Il Crocifisso di Brunelleschi è una scultura lignea conservata
nella cappella Gondi di Santa Maria Novella a Firenze, attribuita al 1410-1415 circa. È in legno policromo ed è l'unica opera lignea pervenutaci di Brunelleschi. Secondo una storia quest'opera viene scolpita in risposta al Crocifisso "contadino" di Donatello, che il Brunelleschi aveva criticato per l'esasperato naturalismo. Sfidato da Donatello a fare di meglio, ha scolpito quest'opera, alla vista della quale l'amico fu colto da così tanta meraviglia da far cadere in terra le uova che teneva in grembo. Non sappiamo se questo racconto sia vero o no, ma certamente Brunelleschi non ha realizzato il suo crocifisso su precisa commissione poichè il Crocifisso è rimasto nella sua casa o bottega fino ad un anno prima della sua morte, quando ha deciso di donarlo ai frati domenicani di Santa Maria Novella. L'opera è caratterizzata da un attento studio dell'anatomia e delle proporzioni, con un risultato all'insegna dell'essenziale , che esalta la dignità sublime e l'armonia dell'opera. Rispetto all'opera di Donatello è più idealizzato e misurato, dove la perfezione matematica delle forme è eco della perfezione divina del soggetto. Le braccia aperte misurano quanto l'altezza della figura, il filo del naso sul volto punta al baricentro dell'ombelico, ecc. Il corpo venne modellato a partire dallo studio di un nudo, infatti non presenta il perizoma, che veniva aggiunto a parte con un drappo. Brunelleschi sarebbe così stato il primo a definire questa prassi poi comune nelle botteghe fiorentine del XV secolo. Secondo Luciano Bellosi, storico dell'arte italiano, l'opera sarebbe la prima opera rinascimentale della storia dell'arte, punto di riferimento per gli sviluppi successivi di Donatello e Masaccio.