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Occhio al dollaro debole

di Gianluca Defendi

Il 2020 si chiude con un dollaro in difficoltà. La sterlina ha fornito segnali di


forza anche se non si è ancora arrivati ad una conclusione della vicenda Brexit.

Il 2020 è un anno che passerà sicuramente alla storia. Ripercorrere tutti gli
avvenimenti che lo hanno caratterizzato non è sicuramente facile. A gennaio-
febbraio l’attenzione generale era rivolta alla guerra commerciale tra la Cina e
l’American, combattuta a suon di dazi e svalutazioni competitive tra i due
paesi. Ma il mese che ha cambiato in modo indiscutibile il corso degli eventi è
stato quello di marzo, con la diffusione e l’esplosione del Coronavirus (COVID-
19) in molti paesi occidentali. Il blocco pressoché totale delle attività
economiche ha avuto immediate ripercussioni sui mercati finanziari, con le
borse che hanno subiti dei cali superiori al 20%. A farne le spese è stato anche
il petrolio che, per la prima volta nella storia, ha fatto registrare (seppure sui
contratti future) valori negativi. Le politiche straordinarie, sia fiscali sia
monetarie, adottate dalle varie istituzioni mondiali sono riuscite ad arrestare la
caduta dei mercati finanziari, con le borse (in particolare quella americana) che
hanno ripreso fiato, trainate dai titoli tecnologici Usa. Nel frattempo si è
materializza una chiara svalutazione del Dollaro Usa, volta a favorire una
ripresa globale, con il Dollar Index che è sceso sui minimi degli ultimi anni
mentre il cambio Eur/Usd è salito oltre 1,2250. I Forex trader, nel frattempo,
sono ancora in attesa che si metta la parola fine, dopo oltre 4 anni di
trattative, alla vicenda Brexit che, oltre ad avere inevitabili ripercussioni
all’interno del mondo finanziario, potrebbe impattare in modo significativo
sull’andamento della sterlina. Nelle analisi che seguono è stato analizzato il
quadro tecnico dei principali cross valutari al fine di individuare sia il trend
principale nel quale le quotazioni si trovano inserite sia i più importanti livelli di
supporto e di resistenza.

Euro/dollaro. Le quotazioni, dopo aver costruito una solida base


accumulativa al di sopra di 1,0750, hanno iniziato un veloce risalita e sono
salite oltre 1,2250. La situazione tecnica appare costruttiva: dopo una breve
pausa di assestamento è possibile pertanto un ulteriore allungo con target
teorici a 1,2320 prima, in area 1,2370-1,2380 poi e attorno a 1,12450 in un
secondo momento. Soltanto una discesa sotto 1,1890 potrebbe annullare i
recenti progressi e provocare un’inversione ribassista di tendenza.
Euro/sterlina. Il cambio, dopo aver raggiunto verso la metà del mese di
marzo un picco a quota 0,95, ha subito una brusca flessione che si è arrestata
in area 0,87-0,8670. Nei mesi successivi le quotazioni si sono poi mosse tra
0,93 e 0,8850 senza fornire chiari spunti operativi. Solo il breakout di uno di
questi due livelli potrebbe dare il via ad un nuovo movimento impulsivo: sotto
0,8850 è possibile infatti una rapida flessione verso 0,87; sopra 0,93 le
quotazioni potrebbero invece risalire a quota 0,95 prima e in area 0,9670-0,97
in un secondo momento.

Euro/franco svizzero. Da circa cinque mesi le quotazioni sono muovono


all’interno di un canale laterale delimitato dal sostegno posto in area 1,0680-
1,0670 e dalla barriera situata a 1,0865-1,0880. Solo il breakout di questa
zona potrebbe fornire un nuovo segnale rialzista di tipo direzionale, con target
teorici a 1,0915-1,0920 prima e in area 1,0970-1,0975 in un secondo
momento. Pericoloso invece il ritorno sotto 1,0670 in quanto potrebbe
innescare una rapida flessione verso il successivo sostegno grafico posizionato
a ridosso di 1,06.

Sterlina/dollaro. La risalita degli ultimi mesi ha spinto il Cable verso la


barriera posta in area 1,35-1,3550. Il quadro tecnico appare costruttivo ma
solo il superamento di 1,3550 potrebbe fornire una nuova dimostrazione di
forza e innescare un allungo verso 1,3670 prima e attorno a 1,3750 in un
secondo momento. Un’eventuale correzione troverà invece un valido sostegno
in area 1,29-1,2850. Da un punto di vista grafico, tuttavia, soltanto una
discesa sotto 1,2650 potrebbe provocare un’inversione ribassista di tendenza.

Euro/yen. Le quotazioni, dopo essere scese fino a quota 114,35, hanno


effettuato un importante balzo in avanti e si sono portate a ridosso della solida
resistenza grafica posta a quota 127. Il breakout di quest’ultimo livello aprirà
ulteriori spazi di crescita, con target teorici a 128,35-128,50 prima e in area
129,50-129,70 in un secondo momento. Soltanto una discesa sotto 121,50
potrebbe fornire un segnale negativo. (riproduzione riservata)

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