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3 ottobre 2017
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Concetti Base Generalità e Matematica essenziale
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Concetti Base Generalità e Matematica essenziale
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Concetti Base Generalità e Matematica essenziale
int x = 0
while (x < 5)
{
printf ("x = %d\n", x);
x++;
}
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Concetti Base Generalità e Matematica essenziale
⎧ ⃗ ⋅E
⃗= ρ
⎧ Qint ⎪ ∇
⎪
⎪
⎪ ∯Σ E
⃗ ⋅ dS⃗ =
ε0
⎪
⎪
⎪
⎪
ε0
⎪ ⎪
⃗ = − ∂B
⎪
⎪ B
⃗ ⎪
⎪ ⃗
⎪
⎪
⎪
⎪ ⃗ ⋅ d⃗l = − dΦΣ
∮∂Σ E
⎪
⎪
⎪
⎪
⃗ ×E
∇
⎪ dt ⎪ ∂t
⎨ ⎨
⎪ ⎪ ∇⋅B =0
⃗ ⃗
⎪
⎪
⎪
⎪ ∯Σ B
⃗ ⋅ dS⃗ = 0 ⎪
⎪
⎪
⎪
⎪
⎪
⎪ ⎪
⎪
⎪
⎪
⎪ E
⃗
⃗ ⋅ d⃗l = µ0 ε0 dΦΣ + µ0 iint ⎪
⎪ ∂E
⃗
⎪
⎩ ∮∂Σ B dt
⎪
⎪
⎪ ⃗ ×B
∇ ⃗ = µ0 ⃗ + µ0 ε0
⎩ ∂t
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Concetti Base Generalità e Matematica essenziale
Invarianza spazio-temporale
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Concetti Base Generalità e Matematica essenziale
Oggettività
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Concetti Base Generalità e Matematica essenziale
Grandezza Fisica
Operazione di misura
la determinazione quantitativa va fatta confrontando la
grandezza in esame con una grandezza omogenea, assunta
come campione.
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Concetti Base Generalità e Matematica essenziale
Misura
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Concetti Base Generalità e Matematica essenziale
Misura
• diretta
il caso in cui è possibile realizzare fisicamente la somma con la
grandezza di riferimento per estrarne il rapporto (es. misure di
lunghezza, massa, tempo);
• indiretta
il caso in cui la misura è ottenuta misurando altre grandezze legate
a quella d’interesse da leggi note (es. la resistività misurando
resistenza e caratteristiche geometriche, etc.).
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Concetti Base Generalità e Matematica essenziale
Warning!
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Concetti Base Generalità e Matematica essenziale
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Concetti Base Generalità e Matematica essenziale
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Concetti Base Generalità e Matematica essenziale
Quindi
[D] = ∏[Fi ]∑k λk αki
i
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Notazione Scientifica
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Concetti Base Generalità e Matematica essenziale
Ordini di Grandezza
yocto- y 0.000 000 000 000 000 000 000 001 10−24
zepto- z 0.000 000 000 000 000 000 001 10−21
atto- a 0.000 000 000 000 000 001 10−18
femto- f 0.000 000 000 000 001 10−15
pico- p 0.000 000 000 001 10−12
nano- n 0.000 000 001 10−9
micro- μ 0.000 001 10−6
milli- m 0.001 10−3 In fisica sono di
centi- c 0.01 10−2
deci- d 0.1 10−1 fondamentale
- - 1 100 importanza gli
deca- da 10 101
ordini di
etto- h 100 102
kilo- k 1,000 103 grandezza.
mega- M 1,000,000 106
giga- G 1,000,000,000 109
tera- T 1,000,000,000,000 1012
peta- P 1,000,000,000,000,000 1015
exa- E 1,000,000,000,000,000,000 1018
zetta- Z 1,000,000,000,000,000,000,000 1021
yotta- Y 1,000,000,000,000,000,000,000,000 1024
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Sistema Internazionale
Il SI usa sette grandezze fondamentali
alle quali vanno aggiunti radianti e steradianti quali due unità accessorie
prive di dimensioni.
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Sistema Internazionale
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Sistema Internazionale
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Concetti Base Generalità e Matematica essenziale
Sistema Internazionale
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Concetti Base Generalità e Matematica essenziale
Metodo Scientifico
Galileo Galilei
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Concetti Base Generalità e Matematica essenziale
Metodo Scientifico
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Concetti Base Generalità e Matematica essenziale
WARNING!!!!
Noi non procederemo come molti testi fanno, cioè per ordine
“cronologico” di scoperte. Quello è un metodo validissimo ma non
adatto ai nostri scopi: noi vogliamo imparare in fretta come si comporta
la natura dal punto di vista dei fenomeni agnetici e il prezzo da pagare è
perdere un po’ di Storia della Fisica.
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Concetti Base Generalità e Matematica essenziale
WARNING!!!!
Scelta arbitraria della base
Per tutto ciò che seguirà in questo corso, se non altrimenti specificato,
sceglieremo sempre un sistema di riferimento ortonormale per
lo spazio vettoriale che farà da palcoscenico.
⎛ ax ⎞
3 ∼
a∈V ⎜ ay ⎟ ∈ R3
⎝ az ⎠
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Concetti Base Generalità e Matematica essenziale
Status Quo
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Concetti Base Generalità e Matematica essenziale
Status Quo
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Concetti Base Generalità e Matematica essenziale
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Concetti Base Generalità e Matematica essenziale
Se non sapete fare queste cose vi troverete nei guai con questo
corso (statene certi):
• manipolare equazioni e disequazioni (perlomeno lineari e
quadratiche).
• studiare anche solo a vista funzioni di più variabili reali
f (x, y, z, ⋯) = 0 (asintoti, zeri, poli, etc).
• gestire operatori lineari (almeno integrali e derivate).
• fare un minimo di conti con i numeri complessi (perlomeno
rappresentazione polare e cartesiana).
• conoscere vettori e spazi vettoriali (almeno euclidei con prodotto
scalare e vettoriale).
• calcoli con matrici: determinanti, tracce, diagonalizzazioni,
autovalori e autovettori (almeno numeri reali).
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Concetti Base Generalità e Matematica essenziale
Nuovi operatori
Con le vecchie conoscenze di cui alla precedente slide, definiamo tutta
una serie di oggetti senza i quali Fisica Generale II diventerebbe un
raccontino divulgativo.
Nello specifico diamo per scontato che sappiate, dati ad esempio
⎛ Ax ⎞ ⎛ Bx ⎞
A⃗ = ⎜ Ay ⎟ e ⃗ = ⎜ By ⎟
B
⎝ Az ⎠ ⎝ Bz ⎠
A⃗ ⋅ B
⃗ = Ax Bx + Ay By + Az Bz
⎛ Ay Bz − Az By ⎞
⃗ = ⎜ Az Bx − Ax Bz ⎟
A⃗ × B
⎝ Ax By − Ay Bx ⎠
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Concetti Base Generalità e Matematica essenziale
⎛ ∂f ⎞
⎜ ∂x ⎟
⎜ ⎟
⎜ ∂f ⎟
⃗ =⎜
∇f ⎜
⎟
⎟ (1)
⎜ ∂y ⎟
⎜ ⎟
⎜ ∂f ⎟
⎜ ⎟
⎝ ∂z ⎠
⃗ ≡( ∂ , ∂ , ∂ )
in modo di poterlo vedere come l’operatore differenziale ∇ ∂x ∂y ∂z
che, agendo su un campo scalare f , genera una funzione vettoriale.
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Concetti Base Generalità e Matematica essenziale
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Concetti Base Generalità e Matematica essenziale
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Concetti Base Generalità e Matematica essenziale
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Concetti Base Generalità e Matematica essenziale
⎛ ∂Az ∂Ay ⎞
−
⎜
⎜ ∂y ∂z ⎟
⎟
⎜ ∂Ax ∂Az ⎟
⃗ ×A=⎜
∇ ⃗ ⎜ −
⎟
⎟ (3)
⎜
⎜ ∂z ∂x ⎟
⎟
⎜ ∂Ay ∂Ax ⎟
⎜ ⎟
−
⎝ ∂x ∂y ⎠
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Concetti Base Generalità e Matematica essenziale
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Concetti Base Generalità e Matematica essenziale
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Concetti Base Generalità e Matematica essenziale
Per quanto detto è banale verificare che, così definito, per l’operatore ∇
⃗
varranno le seguenti relazioni ∀A,
⃗ f:
⃗ )=0
⃗ × (∇f
∇
(4)
∇ ⋅ (∇ × A)
⃗ ⃗ ⃗ =0
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Concetti Base Generalità e Matematica essenziale
⎛ ∂ 2 Ax ⎞
⎜ ∂x2 ⎟
⎜ ⎟
⎜ ⎟
⎜ ∂ 2 Ay ⎟
∇2 A⃗ = ⎜
⎜
⎟
⎟ (6)
⎜
⎜ ∂y 2 ⎟
⎟
⎜
⎜ ∂ 2 Az ⎟
⎟
⎝ ∂z 2 ⎠
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Concetti Base Generalità e Matematica essenziale
⃗ × A)
⃗ × (∇
∇ ⃗ =∇
⃗ (∇ ⃗ − ∇2 A⃗
⃗ ⋅ A) (7)
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Concetti Base Generalità e Matematica essenziale
Avremo a che fare lungo tutto il corso con due teoremi fondamentali che
avete certamente incontrato in Analisi e che ci si aspetta conosciate:
1. Il teorema della divergenza, detto anche di Ostrogradskij
(impropriamente noto come “di Gauß”). Dice che ∀ campo
vettoriale P⃗ ∈ C 1 definito in un intorno di V risulta che
⃗ ⋅ P⃗ dV = ∮
∫ ∇ P⃗ ⋅ dS⃗ (8)
V ∂V
⃗ ⋅ P⃗ dV = ∯
∭ ∇ P⃗ ⋅ dS⃗
V Σ(V )
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Concetti Base Generalità e Matematica essenziale
∮ P⃗ ⋅ d⃗l = ∬ ⃗ × P⃗ ) ⋅ dS⃗
(∇ (9)
Γ Σ(Γ)
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Concetti Base Generalità e Matematica essenziale
Entrambe i teoremi
1. della divergenza, detto anche di Ostrogradskij.
2. del rotore, detto anche di di Kelvin-Stokes.
sono in realtà casi particolari del teorema di Stokes:
“Se Ω è una varietà differenziabile orientata di dimensione n e
∂Ω la sua frontiera, ∀ (n-1)-forma ω a supporto compatto su Ω
varrà che
∫ dω = ∮ ω
Ω ∂Ω
dove dω è una n-forma, essendo la derivata esterna della
(n-1)-forma ω.”
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Concetti Base Generalità e Matematica essenziale
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Concetti Base Generalità e Matematica essenziale
⃗ × P⃗ ) ⋅ dS⃗ = ∮ P⃗ ⋅ d⃗l
∫ (∇
Σ Γ
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Concetti Base Generalità e Matematica essenziale
∂Pij 3
∭ d x=∯ Pij ni d2 x ⇒
V ∂xi Σ(V )
⃗ ⋅ P⃗ dV = ∯
⇒ ∭ ∇ P⃗ ⋅ n̂ dS
V Σ(V )
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Concetti Base Generalità e Matematica essenziale
1
la famosa varietà generica che poi è quasi sempre Rn con n tipicamente preso nei
casi pratici massimo pari a 3
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Concetti Base Generalità e Matematica essenziale
∫ f (x) dx
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Concetti Base Generalità e Matematica essenziale
Non vedete che interpretando f (x) dx come una 1-forma, derivata della
0-forma F (x), tutto si spiega molto più facilmente? La varietà è
semplicemente il segmento [a, b] ed ovviamente la frontiera di tale
segmento sono gli estremi a e b. Possiamo pensare quindi di riscrivere
tutto come
∫ f (x) dx = ∫ F (x)
Ω ∂Ω
dove Ω ≡ [a, b] e ∂Ω ≡ a, b
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Concetti Base Generalità e Matematica essenziale
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Concetti Base Generalità e Matematica essenziale
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Concetti Base Generalità e Matematica essenziale
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Concetti Base Generalità e Matematica essenziale
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Concetti Base Generalità e Matematica essenziale
∮ ⃗ ⋅ d⃗l = − d ∬ B
E ⃗ ⋅ dS⃗ (11)
∂Σ dt Σ
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Concetti Base Generalità e Matematica essenziale
∯ B
⃗ ⋅ dS⃗ = 0 (12)
Σ
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Concetti Base Generalità e Matematica essenziale
∮ ⃗ ⋅ d⃗l = µ0 ε0 d ∬ E
B ⃗ ⋅ dS⃗ + µ0 iint (13)
∂Σ dt Σ
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Concetti Base Generalità e Matematica essenziale
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Elettromagnetismo
Elettrostatica
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Elettromagnetismo Statica
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Elettromagnetismo Statica
Forza coulombiana
La dipendenza da 1/r2 di una forza si esprime dicendo che tale forza è
coulombiana, dal nome del fisico-ingegnere Charles Augustin de
Coulomb (1736-1806) che espresse tale dipendenza nell’ambito delle sue
ricerche su attriti e torsioni.
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Elettromagnetismo Statica
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Elettromagnetismo Statica
I θ̈ + C θ̇ + kθ = M
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Elettromagnetismo Statica
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Elettromagnetismo Statica
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Elettromagnetismo Statica
⃗ = k Q r̂
E
r2
Non sempre saremo così fortunati.
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Elettromagnetismo Statica
E
⃗tot = ∑ E
⃗k
k
Avremo modo di vedere più avanti che tale principio vale anche per il
campo magnetico.
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Elettromagnetismo Statica
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Elettromagnetismo Statica
Il primo pezzo
Q r̂τ
−
4πε0 rτ2
è semplicemente la legge di
Coulomb.
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Elettromagnetismo Statica
Q d r̂τ rτ
[− ( 2 )] ⋅
4πε0 dt rτ c
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Elettromagnetismo Statica
d2 n̂
=ω
⃗ × (⃗ ω × n̂) + 2⃗ ω × (⃗ ω × n̂)
dt2 ´¹¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹¸ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¶ ´¹¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¸¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹¶
trascinamento Coriolis
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Elettromagnetismo Statica
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Elettromagnetismo Statica
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Elettromagnetismo Statica
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Elettromagnetismo Statica
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Elettromagnetismo Statica
Caso statico
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Elettromagnetismo Statica
Caso statico
⎧
⎪ ∇⋅B =0
⎪
⎪ ⃗ ⃗
Magnetostatica: ⎨ (21b)
⎪
⎩ ∇ × B = µ0 ⃗
⎪
⎪ ⃗ ⃗
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Elettromagnetismo Statica
Caso statico
• in statica E
⃗ è un ottimo esempio di campo vettoriale
conservativo a divergenza data.
• in statica B
⃗ è un ottimo esempio di campo vettoriale
solenoidale a rotore dato.
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Elettromagnetismo Statica
Caso statico
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Elettromagnetismo Statica
Caso statico
irrotazionale ⇔ conservativo
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Elettromagnetismo Statica
Caso statico
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Elettromagnetismo Statica
Caso statico
∭ s⃗ ⋅ c⃗ dV = 0 (23)
V
∭ s⃗ ⋅ ∇ψ
⃗ dV = 0 (24)
V
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Elettromagnetismo Statica
Caso statico
s) = s⃗ ⋅ ∇ψ
⃗ ⋅ (ψ⃗
∇ ⃗ + ψ∇
⃗ ⋅ s⃗
ma s⃗ è solenoidale (∇
⃗ ⋅ s⃗ = 0), quindi
∭ s⃗ ⋅ ∇ψ
⃗ dV = ∭ ∇ s) dV
⃗ ⋅ (ψ⃗ (25)
V V
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Elettromagnetismo Statica
Caso statico
s) dV = ∯
⃗ ⋅ (ψ⃗
∭ ∇ ψ⃗
s ⋅ dS⃗ (26)
V ∂V
lim ∯ ψ⃗
s ⋅ dS⃗ = 0 (27)
∂V →∞ ∂V
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Elettromagnetismo Statica
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Elettromagnetismo Statica
Il campo E
⃗ tuttavia dipende da dove sono le cariche e il problema
sembra essere un circolo vizioso.
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Elettromagnetismo Statica
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Elettromagnetismo Statica
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Elettromagnetismo Statica
Non possiamo però esimerci dallo studiare tali casi banali. Ripartiamo
perciò dalla legge di Coulomb:
1 q1 q2
F⃗12 = r̂21
4πε0 r2
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Elettromagnetismo Statica
⃗1 ≡ lim F12
⃗
E (28)
q1 →0 q1
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Elettromagnetismo Statica
1
Per motivi storici k = 4πε0
≃ 9 ⋅ 109 N m2 C−2 . La definizione, vedremo
tra non molto, è k/c2 = 10−7 .
La costante
ε0 = 8.854 187 817 62 ⋅ 10−12 N−1 C2 m−2
è detta costante dielettrica del vuoto oppure permittività elettrica del
vuoto. Adesso non ci interessa particolarmente.
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Elettromagnetismo Statica
In caso di più cariche puntiformi nel punto dove era q1 ci sarà un campo
somma di tutti i campi dovuti al resto delle cariche:
1 qk
E
⃗1 = ∑ 2 r̂k1 (29)
4πε0 k rk
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Elettromagnetismo Statica
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Elettromagnetismo Statica
e− ≃ −1.60 ⋅ 10−19 C
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Elettromagnetismo Statica
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Elettromagnetismo Statica
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Elettromagnetismo Statica
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Elettromagnetismo Statica
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Elettromagnetismo Statica
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Elettromagnetismo Statica
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Elettromagnetismo Statica
Come definito prima, tale dipolo avrà fissa la distanza d tra le due
cariche che quindi saranno come inchiodate alle estremità d’una
bacchetta. Naturalmente il campo in un punto generico P è facile da
trovare utilizzando il principio di sovrapposizione dei campi.
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Elettromagnetismo Statica
1 ∣q + ∣ ∣q − ∣
E
⃗P = ( + 2 r̂+ − − 2 r̂− )
4πε0 (r ) (r )
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Elettromagnetismo Statica
1 ∣q + ∣ ∣q − ∣
E
⃗P = ( + 2 r̂+ − − 2 r̂− ) =
4πε0 (r ) (r )
q 1 1
= ( 2
− ) r̂
4πε0 (r − d/2) (r + d/2)2
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Elettromagnetismo Statica
q ⎛ 1 1 ⎞
EP = 2 d
− d
(31)
4πε0 r ⎝ (1 − 2r )2 (1 + 2r )2 ⎠
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Elettromagnetismo Statica
facciamo il m.c.m.:
q ⎛ 1 1 ⎞
EP = 2 d
− d
=
4πε0 r ⎝ (1 − 2r ) 2 2
(1 + 2r ) ⎠
d 2 d 2 d 2 d 2
q ⎛ (1 + 2r ) − (1 − 2r ) ⎞ q ⎛ (1 + 2r ) − (1 − 2r ) ⎞
= = =
4πε0 r ⎝ (1 + 2r ) (1 − 2r ) ⎠ 4πε0 r ⎝ [(1 + )(1 − )]2 ⎠
2 d 2 d 2 2 d d
2r 2r
d d2 d d2
q ⎛1 + r + 4r2
−1+ r − 4r2 ⎞
= d2
4πε0 r2 ⎝ (1 − )2 ⎠
4r2
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Elettromagnetismo Statica
d d2 d d2
q ⎛ 1 + r + 4r2
− 1 + r − 4r2 ⎞
EP = d2
=
4πε0 r2 ⎝ (1 − )2 ⎠
4r2
q ⎛ 2 dr ⎞ qd ⎛ 1 ⎞
= 2 d 2 = 3 d 2 =
4πε0 r ⎝ (1 − 2 ) ⎠ 2πε0 r ⎝ (1 − 2 ) ⎠
2 2
4r 4r
p ⎛ 1 ⎞ r≫d p
= 3 2 ÐÐ→
d
2πε0 r ⎝ (1 − 2 ) ⎠
2 2πε0 r3
4r
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Elettromagnetismo Statica
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Elettromagnetismo Statica
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Elettromagnetismo Statica
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Elettromagnetismo Statica
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Elettromagnetismo Statica
λR dφ
dE cos θ = cos θ
4πε0 (R2 + z 2 )
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Elettromagnetismo Statica
λRz
= dφ
4πε0 (R2 + z 2 )3/2
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Elettromagnetismo Statica
2πλRz q z
= 2 2 3/2
=
4πε0 (R + z ) 4πε0 (R + z 2 )3/2
2
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Elettromagnetismo Statica
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Elettromagnetismo Statica
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Elettromagnetismo Statica
dq z
Ez, anello infinitesimo =
4πε0 (r2 + z 2 )3/2
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Elettromagnetismo Statica
σz r dr
= = dE
2ε0 (r + z 2 )3/2
2
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Elettromagnetismo Statica
σz R r
E=∫ dE = ∫ dr
sul disco 2ε0 0 (r + z 2 )3/2
2
σz (R 2 +z 2 )
1/2
E= ∫2 (2r dr) =
2ε0 z y 3/2 ´¹¹ ¹ ¹ ¹¸ ¹ ¹ ¹ ¹ ¶
dy
σz (R 2 +z 2 )
= ∫2 y −3/2 dy
4ε0 z
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Elettromagnetismo Statica
Quest’integrale è banale:
σz (R2 +z 2 )
E= [−y −1/2 ] 2 =
2ε0 z
σ z −1 σ z
= [z − (R2 + z 2 )−1/2 ] = (1 − √ )
2ε0 2ε0 R + z2
2
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Elettromagnetismo Statica
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Elettromagnetismo Statica
da cui
z≪R σ
Ez,disco vicino ÐÐ→
2ε0
come si vede la (35) tende ad un valore costate. Ricordiamoci questo
risultato perché lo incontreremo nuovamente molto presto.
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Elettromagnetismo Statica
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Elettromagnetismo Statica
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Elettromagnetismo Statica
b b
xdx 1 b dξ 1 1 1
∫ 2 2 3/2
= ∫ 3/2
= − [√ ] = √ −√
a (x + y ) 2 a ξ ξ a a2 + y 2 b2 + y 2
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Elettromagnetismo Statica
λ ⎛ 1 1 ⎞
Ex = √ −√
4πε0 ⎝ b2 + y 2 a2 + y 2 ⎠
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Elettromagnetismo Statica
Calcoliamo
b λy b dx
Ey = ∫ dEy = ∫
a 4πε0 a (x2 + y 2 )3/2
Stavolta non abbiamo il differenziale “servito” a numeratore perciò
dobbiamo inventarci qualcosa che ci liberi del quadrato. Ci viene in
mente di aggrapparci a funzioni trigonometriche perché vorremmo
sfruttare il fatto che cos2 α + sin2 α = 1 (che descrivono la circonferenza
x2 + y 2 = 1), solo che al denominatore abbiamo x2 + k con k > 0 da
sostituire con un y 2 perciò ci serve un tipo di funzioni tali che
f12 (α) − f22 (α) = 1 e ciò dovrebbe subito illuminarci perché l’equazione
dell’iperbole equilatera è appunto x2 − y 2 = 1 e viene descritta dalle
parametriche (cosh t, sinh t) che hanno la proprietà di fare
cosh2 t − sinh2 t = 1.
127 / 381
Elettromagnetismo Statica
λ cosh ξdξ λ dξ
∫ 2
= ∫
4πε0 y (cosh ξ)3/2 4πε0 y cosh2 ξ
dξ
L’ultimo è un integrale notevole noto ∫ cosh2 ξ
= tanh ξ + costante.
128 / 381
Elettromagnetismo Statica
⎡ ⎤
λ ⎢⎢ x/y ⎥⎥ λ ⎡⎢ x ⎤b
⎥
= ⎢√ 2 ⎥= ⎢√ ⎥ =
4πε0 y ⎢ x + 1 ⎥ 4πε0 y ⎣ x2 + y 2 ⎥⎦
⎢ ⎥ ⎢
⎣ y 2
⎦ a
λ ⎛ b a ⎞
= √ −√
4πε0 y ⎝ b2 + y 2 a2 + y 2 ⎠
129 / 381
Elettromagnetismo Statica
⎛ √ 1 − √ 1 ⎞
⃗P = λ ⎜
E
b2 +y 2 a2 +y 2
⎟ (36)
b/y a/y
4πε0 ⎝ √ − √ ⎠
b2 +y 2 a2 +y 2
2
ovviamente siamo in un contesto non relativistico.
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Elettromagnetismo Statica
131 / 381
Elettromagnetismo Statica
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Elettromagnetismo Statica
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Elettromagnetismo Statica
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Elettromagnetismo Statica
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Elettromagnetismo Statica
Non è difficile vedere come la presenza del braccio lungo d/2 provochi
un momento di torsione τ⃗ = p⃗ × E:
⃗
d p
τ = 2 F sin θ → F d sin θ = Eq sin θ = Ep sin θ
2 q
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Elettromagnetismo Statica
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Elettromagnetismo Statica
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Elettromagnetismo Statica
Non serve molto per rendersi conto che il flusso netto di fluido che esce
o che entra in tale superficie è nullo.
Se adesso la stessa sfera la immaginiamo in un fiume il risultato non
cambierà poiché per quanto fluido entrerà da una direzione, tanto ne
uscirà nella direzione opposta.
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Elettromagnetismo Statica
⃗ ⋅ dA⃗ → Φ = ∫ E
dΦ = E ⃗ ⋅ dA⃗
Σ
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Elettromagnetismo Statica
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Elettromagnetismo Statica
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Elettromagnetismo Statica
ΦΣ (E)
⃗ =∮ E⃗ ⋅ dA⃗ = ∑i Qi (38)
Σ ε0
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Elettromagnetismo Statica
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Elettromagnetismo Statica
147 / 381
Elettromagnetismo Statica
È evidente che l’unico contributo sarà quello delle basi del cilindro di
area πR2 ciascuna, dato che ne abbiamo due:
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Elettromagnetismo Statica
Il risultato (39) è proprio il limite per z molto piccolo del campo trovato
per il disco carico (v. (35)), e uguale risultato avremo per qualsivoglia
forma intagliata in un piano carico a patto di porsi abbastanza vicini da
non sentire gli effetti di bordo. Allontanandosi da la generica
distribuzione superficiale (necessariamente finita se reale) alla fine
vedremo il campo andare giù come 1/r2 , come fosse solo una carica
puntiforme. Questi due comportamenti devono sempre essere verificati
quando trovate una forma per il campo elettrico vicino e lontano da una
qualsivoglia distribuzione bidimensionale di carica.
r→0 σ r→∞
Emolto vicino ÐÐ→ Emolto lontano ÐÐÐ→ 0
2ε0
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Elettromagnetismo Statica
Forti di aver già trovato il campo elettrico per segmento carico, vediamo
adesso una linea carica infinita di densità lineare λ:
150 / 381
Elettromagnetismo Statica
151 / 381
Elettromagnetismo Statica
Potenziale elettrico V
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Elettromagnetismo Statica
Potenziale elettrico V
Dato che le due cariche hanno stesso segno tendono a respingersi.
Portare la prima carica in un punto qualunque non richiede alcun
lavoro. La seconda però deve muoversi nel campo della prima e
compiremo lavoro per porla nel punto distante d dalla prima.
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Elettromagnetismo Statica
Potenziale elettrico V
Tale lavoro può facilmente essere calcolato:
d q2 q2 ∞ dr q2 1
L = −∫ dr = ∫ =
∞ 4πε0 r2 4πε0 d r2 4πε0 d
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Elettromagnetismo Statica
Potenziale elettrico V
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Elettromagnetismo Statica
Potenziale elettrico V
Adesso fate attenzione perché i nomi di quel che segue sono simili ma i
concetti molto, molto diversi.
La quantità appena trovata viene chiamata energia potenziale
elettrostatica ed indicata con la lettera U :
q1 q2 1
L≡U = (41)
4πε0 r
U è null’altro che il lavoro che devo compiere per portare una delle due
cariche a distanza r dall’altra. Nient’altro. Inoltre, ovviamente, U si
misura in joule.
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Elettromagnetismo Statica
Potenziale elettrico V
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Elettromagnetismo Statica
Potenziale elettrico V
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Elettromagnetismo Statica
Potenziale elettrico V
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Elettromagnetismo Statica
Potenziale elettrico V
Per completare la nostra descrizione del campo elettrico a livello
geometrico ci resta da considerare la regione spaziale dove il potenziale è
costante. Questo darà una visione simile a quella che abbiamo quando,
guardando una mappa geografica fisica, notiamo le linee di stesso livello
d’altitudine (le isoipse) e quindi capiamo facilmente dove son i rilievi:
160 / 381
Elettromagnetismo Statica
Potenziale elettrico V
161 / 381
Elettromagnetismo Statica
Potenziale elettrico V
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Elettromagnetismo Statica
Potenziale elettrico V
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Elettromagnetismo Statica
Potenziale elettrico V
∆V = −E∆x
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Elettromagnetismo Statica
Potenziale elettrico V
Troviamo il potenziale di un dipolo in un punto P abbastanza distante
rispetto le dimensioni del dipolo stesso:
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Elettromagnetismo Statica
Potenziale elettrico V
166 / 381
Elettromagnetismo Statica
Potenziale elettrico V
1 p cos θ
V = (46)
4πε0 r2
Dato che E = −∇V tutto torna: la derivata di 1/r2 va infatti come 1/r3 .
167 / 381
Elettromagnetismo Statica
Capacità elettrica C
Abbiamo già visto com’è il campo elettrico per un piano infinito carico.
Il campo sarà ortogonale al piano e di valore costante E = σ/2ε0
entrante o uscente dal piano a seconda del segno della densità di carica
σ. Cosa succede se adesso affacciamo due piani infiniti uno davanti
l’altro aventi uno σ l’altro −σ?
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Elettromagnetismo Statica
Capacità elettrica C
169 / 381
Elettromagnetismo Statica
Capacità elettrica C
Conduttori
Si dicono conduttori quei materiali nei quali gli elettroni sono liberi di
muoversi se sottoposti a differenza di potenziale (d’ora in avanti d.d.p.).
Essi sono caratterizzati pertanto dalla presenza degli elettroni liberi
nella banda di valenza degli atomi del reticolo cristallino.
170 / 381
Elettromagnetismo Statica
Capacità elettrica C
171 / 381
Elettromagnetismo Statica
Capacità elettrica C
172 / 381
Elettromagnetismo Statica
σd Qd
V = Ed = =
ε0 Aε0
guardando la (48) immediatamente capiamo che per tale geometria (due
piastre affacciate, il cosiddetto condensatore piano) vale la relazione
Aε0
C= (49)
d
173 / 381
Elettromagnetismo Statica
[C]
[F] =
[V]
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Elettromagnetismo Statica
Q
Q = ε0 E(4πr2 ) → E =
4πε0 r2
quindi
dove sono le q− R2
Q Q 1 1
V = ∫ E dr = ∫ 2
dr = ( − )
4πε0 r 4πε0 R1 R2
dove sono le q+ R1
175 / 381
Elettromagnetismo Statica
Q R1 R2
Csferico = = 4πε0
V R2 − R1
quindi se mandiamo R2 → ∞
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Elettromagnetismo Statica
in effetti dalla (50) si capisce che i conduttori da soli hanno sempre una
capacità molto piccola rispetto all’unità di misura.
177 / 381
Elettromagnetismo Statica
178 / 381
Elettromagnetismo Statica
179 / 381
Elettromagnetismo Statica
L
C = 2πε0 (51)
ln ( ab )
180 / 381
Elettromagnetismo Statica
181 / 381
Elettromagnetismo Statica
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Elettromagnetismo Statica
Magnetostatica
183 / 381
Elettromagnetismo Statica
Forza magnetica
Abbiamo visto che una carica ferma subisce eventualmente una forza
dovuta al campo elettrico in cui è immersa (dovuto ad altre cariche).
Abbiamo visto altresì che tale forza dipende dalla posizione della carica.
F⃗m = q⃗
v×B
⃗ (54)
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Elettromagnetismo Statica
Forza magnetica
[N] [N]
[B] = [m]
= =T
[C] [s] [A][m]
185 / 381
Elettromagnetismo Statica
Possiamo quindi scrivere in generale che la forza totale che subisce una
carica elettrica in movimento in un campo elettromagnetico è
F⃗ = q(E
⃗ + v⃗ × B)
⃗ (55)
F⃗ = q(E
⃗ + v⃗ × B)
⃗ + q m (B
⃗ + v⃗m × E)
⃗
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Elettromagnetismo Statica
187 / 381
Elettromagnetismo Statica
188 / 381
Elettromagnetismo Statica
Proprietà di ⃗
⃗ ⋅ ⃗ = 0
∇ (57)
189 / 381
Elettromagnetismo Statica
I = ∬ ⃗ ⋅ dA⃗ (58)
Σ
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Elettromagnetismo Statica
Dato che la carica elettrica non può mai essere creata o distrutta (una
delle leggi empiriche più importanti della fisica) se la superficie che
utilizziamo ai fini dell’integrazione risulta chiusa, una qualunque
superficie chiusa, deve essere che
dQinterna
I = ∯ ⃗ ⋅ dA⃗ = − (59)
Σ dt
ma
Qinterna = ∭ ρ dV
V (Σ)
sicché
d
∯ ⃗ ⋅ dA⃗ = − ∭ ρ dV (60)
Σ dt V (Σ)
191 / 381
Elettromagnetismo Statica
∯ ⃗ ⋅ dA⃗ = ∭ ⃗ ⋅ ⃗ dV
∇ (61)
Σ V (Σ)
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Elettromagnetismo Statica
d ∂ρ
∭ ⃗ ⋅ ⃗ dV = −
∇ ∭ ρ dV = − ∭ dV
V (Σ) dt V (Σ) V (Σ) ∂t
193 / 381
Elettromagnetismo Statica
194 / 381
Elettromagnetismo Statica
⃗
Forza su un filo percorso da I immerso in B
∆F⃗ = ∆L[(A⃗
) × B]
⃗ = ∆L (I⃗ × B)
⃗ (64)
195 / 381
Elettromagnetismo Statica
⃗
Forza su un filo percorso da I immerso in B
∆F⃗ ⃗ ⃗
=I ×B (65)
∆L
Facciamo notare per completezza che molti testi preferiscono accorpare
la (63) scrivendo
F⃗ = I L
⃗ ×B
⃗
196 / 381
Elettromagnetismo Statica
Potenziale vettore
197 / 381
Elettromagnetismo Statica
Potenziale vettore
⃗ ⋅B
∇ ⃗=0 sempre ⇒ B ⃗ × A⃗
⃗=∇
198 / 381
Elettromagnetismo Statica
Potenziale vettore
199 / 381
Elettromagnetismo Statica
Potenziale vettore
200 / 381
Elettromagnetismo Statica
Potenziale vettore
Se è vero che
B
⃗=∇⃗ × A⃗
{ ⃗ ⃗ ⃗′
B =∇×A
dev’essere anche che ∇⃗ × (A⃗ − A⃗′ ) = 0 cioè che il vettore risultante A⃗ − A⃗′
è in realtà un gradiente di un campo scalare:
A⃗ − A⃗′ = ∇ψ
⃗ ⇒ A⃗ = A⃗′ + ∇ψ
⃗ (66)
201 / 381
Elettromagnetismo Statica
Potenziale vettore
202 / 381
Elettromagnetismo Statica
Potenziale vettore
E
⃗ = −∇V
⃗ → ∇ ⃗ = −∇2 V = ρ/ε0
⃗ ⋅E
⃗ ⋅ (A⃗ + ∇ψ)
∇ ⃗ ⃗ ⋅ A⃗ + ∇2 ψ
=∇
203 / 381
Elettromagnetismo Statica
Potenziale vettore
Matematicamente parlando
−∇2 V = ρ/ε0 e − ∇2 A⃗ = µ0 ⃗
204 / 381
Elettromagnetismo Statica
Potenziale vettore
4
Nella realtà operativa di solito si trova il campo a partire dal potenziale e non
viceversa.
205 / 381
Elettromagnetismo Statica
Potenziale vettore
206 / 381
Elettromagnetismo Statica
Potenziale vettore
207 / 381
Elettromagnetismo Statica
208 / 381
Elettromagnetismo Statica
Abbiamo già detto che non sono mai state osservate cariche magnetiche
libere e che quindi le linee di campo di B
⃗ non “emergono” da alcuna
sorgente né “entrano” in alcun pozzo. Da dove vengono? Il campo
magnetico si palesa in presenza di cariche elettriche in movimento tant’è
vero che il rotore del campo è proporzionale alla densità di carica.
Quindi ha senso chiedersi quale campo magnetico si genera dove scorre
corrente?
209 / 381
Elettromagnetismo Statica
210 / 381
Elettromagnetismo Statica
211 / 381
Elettromagnetismo Statica
B ⃗ × A⃗2
⃗2 = ∇
212 / 381
Elettromagnetismo Statica
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Elettromagnetismo Statica
214 / 381
Elettromagnetismo Statica
∂Az ∂Ay µ0 y2 − y1 z2 − z1
Bx = − = − ∭ [jz 3
− jy ] dV1
∂y ∂z 4π r r3
215 / 381
Elettromagnetismo Statica
216 / 381
Elettromagnetismo Statica
Legge di Biot-Savart
Legge di Biot-Savart
Il campo magnetico infinitesimo prodotto in un certo punto “2” dal
passaggio di una corrente I in un pezzo infinitesimo di filo situato nel
punto “1” è dato dunque dalla:
µ0 Id⃗l1 × r̂
dB
⃗2 = (71)
4π r2
217 / 381
Elettromagnetismo Statica
Legge di Biot-Savart
µ0 Id⃗
s × r̂ µ0 Ids sin θ
dB
⃗P = = ê
4π r2 4π r2
dove ê è il versore entrante il foglio. Il
modulo totale quindi sarà:
∞ ∞ µ0 I ∞ sin θ ds
BP = ∫ dBP = 2 ∫ dBP = ∫
−∞ 0 2π 0 r2
218 / 381
Elettromagnetismo Statica
Legge di Biot-Savart
µ0 I ∞ R
= ∫ ds
2π 0 (R + s2 )3/2
2
219 / 381
Elettromagnetismo Statica
Legge di Biot-Savart
Adesso bisogna ricordarsi quant’è importante aver studiato Analisi I.
Ogni volta che c’è un fattore del tipo (x2 ± a2 )k nell’integrando ci deve
subito venire in mente il teorema di Pitagora e con esso le possibili
sostituzioni
√ trigonometriche. Nel nostro caso vogliamo far scomparire
x2 + a2 che è un’ipotenusa!
√ √ R
s2 + R2 cos θ = R → s2 + R2 = cos θ . Adesso cerchiamo una relazione
che ci faccia scomparire la somma sotto radice: prendiamo la prima
relazione somma di due quadrati che ci viene in mente in trigonometria,
R2
sin2 θ + cos2 θ = 1, e moltiplichiamola per cos2θ.
220 / 381
Elettromagnetismo Statica
Legge di Biot-Savart
R2 R2
(sin2 θ + cos2 θ) = →
cos2 θ cos2 θ
R2
→ R2 tan2 θ + R2 =
cos2 θ
è evidente che la sostituzione che andavamo cercando è
R
s = R tan θ ; ds = dθ
cos2 θ
i limiti d’integrazione diventano 0 e π/2.
221 / 381
Elettromagnetismo Statica
Legge di Biot-Savart
µ0 I ∞ R µ0 I π/2 R R
BP = ∫ ds = ∫ 2
dθ =
2
2π 0 (R + s )2 3/2 2π 0 (R + R tan θ) cos2 θ
2 2 3/2
µ0 I π/2 1 1
= ∫ 2 3/2 2θ
dθ
2πR 0 (1 + tan θ) cos
Tutti adesso ricorderanno che 1 + tan2 θ = 1/ cos2 θ sicché
µ0 I π/2 1 1 µ0 I π/2
BP = ∫ 1 3/2 2
dθ = ∫ cos θ dθ
2πR 0 ( cos2 θ ) cos θ 2πR 0
222 / 381
Elettromagnetismo Statica
Legge di Biot-Savart
µ0 I π/2 µ0 I
BP = [sin θ]0 =
2πR 2πR
Adesso dopo tutta questa fatica prendiamo la quarta legge di Maxwell
nel caso stazionario (Legge di Ampère):
∮ ⃗ d⃗l = µ0 iint
B⋅ → 2πRB = µ0 I
∂Σ
223 / 381
Elettromagnetismo Statica
5
anche se per onor del vero il fenomeno era probabilmente stato osservato 18 anni
prima dal noto giurista e filosofo italiano Gian Domenico Romagnosi che però non fu
preso in considerazione dalla comunità scientifica
224 / 381
Elettromagnetismo Statica
225 / 381
Elettromagnetismo Statica
226 / 381
Elettromagnetismo Statica
227 / 381
Elettromagnetismo Statica
228 / 381
Elettromagnetismo Statica
229 / 381
Elettromagnetismo Statica
230 / 381
Elettromagnetismo Statica
231 / 381
Elettromagnetismo Statica
B D
∮ B ⃗ ⋅ d⃗l
⃗ ⋅ d⃗l + ∫ B
⃗ ⋅ d⃗l = ∫ B
A C
232 / 381
Elettromagnetismo Statica
233 / 381
Elettromagnetismo Statica
B = µ0 nI (72)
234 / 381
Elettromagnetismo Statica
stavolta però
⃗ ⋅ d⃗l = 2πrB = µ0 N I
∮ B
µ0 N I
B= (73)
2πr
235 / 381
Elettromagnetismo Statica
Dipolo magnetico
1 p cos θ
V =
4πε0 r2
Dimostreremo adesso che la stessa forma s’ottiene per il campo
magnetico in un punto P distante R da una spira (sia nella nostra
dimostrazione rettangolare di lati a e b entrambe molto più piccoli di R):
236 / 381
Elettromagnetismo Statica
Dipolo magnetico
237 / 381
Elettromagnetismo Statica
Dipolo magnetico
Dato poi che lungo x ci sono due tratti lunghi a percorsi da corrente
stazionaria I, il potenziale vettore sarà lo stesso di quello elettrostatico
per il termine di dipolo per una distribuzione fatta da due segmenti
carichi (con carica uguale e opposta) distanti b (ciò naturalmente vale se
R ≫ a, b).
238 / 381
Elettromagnetismo Statica
Dipolo magnetico
239 / 381
Elettromagnetismo Statica
240 / 381
Elettromagnetismo Statica
1 ⃗ 3(⃗
1 r⃗k ⋅ R ⃗ 2 − r 2 R2
rk ⋅ R) k
≃ + + +⋯
∣R − r∣ R R3 2R5
1
moltiplicando per ogni termine 4πε0 qk s’otterrà
⎡ ⎤
⎢ ⎥
⎢ ⃗ 2 − r 2 R2 ) ⎥
1 ⎢⎢ ∑ k qk ∑k qk r⃗k ⋅ R ⃗ 3 ∑k qk ((⃗ rk ⋅ R) k
⎥
V ≃ ⎢ + 3
+ 5
+⋯⎥⎥
4πε0 ⎢ R R 2R ⎥
⎢ ´¹¹ ¹¸ ¹ ¹ ¶ ´¹¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¸¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¶ ´¹¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¸¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹¶ ⎥
⎢m. di monopolo momento di dipolo momento di ottupolo ⎥
⎣ ⎦
241 / 381
Elettromagnetismo Statica
1 ∑ qk r⃗k ⋅ R
⃗ 1 ∑ p⃗k ⋅ R
⃗
V ≃ [ k 3 ]= [ k 3 ] (74)
4πε0 R 4πε0 R
242 / 381
Elettromagnetismo Statica
Dipolo magnetico
243 / 381
Elettromagnetismo Statica
Dipolo magnetico
⎛ −y ⎞
µ0 Iab ⎜
⎜ x ⎟
⎟
A⃗ = 3 ⎜ ⎟ (77)
4π R ⎜ ⎟
⎝ 0 ⎠
µ
⃗ = I S⃗ (78)
244 / 381
Elettromagnetismo Statica
Dipolo magnetico
245 / 381
Elettromagnetismo Statica
Dipolo magnetico
Per esercizio calcolate il campo magnetico. Riportiamo la soluzione
dell’esercizio:
3xz
⎛ R5 ⎞
µ µ ⎜ ⎟
⃗= 0 ⎜
B ⎜
3yz ⎟
⎟ (80)
R5
4π ⎜⎜ 2
⎟
⎟
⎝ 3z5 − 13 ⎠
r r
246 / 381
Elettromagnetismo Statica
Dipolo magnetico
∇ ⃗= ρ
⃗ ⋅E ⃗ ⋅B
∇ ⃗=0
ε0
⃗ ×E
∇ ⃗=0 ⃗ ×B
∇ ⃗ = µ0 ⃗
247 / 381
Elettromagnetismo Statica
Dipolo magnetico
Il fatto è che tali soluzioni sono state trovate in luoghi fisici lontani da
cariche o correnti dove si apprezza solo il momento di dipolo e dove le
equazioni dei campi sono identiche e tutte nulle:
⃗ ⋅E
∇ ⃗=0 ⃗ ⋅B
∇ ⃗=0
⃗ ×E
∇ ⃗=0 ⃗ ×B
∇ ⃗=0
248 / 381
Elettromagnetismo Statica
Dipolo magnetico
Naturalmente dato che una spira percorsa da corrente genera un campo
magnetico se inseriamo una spira siffatta dentro un campo magnetico
generato da altre correnti, la spira sperimenterà delle forze che
tenderanno ad accelerarla.
In particolare vediamo il caso più semplice: spira immersa in campo
uniforme (sia nel verso dell’asse z).
249 / 381
Elettromagnetismo Statica
Dipolo magnetico
Le forze F1 ed F2 sono uguali e contrarie pari a BIb con braccio
a cos(π/2 − θ) = a sin θ. Perciò il momento torcente è τ = IBab sin θ
250 / 381
Elettromagnetismo Statica
Dipolo magnetico
τ⃗ = µ
⃗×B
⃗ (81)
τ⃗ = p⃗ × E
⃗ (82)
251 / 381
Elettromagnetismo Statica
Dipoli - Energia
E
̃spira, virt. = ∫ τ dθ = −µB cos θ = −⃗
µ⋅B
⃗ (83)
252 / 381
Elettromagnetismo Dinamica
Elettrodinamica
253 / 381
Elettromagnetismo Dinamica
È ovvio che conviene sempre cominciare col facile per poi aggiungere
complessità, però se da una parte tale processo ci aiuta facendoci da
palestra per i casi più ardui, dall’altra ci lascia a volte convinti di
possedere nozioni sempre valide quando valide sempre non sono.
254 / 381
Elettromagnetismo Dinamica
255 / 381
Elettromagnetismo Dinamica
Qq r̂
F⃗ = 4πε0 r2 F⃗ = q(E
⃗ + v⃗ × B)
⃗
dove ∇⃗ ⋅E
⃗ = ρ/ε0
⃗ ×E
∇ ⃗=0 ⃗ = − ∂ B⃗
⃗ ×E
∇ ∂t
⃗
∂A
E
⃗ = −∇V
⃗ E
⃗ = − (∇V
⃗ +
∂t )
256 / 381
Elettromagnetismo Dinamica
⃗ ⋅B
∇ ⃗=0
dove B ⃗ × A⃗
⃗=∇
∇ ⃗ = µ0 ⃗j
⃗ ×B ⃗ = µ0 ⃗j + µ0 ε0 ∂ E⃗
⃗ ×B
∇ ∂t
1 ε0
Ee = 2 ∭ ρ(x, y, z)V (x, y, z) dxdydz Ee = 2 ∭ E
⃗ ⋅E
⃗ dxdydz
1 1
Em = 2 ∭ ⃗j ⋅ A⃗ dxdydz Em = 2µ0 ∭ B
⃗ ⋅B
⃗ dxdydz
257 / 381
Elettromagnetismo Dinamica
258 / 381
Elettromagnetismo Dinamica
Questo ci fa capire che ci serve una nuova equazione per A⃗ che deve
⃗ ⋅ A⃗ = 0.
sostituire ∇
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Elettromagnetismo Dinamica
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Elettromagnetismo Dinamica
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Elettromagnetismo Dinamica
Induzione
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Elettromagnetismo Dinamica
Induzione
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Elettromagnetismo Dinamica
Induzione
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Elettromagnetismo Dinamica
Induzione
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Elettromagnetismo Dinamica
Induzione
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Elettromagnetismo Dinamica
Induzione
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Elettromagnetismo Dinamica
Induzione
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Elettromagnetismo Dinamica
Induzione
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Elettromagnetismo Dinamica
Induzione
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Elettromagnetismo Dinamica
Induzione
(BL)2 v
F1 =
R
e possiamo anche dire la potenza
dissipata essendo questa
2
(BLv)2 Ef.e.m.
W = F1 v = =
R R
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Elettromagnetismo Dinamica
Induzione
Ef.e.m. = ∮ ⃗ ⋅ d⃗l = − d ∬ B
E ⃗ ⋅ dS⃗
∂Σ dt Σ
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Elettromagnetismo Dinamica
Induzione
∮ ⃗ ⋅ d⃗l = ∬ (∇
E ⃗ ⋅ dS⃗ = − d ∬ B
⃗ × E) ⃗ ⋅ dS⃗
∂Σ Σ dt Σ
⇓
⃗ = − ∂B
⃗
⃗ ×E
∇
∂t
a patto di tenere fissa la superficie Σ. Ecco ricavata la seconda eq. di
Maxwell.
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Elettromagnetismo Dinamica
Induzione
In generale possiamo dire che il sistema d’equazioni
F⃗ = q(E
⃗ + v⃗ × B)
⃗
{ ⃗ = − ∂B⃗
∇⃗ ×E
∂t
E
⃗ indotto non è conservativo!
B
⃗
Notiamo inoltre che la scrittura ∮∂Σ E ⃗ ⋅ d⃗l = − dΦΣ ≠ 0 implica che per
dt
tali campi elettrici indotti il concetto di potenziale del punto qualunque
A definito come
A
⃗ ⋅ d⃗l
VA ≡ ∫ E
∞
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Elettromagnetismo Dinamica
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Elettromagnetismo Dinamica
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Elettromagnetismo Dinamica
Induttore
ΦB = Aµ0 nI
nLΦB = n2 LAµ0 I
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Elettromagnetismo Dinamica
Induttore
Definiamo allora
nLΦB
=L (90)
I
“induttanza”. Nel nostro caso l’induttanza di un pezzo di solenoide
lungo L risulta essere
L = n2 LAµ0
e, come già visto per la capacità, dipende dalla geometria dell’oggetto in
esame.
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Elettromagnetismo Dinamica
Induttore
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Elettromagnetismo Dinamica
Corrente Elettrica
Abbiamo ormai tutti gli strumenti per parlare di correnti. Abbiamo già
visto che per definizione chiamiamo corrente elettrica
Definizione di corrente elettrica
dQ
I= [Q] = A ⋅ s = C (92)
dt
Quindi la corrente elettrica consta di cariche in movimento. Non è
tuttavia necessariamente vero il contrario: non tutte le cariche
in movimento costituiscono correnti elettriche.
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Elettromagnetismo Dinamica
Corrente Elettrica
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Elettromagnetismo Dinamica
Corrente Elettrica
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Elettromagnetismo Dinamica
Resistività
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Elettromagnetismo Dinamica
Resistività
E
⃗ = ρ⃗
⃗ = σ E
⃗ (95)
dove σ = 1/ρ è detta “conduttività”. Risulta inoltre che [ρ] = Ω⋅m e
[σ] =S/m.
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Elettromagnetismo Dinamica
Resistività
ρ ≃ ρ0 [1 − α(T − T0 )] (96)
C’è tuttavia una lega particolare di rame (60%) e zinco (40%) che ha
resistività pressoché costante al variare della temperatura ed è per tale
motivo che prende il nome di “costantana”. Tale lega ha
ρ = 4.9 ⋅ 10−7 Ω⋅m ed è ovviamente usatissima in elettronica, specialmente
nella realizzazione dei resistori.
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Elettromagnetismo Dinamica
Resistività
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Elettromagnetismo Dinamica
Resistenza
E V /L L
ρ= = ⇒ V = I ⋅ (ρ ) ≡ IR (97)
j I/A A
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Elettromagnetismo Dinamica
V =I ⋅R (98)
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Elettromagnetismo Dinamica
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Elettromagnetismo Dinamica
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Elettromagnetismo Dinamica
Induttore
t
dI 1
V =L I = ∫ V (t′ ) dt′
dt L
t0
Condensatore
t
1 dV
V = ∫ I(t′ ) dt′ I =C
C dt
t0
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Elettromagnetismo Dinamica
Circuito Elettrico
Elementi passivi ideali
Con circuito elettrico s’intende un insieme d’elementi collegati fra loro
in modo da trasferire e/o convertire energia elettrica.
Gli elementi ideali fondamentali sono distinguibili in attivi e passivi: i
primi son quelli che forniscono energia, i secondi quelli che la dissipano
o immagazzinano. Vediamo gli elementi passivi che useremo
maggiormente:
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Elettromagnetismo Dinamica
Circuito Elettrico
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Elettromagnetismo Dinamica
Circuito Elettrico
−
+
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Elettromagnetismo Dinamica
Generatori ideali:
Un generatore ideale di tensione è in grado di mantenere una d.d.p.
costante indipendentemente dalla corrente erogata (dal carico
connesso). Un generatore ideale di corrente è in grado di erogare una
certa corrente indipendentemente dal carico connesso.
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Elettromagnetismo Dinamica
Nodo:
un nodo è un punto del circuito dove convergono tre o più conduttori. Il
nodo non può assolutamente accumulare carica elettrica.
Ramo:
un ramo è l’insieme ordinato di tutti gli elementi di un circuito compresi
tra due nodi successivi.
Maglia:
una maglia è l’insieme ordinato di elementi che s’incontrano lungo un
circuito partendo e tornando allo stesso nodo lungo un cammino tale
che ogni ramo venga percorso una sola volta.
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Elettromagnetismo Dinamica
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Elettromagnetismo Dinamica
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Elettromagnetismo Dinamica
Elementi in serie:
Due o più elementi passivi qualunque si dicono in serie se in essi scorre
la stessa corrente (s’accumula la stessa carica nel caso dei condensatori
in CC).
Due o più generatori di tensione in serie sommano le loro tensioni.
Due o più generatori di corrente in serie o hanno la stessa
corrente o non si possono MAI collegare!!
Elementi in parallelo:
Due o più elementi passivi qualunque si dicono in parallelo se ai loro
capi c’è la stessa tensione.
Due o più generatori di corrente in parallelo sommano le correnti.
Due o più generatori di tensione in parallelo o hanno lo stesso
voltaggio o non si possono MAI collegare!!
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Elettromagnetismo Dinamica
Leggi di Kirchhoff
∑ Ik = 0
k
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Elettromagnetismo Dinamica
Leggi di Kirchhoff
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Elettromagnetismo Dinamica
Resistori in serie:
Se due (o più) resistenze sono in serie e collegate ad un generatore di
tensione V significa che possiamo scrivere V1 = I1 R1 e V2 = I2 R2 quali
leggi di ohm applicate ai capi dei resistori. Ma per definizione i due sono
percorsi da stessa corrente: V1 = IR1 e V2 = IR2 e inoltre sommando le
due equazioni V1 + V2 = V . Perciò necessariamente V = I(R1 + R2 ) sicché
la resistenza equivalente di una serie di resistenze è la somma di esse:
Rs = ∑ Rk
k
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Elettromagnetismo Dinamica
Partitore di tensione:
Rs = ∑ Rk = R1 + R2 V = I(R1 + R2 )
k
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Elettromagnetismo Dinamica
Resistori in parallelo:
Se due (o più) resistenze sono in parallelo e collegate ad un generatore
di tensione V significa che possiamo scrivere V1 = I1 R1 e V2 = I2 R2 quali
leggi di ohm applicate ai capi dei resistori. Ma per definizione ai loro
capi c’è la stessa tensione:
1 1
V = I1 R1 → V = I1 V = I2 R2 → V = I2
R1 R2
e inoltre sommando le due correnti uscenti I1 + I2 = I con I corrente
entrante nel nodo. Perciò necessariamente V ( R11 + R12 ) = I, dunque
l’inverso della resistenza equivalente di un parallelo di resistenze è la
somma degli inversi:
1 1
=∑
Rp k Rk
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Elettromagnetismo Dinamica
1 1 1 1 R1 R2
=∑ = + V =I
Rp k Rk R1 R 2 R1 + R2
tale circuito è detto partitore di corrente perché attraverso la Ri del
ramo i-esimo si può ottenere una corrente di valore voluto purché
inferiore alla I entrante nel nodo, scorrendo in Ri la corrente
1/Ri
Ii = I ∑ 1/R k
< I.
k
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Elettromagnetismo Dinamica
Dato che ponendo due induttori in parallelo deve sempre valere che ai
loro capi vi sia istante per istante stessa d.d.p. e che sia comunque
soddisfatto Kirchhoff ai nodi (i = i1 + i2 ), deve essere che
di d 1 1 1
= (i1 + i2 ) = V /L1 + V /L2 → = +
dt dt Ltot L1 L2
come avviene per i resistori in parallelo. D’altronde anche in serie le
induttanze si comportano come i resistori perché vi scorre la stessa
corrente quindi
di di
V = (L1 + L2 ) = Ltot → Ltot = L1 + L2
dt dt
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Elettromagnetismo Dinamica
Cp = ∑ Ck
k
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Elettromagnetismo Dinamica
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Elettromagnetismo Dinamica
Circuito RL
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Elettromagnetismo Dinamica
Circuito RL
N 2 πr2 µ0
φB = N πr2 B = I
2 2
d
In tale caso allora L = N πrd
µ0
. Tale induttanza può essere molto
piccola e spesso nei circuiti reali viene ignorata, però è sempre presente
poiché anche solo un filo reale chiuso in cui scorre corrente ha sempre
un campo magnetico associato e dunque un flusso.
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Elettromagnetismo Dinamica
Circuito RL
Circuito RL
Risulta evidente che non ha senso parlare
qui di Kirchhoff alla maglia poiché stavol-
→ Ð
Ð →
ta ∮ E ⋅ dl ≠ 0. Piuttosto bisognerà usare
la legge di Faraday per la quale tale cir-
cuitazione vale − dφdtB = −L dI
dt . Ma allora
evidenziamo i versi del campo elettrico e
circuitiamo nel verso della corrente.
Partiamo dall’induttore: ovviamente essendo E = 0 lungo esso, la parte
di circuitazione relativa dà contributo nullo. Nella resistenza l’integrale
fornisce, come sappiamo, RI. Passando infine dentro il generatore dove
il campo ha verso opposto a quello di circuitazione troviamo −V ; la
somma dei tre, 0 + RI − V , dev’essere −L dI
dt , sicché
dI dI
V −L = RI → RI + L −V =0
dt dt
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Elettromagnetismo Dinamica
Circuito LR
La soluzione di RI + L dI
dt − V = 0 è
I = Imax (1 − e− L t )
R
dove Imax = V /R
I = Imax e− L t
R
dove Imax = V /R
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Elettromagnetismo Dinamica
Circuito CR
Facendo riferimento al circuito qui a fianco:
quando l’interruttore è aperto il condensa-
tore è scarico (Q=0) e non c’è alcuna cor-
rente che scorre nel circuito. Al tempo t = 0
chiudiamo il circuito e le cariche comincia-
no a depositarsi sulla placca destra del con-
densatore attirando una carica opposta che
fa scorrere in tutto il circuito una corrente
I = V /R. Sia la quantità variabile nel tem-
po q(t) la carica che col passare del tempo
passa da 0 a Q sulla placca di C. Istante
per istante deve sempre valere che:
dq(t) q(t)
V − R− =0
dt C
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Elettromagnetismo Dinamica
Circuito CR
dq(t) 1 q(t)
= (V − )
dt R C
dq(t) 1 dq(t) 1
q(t)
= dt → = dt
(V − R (CV − q(t)) RC
C )
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Elettromagnetismo Dinamica
Circuito CR
Troviamo che
q(t) − CV t
→ q(t) = CV (1 − e− RC )
t
ln ( )=−
−CV RC
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Elettromagnetismo Dinamica
Circuito CR
integriamo
q t
dq ′ (t) 1 ′
=− ∫ dt → q(t) = Qe−t/τ
q ′ (t)
∫
RC
Q 0
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Elettromagnetismo Dinamica
Dopo tutto quello che abbiamo visto è evidente che produrre un segnale
di tipo sinusoidale è facilissimo: basta far ruotare una spira ove scorre
una corrente continua all’interno di un campo magnetico uniforme come
in figura:
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Elettromagnetismo Dinamica
320 / 381
Elettromagnetismo Dinamica
vR = v(t) = V0 sin(ωt)
vR V0
iR = = I0 sin(ωt − φ) → I0 = e φ=0
R R
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Elettromagnetismo Dinamica
vC = v(t) = V0 sin(ωt)
Q = CvC = CV0 sin(ωt)
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Elettromagnetismo Dinamica
d
iC = Q = CV0 ω cos(ωt)
dt
volendo unificare la notazione al caso resistivo riscriviamo la corrente
come
V0 π 1 π
iC = sin (ωt + ) → XC = e φ=−
XC 2 ωC 2
323 / 381
Elettromagnetismo Dinamica
d
vL = L iL = V0 sin(ωt)
dt
quindi troviamo la corrente facendo l’integrale
V0 V0
iL = ∫ sin(ωt) dt = − cos(ωt)
L Lω
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Elettromagnetismo Dinamica
325 / 381
Elettromagnetismo Dinamica
Condizioni di lavoro in CA
Convenzione:
Indicheremo da adesso le grandezze indipendenti dal tempo con lettere
maiuscole come in V = I ⋅ R, quelle dipendenti dal tempo con minuscole,
come in v(t) = i(t) ⋅ R.
Condizioni di lavoro in CA
Una grandezza è periodica se:
a(t) = a (t + nT ) n∈N
T si dice periodo:
ed è il tempo necessario affinché la grandezza compia un’oscillazione
completa e ritorni alle condizioni iniziali. [T ] =s.
ν si dice frequenza:
ν = 1/T ed è il numero di volte che eventi identici si ripetono nell’unità
di tempo. [ν] = [s]−1 =Hz.
ω si dice pulsazione:
ω = 2πν = 2π/T ed è il numero di giri nell’unità di tempo. Può essere
interpretata come la correzione trigonometrica della frequenza:
[ω] = [rad][s]−1 .
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Elettromagnetismo Dinamica
V =I ⋅Z (100)
dove nel più generico dei casi possiamo scrivere l’impedenza Z = R + jX.
R è detta resistenza e X reattanza. L’operatore inverso è
Z̄ −1 ↝ Y = G + jS con G conduttanza e S suscettanza:
R X
G= S=−
R2 + X2 R2 + X2
328 / 381
Elettromagnetismo Dinamica
Trasformatori
6
Solitamente la resistenza dei cavi è ∼ 0, 2 Ω/km.
329 / 381
Elettromagnetismo Dinamica
Trasformatori
Trasformatori
N2 N2 V2 N2 2 V 1
I1 = I2 = =( ) (103)
N1 N1 R N1 R
331 / 381
Elettromagnetismo Dinamica
Trasformatori
N1 2
Req = ( ) R (104)
N2
come carico nel quale scorre la corrente I1 .
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Elettrostatica nella Materia
Dielettrici
333 / 381
Elettrostatica nella Materia Polarizzazione e spostamento elettrico
Polarizzazione
7
considereremo come isolante un materiale che presenti una resistività ≳ 109 Ω⋅m.
334 / 381
Elettrostatica nella Materia Polarizzazione e spostamento elettrico
Polarizzazione
335 / 381
Elettrostatica nella Materia Polarizzazione e spostamento elettrico
Polarizzazione
336 / 381
Elettrostatica nella Materia Polarizzazione e spostamento elettrico
p⃗d = αd E
⃗ (105)
337 / 381
Elettrostatica nella Materia Polarizzazione e spostamento elettrico
p⟩ = α0 E
⟨⃗ ⃗ (106)
p20
dove α0 = 3kB T , essendo p0 il momento di dipolo intrinseco.
338 / 381
Elettrostatica nella Materia Polarizzazione e spostamento elettrico
P⃗gas = nα0 E
⃗ (107)
339 / 381
Elettrostatica nella Materia Polarizzazione e spostamento elettrico
P⃗l.p. = n(α0 + αd )E
⃗ = nαE
⃗ (108)
340 / 381
Elettrostatica nella Materia Polarizzazione e spostamento elettrico
P⃗s.c. = α̂ ⋅ E
⃗ (109)
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Elettrostatica nella Materia Polarizzazione e spostamento elettrico
Polarizzazione macroscopica
Polarizzazione totale
In generale, il vettore polarizzazione totale P⃗ caratterizza il fenomeno
della polarizzabilità di un materiale. La forza che sperimentiamo tra un
materiale polarizzato ed una carica è sempre attrattiva: in modulo ad
esempio un atomo polarizzato da una carica q darà una forza
2qP 2q 2αq 2
F = qEdipolo dell’atomo = = αEcarica q = (110)
4πε0 r3 4πε0 r3 (4πε0 )2 r5
342 / 381
Elettrostatica nella Materia Polarizzazione e spostamento elettrico
343 / 381
Elettrostatica nella Materia Polarizzazione e spostamento elettrico
1 dˆ ⋅ p⃗
V (B)singolo dipolo =
4πε0 d2
purtroppo bisognerà scrivere que-
sta relazione dal punto di vista
dell’origine O:
1 (⃗r − r⃗′ ) ⋅ p⃗
V (B)singolo dipolo =
r − r⃗′ ∣3
4πε0 ∣⃗
344 / 381
Elettrostatica nella Materia Polarizzazione e spostamento elettrico
1 n (⃗ rk − r⃗k′ ) ⋅ p⃗k
= ∑
rk − r⃗k′ ∣3
4πε0 k=1 ∣⃗
345 / 381
Elettrostatica nella Materia Polarizzazione e spostamento elettrico
1 r − r⃗′ ) ⋅ P⃗ (⃗
(⃗ r′ ) 3 ′
V (B) = d r⃗
r − r⃗′ ∣3
∭
4πε0 ∣⃗
V
346 / 381
Elettrostatica nella Materia Polarizzazione e spostamento elettrico
r − r⃗′ ) 1
⃗′ (
(⃗
′
=∇ )
r − r⃗ ∣
∣⃗ 3 r − r⃗′ ∣
∣⃗
1 1
⃗′ (
∇ ⃗(
) = −∇ ) (111)
r − r⃗′ ∣
∣⃗ r − r⃗′ ∣
∣⃗
347 / 381
Elettrostatica nella Materia Polarizzazione e spostamento elettrico
1 1
V (B) = r′ ) ⋅ ∇
∭ P⃗ (⃗ ⃗′ ( ) d3 r⃗′ (112)
4πε0 r − r⃗′ ∣
∣⃗
V
⃗ ′ ⋅ [f (⃗
∇ r, r⃗′ )⃗ r′ )] = v⃗(⃗
v (⃗ r′ ) ⋅ ∇
⃗ ′ (f (⃗
r, r⃗′ )) + f (⃗
r, r⃗′ )∇
⃗ ′ ⋅ v⃗(⃗
r′ )
ovvero sostituendo
r′ ) ⋅ ∇
v⃗(⃗ ⃗ ′ (f (⃗
r, r⃗′ )) = ∇
⃗ ′ ⋅ [f (⃗
r, r⃗′ )⃗ r′ )] − f (⃗
v (⃗ r, r⃗′ )∇
⃗ ′ ⋅ v⃗(⃗
r′ ) (113)
348 / 381
Elettrostatica nella Materia Polarizzazione e spostamento elettrico
r′ ) ≡ P⃗ (⃗
Sostituendo (113) in (112), dove naturalmente v⃗(⃗ r′ ) e
′ ′ −1
f (⃗
r, r⃗ ) ≡ ∣⃗
r − r⃗ ∣ , otteniamo
⎡ ⎤
1 ⎢
⎢∭ ∇ ′ r′ )
P⃗ (⃗ 3 ′
⃗ ′ ⋅ P⃗ (⃗
∇ r′ ) 3 ′ ⎥⎥
V (B) = ⃗ ⋅[ ] d r⃗ − ∭ d r⃗ ⎥ (114)
4πε0 ⎢
⎢ r − r⃗′ ∣
∣⃗ r − r⃗′ ∣
∣⃗ ⎥
⎣ V V ⎦
349 / 381
Elettrostatica nella Materia Polarizzazione e spostamento elettrico
r′ )
P⃗ (⃗ r′ ) ⋅ dA⃗
P⃗ (⃗
⃗′ ⋅ [
∭ ∇ ] d3 ′
r
⃗ = (115)
r − r⃗′ ∣ r − r⃗′ ∣
∯
∣⃗ ∣⃗
V ∂V
350 / 381
Elettrostatica nella Materia Polarizzazione e spostamento elettrico
1 r′ ) ⋅ n̂
P⃗ (⃗ 1 ⃗ ′ ⋅ P⃗ (⃗
−∇ r′ ) 3 ′
V (B) = dA + d r⃗ (116)
r − r⃗′ ∣ r − r⃗′ ∣
∯ ∭
4πε0 ∣⃗ 4πε0 ∣⃗
∂V V
351 / 381
Elettrostatica nella Materia Polarizzazione e spostamento elettrico
ρp (⃗
r) ≡ −∇
⃗ ⋅ P⃗ (⃗
r) (117)
352 / 381
Elettrostatica nella Materia Polarizzazione e spostamento elettrico
σp (⃗
r) ≡ P⃗ (⃗
r) ⋅ n̂ (118)
353 / 381
Elettrostatica nella Materia Polarizzazione e spostamento elettrico
354 / 381
Elettrostatica nella Materia Polarizzazione e spostamento elettrico
355 / 381
Elettrostatica nella Materia Polarizzazione e spostamento elettrico
1 r′ )(⃗
σp (⃗ r − r⃗′ ) ′ 1 r′ )(⃗
ρp (⃗ r − r⃗′ ) 3 ′
E(⃗
⃗ r) = dA + d r⃗ (119)
r − r⃗′ ∣3 r − r⃗′ ∣3
∬ ∭
4πε0 ∣⃗ 4πε0 ∣⃗
∂V V
356 / 381
Elettrostatica nella Materia Polarizzazione e spostamento elettrico
∇ ⃗ = ρ + ρp
⃗ ⋅E → ⃗ ⋅E
ε0 ∇ ⃗ − ρp = ρ
ε0
ma ρp = −∇
⃗ ⋅ P⃗ (⃗
r) perciò
⃗ ⋅ [ε0 E
∇ ⃗ + P⃗ ] = ρ
357 / 381
Elettrostatica nella Materia Polarizzazione e spostamento elettrico
ε0 E
⃗ + P⃗ = D
⃗ (120)
⃗ ⋅D
∇ ⃗ =ρ (121)
358 / 381
Elettrostatica nella Materia Polarizzazione e spostamento elettrico
ATTENZIONE!
359 / 381
Elettrostatica nella Materia Polarizzazione e spostamento elettrico
Suscettività dielettrica
Dato che, come abbiamo visto, si può assumere che la materia risponda
in prima approssimazione in maniera lineare ad un campo esterno
sufficientemente debole, cioè in modo che il vettore polarizzazione sia
direttamente proporzionale ai campi, possiamo in generale dire che
P⃗ ≃ χe E
⃗ dove χe è detta suscettività dielettrica ed è solitamente
funzione della temperatura.
Sotto tale approssimazione dunque possiamo riprendere la (121) e
riscriverla considerando che
D
⃗ = ε0 E
⃗ + P⃗ ≃ ε0 E
⃗ + χe E
⃗ = (ε0 + χe )E
⃗ ≡ εE
⃗ ⇒
ρ
⃗ ⋅E
⇒ ∇ ⃗= (122)
ε
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Elettrostatica nella Materia Polarizzazione e spostamento elettrico
361 / 381
Elettrostatica nella Materia Polarizzazione e spostamento elettrico
362 / 381
Elettrostatica nella Materia Polarizzazione e spostamento elettrico
C ′ = kC ⇒ V ′ < V (125)
363 / 381
Elettrostatica nella Materia Polarizzazione e spostamento elettrico
k ≡ εr (126)
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Elettrostatica nella Materia Polarizzazione e spostamento elettrico
In presenza di dielettrico:
• Il campo elettrico (quindi l’eventuale forza su una carica di prova)
diventa più debole di un fattore εr rispetto al vuoto.
• Le capacità aumentano di un fattore εr rispetto al vuoto.
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Elettrostatica nella Materia Polarizzazione e spostamento elettrico
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Elettrostatica nella Materia Polarizzazione e spostamento elettrico
367 / 381
Elettrostatica nella Materia Polarizzazione e spostamento elettrico
368 / 381
Elettrostatica nella Materia Polarizzazione e spostamento elettrico
370 / 381
Elettrostatica nella Materia Polarizzazione e spostamento elettrico
371 / 381
Elettrostatica nella Materia Polarizzazione e spostamento elettrico
⃗ ⋅ d⃗l = 0 ⇒ E
∮ E ⃗in ⋅ d⃗l − E
⃗out ⋅ d⃗l = 0
Γ
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Elettrostatica nella Materia Polarizzazione e spostamento elettrico
Sicché in definitiva
Ein = Eout (129)
Con tale geometria inoltre è evidente che E = Ein = Eout perciò il campo
all’interno della cavità è proprio pari al campo medio cercato interno al
materiale.
Il risultato (129) è generale: la componente tangenziale del campo alla
superficie di confine tra due dielettrici o tra dielettrico e vuoto non
subisce cambiamenti passando da un mezzo all’altro.
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Elettrostatica nella Materia Polarizzazione e spostamento elettrico
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Elettrostatica nella Materia Polarizzazione e spostamento elettrico
Condizioni al bordo
Ricapitolando E ⃗eD ⃗ hanno un comportamento duale: il campo
elettrico passa da un dielettrico (1) ad un altro (2) conservando la
componente tangenziale alla regione di confine (E1t = E2t ) e variando
quella normale ad essa (E1n /E2n = ε2 /ε1 ), d’altro canto il vettore
spostamento elettrico mantiene costante quest’ultima (D1n = D2n ) e varia
la componente tangente (D1t /D2t = ε1 /ε2 )
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Elettrostatica nella Materia Polarizzazione e spostamento elettrico
Condizioni al bordo
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Magnetismo nella Materia
Diamagnetismo
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Magnetismo nella Materia Magnetizzazione e campo magnetico
Magnetizzazione
Come già fatto per l’elettricità nella materia, dove al vettore campo
elettrico E
⃗ (che avevamo definito nel vuoto) abbiamo affiancato i vettori
di polarizzazione elettrica P⃗ ed il campo spostamento elettrico D,
⃗
similmente considereremo oltre al campo magnetico B (definito nel
⃗
vuoto anch’esso), il campo di polarizzazione magnetica M ⃗ (detto
talvolta “magnetizzazione”) ed il campo magnetizzante H (detto però
⃗
anche semplicemente ed infelicemente “campo magnetico” ingenerando
confusione con B).
⃗
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Magnetismo nella Materia Magnetizzazione e campo magnetico
Magnetizzazione
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Magnetismo nella Materia Magnetizzazione e campo magnetico
Magnetizzazione
M
⃗ = n⃗
µ = nI S⃗ (130)
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