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* [Si pubblica qui, per gentile concessione dell’autore, l’originale italiano del
saggio Bruno Maderna et le “Studio di Fonologia” de la RAI de Milan, pubblicato in
Bruno Maderna, ed. par G. Ferrari, L. Feneyrou et G. Mathon, vol. II, Cnrs Paris I,
Basalte, Paris 2009, pp. 389-421]
Nel marzo 2005, durante il processo di redazione del presente testo, Marino Zuc-
cheri è venuto improvvisamente a mancare. Possa questo modesto omaggio, che ci
consola essere arrivato nelle sue mani il giorno del suo ultimo compleanno, essere
anche un ultimo saluto alla memoria di un personaggio esemplare per umanità,
impegno ed energia.
1
Tra i primi compositori ad aver tentato una sintesi tra suoni riprodotti e
prodotti dal vivo bisogna ricordare Pierre Schaeffer e Pierre Henry e il loro Orphée
51 ou Toute la lyre (1951).
44 Angela Ida De Benedictis
2
Cfr. anche le critiche e i suggerimenti espressi a Maderna da Meyer-Eppler
nella sua lettera del 14 maggio 1952 (originale in tedesco conservato presso la Paul
Sacher-Stiftung di Basilea – d’ora in avanti PSS; trad. in italiano in Studi su Bruno
Maderna, a cura di M. Baroni e R. Dalmonte, Milano, Suvini Zerboni 1989, pp. 62-
63).
3
Dai numerosi schizzi rimasti si evince quanto questo primo approccio alla
composizione su nastro fosse completamente debitore a una progettualità basata
sull’estensione delle tecniche seriali che egli andava contemporaneamente elabo-
rando per le sue opere strumentali.
4
Citazioni tratte da una lettera di Bruno Maderna a Luigi Nono del 30 maggio
1952; inedita, conservata presso l’Archivio Luigi Nono di Venezia (di qui in avanti
ALN). Per gentile concessione di Nuria Schoenberg Nono.
5
Promemoria manoscritto per un intervento di carattere orale sulla musica
elettronica (datazione congetturale: 1957 ca.) conservato presso la PSS, mappe
“Aufzeichnungen, Vorträge, Notizen”. Si ringrazia sentitamente Ulrich Mosch,
responsabile dei fondi Maderna e Berio della PSS, per aver autorizzato la riprodu-
zione di questo e dei seguenti materiali inediti citati nel testo provenienti dalla
Sammlung Maderna.
Bruno Maderna e lo Studio di Fonologia della Rai di Milano 45
6
Cfr. Im Zenit der Moderne. Die Internationalen Ferienkurse für Neue Musik
Darmstadt 1946-1966, 3 voll., hrsg. von G. Borio und H. Danuser, Rombach, Frei-
burg i.B. 1997, III, pp. 540-42; Elena Ungeheuer, Wie die elektronische Musik “erfun-
den” wurde… Quellenstudie zu Werner Meyer-Epplers musikalischem Entwurf
zwischen 1949 und 1953, Schott, Mainz 1992, pp. 102-104.
7
Cfr. Im Zenit der Moderne, II, pp. 76-85, e ibid., III, pp. 550-51; E. Ungeheuer,
Wie die elektronische Musik “erfunden” wurde…, pp. 112-17.
8
Gli esempi musicali della trasmissione del 19 ottobre 1951 e quelli presentati a
Darmstadt ai Ferienkurse für Neue Musik del medesimo anno sono editi nel Com-
pact Disc allegato a E. Ungeheuer, Wie die elektronische Musik “erfunden” wurde…,
(tracce 8-14 e traccia 22). Per approfondimenti sulla trasmissione del 19 ottobre cfr.
ibid., pp. 123-28.
46 Angela Ida De Benedictis
stica prodotta alla fine del 1954 presso i locali della Rai di Milano
da Bruno Maderna e Luciano Berio.
La doppia paternità di Ritratto di città conduce direttamente a
una storia già avviata e a un legame umano e artistico ormai conso-
lidato, laddove, per arrivare alla realizzazione di questa “opera
prima” del futuro Studio di Fonologia, occorre soffermarsi ancora
brevemente sulla figura di Berio. Tra Musica su due dimensioni e
l’apertura del primo centro italiano di elaborazione elettroacu-
stica, infatti, passano circa tre anni in cui le vicende artistiche e
biografiche di Maderna si incrociano con quelle del più giovane
Berio. E sarà proprio grazie all’incontro dell’entusiasmo e la
dirompente inventiva del primo con la destrezza e la ferrea volontà
del secondo, che la stagione elettronica italiana potrà prendere
finalmente avvio.
Nel 1983, ricordando l’amico a dieci anni dalla morte, Berio ha
dichiarato che “guardando indietro, ho quasi l’impressione di aver
cominciato a vivere veramente musicalmente, in maniera com-
pleta e piena, da quando ho incontrato Bruno”.9 Incontro che, non
a caso, nasce sotto l’egida dei nuovi mezzi di produzione sonora ed
è di poco successivo al primo contatto di Berio con le tecniche di
trasformazione e manipolazione dei suoni su nastro avvenuto,
diversamente da Maderna, non in terra europea ma in America nel
1952.
Fu durante un soggiorno presso il Berkshire Festival di Tan-
glewood, compiuto per frequentare le lezioni di Luigi Dallapic-
cola, che Berio ebbe modo di recarsi a New York il 28 ottobre 1952
per assistere a un’esecuzione di musica per tape recorder.10 Mal-
grado “lo scarsissimo, intrinseco valore musicale degli esperi-
menti” ascoltati in quell’occasione – si trattava di Sonic contours di
Ussachevsky e di Low Speed, An Invention on a Twelve-Tone
Theme più Fantasy in Space di Luening – il suo interesse fu cattu-
rato dalla prospettiva delle possibili applicazioni di questo sistema
9
Estratto dalla trasmissione Rai “In memoria di Bruno Maderna” (1983) ora in
Maddalena Novati, Lo Studio di Fonologia musicale di Milano, CD-Rom allegato a
C’erano una volta nove oscillatori… Lo Studio di Fonologia della Rai di Milano nello
sviluppo della Nuova Musica in Italia, a cura di P. Donati ed E. Pacetti, Eri-Rai,
Roma, 2002.
10
Cfr. la testimonianza dello stesso compositore in Angela Ida De Benedictis –
Veniero Rizzardi, “Colloquio con Luciano Berio”, in Nuova musica alla radio. Espe-
rienze allo Studio di Fonologia della RAI di Milano 1954-1959, ed. bilingue (italiano-
inglese) a cura di A.I. De Benedictis e V. Rizzardi, Cidim – Eri-Rai 2000, pp. 161-63.
Cfr. anche Luciano Berio, “Musica per Tape Recorder”, Il Diapason, IV, 3-4, 1953,
pp. 10-13: 10-11; e Id., Intervista sulla musica, a cura di R. Dalmonte, Laterza,
Roma-Bari 1981, pp. 133-34.
Bruno Maderna e lo Studio di Fonologia della Rai di Milano 47
11
L. Berio, “Musica per Tape Recorder”, p. 13; per la precedente citazione nel
testo cfr. ibid., p. 11.
12
Cfr. Luigi Rognoni, “Memoria di Bruno Maderna negli anni Cinquanta”, in
Bruno Maderna. Documenti, a cura di M. Baroni e R. Dalmonte, Suvini Zerboni,
Milano 1985, pp. 146-51: 148; e Luciano Berio, Two interviews, traslated and edited
by D. Osmond-Smith, Marion Boyards, New York-London 1985, p. 11.
13
Da una lettera di Luigi Dallapiccola a Luciano Berio, 6 novembre 1953 (PSS,
Sammlung Luciano Berio), pubblicata integralmente in Nuova musica alla Radio,
cit., p. 277. Già nel giugno-agosto 1953 Berio aveva ricoperto il ruolo di consulente
musicale e assistente al doppiaggio per la Direzione Esercizio Televisione presso la
Rai di Milano (cfr. comunicazione della Direzione Generale della Rai a Berio del 18
giugno 1953, lettera inedita, PSS, Sammlung Luciano Berio). Per approfondimenti
su questi e altri dati relativi all’attività di Berio presso la Rai come autore di musiche
d’arte e d’uso cfr. Angela Ida De Benedictis, Radiodramma e arte radiofonica. Storia
e funzioni della musica per radio in Italia, Edt-De Sono, Torino 2005, passim.
48 Angela Ida De Benedictis
14
Su questo breve brano di musica concreta, da non confondere con il succes-
sivo Mimusique II del 1955, cfr. Colloquio con Luciano Berio, cit., pp. 163-164 (per la
precedente citazione nel testo cfr. Nuova musica alla Radio, cit., p. 263). Il breve
brano, inedito, fu inserito all’interno della trasmissione “Musica concreta”, curata
dallo stesso Berio nel 1955 ca. (copia attualmente conservata presso la RAI di
Milano nel fondo sonoro dello Studio di Fonologia – d’ora in avanti SdF –, bobine
“Fon. 19” e “Fon. 20”).
15
“Colloquio con Luciano Berio”, p. 163.
16
Per varie testimonianze sui primi passi compiuti in vista della costituzione
del futuro Studio di Fonologia della Rai di Milano cfr. Piero Santi, “La nascita dello
‘Studio di Fonologia Musicale’ di Milano”, Musica/Realtà, V, 14, 1984, pp. 167-88;
Id., “Le nuove tecnologie: musica elettronica e radiodrammi”, in Bruno Maderna.
Documenti, pp. 156-62: 156-58; L. Rognoni, “Memoria di Bruno Maderna negli anni
Cinquanta”, pp. 146-51. Cfr. anche la sezione “Testi radiofonici, documenti, let-
tere”, in Nuova musica alla Radio, pp. 261-91, e Nicola Scaldaferri, Musica nel labo-
ratorio elettroacustico. Lo Studio di Fonologia di Milano e la ricerca musicale negli
anni Cinquanta, Lim, Lucca 1997, pp. 24, 58 e 62-64.
Bruno Maderna e lo Studio di Fonologia della Rai di Milano 49
17
Cfr. a questo proposito Luciano Berio, “Bruno Maderna ai Ferienkurse di Dar-
mstadt”, in Bruno Maderna. Documenti, p. 126. Il contatto tra i due musicisti sem-
brerebbe essere stato sollecitato da Hermann Scherchen (cfr. Enzo Restagno,
“Ritratto dell’artista da giovane”, in Berio, a cura di E. Restagno, Edt, Torino 1995,
pp. 5-30: 11). Sulla partecipazione di Maderna ai preliminari che portarono
all’apertura dello Studio le testimonianze non sono sempre concordi. In un nostro
colloquio avvenuto il 13 luglio 2000, Luciano Berio ha confermato la versione ripor-
tata nel testo.
18
Sulla partecipazione ai seminari di Basilea cfr. E. Restagno, “Ritratto dell’arti-
sta da giovane”, p. 10; sui Ferienkurse für Neue Musik di Darmstadt del 1954 cfr. Im
Zenit der Moderne, III, pp. 566-571: 568 (il titolo dell’incontro tenuto da Eimert, che
prevedeva anche l’ascolto di esempi sonori, era Theorie und Kompositionstechnik
der Elektronische Musik); sulla partecipazione di Berio al convegno di Gravesano
cfr. Piero Santi, “Un Convegno Internazionale di Musica e di Elettroacustica”, il
Diapason, I, 1955, pp. 43-47.
19
Lettera di Maderna conservata presso la PSS, Sammlung Luciano Berio (pub-
blicata in Nuova musica alla Radio, p. 31). Nello stesso 13 novembre 1954 Maderna
inviava a Luigi Rognoni una lettera di contenuto analogo (cfr. L. Rognoni, “Memo-
ria di Bruno Maderna negli anni Cinquanta”, p. 148). Dieci giorni dopo, il 23
novembre 1954, Maderna scriveva da Amburgo a Nono: “A Milano si preparano
grandi cose. Te ne parlerò in Gennaio a Venezia. Tu per ora non farne cenno con
nessuno” (ALN, inedita, per gentile concessione).
50 Angela Ida De Benedictis
20
Luciano Berio, “Progetto per la costituzione di un ‘Centro Sperimentale di
Ricerche Radiofoniche’” (presentato all’Ing. Filiberto Guala), in P. Santi, “La nascita
dello ‘Studio di Fonologia Musicale’ di Milano”, cit., p. 171. Incerta la reale paternità
di questo testo, che secondo Santi (“Le nuove tecnologie: musica elettronica e
radiodrammi”, p. 156) fu frutto di una collaborazione tra Berio, Leydi e lo stesso
Santi, laddove nei ricordi di Rognoni (“Memoria di Bruno Maderna negli anni Cin-
quanta”, p. 148) si deve a quest’ultimo, Mantelli e Lietti. Plausibilmente, i due autori
sembrerebbero riferirsi a due testi diversi menzionati con lo stesso nome.
21
Fred K. Prieberg, Musica ex machina, trad. di P. Tonini, Einaudi, Torino 1963,
p. 176 (le parole di Prieberg scaturivano dall’ascolto delle prime opere seriali elet-
troniche prodotte a Colonia).
22
L. Rognoni, “Memoria di Bruno Maderna negli anni Cinquanta”, p. 148.
Bruno Maderna e lo Studio di Fonologia della Rai di Milano 51
23
Per approfondimenti sulla genesi, sulle caratteristiche del brano e per il
testo di Leydi cfr. della scrivente “Opera prima: ‘Ritratto di città’ e gli esordi della
musica elettroacustica in Italia”, in Nuova Musica alla Radio, pp. 27-57 e pp.
329-37 (nel volume è allegato un Compact Disc con l’edizione originale di
Ritratto di città). Per un’analisi della composizione si rimanda invece al più
recente Radiodramma e arte radiofonica, pp. 185-207. Tra le apparecchiature
utilizzate per la sua realizzazione vi era anche un oscillatore utilizzato dai tecnici
come strumento di misura e, stando ad alcune testimonianze, fatto arrivare da
Torino su richiesta di Lietti (cfr. N. Scaldaferri, Musica nel laboratorio elettroacu-
stico, p. 65).
24
Cfr., per esempio, Luciano Berio, programma di sala dell’audizione dell’8
maggio 1956 alla Rai di Milano, riprodotto integralmente in Nicola Scaldaferri,
“Documenti inediti sullo Studio di Fonologia Musicale della Rai di Milano”, Musica/
Realtà, XV, 45, 1994, pp. 151-66: 157-59 (testo in cui si presenta lo Studio italiano
come l’unico “in grado oggi di proporre una sintesi fra le differenti e spesso contra-
stanti esperienze già consumate negli Studi di Colonia (NWDR), Parigi (RTF), New
York (Columbia University) ecc.”; o ancora, Luciano Berio, Studio di Fonologia
Musicale (testo letto in occasione dello stesso concerto dell’8 maggio 1956, ora in
Nuova musica alla Radio, pp. 267-73); e, dello stesso autore, “Studio di Fonologia
Musicale”, The Score, XV, 1956, p. 83, e “Prospettive della musica”, Elettronica, III,
1956, pp. 108-115: 108.
52 Angela Ida De Benedictis
25
“La storiografia che cristallizza è, per definizione, inattendibile. Il lavoro allo
Studio di Fonologia, almeno quando c’ero io, non era la sintesi di due entità esi-
stenti. Preferisco descriverlo come un dialogo fra dimensioni diverse piuttosto che
come la sintesi di due entità specifiche” (“Colloquio con Luciano Berio”, p. 165).
26
Ibid., p. 161. La prima citazione è tratta da un passo inedito della medesima
conversazione (Firenze, 13 luglio 2000).
Bruno Maderna e lo Studio di Fonologia della Rai di Milano 53
27
Il nome “Studio di Fonologia Musicale” sembrerebbe essere stato suggerito
da uno dei dirigenti della Rai, Gino Castelnuovo (cfr. N. Scaldaferri, Musica nel
laboratorio elettroacustico, p. 67). Cfr. anche Gino Castelnuovo, “Lo studio di Fono-
logia Musicale di Radio Milano”, Elettronica, III, 1956, pp. 106-107.
28
Nel corso dell’audizione, Luciano Berio lesse una breve relazione sulla
musica elettroacustica (cfr. n. 24). Il programma completo del concerto è in N. Scal-
daferri, “Documenti inediti sullo Studio di Fonologia Musicale della Rai di Milano”,
pp. 157-59. Solo qualche giorno dopo l’audizione, il 17 maggio 1956, Berio scriveva
a Castelnuovo (e per conoscenza ad altri due funzionari della Rai, Bevilacqua e Gal-
ligioni): “Nella nuova sede il lavoro è ricominciato nelle condizioni più favorevoli:
di ciò la ‘musica elettronica’ è immensamente grata a Lei e a quanti hanno reso pos-
sibile questo nuovo traguardo” (documento inedito conservato presso il fondo
dello SdF).
29
Varia la documentazione in proposito ancora presente nel fondo cartaceo
dello SdF, dalla quale si apprende che molto spesso i contratti erano caldeggiati e
sollecitati dallo stesso Berio. Tra i documenti pubblicati cfr. lettera di Razzi a Berio
del 1956 (Nuova Musica alla Radio, p. 281) in cui il dirigente si “riserva di esaminare
in un secondo tempo le condizioni di una eventuale, specifica collaborazione [di
Maderna] allo Studio di Fonologia Musicale”. Persino negli ultimi periodi della sua
vita, Maderna scriveva il 20 giugno 1973 a due dirigenti Rai (Mirino e Siciliani) per
“ancora una volta […] fermamente protestare per il cattivo trattamento che l’ammi-
nistrazione della RAI mi riserva” a proposito di compensi non pagati per la propria
opera di “consulenza dello Studio di Fonologia” (inedita, PSS, Sammlung Bruno
Maderna).
54 Angela Ida De Benedictis
***
30
La chiusura dello Studio coincide con la data di pensionamento di Marino
Zuccheri al compimento del suo 60° anno di età. Per una retrospettiva sul lavoro di
Zuccheri presso lo Studio cfr. Angela Ida De Benedictis, “Al tempo delle valvole…
Incontro con Marino Zuccheri”, in Nuova Musica alla Radio, pp. 177-213. A questa
pubblicazione si rimanda anche per ulteriori informazioni sulle tappe dello Studio
di Fonologia successive al 1956 (inviti, compositori ospiti, ecc.) e per una panora-
mica sulle vicende che portarono alla sua chiusura.
31
Luciano Berio, “Eroismo elettronico”, Nuova Rivista Musicale Italiana, IV,
1972, pp. 663-65: 663. Idem per la successiva citazione nel testo.
Bruno Maderna e lo Studio di Fonologia della Rai di Milano 55
32
Bruno Maderna, “Esperienze compositive di musica elettronica”, conferenza
tenuta il 26 luglio 1957 a Darmstadt, in Bruno Maderna. Documenti, pp. 83-85: 83.
33
Bruno Maderna, Introduzione al concerto del 4.9.1959 a Darmstadt (su
Musica su due dimensioni del 1958), in Bruno Maderna. Documenti, p. 86.
56 Angela Ida De Benedictis
34
B. Maderna, “Esperienze compositive di musica elettronica”, p. 84.
35
Tali bobine sono tuttora classificate nel fondo sonoro dello SdF secondo la
catalogazione d’epoca stabilita presumibilmente da Berio e Zuccheri. Il contenuto
di molte di queste bobine è descritto in un catalogo relativo a circa sessanta nastri
preparatori prodotti tra il 1955 e il 1960, intitolato “Musiche-scena effetti / Bobine
R” (dove R sta per “Radio”), anch’esso conservato presso lo SdF. Tale catalogo evi-
denzia come agli esordi dello Studio la creazione delle musiche funzionali fosse
mirata alla costituzione di una sorta di “discoteca tematica” da cui attingere di volta
in volta a seconda delle situazioni o del contesto.
Bruno Maderna e lo Studio di Fonologia della Rai di Milano 57
36
Prima del 1955 Maderna aveva composto le musiche della ballata radiofonica
Il mio cuore è nel Sud (1949, testo di G. Patroni Griffi, regia di A.G. Majano) e sono-
rizzato la trasmissione radiofonica Poesia della resistenza nel 1946. Per approfondi-
menti su Il mio cuore è nel Sud cfr. A.I. De Benedictis, Radiodramma e arte radiofo-
nica, pp. 217-23 e passim; per la trasmissione del 1946 cfr. Maurizio Romito, “I com-
menti musicali di Bruno Maderna: radio televisione, teatro. Seconda parte –
Appendice”, Nuova Rivista Musicale Italiana, XXXVI, 1, 2002, pp. 79-98: 79-80.
58 Angela Ida De Benedictis
1957 Syntaxis
1958 Continuo
37
Per questi dati cfr. l’appunto della “Direzione Centrale programmi RF” del 1
agosto 1959 per Mantelli e Dall’Oglio (inedito, SdF, faldone “corrispondenza”). Il
testimone indesiderato parteciperà al Premio Italia solo nel 1962. Si tenga comun-
que presente che, in questi casi, parlare di Maderna come “coautore” delle musiche
è comunque improprio.
38
Regolamento riprodotto in Nuova musica alla radio, p. 283.
Bruno Maderna e lo Studio di Fonologia della Rai di Milano 61
39
Documento pubblicato in ibid., p. 285.
40
Testo inedito, conservato presso l’Archivio cartaceo dello SdF. L’intero capo-
verso che va da “Altra proposta” a “con gli interessati” è aggiunto a mano da
Maderna. Nel dattiloscritto (la cui parte superiore è lacerata e solo parzialmente
leggibile) è presente un riferimento al Regolamento del 1968 che ne permette la
datazione; esso è seguito da un breve testo in cui si compara lo Studio di Milano con
quello di Monaco, firmato da Marino Zuccheri, Pietro Righini e Eduardo Del Pino.
62 Angela Ida De Benedictis
41
“Colloquio con Luciano Berio”, p. 167. Anche Marino Zuccheri, in merito ai
lavori di sonorizzazione di Berio e Maderna, ha affermato che “servivano anche a
loro, soprattutto all’inizio, per sperimentare e trovare il modo di trasformare certi
suoni, di filtrarli… È con questi lavori che facevano pratica, che prendevano dime-
stichezza con il mezzo. Non lo facevano certamente solo per soldi” (cfr.
“…all’epoca delle valvole… Incontro con Marino Zuccheri”, p. 199).
42
Lettera di Luciano Berio e Bruno Maderna a Gian Francesco Malipiero, 11
gennaio 1956 (inedita, PSS, Sammlung Luciano Berio). Con tali parole i due rispon-
devano a un’errata interpretazione di Malipiero nei confronti della musica elettro-
nica espressa in una sua precedente lettera del 3 gennaio 1956 (inedita, ivi).
Bruno Maderna e lo Studio di Fonologia della Rai di Milano 63
***
43
Per maggiori approfondimenti su tutti questi aspetti nonché sulla produ-
zione funzionale di Berio e Maderna si rimanda a A.I. De Benedictis, Radiodramma
e arte radiofonica. Storia e funzioni della musica per radio in Italia.
44
Da “Una pagina di Bruno Maderna” (1946), in Massimo Mila, Maderna musi-
cista europeo, nuova edizione a cura di U. Mosch, Einaudi, Torino 1999, p. 119.
45
I titoli dei brani a quattro mani (alcuni dei quali pretestuosi) erano: Musica di
scena n. 9, Studio n. 3, Studio n. 4, Allelujah (cfr. anche il programma del concerto in
N. Scaldaferri, Musica nel laboratorio elettroacustico, p. 70).
46
Il catalogo “Produzione Studio” è tutt’ora conservato presso la Rai di Milano
(archivio SdF). Esso è stato pubblicato in trascrizione diplomatica in A.I. De Bene-
dictis, “Diario di bordo. Le rubriche ‘Produzione Studio’ e ‘Ascolti’”, in Nuova
musica alla Radio, pp. 293-313; la pagina relativa alla produzione di Maderna, in cui
è possibile leggere il citato appunto del compositore sotto una cancellatura, è a pp.
304-305 e, in facsimile, a p. 313. Nel catalogo delle Edizioni Suvini Zerboni, che
detiene i diritti del brano, il brano è datato 1954. La stessa data compare sulla sca-
tola e sulla flangia di una bobina conservata presso lo Studio di Fonologia, in cui si
legge (manoscritto di Zuccheri): “copia di riserva musiche elettroniche :
1=sequenze e strutture 1954, 2=notturno 1955, 3= syntaxis 1957, 4= continuo 1958 -
riversamento a doppia banda ; copia vel 15”.
64 Angela Ida De Benedictis
47
Della presenza di “cascami di Colonia” in Sequenze e strutture, così come
anche in Ritratto di città, riferisce per primo Piero Santi (“Le nuove tecnologie”, p.
159); l’informazione è poi stata ripresa da quasi tutti i commentatori successivi, tra
cui Alvise Vidolin (“Maderna e il mezzo elettronico”, in Studi su Bruno Maderna,
cit., pp. 195-206: 197 e 204), N. Scaldaferri (Musica nel laboratorio elettroacustico, p.
63), ecc. L’eventualità di un “prestito” da materiali realizzati altrove è stata messa in
discussione dallo stesso Berio (“Colloquio con Luciano Berio”, p. 169).
48
“Al tempo delle valvole… Incontro con Marino Zuccheri”, p. 185. Il ricordo di
Zuccheri confermerebbe la datazione al 1955.
49
Riprodotto in N. Scaldaferri, Musica nel laboratorio elettroacustico, pp. 70-71.
Probabilmente il testo è stato redatto dallo stesso Maderna.
Bruno Maderna e lo Studio di Fonologia della Rai di Milano 65
50
Dibattito pubblicato in “Darmstadt-Dokumente I”, Musik-Konzepte Sonder-
band, hrsg. von H.-K. Metzger und R. Riehn, I, 1999, pp. 93-94; un abbozzo mano-
scritto in italiano del breve intervento di Maderna è conservato presso lo SdF (ora in
Nuova musica alla radio, p. 273). Da una “Relazione sul Festival di Darmstadt (Ger-
mania)” redatta da Berio (datata Milano, 25 Luglio 1956 e destinata a Razzi, Castel-
nuovo e Bevilacqua; inedita, SdF) si apprende che “nei mesi scorsi la Direzione dei
Ferienkurse di Darmstadt aveva invitato Luciano Berio e Bruno Maderna a presen-
tare in forma ufficiale il lavoro svolto dallo Studio di Fonologia della Radiotelevi-
sione Italiana e gli intendimenti dello Studio stesso, ma, considerando il troppo
recente assestamento tecnico dello Studio e considerando il fatto che pochi musici-
sti vi hanno sino ad ora lavorato (solamente due), l’invito fu valutato troppo prema-
turo e non venne accettato” (per gentile concessione di Talia Pecker Berio).
51
Entrambe le precedenti citazioni nel testo sono tratte da B. Maderna, “Espe-
rienze compositive di musica elettronica”, p. 84.
66 Angela Ida De Benedictis
Tra la fine del 1956 e gli inizi del 1957 Maderna porta a compi-
mento la sua nuova opera elettronica, Syntaxis, decisamente più
estesa delle precedenti (ca. 11’) e, per la prima volta, destinata a
una riproduzione bicanale (“banda doppia”). Realizzata in una
prima versione alla fine del dicembre del 1956, il nastro fu succes-
sivamente messo a punto, nella forma definitiva oggi nota ed edita,
prima del maggio 1957.53 È con questo brano che Maderna speri-
menta e inaugura una tecnica di composizione su nastro “intui-
tiva”, lasciandosi guidare non da piani razionali ma dalla stessa
materia sonora, seguendo ossia un percorso di continua reazione e
verifica sul dato sonoro guidato dall’ascolto (quasi in tempo reale)
di quanto precedentemente realizzato.54 I materiali impiegati in
questo brano sono soprattutto suoni sinusoidali e rumore bianco;
per l’elaborazione dei suoni, egli fa invece largo uso di filtri, di
52
Nota manoscritta di Maderna (2 fogli tracciati a matita, formato A8), inedita,
datazione congetturale: 1957. PSS, mappe “Aufzeichnungen, Vorträge, Notizen”.
53
La datazione del brano al 1956 era stata erroneamente ritenuta infondata (cfr.
scheda dell’opera in Bruno Maderna. Documenti, p. 223). Oltre a un programma di
sala di un concerto dell’Internationale Gesellschaft für neue Musik tenutosi a
Zurigo nel 1957 (citato in idem), essa è documentata anche in alcune lettere pre-
senti nel fondo cartaceo dello SdF (cfr., per esempio, lettera del 14 febbraio 1957 di
Jacques Bodmer a Berio e lettera del 25 settembre 1956 di Berio a Razzi). In una let-
tera alla madre del 7 gennaio 1957 (PSS, inedita), Maderna afferma di aver finito il
suo “nuovo lavoro elettronico”; sempre alla madre, in una lettera non datata ma
sicuramente non posteriore al maggio 1957 (inedita, PSS), Maderna scrive di essere
andato a Milano per “rielaborare il mio nuovo lavoro elettronico (‘Sintaxis’) che
andrà in trasmissione sul 3° programma verso il 25 del mese”. È proprio la parola
“rielaborare” a rivelare il giusto rapporto che esiste tra il dicembre 1956 – data della
prima messa a punto del lavoro – e il marzo o aprile 1957, periodo di definizione del
nastro.
54
Cfr. anche quanto lo stesso Maderna afferma in “Esperienze compositive di
musica elettronica”, p. 84.
Bruno Maderna e lo Studio di Fonologia della Rai di Milano 67
55
A. Vidolin, “Maderna e il mezzo elettronico”, p. 199; a questo saggio si
rimanda anche per una descrizione delle caratteristiche tecniche del brano.
56
La lettura di Maderna (Kompositorische Erfharungen mit der elektronischen
Musik) è pubblicata in traduzione italiana come “Esperienze compositive di musica
elettronica”, (per maggiori informazioni sul programma della serata dei
Ferienkurse di Darmstadt cfr. Im Zenit der Moderne, III, p. 587).
68 Angela Ida De Benedictis
57
Cfr. nota n. 5. Massimo Mila ebbe a definire l’inizio di questo brano “uno dei
più alti momenti di poesia che la musica elettronica abbia raggiunto” (Maderna
musicista europeo, p. 20).
58
Dal programma di sala del concerto degli Incontri musicali dell’11 aprile 1959
(in Bruno Maderna. Documenti, p. 225). Continuo sarà in seguito ripreso in Hype-
rion, versione di Bruxelles, e riutilizzato per alcune sonorizzazioni (Les Adieux, cfr.
saggio di Maurizio Romito in questo volume). Su Continuo cfr. anche Giordano
Montecchi, “‘Continuo’ di Bruno Maderna”, I Quaderni della Civica Scuola di
Musica di Milano, XXI-XXII, 1992, pp. 43-57.
59
Cfr. a questo riguardo quanto Maderna afferma nell’Introduzione al concerto
del 4.9.1959 a Darmstadt, in Bruno Maderna. Documenti, pp. 85-86.
Bruno Maderna e lo Studio di Fonologia della Rai di Milano 69
64
Cfr. anche il testo di presentazione di Helms pubblicato parzialmente in
Bruno Maderna. Documenti, p. 229. Presso il fondo dello SdF si conserva un testo
dattiloscritto autografo di Helms, simile in parte al testo citato in Bruno Maderna.
Documenti.
65
Dattiloscritto (inedito), SdF, faldone “presentazioni e scritti vari”; insieme a
questo si conservano altri tre dattiloscritti sulla composizione, uno di Rognoni (del
maggio 1960), un testo anonimo in francese e il citato testo autografo di Helms. Una
descrizione molto simile a quella qui citata nel testo si legge in Santi (“Le nuove tec-
nologie”, p. 160). Difficile stabilire se il testo conservato in Rai era stato all’epoca
redatto da Santi o se quest’ultimo citi, senza suggerire la fonte, il dattiloscritto Rai.
66
Cfr. annotazioni manoscritte dello stesso Maderna nella rubrica riprodotta in
“Diario di bordo”, p. 313 (dove si fa inoltre riferimento a una durata ridotta di
12’45”). Nello SdF è attualmente conservata solo la versione di 11’. Su un foglio
manoscritto di Maderna (anch’esso conservato nello SdF), siglato dal compositore
come “lista di Bobine che si porta via Bruno a Darmstadt (naturalmente copie)”, si
fa riferimento a una versione di 7’5” e a una copia bicanale di 15’. Delle incisioni
edite, nel CD Stradivarius 33349 – 1994 si ascolta la versione di ca. 11”, nel CD Acou-
smatrix 7 – 9109 si ascolta invece quella di ca. 16’.
Bruno Maderna e lo Studio di Fonologia della Rai di Milano 71
67
A. Vidolin, “Maderna e il mezzo elettronico”, p. 201.
68
Dal programma di sala della prima esecuzione (16 maggio 1961, Biennale di
Venezia), citato in Bruno Maderna. Documenti, p. 231.
69
Sul Don Perlimplin cfr. il saggio di Giordano Ferrari in questo volume; cfr.
anche A.I. De Benedictis, Radiodramma e arte radiofonica, passim. La citazione è
tratta da una nota manoscritta di Maderna riprodotta in ibid., pp. 256-57.
72 Angela Ida De Benedictis
tiva maderniana. Nei primi 11’ del brano, Maderna articola in una
successione veloce e rarefatta brevi frammenti di varia natura tra i
quali voci (la sua, di Zuccheri, di Cathy Berberian ecc.), rumori di
passi, scrosciare d’acqua, rullii metallici e suoni sinusoidali. I gesti
sono inarticolati, parcellizzati in una specie di balbettio concreto
che sembra obbedire a un processo di “de-composizione” dei
materiali. È una sorta di teatro dell’assurdo in cui – complice anche
la tecnica di inversione di scorrimento del nastro – il tempo sem-
bra procedere al contrario. Ma dall’undicesimo minuto alla fine,
per ca. 5’, tutto assume una maggiore fluidità e gli eventi sembrano
ritrovare la loro linearità temporale. I precedenti suoni concreti si
dissolvono in un panorama sonoro molto più omogeneo
all’ascolto, in cui prevalgono suoni di sintesi (rumore bianco),
suoni percussivi e continuum. Sia l’illusoria percezione temporale
sia il titolo fanno pensare a Henry Bergson che, secondo la testi-
monianza di Rognoni, sembrerebbe aver indirettamente fornito lo
spunto per dare un nuovo titolo a un brano che, inizialmente,
avrebbe dovuto chiamarsi Ritratto di Marino Zuccheri.70 Il nastro è
stato talvolta associato in concerto ad altri strumenti dal vivo
(quali, per esempio, flauto e marimba) e riutilizzato più volte come
“materiale parziale” in contesti diversi (da Komposition für Oboe,
Kammerensemble und Tonband a Satyricon).71
Dopo la composizione di Le rire Maderna, ormai trasferitosi a
Darmstadt e sempre più impegnato con l’attività di direttore
d’orchestra, dirada drasticamente i suoi contatti con lo Studio di
Fonologia. Invero, fin da questi tempi erano già evidenti i primi
sintomi della parabola discendente dello Studio, dotato di macchi-
nari destinati a una veloce obsolescenza e sempre più lasciato a se
stesso e, soprattutto, alla buona volontà di chi ci lavorava dentro.
La sua stagione d’oro come “laboratorio” può ormai dirsi conclusa
e tutto quanto sarà fatto in seguito non sarà più individuato come
risultato di un luogo, bensì come prodotto dei singoli autori (si
pensi al caso di Luigi Nono, tra i pochi compositori che ha conti-
nuato a frequentare i locali dello Studio fino alla fine, conducendo
infruttuose battaglie per il suo rinnovamento). Tranne rare ecce-
zioni – Nono in testa – i locali milanesi saranno ora occupati perlo-
70
“Aveva registrato la voce di Marino Zuccheri e poi l’aveva elaborata con suoni
sinusoidali, filtri e sovrapposizioni. Quando l’ascoltai, gli dissi che mi sembrava una
dimostrazione della definizione che Bergson aveva dato del riso: ‘Quelque chose de
mécanique plaquée sur du vivant’. Ebbene, mi disse, lo intitoleremo Le rire” (L.
Rognoni, “Memoria di Bruno Maderna negli anni Cinquanta”, p. 150). La dicitura
Ritratto di Marino Zuccheri rimane, secondo alcuni commentatori, come sottoti-
tolo del brano (cfr. p. 243 e A. Vidolin, “Maderna e il mezzo elettronico”, p. 202).
71
Cfr. la scheda del brano in Bruno Maderna. Documenti, p. 243.
Bruno Maderna e lo Studio di Fonologia della Rai di Milano 73
72
Nel fondo dello SdF si conserva una bobina realizzata nel 1968, la “E.020”,
composta di sei frammenti distinti e presumibilmente utilizzata per la terza ver-
sione dell’opera, messa in scena a Bologna nel luglio del 1968; e ancora due bobine,
“Fon.094” e “Fon.097”, titolate Hyperion. Einspiel (la seconda, che reca l’indica-
zione “Introduzione, Le rire, Invenzione”, sembrerebbe rimandare a una parte dei
nastri rielaborati per la messa in scena di Bruxelles del maggio 1968).
73
“Al tempo delle valvole… Incontro con Marino Zuccheri”, p. 197.
74
Per maggiori informazioni su questo radiodramma cfr. Angela Ida De Bene-
dictis, “‘Ritratto di Erasmo’ di Bruno Maderna”, Musica/Realtà, XXV/73, 2004, pp.
152-82 (in cui si riproduce anche il testo completo dell’opera); Id., Radiodramma e
arte radiofonica, passim; e Romito Maurizio, “I commenti musicali di Bruno
Maderna: radio televisione, teatro”, Nuova Rivista Musicale Italiana, XXXIV, 2,
2000, pp. 233-68: 246-47.
74 Angela Ida De Benedictis
75
Lettera di Maderna a Irma Manfredi del 31 luglio 1970 da Überlingen am
Bodensee (inedita, PSS, Sammlung Maderna). La denominazione esatta della
manifestazione era “I° Biennale internazionale di metodologia globale della proget-
tazione ‘Le forme dell’ambiente umano’”. Tra la corrispondenza di Maderna si con-
servano alcune lettere del “Centro Internazionale ricerche sulle strutture ambien-
tali ‘Pio Manzù’” relative alla genesi e all’approntamento di questo brano.
76
“Conversazione su ‘Tempo libero’ Christof Bitter – Bruno Maderna”, in Bruno
Maderna. Documenti, pp. 115-18: 116. Il compositore ricorda anche come in occa-
sione della sua prima audizione “la musica, diffusa da grandi autoparlanti, si com-
binava con le chiacchiere della gente. La gente poteva notare la musica oppure
anche non accorgersene” (idem).
77
Un vissuto che diviene autobiografico nel caso delle citazioni di brani tratti
dal Don Perliplin o da Invenzioni su una voce.
78
“Al tempo delle valvole… Incontro con Marino Zuccheri”, p. 185. Il nastro di
Tempo libero è stato utilizzato talvolta in associazione con Solo e, insieme con la
Juillard Serenade, con il titolo di Tempo libero II; esso è stato inoltre rimaneggiato in
più versioni (Freizeit I-III); cfr. a questo proposito la scheda che compare in Bruno
Maderna. Documenti, p. 294.
Bruno Maderna e lo Studio di Fonologia della Rai di Milano 75
79
Su Ages cfr. A.I. De Benedictis, Radiodramma e arte radiofonica, pp. 280-82 e
passim.
80
L. Berio, “Eroismo elettronico”, p. 664.