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Programmazione
e Schede
AREdit.com
Tutti i diritti riservati
Vietata la riproduzione anche parziale
Per contatti e richieste info@aredit.com
A Luciano e Pinuccia
INDICE
Introduzione … 7
Periodizzazione … 9
Frequenza dell’allenamento … 11
Esempi di periodizzazione … 23
Variabili dell’allenamento … 33
Tecniche di allenamento … 47
Valutazione funzionale … 55
Attività aerobica … 59
Definire gli obiettivi … 63
Definire il percorso … 65
Gli step da seguire … 69
Protocollo di forza … 71
Protocollo di ipertrofia … 74
Protocollo di forza (2) … 79
Protocollo di ipertrofia (2) … 82
Fase di recupero … 89
Quali esercizi utilizzare … 92
Lockdown … 97
Bibliografia … 99
Introduzione
A volte, in palestra, mi capita di sentire discorsi relativi all’allenamento
che sono pieni di irrazionalità e non senso.
A volte capita di sentire persone che magari si allenano da anni e che
ancora non sanno a cosa serve quello che stanno facendo, non sanno
perché eseguono 5 o 10 ripetizioni, perché fanno 3 set e non 5. Oppure
caricano peso in maniera casuale.
A volte capita di vedere personal trainer che fanno eseguire esercizi con
esecuzioni pessime: troppo veloci, con rimbalzo, oppure aiutano a
sollevare il bilanciere per chiudere una ultima “fondamentale” ripetizione.
Questo libro è stato scritto pensando a quella gente, ben sapendo che mai
lo leggeranno.
Verrà invece letto da chi vuole capire quello che gli hanno detto di fare in
palestra.
Da chi vuole essere indipendente e che vuol essere in grado di creare il
proprio allenamento personalizzato.
Verrà letto da chi non corre dietro alle mode ma vuole acquisire solide basi
relative alla programmazione e alla costruzione di “schede” di
allenamento.
Se avete bisogno di consulenze relative alla costruzione dei vostri piani di
allenamento, mesocicli o macrocicli potete scrivermi a
info@fitnessedintorni.it.
Periodizzazione
Periodizzare significa pianificare un programma di allenamento in modo
da gestire correttamente le variabili che lo compongono. Avendo come
scopo quello di garantire una risposta ottimale da parte del corpo
relativamente all’obiettivo che si vuole raggiungere, che sia l’aumento di
massa muscolare o di forza.
Sulla base della teoria dell’adattamento generale, si suppone che il corpo
sottoposto allo stress dell’esercizio, reagisca aumentando la sintesi
proteica e gli altri meccanismi metabolici che portano alla sovra-
compensazione delle proteine che costituiscono i muscoli, dando in questo
modo avvio al processo di aumento e rafforzamento delle capacità dei
muscoli stessi.
Ma con il tempo, il muscolo, se sottoposto sempre allo stesso stimolo,
rallenta o ferma la crescita per via appunto della capacità di adattamento
del corpo. Da qui la necessità di variare gli stimoli allenanti alterando le
variabili dell’allenamento per garantire la risposta compensatoria
desiderata.
Periodizzare significa inoltre inserire la singola seduta di allenamento
all’interno di un ciclo di sessioni.
Solitamente si parla di macrociclo, mesociclo, microciclo.
Il microciclo può essere considerato la singola settimana di sessioni di
allenamento, il mesociclo raggruppa una serie di microcicli. Un insieme di
mesocicli costituisce il macrociclo.
L’arte del bodybuilding e della ricomposizione corporea consiste
essenzialmente nel pianificare (ed eseguire!) micro, meso e macro ciclo
affinché sia funzionale alla acquisizione di massa muscolare, senza
dimenticare ovviamente il ruolo della corretta alimentazione.
È chiaro che la soluzione ottimale consista nel trovare il piano di
allenamento tagliato su misura per ciascuna individualità. Una
pianificazione corretta permetterà di evitare che il corpo si abitui allo
stress allenante, perché in grado di apportare modifiche nelle variabili
principali dell’allenamento, come detto poco fa: intensità, volume,
intervalli di riposo, frequenza, selezione degli esercizi, sforzo richiesto.
Si possono identificare tre tipi di periodizzazione: periodizzazione lineare
tradizionale, periodizzazione non lineare o ondulata, periodizzazione
inversa.
Nella periodizzazione tradizionale esiste un rapporto inverso tra volume
ed intensità. Questo porta ad alternare mesocicli con alti volumi e bassa
intensità a mesocicli con bassi volumi ed alta intensità (carico). Si passa
quindi da un periodo di alti volumi ad uno di bassi volumi aumentando
l’intensità. Questo può portare ad un aumento dello stress metabolico e
portare in alcuni casi (ma questo vale in definitiva per l’atleta di alto
livello) alla soglia del sovrallenamento.
Per ovviare ai problemi di stress metabolico indotto dalla periodizzazione
tradizionale e per mantenere uno stato ipertrofico maggiore (il volume,
come sappiamo, è uno dei fattori dell’ipertrofia), sono state proposte
diverse modifiche all’approccio tradizionale.
Alcuni di questi approcci propongono di variare volume e intensità
all’interno di uno stesso mesociclo, alternando settimane ad alto volume
con settimane ad alta intensità, creando una periodizzazione ondulata.
La periodizzazione inversa porta ad inserire un periodo di ipertrofia,
aumentando il volume e riducendo il carico, al termine di un macrociclo
tradizionale.
Allo stato attuale, comunque, non esiste una evidenza scientifica su
quale sia l’approccio migliore per l’ipertrofia. Del resto la risposta
ipertrofica dipende, in ultima istanza, dalla risposta individuale all’insieme
di fattori che governano l’ipertrofia stessa: non sarà mai possibile
riprodurre le stesse condizioni sul singolo individuo che segue una volta
l’approccio di periodizzazione tradizionale e un’altra volta l’approccio di
periodizzazione ad onde.
Fase di ipertrofia
Serie: 3/4
Ripetizioni: 6/12
Carico: al 60%-80% 1RM
Fase di forza
Serie: 4/5
Ripetizioni: 3/5
Carico: al 85%-100% 1RM
Questa split prevede di allenare la parte alta del corpo in una seduta e la
parte bassa del corpo in un’altra. Si utilizzano solitamente dagli uno ai tre
esercizi per ogni distretto muscolare, con una frequenza di almeno quattro
sedute settimanali (due per la parte alta e due per la parte bassa).
Leg Curl 3 x 15
B Trazioni 4 x max
Movimenti Military Press 3 x 12
piano verticale Pull Down Corda 3 x 12
Gambe anca
French Press 3 x 10
dominanti
Crunch 3 x 30
Split Gambe, Spinta, Tirata e esercizio complementare
ESEMPIO di Scheda
Split Gambe, Spinta, Tirata e esercizio complementare
È una split usata molto nel Powerlifting, prevede almeno tre sedute
settimanali in cui un gruppo muscolare tra gambe, petto e dorsali viene
messo in evidenza in una data seduta, aggiungendo dei complementari e/o
esercizi per le braccia. Nel Powerlifting vengono chiaramente privilegiati i
cosiddetti esercizi “fondamentali”: squat, panca, stacco.
Un
esempio di periodizzazione ondulata può essere la seguente:
3 settimane di condizionamento generale full body con tre sessioni a
settimana
1 settimane di ipertrofia full body con tre sessioni a settimana
1 settimana di forza full body con tre sessioni a settimana
1 settimana di condizionamento generale full body con tre sessioni a
settimana
1 settimana di ipertrofia full body con tre sessioni a settimana
1 settimana di forza full body con tre sessioni a settimana
oppure
3 settimane di condizionamento generale con split routine su quattro
giorni a settimana
2 settimane di ipertrofia con split routine su quattro giorni a settimana
2 settimane di forza con split routine su quattro giorni a settimana
1 settimana di condizionamento generale con split routine su quattro
giorni a settimana
2 settimane di ipertrofia con split routine su quattro giorni a settimana
2 settimane di forza con split routine su quattro giorni a settimana
Come si
deduce dall’immagine, esistono due fasi della progressione dei carichi, che
si alternano di settimana in settimana.
Un
ultimo esempio, chiamato a “gradoni”, implica che lo stesso carico e
volume venga ripetuto per due settimane consecutive (o due mesocicli
consecutivi), prima di procedere con l’aumento del carico. In questo modo
si lascia il tempo al corpo di adattarsi ad un dato sforzo prima di spingerlo
a rompere di nuovo l’omeostasi.
Frequenza
Il parametro della frequenza indica quante volte vengono svolte le sedute
di allenamento. A questo scopo, di solito si prende, per comodità, come
riferimento la settimana. Si può anche parlare di frequenza di allenamento
per un singolo gruppo muscolare, quando si valuta quante volte un
particolare gruppo muscolare è stato allenato.
Il microciclo rappresenta il periodo entro cui vengono allenati tutti i
gruppi muscolari. In ogni caso, si prende anche in questo caso a
riferimento la durata di una settimana. In questo lasso di tempo possiamo
definire i giorni di allenamento e i giorni di riposo tra una sessione e
l’altra.
È stato evidenziato da alcune ricerche che frequenze maggiori di
allenamento portano, a parità di tutte le altre condizioni, a miglioramenti
della massa muscolare. Si discute spesso di quale sia la frequenza
migliore, su quale sia, in definitiva, il tempo di recupero necessario tra una
seduta e l’altra di allenamento per massimizzare l’ipertrofia. Negli ultimi
anni sono state prodotte alcune ricerche su questo argomento, ma non
esiste ancora un evidenza scientifica precisa sulla durata ottimale del
recupero tra un allenamento e l’altro: alcune ricerche giungono alla
conclusione della necessità di far trascorrere almeno 48 ore tra una seduta
e l’altra, altre affermano invece, sarebbe meglio aspettare almeno 72 ore.
Solitamente le schede, più o meno precompilate, prevedono 3 allenamenti
settimanali inframezzati da uno o più giorni di riposo. Questo soprattutto
nel caso di allenamenti full-body: con questa cadenza si allenano tutti i
muscoli del corpo almeno tre giorni la settimana. Oppure si fa ricorso, per
gli atleti più avanzati, alle split-routine in cui non si allenano tutti i gruppi
muscolari in una unica seduta ma si separano i muscoli da allenare. Per
esempio, si dividono i muscoli della zona alta e i muscoli della zona bassa
del corpo. È possibile in questo modo aumentare il numero delle sedute di
allenamento e ciò permette, inoltre, una maggiore varietà di esercizi, a
parità di tempo, rispetto ad una routine che utilizza il metodo full body.
Alcuni autori in ogni caso evidenziano come la capacità di recupero
dipenda molto dalla genetica di un individuo. Anche in questo caso sono
necessari diversi tentativi e un approccio scientifico per ottimizzare gli
sforzi in termini di aumento della massa magra. Non incide solo la
frequenza con cui ci si allena ma come ci si allena. Bisogna sapere, per
esempio, determinare quali sono i muscoli che hanno bisogno di più lavoro
perché si stancano meno velocemente, perché composti maggiormente da
fibre a contrazione lenta e quali sono i muscoli che si stancano
velocemente perché composti prevalentemente da fibre a contrazione
veloce.
Carico (Intensità)
Il carico è una delle principali variabili che generano ipertrofia muscolare.
Con essa intendiamo, in prima battuta, il peso in chilogrammi sollevato
durante le ripetizioni. Essa è una variabile dipendente dal livello di
allenamento del soggetto e dalla sua forza. Per poter essere utilizzata nella
preparazione dei vari protocolli di allenamento deve essere intesa in senso
relativo, cioè come una percentuale del carico massimo sollevato in un
dato esercizio, come una percentuale dell’1RM. Questa percentuale
relativa all’1RM fornisce indirettamente una misura dell’intensità dello
sforzo sostenuto durante l’allenamento. La ripetizione con il carico
massimo si indica con “1RM”. Nel corso del tempo sono state formulate
alcune ipotesi per ottenere il valore della ripetizione massima, senza
doverla stabilire direttamente facendo test sui massimali. Sono state a
questo scopo compilate tabelle che mettono in relazione il numero di
ripetizioni eseguite con un dato carico. Attraverso queste tabelle è
possibile stabilire il carico massimo di un soggetto in via teorica. Se, per
esempio, con 50Kg si eseguono al massimo 10 ripetizioni, sulla base della
tabella che ho inserito qui sotto, questo corrisponde al 75% dell’1RM. Il
carico massimo di un soggetto in quel particolare esercizio dovrebbe
essere dunque di 67 Kg. Al di là delle formule usate, che potranno magari
cambiare nel corso del tempo a seguito di nuove ricerche o studi, la
tabella è comoda, ai nostri fini, per poter creare delle schede di
allenamento personalizzate. In questo modo, con il variare della capacità di
carico sollevato, saremo in grado di stabilire se i nostri sforzi stanno
andando verso gli obiettivi prefissati.
Tipo di esercizi
Variare gli esercizi è fondamentale per lo sviluppo muscolare. Questo
permette di allenare parti differenti del muscolo e questo vale soprattutto
per quei muscoli che hanno differenti punti di inserzione sullo scheletro.
Se prendiamo ad esempio il deltoide oppure il trapezio o ancora il
pettorale, questi muscoli permettono movimenti su diversi piani,
utilizzando maggiormente determinate loro aree. Nel caso del pettorale,
con la panca piana, si solleciteranno maggiormente le aree centrali del
muscolo, mentre con la panca inclinata saranno sollecitate maggiormente
le aree superiori del pettorale. In generale, in un esercizio viene colpita
un’area del muscolo in maniera differente in base al piano di lavoro su cui
si svolge il movimento.
Una delle distinzioni principali nel tipo di esercizi riguarda la distinzione
tra esercizi multiarticolari e monoarticolari.
I primi coinvolgono, durante la loro esecuzione, più distretti muscolari e il
loro movimento riguarda più articolazioni contemporaneamente, mentre i
secondi coinvolgono una sola articolazione e in genere un solo muscolo.
Gli esercizi multiarticolari, come lo squat, sono di norma più impegnativi a
livello sistemico e potranno essere utilizzati maggiormente in quelle fasi in
cui è richiesta una maggiore attivazione metabolica, dato il più elevato
dispendio energetico.
Progressione
Impostare una progressione nelle variabili di allenamento è fondamentale
per cercare di massimizzare i risultati ipertrofici dell’allenamento stesso,
tenendo presente, però, che si deve garantire sempre il giusto volume e un
carico adeguato durante la sessione di allenamento.
Esempi di progressione
Una progressione si concretizza nella modifica di una delle variabili
principali dell’allenamento, come l’aumento del numero delle serie,
oppure delle ripetizioni, oppure ancora del carico utilizzato tra un
microciclo e l’altro, o tra un mesociclo e l’altro.
Per esempio, se nel primo microciclo abbiamo eseguito 3 serie x 12
ripetizioni, utilizzando come peso massimo 15Kg; nel microciclo
successivo si possono aumentare le serie, mantenendo costanti gli altri
parametri, quindi eseguiremo 5 serie x 12 ripetizioni con 15 Kg. Oppure
potremo aumentare i Kg sollevati tenendo fermo il numero di serie e di
ripetizioni, per esempio faremo 3 serie x 12 ripetizioni con 17Kg. Per
verificare se si riesce a mantenere la progressione negli allenamenti è
fondamentale tenere un diario di allenamento in cui annotare esercizi,
carico, serie, ripetizioni, tempi di recupero e note sulla percezione dello
sforzo. Si potrà così verificare nel concreto se i nostri allenamenti stanno
andando nella direzione voluta. Potete utilizzare a questo scopo anche un
software online come www.pt-manager.com
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TUT (Durata della ripetizione)
TUT è l’acronimo per Time Under Tension, cioè tempo sotto tensione, e
indica la durata del movimento del muscolo durante una ripetizione. È
espresso in secondi.
Se pensiamo al movimento compiuto durante una ripetizione, notiamo che
questo può essere scomposto in 4 fasi: una fase in cui si sposta il peso
sollevandolo (detta fase eccentrica), una fase in cui si raggiunge la
massima estensione (oppure la massima contrazione) e il movimento si
ferma (sosta isometrica in posizione allungata), si torna in seguito alla
posizione di partenza, abbassando il carico (fase concentrica), fino a che si
ferma il movimento (sosta isometrica in posizione accorciata), prima di
iniziare la ripetizione successiva.
Per ognuno di questi momenti è possibile modificarne la durata: alzando e
abbassando il carico più lentamente o più velocemente, aumentando o
diminuendo la durata della sosta tra i due movimenti.
È consuetudine esprimere queste quattro fasi con delle cifre, come 3141,
che indicano rispettivamente la durata in secondi della fase eccentrica, la
durata del fermo in posizione allungata, la durata della fase concentrica, la
durata del fermo in posizione accorciata.
Poiché non esistono evidenze scientifiche certe sul tempo ottimale per le
varie fasi della ripetizioni, nel corso del tempo si sono formate diverse
scuole di pensiero: c’è chi afferma che sia la ripetizione veloce a garantire
il massimo sviluppo muscolare e chi afferma il contrario, puntando su una
velocità di sollevamento e ritorno lenta o lentissima.
Dal nostro punto di vista, come per le altre variabili che abbiamo visto, è
necessario sperimentare quale sia la velocità migliore per un dato soggetto.
In ogni caso è fondamentale variare gli stimoli nei vari mesocicli anche dal
punto di vista della velocità di esecuzione. Tenendo fermo l’unica regola
valida nell’allenamento con sovraccarichi: tenere sempre un movimento
controllato, con una esecuzione quanto più pulita possibile.
Concentrandosi sul muscolo che si sta allenando.
Regolando il tempo sotto tensione abbiamo dunque un’altra freccia al
nostro arco per cercare di stimolare lo sviluppo muscolare.
Riposo tra i set
Anche con il riposo tra i set è possibile influire sui risultati dello sviluppo
muscolare. Questo perché diminuendo il tempo di pausa tra una serie e
l’altra, aumenta lo stress metabolico e le risposte ormonali e di sintesi
proteica, che abbiamo evidenziato nel primo capitolo.
Quindi, a parità di volume e intensità, pause minori tra i set portano ad un
accumulo di sostanze pro-ipertrofia e anche ad un accumulo maggiore
della fatica.
Si deve quindi dosare in maniera corretta il rapporto tra sforzo e fatica.
L’esperienza, e il tener traccia del lavoro svolto annotando le risposte del
proprio corpo attraverso la misura di alcuni parametri fisici, possono
indicare quale sia il giusto mix tra sforzo e fatica a cui sottoporre il proprio
fisico.
Tecniche di allenamento
Presentiamo di seguito una serie di metodologie specifiche per
l’allenamento contro resistenze sviluppate nel corso del tempo dalla
pratica in palestra.
Non esistono studi che dimostrino in maniera certa quale metodologia sia
da preferire rispetto ad un’altra. Anche in questo caso possiamo utilizzare
queste tecniche come uno strumento che può permettere la variabilità negli
stimoli allenanti.
Resta fermo il fatto che per ottenere un aumento della massa muscolare
serve tempo, costanza, e un piano di allenamento che garantisca il corretto
aumento degli stimoli allenanti.
ALLENAMENTO A CIRCUITO
L’allenamento a circuito prevede l’esecuzione di un certo numero di
esercizi, completando una serie per ogni esercizio, e passando all’esercizio
successivo senza riposo tra una serie e l’altra. Alla fine degli esercizi
stabiliti si effettua il riposo. Al termine del quale si riprende con il primo
esercizio previsto dal piano di allenamento. Annullando il riposo tra un
esercizio e l’altro si aumenta il lavoro cardio-vascolare, si aumenta lo
stress metabolico e la fase aerobica. Per queste ragioni può essere
utilizzato nei programmi volti al dimagrimento.
Si può utilizzare, tra gli altri, nei seguenti modi:
• Organizzando l’intera sessione di allenamento in un unico circuito da
ripetere un numero stabilito di volte.
• Impostando la sessione di allenamento con 2 o più mini-circuiti magari
suddivisi per aree muscolari.
PIRAMIDALI
L’allenamento con il metodo dei piramidali prevede un aumento del peso
sollevato ad ogni serie. Il maggior carico e la fatica che man mano si
accumula nel muscolo che si sta allenando, porta ad una diminuzione del
numero delle ripetizioni.
Ad esempio:
1° serie: 12 ripetizioni (50% 1RM)
2° serie: 10 ripetizioni (si aumentano i Kg)
3° serie: 8 ripetizioni (si aumentano i Kg)
4° serie: 6 ripetizioni (si aumentano i Kg)
5° serie: 4 ripetizioni (si aumentano i Kg)
A volte si prosegue con altre serie riducendo il carico e aumentando le
ripetizioni
6° serie: 10 ripetizioni (si dimuniscono i Kg)
7° serie: 12 ripetizioni (si dimuniscono i Kg)
I PIRAMIDALI DISCENDENTI
In questo caso si parte con un peso elevato, con cui si eseguono poche
ripetizione, e ad ogni serie si toglie del peso e si aumentano le ripetizioni.
Per esempio:
1° serie: 85% 1RM X 5 ripetizioni (o al cedimento muscolare)
2° serie: 80% 1RM X 6 ripetizioni (o al cedimento muscolare)
3° serie: 75% 1RM X 7 ripetizioni (o al cedimento muscolare)
4° serie: 70% 1RM X 9 ripetizioni (o al cedimento muscolare)
RIPETIZIONI 1 e 1/4
Con questa tecnica si esegue una ripetizione. Al termine della fase di
sollevamento si esegue una seconda ripetizione ma non per tutto l’arco del
movimento, come al solito, ma per un arco parziale (solitamente un quarto
del movimento), ripetendo la procedura per il numero di ripetizioni
previste. Si tratta quindi di fermarsi nella posizione finale del movimento e
tornare indietro di ¼ del movimento ed eseguire la ripetizione
parziale.
RIPETIZIONI FORZATE
Si tratta di un metodo che prevede l’aiuto di un compagno di allenamento,
il quale dopo che si è raggiunto il cedimento muscolare, permetta di
completare un certo numero di altre ripetizioni, aiutando a sollevare il
peso.
SERIE A 21 (7+7+7)
Questa tecnica prevede di eseguire 21 ripetizioni consecutive per ogni
serie, suddividendole in tre movimenti diversi: 7 ripetizioni sollevando il
carico sino a metà movimento, 7 ripetizioni ad arco di movimento
completo e 7 ripetizioni dalla posizione intermedia a quella finale di
massima contrazione. Ci possono essere diverse varianti, sulla base del
momento in cui si esegue il movimento completo, il quale può esser
eseguito all’inizio, all’interno o alla fine della serie.
SERIE BULLDOZER (Ripetizioni globali)
Questo metodo consiste nel completare un numero di ripetizioni
prestabilito, solitamente da 30 a 50, fermandosi ogni volta che si arriva al
cedimento muscolare, per poi riprendere la serie sino a raggiungere il
numero stabilito di ripetizioni. Chiaramente più la serie si protrae più deve
aumentare il riposo tra una mini serie e l’altra.
SERIE INTERROTTE
Questo metodo prevede di eseguire 5 ripetizioni con un peso pari all’80%
1RM per poi riposarsi 20 secondi, effettuare altre 5 ripetizioni con lo
stesso peso, riposarsi altri 20 secondi ed eseguire altre ripetizioni sino al
cedimento. Dopo una pausa di 3 minuti effettuare una nuova serie.
SUPER SLOW
Questo metodo prevede di eseguire le ripetizioni nel modo più lento e
controllato possibile, sia per la fase eccentrica che per quella concentrica,
per esempio 10 secondi per la fase concentrica, e 5 secondi per quella
eccentrica.
STRIPPING
Con questa tecnica si eseguono un certo numero di ripetizioni con un
carico elevato e si diminuisce man mano il peso, effettuando ad ogni
cambio di carico il massimo numero di ripetizioni possibili. Ad Esempio si
parte con 80% 1RM per 5-6 ripetizioni, si scarica il peso (del 10,15%) e si
raggiunge l’esaurimento muscolare. Si scarica ancora e si eseguono altre
ripetizioni fino all’esaurimento muscolare.
SUPERSERIE (superset)
Si tratta di eseguire due esercizi in successione effettuando una serie di
uno e una serie dell’altro, riposandosi solo al termine delle due serie.
Queste le principali varianti:
Superset di muscoli antagonisti. In questa variante i due esercizi da
eseguire in superset si riferiscono a due gruppi muscolari antagonisti, ad
esempio: Pettorali–Dorsali oppure Bicipiti–Tricipiti oppure Quadricipiti–
Femorali.
Superset per uno stesso gruppo muscolare. I due esercizi da eseguire in
superset si riferiscono allo stesso gruppo muscolare.
Solitamente, la superserie è composta da un esercizio multi-articolare di
base ed uno secondario, che di solito è un esercizio di isolamento. Un
classico esempio per i pettorali: Spinte panca piana bilanciere + Spinte
panca inclinata manubri. Oppure per i dorsali: Trazioni alla lat-machine +
Pulley.
TRISET
Tecnica simile alle superserie, ma gli esercizi da eseguire sono tre, di
solito di uno stesso gruppo muscolare. Permette un grande esaurimento
muscolare. Questa tecnica si utilizza in genere su gruppi muscolari di
grandi dimensioni, che possono sostenere questi tipi di lavoro, come i
pettorali, i dorsali, i quadricipiti.
Valutazione funzionale
Con la valutazione funzionale viene monitorato l’andamento delle
prestazioni di un soggetto. Può tornare utile per valutare se il programma
sta procedendo nella direzione desiderata, soprattutto quando si vuole
aumentare la forza o la massa muscolare.
Per quanto riguarda il bodybuilding e per impostare le schede di
allenamento, sono importanti alcuni test che permettono di conoscere il
massimale in un dato esercizio. Come abbiamo visto nel capitolo 4, le
tabelle di allenamento tengono conto delle percentuali di carico rispetto al
carico massimo in un dato esercizio. Inoltre eseguire i test massimali alla
fine di ogni mesociclo può testimoniare l’aumento o la diminuzione della
forza di un atleta e consente di variare, su questa base, le variabili
dell’allenamento o dell’alimentazione.
Test 1RM
Si eseguono 5 ripetizioni, incrementando ad ogni alzata il peso. Si ricava
quale peso massimo è stato possibile sollevare dal soggetto.
Formula di Brzycki
Con questa formula si può ottenere il massimale del soggetto in modo
indiretto, attraverso il numero di ripetizioni effettuate con un dato carico.
1 RM teorico = carico sollevato / [1.0278 – (0.0278 x ripetizioni eseguite)]
Questa è solo una delle molte formule proposte dalla letteratura scientifica
per il calcolo del massimale. Dal nostro punto di vista può essere utile
come indice della capacità fisica di una persona. Riportiamo una tabella
che permette una stima veloce della intensità come percentuale della
ripetizione massima sulla base del numero di ripetizioni eseguite con un
dato peso. Dalla percentuale è facile risalire alla ripetizione massima
teorica: se con 50 Kg riesco ad eseguire al massimo 8 ripetizioni in un dato
esercizio, vuol dire che sono all’80% della ripezione massima. La
ripetizione massima dunque sarà 50 * 100 / 80 = 62,5 Kg.
Frequenza cardiaca
Questo parametro può essere utile per monitorare lo stato di affaticamento
e per impostare alcuni programmi di allenamento.
Partendo dal calcolo approssimativo della frequenza cardiaca massima
data da: 220 – età, possiamo ricavare delle percentuali di frequenza
cardiaca ottimale sulla base dell’obiettivo che si ha:
Per un allenamento cardiocircolatorio il 70-80% della FC Max
Per il dimagrimento il 60-70% della FC Max
Per un’attività moderata il 50-60% della FC Max
Fase di ipertrofia
Serie: 3/4
Ripetizioni: 6/12
Carico: al 60%-80% 1RM
Fase di forza
Serie: 4/5
Ripetizioni: 3/5
Carico: al 85%-100% 1RM
Quando dura una fase di massa? E una di forza?
Non esistono regole fisse o scientificamente stabilite.
In generale, per comodità, è bene impostare un macrociclo suddividendolo
in mesocicli di almeno quattro settimane ciascuno, tenendo monitorate
alcune misurazioni corporee che possono indicare quando è giunto il
momento di inserire una fase di scarico.
Queste misurazioni includono la temperatura corporea e il battito
cardiaco che sono le rilevazioni principali che indicano quando il corpo
inizia a stancarsi. Dunque possiamo impostare per esempio 8 settimane di
forza, con una progressione nei carichi come riportato sopra. E inserire una
settimana di scarico dopo le prime quattro settimane perché abbiamo
rilevato una temperatura corporea in diminuzione rispetto alle prime
settimane, oppure questa modifica si verifica dopo la sesta o la settima
settimana. Ogni fisico è diverso e risponde in modo diverso agli stimoli
allenanti, a parità di tutte le altre condizioni.
In merito alla fase di scarico è possibile definire un decremento del
volume allenante di tipo parziale, medio o forte, sulla base del livello di
stanchezza percepito. Una fase di scarico può durare una o più settimane
sulla base delle misurazioni effettuate.
Una fase di scarico di tipo parziale può consistere per esempio nel
ridurre solamente di una serie il lavoro da svolgere rispetto ad un
allenamento “normale”. Oppure si può ridurre il carico effettuato
riducendo la quantità di sforzo percepito: se si lavorava con l’80% del
massimale, utilizzare carichi del 70% del massimale a parità di serie e
ripetizioni rispetto al protocollo seguito.
Una fase di scarico di tipo medio può consistere nel dimezzare le serie
effettuate per un dato esercizio e nel ridurre del 10-15% i carichi utilizzati.
Una fase di scarico di tipo forte può consistere nell’eseguire solamente
esercizi di isolamento per un dato distretto muscolare, eseguendo 3 serie
per 12 ripetizioni con un carico pari al 65% del carico massimo. Anche in
questo caso non esistono delle regole fisse ma solo la pratica individuale e
le misurazioni possono determinare se ci si sta muovendo nella giusta
direzione.
GLI STEP DA SEGUIRE
Di seguito gli step da seguire per creare schede di allenamento inserite
all’interno della programmazione stabilita.
5) Si sceglie, per ogni mesociclo, il tipo di split routine oppure si opta per
sedute full body.
A seguire una serie di schede di esempio sulla base dei diversi protocolli.
In tutte le schede si utilizza un TUT di 2121, quindi con un esecuzione
lenta e controllata.
PROTOCOLLO DI FORZA
Martedì Riposo
Mercoledì Full Body Panca piana [3 serie @ 3-5 RM]
Military press [3 serie @ 3-5 RM ]
Rematore al pulley [3 serie @ 3-5 RM]
Curl manubri [3 serie @ 3-5 RM]
Spinte in basso al cavo [3 serie @ 3-5 RM ]
Leg curl [3 serie @ 3-5 RM]
Squat [3 serie @ 3-5 RM ]
Crunch [3 serie @ 15-20RM]
Giovedì Riposo
Venerdì Full Body Panca piana [3 serie @ 3-5 RM]
Military press [3 serie @ 3-5 RM ]
Rematore al pulley [3 serie @ 3-5 RM]
Curl manubri [3 serie @ 3-5 RM]
Spinte in basso al cavo [3 serie @ 3-5 RM ]
Leg curl [3 serie @ 3-5 RM]
Squat [3 serie @ 3-5 RM ]
Crunch [3 serie @ 15-20RM]
Sabato Riposo Attività aerobica
Domenica Riposo
Fase di forza. Sezione 1. Settimana 3
GIORNO MUSCOLI ESERCIZI
Lunedì Full Body Panca piana [3 serie @ 1-3 RM]
Military press [3 serie @ 1-3 RM ]
Rematore al pulley [3 serie @ 1-3 RM]
Curl manubri [3 serie @ 1-3 RM]
Spinte in basso al cavo [3 serie @ 1-3 RM ]
Leg curl [3 serie @ 1-3 RM]
Squat [3 serie @ 1-3 RM ]
Crunch [3 serie @ 15-20RM]
Martedì Riposo
Mercoledì Full Body Panca piana [3 serie @ 1-3 RM]
Military press [3 serie @ 1-3 RM ]
Rematore al pulley [3 serie @ 1-3 RM]
Curl manubri [3 serie @ 1-3 RM]
Spinte in basso al cavo [3 serie @ 1-3 RM ]
Leg curl [3 serie @ 1-3 RM]
Squat [3 serie @ 1-3 RM ]
Crunch [3 serie @ 15-20RM]
Giovedì Riposo
Venerdì Full Body Panca piana [3 serie @ 1-3 RM]
Military press [3 serie @ 1-3 RM ]
Rematore al pulley [3 serie @ 1-3 RM]
Curl manubri [3 serie @ 1-3 RM]
Spinte in basso al cavo [3 serie @ 1-3 RM ]
Leg curl [3 serie @ 1-3 RM]
Squat [3 serie @ 1-3 RM ]
Crunch [3 serie @ 15-20RM]
Sabato Riposo Attività aerobica
Domenica Riposo
PROTOCOLLO DI IPERTROFIA
Domenica Riposo
Fase di forza. Sezione 2. Settimana 2
Domenica Riposo
Fase di forza. Sezione 2. Settimana 3
GIORNO MUSCOLI ESERCIZI
Lunedì Parte alta Panca piana [3 serie @ 2-3 RM]
Military press [3 serie @ 2-3 RM ]
Aperture con manubri [3 serie @ 2-3
RM ]
Lat machine [3 serie @ 2-3 RM]
Curl manubri [3 serie @ 2-3 RM]
Spinte in basso al cavo [3 serie @ 2-
3 RM ]
Martedì Parte bassa Leg curl [3 serie @ 2-3 RM]
Squat [3 serie @ 2-3 RM ]
Calf raise [3 serie @ 2-3 RM]
Crunch [3 serie @ 15-20RM]
Mercoledì Riposo
Domenica Riposo
Esempio di seduta Full body con Giant Set, in due sedute A-B da ripetere
per quattro sedute settimanali secondo lo schema A-B-A-B: eseguire un
esercizio dopo l’altro, con carichi che permettono di eseguire 15 ripetizioni
massimo per un totale di 6 serie (in questa scheda). Riposo di due minuti
tra le serie
A
MUSCOLI ESERCIZI
Full Body Alzate Laterali [@ 15RM]
Giant Set Aperture Manubri [@ 15RM]
6 serie French Press [@ 15RM]
Lat Machine [@ 15RM]
Hammer Curl [@ 15RM]
Leg Press [@ 15RM]
B
MUSCOLI ESERCIZI
Full Body Rematore [@ 15RM]
Giant Set Panca piana [@ 15RM]
6 serie Military Press [@ 15RM]
Curl EZ Bar [@ 15RM]
Leg Press [@ 15RM]
Di seguito un altro microciclo in due sedute full body A-B, da ripetere per
quattro sedute settimanali, con schema A-B-A-B. In questo caso per la
seduta A abbiamo inserito una super serie per la parte bassa. Nella seduta
B la super serie riguarda gli esercizi per la parte alta del corpo.
A
MUSCOLI ESERCIZI
Full Body Rematore
[4 serie @ 6-8RM]
Parte Alta Riposo 1 minuto e 30 secondi
Carichi alti
Panca piana
[4 serie @ 6-8RM]
Riposo 1 minuto e 30 secondi
Military press
[4 serie @ 6-8RM]
Riposo 1 minuto e 30 secondi
Affondi [ 30 ripetizioni]
B
MUSCOLI ESERCIZI
Full Body Squat
[4 serie @ 6-8RM]
Parte Bassa Riposo 1 minuto e 30 secondi
Carichi alti
Stacco
[4 serie @ 6-8RM]
Riposo 1 minuto e 30 secondi
PETTORALI
- Push up (piegamenti sulle braccia)
- Chest press
- Panca manubri
- Panca inclinata manubri
- Aperture con manubri
DORSALI
- Trazioni
- Pulley
- Lat machine (presa stretta, presa larga)
- Rematore con manubrio
SPALLE
- Lento avanti manubri
- Alzate laterali manubri
- Alzate posteriori manubri
BICIPITI
- Curl manubri
- Curl bilanciere
TRICIPITI
- French press manubri
- Kick back manubri
- Push down
GAMBE
- Squat
- Affondi
- Leg press
- Leg extension
- Leg curl
ADDOMINALI
- Crunch
- Sit up su panca
- Crunch inverso
Lockdown
In questo libro si presuppone che le palestre siano aperte e si propongono
esercizi con alcuni macchinari tipici delle palestre.
In periodi di lockdown possiamo sostituire gran parte degli esercizi con
alcune attrezzature che possiamo utilizzare, o già avere, a casa: un set base
comprende una panca piana che sia anche reclinabile, un o più set di
manubri, una barra per trazioni.
Tutti oggetti facilmente acquistabili nuovi o usati. La cosa maggiormente
importante è dotarsi di carichi sufficienti a stimolare la crescita muscolare.
E’ possibile sostituire la mancanza di peso adeguato con l’aumento del
numero di ripetizioni. Questo garantisce miglioramenti soprattutto per chi
non è alla ricerca di aumentare la forza.
Per incrementare la forza si devono sollevare pesi in grado di spingere il
muscolo ad adeguare la sua capacità e la sua struttura al peso sollevato.
Vale sempre la regola che un pò di movimento è meglio di nessun
movimento.
Più complesso il lavoro da fare fuori dalla palestra relativo alle gambe in
cui dobbiamo sostituire le macchine come pressa, leg extension e leg curl
con squat e affondi, aumentando il numero di ripetizioni e usando anche
qui i manubri.
Se proprio non riusciamo a procurarci nessun attrezzo possiamo eseguire
esercizi a corpo libero come push up, crunch, squat, affondi e tutte le loro
infinite varianti che ci permettono quanto meno di tenerci in forma.
In questo caso vi consiglio di attenervi ad un piano che preveda
l’esecuzione di 50 push up o piegamenti al giorno, 50 squat a corpo libero
e 50 crunch e incrementare il numero sino ad arrivare alle 100 ripetizioni,
suddivise in serie di 20, 25: con mezz’ora al giorno vi sentirete come delle
tigri! Se non siete abbastanza allenate, ponetevi l’obiettivo di arrivare a
quel livello dopo uno o due mesi, partendo dal punto in cui siete e
incrementando di 10 ripetizioni ogni giorno o ogni settimana, in base al
vostro stato di forma iniziale. Il segreto risiede nella volontà di eseguire
una, due, tre ripetizioni in più ogni volta che ci si allena: i muscoli si
tonificano facendoli lavorare, sono fatti per quello, e nel frattempo
aumenta il metabolismo e il consumo energetico, come visto nei capitoli
relativi alla teoria.
BIBLIOGRAFIA
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Schoenfeld, Brad Scienza e sviluppo dell'ipertrofia muscolare, Firenze
(2017) Tit.Or.: Science and development of muscle hypertrophy (2016)
Schoenfeld, Brad M.A.X. Muscle Plan, Firenze, Olympian’s (2019) Tit.
or. The M.A.X. Muscle Plan (2013)
Schwarzenegger, Arnold, The new Encyclopedia of Modern
Bodybuilding, New York (1998)
Weineck Jurgen, L’allenamento ottimale, Perugia,2.ed. (2009),
Tit.or. Optimales Training, 15.Ed. (2007)
Weider Joe, Ultimate Bodybuilding (1988)
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