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GEOGRAFIA DELLO SVILUPPO a.a. 2020-2021 Prof. Valerio Bini 1.

MAR 22/09/2020 –
PRESENTAZIONE DEL CORSO Studi di geografia: zone periurbane delle città africane e
della zona Sud di Milano Lezioni 10 in presenza e 20 in modalità on-line Lo sviluppo
non si promuove nello stesso modo in tutto il pianeta: ha implicazioni su ambiente,
spazio territorio Sviluppo parola ambigua. Ha tanti significati iniziate che hanno
impatto ambientali Approccio critico ai processi legati al processo di sviluppo
Cambiamento dell’ambiente e dello spazio Soprattutto dopo il 1945 Questione del
cibo. Quale cibo dove si dà il cibo… Apprendimento delle teorie relative alle strategie
di sviluppo Cooperazione internazionale. ONG. Libri: Studenti frequentanti: Prima
parte - Argomenti presentati a lezione. - Bignante E., Celata F., Vanolo A., Geografie
dello sviluppo, UTET, Torino, 2014. Seconda parte - Argomenti presentati a lezione. -
Un libro a scelta tra: Moore J. W., Patel R., Una storia del mondo a buon mercato,
Feltrinelli, Milano, 2018 Pettenati G., Toldo A., Il cibo tra azione locale e sistemi globali.
Spunti per una geografia dello sviluppo, Franco Angeli, Milano, 2018. Milanovic B.,
Ingiustizia globale. Migrazioni, disuguaglianze e il futuro della classe media, LUISS,
Roma, 2017. Terza parte (solo per gli studenti che sostengono l'esame da 9cfu) 1 -
Argomenti presentati a lezione. - Action Aid, Migrazioni, sicurezza alimentare e
politiche di cooperazione, 2017.
https://www.actionaid.it/app/uploads/2017/10/Report_Migrazione_Sicurezz… - Un
libro a scelta tra: Bini V., La cooperazione allo sviluppo in Africa: teorie, politiche,
pratiche, Mimesis, Milano, 2016. Dansero E. Bignante E., Scarpocchi C., Geografia e
cooperazione allo sviluppo, Franco Angeli, Milano, 2008. Duflo E., Banerjee A. V.,
L'economia dei poveri, Feltrinelli, Milano, 2012. Sviluppo è una parola polisemica.
Viene dalle scienze fisiche. Non indica un semplice crescita, ma faccio emergere uno
stadio di maturità. C’è una direzione da seguire e un punto di arrivo da raggiungere. Il
salto dalle scienze matematiche alle scienze sociali apre altri significati: sviluppo di un
processo che una società deve seguire per raggiungere una determinata
organizzazione. Dobbiamo allargare il nostro orizzonte: ogni società deve seguire un
processo sempre aperto alla ricerca del proprio benessere. Si traduce in cose molte
concrete come la denominazione sul grado di sviluppo delle società Concetto di Terzo
Mondo: rivoluzione francese la distinzione tra primo, secondo e terzo stato. Concetto
di paesi sviluppati e sottosviluppati. Il problema è la creazione di gerarchie. Paesi
industrializzati, sembra la strada maestra, è il concetto di industrializzazione. Concetto
di periferie: lettura politica: il centro esercita il potere, le periferie subiscono. Anni ‘80
del Novecento: metafora geografica del Sud del Mondo. Più neutro: paesi poveri,
paesi impoveriti L’espressione che si usa di più adesso è SUD GLOBALE. Non è più
evidente la linea che divide il nord e il sud. Ma si trovano sacche di povertà anche nel
nord del mondo. Per contro esistono centri di città africane come Nairobi e Lagos che
mostrano le stesse ricchezze e lo stesso sviluppo delle città del nord. Come si misura
lo sviluppo? Il modo più banale è il PIL (beni e servizi prodotti in un paese). Misura
esclusivamente l’economia formale e la ricchezza complessiva. Ma come questa
ricchezza si traduce in benessere? In realtà non c’è corrispondenza tra ricchezza e
benessere. È necessario tener conto, secondo Marzia Send, dell’indice di sviluppo che
comprende la speranza di vita alla nascita, il livello di istruzione, la possibilità di agire
liberamente, l’AGENCY: la capacità di azione dei singoli attori Tutto questo si traduce
nell’indice di sviluppo ISU. Valore che va da 0 a 10. I paesi scandinavi hanno saputo
coniugare crescita economica con gli investimenti nei servizi sociali (istruzione e
sanità). Gli USA non occupano una buona posizione, perché hanno sì un elevato
reddito pro-capite, ma la speranza di vita alla nascita è molto più bassa rispetto ai
paesi scandinavi. 2 L’incontro dei due mondi, quello occidentale dominante su quello
dello colonizzato ha prodotto delle conseguenze. 3. VEN 25/09/2020 – P Eccoci qua e il
passaggio importante perché è chiaro che ne primi decenni del 1850 fino al 1910 non
c'è gran che di vere politiche di sviluppo però abbiamo visto che iniziano più
lentamente ad emergere alcune idee: l'idea paternalistica fondamentalmente del
fardello dell'uomo bianco, l'idea di dover portare una civiltà si sviluppa. In particolare
si formalizza proprio nella seconda metà dell'Ottocento una vera e propria
consapevolezza e la parola sviluppo inizia ad essere usata proprio esplicitamente dai
politici per promuovere determinate iniziative. Si passa da una logica che è quella del
secondo 800 e l'inizio del 900 che era di puro estrazione delle risorse cioè i paesi
europei occupano militarmente i territori per controllarli. Dopo l’occupazione iniziano
a depredare le risorse portando via il più possibile. Tra le due guerre mondiali si
comprende però la necessità di fare strategia, organizzare l’estrazione delle risorse e
fare investimenti sulle infrastrutture e sulle persone. Esempio investimenti su sistema
educativo o sanitario. Due grandi imperi si spartiscono i territori dell’Africa: quello
britannico e quello francese. Due figure rappresentative: per l’impero britannico Fred
Lugard: Doppio mandato: profitto ed educazione. Fondo si sviluppo coloniale che
viene fondayo nel 1929. In Francia Sarraut introduce il termine valore/investimento.
Mantenere le colonie è molto dispendioso. È necessario fare investimenti, in
particolare sulla sanità, visto l’alto tasso di morte tra i funzionari bianchi. L’Africa
veniva chiamata la “tomba dell’uomo bianco”. Secondo Lugard l’uomo bianco deve
conquistare la fiducia dell’africano per poi guidarlo con più facilità. Come il territorio
nella nostra logica risponde a questi progetti di colonizzazione e di sviluppo. Non è un
discorso astratto ancora oggi troviamo il ragionamenro che la colonizzazione ha
portato un beneficiio. Due aspetti principali: - Cambio di nomi. Impostazione di nomi
diversi - Questo tipo di impostazione determina un nuovo assetto che torna utile ai
colonizzatori. Es: la costruzione delle ferrovie mira ad unire il territorio interno con la
costa per facilitare il trasporto delle risorse verso i porti dove nasceranno le grandi
città. A questo segue la ridefinizione dei confini amministrativi Questo tipo di logica è
opposta alla logica tradizionale che vedeva vicine popolazioni simili per cultura e
tradizione. Questa logica ha separato popolazioni simili e avvicinato popolazioni
diverse. Ha portato una diversa concezione dello spazio. La colonizzazione ha avuto
un effetto positivo? Trovare la risposta in questi termini non ha molto senso: la
colonizzazione ha perseguito un proprio progetto funzionale agli obiettivi che in alcuni
casi sono stati raggiunti mentre in altri no. 5 Gli stati Africani ancora oggi devono
affrontare le conseguenze portate dalle scelte fatte nel periodo coloniale. Il potere
delle infrastrutture, rappresentato da un autore africano, secondo cui la ferrovia
rappresenta ancora la spina dorsale del Kenya, dove la capitale viene fondata a metà
strada tra l’interno e la costa. Lo sviluppo coloniale dunque prevede un nuovo ordine
finalizzato al controllo: - nuovo assetto territoriale; - una trasformazione fisica del
territorio: piantagioni (importazione di caffè, the), miniere (oro), infrastrutture (dighe),
aree protette (Foresta Mau = riserva di legno da destinare a combustibile e per le
traversine per la ferrovia); - l’aspetto urbano è uno degli aspetti più importanti:
vengono costruite nuove capitali, dove la popolazione bianca era separata da quella
nera. Le zone più alte (plateau) delle città erano riservate alla popolazione bianca per
motivi di salubrità. Mentre la medina, quartiere tipico con strade tortuose, vicoli e
muri era il quartiere indigeno. Nel 1914 durante l’ultima ondata di peste a Dakar viene
abbattuto il quartiere indigeno, perché ritenuto malsano, e ricostruito con una maglia
ortogonale. La maglia ortogonale offriva ai colonizzatori un maggiore e migliore
controllo del territorio. il bungalow è la tipica abitazione dei colonizzatori. Diga di
Markala sul Niger Passaggio ulteriore: c’è una potenza emergente: gli Stati Uniti. La
Rockefeller Foundantion, organizzazione privata che opera filantropicamente, ma con
scopi economici. La fondazione, con una parte dei profitti della società, aiuta le
persone in difficoltà. Lo sviluppo impostato avrà conseguenze per i decenni successivi
1 caso: Cina. Nel 1922 la Rockefeller finanzia l’Istituto delle Relazione per il Pacifico che
aiuta i paesi asiatici e in particolare la Cina ad uscire dal controllo del colonialismo.
L’impostazione è la tipica impostazione “Top Down”, cioè dall’alto, che prevede un
massiccio investimento statale, per avviare lo sviluppo, seguire il percorso seguito
dagli Stati Uniti e accorciare il gap. Ci sono delle competenze tecniche finanziate dalla
Rockfeller Foundation che fanno vincere questo modello che si tradurrà in un piano
triennale dello sviluppo dell’industria pesante. Dietro questa logica c’è il concetto di
“tabula rasa”. Lo sviluppo si costruisce da zero. La scelta non è neutra, significa negare
totalmente quello che già esisteva sul territorio. (Rockefeller Foundation) - Pensare
alla Cina come se fosse creta. (V. Mudinbè) - Colonialismo e colonizzazione derivano
dalla parola latina “colere” = coltivare. (Rockefeller Foundation) - Il Messico nei primi
anni del Novecento vive una serie di conflitti politici interni. La popolazione è afflitta
da gravi problemi di ingiustizia sociale e povertà. La preoccupazione dell’elite
economica statunitense per i problemi del vicino Messico, spinge la Rockefeller
Foundation nel 1943 ad iniziare attività per aumentare la produzione, aumentare il
cibo e quietare le insurrezioni popolari. Viene inviato un giovane biologo, Norman
Ernest Borlaug, che sarà poi considerato il padre della così detta “Rivoluzione Verde”, il
quale avviò coltivazioni di grano con maggiore resa e più resistenti alle condizioni
climatiche mesoamericane attraverso modificazioni genetiche. Questo ha significato
imporre la coltivazione del frumento al posto del mais e modificare le abitudini
alimentari e la cultura. 6 Il progetto riesce, nel senso che si ottiene una maggiore
produzione di frumento, ma cambia l’assetto territoriale di un paese. Politiche di
sviluppo e controllo politico per portare i paesi dalla propria parte. Discorso di
Truman che individua nello sviluppo l’agenda globale per tutti i paesi. Seguire le
politiche di sviluppo nei Prossime lezioni: evoluzione delle fasi di sviluppo: - 1945-
1973: gloriosi 30 fase di forte crescita. Dualismo USA/URSS + nuovi stati indipendenti
dell’Africa che negli anni ‘60 cercano di costruire una loro agenda, un terzo polo. Data
simbolo è il discorso di Truman. Teorie e pratiche che vengono formate in questo
periodo. Secondo Truman il mondo è diviso in due parti paesi sviluppati e paesi
sottosviluppate. I paesi sviluppati hanno il compito di guidare i paesi del terzo mondo
verso la modernizzazione. Due grandi teorie: 1) rimanda al capitalismo e al socialismo;
2) teoria della modernizzazione, secondo cui gli stati sottosviluppati devono accettare
il potere esterno dei paesi sviluppati. Questa teoria rimanda alla teoria della
dipedenza, ovvero gli stati sottosviluppati sono tali, proprio perché sono mantenuti
nella loro condizione dai paesi sviluppati, da cui devono emanciparsi. - Tutte queste
teorie condividono il fondamento dello Stato come soggetto guida del paese. - 1973-
1979: crisi - 1980- 1989: politiche di aggiustamento - 1990 ad oggi: fase della
globalizzazione 4. MAR 29/09/2020 – P Le iniziative delle politiche di sviluppo
prendono il via già in età coloniale. Da una pura fase di sfruttamento si passa ad una
fase successiva che sostiene la necessità di investire sulla costruzione di
infrastrutture, sulla sanità e sull’istruzione. Inquadrare il pensiero delle popolazioni
locali funzionale alle logiche occidentali L’elite africana sarà quella che poi arriverà alla
conquista della decolonizzazione Nel libro “L’ambigua avventura” si racconta di una
famiglia nobile africana che deve decidere se mandare in propri figli alla scuola dei
bianchi. La regina decide per il si, perché “vuole che i propri figli imparino l’arte di
vincere senza avere ragione”. La colonizzazione è tutta negativa? La domanda non va
posta in questi termini. La colonizzazione riorienta lo spazio e il territorio verso la
finalità si estrarre le risorse, pertanto le strutture e le infrastrutture sono costruite e
organizzate in questo senso. Si è creata una nuova geografia. La forza dei paesi
colonizzatori è stata possibile perchè c’è stato un retroterra coloniale che ha fornito
risorse e forza lavoro a basso costo. L’altro punto è quello della fondazione
filantropica privata Rockefeller: - Anni 20/30 del Novecento con base negli Stati Uniti e
interessi in Messico; - Ruolo chiave nello sviluppo contemporaneo; 7 Due tre
considerazioni Il sottosviluppo è un problema interno Esiste un unico percorso che ti
può portare allo sviluppo L’ostacolo allo sviluppo è un problema socio-culturale.
Mentre oggi si tende alla valorizzazione delle culture locali, allo sviluppo della piccola
industria. La modernizzazione deve essere finanziata da investimenti esteri, attirando
le imprese multinazionali. Elemento chiave “industrializzazione su invito”. Passaggio
diverso rispetto all’epoca coloniale. L’esportazione è la strategia chiave. Aumento della
produzione agricola. Esempio: Costa d’Avorio. Diventa indipendente nel 1990. Sale al
potere F.H. Boigny che rimane al potere fino al 1993. Il paese punta all’esportazione
agricola: caffè e cacao. Inizialmente il sistema funziona, ma negli anni 80 sopravviene
la crisi. Piantagioni familiari su tante famiglie tante arrivano dal Burkina Faso. Si
producono polarizzazioni sociali (tra chi è dentro e chi è fuori il sistema), regionali (tra
nord e sud) e tra città e campagna. 5. GIO 01/10/2020 – STRATEGIE A.
MODERNIZZAZIONE B. DIPENDENZA La modernizzazione porta a puntare
sull’esportazione, ovvero puntare su capitali esteri che sovvenzionano attività di
produzione finalizzate all’esportazione, comporta la competizione tra due tipi di
agricolture: una agricoltura di esportazione, solitamente si tratta di monoculture (cash
crops) che però vanno a scapito delle coltivazioni tradizionali e diversificate per il
consumo locale e l’alimentazione delle famiglie (food crops). La produzione di
monoculture va anche a scapito della biodiversità. La perdita della biodiversità è una
problematica attuale, mentre negli anni 60 non era considerata. La monocultura si
manifesta attraverso le piantagioni sostenute dai capitali privati stranieri delle
multinazionali. Altro modello di produzione monoculturale è gestita da varie famiglie,
il territorio è spezzettato e sono organizzate dallo Stato per ricevere sementi, concimi
e diserbanti. Lo stato si occupa del raccolto e paga al coltivatore il prezzo concordato.
Molto importante: il secondo modello punta comunque alla produzione di un solo
prodotto destinato alla esportazione. A scala più ampia divide il paese in aree
produttive e aree meno produttive che vengono trascurate e abbandonate e di
conseguenza rese ancora più povere. Questione ambientale. Per fare spazio alle
monoculture devo diboscare la foresta con la conseguente perdita di biodiversità e
l’inquinamento prodotto dai prodotti chimici. La competizione tra cash e food crops
porta verso l’aumento della parte di popolazione sottonutrita. 10 Esempio produzione
del caffè in Uganda: ripercorriamo la catena economica dal guadagno del produttore
fino alla vendita nei supermercati. Legame tra questo modello e gli interessi
geopolitici. Esempio del Guatemala. Siamo negli anni della dittatura 1931-45 È
presente un’impresa americana, la United Fruit Company, che possedeva la maggior
parte delle terre. Il modello è quello della piantagione. Dopo la fine della dittatura il
nuovo presidente comprende la necessità di redistribuire le terre. Sequestra le terra
alla U.F.C. per procedere alla distribuzione. Questo non va giù agli Stati Uniti, che con
la CIA avvia un colpo di stato che depone Guzman e elegge un presidente funzionale.
Citazione di passaggio. NKrumah, presidente del Gahana, nel 1965 pronuncia questa
frase “il neo- colonialismo come ultimo stadio dell’imperialismo”. Sottolinea una cosa
nuova: i paesi africani hanno raggiunto l’indipendenza, ma di fatto non quella
economica. Il suo sistema economico e di conseguenza la politica risaltano dipendenti
dall’esterno, da imprese estere o dalla presenza dei governi dei paesi coloniali. Il
Ghana è uno dei paesi che fa una scelta diversa. La teoria che si contrappone alla
teoria della modernizzazione è quella della dipendenza. La teoria della dipendenza
viene fuori, nel 1948, da una Commissione Economica per l’America Latina, che nasce
in seno alla Nazioni Unite e che ha sede a Santiago del Cile. Punti di riferimento sono
R. Prebisich, C. Furtado, A.Frank e S.Amin. Si parla di teoria centro – periferia. Questi
autori applicano a scala globale l’impostazione che Marx fa di una singola società. I
paesi centrali si arricchiscono sfruttando il lavoro dei paesi periferici. Mettono in
evidenza le parole: squilibrio, disparità. Il punto di vista è opposto a quello di Truman.
Il sottosviluppo è causato dal capitalismo, dalla ricchezza di alcuni paesi. Sviluppo e
sottosviluppo sono due faccia della stessa medaglia. La medesima conferma si ha
dall’esperienza del caffè ugandese: il contadino ugandese non è povero perché
arretrato, ma è povero perché è pagato una miseria. Il sistema mondo diviso in tre
fasce: centro, periferia e semiperiferia. Diversità di approccio di scala. La teoria della
modernizzazione riguarda il tuo paese. Qui la scala di analisi si amplia, è necessario
guardare anche ai paesi investitori che hanno interessi nel mio mercato Si parla di
scambi ineguale: il Guatemala vende dei prodotti a basso costo, ma è costretto ad
importare i prodotti necessari a prezzi più alti. La risposta è potenziare il settore
produttivo locale, per non dover importare gli altri beni necessari al benessere. La
risposta è il self-reliance, ovvero la sostituzione dei beni importati con beni prodotti
localmente. Come si fa questa sostituzione? Attraverso grossi interventi statali,
nazionalizzazione dei settori strategici. Controllo statale delle miniere e delle terre.
Parte dei problemi che avrà Allende in Cile dipenderà dalla volontà di nazionalizzare le
miniere e ottenere il controllo delle risorse minerarie. Questo non andrà bene agli
Stati Uniti. 11 Molti di questi paesi che puntano sulla self- sono quelli che animano il
gruppo dei paesi non-allineati. Non si schierano sotto l’ala della Unione Sovietica, ma
tentano di intraprendere una terza strada indipendente. Nel 1964 viene creata
l’Agenzia delle Nazioni Unite UNCTAD, l’altra faccia del GATT, che mette insieme
commercio e sviluppo. Altro attore importante è il G77, proprio per sottolineare il
fatto che molti paesi sono coinvolti. Gahana: per sviluppare il settore industriale è
necessario produrre energia elettrica. Viene costruita una grande diga che porta alla
creazione di un lago artificiale, forse il più grande al mondo. Progetto già pensato in
epoca coloniale dagli inglesi. Dal punto di vista operativo porta alla creazione di
industrie tessili di proprietà statali. Il progetto si avvia bene, ma successivamente
entrerà in crisi. La forte presenza dello stato si rivelerà problematica. Dal punto di
vista del cibo: si ricerca l’autosufficienza alimentare. Gli stati africani sono stati creati
dalla divisione coloniale, prima non esistevano. Ora ottenuta l’indipedenza devono
ricercare la legittimazione da parte delle popolazioni. Il modo è produrre cibo per
tutti. Attraverso i prestiti internazionali si possono avviare tutti i progetti di sviluppo.
Mali. Fiume Niger. Elemento straordinario di questo fiume è il delta interno che offre
le possibilità, attraverso la costruzione di dige, di uno sviluppo agricolo. Venne
realizzata negli anni trenta la diga di Markalà che serviva alle industrie francesi per la
produzione a basso costo del cotone da destinare all’esportazione. Il presidente Keita
negli anni 60, vuole destinare i terreni coltivati a cotone, alla coltivazione del riso per
soddisfare i bisogni alimentari della popolazione. Ma di fondo resiste il concetto della
monocoltura, c’è solo un cambio di produzione si passa dal cotone a riso. Quando noi
vediamo una trama regolare, c’è sempre un intervento dello stato. Il modello è
sempre di grandi azioni imposte dall’alto. Tiriamo le somme. Ha funzionato questo
dirigismo statale nei paesi in via di sviluppo? Nella prima fase ci fu un rilevante
sviluppo economico e della crescita della speranza di vita. Avvicinamento delle aree
più povere a quelle più ricche. Il divario diminuisce. Brasile applicando questa
strategia della sostituzione delle importazioni punta ad una modernizzazione delle
industrie del paese. Costruzione della nuova capitale, Brasilia, più centrale e moderna.
La pianta della città ha forme regolari e ricorda un aeroplano. Questo sottolinea l’idea
di sviluppo guidato da un potere forte centrale. 6. VEN 02/10/2020 – Contraddizioni di
questo modello: autonomia del singolo stato e volontà di pianificazione molto forte
del territorio che cancella la trama originaria. Le culture precedenti sono considerate
un po’ arretrate. Es: Zanzibar: per rispondere alla domanda di abitazioni decide di
costruire una serie di edifici (sul modello sovietico) che si sovrappongono alla città
precedente culla di incroci di varie culture africana, araba, indiana. Contraddizione
architettonica. 12 In particolare nei paesi latino-americani e nei paesi sub-sahariani il
sistema diventa sempre più indebitato. Il punto di partenza è una questione politica
legata al petrolio e alle risorse finanziarie. Il terzo elemento riguarda la crisi socio-
ambientale. Il sistema che avevamo impostato sembrava potersi sviluppare all’infinito:
risorse a basso costo e riversamento degli inquinanti nell’ambiente. La prima avvisagli
è stata data della crisi petrolifera: si era compreso che il petrolio non è una risorsa
illimitata e soprattutto che è concentrata in alcune zone ristrette. Altro segnale è stato
dato dall’inquinamento atmosferico. Il grande smog di Londra. Nel dicembre del 1952
a Londra l’inquinamento provocato dal carbone è talmente elevato che per 4 giorni
non si vede nulla. Prima legislazione nel Regno Unito è a metà degli anni 50 e poi nel
1964. In Italia la prima legge anti-smog è del 1966. Queste leggi significano che si
comincia ad avere la percezione che qualcosa in questo modello sviluppo non
funziona. L’ambiente non fa solo da sfondo agli attori economici chiamati in causa, ma
è esso stesso attore, che partecipa attivamente e influenza le politiche e le azioni. Crisi
socio-ambientale: dal secondo dopo guerra in avanti non è più possibile scindere
l’elemento ambiente dall’elemento uomo, tanto che si parla di una nuova fase ovvero
dell’inizio della nuova era geologica chiamata Antropocene: l’azione umana che
influenza il contesto ambientale. Film del 1964: “Mary Poppins” rispecchia proprio
l’epoca in cui è ambientato, risente del clima culturale di quegli anni. Tutto è giocato
sul tempo-meteo. Lo smog, gli spazzacamini, il fumo, il vento che spazza via le nubi.
Canzone finale: il senso di liberazione, c’è il lieto fine….l’aquilone che vola. La mamma
che rivendita il voto alle donne. Un film apparentemente innocente che mette in luce
il sistema politico- economico-finanziario e le problematiche di inquinamento. Altro
punto. Cambia la prospettiva cambia sul pianeta: oltre alle problematiche legate
all’inquinamento ambientale e alla convinzione dello sviluppo positivo, abbiamo
l’uomo che riesce ad andare nello spazio. Gagarin, astronauta russo, nel 1961 vola in
orbita nello spazio. Altra spedizione americana: dall’orbita attorno alla Luna, si vede la
Terra che sorge. Forte contrapposizione tra Terra e Luna. La Terra appare piccola e
chiusa. Siamo tutti in quel piccolo pianeta. Ultimo elemento è il fatto che nelle zone in
via di sviluppo, sostenute dai una spinta positiva, il 1973 è un anno simbolo.
L’equilibrio non è più garantito. Legame tra popolazione e risorse, è una questione
ambientale o sociale? Altro simbolo della crisi in atto è la carestia in Etiopia tra il 1983-
1985. Nell’immaginario collettivo si fa strada l’idea di un’Africa povera. 7. MAR
06/10/2020 – 15 Il passaggio importante è il punto 9 della Conferenza di Stoccolma del
1972: “le carenze ambientali generate dalle condizioni di sottosviluppo e i disastri
naturali pongono gravi problemi e possono essere rimediati al meglio attraverso uno
sviluppo accelerato che si realizza attraverso il trasferimento di quantità sostanziali di
assistenza tecnologica e finanziaria”. Questo è un punto di vista importante perché
poi cambierà il punto di approccio. Oggi non diremmo più che lo sviluppo accelerato è
la soluzione al danno ambientale. Anzi ambiente e sviluppo è vissuto in maniera
conflittuale. Secondo Indira Gandhi, la più grande minaccia per l’ambiente non è la
povertà? È necessario avviare lo sviluppo del terzo mondo in modo da diminuire
l’impatto ambientale di questi paesi. Ultima considerazione è la creazione dell’UNEP.
Nel suo sito, nella sezione scienza e data c’è la possibilità di trovare informazioni sul
clima, sui paesaggi di foresta intatti. È un punto di raccolta di dati importanti per
trovare informazioni utili per la tesi di laurea. Da questa conferenza usciranno i primi
programmi ambientali. Produce una serie di effetti pratici. Sempre nel 1972 altro
elemento che individua un cambio di prospettiva è il rapporto elaborato dal MIT “The
limits of growth” (= I limiti dello sviluppo). Che cosa fanno questi studiosi? Identificano
5 variabili: popolazione, risorse non rinnovabili, inquinamento, cibo e prodotto
industriale, per capire come andranno e quali saranno gli scenari. Se non
intervengono cambiamenti nelle scelte politiche prevedono che, entro il 2000, la
disponibilità di cibo comincerà a diminuire con l’aumentare della popolazione
mondiale. Lo stesso accadrà per la produzione industriale e per l’inquinamento. Tutte
queste variabili aumentano fino a raggiungere un picco per poi subire un drastico
calo. La previsione degli studiosi è catastrofica. Se non verrà cambiato orientamento si
creerà uno squilibrio tra popolazione e risorse disponibili. La disponibilità di cibo per
tutti non sarà più sufficiente e quindi si andrà incontro al collasso del sistema. Le
stime fatte dagli studiosi erano sbagliate. Sono intervenute innovazioni tecnologiche,
probabilmente le variabili erano più di 5. Quello che è importante tenere a mente per
noi, al di là del fatto che non siamo di fronte a questo crollo improvviso, è che si tratta
della prima volta che degli scienziati iniziano ad avvertire che la crescita non è infinita,
ma che bisogna fare i conti con alcune variabili che non sono illimitatamente
disponibili. La disponibilità di cibo può crescere fino ad un certo punto.
L’inquinamento produce una serie di problematiche che vanno gestite. L’aspetto
importante è la scelta di un modello di sviluppo da proiettare su lungo periodo. Siamo
nei primi anni 70. Emerge questa preoccupazione dell’impatto ambientale e viene
elaborata questa equazione, che non è una equazione, ma viene chiamata così IPAT:
lmpatto ambientale = popolazione *consumi * tenologia L’impatto ambientale cresce,
se più cresce la popolazione e più crescono i consumi e la tecnologia. RAPPORTO TRA
POPOLAZIONE E SVILUPPO 16 Tutti si iniziano a rendere conto che improvvisamente
la popolazione sta avendo una crescita esponenziale. Oggi di fatto abbiamo una
popolazione che cresce di un miliardo ogni decennio. Abbiamo 2 teorie principali. Da
una parte abbiamo le teorie maltusiane. Si crea uno squilibrio tra la popolazione e le
risorse disponibili. Al lato opposto ci sono le teorie che sostengono che una crescita
della popolazione porti con se un danno e dal punto di vista dello sviluppo un danno
ambientale. Di solito si associano queste teorie a Ester Bouserup che sostiene la
crescita demografica stimola l’innovazione e il miglioramento delle tecniche agricole.
Quindi vede una lettura opposta e positiva della crescita demografica. Quello che è
importante è introdurre una relazione complessa tra crescita della popolazione e
risorse. Il problema non strettamente legato alla crescita della popolazione. Il numero
della popolazione a volte diventa un alibi per altre problematiche. Tre aspetti: 1.
Perché la popolazione cresce nell’arco di pochi decenni? Qual è la dinamica della
transizione demografica? 17 significa un forte indebitamento privato, che, dove non
ha funzionato la rivoluzione verde, ha messo in difficoltà i contadini e le loro famiglie.
Indebitamento anche pubblico poiché lo Stato si espone in prima persona per
finanziare questi progetti. Il secondo punto è quello più importante. Questa
polarizzazione amplifica le diseguaglianze tra gli strati sociali e tra le zone dove viene
applicata la rivoluzione verde. Si va ampliando il divario tra grandi e piccoli proprietari
terrieri. Questo sistema funziona su superfici molto ampie e fertili. La piccola
agricoltura familiare è il perdente di questo sistema. È importante la scala di
applicazione. Polarizzazione anche tra stati. Sono vincenti quegli stati che hanno al
loro interno grandi distese fertili. Altro elemento poco considerato ma importante è
l’amplificazione della distanza uomo/donna. Dove funziona la rivoluzione verde
alleggerisce anche il carico delle donne, ma privilegia la figura maschile a cui è sono
destinati la conduzione e i finanziamenti. L’aumento della tecnologia provoca
disoccupazione rurale, il che significa migrazioni, cioè che a breve i contadini
migreranno verso per le aree urbane alla ricerca di una qualità di vita migliore. Terzo
punto critico che va sottolineato è l’impatto ambientale, perdita di biodiversità e
inquinamento. Investire in pochissimi prodotti ad altissima resa porta ad un
abbattimento della biodiversità. Questo modello tecnico centrato sulla tecnica ha una
serie di conseguenze ambientali: le Nazioni Unite cercano di risolvere queste
problematiche avviando una produzione sostenibile di cibo e cercando si preservare
la biodiversità e le risorse di acque. Puntare su un unico prodotto produce anche una
perdita di valori socio-culturali. Si indirizzano le persone verso una alimentazione
standardizzata e globalizzata. Si tratta di una agricoltura molto orientata al
commercio. John Steinbeck – Furore: libro in tema con l’argomento. Racconta la crisi
socio-ambientali del Nord America degli anni 20 a seguito dell’eccessivo sfruttamento
delle terre. Seconda fase di questa crisi che inizia negli anni Settanta. Il passaggio più
importante avviene a livello di attori. Finisce l’epoca in cui lo Stato era il soggetto forte.
Lo stato diventerà il nemico. Attori fondamentali diventeranno i privati, gli individui, il
mercato, le istituzioni internazionali come la BM Banca Mondiale e il FMI Fondo
Monetario Internazionale che traineranno le politiche di sviluppo di questo periodo.
Questo mix di azioni degli organismi internazionali finanziari, del mercato, dei privati
va sotto il nome di WHASHINGTON CONSENSUS. Questa espressione è stata coniata
per sintetizzare il discorso sul NEO- LIBERISMO, cioè una forma economica liberista
che punta alla libertà dei mercati in una versione aggiornata e più forte, senza l’aiuto
dello stato. Il simbolo di questa politica sono il presidente USA R.Reagan e il Primo
Ministro del Regno Unito M. Thatcher che segneranno la politica degli anni Ottanta.
Dal punto di vista dei paesi in via di sviluppo la questione è di crisi del debito da cui si
prova ad uscire attraverso l’aggiustamento strutturale (domanda da esame). Quale
condizionalità vengono messe in essere 20 per risolvere la crisi dalla BM. Esempio
della Grecia: quali condizionalità sono concesse per ristrutturare (rinegoziare) il debito
nei confronti del sistema finanziario internazionale. È quello di cui si parla qui in Italia,
attualmente, quando si parla del MESS. Se in qualche modo farsiprestare dei soldi
dall’UE. A che prezzo politico vengono prestati determinati soldi? Altro punto è la
codificazione della questione ambientale. Negli anni 80 diventa più forte l’attenzione
sullo sviluppo sostenibile con la redazione del rapporto BRUNDTLAND. Ci fermiamo
sulla prima parte, che è quella che condiziona in maniera forte le politiche di sviluppo,
la vita stessa delle persone nei paesi in via di sviluppo. Siamo davanti ad una forte crisi
dei debiti, anche a seguito della concessione di presti facili con tassi di interesse molto
bassi. I paesi in via di sviluppo con questi soldi hanno fatto alcuni investimenti
importanti ma anche poco produttivi (consumo interno, armi, malversazioni, fuga di
capitali). È diventato sempre più difficile restituire i prestiti. Tra l’altro si aggiunge il
rallentamento dell’economia mondiale che provoca un crollo dei prezzi delle materie
prime esportate dagli stessi paesi in via disviluppo. Meno domanda vuol dire prezzi
più bassi e se tu sei un paese che produce solo quel prodotto, evidentemente vai in
difficoltà. L’innesco della crisi è poi un innesco politico. Cambiano le politiche
monetarie e finanziare. Soprattutto gli USA avviano politiche deflazionistiche. Si alzano
i tassi di interesse, e i soldi vengono prestati con meno facilità. Praticamente vengono
tolti soldi dal mercato. Esempio: il Messico nel 1982, dichiara che non ce la fa a
restituire il debito. Di fronte ad una crisi cosa si fa? - Non si paga il debito? Non è
un’opzione molto concreta. Può accadere quando si ha un radicale cambiamento
politico (es. Russia del 1917 - Cina del 1949 - Cuba 1959). Ma in questo caso si paga
con l’esclusione dalle politiche internazionali. - Si chiede una ristrutturazione del
debito attraverso le politiche di aggiustamento strutturale. Per rinegoziare le
condizioni del prestito è necessario avviare delle politiche di neoliberiste per favorire
la crescita economica e ridurre la spesa pubblica (istruzione e sanità). Questo significa
più mercato, meno stato. Tagliare i servizi pubblici in Italia ha provocato delle
problematiche a cui più o meno siamo riusciti a far fronte. Vengono privatizzate le
società pubbliche. Nei paesi in via di sviluppo le società pubbliche vengono comprate
dalle grandi multinazionali estere. È necessario puntare sull’esportazione di pochi
prodotti per fare cassa. Non viene più protetto il mercato interno, ma vengono favoriti
investimenti esteri. Svalutazione della moneta. La sintesi è che i conti pubblici dei
paesi in via di sviluppo si aggiustano, si parla di decennio (1980-1990). Ma chi paga
questo riequilibrio? La gente comune con l’impoverimento dei servizi sociali garantiti
prima dallo stato. Ultimo passaggio che riguarda il contesto. La crisi sociale ha avuto
un impatto molto forte sulla vita pubblica. Tante persone arrivano a concentrarsi nelle
aree urban, nell’arco di 20 anni abbiamo un 1 21 miliardo di persone che si spostano
verso le città. Ciò avviene maggiormente in Asia Meridionale, in Africa e in Sud
America. 9. VEN 09/10/2020 – 2020 – IMPORTANTE NON C’E’ SUL LIBRO Questione del
debito e dell’aggiustamento del e le ricadute sulle strutture territorio. Rivoluzione
Verde: esempio migliore per capire come le riforme hanno impattato sullo sviluppo
del paese. Conseguenza positiva per l’aumento di produzione e di produttività.
Conseguenze negative: la disuguaglianza sociale, inquinamento, indebitamento dei
paesi in via di sviluppo. Fragilità del marcato basato su pochi prodotti. Soluzioni per
risolvere l’indebitamento. Il problema è lo Stato: è necessario tagliare la spesa
pubblica, esempio sanità e istruzione, e incentivare il libero mercato. Il libero mercato
ha però provocato un rallentamento nella crescita sociale degli indici di
sviluppo/benessere. Crescita della popolazione urbana per migrazione dalla
campagna. Fattori di emigrazione: impoverimento delle campagne e dei piccoli
agricoltori Fattori “PULL” attrattive che offrono le città in ambito economico e socio-
culturale. La possibilità di accedere a determinati consumi. Esempio film “Miracolo a
Milano” affresco sulla nascita dei “quartieri informali” Oggi, nel mondo, 800 milioni di
persone vivono nei quartieri informale Foto del confine tra Togo e Ghana. - Città di
Lomè, in Togo, quartiere regolare e pianificato. - Dall’altra parte del confine in Ghana
città di Flau, quartiere cresciuto spontaneamente, disordinato e Definizione di SLUM
quartiere informale secondo l’ONU: aree prive di uno di questi elementi: 1. abitazioni
di natura permanente 2. spazio vitale (non più di 3 persone per stanza) 3. accesso
all’acqua potabile 4. servizi igienici 22 Misto di situazioni di slancio positivo e altre
meno. Esempio del Kenya: regime monopartitico fino al 1992 di Moi, che comunque
viene eletto con elezioni libere per due mandati consecutivi, governando per un
decennio. Nel 2002. Si capiscono due cose importanti: il nuovo governo capisce che il
vecchio partito monopartitico aveva fatto un uso personale delle risorse. Come ad
esempio la conversione di ampie zone della foresta Mau in terreni agricoli, in
concomitanza con le elezioni, in modo da ottenere voti in cambio di terre da coltivare.
Dalla fine degli anni 90 la Banca Mondiale, si rende conto che i finanziamenti concessi
sulla base dei tagli alle spese pubbliche per incentivare le imprese private, non sono
adatti a risanare i bilanci e a promuovere la crescita dei paesi in via di sviluppo. È
necessario condonare parte del debito in funzione di cambiamenti politici, cercando
di favorire la cosiddetta Good-Governance. Attenzione alla riduzione della povertà. I
paesi in via di sviluppo non possono pagare interessi esorbitanti ed esercitare tagli
sulla sanità e sul sociale. Il movimento internazionale per la difesa dei diritti civili e per
la lotta alla povertà, il cambiamento di direzione della BM e del FMI portano verso una
nuova politica. Per alcuni paesi particolarmente poveri e indebitati è possibile la
cancellazione del debito a condizione che si mantengano i principi della Good-
Governance e vengano redatti dei documenti dove vengano esposte le strategie e le
iniziative per la lotta alla povertà. Si afferma l’obiettivo di ridurre e azzerare la povertà.
Accade il contrario di quello che era stato richiesto prima: la strategia per risanare i
bilanci consisteva nel taglio delle spese sociali, ora si chiede la riduzione della povertà.
La logica è rovesciata: sono i paesi in via di sviluppo che devono impegnarsi a redigere
il Pvery Redaction Strategy Paper. Il documento non è più imposto dall’esterno. Altro
elemento importante soprattutto dagli anni 2000 in poi: la società civile inizia ad
essere considerata un elemento fondamentale. GOOD-GOVERNANCE = sistema di
governo che deve garantire i diritti la partecipazione della società civile, trasparenza
sulle regole, accesso agli atti pubblici, efficienza e tempestività nelle risposte. Fase
storica completamente diversa. Senza una buona politica non ci può essere un buon
sviluppo. L’indice di sviluppo umano che vuole superare il PIL che guarda solo
all’aspetto economico. Quindi accanto al discorso politico interviene una
trasformazione, economica, tecnologica: la globalizzazione. Ci concentreremo
sull’aspetto economico, sulla trasformazione degli stati. A partire dagli anni 80 avviene
un processo di divisione degli scenari: alcune aree si sviluppano più velocemente di
altre. L’Africa sub- sahariana in particolare e il sud-America subiscono una battuta di
arresto nel processo di sviluppo, anzi possiamo affermare che l’Africa subisca una
regressione. Il vero boom riguarda l’Asia Orientale, in particolare paesi come la Cina,
Corea del Sud e Hong-Kong, che esportano non solo prodotti agricoli, ma soprattutto
prodotti lavorati e tecnologici. 25 Un gruppo di paesi con governo putto sti rigidi si
affacciano all’esportazione dei prodotti tecnologici. Rapporto Brandt del 1980:
richiama la divisione del mondo tra Nord e Sud. Lo sviluppo procede in maneira
diseguale, seppur i paesi siano collegati economicamente. Libro di Branko MIlanovic
fa vedere come il reddito globale si ridistribuisca tra diverse aree del pianeta. Fine
della guerra fredda, fine del blocco sovietico si aprono una serie di mercati nuovi.
Accordo del libero mercato NAFTA: tre grandi paesi si accordano per il passaggio delle
merci senza penalizzazioni. Le economie deboli sono in balia di quelle più forti. L’idea
di fondo era creare un ordine unico globale guidato dal libero commercio, di cui ogni
paese ne avrebbe beneficiato. Dal GATT si passa al WTO= organizzazione mondiale
del commercio, che punta che ogni stato possa godere della possibilità di essere il
paese favorito. Stesse politiche nei confronti di tutti i paesi. Situazione complicata per
i paesi più poveri, che hanno necessità di proteggere i propri mercati interni e le
proprie imprese. Il WTO ha concesso del tempo in più ai paesi in via di sviluppo,
proprio per concedere la possibilità di consolidare le proprie imprese interne
Investimenti diretti esteri a partire dagli anni 90. Esempio: una società con sede in
Italia avvia una produzione in un altro paese estero, costruendo una nuova fabbrica
oppure rilevando un’impresa locale. Il WTO non ragiona solo in termini si scambi di
merci, ma anche di scambi di servizi, imponendo un unico ordine n merito ai brevetti
o alla proprietà dei diritti intellettuali. Mercato sociale ed economico delle medicine e
dei cibi OGM. Il nuovo attore chiave di questo periodo storico sono le imprese
multinazionali. Questi imprese non è più l’impresa di tipo “fordista”, dove la
produzione si segmenta e i luoghi di produzione potrebbero non essere localizzate
negli stessi territori. La produzione viene delocalizzata per vari motivi: la manodopera
costa meno, le leggi ambientali sono più favorevoli. Si ha una vera e propria
riorganizzazione della produzione. Si creano zone economiche speciali dove ci sono
delle regole diverse: tasse più basse, leggi più favorevoli all’arrivo di imprese straniere.
È un cambio di concezione spaziale che segna i decenni successivi. Superamento della
logica Nord Sud. Esempio in Nigeria esistono luoghi di produzione più legate alla Cina
o alla Gran Bretannia, piuttosto che ad altre località della stessa Nigeria. 16/10/2020 –
no NO LEZIONE - RINVIATA 12. 20/10/2020 – 26 Democratizzazione paesi in via di
sviluppo Globalizzazione e libero mercato Imprese multinazionali Dall’impresa di Stato
si passa alla impresa multinazionale. Anni Novanta caratterizzati da una
preoccupazione globale per la situazione ambientale. Si passa dal piano dei principi al
piano delle politiche. Gli stati si danno gli strumenti per affrontare i cambiamenti
climatici e l’inquinamento a scale globale. Voci allarmate per una dinamica a scala
mondiale. Anni 80 prima vittoria sulla risoluzione del buco dell’ozono: la mossa
vincente adottata su scala mondiale è la messa la bando dei gas fluorocarburi.
Rapporto Bruntland: una commissione globale ambiente e sviluppo devo andare di
pari passo: non c’ è sviluppo sostenibile senza il preservare l’ambiente. La sostenibilità
deve essere intra-generazionale e inter-generazionale, non è possibile preservare
l’ambiente per le generazioni future, senza preservare l’ambiente in cui viviamo. Il
momento cruciale è la conferenza di Rio del 1992. Rio non è stata scelta a caso. È il
simbolo della foresta amazzonica che viene disboscata selvaggiamente e dei
movimenti ambientalisti che vengono repressi con il sangue uccisione di Chico
Mendez. I temi della conferenza sono imperniati sull’ambiente e sullo sviluppo 1.
Dichiarazione degli intenti 2. Agenda 21 : ovvero le azioni da intraprendere in tema di
dimensione economica e sociale, conservazione e gestione delle risorse,
rafforzamento del ruolo dei gruppi più rilevanti. È la prima volta in cui la comunità
internazionale inizia a ragionare in termini di obiettivi numerici, attraverso obiettivi
misurabili e da raggiungere entro un certo tempo stabilito. Questo vuol dire
frammentare lo sviluppo in singoli obiettivi da raggiungere. 3. Convenzione sul
cambiamento climatico : La convenzione stabilisce dei principi che però hanno la
necessità di essere seguiti da un protocollo che dia indicazioni operative. La stipula
della convenzione è stata seguita dall’approvazione del protocollo di Kyoto nel 1997,
entrato poi in vigore solo nel 2005.ogni protocollo ha la necessità di ricevere l’assenso
di un certo numero di paesi. Gli USA si ritirano dall’accorso è questo provoca. Il
protocollo di Kyoto mette in evidenza la distinzione tra paesi ricchi e paesi poveri o in
via di sviluppo. Solo i paesi ricchi devo ridurre le emissioni, per non provocare battute
di arresto nello sviluppo dei paesi come Cina India e Brasile. Un punto chiave è la
riunione fallimentare dei paesi firmatari nel 2009 a Copenaghen. Nasce l’idea del
DEBITO ECOLOGICO sostenuto dai movimenti della società civile che affermano
l’inscindibilità tra questione ambientale e questione sociale. I paesi ricchi hanno
imposto un debito finanziario, che ha avuto risolti drammatici per i paesi in via di
sviluppo, ma non hanno tenuto conto delle emissioni inquinanti di CO2, prodotte per
raggiungere i propri vantaggi, ma che sono ricadute sull’intera collettività. Il
ragionamento sul debito va affrontato sia dal punto di vista economico, che
ambientale. L’obiettivo era di ridurre le emissioni mediamente del 5%. 27
Cambiamento in merito alla visione del cibo. Nel 1996 il summit della FAO pone
l’accento su due temi principali: sicurezza alimentare e riduzione del 50% delle
persone sottonutrite: il fabbisogno calorico deve essere sufficiente a vivere in salute e
svolgere un’attività leggera. La misurazione della fame viene fatta sul calcolo delle
calorie sulla base della composizione della popolazione, giovani, anziani, uomo,
donna. Obiettivo n.ro 2 dell’Agenda 2030 è quello della è “Fame Zero”. La questione
del numero di persone al di sotto o al di sopra della soglia di calorie utili è poco
attendibile per capire se la questione della fame sia risolta. Questa riflessione
introduce il tema della sicurezza alimentare. Il punto non è quanto calorie introduco
nel mio corpo ma quanto le persone sono in gradi di accedere al cibo in senso
economico e in senso pratico. Non solo la disponibilità ma soprattutto l’accesso. La
politica dei favolosi 30 anni è quello della autosufficienza alimentare. La sicurezza
alimentare esiste quando tutte le persone in ogni momento hanno acceso economico
e fisico ad una quantità di cibo sufficiente (disponibilità), sicuro e nutriente, per
soddisfare le loro esigenze dietetiche e le preferenze alimentari per svolgere una vita
sana e attiva. La FAO identifica 4 dimensioni: disponibilità, accesso, utilizzo, stabilità.
Esempio sito FAO – Brasile – disponibilità di cibo – reddito economico – costruzioni di
infrastrutture (strade) - qualità dell’acqua – qualità del cibo assunto – dipendenza dalle
importazioni. Emergenza pandemia che impatto ha avuto sulla sicurezza alimentare:
quantitativamente non è diminuito, ma il problema è l’accessibilità. Si stima che la crisi
economica a seguito della pandemia porterà ad una minore capacità di accesso:
esempio persone che perdono il lavoro, anziani che non possono uscire. Il Comune di
Milano si è attivato per fornire pacchi alimentari ai bisognosi, attingendo anche alle
mense scolastiche chiuse improvvisamente. La distribuzione di cibo è un problema a
livello locale, ma anche a scala maggiore in fase di approvvigionamento di stock di
magazzino. Che influenze può avere la pandemia sulla produzione di quest’anno? Nel
caso in cui si abbassi la produzione, si alzano i prezzi. 14. 23/10/2020 – Il concetto di
sicurezza alimentare viene associato al summit di Roma del 1996. Friedmann – Mc
Michael e la Teoria dei Food Regimes ogni fase storici economica dall’Ottocento in
avanti ha il suo modo di produrre e consumare il cibo su scala mondiale. Tre regimi -
Regime Disporico coloniale centrato su GB controllato dalle potenze coloniali. dura fin
al 1930. Prodotti tropicali delle colonie antiche e nuove. - Dalla seconda guerra
mondiale agli anni 70. Due tre aspetti: regime produttivista attraverso una struttura
agro-industriale presenza molto forte dei governi. A partire degli anni 80 la
globalizzazione si afferma il “Corporate Food Regime fondato sulle grandi imprese
multinazionali, usi intensivo 30 delle agro-tecnologie, ruolo delle grandi reti di
distribuzione organizzata. La finanziarizzazione nel cibo. Il cibo diventa anche un bene
finanziario: il prezzo del grano non legato solo a questioni classiche (quantità,
domanda, offerta). Esistono dei beni finanziari legati al cibo che vengono comprati e
venduti rapidamente. La crisi del mercato immobiliare del 2008 ha spinto gli
investitori ad orientarsi su beni alimentari. - Corporate Food Regime è legato al
concetto di sicurezza alimentare. Controllare la quantità e la qualità del cibo
attraverso il mercato internazionale. È fondamentale il ruolo del privato, del libero
mercato e dell’import/export. Dopo il 1960 usciamo dalla logica coloniale. La
convenzione di Lome’ 1976-1999 prevede un accordo tra i paesi europei e le ex
colonie. I paesi dello ACP posso esportare i propri prodotti senza essere costretti ad
importare i prodotti europei. L’accordo di Cotonou 2000 cambia la logica. Prende
piede l’idea di liberalizzazione dei mercati. Accordi di partenariato economici.
Ritroviamo l’impostazione del libero mercato con e verso tutti i mercati. Il cuore di
questo modello è il commercio internazionale. Esempio Benin calo delle persone
sottonutrite. La logica non è stata perseguire il raggiungimento dell’autosufficienza
alimentare. Ma è stata avviata l’importazione di cereali e le esportazioni di beni locali
come anacardi e cotone. Il cotone in Africa è prodotto da piccole proprietà familiari
che poi vendono sul mercato mondiale. La produzione del cotone è decuplicato negli
ultimi 40 anni. Esempio del Benin: non viene più prodotto il riso perché in Thailandia
viene prodotto a costi più bassi e commercializzato a prezzi più concorrenziali. Si
creano delle differenze interne. Dove la produzione va bene, le aree si sviluppano
meglio. Altro aspetto è il costo ambientale: riduzione della biodiversità, uso intensivo
di pesticidi e diserbanti chimici. Il Burkina Faso ha cercato di convertirsi alle
biotecnologie, introducendo la produzione di cotone geneticamente modificato. La
svolta non ha funzionato perché la produzione è troppo parcellizzata. Da dei risultati
competitivi su produzioni molto estese e organizzate. Questi mercati diventano
troppo dipendenti dalle importazioni. Se i prezzi del prodotto importato aumentano
troppo e contemporaneamente i prezzi dei prodotti esportarti calano, si ha un grosso
problema di approvvigionamento alimentare. L’andamento dei prezzi è molto
variabile, per cui periodicamente crea degli squilibri notevoli tra import ed export.
L’importazione di frumento in Africa è aumentato in maniera esponenziale dal 1985 in
poi. Il passaggio al frumento è stato dettato da un cambio culturale: la farina bianca è
diventato simbolo dello sviluppo. Il pane diventa simbolo della modernità e della
civilizzazione soprattutto nelle aree urbane. Viene fortemente incoraggiato con la
pubblicità. I paesi fortemente dipendenti dalle importazioni, nel momento in cui il
prezzo del cibo importato aumenta notevolmente, vanno incontro a forti squilibri
legati al cibo. Nel senso che il cibo è presente nei mercati, ma il suo costo è proibitivo.
31 Perché è cresciuto il prezzo? Annate di produzione carente, la grande richiesta di
mais per usi non alimentari (come agro-carburante) fa aumentare il prezzo. La crisi
finanziaria del 2007-8, cerca nuovi mercati legati ai prodotti alimentari, crisi
dell’esportazione del cotone. Grossi movimenti di protesta in aree urbane per
l’aumento dei prezzi del cibo. Esempio: Kenya è uno dei maggiori produttori di fiori
recisi che vengo esportati in tutti i mercati del mondo. Il 25% dei fiori recisi importanti
in Europa provengono da Kenya Ecuador ed Etiopia. Nonostante questo il Kenya ha
una percentuale di sottonutriti pari al 30% della popolazione. La zona di produzione
dei fiori è attorno al Lago Naibasha. L’approccio alla produzione globalizzata. 2-3
problematiche: si crea ricchezza in una piccola parte del paese (differenze interne);
impatto ambientale soprattutto sei si pensa che è un prodotto che viene prodotto
proprio per la commercializzazione mondiale. Il modello di produzione del cibo
incentrato sul libero mercato internazionale mette in difficoltà le piccole imprese nei
confronti delle multinazionali Video: Ghana occidentale produzione di pomodoro per
la produzione del concentrato di pomodoro che arriva dall’Italia a prezzi molto molto
bassi. Le imprese ghanese non riescono a competere con il prodotto italiano. Questo
provoca crisi emigrazione verso l’Italia. Gli immigrati ghanesi trovano occupazione con
paghe quasi nulle nelle coltivazioni di pomodoro italiane. In questo modo l’Italia riesce
a produrre un concentrato di pomodoro che è estremamente conveniente. Il
concentrato Gino è prodotto esclusivamente per il mercato ghanese. Considerazioni
finali: il regime alimentare concentrato sull’impresa globale produce delle catene
agroalimentari di tipo globale che sono in qualche modo la radice di questo modello
agroalimentare che sono in parte spiegate sul manuale di geografia dello sviluppo a
pag. 267. Quello che interessa è mettere in evidenza che questa catene
agroalimentare hanno carattere globale e hanno dei caratteri forti come le grandi
industrie multinazionali, per la produzione di sementi e la grande distribuzione di
frutta e verdura. Squilibrio di potere a favore delle grandi industrie (industria
Monsanto che produce diserbanti legati alla coltivazione della soia geneticamente
modificata. La Monsanto vende il pacchetto completo: sementi di soia geneticamente
modificata e diserbante che distrugge tutto tranne la soia geneticamente modificata.
Questo significa che vengono marginalizzate le piccole imprese. L’ultima riflessione va
sulle conseguenze socio-territoriali: il consumo di risorse e la produzione di
inquinanti. Riflessione sull’evento Millennium Summit della FAO del 2000 dove
vengono designati gli otto obiettivi da raggiungere. Si tratta degli antenati dei 17
obiettivi del 2015. Questi 8 obiettivi hanno un taglio di tipo sociale. I primi tre sono di
tipo socio-economici, altri tre riguardano la materia sanitaria. L’obiettivo n.ro 7 è
legato alla difesa dell’ambiente. L’ultimo punto è più di carattere politico. Sono da
raggiungere entro il 2015, ma nel 2015 vengono rielaborati e ricalendarizzati. 15.
27/10/2020 – critiche alla globalizzazione – soia - land grabbing 32 Le tre tendenze che
superano l’idea di globalizzazione degli anni 90 non sono separate, ma si intrecciano.
La monocultura della soia è una produzione che marginalizza i piccoli produttori,
mentre va a favore delle grandi multinazionali produttrici di concimi, diserbanti. In
Cina il consumo di maiali macellati è aumentato a dismisura. Adottare il modello
alimentare di consumo di carne americano a scala mondiale porterebbe al collasso di
tutto il sistema a livello economico e sociale. LAND GRABBING In alcuni casi, imprese
private o pubbliche straniere acquisiscono terre di grandi dimensioni in altri paesi (in
particolare in Africa) a fini agricoli che servono alla produzione di cibo che viene
esportato a livello mondiale. Si tratta principalmente di cibo, fiori e agro-carburanti
(mais per la produzione di etanolo). Sito LAND MATRIX: ci fa vedere i paesi obiettivi in
cui vengono acquisiti i terreni. Esempio in Etiopia gli investitori sono Canada, USA,
Francia, Turchia, Israele…oppure al contrario…l’Italia investe in Camerun Senegal
Mozambico. Mappa – Etiopia – i vari progetti – l’evoluzione della produzione - le
singole transazioni. Altra tabella: singolo paese – accordi siglati – progetto - paese
investitore etc… Questo Food Regime produce questa produzione a scala globale che
però ha un costo sociale e ambientale estremante forte. C’è una proposta alternativa?
SI. Viene reintrodotta l’idea di sovranità alimentare già formulata a Roma.
Dichiarazione di Nyeleni del 2007. L’obiettivo da perseguire è il controllo della
produzione e il consumo di cibo. Le strategie sono due: garantire il diritto l’accesso al
cibo per tutti e il controllo della produzione di cibo in mano alle popolazioni locali
ovvero sistemi produttivi a scala globale controllati su scala locale. 16. 29/10/2020 –
SOVRANITà ALIMENTARE - SOVRANITA’ ALIMENTARE: evoluzione del concetto si
sicurezza alimentare, non basta più dicono questi movimenti contadini garantire cibo
per tutti attraverso i mercati internazionali, ma è necessario garantire anche la qualità
del cibo, chi lo produce e come, e garantire anche il mantenimento della
diversificazione alimentare. L’elemento nuovo è l’affermazione del valore della piccola
agricoltura e dei movimenti contadini, soprattutto nelle reti locali del cibo. Il
movimento della sovranità alimentare è un movimento che punta a proporre un
modello di produzione e distribuzione alternativo a quello basato sulla dimensione
locale. Secondo questa prospettiva è alla scala locale che si sviluppano le dinamiche
più virtuose. Io non devo produrre un solo prodotto, o pochi prodotti per poi venderli
sul mercato mondiale e con i proventi comprare il riso tahilandese che costa meno. Io
devo basare il mio modello alimentare sulle risorse disponibili localmente. Non
stiamo riproponendo la logica dell’autosufficienza alimentare e del consumo locale,
stiamo parlando di reti commerciali che si rivolgono ai mercati regionali e nazionali, a
volte anche mondiali. Il punto è che questi mercati sono sotto il controllo dei contadini
e delle popolazioni locali. 35 Quali sono le strategie: i movimenti dal basso che
spingono verso l’alto. Le culture tradizionali non sono più un problema, ma diventano
il punto di forza di questa nuovo modello di produrre e consumare cibo. Serve che
questi elementi tradizionali devono influenzare le politiche macro-regionali, quindi ad
ampie scale che proteggano i produttori locali. Esempi: uno del sud del mondo e uno
del nord del mondo Esempio 1 Benin: che produce cotone e anacardi per
l’esportazione e importa riso. Fino agli anni 2000 il cotone è stata una produzione
proficua, dopo di che ha avuto un crollo, per l’ingresso di altri paesi produttori come
India e Brasile sul mercato mondiale. I proventi del cotone erano utilizzati per
l’acquisto del riso. Il cotone si vende meno e mentre i prezzi del cibo aumentano
vertiginosamente. Aumenta la produzione di manioca. Qual è il punto. La manioca è
stato importato in Africa dell’America Latina. È locale nella misura in cui è stato
prodotto, venduto e consumato localmente. Con la manioca viene prodotto la semola
di garì, che ha il vantaggio di essere conservato fino al raccolto successivo. È un
prodotto pratico: al prodotto disidratato si aggiunge l’acqua e un po’ di frutta e
diventa un pasto completo. L produzione del garì in Benin assume dimensione locale,
regionale e anche internazionale. È locale perché la prosuzione e l consumo sono
sotto il controllo della popolazione locale. Siamo abituati a pensare allo stereotipo
dell’Africa povera, in realtà il mercato è molto attivo, anche se in termini economici
non ha un forte giro di affari. Come interviene la cooperazione internazionale nella
produzione del garì? Dando alle cooperative di donne delle tritatrici a motore e delle
presse che sostituiscano il lavoro manuale, meno efficacie e meno economico. I
vantaggi di produrre il gari al posto del cotone: - possibilità di controllare i mercati -
evitare l’impatto ambientale e sanitario che la produzione di cotone ha sul territorio e
sulla salute per l’utilizzo di concimi e fertilizzanti chimici. Questo implica ha una forte
dipendenza dall’esterno. - Esiste un mercato intra-comunale, intra-regionale e intra-
nazionale infatti si estende anche ai mercati del Burkina Faso e al Niger. Sintesi sul
discorso dell’alternative food networks - riportare il focus sulla rete locale - questo
tipo di produzioni hanno un minor impatto ambientale - dimensione culturale del cibo
punto chiave è sulla quantità e sulla qualità del cibo. Ha rappresentato un forte
cambiamento anche per i paesi del Nord. Segno del proliferare dei programmi
sull’alta cucina con chef stellati etc.. Puntare sul cibo buono è una priorità di tutti i
paesi, ricchi e poveri. Emerge una classe media, anche nei paesi in via di sviluppo,
disposta a pagare qualcosa in più per mangiare comunque cibo buono e di qualità. 36
Privilegiano le reti locali di produzione e non praticano la monocultura. Applicano la
strategia dell’INTER- CROPPING, ovvero della diversificazione della produzione. Diversi
prodotti vengono coltivati insieme. Sono attività che pongono l’attenzione sulla
questione ambientale e culturale e si fondano sull’esistenza di reti commerciali locali.
Altro punto importante, forse più nel Nord del mondo che nel Sud, è la riflessione
sulla multifunzionalità dell’agricoltura. Una buona agricoltura ci permette di avere un
ambiente migliore, di presidiare il territorio, ha significato didattico, si è aperta al
mondo dell’agriturismo, diventa elemento di tutela del paesaggio. Si sviluppa un
nuovo rapporto interattivo tra città e campagna. Vediamo l’esempio della città di
Milano. Esempio per molte città del mondo. Expo Milano tema all’insegna del cibo. La
città di Milano mira a far sottoscrivere un patto per il cibo a altre città del mondo, al
fine di elaborare politiche specifiche relative la cibo. Innanzi tutto perchè le città
stanno diventando il luogo più abitato, negli anni 2000 il numero delle persone che
vivono in città ha superato quelle che vivono nelle aree rurali. Dall’altra parte a Milano
si concentra un numero elevato di persone che hanno un impatto sul cibo. Diventa
importante dove, come e quando consumare questo cibo. Assumono importanza
ristoranti, mense, scuole. Viene approvata la cosiddetta FOOD POLICY, o linee guida e
definisce queste politiche secondo 5 priorità: 1. cibo sostenibile nella sua produzione.
2. lottare contro dli sprechi: questione etica e smaltimento dei rifiuti legato al cibo che
non viene consumato 3. educare al cibo nelle scuole 4. garantire cibo sano per tutti 5.
sostenere la ricerca agro-alimentare ci concentreremo sui primi due punti. La
dimensione geografica è più evidente. Si crea un ufficio operativo. Elemento molto
importante il potenziale ruolo che hanno gli enti locali nell’implementazione di queste
politiche, in luogo dello Stato e delle multinazionali. Enti locali promuovo politiche più
virtuose in materia di clima, ambiente e cibo. Politica 1: CIBO SOSTENIBILE vuol dire
organizzare una produzione del cibo su balse locale. Integrare questa struttura
agricola peri-urbana alla città attraverso mercati locali, passare da una produzione
generica verso una dimensione urbana. Come? Mettendo in contatto i produttori con i
distretti agricoli, i distretti agricoli con i supermercati, infatti nei supermercati
troviamo prodotti di produzione locale con marchi specifici. Le mense gestisce la
ristorazione collettiva delle scuole, attraverso Milano Ristorazione, una società privata.
Scelgo di comprare cibo prodotto nel milanese per alimentare le mense. Progetto
Mater Alimenta Urbes. 37 Lula sindacalista Grande diversità tra loro. Molti di loro
hanno subito il carcere. Sono figure che erano state marginalizzate dai governi
precedenti. Perseguono la riduzione della povertà della fame dell’analfabetismo.
L’elemento chiame è un forte interventismo statale con politiche sociali destinate alle
classi più povere. Lo possono fare paesi che basano la loro economia
sull’esportazione delle risorse naturati, come il Venezuela che esporta petrolio. Bolivia
e Bolivia cambiano le loro costituzioni. Queste politiche però entrano in contrasto con
le popolazioni indigene, con il concetto di Pachamama (madre terra), con i diritti di
madre terra e di miglioramento della qualità della vita. Ad esempio, Morales, Bolivia,
vuole portale avanti una politica più intesa, vuole costruire una autostrada attraverso
un parco. I contadini e i movimenti indigeni insorgono Oppure, l’Equador vuole
bloccare le estrazioni di petrolio nel Parco Yasuni in Amazzonia chiedendo però un
indennizzo a compensazione dei mancati introiti. Progetto innovativo e visionario, ma
destinato al fallimento. Questi governi progressivamente finiscono per accentrare il
potere nelle mani dei presidenti, con delle derive quasi dittatoriali. Morales viene
cacciato dalla Bolivia nel 2019, Chavez rimane in carica 14 anni e governa fino alla sua
morte, Lula viene condannato per corruzione, anche se sta tentando di ricaffermarsi.
L’esempio interessante è quello della Bolivia: nel 2019 viene cacciato. Perde le
elezioni, prende il potere un governo provvisorio di destra che va ad elezioni. Nei mesi
scorsi ha vinto il partito di Morales, senza di lui, ma con i suoi ministri. Il punto è che
portano avanti questo discorso. Questi eventi ci spiegano le politiche di sviluppo di
questo parte del pianeta. È importante sottolineare che questi paesi si trasformano da
paesi ricettori di politiche di sviluppo a paesi donatori. BRASILE – STRATEGIE DI
SVILUPPO Punto centrale è il programma FOME ZERO (2003) avviato con l’elezione di
Lula che istituisce un Ministero che ha l’obiettivo di ridurre la fame a zero. In parte
sarà raggiunto. Riduzione della popolazione sottonutrite da 10% nel 2001 al 2,5% nel
2008. Nel 2020 sembra ci sia una fase di nuovo aumento della fame. Come fa il
Brasile? Si avviano programmi statali destinati alle popolazioni più fragili: - accesso
all’acqua potabile per tutti con la costruzione di infrastrutture che ne favoriscano
l’accesso - finanziamento alla attività con il micro-credito per le popolazioni più fragili
soprattutto nelle aree rurali 40 - formazione, educazione scolastica, alfabetizzazione -
sostegno diretto al reddito, ovvero soldi con il programma chiamato “Bolsa Familia”.
Nella Bolsa Familia, i soldi vengono assegnati con carte di credito. Assomiglia al
reddito di cittadinanza italiano. L’idea è quella di dare fisicamente del denaro alle
persone che hanno più bisogno. La Bolsa Familia somiglia ad un progetto messicano,
che vincolava la assegnazione di questi soldi alla garanzia di mandare i figli a scuola e
di farli vaccinare. Questo permette di coniugare i successi dal punto di vista scolastico
e dal unto di vista sanitario Nel 2020 i beneficiari sono 1 famiglia si 5. Si tratta di circa
14 milioni di famiglie. Calo delle persone che vivono sotto la soglia di povertà. 18.
03/11/2020 Ultima fase dell’evoluzione della globalizzazione: - fase 1 critiche alla
globalizzazione - fase 2 emergere di nuovi paesi sullo scenario politico economico
mondiale. - fase 3 dinamiche relative alla produzione e alle conoscenze. In
quest’ultima fase stiamo parlando di tendenze che non negano affatto la
globalizzazione, ma semplicemente la portano su un piano specifico che coinvolge
dinamiche globali e trasformazioni locali. Parleremo di sviluppo locale, di cluster e
distretti. Elementi base: inizio anni 90 viene definita post-fordismo. Il fordismo
prevedeva la concentrazione verticale in un'unica fabbrica dove si producevano tutti i
pezzi necessari ad assemblare il prodotto finale e che muoveva grandi masse di
operai. Esisteva una organizzazione molto standardizzata, dove tutti avevano le stesse
macchine, dove andavano tutti inferie nello stesso mese. Una organizzazione del
genere non poteva essere trasformata in breve tempo. Negi ultimi 20 si va verso una
scomposizione del processo di produzione in tante imprese e in tanti luoghi, dove di
norma sono controllate da un’unica impresa. Ma questa grande impresa non si
occupa più di gestire tutti gli operai, tutti i materiali e la produzione dall’inizio alla fine.
Si occupa di gestire le fasi importanti, delle fasi chiave. Questo permette di essere
molto più flessibili ai cambiamenti del mercato. Questo vuol dire anche ridistribuire i
fattori di rischio. Esempio pratico: fermare la produzione nella fase dell’emergenza
Covid. Il termine chiave è quello della SPECIALIZZAZIONE FLESSIBILE. Le aziende si
integrano in Parole chiave sono: - esternalizzazione - decentramento produttivo -
flessibilità: la produzione cambia velocemente in termini di qualità e quantità. È il
cosiddetto modello JUST IN TIME che è legato all’azienda Toyota che per prima ha
sviluppato questo modello. 41 Ovviamente per le imprese questo è un gran vantaggio,
per i lavoratori non sempre perché nella vecchia fabbrica fordista l’operaio poteva
accorparsi e farsi valere, mentre nelle piccole situazioni frammentate è più difficile far
valere i propri diritti. Ad esempio la Apple pubblica nel suo sito la lista di tutti i suoi
fornitori. Si tratta di centinaia imprese dislocate in tutto il mondo. Solo il design e la
progettazione del prodotto avviene negli USA. Nell’ultima fase della globalizzazione,
l’intera produzione avviene a scala globale. Il simbolo di questo modello produttivo a
rete, dove i pezi vengono prodotti in certi nodi, poi attraverso flussi della rete arrivano
in nodi più grandi per poi arrivare negli USA per la commercializzazione. Si crea una
grande zona produttiva, anche di ricerca, attaccata all’aeroporto per una veloce
commercializzazione. È un modello a rete, fatto di nodi, collegate da flussi di materiali
e di persone. Non è un tessuto omogeneo. In questa fase il commercio mondiale
crescono più velocemente della produzione industriale stessa. Il lavoro viene diviso a
livello internazionale. Esempio: la VANS, per la trasparenza, ha messo a disposizione la
mappa dei territori dove viene fatta la produzione delle scarpe etc… Abbiamo una rete
di tipo globale, convolge Cambogia, Vietnam, Cina, Taiwan e USA. CLUSTER questo
modello è fatto di due dinamiche complementari: grandi imprese multinazionali che
guidano il percorso produttivo in determinati nodi dove si concentrano tutta una serie
di imprese. Il modello a rete si fonda sulla grande coorporazione multinazionale e
sulla rete di imprese localizzate in un determinato luogo che vanno a formare i
cosiddetti CLUSTER = grappoli dove si concentrano le imprese e non solo le imprese in
relazione tra loro. L’idea di cluster è stata elaborata da M. Porter: le imprese tendono
a concentrarsi in luoghi specifici dove è possibile usufruire del vantaggio competitivo
che deriva dagli scambi di relazioni economiche e sociali legate alla produzione di un
determinato prodotto. Non sono fatte solo fatte di elementi economici, ma anche
centri finanziari e di ricerca. In questa aree c’è una fortissima interazione tra i soggetti
privati che si incontrano anche in luoghi informali. Tutto ciò porta a nuove forme di
organizzazione, a prodotti innovativi e a collaborazioni tra imprese diverse. Questi
aggregati di imprese fondamentalmente possono essere di tipi molto diverse,
avanzate tecnologicamente, legati alla produzione manufatturiera classica. Un conto è
il modello che non è legato alle competenze specifiche del territorio. Un conto è il
modello sviluppato, soprattutto in Italia, dove le relazioni sono meno gerarchiche, i cui
collegamenti sono di tipo orizzontale fra imprese equivalenti. Si parla di DITRETTI
INDUSTRIALI non sono legate alle alte tecnologie. il modello teorico è stato ipotizzato
dell’economista Marshall. Successivamente è stato codificato dall’italiano Giacomo
Beccattini. Elemento fondamentale è che sono collegati ad un tessuto territoriale. I
distretti italiani si sono sviluppati lì per delle specifiche caratteristiche del territorio,
dove aziende equivalenti si coordinano e si organizzano. 42 - regolari o irregolari Nella
maggior parte dei casi, circa 150 milioni di individui, migrano le persone benestanti
che migrano per motivi di lavoro e hanno le possibilità economiche per affrontare e
sostenere il viaggio. Negli ultimi anni sono in aumento gli immigrati irregolari: sono
circa 50 milioni, per l’irrigidimento della normativa del paese ricevente. Fattori che
spingono alla migrazione: - push (spinta): motivi economici politici e ambientali - pull
(attrazione): economici, socio-culturali (vicinanza linguistica-libertà di espressione-reti
di accoglienza) Il punto è che non bisogna ridurre la questione migratoria ad una sola
questione di reddito. È importante comprendere il progetto migratorio. 3 grandi aree
di destinazioni che accolgono più di 50 milioni di migranti: Europa (da est Europa e
nord Africa) - Nord America (da Sud America) – area del Golfo Persico Grafico di
residenti stranieri nei singoli paesi dell’UE. RAPPORTO TRA MIGRAZIONE E SVILUPPO
Molto discusso. Punti chiave: - questione economica. Questo ha fatto pensare che ci
fosse un legame diretto tra migrazione e povertà- ovvero più sei povero più migri. In
realtà non è così evidente che a migrare siano i più poveri, perchè migrare costa. Chi
migra è colui che riesce a muove risorse sufficienti all’interno della famiglia o anche
del villaggio sufficienti a sostenere il costo di viaggio. Esempio in Burkina Faso la
maggior parte dei migranti proviene dalla regione meridionali di Bobo- Dioulasso che
è tra le più ricche. Eventi che hanno avvitno una serie di migrazione dall’Africa verso
l’UE 2011 Primavere arabe 2011 crisi libica 2012 crisi siriana 2012 guerra civile in Mali
2012 Nigeria instabilità politica Aumento dei morti dei migranti durante il percorso
migratorio, in gran parte sulle tratte del mediterraneo centrale. La questione delle
migrazioni ha portato alla creazione di un fondo europeo da destinare all’Africa. Sono
4 le linee di azione: - miglioramento delle attività economico che diminuiscano la
disoccupazione e la migrazione 45 - rafforzare la resilienza delle comunità africane -
migliorare la gestione delle migrazioni, presidio delle frontiere, le polizie locali, il
controllo dei confini - migliorare la governance e prevenire i conflitti 20. 06/11/2020 –
da riascoltare MIGRAZIONI POVERTA’ SVILUPPO Migrazioni e povertà Iniziative dell’UE.
Progetto controverso, ma uno dei più importanti. È importante sottolineare seppur
brevemente le conseguenze per le aree di immigrazione e le aree di emigrazione.
Solitamente si evidenziano gli aspetti sociali ed economici, distinguendo le
conseguenze tra aree di arrivo e aree di partenza. La migrazione è un fenomeno
complesso. Il migrante è una persona che fa una scelta. Aspetti che riguardano i paesi
da cui si migra: - Migrano giovani, a volte solo uomini o solo donne. Solitamente
comunque migrano persone in età lavorativa, quindi restano anziani e bambini -
persone formate, quindi costo di formazione sostenuto dal paese di origine -
allentamento della pressione sulle risorse locali - rimesse: i soldi e beni che i migranti
mandano al paese di origine. LE RIMESSE Che sta assumendo una dimensione
rilevante a partire dal 2000 in poi. Soprattutto in termini finanziari. L’uso della
tecnologia ha velocizzato e reso più sicuro ed economico traferire risorse finanziare al
paese di origine. La rilevazione del DAC, istituzione che monitora l’andamento della
cooperazione allo sviluppo, ha appurato che il 30% delle risorse finanziare dei paesi in
via di sviluppo sono finanziate dai migranti e dalle loro rimesse. È importante
sottolineare il valore di incidenza sul PIL del paese di origine. Questo flusso di beni e
denaro si innesta su una rete preesistente, alimenta la ricchezza del paese di origine,
può aiutare altri migranti a seguire le proprie orme, a trovare casa nel paese di
migrazione e anche a trovare piccoli lavoretti anche di tipo formale e informale. Crea
una rete di supporto. Esempio la migrazione senegalese è legata a confraternite
strutturate a scala globale. La confraternita islamica MOURIGIA originaria della città di
Touba in Senegal. La città si è sviluppata grazie alle rimesse dei suoi migranti, il suo
territorio è stato modificato con i fondi delle rimesse dei migranti in giro per il mondo.
Le conseguenze sui paesi verso cui si rivolgono le migrazioni: arrivi di un notevole
numero di persone può provocare un possibile impatto sull’occupazione e sui salari. Il
mercato del lavoro è un mondo complesso. Solitamente i migranti vanno ad occupare
spazi che non sono di interesse alla popolazione locale. MIGRAZIONI FORZATE 46 Le
cause riconosciute ufficialmente sono motivazioni politiche, di etnia, di religione, di
orientamento sessuale e di degrado ambientale. Viene introdotta la figura del
RIFUGIATO politico Convenzione di Ginevra del 1951 e protocollo di NY del 1967. UE e
il Regolamento di Dublino: prevede la regolarizzazione del rifugiato dal paese
ricevente… Problema italiano: da 3 a 3.5 milioni di permessi di soggiorno rilasciati. Il
rilascio dei permessi di soggiorno per motivi di lavoro è diminuita perchè sono state
ridotte le quote disponibili. Questo ha portato migranti e rifugiati a chiedere i
permessi di soggiorno per altri motivi. Nel caso in cui non fosse stato possibile
rientrare nella categoria di rifugiato, era stata introdotta la Protezione umanitaria,
abolita dal decreto sicurezza del primo governo Conte. Si è passati al permesso di
soggiorno per…. E’ un processo che inizia negli anni 2000, dagli 8 obiettivi del
Millennium Development del 2000 si passa, nel 2015, a definire i 17 obiettivi del
Sustainable Development Goals con l’introduzione di 169 indicatori. Il punto centrale
dei dati relativi agli obiettivi: è che siano dati misurabili che permettano di
comprendere se stia andando nella direzione giusta e coinvolgendo le persone.
Questi dati statistici però son da prendere con le pinze, perché alcuni paesi non sono
in grado di adottare dei piani statistici attendibili o regolari. Può succedere che siano
condizionati da finalità politiche. Questi indicatori hanno scala nazionale, ma alcune
situazioni non hanno … e quindi il dato non sempre è interpretabile. Il discorso dello
sviluppo viene molto frammentato con il risultato che possono essere perseguiti
alcuni a scapito di altri. Aspetti positivi e innovativi: - centralità della sostenibilità
ambientale economica e sociale - obiettivi globali, non del singolo paese. Si passa a
una logica di nord e sud globale - ampliamento degli attori coinvolti 47 Analisi di
Thomas Piketty Il grafico dell’elefante di Branko Milanovic: dimostra che la situazione
migliora soprattutto per l’1% che diventa sempre più ricco, migliora la classe media
cinese e del Sud-Est asiatico (dalla Cina circa 70 milioni di persone escono da sotto la
soglia di povertà). Rimangono ferme le classi medie occidentali e i poveri delle aree
più svantaggiate Obiettivo 11: le città, i quartieri informali. Aumenta la popolazione
urbana: 650 milioni nel 1990, 860 nel 2012 e 1 miliardo nel 2018. Milano cerca di
portare avanti politiche virtuose per garantire l0inclusione, la resilienza la sicurezza
Obiettivo 13: clima. Un nuovo obiettivo specifico sul clima. Grafico di emissione di co2
Conferenza di Parigi Obiettivo 15: proteggere le foreste. Punto chiave l’area
geografica. Le zone a ridosso della fascia tropicale. Nonostante la riforestazione in
Cina, però di tipo monoculturale, rimane la perdita della foresta e della biodiversità in
Amazzonia. 22. 12/11/2020 – Obiettivo 17: partnership globale, ovvero l’andamento
degli aiuti pubblici ai paesi in via di sviluppo. È da ricordare l’aumento significativo
dell’aiuto complessivo. La risoluzione ONU del 1970 prevedeva l’equivalente dello
0,7% del PIL di ogni paese. In realtà: - Nel 2000 lo 0,2% - Nel 2017 lo 0,3% l’Italia 0,3%
Aiuti bilaterali Aiuti umanitari Accoglienza rifugiati LA COOPERAZIONE
INTERNAZIONALE ALLO SVILUPPO Due o più attori di nazionalità differenti
collaborano per migliorare la qualità della vita di un determinato gruppo sociale.
Attori= governi società civile imprese Non si tratta di interventi in situazione di
emergenza. La geografia e cooperazione: tre tipi di cooperazione - dimensione
geografica della cooperazione 50 - geografia utilizzata per la cooperazione, produce
informazioni utili all’azione della cooperazione allo sviluppo GIS mappe partecipative
droni 1) attori 2) dibattito sull’efficacia dell’azione 3) la geografia per la cooperazione
allo sviluppo Separazione tra Organizzazioni Governative (DAC+ Cina, Brasile, India e
Russia) e Organizzazioni Non- Governative (ONG, fondazioni Bill e Melinda Gates
foundation, istituzioni religiose, enti locali, imprese Per comodità didattica separiamo i
due mondi, ma in realtà monti Governi finanziano le ONG. Cooperazione Governativa:
definizione: aiuto pubblico allo sviluppo APS: flussi finanziari istituzionali/fondi
pubblici, da uno stato ad uno stato, amministrati con la finalità di promuovere lo
sviluppo di paesi in via di sviluppo, di tipo agevolati (donazioni, oppure prestiti a tasso
minore e che preveda comunque una percentuale di donazione, almeno il 25%). Sono
quelli che sono chiamati CONCESSIONAL LOANS Finanza per lo sviluppo è un mondo
molto più ampio: dimensione privata: investimenti privati, donazioni privati, rimesse
degli immigrati. Esistono altri flussi, meno controllati, che sono utilizzati
principalmente dai paesi emergenti, che fanno dei doni o prestiti che però non sono
identificabili come aiuto pubblico allo sviluppo. Esempio: la Cina presta dei soldi ad un
paese africano perché questi possa comprare servizi e prodotti da imprese cinesi.
Sono i cosiddetti CREDITI PER L’ESPORTAZIONE. DAC comitato dell’assistenza allo
sviluppo elabora i rapporti e si trova all’interno dell’istituzione più ampia del OECD che
è composta dai paesi più ricchi nell’orbita degli USA- Sono considerati aiuto pubblico
allo sviluppo i fondi destinati ai paesi inseriti nella lista dei beneficiari del’lOECD. Le
due componenti essenziali da ricordare sono: - l’aiuto bilaterale che è diretto verso i
paesi; - l’aiuto multilaterale i soldi che lo stato donante dona a FAO, all’UNICEF. L’aiuto
bilaterale è influenzata da interessi geopolitici. Un paese non investe a caso i suoli
soldi. Intervenire verso i paesi dove ha molto interessi, soprattutto verso le proprie ex-
colonie. L’Italia ha interessi in Mozambico perchè l’Eni ha impianti di estrazione di gas
e petrolio. Non si possono finanziare: - crediti per le esportazioni - spese militari
Distinzione tra aiuto “genuino” e aiuto “gonfiato”: alcuni paesi tendono a gonfiare i
dati sull’aiuto pubblico allo sviluppo, inserendo delle voci che non sono di aiuto allo
sviluppo. Due aree fondamentali. Primo punto è la remissione e il condono del debito,
poichè non si tratta di un vero flusso finanziario. Il secondo punto 51 riguarda i fondi
che uno stato mette a disposizione delle strutture nel proprio paese per l’accoglienza
dei rifugiati. La Germania è diventata uno dei più grandi sostenitore della
cooperazione internazionale. Ma il flusso finanziario è cresciuto molto per
l’accoglienza di rifugiati nel proprio paese Italia: legge 125 del 2014 legge di riforma
della cooperazione internazionale allo sviluppo. Due punti importanti: definizione art
1 comma 1…”La cooperazione internazionale per lo sviluppo sostenibile, i diritti umani
e la pace, di seguito denominata «cooperazione allo sviluppo», è parte integrante e
qualificante della politica estera dell’Italia. Essa si ispira ai princìpi della Carta delle
Nazioni Unite ed alla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. La sua azione,
conformemente al principio di cui all’articolo 11 della Costituzione, contribuisce alla
promozione della pace e della giustizia e mira a promuovere relazioni solidali e
paritarie tra i popoli fondate sui princìpi di interdipendenza e partenariato” Altro
punto gli attori: creata una Agenzia, struttura esterna al Ministero degli Affari Esteri,
per gestire i progetti di sviluppo. Artt: 26 e 27 definisce chi fa cooperazioni: a)
organizzazioni non governative (ONG) specializzate nella cooperazione allo sviluppo e
nell’aiuto umanitario; b) organizzazioni non lucrative di utilità sociale (ONLUS)
statutariamente finalizzate alla cooperazione allo sviluppo e alla solidarietà
internazionale; c) organizzazioni di commercio equo e solidale, della finanza etica e
del micro-credito che nel proprio statuto prevedano come finalità prioritaria la
cooperazione internazionale allo sviluppo; d) le organizzazioni e le associazioni delle
comunità di immigrati che mantengano con le comunità dei Paesi di origine rapporti
di cooperazione e sostegno allo sviluppo o che collaborino con soggetti provvisti dei
requisiti di cui al presente articolo e attivi nei Paesi coinvolti; e) le imprese cooperative
e sociali, le organizzazioni sindacali dei lavoratori e degli imprenditori, le fondazioni, le
organizzazioni di volontariato di cui alla legge 11 agosto 1991, n. 266, e le associazioni
di promozione sociale di cui alla legge 7 dicembre 2000, n. 383, qualora i loro statuti
prevedano la cooperazione allo sviluppo tra i fi ni istituzionali; f) le organizzazioni con
sede legale in Italia che godono da almeno quattro anni dello status consultivo presso
il Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite (ECOSOC). Innovazione
ampliamento degli attori e integrazione con finalità di lucro (istituti bancari). Imprese
private possono ricevere fondi pubblici per promuovere azioni private. Non è facile
Grafico andamento cooperazione allo sviluppo negli ultimi decenni. Più o meno
stabile fino agli anni Settanta. Flessione con la fine della guerra fredda. Picco 2004-
2005 donazioni legate allo tznami del 2004. Troppi fondi rispetto alla capacità di
gestirli. 52 Cooperazione fortemente politica nel senso cha la Cina tiene conto della
posizione diplomatica dello stato con cui fa cooperazione. In Africa forse è rimasto un
solo paese che riconosce Taiwan. Rilevanti sono forme territoriali: - forte legame tra i
territori beneficiari e gli interessi commerciali cinesi connessi allo sfruttamento delle
risorse e delle materie prime. Esempio Angola: indipendenza dal Portogallo negli anni
70. Successivamente è afflitto dalla guerra civile, che ha messo in difficoltà il paese Nel
2000 si lega economicamente alla Cina, e da quel momento la sua economia è
decollata velocemente. Naturalmente, la crescita non ha favorito il benessere di tutta
la popolazione, ma dell’elite locale che ha il controllo delle risorse. - finanziamenti di
grandi infrastrutture e progetti come ferrovie e dighe, a cui va collegata l’iniziativa
strategica cinese BELT AND ROAD INIATIVE che comprende le direttrici terrestri verso
l’Europa, e marittime, attraverso l’oceano Indiano, contribuendo anche alla
costruzione di porti in Kenya. Investimenti in Ghana: diga di Bui legata al progetto di
produzione di energia elettrica. Impatto socio-territoriale: viene costruita all’interno di
un parco e costringendo un migliaio di persone ad evacuare da una azienda cinese
con i fondi della EXIM BANK. Il costo di 600 milioni di euro viene coperto in parte dal
credito all’esportazione e in parte dal prestito agevolato. A garanzia del prestito la
Cina chiede una fornitura di migliaia di tonnellate all’anno di cacao. Tre impatti
territoriali: - creazione di aree speciali economiche per gli investimenti cinesi in Africa:
LEKKI FREE ZONE in Lagos-Nigeria; - nuove città anche residenziali NEW TOWNS - le
classiche CHINA-TOWNS nelle città africane. Presenza di lavoratori e imprenditori
cinesi che trasformano anche il paesaggio classico africano EVOLUZIONE DELLA
COOPERAZIONE BRASILIANA Altro grande attore della cooperazione è il Brasile.
Importante la figura del presidente Lula che ha avviato programmi interni di sviluppo.
Avvia programmi di cooperazione allo sviluppo verso paesi esteri africani. Direttore
della FAO un brasiliano per due anni Cooperazione sud sud. Il Brasile è dentro il primo
forum del 2003 con India e Cina. Agenzia brasiliana che avvia programmi di
cooperazione multilaterale, diretti verso paesi africani di lingua portoghese, come il
Mozambico. Rapporto privilegiato con il Sud Africa. Area strategica del Brasile in Africa
è il corridoio di NACALA, dove è presente una miniera di carbone, sfruttata dall’impesa
brasiliana Vale, una delle più grandi imprese estrattive mondiali. Necessità di creare
un collegamento, anche di tipo economico, tra la zona estrattiva e l’aeroporto,
progettato dalla società sempre brasilian, la Odebrecht. 55 Su tutto questo si innesta il
programma contestato, PRO SAVANA, programma trilaterale, che coinvolge
Mozambico, Brasile e Giappone e che punta sulla agricoltura di esportazione, questo
significa però che viene penalizzata l’agricoltura locale. 24. 17/11/2020 – Grafico:
debito estero dello Zambia. Nel 2005 cancellazione del debito- dal 2015 altra
escaletion fino ad arrivare alla dichiarazione di insolvenza dei giorni nostri. Distinzione
tra Coop Governativa e Coop non Governativa: Enti Locali (es. il comune di Milano)
Imprese, Fondazioni filantropiche (Bill e Melinda Gates Foundation). Imprese fanno
cooperazione con una logica di profitto, la fondazione spende i profitti dell’impresa da
cui riceve i finanziamenti. Imprese e rimesse… Perché si ricorre ai finanziamenti
privati. Consenso di Monterrey. - Contribuiscono allo sviluppo a lungo termine -
Competitività tra le imprese - Creano posti di lavoro Video: mancano i soldi: necessità
di mescolare pubblico e privato per aumentare i soldi da destinare alla cooperazione,
perché il pubblico da solo non ce la fa. Le imprese devono ragionare, non solo in
ottica di profitto, ma anche di termini di sostenibilità e benessere sociale. Le imprese
portano fondi, uno dei limiti della coop classica è di lavora per progetti limitati nel
tempo, mentre l’impresa privata sviluppa sul lungo periodo. Rimane complesso il
rapporto tra gli interessi privati e le finalità sociali. Esempi concreti: 1) impresa che ha
costruito lampade solari portatili che hanno avuto successo e si sono diffuse in Kenya,
potendo avere disponibilità di luce senza dover essere allacciati alla corrente elettrica.
2) Fallimento dello stato per la diffusione della telefonia mobile in Africa. In realtà gli
investimenti privati hanno favorito la diffusione degli abbonamenti alla telefonia
mobile e gli africani hanno scelto di comprare un telefonino anche come forme di
pagamento. Campagna importantissima della SHELL che nell’ambito della
responsabilità sociale di impresa in Nigeria. Nel delta del fiume Niger crea sviluppo
per la comunità sociale, finanziando programmi di sostegno della comunità locale.
Contraddizione tra l’attività di estrazione del petrolio, che porta un forte
inquinamento a danno della pesca e dei pescatori. Sono nati due movimenti di
contrasto all’impoverimento e degrado ambientale: - Il - MEND capeggiato da Ken
Saro Wiwa 56 La maggior parte delle migrazioni in Nigeria passano da Benin City. C’è
un nesso tra il degrado dell’area e le migrazioni internazionali. Dove voglio arrivare
con questo ragionamento: forte ambiguità tra investimenti di forti somme di denaro
per compensare danni ambientali e altre criticità portate dallo sviluppo dell’impresa
stessa. 25. 19/11/2020 – Negli ultimi anni si sta andando verso la consapevolezza che
la separazione netta tra il mondo del profit e del no-profit stia via via scemando. Esiste
un insieme di attività che stanno a cavallo tra il profit e il no- profit. A organizzazioni,
enti, società si chiede di essere impresa e di svolgere allo stesso tempo attività con
finalità sociali. Il quadro si sta facendo più complesso. La riforma avvita in Italia risale
al 2016. Il percorso è complesso: - viene abolita la figura delle ONLUS - micro-credito:
un esempio del mondo profit favorevole allo sviluppo rientra nell’ambito del micro-
credito. il primo esempio risale alla Grameen Bank in Bangladesh nel 1976, che dava
la possibilità di accedere a prestiti di piccola entità per avviare una attività. Con i
proventi dell’attività poi si restituiscono i prestiti. La novità è che si tratta di piccole
cifre e che il prestito viene fatto, non solo a chi può portare beni in garanzia, ma si
basa su garanzie sociali. Ha mostrato una serie di successi, ma ha mostrato anche
delle criticità: gli interessi altissimi pagati su tempi molto brevi. - finanza etica: attività
finanziare con finalità profit, ma basate su principi etici. Esempio di Banca Etica, banca
di medie dimensioni, creata da enti no-profit come scout, organizzazioni religiose,
ACLI, ARCI… BANCA ETICA Molto importante il concetto di impatto: un’impresa può
avere un impatto socio-ambientale positivo. Quindi la banca finanzia attività che però
hanno come obiettivo non solo di fare profitto, ma che svolgano un ruolo sostenibile
e utile socialmente. Segue 2 direzioni: - la banca non investe in settori negativi (armi,
situazioni di impatto ambientale) - presta soldi a iniziative sostenibili che su lungo
periodo abbiano un impatto sociale e ambientale positivo. I numeri di Banca Etica: -
ha erogato finanziamenti per 222 milioni di euro - assistito 40.000 persone - ha
provveduto all’accoglienza di migranti - ha creato 10.000 posti di lavoro Esempio
rovesciato del legame possibile tra impresa privata e azione no-profit. 57 Altro
elemento di eterogeneità è l’elemento tematico. Ci sono organizzazioni ambientaliste
(WWF, Lega Ambiente), di sviluppo, o che si occupano di diritti (tipo Amnesty
International). Differenza tra sviluppo ed emergenza che può essere di tipo sanitario,
conflitto, fame. Ad esempio Medici senza frontiere nasce per affrontare l’emergenza
scaturita in una situazione di una crisi umanitaria in Nigeria. Vedi anche Emergency.
Portata internazionale o nazionale. Le ONG vengo associate al Nord del Mondo, in
realtà sono presenti anche nel Sud, e lavora in partenariato con quelle del Nord del
Mondo. Cosa hanno in comune? - sono tutte parte della società civile. Non fanno
parte di partiti o di Istituzioni. Non sono imprese, non hanno finalità di lucro. - di
norma, non sempre, le organizzazioni delle società civile tendono ad agire attraverso,
azioni di partenariato, collaborazioni con società equivalenti e corrispettive già
presenti nel Sud del Mondo. Il progetto viene sviluppato e coordinato con le comunità
locali, quindi vengono adottate delle strategie botton-up. 26. 20/11/2020 –
Approfondire le tematiche critiche dell’azione delle ONG. Quattro punti che dal punto
di vista centrale assumono rilevanza: - Tensione fra la spinta delle ONG di tipo Botton
Up (o Community-based), rispetto ai progetti imposti dall’alto da finanziatori esterni e
dalle ONG stesse. Non è sempre facile da conciliare il fatto che la spinta venga
dall’esterno. Tensione fra chi decide quali sono gli obiettivi da perseguire: la comunità
locale o la ONG? (vedi due libri) Valore aggiunto del progetto e valore aggiunto del
territorio. Capire quanto del progetto è in mano alla ONG o alla comunità locale. -
Rapporto delle ONG con la politica. Nascono in alternativa alla politica, a volte anche
in opposizione. Medici senza Frontiere interviene al posto della Croce Rossa, che
risultava troppo invischiata politicamente. Di contro capita spesso però che le ONG
partecipino a bandi per accedere a fondi messi a disposizione della Comunità Europea
o da istituzioni governative. Molti governi autoritari del Sud del mondo hanno punito
gli esponenti di ONG che si opponevano al loro potere e alle loro azioni. Esplulsione
dellìCi sono ONG che scelgono di essere funzionali al progetto governativo. Questa
tensione si è vista anche in Italia nell’ambito del soccorso dei migranti in mare. Uno
dei partiti politi italiani che è stato anche al governo, aveva provato a togliere
sostegno alle ONG che si sono rifiutate di aiutare il governo italiano nel controllo dei
migranti nei campi di detenzioni in Libia. 60 - Le ONG si occupano di piccoli progetti
che sono anche frammentati. Il limite più grande che gli si imputa è che i loro
interventi non possono produrre impatti su lungo periodo e larga scala. - Le ONG
lavorano con una proiezione verso il Sud del Mondo. Anche se alcuni paesi storici
riceventi l’azione delle ONG, sono diventati a loro volta donatori. Esistono comunque
delle criticità nei paesi del Nord. Abbiano l’esempio di alcune ONG che collaborano
all’interno del territorio italiano, come Emergency, che provvede all’assistenza
sanitaria in Italia di chi non può avere accesso alle cure, in particolare migranti. È di
questi giorni la possibilità che intervenga nella gestione dell’emergenza sanitaria in
Calabria. Esempio concreto di come lavorano le ONG e di come è cambiata la
cooperazione negli anni: area Saheliana. Siano in Burkina Faso nella zona di
Ouagadougou, vicino all’invaso artificiale di Loumbila. Tre fasi: - I progetti degli anni 90
sono legati al contrasto alla desertificazione. Cercato di fare dei censimenti dei
progetti agricoli portati avanti 90. Azione frammenta, tanti progetti che si
sovrappongono. Mani Tese si concentra nelle aree attorno alla città di Ouagadougou e
avvia progetti per preservare le comunità rurali che corrono il rischio di subire la
pressione della città, vista come un problema. Per contrastare la minaccia pressante
della desertificazione si avviano azioni mirate a salvaguardia dell’agricoltura: fossa per
il compost, barriere in pietra anti-erosive, forni più efficienti che consumano meno
legna, riforestazione. Intervento molto disperso e sostanzialmente uguale.
Frammentazione e assenza di coordinamento tra i vari soggetti che stanno
intervenendo nello stesso luogo con progetti simili. Mani Tese non considera la
minaccia dell’espansione fisica e della pressione dell’urbanizzazione. I progetti
vengono realizzati correttamente, ma la città avanza. L’approccio è poco specifico. Si
guarda solo all’agricoltura tradizionale. - La prospettiva cambia negli anni 2000. Nelle
aree intorno alla diga di Loumbila il progetto ha funzionato e ha messo in contatto la
ONG con le popolazioni locali. Ci rende conto che esiste una attività orticola molto
forte attorno al lago artificiale. Si guarda al territorio non solo come territorio del
bisogno, ma come territorio ricco di opportunità e di sviluppo. Vengono donate
pompe a pedale che permettano attingere acqua dal lago e di irrigare estensioni più
ampie. Appoggio alla ricchezza locale, orientati alla vendita della produzione ai
mercati. La città non è più una minaccia, ma diventa un’opportunità, diventa un
bacino di ricezione per la vendita degli ortaggi. Che problemi si trova ad affrontare lo
ONG? In primo luogo l’eccesso di produzione ha determinato un abbassamento del
prezzo che va a vantaggio del compratore urbano. La risposta della ONG è stata la
creazione dei magazzini di stoccaggio. Creazione di una associazione dei produttori
che potessero controllare meglio la vendita dei prodotti del territorio. - Altra
problematica molto forte è la questione ambientale: il prelievo abusivo dell’acqua per
l’irrigazione dei campi. Utilizzo di prodotti chimici in agricoltura, con il conseguente
inquinamento delle acque. Si è creata una potenziale tensione tra i produttori a
monte e la città a valle. La risposta è stata quella di fare formazione sull’agro-ecologia.
Anche se il mercato in Burkina Faso non esiste ancora una classe borghese più attenta
alla alimentazione biologica. Si è cercato di allargare i soggetti coinvolti e la rete
commerciale creando un mercato urbano gestito dalla presenza diretta dei produttori
agricoli. - Altro elemento di tensione è la pianificazione di un aeroporto nell’area, che
produrrebbe un notevole impatto sul territorio. Il punto rimane la necessaria
negoziazione tra governo e comunità locale, altrimenti si rischia di avere un conflitto.
61 27. 24/11/2020 – Foresta Mau Kenya - progetti di conservazione della foresta
attraverso l’intervento di tre progetti. Modelli di cooperazione diversi che producono
interventi diversi. Descrizione del territorio: la foresta si trovo a nord-ovest della
capitale Nairobi. La zona è ricca di laghi. Vi si trova anche la Rift Valley, una vasta
frattura geologica della placca terrestre che si sta allontanando e che si estende per
quasi 6000 km. Oltre la valle si trova la foresta Mau che poi declina verso il Lago
Vittoria. Tutta questa area è un’area è un territorio molto fertile. All’epoca coloniale
veniva chiamata le “White highlands”. È una terra ricca di acqua, sono presenti diversi
fiumi che vanno verso il Lago Vittoria e verso la Tanzania. Negli anni 90 la foresta è
stata molto erosa e questo ha avuto un notevole impatto sul ciclo idro-geologico e sui
rifornimento di acqua per questi fiumi. La zona centrale vediamo alcune
caratteristiche. La continuità è frammentata. Ci sono dei punti in cui il collegamento
fra prezzi di foresta sono compromessi. Quattro tipi di attività diverse: ad est
agricoltura familiare, la foresta aperta (importante presenza umana). verso ovest
foresta densa. Più ad ovest ancora sono presenti le piantagioni di the e di alberi
monospecifiche (eucalipto e legname). Nella foresta non c’è più nessuno. La
popolazione Ogiek è stata sposta all’esterno della foresta. Gli sono stati assegnati
appezzamenti di terra. Quali sono le imprese che lavorano il the: principalmente due
multinazionali, la Unilever (tea Leapton) e la Philleis e poi un insieme di contadini medi
keniani organizzati su scala nazionale. Ad est della foresta abbiamo una foresta densa
primaria. Oltre ancora una piantagione di monoculture eucalipti, pini e cipressi che
alimentano l’industria del legname. È un’area protetta dagli anni 30. È un’area di
biodiversità molto importante. Processo di deforestazione e di spostamento della
popolazione. Grandi aree sono state convertite in grandi appezzamenti agricoli. Tre
progetti di cooperazione: 1) Classica partnership pubblico- privato: ISLA – IDH - Attori:
sono multinazionali, la cooperazione tedesca e olandese, istituzioni locali, e le
imprese. - Finanziamento: € 3,5 milioni - Finanziamenti: arrivano in gran parete dai
privati - Obiettivo: conservare e recuperare il blocco sud-occidentale della foresta
dall’azione umana. Per responsabilità sociale di impresa, ma soprattutto per un
interesse economico specifico: la foresta che sta a monte delle piantagioni garantisce
una riserva d’acqua ricca e pulita. Quindi preservare la foresta significa garantire il
ciclo delle acque e l’irrigazione delle piantagioni. Viene costruito un confine
elettrificato per non farvi accedere i contadini e impedire l’accesso al pascolo brado
degli animali. 2) Progetto non governativo “Rift Valley Slow Food Convivium”. - Attori:
ONG Mani Tese, Slow Food, WWF Necofa, 62 Figura 2: No Poverty trap – la situazione
migliora, il mercato può risolvere la situazione. Lo schema della trappola della
povertà, nella figura 2, mette in relazione il reddito attuale rispetto al reddito futuro
fra 10 anni. Vengono prese in considerazione tre famiglie: A1 povera, A2 media e A3
ricca. Ogni famiglia nell’arco di 10 anni migliorerà la propria condizione. Ogni famiglia
anche quella più povera, migliorerà la propria situazione, anzi sarà quella che avrà
ottenuto un maggior incremento reddituale. Lavorando, migliorano le loro condizioni,
l’aumento di reddito permetterà di risparmiare e investire, comprare una casa. In
realtà però l’andamento somiglia al grafico figura 1. Le persone tipo B1, B2 e B3,
quelle medio-ricche, continueranno a migliorare la loro condizione. Le persone, più
povere di una certa soglia, andranno a peggiorare la propria condizione. Chi non ha
un lavoro si indebita, è esclusa dal circuito del prestito, e se si ammala non si può
curare. Il percorso per i più poveri ha un movimento verso il peggioramento. Siamo
nella situazione della cosiddetta trappola della povertà. La tesi di fondo dell’idea della
trappola della povertà è che solo con un investimento esterno, si può portare il
povero al di sopra della soglia P di povertà, permettergli di iniziare una attività
economica redditizia che lo porti poi a migliorare la sua condizione. Facciamo
l’esempio del nostro amico O giek che senza un aiuto esterno, avrebbe dovuto
intensificare i prelievi dalla foresta, che a loro volta avrebbero causato un
impoverimento dell’habitat e quindi un peggioramento delle condizioni economiche
del nostro amico. Mentre con un aiuto esterno di cooperazione ha avuto la possibilità
di avviare un’attività economica redditizia di allevamento delle api e la produzione di
miele. A quel punto, se la cooperativa, sa gestire proficuamente le risorse, attraverso
le dinamiche di mercato potrà continuare a migliorare la propria situazione. Qual è il
punto? Lottare contro le tre “I” = Ideologia - Ignoranza – Inerzia, che potrebbero far
fallire i progetti. Porto avanti un progetto astratto che non ha punti di contatto con la
realtà e che si ricollega con la seconda I (=Inoranza), ovvero con la mancanza di
conoscenza del territorio e delle sue specificità. Ci sono progetti che funzionano in
determinate circostanze. Se lo stesso modello viene applicato in un contesto diverso
non è detto che funzionerà. Terzo punto che fa fallire i progetti, è l’inerzia, ovvero la
volontà di voler continuare ad agire in un certo modo senza verificare se questo modo
di agire sia efficace o meno. Come si fa a misurare se un’azione sia efficacie o meno?
Secondo gli autori è necessario ricorrere allo strumento degli Studi Controllati
Randomizzati, strumento che viene utilizzato in medicina per testare l’efficacia dei
vaccini. Secondo questo principio, si dividono le comunità in due categorie, ad
esempio di prendono in esame due villaggi simili, dove in uno è stata applicata una
determinata strategia di sviluppo, mentre nell’altro no, e si tenta di misurare il
raggiungimento degli obiettivi prefissati attraverso il confronto dei miglioramenti dei
due gruppi. Si cerca quindi di dare una dimensione scientifica alla valutazione. Sono
studi che per avere risultati attendibili in campo di sviluppo è necessario ridurre al
minimo la presenza di variabili. Semplificando però ci perdiamo qualche aspetto.
Ultimo esempio che ci fa comprendere la differenza tra questi due modelli: pensiamo
al tema dell’istruzione, chi la pensa come Jeffrey Sachs, pensa che bisogna costruire
tante scuole e pagare gli 65 insegnati che vadano nelle scuole. Il risultato è negativo
perchè si sono spesi tanti soldi per la costruzione delle scuole, gli insegnanti non sono
abbastanza qualificati, l’affluenza ai corsi è bassa perché magari i bambini sono
impegnati in attività lavorative e quindi non si raggiunge il livello di scolarizzazione
prefissato. I sostenitori del libero mercato, al contrario, dicono che se la scuola fosse
stata a pagamento, si sarebbe apprezzato maggiormente il valore della scuola e si
sarebbe posta più attenzione alla frequenza e ai risultati. Richiamiamo anche
l’esempio dell’utilizzo delle zanzariere per contrastare la malaria. Jeffrey Sachs
avrebbe regalato zanzariere a tutti. Il modello classico della cooperazione avrebbe
fornito gratuitamente zanzariere. Ma è stato appurato che se io acquisto un prodotto
presto più attenzione al suo uso. Quindi secondo l’altra scuola di pensiero sostiene la
necessità di far acquistare le zanzariere, perché in questo modo le persone sarebbero
state più motivate ad utilizzare l’oggetto del loro acquisto. Le posizioni intermedie tra
le due, propongono di sovvenzionare l’acquisto ma senza renderlo completamente
gratuito. I DAC che riunisce i paesi occidentali di aiuto allo sviluppo hanno fatto una
serie di incontri a partire dagli anni 2000 per identificare le strategie per aumentare
l’efficacia dell’aiuto. Nel documento della Dichiarazione di Parigi del 2005 sono state
individuate 5 parole chiave: 1) Ownership = ogni strategia deve partire dai paesi
beneficiari, non imposte dall’alto. E necessario sentireproprio il progetto 2) Alignment
= gli obiettivi dei donatori si devono allineare dietro gli obiettivi dei beneficiari 3)
Harmonisation = le iniziative non devono duplicarsi e non entrare in conflitto tra loro.
Necessità di armonizzare le strategie 4) Results = focalizzarsi su obiettivi che devono
essere misurabili perchè alla fine del progetto i risultati raggiungi devono poter essere
verificati 5) Mutulal accountability = responsabilità per ciò che si è fatto. Tutto e tutti
devo poter dimostrare cosa è stato fatto, anche se non sono stati raggiunti gli obiettivi
e come è stato utilizzato il denaro. Trasparenza nel processo di raggiungimento dei
risultati A seguito di questa dichiarazione l’Unione Europea crea due documenti che
stabiliscono le strategie per la cooperazione allo sviluppo. Lo 0,7 % del PIL da
destinare alla cooperazione per lo sviluppo, la lotta alla povertà, ma soprattutto,
questo è l’elemento innovativo, comprendere l’efficacia degli accordi precedenti. Nel
2017 questo documento è stato aggiornato. Richiamo alla 5 P: People = sociale; Planet
= ambiente; Prosperity = Benessere; Peace =politica; Partnership = che si traduce
funziona nel coinvolgere diversi attori: pubblico, privato. Elementi nuovi sono il
riferimento all’agenda 2030 e la necessità di mettere insieme pubblico e privato Critica
al concetto stesso di sviluppo. Diverse declinazioni. Possiamo semplificare in due
aspetti: 6) lo sviluppo si presenta come concetto neutro ma ha significato ideologico.
Crea standard e gerarchie tra ricchi e poveri. Disuguaglianza tra chi è più avanti e chi è
in ritardo. 66 7) esiste uno squilibrio tra donatore e beneficiario, che non si trovano
sullo stesso livello. Il donatore è più forte. Esperimento sociale in Benin: una persona
raccoglie soldi in Benin per l’Occidente. Questo ci serve per dimostrare che implica
una gerarchizzazione di figure. Le reazioni sono diverse. Ci sono quelli che aiutano
tutti indistintamente bianchi e neri; altri invece dicono che i bianchi sono ricchi e non
hanno bisogno di aiuti; altri ancora ne fanno una questione politica richiamando lo
sfruttamento coloniale delle risorse. 29. 27/11/2020 – Critica sociale antropologica. È
stato imposto un modello a tutto il pianeta. Molto critica l’idea della distinzione tra
paesi donatori e paesi riceventi. Latouche per sottolineare il rapporto squilibrato tra
donatore e beneficiario propone l’immagine della mano del donatore che è più in alto
rispetto alla mano di chi riceve. È necessario avviare progetti di collaborazione. Neil
progetto Kenya. Latouche: critica l’idea di sviluppo. Critica la crescita continua che è
un processo insostenibile. Se vogliamo creare un futuro più equo a tutti i livelli
dobbiamo decrescere. Rapporti tra geografia e cooperazione. La geografia può
intervenire in diversi momenti: - Prima può aiutare nell’analisi geografica, conoscere e
spiegare il contesto regionale e nazionale - Durante il progetto può monitorare le
relazioni tra gli attori - Dopo il progetto valuta l’impatto socio-ambientale
Suggerimenti strumenti per la tesi: lavorare a distanza con i dati da scaricare da
diversi siti: - banca mondiale - obiettivi di sviluppo - FAO - rapporti di povertà
caratteristiche fisiche - Atlante UNEP - Google earth - Earth esplorer per scaricare
immagini satellitari gratuitamente GIS competenza utili per il futuro: - dati vettoriali:
associare ad una geometria un valore preso dai database esempio: persone che
soffrono la fame, esempio link freegisdata.rtwilson - dati ruster: sono file di immagini
con informazioni georeferenziate 67

Geografia appunti per universita,


Appunti di Geografia
Università degli Studi di Milano

Geografia
GEOGRAFIA
DELLO
SVILUPPO a.a.
2020-2021
Prof. Valerio Bini
1. MAR 22/09/2020 –
PRESENTAZIONE DEL CORSO
Studi di geografia: zone periurbane
delle città africane e della zona Sud
di Milano
Lezioni 10 in presenza e 20 in
modalità on-line
Lo sviluppo non si promuove nello
stesso modo in tutto il pianeta: ha
implicazioni su ambiente, spazio
territorio
Sviluppo parola ambigua. Ha tanti
significati iniziate che hanno
impatto ambientali
Approccio critico ai processi legati
al processo di sviluppo
Cambiamento dell’ambiente e dello
spazio
Soprattutto dopo il 1945
Questione del cibo. Quale cibo dove
si dà il cibo…
Apprendimento delle teorie relative
alle strategie di sviluppo
Cooperazione internazionale. ONG.
Libri:
Studenti frequentanti:
Prima parte
- Argomenti presentati a lezione.
- Bignante E., Celata F., Vanolo A.,
Geografie dello sviluppo, UTET,
Torino, 2014.
Seconda parte
- Argomenti presentati a lezione.
- Un libro a scelta tra:
Moore J. W., Patel R., Una storia
del mondo a buon mercato,
Feltrinelli, Milano, 2018
Pettenati G., Toldo A., Il cibo tra
azione locale e sistemi globali.
Spunti per una geografia dello
sviluppo, Franco Angeli, Milano,
2018.
Milanovic B., Ingiustizia globale.
Migrazioni, disuguaglianze e il
futuro della classe media, LUISS,
Roma, 2017.
Terza parte (solo per gli studenti
che sostengono l'esame da 9cfu)
1
- Argomenti presentati a lezione.
- Action Aid, Migrazioni,
sicurezza alimentare e politiche
di cooperazione, 2017.
https://www.actionaid.it/app/upload
s/2017/10/Report_Migrazione_Sicu
rezz…
- Un libro a scelta tra:
Bini V., La cooperazione allo
sviluppo in Africa: teorie, politiche,
pratiche, Mimesis, Milano, 2016.
Dansero E. Bignante E.,
Scarpocchi C., Geografia e
cooperazione allo sviluppo,
Franco Angeli,
Milano, 2008.
Duflo E., Banerjee A. V.,
L'economia dei poveri, Feltrinelli,
Milano, 2012.
Sviluppo è una parola polisemica.
Viene dalle scienze fisiche. Non
indica un semplice crescita, ma
faccio
emergere uno stadio di maturità.
C’è una direzione da seguire e un
punto di arrivo da raggiungere.
Il salto dalle scienze matematiche
alle scienze sociali apre altri
significati: sviluppo di un processo
che una
società deve seguire per
raggiungere una determinata
organizzazione.
Dobbiamo allargare il nostro
orizzonte: ogni società deve seguire
un processo sempre aperto alla
ricerca del
proprio benessere.
Si traduce in cose molte concrete
come la denominazione sul grado di
sviluppo delle società
Concetto di Terzo Mondo:
rivoluzione francese la distinzione
tra primo, secondo e terzo stato.
Concetto di paesi sviluppati e
sottosviluppati. Il problema è la
creazione di gerarchie. Paesi
industrializzati,
sembra la strada maestra, è il
concetto di industrializzazione.
Concetto di periferie: lettura
politica: il centro esercita il potere,
le periferie subiscono.
Anni ‘80 del Novecento: metafora
geografica del Sud del Mondo.
Più neutro: paesi poveri, paesi
impoveriti
L’espressione che si usa di più
adesso è SUD GLOBALE. Non è
più evidente la linea che divide il
nord e il sud.
Ma si trovano sacche di povertà
anche nel nord del mondo. Per
contro esistono centri di città
africane come
Nairobi e Lagos che mostrano le
stesse ricchezze e lo stesso sviluppo
delle città del nord.
Come si misura lo sviluppo? Il
modo più banale è il PIL (beni e
servizi prodotti in un paese).
Misura esclusivamente l’economia
formale e la ricchezza complessiva.
Ma come questa ricchezza si
traduce
in benessere? In realtà non c’è
corrispondenza tra ricchezza e
benessere.
È necessario tener conto, secondo
Marzia Send, dell’indice di sviluppo
che comprende la speranza di vita
alla nascita, il livello di istruzione,
la possibilità di agire liberamente,
l’AGENCY: la capacità di azione
dei
singoli attori
Tutto questo si traduce nell’indice
di sviluppo ISU. Valore che va da 0
a 10.
I paesi scandinavi hanno
saputo coniugare crescita
economica con gli investimenti
nei servizi sociali
(istruzione e sanità).
Gli USA non occupano una buona
posizione, perché hanno sì un
elevato reddito pro-capite, ma la
speranza
di vita alla nascita è molto più bassa
rispetto ai paesi scandinavi.
2
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L’incontro dei due mondi, quello
occidentale dominante su quello
dello colonizzato ha prodotto delle
conseguenze.
3. VEN 25/09/2020 – P
Eccoci qua e il passaggio
importante perché è chiaro che ne
primi decenni del 1850 fino al 1910
non c'è
gran che di vere politiche di
sviluppo però abbiamo visto che
iniziano più lentamente ad emergere
alcune
idee: l'idea paternalistica
fondamentalmente del fardello
dell'uomo bianco, l'idea di dover
portare una
civiltà si sviluppa. In particolare si
formalizza proprio nella seconda
metà dell'Ottocento una vera e
propria
consapevolezza e la parola
sviluppo inizia ad essere usata
proprio esplicitamente dai
politici per
promuovere determinate iniziative.
Si passa da una logica che è quella
del secondo 800 e l'inizio del 900
che
era di puro estrazione delle risorse
cioè i paesi europei occupano
militarmente i territori per
controllarli.
Dopo l’occupazione iniziano a
depredare le risorse portando via il
più possibile.
Tra le due guerre mondiali si
comprende però la necessità di fare
strategia, organizzare l’estrazione
delle
risorse e fare investimenti sulle
infrastrutture e sulle persone.
Esempio investimenti su sistema
educativo o
sanitario.
Due grandi imperi si spartiscono i
territori dell’Africa: quello
britannico e quello francese.
Due figure rappresentative:
per l’impero britannico Fred
Lugard: Doppio mandato: profitto
ed educazione. Fondo si sviluppo
coloniale
che viene fondayo nel 1929.
In Francia Sarraut introduce il
termine valore/investimento.
Mantenere le colonie è molto
dispendioso. È
necessario fare investimenti, in
particolare sulla sanità, visto l’alto
tasso di morte tra i funzionari
bianchi.
L’Africa veniva chiamata la “tomba
dell’uomo bianco”.
Secondo Lugard l’uomo bianco
deve conquistare la fiducia
dell’africano per poi guidarlo con
più facilità.
Come il territorio nella nostra logica
risponde a questi progetti di
colonizzazione e di sviluppo. Non è
un
discorso astratto ancora oggi
troviamo il ragionamenro che la
colonizzazione ha portato un
beneficiio.
Due aspetti principali:
- Cambio di nomi. Impostazione di
nomi diversi
- Questo tipo di impostazione
determina un nuovo assetto che
torna utile ai colonizzatori.
Es: la costruzione delle ferrovie
mira ad unire il territorio interno
con la costa per facilitare il
trasporto delle
risorse verso i porti dove
nasceranno le grandi città. A
questo segue la ridefinizione
dei confini
amministrativi
Questo tipo di logica è opposta alla
logica tradizionale che vedeva
vicine popolazioni simili per cultura
e
tradizione. Questa logica ha
separato popolazioni simili e
avvicinato popolazioni diverse. Ha
portato una
diversa concezione dello spazio. La
colonizzazione ha avuto un effetto
positivo? Trovare la risposta in
questi
termini non ha molto senso: la
colonizzazione ha perseguito un
proprio progetto funzionale agli
obiettivi
che in alcuni casi sono stati
raggiunti mentre in altri no.
5
L’incontro dei due mondi, quello
occidentale dominante su quello
dello colonizzato ha prodotto delle
conseguenze.
3. VEN 25/09/2020 – P
Eccoci qua e il passaggio
importante perché è chiaro che ne
primi decenni del 1850 fino al 1910
non c'è
gran che di vere politiche di
sviluppo però abbiamo visto che
iniziano più lentamente ad emergere
alcune
idee: l'idea paternalistica
fondamentalmente del fardello
dell'uomo bianco, l'idea di dover
portare una
civiltà si sviluppa. In particolare si
formalizza proprio nella seconda
metà dell'Ottocento una vera e
propria
consapevolezza e la parola
sviluppo inizia ad essere usata
proprio esplicitamente dai
politici per
promuovere determinate iniziative.
Si passa da una logica che è quella
del secondo 800 e l'inizio del 900
che
era di puro estrazione delle risorse
cioè i paesi europei occupano
militarmente i territori per
controllarli.
Dopo l’occupazione iniziano a
depredare le risorse portando via il
più possibile.
Tra le due guerre mondiali si
comprende però la necessità di fare
strategia, organizzare l’estrazione
delle
risorse e fare investimenti sulle
infrastrutture e sulle persone.
Esempio investimenti su sistema
educativo o
sanitario.
Due grandi imperi si spartiscono i
territori dell’Africa: quello
britannico e quello francese.
Due figure rappresentative:
per l’impero britannico Fred
Lugard: Doppio mandato: profitto
ed educazione. Fondo si sviluppo
coloniale
che viene fondayo nel 1929.
In Francia Sarraut introduce il
termine valore/investimento.
Mantenere le colonie è molto
dispendioso. È
necessario fare investimenti, in
particolare sulla sanità, visto l’alto
tasso di morte tra i funzionari
bianchi.
L’Africa veniva chiamata la “tomba
dell’uomo bianco”.
Secondo Lugard l’uomo bianco
deve conquistare la fiducia
dell’africano per poi guidarlo con
più facilità.
Come il territorio nella nostra logica
risponde a questi progetti di
colonizzazione e di sviluppo. Non è
un
discorso astratto ancora oggi
troviamo il ragionamenro che la
colonizzazione ha portato un
beneficiio.
Due aspetti principali:
- Cambio di nomi. Impostazione di
nomi diversi
- Questo tipo di impostazione
determina un nuovo assetto che
torna utile ai colonizzatori.
Es: la costruzione delle ferrovie
mira ad unire il territorio interno
con la costa per facilitare il
trasporto delle
risorse verso i porti dove
nasceranno le grandi città. A
questo segue la ridefinizione
dei confini
amministrativi
Questo tipo di logica è opposta alla
logica tradizionale che vedeva
vicine popolazioni simili per cultura
e
tradizione. Questa logica ha
separato popolazioni simili e
avvicinato popolazioni diverse. Ha
portato una
diversa concezione dello spazio. La
colonizzazione ha avuto un effetto
positivo? Trovare la risposta in
questi
termini non ha molto senso: la
colonizzazione ha perseguito un
proprio progetto funzionale agli
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