articolata su quattro forme classiche: il prelu- nario che l'autore ha introiettato e che fa scendere in
dio, il valzer lento, il notturno e lo studio ». Questa campo in quell"'allegro marziale" (primo tempo) che
organizzazione traluce per avventura un omaggio a "marcia" si è, ma di marionette.
Chopin? Forse, ma anche nell'ipotesi in cui trattisi di
coincidenza, permarrebbe indicativa, in quanto le Sento di non dovermi qui dilungare nel tentativo di
forme poste in giuoco da Chailly sono per l'appunto rintracciare ascendenze per il "sound" di Gilardino
quelle dell'intimità e della compostezza. Mi sembra (Stravinskij, Bart6k, certo Debussy?), il quale è
palmare come il compositore ferrarese avverta, nel- quanto mai personale: quello che mi preme, in ultima
l'atto di scrivere per chitarra, la necessità di scarni/i- istanza, rimarcare, è che ci troviamo dinnanzi ad una
care il suo idioletto per sottometter/o ad una partico- complessa figura di musicista che vede «l'arte come
lare interpretazione delle qualità espressive dello apoteosi della solitudine» (Beckett).
NOTE SU ALCUNI PEZZI CONTEMPORANEI PER
.-=--=C='Hl:..:..:
TA=RRA:.==-_ _ _ ----- 215
A Luigi Biscaldi 3
SONATA N. l
per chitarra
(OMAGGIO AD ANTONIO FOl'\TANESI)
Diteggiatura dell'autore ANGELO GILARDINO
(1985)
I
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E. 21121 n.
pa sui dati sperimentali dell'ascolto de La puerta del batt. 35 (una variante del dondolio mi-la) che non è
vino, nel suo libro Les écritures du temps, e poi l'inizio di una nuova sezione, ma la conseguenza
notare i punti di distacco che intervengono neii'Ho- della precedente, che si salda con B. B è quindi un
menaje. In Debussy «le rotture, i contrasti o l'immo- episodio chiuso in una struttura circolare. La terza
bilizzazione progressiva del divenire giustappongono sequenza è la più complessa e misteriosa dell'opera:
e spezzettano ... ricentrando la percezione, separando strutturata su tre piani, combina le due versioni
le zone temporali e rinforzando il peso psicologico dell'inciso-base (si-do-si-la-si nella voce centrale; fa-
delle segmentazioni. (... ) C'è reminiscenza, assimila- mi in note lunghe nella voce superiore che passa alla
zione puntuale e parcellare, che non unificano zone voce media, fa-mi-fa-sol-la bemolle-sol-fa). Questa
temporali più o meno ampie, ma costruiscono una sezione non porta in realtà alla ripresa; solo la
rete di rimandi tra elementi brevi e isolati.» L 'inizio ripetizione per tre volte consecutive dell'inciso-base
dell'opera mostra, soprattutto al primo ascolto, già isolato crea un 'impressione d'immobilità, ma non di
un 'opposizione fondamentale presentata di colpo, tensione verso il ritorno dell'inizio. In questa sezione
che concentra su di sé l'attenzione, dando l'impres- invece troviamo una relazione di "eco sonora" fra i
sione che non si evolverà nel corso del brano. Infatti due temi (che sono in rapporto speculare tra di loro);
l'evoluzione del brano non è quella !ematica, che l'eco sonora è riportata da Imberty ad una percezione
possiamo seguire sulla partitura, perché Debussy del tempo propria dello stadio del "tempo transizio-
opera un "décalage", uno sfalsamento tra la struttura nale": « tempo al passato, rinviato al passato, tronca-
!ematica e la struttura del tempo, sfalsando cioè to da ogni avvenire, tempo senza vuoto angosciante,
l'evoluzione dei temi e l'evoluzione dei contrasti e senza orizzonte futuro di morte».
delle rotture dinamiche. Questa non-coincidenza dei
differenti piani, che si combinano in sovrapposizioni, Dopo questa momentanea composizione delle scissio-
divisioni, inserzioni accidentali e reminiscenze, costi- ni la parte successiva apparirà piuttosto come una
tuisce il vero punto di rottura che separa Debussy da coda che come un ritorno - impossibile - all'inizio
tutta la musica precedente. Il tempo della musica di e in essa si inseriranno per montaggio altre sezioni,
Debussy immobilizza o spezza il flusso del tempo, come per citazione (non stupisce quindi quella da La
che si disgrega in una successione separata di istanti. soirée dans Grenade). «Molte code sono costruite
così, con l'irruzione improvvisa di un tema sospeso
Ritroviamo tutto questo neii'Homenaje: l'opposizio- su una armonia immobile di tonalità differente,
ne di due elementi contrastanti subito all'inizio, nel ricordo che sale da un lontano passato e che non
quale viene fissata una corda di recita, contraddetta chiude la forma riportandola al suo punto di parten-
dalla perentoria risposta strumentale. Per leggere lo za, ma semplicemente la ferma in una sorta di istante
sfasamento tra evoluzione !ematica ed evoluzione dei eternizzato ... producendo un'impressione di nostal-
contrasti dinamici si rende necessaria un'analisi più gia complessa, di fuga dal tempo, di disgregazione e
puntuale della parte centrale (batt. 30-48). Infatti la di annullamento.»
trama di tutto il brano è intessuta dall'inciso fa-mi,
sostenuto dal dondolio dei bassi mi-la (l'inciso è Imberty interpreta l'esperienza del tempo nella musi-
proiettato su tutti e tre i piani lungo i quali si ca di Debussy come un regresso ad un tempo arcaico,
sviluppa la struttura musicale: in sovrapposizione, segnato dalla presenza della morte, nel quale domina
batt. 8; smembrato tra due piani, nella cinquina di la reminiscenza, intesa come un'«eco di cui il legame
batt. 2 e a batt. l l; trasportato solo nelle voci con la sua fonte sonora originaria, il suo modello
interne, da batt. 19 a batt. 30: re-do diesis, batt. 20- compiuto e passato, è stato attaccato e distrutto».
21 e 22-24; fa diesis- sol, batt. 24}. Da batt. 30 inizia Ma poiché i suoni non appaiono controllabili, visto
una nuova fase nell'elaborazione motivica. L 'inciso- che non mostrano alcun contatto immediato con una
base passa nel basso con una scansione molto ampia, qualche parte del corpo, «la difficoltà di attaccare
accumulando tensione, appare invertito in si-do sulla degli oggetti senza realtà sostanziale propria sposta
stessa scansione ritmica nella sezione B del brano, poi l'odio distruttore primario contro le funzioni psichi-
come fa-mi, in versione ritmicamente molto dilatata, che in grado di percepire tali oggetti. La distruzione e
a batt. 43-44, nella fascia superiore. Abbiamo quindi lo spezzettamento riguardano allora le sensazioni, le
tre sequenze contrastanti collegate dal progressivo percezioni, il linguaggio ... il legame (Bio n) di comu-
dissolvimento dell'inciso-base. L 'evoluzione dinami- nicazione. »; l'ascolto è attaccato e distrutto. Proprio
ca è in contrasto con lo svolgimento dell'inciso ed è a partire da questo punto possiamo notare ciò che di
fondata su un uso incrociato dei parametri, che diverso da questo modello ci si presenta nell'Home-
ritroviamo da batt. 30, tra staticità (pp) e accumulo naje, cioè l'irruzione della voce, che rende possibile
di tensione dato dalla duplicazione (parametro dina- accanto alla disgregazione dei legami comunicativi di
mico-parametro metrico). La batt. 33 è un 'anticipa- Debussy il formarsi effimero di un eco sonora" che
H<
zione della sequenza B successiva, slegata dal conte- modifica la posizione dell'esecutore-interprete.
sto e rientrante quindi in una logica di contraddizio-
ne; questa inserzione può essere considerata come un L 'Homenaje è infatti basato anche sui modi del
falso indizio che, nuovamente per contrasto, rafforza "conte jondo", dal quale trae l'uso di ripetizioni
la crescita dinamica dall'accordo arpeggiato di batt. quasi incantatorie dal carattere rituale e il clima di
32 all'accordo strappato di batt. 34. Anche il punto ombra notturna. Ci troviamo quindi di fronte ad un
culminante di questo accordo è sfalsato, poiché non è uso della voce che rimanda nuovamente ad un tempo
nient'altro che il violento "levare" di un appoggio psicologico arcaico, ma che è vissuto e comunicato
che manca. La forza accumulata dà vita alla scala di come manifestazione del proprio corpo; «nella sede
218 APPENDICE
del significante ove il soggetto può essere inteso, il Nell'autunno precedente Britten aveva composto i
movimento del corpo è innanzitutto quello da cui Songs from the Chinese op. 58, nei quali i movimenti
prende origine la voce» (Barthes). Il corpo si esprime lenti, The old Iute e Depression, preannunciano gran
in musica tramite il gesto: «Bisogna anche non parte dello sviluppo seguente della scrittura per
dimenticare che questi gesti sono presenti anche chitarra. La scrittura chitarristica nasce da una
nell'attività di chi, senza produrla, ascolta la musica convergenza fra dimensione vocale e dimensione
e partecipa a una pratica musicale; il fenomeno puramente strumentale, che spesso non viene comple-
dell "'orecchio doppio" si riproduce a tutti i livelli: tamente sciolta: è quanto accade nel recente concerto
ascoltare una voce, un ritmo, un suono strumentale, con chitarra di Henze, scritto sul testo di Morike An
è ritrovare, forse anche solo parzialmente o allusiva- eine Aeolsharfe («Angelehnt an die Efeuwand .... »
mente, i gesti che li hanno prodotti.» (Molino). «Appoggiata alla parete coperta d'edera di questa
antica terrazza, tu arpa di una musa nata dall'aria,
Ne//'Homenaje passa dal "conte jondo" anche un 'al- misterioso vibrare di corde .... . »), dove la chitarra
tra caratteristica, quella dell'assenza di proprietà esegue una parte che potrebbe essere la linea vocale
figurativa. «<l cante jondo canta sempre di notte. del testo, che rimane come una struttura profonda
Non ha né mattino, né sera, né montagne, né dell'opera (il Lied e il richiamo a Schubert con il
pianure. Ha soltanto la notte, un'ampia notte di Liindler accennato nell'ultimo movimento sono sem-
stelle profonde. Tutto il resto gli è superfluo. È un pre sullo sfondo).
canto senza paesaggio e per questo concentrato in se
stesso e terribile in mezzo all'ombra.» (Loreo). Lo stesso Henze ci dà una traccia di lettura della
Kammermusik in due testi: le note di presentazione
Ora che abbiamo focalizzato i due problemi della per la prima esecuzione e i riferimenti contenuti
presenza della voce e dell'assenza di proprietà figura- nell'intervista-autobiografia pubblicata nel libro
tive nell'Homenaje, possiamo passare ad affrontare stampato a Torino in occasione di Settembre musica
questi stessi elementi in un altro momento inaugurale 1986, dedicato al compositore: «I dodici movimenti
della musica per chitarra, la Kammermusik 1958 di della mia "Kammermusik 1958" sono legati per
Hans Werner Henze, nel quale si definisce invece il forma e per configurazione alla struttura del fram-
potere di impressione visiva, propria a gran parte mento di Holderlin. Segni musicali si trasformano
della successiva musica per chitarra del novecento. seguendo la parola del poeta. Lasciandosi trasportare
dal pensiero di Holderlin essi presentano questo
Anche nel caso della Kammermusik 1958 di Henze ci pensiero. E persistendo, crescendo o cessando tra
troviamo di fronte ad un intreccio di relazioni e di immagini sonore ("lm Verharren, im Anschwellen
interscambi tra autori diversi. Infatti Britten compo- oder im Schweigen zwischen Klangbildern"), la musi-
ne nello stesso periodo i Sechs Holderlin-Fragmente ca ingrandisce, illumina con più forza o mette in
op. 61, dedicati al principe Ludwig di Hesse ed risalto. Mentre la poesia si serve della musica come di
eseguiti in occasione del suo cinquantesimo com- un lettore, la musica si serve della poesia come di un
pleanno il 20 novembre 1958; la Kammermusik, interprete concertante. Il silenzio si esprime nei
commissionata da Radio Amburgo, fu eseguita per la passaggi calmi della chitarra nei "Tentos" spagnoli,
prima volta il 26 novembre dello stesso anno. nei quali nascono e echeggiano le idee principali della
composizione.». Nell'intervista Henze afferma di
Gli Holderlin-Fragmente di Britten contengono alcu- aver voluto utilizzare un "sestetto classico schubertia-
ne pagine altissime: in particolare l'ultimo, su uno no" all'interno del quale la chitarra è «una presenza
dei frammenti più tardi (aprile 1812), Die Linien des che si spiega con la struttura di questo inno di
Lebens («Le linee della vita sono diverse/ come vie Holderlin. Ci sono sviluppi tematici fra questi piccoli
sono e come crinali dei monti ... »), costruito su un "Tentos" della chitarra, che sono dei nuclei per
grandioso "climax" di linee che figurativamente si quegli elementi che poi vengono elaborati e sviluppa-
aggregano per quinte, per poi espandersi fino ad ti... come immagini che partono da una realtà
occupare tutto il campo visivo, mentre la voce poetica.».
declama sommessamente l'inizio del testo. Questi
tratti si ricollegano esplicitamente all'ultimo Schubert E appunto nel testo di Ho/der/in è necessario cercare i
- quello di Der Doppelganger su testo di Heine; germi della dimensione comunicativa inaugurata da
nella crescita dei gradi al basso sui versi del riconosci- Henze sulla chitarra.
mento, «Du Doppelgiinger, du bleicher Geselle», che
fissa anche un luogo della coscienza della comunica-
zione del Lied: «L'interlocutore del Lied è il doppio In lieblicher Bliiue ...
- il mio Doppio, è Narciso: doppio alterato, preso
nella scena angosciosa dello specchio incrinato, come Nel soave azzurro fiorisce con il tetto di metallo il campanile.
A questo intorno aleggiano stridi di rondini,
viene espresso nell'indimenticabile "Der Doppelgiin- questo circonda l'azzurro più commovente.
ger" di Schubert» (Barthes) - per proiettar/o su Il sole passa sopra alto e colora la lamiera,
Henze e forse ancora sul secondo dei tardi Lieder, su ma nel silenzio, su nel vento, cigola la banderuola.
testi di Blok, di Sostakovic (ma di Sostakovic il terzo Quando qualcuno scende quelle scale sotto la campana,
una quieta vita è quella, perché,
movimento del trio per pianoforte, violino e violon- quando la forma è così tanto distaccata,
cello del 1944 è già una riscrittura di quel Lied). ne vien fuori poi la plasmabilità dell'uomo.
YOCE E OJMENSIONE IMMAGINALE NELLA MUSICA PER CHITARRA DEL NOVECENTO 219
Le finestre, dalle quali risuonano le campane, sono, Il testo dell'inno In lieblicher Blaue apparve in un
per bellezza, come porte. Infatti, poiché le porte
sono secondo natura, hanno somiglianza
romanzo di Wilhelm Waiblinger, Phaton, nel quale è
con gli alberi della foresta. attribuito ad un poeta pazzo, del quale Holderlin
Dal cuore della diversità nasce uno spirito severo. costituì il modello; il testo è oggi espunto dall'edizio-
Così semplici sono le immagini, così sacre, ne critica delle sue opere, curata dal Beissner. In esso
che si teme realmente spesso di descriverle.
Ma i celesti, che sempre sono buoni, tutto
si esprime una tensione conoscitiva portata al massi-
in una volta, come i ricchi, hanno, virtù e gioia. mo; Heidegger ritorna spesso, nella seconda fase
Questo l'uomo può imitare. Quando solo fatica è la vita, della sua filosofia, ad interrogare alcuni versi di
può un uomo levare lo sguardo in alto e dire: questo inno: «Voli Verdienst, aber dichterisch woh-
voglio essere anch'io così? Sì. net der Mensch auf dieser Erde» («Pieno di merito,
Finché la serenità, quella pura, dura ancora nel cuore,
non infelicemente si misura l' uomo con la divinità. ma poeticamente abita l'uomo su questa terra»).
È sconosciuto Dio? È manifesto come il cielo? Tutto l'inno può essere letto come una ricerca di
Questo io credo piuttosto. È la misura dell'uomo. decifrazione della "visibilità" del mondo. «Una quie-
Ricco di merito, ma poeticamente, abita ta vita è quella perché, quando la forma è così tanto
l'uomo su questa terra. Però più pura non è
l'ombra della notte con le stelle, se così potessi dire, distaccata, ne vien fuori la plasmabilità dell'uomo»:
dell'uomo, che è chiamato un'immagine della divinità. la visione ci dà in casi particolari la percezione della
plasmabilità dell'uomo, della sua bellezza pura (pu-
Esiste una misura sulla terra? Non ve n'è alcuna.
Poiché i mondi del creatore mai hanno arrestato
rezza è anche bellezza), attratta e concentrata nella
il corso del tuono. Anche un fiore è bello sua forma sensibile. La visione del campanile, del-
perché fiorisce sotto il sole. l 'uomo che scende le scale, delle finestre del campani-
Trova l'occhio spesso nella vita esseri che sarebbero le, il ruscello, lo specchio, l'ossessiva immagine
molto più belli da nominare dei fiori. Oh, questo lo so bene,
sanguinare nel corpo e nel cuore
dell'occhio, che trae a sé il mito di Edipo, punito per
e non essere più del tutto, piace forse a Dio? aver voluto troppo vedere la verità, sono tutti indici
L'anima deve però, come io credo, rimanere pura, del paradigma della vista, che coinvolgono anche, in
se no raggiunge la Potenza sulle ali l'aquila scarti improvvisi, visioni cosmico-astrali (la cometa,
con l'encomio del suo canto e con la voce
di così tanti uccelli. È l'essenza, è la forma.
l'occhio della divinità, l'orbita).
Tu bel ruscelletto, tu sembri commovente,
mentre scorri così limpido, come l'occhio della divinità Nel testo di Holderlin questi temi, o meglio queste
attraverso la Via Lattea. lo ti conosco bene, immagini, circolano e riemergono lungo il fluire della
ma lagrime sgorgano dall'occhio. Una vita serena vedo
nelle forme della creazione intorno a me fiorire,
poesia: questo sviluppo rapsodico e quasi musicale
ché io la paragono non a torto alle colombe solitarie nel cimitero. disorienta la comprensione, ma tiene fermo /'«imma-
n riso degli uomini però sembra affliggermi, perché io ho un ginario testuale» (Serpieri) dell'inno, cioè il residuo
cuore. inconscio di immagini sottostanti al testo. E sono
Vorrei essere una cometa? Io credo.
proprio gli elementi di questo repertorio dell'immagi-
Poiché hanno la rapidità degli uccelli; fioriscono di fuoco nario testuale, che passano nei Tentos e li trasforma-
e sono come fanciulli, nella loro purezza. no, nel rapporto con il testo, da possibili brani
Augurare cosa più grande non può la natura dell'uomo ardire. rappresentativi, in "agglomerati figurali", che scandi-
La serenità delle virtù merita anche
di essere lodata dallo spirito grave, che spira
scono la forma della Kammermusik.
tra le tre colonne del giardino.
Una bella vergine deve coronare il capo Il sostrato immaginario di questi Tentos è quindi
con fiori di mirto, perché essa è semplice nella sua essenza visivo, e richiede alla chitarra non di evocare elementi
e nel suo sentimento. Ma i mirti sono in Grecia.
del testo, ma di "insistere" sulla frattura che separa
Quando qualcuno, un uomo, guarda nello specchio significante e significato (il "silenzio" fra "immagini
e vi vede dentro la sua immagine come dipinta: sonore" che crescono, illuminano il testo). Diamo
essa assomiglia a quest'uomo. Occhi una rapida lettura dei Tentos.
ha l'immagine dell'uomo, a l contrario la luna ha luce .
n re Edipo ha un occhio di troppo, forse.
Questi dolori di quest'uomo appaiono indescrivibili, Il primo si riferisce ai versi « Du schones Bachlein ... »
inesprimibili, indicibili. Se il teatro («Tu bel ruscelletto»). Un'immagine d'acque è so-
rappresenta una tale sofferenza, ciò viene da questo motivo. vrapposta ad una ardita immagine astrale (l'occhio
Ma com'è che io penso a te, ora?
Come ruscelli versò là mi travolge la fine di qualcosa,
della divinità attraverso la Via Lattea). Il Tentos è un
che si estende come l'Asia. Naturalmente questo dolore momento statico, un "eterno ritorno" degli stessi
l'ha Edipo. Naturalmente esso esiste per questo. incisi, in un fluire-rifluire di sonorità sempre più
Ha sofferto anche Ercole? Certo. I Dioscuri, lontane (gli armonici, i sottili arabeschi), fino all'al-
nella loro amicizia, non hanno forse sopportato pure dolori? lontanarsi dell'immagine (le colombe sole sul cimite-
Perché lottare, come Ercole, con Dio, questo è dolore.
Ma partecipare dell'immortalità ro attorno alla chiesa, dalla quale ha preso avvio
entro l'invidia di questa vita, è anche un dolore. l'inno, è un 'immagine che segna un ripiegarsi della
Però è anche dolore quando un uomo, d'estate, vista sulle immagini vicine, dal ruscelletto al cimitero,
è coperto d'efelidi. Essere coperto completamente in tensione con le immagini cosmiche: la Via Lattea,
di tali macchie. Questo arreca il bel sole,
perché esso tira su ogni cosa. I giovani la cometa).
li attrae l'orbita, con il fascino dei suoi raggi,
come con rose. Così appaiono i dolori che ha sofferto Edipo, Anche nel secondo Tentos domina lo sguardo: «Es
come quando un povero si lamenta che qualcosa gli manchi.
Figlio di Laio, povero straniero in Grecia.
findet das Aug oft ... . » («Trova l'occhio spesso nella
Vita è morte e morte è anche una vita. vita esseri ... »). Ma subito compaiono immagini di
lacerazione: « Denn zu bluten an Gesta!t und
(traduzione di Carlo Lo Presti) Herz ... » («Sanguinare nel corpo e nel cuore ... »).
220 APPENDICE
Compare poi la figura, ·cara a Pindaro e a Holderlin, come attacco alla cultura "retinica" e che porta a
dell'aquila. Il Tentos rende sensibile questa moltepli- concepire il "mundus imaginalis" ricercato da quella
cità d'immagini, anche in contrasto e in sovrapposi- corrente sotterranea di pensiero che è la gnosi.
zione fra loro. Nel finale, risuona un canto imperio-
so: «Der Adler mit lobendem Gesange und der Il "vedere" dell'inno di Ho/der/in sfiora la dimensio-
Stimme so vieler Vogel» (« L'aquila con l'encomio ne dell'icona: per definire lo spazio iconico Floren-
del suo canto e con la voce di così tanti uccelli »). skij ricorre all'immagine della forza del magnete.
Attraverso la finestra dell'icona («Le finestre sono ...
Il terzo Tentos, che illumina l'eterna ambivalenza tra per bellezza, come porte»; «Apritemi le porte» canta
vita e morte, gioia e dolore, che percorre tutto l'inno, l'icona... «Ai nostri occhi festanti [... ]come attraver-
racchiude la "redenzione laica" di Edipo, già presente so finestre» [Cabasilasj e in relazione al Prometeo
ne/l'Edipo a Colono di Sofocle, e la immerge in un Luigi Nono afferma: «San Lorenzo ha porte e
mondo acquatico, con un canto inframmezzato da un finestre nette e aperte»), un vortice si crea che astrae
fruscio d'acque, che ricorda Debussy. L 'acqua, infat- ogni cosa nell'invisibile. Ma anche per Novalis «tutto
ti, è in Debussy « una immagine archetipica e mita- il visibile è attaccato all'invisibile, l'udibile all' inudi-
smatica fondamentale» (lmberty), in grado di coprire bile, il sensibile a ciò che non può essere sentito.
con la sua trama inconscia le valenze della morte e Forse il pensabile all'impensabile. » (Fram. 1720) e
della vita secondo lo schema: morte origina- noi possiamo percepire ciò tramite /'"intelletto fanta-
ria= acqua stagnante; vita = acqua chiara; morte co- stico", che ci porta a scoprire un mondo nuovo, il
smogonica= acqua tempestosa. luogo medio di un «"fluttuare tra estremi" che è
necessario unire e dividere. Da questo punto lumino-
Nel primo e nel terzo Tentos di Henze l'acqua, so della fluttuazione scaturisce ogni realtà - in esso è
significativamente, è quella associata alla vita, come contenuto tutto - oggetto e soggetto sono per
acqua chiara, che rimanda alla luce (Imberty), quindi esso.». Su queste concezioni novalisiane agisce l'anti-
nuovamente collegata con l'esperienza della visione. ca tradizione gnostica dell 'esistenza di un "mundus
Lo dimostra nel modo più chiaro la sezione immedia- imaginalis" che ha una posizione mediana o mediatri-
tamente precedente al terzo Tentos, «Wenn einer in ce tra il mondo intelligibile e il mondo sensibile, nel
den Spiegel siehet», nel quale la chitarra suggerisce la quale «le forme sensibili vengono dematerializzate e
superficie dello stagno nel quale Narciso (l'uomo di d'altra parte le forme intellettuali si immaginalizzano
fronte all'esperienza della propria immagine nello e assumono "figura e dimensione"; la "forma imma-
specchio, che gli rimanda il suo sguardo, e non luce, ginale" è al contempo "forma percepita e organo
come la luna riflessa nello specchio) scopre i propri della percezione".» (Corbin, cit. in Re/la).
lineamenti. «Vicina all'acqua la luce prende una
tonalità nuova, sembra che la luce sia più chiara Sottoposta ad una sorta di implosione è la superficie-
quando incontra un'acqua chiara» (Bachelard, L'eau piano delle immagini accumulate, metonimicamente
et les reves). La vita suggerita da queste immagini giustapposte, dell'inno. La coincidenza di "forma
d'acqua e di luminosità è un'immagine di nascita e percepita ed organo della percezione" rende possibile
d'infanzia; su questo punto si attua una saldatura fra sia "l'immagine sonora" (che l'inno richiama "utiliz-
Henze, Ho/der/in e lo Schubert del Lied Aus Helio- zando la musica come lettore"), sia la trasformazione
polis, su testo di Mayrhofer; «Resta solo una lumino- dell'ascolto: in altri termini sia uno sguardo che
sità calda ed avvolgente, in cui l'opera schubertiana guarda, sia uno sguardo che è guardato. Ma ogni
arriva forse il più vicino alla verità: all'"acustica sguardo, afferma Lacan, comporta necessariamente
dell' anima"» (Bortolotto), nella ricerca, espressa an- un vedersi visti nell'atto di vedere, che svia percorsi
che da Holderlin nell'inno, di «dischiudere attualità puramente rettilinei nello sguardo e, in fondo, mette
edeniche( ... ) avanti il principio della cultura, nell'età in forse la possibilità d'incontro: «tu non mi guardi
infantile dell'umanità» (Schi/ler). L 'acqua, come in mai là da dove ti vedo». L 'amore che passa attraver-
Andenken, è associata al processo poetico-fondante so questo sguardo infatti si presenterà come «['incon-
della poesia: «Es nehmet aber und gibt l Gedachtnis tro di due tracce d'esilio"; «L'incontro avviene in un
die See, l Und die Lieb' auch heftet fleissig die punto o su un piccolo appiglio cui ci aggrappiamo
Augen . l Was bleibet aber, stiften die Dichter. » per non sprofondare: ma questo sprofondare è
(« Ma toglie e dà memoria il mare, l e l'amore che essenziale. È il reale, secondo Lacan, che ci fa
fissa assidui gli occhi. l Ma ciò che resta, lo fondano sprofondare, che ci tira giù. Il reale, cioè l'impossibi-
i poeti. »). lità. ( ... ) Il reale non si può dire; per questo, secondo
Lacan, possiamo viverlo e dare un senso a tutto ciò
«Sichbares, Horbares, das l frei- l werdende Zel- che diciamo.» (Pier Aldo Rovatti, Trasformazioni
twort: l Mitsammen» («Il visibile, l'udibile, la l spri- nel corso dell' esperienza, ne Il pensiero debole).
/ gionantesi parolatenda: l Insieme»; Pau/ Ce/an, da
Anabasis, tratta dalla raccolta Die Niemandsrose). Ora, per la musica, un punto cruciale di questa
Come definire l'incontro di visivo e uditivo nell'ope- esperienza è la presenza della voce che, nel suo
ra eseguita? «irriducibile rapporto con il corpo, si ribella alla
simbolizzazione, ai sensi e alla significazione; etero-
Possiamo portare alle estreme conseguenze la lettura genea, essa può essere pensata a titolo di oggetto
dell'inno di Ho/der/in, riportandone le caratteristiche parziale, ma anche come ciò che Lacan chiama reale,
visive alla dimensione dell'icona, esplorata da Massi- cioè impossibile, e tuttavia già annodato con il
mo Cacciari nel suo libro Icone della legge, intesa simbolico e l'immaginario.» (Ju/ia Kristeva, L' abiet-
VOCE E DLWENS IONE IMMAGINALE NELLA MUSICA PER CHITARRA DEL NOVECENTO 221
to: l'urlo e il grido). Nel pensiero di matrice gnostica dell'interprete allontanante-richiudente. L 'esecutore
di Novalis è l'amore (''ciò che preme insieme") che ci è come il ragno appostato al centro di una ragnatela
permette di cogliere la "completio oppositorum'' che, come il foro della pupilla dell'occhio che questa
presente in ogni cosa. «Lo sguardo di questo "amore immagine suscita in me, concentra lo sguardo su di
per la cosa", che abita in ciò che si dà in prima sé, fino a cadere per elisione. È come se la ragnatela
istanza come dissonanza, è l'atto atopico estremo. fosse quindi l'occhio che mi rinvia lo sguardo del
Esso non annulla utopicamente lo spazio in cui la vuoto di penombra (di qui l'impressione di sfonda-
cosa ha luogo, ma lo trasforma in un altro spazio: mento), il vuoto che la ragnatela copre, tesse e
nello spazio della sua liberazione. » (Rella). riveste. Ma i meccanismi dello sguardo coinvolgono
anche me, come spettatore di questa dinamica di
Ritorniamo però continuamente su un punto di posizioni: io "davanti" al quadro dell'opera, uno
discontinuità su una frattura della presenza, che sguardo che mi guarda "da dietro" il quadro, cattura-
riporta alla sbarra che separa significante e significa- ti su un piano unico e su un foro di profondità
to (Agamben), in atto al momento della concreta virtuali (il foro della pupilla che si fa macchia nel
comunicazione e quindi dell'ascolto. È fondamentale quadro). Ma la macchia nel quadro sono anch'io, il
infatti cogliere la peculiarità di questi problemi, che mio punto di sguardo nello sguardo della ragnatela:
non sono astratti o pianificabili, ma che si dànno anc h 'io cado, mi elido. Così Barthes spiega questo
imprevedibilmente nel concreto rapporto estetico con rapporto: «Sono deciso ad ascoltare il mio rapporto
le cose. al corpo di colui o di colei che canta o che suona, e
questo rapporto è erotico, ma non "soggettivo" (il
A questo livello si pone il problema dell'esecutore- "soggetto" psicologico che ascolta non è in me: il
interprete: se infatti abbiamo scoperto nella chitarra piacere che egli desidera non lo rafforza - non lo
uno strumento in grado di realizzare impressioni esprime - ma al contrario lo perde).».
spaziali, di profondità, di sovrapposizione, d'imma-
gine e d'intreccio temporale («Non c'è un unico Barthes distingue precisamente nel canto i due livelli
tempo: ci sono molti nastri l che paralleli slittano del feno-canto e del geno-canto: il primo riguarda
spesso in senso contrario e raramente l s'interseca- «tutto quanto, nell'esecuzione, è al servizio della
no»; Montale: Tempo e tempi), tutto il problema comunicazione, della rappresentazione, dell'espres-
della musica per strumento solista del novecento si sione: ciò di cui comunemente si parla.»; il gena-
gioca anche sulla posizione dell'esecutore-interprete. canto, legato propriamente al corpo, «è il volume
della voce che canta e che dice, lo spazio in cui i
Abbiamo individuato nell'Homenaje e nei Tentos i significati germinano dall'interno della lingua e nella
due punti inaugurali di due modi diversi (anche se sua materialità; è un gioco significante estraneo alla
convergenti) di legare l 'opera all'ascolto, tramite comunicazione, alla rappresentazione (dei sentimen-
un 'irruzione della voce in una temporalità tipicamen- ti), all'espressione. (... ) Bisogna che il canto parli o
te debussiana, e quindi arcaica, disgregata dalla meglio, che scriva, perché ciò che viene prodotto al
presenza della morte, e liberata solo nella percezione livello del geno-canto è appunto scrittura. ».
dell'istante (neli'Homenaje), con l'irruzione dell'im-
maginale (in Henze). Per eseguire queste opere Questa idea di scrittura, che ha anche una forte
bisogna essersi liberati da ogni personalismo o espres- matrice corporea e gestuale, sta alla base del model-
sivismo ottocentesco, per farsi luogo di un "incon- lo-metafora della ragnatela, che ho proposto. Voce e
tro" pieno di rischio e di ambivale~Jza. L 'interprete gesto costituiscono quindi i punti di passaggio e di
anzi è più precisamente preso in un rapporto di elaborazione di un rapporto con il tempo che va al di
"cattura" nella dimensione comunicativa che produ- là dei problemi di linguaggio convenzionali; così, ad
ce, e quindi cade e si riduce come soggetto di fronte a esempio, la Sequenza III (1966) per voce femminile di
chi ascolta. Luciano Berio, esplorando questo dominio del gena-
canto, scrive «l'avventura di una restaurazione anco-
La specificità timbrica, la capacità proiettiva del ra precaria del nesso e della durata» di contro a
transitorio d'attacco del suono, creano l 'opera come Debussy (lmberty).
ricostruzione di senso, come rete di relazioni svanen-
ti, che l'esecutore proietta di fronte a sé: l'esecutore è Questo significa che va riconsiderato il problema
una specie di centro virtuale interno, catturato nel dell'avanguardia e di tutte le divisioni od opposizioni
reticolo in espansione delle relazioni timbriche che che ha suscitato; l'ex-avanguardia si pone oggi forse
produce. È possibile pensare non ad una espansione come coscienza dei problemi dell'ascolto e come
indistinta del suono, ma ad una fissazione dei tratti punto di vista privilegiato sulla ricchezza dell'evento
consecutivi in un quadro; i tratti sonori ed i gesti che musicale in genere. Così, in rapporto al problema
li producono tessono lo spazio, mimano la profondi- della dimensione immaginale in musica, per Luigi
tà di uno sfondamento. Questo sfondamento consiste Nono si fa strada una nuova contaminazione tra
in una sorta di allontanamento, di collocazione sul visivo e auditivo, quando si torna a percepire le
fondo dell'esecutore. L 'opera è portata nella vicinan- specifiche proprietà di alcuni luoghi della musica,
za, è accostata all'ascoltatore: questo avvicinamento come San Marco o Notre-Dame: «L'unità dello
ha i caratteri della cattura dell'ascoltatore nell'opera, spazio geometrizzato si sconvolgeva, in questi luoghi,
e della cattura dell'esecutore dall'opera: un movi- lungo le generatrici di geometrie polivalenti.. . Nella
mento di avvicinamento, dunque, e un rinchiudere basilica di San Marco vai, cammini e scopri spazi
l'interprete nella profondità, quindi una cattura sempre nuovi, ma tu li senti, oltre che leggerli, li
222 ----------------------------------------------------------------------------~A~P~P~E~ND~I~C~E
ascolti anche se non c'è musica. ( . .. ) Io stesso mi E proprio questo possiamo intuire al fondo di alcuni
sforzo di ascoltare i colori così come ascolto le pietre Studi di GUardino. Prendiamo come esempio lo
o i cieli di Venezia: come rapporti tra ondulazioni, Studio n. 32 che fa riferimento ad un quadro di
vibrazioni... svincolati da ogni laccio simbolico. Un Watteau, Embarquement pour Cithère, presentato
uso sonoro del colore ... I veneziani sono il colore dal pittore nel 1717 per l'ammissione all'accademia.
come possibilità di una multisonorialità dello spazio, In questo dipinto troviamo rispecchiati i tratti del
ovvero come impossibilità di rapporti gerarchici, di mondo pittorico di Watteau: «< protagonisti del suo
ordini piramidali. Qui davvero incontriamo la sinoni- teatro evadono nell"'illusion comique", i raffinati
mia di problema dell'ascolto e problema del colore. ». personaggi delle sue feste galanti evadono in una
terra incantata ed irreale, dove la natura non è che
Dimensione immaginale e contatto con il colore una invenzione astratta e raffinata... il teatro e il
emergono con rara intensità in alcuni degli Studi di mondo delle maschere, come distacco dalla realtà e
virtuosità e di trascendenza di Angelo Gilardino. In allusione ad una dimensione diversa... segnata da
essi troviamo un "lavoro" sullo strumento nella una malinconia e da uno struggimento caratteristici
riscoperta delle caratteristiche idiomatiche della chi- quanto ambigui.» (Pierre Rosenberg). Ritroviamo
tarra, unito ad un impegno di reinterpretazione e di nello Studio di GUardino le impressioni coloristiche
rilettura di eventi artistici esterni. Questo lavoro di di questo quadro allusivo e quasi sospeso in un sogno
ermeneutica, abbiamo visto, percorre tutto il nove- teatrale: morbida malinconia, senso del misterioso,
cento: Falla che interpreta Debussy e il "cante vibrazioni luminose eteree nelle risonanze lente degli
jondo"; Martin che rilegge i barocchi (ed è solo un arpeggi e nella linearità nostalgica della melodia
momento delle sue stagioni creative: dove collocare i centrale dello studio. In questa funzione interpretati-
Poèmes de la mort del 1970 per tenore, baritono, va affidata alla musica, in grado di aprire la via ad
basso e tre chitarre elettriche, su testi di Vi/lon?); una avvicinamento di dimensioni diverse del fare
Henze che interpreta Ho/der/in, Shakespeare, Morike artistico, creando isole di resistenza alla corrosione
e Schubert; Britten che riscrive Dowland; Dodgson dei linguaggi e dei legami comunicativi, si gioca la
(Partita n. 3) che ripensa le Suite per violoncello di possibilità di un residuo di visibilità nell'ombra:
Britten; abbiamo tracciato un intreccio di incontri e Horreste, Sehreste, come suggerisce la parola poetica
di congedi (Givone) nei quali l'interpretazione si di Ce/an.
presenta come possibilità liminare di fronte al venir
meno dei linguaggi.
VOCE E DIMENSIONE IMMAGINALE NELLA MUSICA PER CHITA RRA DEL NOVECENTO 223
34 a Pao!tt Muggia
STUDIO n. 32
EMBARQUEMENT POUR CITHERE
(Omaggio a Jean Antoine W atteau)
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ABLONIZ Miguel 101, 102, 116, 124, 155 BEHREND Siegfried 51, 74
ABREU Eduardo 204, 209, 210 BEISSNER 219
ABREU Sergio 20~, 209, 210 BELWIN (ediziom) 68, 122
ABRIL -+ GARCIA ABRIL BENATI Chiara 171
ABSIL Jean 82, 83, 84, 206 BENGUEREL Xavier 173
ADELPHI (edizioni) 224 BENlTES R. Jesus 32
ADORNO Theodor W. 73 BENNETI Richard Rodney 147
AGAMBEN Giorgio 221, 224 BÈRBEN (ediziom) 16, 17, 26, 29, 34, 39, 46, 53, 54, 61, 76, 77,
AGUADO Dionisio 13, 21, 22, 23, 195, 196 78, 79, 83, 86, 88, 89, 90, 91, 94, 95, 97, 106, 107, 109, 111,
ALANDIA Edgar 171 113, 114, 115, 117, 125, 133, 134, 136, 138, 140, 146, 148,
ALBÉNIZ lsaac 10, 13, 19, 22, 38, 47, 49, 50 149, 152, 153, 156, 157, 158, 161, 162, 174, 178, 180, 183,
ALBERI Heinrich 30 186, 189, 190, 191, 193, 206, 207, 208, 209, 210, 211 , 212,
ALCAZAR Miguel 48, 49, 189 215, 223
ALEGRE Magio 17 BERG Alban 73, 87, 127
ALFONSO Use 204, 206 BERlO Luciano 165, 213, 221, 224
ALFONSO Nicolas 204, 206 BERKELEY Lennox 92, 94
AMADO Jorge 63 BETTINELLI Bruno 105, 106
AMBROSINl Claudio 171 BmERIAN Gilbert 189
AMBROSIUS Hermann 87, 88 BJLLAUDOT Gérard (ediziom) 123
AMISICH Alessandro Boris 195 RISCALDI Luigi 125, 199, 201, 212, 215
ANALYSE MUSICALE (rivista) 224 BLANQUER Amando 124
ANDERSSON Magnus 177, 180 BWK Aleksandr 218
ANOIA Rafael 81, 119 BOCCHERINI Luigi 50, 195
ANDRESlER Rose 148 DOCK - BOTE & DOCK
ANSERMET Ernest 69 BOGDANOVIC Dusan 189, 193
ANTONIONI Giovanni 112 BOILEAU (ediziom) 192
ANTUNES Jorge 181 BONDON Jacques 120, 121
APIVOR Denis 144, 146 BOOSEY & HAWKES (ediziom) 160
APOSTEL Hans Erich 127, 129 BORGES Jorge Luis 177
ARCAS Julian 13, 14, 15 BORGES Raul 33
ARDÉVOL José 155 DORSI - SMITH BRINDLE
ARNOLD Malcom 96 BORTOLOTTO Mario 220, 224
ARRIGO Girolamo 166 BORUP-JORGENSEN Axel 177
ARS VIVA (ediziom) 176 BOSCH Jaime 23
ASENCIO Vicente 46, 47, 59, 82 BOSCO Gilberto 171
ASSAD Odair 204 DOTE & DOCK (ediziom) 51, 130
ASSAD Sergio 204 BOULANGER Nadia 159
ASSIMACOPULOS Evangelos 204 BOULEZ Pierre 8, 73, 165, 173, 187
ATREO Ornar 183 BOZZA Eugène 80, 82
AUBERT Louis 204 BRAHMS Johannes 205
AURIC Georges 116 BRAUN (ediziom) 123
AZZOLINA Gaetano 105 BRAUN Peter Michael 173
BREAM Julian 74, 92, 93, 131, 135, 142, 143, 144, 145
BRESGEN Cesar 127
BRJASCO Pino 194
BACH Johann Sebastian 15, 38, 65, 75, 112, 135, 181 BRINDLE -> SMITH BRINDLE
BACHELARD Gaslon 220 BRITIEN Benjamin 8, 142, 143, 144, 213, 216, 218, 222
BADINGS Henk 132, 133 BR1ZZI Aldo 171
BALADA Leonardo 124 BROCA José 13
BALLIF Claude 116, 119 BROQUA Alfonso 69, 70
BARBIERI Mario 75, 76 BROQUA Enrique 70
BARBOSA-LIMA Carlos 180 BROUWER Leo 187, 188, 189, 204
BARRJOS Angel 19, 20 BRUCK Wilhelm 204
BARRJOS Antonio 19 BRUZZlCHELLI Aldo 53
BARRIOS MANGORÉ Agustin 10, 21, 31, 32, 33, 67, 185 BUEK Fritz 25, 26, 30
BARTHES Roland 218, 221, 224 BURGHAUSER Jarmil 132, 134
BARTOK Béla 8, 11, 132, 137, 155, 203, 214 BURT Ronald 162
BARTOLOZZI Bruno 105 BUSSOTTI Sylvano 171
BASALDELLA Afro 103
BATTISTI D'AMARlO Bruno 194
BAUMANN Herbert 87, 89
BAUR Jiirg 127 CABASlLAS Nicola 220
BECKER Giinther 173 CABEZON Antonio de 49, 124
BECKETI Samuel 214 CACCIAR! Massimo 220, 224
BEDFORD David 177 CACERES Oscar 204
BEETHOVEN Ludwig van 8, 38, 205 CAGE John 8, 151, 181
226 INDICE DEI NOMJ
MILLS MUSIC (edizioni) 68, 122 PRAT Domingo 15, 17, 20, 27, 30, 37, 195
MIROGLIO Francis 116, 118 PRATICHE (edizioni) 224
MOLINA C. 188 PRESTI Ida 74, 116, 187, 204, 211
MOLINA FAJARDO Eduardo 9 PRODIGO Sergio 112
MOLINO Francesco 195 PROKOF'EV Sergej 8, 137, 214
MOLINO Jean 218, 224 PROSPERI Carlo 108
MOLITOR Simon 30, 195 PROUST Marcel 20
MOMPOU Federico 41, 45, 59, 82 PUCCINI Giacomo 50
MONDADORI (edizioni) 224 PRUNIÈRES Henri 39
MONFORT Sylvia 81 PUDDU Giovanni 201, 213
MONTALE Eugenio 221 PUJOL Emilio 13, 15, 20, 21, 22, 30, 60, 70, 204, 212
MONTEVERDI Claudio 224
MONTGOMERY Wes 187
MONTIÈRE Georges 23
MORANçON Guy 121 QUADRENY -+ MESTRES-QUADRENY
MORENO·TORROBA Federico 11, 25, 38, 41, 44, 50, 55, 63, 67, QUARANTA Felice 105
173, 185 QUESADA Ernesto de 37
MORIKE Eduard 218, 222 QUINE Hector 137, 141, 147
MOSER Wolf 199
MOSES-IBN-EZRA 52
MOSSO Carlo 108, 111, 112
MOZART Wolfgang Amadeus 205 RADOLE Giuseppe 195
MOZZANI Luigi 10, 25, 26, 27, 30, 31, 185 RAGOSSNIG Konrad 129, 130
MUDARRA Alonso 116 RAMATI-+ HAUBENSTOCK-RAMATI
MUGGIA Paola 223 RAMEAU Jean-Philippe 142
MURAIL Tristan 173, 175 RAVEL Maurice 22, 38, 47, 49, 52, 80, 82, 87, 155, 171
MURSIA (edizioni) 224 RA VINALE Irma 112, 115
MURTULA Giovanni 27, 29 RA WSTHORNE Alan 144, 145
MUSICA E CULTURA (rivista) 224 READ Gardner 151, 153
REGER Max 75
REGONDI Giulio 8, 9, 195, 196
REIFLINGEN -+ SCHW ARZ-REIFLINGEN
NAGY Pineiro 126 RELLA Franco 216, 220, 221, 224
NATTIEZ Jean-Jaeques 213 RESPIGHI Ottorino 10, 87
NOBRE Marlos 181, 182 RESTAGNO Enzo 224
NONO Luigi 73, 166, 220, 221, 224 REVUE MUSICALE (rivista) 39, 216
NORMAN Theodore 128 RICORDI G.&.C. (edizioni) 101, 102, 108, 116, 124, 155, 160,
NOVALIS 220, 221, 224 169, 170, 171
NOVELLO (edizioni) 150 RICORDI G.&.CO. - London (edizioni) 141
NUNEZ (edizioni) 27 RICORDI AMERICANA (edizioni) 21, 22, 34, 59, 60, 98
ROACH Elo"ise 53
ROCCA Lodovico 108
ROCH Pascual 15
OBROVSKA Jana 132 RODRIGO Joaquin 47, 101, 165, 173, 204
OHANA Maurice 121, 123, 124 ROGATIS -+ DE ROGA TIS
ORBON Julian 155 ROMERO Y FERNANDEZ (edizioni) 15
ORFF Cari 82 ROREM Ned 151
ORREGO-SALAS Juao 155, 156 ROSENBERG Pierre 222
ORSOLINO Federico 76 ROSETTA Giuseppe 75, 78, 80, 204, 209
OTERO Corazon 196 ROSS Theodor 204
OXFORD UNIVERSITY PRESS (edizioni) 93, 145, 147 ROSSOMANDI Florestano 27
ROUSSEL Albert 57, 67 , 116
ROV ATTI Pier Aldo 220
RUBIN Marcel 127
PAGANINI Niccolò 38, 49, 50, 67, 155, 195 RUIZ-PIPO Antonio 124, 125
PALAU Manuel 47 RUSCONI (edizioni) 224
PARGA Juan 13
PARODI Mario 29
PEDRELL Carlos 59, 60
PEDRELL Felipe 59 SAGRERAS Julio 31, 33, 34
PERSICHETTI Vincent 151, 154 SAINT-SAENS Camille 23, 67
PERUZZI Aurelio 108, 109 SAINZ DE LA MAZA Regino 21, 47
PESSINA Carlo 194 SALABERT (edizioni) 45
PETERS (edizioni) 179 SALAS ---+ ORREGO-SALAS
PETIT Pierre 204 SALDARELLI Vincenzo 170, 194
PETRARCA Francesco IO SAMAZEUILH Gustave 59
PETRASSI Goffredo 101, 103, 104, 194 SANCHO José 27
PIAZZOLLA Astor 159, 161, 204, 208 SANDSTROM Sven-David 177
P l CASSO Pablo 57, 144, 173 SANTORSOLA Guido 96, 97, 155, 157, 204, 205, 210
PINDARO 220 SANTOS Turibio 182, 204
PIPO -+ RUIZ-PlPO SANZ Gaspar 47, 185
PIZZETTI Ildebrando 49, 135 SAUGUET Henri 80, 81, 101
POCCI Vincenzo 199 SAUR K.G. (edizioni) 199
POMPONIO Graciela 204 SAVIO Isaias 33
PONCE Alberto 123 SCARLATTI Domenico 10, 22, 47, 224
PONCE Manuel Maria 11, 38, 47, 48, 49, SO, 55, 59, 63, 67, 92, SCHEIT Karl 71, 129
185, 196, 214 SCHILLER Friedrich 220
PORRINO Ennio 105, 108 SCHNEIDER John 151, 196
POULENC Francis 80, 101, 214 SCHOLZ Arthur Johannes 87
PRADO Almeida 181 SCHONBERG Arnold 10, 67, 73, 87, 121 , 127, 205
INDICE DEl NOMI 229
SCHOTT'S B. SÒHNE (edizioni) 42, 43, 44, 49, 56, 59, 131, 135, TRASI Rino 194
176, 188 TREHARD Jean-Marie 204
SCHUBERT Franz 8, 9, 38, 49, 55, 218, 220, 222, 224 TREKEL (edizioni) 199
SCHUMANN Robert 15, 67, 87 TROJAHN Manfred 173
SCHWARZ Werner 196, 199 TURINA Joaquin 38, 41, 42, 55, 63, 185
SCHWARZ-REIFLlNGEN Erwin 30
SCORE (rivista) 74
SCOTT Cyril 59
SCRtABIN Aleksandr 57 UHL Alfred 87
SEARLE Humphrey 144 UNGARETTI Giuseppe 173
SEGAL Peter 154 UNION MUSICAL ESPANOLA (edizioni) 14, 18
SEGOVIA Andrés 10, 11, 13, 17, 19, 20, 21 , 22, 23, 25, 30, 35, UNIVERSAL (edizioni) 69, 71, 118, 129
37,38,39,41,42,43,44,45,47,49,50,52,55,56,57,58, 59, UNIVERSIDAD DE GRANADA (edizioni) 9
60, 63, 64, 65, 67, 73, 74, 116, 185, 187, 197, 212, 213, 214 URANIA (edizioni) IO
SERPIERI Alessandro 219, 224
SGAMBATI Giovanni 27
SHAKESPEARE William 49, 132, 202, 222
SMITH BRINDLE Reginald 135, 136, 137, 144
SOFOCLE 220 VACCHI Fabio 171
SOLBIATI Alessandro 171, 172 VATTIMO Gianni 224
SOLER (edizioni) 15 VAUGHAN WILLlAMS Ralph 137
SOR Fernando 9, 10, 17, 19, 20, 23, 25, 31, 37, 49, 65, 99, 195, VILLA-LOBOS Heitor 27, 33, 63, 64, 65, 96, 137, 155, 184, 185,
196, 198 189, 195, 203
SOSA ESCALADA Gustavo 31 VILLON François 222
SOSTAKOVIC Dimitrij 218, 224 VINAS José 13
SOTTSASS PIV ANO Nanda 102 VINAY Gianfranco 224
SPRONGL Norbert 87 VI NA Y Vittorio 171
STAROBIN David 151, 181 VIOZZI Giulio 75, 79, 80
STEFANI Gioo 224 VISÉE Robert de 57, 116
STEVENS Bernard 92, 95, 96 VON EINEM -+ EINEM
STEVENS Wallace 144
STOCKHAUSEN Karlheinz 8, 73, 165, 173
STRAUSS Richard 87
STRAVINSKIJ Igor 189, 214, 224 WAIBLINGER Wilhelm 219
STRIZICH Robert 189, 191 WALESA Lech 57
SURINACH Carlos 124 WALKER Luise 97
SU VINI ZERBO NI (edizioni) 104, 126, 167, 168, 172, 224 WALKER Timothy 177
WALTON William 92, 93, 144
WATTEAU Jean Antoine 222, 223
WEBERN Aoton IO, 67, 73, 205, 214
TAKACS Jeno 127, 213, 214 WERNER Jean-Jacques 121
TAKEMITSU Toru 165, 181 WIDOR Charles-Marie 23
TANENBAUM David 151 WILLIAMS -+ VAUGHAN WILLIAMS
TANSMAN Alexandre 55, 56, 57, 59, 87 WILLIAMS Jobn 33, 74, 135, 140
TAPIES Antoni 173 WILLS Artbur 147, 148
TARREGA Francisco 10, 13, 15, 16, 17, 19, 20, 21, 22, 23, 25, WILSON Tbomas 147, 149
27, 30, 37, 38, 39, 41, 195 WISSMER Pierre 116, 117, 204, 211
TECLA (edizioni) 48, 49, 196 WYNBERG Simoo 196
TEDESCO-+ CASTELNUOVO-TEDESCO
TERZI Benvenuto 27
TESSARECH Jacques 23, 24, 25, 57
THOMSON Virgil 189 YALE UNIVERSITY (edizioni) 7
TIPPETT Michael 144 YEPES Narciso 47, 74, 124
TISNÉ Antoine 204
TOGNI Camillo 166
TONAZZI Bruno 17, 19, 195
TOROK Alan 189 ZANIBON (edizioni) 108, 110, 112, 124
TORRENT Jaume 189, 192 ZARATE-+ MARTINEZ ZARATE
TORRES Antonio 13 ZEN-ON (edizioni) 32
TORROBA -+ MORENO-TORROBA ZERBONI .... SUVINI ZERBONI
TOSTI Francesco Paolo 27 ZOI Lisa 204
TRANSATLANTIQUES (edizioni) 58, 81, 119, 175 ZUTH Josef 30, 195
INDICE DEI TITOLI
I numeri contrassegnati da un'asterisco* indicano
che in tale pagina viene riprodotto l 'incipit del
brano musicale.
GOYA (FRANCISCO) Y LUCIENTES, PINTOR (M. Castel- IMPROVVISO (E. Desderi - Serenata, improvviso e tarantella)
nuovo - 24 caprichos de Goya) 54* 75
GRAFICOS (TRES) (M. Obana) 121 IN LIEBLICHER BLAUE (F. Ho/der/in) 218, 219
GRANA (LA) DELLA VOCE (R. Barthes) 224 IN MIND (G. P. Chili) 112, ll4*
GRAND CAPRICE VULGAIRE (E. Forare) 181 IN NOCTE (C. Prosperi) 108
GRANDE SONATA (N. Paganini) 38, 49 IN NOCTE SECUNDA (C. Prosperi) 108
GRANDE SONATA (SECONDA) (F. Sor) 17 INTERLUDIO (H. Badings - 12 preludes) 132
GRAND METHOD (W. Foden) 31 INTERLUDIO (G. Ferrari - Divertimento) 108
GREEK SUITE (J. W. Duarte) 187, 204 INTRADA (H. Badings - 12 preludes) 133*
GREEK SUITE n. 2 (J. W. Duarte) 187 INTRADA (F. Farkas - Exercitium tona/e) 91*
GRINZING (F. Farkas - Six pièces briwes) 87 INTRODUZIONE (B. Bettinelli - Quattro pezzi) 106*
GRUPPEN (K. Stockhausen) 165 INTRODUZIONE AL LIED ROMANTICO (M. Bortolotto) 224
GUITAR BIBLIOGRAPHY (M. Schwarz) 196, 199 INTRODUZIONE, PASSACAGLIA E FUGA (D. Bogdanovic)
GUITARCOSMOS (R. Smith Brindle) 135 189
GUIT ARE (LA) À TRA VERS LES ÀGES (J. Tessarech) 23 INVENZIONE, LIED E STUDIO (S. Chiereghin) 112
GUITARE (LA) POLYPHONIQUE (J. Tessarech) 23, 25 INVENZIONE SU QUATTRO NOTE (L. Chailly) 105, 107*
GUITARES (LES) BIEN TEMPERÉES (M. Castelnuovo) 52, INVENZIONI (SETTE) (G. Ferrari) 108
204 I QUATTRO CONCETTI FONDAMENTALI DELLA PSICA·
GUITARREO (C. Pedrell) 59 NALISI (J. Lacan) 224
ITINERARIO (G. Viozzi) 80
LmRA (R. Gerhard) 121 MUSIQUE (LA) ET LE GESTE (J. Molino) 224
LIEBLICHER (IN) BLÀUE (F. Holderlin) 218, 219 MUSIQUES POUR CLAUDEL (H. Sauguet) 80, 81*
LIED (S. Chiereghin - Invenzione, Lied e studio) 1I2 MUTATIONS ON THE DIES IRAE (J. W. Duarte) 187
LIED DER NACHT (G. Mahler - Sinfonia n. 7) 10 MYOSOTIS ALPESTRIS (M. Barbieri - La serra) 76
LIEDER (3) (A . Webern) 10
LIMINA - IL PENSIERO E LE COSE (F. Rella) 216, 224
LINGUAGGIO (IL) E LA MORTE (G. Agamben) 224
LINIEN (DIE) DES LEBENS (F. Holderlin) 218 NACHTMUSIK (G. Mahler - Sinfonia n. 7) 10
LIS-VA (J. W. Duarte) 204 NADIE SE CO NOCE (M. Castelnuovo - 24 capricbos de Goya)
LIUTO, CHITARRA E VIHUELA (G. Rado/e) 195 52
LIUTO, VIHUELA, CHITARRA. .. (B. Tonazzi) 195 NATURALEZA MUERTA CON GUITARRA (T. Marco) 173
LIVRE POUR SIX CORDES (A . Prado) 181 NEL TEMPO DELLA MEMORIA (C. Benati) 171
LLOBET (MIGUEL), CHITARRISTA DELL'IMPRESSIONI- NENIA (A. Ruiz-Pip6) 124, 125*
SMO (B. Tonazzi) 17, 195 NEVICATA (B. Terzi) 27
L'OASI INCANTATA (T. De Rogatis) 27 NIGHT MUSIC (J. W. Duarte) 187
L'OCCHIO E L'ORECCHIO (M. Imberty) 224 NIGHT SONG (E. McGuire - Music for guitar) 178*
LO FILL DEL REI (M. Llobet - Canciones populares catalanas) NIT (LA) DE NADAL (M. Llobet - Canciones populares
19 catalanas) 19
LONESOME (S. D. Sandstrom) 177 NOCTE (IN) (C. Prosperi) 108
LO ROSSIGNOL (M. Llobet - Canciones populares catalanas) NOCTE (IN) SECUNDA (C. Prosperi) 108
19 NOCTURNAL (B. Britten) 8, 142, 143*, 216, 224
L'OVVIO E L'OTTUSO (R. Barthes) 224 NOCTURNE (S. Dodgson - Prelude, nocturne and toccata) 137
LULLABY FOR ILIAN RAINBOW (P. Maxwell Davies) 173 NOCTURNE (R. Smitb Brindle) 135
NOCTURNE (A. Wills - Sonata) 147
NOCTURNES (TROIS) (J. Bondon) 120*, 121
NONES (L. Berio) 165
MALINCONIA (C. Bresgen) 127 NON SOLO (C. Benati) 171
MALINCONIA AUTUNNALE (B. Terzi) 27 NOSTALGIA (B. Julili) 82, 86*
MANUEL DE FALLA Y EL CANTE JONDO (E. Molina NOTTURNO (L. Chailly - Sonata) 105, 214
Fajardo) 9 NOTTURNO (F. Margola) 80
MARCH-LIKE (B. Britten - Nocturnal) 142 NOTTURNO (F. Moreno-Torroba) 41
MARIETA (F. Tlirrega) 17 NOVEMBER MEMORIES (R. Smitb Brindle) 135
MARTEAU (LE) SANS MAITRE (P. Boulez) 165 NOY (EL) DE LA MARE (M. Llobet - Canciones populares
MASQUE (H. W. Henze - Carillon, récitatif, masque) 132 catalanas) 19
MAXIXE (A. Barrios Mangoré) 33 NUNC (G. Petrassi) 103, 104*
MAZURKA (M. Llobet) 19 NURSE' S SONG WITH ELEPHANTS (D. Bedford) 177
MAZURKA (A. Tansman) 55, 56*
MAZURKA APPASSIONATA (A . Barrios Mangoré) 33
MAZURKA-CHÒRO (H. Villa-Lobos - Suite populaire brési-
lienne) 63 OASI (L') INCANTATA (T. De Rogatis) 27
MAZURKA EN SOL (F. Tlirrega) 17 OBEREK (A. Tansman - Suite in modo polonico) 51
MAZURKA ROMANTICA (A. J. Manjon) 17 OBRAS PARA GUITARRA (R. Borges) 33
MEDALLON ANTIGUO (A. Barrios Mangoré) 33 OCCASIONAL (FIVE) PIECES (S. Dodgson) 137
MEDITATION UND REIGEN (J. Taklics) 127, 213 OCCHIO (L') E L'ORECCHIO (M. lmberty) 224
MEDITAZIONE (G. Murtula -Preludio, meditazione, rondò) OLD (THE) LUTE (B. Britten - Songs from tbe Cbinese) 218
27 OMAGGIO A BOCCHERINI (M. Castelnuovo - Sonata) SO
MELODIA (LA) (H. E . Apostel - Sechs Musiken) 127 OMAGGIO AD ANTONIO FONTANESI (A . Gilardino -
MELODIA NOTTURNA (J. Sancbo) 27 Sonata n. 1) 215*
MÉLODIES POUR GUITARRE ET CHANT (J. Bosch) 23 OMAGGIO A GAETANO AZZOLINA (B. Bartolozzi) 105
MEMENTO (R. Smitb Brindle) 135, 136* OMAGGIO A MANUEL DE FALLA (C. Mosso) 112
MESTRE (EL) (M. Llobet- Canciones populares catalanas) 18*, OMAGGIO A P AGANINI (M. Castelnuovo - Capriccio diabo-
19 lico) SO
METATHESIS (G. Becker) 173 OMBRA VENEZIANA (A. Tisné) 204
METHOD (GRAND) (W. Foden) 31 OMBRE CORTE (B. Ferneyhough - Kurze Scbatten Il) 177
METODO (D. Aguado) 195, 197 ONDE (L. Ferrero) 171
METODO (M. Gangi) 187 ORCHIDEA (M. Barbieri - La serra) 76
METODO (F. Sor) 198 ORPHEUS (L. Foss) 151
MIGUEL LLOBET, CHITARRISTA DELL'IMPRESSIONI- OTTO PEZZI (F. Margola) 80
SMO (B. Tonazzi) 17, 195 OVVIO (L') E L'OTTUSO (R. Barthes) 224
MIMOSA PUDICA SENSITIV A (M. Barbieri - La serra) 76
MINO (IN) (G. P. Chili) ll2, ll4*
MINIATURES (5) PRINTANIÈRES (D. Bogdanovic) 189
MINUETO EN LA (A. Barrios Mangoré) 33 P AISAJE GRANA (T. Marco) 173
MINÙTENSTÙCKE (B. Kovlits) 187 P AKERUNTZ (F. lbarrondo) 204
MISERERE (J. Arcas - Aria y miserere) 14 PARABLE (V. Persichetti) 151, 154*
MISTERI E BACCANALE (S. Cbieregbin) 112 PARFUMS DE LA NUIT (C. Debussy) 216
MOLITOR (SIMON) ... (J. Zuth) 30 PARTITA (F. Lopes-Graça) 124, 126*
MOMENTO MUSICAL (F. Mignone) 204 PARTITA (P. Wissmer) ll6, ll7*
MOMENTOS (4) (M. Nobre) 181, 182* PARTITA n. l (S. Dodgson) 137
MONOPHONIE (P. M. Braun) 173 PARTITA n. 2 (S. Dodgson) 137
MOODS AND DIVERSIONS (A. Wills) 147, 148* PARTITA n. 3 (S. Dodgson) 137, 222
MORMORIO DELLA FORESTA (T. De Rogatis) 27 PARTITE (S. Marcianò) 108
MOUVEMENTS (TROIS) (B. Kovlits) 187 P ASEO (P. R. Fricker) 144
MOVIMENTO SPAGNOLO (F. K . Grimm) 87 P ASSACAGLIA (D. Bogdanovic - Introduzione, passacaglia e
MOZARTIANA (E. Fabini) 67 fuga) 189
MUSICA (LA) - IL CANTO E LA LINGUA (R. Bartbes) 224 P ASSACAGLIA (B. Britten - Nocturnal) 142
MUSICA PRACTICA (R. Barthes) 224 P ASSACAGLIA (S. Cbiereghin) 112
MUSIC FOR GUITAR(S) (E. McGuire) 177, 178* P ASSACAGLIA (Cb. Gounod) 23
MUSIKEN (SECHS) (H. E. A poste/) 127, 129* P ASSACAGLIA (C. Mosso - Quaderno 3°) 112
MUSINGL Y (B. Britten - Nocturnal) 142, 143* PASSACAGLIA AND TOCCATA (D. Leisner) 189
MUSIQUE DE COUR (A. Tansman) 57 P ASSACAILLE (J. Françaix) 82
INDICE DEl TITOLI 235
PASSACAILLE (Cb. Gounod) 23 PRÉLUDE, TIENTO ET TOCCATA (H. Haug) 59, 61*
P ASSAGGIO (L. Berio) 165 PRÉLUDES (3) (E. Bozza) 82
PASTORALE (D. Lorenzini) 171 PRÉLUDES (3) (H. Sauguet) 80
PASTORALE (G. Migot - Pour un hommage à Claude PRÉLUDES (5) (H. Villa-Lobos) 65
Debussy) 57 PRELUDES (12) (H. Badings) 132, 133*
PASTORETA (LA) (M. Llobet - Canciones populares catala- PRELUDI (V. Asencio - Suite valenciana) 46*
nas) 19 PRELUDI(G. Migot) W4
PENSIERO (IL) DEBOLE (G. Vattimo) 220, 224 PRELUDI (G. Rosetta) 75
PENTECOSTÉS (V. Asencio) 47 PRELUDI (F. Tarrega) 17
PEQUENA SUITE (H. Gramatges) 155 PRELUDI (2) (F. Margola) 80
PER IL SENTIERO FIORITO (L. Mozzani) 25 PRELUDI (5) (B. Bettinelli) 105
PERLUDI (3) (J. M . Mestres-Quadreny) 173, 174* PRELUDIO (J. Ardévol - Sonata) 155
PER SUONARE A DUE (L. Brouwer) 204 PRELUDIO (A. Barrios Mangoré) 33
PETIT BESTIAIRE (J. Absil) 82 PRELUDIO (L. Cbail/y - Sonata) 105, 214
PETIT CADEAU (A. Solbiati) 171 PRELUDIO (G. Ferrari - Divertimento) 108
PETITE (LA) MUSIQUE DE NUIT (R. Haubenstock) 165 PRELUDIO (H. Haug) 59
PETITE SÉRÉNADE (M. Rubin) U7 PRELUDIO (F. Lopes-Graça - Partita) 126*
PETITE SUITE (J. Leduc) 82 PRELUDIO (G. Malipiero) 103
PETITE SUITE FRANçAISE (J. W. Duarte) 187 PRELUDIO (F. Mompou - Suite compostelana) 45*
PETIT LIVRE (G. Morançon) 121 PRELUDIO (A. Tansman - Cavatina) 57
PEZZI (DUE) (F. Donatoni - A/go) 166, 168* PRELUDIO (P. Wissmer - Partita) D1*
PEZZI (TRE) (B. Bartolozzi) 105 PRELUDIO n. 2 (F. TBrrega) 16*
PEZZI (TRE) (A. Solbiati) 111, 172* PRELUDIO n. 22 (M. M. Ponce - 24 preludios) 48*
PEZZI (QUATTRO) (B. Bettinelli) 105, 106* PRELUDIO A CRISTOBAL COLON (J. Carri/lo) 67
PEZZI (QUATTRO) (A. Peruzzi) 108 PRELUDIO E BAILETO (F. Lopes-Graça) 124
PEZZI (CINQUE) (A. Webern) 10 PRELUDIO IN FA DIESIS MAGGIORE (L. Mozzani) 25
PEZZI (OTTO) (F. Margola) 80 PRELUDIO, MEDITAZIONE E RONDÒ (G. Murtula) 21
PHATON (W. Waiblinger) 219 PRELUDIO Y DANZA (J. Orb6n) 155
PHRASE (J. Guinjoan) 173 PRELUDIOS (M. Llobet) 19
PICCOLO PIEDE (M. Edlund - Sma fotter) 180, * 181 PRELUDIOS (5) (E. Cordero) 189
PIÈCES (2) (A. Massis) 204 PRELUDIOS (5) (G. Santorso/a) 96
PlECES (3) (C. Chavez) 67, 68*, 214 PRELUDIOS (8} (A. Ruiz-Pipo) 124
PJÈCES (3) (C. Pedre/1) 59 PRELUDIOS (24) (M. M. Ponce) 49, 92
PIÈCES (3) (A. Tansman) 57 PRELUDIOS AMERICANOS (5) (A. Carlevaro) 185
PJECES (3) (Th. Wilson) 147 PRESTILAGOYANA (P. Wissmer) 116, 204, 211*
PIÈCES (4) (J. Absil) 82 PRIÈRE (L. Mozzani) 25
PIÈCES (IO) (J. Absil) 82 PROCESSION (D. Farquhar - Fife scenes) 162*
PIECES (IO) (D. Aplvor) 144 PROMETEO (L. Nono) 220, 224
PIÈCES (12) (J. Tessarech - Évolution de /a guitare) 23, 25 PROPOS (C. Ballif - Solfeggietto n. 6) 119*
PlECES (22) (N. Mamangakis) 132 PROTEUS (E. Cordero) 189, 190*
PIÈCES (4) BRÈVES (F. Martin) 69, 71*, 213 PUERT A (LA) DEL VINO (C. Debussy) 216, 217
PIÈCES (6) BRÈVES (F. Farkas) 87
PIÈCES CARACTÉRISTIQUES (J. Absil) 82
PIÈCES (6) CARACTÉRISTIQUES (F. Moreno-Torroba) 41,
44* QASIDAH DE LAS SOMBRAS (L. J. Gonzalez) 181
PIEZAS (C lNCO) (A . Piazzolla) 159, 161* QUADERNO 1° (C. Mosso) ID*, 112
PlEZAS (3) ESPANO LAS (J. Rodrigo) 47 QUADERNO 2° (C. Mosso) 112
PLAINT AND VARIATIONS ON SONG OF P ALESTINE (L . QUADERNO 3° (C. Mosso) 112
Harrison) lSl QUASI UNA SERENATA (C. Togni) 166
PLAINTE (F. Martin - Quatre pièces brèves) 69 QUATRE PIÈCES (J. Absil) 82
PLANCTUS (M. Castellano) 171 QUATRE PIÈCES BRÈVES (F. Martin) 69, 71* , 213
PLANH (M. Ohana - Si le jour parait... ) U3* QUATIRO (l) CONCETII FONDAMENTALI DELLA PSI-
PLANH E GIGA (S. Chiereghin) 112, 113* CANALISI (J. Lacan) 224
PLANY (M. Llobet - Canciones popu/ares catalanas) 19 QUATIRO DANZE NELLO STILE MODALE (C. Mosso) 112
PLATERO Y YO (M. Castelnuovo) 52, 53* QUATIRO PEZZI (B. Bettinelli) 105, 106*
PLYNN (F. Vacchi) 171 QUATTRO PEZZI (A. Peruzzi) 108
POÈMES DE LA MORT (F. Martin) 222 QUATTRO STUDI SULLA MODALITÀ (C. Mosso) 112
POEMS (FOUR) OF GARCiA LORCA (R. Smith Brindle) 135 QUINTETII (L. Boccherini) 195
POESIE (P. Ce/an) 224 QUINTETIO (E. Bozza) 82
POLIFEMO (EL) DE ORO (R. Smith Brindle) 135 QUINTETTO (M. Castelnuovo) SO, 52, 55
POR LOS CAMPOS DE ESPANA (J. Rodrigo) 47 QUINTETIO (C. Guastavino) 99
POSTLUDE (G. Migot - Pour un hommage à Claude Debussy)
57
POSTLUDIO (G. Ferrari - Divertimento) 108
POUR UN HOMMAGE À CLAUDE DEBUSSY (G. Migot) 51,
58* RACCOGLIMENTO (L. Mozzani) 25
PRALUDIEN (IO} (A. Borup-Jorgensen) 177 RACCONTO (G. Viozzi) 80
PREAMBOLO (F. Farkas - Six pièces brèves) 87 RAFAGA (J. T urina) 41
PREAMBULO (F. Moreno-Torroba - Pièces caractéristiques) RARA (S. Bussotti - Eco sierologico) 171
44* RARA (THE) REQUIEM (S. Bussotti) 171
PRÉLUDE (F. Martin - Quatre pièces brèves) 69, 71*, 213 RASCH (R. Barthes) 224
PRÉLUDE (G. Migot - Pour un bommage à Claude Debussy) RÉCITATIF (H. W . Henze - Carillon, récitatif, masque) 132
57, 58* RECUERDOS DE LA ALHAMBRA (F. Tlirrega) 17
PRÉLUDE (J. Tessarech - La guitare polyphonique) 24* RECUERDOS DE LA GUERRA CIVIL ESPANOLA (A. Peruz-
PR~LUDE (A . Wi/1~ - Sonata) 147 zi - Quattro pezzi) 108
PRELUDE A LA MELA N COLlE (H. Sauguet - Trois préludes) REIGEN (J. Takacs - Meditation und Reigen) 127, 213
80 RESPUESTA (M. Llobet) 19
PRÉLUDE AU SOUVENIR (H. Sauguet - Trois préludes) 80 RETORICA E IMMAGINARIO (A. Serpieri) 224
PRÉLUDE AUX GESTES (H. Sauguet- Trois préludes) 80 REVERIE (G. Santorso/a - Sonata n . 4) 155
PRELUDE, CANTO AND TOCCATA (J. W . Duarte) 186*, 187 REVERIE (C. Scott) 59
PRELUDE, NOCTURNE AND TOCCATA (S. Dodgson) 137 RHAPSODIE (A. Kaufmann) 87, 90*
=2""-
36 = ---- - - - - -- - - - -- - - - - - - -- - - - - -- - - - - - - - - - - ----=INDICE DEI TITOLI
STRAITS (THE) OF MAGELLAN (M. Feldman) 165 TECHNIQUE DE L'ORCHESTRE MODERNE (Cb.M. Widor)
ST"QCKE (SECHS) (A. Kaufmann) 87 23
ST~CKE (SECHS) (N. Sprongl) 87 TELL ME WHERE IS FANCY BRED (E. Carter) 69
STUCKE (ZEHN) (A. Uhl) 87 TELLUR (T. Murai/) 173, 175*
STUDI (A . Barrios Mangoré) 33 TEMPO DI GAVOTTA (G. Viozzi - Fantasia) 80
STUDI (R. Gnattali) 96 TEMPO E TEMPI (E. Montale) 221
STUDI (F. Sor) 99, 195 TEMPO (NEL) DELLA MEMORIA (C. Benati) 171
STUDI (H. Villa-Lobos) 64, 65 TEMPS (LE) QUI P ASSE (H. Sauguet - Musiques pour
STUDI (2) (G. Murtula) 27 Claudel) 80
STUDI (12) (B. Bettinelli) 105 TEN PIECES (D. Aplvor) 144
STUDI DI VIRTUOSITÀ E DI TRASCENDENZA (A. Ci/ardi- TEN STUDIES (R. Gnattali) 96
no) 214, 222 TENTOS (DREr) (H. W. Henze) 127, 202, 219, 220, 221
STUDI (4) SULLA MODALITÀ (C. Mosso) 112 TESKNICE (J. Burghauser) 132, 134*
STUDIE (H.E. Apostel) 127 TESTAMENT (EL) D'AMELIA (M. Llobet - Canciones popu-
STUDIEN (DREI) (G. v. Einem) 127, 130* lares catalanas) 19
STUDIES ( IO) (R. Gnattali) 96 TRAMAR Y AMNON (L. Lombardi) 171
STUDIES (20) (S. Dodgson/H. Quine) 137, 147 THE BIRTU OF TUE CLASSIC GUITAR ... (Th. Heck) 7, 30
STUDIO (L. Chai/ly - Sonata) 105, 214 THE BLUE GUITAR (M. Tippett) 144
STUDIO (S. Chiereghin - Invenzione, Lied e studio) 112 THE BRAMBLE BRIAR (B. Stevens- Bai/ad) 95*, 96
STUDIO n. 21 (J.S. Sagreras - Le seste lezioni) 34* TRE CONTEMPORARY GUITAR (H. Quine/A. Wills) 147
STUDIO n. 32 (A. Gilardino Studi di virtuosità e di TUE CONTEMPORARY GUITAR (J. Schneider) 196
trascendenza) 222, 223* TUE DIV AN OF MOSES-IBN-EZRA (M. Castelnuovo) 52
STUDIO n. 48 (A. Gilardino - Studi di virtuosità e di TUE EXCURSION (N. Mamangakis) 132
trascendenza) 213 TUEME ANO VARIATIONS (L. Berkeley) 92, 94*
STUDIO DA CONCERTO (F. Ghedini) 102*, 103 THÈME VARIÉ ET FINALE (M.M. Ponce) 49
STUDIO DA CONCERTO (F.K. Grimm) 87 THE OLD LUTE (B. Britten - Songs from the Chinese) 218
STUDIO IN MI (D. Lorenzini) 171 TUE RARA REQUIEM (S. Bussotti) 171
STUDIO PER LA MANO SINISTRA (T. De Rogatis) 27 TUE STRAITS OF MAGELLAN (M. Feldman) 165
STUDY n. 11 (S. Dodgson/ H . Quine - Studies) 141* THE TOWER OF KEL (H. Kerr - Variations) 151, 152*
SUA COSA (J. W. Duarte) 187 THLAYLI (V. Vinay) 173
SUENO (F. Tarrega) 17 TUREE PIECES (C. Cblivez) 67, 68*, 214
SUENO (EL) DE LA RAzON PRODUCE MONSTRUOS (M. THREE PIECES (Tb. Wilson) 147
Castelnuovo, 24 caprichos de Goya) 52 TIENTO (H. Haug - Prélude, tiento et toccata) 59
SUITE (J. Absil) 82 TIENTO (M. Obana) 124
SUITE (M. Alcazar) 189 TIENTO POR TIENTO (A. Ruiz-Pipo) 124
SUITE (B. Britten) 222 TIENTOS (L .J. Gonzalez) 181, 183*
SUITE (M. Castelnuovo) SO TIENTOS (CUATRO) (G. Santorso/a) 155, 157*
SUITE (A. Garcia Abril) 82 TIERRA SECA (R. Smitb Brindle - Four poems of Garcia
SUITE (A. Hliba) 69 Lorca) 135
SUITE (B. Kovlits) 187 TIRNOVO (F. Farkas - Six pièces brèves) 87
SUITE (E. Krenek) 127, 128* TOCCATA (D. Bogdanovic) 189
SUITE (A. Piazzo/la) 159 TOCCATA (J. Burgbauser - Sarabande und toccata) 132
SUITE (N. Rorem) 151 TOCCATA (S. Dodgson - Prelude, nocturne and toccata) 137
SUITE n. l (L. Ba/ada) 124 TOCCATA (J. W. Duarte- Prelude, canto and toccata) 186, 187
SUITE n. l (L. Harrison) 151 TOCCAT A (H. Haug - Prélude, tiento et toccata) 59
SUITE A ANTIGA (G. Santorso/a) 96 TOCCATA (D. Leisner - Passacaglia and toccata) 189
SUITE CASTELLANA (l'. Moreno-Torroba) 41 TOCCATA (A . Wills - Sonata) 147
SUITE COMPOSTELANA (F. Mompou) 41, 45* TOCCATA (per due chitarre) (S. Chiereghin) 112
SUITE DE ANTIGUAS DANZAS ESPANOLAS (A. Carlevaro) TOCCATA (per due chitarre) (P. Petit) 204
185 TOCCATA E FUGA (E. Desderi) 75, 77*
SUITE FRANçAISE (J. W. Duarte) 204, 207* TOCCATA, ELEGIA E DANZA (H. Baumann) 87, 89*
SUITE IN MODO POLONICO (A . Tansman) 57 TOMBEAU DE ROBERT DE VISÉE (A. Jolivet) 116
SUITE LATINE (G. Morançon) 121 TON (DER) E (H.E. Aposte/ - Sechs Musiken) 129*
SUITE MISTICA (V. Asencio) 47 TONADILLA (J. Rodrigo) 204, 205
SUITE PIEMONTESE (J. W. Duarte) 187 TOWER (THE) OF KEL (H. Kerr - Variations) 151, 152*
SUITE PITTORESCA (M. Barbieri) 75 TRASPARENZE (E. Correggia) 171
SUITE POPULAIRE BRÉSILIENNE (H. Villa-Lobos) 63, 64, TRAUM (H. Ambrosius - Impressionen) 88*
65 TRE CANZONI PIEMONTESI (C. Mosso) 112
SUITE RETRATOS (R. Gnattali) 204 TRE CAPRICCI (G. Santorso/a) 155
SUITE VALENCIANA (V. Asencio) 46*, 47 TRE LIEDER (A. Webern) 10
SUITE VARIATA (G. Viozzi) 79*, 80 TREMENS (M. Kagel) 165
SUITE VENEZOLANA (A. Lauro) 185 TRE PEZZI (B. Bartolozzi) 105
SUONARE (PER) A DUE (L. Brouwer) 204 TRE PEZZI (A. Solbiati) 171, 172*
SUONI, EMOZIONI, SIGNIFICATI (M. lmberty) 224 TRES APUNTES (L. Brouwer) 189
SUONI NOTTURNI (G. Petrassi) 103 TRES DIV AGACIONES SOBRE TEMAS CASTELLANOS (L.
SUR UN PARAVENT CHINOIS (J. Absil) 82, 83* Ba/ada) 124
SURROUNDED (S.D. Sandstrom) 177 TRES ESTUDIOS EXPRESIVOS (A.J. Manjon) 17
SWING n. 2 (J. Bondon) 121 TRES GRAFICOS (M. Ohana) 121
SYMPHONIES (LES) DES TIMBRES (R. Haubenstock) 165 TRES UOJAS MUERTAS (B. Julili) 82
SYRINGA (E. Carter) 181 TRES PIEZAS ESP ANOLAS (J. Rodrigo) 47
TRICINIUM (H. Badings) 132
TRILLO TREMOLO (B. Terzi) 27
TRISTES (2) (E. Fabini) 67
TAKOVÉ TICHO (J. Burghauser - Tesknice) 134* TRITTICO (F. Margola) 80
TANGO SUITE (A. Piazzo/la) 159, 204, 208* TRITTICO (G. Murtula) 27
TARANTELLA (M. Castelnuovo) SO, 55 TROIS çHANSONS JOUÉES (S .• Chiereghin) 112
TARANTELLA (E. Desderi- Serenata, improvviso e tarantella) TROIS ETUDES (J. Tessarecb - Evolution de la guitare) 23, 25
75 TROIS MOUVEMENTS (B. Kov:its) 187
TARANTELLA (P. Petit) 204 TROIS NQCTURNES (J. Bondon) 120*, 121
TÀRREGA - ENSA YO BIOGRAFICO (E. Pujol) 15 TROIS PIECES (C. Pedrell) 59
238 INDICE DEI TITOLI
1983
STUDI DI VIRTUOSITÀ E DI TRASCENDENZA
(I 3-24)
1984/85
STUDI DI VIRTUOSITÀ E DI TRASCENDENZA
(25 -36)
1985
SONATA n. l
1986
SONATA n. 2
1986/87
STUDI DI VIRTUOSITÀ E DI TRASCENDENZA
(37-48)
OPERE TEORETICHE
1980
LA TECNICA DELLA CillTARRA
(fondamenti meccanici)
'
BERBEN