dell'allenamento
LA STORIA ..................................................................................................................................................................................... 10
La storia della periodizzazione ............................................................................................................................................. 10
Sintesi della storia .................................................................................................................................................................... 19
LA PERIODIZZAZIONE .............................................................................................................................................................. 84
Il modello del prof Bompa ...................................................................................................................................................... 84
La periodizzazione riadattata al bodybuilding .................................................................................................................. 93
Andamento delle intensità (LP, NLP/UP, RLP, OP) ........................................................................................................ 95
Gli schemi della periodizzazione ....................................................................................................................................... 110
Suggerimenti sull'allenamento ............................................................................................................................................ 112
Nonostante il concetto di periodizzazione si fa largo, ci sono ancora molti culturisti, atleti avanzati
o neofiti che non conoscono il concetto di periodizzazione. Possiamo dire che ormai più nessuno
fa uso delle classiche schede prestampate delle palestre, eccetto le donzelle o le persone che
vanno in palestra 3 mesi l'anno. Quei tipi di allenamenti probabilmente vi faranno guadagnare
poco o nulla in termini di estetica e prestazioni, è plausibile che un neofita “non allenato” noti
inizialmente un certo cambiamento, questo perché si trova in uno stato di sedentarietà, in questi
casi anche se alzasse dei sacchi di sabbia tutti i giorni, esso otterrebbe comunque cambiamenti
significativi, sia dal punto di vista estetico che di prestazione.
Gli istruttori di una qualsiasi palestra si limiteranno sempre alla standardizzazione delle schede, il
cliente di una palestra in alcun modo riceverà un “programma” di allenamento personalizzato,
questo perché spesso non rientra nelle competenze degli istruttori, ma anche perché sarebbe
impossibile trovare del tempo per soddisfare un centinaio di clienti con programmi personalizzati.
Detto molto francamente, se volete intraprendere un cammino diverso dal solito, se volete
spingervi oltre ed ottenere un salto di qualità intraprendendo una nuova strada, avete due
possibilità, imparare ad autogestirvi oppure assumere un buon personal trainer che vi dia delle
lezioni. Bodybuilding-Generation mette a disposizione pacchetti ad un prezzo vantaggioso, se
siete interessati visitate il nostro negozio online: http://bodybuilding-generation.it/negozio/
Il mio scopo è quello di dare un supporto alle persone che vogliono intraprendere un nuovo
cammino che li porterà al cambiamento. Metterò così alla luce le origini della periodizzazione
seguendo tutto il corso della sua storia, analizzeremo insieme il concetto di periodizzazione e
metterò in evidenza le indicazioni necessarie per programmare una periodizzazione.
Questa guida vuole dare così un supporto principalmente alle persone autodidatte o nuove in
questo campo, che poi si rilevi utile ad atleti avanzati, coach o personal trainer, ben venga. Ogni
persona dovrebbe essere capace di autogestirsi, questo perché non esiste nessuno al di fuori di
voi capace di capire il vostro corpo, purtroppo non tutte le persone hanno tempo per studiare e
comprendere i tanti aspetti di questa disciplina, per questo esistono i personal trainer.
2. Fasi primaverili ed estivi; l'allenamento veniva concentrato sullo sviluppo delle capacità
motorie.
3. Fase di riposo; Periodo di recupero attivo, dove l'atleta si allenava leggermente dando
spazio al recupero neuromuscolare.
Pihkala non fece nient'altro che "perfezionare" l'idea di kotov, suddividendo la programmazione
annuale in fasi stagionali.
Nel 1913 il coach "Mike" Murphy introdusse il concetto di variabilità dell'allenamento. Nel 1917
Kotov suggerì l'uso la suddivisione della periodizzazione in un piano annuale suddiviso in 3 fasi e
cioè; preparatoria, generale e specifica.
Nel 1930 Lauri Tahko Pihkala Secondo le sue idee perfezionò il concetto di periodizzazione
pubblicando una serie di principi che si basavano sulle stagioni climatiche.
Nel 1986 Il preparatore italiano Jimmy Pedemonte fece notare alla comunità scientifica e sportiva
che il concetto di Pihkala sulle stagioni ed i climi non potevano essere alla base della
periodizzazione, ma questo venne notato già da prima da Letunow. Il Dr.Matveyev pubblicò i suoi
La periodizzazione viene maggiormente usata nella progettazione di un allenamento coi pesi per
evitare il tanto temuto sovrallenameno. Un programma sistematico mira ad una progressione dei
miglioramenti, tenendo conto dello stress ed il rischio di infortuni, così da poter massimizzare i
guadagni delle prestazioni e degli adattamenti, favorendo anche il recupero neuromuscolare.
Nel bodybuilding natural il fare troppo o strafare diventa sinonimo di meno, ciò significa che
allenarsi troppo non porta sempre a buoni risultati, ovviamente è un fattore mutabile che nella
periodizzazione viene cambiato a seconda dello stato di stress psicofisico.
(Grafico 1.0) La figura illustra il grafico di Hans Seyle della (General Adaptation Syndrome).
La supercompensazione
(Grafico 1.2)
In questo contesto, l'atleta deve selezionare tra una sessione e l'altra un intervallo di riposo ottimale,
questo garantisce che la successiva sessione di allenamento coincide con la fase di
supercompensazione. Successivamente al riposo se l'atleta non viene sottoposto ad uno stimolo
sufficiente ad esaurire l'organismo, la supercompensazione non avrà modo di effettuarsi.
Questo concetto porta ad un breve periodo di overreaching noto come il ciclo di shock.
Durante un ciclo Shock, l'atleta si allena in modo tale da accumulare fatica fino ad arrivare
all'esaurimento, seguito da un periodo di riposo più lungo del normale. Questa combinazione è
pensata per portare la supercompensazione ad un livello superiore.
Un esempio; Se alleniamo la parte superiore del corpo (Petto, bicipiti, schiena ecc..) per tre giorni
di consecutivi, dovremmo riposare per un periodo più lungo prima di poter riallenare la parte
superiore del corpo. In questo modo il sovraccarico progressivo può essere applicato per evitare
la seconda fase del GAS, ovvero quella di adattamento, ciò consente un costante progresso nei
risultati ricercati dall'attività fisica svolta.
Se lo stimolo allenante mantiene un'intensità costante nel tempo, il corpo si abitua e gli
adattamenti biologici diventano sempre minori, fino ad annullare totalmente la possibilità di nuovi
processi compensativi, esso richiederebbe quindi stimoli di entità sempre maggiore, per
perturbare nuovamente l'omeostasi e stimolare una nuova e proficua supercompensazione.
Mano a mano che il livello prestativo di un atleta cresce, la possibilità di sconvolgere l'omeostasi
interna e produrre nuovi adattamenti si riduce sempre più.
Anche se si rispettano tutti i princìpi base della metodologia dell'allenamento, il rendimento di un
atleta non può crescere all'infinito. La prestazione atletica segue invece una traiettoria curvilinea,
raggiungendo picchi difficilmente superabili, almeno nel breve periodo.
Nella fase di riposo, che segue ogni sessione di allenamento, si verifica una
compensazione durante la quale le riserve energetiche e le potenzialità neuro-
muscolari vengono ripristinate, questo fenomeno necessita di un numero di ore
dipendente da vari fattori come intensità, volume, densità ed altro.
Se questo tempo di riposo viene “indovinato” o programmato esattamente, si dà la
possibilità all'organismo di recuperare tutte le scorte energetiche perse e di acquisire
quel “qualcosa in più” che fa la differenza. Questo rifornimento di energia porta
l'atleta nello stato di supercompensazione permettendogli di allenarsi ad uno stato
superiore. Tuttavia, anche lasciare troppo tempo di riposo per la supercompensazione
può essere deleterio e portare ad una regressione nelle capacità di allenamento.
Per questo motivo gli esercizi coi pesi devono essere eseguiti con sufficiente frequenza, intensità
e durata per produrre sovraccarico senza produrre troppo stress. Ora entra in gioco la teoria del
sequenziamento che consiste nel cambiare stimolo tramite i parametri del resistance training, che
sono appunto intensità (carico di lavoro), volume, densità, frequenza, tempi di recupero e molto
altro.
La resistenza: Gli esercizi che vengono effettuati con un tempo sotto tensione abbastanza lungo
o con alto numero di ripetizioni (15-30), vengono considerati esercizi di resistenza. L'allenamento
di endurance muscolare si riferisce così alla (bassa intensità: <65% 1RM), da non confondere
con il vero e proprio allenamento aerobico di endurance durante il quale il sistema energetico
prevalente è appunto quello aerobico, viene anch’esso rivolto ad un tipo di resistance training
dove la principale finalità è quella di sviluppare la resistenza alla fatica, e dove la forza può
-Atleta 1
Intensità: 85% / 90% circa.
Panca 6×3
Squat 5×4
Stacco 3×6
Quando ci si allena con carichi che si avvicinano o superano il 90% del 1RM, raramente si va
oltre un volume totale di 70 ripetizioni.
Ecco invece un esempio di allenamento a bassa intensità e alto volume.
Intensità: 65% / 75% circa.
In sintesi, nel bodybuilding il parametro volume viene alterato da Serie e Ripetizioni, più serie e
ripetizioni si svolgono (in totale) più l'allenamento risulterà voluminoso, meno serie e ripetizioni si
svolgono e meno voluminoso sarà l'allenamento.
Oggi le persone sono terrorizzate dal catabolismo, infatti ho visto spesso molti ragazzi che
cercano di prevenire tutto ciò che si creda controproducente. Come ho detto all'inizio di questa
guida, spesso il più si muta in meno, e fare troppo non'è sempre la scelta migliore in questo sport.
Infatti in questo caso il tutto viene dosato e organizzato in uno schema, seguendo delle regole
ben precise, quindi non si va per niente a strafare.
2. Gli allenamenti andranno svolti con un minimo di 2 e massimo di 4 esercizi (nel caso di una
frequenza elevata come quella dei 7 giorni su 7 con doppie sedute giornaliere).
3. Nel caso di una frequenza elevata come quella dei 7 giorni su 7 con doppie sedute fiornaliere,
la durata totale dell'allenamento non deve andare oltre i 15 – 20 minuti, escluso riscaldamento.
Questi 3 punti non rappresentano delle regole fisse, ma solo riferimenti generali per poter dosare
la giusta quantità di lavoro, indubbiamente questi parametri vengono modificati in base alla
frequenza scelta. Il punto è che più la frequenza aumenta più la durata dell'allenamento (volume
totale) diminuisce.
La multi-frequenza:
Prima di iniziare a spiegare cos’è la multi-frequenza faccio alcune premesse.
• Esistono due tipi di multi-frequenza; La multi-frequenza per alzata e la multi-frequenza per
gruppo muscolare.
• Esistono scuole di pensiero diverse, da molti anni, gli americani, i russi e bulgari applicano la
multi-frequenza in maniera differente tra loro, le diverse filosofie di pensiero influiscono sul modo
di allenarsi ed eseguire gli esercizi.
Non spiegherò tutto sulla multi-frequenza, in quanto per questa guida vengono spiegate le basi,
senza approfondire il lato storico delle questioni che non ci interessano.
Per le persone sane, l’American College of Sports Medicine (ACSM) nel 2006 raccomanda di
svolgere tra le 2 e le 3 sedute settimanali non consecutive a settimana.
Dalle seguenti ricerche possiamo dedurre che per un principiante, una multi-frequenza con un
allenamento full body, potrebbe essere l’ideale per una fase di ricondizionamento muscolare
generale, per riattivare in maniera efficiente l’apparato cardiovascolare, muscolare e scheletrico.
Anche la National Strength and Conditioning Association (NSCA) raccomanda una frequenza di 2
o 3 giorni alla settimana per i neofiti.
Lunedì – Allenamento
Martedì – Riposo
Mercoledì – Allenamento
Giovedì – Riposo
Venerdì – Allenamento
Sabato – Riposo
Domenica – Allenamento
Lunedì – Allenamento
Martedì – Riposo
Mercoledì – Allenamento
Giovedì – Allenamento
Venerdì – Riposo
Sabato – Allenamento
Domenica – Riposo
N.B Questi due esempi di split routine sono basati su quattro allenamenti settimanali, questa
essendo una guida getta le basi per far comprendere a tutti voi come si potrebbe strutturare un
allenamento, per tanto non approfondisce tutte le possibili variabili, per questo motivo inserisco
solo pochi esempi, ritengo siano necessari per comprendere l'argomento.
Poiché il punto focale, come nel caso della forza massima, è la qualità del movimento, durante
questo tipo di allenamento l'affaticamento o il cedimento muscolare dovrebbero essere evitati.
Per lo sviluppo della potenza muscolare si suggeriscono generalmente tempi di recupero della
durata minima di 2:30 minuti.
Diversi studi recenti hanno infatti concluso che non c'è una correlazione tra l'incremento degli
ormoni anabolici post-allenamento e un maggiore sviluppo dell'ipertrofia muscolare, mentre altri
hanno trovato maggiori risposte dell'ipertrofia muscolare con pause lunghe rispetto a quelle
Questo rimetterebbe in discussione la teoria a lungo supportata dai ricercatori che riconoscono i
tempi di recupero più brevi o incompleti (60-90 secondi) più adeguati per stimolare l'ipertrofia, per
il solo motivo di elevare maggiormente i livelli di GH post-allenamento. Infatti, revisioni scientifiche
più recenti sottolineano che l'ipotesi che vede la necessità di mantenere le pause brevi per
massimizzare l'ipertrofia non è stata effettivamente dimostrata.
Con periodi di riposo così brevi tra le serie, è più difficile poter sollevare lo specifico carico
(mantenere alta e invariata l'intensità nel corso dell'esercizio) richiesto per questo tipo di stimolo.
Quindi, dall'alternanza dei periodi di riposo (tra le serie multiple), l'atleta può essere in grado di
creare più stress metabolico su alcune serie riducendo le pause, i carichi e l'intensità, e una
maggiore tensione meccanica in altre serie aumentando le pause, i carichi, e l'intensità. Sono
entrambe metodiche che promuovono l'ipertrofia.
Altre ricerche hanno dimostrato che quando i soggetti seguivano pause di 30 secondi tra le serie
di distensioni su panca piana, il dispendio calorico era più elevato del 50% rispetto a quando le
pause erano di 3 minuti. I tempi di recupero molto brevi sono caratteristici del resistance training
in modalità Circuit training (CT), e impongono normalmente carichi più ridotti per poter essere
eseguiti. Come precedentemente accennato, i tempi di recupero brevi e elevati TUT favoriscono
entrambi una maggiore produzione di lattato, che si presenta in maniera proporzionale alla
• 3-5 minuti di riposo: tra le serie con carichi che permettono tra i 5 e i 7 RM (~85% 1RM);
• 1-2 minuti di riposo: tra le serie con carichi che permettono tra 11 e 13 RM (65-70% 1RM);
• Circa 1 minuto di riposo: tra le serie con carichi che permettono 13 o più RM (<65% 1RM);
• 20-30 secondi: tra le serie con carichi che permettono 20 o più RM (40-60% 1RM);
Gli esercizi fondamentali: Gli esercizi base sono rappresentati da tutti quei esercizi che nel loro
gesto richiedono l'attivazione di più gruppi muscolari o di intere catene cinetiche. Ad esempio lo
squat, gli tacchi, le distensioni su panca piana, le trazioni, la pushpress ed altri.
Questo tipo di esercizi hanno un grande impatto sullo stress dell'allenamento, poiché richiedono
un grande impegno neuromuscolare, è pertanto sono gli esercizi più efficaci per sviluppare una
buona base di forza.
Esercizi di isolamento: Verso la fine del nostro allenamento possiamo inserire un esercizio di
isolamento. Per esercizio di isolamento s'intende tutti quei esercizi che nel loro gesto coinvolgono
l'uso di una singola articolazione, detti anche mono-articolari, anzi, in termini tecnici è più corretto
dire esercizi mono-articolari, poiché nella fisiologia dell'esercizio fisico non esistono esercizi di
isolamento, infatti è anatomicamente impossibile isolare il movimento di un esercizio, pertanto il
concetto viene semplificato ad esercizi di isolamento, che altro non'è uno sforzo di maggiore
enfasi utilizzando cavi, corde, manubri e alcuni macchinari che prevedono il movimento di una
singola articolazione. Può essere il caso delle croci su panca e croci ai cavi per il petto, leg
extension per quadricipiti, leg curl per i femorali. Gli esercizi di “isolamento” vengono usati alla
fine dell'allenamento per sfinire al massimo il muscolo.
Come detto all'inizio, questo concetto non rappresenta una regola, ma solo una guida generale,
infatti esistono alcune tecniche che prevedono l'inizio dell'allenamento con un esercizio di
isolamento, altri culturisti si prestano maggiormente ai multi-articolari lasciando perdere i
fondamentali, quindi non'è un errore iniziare in un modo diverso.
In questo capitolo ci saranno gli argomenti principali per strutturare la periodizzazione, i modelli di
esempio, gli schemi generali e le fasi che essa contiene.
Saranno i modelli del professore Tudor Bompa che ci guideranno nell'impostazione del nostro
programma periodizzato, inizialmente il discorso farà riferimento agli sport olimpici, ma in seguito
ci sarà anche la versione riadattata al bodybuilding.
Nella prossima pagina sarà possibile osservare un grafico che rappresenta un modello di
periodizzazione annuale, all'interno della quale ci sono le fasi appena citate.
2. Nel corso di un mese di allenamento costante bisogna alternare allenamenti ad alta intensità
con allenamenti a bassa intensità, questa è una strategia build-in è permette di evitare livelli critici
di stanchezza.
3. Dopo ogni fase competitiva, bisogna assicurarsi che il programma prevede due settimane di
transizione, in modo che l'atleta possa ricostituire le riserve di energia, eliminare la fatica,
rilassarsi mentalmente e rigenerarsi dalla stanchezza.
Questo stile di allenamento, proprio per il fatto di iniziare con basse intensità e alti volumi, viene
suddiviso in diverse fasi consecutive a partire da endurance, ipertrofia, forza, potenza, e fasi di
transizione, sebbene non sempre vengano previste tutte le fasi proposte. Viene basato
normalmente su un periodo di tempo di 12 mesi, il programma viene definito come macrociclo,
mentre le altre due categorizzazioni sono il mesocliclo (3-4 mesi) e il microciclo (1-4 settimane).
Ogni mesociclo è rivolto ad un unico obiettivo, il primo mesociclo potrebbe essere quello di
endurance, durante il quale vengono previste basse intensità e alte ripetizioni, tra le 15-20, e
l’obiettivo è quello di sviluppare la resistenza alla fatica. Segue il mesociclo di ipertrofia, in cui si
assiste ad un aumento dell’intensità correlato a riperizioni inferiori, attorno a 8-12, progettato per
Nella periodizzazione lineare, vengono programmati dei mesi interi di recupero, lavorando con
intensità molto basse, ma all'interno dei meso-cicli vanno comunque inseriti dei mico-cicli dedicati
allo scarico parziale dell'allenamento.
Tuttavia, anche se lo scarico parziale va applicato ogni 4-6 settimane circa, esso può essere
applicato anche prima delle 4 settimane, questo può dipendere dal riposo notturno, dal tipo di
lavoro o dal tipo di alimentazione, questi sono tre fattori che possono aumentare lo stress
psicofisico dell'atleta.
Possiamo notare dal grafico in figura, come l'intensità aumenta e diminuisce ogni settimana,
l'intensità ha così un andamento ondulatorio, questo può verificarsi anche su base giornaliera
(breve termine) o (mensile lungo termine), così le settimane possono diventare giorni oppure
mesi.
Nella figura sopraesposta, l'andamento ondulato è composto da 8 settimane, le prime 4 dedicate
alla costrizione muscolare, le ultime 4 al miglioramento delle prestazioni. Nelle prime 4 settimane
non viene applicato proprio uno scarico, ma un riposo attivo.
Lo scarico totale è un micro-ciclo di stop totale, senza pesi e senza stimoli. Nel primo mese ci si
concentra così sull'ipertrofia e la costruzione muscolare, mentre nel secondo mese l'intensità è
maggiormente elevata, questo permette all'atleta di lavorare sulla forza massima e migliorare le
prestazioni.
Ovviamente questo è il caso di un bodybuilder che desidera allenare queste due specifiche
capacità. Nel caso di un'atleta che è alla ricerca capacità motorie differenti, può impostare le
intensità in base alle sue esigenze.
Nonostante sia possibile applicare i seguenti modelli di periodizzazione ondulata, che altro non'è
una variazione di tempo, alcune ricerche hanno dimostrato che la migliore variabile è quella su
base settimanale.
Sebbene meno diffusa rispetto alla periodizzazione lineare classica, proprio lo studio che per
primo la sperimentò ne dimostrò una maggiore efficacia per migliorare la prestazione di
endurance muscolare locale rispetto alla lineare classica o a quella ondulata, mentre ha
dimostrato di favorire uno sviluppo inferiore della forza e del miglioramento della composizione
corporea. Possiamo quindi affermare che questo modello di periodizzazione è più adatta agli
atleti che cercano di migliorare la loro forza resistente.
Di seguito possiamo notare alcuni schemi su come si presenta l'organizzazione annuale delle intensità
Questo è un esempio dell'organizzazione delle intensità con andamento ondulatorio su base settimanale
Facendo riferimento allo schema proposto sopra, possiamo decidere di inserire nella prima
settimana (allenamento al 70% 1RM) di effettuare ripetizioni con un tempo sotto tensione più
breve, magari con contrazioni pliometriche, adottando qualche tecnica di intensificazione tipo
stripping. Il concetto di tutto ciò sta nel fatto che ogni settimana non dev'essere uguale all'altra,
dobbiamo fare in modo che il nostro corpo riceva sempre stimoli diversi, sia tramite gli esercizi
che tramite i parametri del resistance training. Essendo un esempio basato su una
periodizzazione ondulata, voi siete liberi di scegliere il modello che più si addice alle vostre
esigenze e le metodiche che più preferite.
Il riscaldamento
Il riscaldamento articolare e muscolare è fondamentale per evitare infortuni che si nascondono
dietro l'angolo, per questo è consigliabile effettuare delle rotazioni scapolo-omerali, rotazione dei
polsi, flessione degli avambracci ed estensione per i tricipiti, in tal modo riscaldiamo anche
l'articolazione del gomito, non sono da escludere rotazioni lente del collo, delle braccia in
generale e del busto.
Per gli arti inferiori vengono effettuati invece slanci delle gambe da alzato, da decubito o da
qualsiasi posizione si preferisca, saltelli vari come il jump squat, affondi senza peso e qualche
ripetizione alla leg extension. Non bisogna trascurare il tratto lombare e addominale, durante il
riscaldamento è necessario effettuare qualche serie di crunch e qualche serie di hyperextension
per favorire la mobilità del busto durante l'esecuzioni di squat e stacco.
• un carico esterno molto elevato, posizionato o sollevato in maniera corretta, comporta pressioni
vertebrali notevolmente inferiori rispetto a un carico esterno molto basso posizionato o sollevato
in modo errato.
• Il mantenimento delle normali curve fisiologiche, in qualsiasi attività o posizione del corpo sotto
carico, è la migliore garanzia per una corretta distribuzione e assorbimento delle pressioni sulla
colonna vertebrale. Nel caso di squat e stacco è consigliabile mantenere un antiversione del
bacino e limitare quanto più possibile una possibile retroversione.
Come diceva un mio vecchio coach, quando ero alle prime esperienze: Caro mio, la schiena è
soltanto una, e dobbiamo tenercela per tutta la vita. Ancora oggi ho questa frase nella mia testa,
ed è importante che chiunque legga questa guida, capisca che deve prestare la massima
attenzione alla colonna vertebrale, limitando il rischio di infortuni che potrebbero darci problemi
per tutta la vita.
Questi erano i tre punti fondamentali della sicurezza sull'allenamento, non ho voluto prolungarmi
troppo perché richiederebbe un lavoro molto più lungo e approfondito, quest'argomento lo
approfondiremo in un articolo che pubblicherò sul sito www.bodybuilding-generation.it, per tanto c'è
ne un'articolo che approfondisce la questione sulla colonna vertebrale, dopo aver letto questa
guida potete recarvi al seguente link se siete interessati: http://bodybuilding-generation.it/colonna-
vertebrale/
•Periodizzazione lineare inversa (RLP): Questo modello di periodizzazione è consigliato agli atleti
di endurance, che sono alla ricerca del miglioramento e dei guadagni della forza resistente, quindi
adatto a ciclisti, maratoneti e runner.
Sucessivamente saranno elencati e ritradotti alcuni studi che confrontano i diversi tipi di
periodizzazione. Questo studio analizza le due periodizzazioni più usate nel contesto pesi, lineare
e ondulata.
OBIETIVO: Lo scopo di questo studio era quello di indagare sugli effetti della periodizzazione
ondulata (NLP), lineare (LP), l’allenamento di resistenza (RT) sullo spessore del muscolo (MT) e
la forza, misurata rispettivamente con una tecnica ad ultrasuoni e con una ripetizione massima
(1RM).
Baker et al. (1994), Rhea et al. (2002), Buford et al. (2007), Kok et al. (2009), Hoffman et al. (2009),
Prestes et al. (2009), Jimenez e Paz (2011), Miranda et al. (2011), Simão et al. (2012), Spineti et al. (2013).
Le due forme di periodizzazione più comuni, cioè la lineare e l'ondulata, in alcuni casi hanno
provocato miglioramenti della forza simili, mentre altre volte il modello ondulato si è rivelato
superiore al lineare. Anche per quanto riguarda la potenza, i modelli lineare e ondulato non hanno
dato risultati significativamente differenti. In termini di endurance muscolare locale, la
periodizzazione lineare inversa sembra aver favorito tra tutte risultati superiori alla lineare
classica e all'ondulata.
Tuttavia questi dati possono contribuire a delineare uno scenario più chiaro e preciso sulle
potenziali utilità dei diversi metodi di periodizzazione esistenti, al fine di poter selezionare la
modalità teoricamente più idonea per lo sviluppo di una determinata qualità o adattamento
muscolare.
Forza massimale: per un maggiore sviluppo della forza, sembra che il modello ondulato sia simile
o superiore al modello lineare, che a sua volta è superiore al lineare inverso.
Potenza muscolare: per la potenza muscolare, sembra che i modelli lineare e ondulato siano
altrettanto efficaci.
Endurance muscolare: per un maggiore sviluppo dell'endurance muscolare, sembra che il
modello lineare inverso sia superiore al lineare classico e all'ondulato.
Oltre ad essere un'evidenza empirica, ci sono anche alcuni studi che affermano maggiori
guadagni di forza e ipertrofia con un programma periodizzato rispetto ad allenamenti non
programmati.
Butowskik, A.D. (1910) Course on the History and Methodology of Physical Exercise
in Moscow.
Matveyev, L.P. Modern procedures for the construction of macrocycles. Mod. Athl.
Coach. 30:32–34. 1992.
Matveyev, L.P. About the construction of training. Mod. Athl. Coach. 32:12–16.
1994.
Zatsiorsky, V.M. Science and Practice of Strength Training. Champaign, IL: Human
Kinetics, 1995.
Selye, H., (1936) A Syndrome Produced by Diverse Nocuous Agents, Nature (July).
Selye, H., (1956) The Stress of Life, New York, McGraw Hill.
Selye, H., (1974) Stress Without Distress, New York, Philadelphia, J.D. Lippincott,
Co.
Wilson, J., and Wilson, G., Tapering Part I. Journal of Hyperplasia Research. January,
2005. (a)
Wilson, J., and Wilson, G., Tapering Part II. Journal of Hyperplasia Research.
January, 2005. (c)
Bar-Or, O. (1996). The Child and adolescent Athlete. Blackwell Science.
Bompa, T.O. (1993). Periodization of Strength: The new wawe in strenth training. Veritas Publishing:
Canada.
Bompa, T.O. (1999). Periodization: Theory and Methodology of Training. Human Kinetics: USA.
Gren, M., Oakley, B. (2001). “Elite sport development systems and playing to win: uniformity and
diversity in
international approaches”. Leisure Studies 20: 247–267
Rowland, T.W. ( 2000). “Exercise Science and Child Athlete”. Exercise and Sports Science(Ed: Garrett,
W.E.,
Kirkindall, D.T.). Lippincott Williams and Wilkins, Philadelphia.
Stone, M.H., O’Bryant, H.S., Schilling, B.K., Johnson, R.L., Pierce, K.C., Haff, G.G., Koch, A.J., Stone,
M. (1999a). “
Periodization: Effects of Manipulating Volume and Intensity. Part I.”. Strength and Conditioning Journal.
21(2): 56-62.
Stone, M.H., O’Bryant, H.S., Schilling, B.K., Johnson, R.L., Pierce, K.C., Haff, G.G., Koch, A.J., Stone,
M. (1999b).; Periodization: Effects of Manipulating Volume and Intensity. Part 2. Strength and
Conditioning Journal.21(3): 54-60.
Willardson JM, Burkett LN. The effect of rest interval length on bench press performance with heavy vs.
light loads. J Strength Cond Res. 2006 May;20(2):396-9.
de Salles et al. Rest interval between sets in strength training. Sports Med. 2009;39(9):765-77.
Robinson et al. Effects of Different Weight Training Exercise/Rest Intervals on Strength, Power, and
High Intensity Exercise Endurance. Journal of Strength & Conditioning Research. November 1995 -
Volume 9 - Issue 4
Pincivero et al. Effects of rest interval on isokinetic strength and functional performance after short-term
high intensity training. Br J Sports Med. 1997 September; 31(3): 229–234.
Kraemer WJ, Ratamess NA. Fundamentals of resistance training: progression and exercise prescription.
Med Sci Sports Exerc. 2004 Apr;36(4):674-88.
Jared W. Coburn, Moh H. Malek. NSCA's Essentials of Personal Training. Human Kinetics, 2011. p. 358.
ISBN 0736084150
Godfrey et al. The role of lactate in the exercise-induced human growth hormone response: evidence
from McArdle disease. Br J Sports Med. 2009 Jul;43(7):521-5.
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed
http://ajs.sagepub.com/
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25268290
http://journals.lww.com/nsca-jscr/Pages/default.aspx
http://www.acsm.org/
Blocco A: aumenta la forza massima, migliora la forza esplosiva in movimenti specifici, nel temo
migliora le capacità di svolgere i lavori di forza, crea una base energica per miglioramenti futuri.
Titolo a parte, ho diversi anni di esperienza nel settore bodybuilding e fitness, di preciso 8 anni,
che a mio avviso sono abbastanza pochi, considerando che ho soltanto 22 anni ed ho ancora
molte esperienze da affrontare. Il bodybuilding è stata una disciplina che mi ha cambiato
radicalmente, in senso positivo. Penso che chiunque ha la la stoffa per cambiare il proprio corpo,
basta volerlo.
Per tanto ho voluto scrivere questa guida per tutti quelli che hanno bisogno di aiuto, credo che
l'informazione debba essere di tutti, e non deve essere venduta, questo è il motivo per cui ho
deciso di non vendere questa guida, ma renderla pubblica e gratuita a tutti, in modo che tutti
posano venire a conoscenza dell'informazione necessaria a svolgere un buon programma di
allenamento, oggi in italia la magior parte dei testi che parlano della periodizzazione sono libri a
pagamento, e nessuno sito o blog ne ha mai parlato in modo approfondito come ha fatto questa
guida. Spero che nel mio piccolo, sono riuscito a fare il massimo per qualcuno, spero che questa
guida sia stata di vostro gradimento e vi sia stata utile nell'insegnarvi qualcosa di nuovo. Per
qualsiasi domanda o chiarimenti contattatemi alla seguente mail: emanueledaniele93@live.it oppure
mi trovate su facebook al seguente indirizzo: https://www.facebook.com/emanueledaniele25