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Marco Ferrari
www.muscolarmente.com
Strength Program scritto da: Marco Ferrari
Note legali
Le strategie riportate in questo documento sono il frutto di anni di studi,
quindi non è garantito il raggiungimento dei medesimi risultati.
L’autore si riserva il diritto di aggiornare o modificarne il contenuto, in base a
nuove condizioni o aggiornamenti
Questo documento ha solo ed esclusivamente scopo informativo e non
sostituisce nessun tipo di trattamento medico o psicologico. L’autore non si
assume nessuna responsabilità dell’uso improprio di queste informazioni,
chiunque decidesse di mettere in pratica tali consigli lo fa con responsabilità
delle proprie scelte e con la consapevolezza dei rischi legati alle pratiche
sportive.
A proposito dell'autore
Marco Ferrari, classe 1977, Personal Trainer e Istruttore di
Bodybuilding.
Avevo circa 21 anni, quando misi i piedi in una palestra e presi in mano la
ghisa per la prima volta… da allora non l'ho mai abbandonata.
Successivamente, ho fatto di questo la mia professione e principale mission
nella vita.
“Il Bodybuilding non è solo uno sport ma una disciplina e uno stile di vita.”
Ho percorso la strada di questa professione, poiché questo è ciò che amo fare
nella vita, insegnare alle persone come te, i migliori metodi per allenarsi in
sicurezza, senza perdere tempo inutilmente, le strategie per alimentarsi al top
e per correggere il proprio stile di vita.
Introduzione
Prima di partire voglio ringraziarti per la fiducia che hai dimostrato nei
confronti del mio lavoro e quindi per aver investito in questo manuale, che ti
accompagnerà ad esplorare il mondo della Forza.
Molti di noi usano ogni giorno questa parola, con cui ci sentiamo a nostro agio
per l’intimo rapporto che abbiamo con essa.
La forza, nel suo significato più generale, è fondamentale per tutti gli atleti e
per tutti gli sport, a patto di saper chiaramente distinguere di quale tipo
abbiamo bisogno e da dove viene l’energia per produrre la massima potenza.
Nel nostro contesto, il lavoro di forza per qualcuno è una variabile della
periodizzazione, da alternare al classico lavoro metabolico (di ipertrofia) ma
che dovrebbe comunque prevalere in una pianificazione a lungo termine.
Per qualcun altro può essere invece una necessità, perché nella sua
condizione fisiologica attuale, risulta anche l'unico modo per lavorare e
ottenere risultati.
Tra le tipologie di lavoro che ti andrò a proporre nelle pagine seguenti, alcune
hanno solide origini di base… e negli anni hanno permesso a molti ragazzi, tra
cui anche personaggi più o meno famosi, di aumentare notevolmente le loro
prestazioni in termini di forza e come conseguenza anche di crescita
muscolare.
Quando si parla di forza e di allenamento della forza, non si può di certo non
pensare a discipline come powerlifting e al weightlifting.
Questo fa parte del ciclo della vita e dei nostri geni… a meno che non facciamo
qualcosa per contrastarlo e ridurlo il più possibile! E l'unico mezzo che abbiamo
è l'allenamento con i sovraccarichi.
L’allenamento per la forza e nello specifico alcuni programmi, si può dire che
abbiano una doppia utilità: sono perfetti per chi vuole aumentare le sue
prestazioni in termini forza e anche massa muscolare. E sono adatti anche a
quei “soggetti non-responder”, quelli che apparentemente non riescono mai a
crescere o migliorare la propria composizione corporea, per i motivi che tra
poco capirai.
Principi dell’allenamento
Prima di entrare nello specifico delle differenze tra il lavoro di forza e ipertrofia,
mi sembra più che doveroso inserire un piccolo paragrafo che è presente anche
nel materiale Ghisa Solution, per indicarti quali sono i principi fondamentali
dell’allenamento con i pesi, quelli che ti permettono di comprendere come
l’organismo si adatta e reagisce agli stimoli e inoltre ti permettono di avere
delle solide basi per costruire i tuoi allenamenti attuali e futuri.
1. Differenze individuali
2. Sovraccarico
3. Adattamento a specifiche richieste
4. Uso / Non uso
5. Specificità
6. Supercompensazione
Vediamoli velocemente…
1. Differenze individuali
Se mi segui anche sul blog Muscolarmente o su Facebook, mi avrai visto
ripetere questo principio una marea di volte. Ricorda sempre: non siamo tutti
uguali e non rispondiamo tutti allo stesso modo agli stimoli. E questo vale sia
per l’allenamento, sia per l’alimentazione. Pertanto è inutile copiare la scheda
dell’amico “grosso” di turno o peggio ancora la sua alimentazione, poiché
potrebbero non essere adatte a te. La genetica, la struttura, lo stile di vita…
sono parametri determinanti e servono anche per non creare false illusioni. È
sempre necessario diversificare l’allenamento in base al soggetto (costituzione,
composizione corporea, fisiologia, somatotipo, obiettivi ecc.).
2. Sovraccarico
Se non si applicano sovraccarichi ai propri muscoli, non ci sono motivi per cui
dovrebbero diventare più grandi e più forti. Carichi più massicci, generano più
tensione muscolare, che alla fine darà come risposta maggior crescita. Per
avere miglioramenti in termini di forza, resistenza e ipertrofia, bisogna
allenarsi con i sovraccarichi, in maniera intensa e questi dovranno sempre
essere crescenti. Pertanto dovrai aumentare gradualmente i pesi e/o il
volume di allenamento e dovrai essere sempre in equilibrio con il corretto
recupero (supercompensazione).
Attenzione: questo non significa che non ci debbano essere delle pause nel
corso di una stagione, altrimenti si rischierebbe il sovrallenamento.
5. Specificità
Come per l’adattamento a specifiche richieste, ma più tecnico e specifico per
un determinato movimento o sollevamento. Esempio: se voglio diventare più
forte nello squat, devo concentrarmi principalmente sullo squat!
6. Supercompensazione
Le fibre muscolari aumentano in forza e dimensione in risposta all’equilibrio tra
allenamento e riposo.
Forza e ipertrofia
Quando si parla di allenamento con i pesi, è bene precisare che esso può
essere solo per la forza o per l’ipertrofia.
La definizione si fa a tavola!
Tutto questo porta logicamente alla produzione di metaboliti quali lattato ecc.,
infatti si sta utilizzando il sistema anaerobico lattacido (in assenza di
ossigeno, con produzione di acido lattico) che interviene per periodi non
superiori a 50-80 secondi.
Ricorda: i classici dolori del giorno dopo, non sono dovuti all’acido lattico
• A: Petto e tricipiti
• B: Dorso e bicipiti
• C: Gambe e spalle
E così via…
Fanno parte di questa categoria tutti quei soggetti con problematiche di stress,
infiammazione, sonno disturbato, alimentazione inadeguata… Con problemi relativi
appunto alla composizione corporea, che possiedono quindi poca
massa muscolare, che sono disidratati.
Ad esempio gli uomini che si possono definire Hardgainer, Skinny,
Skinny Fat… in gergo più popolare “secchi” (tendenzialmente longilinei
con scarsa massa e struttura di base,
magri, spesso con la pancetta e i
fianchi).
Ora, non voglio farti di certo una lezione di anatomia, ma le immagini che
seguiranno ti aiuteranno a capire un pochino meglio questi concetti. Osserva
bene la struttura del muscolo e capirai molto meglio termini come miofibrille,
sarcomero, actina e miosina ecc., che potrebbero suonare strani e proibitivi.
Detto in parole molto semplici, quello che sta bene può permettersi di allenarsi
come gli pare, quindi può fare tranquillamente ipertrofia, anzi fa benissimo a
inserire periodi specifici di lavoro a esaurimento nella sua pianificazione. E
naturalmente dovrebbe allenarsi per la forza per aumentare i suoi carichi,
creare i giusti adattamenti che abbiamo visto, per diventare più performante.
In ogni caso avrà buoni risultati e alternare le due tipologie di lavoro è il
segreto del successo (periodizzazione dell’allenamento).
Ci sono quei soggetti poi che per loro fortuna (genetica invidabile) crescono e
hanno risultati anche solo guardandoli i pesi! Ma sono pochi…
Adesso spostiamoci verso tutta quella parte di persone che sembrano non
migliorare mai, nonostante l’impegno e gli esercizi magari anche corretti.
Quelli che rimangono sempre magri, esili, magari anche con una leggera
pancetta… quelle che non riescono a mettere un grammo di muscolo e tendono
sempre ad avere il problema della ritenzione idrica/cellulite.
Alla luce di tutto questo, come fare quindi per allenarsi senza fare danni, senza
buttare via tempo e fatica e soprattutto avere dei risultati?
Se vuoi capire che cosa sia una bioimpedenza fatta in maniera professionale,
l’ho spiegato qui:
http://www.muscolarmente.com/bioimpedenza-bioimpedenziometria-bia-e-
valutazione-composizione-corporea/
Per entrare poi ancora più nel tecnico e nello specifico, grazie agli studi e test
eseguiti dai prof. Stefano Zambelli e Claudio Suardi della ISSA, possiamo
sapere quali sono i requisiti minimi per potersi allenare per l’ipertrofia a seguito
di una valutazione della composizione corporea con la BIA:
Ricordo che la Massa Magra (FFM) è composta da tutto ciò che non è grasso,
ovvero massa muscolare, scheletro, tessuti, organi, derma, acqua ecc., quindi
la massa muscolare deve essere nelle percentuali minime viste sopra, rispetto
alla massa magra.
Capito questo, per passare all’azione si deve lavorare per la forza, si deve
puntare all’ipertrofia funzionale. Questo significa che i soggetti interessati
dovranno dedicarsi principalmente agli esercizi fondamentali/multiarticolari,
non si ragionerà più sui singoli muscoli ma su un allenamento più “funzionale”,
sulle alzate, che coinvolgano diverse masse muscolari. Dovranno quindi evitare
le classiche serie lunghe ad esaurimento, evitare il cedimento, i recuperi brevi
e l’acidosi.
Logicamente per chi non si è mai allenato occorrere prima inserire un piccolo
periodo di condizionamento o adattamento generale. Dove si lavora con
ripetizioni alte (15-20) e basso carico. I recuperi dovranno essere sempre
completi (2-3 minuti).
Questo servirà principalmente a creare coordinazione neuromuscolare e i
primi adattamenti anatomici
C’è quindi una grossa differenza tra l’allenamento della forza e quello
dell’ipertrofia (massa) proprio in termini di lavoro per serie, ripetizioni e tempi
di recupero. Differenziare le due cose è fondamentale, pensare che non
abbiano nulla a che fare l’una con l’altra è sbagliato, poiché come hai visto, la
forza genera ipertrofia muscolare (funzionale) per adattamento.
Esiste una sorta di relazione inversa tra le serie e le ripetizioni a seconda che ci
si alleni per la forza o per l’ipertrofia. L’obiettivo è quello di raggiungere in
entrambi i casi un buon volume allenante.
Le ripetizioni basse con alto carico, con movimento più esplosivo in concentrica
e più controllato in eccentrica, sono il modo migliore per stimolare lo sviluppo
delle fibre muscolari bianche di tipo IIB, che sono quelle a contrazione
rapida e con il maggior potenziale di crescita. Quindi la forza a sua volta
genera ipertrofia per adattamento.
Con questa tipologia di lavoro non avremo molta rottura cellulare (normale
danneggiamento a carico delle fibre muscolari per via dell’allenamento) e non
avremo produzione massiccia di acido lattico, come avviene invece
nell’allenamento mirato all’ipertrofia, classico del Bodybuilding in split. Questo
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Strength Program scritto da: Marco Ferrari
principalmente perché il tempo sotto tensione sarà molto ridotto, mentre sarà
molto elevata l’intensità. Inoltre gli split dei gruppi muscolari sono per
l’appunto diversi dal classico allenamento “da palestra”.
Ora so già a cosa stai pensando… se mi segui anche sul blog, su Facebook o se
hai già scaricato la mia guida gratuita sull’aumento di massa muscolare o hai
acquistato qualche mio prodotto o programma di allenamento, avrai letto
sicuramente dell’importanza del recupero e del rispetto delle frequenze di
allenamento.
In questo caso però l’approccio è diverso, qui non si cercano la rottura cellulare
e il cedimento muscolare dato dalla produzione di acido lattico. Lavorando con
gli esercizi e i range di ripetizioni che ti mostrerò, avremo una rottura cellulare
minima e una produzione minima di acido lattico… altrimenti non saresti in
grado di sostenere allenamenti ravvicinati, poiché l’organismo non
recupererebbe.
Per l’allenamento della forza degli arti superiori, è consigliabile dare priorità
anche e sorprattutto al lavoro specifico con esercizi di forza per gli arti inferiori.
Non mi stancherò mai e poi mai di ripetere che lo squat è un esercizio che non
Parti con un peso iniziale ragionevole, vicino a quello massimo che pensi di
poter sollevare una volta sola. Dopo ogni tentativo riuscito dovresti recuperare
adeguatamente (almeno 3 minuti) e il peso dovrebbe essere aumentato di 1-2-
3-4 o 5 kg fin quando non arriverai a individuare il tuo massimale,
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Logicamente ha senso parlare di massimali per quel che riguarda gli esercizi
fondamentali (squat, panca piana, stacchi da terra, military press…). Sarebbe
alquanto fuori luogo mettersi a fare un test dei massimali su un curl per bicipiti
e tra l’altro a rischio di eccessivo e inutile stress articolare.
Metodo indiretto
Scegli un esercizio, scaldati con un peso attorno al 50% di quello che pensi
possa essere il tuo massimale (1-RM), successivamente cerca di eseguire un
numero di ripetizioni massime (indicativamente da 4 a 10) fino a che non
raggiungi l'incapacità di continuare ad eseguire ulteriori ripetizioni (cedimento
muscolare). A questo punto puoi utilizzare l’equazione di Brzycki per ricavare il
tuo 1-RM teorico:
PESO SOLLEVATO
__________________________________
1,0278 - (0,0278 x numero di ripetizioni)
Ci sono poi diverse tabelle, reperibili sul web, per avere un’idea dei massimali
e delle ripetizioni possibili con determinate percentuali di carico. Ecco un
esempio:
Nel mondo degli sport di forza (come il powerlifting) vi sono dei livelli base
che sono considerati “canonici” e sono i seguenti:
Vediamo comunque quelli che potrebbero essere dei livelli minimi un po’ più
“generici”, per soggetti nella media standard. Ovviamente questi numeri non
sono qualcosa di inciso nella pietra (eventuali adattamenti ecc.), tuttavia
possono essere un buon indicatore del proprio livello attuale di forza generale.
Voglio comunque sottolineare che questi sono livelli MINIMI a cui ambire e
tutto sommato anche abbastanza contenuti (soprattutto nei confronti di stacco
e squat). Non è fantascienza. È il minimo sindacale. Sono parametri a cui
TUTTI possono arrivare senza troppi problemi. I veri riferimenti di base del
mondo della forza, li abbiamo visti più in alto. Ricordo che stiamo parlando di 1
RM, UNA RIPETIZIONE.
Tutto questo non deve servire per paragonarsi agli altri, ma piuttosto come
strumento di misurazione per se stessi. Se i tuoi livelli di forza sono inferiori
agli standard della slide, allora hai sicuramente del lavoro da fare: avere
l’obiettivo di diventare PIÙ FORTE!
Inoltre come già detto in precedenza, è un lavoro che non risulta adatto a tutti,
soprattutto per quei soggetti non-responder, che presentano facilmente
problematiche di infiammazione, che sono destrutturati, facilmente tendenti al
catabolismo ecc.
Nonostante ciò, rimango però sempre sulla posizione che il soggetto che sta
bene e che si trova in equilibrio fisiologico, durante il corso dell'anno, farebbe
bene ad alternare entrambi i tipi di stimolo. Ed in ogni caso, il lavoro di forza
dovrebbe comunque sempre avere una certa priorità, anche perché questo tipo
di allenamento genera ipertrofia vera, esattamente dove serve (ma anche dove
uno non si aspetterebbe).
C'è qualcosa che non funziona nel modo di ragionare da “palestrato Bro”.
Per diventare i più bravi in qualcosa, bisogna ripeterlo più volte, non c'è niente
da fare. Ma è ovvio che andrà fatto nella maniera più opportuna!
Ed è anche a questo punto che nascono poi tutti i discorsi che si fanno in
merito agli hardgainer, sul fatto che siano poco dotati, che sia estremamente
facile andare in sovrallenamento, che ci si debba allenare pochissimo…
Nel bodybuilding si cerca l'esaurimento muscolare per “sfinire le fibre” non per
reclutare più fibre e unità motorie. C'è una grande differenza tra reclutamento
e sfinimento.
Fare 200 squat a corpo libero, arrivando al limite o esaurimento, oppure fare
una sua ripetizione con 200 kg, ma con ancora un po' di margine, non significa
attivare lo stesso tipo di fibre.
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Strength Program scritto da: Marco Ferrari
Più chili si sollevano è più fibre e unità motorie vengono reclutate, anche se ci
si ferma prima del cedimento.
Protrarre una serie fino alla fine consente di lavorare con tutte le fibre ma
quelle dello stesso tipo, quelle che si possono attivare con quel carico e si
arriva così a sfinimento. Quindi si esaurisce il lavoro muscolare della tipologia
di fibre attivate.
Ti fermi a 4…
Ed eseguirai diverse serie, tante quante basta per rendere sempre fluida
l'esecuzione. Il numero di ripetizioni svolte in ogni carico, dovrebbe sempre
essere ottimale.
Ovviamente come al solito non bisogna fissarsi troppo sui numeri, perché ci
possono sempre essere dei limiti e la necessità di adattamenti. In questo caso
il livello di partenza, il sesso, la capacità di gestire il volume, la grande
differenza tra i vari esercizi fondamentali (panca, stacco, squat) ecc. ecc.
Bisogna ricordare che all’80% del carico massimale, già dalla prima ripetizione
si è in grado di avere un’attivazione muscolare totale, a patto che come
abbiamo visto poco sopra, gli schemi motori siano corretti e impeccabili,
altrimenti non viene attivato un bel nulla.
Ricordiamo quindi ancora una volta che c'è una differenza sostanziale tra
reclutamento ed esaurimento.
Lo scarico
All’interno di un mesociclo di lavoro, potremo avere dei microcicli (settimane)
di carico, ai quali è altamente consigliato (e necessario) alternare uno o più
microcicli di scarico, da gestire in base alla propria condizione fisica.
La settimana di scarico (deload week) può essere fatta in scarico attivo, dove
si riduce il carico di lavoro (tonnellaggio) ma per qualcuno può anche essere di
scarico passivo (totale), il che significa semplicemente che in quella
settimana non ci si allena proprio e si riposa completamente. Si possono
anche alternare settimane di scarico attivo e settimane di scarico passivo, tutto
sta sempre al singolo soggetto e al suo “sapersi ascoltare”.
La tecnica di esecuzione non deve mai essere messa da parte per favorire
l’aumento del carico. Altrimenti non si diventa realmente più forti… anche se si
sollevano più kg.
Senza contare poi l'altissimo rischio infortuni, spesso anche molto seri.
Sicuramente stimolante e motivante… ma alla luce dei fatti ben poco utile,
anzi, tutt'altro.
Squat fatti male, perdita della schiena (curva lombare fisiologica), catena
cinetica posteriore non attivata, ginocchia che puntano in dentro, mezze
ripetizioni, panca piana effettuata con il rimbalzo e senza incastro, sculare e
arcuare la schiena nello stacco da terra ecc. ecc. Sono tutte azioni che
concorrono nello sviluppare abilità a trovare scorciatoie in un determinato
esercizio. In sostanza quindi si sollevano più kg, ma non si è realmente più
forti. E di conseguenza non si aumentano nemmeno le dimensioni dei ventri
muscolari.
Succede spesso infatti, che nel momento in cui si torna indietro col carico e ci
si dedica esclusivamente a perfezionare la tecnica, con peso molto leggero, si
avvertano in seguito i DOMS… Semplicemente perché vengono attivati
maggiormente (o finalmente) una serie di muscoli (succede spesso ad esempio
con gli ischiocrurali) e di fibre, che probabilmente prima si utilizzavano poco e
niente.
Nell’ambiente del powerlifting c’è una frase che riassume molto bene questo
concetto:
E questa frase dovrebbero stamparsela bene in testa tutti quelli che stanno
lavorando per aumentare il peso su quei bilancieri.
Quello che viene definito Sticking Point (ovvero punto critico) il punto di
stallo dell'alzata, nella stragrande maggioranza dei casi è di natura tecnica e
non muscolare ed è un qualcosa con cui bisogna scontrarsi il prima possibile e
affrontarlo a testa bassa. Bisogna sempre lavorare su quello che manca e non
sperare di raggirare il problema e/o che la cosa si risolva da sola in qualche
modo, perché purtroppo non è così che funziona.
Si fissa un carico del 70% del massimale, si impiegano 5 secondi per la discesa
e ci si ferma nel punto più basso per altri 2 secondi… e non si aumenta il carico
finché le anche e le spalle si alzano contemporaneamente, senza errori, senza
sculate ecc. Ovviamente sarà sempre un lavoro basato su tante serie singole.
Settimana uno
Lunedì Mercoledì Venerdì
20 set x 1 ripetizione, discesa 10 set x 1 ripetizione, carico 20 set x 1 ripetizione, discesa
in 5 sec, fermo in basso di 2 70%, esecuzione normale in 5 sec, fermo in basso di 2
sec. Carico 70% di 1RM sec. Carico 70% di 1RM
Settimana due
Settimana tre
Settimana quattro
Se dopo 10 singole con l’80% del massimale, lo squat rimane perfetto, allora si
possono eseguire le altre 10 singole con l’85% di 1RM.
Una cosa che può essere molto utile in queste fasi di verifica e quella di
riprendersi spesso con una telecamera o con lo smartphone (per una volta che
te lo concedo in allenamento!) in modo da poter valutare con occhio esterno la
situazione e associarla a quello che si percepisce durante il movimento.
Altri errori che possono generalmente saltare fuori nella panca e nello
stacco? Per quanto riguarda la panca, capita spesso che i gomiti scappino da
sotto la spinta, durante la partenza al petto, o di perdere l’incastro delle
scapole.
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Strength Program scritto da: Marco Ferrari
Imponiti sempre di esaminare tutto nel minimo dettaglio. Nulla deve essere
lasciato al caso.
Ci sono tre requisiti fondamentali a cui dovresti far fede prima di pensare a
qualsiasi aumento di carico:
Programmare l’allenamento
Quando si vuole programmare e periodizzare l'allenamento, diventa più che
logico applicare anche qui il classico approccio “a scalare”, in cui si aumentano
e alternano man mano i parametri allenanti (volume e intensità). La cosa
importante da tenere sempre ben presente, è che ci deve essere una
progressione dei parametri, che in questo caso sarà poi rappresentata
principalmente dai carichi, dal momento che lo scopo primario è quello di
aumentare la forza.
Per i principianti o per chi arriva da un lungo periodo di stop, si inizia con una
fase di “adattamento anatomico” di alcune settimane, che servirà per
mettersi in condizione di testare i primi sovraccarichi e adattare le strutture
articolari, nonché prendere confidenza con tutto ciò che riguarda la gestione
della fatica, il coordinamento intra e intermuscolare ecc.
Ecco un classico esempio di come gestire il lavoro nel corso delle settimane e
dei vari mesocicli.
Fino ad arrivare a lavorare sulle le doppie e sulle singole, in base a quelli che
poi saranno i propri obiettivi. Il segreto è “partire dal basso”, soprattutto
quando si lavora su range come 4x6, 5x5… e mantenere il gesto fresco,
evitando perlopiù il cedimento.
Poi logicamente, in base a quelli che sono i propri obiettivi, sarà necessario
spostarsi anche verso metodologie molto più mirate e specifiche, come quelle
che vedremo più avanti, quanto ti mostrerò alcuni programmi di allenamento
consolidati.
Del resto sono concetti che abbiamo visto anche all’inizio, quando abbiamo
parlato dei principi generali dell’allenamento. Vedi ad esempio: Adattamento a
specifiche richieste e specificità.
Sono dunque questi i metodi che possono trovare il giusto impiego nelle varie
fasi. Ovviamente il lavoro dovrebbe svolgersi tra il 70 e il 90% del massimale,
ricordando come già visto in precedenza, che il numero ideale che si aggira
attorno al 80%.
In questo il 5x5 è ad esempio uno dei metodi più diffusi di sempre, dove si
concentrano i carichi in una seduta intensa e si stimola fortemente il soggetto
a incrementarli di volta in volta.
Per questo motivo è bene avere in mente una programmazione con una sorta
di carico target da rispettare, almeno per un paio di mesi, dopodiché si potrà
anche andare un po' più a sensazione, sempre con saggezza, soprattutto per
quanto riguarda le alzate finali.
Generalmente nel contesto strength training, per alcuni tecnici ha più senso
iniziare prima con il lavoro di volume e poi inserire le alzate importanti, con il
carico più elevato e un basso numero di ripetizioni. Tuttavia su questo punto ci
sono diverse scuole di pensiero… molti altri autori consigliano esattamente il
contrario, per poter essere più freschi nelle alzate importanti e dedicare poi il
restante al volume (a mio avviso forse più sensato). Credo che a questo punto
ognuno dovrebbe trovare il suo miglior equilibrio.
Come al solito salta fuori quella frase che utilizzo ormai fin troppo spesso:
“Non siamo tutti uguali e non rispondiamo tutti allo stesso modo agli stimoli”.
A quel punto, o si provano delle metodologie per uscire dallo stallo, come gli
scarichi ecc. (che più avanti vedremo…) o si cambia programma, ricordando
che i vari metodi non sono necessariamente collegati tra loro, anche perché
spesso hanno delle logiche totalmente diverse.
Il metodo 5 x 5…
Il metodo di allenamento 5x5 ha una grande varietà di interpretazioni. È stato
reso celebre dal famoso coach americano Bill Starr con una sua versione, ma in
realtà risale a qualche decennio prima, poiché era stato ideato dal bodybuilder
Reg Park, quindi questo metodo ha quasi 70 anni!
Sono tanti i ragazzi che lo hanno testato e hanno avuto grandissimi risultati,
tra cui anche atleti e attori famosi. Basti pensare che Reg Park era idolo e
mentore di Arnold Schwarzenegger, indipendentemente dal fatto che poi
Arnold si allenasse a volume (perché la sua struttura rispondeva benissimo a
quel tipo di approccio).
Questo metodo può essere utilizzato per tutto il tempo in cui si riescono ad
avere progressi.
Ora prova uno dei metodi 5x5 e poi potrai giudicare se funzionano o meno.
Sono estremamente fiducioso che si riescano ad incrementare forza e di
conseguenza anche massa muscolare, perché migliaia di ragazzi, di età diverse
e con caratteristiche genetiche diverse, hanno avuto ottimi risultati con questi
metodi.
Funziona in questo modo: la prima volta che vai in palestra fai l’allenamento A,
la volta successiva il B, poi di nuovo A ecc., quindi in sostanza si alternano gli
allenamenti A e B ogni volta che vai in palestra.
Esempio pratico:
• Lunedì allenamento A
• Mercoledì allenamento B
• Venerdì allenamento A
• Lunedì allenamento B
• Mercoledì allenamento A
• Venerdì allenamento B
Gli esercizi base che compongono questo programma sono: squat (il più
importante), panca piana, rematore con bilanciere, military press e
stacco da terra.
Settimana 1
Lunedì Mercoledì Venerdì
Workout A Workout B Workout A
Squat Squat Squat
Panca Military press Panca
Rematore Stacco Rematore
Settimana 2
Lunedì Mercoledì Venerdì
Workout B Workout A Workout B
Squat Squat Squat
Military press Panca Military press
Stacco Rematore Stacco
Tieni presente che il lavoro base impegna già tutti i muscoli del corpo… anche
le braccia lavorano alla grande durante lo svolgimento dei fondamentali!
Lavorano per mantenere il bilanciere sulla schiena nello squat, lavorano
quando si tira sul il bilanciere negli stacchi, nel rematore e nelle varie spinte.
È infatti inutile fare centinaia di addominali ogni seduta se poi non si cura
l’alimentazione. Se c’è uno strato di grasso, rimarrà sempre al suo posto. Anzi,
a volte un accanimento di lavoro settoriale su quest’area, con la speranza di un
illusorio dimagrimento, può portare allo sviluppo o peggioramento di eventuali
problematiche posturali, ad esempio alla colonna.
La scheda di allenamento
Lunedì A
Mercoledì B
Venerdì A
Per il resto libertà di gestione, sempre con criterio e senza esagerare. Non più
di 2 max. 3 esercizi. Eviterei comunque di inserirne 3 ogni workout.
Nella scelta prediligi magari prima altri esercizi pluriarticolari come dip,
trazioni, pulley, pull-down, affondi ecc., per poi eventualmente inserire anche
qualcosa più di isolamento come lavori per le braccia, croci, lavori ai cavi,
polpacci. E soprattutto regolati sulle tue caratteristiche e sulla tua mobilità
articolare (non tutto è adatto a tutti).
Non è obbligatorio che i complementari che vedi nel workout A del Venerdì,
debbano per forza cadere ogni Venerdì. Sei libero di inserirli ad esempio anche
in ogni workout A, oppure semplicemente andare avanti in maniera alternata.
Attrezzi
Gli esercizi base (big) vanno eseguiti rigorosamente con i pesi liberi
utilizzando possibilmente un bilanciere olimpico, che ti darà col tempo la
possibilità di sollevare pesi più pesanti, grazie ai manicotti girevoli, che sono
anche meno invasivi per polsi e spalle, la barra non si piega con carichi pesanti
ed è quindi più sicuro.
Mai partire direttamente col peso di lavoro, devi sempre fare un giusto
riscaldamento prima. Per fare un esempio, diciamo che il tuo peso di lavoro
per lo squat sia di 60 kg. Allora ecco come dovresti organizzare la tua
sessione:
Forse 1x5 di Stacchi non ti sembra molto, ma come puoi vedere ci sono i set di
riscaldamento avanzato, che impongono comunque un lavoro effettivo.
Vedrai da solo col progredire in questo programma, che una volta che il carico
diventerà pesante, sarai ben felice di concludere l'allenamento con 1 solo set
da 5 ripetizioni di stacchi da terra.
Il carico di lavoro
Il più grande errore che tu possa fare con il metodo 5x5 è quello di iniziare
con pesi troppo pesanti. Ricordi tutto il discorso fatto in precedenza sul
cedimento-esaurimento e sul gesto fresco?
Per il rematore e gli stacchi ti consiglio di utilizzare dischi del diametro di 40/45
cm, così da avere il bilanciere alla giusta altezza dal terreno.
L'altezza regolare del bilanciere da terra nello stacco, dovrebbe essere di 22,5
cm. Se i dischi hanno un diametro più piccolo dovrai preoccuparti di mettere
sotto dei supporti per portare il bilanciere all’altezza corretta.
Aumenta i pesi solo se hai eseguito la quinta ripetizione della quinta serie con
una tecnica corretta e un controllo completo, se ci sei arrivato a pelo, allora
mantieni quel carico anche la volta successiva.
È naturale quindi che tu ti senta più motivato perché il peso aumenta ogni
singolo allenamento, facendoti rendere conto da solo che stai facendo
progressi, confrontando il peso che stai sollevando oggi rispetto all’ultimo
allenamento. Questo è il modo più semplice per aumentare la tua motivazione
- vedere i risultati - perché il successo genera successo.
Settimana 1
Workout A Workout B Workout A
Squat 5x5 (20kg) Squat 5x5 (22,5 kg) Squat 5x5 (25 kg)
Panca (20 kg) Military press 5x5 (20 kg) Panca 5x5 (22,5 kg)
Rematore (30 kg) Stacco 1x5 (45 kg) Rematore 5x5 (32,5kg)
Settimana 2
Workout A Workout B Workout A
Squat 5x5 (27,5 kg) Squat 5x5 (30 kg) Squat 5x5 (32,5 kg)
Military press 5x5 (22,5 kg) Panca (25 kg) Military press 5x5 (25 kg)
Stacco 1x5 (50 kg) Rematore (35 kg) Stacco 1x5 (55 kg)
Come puoi vedere l’unica differenza sta nello stacco, dove dovresti aggiungere
5 kg ogni allenamento. Quando gli stacchi diventano impegnativi, si passa da 5
a 2,5 kg di aumento.
So che in alcune palestre è difficile trovare i dischi da 1 - 1,25 kg. Diciamo che
si potrebbero anche aggiungere 4 o 5 kg totali per allenamento nello Squat,
ma con la panca e il military press diventa un pochino più problematico, perché
quest’esercizio coinvolge muscoli più piccoli, quindi i dischi da 1 - 1,25 kg
diventano importanti. Eventualmente potresti prendere in considerazione di
acquistare 2 piastre simili da portare in palestra (spesa minima a fronte
dell’utilità).
Tempi di recupero
I recuperi tra un set e l’altro dovranno essere tali da permetterti un lavoro per
la forza, quindi un riempimento totale dei fosfati energetici. Pertanto, al
contrario del lavoro per l’ipertrofia, dovranno essere completi.
Velocità di esecuzione
In questo caso la velocità di esecuzione sarà diversa dal solito lavoro lento e
controllato. Il sollevamento dovrà essere rapido/esplosivo nella fase di salita
(attiva/concentrica) e dovrà essere controllato (ma non eccessivamente
lento) nella discesa. L’esplosività del movimento serve per stimolare più unità
motorie e per un reclutamento precoce delle fibre veloci (tipo II).
con quel determinato carico, solo nella prima serie, per poi nelle successive
riuscire a fare solo 4, 2 o addirittura 1 ripetizione.
In quel caso ciò che devi fare inizialmente è mantenere il carico e attendere
di arrivare a eseguire di nuovo le tue 5x5. Non aumentare più i pesi
ovviamente, finché non completerai di nuovo il 5x5.
Se invece non riesci a completare il 5x5 per tre volte di fila in un esercizio,
allora è il momento di scaricare il bilanciere del 10%, così da tornare ad
eseguire il tutto correttamente e questo non ti creerà problemi di
demotivazione. Focalizzati bene sulla tecnica e sulla velocità di esecuzione e in
circa due settimane dovresti tornare a completare il 5x5.
Gli scarichi sono la strategia più efficace per uscire da uno stallo e riprendere
forza e volume muscolare. Il motivo principale per cui si verifica uno stallo è
perché il corpo non sta recuperando correttamente.
Gli stalli avvengono più che altro per via dello squat, anche perché una volta
raggiunto un carico considerevole ed eseguito tre volte a settimana, diventa
veramente stressante per il corpo.
Se poi non riuscirai più ad avere progressi con un 3x5, potrai anche qui iniziare
uno scarico, per tentare di superare lo stallo, nelle modalità viste in
precedenza. Dopo 2 scarichi potrai infine passare ancora all’1x5, facendo
calare di moltissimo il volume di lavoro e aumentando così ancora di più il
recupero. Non dovrai stupirti del fatto che ci potranno essere alcuni esercizi in
cui ti ritroverai a fare un 5x5, alcuni dove farai un 3x5 e magari uno dove farai
1x5.
In effetti i grandi culturisti del passato, che erano più orientati verso questo
approccio, erano molto più forti, questo è innegabile. Secondo Reg (e non
solo…) maggiore è il carico di lavoro, maggiori sono le unità motorie coinvolte
e di conseguenza maggiore sarà il tessuto muscolare reclutato, tutto questo
darà come risultato l’ipertrofia. Ricordi quanto abbiamo visto in precedenza a
proposito dell’ipertrofia funzionale? Adattamento al tipo di lavoro eseguito…
Per lui aveva molta importanza la zona lombare, in effetti se sei debole in
quell’area, difficilmente riuscirai ad allenarti al massimo delle prestazioni in
esercizi come squat, stacchi, rematore. E inoltre ti sentirai anche poco sicuro.
Pertanto iniziava la sessione sempre con delle iperestensioni, un paio di serie a
corpo libero, poi con sovraccarico.
La prima serie da 5 sarà circa con il 60% del peso che utilizzerai nelle tre finali
e la seconda serie sarà circa con l’80% del peso delle tre finali.
Esempio pratico: se il tuo carico di lavoro per la panca piana è di 80 kg, dovrai
eseguire l’esercizio in questo modo:
• 1° set da 5 con 48 kg
• 2° set da 5 con 64 kg
• 3°- 4° e 5° da 5 set con 80 kg
Per gli stacchi vale lo stesso discorso, le prime due sono serie stabilizzatrici, la
terza è la serie con il carico massimo per 5 ripetizioni
Workout A Workout B
Hyperextension 3x10 Hyperextension 3x10
Squat 5x5 Squat frontale 5x5
Trazioni 5x5 Rematore bilanciere 5x5
Panca piana o dip 5x5 Military press 5x5
*Ext. bil. angolato supino (tricipiti) 2 x 10 Stacchi da terra 3x5
Calf 3x15 ** Curl bilanciere o manubri (bicipiti) 2x10
Calf 2x15
I tempi di recupero tra una serie a l’altra vanno gestiti come abbiamo visto
in precedenza con l’altro metodo. Quindi recuperi completi (da 3 a 5 min.) per
gli esercizi fondamentali e 60-90 secondi per gli esercizi secondari (calf, curl
ecc.).
Versione A-B-C. Per atleti avanzati, ben strutturati e con buone capacità di
recupero.
Giorno A
Hyperextension 3 10 60”
Military press 5 5 3’ – 5’
Trazioni 5 5 3’ – 5’
Squat 5 5 3’ – 5’
Stacchi 5 5 3’ – 5’
Giorno B
Hyperextension 3 10 60”
Panca piana 5 5 3’ - 5’
Rematore 5 5 3’ - 5’
Stacchi 5 5 3’ – 5’
Parallele 2 5 3’
Giorno C
Hyperextension 3 10 60”
Trazioni 5 5 3’ - 5’
Squat 5 5 3’ – 5’
Questo metodo lo trovo probabilmente più indicato anche per i soggetti più
problematici (non-responder) di cui abbiamo parlato nella prima parte del
report.
La gestione dei carichi è molto simile a quella vista in precedenza per il 5x5 di
Reg Park, con la differenza che qui si prende come riferimento di base il
proprio 5 RM (5 ripetizioni massimali) e si svolge un ramping arrivando a
spingere sul vero 5 RM, solo nell’ultima serie. Avremo quindi una situazione di
questo genere:
Secondo Bill la formula più efficace per la forza, in merito alle serie e
ripetizioni, è 4-6 serie da 4-6 ripetizioni. Quindi sostanzialmente non sarebbe
nemmeno una regola fissa quella del 5x5, ma è anche possibile variare un po’,
rimanendo comunque in quel range.
È bene però precisare che esercizi come il power clean, sono gesti
estremamente complessi, necessitano di molto tempo per essere padroneggiati
e spesso esulano dalle pianificazioni più comuni. Pertanto nel nostro contesto
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Strength Program scritto da: Marco Ferrari
• Squat
• Panca piana
• Stacco da terra
• Rematore
• Military press
Per atleti intermedi invece questi si possono inserire fin da subito, con la
funzione di migliorare gli esercizi principali e in base alle esigenze individuali.
Quando il carico aumenta nella seduta pesante, allora si aumenta anche nelle
altre sedute, ricalcolando poi le percentuali. Lo scopo di questo programma è
di mantenere le ripetizioni costanti ma aumentare il peso sollevato, il che porta
chiaramente vantaggi sia per la forza che per l’ipertrofia.
Un altro sistema (a mio avviso anche migliore) per gestire tutti i principi visti
finora in merito al pesante-leggero-medio, è quello di suddividere
l’allenamento in questo modo:
Voglio piazzare ancora due versioni interessanti del Bill Starr, prendendo
spunto dai programmi di Madcow e Mark Rippetoe.
• Squat – 5x5
• Panca – 5x5
• Rematore 5x5
• Hyperextension con sovraccarico - 2 set
• Crunch al cavo - 4 x 10-12
Mercoledì - Leggero
• Squat – 4x5
• Panca inclinata o overhead press – 4x5
• Stacco – 4x5
• Addome - 3 set
Venerdì - Medio
• Squat - 3x5
• Panca piana / Military press (alternati) - 3x5
• Trazioni supine - 3 sets a esaurimento (se superi le 15 reps, con
sovraccarico)
Mercoledì
• Squat - 3x5
• Military press / Panca piana (alternati) - 3x5
• Stacco - 3x5
Venerdì
Altri programmi…
Ramping - Back off
Durata fissa: 8 settimane.
Ricorda che io indico sempre prima il numero dei set, poi quello delle ripetizioni
(alla occidentale). Pertanto, se leggi 2x6, significa 2 set da 6 ripetizioni.
Gli altri esercizi presenti nella scheda sono modificabili a proprio piacere e
necessità e non sono mai una priorità, la priorità è ovviamente l’aumento della
forza nei fondamentali.
Il military press si può fare con bilanciere, con manubri, oppure si può fare il
lento avanti seduto.
Al posto della pressa si possono fare affondi, squat bulgaro, leg extension, leg
curl…
Al posto delle parallele (dip) si può inserire un qualsiasi esercizio per la parte
superiore del corpo. Anche del lavoro per le braccia volendo.
(per i gruppi coinvolti in quella sessione), varia sempre in base al proprio reale
obiettivo e alla propria condizione. Fai in modo che siano impegnativi, evitando
perlopiù di arrivare a cedimento.
military press, trazioni, rematori ecc. Così come può essere tranquillamente
applicato anche solo per uno o due fondamentali e scelta, sui quali si vuole
migliorare.
Molti tecnici concordano sul fatto che potrebbe essere fattibile senza grossi
intoppi, fino alla 3-4° settimana, dopodiché iniziano i problemi. Le giornate più
pesanti e complesse sono indubbiamente quelle del 6x6 all’80% (arrivarci in 4
settimane è veramente dura) e del 5x5 all’85%.
Conclusioni
Tutto ciò che hai imparato in questo Special Report, è frutto di esperienze
pratiche, dei miei numerosi studi e ricerche, di allenamenti consolidati che
hanno fatto la storia della pesistica, in una sintesi di nozioni e tecniche testate
da me e da tanti altri sportivi nel tempo.
Questo infatti è anche il motivo per cui sostengo spesso che la stessa
integrazione di creatina, ha senso proprio quando ci si allena per la forza. Se
vuoi approfondire meglio l’argomento puoi leggere questo articolo. E non
dimenticare di leggere anche i commenti in cui ho risposto a molte domande.
Per ora mi preme ricordarti che, qualora decidessi di fare un pasto prima
dell’allenamento, magari per questioni di praticità, questo dovrebbe essere
semplice, facile da digerire e dovrebbero passare circa due ore prima
dell’allenamento (per alcuni può essere sufficiente 1 ora - 1 ora e mezza).
Evita zuccheri semplici in prossimità del workout, poiché causerebbero
l’intervento dell’insulina e successiva ipoglicemia che creerebbe stanchezza.
Non comunque è scritto da nessuna parte che si debba inserire un pasto pre-
workout o intra-workout, a maggior ragione poi se per questioni di tempistiche
risulta problematico per la digestione. Spesso a tal proposito ci si crea infatti
più problemi che benefici. Bisognerebbe invece fare molta più attenzione ai
tempi di svuotamento gastrico, poiché non c'è niente di peggio che allenarsi
con la digestione in atto. Nonché, fare attenzione anche ad eventuali picchi
glicemici, creati nel momento sbagliato.
Buon allenamento!
Marco Ferrari