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natura& salute Giuseppe Di Fede, Giorgio Terziani

Nutraceutica e
nutrigenomica
La bionutrizione cellulare in funzione del proprio DNA

eBook acquistato da giovanni cristiano


Giuseppe Di Fede, Giorgio Terziani

Nutraceutica
e nutrigenomica

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Giuseppe Di Fede, Giorgio Terziani

Nutraceutica
e nutrigenomica
La bionutrizione cellulare
in funzione del proprio DNA

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© 2009, Tecniche Nuove, via Eritrea 21, 20157 Milano
Redazione: tel. 0239090264, fax 0239090255,
e-mail: libri@tecnichenuove.com
Vendite: tel. 0239090440, fax 0239090373,
e-mail: vendite-libri@tecnichenuove.com
http: //www.tecnichenuove.com

ISBN 978-88-481-7398-8

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L’Editore dichiara la propria disponibilità a regolarizzare eventuali omissioni o errori di


attribuzione.

Copertina e progetto grafico: Context, Milano


Realizzazione editoriale: Nuova Videostena, Milano
Stampa: Andersen, Borgomanero (NO)
Finito di stampare nel mese di maggio 2009

Printed in Italy

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Dedicato a tutti coloro che si prendono cura di se stessi
e degli altri con intelligenza, scienza e molto amore.

Si ringraziano inoltre, tutti coloro che con le loro idee e, soprattutto,


le critiche, ci hanno aiutato a credere e a continuare la realizzazione
di questo libro: Elisa, Paola, Giorgio, Manuela, Leonardo, Vittoria
e soprattutto i nostri genitori che ci hanno dato la vita.

Una dedica particolare a Kevin Negrete per il Suo continuo supporto


e ad un grande uomo come Jerry Rothen, che ha conosciuto
Everett Storey, dopo la sua morte ha pensato di comprare
la piccola compagnia dedicando passione, amore e energia
per migliorare la salute di molte persone.

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Indice

Presentazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . IX

Definizioni di nutraceutica e nutrigenetica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1

Sistemi biologici coinvolti nella biotrasformazione


e disintossicazione: un aiuto dalla genetica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7

Alimenti, nutrienti e geni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10

La nutriprevenzione: frutta e verdura . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13

Lo stress ossidativo e l’ossigeno . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14

L’alimentazione: muoversi tra le allergie e le intolleranze . . . . . . . . . . . 26


Differenze tra allergie e intolleranze . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 27
Sintomi delle intolleranze alimentari . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 28
ALCAT® Test (Antigen Leukocyte Cellular Antibody Test) . . . . . . . . . . . . . . 29

Quali integratori e perché la nutriterapia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 35

CELLFOOD®, una squadra vincente


(ottimizzatore dei sistemi biologici) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 39

La famiglia CELLFOOD® e le soluzioni diversificate . . . . . . . . . . . . . . . . 43


CELLFOOD®: la formula Everett Storey . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 43
Il doppio volto dell’ossigeno e il “paradosso CELLFOOD®” . . . . . . . . . . 44
(in collaborazione con il dott. Mario Mario Mariani)
CELLFOOD®: la soluzione modulata alla domanda di ossigeno . . . . . . 48
CELLFOOD®: proprietà biofisiche uniche, biodisponibilità massima . . . 51

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viii Nutraceutica e nutrigenomica

La matrice extracellulare, target primario dell’azione di CELLFOOD® . 53


Efficacia del trattamento con CELLFOOD® come coadiuvante
nella fibromialgia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 59
CELLFOOD®: il meccanismo d’azione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 59

Otto formulazioni sistemiche ed una topica, tutte senza lievito


e senza glutine . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 65
CELLFOOD® Silica gocce . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 68
CELLFOOD® MSM spray (orale) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 70
CELLFOOD® Diet Switch gocce . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 73
CELLFOOD® DNA-RNA spray (orale) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 76
CELLFOOD® SAMe gocce (a uso sublinguale) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 79
CELLFOOD® Multivitamine 100% RDA spray (orale) . . . . . . . . . . . . . . . 82
CELLFOOD® Vitamina C+ spray (orale) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 85
CELLFOOD® Oxygen gel . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 89

La nutraceutica, suggerimenti d’impiego per gli atleti . . . . . . . . . . . . . 93

Le ragioni epigenetiche di CELLFOOD® . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 96


(a cura di Francesco Borghini e Giovanni Borghini)
Potenzialità dell’epigenetica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 98
Nuove prospettive di utilizzo di CELLFOOD® . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 102

Ringraziamenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 105

Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 108

Autori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 116

Indirizzi utili . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 118

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Presentazione

L’
inquinamento ambientale e uno stile di vita incongruo – com-
plice spesso una particolare “costellazione genica” – contri-
buiscono in varia misura ad alterare il nostro stato di salute,
intendendo con questo termine non la semplice assenza di malattia,
ma la sensazione percepita e l’evidenza oggettiva di completo benes-
sere psicofisico e socio-culturale, in armonia con la natura e l’ambiente
che ci circonda.
Una volta persa l’omeostasi, ossia la capacità di adattamento alle
mutate e mutevoli condizioni ambientali, il nostro organismo può
andare incontro a una serie di alterazioni biochimiche – attivazione o
inibizione di enzimi, accumulo di metaboliti intermedi tossici ecc. –,
che sembrano essere direttamente alla base dell’instaurarsi di una con-
dizione di malessere ma, in realtà, non sono altro che sintomi.
Infatti, dal punto di vista biochimico, qualsiasi agente patogeno, sia
esso di natura fisica (es. radiazioni), chimica (es. tossici) o biologica
(es. parassiti), indipendentemente dai meccanismi patologici inne-
scati, riduce in varia misura la biodisponibilità dei due elementi dai
quali le cellule e, più in generale, la vita stessa degli organismi aerobi
traggono la loro energia: l’ossigeno e l’idrogeno. In questo processo,
nutrienti e DNA possono vedersi rimaneggiata la loro capacità di
“dialogare”, con conseguenze spesso disastrose.
È a partire da questi concetti che Giuseppe Di Fede e Giorgio Terziani,
valente ricercatore il primo, tenace imprenditore appassionato di
nutrizione il secondo, hanno sviluppato il contenuto di questo
volume, ove i temi più attuali del momento, dalle intolleranze alimen-
tari ai radicali liberi, dagli antiossidanti alla genetica, vengono analiz-

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x Nutraceutica e nutrigenomica

zati e discussi con il giusto equilibrio fra rigore scientifico e necessità


di divulgazione.
Ai problemi sollevati fa puntuale riscontro una proposta operativa,
sempre congrua e attenta, che spazia dalla richiesta di approfondi-
menti diagnostici al suggerimento di un’integrazione nutrizionale
mirata e personalizzata.
Chiaro il messaggio degli Autori: aiutare a scoprire – sulla base delle
evidenze scientifiche attualmente disponibili – la strada più adatta a
ciascuno di noi per mantenere o preservare il nostro stato di benessere,
combattere l’invecchiamento e difenderci, con il supporto di un ido-
neo stile di vita e una corretta integrazione nutrizionale, quando indi-
cato, dagli effetti disastrosi dell’inquinamento e di tanti condiziona-
menti culturali erronei.

dott. Eugenio Luigi Iorio, MD, PhD


Presidente
dell’Osservatorio Internazionale sullo stress ossidativo
(Salerno)

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Definizioni di nutraceutica
e nutrigenomica

L’
invecchiamento è un fenomeno complesso, nel quale fat-
tori genetici interagiscono con fattori ambientali per pro-
vocare un processo degenerativo caratterizzato da modi-
ficazioni biologiche che intervengono a livello molecolare, cellu-
lare e sistemico. Il termine “complesso” indica la presenza di una
sicura componente genetica che, pur essendo necessaria, non è
tuttavia sufficiente per iniziare il processo di invecchiamento.
Solo la presenza di una componente ambientale accanto a quella
genetica rende l’invecchiamento un fenomeno chiaramente mani-
festo. È certo che la sola componente ambientale non è sufficiente
per iniziare il processo di invecchiamento [1].
Negli ultimi anni abbiamo osservato un allungamento significa-
tivo dell’aspettativa di vita, senza che siano intervenute modifiche
rilevanti nei fattori genetici, ma fondamentalmente influenzando
l’ambiente in cui si sviluppa e cresce l’essere umano.
Ma ciò non toglie comunque che la componente genetica possa
avere un ruolo significativo, anche se solo in parte conosciuto, per
interpretare alcuni degli aspetti dell’invecchiamento come feno-
meno biologico [2].
Da diversi anni mi occupo di medicina biologica e preventiva, e
mai come in questo periodo ho assistito a un’attenzione tanto par-
ticolare per quanto riguarda la medicina preventiva da parte delle
persone che si vogliono mantenere in buona salute o vogliono
sentirsi al massimo delle proprie capacità.
La possibilità di mettere in atto nuovi presidi di intervento di medi-
cina preventiva significa non solo individuare il percorso diagnosti-

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2 Nutraceutica e nutrigenomica

co appropriato e magari anche la terapia più idonea per il nostro


paziente, ma anche cercare di individuare i fattori di rischio per la
salute, in modo che agendo su di essi si possa ridurre l’incidenza
e/o i danni alla salute che tale rischio comporta.
Una strada possibile da perseguire in questo senso è rappresen-
tata dalla prevenzione attiva, favorendo, stimolando e motivando
con una maggiore consapevolezza tutti noi, tramite interventi e
programmi di prevenzione su larga scala.
Alcune patologie croniche e degenerative possono essere diagno-
sticate molti anni prima della loro manifestazione clinica. Il ruolo
della medicina preventiva è proprio quello di permettere di
aggiungere anni alla vita e permettere una migliore qualità della
vita stessa. Informazione vuol dire prevenzione.

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Definizioni di nutraceutica e nutrigenomica 3

Molti aspetti metabolici cellulari responsabili dell’invecchiamento


sono ancora da definire, ma è opinione comune che probabil-
mente il processo coinvolga una serie di fattori multipli come:

1) stress ossidativo con conseguente danno delle proteine e del


DNA [5];
2) infiammazione cronica, silente (silent inflammation) causata da
un’aumentata produzione di citochine pro-infiammatorie [6];
3) aumento plasmatici degli acidi grassi liberi con conseguente
condizione di resistenza dei tessuti come il muscolo e il grasso
all’insulina;
4) accumulo di prodotti di scarto cellulare (tossine del metaboli-
smo) come ad esempio l’amiloide (che si forma nel cervello
delle persone affette dalla malattia di Alzheimer);
5) attivazione del sistema dell’angiotensina e/o alterazioni del
sistema neuroendocrino (ad esempio i controlli che regolano la
pressione);
6) perdita di cellule post-mitotiche (divisioni delle cellule) con
conseguente riduzione del numero dei neuroni e/o cellule
muscolari [7].

Molto spesso si sente pronunciare il termine “nutrigenetica” o


“nutraceutica”, ma pochi in realtà sanno a che cosa ci si riferisce.
Cerchiamo di capire meglio.
La nutraceutica è la scienza che studia le composizioni degli ali-
menti e le funzioni che potenzialmente influenzano i processi cel-
lulari e quindi metabolici.
La nutrigenetica è la scienza che studia l’influenza dei componenti
alimentari sulla produzione di proteine da parte del DNA.
Apparentemente sembrano avere la stessa funzione, ma in realtà
sono molto diverse.
La nutraceutica valuta la capacità, ad esempio, di una vitamina o
di alcuni minerali di influenzare in qualche modo un’attività cel-
lulare intervenendo in maniera decisa e determinante nelle rea-
zioni biochimiche (coenzimi).

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4 Nutraceutica e nutrigenomica

La restrizione calorica rimane una delle modificazioni più potenti


del processo di invecchiamento, con forti benefici per la salute, e
di molte alterazioni degenerative associate all’età. Un beneficio
evidente sembra averne il sistema nervoso centrale, dove il livello
di infiammazione si abbassa controllando il regime alimentare.
È ormai nota la stretta correlazione tra stato infiammatorio del-
l’anziano e malattie degenerative come l’Alzheimer, il cancro, il
diabete e le malattie cardiovascolari.
Un beneficio ulteriore, derivante dalla restrizione calorica, susci-
tano gli antiossidanti, gli integratori nutrizionali e minerali, con
potenzialità terapeutiche preventive, riducendo il livello dell’in-
fiammazione silente, soprattutto negli anziani. Molti studi indi-
cano che alcune sostanze di origine naturale svolgono azione
antinfiammatoria nei confronti delle neurotossine, particolar-
mente dannose e causa di malattie degenerative a carico del
sistema nervoso centrale.
La ricerca post-genomica ha rivelato che l’intervento nutrizionale
incide fortemente sull’espressione di proteine prodotte dai geni,
importanti per diverse funzioni biologiche.
Il nutriente non è solo cibo, ma il primo attore nella prevenzione
delle malattie, divenendo esso stesso farmaco, o nutraceutico.

La contaminazione da agenti biologici


MICROFLORA ARIA, ACQUA UTENSILI
ENDOGENA SUOLO LAVORO

AMBIENTI DI CONTENITORI
CONSERVAZIONE ALIMENTI ALIMENTI

MICROFLORA PROCESSI
SUPERFICIALE LAVORAZIONE

Una fonte non trascurabile


di contaminazione alimentare

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Definizioni di nutraceutica e nutrigenomica 5

Il metabolismo umano è dinamico e tende a variare in funzione


delle modificazioni ambientali; la memoria metabolica che ne
deriva è quindi una memoria dinamica, che tende ad adattarsi ai
fattori ambientali.
Le variazioni individuali derivano dalla relazione del genotipo
con l’ambiente e dalla memoria metabolica. Questo tipo di adatta-
mento si può notare nelle tribù di indiani sudamericani, nei quali,
modificando enormemente lo stile di vita alimentare, si è osser-
vata una prevalenza di malattie metaboliche come il diabete tipo
II (glicemia che tende ad aumentare dopo un pasto in maniera
eccessiva), malattie cardiovascolari e ictus, decisamente più ele-
vate rispetto a prima dell’integrazione.
Riassumendo, possiamo sintetizzare i concetti esposti connotando
in maniera più tecnica le definizioni di nutrigenetica e nutrigeno-
mica.
La nutrigenetica può essere definita come la parte della genomica
nutrizionale che studia le varianti genetiche, in particolare,
riguardo alla risposta clinica a specifici nutrienti.
La nutrigenomica studia le differenze tra i nutrienti capaci di
influenzare l’espressione genetica.
Queste branche della nutrizione umana hanno potuto creare dei
programmi personalizzati sulla costituzione genetica dell’indivi-
duo, predicendo i fabbisogni nutrizionali e gli eventuali rischi cor-
relati alle patologie nutrizionali.

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6 Nutraceutica e nutrigenomica

Tabella 1 – Esempi di deficienze di nutrienti nei cibi o accumulo


che può creare malattia*
Nutriente insufficiente Patologia
Vitamina C Scorbuto
Tiamina Beriberi
Niacina Pellagra
Folato Iperomocisteinemia
Acidi grassi polinsaturi (omega 3 e omega 6) Malattia coronarica e cardiaca
Fluoro Carie dentali
Vitamina D; calcio e silicio Osteoporosi
Accumulo di nutriente Patologia
Fenilalanina Fenilchetonuria
Galattosio Galattosemia
Glutine Malattia celiaca
Colesterolo Malattia coronarica
* Dagli appunti del corso di Nutrizione umana, Università Tor Vergata, Roma,
professor L. Di Renzo, professor A. Di Renzo.

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Sistemi biologici coinvolti
nella biotrasformazione
e disintossicazione:
un aiuto dalla genetica

L
a farmacogenetica è la scienza che si occupa dello studio
delle variazioni del DNA responsabili della variabilità nella
risposta terapeutica e/o nella suscettibilità alle reazioni
avverse ai farmaci di uso comune come analgesici, antibiotici, far-
maci che controllano la pressione, di uso comune nella pratica cli-
nica. Ricerche internazionali [21], hanno evidenziato alcuni geni
importanti per il metabolismo dei farmaci, come la famiglia dei
citocromi CYP450. Anche a causa di una sola variazione (polimor-
fismo) in uno dei geni che codificano per tali famiglie di enzimi,
l’efficienza dell’attività enzimatica può risultare variabile, dando
così origine nell’uomo a tre tipologie o fenotipi: metabolizzatori
lenti, intermedi e ultrarapidi. È intuitivo che dei soggetti con un
sistema di metabolizzazione del farmaco di tipo lento, sono più a
rischio di accumulo del farmaco e quindi potenzialmente di rea-
zioni avverse derivate dall’accumulo del farmaco.
La famiglia dei citocromi 450 (CYP) codifica gli enzimi responsa-
bili del metabolismo di circa il 60% dei farmaci di uso comune.
Una cinquantina di geni della famiglia CYP sono stati scoperti e
identificati con un numero e una lettera (CYP2A, CYP2B, CYP2C
ecc.). [28]
Appare evidente, ad esempio, che variazioni genetiche (polimor-
fismi) nei CYP2C9 e CYP3A4 comportino significative variazioni

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8 Nutraceutica e nutrigenomica

nella risposta terapeutica, come ad esempio un rischio maggiore


di emorragia (nei soggetti trattati con anticoagulanti orali) o mag-
giore rischio di non-risposta (nei soggetti trattati con aspirina in
prevenzione cardio- e cerebrovascolare).
Sia la complessità dei sistemi biologici, sia le difficoltà tecniche
connesse agli studi di farmacogenetica non ci permettono di trarre
conclusioni definitive sull’argomento. Ma i dati preliminari sopra
riportati lasciano senz’altro intuire in un prossimo futuro una vera
terapia personalizzata per ognuno di noi.
Altri geni sono testati per la degradazione o consumo dell’omoci-
steina e delle interleuchine, coagulazione e controllo della pres-
sione arteriosa; molto importante ad esempio è il test del metabo-
lismo degli estrogeni (per poter scegliere la terapia ormonale
nelle donne in menopausa): pare ovvio il vantaggio di sapere se la
paziente che è già in menopausa o sta avvicinandosi alla meno-
pausa può avere dei benefici con la terapia ormonale sostitutiva o
può andare incontro ai noti e gravi effetti collaterali.
Recentissimi studi a livello internazionale hanno dimostrato per-
ché un cospicuo consumo di verdura e frutta svolge un’azione
chiave nella riduzione del rischio di cancro. Ma solo alcuni ali-
menti possiedono la capacità di influenzarne e sopprimerne lo
sviluppo, o contribuiscono addirittura a curarlo.
Broccoli, pomodori, frutti di bosco, aglio e cipolla, solo per citarne
alcuni, contengono sostanze antiossidanti con capacità di influen-
zare in maniera positiva l’attività degli enzimi prodotti dai geni,
in modo da attivare le vie metaboliche specifiche per allontanare
gli eventuali cancerogeni dal nostro corpo.
Antiossidanti, fitocomposti, antocianosidi e altri ancora possie-
dono la capacità di neutralizzare cellule mutanti e cancerogene, o
lo sviluppo di nuovi vasi sanguigni (angiogenesi, ultima frontiera
delle terapie oncologiche).
Questo significa che è possibile battere e debellare il cancro nelle
sue fasi iniziali (ecco che ritorna il concetto di prevenzione prima-
ria!), ma anche rafforzare esponenzialmente l’effetto di chemio e
radioterapia negli stadi successivi.

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Sistemi biologici coinvolti nella biotrasformazione e disintossicazione 9

Tuttavia, l’aspetto più interessante di queste ricerche è che pro-


vano come la diffusione di particolari tipi di tumore in certe aree
geografiche sia strettamente correlata al tipo di alimentazione.
Grazie a un’alimentazione consapevole, possiamo ridurre di
circa un terzo l’incidenza media dei tumori. (Richard Beliveau,
Denis Gingras, Laboratorio di Medicina Molecolare, Ospedale
Sainte-Justine e Università del Quebec di Montreal)

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Alimenti, nutrienti e geni

L
a ricerca ci ha svelato in questo senso quali sono i meccani-
smi molecolari che portano allo sviluppo di molte malattie,
compreso il cancro. Sappiamo come l’interazione gene-
ambiente porta allo sviluppo di certe malattie, attraverso muta-
zioni che si producono nei geni in seguito a un danno al DNA.
Questo danno può provenire dall’esterno (fattori come il fumo di
sigaretta, le radiazioni ionizzanti, i virus,) o dall’ambiente interno
del nostro organismo (radicali liberi, tossine ecc.).
Tuttavia anche la situazione dell’ambiente interno dipende dal-
l’interazione di elementi esterni a cui non possiamo rinunciare per
vivere – i cibi che mangiamo e l’aria che respiriamo – con i geni che
governano le funzioni vitali.
Possiamo già fare molto come prevenzione primaria: evitando
sistematicamente l’esposizione ai fattori esterni, riduciamo drasti-
camente il rischio di ammalarci. Sappiamo che non più del 4% dei
tumori è dovuto a ciò che respiriamo (inquinamento atmosferico), e ben
il 33% è invece dovuto a quello che mangiamo.
In breve, per ridurre l’incidenza di tumori nella popolazione,
dagli studi emersi a livello internazionale, è sufficiente creare le
condizioni di base affinché si riduca l’ambiente favorevole per lo
sviluppo di cellule mutagene.

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Alimenti, nutrienti e geni 11

■ Alimenti da evitare

■ Alimenti marinati
■ Alimenti conservati
■ Alimenti affumicati
■ Alimenti fritti
■ Alimenti modificati
■ Carne rossa, con moderazione
■ Alcol, con moderazione

Diminuire l’apporto di calorie, smettere di fumare, aumentare


l’apporto di verdure e frutta, sempre rispettando la stagionalità
degli alimenti da consumare.
Evitare alimenti che contengano sostanze potenzialmente cance-
rogene, cotti ad esempio sulla brace; grassi animali, idrogenati e
fritti.
Un accorgimento in situazioni di questo tipo, ad esempio se man-
giamo cibi cotti sulla fiamma viva o sulla brace (carne bruciac-
chiata), che contengono sostanze potenzialmente cancerogene, è
di aggiungere succo di limone o salsa di soia, aceto, vino, che ridu-
cono la formazione di agenti tossici.

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12 Nutraceutica e nutrigenomica

Piccola guida agli alimenti con attività antitumorale e con capacità di indurre
le vie della biotrasformazione e detossificazione [29]

Alimento Apporto quotidiano


Cavolini di Bruxelles mezza tazza
Broccoli, cavolfiore, cavolo mezza tazza
Aglio 2 spicchi
Cipolla, scalogno mezza tazza
Soia mezza tazza
Spinaci, crescione mezza tazza
Semi di lino, finemente macinati 1 cucchiaio
Pomodoro concentrato, salsa 1 cucchiaio
Curcuma 1 cucchiaino
Pepe nero mezzo cucchiaino
Mirtilli, lamponi, more mezza tazza
Mirtilli secchi, rossi mezza tazza
Uva mezza tazza
Cioccolato fondente 70% min. 20 g
Succo di agrumi mezza tazza
Tè verde (3 tazze da 250 ml) 750 ml
Vino rosso 1 bicchiere

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La nutriprevenzione:
frutta e verdura

■ Aumentarne l’assunzione.
■ Variare il consumo.
■ Favorire i piatti che presentano la maggiore varietà.
■ Mangiarne quotidianamente.

Le principali azioni degli alimenti


Riduzione del potenziale cancerogeno crucifere
aglio
uva e frutti di bosco
agrumi

Inibizione della crescita delle cellule tumorali tè verde


curcuma
soia
crucifere
aglio e cipolla
uva e frutti di bosco
agrumi
pomodori
omega 3
cioccolato fondente 70%
Induzione della morte dei tumori (apoptosi) curcuma
soia
crucifere
aglio e cipolla
uva e frutti di bosco
Interferenza e inibizione dell’angiogenesi tè verde
curcuma
soia
uva e frutti di bosco
omega 3
Stimolo sul sistema immunitario curcuma
agrumi
omega 3

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Lo stress ossidativo
e l’ossigeno

L
o stress ossidativo è, per definizione, la conseguenza diretta
dell’azione dannosa esercitata da quantità abnormemente
elevate di radicali liberi sulle cellule e sui tessuti del nostro
organismo.
Ma cosa sono i radicali liberi? Come agiscono?
I radicali liberi sono atomi o raggruppamenti di atomi in grado di
reagire con qualsiasi molecola di cui è costituita una cellula (per-
sino il DNA!), danneggiandola, con conseguenze spesso disa-
strose (alterazioni funzionali → alterazioni strutturali → morte
cellulare).
Il danno è dovuto al fatto che i radicali liberi sono agenti molto
“avidi di elettroni” e si stabilizzano, perdendo la potenziale lesi-
vità, solo quando riescono a strappare tali particelle dalle mole-
cole con cui vengono a contatto (azione ossidante).
Una piccola quota di radicali liberi viene prodotta anche in condi-
zioni normali, per effetto del metabolismo cellulare. La produ-
zione di alcuni ormoni, per esempio, implica la generazione di
radicali liberi. D’altra parte, alcuni globuli bianchi sfruttano la
produzione di questi agenti per uccidere i batteri, aiutando, in tal
modo, il nostro organismo a difendersi dalle infezioni. Da questo
punto di vista, i radicali liberi sono stati giustamente definiti
“insostituibili compagni di viaggio”della vita cellulare.
Tuttavia, in particolari condizioni, la produzione di radicali liberi
può essere talmente copiosa da costituire una seria minaccia per
l’integrità delle cellule.

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Lo stress ossidativo e l’ossigeno 15

Quali sono le cause che inducono un aumento della produzione


dei radicali liberi?
Le cause possono essere esterne o interne all’organismo.
Tra le cause esterne, ricordiamo alcuni agenti fisici (es. le radia-
zioni ultraviolette e ionizzanti), numerosi agenti chimici (es. idro-
carburi, diserbanti, contaminanti alimentari, farmaci) e taluni
agenti infettivi (es. virus e batteri).
Tra le cause interne all’organismo sono da citare l’accelerazione
esagerata del metabolismo cellulare (quale si verifica, per esem-
pio, dopo uno sforzo fisico intenso e protratto, senza adeguato
allenamento) e numerose malattie (es. obesità, diabete ecc.).
In condizioni di buona salute, il nostro organismo riesce a preve-
nire il danno da radicali liberi grazie a dei sistemi naturali di
difesa che vengono indicati con il termine di antiossidanti, pro-
prio perché contrastano l’azione ossidante dei radicali liberi.
Gli antiossidanti, pertanto, sono agenti in grado di neutralizzare
l’azione lesiva dei radicali liberi. Alcuni antiossidanti (es. sistemi
enzimatici della superossidodismutasi e della catalasi) sono endo-
geni, cioè vengono prodotti dal nostro organismo, di cui sono
parte integrante. Altri, invece, quali ad esempio le vitamine C ed
E, sono esogeni, cioè devono essere introdotti dall’esterno, per
esempio con una corretta alimentazione.
Nel nostro organismo, dunque, esiste un delicato equilibrio fra
produzione (esterna o interna) e “smaltimento” dei radicali liberi
(da parte dei sistemi antiossidanti).
La rottura di questo equilibrio provoca l’insorgenza di lesioni cel-
lulari che, se gravi e protratte nel tempo, conducono a un’accele-
razione del processo di invecchiamento e all’insorgenza di nume-
rosissime malattie molto comuni, quali l’ipertensione arteriosa,
l’aterosclerosi, l’infarto, l’ictus, il morbo di Parkinson, la demenza
nell’Alzheimer, la colite ulcerosa, la pancreatite, l’obesità, il dia-
bete, la bronchite cronica, l’artrite reumatoide, alcuni tipi di
tumori ecc.
Alla luce di queste considerazioni possiamo definire ora con più
esattezza lo stress ossidativo come una condizione patologica cau-

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16 Nutraceutica e nutrigenomica

sata dalla presenza nel nostro organismo di quantità eccessive di


radicali liberi e di altre specie reattive dell’ossigeno, da ricondursi
a un’eccessiva produzione di questi agenti e/o a una ridotta effi-
cienza dei fisiologici sistemi di difesa antiossidanti.
Oggi sono finalmente disponibili, per medici e altri operatori sani-
tari, test altamente affidabili per la valutazione globale dello stress
ossidativo (d-ROMs test, BAP test, OXY-adsorbent test, -SHp test),
eseguibili sia presso laboratori di analisi mediante comuni fotome-
tri (manualmente o in automatico) che in ambulatorio mediante
fotometri dedicati (sistemi FRAS HeD e FREE Diacron).
In particolare, il d-ROMs test consente di determinare la concen-
trazione ematica dei metaboliti reattivi dell’ossigeno (ROM) e, più
specificamente, degli idroperossidi (ROOH) marcatori e amplifi-
catori del danno cellulare da radicali liberi. I valori di normalità
sono compresi fra 250 e 300 U CARR (20-24 mg/dl H2O2); valori
superiori alla fascia borderline (320 U CARR) indicano livelli pro-
gressivamente crescenti di stress ossidativo.
Il BAP test, invece, consente di determinare l’efficienza della bar-
riera antiossidante plasmatica in termini di attività ferro-ridu-
cente. Il valore ottimale è 2200 µmoli/l. Valori inferiori a tale
limite segnalano un deficit dei sistemi di difesa antiossidanti.
Grazie a questi due test è possibile porre una diagnosi di labora-
torio di stress ossidativo estremamente precisa e affidabile, ove le
due componenti contrapposte, quella pro – ed anti – ossidante,
possono essere valutate distintamente.
In altri termini, è possibile stabilire in tempo reale se lo stress ossi-
dativo è dovuto a un’aumentata produzione e/o a una ridotta
capacità di eliminazione dei radicali liberi. In questo modo anche
il monitoraggio della terapia antiossidante può poggiarsi su basi
più solide e uscire dalla fase empirica in cui spesso viene a tro-
varsi.
Qualora si abbia carenza alimentare o altri fattori legati a errati
stili di vita si necessita di una integrazione alimentare ottimale che
sia altamente biodisponibile e assimilabile. (vedi approfondi-
mento a pp. 49-51).

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Lo stress ossidativo e l’ossigeno 17

La valutazione dello stress ossidativo nei soggetti sani o in


pazienti sottoposti a farmacoterapia è la condicio sine qua non per
prevenire il danno tissutale e per monitorare l’andamento e la
risposta al trattamento di una eventuale patologia in atto in tutte
quelle situazioni correlate con aumentati livelli di specie chimiche
reattive (SCR) [1, 15, 24].
Le tecniche di laboratorio per la valutazione dello stato ossidativo
sono oggi disponibili e alla portata di tutti. Infatti questa metodo-
logia è applicabile nella routine clinica quando l’obiettivo della
valutazione è lo stress ossidativo. I radicali liberi sono, per defini-
zione, specie chimiche estremamente reattive, a brevissima emi-
vita (si degradano in pochi decimi di secondo), e l’unica tecnica in
grado di evidenziarli è la spettroscopia di risonanza di spin del-
l’elettrone (ESR o EPR) che, eseguita talvolta con particolari accor-
gimenti (metodi di spin trap), costituisce il golden standard per
valutazioni nel vivente [1, 17, 27].
Sfortunatamente, però, l’ESR è una tecnica piuttosto complessa,
richiede una strumentazione e delle professionalità non disponi-
bili in tutti i laboratori, ed è particolarmente costosa, per cui viene
utilizzata non per indagini di routine o studi di screening, quanto,
piuttosto, per validare altri metodi di laboratorio, come accaduto,
per esempio, proprio con il d-ROMs test [1].
Anche quando correttamente eseguita, comunque, l’ESR fornisce
informazioni solo sulla componente pro-ossidante dello stress
ossidativo e non su quella antiossidante. Si è ripetutamente sotto-
lineato, invece, che lo stress ossidativo è la conseguenza della rot-
tura di un equilibrio tra produzione di specie reattive dell’ossi-
geno ed efficienza dei sistemi di difesa antiossidanti.
Questo squilibrio si rende evidente, da un lato, con l’eccesso di
derivati (per)ossidati quali gli idroperossidi (ROOH), le cloroam-
mine (R-NHCl), i prodotti di glicosilazione avanzata (AGE), gli
isoprostani (IP), l’8-idrossi-deossiguanosina (8-OH-2DG) ecc. e,
dall’altro, da un ridotto livello o attività dei componenti il sistema
antiossidante (vitamine, oligoelementi, enzimi), a livello dei tes-
suti e/o dei liquidi extracellulari [1, 11, 16, 23].

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18 Nutraceutica e nutrigenomica

Figura 1 – d-ROM e valutazione dello stress ossidativo.

Sulla base di queste considerazioni preliminari, è opportuno che


la valutazione di laboratorio dello stress ossidativo sia “globale”,
cioè tenga conto tanto della componente pro-ossidante che di
quella antiossidante e, in particolare, della funzione, finora ripe-
tutamente sottolineata, degli idroperossidi che, rispetto ad altri
sottoprodotti di ossidazione, giocano un duplice ruolo di marca-
tori e amplificatori del danno cellulare [7, 19] (figura 1).

Tabella 2 – Comuni metodi di laboratorio per la valutazione


dello stress ossidativo

Status pro-ossidante Status antiossidante

d-ROMs test OXY-Adsorbent test


TBAR test (MDA) BAP test
Dosaggio lipoperossidi (LPO) Total antioxidant status (TAS)
Dosaggio isoprostani -SHp test

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Lo stress ossidativo e l’ossigeno 19

Secondo questo approccio, l’esistenza in un organismo vivente di


specie reattive, non altrimenti misurabili routinariamente, viene
valutata attraverso la documentazione della presenza (nei tessuti
e/o nei liquidi extracellulari) di specie molecolari variamente
modificate dall’attacco dei radicali liberi [21].
I risultati del d-ROMs test indicano i livelli ematici degli idrope-
rossidi i quali, a loro volta, sono correlati direttamente con i livelli
di radicali liberi e sono espressi in termini di unità convenzionali
di concentrazione (U CARR).
Valori di riferimento nella popolazione normale:

250-300 U CARR, cioè 20,08-24,00 mg/dl di H2O2.

Un aumento progressivo delle U CARR indica una gravità pro-


gressivamente crescente di stress ossidativo.

Tabella 3 – d-ROMs test e valori di riferimento


250-300 → Range normale
300-320 → Condizione border line
321-340 → Stress ossidativo lieve
341-400 → Stress ossidativo medio
401-500 → Stress ossidativo grave
oltre 500 → Stress ossidativo gravissimo
Unità di misura: U CARR; 1 U CARR = 0,08 mg H2O2/dl.

Diversi centri medici misurano lo status ossidante e antiossidante;


presso l’Istituto di Medicina Biologica di Milano, la valutazione
delle capacità ossidanti e di difesa dell’organismo viene fatta quo-
tidianamente sui pazienti: per la valutazione complessiva dello
status di salute, oltre ai radicali liberi e antiossidanti, si misurano
la concentrazione dei tioli (SH) plasmatici, la bilancia del gluta-
tione ossidato e ridotto, l’8-OH-2DG misurato nelle urine (valuta
il danno ossidativo dei radicali liberi sul DNA).

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20 Nutraceutica e nutrigenomica

N. Pz. 635 dal 2004 al 2005 d-Roms test


I. M. Bio. & Inst. Of General Physiol. and Biochem.
Istituto di fisiologia generale e biochimica G. Esposito,
G. Esposito;
Università diUniv. of Milan
Milano

d-ROMs test
600.000
*
500.000
U CARR

400.000

300.000
200.000
100.000
0,000
Normali Patologie Patologie
infiammatorie tumorali

Grafico 1 – d-ROMs test misurato con sistema FRAS4. (Concesso da Istituto di Me-
dicina Biologica di Milano)

Tabella 4 – Barriera antiossidante di protezione, valori di riferimento


2200-4000 → Valore ottimale
2200-2000 → Valore di attenzione
2000-1800 → Stato di discreta carenza
1800-1600 → Stato di carenza
1600-1400 → Stato di forte carenza
< 1400 → Stato di fortissima carenza
Unità di misura: µM di ferro ridotto.

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Lo stress ossidativo e l’ossigeno 21

N. Pz. 635 dal 2004 al 2005 BAP test


I. M. Bio. & Inst. Of General Physiol. and Biochem.
Istituto di fisiologia generale e biochimica G. Esposito,
G. Esposito, Univ.
Università di of Milan
Milano

BAP Test
3.000.000

2.500.000
mM Vitamina C

2.000.000

1.500.000

1.000.000

500.000

0,000
Normali Patologie Patologie
infiammatorie tumorali

Grafico 2 – Barriera antiossidante di protezione (BAP) misurata con sistema FRAS4.


(Concesso da Istituto di Medicina Biologica di Milano)

L’invecchiamento e almeno 100 malattie


sono correlate con lo STRESS OSSIDATIVO

Malattia di Malattia di
Alzheimer Parkinson

Stroke Cataratta

Aterosclerosi Artrite reumatoide

Pancreatite Malattia di Chron

Infarto del Diabete mellito


miocardio

Obesità Cancro
INVECCHIAMENTO

“The free radical man”

Figura 2 – Patologie correlate allo stress ossidativo.

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22 Nutraceutica e nutrigenomica

Lo scopo di queste ricerche è di valutare le condizioni di salute


apparente o reale e di mettere in atto, successivamente, le misure
terapeutiche, nutrizionali, integrative adeguate alle condizioni di
salute, evidenziate dagli esami di laboratorio.
In pratica è come sapere di avere il colesterolo elevato e assumere
la terapia adeguata per far rientrare i valori nella normalità, modi-
ficare lo stile di vita e l’alimentazione. Oggi è possibile sapere se è
importante o utile assumere integratori e per quanto tempo, gra-
zie a marcatori plasmatici dello stress ossidativo.

LO STRESS OSSIDATIVO
Lo stress ossidativo è un tipo particolare di stress chimico indotto dalla presenza, in un
organismo vivente, di un eccesso di specie chimiche reattive, generalmente centrate
sull’ossigeno (reactive oxygen species, ROS), secondario a un’aumentata produzione
delle stesse e/o a una ridotta efficienza dei fisiologici sistemi di difesa antiossidanti .

Danno cellulare
Protezione (invecchiamento
Antiossidanti Radicali liberi
dalle malattie e malattie)

La rottura di un equilibrio

Figura 3 – Equilibrio tra azione antiossidante e azione ossidante dei radicali liberi.

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Lo stress ossidativo e l’ossigeno 23

Gli effetti dello stress ossidativo


sulla struttura e sulle funzioni cellulari
Perossidazione
di lipidi

Modificazioni
enzimatiche

Perossidazione ami-
noacidi e proteine

Lesioni del DNA

(Per)ossidazione
di carboidrati

Rottura
di proteine

Cellula normale Cellula dopo Alterazioni del-


(senza lesioni) l’attacco dei ROS l’omeostasi ionica

Bersaglio dell’attacco dei ROS sono non solo i lipidi


ma qualsiasi biomolecola presente nella cellula

Figura 4 – Azione lesiva a vari livelli dei radicali liberi nei confronti delle strutture
della cellula.

Rispetto ai non fumatori, i fumatori di sigaretta


hanno livelli significativamente più elevati di ROM
C o r n e lli U , C o r n e lliM , T e r r a n o v a R , L u c a S , B e lc a r o G

500
p < 0,001
L a M e d ic in a B io lo g ic a . 2 0 0 0 . 1 : 1 3 - 1 8

400
U CARR

300

200

100

0
Non fumatori Fumatori
(n = 28) (n = 10)

Il d-ROMs test è utile per monitorare lo stile di vita


e prevenire le conseguenze del fumo di sigaretta

Grafico 3 – Livelli dei radicali liberi misurati nei soggetti fumatori.

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24 Nutraceutica e nutrigenomica

p o r tin g a c tiv itie s a n d th e ir a p p lic a tio n . In te r n a tio n a l M e d ic a l C o m m ite e B a s e b a ll


B e ltr a m i, F a n to n , S c h ia v o ttie llo T h e d e te r m in a tio n o f fr e e r a d ic a ls i in d iffe r e n ts
Il riposo e la terapia antiossidante riducono in modo
significativo i ROM sierici dopo una gara ciclistica*
500
* 150 km (gran fondo)

400
U CARR

300

200

100

p≤ 0.001 vs riposo iniziale


0
Riposo Dopo la 2 giorni dopo Dopo 10 giorni
(n = 12) corsa (n = 12) la corsa (n = 6) di terapia (n = 6)

Il d-ROMs test è utile per monitorare lo stress


ossidativo e la terapia antiossidante negli atleti

Grafico 4 – Livelli dei radicali liberi misurati in atleti e sportivi.

Donne che assumono contraccettivi orali hanno


livelli significativamente elevati di ROM
C o r n e lli U , C o r n e lli M , T e r r a n o v a R , L u c a S , B e lc a r o G

500 p < 0,001


L a M e d ic in a B io lo g ic a . 2 0 0 0 . 1 : 1 3 - 1 8 .

400

300
U CARR

200

100

0
Controlli Pillola
n = 28 n = 28

Il d-ROMs test è utile per monitorare lo stile di vita


e prevenire le conseguenze dell’uso della pillola

Grafico 5 – Livelli dei radicali liberi misurati nelle donne in terapia anticoncezionale.

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Lo stress ossidativo e l’ossigeno 25

Gli alcolisti hanno elevati livelli significativamente


più elevati di ROM rispetto ai non bevitori

T r o tti R . C a r r a te lli M , B a r b ie r i M , M ic ie li G , B o s o n e D ,
R o n d a n e lli P ., B o P . 2 0 0 1 . H a e m a to lo g ic a . 8 6 :8 5 - 9 1
500

400
p < 0,001
U CARR

300

200

100

0
Controlli Forti bevitori
(n = 42) (n = 45)
Il d-ROMs test è utile per monitorare lo stile di vita
e prevenire le conseguenze dell’etilismo

Grafico 6 – Livelli dei radicali liberi misurati negli alcolisti.

Gli obesi (BMI > 30) hanno livelli significativamente


Io r io E L , E s c a lo n a M , D e P r is c o R , A ttia n e s e P , C a r a te lli M . P r o c e e d in g s X

più elevati di ROM rispetto ai controlli (BMI < 23)


C o n g r e s o Ita lo - la tin o a m e r ic a n o d e E tn o m e d ic in a . Is la d e M a r g a r ita ,

500

400
p < 0,001
U CARR

V e n e z u e la . 2 0 0 1 .

300

200

100

0
BMI < 23 BMI > 30
(n = 12) (n = 12)

Il d-ROMs test è utile per monitorare lo stile di vita


e prevenire le conseguenze dell’obesità

Grafico 7 – Livelli dei radicali liberi misurati in soggetti obesi.

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L’alimentazione:
muoversi tra le allergie
e le intolleranze

S
empre più persone, oggi, si presentano al medico con patolo-
gie complesse, che per qualche motivo non rispondono alle
terapie comuni, tanto meno a quelle sintomatiche. Ci sono
poi pazienti che si portano dietro un disturbo da anni, tanto da
“averci fatto l’abitudine”, e che sottopongono al medico solo i sin-
tomi recenti. Molti, prima di arrivare a una diagnosi di intolle-
ranza, percorrono tutte le strade più comuni, compresi talvolta i
test per la diagnosi di possibili allergie nascoste. Ma l’allergologia
classica, alla quale fa riferimento la maggior parte del mondo
medico, dispone di strumenti diagnostici che si limitano a indivi-
duare la presenza o l’assenza (in qualche caso la “modesta pre-
senza’) di immunoglobuline E (IgE) e di mastociti (ovvero le cel-
lule del sistema immunitario implicate nelle reazioni allergologi-
che “pure”).
Si tratta di un’antica scelta di campo, che solo da pochi anni è stata
messa in discussione dalla tenacia di molti ricercatori e da una
serie di studi autorevoli, per fare spazio a una visione più ampia
della reattività del sistema immunitario e a nuove possibilità di
intervento.
Lo studio di queste nuove possibilità ha portato alla definizione
di un nuovo concetto di ipersensibilità alimentare o di allergia
ritardata, cioè di fenomeni di reattività meno automatici, più sot-
tili e complessi delle reazioni IgE mediate, oggi identificati come

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L’alimentazione: muoversi tra le allergie e le intolleranze 27

reazioni dovute allo stimolo ripetuto sulle cellule Th intestinali


(risposta cellulare, quindi, e non IgE) [32]. Si tratta di fenomeni
che raccontano una nuova storia dell’articolato rapporto tra orga-
nismo e ambiente. Fenomeni che richiedono un approccio capace
di cogliere la complessità del mondo in cui viviamo e quindi di
considerare le nuove sorgenti ambientali di allergeni (come l’in-
quinamento), le molteplici interferenze tra psiche, sistema neuro-
logico e sistema immunitario (ormai documentate dai più recenti
studi di psiconeuroimmunologia), i meccanismi immunologici
dell’alimentazione e soprattutto i nuovi strumenti per riequili-
brare l’organismo di fronte alle sue reazioni acute e croniche.

■ Differenze tra allergie e intolleranze


Allergia e intolleranza sono entrambe espressione della reattività
– e quindi del funzionamento – del sistema immunitario. Talvolta
sfumano una nell’altra e si influenzano a vicenda, ma si differen-
ziano per alcune caratteristiche specifiche.
L’allergia è normalmente una risposta immediata, che compare
nel giro di pochi minuti, più raramente entro qualche ora, dal con-
tatto con la sostanza allergica e implica l’intervento delle IgE e dei
mastociti.
L’intolleranza, invece, è per lo più una reazione lenta, determinata
dall’intervento di cellule (cellule Th) o anticorpi diversi dalle IgE,
che può insorgere dopo ore o giorni di assunzione ripetuta della
sostanza: nell’organismo esistono infatti meccanismi di controllo
che – in caso di intolleranza meglio che in caso di allergia – rie-
scono a evitare lo scatenamento della reazione. Questo meccani-
smo prevede dunque il superamento di un “livello di soglia” di
uno stimolo ripetuto nel tempo.
Se un’allergia rappresenta un fenomeno così acuto da poter essere
identificato agevolmente (basti pensare, per esempio, a un raffred-
dore da fieno primaverile o a un’orticaria da frutti rossi o fragole),

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28 Nutraceutica e nutrigenomica

la reazione di intolleranza viene molto più facilmente trascurata


perché somiglia, per certi aspetti, a una lenta intossicazione. In
pratica l’organismo riconosce la “sostanza nemica”, la tiene sotto
controllo, cercando di limitare i danni, e si attiva solo se l’introdu-
zione dell’alimento o di una sostanza chimica come conservanti e
additivi alimentari prosegue fino a oltrepassare le possibilità di
controllo dell’individuo.
In caso di perdita di controllo, i normali meccanismi di difesa –
che di solito si manifestano con una reazione infiammatoria con-
trollata – possono diventare così intensi da produrre danni all’in-
tero organismo, creando uno stato infiammatorio sistemico. Aller-
gia e intolleranza, dunque, sono entrambe espressione della reat-
tività – e quindi del funzionamento – del sistema immunitario.

■ Sintomi delle intolleranze alimentari


Anche se in passato i fenomeni di intolleranza venivano relegati
nel regno dei sintomi “psicosomatici’, cosa che molta parte del
mondo medico tende a fare ancora oggi, l’esperienza clinica di
molti medici che da anni studiano e trattano le intolleranze ali-
mentari ha oggi il sostegno di una documentazione scientifica
sempre più vasta.
L’intolleranza alimentare si può allora definire come un fenomeno
riproducibile, generalmente spiacevole, derivante da una reazione
a un cibo particolare o a un suo ingrediente o conservante, che
non sia strettamente psicologica. Questa reazione deve verificarsi
anche quando la persona che ne soffre non può identificare il tipo
di cibo introdotto nell’organismo.
In modo simile alle allergie alimentari (IgE mediate), tuttavia,
anche la diagnosi di intolleranza alimentare può essere confer-
mata solo se i sintomi riferiti spariscono con una dieta di elimina-
zione della sostanza interessata o sospettata, e se una reintrodu-
zione di quel cibo porta nuovamente alla comparsa di quel sin-

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L’alimentazione: muoversi tra le allergie e le intolleranze 29

tomo o di qualche cambiamento organico ben documentabile.


I fenomeni di intolleranza, oltre che da meccanismi guidati dal
sistema immunitario non ancora perfettamente definiti, in parte
ascrivibili alla ripetizione di uno stimolo sulle cellule Th, e forse
coinvolgenti anche le IgE a bassa affinità, possono essere ricon-
ducibili anche alle seguenti cause:

a) carenza enzimatica, come la carenza di lattasi;


b) effetti farmacologici, come quelli dovuti al consumo di caffè;
c) effetti irritativi sulla mucosa gastrica o intestinale;
d) effetto indiretto derivante dalla fermentazione di residui ali-
mentari indigeriti nel colon.

ALCAT® Test
■ (Antigen Leukocyte Cellular Antibody Test)
Il test ALCAT® rappresenta un sistema di diagnosi di laboratorio
automatizzato e standardizzato per la ricerca delle intolleranze
alimentari o reazioni avverse agli alimenti, non IgE mediate.
Le reazioni di sensibilizzazione e/o intolleranza nei confronti di
alimenti, muffe e agenti chimici dipendono da molteplici meccani-
smi patogenetici, difficili da classificare e individuare singolar-
mente.
Per questo motivo può essere estremamente vantaggioso l’avere a
disposizione un sistema diagnostico semplice ed efficace per valu-
tare i loro effetti sulle popolazioni cellulari. Sembra che la maggior
parte dei mediatori coinvolti in queste reazioni inducano delle
modificazioni nelle cellule ematiche del paziente (soprattutto leu-
cociti e piastrine). Il sistema diagnostico ALCAT® è stato messo a
punto per misurare tali modificazioni.
La metodica si serve di reagenti di nuova concezione, apposita-
mente studiati e brevettati, che permettono un’accurata misura
delle eventuali reazioni a carico delle cellule ematiche. Le singole

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30 Nutraceutica e nutrigenomica

sostanze vengono incubate con il sangue del paziente, analizzate


individualmente e confrontate con il proprio “grafico di con-
trollo”, per individuare un’eventuale reazione cellulare in grado
di modificare volume e/o numero delle cellule.
Le valutazioni vengono effettuate confrontando le eventuali
variazioni volumetriche e/o numeriche avvenute nei globuli
bianchi rispetto a una curva di controllo, generata per ogni sog-
getto.
Il test ALCAT® è un test in vitro che utilizza sangue intero. Ciò
determina il vantaggio teorico che il sangue intero contiene sia
tutti fattori e i mediatori chimici presenti in circolo, sia i leucociti
e gli altri elementi cellulari che possono essere coinvolti in diverse
reazioni nei confronti di comuni alimenti.
Lo strumento misura il numero delle cellule, la dimensione cellu-
lare media e le curve di distribuzione dimensionale. Mediante l’a-
nalisi computerizzata, la variazione del numero e delle dimen-
sioni cellulari e le curve di distribuzione vengono espresse quan-
titativamente, e la percentuale di variazione calcolata ed espressa
numericamente e graficamente.
Il grafico del test viene sovrapposto al grafico di controllo, consen-
tendo di determinare quali reazioni provocano variazioni delle
dimensioni cellulari (aumento o riduzione) e/o perdita assoluta
di cellule nel campione.
La principale frazione leucocitaria reattiva è il sottogruppo conte-
nente i granulociti e i monociti. Anni di analisi hanno permesso di
sviluppare dei reagenti, delle soluzioni e dei materiali che hanno
dimostrato di non provocare reazioni nel campione di sangue.
Altri vantaggi di questo metodo dipendono dal fatto che uno stu-
dio su una popolazione di giovani adulti sani ha dimostrato solo
una lieve reattività ad alcuni estratti di alimenti (cioè poche rea-
zioni “false positive”). Inoltre gli studi ripetuti sul sangue degli
stessi individui in condizioni controllate hanno dimostrato solo
piccole differenze nelle analisi successive (cioè, buona riproduci-
bilità per antigeni multipli). Infine, il metodo richiede una compe-
tenza tecnica minima, mentre le misurazioni e i calcoli compute-

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L’alimentazione: muoversi tra le allergie e le intolleranze 31

rizzati eliminano tutti gli errori che potrebbero derivare dalla par-
zialità dell’osservatore.
Naturalmente l’utilità del test ALCAT®, o di ogni altro test dia-
gnostico per la sensibilizzazione agli alimenti, dipende dal livello
di correlazione dei suoi risultati con i risultati ottenuti mediante il
test di provocazione orale degli alimenti da testare.
Tutti i test cutanei o in vitro, compresa la misurazione delle IgG
specifiche verso alcuni alimenti, non hanno dimostrato di essere
attendibili e quindi utilizzabili nelle diagnosi di sensibilizzazioni
ad alimenti non mediate da IgG.
Gli studi clinici effettuati utilizzando il test ALCAT® hanno evi-
denziato un buon livello di correlazione (83,4%) con il test di pro-
vocazione orale a doppio cieco per gli estratti alimentari, e il 96%
di correlazione con il test di provocazione orale a doppio cieco,
contro placebo, per gli additivi alimentari.

1 2 3 4

Volume (femtolitres) 904


Conta cellulare di controllo: 4529

Figura 5 – Istogramma di controllo eseguito prima di procedere al test sugli estrat-


ti alimentari: 1) area della curva in cui si può osservare un’aggregazione piastrinica;
2) regione dei linfociti; 3) regione della popolazione a cellule miste; 4) regione dei gra-
nulociti.

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32 Nutraceutica e nutrigenomica

Negativo

Nessuna reazione
Conta controllo: 4529 Conta campione: 4552

Figura 6 – Istogramma di controllo negativo per reazioni di intolleranza alimenta-


re su cellule polimorfo nucleate.

Perdita cellulare

Riduzione numero granulociti


Conta controllo: 4529 Conta campione: 4012

Figura 7 – Istogramma positivo per reazione di intolleranza alimentare dei poli-


morfo nucleati.

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L’alimentazione: muoversi tra le allergie e le intolleranze 33

■ Interpretazione dei risultati del test

I risultati del test ALCAT® vengono calcolati confrontando le


variazioni di volume/numero dei leucociti presenti nelle aliquote
di sangue incubato con le singole sostanze da testare, rispetto alla
sospensione di sangue di controllo. Nel Range 2+ e Range MPOS
sono classificati quegli alimenti e/o sostanze che devono essere
considerati “non sicuri” per quel paziente, potendo determinare
l’insorgenza di sintomi per ingestione, inalazione o contatto.
I risultati classificati nel Range 1+ indicano che sono avvenute alcu-
ne reazioni, anche se non a livelli significativi, e che l’interpretazio-
ne della positività spetta al medico che analizza i risultati. È
comunque consigliabile eliminare gli alimenti/sostanze del Range
1+ qualora il paziente non presenti altre positività più significative.
Gli alimenti/sostanze che compaiono nel Range Neg vengono con-
siderati non reattivi.
Gli intervalli di reattività per le varie sostanze sono costruiti
secondo i seguenti criteri:

1) viene calcolato un valore medio e una deviazione standard,


sommando le differenze assolute in ogni punto della curva di
ciascun analita rispetto alla curva di controllo;
2) ogni analita (alimento) che cada nella media o al di sotto della
media sarà considerato non reattivo (negativo);
3) ogni analita (alimento) che cada entro una deviazione standard
al di sopra della media sarà classificato nel Range 1+ e inter-
pretato come dubbio (la scelta della sua eliminazione dipen-
derà solo dal medico curante);
4) ogni analita (alimento) che cada tra una e due deviazioni stan-
dard al di sopra della media sarà classificato nel Range 2+ e
considerato positivo;
5) ogni analita (alimento) che cada due deviazioni standard oltre
la media sarà classificato Range 3+ e considerato come forte-
mente positivo.

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34 Nutraceutica e nutrigenomica

Data
Paziente 03/04/2008 Medico/clinica

Negativi Range Range Range


+ ++ +++
Albume Cacao Aglio
Arachide Caffè Manzo
Arancia Candida A.
Banana Malto
Broccoli Tacchino
Canna da zucchero
Cipolla
Coniglio
Fagioli
Frumento
Gamberi
Girasole
Glutine
Grano saraceno
Latte vaccino
Lenticchia
Lievito chimico
Lievito di birra
Limone
Maiale
Mais
Mela
Melanzana
Merluzzo
Oliva
Patata
Pera
Pesca
Pollo
Pomodoro
Riso
Salame
Segale
Sogliola
Soia
Spinaci
Tonno
Tuorlo
Uva
Vongola
Zucchero
di barbabietola
Zucchina

Fondazione Irccs Policlinico San Matteo


Servizio Analisi Chimica-cliniche - Clinica Pediatrica - Laboratorio Di Immuno-allergologia

Figura 8 – Esempio di referto ALCAT®, eseguito presso IRCCS Policlinico San Mat-
teo, Pavia.

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Quali integratori
e perché la nutriterapia

I
l termine “integratore” indica un nutriente alimentare, in
genere sotto forma di capsule o compresse, che contiene gene-
ralmente vitamine, minerali o aminoacidi (costituenti base
delle proteine) che servono a supplire la carenza di uno o di più
componenti, non introdotti con l’alimentazione.
Ma quali integratori usare, quando usarli e perché? La scelta
indubbiamente deve cadere su sostanze naturali, altamente sele-
zionate e certificate. La biodisponibilità (la capacità di essere
assorbiti) dei prodotti da usare è la cosa più importante per un
nutriente o nutraceutico.
Se possibile è meglio utilizzare sostanze sciolte in soluzioni colloi-
dali, perché la natura del sangue è colloidale, la matrice extracel-
lulare è colloidale, per cui l’interazione tra nutraceutico e organi-
smo deve essere il più naturale possibile.
In tale contesto, i prodotti che contengono sistemi colloidali sono
rappresentati dal CELLFOOD®, sistema colloidale contenente sol-
fato di deuterio e una miscela complessa di 78 minerali, 17 ami-
noacidi, 34 enzimi in tracce. CELLFOOD® si propone come pro-
dotto unico al mondo per le caratteristiche appena citate.
È un nutraceutico potente ed efficace nel proteggere la cellula
dagli attacchi provocati dai radicali liberi generati da inquina-
mento, alterazione dei cibi, carenza di sostanze nutritive negli ali-
menti che mangiamo. La caratteristica della biodisponibilità è
data dalla presenza, nella formulazione del dottor Everett L. Sto-
rey, del solfato di deuterio, il quale può rendere disponibile l’ossi-
geno molecolare direttamente all’interno delle cellule, nella giusta

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36 Nutraceutica e nutrigenomica

quantità e al momento opportuno, nei tessuti a rischio di ipossia


(carenza di ossigeno), e contemporaneamente evitare che l’eccesso
di nutrienti introdotti con CELLFOOD®, si trasformi in radicali
liberi.
La caratteristica di CELLFOOD® è quella di scindere l’acqua in
ossigeno e idrogeno, e le singole cellule del corpo sono nutrite da
un flusso continuo di 78 elementi essenziali conservati liberi in
soluzione, grazie alla presenza di idrogeno e ossigeno allo stato
libero, che determinano il processo di ossidazione e riduzione con
una reazione a catena che elimina le tossine. I tessuti vengono
ricostruiti e una buona nutrizione completa il processo.
I minerali sono necessari al 95% delle funzioni quotidiane del
nostro corpo; i minerali garantiscono la vitalità.

Radiazioni, farmaci, metalli Ridotta assunzione e\o


pesanti, fumo, inquinamento, diminuita sintesi e\o ridotta
sedentarietà, esercizio fisico capacità di utilizzazione e\o
inadeguato, infezioni, altre malattie aumentato consumo
di antiossidanti

Specie reattive
Difese antiossidanti

Danno cellulare

Figura 9 – Conseguenze dell’aumento di specie reattive dell’ossigeno e caduta del-


le difese antiossidanti.

Ecco che un aumento degli inquinanti ambientali o una caduta


delle naturali difese cellulari può far aumentare le specie reattive
dell’ossigeno, scatenando un aumento dei radicali liberi e deter-

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Quali integratori e perché la nutriterapia 37

minando nel tempo un danno alle cellule e di conseguenza ai tes-


suti. Nel tempo uno stress ossidativo elevato può causare diverse
malattie anche degenerative, come abbiamo già mostrato.
La biodisponibilità degli integratori e la via di somministrazione
e assorbimento determinano l’efficienza dei prodotti. È per questo
che la via sublinguale è preferita dai prodotti a base di
CELLFOOD®, la capacità di assorbimento, distribuzione ed effi-
cacia del prodotto è unica al mondo, una volta assorbito per via
sublinguale. Infatti gli elementi contenuti nella soluzione colloi-
dale, a contatto con la mucosa orale, si diffondono rapidamente
per la via linfatica e venosa, e per capillarità vengono veicolati nel
torrente circolatorio, senza passare dalla mucosa gastrica, che nor-
malmente riduce l’assorbimento degli integratori alimentari sotto
forma di capsule o compresse.
Tutti i componenti di CELLFOOD® sono ottenuti con estrazione a
freddo, non chimica, di principi attivi contenuti esclusivamente in
fonti naturali non contaminate (piante naturali e acque meridio-
nali che circondano la Nuova Zelanda, sorgenti minerali e natu-
rali, piante fossili).
Come tutti i prodotti nutrizionali, non essendo un farmaco, non
ha indicazioni terapeutiche precise, ma la sua assunzione è sugge-
rita o consigliata in tutte le situazioni di aumentata richiesta di
nutrienti o di scarso apporto con la dieta, e a tutti coloro che
vogliono mantenersi in buona salute, desiderino stare o mante-
nersi in forma rallentando i processi legati all’invecchiamento,
ridurre la produzione di radicali liberi prevenendo qualsiasi tipo
di malattia.

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CELLFOOD®, una squadra
vincente (ottimizzatore
dei sistemi biologici)

A
lla base della formulazione di CELLFOOD®, come si è
accennato in precedenza, vi è la formula di Everett Storey,
registrata come Deutrosulfazyme®. Quest’ultima si presen-
ta come sistema colloidale acquoso costituito da solfato di deuterio
e da una miscela di 78 minerali, 17 aminoacidi, 34 enzimi in tracce.
I minerali di Deutrosulfazyme® coprono quasi l’intera tavola
periodica degli elementi, compresi quelli dotati di potenziale
azione antiossidante: manganese, selenio, magnesio, molibdeno,
rame, germanio. Non sono inclusi invece gli elementi irritanti
(cloro), i metalli potenzialmente tossici (alluminio, cadmio,
piombo, mercurio) e gli elementi radioattivi (radio).
Molti dei minerali presenti nella formulazione di Deutrosul-
fazyme® sono in forma ionica e quindi in grado di assumere,
all’interno dell’organismo, il ruolo di elettroliti (minerali come
manganese, magnesio, rame), preziosi ioni di cui è ampiamente
noto il benefico ruolo non solo nella genesi e nella modulazione
dei fenomeni elettrici cellulari (generazione, eccitabilità, propaga-
zione e trasmissione dell’impulso elettrico nervoso e contrazione
muscolare, attività elettrica del cuore), ma anche nel manteni-
mento del bilancio dei minerali e della concentrazione di acqua.
Gli aminoacidi presenti nella formulazione coprono il vasto range
di tutti quelli essenziali sia per l’adulto (isoleucina, leucina, metio-
nina, fenilalanina, treonina, triptofano e valina) che per il bambino
(arginina e istidina).

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Tabella 5 – Tavola periodica degli elementi

1 2
H He
Idrogeno Elio
1.00794 4.002602

3 4 5 6 7 8 9 10
Li Be B C N O F Ne
Litio Berillio Boro Carbonio Azoto Ossigeno Fluoro Neon
6.941 9.012182 10.811 12.0107 14.00674 15.9994 18.9984032 20.1797

11 12 13 14 15 16 17 18
Na Mg Al Si P S Cl Ar
Sodio Magnesio Alluminio Silicio Fosforo Zolfo Cloro Argon
22.989770 24.3050 26.981538 28.0855 30.973761 32.088 35.453 39.948

19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36
K Ca Sc Ti V Cr Mn Fe Co Ni Cu Zn Ga Ge As Se Br Kr
Potassio Calcio Scandio Titanio Vanadio Cromo Manganese Ferro Cobalto Nichel Rame Zinco Gallio Germanio Arsenico Selenio bromo Kripton
39.0983 40.078 44.955910 47.867 50.9415 51.9961 54.938049 55.8457 58.9333200 58.6934 63.546 65.409 69.723 72.64 74.92160 78.96 79.904 83.798

37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54
Rb Sr Y Zr Nb Mo Tc Ru Rh Pd Ag Cd In Sn Sb Te I Xe
Rubidio Stronzio Ittrio Zirconio Niobio Molibdeno Tecnezio Rutenio Rodio Palladio Argento Cadmio Indio Stagno Antimonio Tellurio Iodio Xeno
85.4678 87.62 88.90585 91.224 92.90638 95.94 (98) 101.07 102.90550 106.42 107.8682 112.411 114.818 118.710 121.760 127.60 126.90447 131.293

55 56 57 72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 82 83 84 85 86
Cs Ba La * Hf Ta W Re Os Ir Pt Au Hg Tl Pb Bi Po At Rn
Cesio Bario Lantanio Afnio Tantalio Tungsteno Renio Osmio Iridio Platino Oro Mercurio Tallio Piombo Bismuto Polonio Astato Radon
132.90545 137.327 138.9055 178.49 180.9479 183.84 186.207 190.23 192.217 195.078 196.96655 200.59 204.3833 207.2 208.98038 (209) (210) (222)

87 88 89 104 105 106 107 108 109 110 111 112


Fr Ra Ac ** Rf Db Sg Bh Hs Mt Ds Rg Uub
Francio Radio Attinio Rutherfodio Dubnio Seaborgio Bohrio Hassio Meitnerio Darmstadtio Roentgenio Ununbio
CELLFOOD®, una squadra vincente (ottimizzatore dei sistemi biologici)

(223) (228) (227) (261) (262) (266) (264) (269) (268) (281) (280) (285)

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58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71
* Ce Pr Nd Pm Sm Eu Gd Tb Dy Ho Er Tm Yb Lu
Cerio Praseodimio Neodimio Promezio Samario Europio Gadolinio Terbio Disprosio Olmio Erbio Tulio Itterbio Lutezio
140.116 140.90765 144.24 (145) 150.36 151.964 157.25 158.92534 162.500 164.93032 167.259 168.93421 173.04 174.967

90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 100 101 102 103


** Th Pa U Np Pu Am Cm Bk Cf Es Fm Md No Lr
Torio Protoattinio Uranio Nettunio Plutonio Americio Curio Berkelio Californio Einsteinio Fermio Mendelevio Nobelio Laurenzio
232.0381 231.03588 238.02891 (237) (244) (243) (247) (247) (251) (252) (257) (258) (259) (262)
39
40 Nutraceutica e nutrigenomica

Essi possono essere utilizzati come preziosi precursori sia di pro-


teine ad azione strutturale, collagene ed elastina, o funzionale,
recettori di membrana, ormoni, anticorpi, che di antiossidanti.
Ricordiamo che arginina, lisina, cisteina, metionina e istidina
sono coinvolti in vario modo nella difesa contro le specie reattive
dell’ossigeno, Reactive Oxygen Species (ROS).
In particolare, l’arginina presente in Deutrosulfazyme® è una pre-
ziosa fonte di ossido nitrico (NO), uno dei più potenti mediatori
biochimici coinvolti nella modulazione della pressione arteriosa,
dell’aggregazione piastrinica e dell’infiammazione.
Gli enzimi costituiscono un elemento peculiare della formula-
zione di Deutrosulfazyme®. Numerose e variegate sono le rea-
zioni da essi innescate.
Tra gli enzimi ad azione ossido-reduttasica, sono da segnalare la
catalasi e la perossidasi, che grazie alla loro azione antiossidante,
contribuiscono a difendere l’organismo dall’attacco delle specie
chimiche reattive dell’ossigeno, ROS.
L’efficacia di questi enzimi è potenziata dall’attivazione della
superossidodismutasi (SOD) e della glutatione perossidasi (GPx),
modulata da alcuni oligoelementi (manganese, rame, zinco, sele-
nio) presenti nella formulazione di Deutrosulfazyme®.

Tre tipi di enzimi


Metabolici
hanno azione antiossidante
Digestivi
aiutano il processo
di digestione e assimilazione
Alimentari
una fonte esterna di enzimi

Figura 10 – Enzimi contenuti nella formulazione di CELLFOOD®.

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CELLFOOD®, una squadra vincente (ottimizzatore dei sistemi biologici) 41

Tabella 6 – Enzimi contenuti nella formulazione di CELLFOOD®


Idrolasi, carboidrasi Enzimi contenenti coenzimi I e/o II
1. Maltasi 1. Lattico-deidrogenasi
2. Saccarosi 2. Estere deidrogenasi di Robinson
3. Emusilina
Enzimi che riducono il citocromo
Nucleasi 1. Succinodeidrogenasi
1. Polinucleotidasi
2. Nucleotidasi D-aminoacido ossidasi
1. NADPH deidrogenasi di Warburg
Amidasi 2. Diaforasi
1. Ureasi 3. Enzima di Haas
4. Citocromo C-reduttasi
Peptidasi
1. Aminopolipeptidasi Idrasi
2. Dipeptidasi 1. Fumarasi
3. Prolinasi 2. Enolasi
Esterasi Mutasi
1. Lipasi 1. Mutasi aldeide
2. Fosfatasi 2. Gliossalasi
3. Solfatasi
Desmolasi
Enzimi di ferro 1. Zimoesasi (fruttosio-difosfato-aldolasi)
1. Catalasi 2. Carbossilasi
2. Citocromo-ossidasi
3. Perossidasi Altri enzimi
1. Fosforilasi
Enzimi di rame 2. Fosfoesisomerasi
1. Tirosinasi 3. Exochinasi
2. Acido ascorbico-ossidasi 4. Fosfoglumutasi

Le attività enzimatiche di Deutrosulfazyme® si estendono alle


principali vie metaboliche che coinvolgono zuccheri, grassi, ami-
noacidi e proteine, nucleotidi.
Svariate le tipologie delle reazioni attivate: idrolisi, ossido-ridu-
zione, isomerizzazione ecc. Tra gli enzimi ad azione ossido-redut-
tasica sono da segnalare la catalasi e la perossidasi, che grazie alla
loro azione antiossidante contribuiscono a difendere l’organismo
dall’attacco delle ROS.

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42 Nutraceutica e nutrigenomica

Tabella 7 – Aminoacidi contenuti nel CELLFOOD®

La miscela di 17 aminoacidi
Essenziali per l’adulto Essenziali per il bambino Non essenziali

Isoleucina Aginina Alanina


Lisina Istidina Acido aspartico

Metionina Cisteina

Fenilalanina Acido glutammico


Treonina Glicina
Triptofano Prolina
Valina Serina

Tirosina

Quasi tutti gli aminoacidi, compresi quelli essenziali per il bambino,


sono presenti in CELLFOOD ®

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La famiglia CELLFOOD®
e le soluzioni diversificate

■ CELLFOOD®: la formula Everett Storey


Come si è accennato nell’introduzione, l’esclusiva linea CELL-
FOOD® comprende, oltre alla classica preparazione base in gocce
(formula Everett Storey), ben sette formulazioni a uso sistemico
(Silica gocce, Diet Switch gocce, Dna/Rna spray, Multivitamine
spray 100% RDA, Msm spray, Vitamina C+ spray e SAMe gocce
sublinguali) e una a uso topico (Oxygen gel).
Occorre precisare che le formulazioni specialistiche della linea
CELLFOOD® contengono soltanto la quantità di Deutrosul-
fazyme® necessaria ad aumentarne l’assorbimento. Esse, pertanto,
non rappresentano un’alternativa all’assunzione quotidiana del
concentrato Deutrosulfazyme® gocce originale. La linea di pro-
dotti CELLFOOD®, sia per l’apporto delle innumerevoli e pre-
ziose sostanze – ormai difficili da ritrovare nell’alimentazione di
tutti i giorni – sia per la qualità ampiamente garantita dei suoi sin-
goli componenti, fornisce una soluzione altamente innovativa per
una corretta e sana integrazione alimentare quotidiana.
Nelle pagine che seguono verranno approfondite le singolari pro-
prietà di CELLFOOD® – inteso, ove non altrimenti specificato,
come formulazione “base” o di Everett Storey – a partire dal suo
singolare ruolo nel modulare la biodisponibilità di ossigeno mole-
colare a livello cellulare.

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44 Nutraceutica e nutrigenomica

Tabella 8 – I 78 minerali in tracce presenti nella formulazione


di Deutrosulfazyme®.

Antimonio Disprosio Cripto Platino Tantalio


Argon Erbio Lantanio Polonio Tecnezio
Astato Europio Litio Potassio Tellurio
Attinio Fluoro Lutezio Praseodimio Terbio
Bario Gadolinio Magnesio Promezio Tallio
Berillio Gallio Manganese Fermio Torio
Bismuto Germanio Molibdeno Rodio Stagno
Boro Oro Neodimio Rubidio Titanio
Bromo Afnio Neon Rutenio Tungsteno
Calcio Elio Nichel Samario Xeno
Carbonio Olmio Niobio Selenio Itterbio
Cerio Idrogeno Azoto Silice Zinco
Cesio Indio Osmio Silicio Zirconio
Cromo Iodio Ossigeno Argento
Cobalto Iridio Palladio Sodio
Rame Ferro Fosforo Zolfo

Il doppio volto dell’ossigeno


■ e il “paradosso CELLFOOD®”
Realizzato con il contributo del dottor Mauro Mario Mariani*

L’ossigeno in forma molecolare (O2) è a ragione considerato –


almeno negli organismi aerobi, che sono poi le forme di vita pre-
valenti sul nostro Pianeta – l’elemento vitale per eccellenza.
Esso, infatti, accettando nel corso del metabolismo terminale gli
elettroni (equivalenti riducenti estratti) dai vari nutrienti, consente
di generare, attraverso delle reazioni che utilizzano il fosforo
(fosforilazione ossidativa), l’adenosintrifosfato (ATP) indispensabile
per tutte le funzioni cellulari (metabolismo, accrescimento, ripro-
duzione, movimento ecc.). È da sottolineare che l’ossigeno con-
sente di ottenere da una molecola di glucosio ben 36-38 molecole

* Medico-chirurgo, è specialista in angiologia.

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La famiglia CELLFOOD® e le soluzioni diversificate 45

di ATP (che danno energia alla cellula) contro le sole due ricavabili
in sua totale assenza (anaerobiosi).
Persino in forma radicalica, l’ossigeno gioca un ruolo determi-
nante nei processi vitali, contribuendo, nelle specie più evolute,
alla difesa contro microrganismi patogeni (virus e batteri). È evi-
dente che un’alterata biodisponibilità di questo prezioso ele-
mento, specialmente se intensa e/o protratta nel tempo, avrà con-
seguenze deleterie sulle funzioni dell’intero organismo.
Infatti, i risultati delle ricerche scientifiche degli ultimi decenni
dimostrano in maniera inequivocabile che l’ossigeno deve essere
disponibile a livelli determinati e costanti in tutte le cellule dell’or-
ganismo, pena la comparsa di alterazioni funzionali e/o struttu-
rali, talvolta gravi e irreversibili.
Quindi, sia la riduzione persistente che un’oscillazione transitoria
della sua concentrazione intracellulare possono risultare dannose.
Nell’uomo, in particolare, quando la pressione parziale di ossi-
geno (una misura della concentrazione del gas) scende, nel san-
gue arterioso, al di sotto del valore soglia di 60 mm Hg, i tessuti
vanno incontro a una condizione definita “ipossia”.
Considerando il percorso dell’elemento vitale dall’aria inspirata
fino ai mitocondri, si possono distinguere, dal punto di vista pato-
genetico, quattro principali tipi di ipossia:
Denominazione Meccanismo primario
1. ipossia ipossica: insufficiente apporto di ossigeno dall’aria al san-
gue;
2. ipossia anemica: riduzione della quantità/funzione dell’emoglo-
bina;
3. ipossia stagnante: stasi della circolazione ematica;
4. ipossia istotossica: blocco della catena respiratoria mitocondriale.
In ognuna di queste condizioni, la ridotta biodisponibilità di ossi-
geno può provocare una progressiva caduta dei livelli intracellu-
lari di ATP con conseguente accumulo non solo di prodotti inde-
siderati della degradazione delle purine, ma anche di cataboliti
acidi, in definitiva responsabili della classica sintomatologia ipos-
sica (tabella 4).

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46 Nutraceutica e nutrigenomica

Tabella 4 – I sintomi classici dell’ipossia


Difficoltà di concentrazione con turbe della memoria
Sensazione di affaticamento o crampi muscolari, anche dopo piccoli sforzi
Respiro corto o dispnea
Tachicardia con soffi cardiaci da circolazione iperdinamica
Turbe della visione
Alterazioni dell’equilibrio e/o vertigini
Aumentata suscettibilità alle infezioni
Crescita stentata delle unghie e dei capelli
Turbe dello svuotamento gastrico e/o acidità
Alterazioni della digestione e dell’assorbimento dei nutrienti
Possibile compromissione della funzionalità renale
Occhio languido e bocca asimmetrica (nell’ipossia istotossica)

È bene sottolineare che, qualunque ne sia la causa, l’ipossia si


accompagna a uno stato di sofferenza tissutale, spesso subdolo, in
quanto difficilmente riconoscibile, data l’aspecificità della sinto-
matologia (astenia, cefalea, mancanza di concentrazione ecc.).
Infatti, solo quando la ridotta disponibilità di ossigeno diviene
cronica, essa dà segni in qualche modo patognomonici (pallore,
fragilità ungueale, crescita stentata dei capelli ecc.).
Trova, dunque, la sua più ampia spiegazione la celebre afferma-
zione del famoso fisiologo Arthur C. Guyton: “Qualunque dolore,
sofferenza o malattia cronica è causato da una insufficiente ossi-
genazione a livello cellulare”. (Human Physiology, 1978)
Recentissime scoperte, come quelle della proteina RAI, confer-
mano la potenziale tossicità dell’ipossia, oggi ritenuta implicata
persino nel processo di metastatizzazione (diffusione in tutto il
corpo) dei tumori.
Non meno pericolose dell’ipossia, ai fini del mantenimento del-
l’integrità funzionale e/o strutturale della cellula, risultano le

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La famiglia CELLFOOD® e le soluzioni diversificate 47

oscillazioni della pressione parziale di ossigeno, che trovano nella


ischemia-riperfusione (chiusura di un’arteria e riapertura), il loro
paradigma patogenetico.
Fenomeni di ischemia-riperfusione avvengono fisiologicamente,
allorché parti più o meno estese del nostro corpo sono sottoposte
a fasi di compressione-decompressione (per esempio il passaggio
da una prolungata posizione seduta alla stazione eretta), oppure
in condizioni francamente patologiche, come nelle ischemie d’or-
gano e nella cosiddetta apnea notturna, ovvero per effetto indesi-
derato di specifici trattamenti (per esempio, trapianti d’organo,
interventi di by-pass ecc.).
In tutti questi casi, la transitoria riduzione dell’afflusso ematico in
una determinata parte del corpo, a causa della riduzione del cali-
bro delle arterie, provoca nei tessuti corrispondenti una condi-
zione transitoria di ipossia (carenza di ossigeno), con accumulo di
sostanze acide, riduzione del pH dentro le cellule (acido), altera-
zioni dell’equilibrio dei minerali e dei costituenti della membrana
delle cellule.
Nel momento in cui l’ischemia viene a cessare e si ricostituisce un
normale flusso ematico, l’ossigeno molecolare trasportato dall’e-
moglobina viene utilizzato dalle cellule, in precedenza senza ossi-
geno, come substrato accettore di equivalenti riducenti (ioni), non
solo per produrre ATP ma anche per generare specie chimiche
reattive dell’ossigeno (Reactive Oxygen Species, ROS).
Saranno queste ultime i mediatori finali del danno cellulare, detto
“da stress ossidativo”. Appare evidente, dunque, che il manteni-
mento di un livello costantemente ottimale di ossigeno molecolare
all’interno delle cellule è una condizione indispensabile per il
buono stato di salute dell’intero organismo.
Appare chiaro da quanto sopra esposto che il mantenimento di un
livello costante di ossigenazione tissutale – pur nei limiti della
variabilità dettata dalla richiesta metabolica – è una condizione
assolutamente indispensabile per una corretta funzionalità cellu-
lare. Di ciò bisogna tener conto quando si vuol correggere uno
stato di ipossia. In questa condizione, infatti, una somministra-

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48 Nutraceutica e nutrigenomica

zione di ossigeno al di sopra di quella effettivamente richiesta può


provocare la trasformazione parziale delle molecole del gas in
radicali liberi dannosi per l’organismo.
È ampiamente noto, al riguardo, il nesso di causalità effettiva tra
iperossia e fibroplasia retrolenticolare nei neonati ipossici. Ciò
perché l’ossigeno, gas vitale per eccellenza, ha un “doppio volto”
e può trasformarsi, in determinate condizioni, da elemento vitale
in un vero e proprio killer delle cellule.
In tale contesto, CELLFOOD® è una formulazione, al momento unica al
mondo, in grado di rendere biodisponibile ossigeno “on demand”, ossia
nella giusta quantità e al momento opportuno, ai tessuti a rischio di ipos-
sia e, contemporaneamente, in modo apparentemente paradossale, evitare
che l’eventuale gas in eccesso, trasformato in radicali liberi, favorisca
l’insorgenza di lesioni da stress ossidativo (effetto antiossidante).

CELLFOOD®: la soluzione modulata


■ alla domanda di ossigeno
CELLFOOD® può vantarsi di essere attualmente l’unico integra-
tore del quale è dimostrata, già in vitro, la singolare capacità di
aumentare la biodisponibilità di ossigeno e, nel contempo, di com-
battere i radicali liberi che da tale elemento possono derivare nei
casi di stress ossidativo.
Almeno tre le evidenze a sostegno di questa affermazione.
Infatti, in un primo test di laboratorio, l’aggiunta di CELLFOOD®
(8 gocce) a 200 ml di acqua distillata si è accompagnata, nel tempo,
a un progressivo aumento della concentrazione di ossigeno mole-
colare (O2). Dopo appena un’ora dall’inizio della prova, la quan-
tità di O2 disciolto in soluzione è aumentata, rispetto ai valori pre-
test, del 58% (da 1,9 a 3,0 mg/ml). Nelle ore successive, la concen-
trazione di O2 ha mostrato un trend verso un ulteriore incremento,
fino a raggiungere il suo picco massimo (80%) a 12 ore.

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La famiglia CELLFOOD® e le soluzioni diversificate 49

Tali dati suggeriscono che CELLFOOD® può essere utile nel


rispondere alla domanda di ossigeno tipica delle varie forme di
ipossia.
In un secondo test di laboratorio (BAP test, Diacron International,
Grosseto), eseguito con sistema analitico dedicato FRAS 4 (H&D,
Parma), CELLFOOD® puro ha mostrato un’elevata capacità di
ridurre il ferro dalla forma ferrica alla forma ferrosa, indice del
suo alto potenziale biologico antiossidante. Tale capacità, dell’or-
dine di 6000 µEq/l, è oltre il doppio di quella considerata, per tale
test, ottimale per il plasma umano (2200 µEq/l).
Questo dato è in perfetta sintonia con i risultati del terzo test, il
notissimo test ORAC, eseguito sulla formulazione CELLFOOD®
Multivitamine 100% RDA. In tale preparazione, CELLFOOD® ha
confermato di possedere un’elevata attività antiossidante, che è
stata quantificata, per 6 spray, in 67,8 µmoli di Trolox equiva-
lenti/g, valore che si colloca tra quello della fragola e dell’arancia.
CELLFOOD®, pertanto, può risultare efficace nel neutralizzare
l’eccesso di radicali liberi che si genera nel danno da ischemia-
riperfusione.
I risultati di queste valutazioni in vitro sono di enorme importanza
per l’interpretazione del meccanismo d’azione di CELLFOOD®,
che, se per un verso aumenta la biodisponibilità di ossigeno, dal-
l’altro è potenzialmente in grado di annullarne l’effetto – radica-
lizzante – legato a una sua elevata concentrazione.
Va anticipato che i dati sperimentali così ottenuti in vitro sono stati
poi confermati anche in vivo da appositi trial clinici. Infatti, som-
ministrato regolarmente ad atleti professionisti, ad alto rischio di
debito d’ossigeno, CELLFOOD® ha indotto un miglioramento sta-
tisticamente significativo dei livelli di emoglobina circolante
(senza aumentare la lattacidemia) (studio Pretoria), abbassando,
nel contempo, i livelli di radicali liberi in soggetti a elevato rischio
di stress ossidativo (atleti, obesi e fumatori) (studio Coyle).

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50 Nutraceutica e nutrigenomica

3,0

2,5
O 2 (mg / m l)

2,0

1,5

1,0
0 15 30 60

Tempo (minuti)

Grafico 8 – CELLFOOD® può aumentare fino all’80% la disponibilità di ossigeno in


soluzione acquosa.

70.000
Valori medi, corretti per il bilancio DS [n-10]
50.000
64.747
M ic r o m o li d i fe r r o r id o tto /L

30.000

10.000

7.500

5.000

Valore ottimale del test nel plasma


2.500

0
ACQUA CELLFOOD®

Grafico 9 – CELLFOOD® esibisce un potenziale biologico antiossidante oltre 30 vol-


te più elevato di quello considerato ottimale per il plasma umano.

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La famiglia CELLFOOD® e le soluzioni diversificate 51

CELLFOOD®: proprietà biofisiche uniche,


■ biodisponibilità massima
La formulazione di CELLFOOD® esibisce una serie di peculiari
proprietà fisico-chimiche che consentono a essa di interagire favo-
revolmente con le cellule e con la matrice extracellulare per una
biodisponibilità sempre ottimale (quantità realmente disponibile
per l’organismo). In particolare, rispetto a un campione di acqua
distillata, una soluzione di CELLFOOD ® possiede valori signifi-
cativamente più elevati sia di conduttanza (192.323 µS vs 9 µS,
rispettivamente), che di potenziale “zeta” (22,66 mV e 3,65e-02
rispettivamente).
L’elevato valore di conduttanza indica che la soluzione di CELL-
FOOD® contiene in dispersione numerosi elettroliti e, dunque,
ioni, cioè particelle cariche elettricamente.
D’altra parte, come è noto, il potenziale zeta è una funzione diretta
del grado di dispersione in soluzione di particelle cariche elettri-
camente. Pertanto, i valori significativamente elevati di questi due
parametri – conduttanza e potenziale zeta – indicano che i prin-
cipi attivi di CELLFOOD® sono ampiamente dispersi e non con-
glomerati in soluzione, una proprietà, questa, tipica delle solu-
zioni colloidali, ma anche un pre-requisito indispensabile per l’as-
sorbimento dei vari componenti a livello delle mucose.
Concettualmente in linea con i risultati di questi studi sono i dati
ottenuti dalla determinazione della tensione superficiale. Con que-
sto termine ci si riferisce – in prima approssimazione – alla forza
che agisce all’interfaccia tra due fluidi non miscibili tra loro. Quan-
to più elevata è la tensione superficiale, tanto più le particelle di un
fluido disperso in un altro fluido non miscibile tendono a conglo-
merare e a esporre la minima superficie possibile, mirando ideal-
mente ad assumere una forma sferoidale (vedi olio in acqua).
Le sostanze batotone, ovvero quegli agenti che, come i detergenti
in genere e i sali biliari in particolare, abbassano la tensione super-
ficiale di una soluzione e, dunque, schermano le forze che agi-

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52 Nutraceutica e nutrigenomica

palato
bocca
gola
esofago

epiglottide bolo
aperta dopo
il passaggio
del bolo

Spray orale (CELLFOOD® MultiVitamin, DNARNA, MSM, Vitamin C )

Iniezione ipodermica

Liquido sublinguale

Transdermico

Capsule gel

Pastiglie

0 20 40 60 80 100

% dei nutrienti rilasciate nel sangue

Grafico 10 – Physicians’ Desk Reference Journal, 48a edizione, 1994, p. 1331.

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La famiglia CELLFOOD® e le soluzioni diversificate 53

scono all’interfaccia di due fluidi non miscibili, inducono una


dispersione delle particelle. Ciò è particolarmente utile, per esem-
pio, nei processi digestivi e di assorbimento che avvengono a
livello dell’intestino tenue. Qui, infatti, i sali biliari interagiscono
con le gocciole di grassi ingerite con i pasti e le trasformano in
minuscole particelle (micelle), più facilmente aggredibili dagli
enzimi lipolitici e, quindi, più agevolmente assorbibili.
Premesso ciò, una soluzione di Deutrosulfazyme® possiede una
tensione superficiale significativamente più bassa di quella di un
campione di acqua distillata (40 dine/cm2 vs 73 dine/cm2).
Quest’ultimo risultato conferma il dato ottenuto per altra via
(potenziale zeta), dimostrando, in definitiva, che CELLFOOD®,
abbassando anche la tensione superficiale, tende a disperdersi al
massimo nella soluzione alla quale è aggiunto, consentendo ai
suoi singoli principi attivi di essere assorbiti con maggiore effi-
cienza a livello delle mucose, di interagire più favorevolmente con
la matrice e di distribuirsi più rapidamente ed efficacemente alle
cellule.

La matrice extracellulare, target primario


■ dell’azione di CELLFOOD®
La matrice extracellulare può essere definita come un complesso
stabile ma dinamico di macromolecole disposto intorno alla mag-
gior parte delle cellule dell’organismo, a costituire un’ordinata
intelaiatura tridimensionale. Se la cellula corrisponde agli spazi
vuoti del sughero – come osservò Robert Hooke con un classico
paragone dal quale trasse l’origine stesso del termine “cellula”,
come “piccola cella” – la matrice extracellulare è proprio il
sughero. Con l’enorme differenza che, mentre il sughero è materia
inerte, la matrice è sede di importanti fenomeni vitali. Infatti,
quando si afferma che gli organismi superiori sono costituiti da
cellule, molto spesso ci si dimentica che tra queste esiste una

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54 Nutraceutica e nutrigenomica

matrice extracellulare, il cui peso secco è addirittura superiore a


quello di tutte le corrispondenti cellule messe insieme.
La matrice extracellulare assume composizione diversa a seconda
delle specie. Per esempio, nelle piante, essa è composta principal-
mente di cellulosa, mentre negli artropodi e nei funghi è costituita
prevalentemente da chitina. Nell’uomo la matrice extracellulare
deriva dal mesenchima, il connettivo embrionale non ancora dif-
ferenziato che, in una fase molto precoce dello sviluppo, si
dispone tra l’ectoderma e l’endoderma per dare origine, in
seguito, ai tessuti trofoconnettivali, tra cui il derma, e muscolari.
Taluni Autori utilizzano il termine “mesenchima” come sinonimo
di tessuto connettivo o, addirittura, di matrice, per sottolinearne,
appunto, la specifica origine embrionale. A partire dalla fine del-
l’epoca embrionale, comunque, la matrice extracellulare assume
una ben precisa struttura, assimilabile a un colloide, di norma non
calcificato, nella cui fase acquosa sono disperse fibre (collagene,
reticolari ed elastiche) e macromolecole di natura essenzialmente
polisaccaridica (glicosaminoglicani) e proteica (proteoglicani e gli-
coproteine).
In generale, le fibre collagene costituiscono l’intelaiatura tridimen-
sionale di supporto dell’intera matrice, quelle reticolari formano
una trama più fine intorno ai piccoli vasi sanguigni o all’interno
dello stroma degli organi, mentre quelle elastiche, infine, conferi-
scono la proprietà meccanica della distensibilità. I glicosaminogli-
cani, da soli o associati a un core proteico – come proteoglicani –
riempiono gli spazi lasciati liberi dall’impalcatura fibrosa e, inglo-
bando notevoli quantità di acqua, agiscono da efficaci shock adsor-
ber (a questo complesso fortemente idrofilo corrisponde la cosid-
detta sostanza fondamentale dell’istologia classica). Particolari
glicoproteine, dette di “adesione”, consentono specifiche intera-
zioni tra le diverse componenti della matrice extracellulare e tra
queste e le cellule.
Inoltre, in corrispondenza del polo basale di alcune cellule speci-
fiche, generalmente adibite a funzioni di rivestimento e di prote-
zione, quali le cellule epiteliali e quelle endoteliali, la matrice

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La famiglia CELLFOOD® e le soluzioni diversificate 55

assume un aspetto decisamente compatto adattandosi a una fun-


zione prevalentemente strutturale, di sostegno, costituendo le
cosiddette membrane basali, ove predomina la componente pro-
teica. Infine, sono riconducibili a specializzazioni della matrice le
strutture di adesione interposte fra cellule epiteliali adiacenti
(giunzioni serrate o occludenti, giunzioni ancoranti e gap junc-
tion).
Secondo le più recenti acquisizioni della biologia cellulare e della
biochimica, la matrice extracellulare, infatti, non svolge solo una
funzione strutturale di sostegno, conferendo agli organi forma e
consistenza, ma protegge anche le cellule dai traumatismi. Inoltre,
grazie alla sua particolare natura di gel fortemente idratato, con-
sente un flusso incessante di molecole (nutrienti, mediatori chi-
mici, farmaci e sostanze di rifiuto) tra il compartimento ematico e
quello cellulare, facilitando la comunicazione fra le cellule e, ove
previsto, orientandone la migrazione in risposta a specifici stimoli
lungo ben precise direzioni. In particolare, l’interazione tra le cel-
lule e componenti specifiche della matrice genera una serie com-
plessa di segnali implicati nella regolazione della crescita, della
differenziazione, dell’adesione e della motilità cellulare. Non
sono, poi, da trascurare alcune specifiche funzioni quali, ad esem-
pio, la lubrificazione delle superfici articolari o dei visceri nelle
grandi cavità sierose (pleure, pericardio e peritoneo) e, soprat-
tutto, la compartimentalizzazione dei tessuti grazie alle mem-
brane basali. Infine, la matrice extracellulare è la sede dove hanno
luogo i processi reattivi, quali l’infiammazione e la risposta immu-
nitaria, la riparazione delle ferite e l’accumulo di grasso e di altre
sostanze nocive o non più utili.
Con l’avanzare degli anni, la matrice extracellulare, per effetto
anche dello stress ossidativo, perde progressivamente la sua inte-
grità morfo-funzionale. Così gli scambi metabolici si rallentano, la
comunicazione tra le cellule viene compromessa e i residui tossici
delle attività cellulari si accumulano innescando un pericoloso cir-
colo vizioso che accelera i segni dell’invecchiamento. La pelle, che
è l’organo più sensibile alle alterazioni della matrice extracellu-

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56 Nutraceutica e nutrigenomica

lare, diventa atrofica e sottile a causa della disidratazione. Le arti-


colazioni, a causa della riduzione delle capacità lubrificanti della
sostanza intercellulare, perdono progressivamente la loro funzio-
nalità con frequente insorgenza di rigidità e anchilosi.
Il processo di riparazione tissutale, data anche la difficoltà di
comunicazione tra le cellule e i ridotti scambi metabolici, viene
notevolmente rallentato con accumulo di sostanze lesive o non
più utili. Le cellule risentono immediatamente delle alterazioni
della matrice riducendo la loro capacità di assimilare i nutrienti,
ma anche di reagire all’azione dei farmaci ai normali dosaggi, con
potenziali rischi da iperdosaggio.
In soggetti predisposti, inoltre, la perdita improvvisa o graduale
delle proprietà biochimiche e funzionali della matrice facilita l’in-
sorgenza o aggrava condizioni croniche e degenerative a carico di
tutti gli organi. Tra queste sono da segnalare i processi degenera-
tivi cronici a carico delle articolazioni, ma anche quelli conse-
guenti alla compromissione delle strutture di rivestimento delle
grandi cavità corporee, che poggiano sulle membrane basali, quali
i vasi sanguigni (con predisposizione all’aterosclerosi), le mucose
respiratorie gastrointestinali e genitourinarie che diventano più
sensibili all’azione di inquinanti esterni (con conseguente insor-
genza di allergie, infezioni, fenomeni di autoimmunità).
Infine, il trasporto degli ormoni e dei neurotrasmettitori diviene
inefficiente e la sensibilità cellulare a essi si riduce, facilitando l’in-
sorgenza dell’ipotiroidismo, del diabete mellito ecc.
Appare evidente che qualsiasi forma di integrazione nutrizionale
non può non tener conto delle singolari proprietà morfo-funzio-
nali e biochimiche della matrice cellulare. In tale contesto, CELL-
FOOD® appare, nell’attuale panorama dell’offerta di integratori,
come l’unica formulazione della quale è documentata in vitro la
natura colloidale, presupposto indispensabile per l’interazione di
qualsiasi nutriente con le biomolecole della materia vivente.
Così, già in fase di assorbimento mucosale, i principi attivi di
CELLFOOD®, veicolati dalla struttura colloidale della formula-
zione, possono diffondere più facilmente, per affinità, attraverso

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La famiglia CELLFOOD® e le soluzioni diversificate 57

le maglie della matrice extracellulare e guadagnare più agevol-


mente il sangue e la linfa e, di nuovo, attraverso la matrice extra-
cellulare periferica, le cellule e i tessuti. In quest’ultimo passaggio,
è verosimile che i micronutrienti di CELLFOOD® “impregnino” la
matrice extracellulare per poi essere gradualmente ceduti in fun-
zione delle esigenze metaboliche cellulari.
Di qui l’importante proprietà – per altri versi verificata per l’ossi-
geno – di una biodisponibilità “on demand” anche dei principi
nutritivi di CELLFOOD®. In altri termini, seppur in certi limiti, le
cellule tenderanno ad assorbire solo le sostanze effettivamente
necessarie in quel determinato momento, con una drastica ridu-
zione del rischio sovradosaggio.
Ovviamente, la perdita dell’integrità morfo-funzionale della
matrice extracellulare – alla quale contribuiscono in varia misura,
attraverso lo stress ossidativo, l’età, l’inquinamento ambientale e
lo stile di vita – può rappresentare un grosso ostacolo ai processi
sopra descritti di bionutrizione cellulare. Ma proprio in questi
casi, ove l’ostinazione di taluni sanitari porta all’aumento inutile,
se non dannoso, del dosaggio dell’integratore dell’ultimo grido,
CELLFOOD®, ancora una volta, grazie anche alle sue proprietà
antiossidanti, “ripulisce” la matrice dai radicali liberi, consen-
tendo a essa di svolgere il preziosissimo ruolo di dinamico sub-
strato per gli scambi metabolici e informazionali fra il torrente cir-
colatorio e le singole cellule che compongono il nostro organismo.
Oltre ai numerosi trial in corso, due sono gli studi clinici comple-
tati attualmente disponibili sull’efficacia di CELLFOOD®.
Il primo studio, in doppio cieco, controllato mediante placebo,
cross-over, pre- e post-test, aveva lo scopo di: 1) valutare se CEL-
LFOOD® è efficace, come supplemento, nel migliorare le perfor-
mance fisiche di atleti impegnati in gare di resistenza; 2) determi-
nare a quale dosaggio il preparato tende a essere più efficace. Sono
stati, quindi, reclutati, presso l’Istituto di Medicina dello Sport di
Pretoria, 45 maratoneti, di età compresa fra 20 e 51 anni, 28 uomini
e 17 donne. Al termine delle 18 settimane di studio, si è osservato
che, rispetto al placebo, CELLFOOD®:

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58 Nutraceutica e nutrigenomica

■ riduce significativamente il carico di lavoro del cuore sotto


sforzo;
■ riduce significativamente la frequenza respiratoria sotto sforzo;
■ induce un significativo incremento della VO2 max (assoluta);
■ migliora in maniera significativa gli scambi respiratori;
■ riduce significativamente le concentrazioni di lattato nel
sangue;
■ induce un significativo aumento dell’emoglobina;
■ induce un significativo aumento del numero dei globuli rossi;
■ induce un significativo aumento del numero dei globuli
bianchi.

Nel complesso questi risultati indicano che CELLFOOD® è un


eccellente integratore nutrizionale per coloro che svolgono attività
sportiva anche di tipo agonistico.
Il secondo studio, longitudinale, in aperto, ha valutato l’efficacia
antiossidante di CELLFOOD® in termini di abbassamento dei
valori del d-ROMs test (Diacron International, Grosseto). A tale
scopo, presso il laboratorio NuLife Sciences Company (Massachu-
setts, USA), il gruppo di Coyle ha reclutato 60 individui, di cui 32
maschi e 28 femmine tra i 18 e i 50 anni. Tutti hanno assunto 8

Tabella 9 – Risultati dello studio sull’efficacia antiossidante di CELLFOOD®

Condizione Età Prima di CELLFOOD ® Dopo di CELLFOOD ®


[anni] [U Carr] [U Carr]
18 - 30 380 ± 36 332 ± 23
Fumatori 31 - 50 474 ± 30 355 ± 28

18 - 30 418 ± 35 303 ± 23
Atleti 31 - 50 389 ± 33 349 ± 41

18 - 30 362 ± 29 298 ± 41
Sovrappeso 31 - 50 302 ± 29 265 ± 29
Valutazione su 60 individui (32 uomini e 28 donne, età 18-50 anni) effettuata mediante d-ROMs test
(Diacron International, Grosseto). Valori nominali: 250-300 U Carr = 0,08 mg/cl H 2 O 2 ).

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La famiglia CELLFOOD® e le soluzioni diversificate 59

gocce di CELLFOOD® tre volte al giorno per 30 giorni consecutivi.


L’assunzione di CELLFOOD® si è accompagnata a una riduzione
del 10-27% dei livelli di stress ossidativo, confermando che la for-
mulazione è un efficace antiossidante, non solo in vitro, ma anche
in vivo (tabella 9).

Efficacia del trattamento con CELLFOOD®


■ come coadiuvante nella fibromialgia
Di notevole valenza scientifica il recente studio condotto su
pazienti affetti da fibromialgia presso il Dipartimento di Medicina
Clinica e Scienze Immunologiche, sezione di Reumatologia, del-
l’Università di Siena. Tale studio, pubblicato sulla rivista Reumati-
smo (vol. 59, n. 4-2007), ha valutato l’efficacia di CELLFOOD®
come coadiuvante nel trattamento della sindrome fibromialgica.
I risultati sono stati sorprendenti: dopo 12 settimane di tratta-
mento, l’assunzione di CELLFOOD® si è accompagnata a un’atte-
nuazione statisticamente significativa, rispetto al placebo, della
sintomatologia dolorosa, della debolezza muscolare, della stan-
chezza al risveglio e a un miglioramento generale dei disturbi
associati alla riduzione del tono dell’umore.
(Vedi www.reumatismo.org/admin/filesArticoli/59-4-316.pdf)

■ CELLFOOD®: il meccanismo d’azione


Il fine meccanismo d’azione di CELLFOOD® – la cui formula,
come si è detto in precedenza, è di proprietà e, dunque, non dispo-
nibile.
Ciò non deve stupire, dato il fatto che la formulazione in oggetto
non è un preparato farmacologico e, come tale, non richiede tale
tipo di evidenza. Tuttavia, sulla base delle evidenze accumulatesi

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60 Nutraceutica e nutrigenomica

nel corso degli anni, si può ipotizzare che CELLFOOD®, nel suo
complesso, è un preparato in grado di modulare nelle cellule la
biodisponibilità di ossigeno, aumentandone – on demand – i livelli
in caso di ipossia, o abbassandone le concentrazioni in caso di ipe-
rossia.
Infatti, l’aumentato livello di ossigeno molecolare disciolto che si
ottiene aggiungendo CELLFOOD ® all’acqua distillata suggerisce
che la formulazione è in grado di produrre ossigeno ex novo, pro-
babilmente a partire dalle stesse molecole d’acqua, visto che nel
sistema testato è questa l’unica sostanza presente. Se ciò è docu-
mentabile in vitro, non vi sono ragionevoli motivi per ritenere che
un analogo fenomeno non possa verificarsi anche in vivo.
L’azione sinergica del solfato di deuterio e degli altri componenti
del CELLFOOD®, in particolare gli enzimi ad azione ossido-redut-
tasica, creano condizioni ottimali per la generazione di ossigeno
molecolare; infatti, come è noto, tutti gli enzimi possono cataliz-
zare sia le reazioni dirette che quelle inverse e, almeno sotto il
piano puramente speculativo, non si può escludere che in certe
condizioni enzimi come la catalasi o la perossidasi generino peros-
sido di idrogeno, dal quale può formarsi ossigeno nascente e,
quindi, ossigeno molecolare. D’altra parte, la documentata attività
antiossidante di CELLFOOD®, sia in prove in vitro (BAP test e test
ORAC) che in studi in vivo (test d-ROMs), suggeriscono che la
formulazione è in grado di ridurre la produzione di radicali liberi
dell’ossigeno e, quindi, i potenziali effetti nocivi legati a un’au-
mentata biodisponibilità dell’ossigeno.
CELLFOOD®, nella sua formulazione base (formula Everett Sto-
rey), a gocce, è un integratore alimentare naturale notificato e regi-
strato presso il Ministero della Salute. Non essendo un farmaco,
esso non possiede “indicazioni” nel senso stretto del termine. La
sua assunzione è suggerita a tutti coloro che, in buona salute, desi-
derino stare in forma, ritardare l’invecchiamento e prevenire le
patologie associate allo stress ossidativo. Inoltre, possono trarre
particolare giovamento dalla sua somministrazione coloro che già

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La famiglia CELLFOOD® e le soluzioni diversificate 61

soffrono delle suddette patologie e tutti coloro che praticano atti-


vità sportiva (a livello sia amatoriale che agonistico). In ogni caso,
l’efficacia della formulazione è potenziata dall’adozione di un
congruo stile di vita.
È stato dimostrato che Deutrosulfazyme® possiede attività micro-
bicida su alcuni ceppi batterici e ciò contribuisce a spiegare alcuni
favorevoli effetti topici del prodotto.

Timing Mattino Pomeriggio Sera


1°-2°-3° giorno 1 goccia 1 goccia 1 goccia
4°-5°-6° giorno 2 gocce 2 gocce 2 gocce
7°-8°-9° giorno 3 gocce 3 gocce 3 gocce
10°-11°-12° giorno 4 gocce 4 gocce 4 gocce
13° giorno 5 gocce 5 gocce 5 gocce
14° giorno 6 gocce 6 gocce 6 gocce
15° giorno 7 gocce 7 gocce 7 gocce
16° giorno 8 gocce 8 gocce 8 gocce
dal 17° giorno 8 gocce 8 gocce 8 gocce

Figura 11 – Modalità di somministrazione di CELLFOOD®.

CELLFOOD®, nella sua formulazione base (formula Everett Sto-


rey), a gocce, va diluito in un bicchiere di acqua oligominerale
(residuo fisso a 180° < 50-100 mg/l), preferibilmente a pH neutro.

Bambini. Si suggerisce di somministrare CELLFOOD® alla dose


di una goccia/anno d’età, fino a un massimo di 12 gocce al giorno.

Precauzioni per l’uso. È buona norma agitare accuratamente il


flacone prima dell’uso e tapparlo adeguatamente dopo l’impiego,
onde ridurre il rischio di evaporazione e, quindi, di concentra-
zione del prodotto. L’uso della comune acqua di rubinetto per
diluire CELLFOOD® è sconsigliato, in quanto i procedimenti di
potabilizzazione, basati sull’impiego di agenti ossidanti, possono
ridurre l’efficacia del prodotto. Tenere lontano dalla portata dei
bambini. In caso di contatto accidentale con gli occhi, sciacquare
immediatamente con abbondante acqua.

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62 Nutraceutica e nutrigenomica

Poiché CELLFOOD® contiene tracce di enzimi idrolitici, si sugge-


risce di evitare il contatto diretto del prodotto con materiali orga-
nici, naturali (per esempio lana, seta) o di sintesi (per esempio
similpelle, formica).

Rapporto con i pasti. Si suggerisce di assumere CELLFOOD®


almeno 20-30 minuti prima dei pasti. Il prodotto, tuttavia, può
essere assunto anche lontano da questi, ogniqualvolta ci si sente
astenici (stanchi) o stressati. Immediatamente dopo un pasto
copioso, CELLFOOD®, per la sua ricca componente enzimatica,
favorisce i processi digestivi.
CELLFOOD® non presenta alcuna controindicazione, né relativa
né assoluta.
In particolare, non contiene né glutine né lieviti né sostanze
dopanti e può essere assunto, come integratore, anche in corso di
trattamenti farmacologici specifici.
Inoltre, come si è ampiamente discusso nelle pagine precedenti, la
natura colloidale e le singolari proprietà chimico-fisiche rendono
CELLFOOD® un prodotto ideale nella detossificazione. Tale pro-
cesso, nei soggetti più sensibili, che assumono il prodotto per la
prima volta, può accompagnarsi a cefalea, meteorismo addomi-
nale o stipsi. Tali disturbi, peraltro lievi e transitori, non devono
allarmare, ma sono la manifestazione evidente della risposta posi-
tiva dell’organismo al trattamento e vanno gestiti aumentando
l’assunzione giornaliera di acqua. In caso di persistenza o accen-
tuazione di tale sintomatologia, si suggerisce di ridurre il dosag-
gio, “calibrandolo” alle esigenze del proprio organismo.
Pur non essendo un farmaco, CELLFOOD® è stato sottoposto a
rigorosi studi di tossicità. Studi in vivo sono stati intrapresi allo
scopo di valutare la tossicità acuta di CELLFOOD® per os in ter-
mini di DL50 (dose minima di prodotto in grado di indurre la
morte del 50% della popolazione animale studiata). A tal fine,
CELLFOOD ® è stato somministrato a 10 ratti albini (5 maschi e 5
femmine) Sprague-Dawley, in uno studio della durata di 14
giorni. Al termine della valutazione, incrementando le dosi fino a

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La famiglia CELLFOOD® e le soluzioni diversificate 63

5000 mg/kg di peso corporeo, tutti gli animali sono sopravvissuti,


presentandosi all’osservazione in buone condizioni di salute, anzi
aumentati di peso. Non è stato, quindi, possibile determinare la
DL50 che, comunque, è da considerarsi superiore alla massima
utilizzata nella sperimentazione. In altri termini, dosi fino a 5 g
della formulazione per kg di peso corporeo (in pratica 400 g di
prodotto per un uomo di 80 kg!) non sono risultate letali, indi-
cando che CELLFOOD® è praticamente privo di tossicità acuta.
È da sottolineare che quasi nessuno degli integratori attualmente dispo-
nibili sul mercato è stato sottoposto a questo tipo di valutazione, che rite-
niamo, invece, indispensabile per una corretta informazione di chi decide
di assumere formulazioni che vantano sulla carta di essere assolutamente
innocue.

■ Azioni principali

■ Integrazione nutrizionale
■ Ossigenazione cellulare
■ Riduzione dei livelli dei radicali liberi
■ Disintossicazione
■ Stimolazione della funzione immunitaria
■ Miglioramento delle performance muscolari

■ Indicazioni

■ Carenze nutrizionali
■ Sindromi asteniche
■ Sindromi ipossiche
■ Stress ossidativo
■ Sindrome chimica multipla
■ Deficit immunitari
■ Ridotte performance atletiche

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64 Nutraceutica e nutrigenomica

■ Posologia

■ Adulti: da 2 a 8 gocce 3 volte al giorno (diluire in acqua).


■ Anziani: da 2 a 4 gocce 3 volte al giorno (diluire in acqua).
■ Bambini: una goccia per anno di età (diluire in acqua).

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Otto formulazioni sistemiche
e una topica, tutte
senza lievito e senza glutine

■ CELLFOOD® Silica Gocce


Integratore alimentare in grado di attivare le funzioni dell’intero
sistema connettivale, costituito dalla formulazione base con
aggiunta di silicio.

■ CELLFOOD® MSM spray (orale)


Integratore alimentare particolarmente attivo sul sistema osteoar-
ticolare, costituito dalla “formulazione base” con aggiunta di metil-
sulfonil-metano, una preziosa fonte di zolfo organico.

■ CELLFOOD® Diet Switch gocce


Integratore alimentare indicato nelle diete ipocaloriche, costituito
dalla formulazione base con aggiunta di L-carnitina e citrina K,
che aiutano a dimagrire in maniera sana e naturale, senza il
ricorso a pericolosi anoressizzanti.

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66 Nutraceutica e nutrigenomica

■ CELLFOOD® DNA-RNA spray (orale)


Integratore alimentare multifunzionale, unico nella sua composi-
zione, indicato, tra l’altro, nel trattamento dell’iperomocisteine-
mia da carenza alimentare, costituito dalla “formulazione base”
con aggiunta di basi degli acidi nucleici (DNA e RNA), ATP, com-
plesso vitaminico B (B1, B3, B5, B6 e B12) e acido folico.

■ CELLFOOD® SAMe gocce (a uso sublinguale)


Integratore alimentare unico nella sua composizione, indicato
nelle sindromi depressive e nelle disfunzioni epatiche, costituito
dalla formulazione base con aggiunta di S-adenosil-metionina,
indispensabile nel metabolismo dell’unità monocarboniosa.

CELLFOOD® Multivitamine 100% RDA spray


■ (orale)
Integratore alimentare multifunzionale, unico nella sua composi-
zione, indicato in tutte le sindromi ipovitaminosiche, costituito
dalla formulazione base con aggiunta di 12 vitamine, altamente
biodisponibili e assimilabili, alla dose giornaliera raccomandata
(RDA).

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Otto formulazioni sistemiche e una topica, tutte senza lievito e senza glutine 67

■ CELLFOOD® Vitamina C+ spray (orale)


Integratore alimentare, unico nella sua composizione, indicato, tra
l’altro, nella prevenzione e nel trattamento dell’ipovitaminosi C,
costituito dalla formulazione base con aggiunta di vitamina C,
altamente biodisponibile e assimilabile.

■ CELLFOOD® Oxygen gel


Preparazione topica in gel ad ampio spettro d’azione, costituita
dalla formulazione base con aggiunta di aloe vera, camomilla e
glicerina, in grado di ossigenare, tonificare e rivitalizzare la pelle
24 ore su 24.

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68 Nutraceutica e nutrigenomica

■ CELLFOOD® Silica gocce

CELLFOOD® Silica gocce unisce ai noti vantaggi della formula di


Everett Storey quelli del silicio, come biossido di silicio (SiO2),
altamente purificato, in forma colloidale. Di gusto gradevole e
facilmente assorbibile, consente di mantenere o ripristinare le
riserve organiche del prezioso minerale, assolutamente indispen-
sabile per il trofismo e le funzioni della cute, delle ossa, delle arti-
colazioni, del sistema nervoso e dell’apparato cardiovascolare.

Composizione e proprietà
CELLFOOD® Silica è composto dai principi attivi della formula-
zione base CELLFOOD® e da silicio colloidale a pH neutro. In
questa forma il prezioso oligoelemento rimane costantemente in
sospensione, senza combinarsi né alle proteine né a chelanti (per
esempio citrato), ed è più agevolmente assimilabile, per una
distribuzione tissutale omogenea e totale. Il silicio è un elemento
indispensabile per la formazione e il mantenimento dei tessuti

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Otto formulazioni sistemiche e una topica, tutte senza lievito e senza glutine 69

connettivi dei denti, delle gengive, delle ossa, delle cartilagini,


della pelle, delle unghie e dei capelli. Il silicio, inoltre, potenzia le
difese immunitarie, aumenta l’elasticità dei vasi sanguigni e con-
tribuisce a rimineralizzare le ossa. Diversi studi hanno confermato
che con l’avanzare dell’età il silicio tende specificamente a ridursi
nell’aorta, predisponendo così il vaso sanguigno più importante
del sistema arterioso all’aterosclerosi e a tutte le sue conseguenze
(ictus, infarto ecc.). Sembra, inoltre, che il silicio sia in grado di
contrastare gli effetti indesiderati dell’alluminio sul sistema ner-
voso centrale, particolarmente negli anziani.
In CELLFOOD® Silica l’efficacia del silicio è potenziata da alcuni
dei costituenti della formula di Everett Storey (boro, calcio, magne-
sio, manganese, ferro, potassio, acido fosforico e acido ascorbico)
che, nel complesso, contribuiscono a ritardare i fenomeni dell’in-
vecchiamento, ad accelerare i processi di guarigione delle ferite e a
contenere le manifestazioni algiche legate all’usura articolare.

Effetti
■ Riduzione della reattività infiammatoria
■ Ipo-analgesia
■ Miglioramento del trofismo connettivale
■ Miglioramento del tono e dell’elasticità del tessuto connettivo
■ Stimolazione della rimineralizzazione ossea

Indicazioni
■ Sindromi flogistiche osteo-articolari
■ Sindromi demineralizzanti dell’osso
■ Parodontopatie
■ Deficit immunitari

Modalità d’uso e posologia. Agitare il flacone e versare 15 gocce


in 250 ml di acqua o succo di frutta. Agitare e bere. Ripetere 2 volte
al giorno. Alternativamente, una goccia 3 volte al giorno, diluita

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70 Nutraceutica e nutrigenomica

in un bicchiere di acqua aumentando ogni due giorni di una goc-


cia, 2 x 3, 4 x 3 ecc. fino alle 8 gocce 3 volte al giorno. Si consigliano
cicli di tre mesi di assunzione una-due volte l’anno o secondo spe-
cifici bisogni.

Ingredienti. Acqua purificata, soluzione CELLFOOD® (formula-


zione originale in soluzione colloidale contenente una miscela di
sali minerali di origine marina e altre sostanze naturali, ppm di
oligoelementi, aminoacidi in tracce e aceto di riso), silicio.

Forma farmaceutica e durata della copertura del trattamento.


CELLFOOD® Silica gocce è dispensato al pubblico in flacone da
118 ml, sufficiente per 30 dosi giornaliere.

■ CELLFOOD® MSM spray (orale)

Zolfo altamente biodisponibile per tante funzioni. CELLFOOD®


MSM arricchisce la formula di Everett Storey di zolfo organico, sotto
forma di metil-sulfonil-metano, realizzando così una preparazione
esclusiva ad ampio spettro d’azione.

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Otto formulazioni sistemiche e una topica, tutte senza lievito e senza glutine 71

Composizione e proprietà
Dopo calcio, fosforo e potassio, lo zolfo rappresenta il quarto
macro-minerale quantitativamente più rilevante del nostro orga-
nismo (circa 150 g in uomo di 70 kg). Atomi di zolfo si trovano
nella struttura di numerose molecole organiche di elevato inte-
resse biologico, quali gli aminoacidi cisteina e metionina, l’or-
mone insulina, l’antiossidante glutatione, il coenzima acido
lipoico, e numerosissimi derivati glicolipidici distribuiti nelle
membrane cellulari e nella matrice extracellulare. Sotto forma di
tiolo (-SH), inoltre, lo zolfo svolge un ruolo determinante nel
bilancio redox dell’organismo, partecipando all’azione di scaveng-
ing nei confronti degli idroperossidi (marcatori e amplificatori del
danno ossidativo da radicali liberi).
Per poter entrare a far parte delle suddette molecole, lo zolfo –
tranne rarissime eccezioni – deve essere introdotto già in forma
“organificata”, ossia legato covalentemente a una molecola orga-
nica.
Fonti nutrizionali importanti di zolfo sono, infatti, gli aminoacidi
cisteina e metionina, ampiamente distribuiti in natura. Quando
queste non sono sufficienti a coprire il fabbisogno nutrizionale,
specialmente per il sopraggiungere di condizioni morbose (flo-
gosi, candidosi, asma ecc.), allora è possibile prendere in conside-
razione un apporto esterno di zolfo già organificato, sotto forma
di metil-sulfonil-metano (MSM).
In realtà, tale preziosa sostanza è uno dei fitonutrienti più diffusi
nel mondo vegetale (ne sono ricche le crocifere, come broccoli,
cavoli, cavolfiori) ma, purtroppo, è termolabile e, quindi, viene
largamente inattivata dalla cottura.
Per questo motivo, può risultare vantaggioso assumere il MSM
sotto forma di CELLFOOD® MSM, con il doppio vantaggio della
sinergia d’azione con la formula Everett Storey e la migliore bio-
disponibilità.

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72 Nutraceutica e nutrigenomica

Effetti
■ Riduzione dei livelli di radicali liberi
■ Riduzione della reattività infiammatoria
■ Ipo-analgesia
■ Stimolazione della funzione immunitaria
■ Miorilassamento
■ Riduzione dei livelli sierici di acido lattico
■ Accelerazione della guarigione delle ferite

Indicazioni
■ Sindromi flogistiche e dolorose ossee
■ Sindromi flogistiche e dolorose articolari (lombalgia, artrite
reumatoide, artrosi, postumi traumatici)
■ Sindromi flogistiche e dolorose muscolo-tendinee (s. del tunnel
carpale, fibromialgia, tendiniti)
■ Sindromi cefalgiche
■ Sindromi allergiche

Modalità d’uso e posologia. Agitare il flacone ed erogare 4 volte


in bocca, sotto la lingua, e deglutire dopo 30 secondi. Ripetere 3
volte al giorno.

Ingredienti. Acqua purificata, soluzione CELLFOOD® (formula-


zione originale in soluzione colloidale contenente una miscela di
sali minerali di origine marina e altre sostanze naturali, ppm di
oligoelementi, aminoacidi in tracce e aceto di riso), aroma naturale
di albicocca, sodio benzoato, glicerina, MSM (metil-sulfonil-
metano).

Forma farmaceutica e durata della copertura del trattamento.


CELLFOOD® MSM spray è dispensato al pubblico in flacone da
30 ml, sufficiente per 30 dosi giornaliere.

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Otto formulazioni sistemiche e una topica, tutte senza lievito e senza glutine 73

■ CELLFOOD® Diet Switch gocce

L’attivazione naturale del metabolismo. CELLFOOD® Diet


Switch associa CELLFOOD® gocce con la L-carnitina e l’estratto
vegetale di Garcinia Cambogia, due sostanze naturali che bru-
ciano i grassi, favorendo una salutare perdita di peso e il rimodel-
lamento del corpo anche mentre si riposa.

Composizione e proprietà
I principi attivi di CELLFOOD® Diet Switch sono di origine rigo-
rosamente vegetale.
Le straordinarie proprietà di CELLFOOD® Diet Switch sono
determinate dalla sua composizione e, in particolare, dai suoi tre
ingredienti:

1) la formula Everett Storey che ne potenzia l’efficacia e ne otti-


mizza la biodisponibilità;
2) la L-carnitina, un aminoacido che funge da carrier di acidi
grassi a lunga catena dal citosol ai mitocondri, ove queste

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74 Nutraceutica e nutrigenomica

sostanze vengono poi ossidate (ß-ossidazione) con liberazione


di grosse quantità di ATP; ciò si traduce in un contenimento dei
livelli plasmatici dei trigliceridi, in un aumento dei livelli pla-
smatici di colesterolo HDL e in un miglior controllo della pres-
sione arteriosa;
3) la Garcinia Cambogia, che grazie al suo elevatissimo contenuto
naturale di acido idrossicitrico (10-30% del suo peso), sopprime
l’appetito e mobilizza i grassi endogeni, riducendo l’assunzione
di quelli esogeni.

CELLFOOD® Diet Switch non contiene anoressizzanti e similari.

Effetti
■ Trasferimento degli acidi grassi fra il citosol e i mitocondri
■ Miglioramento delle performance muscolari
■ Miglioramento delle performance del miocardio
■ Miglioramento del profilo lipemico e, quindi, della pressione
arteriosa
■ Disintossicazione

Indicazioni
■ Miopatie e cardiomiopatie
■ Sovrappeso-obesità
■ Dislipidemie associate o meno a turbe circolatorie evidenti
■ Steatosi epatica

Modalità d’uso e posologia. CELLFOOD® Diet Switch va assunto


a stomaco vuoto. Dopo aver cenato restare digiuni per almeno tre
ore prima dell’assunzione. Agitare il flacone prima dell’uso e ver-
sare 20 gocce in 250 ml di acqua o succo di frutta senza zucchero,
prima di andare a letto. Il prodotto può anche essere assunto
prima di intraprendere un’attività sportiva.

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Otto formulazioni sistemiche e una topica, tutte senza lievito e senza glutine 75

Ingredienti. Acqua purificata, soluzione CELLFOOD® (formula-


zione originale in soluzione colloidale contenente una miscela di
sali minerali di origine marina e altre sostanze naturali, ppm di
oligoelementi, aminoacidi in tracce e aceto di riso), L-carnitina,
citrina K (Garcinia Cambogia).

Forma farmaceutica e durata della copertura del trattamento.


CELLFOOD® Diet Switch è dispensato al pubblico in flacone da
118 ml, sufficiente per 60 dosi giornaliere.

Precauzioni
CELLFOOD® Diet Switch è più efficace se inserito nell’ambito di
un programma nutrizionale controllato da uno specialista. In ogni
caso si suggerisce di:

■ evitare l’eccesso calorico;


■ masticare il cibo lentamente e completamente;
■ evitare di mangiare fuori pasto e, specialmente, di consumare
cibi in fast-food;
■ assumere cibi ad alto contenuto in fibre alimentari (frutta fre-
sca, verdure e tutti i cereali);
■ ridurre l’assunzione di zucchero da cucina bianco e di altri ali-
menti raffinati;
■ limitare i prodotti caseari (sono molto ricchi in grassi);
■ eliminare i cibi fritti e quelli cotti in olio riscaldato;
■ bere almeno 2 litri di acqua al giorno, preferibilmente oligomi-
nerale e a digiuno;
■ fare esercizio almeno 3 volte alla settimana per un minimo di
20 minuti ogni volta.

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76 Nutraceutica e nutrigenomica

■ CELLFOOD® DNA-RNA spray (orale)

Rigenerazione cellulare ottimale, naturale anti-age. È una for-


mulazione potenziata al laser contenente, insieme alla formula
Everett Storey, una miscela di basi puriniche e pirimidiniche (com-
ponenti elementari degli acidi nucleici, i mattoni fondamentali del
DNA e dell’RNA), di gruppi metilici (considerati da molti ricerca-
tori i principali regolatori-programmatori del processo di invec-
chiamento), di ATP (la fondamentale “energia corrente” per l’or-
ganismo).

Composizione e proprietà
CELLFOOD® DNA-RNA spray fornisce i nutrienti più efficaci per
favorire il processo di metilazione del DNA e per ridurre i livelli
di omocisteina, un importante fattore di rischio cardiovascolare.
Uno speciale procedimento laser accresce ulteriormente l’effettiva
bioattività di questi potenti nutrienti. Recenti scoperte dimostrano
che l’organismo spesso non è in grado di produrre abbastanza

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Otto formulazioni sistemiche e una topica, tutte senza lievito e senza glutine 77

DNA e RNA per proteggere, riparare e rigenerare le cellule. Con


l’invecchiamento, e soprattutto in condizioni di stress, cioè
quando l’esigenza di una maggior attività e funzionalità cellulare
aumentano, non siamo più in grado di produrre tutto il DNA e
l’RNA di cui abbiamo bisogno. Questa situazione è particolar-
mente grave per quanto riguarda le cellule che costituiscono il
sistema immunitario. In un importante studio clinico in doppio
cieco, si è dimostrato che i componenti di CELLFOOD® DNA-
RNA migliorano il trasporto dei gruppi metili e abbassano i
livelli di omocisteina: sono quindi in grado di proteggere e ripa-
rare il DNA e di ridurre i rischi a livello cardiaco.
Numerosi studi indicano che l’integrazione con elementi dell’a-
cido nucleico comporta benefici notevoli. Questi effetti sono così
potenti che il tasso di sopravvivenza in condizioni di rischio per la
vita (che vanno dalle radiazioni, alle infezioni, ai traumi) è
aumentato in modo consistente.
Studi sulla longevità indicano che nessun altro metodo sottoposto
a test aumentava la longevità più dell’integrazione con le basi di
DNA e RNA. Tutti i fattori che sono causa di invecchiamento,
compresi fumo, squilibri alimentari, scarsa assunzione di vita-
mine, mancanza di esercizio, inquinamento atmosferico ed espo-
sizione a radiazioni, accelerano la perdita di questi gruppi meti-
lici da parte del DNA.
Qualunque azione che rallenti, interrompa o inverta questa per-
dita, di fatto rallenta, interrompe e inverte l’invecchiamento a
livello del DNA. Inoltre CELLFOOD® DNA-RNA fornisce gli ami-
noacidi necessari all’organismo per produrre i propri acidi
nucleici, che possono ulteriormente potenziare la nostra capacità
di mantenere la quantità di acido nucleico a livelli ideali per ral-
lentare il processo di invecchiamento e facilitare la riparazione cel-
lulare.
Inoltre CELLFOOD® DNA-RNA contiene ATP, la “moneta ener-
getica” della cellula.

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78 Nutraceutica e nutrigenomica

Effetti
■ Attivazione reazioni di metilazione
■ Riduzione dei livelli di omocisteina
■ Stimolazione funzione immunitaria
■ Miglioramento performance cardio-respiratorie
■ Miglioramento performance muscolari

Indicazioni
■ Iperomocisteinemia dieta-dipendente
■ Stress ossidativo
■ Invecchiamento precoce

Modalità d’uso e posologia. Agitare il flacone prima dell’utilizzo


ed erogare 2 spruzzate 3 volte al giorno, o 3 spruzzate 2 volte al
giorno, prima o durante i pasti principali, direttamente sotto la
lingua, avendo cura di attendere 20-30 secondi prima di deglutire.

Ingredienti. Acqua purificata, soluzione CELLFOOD® (formula-


zione originale in soluzione colloidale contenente una miscela di
sali minerali di origine marina e altre sostanze naturali, ppm di
oligoelementi, aminoacidi in tracce e aceto di riso); soluzione di
basi del DNA e RNA in acqua deionizzata, trimetilglicina, ATP,
L-glutamina, L-serina, L-lisina, L-prolina, L-acido aspartico,
potassio sorbato, estratto di semi di pompelmo, tiamina monoi-
drata, niacina (vit. B3), calcio pantotenato (vit. B5), piridossina
idrocloridrato (vit. B6), metilcobalamina (vit. B12), acido folico.

Forma farmaceutica e durata della copertura del trattamento.


CELLFOOD® DNA-RNA spray è dispensato al pubblico in fla-
cone da 30 ml, sufficiente per 30 dosi giornaliere.

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Otto formulazioni sistemiche e una topica, tutte senza lievito e senza glutine 79

Precauzioni
Durante l’assunzione di integratori a base di acidi nucleici, le per-
sone che hanno livelli elevati di acido urico o che in passato hanno
sofferto di artrite, potrebbero correre maggiori rischi di essere
nuovamente soggette ad altri episodi di artrite. Tuttavia, le quan-
tità di basi di purina sono molto al di sotto di quelle normalmente
associate a un aumentato rischio di elevati livelli di acido urico e
questo a causa dell’efficace utilizzo degli elementi del DNA conte-
nuti in questa formula.

■ CELLFOOD® SAMe gocce (a uso sublinguale)

Benessere psicofisico e disintossicazione ottimale. CELLFOOD®


SAMe è una formulazione completa, altamente biodisponibile,
che unisce la S-adenosil-metionina (SAM) con i nutrienti in trac-
cia ossigenanti di CELLFOOD ® Formula Everett Storey.

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80 Nutraceutica e nutrigenomica

Composizione e proprietà
La S-adenosil-metionina (SAM) è un singolare nucleotide solfo-
rato che svolge un ruolo determinante nel metabolismo della
cosiddetta unità monocarboniosa, ovvero l’insieme di reazioni
(almeno un centinaio) che consentono il trasferimento di gruppi
funzionali costituiti da un solo atomo di carbonio (per esempio
metile, formile, metenile ecc.) da una molecola a un’altra. Esempi
di tali reazioni sono la conversione dei nucleotidi uridilici in
nucleotidi timidilici nell’ambito della biosintesi del DNA, ovvero
la trasformazione delle cefaline (fosfatidiletanolammina) in leci-
tine (fosfatidilcolina) nell’ambito del metabolismo dei fosfolipidi
di membrana. Pertanto, SAMe è indispensabile nella sintesi delle
membrane cellulari, rende possibile l’azione di molti ormoni e
consente a determinati neurotrasmettitori (per esempio la seroto-
nina) di innalzare il tono dell’umore. Inoltre, la SAM interviene
nella sintesi del glutatione, importante antiossidante ma anche
detossificante epatico.

Effetti
■ Modulazione del metabolismo dell’unità monocarboniosa
■ Riequilibrio del pattern di importanti neurotrasmettitori
■ Miglioramento delle funzioni delle biomembrane
■ Biotrasformazione di sostanze tossiche (effetto prevalente nel
fegato)

Indicazioni
■ Sindromi depressive
■ Sindromi cefalgiche
■ Sindromi flogistiche e dolorose ossee (per esempio osteoartrite)
■ Sindromi flogistiche e dolorose articolari (per esempio osteoar-
trosi)

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Otto formulazioni sistemiche e una topica, tutte senza lievito e senza glutine 81

■ Sindromi flogistiche e dolorose muscolari (per esempio fibro-


mialgia)
■ Disfunzioni epatiche
■ Invecchiamento precoce

Modalità d’uso e posologia. Agitare il flacone prima dell’uso e


assumere 8 gocce nel cavo orale, sotto la lingua, 3 volte al giorno.
Attendere circa 30 secondi prima di deglutire.

Ingredienti. Acqua purificata, soluzione CELLFOOD® (formula-


zione originale in soluzione colloidale contenente una miscela di
sali minerali di origine marina e altre sostanze naturali, ppm di
oligoelementi, aminoacidi in tracce e aceto di riso), S-adenosil-
metionina.

Forma farmaceutica e durata della copertura del trattamento.


CELLFOOD® SAMe gocce è dispensato al pubblico in flacone da
30 ml, sufficiente per 30 dosi giornaliere da 8 gocce t.i.d. ovvero
per 60 dosi giornaliere in caso di dosaggio dimezzato (4 gocce
t.i.d.).

Precauzioni
Secondo gli esperti della Arthritis Foundation, SAMe non dà
luogo a fenomeni indesiderati da interazioni tra farmaci con la
maggior parte dei medicamenti noti. Tuttavia, in caso di contem-
poranea assunzione di altri farmaci, SAMe deve essere assunto
sotto controllo medico.

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82 Nutraceutica e nutrigenomica

■ CELLFOOD® Multivitamine 100% RDA spray (orale)

Energia e vitamine a portata di mano in versione spray. CELL-


FOOD® Multivitamine spray concentrato 100% RDA è un’origi-
nale formulazione spray “energizzata” mediante tecnologia laser,
che contiene, in associazione con la formula di Everett Storey, una
miscela di 12 vitamine, a dosaggio RDA pieno (100%) e, quindi,
tale da prevenire qualsiasi forma di ipovitaminosi, anche quelle
latenti, più subdole.

Composizione e proprietà
CELLFOOD® Multivitamine spray concentrato 100% RDA con-
tiene la formula di Everett Storey in associazione con una miscela
di 12 vitamine di esclusiva origine naturale (vitamina A, vitamina
C, vitamina D, vitamina E, vitamina B1, vitamina B2, vitamina B3,
vitamina B5, vitamina B6, vitamina B12, acido folico e biotina), suf-
ficienti a far fronte, al dosaggio indicato, al fabbisogno quotidiano
espresso come RDA.

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Otto formulazioni sistemiche e una topica, tutte senza lievito e senza glutine 83

Le vitamine – come è ampiamente noto – sono composti organici,


eterogenei dal punto di vista chimico, indispensabili all’organi-
smo per la crescita, per l’integrità strutturale delle cellule e per il
regolare svolgimento dei processi metabolici.
A causa della loro eterogeneità, esse sono classificabili solo in base
alla loro solubilità o meno in solventi acquosi:

■ vitamine idrosolubili: vitamine del gruppo B, con principale


funzione coenzimatica, vitamina C;
■ vitamine liposolubili (A, E, D, K): con azione più articolata e
varia; la A e la E sono preposte soprattutto all’integrità delle
strutture cellulari.

Funzioni peculiari di alcuni gruppi di vitamine sono:


■ la regolazione della crescita (A, D, gruppo B, C);
■ l’azione trofica su strutture nervose ( B1, B6, B12, PP);
■ l’aumento della resistenza alle infezioni (A, E, B6, C);
■ la prevenzione e il trattamento di anemie (E, acido folico, B6,
B12, C);
■ la difesa delle cellule dai meccanismi lesivi dei radicali liberi
(E, C);
■ la prevenzione di alcuni tumori (A, E, C);
■ la protezione della pelle e delle mucose (A, B2, B6, acido folico,
PP);
■ la prevenzione delle malattie cardiovascolari (acido folico, B12).

Contrariamente a quel che si potrebbe pensare, carenze vitamini-


che possono oggi riscontrarsi non solo nelle popolazioni dei paesi
in via di sviluppo, ma anche in quelle dei paesi industrializzati.

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84 Nutraceutica e nutrigenomica

Numerose sono le cause di questo fenomeno apparentemente


paradossale:

■ qualità e salubrità degli alimenti ingeriti;


■ perdite significative indotte dalla cottura degli alimenti;
■ perdite significative indotte da manipolazioni tecnologiche
degli alimenti;
■ alimentazione monotona;
■ diete dimagranti squilibrate, comprese quelle vegetariane, pro-
tratte a lungo;
■ disturbi nelle funzioni digestive (fibrosi cistica);
■ insufficiente assorbimento intestinale (intolleranze e allergie
alimentari);
■ aumentato fabbisogno per stati fisiologici quali crescita, gravi-
danza, allattamento; per stati patologici (infezioni, alcolismo,
tumori); per assunzione di particolari farmaci.

L’insieme di queste considerazioni rende quanto mai attuale la


necessità di ricorrere a integratori naturali, come CELLFOOD®
Multivitamine spray concentrato 100% RDA per garantire giorno
per giorno un apporto di vitamine necessario al nostro fabbiso-
gno.
Rispetto ai comuni integratori in capsule o compresse, la formula-
zione spray di CELLFOOD® Multivitamine, grazie anche alla
natura colloidale della formula Everett Storey, garantisce un più
rapido assorbimento e una maggiore biodisponibilità dei principi
attivi.
Questa proprietà è ulteriormente potenziata dal trattamento laser.

Effetti
■ Anti-xeroftalmico ed epitelio-protettore (vitamina A)
■ Anti-anemico e neurotrofico (complesso vitaminico B)
■ Anti-ossidante (vitamine C ed E)
■ Anti-rachitico (vitamina D)

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Otto formulazioni sistemiche e una topica, tutte senza lievito e senza glutine 85

Indicazioni
■ Sindromi da ipovitaminosi relativa (aumentato fabbisogno)
■ Sindromi da ipovitaminosi assoluta (ridotto apporto)

Modalità d’uso e posologia. Agitare il flacone ed erogare 3-6 volte


in bocca una volta al giorno, sotto la lingua, e deglutire dopo 30
secondi.

Ingredienti. Acqua purificata, soluzione CELLFOOD® (formula-


zione originale in soluzione colloidale contenente una miscela di
sali minerali di origine marina e altre sostanze naturali, ppm di
oligoelementi e aminoacidi in tracce e aceto di riso), colina bitar-
trato, inositolo, niacina, vitamina B6, riboflavina, aloe polvere, tia-
mina, vitamina C, complesso di acidi grassi, complesso di aminoa-
cidi, acido pantoteico, vitamina A, vitamina E, acido folico, vita-
mina K, vitamina B12, biotina, aroma naturale di pompelmo.

Forma farmaceutica e durata della copertura del trattamento.


CELLFOOD® Multivitamine spray concentrato 100% RDA è
dispensato al pubblico in flacone da 30 ml, sufficiente per 30/60
dosi giornaliere.

■ CELLFOOD® Vitamina C+ spray (orale)

Tutta la potenza della vitamina C “ready-to-use”. CELLFOOD®


Vitamina C+ spray è una innovativa formulazione spray che, com-
binando le già favorevolmente note proprietà di CELLFOOD® base
alla vitamina C, consente all’organismo di difendersi con maggiore
efficienza dalle infezioni e dallo stress ossidativo. In particolare, sta-
bilizzando i legami crociati fra il collagene e i glicosaminoglicani
della matrice extracellulare, essa rende i tessuti connettivi della
pelle, dei muscoli e dei tendini più stabili e resistenti alle sollecita-
zioni meccaniche.

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86 Nutraceutica e nutrigenomica

Composizione e proprietà
Come tutti i prodotti della linea CELLFOOD®, Vitamina C+ spray
contiene la formula base di Everett Storey. A questa è associata, in
forma altamente assimilabile e, quindi, biodisponibile, la vitamina
C. La vitamina C è idrosolubile, a basso peso molecolare, e gioca
un ruolo determinante nei processi di ossido-riduzione, grazie
alla sua proprietà di trasformarsi reversibilmente da una forma
ridotta (l’acido ascorbico) a una forma ossidata (l’acido deidroa-
scorbico) attraverso la cessione o, per la reazione inversa, l’acqui-
sto, di una coppia di equivalenti riducenti (generalmente due
atomi di idrogeno).
In particolare, convertendosi da acido deidroascorbico ad acido
ascorbico, la vitamina C si comporta come un potente antiossidan-
te. Essa, infatti, agisce come scavenger nei confronti dell’anione
superossido e del radicale idrossilico (appartenenti chimicamente
alle ROS). Inoltre, è in grado di intrappolare i radicali idroperossi-
lici nella fase acquosa prima che questi diffondano nei lipidi della
plasmamembrana, prevenendo così il temibile processo di lipope-
rossidazione. Ed ancora, essa consente di rigenerare la vitamina E
dopo che questa ha “esaurito” il suo potere antiossidante.

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Otto formulazioni sistemiche e una topica, tutte senza lievito e senza glutine 87

L’interconversione ascorbico-deidroascorbico consente alla vita-


mina C, in presenza di ossigeno, di funzionare anche da efficiente
sistema idrossilante. È grazie a questa attività che i residui di
lisina e di prolina del collagene sono trasformati, rispettivamente,
in idrossilisina e idrossiprolina; in questo modo, la matrice extra-
cellulare dei tessuti connettivi della pelle, dei tendini e delle ossa,
acquisisce importanti proprietà biomeccaniche di resistenza alla
trazione e di estensibilità.
Analoghe reazioni di idrossilazione, catalizzate dalla vitamina C,
avvengono anche nel corticosurrene nel corso della biosintesi
degli ormoni steroidei e nel fegato durante i processi di detossifi-
cazione nei confronti di xenobiotici (alcol, farmaci, pesticidi, idro-
carburi clorurati ecc.). La scarsa assunzione di frutta e verdure,
cresciute peraltro in terreni frequentemente impoveriti dalle
piogge acide, le perdite cospicue in seguito a cottura eccessiva
degli alimenti, la limitata possibilità di accumulo nell’organismo,
l’uso protratto di certi farmaci (acetilsalicilati, contraccettivi orali),
il fumo di sigaretta e l’alcolismo rendono l’ipovitaminosi C una
condizione per niente rara anche nei paesi industrializzati.
Di qui la necessità di integrare la razione quotidiana di vitamina
C con una formulazione come CELLFOOD® Vitamina C+ che,
grazie alla singolare forma farmaceutica (spray) e alle note pro-
prietà colloidali della formula Everett Storey, garantisce un rapido
e completo assorbimento mucosale della preziosa sostanza.

Effetti
Grazie alla sua singolare composizione, CELLFOOD® Vitamina
C+ esercita una serie di benefici effetti e, in particolare:

■ aiuta a prevenire e combattere lo stress ossidativo;


■ mantiene il trofismo della pelle, delle mucose, delle ossa, delle
articolazioni e dei tendini;
■ potenzia le proprietà biomeccaniche delle gengive e dei denti,
dei tendini, delle articolazioni, delle ossa e dei vasi sanguigni;

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88 Nutraceutica e nutrigenomica

■ favorisce i processi di cicatrizzazione;


■ aumenta la resistenza alle infezioni;
■ aiuta a prevenire e combattere il raffreddore comune;
■ facilita l’assimilazione del ferro a livello gastrico;
■ previene lo scorbuto.

Indicazioni
■ Sindromi carenziali relative (aumentato fabbisogno di vitamina
C per convalescenza, gravidanza, allattamento, stati tossici,
stress psicofisico, attività sportiva)
■ Sindromi carenziali assolute (ridotta assunzione e/o ridotta
assimilazione e/o ridotta biodisponibilità di vitamina C)
■ Sindromi asteniche
■ Stress ossidativo
■ Sindrome chimica multipla
■ Anemia sideropenica
■ Rinite
■ Deficit immunitari
■ Fratture ossee

Modalità d’uso e posologia. Agitare il flacone prima dell’uso e


spruzzare tramite l’erogatore 4 volte nel cavo orale, sotto la lin-
gua, 3 volte al giorno, con la precauzione di attendere circa 30
secondi prima di deglutire.
Ingredienti. Acqua purificata, soluzione CELLFOOD® (formula-
zione originale in soluzione colloidale contenente una miscela di
sali minerali di origine marina e altre sostanze naturali, ppm di
oligoelementi, aminoacidi in tracce e aceto di riso), glicerina, vita-
mina C, aroma di ciliegia.
Forma farmaceutica e durata della copertura del trattamento.
CELLFOOD® Vitamina C+ spray è dispensato al pubblico in fla-
cone da 118 ml, sufficiente per 60 dosi giornaliere.

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Otto formulazioni sistemiche e una topica, tutte senza lievito e senza glutine 89

■ CELLFOOD® Oxygen gel

L’antiaging ideale per il benessere e la bellezza della pelle.


CELLFOOD® Oxygen gel è un rivoluzionario sistema rigenerante
per uso topico, adatto per tutti i tipi di pelle. Grazie alla sua spe-
ciale formulazione a base di principi naturali, esso è in grado di
ossigenare, tonificare e levigare la cute conferendo a essa nuova
morbidezza e luminosità, sì da renderla sempre più giovane.

Composizione e proprietà
Come tutti i prodotti della linea CELLFOOD®, CELLFOOD®
Oxygen gel contiene la formula base di Everett Storey. A questa
sono associate, in formulazione topica: aloe vera, camomilla,
piante organiche fossili e glicerina.
L’aloe vera, una pianta eccezionale apprezzata in tutto il mondo
per le sue proprietà curative, è un ottimo idratante e ammorbi-
dente per pelli sane o danneggiate.
La camomilla, che penetra nei pori curandoli e depurandoli, men-
tre sfiamma, rilassa e rinfresca la pelle. Una preziosa miscela di
piante fossili naturali al 100%, contenente minerali in traccia, ami-
noacidi e acidi umici, garantisce una nutrizione ottimale delle cel-
lule cutanee.

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90 Nutraceutica e nutrigenomica

La glicerina, un umettante naturale, favorisce l’idratazione della


pelle, rendendola più morbida ed elastica.

Effetti
Grazie alla sua singolare composizione, CELLFOOD® Oxygen gel
è in grado di esercitare una serie di effetti benefici sulla pelle; in
particolare:
■ consente alla pelle il mantenimento di uno stato ottimale di
idratazione;
■ rigenera la struttura dell’epidermide, accelerandone la guari-
gione se alterata;
■ migliora il trofismo cutaneo;
■ rallenta la velocità dei processi di photo-ageing;
■ rende le rughe meno visibili;
■ attenua le imperfezioni e i piccoli inestetismi cutanei, come le
macchie;
■ potenzia le difese cutanee contro l’aggressione da parte di
agenti ambientali nocivi;
■ rende morbida e levigata la pelle secca;
■ purifica la pelle grassa.

Forma farmaceutica e durata della copertura del trattamento.


CELLFOOD® Oxygen gel è dispensato al pubblico in vasetto da
50 ml, che consente un trattamento di durata variabile in funzione
della frequenza d’impiego.

Indicazioni
■ Sindromi distrofiche cutanee
■ Manifestazioni acneiche
■ Photo-ageing cutaneo
■ Sindromi eritematose cutanee
■ Psoriasi (coadiuvante)
■ Cosmesi

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Otto formulazioni sistemiche e una topica, tutte senza lievito e senza glutine 91

Ingredienti. Soluzione CELLFOOD® (formulazione originale in


soluzione colloidale contenente una miscela di sali minerali di ori-
gine marina e altre sostanze naturali, ppm di oligoelementi, ami-
noacidi in tracce e aceto di riso), aloe vera, camomilla, glicerina,
acidi umici.

Modalità d’uso e posologia. CELLFOOD® Oxygen gel è adatto a


tutti i tipi di pelle e va usato sia alla sera che al mattino.

Sera: dopo aver pulito il viso accuratamente, applicare una pic-


cola quantità di gel su viso e collo, insistendo soprattutto nell’area
del contorno occhi. La pelle si rassoda mentre il gel si asciuga. Le
sostanze nutrienti di Oxygen gel nutrono la pelle per tutta la
notte, restituendo l’equilibrio di idratazione naturale.

Mattina: lavare via il gel; il viso risulterà pulito e fresco. Quindi si


può applicare un altro strato sottile; le sostanze contenute nutrono
e proteggono la pelle per tutto il giorno. Per una maschera rapida,
applicarne un leggero strato in qualunque momento del giorno e
della notte. Lasciar agire per un’ora e risciacquare. Il viso sarà rivi-
talizzato e nutrito.

Effetto idratante e consigli per il trucco: se si desidera un effetto


più idratante, si può mescolare il gel con la solita crema idratante
oppure si può applicare prima il gel e poi la crema idratante. Si
può anche applicare il fondotinta o la protezione solare sopra al
gel. Per disturbi persistenti, si possono aggiungere 1 o 2 gocce del
concentrato CELLFOOD® gocce all’Oxygen gel. Importante: non
aggiungerlo al barattolo, piuttosto mescolare una o due gocce a
ogni singola applicazione. Si può usare il coperchio per mescolare
il gel, che diventerà liquido e penetrerà nelle cellule della pelle con
maggior potere ossigenante.

Disintossicazione: all’inizio dell’uso ci possono essere delle irrita-


zioni della pelle, brevi e transitorie, in quanto le tossine vengono

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92 Nutraceutica e nutrigenomica

attirate in superficie. Questo fa parte del normale processo di gua-


rigione.
Nota: come coadiuvante per curare problemi della pelle, si consi-
glia di applicare un generoso strato di gel, che può provocare una
leggera desquamazione mentre la maschera si asciuga; per uso
cosmetico, si consiglia di applicarne uno strato più sottile per
impedire che ciò avvenga.

Note per il consumatore. CELLFOOD® Oxygen gel non è stato


testato su animali, non unge, è inodore e ipoallergenico.

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La nutraceutica,
suggerimenti d’impiego
per gli atleti

E’
stato dimostrato che in seguito a un intenso programma
di esercizio fisico c’è un notevole incremento della pro-
duzione di radicali liberi.
Ciò ha fatto convertire il medico americano Kenneth H. Cooper,
padre dell’aerobica, a una visione molto più soft dell’attività
fisica.
I radicali liberi sono stati ormai identificati dalla scienza come fat-
tori decisivi nella genesi delle malattie degenerative e nell’invec-
chiamento. Sono delle molecole estremamente reattive che, se pro-
dotte in grande quantità e soprattutto se non bilanciate da sistemi
antiossidanti, endogeni ed esogeni, possono produrre danni signi-
ficativi al nostro organismo.
Si è visto che la presenza di radicali liberi nei muscoli e nel fegato
di animali “sotto allenamento fisico” è tripla del normale.
Quindi, per coloro i quali praticano attività sportiva agonistica è
indispensabile “proteggersi” in maniera efficace con antiossidanti.
Gli antiossidanti possono avere un ruolo nell’aumentare il recu-
pero dopo l’esercizio e mantenere una risposta immunitaria a
livelli ottimali.
È nota l’efficacia della frutta e delle verdure nell’apportare antios-
sidanti (vitamine, vitamino-simili, minerali, flavonoidi, aminoa-
cidi) al nostro organismo dall’esterno.
Esiste uno studio approfondito pubblicato dall'università di
Boston sul potere antiossidante dei vari vegetali. Al primo posto,

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94 Nutraceutica e nutrigenomica

come antiossidante tra gli antiossidanti, c'è la frutta nera tipo uva
nera e prugne nere, mirtilli, more, fragole. È stata stabilita una
misura del potere antiossidante dei vegetali, ed è stata definita
una unità di misura cui è stato dato il nome di ORAC (oxigen
radical absorbance capacity).
Spesso però, sia per lo scarso apporto di questi vegetali nella
dieta, ma anche e soprattutto per il depauperamento al quale que-
sti alimenti sono sottoposti per i metodi industriali di coltivazione
e raffinazione, l’apporto di antiossidanti risulta essere insuffi-
ciente. Necessita quindi una integrazione efficace.

Lo studio in doppio cieco e controllato con placebo, condotto


presso l’Università di Pretoria (Sudafrica) su un gruppo eteroge-
neo di 45 atleti, ha dimostrato che la somministrazione di CEL-
LFOOD® si accompagna, rispetto al placebo, ad alcuni significa-
tivi e favorevoli effetti, quali:
■ aumento della velocità massima di corsa;
■ diminuzione dello sforzo misurato;
■ riduzione dei livelli di acido lattico dopo sforzo;
■ aumento del numero dei globuli rossi e dei livelli di emoglo-
bina;
■ un incremento dei livelli di ferritina.
Questi risultati giustificano ampiamente l’impiego di CEL-
LFOOD® negli atleti, ai quali si consiglia inizialmente di raggiun-
gere in maniera graduale il dosaggio di 8 gocce 3 volte al giorno,
come indicato nel protocollo standard. Il dosaggio va quindi man-
tenuto per una settimana, terminata la quale occorre incrementare
di una goccia tutti i giorni la posologia, fino a raggiungere 16
gocce 3 volte al giorno. In alternativa, si può aumentare tutti i
giorni di una goccia al mattino e una prima di cena fino a raggiun-
gere il dosaggio di 25 gocce al mattino e 10 prima di cena. Si con-
siglia il dosaggio 8 x 3 nei giorni di riposo e il dosaggio desiderato
fino alle 16 x 3 oppure 25 al mattino e 10 la sera durante i giorni
della gara o di allenamento.

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La nutraceutica, suggerimento d’impiego per gli atleti 95

La notevole versatilità di CELLFOOD® gocce rende possibile il


seguente protocollo in associazione, che è fortemente suggerito
agli atleti:

■ CELLFOOD DNA/RNA: 2 spray sotto la lingua 3 volte al


giorno;
■ CELLFOOD Diet Switch: 25-30 gocce in un bicchiere d’acqua
subito prima di partire per una gara o allenamento (si possono
associare anche 20 gocce prima di andare a dormire);
■ CELLFOOD Multivitamine 100% RDA: 3/4 spray alla mat-
tina e 3/4 spray subito dopo la gara o l’allenamento.

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Le ragioni epigenetiche
di CELLFOOD®
a cura di Francesco Borghini* e Giovanni Borghini**

■ Presupposti teorici
“Finora la ricerca ha dato molta più importanza alla ‘chimica’
rispetto alla ‘fisica’ della materia condensata (solidi e liquidi), pro-
babilmente per il fatto che la chimica è legata alla prospettiva di
scoprire molecole regolatrici (farmaci), e che tale prospettiva ha
avuto indubbi successi. Inoltre lo sviluppo della biologia moleco-
lare ha dato grande impulso all’idea che l’informazione essenziale
della vita si concentri in una ‘sostanza’: il DNA. Ciò ha portato
però a una visione troppo angusta dello stesso DNA, che è in
realtà una struttura dotata di risonanza elettromagnetica, dina-
mica (può cambiare nel tempo), complessa (la sua espressione
dipende da un contesto di molti segnali) e fonte di ‘biofotoni’ nel
momento della sua duplicazione. Esistono molteplici tipi di campi
elettromagnetici, i cui effetti variano secondo la diversità delle fre-
quenze, la durata di esposizione e la sensibilità del soggetto. Men-
tre è ovvio che alte dosi di radiazioni ionizzanti sono da conside-
rarsi dannose sulla materia vivente, così non è per le piccole dosi,
per un paradossale effetto “ormetico”; molti organismi o sistemi

* Psichiatra, docente di PsicoBioFisica Medica


** Biologo, nutrizionista esperto in Nutrigenetica

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Le ragioni epigenetiche di CELLFOOD® 97

biologici infatti, esposti a un’ampia gamma di stimoli, mostrano


risposte opposte a seconda della dose. Le risposte ormetiche,
caratterizzate da una modesta stimolazione della funzione inte-
ressata (endpoint) a basse dosi (30-60% maggiore del controllo) e
dall’inibizione della stessa a dosi alte, da studi epidemiologici
sembrerebbero produrre effetti positivi. Ne sono esempi l’alcol,
che a basse dosi ridurrebbe il rischio di malattie cardiovascolari,
mentre ad alte dosi lo aumenterebbe; la diossina, che a dosi infini-
tesimali farebbe crescere i prati, mentre ad alte dosi li distrugge-
rebbe; le radiazioni ionizzanti, infine, che a piccole dosi risultereb-
bero protettive verso i danni provocati da un’esposizione a dosi
massicce di raggi X. Per quanto riguarda i campi elettromagnetici
deboli e di bassa frequenza, oggi l’esistenza di effetti non termici
(quindi non legati allo sviluppo di calore, come avviene per le
microonde) è dimostrata in vari sistemi sperimentali e ormai
generalmente accettata. Campi elettromagnetici di intensità e fre-
quenza bassi possono modulare l’azione di ormoni, anticorpi e
neurotrasmettitori a livello di recettori e di sistemi di trasduzione,
come pure l’attività proliferativa cellulare. Molte di queste intera-
zioni sono dipendenti dalla frequenza e soggette a sistemi di rego-
lazione non lineari. L’aspetto dualistico della materia è una legge
naturale a fondamento della fisica: il carattere della luce può
infatti essere considerato sia come particella che come onda. Ogni
sostanza ha un suo spettro elettromagnetico dipendente dall’in-
sieme delle oscillazioni che la costituiscono, ogni sostanza intera-
gisce con le onde elettromagnetiche sia in modo aspecifico (ad
esempio mediante trasferimento di energia termica), che in modo
specifico (interazioni basate sulla risonanza in particolari ‘finestre’
di frequenza). La risonanza è un modo con cui un’informazione si
trasmette tra due sistemi simili (quanto a frequenze vibrazionali o
armoniche) senza modificazioni strutturali e senza passaggio di
materia. L’insieme delle frequenze oscillatorie di sostanze varie,
enzimi, membrane cellulari, acidi nucleici (ricchi di strutture di
risonanza quali sono i legami idrogeno tra i nucleotidi), e i feno-
meni bioelettrici ritmici generati dall’attività elettrica coerente di

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98 Nutraceutica e nutrigenomica

gruppi di cellule, costituiscono gerarchie sempre più complesse di


segnali di varia frequenza che percorrono l’essere vivente e pos-
sono essere visti come una rete di informazioni sul metabolismo
cellulare e organico (omeostasi elettromagnetica).
Da questo punto di vista, le interazioni elettromagnetiche sono
tipicamente a lungo raggio e quindi sono forme di ‘connessione
informativa’ globale. Il fisico tedesco Fritz Alexander Popp, con il
suo gruppo, ha eseguito studi sui biofotoni, emessi dall’organi-
smo, mostrando che tutti i processi vitali vengono controllati da
oscillazioni elettromagnetiche. Nel suo testo Come le cellule comu-
nicano l’una con l’altra, Popp afferma che la malattia prima di
manifestarsi in sintomi organici è da vedersi come un disturbo del
campo elettromagnetico. Le oscillazioni patologiche inducono
delle regolamentazioni errate: di qui lo squilibrio e la malat-
tia.”[1].

■ Potenzialità dell’epigenetica
Aristotele intendeva l’epigenesi come sviluppo di singole forme
organiche a partire dall’inorganico. Nel 1942 Conrad Waddington
definiva come “epigenetica”, “la branca della biologia che studia
le interazioni causali fra i geni e il loro prodotto”, dando così vita
al concetto di fenotipo. L’attuale ricerca epigenetica studia le
modifiche ereditarie nella funzione del genoma in grado di verifi-
carsi senza alterazioni della sequenza del DNA. Nel nucleo di
quasi tutte le cellule eucariote, il DNA genomico è strettamente
ripiegato e compattato con proteine istoniche e non istoniche in un
polimero dinamico chiamato “cromatina”. È ormai noto che alte-
razioni nella struttura della cromatina influenzano profonda-
mente l’espressione genica, sia durante la normale omeostasi cel-
lulare che nella genesi di malattie complesse. In risposta agli sti-
moli ambientali, la cromatina può essere modificata biochimica-
mente in diversi modi capaci di regolare gli schemi di espressione

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Le ragioni epigenetiche di CELLFOOD® 99

dei geni. Alterazioni di tali meccanismi – quali modificazioni


covalenti epigenetiche (metilazione del DNA e acetilazione, o
fosforilazione e modificazioni post-traslazionali degli istoni) e
alterazioni dei network regolativi di piccoli RNA endogeni non
codificanti (miRNA) che agiscono a livello post-trascrizionale,
deregolazione della replicazione del DNA a livello delle forche di
origine, instabilità genomica e angiogenesi – contribuiscono in
maniera determinante all’insorgenza e alla progressione di pato-
logie gravi quali il cancro e malattie cardiovascolari. I geni
espressi vengono trasformati in sequenze di RNA (trascritti) e
possono in seguito essere convertiti in proteine (tradotti). Non
tutti i geni vengono però tradotti in proteine. Ciò ha portato alla
teoria che, oltre al codice genetico, esista anche un codice epigene-
tico, che serve a modificare le istruzioni sottostanti; una sorta di
impronta molecolare che permette il riconoscimento di un gene
attivo da trascrivere, definendone il destino in termini di attiva-
zione o spegnimento. Le cellule del corpo umano hanno codice
genetico identico che fa di ciascuno di noi un individuo unico e
diverso da tutti gli altri, ma le cellule degli organi e dei tessuti, pur
contenendo identico DNA, sono differenti tra loro proprio grazie
all’azione del codice epigenetico. Questo codice viene tramandato
di generazione in generazione e la sua correttezza è regolata dal-
l’enzima UHRF1, recentemente identificato da ricercatori dell’U-
niversità di Toronto (Sirano Dhe-Paganon del Structural Geno-
mics Consortium), a cui è stato attribuito un ruolo fondamentale
nella vita degli esseri umani; esso infatti, nella fase in cui il codice
epigenetico viene copiato per essere tramandato alle cellule figlie,
entrerebbe in azione per correggere eventuali errori nella copia.
Douglas Higgs del Weatherall Institute of Molecular Medicine di
Oxford, ha confermato come le alterazioni dei tempi e dei loci di
attivazione e disattivazione dei geni, regolate dal codice epigene-
tico, possano portare tra l’altro alla sindrome mielodisplastica
associata ad alfa talassemia e alla sindrome alfa talassemia-ritardo
mentale legato all’X. Lo stesso ricercatore ha dimostrato inoltre
come il codice epigenetico regoli la produzione delle globine, pro-

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100 Nutraceutica e nutrigenomica

teine che, assemblate nell’emoglobina, contribuiscono al trasporto


dell’ossigeno nel corpo. Le modificazioni epigenetiche, più fre-
quenti di quelle genetiche, sono dunque anch’esse ereditabili
mitoticamente (epimutazioni), ma presentano la caratteristica
della reversibilità.
La condensazione epigenetica della cromatina in eterocromatina
impedisce solo provvisoriamente l’accesso al DNA delle molecole
deputate alla sua lettura.
Come già detto, i meccanismi che possono condensare la croma-
tina sono: a) la metilazione che, per aggiunta di un gruppo CH3
direttamente al DNA (di solito alla citosina), permette un legame
molto stretto con gli istoni inattivando così la cromatina; b) i mec-
canismi che agiscono direttamente sugli istoni o sugli enzimi che
li regolano (fattori di rimodellamento): l’acetilazione, la fosforila-
zione e la poli ADP-ribosilazione che mantiene le isole CpG non
metilate. Queste ultime sono frammenti di 500-2000 basi con
molte ripetizioni della coppia citosina-guanina presenti più fre-
quentemente nel promotore, sequenza che regola l’attivazione del
gene, ma estese talvolta anche al gene stesso. La metilazione delle
isole CpG blocca la trascrizione del gene corrispondente.
Possiamo in sintesi definire il codice epigenetico come un ulte-
riore livello di codifica, aggiuntivo rispetto a quello genetico, con-
sistente in alterazioni chimiche del DNA o delle proteine a esso
legate, come confermato dagli studi di spettrometria di massa di
Axel Imhof dell’Università Ludwig Maximilians di Monaco. Ma
oltre che biochimicamente, la cromatina può essere modificata
anche per interazione di forze elettromagnetiche; infatti, zone non
codificanti del DNA (98,5% del genoma umano di cui 25%
introni), in passato incluse nel cosiddetto DNA spazzatura, indi-
cherebbero in modo ereditabile, attraverso l’attrazione reciproca
di due loro tratti (bacio del DNA), i loci da sottoporre al controllo
epigenetico. Nell’istone H2a, infatti, i primi 36 residui contengono
12 catene laterali cariche positivamente e nessuna catena carica
negativamente. Poiché il ruolo dell’istone è quello di interagire
con il DNA nella cromatina e il DNA è un polianione, è plausibile

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Le ragioni epigenetiche di CELLFOOD® 101

ipotizzare che la regione dell’istone carica positivamente è quella


che interagisce con la catena del DNA. Quella parte del nostro
genoma costituita da sequenze di DNA ripetute centinaia di
migliaia di volte, e che sembrava priva di significato, in realtà
risponderebbe a un preciso programma genetico e contribuirebbe
in maniera decisiva a dare un’identità alle diverse cellule dell’or-
ganismo umano. Le sequenze ripetute sembrerebbero essenziali
per il corretto funzionamento dei geni; è stato dimostrato infatti
che alcune di esse vengono trascritte in precisi momenti della vita
cellulare, per esempio durante le prime fasi dello sviluppo o del
differenziamento, mentre altre sarebbero in grado di inserirsi in
prossimità dei geni e di regolarne l’attività. Talvolta questo feno-
meno può avere anche effetti patologici significativi, come nel
caso della trasformazione da cellula sana in tumorale. In un recen-
tissimo lavoro apparso su Nature Genetics, è stato dimostrato per
la prima volta come tali sequenze si comportino secondo un pro-
gramma definito e in grado di influenzare la vita delle cellule. L’o-
rigine evolutiva delle sequenze ripetute, che in totale rappresen-
tano ben il 45% dell’intero genoma, va ricercata nei trasposoni,
particolari segmenti di DNA che hanno la capacità di spostarsi da
una parte all’altra di un cromosoma, oppure da un cromosoma a
un altro verosimilmente a opera di interazioni elettromagnetiche.
I trasposoni hanno un ruolo molto importante dal punto di vista
evolutivo, perché, data la loro natura mobile, sono in grado di
creare variabilità e, potenzialmente, di far acquisire o di far per-
dere delle funzioni biologiche. Già sessant’anni fa la biologa ame-
ricana Barbara McClintock lo aveva intuito e aveva descritto que-
ste particolari sequenze nella pianta di mais: era il 1951, con due
anni di anticipo rispetto alla scoperta della struttura a doppia elica
del DNA. Ignorata, quando non direttamente osteggiata dalla
comunità scientifica di allora, ancorata a una visione “statica” del
genoma, la McClintock ha visto riconosciuti i suoi meriti solo a
partire dagli anni Settanta, arrivando poi nel 1983 a essere insi-
gnita del Premio Nobel per la Medicina. Oggi, grazie soprattutto
alle sofisticate tecnologie disponibili (le deep sequencing) e alle

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102 Nutraceutica e nutrigenomica

competenze multidisciplinari, si è riusciti finalmente a verificare


questa fondamentale ipotesi e a “riabilitare” questa grossa por-
zione del nostro DNA, finora considerata appunto come una sorta
di scarto inutilizzato. [2,3]

■ Nuove prospettive di utilizzo di CELLFOOD®


Sono da tempo note e sperimentalmente confermate le proprietà
antiradicalica e di tampone riequilibrante di CELLFOOD®, attri-
buite all’azione antiossidante dell’idrogeno positivo (accettore
pesante di elettroni) e a quella dell’ossigeno altamente negativo
(scavenger di radicali liberi elettropositivi e fonte di ossigeno
nascente) derivati dalla dissociazione, favorita da particolari con-
dizioni chimico-fisiche, dell’acqua cosiddetta pesante. Questa, a
sua volta, verrebbe a formarsi dal legame stabile tra l’ossigeno e
l’isotopo non radioattivo dell’idrogeno presente come solfato di
deuterio (D2SO4) nel solvente del Deutrosulfazyme®. Calcoli
informatici su modelli biomolecolari virtuali e le prove di labora-
torio del progetto ISIS, promosso negli anni Ottanta dal primo
ministro inglese Margaret Thatcher, hanno ipotizzato teorica-
mente prima e confermato sperimentalmente poi la presenza di
molecole d’acqua intorno e all’interno dei complessi avvolgimenti
della struttura del DNA. Per qualsiasi molecola, arrivare al cuore
dinamico del DNA ed agire stabilmente in vicinanza di quei ponti
idrogeno che, sensibili all’azione elettromagnetica, si riorientano
continuamente modificandone la struttura, è possibile solo grazie
a una specifica risonanza sintonica o a una rara proprietà diama-
gnetica (indifferenza alle influenze elettromagnetiche) caratteri-
stica naturale dell’acqua pesante. Grazie a questa proprietà,
dovuta al particolare momento magnetico del deuterio che, per le
diverse caratteristiche della sua massa nucleare, al contrario dell’i-
drogeno non risuona quando investito da un campo magnetico,
l’acqua pesante è utilizzata per solubilizzare i campioni nelle ana-

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Le ragioni epigenetiche di CELLFOOD® 103

lisi NMR (1HNMR). Infatti, a differenza dell’acqua leggera che,


altamente instabile, disturba notevolmente il segnale degli idro-
geni e di conseguenza l’attività biologica di qualsiasi specie in essa
disciolta, la D2O, riducendo o nel caso ideale eliminando le inter-
ferenze elettromagnetiche, permette di misurare chiaramente il
segnale proveniente dall’idrogeno del campione osservato. Pro-
prio per queste ragioni, una volta raggiunto il DNA, dopo aver
attraversato bonificandolo elettrochimicamente un ambiente
spesso saturo di radicali, i principi attivi del Deutrosulfazyme®,
possono incidere indisturbati sulla sua espressione genica. Infatti,
l’alta disponibilità biologica di metili offerta dalla somministra-
zione perlinguale delle sospensioni colloidali del CELLFOOD®
SAMe e MSM può concretizzare la sua azione epigenetica a livello
molecolare attraverso il silenziamento proprio di quelle zone del
DNA altamente instabili che l’ambiente tossico e lo scudo elettro-
magnetico renderebbero diversamente irraggiungibili. I soluti
in tracce, presenti in tutte le formule e in particolare nel
CELLFOOD® multivitaminico, a loro volta fornirebbero il pabu-
lum nutritivo ed enzimatico indispensabile alla conservazione e al
sostegno metabolico dei componenti della doppia elica e degli
istoni che insieme costituiscono la complessa sovrastruttura del
DNA. Lo stesso meccanismo potrebbe favorire anche la ripara-
zione di eventuali deficit o danni strutturali delle sequenze
nucleotidiche attraverso la reintegrazione di singole basi azotate
fornite e rese utilizzabili dalla specifica formula del CELLFOOD®
DNA-RNA. Finalmente l’impronta molecolare ereditabile dell’e-
pigenoma potrebbe essere influenzata anche in modo preventivo
dall’azione stabilizzante biofisica e biochimica del CELLFOOD®
base, ad esempio attraverso il mantenimento post-partum dello
stato di demetilazione dei recettori per i glucocorticoidi ippocam-
pali, condizione dimostrata reversibile e di primaria importanza
nel determinare tra l’altro le caratteristiche di tolleranza allo stress
e di tendenza all’abuso di sostanze che l’individuo esprimerà nel-
l’intero corso della propria vita. [4-9]

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104 Nutraceutica e nutrigenomica

■ Bibliografia

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teorico pratico AINuC per medici e biologi, “Dieta di segnale: nuove
frontiere per una nutrizione consapevole”, evento ECM, 23-24 gennaio
2009, Hotel Globus Roma.
[8] Borghini F., Borghini G., Nutrizione e stress: dalla ricerca genetica nuovi orien-
tamenti per il benessere individuale. Atti del convegno “Alimentazione e
salute: percorsi e prospettive per una nutrizione consapevole”, evento
ECM, 20-21 marzo 2009, Hotel Villa Aricia, Ariccia, Roma.
[9] Borghini F., Genetica, epigenetica e stress, Atti del convegno “Dalle medici-
ne alla medicina”, Congresso Internazionale di Medicina Biointegrata,
evento ECM, 27-29 marzo 2009, Palazzo Carpegna, Roma.

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Ringraziamenti

Dedicato a chi ha reso possibile realizzare questo sogno.


Ringrazio, poi, in particolare con AMORE:
Mamma, Papà, Giorgio, Manuela, Vittoria, Leonardo, Goffredo,
Luigi, Marta, Paola, Mattia, David, Thomas, Michael, Antonella,
Don Tonino, Jakeline, Daniele, Kevin, Veronica, Paolina, Kim,
Jerry, Lerry, Massimo, Nadia, Giulia, Roberto, Lisa, Anna, Mauri-
zio, Anna, Maria, Mario, Roberta, Maria Elena, Paolo, Marie
Noelle, Eugenio, Giorgio, Guido, Attilio, Mauro, Nino, Giovanni,
Giacomo, Nicola, Franco, Andrea, Elisa, Alessandra, Marco, Bea-
trice, Federica, Alessia, Adolfo, Niccolò, Nicola, Emanuela,
Franca, Vita, Manlio, Natale, Simona, Roberto, Joshua, Giovanna,
Massimo, Jessica, Maurizio, Robert, Rosanna, Dino, Carlo,
Marino, Maria Vittoria, Filippo, Giancarlo, Gianfranco, Ornella,
Flavio, Angelo, Riccardo, Graziano, Giuseppe, Roy Martina, Dee-
pak Chopra, Basil, Giovanna, Antonella, Luca, Stefania, Nello,
Daniele, Adriano, Alessandro, Flavio, Giuseppe e Paola, Mario,
Alfonso, Angelo, Fabrizio, Francesco, Chiara, Saverio, Beatrice,
Piergiorgio, Alberto, Cinzia, Carmelo, Ercole, Ilaria, Bruno,
Andrea, Emilio, Alessio, Gabriele Abate, Mario, Miranda, Alessio.

■ La Nuscience Corporation
www.cellfood.com
■ Istituto di Medicina Biologica, Milano
www.imbio.it
■ Osservatorio Internazionale Stress Ossidativo
www.osservatoriostressossidativo.org

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106 Nutraceutica e nutrigenomica

■ Dott. Mauro Mario Mariani


www.mmmariani.com
■ Eurosalus
www.eurosalus.it
■ SIAS
www.sias-onlus.it
■ Eikon (PU), Roberto Francioso
www.eikon.net
■ PeperoncinoTeam
www.peperoncinoteam.it
■ I fratelli Andrea e Emilio D’Aquino
■ Federazione Sport Altitude
www.fsasky.org/ita/index.php
■ Excetra
www.excetra.it
■ City Angels
www.cityangels.it
■ Mario Furlan
www.mariofurlan.it
■ Hiperformance
www.hiperformance.it
■ Team Suma
www.teamsuma.com

Ringraziamo il Dott. Eugenio Luigi Iorio, Presidente dell’Osserva-


torio Internazionale sullo stress ossidativo di Salerno, per l’impor-
tante contributo medico scientifico e per il materiale relativo allo
stress ossidativo.
Un grazie particolare al Dott. Mauro Mario Mariani, di Ascoli Pice-
no, al Dott. Attilio Speciani di Milano, al Dott. Francesco Borghini di
Roma, e al Prof. Fabrizio Angelini, Università di Parma - Juve F.C.
Torino, per il loro importante contributo medico-scientifico.

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Ringraziamenti 107

La gloria più grande non è il non cadere mai


ma rialzarsi e riprendere il cammino
ogni qual volta si cade

Tutti i diritti sono riservati. È vietata la riproduzione totale o par-


ziale senza autorizzazione. Ogni recensione, ritrasmissione, diffu-
sione o altro tipo di utilizzo è proibito.
Per citazioni, riferimenti e link da altri siti deve essere richiesto il
consenso della Eurodream srl e riportata l’intera indicazione di
copyright.
Eurodream srl ritiene di fondamentale importanza comunicare
che sul mercato italiano potrebbero esistere aziende che vantano
di distribuire prodotti uguali o similari a CELLFOOD®. A questo
proposito è importante rammentare che CELLFOOD® è un mar-
chio registrato in tutto il mondo e che esiste una sola formula
Everett Storey immessa sul mercato col nome di CELLFOOD® e
notificata al Ministero della Sanità.

Qualsiasi azienda che distribuisca un prodotto che vanti di esse-


re lo stesso e con gli stessi ingredienti, o usi materiali e informa-
zioni simili a quelle di Deutrel Industries California o di Euro-
dream, dichiara il falso ed è perseguibile a norma di legge in
quanto vi sono gli estremi per rilevare una concorrenza sleale.
Riassumendo vi è un’unica formula Everett Storey originale ed
è denominata CELLFOOD®.

Nota bene. Le informazioni contenute nel presente opuscolo sono a solo


scopo informativo e non sono da usare come mezzo per diagnosticare o
curare una malattia. Tutto ciò che riguarda la salute fisica e mentale deve
essere trattato da un medico di provata competenza nel trattamento di
quella specifica malattia. Sia l’editore che gli autori si astengono dal
dispensare consigli medici, direttamente o indirettamente, nonché dal
prescrivere qualsiasi cura, e non si assumono alcuna responsabilità nei
confronti di coloro che scelgono di curarsi da soli.

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Bibliografia

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fiths and Mark D. Evans*
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Leicester, Leicester, UK
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Received 11 December 2001; revised 2 April 2002; accepted 18 April 2002.
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Oxidative DNA damage and disease: induction, repair and significance. Mark D.
Evansa, Miral Dizdaroglu, and Marcus S. Cooke.
– Oxidative Stress Group, Department of Clinical Biochemistry, University of
Leicester, Leicester Royal Infirmary, University Hospitals of Leicester NHS Trust,
Leicester LE2 7LX, UK

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112 Nutraceutica e nutrigenomica

– Chemical Science and Technology Laboratory, National Institute of Standards


and Technology, Bldg. 227/A243, Gaithersburg, MA 20899-8311, USA
Received 12 June 2003; Revised 12 November 2003; accepted 12 November
2003. Available online 31 December 2003.

Increased levels of 8-hydroxy-2 deoxyguanosine attributable to carcinogenic metal


exposure among schoolchildren. Wong RH, Kuo CY, Hsu ML, Wang TY,
Chang PI, Wu TH, Huang S.
– Department of Public Health, College of Health Care and Management, Chung
Shan Medical University, Taichung, Taiwan.

Oxidative DNA damage in gastric cancer: CagA status and OGG1 gene polymor-
phism. Farinati F, Cardin R, Bortolami M, Nitti D, Basso D, de Bernard M,
Cassaro M, Sergio A, Rugge M.
– Dipartimento di Scienze Chirurgiche e Gastroenterologiche, Università di Pado-
va, Padova, Italy.

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Sports Rehabilitation and Traumatology, 2004, Milano, Isokinetic 24 aprile
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versità di Pretoria, Istituto dello Sport (Sud Africa), 2001.

Report di studi in vitro e in vivo forniti dal produttore


1. Test di rilascio dell’ossigeno.
2. Test di efficacia antimicrobica.
3. Test di determinazione del potenziale zeta.
4. Test di determinazione della tensione superficiale.
5. Test di risonanza magnetica.
6. Test di determinazione dell’attività antiossidante (metodo ORAC).
7. Test di determinazione della tossicità acuta orale (metodo DL50).
8. BAP test (test per la valutazione del potenziale biologico antiossidante).

CELLFOOD® riconoscimenti internazionali


CELLFOOD® è distribuito da 40 anni
in oltre 78 Paesi del mondo
ove ha ricevuto particolari riconoscimenti,
come il premio di tecnologia avanzata (1997).

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Autori

Giuseppe Di Fede
Nasce il 20 gennaio 1964 in un piccolo paese della Sicilia, Piazza Armerina (EN).
Laureatosi in Medicina e Chirurgia a Milano, nel 1991, e avendo intrapreso gli
studi della medicina naturale in tutte le sue peculiarità, durante gli anni dell’uni-
versità decide di farla diventare la propria professione, cercando di personalizza-
re le terapie sui malati e non sulle malattie.
Dopo la laurea, ha partecipato a diversi corsi di specializzazione, in discipline
come l’immunobiologia, le bioterapie, l’ipertermia oncologica, perfezionandosi in
Medicina Preventiva e Genetica, specializzandosi in Nutrizione e Dietetica Clini-
ca, con particolare attenzione alle intolleranze alimentari.
Ha insegnato in corsi Universitari in campo biomedico e biotecnologico e attual-
mente è direttore dell’Istituto di Medicina Biologica (IMBio) e dell’Istituto Medi-
cina Genetica Preventiva Personalizzata (IMGeP) di Milano, dove si occupa di
prevenzione e problemi legati all’alimentazione.
Collabora con centri di ricerca per lo sviluppo di nuove metodiche di analisi e
test diagnostici da applicare in medicina preventiva.
Negli ultimi anni, ha concentrato l’attenzione sulla nuova scienza che studia le
relazioni esistenti tra il cibo e i geni, la Nutraceutica e Nutrigenomica. Questo
libro tenta di fare chiarezza in un campo ancora in evoluzione come la nutritera-
pia, il curarsi e prevenire le malattie attraverso l’alimentazione e una integrazio-
ne intelligente e personalizzata.
www.imbio.it
www.imgep.com

Giorgio Terziani
Giorgio Terziani nasce ad Arezzo l’11 agosto 1964; dopo gli studi si arruola nella
Marina Militare dove ha l’opportunità di girare il mondo e nel 1987 e 1991 parte-
cipa a due guerre nel Golfo Persico con la nave militare Fregata Libeccio. Al ritor-
no pensa di cambiare vita e comincia a lavorare in ambiti diversi, fino a che sco-
pre in sé una profonda passione per le medicine naturali e integrate che decide di
seguire.
Appassionato di crescita e sviluppo personale, ha frequentato decine di corsi,

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Autori 117

Fire Walking, DBM di Ginevra, corsi con i più importanti formatori a livello
mondiale: Deepack Chopra e Roy Martina, Robert Johnson, Miranda Sorgente,
Mario Furlan, Brian Tracy. Ha organizzato centinaia di corsi orientati a creare
cultura e prevenzione per un sano stile di vita.
Sono anni molto intensi di lavoro, di studio, di approfondimenti, di scoperte
molto importanti, fino a che nel 1998, con suo fratello Goffredo, decide di met-
tersi in proprio e di fondare un’azienda che possa coniugare l’attività imprendi-
toriale con l’etica.
Ritiene che l’inquinamento ambientale, il fumo di sigaretta, gli additivi alimenta-
ri, l’abuso di alcol, l’assunzione cronica di farmaci, l’alimentazione incongrua,
l’esercizio fisico inadeguato ecc. siano solo una lista parziale degli agenti che quo-
tidianamente minacciano la nostra salute. È fortemente convinto che, sebbene
così apparentemente diversi tra loro, questi abbiano tutti un comune denomina-
tore: un cattivo utilizzo dell’ossigeno da parte delle cellule del nostro organismo.
È stata questa una delle sue prime intuizioni allorché nel 1999 ha conosciuto e,
soprattutto, ha iniziato a usare un prodotto straordinario, CELLFOOD®, noto al
grande pubblico come Formula Everett-Storey e agli addetti ai lavori come
Deutrosulfazyme®.
Lo scorso anno l’azienda EURODREAM da lui fondata ha compiuto 10 anni di
attività. In questo periodo ha percorso tanta strada sia sul piano individuale, sog-
gettivo, che sotto il profilo professionale.
Ha imparato ad ascoltare le persone, per un confronto costruttivo, e a collabora-
re anche con tanti bravi professionisti della salute aperti all’innovazione, che
hanno deciso di condividere il suo obiettivo. In fondo semplice: aiutare il prossi-
mo a vivere meglio e più a lungo, non solo attraverso i nutrienti di cui ha davve-
ro bisogno, ma anche disintossicando dagli agenti nocivi le cellule di cui è com-
posto e l’ambiente in cui vive.
L’impegno è stato ripetutamente premiato sia dai massimi vertici dell’azienda
americana produttrice – da ricordare ancora con entusiasmo la partecipazione,
nell’agosto del 2000, a Las Vegas, al I Congresso Mondiale CELLFOOD® – sia da
tanti professionisti della salute (medici, farmacisti, omeopati, naturopati) ma,
soprattutto dalle persone che hanno usato e continuano a usare questo singolare
integratore.
Giorgio Terziani è attualmente l’importatore esclusivo del prodotto CELLFOOD®
in diversi Paesi europei quali l’Italia, la Francia, la Spagna, la Svizzera e l’Austria.
Con questo volume vuole condividere preziosi contributi sulla biochimica del-
l’ossigeno, sui radicali liberi, sugli antiossidanti e sui nutraceutici, alla luce delle
moderne ricerche sul DNA.
Si augura che sempre più persone mettano in atto la medicina preventiva anche
attraverso questo piccolo contributo, “per dare anni alla vita e vita agli anni”.

Presidente EURODREAM Srl


www.eurodream.net

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Indirizzi utili

Istituto di Medicina Biologica,


Via Molino delle Armi 3, 20123 Milano
Tel. 02 58300445
www.imbio.it
info@imbio.it

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DELLA STESSA COLLANA

CIBI CHE GUARISCONO


Difendere la salute a tavola con 50 comuni alimenti
AA. VV.
Brossura • 17x24 cm • 200 pagine • ISBN: 978-88-481-0955-0 • 14,90 €
Scoprite 50 comuni alimenti con proprietà curative che nessuna pillola riesce a eguaglia-
re. Dimenticate l’armadietto dei medicinali: i farmaci più efficaci sono nel frigorifero. Con
alimenti che mangiate tutti i giorni potrete curare innumerevoli disturbi e aumentare la
resistenza alle malattie. In queste pagine troverete decine di modi per sfruttare i benefici
terapeutici di questi straordinari “superalimenti” e scoprirete tutti i segreti dei rapporti tra
alimentazione corretta e buona salute.
DHEA
Ray Sahelian
Brossura • 17x24 cm • 152 pagine • ISBN: 978-88-481-0411-1 • 12,40 €
Il deidroandrosterone (DHEA), un ormone prodotto dalle ghiandole surrenali viene descrit-
to come una vera e propria “fonte di eterna giovinezza”, più o meno come la melatonina,
un neuro-ormone di cui si è parlato molto. I ricercatori sostengono che il DHEA è un mezzo
efficace per accrescere la libido, aumentare le proprie energie, migliorare l’umore, poten-
ziare la memoria e rafforzare il sistema immunitario. Anche in questo libro, come nel best-
seller “Melatonina – Il sonnifero naturale”, il dottor Ray Sahelian sostiene che il problema
è più complesso e che chiunque pensi di assumere questo ormone dovrebbe saperne di più
prima di iniziare il trattamento.
DIETOLOGIA MODERNA
Margherita Pastori Birti
Brossura • 17x24 cm • 160 pagine • ISBN: 978-88-481-2157-6 • 18,00 €
Il testo contiene tutte le nozioni per conoscere gli elementi che compongono i cibi, quel-
li indispensabili per vivere bene, quelli nocivi per la salute, le combinazioni alimentari e le
conoscenze anatomiche legate ad una corretta alimentazione. è completato da foto e
disegni.
ERBA D’ORZO
Una bevanda salutare ed energetica dalla tradizione orientale
Barbara Simonsohn
Brossura • 15x21 cm • 184 pagine • ISBN: 978-88-481-1483-7 • 14,90 €
Il succo di erba d’orzo è una bevanda che possiede un ottimo profilo nutritivo e offre molti
vantaggi rispetto ad altri derivati vegetali. È un alimento perfetto con un complesso di
sostanze vitali completo. L’autrice, esperta in materia e scrittrice di successo, rivela i segre-
ti di questo efficace elisir verde, riporta le esperienze dei pionieri dell’erba d’orzo e propo-
ne una nutrita scelta di ricette.
GRASSI BUONI, GRASSI CATTIVI
Scegliere i cibi giusti per mantenere in forma corpo e mente
Ulrich Strunz, Andreas Jopp
Brossura • 17x24 cm • 272 pagine • ISBN: 978-88-481-1796-8 • 24,90 €
Con l’aiuto di questo libro impareremo a schivare le “trappole lipidiche” a partire dal super-
mercato, distinguendo i grassi killer da quelli salutari, e saremo in grado di scegliere i cibi
più adatti per restare in buona salute e aumentare l’aspettativa di vita. Troveremo inoltre
utili suggerimenti per bruciare più rapidamente i grassi e mantenere a lungo una buona
forma fisica.

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IL DOLCE VELENO
Perché lo zucchero fa male e come farne a meno
Klaus Oberbeil
Brossura • 15x21 cm • 168 pagine • ISBN: 978-88-481-1761-6 • 14,90 €
Questo libro si propone di metterci in guardia dall’eccessivo consumo di zucchero e dalle
sue pericolose conseguenze. Il programma nutrizionale “In forma senza zucchero” fornisce
numerosi consigli e stimoli per imparare a cucinare, mangiare e vivere in modo sano senza
usare lo zucchero. Una preziosa guida che non può mancare in famiglia.
LA DIETA PH
Misurate il vostro pH per la salute ortomolecolare del corpo, della mente e dell’anima
Adolfo Panfili, Valeria Mangani
Brossura • 17x24 cm • 240 pagine • ISBN: 978-88-481-0472-2 • 17,90 €
Questo libro illustra un complesso di pratiche di medicina preventiva provenienti da centi-
naia di culture diverse, accomunate dallo scopo di ritrovare la vera essenza dell’uomo: la
salute. La dieta PH qui consigliata non è una delle tante, ma si propone come chiave di let-
tura per un diverso grado di consapevolezza; un modo naturale di affrontare la realtà di
tutti i giorni e migliorare la qualità della vita.
MANUALE DI NUTRIZIONE FAMILIARE
III edizione
Patrick Holford
Cartonato • 17,5x24,5 cm • 686 pagine • ISBN: 978-88-481-1880-4 • 39,90 €
Questa nuova edizione, opera di uno dei maggiori nutrizionisti a livello mondiale, è stata
aggiornata e notevolmente ampliata. Il testo fornisce tutte le informazioni necessarie per
garantirsi un apporto di nutrienti ideale al fine di mantenere la migliore condizione di salu-
te possibile. Questionari specifici consentono al lettore di individuare i nutrienti indispensa-
bili in relazione al proprio stato di salute e stile di vita.
MELATONINA
Il sonnifero naturale
Ray Sahelian
Brossura • 17x24 cm • 144 pagine • ISBN: 978-88-481-0362-6 • 12,90 €
La melatonina, un ormone naturale prodotto di notte dall’ipofisi, favorisce il sonno natura-
le ed ora è disponibile anche come integratore. Il dottor Ray Sahelian ha fatto diverse inda-
gini per raccogliere dati e informazioni da persone che assumono regolarmente melatoni-
na e in questo libro presenta quanto ha scoperto.
SUPERCIBI NATURALI PER LA SALUTE
Il vostro corpo vi ringrazierà
Gillian McKeith
Brossura • 17x24 cm • 224 pagine • ISBN: 978-88-481-1881-1 • 16,90 €
La nutrizionista di fama mondiale Gillian McKeith illustra in questo libro le proprietà degli
alimenti bioattivi, il cui contenuto in enzimi e nutrienti ne fa dei veri e propri “supercibi” .
Si tratta di germogli, semi, cereali, alghe e altri prodotti integri e non sottoposti a processi
di lavorazione industriale e di cottura. I vantaggi di una dieta a base di supercibi risultano
evidenti e migliorano radicalmente la qualità della vita.

CHI LEGGE VALE DI PIÙ


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Voler cambiare il mondo e gli altri è illusorio, ma cambiare se
stessi è prova di saggezza. Limitare alcuni dei maggiori aggres-
sori della nostra immunità (dall’aria, dall’acqua, dal suolo, da-
gli alimenti) non è solo responsabilità sociale, collettiva: che
dire, infatti, delle nostre “cattive abitudini”?
E se per riconquistare la buona salute fosse sufficiente rie-
quilibrare le funzioni di assimilazione, evacuazione e difesa?
Le nuove malattie legate ai virus e quelle definite “di sistema”
(le malattie autoimmuni) sono verosimilmente correlate fra lo-
ro. Per il cancro e diverse forme di disagio psichico, pur non
contagiose, sono state necessarie terapie aggressive che ne
combattessero la diffusione. I risultati ottenuti hanno lasciato
molto a desiderare.
Cosa è successo al nostro sistema di difesa?
È necessario che l’organismo ritrovi dentro di sé la capacità di
rispondere alle sollecitazioni immunitarie delle cure.
Il libro di Giuseppe Di Fede e Giorgio Terziani va incontro a
quest’ultimo imperativo, cercando di fare chiarezza in un cam-
po ancora in evoluzione come la nutriterapia, incluso l’uso
degli integratori.

Giuseppe Di Fede, laureato in Medicina e Chirurgia a Milano, fa della Medici-


na naturale la propria professione. Si perfeziona in Medicina preventiva e ge-
netica e si specializza in Nutrizione e Dietetica clinica, con particolare atten-
zione alle intolleranze alimentari. È direttore dell’Istituto di Medicina Biologica
(IMBio) e dell’Istituto Medicina Genetica Preventiva e Personalizzata (IMGeP)
di Milano. Negli ultimi anni sì è concentrato sulla nuova scienza che studia le
relazioni esistenti tra il cibo e i geni, la Nutraceutica e Nutrigenomica.
Giorgio Terziani al termine degli studi si arruola nella Marina Militare. In segui-
to, dopo un lungo percorso di studi in ambito internazionale e di lavoro nel
campo delle medicine naturali e integrate, nel 1998 fonda Eurodream, di cui
è presidente, per coniugare l’attività d’impresa con i propri convincimenti.

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