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Libri Greco Athenaze II PDF
Libri Greco Athenaze II PDF
I brani greci contrassegnati con (B.) sono stati scritti da Maurice Balme; di quelli
contrassegnati con (M.) è autore Luigi Miraglia.
VIII
Capitolo XIX
™g-cšw
92
93
La democrazia ateniese
L’acropoli d’Atene.
191
Capitolo XXI Civiltà
192
Civiltà Capitolo XXI
Efiàlte, sostenuto dal giovane Pericle, i greci consideravano tipici della de-
fece approvar nuove modifiche alla mocrazia più radicale: quelli per cui i
costituzione, che privarono l’Areò- magistrati dovevano essere scelti per
pago di molti dei suoi poteri e li tra- sorteggio e pagati dallo Stato. I nomi
sferirono all’assemblea, al consiglio degli arconti erano stati tirati a sorte
o alle corti popolari, che diventavan fin dal 487, ma ora il sistema del sor-
così tribunali di prima istanza e non teggio venne esteso anche alla nomi-
più d’appello. na dei consiglieri; si
Efialte fu assassi- stabilì poi che fossero
nato subito dopo le eleggibili all’arcon-
sue riforme, e il suo tato anche i membri
posto come capo del della terza classe, gli
partito democratico fu zeugìti. Ora che un
preso da Pericle, che gran numero di citta-
dominò l’assemblea dini, e non più solo i
fino alla morte, che più ricchi, potevano
seguì trentadue anni esser eletti alle magi-
dopo, nel 429. I prin- strature, era natural-
cìpi fondamentali del mente importante che
sistema democratico i magistrati ricevesse-
erano per i greci l’au- ro un compenso 1: si
torità della légge e stabilì dunque che
l’uguaglianza di tutti l’avessero non solo gli
i cittadini davanti a arconti e i consiglieri,
essa („sonom…!: un ma anche i ben dieci-
principio che, due mila giudici popolari
millenni e mezzo do- (l’elièa era stata sosti-
po, ha affermato so- tuita da più tribunali),
lennemente anche la Pèricle.
che ricevettero un get-
nostra Costituzione); tone di presenza per
a essi Pericle ne ag- ogni giorno di servi-
giunse altri due, che zio.
1
Del resto, anche in epoca moderna la rivendicazione d’un’indennità per i parlamentari è stata
tipica dei partiti democratici.
193
Capitolo XXIV
'En didask£lwn:
™p'¢rister´ mDn Ð pa‹j
kiqar…zein did£sketai ØpÕ
kiqaristoà: ™pˆ dD dexi´
k£qhtai Ð paidagwgÒj:
metaxÝ dD Ð grammatist¾j
t¦ gr£mmata did£skei.
™n didask£lwn o„k…v
kiqar…zw
Ð kiqarist»j (toà kiqaristoà)
Ð grammatist»j
(toà grammatistoà)
Ð paidagwgÒj
(toà paidagwgoà)
(< pa‹j + ¥gw)
EN DIDASKALWN (a)
Mšcri mDn oá o† te Peloponn»sioi ™n
tÍ 'AttikÍ œmenon kaˆ oƒ 'Aqhna‹oi
™poliorkoànto, Ð F…lippoj kaq'¹mšr!n
½geto ØpÕ tîn ¢neyiîn e„j didask£lwn.
5 T£ t'oân gr£mmata ™did£sketo ØpÕ toà
grammatistoà kaˆ ØpÕ toà kiqaristoà
t¾n mousik»n: ™fo…t! dD kaˆ e„j toà ¹ mousik» (tÁj mousikÁj)
= ¹ mousik¾ tšcnh
paidotr…bou Ópwj t¾n gumnastik¾n
melet£w : poiî ti poll£kij,
melet´. 'Epeˆ d'ºggšlqh Óti oƒ Pelopon- †na œmpeiroj g…gnwmai
ºggšlqh < ¢ggšllw
ºggšlqh : oƒ ¥ggeloi ½ggeilan
Ð kiqarist»j Ð paidotr…bhj
(toà kiqaristoà) (toà paidotr…bou)
261
Capitolo XXIV
lelumšnoi liberàti
262
Capitolo XXIV
35 bšltistoj œstai Ð pa‹j, par'›kaston bšltistoj, -h, -on < ¢gaqÒj (sup.)
œrgon kaˆ lÒgon did£skontej kaˆ ™ndeik- kaˆ lšgousin: «T¦ mDn po…ei,
t¦ dD m¾ po…ei»
nÚmenoi Óti tÕ mDn d…kaion, tÕ dD ¥dikon,
kaˆ tÒde mDn kalÒn, tÒde dD a„scrÒn, kaˆ
tÒde mDn Ósion, tÒde dD ¢nÒsion, kaˆ t¦
40 mDn po…ei, t¦ dD m¾ po…ei. Kaˆ ™6n mDn ™6n pe…qhtai, kalîj œcei
eÙq©nw : ¥gw, ™laÚnw tÍ
pe…qhtai...: e„ dD m», eÙq©nousin ¢peila‹j eÙqe…v Ðdù: ÑrqÕn poioàmai:
kol£zw
kaˆ plhga‹j.» ¹ ¢peil» (tÁj ¢peilÁj)
: Ö lšgei tij ØpiscnoÚmenoj
kakÒn ti dèsein
¹ plhg» (tÁj plhgÁj)
— da Platone, Protàgora, 325c 5-d7 : Ö d…dws… tij kÒptwn kaˆ
pa…wn
263
Capitolo XXIV
EN DIDASKALWN (b)
e„j o„k…!n didask£lwn «Met¦ dD taàta e„j didask£lwn
pšmpontej polÝ m©llon toÝj didask£-
¹ eÙkosm…! (tÁj eÙkosm…!j) < louj keleÚousin ™pimele‹sqai eÙkosm…!j 45
eâ + kÒsmoj
¹ kiq£risij (tÁj kiqar…sewj) : tîn pa…dwn À gramm£twn te kaˆ kiqar…-
tÕ kiqar…zein
sewj: oƒ dD did£skaloi toÚtwn te ™pi-
aâ = dš, œpeita meloàntai, kaˆ ™peid6n aâ gr£mmata
m£qwsin kaˆ mšllwsin sun»sein t¦ ge-
para-t…qhm…
(tin… ti) : grammšna ésper tÒte t¾n fwn»n, parati- 50
paršcw tin… ti
(ésper ™pˆ de‹pnon) qš!sin aÙto‹j ™pˆ tîn b£qrwn ¢na-
tÕ b£qron
(toà b£qrou) gignèskein poihtîn ¢gaqîn poi»mata
tÕ po…hma (toà poi»matoj) : kaˆ ™kmanq£nein ¢nagk£zousin, ™n oŒj
Ö gr£fei Ð poiht»j
¹ nouqšthsij pollaˆ mDn nouqet»seij œneisin, polloˆ
(tÁj nouqet»sewj) < nouqetšw
t¦ gegrammšna le cose
scritte, gli scritti
264
Civiltà Capitolo XXV
Eròdoto
L o storico Eròdoto
nacque ad Alicar-
nàsso, presso il confi-
Elefantìna; in occi-
dente visitò la Sicilia
e l’Italia meridionale.
ne meridionale della Ch’egli viaggiasse per
Ionia (in Asia minore), commercio o, come
pochi anni prima del- Solone, semplicemen-
l’invasione della Gre- te per il piacere e l’in-
cia da parte di Serse. teresse di vedere
Sembra che da ragaz- (qewr…!j ›neka: noi
zo egli vedesse la regi- diremmo «per turi-
na della sua città, smo»), certo egli rac-
Artemìsia, alla guida colse un alto numero
della flotta che andava d’informazioni, risul-
a unirsi agl’invasori. In tato delle sue persona-
gioventù partecipò alla li osservazioni, delle
sollevazione contro il sue conversazioni co-
tiranno Lìgdami, nipo- gli stranieri, del suo
te d’Artemisia; la sol- studio di documenti e
levazione fallì ed testimonianze; egli le
Erodoto.
Erodoto dové andare in avrebbe usate più tar-
esilio a Samo. Da que- di nella sua storia.
st’isola dell’Egeo egli salpò per i suoi Durante questo periodo Erodoto
viaggi, che lo portarono a visitar qua- stette per qualche tempo in Atene,
si tutto il mondo allora conosciuto: dove strinse amicizia col poeta tragi-
vide infatti, a oriente, dapprima la co Sòfocle; quando, nel 443, lasciò
Lidia, compresa Sardi, poi la Siria, di Atene per la colonia panellenica di
dove raggiunse l’Eufràte e si portò, Turi, nell’odierna Calabria, Sofocle gli
percorrendone il corso, a Babilonia; dedicò un’ode. D’allora in poi Turi fu
infine da Babilonia proseguì per Susa, la sua patria, sebbene egli seguitasse
la capitale della Persia; a settentrio- a viaggiare e tornasse ad Atene, per
ne, Erodoto fece il pèriplo del Ponto alcune letture pubbliche della sua sto-
Eussìno (l’attuale mar Nero), dimorò ria, negli anni trenta. Era ancor vivo
per qualche tempo a Òlbia, alla foce nei primi anni della guerra del
del Borìstene (il nostro Nipro, Dnepr Peloponneso, giacché parla dei fatti
in russo), poi, seguendo il fiume, pe- degli anni 431-430. La sua opera sto-
netrò nelle selvagge regioni interne rica dev’essere stata pubblicata prima
della Scizia; a mezzogiorno, fu due del 425, anno in cui il commediografo
volte in Egitto, dove si trattenne per Aristòfane, negli Acarnesi, ne paròdia
diversi mesi, risalendo il Nilo fino a l’introduzione.
311
Capitolo XXV Civiltà
312
Civiltà Capitolo XXV
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Capitolo XXV Lexicon
Lexicon
314
Capitolo XXVI
sidhroàj
sidhroàj, sidhr©
sidhr©, sidh-
roàn di ferro, fèrreo
315
Capitolo XXVI
316
Capitolo XXVI
317
Capitolo XXVII Enchiridion
la voc. finale del t. v. dei verbi Come nell’aoristo e nel futuro, la vocale finale
contratti s’allunga: del tema verbale dei verbi contratti s’allunga: filšw,
filšw > pef…lhmai
peir£w > pepe…r!mai pef…lhmai; peir£w, pepe…r!mai; t"m£w, tet£mhmai;
t"m£w > tet£mhmai dhlÒw, ded»lwmai.
dhlÒw > ded»lwmai
Se invece il tema verbale finisce per consonante,
nell’incontro tra questa e la consonante iniziale del-
le desinenze accadono dei mutamenti fonetici, di-
versi secondo la diversità della consonante finale;
inoltre, nei temi in consonante non solo il congiunti-
vo e l’ottativo, ma anche la III plurale dell’indicati-
vo è perifrastica, formata cioè dal participio più la
voce verbale e„si(n) (Ãsan nel piucchepperfetto).
366
Enchiridion Capitolo XXVII
Piucchepperfetto
™lele…mmhn ™dedšgmhn ™pepe…smhn ™pef£smhn
™lšleiyo ™dšdexo ™pšpeiso —
™lšleipto ™dšdekto ™pšpeisto ™pšfanto
™lele…mmeqa ™dedšgmeqa ™pepe…smeqa ™pef£smeqa
™lšleifqe ™dšdecqe ™pšpeisqe ™pšfanqe
leleimmšnoi Ãsan dedegmšnoi Ãsan pepeismšnoi Ãsan pefasmšnoi Ãsan
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Capitolo XXVIII
O APOLLWN
TON KROISON SWIZEI (b)
`O mDn Kàroj ™po…ee taàta, Ð dD
50 Kro‹soj ˜sthkëj ™pˆ tÁj purÁj, ka…per ˜sthkèj < †sthmi
385
Capitolo XXIX
435
Capitolo XXXI
ACARNHS (d)
Fanno irruzione sulla scena i vecchi
acarnesi che formano il coro; armati di pie-
tre, vanno in cerca d’Anfìteo.
COROS
TÍde p©j ›pou, d…wke, kaˆ tÕn ¥ndra punq£nou 112
Ð ÐdoipÒroj (toà ÐdoipÒrou) = tîn ÐdoipÒrwn ¡p£ntwn: tÍ pÒlei g¦r ¥xion 113
Ð Ðdoiporîn
xullabe‹n tÕn ¥ndra toàton. 114
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Capitolo XXXI
503
Capitolo XXXI Enchiridion
qÚgater, †n'¢parxèmeqa.
¹ ™tn»rusij (tÁj ™tnhrÚsewj) QUGATHR ’W mÁter, ¢n£doj deàro t¾n ™tn»rusin, 128
504
Capitolo XXXI
¹ ¢spˆj ™n tù fey£lJ
krem£nnutai
Ð fšyaloj
(toà fey£lou)
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