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DISSOI LOGOI (anonimo, scuola di Protagora V sec.

AC)

A- “ Ragionamenti doppi intorno al bene e al male vengono sostenuti in


Ellade da parte di coloro che seguono la filosofia. Infatti gli uni dicono
che altro è il bene, altro è il male; altri che bene e male sono la stessa
cosa, o che la stessa cosa sarebbe per lo stesso individuo ora bene ora
male.
Quanto a me io abbraccio il punto di vista di questi ultimi e ne cercherò
le prove nella condotta umana. (…..)
E così la malattia per il malato è un male, ma per i medici è un bene che
ci siano malattie; e la morte per chi muore e per i suoi cari è un male,
ma per gli impresari di pompe funebri e per i becchini è un bene; così
pure che le navi onerarie si scontrino e affondino è per il loro proprietario
un male, ma per i costruttori di navi è un bene. E che le stoviglie si
rompano per la massaia è un male ma per il vasaio è bene. Nelle gare
ginniche la vittoria è bene per il vincitore e male per tutti gli altri atleti,
così pure la vittoria in guerra è un bene per i vincitori ma è un male per i
vinti.”

B- “Passo ora a quelle cose che le città e i popoli ritengono brutte. Per
esempio, per gli Spartani, che le fanciulle facciano la ginnastica e si
esibiscano in pubblico sbracciate e senza tunica; è bello; per gli Ioni,
brutto. E per quelli, è bello che i fanciulli non apprendano la musica e le
lettere; per gli Ioni è brutto non sapere tutte queste cose. Presso i
Tessali, è bello per una persona prendere i cavalli o i muli dall’armento e
domarli, e prendere un bove e sgozzarlo, scuoiarlo e squartarlo; ma in
Sicilia è brutto e opera di schiavi. Presso i Macedoni si ritiene bello che le
fanciulle prima di sposarsi amino e si congiungano con un uomo, e dopo
le nozze, brutto; presso i Greci, è brutta l’una e l’altra cosa. Presso i
Traci, il tatuaggio per le fanciulle è un ornamento; presso gli altri popoli,
invece, è una pena che si impone ai colpevoli. […] I Persiani reputano
bello che anche gli uomini si adornino come le donne, e si congiungano
con la figlia, con la madre, con la sorella; per i Greci son cose turpi e
contro la legge. Presso i Lidi, che le fanciulle si sposino dopo essersi
prostituite per denaro, sembra bello; presso i Greci, nessuno le vorrebbe
sposare. […] E io credo che se si comandasse a tutti gli uomini di riunire
in un fascio le cose che ciascun di essi reputa cattive, e poi dopo di
togliere dal gruppo quello che ciascun d’essi reputa belle, non ce ne
rimarrebbe neppur una, ma tra tutti se le ripiglierebbero tutte. Poiché
nessuno la pensa come un altro”.

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