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Dossier:

I BAMBINI
E LA MUSICA François Delalande*

I bambini e la musica un argornento che, al di là di ogni facile


suggestione, costituisce
ancora un terreno in gran parte inesplorato.
La valorizzazione dell'immagine del bambino
come soggetto attivo, capace di re-inventare e
ricostruire i codici simbolici, non ha ancora
prodotto risultati apprezzabili nello studio
delle modalità con cui il bambino si accosta
alla musica. Il dossier che presentiamo,
coordinato da F. Delalande e redatto da vari
collaboratori del Gruppo parigino di Ricerche
Musicali, costituisce uno dei primi contributi
significativi in questo campo: esso abbraccia
l'arco di età che va dai primi mesi di vita ai 6
anni avvalendosi della metodologia
dell'osservazione, che consente di accantonare
gli stereotipi relativi all'argomento e di
mettere in luce le precocissime capacità
inventive dei bambini anche in questo campo.
Parlare di educazione musicale a
proposito di bambini piccolissimi
puô sembrare paradossale. Per moite
persone la musica è un' arte colta per
eccellenza, che si appoggia su una
tecnica di scrittura e di lettura e sul-
l'addestramento a suonare uno stru-
mento. Apprendere musica significa
dunque acquisire un sapere e un
saper-fare.
Evidentemente non è di questo
aspetto della musica che qui si vuol
parlare. Il fatto che oggi si possa par-
lare di educazione musicale a partire
dalla prima infanzia è dovuto al-

* Responsabile delle ricerche teoriche net


Gruppo di Ricerche Musicali dell'Istituto Na-
zionale dell'Audiovisivo di Parigi.
Traduzione di Anna Gay.
I bambini e la musica

L’educazione
trovare un denominatore comune a
tutte queste pratiche che si debbono
tuttavia considerare musicali? Una
delle possibili risposte consiste
nell'esaminare non il risultato
sonoro — molto diverso nelle

musicale diverse culture — ma i compor-


tamenti di chi fa musica, che sembra-
no presentare dei tratti comuni sot-
to tutte le latitudini (1).

da 0 a anni Proprio a questa conclusione ci ha


condotto l'osservazione di bambini
piccoli intenti a "far musica". Si os-
serva spesso, senza prestare troppa
attenzione a questa formula, che la
musica è una forma di gioco. Ma il
paragone, se spinto più oltre, si ri-
vela assai fecondo. Piaget ha analiz-
zato il gioco secondo tre periodi suc-
cessivi, corne gioco sensomotorio,
simbolico e gioco con regole. Que-
sta griglia, applicata all'atto di pro-
duzione musicale, si rivela un effica-
cissimo strumento per descrivere pa-
rallelamente il gioco spontaneo del
bambino col suono e le condotte del-
l'adulto che fa musica. Non è soltan-
to lo studio dei comportamenti mu-
sicali adulti che ci permette di inter-
pretare meglio l'attività sonora del
bambino, ma, reciprocamente, è lo
studio del gioco infantile a gettare
piena luce sull' invenzione e l'esecu-
zione del musicista2. Ascoltate da
chi abbia l'orecchio formato a Bach
e a Mozart, queste produzioni infan-
tili non hanno nulla di musicale, ma
confrontate con le ricerche musicali
recenti, specialmente con la musica
l'allargamento delle nostre concezio- Domanda difficile, per la quale esi- "concreta", lasciano emergere somi-
ni. La conoscenza della musica di stono solo abbozzi di risposte, pro- glianze più profonde di quanto si po-
differenti culture e le opere dei com- venienti soprattutto dall'etnomusico- trebbe pensare. Certi musicisti attuali
positori contemporanei obbligano a logia e dalla psicologia del bambino. fanno l'inventario delle modalità di
chiamare "musica" anche produzio- Gli etnomusicologi si sono esecuzione applicabili ad uno stru-
ni che non rispondono più aile defi- trovati per primi di fronte alla mento e delle sonorità che ne esco-
nizioni delle nostre vecchie "teorie diversità dei sistemi musicali. Per no , vanno alla ricerca di rimbalzi,
della musica", le quali parlavano di lungo tempo si è creduto che, se le sfregamenti e colpi, insoliti nella mu-
scala maggiore e minore, di misure scale e gli strumenti erano diversi sica classica, prima di costruire un
a tre tempi e di accordi perfetti. Il secondo le diverse zone studiate, per discorso che li integri. Questa ricer-
linguaggio della nostra musica tradi- lo meno l'esistenza della melodia e ca è ancora più radicale nelle musi-
zionale è diventato un caso partico- del ritmo costituissero i fondamenti che elettroacustiche le quali non uti-
lare. In una visione più ampia, una universali della musica. Ma ciò non lizzano strumenti tradizionali, ma
"pedagogia delle condotte musicali" è esatto, e gli esempi che lo "corpi sonori" qualsiasi — una lat-
pub essere indirizzata ai piccolissimi. smentiscono sono molti. Numerose tina, una bacchetta, una coppa di ve-
musiche non fan-no uso di alcuna 1. Ê la soluzione adottata dall 'etnomusicolo-
melodia, altre non hanno pulsazione
La Musica? ritmica, e alcune, corne i giochi di
go J. Blacking in How musical is man. Seat-
tle, University of Washington Press, 1973.
Corne si può oggi definire "la Mu- trombe utilizzati dai monaci tibetani, 2. Siamo costretti a sintetizzare qui brevemente
non hanno né Puna né l'altra. Come questa analisi che abbiamo esposto in varie
sica" nella sua massima generalità? opere.
gennaio 1988 / bambini
sociali, la sua relazione con la le sono l'immagine di un gesto, in
maestra, tutto questo "passa" nella parte fittizio e in parte reale ("rea-
tro - che, registrati, saranno poi sua improvvisazione. Il suo gioco è lizzato" dallo strumentista), suscet-
anche verità. Corne nota Monique tibile di evocare gli affetti ai quali
trasformati elettronicamente e com- Frapat, la produzione di ogni egli è normalmente legato nella sua
binati con altre fonti per essere fis- bambino, se lo si stimola ad vita motoria.
sati sul nastro magnetico. La ricer- impegnarsi, è un'espressione tutta Verso la fine della scuola mater-
ca sia dei suoni che dei gesti appro- personale. na, esprimere e rappresentare attra-
priati è dunque il primo atto della La scuola materna si rivolge all'e- verso il suono, cioè una delle molle
composizione. tà in cui il simbolismo legato al suo- dell'invenzione musicale, è diventa-
Il bimbo di sette mesi osservato da no si sviluppa in tutte le direzioni. I to familiare al bambino. Affinché il
Jean-Luc Jézéquel (v. più oltre la sua testi di Anne Benhammou e Moni- gioco sonoro diventi creazione mu-
osservazione n.4) non ha un compor- sicale, occorre solo che impari a pa-
tamento molto diverso. Posto da- droneggiarne la costruzione.
vanti a un tamburello, egli sperimen- Le prime combinazioni sonore ap-
ta diverse modalità di gioco — grat- paiono nel nido, attraverso l'alter-
tare, sfregare, battere — e narsi di due modalità di gioco o di
modifica i punti d'impatto della due corpi sonori differenti. Ma è so-
mano sulla pelle dello strumento in prattutto dopo i sei anni che si affer-
modo da ottenere una varietà di ma il piacere di inventarsi regole di
timbri. concatenamento e che si sviluppa la
Certamente l'analogia tra i com- consapevolezza della durata, della
portamenti del bambino e quelli del forma della composizione. "Com-
compositore è solo parziale. Mentre porre", porre le diverse voci del con-
per il primo la padronanza della re- trappunto le une accanto aile altre,
lazione tra un gesto e una sensazio- corne i pezzi di un "puzzle", è per
ne è fonte di tale piacere da incenti- il bambino di sei o sette anni un pia-
varne il comportamento esplorativo, cere della stessa natura di quello pro-
il secondo non si ferma a quel livel- curato dal gioco con regole.
lo: la ricerca sonora si giustifica ai Sono queste, in termini forse trop-
suoi occhi soltanto in rapporto ad un po sintetici, le basi del percorso pe-
progetto creativo e ne costituisce un dagogico presentato in questo dos-
momento. sier. Noi non vogliamo definire la
Ma neppure il bambino si ferma musica corne una certa categoria di
a quel livello. Successivamente sco- suoni in opposizione ai rumori, o in
pre, nel corso dei sei o sette primi an- funzione delle consonanze particola-
ni del suo sviluppo, i diversi registri que Frapat ne offrono svariati esem- ri che vi si trovano, ma corne un in-
dell'invenzione musicale che il com- pi. Sotto le apparenze di un sempli- sieme di comportamenti osservabili
positore utilizza simultaneamente. ce rumore di fondo, Sylvain, su una presso coloro che la producono o l'a-
Via via la produzione del suono, moto immaginaria, traduce in suo- scoltano. Il violinista che tiene il suo
motivata inizialmente nel bambino no i movimenti, le accelerazioni, i strumento pressato contro l'orec-
piccolo dal semplice piacere del gio- rallentamenti, non corne sarebbero chio, che con una mano sfrega l'ar-
co motorio, si carica di una dimen- udibili in realtà, ma reinterpretati in chetto sulle corde e con l'altra pre-
sione espressiva o evocativa. Il valore termini di paura o di sollievo. Gli me la corda col polpastrello e la fa
simbolico annesso al suono è eviden- stessi profili melodici, gli stessi vibrare, ha una relazione sensomo-
te nella maggior parte delle produ- "sforzando", prodotti su un violino, toria col suo strumento. Egli confe-
zioni dei bambini dai tre ai sei anni. si chiamerebbero movimento, tensio- risce ai suoni che produce certe in-
A cinque anni la piccola Elise, di cui ne, distensione. Tanto è vero che i flessioni che simbolizzano peso, leg-
parla Monique Frapat, nelle sue im- cosiddetti "rumori di fondo" dei gerezza, movimento e, con i suoi col-
provvisazioni vocali fa vibrare una giochi simbolici infantili, almeno fin
gamma di sentimenti che si traduco- verso i sette anni, lungi dal riprodur- leghi di quartetto fa il gioco dell'i-
no nelle intonazioni, nelle grida, nei re fedelmente i rumori di motori o mitarsi e rispondersi. Gioco senso-
risolini, in tutte le sue invenzioni vo- di ruote, traducono pesi, forze, spo- motorio, gioco simbolico e gioco con
cali. Fin dai primi mesi di vita, que- stamenti immediatamente associati a le regole dei suoni appaiono le com-
sta ambivalenza fra l'esercizio gra- movimenti del 'corpo e attraverso ponenti universali dei comportamen-
tuito dell'apparato fonatorio e l'e- questa cinematica affetti,. Questo ti chiamati musicali.
spressione delle tensioni più intime aspetto del simbolismo musicale è Diventa allora agevole delineare il
caratterizza ï balbettii infantili. Di- stato molto spesso sottolineato: la programma di una educazione mu-
se ne sembra in qualche modo co- melodia, la frase, la sfumatura tona- sicale del bambin() piccolo. Le tre
forme di gioco descritte da Piaget si
sciente: il che non significa che vi ri- 3. Cf. "Productions non-verbales dans les jeux
manga estranea e disimpegnata. La de fiction" in L'enfant du sonore au musical.
sua personalità, le sue difficoltà

bambini / gennaio 1988


I bambi ni e l a musi ca

Aspetti di una ricerca sviluppano in periodi successivi. Nei


primi mesi sarà bene incoraggiare l'e-
L'espressione "ricerca pedagogica" corne attività molto diverse, di cui splorazione e le diverse forme di re-
questo dossier dà un'immagine fedele. lazione tra la motricità e la produ-
La ricerca inizia "sul campo", con i bambini. È l'aspetto qui zione del suono. Nel momento di
illustrato da Monique Frapat e da Anne Benhammou, educatrici di esplosione del gioco simbolico, cioè
scuola materna, che sperimentano quotidianamente coi bambini una soprattutto nella scuola materna, a
forma di rapporto atta a favorire l'espressione e l'invenzione. tutto cià si aggiungerà una dimensio-
Questo lavoro solleva problemi teorici d'ordine musicologico e psico- ne di rappresentazione e di espressio-
logico. È un'altra forma di ricerca quella che anima François Delalande ne. Poi, attorno ai sei anni, queste
e il Gruppo di Ricerche Musicali e che consiste nel riconsiderare il feno- produzioni spontanee osserveranno
meno musicale alla luce della musica contemporanea. L'aspetto psicolo- per gioco regole stilistiche improvvi-
gico è rappresentato da Jean-Lue Jézéquel, che adotta i metodi sate, favorendo il nascente gusto del-
scientifici di osservazione. la strutturazione.
Sembra che, a loro volta, le formazioni teoriche aiutino gli sperimen- Si comprenderà che questa peda-
tatori sul campo a precisare gli obiettivi della loro pedagogia e la posta gogia musicale della prima infanzia
in gioco. Perciò, malgrado una diversità di tono, vi è ana grande unità non è una semplice preparazione, un
d'intenti tra gli articoli che costituiscono questo dossier, che risulta da risveglio sensoriale, mentre la "ve-
uno scambio permanente fra pratica e teoria (e concretamente, da una ra" musica comincerebbe solo con il
quindicina d'anni, fra Monique Frapat e François Delalande). solfeggio e la tecnica strumentale. Al
contrario, le tecniche sono applica-
Il Gruppo di Ricerche Musicalidell' Istituto Nazionale Audiovisivi di Parigi zioni particolari e i comportamenti
è conosciuto soprattutto per essere stato la culla della musica elettro- di gioco con il suono costituiscono
acustica, che si è chiamata inizialmente "musica concreta", fin dal tem - i fondamenti dell'invenzione, dell'in-
po del suo ideatore, Pierre Schaeffer. Ma ha avuto anche un importante terpretazione e dell'ascolto musicale.
ruolo di catalizzatore nello sviluppo in Francia di quella forma di peda-
gogia musicale, anch'essa concreta, di cui qui si parla, grazie alle ricer- Quale pedagogia?
che ivi condotte per iniziativa di François Delalande.
Ci si potrà chiedere in che consi-
L'Oreille en Colimaçon(Orecchio a Chiocciola) è una trasmissione ra - sta il ruolo dell'insegnante, se le con-
diofonica settimanale di incitamento alla musica, destinata soprattutto dotte tipiche del musicista appaiono
ai bambini da quattro a sette anni e ascoltata nette classi. È realizzata spontaneamente nel bambino. A
da Monique Frapat e Anne Benhammou con l’aiuto della musicista Ge- questa domanda, il dossier nel suo
neviève Clément. Si comprende corne per ques te due educatrici la loro insieme offre risposte precise, che
classe sia il principale banco di prova, ed è per questo che la corrispondono ciascuna ad un caso
trasmissione è sovente citata nei loro testi. Qualsiasi altra forma di particolare. È possibile riassumerle
stimolazione può evidentemente sostituirla. in alcune idee molto semplici.
Il bambino è posto in una situa-
Degli stessi autori zione di ricerca e di invenzione; non
Céleste B., Delalande F., Dumaurier E. L 'enfant du sonore au musical, ha quindi senso decidere al suo po-
INA-GRM , Buchet-Chastel, Paris, 1982.
sto ciò che deve ottenere, giudicare
Ricerche sullo sviluppo musicale del bambino a partire dalla nascita.
in sua vece ciò che è più bello. L'u-
nico ruolo che l'educatore si attribui-
Delalande F., La musique est un jeu d'enfant. INA-GRM, Buchet-Chastel, sce è quello di stimolare la sua im-
Paris, 1984. maginazione, di spingerlo più oltre
Teoria e pratica della pedagogia delle condotte musicali. nella sua elaborazione, di valorizzar-
ne le scoperte, insomma, di raffor-
Benhammou A., Clément G., Frapat M., L'oreille en colimaçon, Ar-
zare deliberatamente le sue condot-
mand Colin Bourrelier, Paris, 1986. te naturali.
Due cassette realizzate a partire dalle tra missioni e un libretto che de -
L'unico mezzo che l'educatore si
scrive e commenta i possibili sviluppi.
dà è quello di controllare le condi-
zioni in cui si esercita la ricerca che
Alcuni articoli sono stati pubblicati in italiano:
vede il bambino corne il vero autore.
Delalande F., "Tre idee chiave per un risveglio della pedagogia musica -
L'artificio più banale, e al tempo
stesso meno efficace, consisterebbe
le", in Proposte di musica creativa nella scuola, a cura di Rossana Dal- nel dare indicazioni verbali. Invece,
monte e Maria Pia Jacobini, Zanichelli, Bologna, 1978.
il principio machiavellico che guida
Delalande F., "Pedagogia delle condotte musicali: teoria e pratica", in questa pedagogia, nella quale pri-
Problemi e idee a confronto per una rinnovata educazione musicale dentro
meggiano Monique Frapat e Anne
e fuori la scuola di base (Atti del XVI Convegno Europeo sui Canto Co- Benhammou, è di non dire mai al
rale), Associazione corale C.A. Seghizzi, Gorizia.
gennaio 1988 / bambini
I bambini e la musica

bambino "fa cosi", ma di creare le zione delle immagini e dei simboli che to, riferito da Monique Frapat, in-
condizioni affinché gli venga il desi- il bambino già possiede. Quando la finitamente più efficace durante la ri-
derio di farlo. realtà sfugge parzialmente, l'immagi- creazione che non nella classe dei
L'intervento si situa a livello del- nazione supplisce. Cosi l'evento vis- "grandi" alla scuola materna. Scru-
la motivazione e non dell'esecuzio- suto in comune da una classe di bam- tare l'attesa dell'adulto puà creare
ne ed è evidentemente molto più ef- bini di quattro o cinque anni diventa inibizione.
ficace, in quanto il bambino mantie- fonte di una fabulazione collettiva, Occorre dunque usare dei rimedi
ne l'iniziativa dei propri atti. ricca di produzione immaginaria. per evitare questa trappola. Corne si
Le modalità d'intervento più fre- E se non emerge nessun evento vedrà, non mancano soluzioni per
quenti, corne ora si vedrà, sono di tre particolare? Ebbene, semplicemente reintrodurre la libertà del gioco. La
ordini: l'educatrice ne costruisce uno con maestra non è l'unico pubblico; gli
tutto ciò che ha a disposizione. "La altri bambini (soprattutto dopo i
1. Immaginare dispositivi materiali. nostra marionetta preferita è scom- quattro anni) manifestano anch'essi
Le condizioni di gioco sono determi- parsa", dice candidamente Monique un'attesa. Ed è l'insieme di questi
nanti, corne Monique Frapat mette Frapat. Più l'impatto emotivo è forte fattori relazionali, abilmente orche-
in luce per la scuola materna: gruppi (ossia: meglio questa sparizione è strati, che crea, per il piccolo musi-
ristretti, sala di musica (o almeno preparata) e più intensa è l'ondata cista in erba, un bisogno.
"angolo musicale"), ma si può an- creativa che essa suscita. In questa Se vi è una chiave di questa peda-
dare più oltre e indurre un compor- scia, tutte le produzioni si caricano gogia, è la fiducia data ai bambini.
tamento specifico semplicemente uti- di valenze affettive (proporzionali aI- Jézéquel ci ricorda che il girino non è
lizzando un dispositivo materiale l'attaccamento alla marionetta...), una futura ranocchia, ma un essere
particolare. Anne Benhammou ne cosi, da quella gratuità che caratte- già funzionalmente completo; cosi il
offre numerosi esempi. Il prototipo rizza l'esplorazione puramente sen- bambino non è un pre fanciullo
di ciò che noi chiamiamo "disposi- somotoria, si passa ad una produzio- né , il fanciullo un preuomo. È
tivo" è l'amplificazione (cf. riquadro ne espressiva. una persona che ha molto da
p 35). Il microfono estrae il suono da raccontare.
questo atto complesso di produzio- 3. Manifestare un'attesa. Jean Luc Il bambino è curioso degli ogget-
ne, insieme visivo, tattile, cinestesi- Jézéquel segnala il fenomeno già a ti, dei suoni e dei gesti che li produ-
co e uditivo, l'amplificatore lo in- partire dai 21 mesi: in condizioni af- cono. AlI'adulto si chiede di essere
grandisce e lo proietta all' altro capo fettive favorevoli, i bambini in pre- curioso del bambino. Corne il bam-
della stanza. Il dispositivo materia- senza di un adulto cercano per lo più bino osserva, cosi l'adulto osserva il
lizza cosi il distanziamento psicolo- di conformare i loro comportamenti bambino. Per coloro che sono stati
gico che consiste nell'ascoltare ciò a quella che ritengono sia l'attesa abituati a trasmettere conoscenze, si
che si fa, ciò che precisamente ci si dell'adulto. Si tratta di una delle ar- tratta di una vera conversione. Ed è
aspetta dal bambino. mi più comuni della pedagogia, ma appunto cià che si desume dalla te-
Come spiega Jean Luc Jézéquel, di un'arma a doppio taglio. Provia- stimonianza di Monique Frapat
il dispositivo di microfonizzazione mo ad accostare le osservazioni di Jé- "Elise e la musica", che io avrei qua-
può essere sperimentato fin dall'età zéquel a proposito della piccola Ma- si voglia di intitolare "Monique e la
di qualche mese. rion, la cui esplorazione è più ricca musica, ovvero la conversione di
Scelta di un corpo sonoro ben ri- in assenza che in presenza dell'adul- un'educatrice ad una pedogogia del-
spondente alle possibilità motorie del to, all'episodio del rumore della mo- l'immaginazione creativa".
bambino, controllo preciso della po-
stura e della disposizione del corpo
sonoro, ed eventuale amplificazione,
sono le condizioni sufficienti a susci-
tare e rafforzare un comportamen-
to esplorativo.
2. Creare eventi che incidano sulla
sensibilità. Si tratta di una delle grandi
invenzioni di Monique Frapat, da lei
abbondantemente coltivata con la
complicità di Anne Benhammou.
Com'è noto, il gioco di "far fin-
ta" aiuta il bambino ad "assimilare"
una realtà che egli non controlla com-
pletamente. Un evento emozionante
viene riprodotto nel gioco, ma defor-
mato, adattato, riorganizzato in fun-

bambini / gennaio 1988

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