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45 Orazione 45, Discorso all'imperatore riguardo ai detenuti da pagina 641 a pagina 652
46 Orazione 46, Discorso contro Florentios da pagina 652 a pagina 666
47 Orazione 47, Discorso riguardo alle protezioni da pagina 666 a pagina 679
48 Orazione 48, Discorso al consiglio cittadino da pagina 679 a pagina 692
49 Orazione 49, Discorso all'imperatore a favore dei consigli cittadini da pagina 692 a pagina 703
50 Orazione 50, Discorso a favore dei contadini sui lavori forzati da pagina 703 a pagina 714
51 Orazione 51, Discorso all'imperatore contro quelli che siedono accanto ai magistrati da pagina
714 a pagina 725
52 Orazione 52, Discorso all'imperatore, introduzione di una legge contro quelli che entrano nelle
residenze dei magistrati da pagina 725 a pagina 741
53 Orazione 53, Discorso riguardo agli inviti alle feste da pagina 741 a pagina 751
54 Orazione 54, Discorso ad Eustathios riguardo agli onori da pagina 751 a pagina 773
55 Orazione 55, Discorso ad Anaxentios da pagina 773 a pagina 783
56 Orazione 56, Discorso contro Lukianos da pagina 783 a pagina 792
57 Orazione 57, Discorso contro Seueros da pagina 792 a pagina 808
58 Orazione 58, Discorso ai giovani sulla coperta da pagina 808 a pagina 819
59 Orazione 59, Discorso imperiale a Konstantios e Konstantes da pagina 819 a pagina 868
60 Orazione 60, Lamento per il tempio di Apollon a Dafne da pagina 868 a pagina 871
61 Orazione 61, Lamento per Nicomedia da pagina 871 a pagina 876
62 Orazione 62, Discorso a coloro che lo hanno schernito riguardo all'educazione da pagina 876 a
pagina 896
63 Orazione 63, Discorso a favore di Olympios da pagina 896 a pagina 909
64 Orazione 64, Discorso ad Aristeides a favore dei danzatori da pagina 909 a pagina 955
quelli che dicono che io sia il più felice degli esseri umani per gli applausi che ho ricevuto per i miei
discorsi, ma anche quelli che ritengono che io sia il più sventurato tra quelli che sono vivi a causa
dei miei continui dolori e fatiche, dunque è necessario che io tenti di correggere ognuna di queste
due opinioni, e ognuna di esse è lontana dalla verità, con un racconto delle cose che mi sono
successe, e anche delle mie condizioni attuali, affinché tutti quanti sappiano che gli dei hanno
mescolato gli elementi della mia Sorte e io non sono né il più felice né il più sventurato, e spero che
nessun dardo della Nemesis mi colpisca. 1,2. Dunque innanzitutto, se anche questa cosa porta a una
buona sorte, il fatto di essere cittadino di una città grande e famosa, bisogna considerare la
grandezza della città di Antiochia, e come è questa città, quanto è grande la terra che essa
amministra, quali sono le sorgenti alle quali essa beve, quali sono i venti di zefiro di cui essa gode,
ed è possibile sapere tutte queste cose per sentito dire anche per chi non ha mai visto questa città.
Infatti qual è la terraferma, o qual è l'angolo di mare dove non è arrivata la gloria di questa città?
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La mia famiglia era una delle più importanti in una città grandissima, sia per la sua educazione, sia
per la sua ricchezza, sia per i suoi servizi pubblici, sia per i suoi giochi pubblici, sia per gli studi di
oratoria che si oppongono agli eccessi dei potenti. 1,3. Alcuni credono che il mio bisnonno fosse
arrivato dall'Italia, ma sono stati tratti in inganno da un discorso che è stato composto da lui nella
lingua degli abitanti dell'Italia. Forse il mio bisnonno è stato capace di fare un discorso in latino, ma
lui non era originario di un altro luogo. Lui non aveva soltanto il pregio della conoscenza della
lingua degli abitanti dell'Italia, ma conosceva anche la divinazione, grazie alla quale lui sapeva in
anticipo che i suoi figli sarebbero morti a causa del ferro, anche se loro erano belli, grandi e capaci
di parlare bene. Questo evento ha privato la nostra famiglia di grandi ricchezze, cosicché mio padre
ha avuto compassione delle proprie sorelle in età da sposarsi e le ha mantenute. E il mio nonno
materno, che era eccellente soprattutto come retore, è sfuggito a fatica a una simile morte, e quando
lui è morto, a causa di una malattia, ha lasciato il posto di consigliere municipale ai suoi due figli,
affinché lo difendessero, e di questi due figli il primo ha perso la sua vita dopo avere avuto un
incarico pubblico, e l'altro è morto dopo avere rifiutato una carica pubblica. Certamente in alcune di
queste cose la mia sorte è stata buona, ma in altre cose essa non è stata tale. 1,4. Mio padre ha
sposato mia madre che era stata generata da tali persone, e ha avuto tre figli, di questi figli io sono
stato il secondo, mio padre è morto prima di essere nel fiore degli anni e quando aveva recuperato
solo pochi dei suoi molti beni, e subito dopo mio padre è morto il padre di mia madre. Mia madre
per la sua saggezza ha avuto paura della malvagità dei tutori e delle difficoltà che inevitabilmente ci
sarebbero state nei nostri studi di retorica, e lei ha voluto provvedere a tutto per noi, suoi figli, e
anche se con fatica lei è riuscita a dare alcuni insegnamenti molto bene, ma per altri studi lei ha
pagato alcuni insegnanti, e lei non era capace di adirarsi con un suo figlio che era poco sveglio e al
quale lei voleva bene, perché pensava che fosse proprio di una madre amorevole il non addolorare
mai il proprio figlio in nessun modo, e noi trascorrevamo la maggior parte dell'anno in campagna
più di quanto ci dedicassimo agli studi. 1,5. Dopo che quattro anni della mia vita sono trascorsi in
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questo modo in ciascuno di questi anni, nel mio quindicesimo anno di età un intenso desiderio degli
dei cavalli e tutte le attività della scena teatrale, e io ho fatto meravigliare molto i giovani e gli
anziani con il mio comportamento quando io sono stato senza vedere i combattimenti individuali
nei quali gli uomini cadevano e vincevano, e si poteva dire che costoro fossero degli allievi di quei
trecento che caddero alle Termopili. Mio zio, fratello di mia madre, svolgeva queste funzioni
pubbliche e mi invitava ad andare a vedere quegli spettacoli, ma io restavo sui libri, si dice che mio
zio aveva profetizzato che io sarei diventato un retore, e queste profezie si sono realizzate. 1,6. In
che modo io considererò la mia condizione di orfano? Io sarei stato molto contento di vedere mio
padre nella sua vecchiaia, tuttavia io so per certo questa cosa, che se mio padre fosse arrivato fino
alla sua vecchiaia, io avrei fatto una vita molto diversa, e se si paragonano le mie condizioni di vita
di adesso e quelle che avrei potuto avere, e io alludo alle attività del consiglio cittadino, o ai
processi o, per Zeus, ai seggi delle cariche pubbliche, così non difficilmente si potrebbe trovare a
quale delle due scelte potrebbe giustamente arrivare chi considerasse in modo corretto questa
situazione. 1,7. E a me sembra che neppure un individuo molto incline ai suoi piaceri potrebbe non
dichiarare che noi figli siamo stati fortunati per la morigeratezza di nostra madre, la quale ha
respinto innumerevoli uomini dalle sue porte, se è una cosa onorevole vivere parlando in modo
libero, e questa possibilità è data non solo dai comportamenti della vita di una persona, ma anche
dai comportamenti dei genitori di quella persona, e infatti molte persone anche se hanno mostrato di
essere irreprensibili, sono state ridotte al silenzio dai biasimi dei loro genitori. 1,8. Dunque di nuovo
il fatto che io abbia avuto un insegnante che riversava bellezza dalle sue parole è stata una cosa
propria di un allievo fortunato, ma l'altra cosa non è stata altrettanto fortunata, io non ho potuto
frequentare la scuola quanto sarebbe stato giusto, e un desiderio mi spingeva verso l'apprendimento,
ma non ho avuto nessuno che mi trasmettesse questa conoscenza, perché il flusso oratorio di quel
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maestro è stato spento dalla sua morte. E questa è stata una cosa sfortunata. Dunque io,
rimpiangendo il mio insegnante che non c'era più, facevo ricorso a quelli che c'erano, erano dei
simulacri di insegnanti di retorica, come quelli che mangiano il pane fatto con l'orzo in mancanza di
meglio, poiché io non ottenevo nessun risultato, c'era il pericolo che io seguissi quelle guide che
erano cieche, e che io cadessi nel baratro dell'ignoranza, io ho detto addio a quegli insegnanti, ma io
ho impedito alla mia anima di produrre qualche discorso, alla mia lingua di dire qualche discorso e
alla mia mano di scrivere qualcosa, e io ho fatto soltanto questa cosa, ho imparato a memoria le
opere che erano state scritte dagli antichi studiando con un uomo che aveva un'ottima memoria e
che era capace di rendere i giovani esperti di cose belle, e io sono stato così tanto vicino a lui, che io
non mi allontanavo da lui neppure quando lui si allontanava dai suoi studenti, ma anche in mezzo
alla piazza un libro era tra le mie mani. E quell'uomo doveva dirmi qualche indicazione e io lo
costringevo a fare ciò, e inizialmente lui chiaramente si arrabbiava con me, ma nei tempi successivi
lui mi ha lodato. 1,9. Dunque tutta quanta la mia anima per cinque anni è stata rivolta a quella
attività. E la divinità mi ha aiutato perché non ha ostacolato la mia corsa con nessuna malattia, poi
c'è stato l'incidente alla mia testa, esso è stato così, io stavo assistendo alla lezione del mio
insegnante che si stava soffermando sugli Acarnesi di Aristophanes, quando il sole è sstato coperto
da nuvole così enormi, che si poteva definire quel giorno come se fosse stata notte. E Zeus ha fatto
grande rumore con il suo tuono, e al contempo ha scagliato il suo fulmine, io sono stato colpito agli
occhi da quel fuoco, e la mia testa è stata colpita da quel tuono. E io ho pensato che non mi fosse
successo niente di grave, ho pensato che quel disturbo sarebbe finito subito, sono andato a casa mia,
e quando mi sono steso per pranzare mi è parso di sentire quel tuono, e mi è parso che un fulmine
percorresse la mia casa e la paura mi ha fatto sudare e io mi sono allontanato dai cibi e mi sono
rifugiato sul letto. Io ho creduto che fosse necessario tacere questa cosa, e che fosse opportuno
mantenerla segreta, e non condividerla con i medici, affinché io non fossi trascinato via dalle mie
attività consuete per prendere dei farmaci e per essere addolorato dalle attività dei medici. 1,10.
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Questo mio comportamento ha fatto andare avanti la mia malattia, in modo che essa si è spinta fino
alle radici, come si dice, mentre essa sarebbe stata eliminata senza difficoltà nelle sue fasi iniziali.
Per questo motivo la malattia mi ha accompagnato nella mia crescita quando sono andato all'estero,
ha fatto la sua crescita, ed è venuta di nuovo con me qui ad Antiochia, ha avuto alcuni cambiamenti,
ma non ha smesso di tormentarmi, perché anche quando la malattia sembra diminuire, non cessa in
modo completo, ma come ho detto,a parte questa malattia per il resto io non ne avevo altre, e questa
malattia non mi impediva di fare le cose che mi piacevano. 1,11. Dunque, dopo che io ho raccolto
nella mia mente in quantità superiore agli altri le opere di autori ammirati per la loro capacità di
parlare bene, io ho sentito l'impulso a fare questa vita di retore, infatti io avevo un amico della
Cappadocia, di nome Iasion, e lui procedeva lentamente nello studio, ma era laborioso, più di
chiunque altro, e ogni giorno, per così dire, mi raccontava ciò che era stato fatto dai suoi antenati ad
Atene, e ciò che accadeva in quella città, Iasion mi raccontava di Kallinikos e di Tlepolemos, della
bravura di non pochi altri retori e dei discorsi con cui avevano vinto le loro controversie o erano
stati sconfitti, e a causa di questi racconti un desiderio di quel luogo si è impadronito della mia
anima. 1,12. Allora io stavo per dichiarare apertamente questa cosa, cioè che io dovevo andare ad
Atene via nave, ma nella mia città, Antiochia,si era diffusa la notizia degli studi faticosi che io stavo
facendo e della mia saggezza giovanile, e io parlo con fiducia della mia saggezza, perché ho dei
testimoni viventi che, se voi volete, potranno alzarsi in piedi e testimoniare, e io vedo qui seduti non
pochi di questi testimoni, io sono stato incorruttibile, non perché io fossi sorvegliato, né per paura
degli educatori, e la condizione di orfano di un fanciullo rende costoro deboli, ma per un'attenzione
della Sorte, grazie alla quale io sono stato custode di me stesso, e ho salvato altri ragazzi, io ho
posto fine a quegli scherzi che erano nocivi, e non pochi giovani si sono dedicati a questi scherzi e
hanno buttato via i loro studi oratorii, e tutta la città era piena della notizia che riguardava le mie
due buone azioni, quei padri che avevano delle figlie vergini andavano dai miei due zii, e si
superavano a vicenda per la grandezza dei beni che offrivano come dote matrimoniale, “ma essi non
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hanno mai convinto il mio animo che era nel mio petto”, io credo che io avrei fatto come Odysseus,
avrei rifiutato il matrimonio con una dea, per il fumo di Atene. 1,13.Dunque mia madre piangeva e
non sopportava nemmeno di sentire parlare di questa faccenda, e dei miei due zii quello più anziano
riteneva di dovere dare un aiuto a mia madre, e mi ha ordinato di astenermi da azioni impossibili, e
infatti lui non mi avrebbe permesso di fare questa cosa, neppure se io la avessi desiderata molto.
Quando l'altro mio zio organizzava i giochi Olimpici in onore di Zeus, e io ero stato sconfitto da
una forza maggiore, la divinità ha punito la mia città, e anzi tutta la terra con la morte di Panolbios,
e questo era il nome del più anziano dei miei due zii,e mia madre non poteva più prevalere sull'altro
mio zio allo stesso modo di prima, con le sue lacrime,infatti Phasganios era capace di non cedere a
una compassione dannosa, lui ha convinto mia madre a sopportare un dolore che non sarebbe stato
lungo e che avrebbe portato dei grandi frutti, e mi ha aperto le porte. 1,14. In queste parole che ho
dette è chiaro ciò che è fortunato, e ciò che non è fortunato. Dopo che io sono partito, allora io ho
sentito come era terribilmente doloroso lasciare i propri cari. Dunque io ho fatto il mio viaggio
lamentandomi e soffrendo, e mi sono voltato indietro molte volte per il desiderio di vedere le mura
della mia città. Fino alla città di Tiana io ho versato lacrime, da Tiana in poi oltre a versare lacrime
io avevo la febbre. E quando in me combattevano due desideri, la paura della mia vergogna si è
aggiunta a uno di questi desideri, e lo ha fatto prevalere, cosicché io ho dovuto fare il viaggio, anche
se ero malato. La mia malattia era resa più grave dal viaggio, io navigavo sul Bosforo ed ero quasi
morto, i miei muli erano nella mia stessa condizione, e l'uomo nel quale io avevo riposto le mie
speranze che lui mi mandasse ad Atene con i carri imperiali era decaduto e non aveva più quella sua
grande forza di prima e per il resto lui mi ha dato ospitalità in modo molto premuroso, ma ha detto
che soltanto questa cosa non era possibile. 1,15. Io ho rivolto il mio sguardo verso il mare, ma esso
era ormai chiuso ai naviganti a causa della stagione, ho incontrato un famoso timoniere, gli ho
promesso del denaro, l'ho convinto facilmente e mi sono imbarcato,ho trovato il favore di Poseidon,
ho fatto il mio viaggio piacevolmente, ho navigato vicino a Perinto e dal ponte della nave ho visto
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capo Reteo, il capo Sigeo e la città di Priamos, che ha patito sofferenze terribili, ho attraversato il
mare Egeo, e ho avuto un vento che non è stato peggiore di quello di Nestor, cosicché per me
l'incapacità di colui che doveva ospitarmi è stata un vantaggio. 1,16. Dunque io sono approdato a
Gheraistos, poi ad un porto di Atene, dove io ho dormito, e nella sera del giorno successivo io ero
ad Atene, nelle mani di persone che io non avrei voluto, e il giorno dopo ero nelle mani di altre
persone, e non avevo voluto neanche queste ultime, e non ho potuto vedere quell'insegnante per il
quale ero venuto e dal quale volevo studiare, e io ero chiuso in una stanza grande come una botte,
tali sono i modi in cui gli Ateniesi accolgono i giovani studenti quando arrivano, io e il mio
insegnante di retorica eravamo lontani e gridavamo, lui era senza di me, e io ero senza di lui; ma
quel grido non aveva nessuna importanza per quelli che mi trattenevano, e io anche se ero
originario della Siria sono stato costretto a fare i giuramenti come un Aristodemos. Dopo che io ho
giurato che avrei accettato le condizioni che c'erano, qualcuno mi ha aperto le porte, e io ho
ascoltato le lezioni di un insegnante come suo allievo, e ho ascoltato altri due insegnanti nelle loro
declamazioni. 1,17. E l'applauso che si è levato era abbastanza grande per ingannare coloro che lo
sentivano per la prima volta, ma io sentivo che non era niente di importante perché la guida di quei
giovani era di persone che non erano molto diverse dai giovani. E io ho dato l'impressione di
comportarmi male nei confronti di Atene e sembravo essere colpevole perché non rispettavo quelli
che avevano un potere su di me. Dunque io a fatica ho ammansito la loro collera dicendo che li
ammiravo in silenzio, e dicendo che le mie malattie mi impedivano di parlare a voce alta, io ho
mostrato alcuni miei discorsi scritti, e anche in un altro modo ho mostrato di essere favorevole a
loro anche se non avevo espresso la mia ammirazione. 1,18. Anche nelle cose che sono state dette è
giusto trovare la divinità. Certamente tutti questi eventi non sono di una persona fortunata: le mie
malattie, il fatto che io abbia navigato come un commerciante, il fatto che abbia avuto dei porti
peggiori di quanto io sperassi, essi avevano una reputazione meravigliosa, ma l'esperienza che io ho
fatto di questi porti non è stata così, però io ho avuto una stagione invernale che non è stata
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peggiore di quella estiva riguardo ai mari, e ciò è avvenuto non perché io mi fossi sforzato di
ottenerlo, ma come effetto di una costrizione, questi sono i doni della Sorte. Certamente anche a voi
sembra che io abbia avuto una buona navigazione,e anche voi dite che le mie parole sono state dette
in modo coerente, ma se io dicessi che sono stato fortunato riguardo ai miei due insegnanti perché
sono stato costretto a fare alcune cose, a voi sembrerebbe che io direi una cosa strana. Io devo
risolvere l'enigma, e vado a fare questa cosa. 1,19. O uomini, io avevo sentito parlare fin da quando
ero bambino delle guerre tra le scuole che avvenivano nel centro di Atene, avevo sentito parlare di
bastoni, di ferro, di pietre, di ferite, di processi per questi fatti, di discorsi di difesa, di verdetti di
colpevolezza e tutte queste azioni erano fatte da dei giovani, per migliorare le condizioni dei propri
insegnanti, io pensavo che fossero bravi coloro che erano coinvolti in queste azioni pericolose, e
pensavo che costoro fossero giusti non meno di quelli che avevano preso le armi a favore delle loro
patrie,e io pregavo gli dei affinché tali eventi avvenissero anche a me e affinché io potessi compiere
azioni eroiche, e correre verso il Pireo e il Sunio, e verso gli altri porti dove le navi sbarcano, per
rapire gli studenti che arrivavano, e pregavo che io potessi in futuro correre a Corinto per essere
processato a causa di questo rapimento, fare banchetti su banchetti, spendere velocemente le mie
ricchezze e cercare qualcuno che mi prestasse del denaro. 1,20. Dunque la dea Sorte sapeva che io
sarei caduto in questa rovina che aveva un aspetto onorevole e il nome molto illustre di capo di una
scuola, e la dea, come lei è solita fare, in modo molto saggio mi ha allontanato da quell'insegnante a
favore del quale io ritenevo giusto fare questi servizi, e mi ha portato da un altro insegnante, e ha
fatto in modo che da lui io potessi apprendere quelle fatiche che riguardano l'attività retorica. Ed è
andata proprio così. Io, poiché mi ero sentito offeso dagli obblighi dei giuramenti, ho ritenuto giusto
non fare nessuno di quei servizi che avevo detto, e nessun altro mi avrebbe ordinato di fare queste
cose perché io ero obbligato a farle mio malgrado, e al contempo io avevo paura che, se io avessi
rifiutato quell'imposizione, avrei dovuto aggiungere un altro carico al mio giuramento, perché avrei
dovuto scusarmi dicendo che ero stato costretto a fare quelle cose. 1,21. Dunque io sono stato
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esente da sortite, da spedizioni punitive, da combattimenti ai quali partecipa Ares, e da campi di
battaglia, e in quella grande battaglia, a cui tutti gli studenti hanno partecipato con le loro fatiche,
anche quelli che erano esentati dal combattere per la loro età, io sono stato l'unico studente che si è
trovato in un luogo lontano da tutto questo, io sentivo parlare di queste ferite che ognuno di loro
subiva e sono rimasto distante da quelle ferite che sono causate dalle collere di qualcuno verso
qualcun altro, non ho mai dato nessuna ferita, e non ne ho ricevuta nessuna, e io non sono neanche
mai stato sul punto di fare la prima cosa, né la seconda. Tuttavia una volta un Cretese dopo essere
stato al bagno pubblico ha incontrato me, che stavo andando a lavarmi, e io camminavo in mezzo a
due miei compagni, e lui ha colpito i miei due compagni da una parte e dall'altra, non ha combattuto
contro di me, non mi ha neanche guardato, tuttavia mi è sembrato di essere stato offeso, perché tali
azioni offensive sono state fatte sotto i miei occhi. 1,22. Così quando io ero presente tutti si
comportavano bene perché io ad Atene non ho mai toccato una palla e io sono stato molto lontano
dalla baldoria e dalla partecipazione a quelle azioni che facevano quelli che andavano di notte nelle
case delle persone più povere; e io ho dimostrato che quelle etere che cantavano in modo melodioso
erano simili alle teste di Scilla, oppure le mie vicine, che erano più terribili delle Sirene e che hanno
spogliato molti uomini dei loro averi, cantavano invano per me. 1,23. E io torno a ciò da cui sono
partito, mi sono liberato di quelle numerose sventure grazie alla Sorte, cosicché io non ho visto
Corinto né in veste di imputato, né in veste di accusatore, ma una volta a una festa di Sparta ho visto
le fruste e un'altra volta sono stato invitato a essere iniziato ai misteri ad Argo in quei riti che si
svolgono presso gli abitanti di quella città. E questo è tutto. E in quelle stesse attività retoriche io
avrei potuto essere imitatore di quell'insegnante, dal quale io ero avevo cominciato ad andare, sarei
stato con lui, infatti l'affetto avrebbe potuto determinare anche questa azione, io avrei potuto seguire
le orme di quell'uomo, che voi stessi conoscete, ma che per me è meglio tacere. E come sarei io
adesso, se io ricordassi, parlando con voi, non gli antichi retori che sono nei miei discorsi, ma un
retore misero e povero? 1,24. Dunque queste cose sono state guidate in modo buono e onorevole
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dalla divinità. E si è aggiunto il fatto che io, seguendo i miei principi, non ho avuto bisogno di
medici che curassero il mio corpo, cosicché tanti quanti sono stati i giorni, altrettante sono state le
mie fatiche, tranne che per i giorni nei quali c'erano feste religiose, e credo che questi giorni non
siano molti. Poiché sembrava che fosse una cosa di grandissima importanza l'essere ritenuti degni di
una cattedra da insegnante ad Atene, la Sorte si è preoccupata di questo, e mi ha dato questa cosa.
1,25. C'era un governatore, era uno di coloro che provenivano dall'Italia ed era pieno di orgoglio, e
riteneva che i giovani studenti non dovevano più fare nessuna azione sbagliata ad Atene. A causa
della follia dei giovani studenti lui ha messo fine all'attività di alcuni insegnanti, perché erano stati
dei cattivi insegnanti, e cercava altri tre insegnanti che avrebbero preso il posto di quelli precedenti,
i quali erano nello stesso numero. Dunque erano stati raccomandati per questa funzione un Egiziano
e un mio concittadino, ed entrambi stavano ad Atene. Io non avevo un successo uguale alla loro in
quelle fatiche, e avevo raggiunto l'età di venticinque anni, l'egiziano aveva dieci anni più di me, e
l'altro era più anziano di quest'ultimo, io dovevo essere presente, dopo che ero stato invitato. E il
tempo ha placato l'ira del magistrato, gli insegnanti hanno mantenuto le loro cattedre, ma io sono
stato onorato per i modi in cui ero stato scelto. Dopo questi eventi l'ambiente dei retori era pieno di
sospetto, e non era possibile dormire né per quelle persone, né per me, e il tramare insidie
costringeva alcuni a rimanere svegli di notte, e la mia speranza che io non dovessi patire nessuno di
quegli eventi più sgradevoli aveva lo stesso effetto su di me. Tuttavia neppure in quella circostanza
anche quelli che erano molto agitati ed erano stati molto incitati. 1,26. Ora io devo menzionare
anche un'altra dimostrazione non ignobile del fatto che io sia stato oggetto della cura della Sorte. I
beni della mia famiglia stavano per essere venduti, la dea sapeva in anticipo questa cosa, come è
naturale per una dea, e io avevo l'intenzione di aggiungere altri quattro anni a quegli anni che avevo
già trascorso ad Atene, e dopo io volevo andare via da Atene, perché il mio intelletto necessitava di
un miglioramento, e infatti anche se agli altri sembrava che io fossi abbastanza bravo a fare quella
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attività, tuttavia a me non sembrava di essere così bravo, ma una paura mi turbava, cioè che i
sapienti, che mi circondavano da ogni parte volessero sottopormi a una grandissima prova; dunque
io dovevo continuare a cercare e ad apprendere delle cose. 1,27. Se la notizia riguardante quella
vendita fosse arrivata a me ad Atene, certamente io sarei rimasto lì anche adesso, e non avrei usato
nessuna delle conoscenze che avevo ottenuto, e questo è successo a molti giovani studenti, essi non
hanno potuto raggiungere quelle cattedre di insegnanti che erano là in quella città e sono arrivati
fino alla vecchiaia senza mostrare la loro eloquenza. La Sorte ha escogitato un tale espediente. Io
ero amico soprattutto di un giovane di Eraclea, di nome Krispinos, e lui aveva la mia stessa età, la
sua indole naturale gli aveva dato la capacità di parlare bene con poche fatiche di studio, lui era mio
coetaneo, ma guardava a me come a un padre, e obbediva ai miei consigli sia nelle cose più
importanti sia in quelle meno importanti e lui non ha mai disonorato le virtù della sua famiglia, e un
rossore precedeva sempre le sue parole. Krispinos è stato chiamato a casa da suo zio, e suo zio era
davvero un uomo divino perché si rivolgeva agli dei più di quanto si rivolgesse agli uomini sulla
terra, ma una legge vietava questo comportamento, e c'era una pena di morte per quelli che osavano
fare questo; tuttavia quell'uomo proseguiva la sua vita insieme a quegli stessi dei e derideva una
legge malvagia e un legislatore empio, dunque quando Krispinos è stato richiamato e non era
possibile per lui restare dove era, il suo cuore, come dice Homeros, “batteva grandi colpi nel suo
petto” ancora di più che se lui avesse ricevuto l'ordine di combattere contro i nemici; infatti quel
giovane doveva dimostrare le sue capacità acquisite ad Atene davanti a dei cittadini eccellenti e che
si occupavano della sapienza, era cauto ed essendo ignaro di simili competizioni era giustamente
spaventato. 1,28. Krispinos aveva bisogno di un alleato e di un amico che fosse al suo fianco e che
lo incoraggiasse da vicino, non ha indugiato a cercare un tale amico, poiché quell'amico ero io, e
quando lui ha detto in quale situazione si trovava e di che cosa aveva bisogno, io ho esitato, credo,
per la lunghezza di quel viaggio, nondimeno l'amicizia è prevalsa sul dubbio, e nello stesso tempo
io ho pensato che se io avessi dato l'impressione di essere carente parlando a un tale pubblico, mi
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sarei evitato di fare di nuovo un altro viaggio, dopo questi eventi. 1,29. Questa considerazione mi ha
fatto salire su quel carro e con la benevolenza di Hermes e delle Muse da Platea noi abbiamo
cominciato a fare i discorsi che avevamo, siamo stati elogiati, siamo stati benedetti, e siamo stati
definiti benefattori di Atene in ogni città in cui siamo andati. E nessun abitante della Macedonia ci
ha attaccato e ci ha spaventato, come i Macedoni hanno l'abitudine di fare ai danni di quelli che
viaggiano in Macedonia; infatti un uomo ci ha attaccati, ma se ne è andato dopo avere patito quello
che lui solitamente faceva agli altri. 1,30. E gli eventi che sono avvenuti a noi a Costantinopoli non
sono stati affatto peggiori di questi, e in quella città si trasferivano numerose persone provenienti da
ogni luogo, e che erano eccellenti per la loro cultura, e queste persone hanno elogiato noi e sono
state elogiate da noi. Noi abbiamo attraversato lo stretto del Ponto, sul quale il mito dice che in
passato giunse Io sotto forma di giovenca, noi siamo passati attraverso Calcedone, Astaco e
attraverso un'altra terza città, che era piccola rispetto alla grandezza della città precedente, ma che
aveva una cosa che era più grande di ogni grandezza, un uomo anziano che per la piacevolezza della
sua eloquenza era simile a Nestor, e per questo motivo era chiamato Nestor più quanto fosse
chiamato con il nome che suo padre e sua madre gli avevano dato, e noi abbiamo ottenuto una
buona ospitalità, infatti quel vecchio era suocero di Krispinos, e io sono arrivato alla città di
Eraclea, che fu fondata da Herakles che vinse contro il cane degli dei degli inferi, e io ho visto la
strada del suo ritorno. 1,31. Dopo che Krispinos ha fatto tutte le azioni per le quali era venuto, lui è
passato a prendermi, e io sono tornato di nuovo nella città di Costantinopoli, io sono sceso al grande
porto e sono andato in giro a chiedere se qualcuno andasse ad Atene, uno degli insegnanti mi ha
tenuto per il mantello, e voi lo conoscete, intendo dire Nikokles, lo spartano, lui mi ha fatto girare
verso di lui, e ha detto: “tu non devi fare questa navigazione, ma devi seguire un altro percorso”. E
io ho detto: “Ma qual è questo percorso, se io voglio tornare ad Atene?”. E lui ha detto: “Caro, tu
devi restare con noi e devi fare il maestro dei figli di questi uomini che sono numerosi e ricchi. Tu
devi lasciare perdere quella nave, e devi obbedire a me, e tu non devi fare un torto né a te stesso, né
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a noi, e tu non devi evitare quelle ricompense numerose e grandi che arriveranno a te e quando tu
puoi comandare, tu non devi fare una navigazione per essere comandato da altri; io domani ti darò il
tuo regno, quaranta giovani studenti, i primi tra quelli che sono in questa città; e se queste sono le
fondamenta che sono state gettate per te,vedrai che ti arriverà un'abbondante ricchezza”. E Nikokles
mi ha detto quanto denaro la città aveva pagato al retore Bemarchios. Nikokles aveva bisogno di me
perché voleva abbattere, grazie al mio aiuto, quel piccolo uomo proveniente da Cizico, scellerato e
privo di grazia, che grazie a Nikokles era entrato nella città, e aveva ripagato Nikokles con il
nutrimento di un ariete come dice il proverbio, cioè danneggiandolo. 1,32.Io ho detto che avrei fatto
questa cosa e che non avrei mancato alla mia parola, ma di nascosto sono andato a cercare di
navigare. Il mare Egeo era mosso, e i marinai dicevano che non avevano mai visto un mare così, io
stavo in piedi vicino al timoniere, che era sopraffatto da quella sventura, io ho pregato Nereus, e le
fanciulle figlie di Nereus, era notte, quando sono accaduti questi eventi terribili, e il sole è sorto, e la
sua luce ha colpito il mare passando attraverso le nuvole, e questo è un segno di venti più violenti, e
noi ci strappavamo i capelli, ma le mie preghiere sono state utili perché gli dei del mare hanno
calmato il mare e tutte le nostre difficoltà si sono velocemente risolte. 1,33. Io sono andato via da
Costantinopoli in nave, sebbene avessi promesso che sarei restato, ma io non sono stato né un
bugiardo, né un ingannatore, e io non sono stato contento di fare degli inganni, ma io ero obbligato
da un giuramento a tornare ad Atene, e per questo giuramento io ho fatto la mia partenza da Atene;
certamente mi sembrava che non sarebbe stata una cosa buona se lo spergiuro fosse stato un
preludio alla mia attività di retore. Per questi motivi io ho fatto la mia navigazione. Io sono tornato
a Costantinopoli senza avere fatto nessuno spergiuro, su un carro a due ruote quando era cominciata
la stagione fredda, con le sue intemperie, per mantenere di nuovo la mia parola con la mia azione.
1,34. E questa cosa deve essere ritenuta il motivo del mio insegnamento ai giovani, e della mia
produzione di discorsi che sono stati fatti da me in non poche province, e dei vantaggi della
condizione in cui mi trovo adesso, cioè che io ho fatto un favore a un amico, condividendo il suo
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viaggio,e così ho eliminato la mia paura riguardo ai luoghi all'aperto. Infatti se allora la divinità non
mi avesse portato lontano, in me sarebbe prevalsa la necessità di indugiare sempre. 1,35. Già in
passato la dea ha portato qualcun altro degli uomini attraverso un viaggio difficile a una fine
piacevole, dunque ha portato anche me quella volta a una fine piacevole. Infatti quando io sono
andato nella piazza ho visto un uomo della Cappadocia che era arrivato a un seggio di insegnante,
perché l'imperatore lo aveva mandato lì, e il consiglio cittadino aveva ottenuto quest'uomo dopo che
lo aveva chiesto, e io credo che il consiglio cittadino lo abbia chiesto come retore eccellente dopo
una competizione oratoria. Lui stava in piedi in modo solenne, e quando io ho saputo da qualche
anziano chi egli fosse, da dove venisse, come era venuto, e per quale motivo, io sono stato colpito
nella mia anima da quelle parole che erano state dette. Sono andato da costui, che aveva favorito il
mio arrivo in città, quando io ho ricordato quelle sue parole, lui ha detto: “tu sei un bambino, sei
davvero un bambino, se non sai qual è il momento opportuno, anche dopo che tu sei andato a Delfi.
È inutile che tu ricordi quelle promesse che hai non hai mantenuto con la tua navigazione,così come
è inutile se tu le ricordi a qualcun altro”. Io dopo essere stato scosso da questo secondo colpo sono
andato via e sono stato deluso sia da Atene, sia dalla mia speranza. 1,36. A Costantinopoli c'era
Dionysios, un uomo originario della Sicilia, e lui era così grande e potente per le sue vittorie nei
processi e per gli elogi dei potenti, per la sua ospitalità, per il suo sconfiggere facilmente chi lo
infastidiva, cosicché era utile, per chi aveva il potere, rivolgersi a Dionysios. Costui aveva
conosciuto i miei familiari, quando governava gli abitanti di Siria, e aveva appoggiato Nikokles in
quei discorsi che lui aveva fatto in passato a mio favore, Dionysios stava steso perché in quel
periodo era malato, e io sono stato danneggiato moltissimo da questa cosa. Quando Dionysios si è
rimesso in salute ha ascoltato tutto quanto il mio discorso, in cui io dicevo le mie difficoltà, io
dicevo che da solo non potevo prevalere contro due uomini, infatti neppure Herakles poteva fare ciò
come dice il proverbio, Dionysios ha detto che lui si sarebbe occupato di questa cosa, e ha detto che
io non dovevo scoraggiarmi, e ha aggiunto quella frase di Platon secondo la quale nessun trofeo è
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mai stato innalzato da uomini che erano scoraggiati. 1,37. Io mi sono dedicato alle competizioni
oratorie, e bisognerebbe che qualcun altro raccontasse queste cose, infatti qualcun altro le
racconterebbe parlando in modo aperto. Lui direbbe tutti i discorsi che sono stati fatti da ogni
persona, di quale genere sono stati questi discorsi, lui direbbe sia quelli che hanno vinto, sia quelli
che sono stati sconfitti, direbbe quale discorso ha attirato il favore della città, e direbbe che non è un
danno il non avere l'appoggio dell'imperatore per ottenere la corona della vittoria. Dunque gli altri
sofisti ricevevano un grande stipendio dall'imperatore,ma i padri dei miei allievi mi hanno sostenuto
e hanno esortato altri a fare come loro, e in non molti giorni il mio gruppo di allievi è stato
superiore ad ottanta membri sia per l'afflusso di coloro che arrivavano da fuori, sia per le defezioni
di quelli che venivano dall'interno della città, e i giovani studenti che prima volavano verso le corse
dei cavalli e gli spettacoli della scena teatrale sono rifluiti verso le attività serie e verso gli studi di
eloquenza, e sono stati scritti dei decreti dall'imperatore ed essi ordinavano la mia permanenza in
quella città. Infatti c'era il timore che se io avessi avuto la possibilità di partire, mi sarei ricordato
della mia città. 1,38. Dunque quei due insegnanti di retorica soffrivano, il primo di loro non aveva
mai avuto successo, il secondo aveva avuto successo in passato; il primo non era mai arrivato al
potere, e il secondo era decaduto dal potere dopo averlo raggiunto. Quei due retori soffrivano e
e loro non si vergognavano di dire tali insulti. Infatti quei giovani studenti che si erano allontanati
da loro per venire da me, non lo avevano fatto per un'azione violenta, ma era un'altra cosa ciò che li
aveva convinti. Dunque come nessuno può accusare coloro che sono belli di compiere azioni
violente, perché molti sono innamorati di loro, così la bellezza nei discorsi fa quell'azione che è
propria della calamita, attira, e non si potrebbe rimproverare l'autore di questa bellezza e dire che è
cattivo. 1,39. Quei sofisti si lamentavano perché le cose stavano andando così e dopo sei mesi è
arrivato come loro alleato Bemarchios, e costui aveva sostenuto molto Konstantios e i profani che
erano vicini a costui, e con lo strepito e con il rumore dei suoi discorsi illegali Bemarchios aveva
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ottenuto la fama di essere un oratore robusto, e lui si era rafforzato grazie agli amici che lui aveva
ottenuto in quei tempi, perché i dadi e i simposi che arrivano fino all'ubriachezza sono efficaci,
intrecciano delle forti amicizie. Bemarchios ha attraversato lo stretto, “si vantava del suo potere,
teneva la testa alta”, era innalzato dall'applauso e dalle ricchezze che aveva ottenuto, e viaggiando
fino al Nilo aveva pronunciato un solo discorso e anche se lui faceva sacrifici agli dei, elogiava
l'imperatore che era schierato contro gli dei, Bemarchios parlava e raccontava di come era quella
chiesa che Konstantios aveva costruito per lui. Bemarchios continuava a sorridere, anche se nessuno
lo sopportava, pensava che avrebbe ottenuto le sue vittorie senza combattere e che avrebbe distrutto
me e ogni persona favorevole a me. 1,40. Dunque per prima cosa il fatto che nessuno dei suoi
studenti fosse tornato da lui gli causava dolore e feriva la sua anima; ma in seguito, quando io ho
presentato il mio discorso a una riunione pubblica, Bemarchios era presente, ascoltava e non aveva
un atteggiamento favorevole, i suoi amici lo esortavano a tuonare e a oscurare il mio discorso con
un discorso riguardo agli stessi argomenti, lui pensava che mi avrebbe abbattuto al primo attacco, a
meno che lui avesse perso quel potere che aveva avuto in passato, lui era esaltato da tali parole, nel
mese dopo è venuto a tenere un discorso e il suo discorso, che si opponeva al mio, ha reso più
ammirevole il mio discorso, che era già stato lodato in precedenza. 1,41. Bemarchios è stato
sconfitto questa volta, e lui non se lo sarebbe aspettato nemmeno se una divinità glielo avesse detto
in anticipo, lui voleva vendicare la sua sconfitta con un discorso che gli avrebbe dato una grande
quantità di denaro, e mentre lui continuava a parlare di colonne, di cancelli di ferro e di strade che si
sono interrotte in modo reciproco e e non so dove si sono concluse, e gli spettatori si guardavano a
vicenda, e nessuno di loro poteva capire cosa Bemarchios stesse dicendo, gli spettatori con dei gesti
chiedevano a quelli che erano lontani se anche loro provavano la stessa sensazione, io provavo
questa stessa sensazione che era sentita dagli altri, e con i miei applausi cercavo di dare a quel
discorso una parvenza di chiarezza, e cercavo di fare un favore a quel gruppo di persone. 1,42.
Bemarchios dopo avere danneggiato se stesso con questo secondo discorso, impediva a un mio altro
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discorso di apparire in pubblico, perché aveva convinto il governatore, e quest'ultimo era facile da
convincere per chiunque, a fargli un favore, cioè non andare a sentire i miei discorsi. Tuttavia la
città amava i miei discorsi, ancora di più perché aveva visto che io ero stato privato dei giusti
che non avrebbe potuto superare i miei discorsi con altri suoi discorsi non più di quanto avrebbe
potuto superare i miei piedi con i suoi piedi, lui aveva una sola via di scampo, cioè che io non ci
fossi più. 1,43. Se Bemarchios avesse potuto eliminarmi con un veleno, sarebbe ricorso a una
bevanda, ma poiché non poteva fare questa cosa è andato in giro dicendo enfaticamente che lui era
stato sconfitto da dei maghi, ha detto che io conoscevo un astrologo che comandava le stelle, grazie
alle quali poteva fare in modo che qualcuno tra gli esseri umani stesse bene, e che qualcun altro
stesse male, Bemarchios ha detto che io ero come quei tiranni che hanno dei poteri regali grazie alle
loro guardie del corpo; e la prova di questa cosa risiedeva nei fianchi del mio copista, un uomo
cretese che era onesto e che aveva sopportato molte fatiche per me sia ad Atene sia in molti altri
luoghi. 1,44. Bemarchios sapeva che se lui fosse stato l'unico a insultarmi non avrebbe ottenuto
nessun risultato, aveva bisogno di un gruppo che facesse ciò, ha trovato senza fatica quelli che lo
avrebbero aiutato negli insegnanti e nei poeti. Dolore, paura e ostilità li hanno fatti diventare suoi
collaboratori; tutti questi sentimenti muovevano gli insegnanti di retorica, mentre l'invidia ha spinto
i poeti. Essi si sono serviti di questa occasione, la follia del popolo in rivolta, e il magistrato è
sfuggito a questa follia dopo essere stato ferito e si è messo in salvo nelle mura di Perinto, e i
congiurati hanno arrestato tutti quelli che erano stati denunciati a loro e li tenevano chiusi in
prigione pensando che la rivolta sarebbe stata eterna. 1,45. Quando i rivoltosi che erano stati folli
sono tornati padroni di loro stessi e il magistrato è ritornato, la mia detenzione era contraria alle
leggi, e il magistrato ha fatto sapere che il giorno dopo intendeva portare un aiuto a me e alle leggi e
che la punizione che lui avrebbe inflitto non sarebbe stata piccola, quegli individui tremavano di
paura e si accusavano a vicenda, per quelle cose che tu hai deciso, o divinità. Tu nel pieno della
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notte hai gettato Alexandros fuori dal suo incarico di magistrato, e nello stesso tempo tu in un
giorno hai consegnato la città a Limenios, e io direi che costui non era uno dei congiurati contro di
me, ma uno che non aveva fatto nessun giuramento e che voleva queste stesse cose, io ritenevo che
quest'uomo non fosse da prendere sul serio; anche se voleva dare l'impressione di essere un dio, lui
aveva come sua unica attività seria quella di essere deriso. 1,46. Limenios prima del suo incarico
stava seduto in piazza e ha chiesto alla Sorte un incarico che avesse una durata abbastanza lunga in
modo che lui potesse uccidermi. Dunque quando lui ha ottenuto il potere di giudicare su questa
vicenda, io sono rimasto, anche se sapevo queste cose, io ero fiducioso che la verità sarebbe emersa,
e avevo ragione perché non c'è stato nessuno che mi accusasse, e alcuni dei congiurati che
elogiavano Limenios prevedevano una liberazione per coloro che erano stati incarcerati, perché lui
non avrebbe violato la legge con queste azioni, ma lui onorava quelli che lo adulavano più che la
legge, e senza avere visto nessun accusatore, e senza avere convocato nessun imputato, ha dato
inizio al processo con la tortura dello sventurato copista, e io ho sentito dire per la prima volta che
alcuni torturatori si erano rifiutati di fare questa tortura. 1,47. Limenios digrignava i denti, evitava
di fare di me un secondo cadavere per la mia dignità, minacciava il fuoco contro il copista che
veniva torturato e diceva che non avrebbe smesso di fare quell'azione fino a quando il copista non
avesse detto quelle parole che erano gradite a lui. E al contempo Limenios tramite il suo assistente
mi esortava a non oppormi alle torture, ma a cedere, se non volevo morire. A me è sembrato che
sarebbe stato molto stupido morire inutilmente, e queste cose sarebbero successe dopo quella
vittoria che avevo ottenuto nell'interrogatorio. 1,48. La situazione mi esortava inoltre anche a
prendere un posto migliore invece di uno peggiore,cioè mi esortava a scegliere la città di Nicomedia
che era nutrice dell'eloquenza invece della città piena di dissolutezza. Limenios con alcune lettere
ha cercato di escludermi anche da Nicomedia, ma non ha fatto ciò in un modo completo; infatti io
sono arrivato lì passando per Nicea, la città di Dionysos. Infatti gli abitanti di Nicea, dopo avere
saputo della mia uscita da Costantinopoli, con alcune ambascerie mi hanno chiamato da loro con
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tutte le lodi facendo i loro decreti. Io ho onorato Dionysos, ho seguito gli abitanti di Nicea, e sono
stato di nuovo in mezzo agli studenti e tra gli studi di retorica, e per altri decreti sono stato portato
nella città di Demeter, Nicomedia, perché il governatore della Bitinia ha accolto con favore le
richieste che gli erano state fatte. 1,49. Quelle persone chiedevano un insegnante di retorica, non
perché ne avessero una mancanza; infatti un loro concittadino era uno degli insegnanti di retorica
che erano lodati e aveva abilità oratorie, ma era schiavo della sua ira e una volta aveva osato
rivolgersi a tutti i membri del consiglio cittadino definendoli schiavi dei loro padri. I consiglieri
cittadini dovevano decidere quale punizione dare a questo trasgressore, e uno di loro ha detto che
lui doveva essere colpito da un castigo eterno, perché le altre punizioni non sarebbero durate a
lungo; ma quando gli hanno chiesto quale fosse questo castigo ha parlato di me e delle mie fatiche
contro i miei rivali. 1,50. Dunque io avevo paura che se quell'insegnante di retorica mi avesse
incontrato mi avrebbe danneggiato, io mi sono difeso parlando, e ho fatto in modo che lui tacesse, e
anche se non era molto rapido neppure prima, era diventato più lento a causa della sua collera.
Perciò sarebbe stato meglio se quando io sono arrivato lui avesse taciuto e non avesse parlato, non
perché lui non facesse dei bei discorsi, e bisogna onorare la verità, ma perché lui aveva in sé le
paure di essere vittima di una magia, e aveva danneggiato la sua memoria con queste opinioni, e
andava in giro facendo cose strane e dicendo cose strane, cosicché molti dei suoi ascoltatori, dopo i
suoi discorsi si nascondevano l'uno con l'altro e temevano che lui nella sua ira li facesse a pezzi.
1,51. Se io definissi questo periodo, che è stato di cinque anni, come la primavera o il fiore di tutto
il tempo che io ho vissuto,e i miei anni sono quasi sessanta, neppure così io sarei capace di definirlo
bene, infatti io dovrei elogiare quel periodo per altri cinque anni e di nuovo per altrettanti anni, e gli
anni che io ho trascorso al servizio di Demeter vincono su tutti quanti i periodi della mia vita, per la
salute del mio corpo, per la serenità della mia anima, per la frequenza delle mie declamazioni, per
gli applausi a ciascuna declamazione, per le folle degli studenti, per il loro miglioramento, per le
fatiche notturne dello studio, per i sudori che avvengono durante il giorno, per gli onori, per la
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benevolenza, per l'affetto. 1,52. E se qualcuno avesse domandato a uno qualunque degli abitanti di
Nicomedia, qual era la cosa dalla quale la città era resa bella, si sarebbe sentito rispondere che erano
i miei discorsi che erano in quella città. Infatti quella città che era arrivata a una tale grandezza e a
una tale bellezza, per i suoi altri beni, per tutti quei beni dati a essa dalla terra e dal mare, non
avrebbe mai menzionato nessuna delle sue glorie prima dei miei discorsi; e questa cosa mi ha fatto
preferire Nicomedia alla prosperità della città vicina ad essa, il fatto che Costantinopoli aveva la sua
gioia nei piaceri dei teatri, Nicomedia aveva la sua gioia nel frutto della cultura, e Costantinopoli
non era capace di difendere le cose buone che aveva, e Nicomedia era capace di ottenere una cosa
buona anche se non la aveva. 1,53. Io ero simile a un uomo che si fosse adagiato nelle sorgenti di
acque trasparenti e sotto degli alberi che si sollevano dando vari benefici, che fosse stato incoronato
e che banchettasse come quell'uomo egiziano, che riuscì a fare in modo che la sua vita breve
diventasse lunga. Non il mangiare, né il bere mi davano quelle gioie, ma il fatto che le mie attività
oratorie andassero bene e in modo onorevole, e il fatto che Atene inveisse contro la Bitinia come dei
contadini che inveiscono contro altri contadini per un vecchio corso d'acqua al quale è stato
impedito di scorrere nel luogo dove scorreva in precedenza. Così è stata fermata quella corsa dei
giovani verso Atene che era una cosa antica e che era iniziata da quando c'era l'attività della
retorica, e quella terra ha trattenuto in sé i giovani e li ha convinti a non prendere lontano delle cose
scadenti, quando potevano avere delle cose migliori in luogo vicino. 1,54. E inoltre Krispinos di
Eraclea è arrivato portando dei mucchi di libri su un carro, rendendomi ricco di quelle cose che io
volevo, perché se lui mi avesse dato una proprietà terriera, delle navi da carico e delle case, mi
sembra che io lo avrei elogiato, ma gli avrei detto di tenersele. Io ho fatto una cosa simile con lui;
aveva invitato a cena al contempo sia me, sia sua figlia, e questa sua unica figlia era stata allevata
da lui in grandi ricchezze, e io ho elogiato lui per il suo pensiero, ma gli ho detto di cercare un altro
sposo per sua figlia, perché per me la mia arte era come una moglie. 1,55. Dunque la città di
Nicomedia era diventata molto appassionata riguardo a questa arte retorica con una folle passione
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che era ispirata dalla divinità, cosicché io facevo anche nelle piscine calde quelle lezioni che facevo
nelle scuole, e neppure queste azioni sembravano essere straordinarie per quei semplici cittadini. In
questo modo tutta quanta la città per me era diventata un tempio delle muse; e quelli che ricevevano
i miei discorsi introduttivi rifiutavano gli altri testi, e continuavano a recitare soltanto i miei. 1,56. Il
motivo più grande tra quelli che danno una gioia è il fatto di avere dei veri amici, ed Euripides dice
che nessuna di quelle cose che sono ritenute buone è uguale a questo bene, e sa questa cosa, che
questi veri amici non soltanto potrebbero rinunciare ad alcuni loro patrimoni a favore dei loro amici,
ma essi sarebbero disposti anche a morire per loro e tra costoro fu anche il figlio di Thetis, il quale
ottenne al prezzo della sua vita la punizione per la morte di Patroklos.E in quella città io ho ottenuto
un'amicizia non più pigra di questa. 1,57. Se io dicessi che l'amicizia di Aristainetos è superiore a
questi beni, mi sembra che nessuno di quelli che sono stati considerati secondi dopo di lui potrebbe
sdegnarsi; né mia madre, né qualunque altra persona a cui io abbia causato un dolore per la mia
assenza, potrebbero rimproverarmi giustamente. Infatti Aristainetos e le attrattive del suo carattere
mi sono apparse più piacevoli delle attrattive piacevoli di queste persone. 1,58.Tuttavia chi è più
affezionato alla propria madre di quanto sia io? E questa cosa deve essere dimostrata da questo
grande indizio. Mia madre aveva venduto la proprietà terriera di famiglia, e colui che la aveva
comprata proveniva dall'Italia, e aveva paura che io in seguito avrei cercato l'aiuto delle leggi e che
io, o quando mia madre era ancora viva, o dopo la sua morte, avrei fatto ricorso contro quella
vendita, lui mi ha chiesto o di annullare questa vendita, o di confermarla. Dunque io gli ho chiesto
se anche io stesso fossi tra quelle cose che erano state vendute, se fosse stato così io non mi sarei
opposto; lui ha allegato il documento e ha detto che lui aveva ricevuto i testi scritti a mano, e la mia
mano li aveva scritti, e lui non riusciva a credere a quelle cose che aveva visto. 1,59. A me sarebbe
sembrato di fare una cosa terribile, se io non avessi assistito nella sua vecchiaia mia madre, che era
così amata da me, stando insieme a lei, ma quando io ho sentito la voce del mio amico Aristeinetos,
essa per me era come un vincolo, dunque anche quando io sono tornato là, ad Antiochia, è stato
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soltanto perché Aristainetos mi aveva costretto a farlo, minacciando che lui avrebbe avuto una
pessima opinione di me, se io avessi disonorato in questo modo ciò che era giusto.1,60. Poi la Sorte
ha cancellato le cose più spiacevoli con alcuni beni che sono stati più numerosi e più grandi, e il
mio dolore è stato piccolo a causa del grande numero di quelle gioie, e anzi niente è stato tanto
grave al punto che potesse anche causarmi del dolore, come le incertezze di coloro che sono
eccellenti sono facilmente sopportabili per la grandezza delle imprese che essi fanno. Dunque devo
dire anche le mie cose peggiori; infatti le cose migliori potrebbero apparire in modo più evidente se
vengono mostrate le cose peggiori che sono state sconfitte da quelle migliori. 1,61. Un mio schiavo
che era solo un fanciullo è stato ingannato nelle sue attese da alcuni individui che minacciavano di
ucciderlo e lo hanno convinto, e lui, dopo avere preso millecinquecento stateri è andato via, e come
è naturale, lui sarebbe stato condannato a morte, io anche se ero turbato dal furto come è normale,
stavo per pronunciare un discorso davanti al magistrato, e i miei ascoltatori erano sconvolti e la loro
ammirazione era doppia, per la mia capacità di parlare bene, in secondo luogo perché sopportavo
tali disgrazie; e si era aggiunto un terzo motivo di ammirazione, il fatto che io rifiutavo quel denaro
che era stato raccolto dalle città, le quali cercavano di riparare il danno che avevo patito con il
denaro dato da loro che era più di quello rubato. 1,62. Siano sufficienti queste parole riguardo alla
perdita di denaro che io ho sofferto,e un uomo libero potrebbe disprezzare queste cose.Ma la moglie
di quel retore aveva una malattia mentale, e lui non voleva che queste cose fossero dovute alla
cattiva salute del suo corpo, e ne ha attribuito a me la causa, ha seguito un cattivo esempio, ha
tentato di fare processare il mio copista, e dopo che sua moglie è morta, lui in lacrime è andato dalla
tomba di lei al tribunale e ha presentato un'accusa, ma non secondo le leggi. Lui ha trovato questa
sola richiesta, che quel copista fosse arrestato. 1,63. Dopo questi eventi la situazione si è invertita, e
quel retore voleva evitare il processo, mentre io cercavo di costringerlo ad esso. Il governatore
rideva del fatto che io, dopo avere avuto la meglio su quell'insegnante di retorica, avessi provocato
la morte di sua moglie, come se un atleta, potendo uccidere il suo rivale, avesse evitato di scontrarsi
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con costui e lo avesse mantenuto in vita, e avesse fatto morire la madre dell'atleta per mezzo di
alcuni demoni. L'azione dell'insegnante di retorica è stata quella di fuggire, il governatore non glielo
ha permesso, lo ha fatto prendere dai suoi collaboratori, e lo ha costretto o a dare una punizione o a
subirla, infatti la legge non permetteva di fare delle offese con accuse inconsistenti. Quel retore si è
inginocchiato e ha supplicato il giudice di non essere mandato via in modo disonorevole e che
queste sue azioni fossero considerate non opera sua, ma opera del suo lutto. 1,64. Il governatore ha
avuto compassione di quel retore, e io non ho rimproverato la sua pietà; infatti io volevo vedere il
mio nemico chiedere perdono e io non avevo bisogno di nessuna altra punizione, e se lui avesse
voluto essere mio amico, io non glielo avrei negato; ma ogni persona che, vedendo un uomo che si
vergogna per avere commesso un'azione sbagliata, volesse anche provocare la sua morte, questa
persona sarebbe feroce e non si renderebbe conto che per chi è un essere umano potrebbe forse
essere possibile che lui in futuro abbia bisogno di cose simili a questa. Ma gli abitanti della Bitinia
non si sono comportati così con quell'uomo, ma qualcuno di loro quando incontrava il retore
cambiava strada, qualcun altro cercava di non incontrarlo, e il fatto che il mio avversario non fosse
stato punito nei modi dovuti ha costretto alcuni a disprezzare quel magistrato che aveva preso quella
decisione, anche se lui era molto amato. 1,65. Il retore era tormentato in molti modi e poiché la sua
abilità oratoria non gli era stata utile, e anche per il fatto che il suo comportamento era stato reso
odioso, lui si è messo a comprare gli studenti, e non risparmiava le sue ricchezze, le quali erano
numerose e gli venivano dalla terra, alcuni studenti ricevevano il denaro che veniva dato da lui, ma
non si affidavano a lui, e questa cosa che era segreta è stata resa pubblica, e nella città si è diffusa la
derisione per gli stratagemmi che lui aveva escogitato, per le speranze che lui aveva avuto e per i
fallimenti che aveva patito. 1,66. C'era un solo uomo tra gli abitanti della Bitinia che avesse dato un
aiuto a quell'insegnante in questa cosa, e costui aveva una litigiosità irrefrenabile in ciò che lui si
accingeva a fare e ha detto che nel discorso riguardo a questi doni e nell'indagine e nella sua
derisione non era stato taciuto il nome della moglie, come se lei avesse partecipato a quella azione e
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come se lei fosse tra le persone che erano state eliminate; lui è salito su un carro di muli, è partito
per la Cappadocia per andare presso un suo amico governatore, che era capace di violare la legge
per fargli un favore, infatti tutti e due da giovani erano stati ad Atene e si erano fatti dei favori
reciprocamente e quella cosa stava per realizzarsi in modo completo anche allora. Ma quel
magistrato in quel momento era ormai intento alla preparazione della guerra contro la Persia e
anche se altri impegni che erano degni di un'attenzione non minore lo costringevano a restare, lui
riteneva che gli affari più importanti fossero insignificanti, lui si è alzato, è avanzato tenendo la
spada sguainata, ha mandato avanti un soldato, e io ho dovuto seguire costui a Nicea e lui portava
sette studenti ed essi avevano commesso un reato perché non si erano venduti a quell'insegnante.
1,67. Dunque gli abitanti di Nicomedia piangevano per noi anche se eravamo ancora vivi, come gli
Ateniesi piangevano per quelli che avevano mandato al Labirinto. Ma poiché la Sorte ha voluto
questa cosa, io ho avuto come mio salvatore Herakles figlio di Zeus, e lui in sogno mi ha rivelato
che cosa lui avrebbe fatto e come io avrei potuto spegnere la pira funebre; infatti io ho visto in
sogno che uno dei seguaci di Antisthenes costruiva una grande pira nel centro di Nicea e la
spegneva, e il suo corpo era più forte del fuoco. Io sono andato avanti, essendo incoraggiato da
queste visioni che erano veritiere e dall'annuncio di questo aiuto; i miei avvocati difensori sono
andati avanti fino a un certo punto, ma poi si sono fermati, hanno capito come sarebbe andata la
faccenda, e dopo che la vicenda era finita loro sono apparsi e mi hanno fatto le loro congratulazioni,
come fecero gli Spartani con gli Ateniesi dopo la battaglia di Maratona. 1,68. E anche questa cosa è
stata opera di Herakles, che ha respinto lontano da me quella nuvola; infatti i galli cantavano e gli
araldi facevano i loro annunci, qualcuno ha bussato alla porta, e colui che si occupava di noi ci ha
nostro turno e io ritengo che questo Alkimos sia stato figlio di un qualche dio, infatti una persona
come lui non potrebbe essere stata generata da un uomo. Poco prima di mezzogiorno quel
calunniatore gridava in modo sgraziato, andava avanti ed era mezzo matto, ha detto che anche
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Phylagrios era stato macchiato come lui e ha detto delle parole che non erano comprensibili per me.
1,69. E subito il governatore è uscito, e noi vedevamo che i nostri amici erano radiosi come dopo un
evento fortunato, e non era possibile sapere che cosa fosse questa cosa e come fosse avvenuta,prima
che uno dei nostri amici che erano lontani facesse segno a noi con la mano che il nemico era
fuggito, infatti improvvisamente il governatore aveva dovuto affrontare l'obbligo del rispetto della
legge; infatti lui aveva deciso di rendere pubblica la sua accusa di omicidio contro di me, quando è
arrivata la notizia del movimento di Philippos e lui ha dovuto correre e accogliere nei suoi territori
quel potere terribile; e lui ha avuto paura e ha detto che era finito il tempo dei favori e che era
vigente il potere della legge, dunque lui doveva o presentare un'accusa scritta oppure non indignarsi
perché era stato sconfitto da una forza maggiore: per questi motivi quell'uomo faceva menzione
della tintura per dire che aveva cambiato idea. 1,70. E quel retore è andato a casa lamentandosi,
“rodendosi l'animo”, mentre il magistrato arrossendo per i favori che avrebbe concesso, mi ha
ridicolizzato le parole dette a favore dell'insegnante di retorica dal suo amico, e lui riteneva che io
dovessi sopportare volentieri il viaggio che avevo fatto verso di lui e riteneva che io dovessi pensare
che non era avvenuta nessuna di quelle cose che erano accadute, io gli ho detto che la pensavo così
anche prima delle sue parole, ma lui ha chiesto di avere una prova delle parole che io avevo detto, e
la prova era che io gli permettessi di ascoltare un mio discorso in mezzo agli abitanti di Nicomedia.
Ma lui ha detto: “Anche se Philippos mi chiama, io devo onorare di più questi impegni”. 1,71. Io ho
annuito e gli ho promesso questa cosa, noi siamo andati nella città di Nicomedia, e ho fatto la mia
declamazione. Poi è arrivato da qualche parte come un vento il mio calunniatore con quell'uomo
invidioso. E diceva che il suo discorso doveva precedere il mio, prima che il governatore fosse
ingannato da un grande clamore. Il governatore non era infastidito da ciò, e io sono stato d'accordo.
Quel retore dopo essere entrato, anche se parlava a quindici persone, ha chiesto che la mia fazione
non fosse presente in nessun modo. Infatti quando lui ha visto lo stadio, ha avuto le vertigini, ha
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perso la memoria, si è messo a gridare che neppure quella volta io avevo smesso di essere un mago;
e il governatore lo ha esortato a leggere, e ha detto che era venuto per giudicare il suo discorso, non
la sua memoria, ma il retore ha detto che neppure i suoi occhi erano capaci di compiere la loro
funzione a causa della stessa persona. E il giudice ha detto: “allora quel tale individuo prenda il
testo e lo legga” e ha indicato il migliore degli oratori. Ma quel retore dopo avere preso il suo
scritto, è andato via riempiendo la piazza delle sue parole insensate. 1,72. Il giorno dopo c'era un
grande numero di persone nella sala cittadina, io stavo esercitando la mia voce e facevo alcune
prove, il governatore stava per uscire, e quel retore, che era ridotto in pessime condizioni, è venuto
dall'acropoli e ha preso le armi contro la mia persona, le porte del tempio della Sorte mi hanno
difeso, e quello era il luogo nel quale io mi trovavo. Io avevo l'appoggio di quel magistrato anche
prima di quelle parole per l'azione folle di quel retore, e il magistrato è entrato avendo una
suoi parenti che studiavano con altri insegnanti, ha riunito i figli dei suoi amici e li ha portati nella
mia scuola, il magistrato ha assistito al mio discorso, lo ha ascoltato, come aveva chiesto, ne ha
ricevuto una copia, ha detto che aveva un altro debito con il calunniatore, perché gli aveva fatto
conoscere i miei discorsi, e sarebbe stato un danno per lui il non conoscerli. 1,73. Dopo che sono
state dette queste parole, e dopo che sono state fatte queste azioni, la loro notizia è stata portata a
quelle persone dalle quali io mi ero allontanato, e la situazione è stata tale che non solo le città, ma
anche i più piccoli tra i villaggi, quelli inaccessibili, ritenevano che io fossi stato vittima di una
calunnia. Quale Tellos, o quali giovani di Argo che fecero un favore alla loro madre con le loro
azioni compiute mediante il carro, hanno superato la mia felicità con la loro? Dunque a me sembra
giusto assolvere la dea anche da questa accusa che io le ho rivolto, cioè di essere stata l'origine di
questi eventi, se pure queste cose derivano dal metterla alla prova. Infatti certamente neppure
Melanthos è stato sventurato quando fuggiva, perché stava per regnare su Atene invece di essere un
abitante della Messenia.1,74. E la mia reputazione era aumentata, perché erano innumerevoli le
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bocche che mi elogiavano, ma alcuni dicevano questo cioè che io ero insieme ad alcune persone che
il dio di Pythos avrebbe espulso con i suoi oracoli come gli uccisori di Archilochos, quelli che non
avevano colpe facevano richieste a quelli che erano colpevoli, ci sono state alcune suppliche rivolte
al prefetto riguardo al mio ritorno a Costantinopoli; ma io ho detto che avrei fatto un torto a quelli
che mi avevano ospitato e al contempo io ho chiesto che io non cadessi di nuovo in un silenzio
sgradevole, e il prefetto quando è andato via non aveva nessuna intenzione di costringermi a fare
niente, ma lui ha cambiato idea per una forza maggiore, per alcune lettere dell'imperatore. 1,75. Io
ero addolorato e provavo quel dolore che è proprio dei prigionieri, i quali hanno perso la propria
patria e la propria libertà, e vanno in una terra straniera per essere schiavi. E mi avevano colpito il
fatto che io fossi privato di tutte quelle cose che erano più piacevoli e più utili, e il fatto che io fossi
portato a quelle cose che mi avrebbero dato un dolore e che mi avrebbero causato un danno; infatti
o io avrei dovuto bere insieme a quegli uomini potenti e stare continuamente alle loro tavole gran
parte del giorno e della notte, oppure io sarei stato considerato da loro un nemico e loro mi
avrebbero fatto la guerra. Chiunque potrebbe dire che queste attività sono del tutto opposte ai beni
dell'anima, anche uno che fosse ubriaco e vedesse un altro uomo che si trova in questa stessa
pubblicamente dei discorsi, c'erano alcune persone che ascoltavano questi discorsi, e la maggior
parte di queste persone veniva a vedere i gesti che facevo, perché quel senato era composto per la
maggiore parte da uomini di armi più che da uomini di cultura. Dunque questa attività non andava
male,il gruppo di studenti che io avevo portato quando ero arrivato è scomparso molto velocemente,
perché questi studenti sono stati incantati dai piaceri, e quelli che erano migliori temevano, io credo,
che quel luogo per le sue caratteristiche naturali avrebbe rovinato le anime dei giovani, alcuni di
loro hanno spiegato le vele verso la Fenicia, altri sono andati ad Atene, a me era rimasta solo la mia
gloria, cosicché c'era da piangere a vedere quanto erano pochi gli studenti per i quali io ero venuto,
fronteggiando una grande quantità di neve. 1,77. Dunque io andavo in giro essendo simile a quelli
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che sono in lutto, io mi dolevo per le cose che erano presenti, e rimpiangevo quelle che erano
assenti, e il desiderio della Bitinia risiedeva in me in modo molto forte, e non mi permetteva di
ammirare nessuna altra cosa, cosicché, quando era estate, io sono andato di nuovo in Bitinia, senza
che nessuno me avesse dato il permesso, molte persone mi minacciavano, ma la divinità è stata più
forte di loro. Quando una pestilenza perseguitava gli esseri umani, io ho avuto in qualche modo un
po' di questo male, e io per i consigli dei medici sono tornato in quella città di Costantinopoli da cui
ero fuggito. Questi sono stati gli eventi della seconda estate e io ho osato fare ciò e sono stato
costretto a farlo perché la carestia ha prodotto gli stessi effetti che aveva prodotto la pestilenza. E
durante il viaggio sono stato a Libissa, Libissa è una stazione di posta ed è onorata sia da una tomba
sia da un racconto riguardo a colui che giace in quel luogo, dunque in quel luogo, mentre prima il
cielo era sereno e terso e il raggio del sole era pungente, alcune nuvole si sono riunite, hanno fatto
un fulmine e l'hanno mandato “ed esso è arrivato giù a terra prima dei cavalli di Diomedes”, e io ho
patito tutti quei dolori che sono consueti per me a causa di un tale fuoco. 1,78. Ma per quale motivo
la Sorte ha impedito a me, che ero innamorato della città di Nicomedia, di avere l'oggetto del mio
amore? La Sorte sapeva che ci sarebbe stata una rovina a causa della quale anche io sarei giaciuto
morto al suolo. E la Sorte, addolorandosi per tali cose, mi ha dato la salvezza, e privandomi di quel
luogo mi ha donato la mia vecchiaia, ha fatto questa azione di introdurmi nella città più grande,
Costantinopoli e mi ha portato di nuovo in essa, non perché volesse danneggiarmi, ma anche qui lo
ha fatto per curare un male. 1,79. Infatti la Sorte ha visto che alcune persone per malvagità, e altre
per ignoranza chiamavano il mio allontanamento da Costantinopoli in un modo che non era vero,
hanno cambiato nome a questa cosa definendo “punizione” e “decisione della città” quello che era il
comportamento oltraggioso di una macchinazione malvagia, la Sorte sapeva che soltanto in questo
modo questo fatto vergognoso sarebbe stato cancellato, se io fossi stato ricercato di nuovo dalla
città, e se io mi fossi trovato nuovamente in tutte quelle condizioni nelle quali io ero stato in
precedenza, e se io avessi avuto i figli degli abitanti della città come miei studenti, e se i teatri
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fossero stati riempiti da persone di ogni età. 1,80. Pertanto la mia situazione era un po' migliore di
quella precedente; infatti il governatore successivo era migliore del precedente per le cure e gli
onori che aveva per me, il quarto governatore era un uomo originario della Fenicia che era guidato
dalle Cariti e ha rinnovato una decisione del senato che era stata trascurata, e l'imperatore si è
rallegrato con la città che ha preso questa decisione, mi ha dato innumerevoli doni, e tra questi
alcuni mi hanno portato prestigio, altri mi hanno portato un reddito, cosicché io ho avuto i redditi
degli agricoltori senza le preoccupazioni riguardo alla terra. 1,81. Un'altra azione della Sorte più
importante delle precedenti, e si potrebbe dire ciò ancora di più per un uomo che insegue la gloria
derivante da tali attività oratorie, è stato che dopo la sconfitta degli usurpatori, e Konstantios ha
eliminato il primo con una sua parola e il secondo con la sua forza militare, la Sorte ha fatto dono ai
Greci della clemenza di Strateghios, ritenendo che l'eccellenza di quell'uomo nei suoi incarichi
pubblici fosse un onore per il suo governo. 1,82. Strateghios non mi conosceva di persona, era
andato ad Atene per conoscere la situazione in città, aveva pianto per alcuni miei discorsi, e non era
immemore di altri miei discorsi e ha rimproverato gli Ateniesi, poiché loro ritenevano giusto che
tutti quanti andassero là per la bellezza dell'oratoria ateniese, ma non importavano nella loro città le
cose migliori degli altri; e Strateghios ha detto: “ma voi che usate del grano importato e siete
diventati degli insegnanti per tutte le persone su quelle cose che riguardano il grano, e ritenete che
non ci sia niente di strano in ciò, se fate questa cosa riguardo agli studi oratori non credete che il
vostro orgoglio sia rovinato? Ma anche se io coprissi d'oro tutte le vostre navi, non potrei essere un
vostro benefattore più di quanto io lo sia dandovi questi consigli”. 1,83. Gli Ateniesi hanno detto
che anche loro avevano pensato queste stesse cose molto tempo fa, ma, come era successo spesso a
molte persone, erano stati danneggiati dal ritegno, e loro si sarebbero comportati meglio dopo avere
ricevuto questo ammonimento. E loro hanno scritto immediatamente il decreto; la paura ha fatto
riconciliare gli insegnanti di retorica e sono stati molti i loro pensieri, sono state numerose le loro
corse, e hanno fatto attenzione a questa cosa, a come sopportare ciò che stava per succedere. Io non
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ho mai sentito dire che gli Ateniesi abbiano fatto questa cosa in precedenza, né che la Sorte abbia
escogitato un espediente simile a favore della gloria di qualche altro uomo.Tuttavia anche nel tempo
precedente alcuni discorsi erano stati inferiori ad altri discorsi, e i primi erano stati fatti dagli
Ateniesi, e i secondi erano stati fatti dagli stranieri, e tuttavia non si era mai visto che gli Ateniesi
chiamassero dei retori dall'estero. 1,84. Bisogna ritenere che questo sia il principale beneficio tra
quelli che sono stati dati dalla divinità; e se un uomo è chiamato ad Atene da altre persone e lui va lì
per guidare alcuni giovani studenti, lui deve essere ritenuto felice, quanto è grande la felicità se gli
Ateniesi sono stati quelli che lo hanno mandato a chiamare? Io mi sono rallegrato, come quel
famoso cretese, perché io ero stato chiamato per guarire la malattia che aveva colpito l'ambiente
letterario,tuttavia io non ero così smemorato al punto da sperare pace e sicurezza dopo quelle guerre
che avevo visto nelle quali c'erano state delle ferite che fatto faticare numerosi medici. 1,85.Dunque
sarebbe stata una stoltezza terribile il pensare che questi individui, che avevano preso le armi gli uni
contro gli altri e avevano avuto una forza simile per un periodo di tempo simile, avrebbero accolto
con sacrifici, flauti e corone colui che veniva per verificare le loro capacità e per guidare i loro
gruppi di studenti. Io, oltre alle cose che avevo visto, avevo sentito dire che due uomini prezzolati
avevano coperto di fango il volto di un insegnante originario della Arabia che si era lavato e che
stava andando a pranzo, e tre fratelli che erano della Paflagonia in tutti i loro atteggiamenti, per la
loro indole naturale, per la loro ignoranza, per la loro temerarietà, per la grandezza del loro corpo,
avevano strappato un egiziano dal suo letto, e lo avevano portato via, minacciavano di gettarlo in un
pozzo, e lo avrebbero fatto, se lui non avesse giurato di lasciare la città, e lui ha lasciato la città,
cosicché è andato in Macedonia, e ha concluso la sua vita facendo un'altra attività. 1,86. Io mi
intrattenevo con questi pensieri.E gli insegnanti di retorica non si opponevano a me,ma mi dicevano
che io non avrei potuto fare queste cose nella mia città, infatti è difficile ottenere la lode di un
proprio concittadino, e quando arriva tra i concittadini qualcuno che ha una buona reputazione loro
tentano di abbatterlo, e con ogni loro capacità lo sminuiscono, e la Sorte, la quale voleva dimostrare
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che quelli che dicevano queste cose dicevano delle sciocchezze, mi ha spinto a fare una richiesta per
quattro mesi, e l'imperatore mi ha concesso questo permesso, ma ha detto che io dovevo tornare
prima che cominciasse l'inverno, e io ho visto le strade e le porte che erano a me le più care,ho visto
i templi e i portici, ho visto le mura antiche della mia città, ho visto i capelli bianchi di mia madre,
ho visto il fratello di mia madre, che era più anziano di lei e che non aveva ancora perso il nome di
padre, e ho visto tutti i miei compagni di studi, alcuni avevano avuto delle cariche pubbliche, altri
aiutavano quelli che erano sottoposti a dei processi, ho visto i pochi amici di mio padre, e la mia
città, Antiochia,era forte per il suo grande numero di sapienti,cosiccché io mi sono rallegrato e nello
stesso tempo ho avuto paura,mi sono rallegrato perché io ero cittadino di una città così grande e così
importante, e mi sono addolorato perché sarebbe stato molto difficile per me conquistare una città
così grande. 1,87. Anche in quel momento la Sorte mi ha dato un aiuto per le domande che io
ricevevo da molti luoghi, queste domande avvenivano nelle botteghe da parte di chi mi incontrava e
quando durante un discorso io mostravo ai miei concittadini la mia intenzione; prima di tutto perché
loro non chiedevano nulla alla maniera di quelli che ottengono tutto con l'adulazione, ma per loro
era sufficiente che fosse chiaro ciò che io dicevo. Poi gli antiocheni non hanno aspettato il sole, ma
hanno riempito la sala del consiglio, e per la prima volta la sala non è stata abbastanza grande,
cosicché io ho chiesto se fosse arrivato il pubblico, e il mio schiavo mi ha detto che alcune persone
avevano dormito lì. 1,88. Mio zio mi ha presentato e lui tremava, io lo seguivo sorridendo e la Sorte
mi ha dato coraggio, io guardavo a quella folla ed ero contento, come Achilleus era contento quando
guardava alle sue armi, e in questo modo ho fatto impressione su di loro, anche se non avevo ancora
parlato. E come potrei parlare degnamente delle lacrime che ci sono state al mio discorso iniziale, e
molte persone quando sono andate via sapevano a memoria questo discorso, e come potrei parlare
degnamente dell'agitazione delle persone alle mie parole successive? Infatti non c'è stato nessuno
tanto vecchio che non si sia alzato in piedi per applaudire e nessuno è stato lento nel fare tutte
queste azioni a causa della propria indole naturale, e nessuno è stato debole in esse, ma anche quelli
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per i quali era difficile fare ciò, per la loro malattia ai piedi, si sono alzati in piedi, e quando io
cercavo di farli sedere, loro mi hanno detto che il mio discorso non permetteva loro di sedersi,
miei concittadini. 1,89. Dunque essi hanno fatto questa azione fino a quando si sono stancati e
l'hanno fatta di nuovo al mio discorso successivo e hanno considerato felici me e loro stessi, me
perché io parlavo in modo abile, e loro perché apprezzavano l'eccellenza dei loro concittadini, e i
miei concittadini con la loro azione hanno confutato un discorso sciocco, e hanno dimostrato che
non è inevitabile che quelli che hanno la stessa patria siano invidiosi dei successi dei loro
concittadini. Agamemnon non vide mai nessun giorno più splendido,quando lui conquistò la città di
Troia, quanto è stato splendido quel giorno che io ho visto e nel quale ho ricevuto l'accoglienza che
loro desiderava toccare il mio corpo. 1,90. In quel luogo c'era un uomo originario della Fenicia che
era ammirato per questa sua arte, lui era figlio di un insegnante di retorica, era nipote di un altro
insegnante di retorica, ed era onorato per questo motivo non meno di quanto era onorato per i suoi
discorsi. Costui come sua consuetudine era andato a casa sua durante la bella stagione, e dopo che
io ho pronunciato i miei discorsi, tutti i suoi studenti lo hanno abbandonato e a lui è arrivata una
lettera che gli diceva di fare attenzione ai suoi studenti nel modo più veloce possibile, perché essi
gli venivano portati via; la lettera diceva: “Se tu indugerai andrai in una scuola vuota. Così
quell'uomo simile a Orpheus se ne andrà portando con sé tutti quanti gli studenti”. 1,91. E quel
retore è arrivato subito, lasciando sua moglie e la sua famiglia in estate e ha visto me che ero pallido
e magro, e la malattia aveva prodotto tali effetti in me, e una malattia mi aveva colpito anche dopo
il mio discorso, lui ha detto che gli dispiaceva per la mia malattia, ma ha cominciato la guerra e,
come se non fosse abbastanza conosciuto, ha fatto un discorso, ed era sicuro che avrebbe avuto
successo e dopo avere parlato lui ha accusato quelli che lo avevano mandato a chiamare.
Quell'insegnante di retorica ha fatto tali attacchi contro di me, mi ha calpestato quando io giacevo, e
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lui era sempre in contraddizione con se stesso, mi tratteneva e mi trascinava al palazzo imperiale e
riteneva giusto combattere contro di me. Io ho visto l'imperatore,lo avrei onorato con un mio
discorso anche se lui non me lo avesse chiesto, e quando lui mi ha chiesto un discorso, io glielo ho
dato, e di nuovo ho dato gioia alla città con altri discorsi, e “la gloria di essi giunge al cielo”.1,92. E
io piangendo lasciavo i miei concittadini che piangevano anch'essi, e loro, essendo ottimi, non solo
piangevano, ma promettevano anche che avrebbero dato grandi quantità di denaro per fare in modo
che io potessi vivere presso di loro. Per me la cosa più importante tra tutte le cose importanti che
loro avevano promesso era il fatto che io vivessi a casa mia. 1,93. Io sono andato verso l'interno
nella prima delle tappe stazioni di posta, dove si dice che furono completamente bruciati i Giganti
che combatterono con gli dei, c'è mancato poco che il guidatore del carro non mi cavasse un occhio
con il suo bastone, cosicché la parte bassa della palpebra si è rotta, ma la Sorte ha salvato il mio
occhio. 1,94. Dopo che io ho fatto quel lungo viaggio, ho disapprovato quel luogo, Costantinopoli,
più di prima. Io ho detto al magistrato quello che pensavo, e gli ho chiesto con tutto il mio animo
che lui mi aiutasse, e ho convinto lui e i medici, ho detto ai medici che l'aria della vostra città,
Antiochia, era un farmaco per la mia testa, mentre l'aria che era in quell'altra città, Costantinopoli,
era dannosa per me, il magistrato ha acconsentito completamente alla mia richiesta, io ho convinto
di nuovo uno di coloro che erano potenti nella corte imperiale e costui è stato d'accordo con
l'intenzione dei medici di convincere l'imperatore a non essere ostile alla mia persona; lui mi ha
aiutato, e mi ha dato questo aiuto non perché mi volesse bene, infatti lui era lontano da questi
comportamenti, ma voleva dimostrare che a lui non sfuggiva nulla di quello che aveva intrapreso.
1,95. L'imperatore non mi ha concesso di tornare neppure per una volta in quella circostanza, ma io
ho ricevuto le lettere, e mentre io facevo i bagagli ho ricevuto una notizia triste, era morta una mia
cugina, e mio zio giaceva sulle ceneri di lei, la Sorte aveva rovinato il suo dono, e io non potevo
vivere in quella città, anche se io lo volevo, e io avrei visto non una moglie, ma la sua tomba. Mio
zio ha capito entrambe queste cose, che io potevo tornare, che non volevo tornare, e anche una terza
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cosa, il motivo di ciò, lui piangeva, perché non gli era stata lasciata nemmeno questa consolazione,
l'ascoltare la mia voce, e nelle sue lettere mi rimproverava perché io non mi muovevo, io sono
andato da lui, ma con un atteggiamento non simile a quello precedente, la volta prima la mia anima
era allegra e lieta, e la volta dopo la mia anima era piena di dolore ed era triste. 1,96. E infatti, oltre
alle mie vicende private una tempesta aveva colpito la comunità, la collera dell'imperatore Gallos si
è spinta fino all'uccisione, lui ha fatto morire alcuni e ha fatto arrestare altri per farli condannare a
morte, e tutti costoro erano eccellenti; tra loro ho visto anche il mio insegnante Zenobios; e io sono
andato in quel luogo dove essi erano stati detenuti, e dopo avere superato la soglia mi sono
inginocchiato e ho pianto perché tutte queste persone si lamentavano. E nel giorno successivo esse
sono state liberate e si è diffusa la voce secondo la quale insieme a me era entrato uno degli spiriti
favorevoli, che aveva calmato le onde. 1,97. Il giorno dopo io mi sono rivolto all'imperatore Gallos,
e per paura, facendo delle circonlocuzioni; ed era presente il mio insegnante Zenobios, che non
respirava ancora bene, io l'ho presentato nel mio discorso perché lui, parlando con me,aveva lodato
spesso l'eloquenza dell'imperatore, e l'imperatore è stato contento, gli ha rivolto la mano rendendo
evidente che c'era stata una riconciliazione, il mio insegnante ha fatto un inchino, ha baciato la
mano dell'imperatore, noi abbiamo applaudito, come è naturale che avvenga in tali circostanze, un
imperatore che ha liberato un anziano insegnante da una paura. 1,98. Intanto io ho fatto molte
declamazioni in pubblico, ed esse sono state capaci di attirare degli studenti, un giovane che aveva
ottenuto molte cene grazie al suo corpo, in cambio di un grande compenso è corso presso questo
imperatore e ha detto che io dopo avere tagliato le teste di due donne, le avevo tenute e avevo usato
la prima testa contro di lui, e avevo usato la seconda testa contro un uomo più anziano. Il suo
compenso per quella sua menzogna è stato il giacere con un danzatore, che obbediva a quelli che
stavano intorno a quel retore in tutte le cose. Dunque soltanto chi ha ricevuto il favore e chi lo ha
concesso sanno se lui abbia giaciuto con il danzatore oppure no, ma questo era il favore per il quale
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lui ha osato fare le azioni che ha fatto. 1,99. Gallos ha mandato in tribunale lui che non si aspettava
questa cosa, perché lui e quelli dai quali era stato pagato speravano che dopo le accuse contro di me
sarebbe stata usata la spada contro di me. Lui non ha fatto l'accusa, ma stava nascosto nella periferia
della città alle falde del monte. Tuttavia sembrava che l'imperatore avesse un'opinione peggiore di
me per questa accusa inconsistente e sembrava che certamente l'imperatore avrebbe mostrato questa
cosa quando sarebbe stato apparso in pubblico,infatti sembrava che io non sarei stato degno neppure
di un suo sguardo dell'imperatore. 1,100. L'imperatore Gallos uscendo dai cavalieri ha spinto il suo
cavallo sul margine della fossa dove mi trovavo io, ha visto ciò che era possibile vedere prima, mi
ha esortato a non indugiare e a ricordarmi della Tracia. Io ho detto che avrei fatto così, ma ho fatto
ciò che avevo deciso in precedenza, cioè che io sarei restato ad Antiochia, e io sono restato lì. E non
c'è stata nessuna realizzazione pratica di quelle promesse, Zenobios che mi aveva chiamato a
succedergli nelle fatiche dell'insegnamento agli studenti, aveva cambiato idea, diceva che amava le
sue fatiche e che non c'era bisogno che io mi affrettassi. 1,101. E ciò che ha danneggiato di più i
miei interessi è stato questo, cioè che io non mi sia precipitato subito ad attaccare e a fare scappare i
miei nemici quando erano in difficoltà; infatti la posizione dei miei avversari si è rafforzata nella
tranquillità, ma io ero a casa mia insieme a quindici giovani studenti, e io avevo portato la maggiore
parte di questi studenti con me quando ero arrivato, ma non ero ancora in quella condizione di un
insegnante nominato pubblicamente, e uno scoraggiamento ha preso i miei allievi, e io, come il
figlio di Peleus, non sopportavo l'inerzia, mi definivo un peso della terra, cosicché bevendo alcuni
farmaci io ho conservato le mie capacità mentali, ma avevo delle attese pessime, per le quali non
potevo tornare a Costantinopoli senza essere deriso. 1,102. In quel momento un uomo anziano si è
rivolto a me e mi ha detto che non c'era niente di strano se io non avevo successo stando steso su un
letto; infatti gli insegnanti più importanti sedevano in luoghi pubblici, e lui ha detto: “Ma se tu vuoi
conoscere il grande numero di coloro che sono assetati, devi andare in uno dei templi”. Io non ho
dato ascolto a quest'uomo anziano in questa cosa, ma mi sono trasferito in una stanza di un
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commerciante, sono sceso e mi sono collocato lì al margine della piazza, e quel luogo è stato utile
quando si sono aggiunti altri studenti a quelli che ho detto poco fa e gli studenti sono stati più del
doppio, ma il tempio delle Muse era di altri insegnanti, ed era un grande vantaggio per queli che lo
avevano. Io ho detto a Kalliope: “O tu che sei la migliore delle Muse, tu che guidi la mia città, per
quali motivi tu mi dai queste punizioni? Perché tu,che sei una dea, mi hai attirato? Perché tu mi hai
allontanato da alcune cose e non me ne hai date altre? Ma qualcuno dopo avere fatto un inganno è
vissuto nella tranquillità, e tu disprezzi colui che ha patito un'ingiustizia e che viene disprezzato?”.
1,103. Io ho detto tali parole da lontano, dal portico, e non molti giorni dopo io stavo seduto a casa
mia e componevo un discorso, mi ha raggiunto un grido fatto da una folla che disprezzava le leggi,
cosicché io ho fermato la mia mano che stava scrivendo per vedere che cosa fosse ciò che causava
quei tumulti che erano vicini a me; mentre io ero in questa situazione è arrivato un mio cugino
respirando affannosamente, ha detto che il governatore era morto, era stato portato via e quelli che
lo avevano ucciso avevano fatto scempio del suo cadavere, Eubulos insieme a suo figlio aveva
evitato le pietre di quelle persone fuggendo per rifugiarsi sulle cime delle montagne, e quelli che
avevano infierito su alcuni corpi hanno sfogato la loro ira contro la casa di Eubulos. Lui ha detto:
“questo fumo, che indica il fuoco, si è sollevato ed è possibile vederlo” 1,104. Così Patroklos perse
le sue armi con una ferita della sua anima, ma Zenobios mi ha chiamato quando ero lontano e
quando sono arrivato mi ha mandato via, e niente lo costringeva ad andare via, una malattia lo ha
colpito e lo ha fatto allontanare dai suoi studenti, lui è stato tormentato da due mali, dalla febbre e
dal dolore, quando è venuto a sapere che io mi ero installato nella sala del consiglio, e che io avevo
un gruppo di studenti così numeroso che non potevo raggiungere tutti gli studenti prima che il sole
tramontasse. 1,105. Io sono andato da Zenobio e mi sono preso cura di lui,anche se lui aveva questo
atteggiamento, e non potrei dire che ci fosse nessun giorno nel quale io non andavo a visitarlo,anche
se a volte venivo respinto, tuttavia io non smettevo di fare ciò, e quando Zenobios è morto io ho
partecipato alle lacrime per lui e ho fatto un discorso. 1,106. Strateghios era arrivato a quella carica
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che comanda le altre cariche, che da molto tempo era stata profetizzata per lui. Io ho ricevuto un
amico così importante, lui era quello che aveva consigliato la città di Atene a me, e che aveva
consigliato me alla città di Atene, dunque io sono andato da lui quando è arrivato e gli ho chiesto di
aiutare quelle persone che a me sembravano essere bisognose di aiuto. 1,107. Dunque l'oratoria non
era la mia unica attività, ma io dovevo dedicare il giorno all'oratoria e dovevo dedicare la sera agli
affari pratici; infatti quelli che avevano patito un torto da parte di uomini più potenti di loro, quelli
che erano accusati ed erano arrabbiati chiedevano al magistrato la loro liberazione, e quelli che
desideravano ottenere una sentenza nel modo più veloce possibile, e il magistrato può concedere
numerosi altri favori senza violare la legge, questi uomini, alcuni di loro personalmente,altri tramite
le loro mogli,chiedevano che io andassi dal magistrato a loro vantaggio.1,108.Io fino a mezzogiorno
facevo le attività degli altri insegnanti, ma loro pranzavano, o subito, o dopo essere avere fatto il
bagno, io invece continuavo a fare le attività di prima. Quando si faceva buio io andavo dal
magistrato mio amico Strateghios e con alcune lettere che si trovavano nella mia mano io mi
ricordavo le cose che dovevo chiedergli e lui accettava alcune mie richieste e non ne accettava altre,
perché la giustizia non glielo permetteva, e dopo avermi spiegato questa cosa mi mandava via e anzi
mi adulava esortandomi ad aspettarlo dopo il bagno e diceva che aveva un maggiore sollievo delle
sue fatiche dal vedermi invece che dal bagno. E io avendo saputo questa cosa lo ringraziavo con le
mie visite che avvenivano durante il giorno, e se una difficoltà non mi consentiva di fare quelle
visite Strateghios si informava su che cosa mi avesse impedito di fare ciò. 1,109. Anche queste cose
dispiacevano al mio avversario, sia il fatto che non poche persone ricevessero questi benefici, sia il
fatto che ciò avvenisse gratuitamente. Infatti ciò che faceva sì che molte persone venissero da me
era il fatto che loro non dovessero pagare una quantità di denaro come per comprare le verdure o
per comprare la carne. Il mio avversario era molto angosciato dal numero delle mie declamazioni e
di nuovo dal fatto che esse avessero forme diverse e non era capace di stare seduto, quando io
componevo i miei discorsi, perché lui non sapeva quale fosse il tempo che mi restava per il sonno.
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1,110. Dunque lui soffriva in silenzio e quando non taceva imparava che il tacere era la cosa
migliore per lui. Lui ha taciuto fino a metà dell'estate controvoglia e a fatica, come un cavallo che
sia trascinato dall'altro cavallo che condivide con lui il giogo, e quando la stagione ha fatto finire le
nostre lezioni, lui è andato via, ha detto che sarebbe tornato, ma dopo che è andato via è rimasto
lontano, dicendo che lui era stato danneggiato dall'influenza di mio zio. Io ho trascinato quell'uomo
nelle competizioni con le minacce di un magistrato e anche con maggiori quantità di denaro, infatti
quell'uomo era capace di ottenere alcuni guadagni, e dopo che è tornato, è stato amichevole grazie
alle sue risorse di denaro, ma quando di nuovo i suoi allievi si sono allontanati da lui, lui ha preso i
suoi soldi più prontamente di prima, era ostile a me ed era diventato più bravo nell'oratoria, perché
aveva perso un po' della sua pigrizia, ma non tanto quanto lui avrebbe dovuto. 1,111. E dunque è
avvenuto anche qualcosa di simile;il prefetto Strateghios, che desiderava essere elogiato più di
quanto un altro individuo desiderasse esercitare un potere, mi ha chiesto un elogio per pagare il mio
debito, perché io gli avevo promesso un discorso per elogiarlo dopo che lui avesse assunto questa
carica. Dunque dopo che lui è stato nominato, io gli ho rivolto un breve discorso, e lui voleva che
questi argomenti fossero sviluppati e voleva che non fosse taciuta nessuna di quelle cose che era
possibile che fossero dette. 1,112. Io non ho negato di avere promesso ciò, ma ho detto che avrei
ripagato il debito, se lui dopo essere uscito dalla sua casa avesse ascoltato quella mia opera nella
sala del consiglio; infatti il prefetto del pretorio avrebbe fatto una cosa strana, e anche ciò sarebbe
stato una parte del mio discorso, il fatto che lui per la prima volta avrebbe onorato i miei discorsi in
questo modo. Strateghios ha detto che mi avrebbe dato questo onore, la maggior parte delle persone
non gli credeva, ma lui è stato presente e quando la lunghezza del discorso richiedeva che lui fosse
presente di nuovo, è stato presente nuovamente, e quando il discorso ha richiesto che lui fosse
presente per la terza volta, non è mancato neanche allora. E adesso viene celebrata da tutti questa
cosa che riguarda noi due, chi ha fatto il discorso, chi è stato l'argomento del discorso, il discorso e
quale luogo della città lo ha ascoltato. 1,113. Strateghios voleva che quel discorso arrivasse nelle
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principali città, infatti in questo modo questo discorso sarebbe arrivato in tutte le città, per questo
scopo lui ha fatto ricorso a dieci copisti. A uno di questi il retore mio avversario ha offerto del
denaro e per questa azione il copista non ha rispettato il proverbio, ha fatto in modo che fossero
comuni le cose dei nemici e ha cambiato molte delle mie espressioni, ha cambiato posto a molte mie
parole, ha fatto alcune piccole inserzioni,e ha invitato il magistrato quando il suo incarico era finito,
nello stesso posto, e lui pensava che avrebbe ottenuto un uguale guadagno anche in futuro. 1,114. E
poiché sembrava effetto di un prodigio questa cosa, cioè che una tartaruga avesse la stessa velocità
di un cavallo, qualcuno ha rivelato la vendita di quel discorso e il copista che aveva ricevuto il
denaro dopo che ha ricevuto le frustate, ha confessato queste colpe, e ha supplicato di essere
perdonato per avere ceduto a una grande quantità di denaro. Dunque affinché molte persone
sapessero questa cosa, io ho salutato quel copista che aveva venduto il mio discorso davanti a
Nikentios, che era il governatore della Siria, e il copista che si aspettava una punizione ha ammesso
queste sue colpe e se ne è andato senza essere stato punito perché io non avevo chiesto che lui
scontasse una punizione. 1,115. E Akakios, che era il più coraggioso degli insegnanti di retorica,
neppure così è rimasto tranquillo, ma di nuovo ha inventato falsità su quelle cose che erano state
dette, e questi fatti sono avvenuti nella residenza di Strateghios. E Strateghios lo ha mandato via,ma
Hermoghenes era subentrato a lui nell'incarico, e si diceva che Hermoghenes fosse terribile e
inflessibile, lui non mi conosceva e sembrava che con lui io non avrei più avuto quell'influenza che
avevo prima. Di certo Hermoghenes è stato un ottimo magistrato e anche se non riteneva giusto
frequentare numerose persone, lui era gentile anche nel suo modo di parlare più di quanto facesse
ricorso all'ira. 1,116. Hermoghenes ha convocato subito il consiglio cittadino, e ciascuno dei suoi
membri ha detto ciò che credeva sarebbe stato utile alla città, e Hermoghenes ha riconosciuto mio
zio grazie alle parole che erano state dette da mio zio, e ha detto: “Lui è il famoso Phasganios”,
cosicché Eubulos e la sua parte sono quasi crollati. Poi Hermogenes mi ha invitato e mi ha chiesto
di essere suo amico non meno di quanto io fossi stato amico di Aristainetos e di Seleukos, e da loro
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Hermoghenes era stato spinto al desiderio di ottenere quel possesso. Io ho detto: “è giusto che chi è
amico di quei due uomini sia considerato un amico da me”. 1,117. In queste cose io sono stato
fortunato, ma in altre cose, che io dirò. io sono stato sventurato. Infatti la Sorte mi ha tolto mia
madre, che per me era tutto, e mio zio, che era l'occhio dell'Asia e che per me era come una torre,
lui è morto per primo, e mia madre è morta dopo di lui non potendo sopportare il dolore. E io non
provavo più gioia in quelle cose che erano piacevoli, neppure in quell'attività che per me era la più
piacevole di tutte, le declamazioni oratorie; e infatti la mia gioia più grande era dovuta a mia madre
e a mio zio, perché mio zio era quasi ringiovanito per gli applausi che io ricevevo e dimenticava la
sua malattia e mia madre era molto contenta quando io le riportavo il frutto delle mie fatiche. 1,118.
Dopo che ci sono state quelle sepolture e quella di Eusebios, che era morto prima di mia madre e di
mio zio, c'è stato anche il crollo di Nicomedia, e quella città quando è crollata ha coperto
Aristainetos, e anche questi eventi terribili sono stati capaci di causarmi quel dolore gravissimo, a
causa del quale io ho avuto improvvisamente i capelli bianchi, e sventure si sono aggiunte ad altre
sventure, queste disgrazie si sono aggiunte ad altre disgrazie, e un amico è morto insieme a un altro
amico e a una città a me cara, mia madre e il fratello di mia madre sono morti, tutte quelle cose per
le quali una persona vorrebbe vivere sono diventate dolorose per me prima che Iulianos prendesse il
potere su tutta la terra senza combattere e lui amava la sapienza più di ogni filosofo, ha riportato in
patria la sapienza, come se essa tornasse da un esilio, e lui ha fatto in modo che fossero di nuovo
apprezzate quelle cose che erano state maltrattate. 1,119. E io ho riso,ho danzato e ho composto con
gioia dei discorsi perché gli altari hanno ricevuto il sangue, il fumo ha portato verso il cielo l'odore
di carne arrostita, e gli dei sono stati onorati dalle feste religiose, ed erano rimasti solo pochi anziani
che conoscevano queste feste, la divinazione è tornata ad avere il suo potere, la retorica è tornata ad
essere ammirata, i Romani hanno ripreso coraggio, e alcuni barbari sono stati sconfitti, altri barbari
stavano per essere sconfitti. 1,120. Iulianos che era l'uomo più saggio, il più giusto e il più abile
nella retorica e il più capace nella guerra, è stato nemico soltanto degli empi, e quando i nostri
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ambasciatori andavano da lui e non gli portavano delle notizie su di me lui diceva: “Per Herakles,
lui che ha sopportato dei pericoli per quello che ha scritto resta in silenzio adesso che è al sicuro”.
Iulianos diceva che il guadagno che aveva ottenuto dal viaggio che lo aveva portato qui ad
Antiochia era che lui mi avrebbe visto, e mi avrebbe ascoltato quando parlavo. E quando Iulianos
mi vedeva per la prima volta ai confini della città, lui per prima cosa diceva questa frase: “quando
ti sentirò parlare?”. E quel mio rivale, Akakios, era ancora a casa sua, dopo che sua moglie era
morta, le sue figlie erano in età di matrimonio e richiedevano l'attenzione da parte di costui e si
diceva che se sua moglie fosse stata in vita, lui sarebbe andato via. 1,121. Dunque l'imperatore
Iulianos riteneva giusto che come introduzione ai discorsi di ogni giorno lui facesse dei sacrifici
sotto gli alberi nel giardino del palazzo imperiale, e molte persone erano con lui e lo onoravano nei
riti che lui faceva per gli dei, ma io restavo sempre dove ero, non ero stato invitato, e ritenevo che
se io fossi andato ai riti religiosi senza essere stato invitato, questo comportamento sarebbe stato un
po' sfrontato, e io volevo bene a Iulianos, ma non adulavo il suo potere. 1,122. Una volta Iulianos è
andato a fare un sacrificio allo Zeus dell'amicizia e ha visto alcune persone, che volevano farsi
vedere e facevano ogni cosa per essere viste, e l'unico che lui non ha visto sono stato io, perché io
ero mescolato tra molte persone, e nel pomeriggio con una tavoletta lui mi ha chiesto quale era stato
il motivo che mi aveva impedito di essere presente, e mi rimproverava anche se con modi gentili. Io
ho risposto a queste parole per mezzo di quella stessa tavoletta, e Iulianos, dopo avere letto la mia
risposta, ha capito che io non ero offeso, anzi avevo scritto quella risposta con modi gentili, e lui è
arrossito. 1,123. E anche dopo quella mia tavoletta io sono rimasto lontano da quel giardino e da
quelle azioni che venivano fatte nel giardino, e sembrava che io fossi trascurato da Iulianos, tuttavia
io non ero triste, sapevo chi era colui che aveva interrotto la nostra amicizia, ma Priskos, un uomo
originario dell'Epiro,che conosceva molte persone, ha ritenuto che l'imperatore avesse sbagliato e ha
corretto il suo errore; io non so per quali motivi, ma io sono stato chiamato, quando la piazza era
piena di gente, l'imperatore che mi aveva chiamato era in difficoltà, stava a testa bassa e con le
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sofferenze che pativa rimproverava quelle azioni che lui aveva fatto. 1,124. Dunque a fatica
Iulianos ha ripreso il controllo di se stesso e ha accusato le numerose attività che lui era costretto a
fare, poi mi ha invitato a pranzo, si è sentito rispondere da me che io mangiavo a cena, e quando lui
mi ha invitato a cena, si è sentito rispondere da me che anche se fosse stato possibile fare questa
azione, il mio mal di testa me lo avrebbe impedito. E Iulianos ha detto: “tu devi venire da me in altri
momenti!”. E io gli ho detto: “se tu mi inviti, vengo, altrimenti non ti darò nessun fastidio”. Lui è
stato d'accordo con me e ha fatto così. 1,125. I nostri incontri hanno contenuto dei colloqui riguardo
alla retorica, e hanno contenuto degli elogi delle cose che lui aveva fatto bene e dei rimproveri per
alcune cose che lui aveva sottovalutato, io non gli ho chiesto niente delle ricchezze che erano nei
suoi tesori, non gli ho chiesto né una casa, né una proprietà terriera, né degli incarichi, e il mio
discorso su Aristophanes è stato per non consentire che sembrasse malvagio un uomo che non era
tale, e questa cosa avrebbe dato un incarico ad Aristophanes, ma io ho ritenuto giusto non ricevere
niente, anche se non pochi possedimenti dei miei nonni erano nelle proprietà di Aristophanes.
Iulianos ha visto che io disprezzavo ogni guadagno, e ha visto che io non cercavo nient'altro se non
il fatto che lui superasse quelle lodi che erano state cantate su di lui, ha detto che altri individui
volevano bene alla ricchezza che apparteneva a lui, ma io volevo bene a lui stesso, e ha detto che
neppure sua madre che lo aveva generato aveva superato quell'affetto che proveniva da me..1,126.
Per questo motivo Iulianos ha sopportato anche la mia libertà di parola a favore del consiglio
municipale, quando la terra non ha dato i suoi prodotti, perché è stata privata dell'acqua proveniente
dal cielo, ma lui riteneva giusto che il mercato fosse pieno di prodotti da vendere e che i prezzi di
questi prodotti restassero nei limiti che lui aveva fissato; di certo uno spirito malvagio ha agito
muovendo questi eventi in questo modo e lui ha spinto la situazione alla sua conclusione. Dunque in
quel momento Iulianos si è adirato, ha gridato che i membri del consiglio cittadino si opponevano
alle sue decisioni, gli adulatori erano attorno a lui da una parte e dall'altra, e attizzavano la sua ira,
ma io, che non avevo paura di niente, ho insistito nell'esaminare la natura della questione, e ho
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dimostrato che il consiglio cittadino di Antiochia non aveva fatto niente di male. Tuttavia uno degli
spettatori ha detto che il fiume Orontes scorreva lì vicino, mi spaventava parlando del fiume,
offendendo il potere imperiale con quelle minacce indegne. E Iulianos è stato davvero così bravo
perché lui cercava di prevalere, ma non odiava il fatto di essere sconfitto. 1,127.Dunque Iulianos mi
ha voluto bene più di prima, dopo che io ho presentato i miei discorsi, come se fossero delle armi, a
favore della mia patria, e lui ha nominato se stesso come console e ha visto le persone che erano
presenti in quel momento, quelle che sarebbero arrivate dopo, ha visto che innumerevoli persone
avrebbero cercato di ottenere il suo favore con i loro canti, e mi ha esortato a onorare quella festa
pubblica con un mio discorso; io ho detto che quel lavoro era adatto ad altre persone, e ho fatto un
discorso nella lingua greca, cosicché nessuno, neppure chi aveva ottenuto dei grandi applausi, ha
dato l'impressione di avere detto qualcosa di importante. 1,128. E io credo che questo successo sia
avvenuto anche a causa del discorso che era precedente al mio, e la sorte mi ha mandato delle
persone che gridavano: “ancora” e che mi aiutavano anche in altri modi; a queste persone era utile
non calunniare le mie attività;quello che aveva parlato prima di me lodava se stesso perché lì dentro
nessuno lo lodava, dava questo altro motivo per ridere di lui, non smetteva di biasimare quelli che
lo deridevano, ma loro ridevano ancora di lui, e a lui sono sfuggiti i frutti dell'inganno, essi erano
cresciuti,e lui li avrebbe ottenuti,se avesse capito questa cosa,cioè che se lui fosse rimasto tranquillo
avrebbe potuto mantenere la sua fama che non era giusta. 1,129. Altri oratori erano capaci di fare
una consolazione reciproca, ma quando io mi preparavo a parlare, ed ero l'ultimo a parlare, lo stesso
imperatore si è preoccupato di questa cosa, cioè che si riunisse il numero maggiore possibile di
persone, e si diceva che Hermes si prendeva cura del suo servo, e con il suo bastone muoveva
ognuno degli ascoltatori affinché nessuna sua parola scorresse via essendo priva di ammirazione.
Iulianos come imperatore contribuiva al mio successo nei modi più importanti con il gradimento
che lui manifestava tramite il suo aspetto esteriore, poi perché lui si alzava in piedi ad applaudire, e
poi lui non si è trattenuto più, anche se cercava di trattenersi, si è alzato dalla sedia, e con le mani ha
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aperto il suo mantello il più possibile, e uno di questi uomini rozzi direbbe che lui non ha mantenuto
la sua dignità, ma un uomo che sa bene da quali cose il potere imperiale viene onorato, direbbe che
l'imperatore è rimasto nei limiti opportuni per lui; infatti quale cosa è più degna di un imperatore se
non l'innalzare la propria anima verso le bellezze dell'eloquenza? 1,130. Per Iulianos non era
possibile non provare tali sentimenti, per lui che aveva scritto numerosi discorsi prima di prendere
il potere e anche nel corso di questo potere; infatti le veglie notturne dell'imperatore hanno già dato
a noi alcuni discorsi, e anzi non c'è niente delle azioni che lui abbia fatto che non sia stato
influenzato dalla bellezza dei suoi discorsi. 1,131. Nel tempo che è passato da quel momento fino
alla spedizione contro i Persiani, i comportamenti di Iulianos sono cambiati in alcune cose,e l'affetto
per me da parte sua è diventato maggiore, e lui continuava a dirmi: “Io ti darò un dono quando
partirò, e tu non potresti evitare questo dono, come hai evitato gli altri”. Dunque dopo che noi
avevamo cenato, e io ero stato costretto da lui ad accettare il suo invito a cena, Iulianos mi ha detto:
“mio caro, è tempo per te che tu riceva il tuo dono”. E io non potevo immaginare che cosa sarebbe
stato questo dono. E lui ha detto “questa cosa mi sembra giusta,che tu sia considerato tra i retori per
i tuoi discorsi, e che tu sia registrato tra i filosofi per le tue azioni”. E io mi sono rallegrato quando
ho sentito lui che diceva questa cosa, come si rallegrò Lykurgos dopo le parole che furono dette a
lui dagli dei; e infatti queste parole sono state dette da Iulianos che viveva insieme agli dei. 1,132.
Quando il nostro consiglio cittadino lo ha accompagnato e i membri del consiglio hanno chiesto
che fossero eliminate le accuse nei loro confronti, Iulianos ha detto che, se la divinità lo avesse
mantenuto in vita, lui sarebbe andato a Tarsos,città della Cilicia, e ha detto: “tuttavia mi è chiaro ciò
che accadrà in seguito a queste mie decisioni, cioè il fatto che voi riporrete le vostre speranze in
colui che farà la vostra ambasceria, e lui dovrà andare a Tarsos insieme a me”. Iulianos, che non
piangeva, ha salutato me che piangevo, e ormai rivolgeva il suo sguardo alle sventure dei Persiani,
mi ha mandato le sue ultime lettere dai confini dell'impero, ed è andato avanti, devastando la
campagna, saccheggiando dei villaggi, conquistando delle guarnigioni, attraversando dei fiumi,
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abbattendo delle mura e conquistando delle città. 1,133. E nessuno ha comunicato a noi ognuna di
queste imprese, ma noi siamo stati contenti come se avessimo visto queste imprese, ed eravamo
fiduciosi che questi eventi si sarebbero svolti come si sono svolti, ma la Sorte compie le azioni che
le sono proprie,e l'esercito di Iulianos si era divertito sia nell'uccidere i Persiani, sia nel farli fuggire,
sia nel fare le gare atletiche e le corse dei cavalli, che sono state viste dagli abitanti di Ctesifonte che
erano sui bastioni, ed essi non potevano confidare nella grandezza delle loro mura, ma i Persiani
hanno deciso di fare delle suppliche sia per mezzo di un'ambasceria, sia per mezzo di alcuni doni,
essi sapevano che non era saggio per un uomo combattere contro uno spirito divino, e quando i loro
ambasciatori erano saliti sui loro cavalli una lancia ha tagliato il fianco del nostro sapientissimo
imperatore ed essa ha bagnato la terra degli sconfitti con il sangue del vincitore e ha fatto in modo
che i Persiani, prima spaventati, diventassero padroni dei Romani che li stavano inseguendo. 1,134.
I Persiani hanno potuto sapere grazie a un disertore dove si trovava la loro fortuna, ma a noi abitanti
di Antiochia nessuno degli esseri umani ha fatto sapere quella sventura, ce l'hanno rivelata i
terremoti che hanno distrutto le città della Siria Palestina, alcune in modo parziale, altre in un modo
totale; infatti a noi sembrava che la divinità volesse dare a noi un grande segnale con grandi
sofferenze, e quando noi pregavamo che non fossero vere quelle cose che a noi sembravano vere, è
passata attraverso le nostre orecchie la freccia dolorosa della notizia che quel famoso Iulianos era
trasportato in una bara, lo scettro era di un certo individuo, l'Armenia era dei Persiani insieme a
tutta quanta quell'altra terra che i Persiani volevano. 1,135. Dunque in un primo momento io ho
rivolto il mio sguardo a una spada, perché la vita sarebbe stata per me più dolorosa di una qualsiasi
uccisione. In un secondo momento io ho pensato a quella legge di Platon, ed essa dice che non
bisogna cercare una simile fine della vita e ho pensato che se io fossi andato nell'Ade in quel modo,
e se io fossi morto in quel modo, sarei stato sottoposto a delle accuse da parte di Iulianos, infatti
certamente lui avrebbe biasimato una persona che non era stata capace di aspettare gli ordini dati
dalla divinità. Inoltre mi sembrava che io dovessi onorare con dei discorsi funebri colui che era
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morto. 1,136. Dunque questa era la mia situazione, e questi erano i motivi di questa situazione, e io
sono sfuggito a un agguato, perché la Sorte ha voluto questa cosa. Infatti alcuni individui che in
passato erano stati forti nella corte imperiale, ma che nel tempo dell'impero di Iulianos erano stati
costretti a occuparsi dei loro affari privati, sono stati convinti da un individuo malvagio come
Phynondas del fatto che io avevo causato a loro dei danni terribili per mezzo di una mia lettera che
era arrivata a Babilonia, e per questa lettera Iulianos al suo ritorno sarebbe stato ostile a loro, essi
hanno deciso di rapirmi mentre andavo da una donna mia parente, hanno deciso di portarmi nel
giardino, dove avevano pensato il loro progetto per uccidermi; quegli individui erano sicuri che ci
sarebbero stati dei doni per loro da parte di colui che aveva ricevuto i poteri imperiali. 1,137. Loro
avevano preparato i bastoni, altri sapevano di questi progetti, ma uno di quelli che sapevano di
questi complotti, che non volevano prendere parte a quell'azione, ma che non avevano molta
familiarità con me, è venuto da me, perché la Sorte lo ha mandato, e mi ha detto che io avrei dovuto
evitare di fare quelle strade per andare da quella mia parente, e avrei avuto un vantaggio da ciò, e
quando io ho chiesto qual era il pericolo terribile,lui non ha aggiunto nessuna informazione. Dunque
la mia parente si è stupita perché io non facevo più quelle visite che erano consuete per me e mi ha
chiesto per quale motivo io facessi così, io le ho risposto in base a quelle notizie che avevo sentito.
La mia parente mi ha fatto altre domande, ha ritenuto che io avessi ragione, ha messo fine alla mia
paura e all'inganno di quelle persone, e ha elogiato quella divinità che aveva salvato la sua casa da
una simile contaminazione. 1,138. Dopo questi eventi un uomo barbaro ha suscitato la collera
dell'imperatore contro di me, dicendo che io non avevo mai smesso di piangere per la ferita di
Iulianos che era morto. L'imperatore Iobianos stava per uccidermi e voleva punirmi malamente per
il suo dolore, ma un uomo eccellente, che era originario della Cappadocia, era un mio compagno di
studi e aveva grande influenza sull'imperatore Iobianos ha detto: “quale stato d'animo tu potresti
avere, se Libanios morisse, ma se fossero vivi i suoi discorsi che vanno in giro sulla terra, ed essi
sono stati scritti da quell'uomo riguardo al tuo carattere?”. Tali sono state le mie difficoltà, tali sono
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stati i miei soccorsi. 1,139. Dopo questi eventi ci sono stati i giochi olimpici, quelle che si svolgono
nella nostra città, io avevo cinquanta anni e il mio desiderio di quella festa pubblica era enorme;
quando io ho fatto le mie apparizioni ai primi momenti della festa, sono stato prigioniero, non
perché qualche magistrato mi avesse imposto questa detenzione, ma per la prima volta ho avuto un
attacco di gotta, essa era dolorosa, e mi costringeva a informarmi facendo delle domande a quelli
che erano andati ai giochi olimpici riguardo alla forza e all'abilità degli atleti, ma talvolta la gotta si
attenuava un poco come nelle tregue olimpiche, poi di nuovo mi colpiva e spesso essa faceva
entrambe le cose molte volte. 1,140. I medici hanno detto di essere stati sconfitti dalla malattia, ma
mi consolavano dicendo che avevano spostato la malattia dalla testa ai piedi, e hanno detto che la
stessa cosa che era un male per i piedi sarebbe stata un bene per la testa. Questa era di certo una
sciocchezza, perché la malattia che aveva occupato la mia testa restava stabile nelle parti alte del
mio corpo, e i miei piedi erano ben lontano dal dare qualche vantaggio alla testa, cosicché era come
se i miei piedi, mandando alla mia testa una parte dei mali che erano in essi, rendessero più dolorose
le condizioni della mia testa. 1,141. E io non soltanto ero sconvolto dalle paure precedenti, e tra
queste paure c'era anche questa, che dei venti rapissero la mia città, e dopo averla portata via la
gettassero nell'Oceano, ma avevo paura, o uomini, anche di incontrare delle folle, evitavo i luoghi
centrali della città, temevo i bagni grandi, temevo tutte le case tranne la mia, una nuvola scendeva
sui miei occhi, il mio respiro si accorciava, le vertigini prendevano possesso della mia testa, avevo
sempre l'impressione che sarei caduto, cosicché la sera io mi rallegravo per questa cosa che era un
vantaggio per me, il fatto che io non fossi caduto. 1,142. Io ho fatto una cosa giusta in quelle
circostanze, non ho evitato né l'attività retorica, né i giovani studenti; infatti la mia consolazione era
proprio questa, il fatto che io svolgevo il mio lavoro nel modo più piacevole possibile a casa mia su
un divano, e a scuola su un piccolo divano, il trasporto tra casa e scuola era un grave rischio, le
declamazioni pubbliche erano fuori dalla mia portata, e un amico che veniva a farmi visita era
sgradevole per me. Come quelli che stanno per attraversare i mari invocano i Dioscuri, così io
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invocavo quegli dei quando io uscivo da casa mia affinché essi impedissero le difficoltà che io mi
aspettavo. 1,143. Questo disturbo mi ha dominato per quattro anni, e io tramite un servo, mi sono
rivolto al grande dio Asklepios, che è pronto nell'aiutare. Il dio ha spiegato che io avrei fatto male se
mi fossi allontanato dalle mie attività consuete, io ho bevuto la medicina che bevevo prima, e ne ho
avuto un vantaggio, anche se la mia malattia non è completamente scomparsa. Il dio ha detto che
anche questo beneficio mi sarebbe stato dato da lui. Io sapevo che non era una cosa giusta il non
fidarsi di un tale garante, ma mi succedeva di meravigliarmi, per il fatto che io in qualche modo
davo l'impressione di essere degno di questo favore. Era quasi finito il mio cinquantasettesimo anno
di vita, e il dio con tre visioni nel sogno, e due di queste visioni sono avvenute durante il giorno, ha
eliminato una parte non piccola di ognuna di queste malattie e mi ha messo in questa condizione,
che io non perderò più. 1,144. Così quando è arrivato l'imperatore Balens ho potuto sopportare lo
splendore che proveniva dalle armi, il suono che proveniva dai dragoni e il suono confuso agli
strumenti musicali, e io prima non avrei sopportato questa cosa nemmeno se qualcuno me l'avesse
raccontata. E non molto tempo dopo io ho portato in dono all'imperatore un mio discorso, e
l'imperatore ha mostrato di rallegrarsi per questo discorso più di quanto si fosse rallegrato delle sue
stesse imprese. Tuttavia l'imperatore Balens non ha ascoltato la maggiore parte delle mie parole, che
illustravano le imprese che lui aveva compiuto contro gli Sciti. E metà del mio discorso è stata
rinviata per la sua lunghezza, e quelli che temevano il mio discorso hanno ritenuto che fosse meglio
che l'imperatore non godesse dei veri fiori delle Muse, hanno interrotto il mio discorso mentre stavo
parlando, ed essi non avevano nessuna paura di altri oratori che parlassero, ma queste mie parole
erano per loro più spaventose della Gorgone. Tuttavia anche in seguito a questi fatti io non sono
stato più tra le persone sconosciute all'imperatore Balens. 1,145. O dea,è opera tua anche il fatto che
sia stata istituita una legge che ha aiutato i figli illegittimi. Dunque bisogna attribuire alla sorte
comune di quelli che avevano bisogno di questa legge il fatto che essa sia stata pensata
dall'imperatore più anziano, Balentinianos, e sia stata confermata dalle sue lettere, ma il fatto che
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l'imperatore più giovane, Balens, che non era affatto favorevole a quella legge, abbia mostrato di
elogiarla e di confermarla, dopo che lui aveva saputo che io avevo chiesto il privilegio che derivava
da quella legge, come potrebbe non essere ritenuto giustamente una prerogativa della mia Sorte? La
Sorte mi ha liberato da un dolore che era grande e gravoso, il fatto che uno stesso giorno avrebbe
portato a me la morte e a mio figlio un'estrema indigenza. 1,146. E tuttavia questa cosa riguarda
miei nemici,e nessuno deve pensare che io vada contro quel consiglio di Homeros che non permette
di fare festa su uomini uccisi, infatti io non menzionerò questa cosa per una tale intenzione, ma
affinché neppure questo favore tra quelli dati dalla Sorte passi sotto silenzio, e i miei nemici non si
sono astenuti da nessuna parola, da nessuna azione, da nessun artificio contro di me, ma alcuni
hanno ritenuto che fosse sufficiente coprirmi di insulti, altri hanno ritenuto che ogni loro azione
sarebbe stata piccola, se non mi avessero ucciso, ad altri sarebbe piaciuto attaccare il mio cadavere a
un toro e lasciare che il mio cadavere fosse trascinato tra le rocce, dunque loro mi facevano la
guerra da molto tempo, ma non potevano rimproverarmi niente in modo veritiero e la divinità li ha
rimossi, mentre io me ne stavo tranquillo, e io non cercavo di difendermi contro di loro neppure con
le maledizioni; infatti che bisogno c'era di fare delle maledizioni quando la divinità conosceva tutte
le cose, chi aveva commesso un torto, chi lo aveva patito, chi doveva essere punito, e chi doveva
infliggere una punizione? 1,147. Molti miei nemici, anche prima della loro morte, hanno patito un
danno che è peggiore della morte,almeno per le persone buone, loro hanno visto molte sventure, poi
sono morti male; e uno di questi eventi è stato anche il fatto che un marito ha preso in mano gli
organi genitali di un adultero e li ha tagliati con il rasoio. 1,148. È giusto aggiungere a queste cose
quell'altra cosa, ed essa è piccola, ma non è insignificante; infatti io forse darò l'impressione di
parlare in modo troppo dettagliato, ma io sono addolorato nella mia anima e so che ho patito questo
dolore per una cosa grande. Io avevo un'opera scritta di Thukidides, che aveva delle lettere belle
nella loro piccolezza, ma tutto il libro era facile da trasportare, cosicché io stesso la portavo, mentre
uno schiavo mi accompagnava e quel carico era piacevole per me. Con quel libro io avevo
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conosciuto la guerra dei Peloponnesiaci e degli Ateniesi, e forse anche qualcun altro ha fatto la
stessa cosa; e queste mie sensazioni non potrebbero raggiungere di nuovo questa gioia grazie a un
altro libro. 1,149. Io ho elogiato molte volte il mio possedimento anche davanti a molte persone, e
mi sono rallegrato più di quanto Polykrates si rallegrò del suo anello, ho attirato i ladri con le mie
stesse lodi, e io ho còlto in flagrante alcuni di questi ladri, ma l'ultimo ladro ha acceso un fuoco per
non farsi prendere, e così ho smesso di cercare quel libro, ma non potevo non addolorarmi per
questa cosa. Ma anche il vantaggio che io ricevevo da Thukidides, che prima era grande, cominciò a
diventare più piccolo, perché io frequentavo quel testo con fastidio e su lettere diverse. 1,150. E
tuttavia la Sorte ha guarito anche questo evento così doloroso, sebbene in ritardo. Infatti io
continuavo a scrivere ai miei conoscenti di questo libro con dolore, e io raccontavo delle misure di
quel libro, di come fosse quel libro dentro e di come fosse quel libro fuori, e chiedevo dove fosse e
nelle mani di chi fosse. Un giovane, un mio concittadino, dopo avere comprato il libro è andato per
leggerlo, e il suo insegnante ha esclamato: “questo è proprio quel libro!”, dopo averlo riconosciuto
per alcuni segni, ed è venuto da me per chiedermi se non si fosse sbagliato nella sua opinione.
Dunque io ho preso quel libro e ho fatto le azioni come quelle che si potrebbero fare per un figlio
che fosse scomparso da un tempo altrettanto lungo e che fosse apparso quando non era atteso, io me
ne sono andato essendo pieno di gioia, e sia allora sia adesso io ringrazio la divinità. Rida pure chi
vuole ridere, come se io parlassi a lungo su un argomento non importante, infatti certamente la
risata di un uomo stolto non è temibile. 1,151. Io potrei essere considerato sventurato, soprattutto
per questa cosa, che adesso spiegherò. Infatti se un padre ha consegnato molti figli alle tombe, e li
ha accompagnati insieme ai letti funebri che portavano via i loro corpi, è sventurato, come potrei
non essere enumerato tra gli sventurati anche io stesso, io, che non soltanto ho seppellito molti
allievi che per me erano come figli, e anche dei figli eccellenti, ma ho anche rimandato nelle loro
patrie alcuni giovani studenti stranieri nelle loro bare? 1,152. Infatti, come Thrasibulos tagliò le
spighe che erano più alte, così la Sorte mi ha portato via i migliori tra i miei allievi, e ha cominciato
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a partire dalle mie lezioni in Bitinia, ma continua a fare questa cosa fino adesso ed essa risparmia
quegli allievi che non si sarebbero distinti, ma elimina quegli allievi che erano già diventati famosi
e che sarebbero diventati famosi in futuro. 1,153. Dunque a quelli che pensano di dire qualcosa di
giusto quando chiedono: “quali oratori lui ha prodotto per noi?”, io dico che se ne sarebbero visti
non pochi, se essi non fossero andati nell'Ade. E poiché questi uomini sono morti, i consigli
cittadini hanno subito un danno, sono stati danneggiati i tribunali, che sono stati privati di quelle
capacità oratorie che sono alleate della giustizia, le cattedre degli insegnanti sono state private
dell'eloquenza e Hermes veglia sulle cattedre dei retori, mentre Themis veglia sull'oratoria dei
processi. 1,154. E nondimeno anche questa cosa è parte della mia sventura, il fatto che io mi sono
dedicato all'insegnamento della retorica quando quest'ultima era in una condizione di debolezza, di
disonore e di offesa, e le vostre speranze ora stanno in altre persone; se voi non sapete quali sono
queste speranze avreste bisogno di qualcuno che vi spiegasse questa cosa; ma adesso voi sapete
quali sono quelli che voi ritenete felici, cioè quelli che hanno grandi ricchezze, e voi sapete quali
sono quelli che voi commiserate, cioè quelli che hanno la cultura. 1,155. Dunque se la Sorte
prendesse voce e parlasse come nelle rappresentazioni teatrali, potrebbe dire: “Anche se la tua arte è
stata combattuta da innumerevoli opposizioni, tu potresti ammettere questo, che io ti ho dato una
cosa che vale quanto molte altre, tu hai composto numerosi discorsi e i discorsi composti da te sono
sembrati così belli, che fino a quando tu sei vivo, è inevitabile che tu sia invidiato per questo
motivo, perché le mani destre dei copisti, pur essendo numerose, si sono dimostrate troppo poche
per il grande numero degli amanti dei tuoi discorsi. Infatti ogni scuola di retorica mostra che i tuoi
discorsi sono presenti in modo simile nelle mani sia degli studenti sia degli insegnanti”.E per queste
cose, o uomini, io ringrazio la Sorte, e le chiedo che essa renda migliori gli eventi successivi. 1,156.
E infatti io non so come mi siano sfuggiti Aitherios e Festos, e ognuno di loro è stato governatore
della Siria, essi hanno avuto il loro incarico prima che Balens arrivasse qui. Dunque Festos non
conosceva la lingua greca, era un uomo stupido, e tuttavia neppure questa lacuna lo ha convinto a
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respingere l'incarico, ma una sera è andato da Eubulos, e stando insieme a lui tramite un interprete
fidato, ha detto che desiderava la mia morte, affinché lui desse di nuovo l'impressione di essere
importante. Dunque Festos ha fatto un affare con Eubulos: Festos mi avrebbe odiato e avrebbe
ricevuto cibo da mangiare ogni giorno; Eubulos aveva delle oche grasse,del buon vino e dei fagiani.
1,157. Festos non mi vedeva affatto di buon occhio, parlava di me come di un uomo malvagio, e mi
ha dato tutti i colpi che erano possibili per lui. E un volta un pubblico si era radunato per ascoltarmi,
Festos ha tentato di eliminare questa cosa, e ha convocato gli spettatori che erano seduti per fare
sentire loro delle lettere dell'imperatore,oppure lui li avrebbe mandati in esilio alla fine della lettura,
e c'erano degli scrivani che scrivevano i nomi di quelli che non si alzavano in piedi; infatti Festos
credeva che io mi sarei opposto, e che io non avrei permesso loro di andare via, e che questa colpa
sarebbe stata sufficiente a farmi condannare a morte. Quindi alcuni miei allievi sono andati perché
sono stati costretti da una forza maggiore, spesso si voltavano indietro verso di me e verso le parole
che sarebbero state dette in futuro da me, quegli allievi che avevano la possibilità di ascoltare le mie
parole le ascoltavano, ma rimpiangevano quella parte di studenti che era andata via contro la propria
volontà. 1,158. Dunque Festos mi odiava e tramava le sue insidie contro di me, e io ringrazio per il
suo odio la mia Sorte, la quale non mi ha reso amico di un uomo che dopo questi eventi temeva che
una malattia facesse morire Maximos anticipando il suo ferro. Lo sventurato Festos si vantava per
avere ottenuto questa vittoria, ma non ha prevalso su di me, e io onoro Adrasteia, anche se Festos ha
cercato di farlo tramite Martyrios, un uomo originario della Pisidia, il quale aveva una passione per
gli atleti, e per il resto era irreprensibile,a Festos è sembrato che Martyrios fosse colpevole del reato
di magia perché lui era interessato ai lottatori. 1,159. Festos ha parlato da solo a solo con Balens
riguardo a Martyrios, e ha detto che lui avrebbe potuto coinvolgere facilmente sia me sia Eutropios
in questa vicenda, ma poi lui è andato frettolosamente in Ionia al suo incarico di magistrato, in
modo che Martyrios ha suscitato molte risate in tribunale, perché i giudici non riuscivano a capire
quale fosse il motivo per il quale quell'uomo era stato citato in giudizio, perché l'inizio di questa
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vicenda era rimasto nell'oscurità. Dunque Festos ha avuto un matrimonio come premio per la sua
malvagità, una moglie giovane, un patrimonio ampio e lui vive ancora adesso nel lusso nelle città
che ha svuotato. 1,160. Aitherios è morto dopo avere visto delle sventure numerose e grandi e dopo
avere perso sia la capacità di parlare sia quella di sentire. Anche lui si è comportato male nei miei
confronti come se lui fosse in collera con me, perché lui si era affidato a me in Bitinia e quando
aveva qualche paura, faceva ricorso a me. Bisogna trascurare le offese di Aitherios ai miei discorsi,
e con queste offese lui cercava il favore di un uomo molto ricco, che non aveva figli. 1,161. Ma
Aitherios è stato colui che mi ha messo in mezzo a numerosi aurighi, in mezzo a molti allevatori di
cavalli, i quali avevano la funzione di spalancare le porte ai carri; Aitherios picchiava alcuni di
costoro, e minacciava altri dicendo che lui li avrebbe bruciati, e ha fatto frustare i fianchi di un
auriga anziano, e per il quale il popolo aveva gridato molto, per me è stata una fatica non piccola il
non vedere il sangue. E Aitherios aveva fatto queste azioni per un motivo insignificante, a causa di
un uomo folle e che aveva mostrato la sua follia anche nei suoi comportamenti durante il processo.
1,162. Aitherios era anche colui che aveva esortato a fare delle denunce contro di me pensando che
avrebbe trovato in me la prova dell'accusa di magia a Philumenos; e questa era la prova della mia
colpevolezza, io lo avevo esortato a non fare delle calunnie e ad allontanarsi da queste vicende. E
questo è stato il motivo per cui io sono stato citato da lui. Ad Aitherios non sembrava che fosse una
cosa strana il fatto che io andassi in tribunale e ci stessi per accuse così stolte. E io sono andato via
provando compassione per quel giudice, che riteneva di fare il giudice, ma era così lontano dalla
capacità di ragionare, e molti dei miei amici sono accorsi vicino a me e ognuno di loro faceva una
considerazione diversa per consolarmi. Ma io ho fatto sapere a loro che non avevo bisogno delle
loro riflessioni. Ed era così perché io non mi sentivo ferito. 1,163. Fidelios era un concittadino di
Festos, ed era un uomo rozzo, lui aveva avuto l'incarico di curatore delle ricchezze dell'imperatore,
la sua amicizia con Eubulos aveva le stesse ragioni dell'amicizia di Eubulos con Festos. Dunque
Eubulos ha potuto convincere Fidelios con numerosi regali e bevute a muoversi contro di me e ha
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tramato per ottenere una punizione di un mio discorso.Questo discorso era l'encomio di quel famoso
usurpatore, secondo lui questo discorso era stato scritto, ma si trovava presso di me, che ne ero
l'autore. È stata una cosa facilissima per lui prenderlo mediante i suoi collaboratori. 1,164. Dunque
Fidelios ha ritenuto che sarebbe stata una cosa migliore prendere come compagno per questa attività
un comandante militare, che era stato molto importante al tempo di Iulianos, e che era molto
importante anche al tempo di Bales ed era temibile per i suoi nemici, onorava sia la sapienza, sia la
retorica, non era privo di capacità oratoria nei suoi incontri con gli uomini sapienti; infatti lui aveva
questa capacità per la sua indole naturale.1,165. Quest'uomo, di nome Lupikinos, non mi aveva mai
visto, ma forse aveva saputo qualche notizia riguardo a me per la mia fama e ha detto a quell'uomo:
“amico mio, taci, e queste cose devono rimanere tra noi”. Lupikinos mi ha mandato a chiamare, ha
ritenuto che io fossi un suo amico, e mi ha detto che, se io avessi avuto bisogno di qualche cosa lui
me l'avrebbe data, e ha esortato quelli che deridevano i templi e che erano eredi del dio celeste, ad
abbandonare quelle cose per le quali si vantavano, e li ha esortati a guardare alle mie azioni e a
imitarle. La divinità ha dato alcune scosse simili a queste, ma non ha fatto tranquillizzare altre che
erano simili a queste, non perché io avessi composto un tale discorso, ma perché Fidelios, dopo
avere sbagliato nella sua prima prova, poteva continuare a fare complotti, fino a quando lui non
avrebbe raggiunto il suo risultato. 1,166. Io ho potuto ricompensare Lupikinos perché lui non si è
fatto ingannare; infatti a lui è avvenuto di essere console e ciò gli è stato concesso da colui che
aveva questo potere, e da me < lacuna nel testo greco> Archelaos. E io sono stato onorato da
Archelaos in non pochi altri modi, e lui riteneva necessario venire da me, per parlarmi ed essere
autore di quell'onore, e non c'era colui che lui imitava, ma io che avevo percepito questa cosa, l'ho
anticipato e gli ho chiesto una cosa, che Archelaos senior restasse dove era, ma ritenevo necessario
che Archelaos iunior venisse da me. 1,167. Alcuni uomini che in precedenza non avevano nessuna
importanza, ma avevano ottenuto la loro forza dall'uccisione di Iulianos, avevano riempito Protasios
di discorsi contro di me. Essi hanno spaventato Protasios, dicendo che lui avrebbe gestito il suo
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incarico nel modo peggiore se non mi avesse spinto fuori dalle porte , ed essi hanno unito al
magistrato uno di quelli che proveniva dal loro gruppo, affinché lo accompagnasse nel suo viaggio e
mantenesse sempre viva in lui la sua paura. Dunque Protasios è venuto con l'intenzione di diminuire
la mia influenza, ma quando è arrivato è stato tormentato da una malattia, ed essa è diventata più
grave per il viaggio. E Protasios è arrivato alla sua residenza di notte, e non ha fatto nessuno di
quegli atti che sono consueti, perché il suo essere malato non permetteva ciò. 1,168. Molte persone
andavano da lui, e io ero rimasto l'unico a non andare da lui, Protasios ha detto a Zenon, al quale lui
si rivolgeva molto spesso, che le parole contro di me erano state dimostrate dai fatti. Infatti si diceva
di me che io dessi fastidio ai potenti, e io non ero mai andato da lui. Zenon ha detto che certamente
si aspettava questi comportamenti; infatti io non andavo presso quegli uomini potenti più di quanto
avvenisse la cosa opposta; e Zenon ha detto che io concedevo quel beneficio a quelli che mi
volevano bene, ma ignoravo quelli che non mi volevano bene. Protasios ha ascoltato queste parole,
e chiaramente lui mi avrebbe causato un danno, ma la morte non gli ha permesso di fare ciò. 1,169.
Il magistrato che è venuto dopo Protasios era come lui nei suoi atteggiamenti verso di me, lui stava
insieme a dei pessimi individui, e ha reso inaccessibile la sua dimora a quelle persone dalle quali
avrebbe potuto imparare qualcosa. Lui credeva di danneggiarmi, invece io ho tratto un vantaggio da
lui. Lui si aspettava da me un invito ai miei discorsi, ma io ospitavo altri individui e gli ho
dimostrato che non avevo molto bisogno di lui. Lui ha provato dolore nel suo cuore per queste cose,
e lo ha mostrato con una sua accusa a due studenti; ed era necessario per questi due giovani, se loro
avessero fatto qualcosa di male, lui li avrebbe puniti, ma lui ha fatto una retata arrestando molti
insegnanti e non ha accusato tutti costoro, ma cercava di nascondere le sue azioni contro di me,
come se esse fossero fatte contro tutto il gruppo degli insegnanti. 1,170. E quei due studenti sono
stati spogliati e sollevati per le frustate, un uomo di nome Olympios era seduto vicino a loro. Io non
lo conoscevo, ma la legge non è stata rispettata da lui. Olympios in un certo qual modo è stato così
intelligente, al punto che per le sue grida, gli è stato impedito di frustare gli studenti. E il magistrato
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ha ritenuto che quel comportamento insolente fosse una forma di saggezza e lo ha chiamato così, ha
preso le armi contro il comandante militare, è stato costretto a riconoscere la sua colpa, è stato
degradato, è rimasto in basso e questa è stata la fine del suo incarico. 1,171. Ma io ritorno a Bales; il
fatto che lui non abbia condannato a morte, oltre all'usurpatore Prokopios anche gli amici
dell'usurpatore Prokopios, ha dimostrato che lui era bravo, perché anche la morte di Andronikos,che
era mio amico,è stata opera di Hierios,di quella volpe, più che di Bales, che è stato ingannato. Bales
riteneva che avrebbe acquisito la propria sicurezza per mezzo della propria clemenza, ma ha trovato
un altro agguato, Fidustios e quelli che quest'ultimo aveva fatto ribellare contro il suo potere
imperiale, e l'imperatore Bales all'inizio ha preso provvedimenti contro questi uomini, che facevano
delle azioni ingiuste, ma sono stati puniti in aggiunta anche alcuni che non avevano mai avuto un
simile comportamento malvagio. Ogni indovino era un nemico per Bales e lui riteneva che fosse un
suo nemico chiunque facesse ricorso a questa tecnica e chiunque volesse ricevere delle informazioni
su qualcuna delle sue vicende private grazie alle divinità; infatti a Bales sembrava difficile che, se ci
fosse stato un indovino, lui non sarebbe stato utilizzato da chiunque anche per avere delle
informazioni riguardo a degli argomenti più importanti. 1,172. I calunniatori che avevano ricevuto
l'impulso di Bales, hanno sconvolto tutte le cose e hanno attaccato tutte le persone. Bales ha avuto
un'idea, che era stata prodotta dalla sua ostilità, cioè che certamente io sarei caduto in qualche
accusa a causa di uno di quelli che erano sottoposti alla tortura. Si dice che lo stesso Bales abbia
sentito dire che io non avevo preso parte a questa congiura. 1,173. E io sono riconoscente all'arte
divinatoria, la quale ha messo la mia testa in condizioni di salute migliori e mi ha spiegato cosa
dovevo fare e cosa non dovevo fare, e io stavo per subire il taglio della testa, ma il salvarsi in questo
modo sarebbe stato più pericoloso del morire, come qualcuno ha attaccato Adelphios che riteneva
che l'amicizia fosse una cosa divina, ma non ha potuto resistere a quelle sofferenze, ha ammesso
anche questa colpa e si è vergognato di ammetterla. 1,174. Adelphios ci chiedeva di pregare la Sorte
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affinché lui morisse, e tali morti improvvise avvengono a molti uomini. Tutti gli altri hanno chiesto
questa cosa con una preghiera,ma a me l'attesa di eventi terribili sembrava essere un male minore di
una simile preghiera. Pertanto io piangevo in silenzio. Adelphios, dopo avere fatto il bagno e dopo
avere cenato, ha ricevuto nello stesso tempo il sonno e la morte, cosicché all'alba noi siamo andati
al suo funerale, mentre alcune persone provenivano dal palazzo imperiale per mettere in carcere
Adelphios. Lui è sfuggito a quegli uomini con una velocità alata. 1,175. Dunque le lettere erano
come delle scintille, alcune di esse sono state mandate da me ad altre persone, altre lettere sono
arrivate a me, mandate da altre persone e in esse non c'era niente di male, ma potevano esserci degli
appigli per i calunniatori, la Sorte ha eliminato questi pericoli in un modo molto agevole, cosicché
tra innumerevoli lettere non ce n'è stata nemmeno una mia. 1,176. È merito di quella dea anche la
gran parte della vicenda che riguarda Pergamios, il quale mi ha fatto un'accusa, era una menzogna, e
lui credeva di essere stato vittima di un torto da parte mia. Pergamios si è convinto di questa cosa,
era ostile nei miei confronti. Se lui non fosse stato lì, avrebbe detto qualcuna di quelle cose che mi
avrebbero causato un danno. E bisogna ritenere che anche il silenzio di Auxentios su di me riguardo
a queste cose sia stato un dono della Sorte, perché lui riteneva giusto non sapere niente di più di
quello che sapevo io, ma ha tenuto segreta almeno questa cosa. 1,177. Ll'imperatore Bales, come un
cacciatore che manca la sua preda, si è adirato terribilmente, poi io ho avuto qualche pericolo a
causa della malvagità di un padrone e del dolore di uno schiavo. Quello schiavo era un copista, e il
padrone era un augure. Una volta io ho chiesto a costui tramite alcune lettere delle informazioni su
un farmaco, e io non nominavo gli dei, ma per sicurezza io menzionavo alcuni medici. L'augure non
ha bruciato queste lettere, e lo schiavo dopo essersi impadronito delle lettere le aveva conservate,
affinché, se qualche evento terribile fosse avvenuto in seguito, lui potesse salvarsi grazie a quelle
lettere.1,178. Dunque lo schiavo ha danneggiato il suo padrone e lo ha accusato per i suoi presagi
tratti degli uccelli, e lo schiavo aveva fiducia nelle sue lettere; infatti il giudice avrebbe capito ciò
che significavano i medici; e l''imperatore avrebbe gridato contro colui che fosse caduto nella sua
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rete e lo avrebbe incalzato immediatamente. Da parte di molte persone sono giunte numerose
esortazioni allo schiavo a non comportarsi male nei confronti del suo benefattore, ma i rimproveri,
le collere, e i biasimi con i quali io tentavo di trattenere il padrone dello schiavo, mi avevano reso
un suo benefattore, e lo schiavo non ignorava queste cose, ma diceva che non le considerava
importanti, e riteneva che se avesse ceduto le lettere lui avrebbe rovinato anche se stesso. Ma dopo
che quei numerosi consigli sono passati e sono stati inefficaci, la divinità ha convinto quell'uomo di
quelle cose di cui nessuno dei retori lo aveva convinto e lui, dopo avere mandato delle lettere, è
andato avanti nell'azione ed è stato sconfitto dopo essere stato privato dei suoi elementi forti. 1,179.
E le difficoltà si sono risolte su quella pira funebre di Bales quando la Tracia ha chiamato a sé
l'imperatore, perché gli Sciti stavano devastando tutte le terre tranne le mura, c'è stata quella grande
battaglia, c'è stata una grande strage ed in essa è morto l'imperatore e lui è incorso in quel massacro
e ha fatto un attacco con un coraggio superiore alla sua capacità, è arrivato il prefetto dei Romani ed
è apparso in quel luogo nella sua veste di prefetto, e riteneva che in questo modo lui avrebbe fatto
le azioni che sarebbero piaciute ai Romani. 1,180. Quasi tutti componevano discorsi, e tutti questi
discorsi avevano un unico argomento, la clemenza di Bales.Tutti gli altri discorsi erano già stati
pronunciati, il poeta Andronikos diceva sempre che avrebbe parlato dopo ed è andato via senza
avere detto niente. L'occasione mi chiamava ad uscire allo scoperto. E il prefetto premeva affinché
il mio discorso fosse pronunciato nel luogo in cui lui alloggiava di fronte a pochi ascoltatori, io
volevo che il discorso fosse pronunciato nella sala del Consiglio, piena di molte persone. Il prefetto
avrebbe accettato questa cosa, ma c'è stato qualcosa che l'ha impedita, e la mia fatica era stata, a
quanto pareva, un danno per me. 1,181. Dunque immediatamente ci sono state molte grida e molta
tristezza, e quella situazione è stata attribuita alla mia sorte molto ostile, ma poco dopo è stata
lodata la divinità che ha salvato me, autore di quel discorso, dalla guerra di una città grandissima.
Infatti l'elogiatore aveva l'obbligo di dire queste parole, e avrebbe dovuto mantenere un tono
adeguato al suo discorso, ma avrebbe reso nemica di lui stesso una città che non avrebbe sopportato
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facilmente le sue parole. Così ciò che sembrava essere un male è diventato un bene. 1,182. Tuttavia
io non dirò che sia un bene questa cosa, che sembra un male e lo è,ed è il più grande dei mali.
Quattro uomini delle famiglie più importanti, che erano famosi nelle scuole, che erano famosi per i
loro incarichi pubblici, e dai quali ci si aspettava che loro sarebbero diventati ancora più famosi,
questi quattro uomini in altrettanti mesi sono stati sepolti, e l'imperatore, senza saperlo, ha mandato
degli incarichi a loro che erano morti. 1,183. Quando io piangevo ancora questi uomini, mi è
accaduto l'incidente al mio piede destro; quale città di quelle che sono sulla terraferma o sulle isole
non ne ha sentito parlare? Io dopo avere fatto il bagno sono andato a cenare, quando cercavo di
mettere fine a una rissa, mi sono trovato tra le mani di un uomo che era impazzito e sono caduto per
terra. E il mio cavallo, essendo circondato da una folla di persone, è stato costretto a calpestarmi e
con il suo zoccolo ha tolto al mio piede la sua pelle. Una corrente abbondante di sangue ne è seguita
e si è riversata in un modo simile su tutto l'arto, cosicché non c'era nessuno tra i presenti che non
credeva che io sarei morto subito, e io ero già morto secondo quelli che non si trovavano là. 1,184.
E questo fatto è avvenuto tra due morti, quella di uno schiavo e quella di un uomo, quest'uomo
aveva tenuto insieme il mio gruppo di studenti con il suo servizio e con le sue fatiche, e questo
schiavo mi ha liberato dalla mia fatica con la sua forza e mi ha indotto a faticare di nuovo. Ci sono
stati i giochi olimpici in onore di Zeus Olimpio, il discorso che io avevo composto per la festa
pubblica è rimasto inutilizzato, ma altri disturbi e anche l'insonnia mi hanno logorato. 1,185. Io so
di essere passato attraverso questa estate che è stata amara fino a questo punto. Per me è stato duro
anche il periodo successivo a questo. Infatti un altro schiavo, che insieme all'altro schiavo aveva
alleviato il mio dolore, e dopo lo schiavo precedente quello successivo ne ha ereditato il ruolo, è
andato in campagna per sposarsi, e in campagna un caldo insopportabile e dell'acqua cattiva hanno
contribuito a causare la sua malattia, e lui dopo essere tornato è morto. Dopo questi eventi gli dei mi
hanno sentito spesso mentre io gridavo “Oh dei!”. 1,186. Io ho elogiato la Sorte, la quale ha fatto in
modo che Karterios e quelli che si erano rifugiati presso di lui fossero ridicoli. Infatti Karterios
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voleva collocare qui ad Antiochia come insegnante Gherontios che era pessimo, con una decisione
dell'imperatore, e dopo avere ripreso Gherontios era andato in Tracia, sperando che lui sarebbe
diventato importante alla corte imperiale, ma è stata dimostrata in molti modi la stoltezza di
quest'uomo, che non ha indugiato a offendere persone che erano onorate dall'imperatore, Karterios è
stato cacciato, si è imbarcato su una nave e andando con la nave in Italia ha rivelato il suo stesso
soldi fino a quando ha avuto successo, ma alla fine lui è fuggito dai rivali del danzatore, che non gli
hanno dato un compenso, lui è andato a Seleucia e da lì è venuto qui ad Antiochia, per paura di
tornare nella sua città natale che gli aveva vietato l'accesso con alcuni decreti, e per necessità ha
fatto una supplica a me, l'insegnante di retorica che lui aveva danneggiato. 1,188. Allora si è detto
che la Sorte ha a cuore me e i miei amici. Ma la Sorte ha portato nella festa un lutto, e nessun lutto
altrettanto grande c'era stato in precedenza, la morte di Eusebios; lui era la principale delle mie
glorie, cosicché dopo che lui è morto, la terra ha pianto e le isole hanno pianto; infatti era arrivata
ovunque la fama dei suoi comportamenti e dei suoi discorsi e si pensava che nessuno simile a lui
sarebbe mai stato visto sotto il raggio del dio. 1,189.E io,forse non in modo non brutto,ho composto
un discorso per Eusebios, dopo la sua morte, in modo che fosse possibile a coloro che sarebbero
vissuti dopo sapere qual era il modo di essere di costui. Comunque Eumolpios conosce bene la
misura del mio dolore,e lui mi ha seguito e ha riportato in buona salute la mia mente che era fuori di
sé e delirava, e lui mi ha detto quanto è grave per un uomo la sventura che consiste nel delirare.
1,190. La Sorte forse potrebbe domandare: “che significa ciò? Gli eventi che riguardano Sabinos
non sono forse andati bene?”. Certamente sì. Lui era sempre stato un malvagio e avrebbe fatto
qualsiasi cosa per denaro, lui avrebbe preso molto volentieri dall'imperatore un permesso per
accumulare ricchezza tratta dalle tombe. Lui ha ingannato molte persone e inizialmente ha avuto
una reputazione molto buona, cosicché c'erano alcune persone che andavano in giro parlando molto
bene di lui. 1,191. Ma di certo Sabinos non era buono e la sua capacità era danneggiare chi si era
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fidato di lui, alcune volte con un sotterfugio, altre volte con impudenza, cosicché lui prendeva
qualcosa in pubblico di fronte a innumerevoli sguardi, dicendo che l'avrebbe restituita, poi lui
negava di avere preso questa cosa e andava da un giudice,mentre quelli che conoscevano tutti questi
fatti si meravigliavano, lui non sapeva cosa dire, non poteva prevalere contro ciò che era giusto,
fingeva di svenire, andava via dicendo che sarebbe tornato subito al processo, saliva a cavallo, stava
bene, e andava via, e quando raggiungeva le scale di casa sua, schierava i suoi schiavi contro gli
attacchi. 1,192. E tuttavia alcuni adulavano Sabinos,sia perché loro erano degli adulatori, sia perché
loro facevano degli inganni, Sabinos si è rivolto a quegli stessi uomini, e anche in questo ha seguito
la sua indole naturale, dunque anche questi individui ammettevano che Sabinos era il più iniquo
degli uomini, e adesso questa cosa è detta da ogni lingua, cioè che anche un malvagio come
Euribatos sarebbe sconfitto da lui. Dunque Sabinos per le colpe delle quali si è macchiato viene
punito più che se lui fosse morto. Infatti per una persona che giudichi in modo corretto vivere nella
vergogna è più terribile che il non essere in vita. Ma non si potrebbe dire questa cosa a Sabinos.
1,193. Certamente anche questo fatto è una punizione. Ieri è arrivato un agens in rebus portando
alcune lettere dell'imperatore, che erano state scritte da una giusta collera e con quelle lettere
Sabinos è stato punito ed era scritto che lui doveva pagare una cifra doppia, quando una persona ad
Antiochia è venuta a sapere questa notizia ha fatto in modo che molte altre persone la sapessero e la
loro gioia ha dato un compenso all'agens in rebus, perché lui era stato un benefattore. 1,194. Questa
è la punizione con cui una divinità mi consola dopo tante sofferenze. E questa è stata la punizione
per il comportamento di Sabinos con un mio cugino, che era suo genero, e Sabinos lo ha mandato
via dai propri possedimenti, cosicché la cena di mio cugino è stata fatta da lenticchie, e questa
punizione è stata per la morte della moglie di Sabinos in campagna, e a questa morte sono stati
sufficienti una sola notte e un solo giorno. La Sorte sa gli eventi relativi alla testa di quel cadavere,
Sabinos ha nascosto quella testa, e ha tentato di dimostrare che quella testa nascosta era opera mia,
e ha escogitato questo espediente per mezzo di una lettera falsa. E lui credeva che io avrei avuto
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paura e sarei andato a fare un accordo con lui, ma io l'ho affrontato con coraggio, lui si è arrabbiato
e mi ha fatto delle suppliche.1,195. E dunque io devo ringraziare la Sorte per questa cosa e anche
per quell'altra cosa precedente a questa. Infatti quella è avvenuta prima di questa. C'era una legge
ostile al mio figlio illegittimo, che non gli permetteva di ereditare, e abrogava una legge antica che
gli permetteva di essere mio erede. Dunque io avevo molti miei amici che erano giusti e avrebbero
dato a mio figlio quei beni che loro avrebbero ricevuto, ma non era facile evitare quelli che
avrebbero attaccato le azioni fatte in questo modo e avrebbero accusato le modalità di quel
possesso, perché violava la legge. 1,196. Il nostro consiglio cittadino si è rivolto all'ottimo
imperatore per questa vicenda, e alcuni amici dell'imperatore hanno chiesto questa cosa, hanno
elogiato questo favore, il governatore ha dato il suo assenso, e la legalità della mia donazione è stata
sostenuta, la legge che mi causava grande dolore è stata eliminata, e i miei beni potranno andare
liberamente a mio figlio e restare presso di lui in modo sicuro. Come potrebbe non essere felice chi
lascia la propria vita e va nell'Ade essendo sicuro di queste cose? 1,197. Dunque mentre io passavo
il mio tempo nella gioia che provavo in seguito a questi fatti è arrivato uno spirito contrario che ha
scacciato la mia gioia, mi ha dato una ferita, e non c'era mai stata prima una ferita simile. Io avevo
un fratello più giovane, dopo che quello più anziano era morto, e io ero il fratello intermedio tra i
due. Questo mio fratello più giovane viveva con me, prima del mio allontanamento, e quando io mi
trovavo in Bitinia, lui è venuto da me viaggiando a cavallo e ha ritenuto che fosse una cosa molto
importante per lui vedere gli alunni che erano gestiti da me. 1,198. Poi lui è tornato a casa, e io sono
stato costretto dall'imperatore a tornare in quella città dalla quale ero partito; anche lì è apparso mio
fratello, e con il passare del tempo, con molti discorsi e con molte esortazioni lui mi ha fatto
trasferire, mi ha riportato a casa ed è stato con me. E quando lui aveva male alle articolazioni, per
me erano amari i cibi della tavola. 1,199. Questo mio fratello una volta cenava insieme a me, e
l'inverno era già cominciato, è stato colpito in mezzo alla testa da una perdita di liquido, ha gridato
come era normale che gridasse, è stato portato dalle mani degli schiavi in una camera, e il giorno
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dopo qualcuno è venuto a dirmi che uno degli occhi di mio fratello era rovinato a causa del liquido
che era sceso in esso e che proveniva dalla testa, e poi, non molti giorni dopo, ho sentito dire che
anche l'occhio destro di mio fratello era stato sommerso.1,200.E tutti quegli avvenimenti precedenti
che mi erano sembrati terribili si sono rivelati come insignificanti e lievi rispetto a questo, e nessuna
delle azioni che io facevo era fatta senza lacrime, e anche quando io pronunciavo i miei discorsi in
pubblico, e io ero obbligato a farlo, le lacrime scorrevano insieme alla mia voce, e nessuno si
meravigliava e infatti non c'era nessuno che non sapesse quale fosse il motivo per il quale queste
cose avvenivano. Io versavo delle lacrime anche nel bagno, e il bagno mi era stato prescritto dai
medici, io versavo delle lacrime anche durante la cena; perché io ero privato di mio fratello, che in
precedenza cenava con me ed era insieme a me sul triclinio, e lui era consegnato dall'oscurità del
giorno a un'altra notte. 1,201. Per mio fratello io ho fatto ricorso a molti medici, a innumerevoli
farmaci, a incantesimi ancora più numerosi. Poi io ho deciso di lasciare perdere gli altri impegni, e
di fare ricorso agli altari, alle preghiere, e alla forza degli dei; e io sono andato là e ho pianto, e ho
fatto questo in silenzio, infatti non potevo né vedere le immagini degli dei, né dire loro nemmeno
una parola, io ho abbracciavo le ginocchia delle statue con le mani, chinavo la mia testa sulle statue,
bagnavo il mio mantello con le mie lacrime, e andavo via. Per me non era sopportabile né vedere
mio fratello, né il non vederlo, e questa mia reazione era causata a volte dal rimpianto che provavo
per mio fratello quando non lo vedevo, a volte dalla sua visione. 1,202. E una volta, era un
pomeriggio, io avevo dei libri vicino a me e mi sedeva accanto un anziano medico, io gli ho chiesto
una cosa che sapevo, cioè se mio fratello fosse diventato cieco, e io ho perso i sensi, e non potevo
riconoscere nemmeno quelle cose che sapevo fino a quel momento, non sapevo dove mi trovavo, né
che cosa avevo detto, né che cosa dovevo fare e che cosa non dovevo fare. 1,203. Quell'anziano
medico ha cercato di farmi ritornare in me, ha cercato di fare in modo che io tornassi di nuovo ad
una buona salute, lui mi ha esortato ad aggiungere qualcosa a quel discorso che stavo componendo,
io ho preso un quaderno, ho cominciato a scrivere, ma non sapevo più il mio argomento e io non
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sono stato capace di spiegare a me stesso tramite nessuna delle cose che io avevo scritto quale mai
fosse la cosa che il mio discorso voleva dire, io ho gettato via gli appunti, ho detto a quel medico
che io ero finito, mi sono steso, mi sono sentito meglio, e non mi sono vergognato di essere
impazzito in seguito a simili eventi. 1,204. Infatti io ero colpito da innumerevoli mali e non so quale
male potrebbe essere confrontato a questo, non so se potrei trovarne uno più grande o uno uguale.
Dunque io accusavo anche gli dei perché non mi era arrivata la morte invece della condizione
presente. Infatti neppure tra le cose buone che mi erano avvenute poteva essercene una equivalente
a quella. Infatti quale declamazione avrebbe potuto esserlo? Quali lodi avrebbero potuto esserlo?
Quale applauso? Quali onori dati dagli imperatori? Infatti io non avevo ricchezze, e anche se la mia
ricchezza avesse superato quella di Ghyghes sarebbe stata insufficiente per il mio dolore. 1,205.
Tuttavia anche in quei giorni di dolore grazie a questa mia azione io ho dato l'impressione di essere
ammirato e al contempo felice. La terra aveva avuto un inverno non buono, e la stagione successiva
a quell'inverno non è stata migliore di esso. Alcuni prodotti della terra non crescevano, altri erano in
una quantità scarsissima,e neppure questi erano sani,il popolo ha fatto un tumulto contro il consiglio
cittadino senza nessun motivo giusto, infatti le piogge non dipendevano dal consiglio cittadino, i
magistrati cercavano di ottenere il grano in ogni luogo, ma i prezzi del grano salivano sempre di
più. 1,206. Phylagrios,che era un uomo famosissimo, aveva raggiunto un incarico molto importante,
non poteva rendere migliori queste situazioni, ma avrebbe voluto che esse non diventassero ancora
peggiori, ha esortato l'associazione dei fornai ad essere più equa, ma ha ritenuto che non fosse
necessario applicare provvedimenti coercitivi, perché temeva che la fuga dei fornai si sarebbe
aggravata, e da questo avvenimento la città sarebbe stata immediatamente sommersa, come una
nave dopo che i suoi marinai l'hanno abbandonata. 1,207. Allora quegli uomini empi che sono
invidiosi di coloro che hanno potere, hanno visto il governatore Phylagrios che era ritenuto simile a
un dio, lo hanno accusato, dicendo che la sapienza che aveva mostrato in quella vicenda non era
sapienza, ma c'era stata una corruzione che doveva suscitare una collera. Dunque io ho deriso
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questo comportamento e pensavo che anche Phylagrios dovesse fare la stessa cosa. Lui all'inizio ha
fatto così, ma quando ha visto che l'inganno si diffondeva, ha provato dolore, ha fatto ricorso alle
fruste, dove c'erano moltissime persone che potevano vedere quella cosa. 1,208. Phylagrios si è
seduto nel suo carro e mentre dava delle percosse domandava per quale persona e per quale
compenso quelle persone fossero costrette a comportarsi così per avere del pane.Le persone presenti
non potevano dire niente, lui era arrivato alla settima vittima, e io, che non sapevo niente di questa
vicenda, mi sono avvicinato quando stavo facendo i miei soliti giri, ho sentito il rumore delle
percosse che piacciono al popolo, e il popolo aspetta a bocca aperta il sangue e le schiene
insanguinate, io ho guardato e ho visto una cosa dolorosa e non sopportabile per il mio sguardo, ma
questo non mi ha fatto indugiare; e subito io con le mie mani ho tagliato la folla biasimandola in
silenzio e sono andato fino alla ruota della tortura, e là io ho parlato dicendo molte parole, non sono
rimasto in silenzio e ho toccato due punti, ho detto che quelle persone erano sottoposte a quelle
torture in modo ingiusto, e che se Phylagrios non avesse messo fine alla sua collera avrebbe visto un
giorno successivo che non sarebbe stato come lui voleva che fosse. 1,209. Queste parole sono state
giuste e utili, sia a quel magistrato, sia alla città, ma comportavano la morte di colui che le aveva
pronunciate, come sosteneva l'opinione comune delle persone presenti, perché queste parole erano
in conflitto con la volontà della folla. E infatti non poche persone avevano delle pietre nelle mani
per usarle se qualcuno avesse chiesto un perdono; è stato un prodigio il fatto che queste pietre non
siano volate contro di me dopo le mie prime parole. 1,210. In seguito un altro prodigio è stato il
fatto che quegli uomini, che erano stati così tranquilli, non abbiano parlato a loro favore. Questa
cosa non è stata opera di nessuno degli esseri umani, ma di una divinità e della Sorte, dalle quali
viene calmata la furia del mare. Per questo motivo io sono stato chiamato benefattore di quelli che
non sono stati torturati, del magistrato che è sfuggito alle corde, degli abitanti della città perché non
hanno patito la fame, del corpo della città, perché essa non è stata bruciata. 1,211. E quelli che
hanno sofferto per questi eventi hanno pianto. E questo non è stato il loro unico male, ma ci sono
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stati innumerevoli altri eventi che hanno avuto un grande onore per me, e il magistrato ha anche
protestato contro la legge, che non gli consentiva di andare a casa mia; e un uomo originario
dell'Epiro aveva fatto questa cosa molto spesso, e ancora più spesso l'aveva fatta un uomo
proveniente da Cirro; il nome di quest'ultimo era Pelaghios, e Markellinos era il nome del primo. Io
so che in questo tempo ho fatto del bene in modo grandissimo alle persone, e quelli che avevano
bisogno di aiuto venivano da me, perché io guarivo le loro ferite grazie all'influenza che io avevo
sui detentori del potere. 1,212. Quando io ricordo Proklos, ricordo una tempesta, una bufera, delle
percosse, e del sangue. Tuttavia c'è stato qualcosa di buono per me in questa situazione; io mi sono
indignato per queste azioni che lui faceva, e ho fatto vedere questa mia reazione, infatti io non
andavo da Proklos, e facevo così come non pochi di quelli che erano stati nello stesso incarico.
Dunque io ho ricevuto un onore dal mio odio nei confronti di quell'uomo e dall'odio di quell'uomo
per me, e il mio odio era manifesto, mentre il suo odio voleva nascondersi, ma non poteva. 1,213.
Ed è successo che è morto quel mio fratello, per il quale io ho pianto come se egli fosse stato un
uomo giovane e privato della sua felicità, e io non sopportavo quelli che mi portavano come una
consolazione la sorte toccata agli occhi di mio fratello. 1,214. Un'altra sventura è stata un terremoto
che ha colpito la mia attività professionale, è stato l'allontanamento dalla lingua dei Greci e la
navigazione verso l'Italia di quegli studenti che cercavano di parlare latino come gli abitanti di
quella terra; si diceva che lo studio del latino era più importante dello studio del greco, e lo studio
del latino dava incarichi di potere e ricchezze, mentre lo studio del greco non dava niente più di se
stesso. Io non ho obbedito alle esortazioni secondo le quali io dovevo lasciare il mio posto, ma io
non ignoravo a quale difficoltà fosse arrivata la situazione, tuttavia io ritenevo giusto mantenermi
fedele alla mia professione, io non avrei abbandonato da sola neppure mia madre, se lei fosse stata
in disgrazia, e questa attività meritava un rispetto non minore. 1,215. Anche in quel tempo di
sventura alcuni insegnanti di retorica sono stati educati da me, e molti di costoro si sono diffusi e
hanno raggiunto l'Asia, uno di loro ha raggiunto l'estremità dell'Europa, nella quale è stata fondata
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la grande città di Constantinopoli che domina sul Bosforo. 1,216. E anche ciò che dirò sarà una
dimostrazione dell'aiuto degli dei. Io sono uscito dalla sala del consiglio dopo le mie consuete
fatiche, andavo su un piccolo cavallo e quando io sono andato alla porta nuova mi è venuto incontro
un carro di muli che giravano per fare inversione, e il mio cavallo, vedendo il carro, ha temuto che
sarebbe stato troppo piccolo lo spazio che ci sarebbe stato tra i loro musi, e non era possibile per il
cavallo tornare indietro a causa della strettezza della via, né andare avanti per la sua paura. Dunque
la cosa che restava da fare al cavallo era di andare giù di schiena e tenermi supino sotto il suo dorso,
e se il mio corpo fosse stato steso in questo modo, la mia testa sarebbe caduta lontana dal cavallo, si
sarebbe rotta sulle pietre che erano tra le colonne, facendo uscire il mio cervello. 1,217. Dunque c'è
stato il grido dei mulattieri e di quelli che erano nella sala del consiglio, alcuni gridavano che quella
sventura non era dovuta alla loro volontà, e altri si esortavano a vicenda a portare aiuto, e mentre
loro da dietro con le mani tenevano gli zoccoli del cavallo lontano da me, il cavallo in modo
contrario alla sua natura ha tenuto le zampe in alto ed è rimasto tranquillo anche se tremava.Bisogna
ritenere che entrambe questi comportamenti siano stati propri della divinità, sia il comportamento
degli esseri umani, sia quello del cavallo. 1,218. Quando è cominciato l'inverno ci sono stati molti
messaggi da molte parti ed essi mi rivelavano le morti dei miei amici, e il funerale di un giovane
nella nostra città di Antiochia ha causato un dolore tanto grande come quello di un padre a molti, sia
dei concittadini, sia degli stranieri per l'eccellenza di colui che era morto, e per la bontà della sua
famiglia nei confronti di tutti quelli che si trovavano in condizioni di indigenza. 1,219. Quando il
giovane era ancora malato è arrivato il comandante militare Richomeres, un uomo favorevole ai
templi e agli dei, e lui mi voleva bene anche prima di vedermi, e quando lui è venuto a sapere della
mia presenza mi ha visto, ha abbandonato tutti gli altri suoi impegni, si è dedicato a me, voleva
essere mio amico, e lui ha detto che se avesse ottenuto questa amicizia, avrebbe ritenuto di avere
ottenuto la cosa più grande in assoluto. Tra noi c'è stata un'amicizia che è stata fastidiosa per quelli
che non mi volevano bene, Richomeres è andato dall'imperatore, e stava per essere nominato tra i
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consoli, mi ha invitato con due lettere, una mandata da lui, anche se altre persone l'avevano scritta,
un'altra dell'imperatore, e questa cosa non era mai avvenuta prima. 1,220. Richomeres ha avuto
anche un mio discorso che ho voluto scrivere per lodarlo, io non so se questo discorso avesse
qualcosa in più di quelli che erano stati fatti da altre persone, ma io ho onorato il comandante
militare con i mezzi che avevo a disposizione. Si dice anche che il nostro ottimo imperatore ha
chiesto a Richomeres quale delle cose di Antiochia gli fosse piaciuta di più, e Richomeres ha detto
che era stato il mio discorso, e ciò ha fatto in modo che l'imperatore, che già mi voleva bene, mi
apprezzava,mi apprezzasse ancora di più, e l'imperatore ha detto che voleva venire qui ad Antiochia,
grazie a me.1,221. Ciò che ho detto su questo argomento è sufficiente. Ma se dipende dalla Sorte
l'ottenere ciò che si è chiesto con una preghiera, io avevo pregato che Proklos cessasse dal suo
incarico, che aveva dimostrato di essere una tirannide. E non ho fatto invano questa preghiera, ma
gli dei mi hanno concesso questa cosa, e hanno aggiunto anche una certa sconvenienza per lui.
Infatti Proklos è fuggito, ed è scappato lontano; e lui era consapevole delle sue colpe. 1,222. E Zeus
ha tenuto la sua festa lontana dagli occhi di Proklos. E Proklos aveva contaminato l'alloro di Zeus
con una grande strage e con molto sangue. E a me sembrava che le anime di quelli che erano morti
morderlo. Non è stato possibile per me partecipare a quei Giochi Olimpici, io ho composto un
discorso, non l'ho esposto pubblicamente, ma l'ho portato a Zeus e gliel'ho offerto, e insieme al
profumo di storace io ho onorato questo dio. 1,223. Io sono stato vittima di congiure per tutto il
alcuni davo l'impressione di essere amante del pericolo, ma non avevo paura dei fulmini di Proklos;
io credo che gli dei mi abbiano aiutato, e grazie a questi dei, non è avvenuto niente di terribile a me
che ho parlato in modo libero, ho rimproverato alcune delle azioni fatte da lui e ho combattuto
contro di lui con discorsi più numerosi di quelli precedenti, e non ho sprecato nemmeno la più
piccola parte del mio tempo per Proklos,ma altri individui sprecavano il loro tempo, stavano con lui,
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siedevano accanto a lui, lo adulavano, gli chiedevano delle cose, ricevevano delle cose, si
arricchivano; ma io non facevo nessuna di queste cose e io ho potuto comporre i miei discorsi e
portarli ai miei gruppi di ascoltatori. 1,224. Anche se ci sono state molte ambascerie di pace, molte
promesse, non mi hanno fatto cedere, io non sono stato convinto da esse. Dunque io sono stato
lodato, ho dato l'impressione di essere un uomo importante sia nei continenti sia nelle isole, e ho
Proklos. 1,225. La Sorte ha dato a noi al posto di un magistrato malvagio un magistrato buono,
Ikarios,il figlio di quel Theodoros che è morto in un modo non giusto, e mi ha dato salvezza, libertà
e sollievo, e ha dato fastidio soltanto agli addetti alle tombe. Questo magistrato era un allievo delle
Muse, ha avuto il suo incarico come un premio per i suoi componimenti, e a lui era impedito di
pronunciare i suoi discorsi a causa del suo incarico di magistrato, ma voleva approfittarne per
ascoltare coloro che facevano discorsi pubblici, e per i suoi onori a me lui era diventato come un
figlio, cosicché io potevo parlargli anche con rabbia, e pure Theodoros avrebbe fatto questa cosa, se
fosse stato ancora in vita. 1,226. Ikarios ha preso il governo sulla città di Antiochia che era in una
carestia. Le minacce rivolte ai fornai hanno reso questa carestia ancora più grave. Poi alcuni di loro
si sono salvati fuggendo, non c'era pane in nessun luogo, il grano era solo una speranza, e la fame
avrebbe potuto causare una sciagura. Dunque la città non era affatto diversa da una nave in mezzo
alla tempesta, io sono corso dal governatore e anche se con fatica io ho posto fine a una contesa
dannosa. I fornai erano sfiduciati, a loro sembrava impossibile che non fossero arrestati,se si fossero
presentati e tutte le preghiere rivolte a loro sono state deboli tranne la mia preghiera. 1,227. E io ho
detto ai fornai che loro dovevano avere fiducia e dovevano abbandonare il loro timore, questo
discorso è arrivato sulle montagne e nelle valli boscose, prima di sera ognuno di loro era nel proprio
negozio, e all'alba del giorno dopo si è vista una cosa insperata, non c'è stata nessuna corsa per il
pane. E il motivo di ciò era l'abbondanza del pane. Io potrei dire che questa cosa è stata fatta da me
insieme alla Sorte. Perciò io sono stato giudicato più utile alla città di quelli che avevano degli
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incarichi pubblici, infatti loro hanno fatto delle spese per la città dopo che era stata salvata, ma
grazie a me quella città era stata salvata. 1,228. Tuttavia di nuovo una decisione sbagliata ha messo i
picchiare non soltanto i fornai, ma tutta la loro associazione, e c'è stata anche una terza ingiustizia,
il fatto che loro sono stati portati attraverso la città con le schiene nude. Io ho provato dolore per
questi fatti, ma quell'uomo si rallegrava anche per questo stesso motivo, perché io soffrivo. 1,229.
All'inizio ci sono stati alcuni che cercavano di convincere che quelle azioni erano state fatte nel
modo corretto e che, se qualcuno avesse eliminato quell'uomo, avrebbe reso peggiore il mercato.
Dunque quell'uomo aveva l'atteggiamento di chi aveva vinto, lui, e quelli che lodavano le sue azioni
mangiavano, e a noi è accaduto di essere sconfitti e di non avere niente se non uno scoraggiamento.
1,230. Ma alla Sorte, a quanto pare, è sembrato che fosse vergognoso trascurare una simile vittoria e
una simile sconfitta, e la situazione è cambiata senza che io me ne occupassi; infatti quell'uomo era
sempre pieno di vino ed è stato allontanato dal suo incarico per questi suoi comportamenti, e lui è
restato nascosto e quando è stata fatta la corsa di cavalli per Poseidon intorno alla sua casa lui
tremava di paura; era tanto grande l'onda di ragazzi che sono andati contro quella casa, e gli
ordinavano di vomitare quelle cose che lui aveva mangiato in modo ingiusto, e le fiaccole erano
nelle loro mani. E tutti quelli che prima avevano partecipato alla sua insolenza erano umiliati e
quell'uomo che aveva illuso se stesso si puniva strappandosi i capelli che aveva in testa. 1,231. In
quei giorni mi sono arrivate le lettere del prefetto ed esse mi onoravano con elogi numerosi e
grandi; in quelle lettere lui aveva scritto che voleva vedermi, cosicché per quelli che avevano
pubblicato di notte quelle missive che contenevano tante calunnie, e lui non aveva detto da chi
erano state scritte, il messaggio del prefetto era un motivo di dolore. 1,232. Pochi giorni dopo il
discorso che io avevo composto mi è stato chiesto dal comandante militare, e questo favore mi è
stato concesso dalla dea, il fatto che ci fossero coloro che chiedevano tali cose, e quando ho reso
pubblico il mio discorso, ho avuto successo e l'applauso è stato per me una consolazione per la
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morte del mio segretario che con i suoi testi scritti mi ha aiutato nelle mie declamazioni perché i
testi che lui scriveva sentendomi parlare erano molto migliori di quelli che io scrivevo nei miei
sforzi e i testi scritti da lui mi hanno permesso di percorrere il mio discorso con gli occhi. Dopo
questi fatti io ho aiutato gli amici, genitori di alcuni bambini che erano nella mia scuola, ho placato
la collera del governatore, ho fatto uscire qualcuno di prigione, e gli ho consentito di tornare a casa.
1,233. Io non sarei capace di dire quanto è stato grande il dolore che è derivato dalla carestia, e al
contempo dalla pestilenza, e per questi motivi avvenuta la morte di molte persone, e non sarei
capace di dire quanto è stato grande il dolore che si è impadronito della mia mente. Quando la paura
ha costretto i padri a chiamare i propri figli presso di sé, come per salvarli da un incendio, alcuni
degli studenti hanno obbedito ai loro genitori, il mio gruppo di studenti è diventato più piccolo, ma
io mi sono rallegrato per quei miei studenti che si sono salvati andando altrove. Io ho trascorso tutto
questo tempo senza mai ridere supplicando gli dei che essi dessero a noi i frutti della terra e la
salute. E gli dei hanno dato la salute, la pestilenza si è interrotta, adesso possiamo solo sperare i
frutti della terra, e possa la nostra speranza ottenere il suo compimento! 1,234. Ma le attività dei
miei studi in greco adesso sono sconfitte ancora più di prima dagli studi in latino, cosicché io ho
paura anche che questi miei studi in greco siano completamente distrutti, perché una legge potrebbe
avere questo effetto. Dunque hanno prodotto questo effetto non le lettere e la legge, ma l'onore e il
potere di quelli che conoscono la lingua italica, il latino. Ma gli dei che hanno dato questi studi
greci si prenderanno cura della vittoria di questi studi che loro hanno dato, e faranno in modo che
essi recuperino quel potere che avevano un tempo. 1,235. Infatti grazie a questi dei io ho avuto la
mia salvezza molti anni prima, e se io non l'ho detto prima, devo dirlo adesso, e questo discorso non
subirà nessun danno a causa del tempo che è passato. Uno degli artigiani è impazzito e disturbava
alcune persone da lontano, e attaccava altre persone da vicino e lui è stato più cattivo nei miei
confronti, come se avesse patito un male per causa mia, e quando mi vedeva lui mi tirava delle
pietre e voleva uccidermi con questi suoi lanci. 1,236. In quel tempo io non sapevo il motivo di
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questo comportamento e anche adesso io non sono capace di trovarlo. Quando lui faceva i suoi lanci
le persone che lo hanno visto hanno gridato,e le loro paure per tali lanci hanno causato tali grida, ma
le mani di queste persone non hanno fatto nulla, le mani degli dei invece hanno agito e anche molto,
e grazie agli dei ogni pietra è stata inutile, alcune di esse non mi hanno raggiunto, altre mi hanno
sorvolato 1,237. E allora era estate, ed era mezzogiorno, e io stavo seduto sulla stessa colonna dove
stavo solitamente, ero chino sull'opera di Demosthenes, non c'era nessuno, né un libero, né uno
schiavo. Quell'uomo è arrivato vicino a me e aveva una pietra nella sua mano destra. Lui è entrato
nella grande porta, che non era stata chiusa, e attraverso di essa lui poteva vedere quei luoghi che
erano dentro, lui, dopo avere visto che non c'era nessuno dentro, è andato via da quella porta, io ho
visto queste cose senza muovermi, lui non ha rivolto il suo occhio su di me perché qualcuno degli
dei glielo ha impedito. Altrimenti io non avrei avuto bisogno di una seconda ferita per morire, tanto
era grande quella pietra. 1,238. Dunque bisogna ritenere che il mio tempo da allora fino al momento
presente sia un dono degli dei dell'eloquenza. Tuttavia io mi sono preoccupato anche di fare
rinsavire quell'uomo e ho consigliato a suo padre di farlo legare,e di farlo passare dal vino all'acqua,
e infatti sapevo che quell'uomo era malato a causa del vino. 1,239. Io ritorno al mio discorso; uno
dei miei ex allievi ospitava sempre delle persone e gli piaceva questa cosa, e lui era uno dei membri
del grande senato, è stato ingannato da dei sogni ingannevoli, che gli avevano promesso alcune cose
che non sarebbero avvenute, lui ridendo diceva a molte persone le cose che aveva visto. Questo
comportamento con il passare del tempo era diventato pericoloso. Infatti è stato deciso che avevano
commesso un reato sia il mio allievo per le parole che aveva detto, sia i suoi ospiti per le parole che
avevano ascoltato. 1,240. E uno di costoro è stato in tribunale e ha detto che il mio segretario aveva
preso parte a quell'ascolto, ma il mio segretario era morto, e il governatore, dopo avere sentito
questa notizia ha respinto questa accusa. E il mio segretario grazie alla sua morte ha evitato la
tortura, e io ho evitato il viaggio,i disturbi e le fatiche che non sarebbero stati sopportabili per me. E
se quell'uomo,che ha attaccato il mio segretario dopo che era morto,lo avesse attaccato da vivo? Lui
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non ha detto queste parole per consegnare alle leggi un morto, ma, io credo, lui si aspettava di
ottenere qualcosa, perché è stato ostile a quelli che non erano stati arrestati insieme a lui perché loro
non erano stati arrestati. Dunque è grazie alla buona sorte se io non sono stato danneggiato dai denti
della calunnia, e anche il fatto che io abbia passato tutto questo tempo dedicandomi a quelle fatiche
che per me sono per me piacevolissime e consuete, invece che in quelle fatiche che non erano
opportune per me. 1,241. L'imperatore Theodosios ha posto fine a quella tempesta e nessuna altra
fine avrebbe potuto essere più opportuna di questa, mi pare. Lui non ha dato la morte a nessuno di
loro, ma ha punito con l'esilio due di loro, e ha punito gli altri migliori con poche frustate. Io avevo
un problema per un altro motivo, perché non tutti gli studenti che erano nella mia scuola
mantenevano la loro disciplina, ma anche se la maggioranza degli studenti si comportava bene, una
parte di loro si comportava in modo insolente, si vantava di danneggiare gli altri e dimostrava che,se
questi studenti cattivi avessero voluto, avrebbero fatto anche qualche cosa di più. 1,242. Non è stato
possibile per me non provare dolore, ma ho ritenuto giusto tacere, fino a quando loro non avessero
riconosciuto che si erano comportati male e non fossero tornati a essere come erano prima. E poiché
il loro atteggiamento non poteva rendermi fiducioso, io ho aggiunto anche una costrizione, cosicché
non è stato possibile per loro andare via, neppure se lo volevano. E ho deciso di non dire quale sia
stato quel mio provvedimento. 1,243. Quella mia vecchia malattia alla testa, che era stata l'effetto di
un tuono, e mi aveva lasciato sedici anni prima, è comparsa di nuovo, e subito dopo la festa più
grande, quella che è comune a quelli che vivono sotto l'impero dei Romani, la malattia alla testa si è
aggravata, e io temevo di cadere quando ero seduto per fare lezione ai giovani studenti, e temevo di
cadere anche quando io ero su un letto, tutti i miei giorni erano dolorosi, io ringraziavo le notti per il
sonno, e quando appariva il giorno esso mi portava la malattia, cosicché io chiedevo agli dei la
morte, invece che qualche altro bene, e non potevo credere che la malattia non avrebbe rovinato
anche la mia mente 1,244. Io non avevo ancora provato questa sensazione quando scrivevo questi
testi, ma non era possibile per me avere fiducia nel futuro. E il fatto che ciò non fosse ancora
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successo era stato un dono degli dei, che per mezzo di una divinazione non mi hanno permesso che
mi facessi togliere il sangue, tagliando una vena, anche se io avevo un grande desiderio di fare ciò.
Il medico ha detto che, se ciò fosse successo, a causa della corrente di sangue che sarebbe scorsa, la
mia respirazione avrebbe preso forza, la mia testa sarebbe stata danneggiata e io sarei crollato
completamente. 1,245. Mentre io ero in queste condizioni mi è apparso un tale sogno;mi è sembrato
di vedere alcuni uomini che dopo avere sacrificato due ragazzi, mettevano uno dei due cadaveri nel
tempio di Zeus dietro la porta, e io mi indignavo per questa offesa a Zeus, apparivano alcuni
individui e dicevano che questa cosa sarebbe stata così fino a sera, e al giungere della sera il
cadavere sarebbe stato collocato in una tomba. Queste cose sembravano indicare veleni, incantesimi
e una guerra che proveniva da uomini dediti alla magia. 1,246. E dopo è avvenuta la realizzazione
di quelle che erano le mie paure, e io non avevo desiderio di niente se non della morte. E riguardo a
questo argomento erano i miei discorsi a quelli che stavano con me di volta in volta e le mie
preghiere rivolte agli dei. Dunque era per me un nemico chi mi parlava del bagno, era per me un
nemico chi mi parlava della cena, e io mi sono allontanato da quei libri nei quali erano le fatiche
degli antichi autori, io mi sono allontanato dalla scrittura e dalla produzione di discorsi, la mia
attività di oratore era annullata, anche se i giovani studenti reclamavano questa attività con le loro
grida. E quando io mi dedicavo a questa attività, ero respinto da essa, come una barca è respinta da
un vento contrario, e i miei studenti speravano di ascoltare le mie parole, ma io restavo in silenzio. I
medici mi ordinavano di cercare altrove la cura di questi disturbi, perché essi nella loro arte non
avevano dei rimedi efficaci. 1,247. A questi medici e anche ad altri sembrava che in seguito a questo
fatto la mia malattia alle articolazioni fosse diventata doppia, cosa che non era mai avvenuta prima,
essa era presente sia d'estate, sia d'inverno, e quelli che mi guardavano potevano sempre dire che io
sarei morto nel giorno seguente. Nelle altre città sembrava che io fossi già morto, ed esse con molte
ambascerie chiedevano se ciò fosse vero. 1,248. Dunque c'erano alcuni dei miei amici che
spingevano me e loro stessi a prendere provvedimenti contro alcuni individui,dei quali si diceva che
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fossero gli artefici di queste voci, ma io non ho accettato una cosa simile, ho trattenuto quei miei
amici, e ho detto che era necessario pregare più che fare arrestare alcune persone per le
macchinazioni che loro avevano tramato nell'oscurità. 1,249. Tuttavia è apparso un camaleonte, e io
non so da dove venisse, nel luogo dei miei discorsi, questo camaleonte aveva un'età avanzata, era
cadavere da non pochi mesi, noi abbiamo visto la sua testa che giaceva in mezzo alle sue zampe
posteriori, e delle altre due zampe, una non c'era da nessuna parte, mentre l'altra chiudeva la bocca
per indicare il silenzio. 1,250. E tuttavia anche dopo che tutte queste cose non sono state più
nascoste, io non ho fatto il nome di nessuno in modo evidente, però mi è parso che una certa paura
si fosse diffusa tra quelli che avevano fatto questa congiura, mi è sembrato che loro evitassero di
essere continuamente presenti e per me è stato di nuovo possibile muovermi. Comunque è stato
merito di una sorte benevola il fatto che queste cose che erano state sepolte sotto terra sono state
visibili a coloro che le volevano vedere. 1,251. Dopo questi fatti è venuto come governatore
Tisamenos,e nei suoi comportamenti verso di me non ha imitato affatto suo nonno.Infatti suo nonno
non smetteva mai di onorarmi, perché era un uomo che conosceva l'eloquenza, ma Tisamenos non
voleva vedermi, e quando io ho fatto la richiesta di un favore giusto e non grande, lui ha dimostrato
di essere stolto e di sembrare tale. Lui ha cominciato avendo grande cura per cose non importanti, e
trascurando invece quelle cose che erano necessarie, e ha continuato a fare a meno dell'ascolto dei
miei discorsi; e a me sembrava che lui non fosse degno di questo dono. Questa è stata una delle sue
punizioni, e un'altra punizione è stata quando lui è andato ai confini della sua provincia, e poiché un
magistrato lo aveva mandato lì, lui è andato in un luogo solitario ed è stato lì sotto il sole bruciante,
e ha avuto sempre sete anche se beveva. 1,252. È arrivato un altro magistrato e durante il suo
incarico sembrava che gli spiriti malvagi si fossero mossi per fare una guerra contro di noi, e per
fare cose terribili, alcune pietre sono state gettate da alcune mani, sono andate contro le statue degli
imperatori, c'è stato un grande rumore, le statue di bronzo sono state trascinate a terra, e contro i
sovrani dello stato sono state rivolte delle parole che sono state ancora più dannose di ogni pietra;
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per questi motivi molte persone sono andate via da Antiochia, pensando che non ci fosse salvezza
per chi restava lì, e chi fuggiva piangeva per chi non era fuggito. Dunque si aspettava la distruzione,
e la salvezza era esclusa da ogni attesa. 1,253. A me pareva che io fossi responsabile di questa
salvezza, io con parole e con lacrime ho reso mansueti quelli che erano arrivati per fare il processo,
li ho convinti a gradire le petizioni, e in non molto tempo quelle petizioni sono state dappertutto. E
io ritengo che questa cosa sia stata opera della Sorte, e inoltre ritengo che sia stata opera della Sorte
il fatto che io abbia composto numerosi discorsi su questo stesso argomento, e qualcuno di questi
discorsi aveva un'altra forma, ma tutti hanno avuto successo. 1,254.Io avevo un uditorio che non era
più quello di prima, che era formato dal magistrato e dalle molte persone che lui chiamava e che
provenivano da numerose province. E il motivo era che io vedevo nel mio uditorio di adesso il
servilismo, mentre il mio uditorio di allora aveva una qualche libertà, e conteneva dei miei amici, e
l'uditorio di adesso non aveva dei miei amici, e questo è un danno per un oratore. 1,255. È arrivato
un altro magistrato al posto di costui che non conosceva gli dei, e neppure quest'altro magistrato
conosceva gli dei, dopo che ha ricevuto il suo incarico ha aumentato le sue carni con la sua
dissolutezza, e tali cose derivavano dal suo grande patrimonio, che era l'effetto della sua condotta
ingiusta, e lui era più stolto del suo predecessore, quando si è sentito dire da me di non rendere
peggiore la località di Dafne e di non tagliare con il ferro i cipressi è diventato mio nemico e ha
tentato di distruggere le mie attività, prima con gli insegnanti della lingua degli Italici, il latino, e
dopo con gli insegnanti della lingua greca, e c'era un oratore debolissimo, che il magistrato ha fatto
spogliare, considerandolo come se fosse fortissimo, e gli ha dato l'ordine di correre. 1,256. Dunque
questo individuo era ammutolito e privo di voce subito fin dall'inizio, e sarebbe stato meglio per lui
se fosse rimasto in silenzio, ma tentava di muovere la sua lingua, che era morta. Ma quella lingua
restava ferma e c'era una caligine negli sguardi di entrambi, dell'oratore che se ne andava, e del
magistrato che restava. E io penso che nemmeno la morte sia una punizione peggiore di questa.
1,257. In questi tempi un sospetto ingiusto di uno dei miei ex allievi è stato furioso contro di me, e
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il mio ex allievo ha aggredito mio figlio, lo ha offeso,lo ha quasi trascinato in tribunale. Io non sono
sfuggito a quell'uomo che diceva queste cose, anche se ero assente, e lui diceva che io mi ero
comportato male nei confronti del consiglio cittadino per la mia esenzione, e io avevo questa
esenzione insieme a numerosi altri, e l'esenzione era data dalla legge. 1,258. E dopo questi eventi
questo mio ex allievo è andato via per fare un'ambasceria, e quando è tornato è stato umiliato dagli
onori che sono stati concessi a me dall'imperatore, ed è arrivato uno di coloro che erano stati suoi
colleghi, ha portato una lettera imperiale, la quale ha reso più grande me che l'ho ricevuta, e in un
certo modo io ero stato reso più importante anche dai discorsi di Eusebios, e questa è stata la notizia
portata dai nostri ambasciatori, e in un discorso Eusebios aveva onorato il padre e nell'altro discorso
aveva onorato il figlio, cosicché quelli che provenivano da Atene, invece di litigare hanno ammirato
sia Eusebios sia me, me per il mio dare, e Eusebios per il suo ricevere. 1,259. E da questa cosa si
potrebbe sapere la benevolenza degli dei nei miei confronti. Una sera io tornavo dopo essermi
lavato, i cavalli sono diventati come animali selvaggi, anche se non davano questa impressione,
erano fermi ad aspettare i loro padroni, alcuni guardavano verso le colonne, altri erano rivolti verso
il muro, e non era possibile intuire nessuna sventura, ma di certo una cosa importante stava
accadendo. Dunque quando io sono andato in mezzo ai cavalli essi hanno mostrato i loro denti,
hanno usato i loro zoccoli come armi, e questa cosa sarebbe stata sufficiente a causare la mia morte,
il palafreniere ha lasciato il cavallo che stava guidando, mi ha portato via e mi ha messo al sicuro.
Le mani sono state del palafreniere, ma la volontà era quella degli dei. 1,260. Sono le stesse divinità
a scacciare dalla città vicina un uomo che sapeva poco, ma parlava molto e usava le capacità che
aveva contro di me, che lo avevo aiutato, e un giovane che era stato addolorato da questa cosa ha
fatto aprire gli occhi a quelli che erano stati ingannati, e ha scacciato quell'uomo con le sue accuse.
1,261. Anche Sabinos è stato espulso non da una città, ma anche dalla vita, lui era ridotto in una
condizione così brutta, che quando lui cambiava il luogo dove dormiva c'era una mano capace di
ucciderlo, e per lui era terribile il fatto di non essere ancora morto. Tuttavia Sabinos voleva
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impadronirsi delle mie proprietà, e spesso lui diceva che quello stesso giorno avrebbe portato me
nell'Ade, e lui nella terra che era mia. 1,262. È stato amaro il periodo di potere di quell'uomo che
aveva un grandissimo ventre, e che era incitato dall'inganno. L'inganno era che lui aveva deciso di
tagliare con il ferro i cipressi di Dafne, e io sapevo che questa cosa sarebbe finita male per chi aveva
fatto questo taglio, ho detto a uno di quelli che bevevano insieme a Sabinos in quel luogo, che lui
non doveva fare arrabbiare Apollon a causa dei cipressi, e queste cose erano così perché anche la
casa del dio, il suo tempio, era stata colpita da una simile azione colpevole, e io ho detto che avrei
esortato l'imperatore ad avere cura di Dafne, anzi a rendere più grande la sua cura; infatti essa
esisteva già allora. 1,263. Quest'uomo, Sabinos, con alcune sue lettere false che sono andate in
Fenicia ha detto che io avevo minacciato di fare rivolgere lo scettro dell'imperatore contro la sua
testa, dunque con queste informazioni che non erano vere lui ha causato una collera nell'imperatore
e ha fatto in modo che lui tornasse, e che fosse simile a un cinghiale che affila le sue zanne. E
Sabinos non rimpiangeva l'imperatore quando era assente ed era felice di vederlo andare via. 1,264.
E si era diffusa dappertutto questa voce, cioè che io avessi combattuto contro il governatore, e
questa cosa ha suscitato la temerarietà di un vecchio che aveva dissipato il grande patrimonio che
apparteneva a lui e ai suoi fratelli, lui aveva le sue uniche speranze di stipendio nella calunnia, ha
preso coraggio ed è diventato un mio accusatore. 1,265. Poi lui è stato anche accusatore della sua
stessa accusa; a tal punto lui era forte nelle sue prove. E lui ha fatto ricorso all'accusa di evasione
delle tasse contro di me, ma il governatore ha fatto in modo che lui facesse le sue accuse riguardo
all'imperatore, perché voleva che fosse mio accusatore l'imperatore e non quel vecchio. E subito
sono arrivate delle lettere, alcune sono andate al sovrano dell'Impero, altre sono andate a colui che
era il primo dopo di lui, ed entrambi hanno letto le lettere ed entrambi le hanno derise, perché il mio
comportamento ha respinto l'accusa. Per costui questa cosa è stata un dolore più grande che se un
malanno delle stagioni avesse distrutto tutte quelle viti che lui aveva nella terra di Tiro e che sono
madri del vino. 1,266. Dunque il fatto che questa cosa cosa non sia stata giudicata da un verdetto,
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ma sia stata giudicata anche prima di un tribunale a causa della follia del governatore, e il fatto che
io fossi rimasto in quello stesso luogo, mi hanno evitato un viaggio lungo e difficile e io non sono
stato privato di quelle declamazioni che per me erano piacevolissime,questa è opera degli dei e della
Sorte, alla quale tutte le cose sono sottomesse. 1,267. Dunque quell'uomo ha causato una punizione
a se stesso, pensando a come si era comportato e nei confronti di chi, è andato a fare del male ad
altri uomini, e lui è arrivato a quell'incarico per la sua ricchezza, ma ha rovinato le città a causa
della sua imperizia. E il tempo successivo a questo ha avuto degli onori per me e per i miei discorsi.
E questi miei discorsi sono stati pronunciati secondo l'antica consuetudine davanti al governatore, e
lui era un uomo capace di amministrare la giustizia, e con la sua clemenza aveva un potere
maggiore di quello che altri esercitavano con le spade, mentre lui convinceva sia un uomo, sia una
famiglia, sia una città, sia un popolo, sia i consigli cittadini, sia i popoli, sia i contadini, quelli che
hanno le proprie mani sulla terra, a volergli bene. 1,268. In questo tempo quelli che solitamente
facevano la guerra contro di me avevano appeso le armi ai chiodi, ma la mia testa combatteva
duramente con la sua vecchia malattia. E certamente la mia paura di cadere mi consigliava di stare a
casa, e di dire addio alla mia attività di insegnamento ai giovani. Ma anche in quella cosa qualcuno
degli dei mi ha rivolto la sua mano e per mezzo di un abile indovino ha eliminato quella paura con
una speranza; e anzi, la mia paura attaccava, ma la mia speranza combatteva e cercava di vincere.
1,269. È arrivato un altro governatore, Lukianos, con lui ci sono state collera,ira,e paura, tracotanza,
dissolutezza, lui poteva dire ogni parola, poteva osare ogni misfatto, e faceva azioni tiranniche
nell'applicare le leggi. Quest'uomo non voleva dare l'impressione di compiere azioni illegali, ma
faceva tutto il contrario di ciò che sembrava fare, lui mentiva in ogni modo nelle sue promesse, che
erano facili, cosicché in pochi giorni si è diffusa anche una tale opinione su di me, cioè che io stessi
componendo dei discorsi, e che io volessi renderli pubblici anche se io non avevo sentito dire niente
dato questa cosa velocemente e ha aggiunto questa cosa con una vergogna. Infatti quell'uomo è
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stato tormentato, è stato trascinato, è stato sottoposto a una sorveglianza, è stato privato del sonno,
lui è stato nascosto dopo che aveva corrotto colui che lo ospitava, quelli che andavano a caccia dei
suoi conti lo hanno arrestato e nella Grande città di Costantinopoli lui è stato in mezzo agli esattori
in una piazza centrale della città ed è stato mandato qua e là da ogni parte come una palla. E io ho
visto alcune di queste cose, ne ho sentito dire altre, ho onorato la Sorte e, grazie a essa io non sono
mai stato privato di una punizione che mi era dovuta. 1,271. Dopo costui, è diventato governatore
nella mia città Eustathios, un uomo che ha lasciato la propria terra, e ha abitato altrove, e con i
guadagni che ha ottenuto nel corso di tre incarichi come magistrato è passato dalla povertà alla
ricchezza, e lui non era affatto un autore di discorsi, anche se riteneva di essere tale e con una
preghiera ha chiesto di ricevere quell'incarico, e ha detto: “cosicché io possa insegnare a quelli che
esercitano il potere come essi si devono comportare con gli insegnanti di retorica”. E dicendo
queste cose, lui stava con me e passava con me la maggiore parte del giorno e una parte non piccola
della notte, e se era ostacolato da qualcosa, questa cosa per lui era un danno. 1,272. Eustathios ha
posto tali domande riguardo tali argomenti a coloro che potevano dare ciò che lui chiedeva, e dopo
avere ricevuto queste risposte non è stato più lo stesso di prima. Tuttavia per cinque giorni e per
pochi giorni in più lui a fatica si è trattenuto e non ha svelato il suo modo di essere. Poi io ho detto
alcune parole, che tentavano di difendere un mio allievo orfano, povero e giovane, che forniva il
fuoco alle fornaci, dunque allora il governatore è stato offuscato dall'ira, ha mosso gli occhi, si è
tormentato il naso con la mano, ha parlato ad alta voce, e ha detto: “Lascia che io eserciti il mio
potere, perché adesso tu non mi permetti di esercitarlo”. Di certo lui aveva deciso di dedicarsi alla
corruzione, si preoccupava del denaro, e sapeva che io per il mio carattere mi sarei opposto a questa
cosa. 1,273. Dunque io ho lasciato che quell'uomo esercitasse il suo potere e diventasse ricco come
Kyniras, e lui dopo avere gettato un simile fondamento ha costruito su di esso, mi ha offeso in tutti i
modi che erano possibili, ha anche tramato la mia morte, non ha mai rivolto una spada contro di me,
ma ha fatto diventare povero Romylos, che, secondo lui, sarebbe stato un calunniatore contro di me
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a causa della sua povertà. E di nuovo è venuta la punizione da parte degli dei, e io non sono stato
disprezzato da loro, ma ho dimostrato che io sono oggetto della cura degli dei. 1,274. Infatti gli dei
in qualche modo hanno eliminato l'oscurità della sua corruzione e hanno portato sotto i raggi del
sole quella sua attività da mercenario, l'oro, l'argento, e i vestiti; alcuni di questi beni sono tornati
nelle mani di coloro che erano stati ingannati, non facilmente, ma con le loro grida e con le loro
minacce, altri beni sono andati a Tiro, per la gioia di colui che li possedeva. Ed Eusthathios è andato
lì per ottenere un sollievo, ma quando è stato tra le mani degli abitanti di Tiro, è sfuggito a fatica
alle pietre, è stato assediato in casa dopo avere chiuso le porte, si è riconciliato con quelle persone
dando loro del denaro e ha posto fine a quell'assedio. E lui è stato punito dalla città di Tiro, nella
stessa città di Tiro e da Hermes, e gli dei dell'eloquenza hanno portato queste cose, e si sono
arrabbiati molto per l'offesa fatta da lui agli studi di retorica, e le sue parole vergognose hanno
attaccato quelle che erano onorevoli per l'oltraggio di costui. 1,275. Quando Eusthathios era ancora
governatore è morto Olympios, che era stato un mio grande amico, e per tutto il tempo della sua vita
era stato vicino ai suoi genitori; lui (crux nel testo greco) sbagliando, forse per darmi un onore, mi
ha iscritto nel suo testamento come suo erede, ha suscitato l'invidia contro di me, lui aveva detto che
avrebbe dato qualcosa sia ai suoi amici sia a quelli che non erano suoi amici e che erano molti
dentro casa sua, e anche tra loro c'è stata ostilità. Nelle sue lettere sia dell'oro, sia dell'argento sono
stati impiegati in modo abbondante, e sono arrivati fino alla mia persona; infatti sembrava che lui
mi avesse lasciato molti suoi possedimenti che erano pieni di debiti, ma gli altri potevano dire delle
cose opposte e avendone molti motivi, dicevano che i debiti erano solo nominali e non c'erano i
debiti. 1,276. Dunque io ho percorso la mia strada, e poiché la circostanza mi consigliava di fare
così, io pensavo di dovere rinunciare a quell'eredità, ma quelle persone mi esaltavano, ed erano più
numerose e più credibili poiché loro si lamentavano, e dicevano che Olympios sarebbe morto senza
onore se io avessi evitato sia il titolo di erede, sia la funzione di erede. E loro avevano anche una
speranza, che ci fosse qualcosa di valido in quei prestiti, ma non c'era assolutamente niente. 1,277.
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Pertanto io sono andato sulla pira, al massacro, ed è stato grande il dispiacere che ho provato, ed
esso aumentava ogni giorno, e io ero fuori dai territori che erano consueti per me, passavo il mio
tempo in discorsi che erano estranei a me, e con questi discorsi io pregavo i giudici di avere rispetto
per la giustizia, e molte di queste parole non erano mie, e io piangevo perché la mia vita era stata
sconvolta e il mio impegno che in precedenza era stato nell'attività retorica era passato ad altre
attività. 1,278. E questa situazione era così; quando quelle persone che erano mosse da quel
testamento mi hanno costretto a vendere numerose proprietà, mi aggredivano perché io avevo quel
titolo di erede, e non mi permettevano neppure di prendere fiato, un'altro evento molto più grave mi
ha causato un dolore, ed è stata la morte, dopo una lunga malattia, di una donna con la quale io
avevo generato un figlio e per me lei valeva come numerose schiave. Invece di avere quella donna
che correva da me, mi è rimasto soltanto il gridare. La sua malattia le causava terribili sofferenze, e
lei lo sapeva, e la faceva soffrire anche il fatto che non le sarebbe stato possibile vedere suo figlio.
1,279. Infatti lui era in Tracia e nella città della Tracia che vive nel lusso grazie alle fatiche delle
altre città. E io ho accusato il suo viaggio e la sua amicizia che è stata tradita da una pigrizia e io
sono stato sommerso da una corrente malvagia. Anche queste sono state le azioni di una cattiva
sorte, poiché essa ha fatto cadere mio figlio da un carro, mio figlio ha avuto una ferita al piede, e
per fortuna, la casa di due fratelli originari della Cilicia, Apolinarios e Ghemellos, è stata aperta a
mio figlio, e molti medici, chiamati da Apolinarios e Ghemellos sono venuti, sono stati accanto al
letto di mio figlio, hanno fatto in modo che a lui non mancassero le cure, e alcuni dei suoi molti
dolori sono stati alleviati. 1,280. E quando io ho saputo queste cose e dopo questi eventi quando ho
visto mio figlio che è stato riportato qui, è avvenuta la morte della madre di questo mio figlio, e si è
aggiunto il fatto che io non potevo muovermi dal letto. Le mie mani e i miei piedi mi venivano
meno, come non avevano mai fatto in passato, ma, grazie agli dei, la mia eloquenza è rimasta nella
mia bocca come era stata in passato, ed è stata questa cosa ciò che non ha permesso ai miei nemici
di fare già dei peana in modo glorioso. Non era possibile per me fare la mia attività nelle sale di
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lettura, ma io facevo in modo regolare quelle attività che riguardavano i miei allievi nel loro
apprendimento. 1,281. Poiché io ho versato molte lacrime, prodotte da numerose sorgenti, uno dei
miei occhi è diventato più debole dell'altro e mi faceva temere che esso sarebbe stato
completamente perso. Dunque gli astrologi,secondo i quali tutti gli eventi dipendono dal corso delle
stelle, dicevano che il mio occhio non sarebbe stato perso, perché Ares era andato in una posizione
favorevole e per il resto si sono aggiunti numerosi allievi da molti luoghi, i miei discorsi, dopo che
io li avevo composti, restavano all'interno delle mie porte. 1,282. Io non stavo molto tempo insieme
a quelli che avevano il potere, quando io ho visto che uno di essi era un venditore, e non c'era
nessuna cosa che lui non vendesse, ma lui apriva la sua residenza, e faceva in modo che fossero
molto spaventati quelli che erano coinvolti nei processi, mentre lui non riusciva a fare questo, nei
confronti dei poeti e delle Muse nel suo discorso e (crux nel testo greco) lui ha consumato la parte
più grande del suo patrimonio per il suo ventre, era animato da un furore contro di me (crux nel
testo greco), mi ha accusato ed è andato via, cosicché dopo essere stato umiliato non ha più avuto
una follia tanto grande. Negli elogi che lui faceva sulla Spagna, e questa era la cosa che gli piaceva
di più, diceva che lui si congratulava per le attenzioni che l'imperatore ha avuto verso di me, e
queste cose avvenivano anche se la sua tavola era abbondante, non perché io gli dessi qualcosa, ma
questa abbondanza era data a lui da altre persone. 1,283. E questo deve essere attribuito alla buona
sorte e anche un'altra cosa deve essere attribuita aessa. E anche se un indugio per la grandezza di ciò
che è stato dato mi trattiene dal fare questo mio discorso, tuttavia io devo osare dire questa cosa,
affinché io non faccia un torto con il mio silenzio alla Sorte che mi ha dato questa cosa. Infatti i
miei amici erano pieni di tristezza, quando pensavano all'offesa che era stata fatta a Kimon, per la
quale è stato tolto dalle mani di Kimon il documento che lo mandava a Cipro, dunque è arrivato uno
dei miei amici, ha visto il dolore delle persone che erano vicine e sapeva da dove esso avesse avuto
origini, e ha detto: “o uomini eccellenti, voi non dovete più essere addolorati, perché voi avete ciò
che mette fine a quel dolore. Questa cosa consiste in una punizione, e questa punizione è resa più
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grande dal fatto che è stata ottenuta per mezzo degli dei da chi ha patito questo torto. 1,284. Voi
sapete cosa successe quando gli Ateniesi venivano portati da Atene a Creta per essere dati in pasto
al mostro che era nel labirinto. E noi abbiamo sentito parlare nel primo libro dell'Iliade riguardo al
dardo che ha portato la malattia agli Achei, poiché a causa di un'offesa a un solo uomo, i Greci
ebbero bisogno di numerose pire per quelli che morivano. E fu beato Chryses il quale fu onorato da
una sventura così grande. 1,285. Dunque adesso questo altro sacerdote è onorato dagli dei con una
grande carestia. Io credo che essa sia un'opera di Demeter, anche se non c'è stata contro di lei
nessuna maledizione, come quella per la quale in passato si mosse Apollon; e quella pestilenza colpì
una città per nove giorni, mentre la carestia di adesso colpisce una città da quattro mesi. E se è una
grande consolazione per colui che è ferito il fatto che un uomo sia punito, quanto dovrebbe essere
riferito questa cosa, e ha fatto un giuramento su di essa, e io gli avrei creduto anche se lui non
avesse fatto nessun giuramento, lui è buono e bravo, è un mio amico e non ha ascoltato volentieri
queste parole; lui è molto lontano dall'inventare degli insulti contro di me, quando essi non sono
stati detti. Pertanto io invito questi individui a dimostrare quelle parole e io credo che sia giusto che
essi dimostrino che nelle loro parole c'è una parte di verità; ma loro non potranno farlo. 2,2. E in
primo luogo ci si potrebbe meravigliare per questa cosa, come nel tempo passato, che è stato così
lungo, queste accuse non mi sono mai arrivate. Infatti sono state dette molte altre parole false contro
di me, e sono state dette anche da persone che erano a me ostili, e in seguito questi individui si sono
vergognati e si sono inchinati in ginocchio per implorare il mio perdono perché erano stati folli, ed
essi hanno avuto il mio perdono,ma questa accusa è arrivata adesso e ha aspettato il mio
sessantaseiesimo anno di vita. 2,3. Infatti non si può dire che questa accusa sia stata detta di
nascosto, come non erano dette di nascosto neppure le altre accuse. Infatti il non nascondere questa
accusa è un segno dell'insolenza di quelli che hanno detto queste cose, e io ho molti amici dai quali
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avrei potuto ricevere delle informazioni. 2,4. E allora? Bisogna ritenere che quando io ero più
giovane ero capace di comportarmi bene e che io mi sono rovinato con l'avanzare dell'età? Ma
sarebbe verosimile il contrario, cioè che, se io in precedenza ero sgradevole, adesso io abbia cessato
di esserlo. Infatti il tempo è capace di educare e di correggere. 2,5. Ma, io credo, è una situazione
così. Le persone che hanno detto dettagliatamente tutte quante le altre accuse contro di me, per
ognuna di esse sono arrossite, perché non possono tacere, e non si preoccupano affatto se non
diranno niente che sia credibile, sono state portate a dire questa cosa per avere un motivo per evitare
di stare con me. 2,6. Io sono fastidioso? Dunque che cosa si può sentire dire dalle persone nelle
botteghe, quando io passo lì? Non si sente forse dire di me: “quell'uomo gentile, quell'uomo
affabile?”. Non si sente forse dire di me: “quell'uomo che risponde negli stessi modi ai saluti rivolti
a lui anche dai più poveri?”. Dunque c'è forse qualcuno che considera se stesso uguale a quelle
persone potenti, se possibile, e potrebbe mostrare di essere anche migliore di quelli che hanno degli
incarichi e di quelli che sono potenti? A loro piacciono i miei occhi, la mia testa e le mie mani, e
anche se non vogliono bene a me come persona, vanno via senza avere patito nessun danno da me.
2,7. Dunque in che modo io sono fastidioso? Nei miei comportamenti verso i magistrati? Ma tutti
sanno dove mi siedo quando vado da loro, e io potrei collocarmi in un posto più onorevole, tutti
sanno con quali magistrati io mi incontro e li accompagno, tutti sanno quali sono i magistrati da cui
io mi allontano, e anche se essi mi trascinano molte volte presso di loro io non ho mai mostrato di
assecondarli. 2,8. E per quale motivo io dovrei dire queste cose, quando io posso parlare di quel
documento che io ho respinto, per non dare l'impressione di essere troppo importante? Tuttavia se io
avessi accettato quel documento si sarebbe potuto dire che io ero stato trattato male dai detentori
degli incarichi quando loro non venivano da me, e io avrei potuto riempire di clamore le dimore dei
magistrati quando andavo da loro. Io non ho voluto né l'una cosa, né l'altra, e non ho ritenuto che
fosse una cosa importante né l'una cosa, né l'altra, e ho ritenuto che non fosse giusto aggiungere agli
onori dovuti al mio comportamento altri onori, quelli che provenivano da quelle lettere. 2,9.
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L'anziano Archelaos voleva farmi visita, ma io gliel'ho impedito; dopo di lui Domnikos voleva
fare la stessa cosa, e io gliel'ho impedito, dopo avere sentito parlare di ciò. Archelaos nipote di
Archelaos è venuto da me senza che io lo sapessi e mi ha dato fastidio con la sua visita, lui si è
sentito dire questa cosa da me e ha rinunciato alla visita. Uomini come Sapores, Iulios e Biktor sono
venuti da me quando io ero malato, e non potevo impedire questa visita. Io però rivolgevo il mio
sguardo a terra per la vergogna, rendendo chiaro con la mia azione che io ero infastidito da
quell'onore. 2,10. Ma io sono fastidioso perché parlo della mia famiglia. Io avrei potuto dire a tutte
le persone, tranne a molto poche, che a causa della mia stirpe essi non potevano nemmeno rivolgere
il loro sguardo a me, ma io non l'ho mai detto, e io non ho esaltato me stesso per le statue dei miei
familiari, e non ho esaltato i miei familiari per i loro servizi pubblici, ma ho ritenuto che fosse
sufficiente che la mia città conoscesse queste cose, e io continuo a frequentare alcune persone come
se loro non fossero per niente inferiori a me per la loro famiglia. 2,11. Io ammetto di avere
menzionato mio nonno e il mio bisnonno, e anche molte volte, ma non per questi motivi, bensì per
il fatto che mio nonno aveva una capacità divinatoria oltre ad altri pregi, e grazie a questa capacità
lui sapeva in anticipo che i suoi ottimi figli sarebbero morti in modo violento, e io ho parlato spesso
della cura che sia mio nonno, sia il mio bisnonno avevano nei confronti dei loro figli; per questa
cura mio nonno andò anche ad Apamea, e riportò un ottimo insegnante pagando molto denaro, e
fece diventare eccellenti i figli che lui aveva generato, ed erano i fratelli di mia madre. E io ho
raccontato queste cose non per avere una lode di scarso valore, ma affinché un padre sentendo dire
questa cosa potesse imitare mio nonno. 2,12. E da giovane io ho evitato ciò che non era facile da
evitare, e sono testimoni di questa cosa, oltre agli dei, che sanno tutte le cose, quei miei coetanei che
sono ancora in vita, adesso sono invecchiati,ma allora erano nel fiore degli anni. Dunque io sono
stato fastidioso con la menzione della mia morigeratezza? Io ho forse detto di essere degno di onori
per questo motivo? Oppure io ho chiamato quei testimoni che avrei potuto chiamare? 2,13. Ma a
parte questo, io ho ricordato le mie fatiche nelle attività retoriche o quelle avvenute qui o quelle
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avvenute altrove? Oppure ho ricordato di quando sono andato ad Atene e ho evitato di ottenere la
cattedra di docente? Io ho forse ricordato queste cose quando non ce ne era la necessità, per rendere
glorioso me stesso in ogni modo? Non è così, io ho ricordato queste cose molte volte per fare
sarebbe affatto adeguata a me. 2,14.Si dice che io per le lodi a me stesso condanno i discorsi detti da
altre persone sia se questi discorsi sono stati belli, sia se non sono stati tali; e io dico che ho
sconfitto quel tale retore, ho ridotto al silenzio quel tale altro retore, e ho abbattuto quel tale altro, e
ho superato quel tale altro, e ho costretto quel tale altro retore a fuggire,e io non ho forse spaventato
molti retori in Egitto, e tre retori ad Atene, quando sono stato chiamato dal consiglio cittadino in
ognuna di queste città?” 2,15. Voi non avete saputo queste cose anche da altre persone che le
dicevano? Se quelle altre persone vi non avessero fatto sapere queste cose, voi avreste ignorato le
mie vittorie, se fosse dipeso da me. Ma quando alcune città, e città non piccole, e non poche, mi
hanno fatto delle statue e hanno preso delle decisioni su queste statue, voi non avete sentito dire
queste notizie, o forse voi siete venuti a saperle, ma non perché io ve le ho dette. 2,16. E come mi
dovrei comportare io, se io fossi questo individuo di cui parlano costoro? Ogni luogo e ogni
circostanza dovrebbero essere pieni di tali discorsi e ogni giorno sarebbe pieno di questi discorsi, sia
prima di mezzogiorno, sia dopo mezzogiorno. 2,17. E tuttavia chi fa del bene e ricorda spesso la
propria beneficenza, è fastidioso, se questa sua azione è simile a un rimprovero, e quel rimprovero
causa dispiacere. Pertanto noi dobbiamo valutare se io abbia fatto del bene alla mia città, quando ho
rotto una catena che era forte, con la quale un decreto dell'imperatore mi aveva legato, e tutti voi
sapete questa cosa, io sono corso presso di voi, e questa mia corsa non è stata priva di pericoli, è
stata contraria al desiderio dell'imperatore, e ha dato un grande aiuto agli studi retorici. Dunque io
che ho portato alla mia città questo beneficio, che cosa non ho lasciato? E chi è così impudente, che
oserebbe dire questa cosa? 2,18. Si dice: “Ma il tuo modo di camminare è fastidioso”. Quale mio
modo di camminare si potrebbe dire, se non quello che è così a causa della mia malattia? Si dice:
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“Ma il tuo sguardo, le tue sopracciglia, la tua voce sono fastidiose”. Voi non eravate soliti definirmi
piacevole? Dunque come è possibile che queste definizioni vadano insieme,cosicché lo stesso uomo
viene chiamato giustamente piacevole e fastidioso? 2,19. Ci sono alcuni individui che mi hanno
dato questa definizione di fastidioso perché io evito di ridere anche soltanto una volta. Ma quando
mai io ho impedito di ridere a quelli che ridevano? Oppure io ho portato una nuvola sopra la loro
letizia? Quante volte io stesso ho dato inizio al ridere nelle circostanze in cui ciò era possibile? Ma
quando l'attività seria e la cura delle proprie occupazioni rivolgono l'attenzione su di sé, sarebbe
malvagio colui che ridesse lui stesso, o che facesse ridere gli altri. 2,20. Io sono così lontano da
questa accusa, al punto che io non mi sono mai comportato così con gli allievi che seguivano le mie
lezioni, ma io unisco sempre alla mia attività quella gioia che deriva dalla mitezza, grazie alla quale
io non ho bisogno di percosse, perché i miei allievi fanno tutte le cose di loro spontanea volontà, ma
io so che altri insegnanti hanno consumato innumerevoli bastoni, ed essi non hanno potuto avere
un'influenza tanto grande quanto la mia, e non hanno la buona fama che adesso ho io. 2,21. E
allora? Si può dire che nelle mie malattie io ritenevo giusto che alcuni miei allievi venissero da me
ogni giorno, e altri allievi venissero anche di notte, e alcuni di loro non si allontanassero dal mio
letto, e io pensavo di fare una cosa giusta se non ricambiavo questo servizio? Io penso forse che ad
alcune persone si addica il servizio e che a me si addica l'essere esentato da queste attività? 2,22.
Ma in passato io sono stato visto quando andavo alle porte e alle scale di persone che erano malate,
e adesso io sono trasportato a volte da un cavallo,altre volte a mano daglii schiavi. Eppure qualcuno
potrebbe ritenere che io non abbia una scusa adeguata per la malattia che io ho ai piedi e la mia
vecchiaia mi ha forse liberato da questa mia sventura? Ma io non ho mai rimproverato questa cosa a
quelli che non mi hanno mai fatto visita mentre io soffrivo e io stesso molte volte sono andato a fare
visita anche contro la mia possibilità. 2,23. Che cosa resta da dire? Io sono fastidioso nelle mie
declamazioni? Io che rimprovero sempre l'applauso quando esso avviene, anche quando esso è
abbondante, come se esso fosse inferiore a quanto sarebbe necessario? E io ritengo giusto che nuove
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voci si aggiungano a quelle che sono abituali, e accolgo gli elogi come se io fossi fatto di pietra, e
non onoro quelli che mi elogiano né con gli occhi, né con la mano, né con un sorriso? 2,24. Ma io
so che ho trattenuto quegli uomini con le mie parole, chiedo loro che non si stanchino in un modo
eccessivo, e che non si affatichino in quelle azioni con cui mi onorano. E io mi sono indignato
molte volte per queste cose riguardo a Platon e a Demosthenes, quando essi sono trattati male dal
loro uditorio, perché gli spettatori con i loro applausi raccolgono delle esigenze molto diverse, e io
credo che tutti le sappiano, e io ho fatto cessare queste cose nella mia introduzione, o meglio avrei
voluto interromperle, ma ancora questa azione non viene osata. 2,25. Pertanto questa stessa cosa
vale per il grande numero delle mie declamazioni, perché io ho sentito dire che alcune persone le
sopportavano con difficoltà, e io scioccamente pensavo di fare cosa gradita a loro con la frequenza
delle mie declamazioni, io ho messo fine a esse,e ora io faccio per i miei allievi quelle declamazioni
che prima facevo per un numero maggiore di persone. A tal punto io temo molto anche il fatto di
dare l'impressione di essere fastidioso. 2,26. Per Zeus, nessuno mi fa nessuna accusa per questi
motivi, ma per quell'altro motivo, il mio rimpiangere ed elogiare le cose che esistevano in un tempo
lontano, e il mio accusare le cose che sono presenti adesso, e in quel tempo passato le città erano
felici per l'attività oratoria, adesso esse sono sventurate, e io ripeto sempre questo discorso, in ogni
modo e ogni giorno. 2,27. Ci sono alcuni che rimproverano queste cose, e sono quelli che provano
fastidio per questi miei discorsi, a loro la situazione presente ha dato un vantaggio; e alcuni sono
danneggiati da queste situazioni, e sono quelli che mi lodano. Questi ultimi sono diventati privi di
fama mentre prima erano famosi, e sono diventati poveri, mentre prima erano ricchi, quegli altri al
contrario hanno buona reputazione, ricchezza e potere, mentre prima essi erano lontani dallo sperare
questi successi, come erano lontani dalla speranza di volare. 2,28. Certamente per questi individui,
che sono benestanti in un modo contrario alla giustizia, io sono sgradevole e fastidioso, perché dico
queste cose, e io sono gradito a quelli che sono decaduti da condizioni felici, e io soffro insieme a
loro, e sono stato colpito dalle sventure di queste persone. Dunque per quale motivo, se essi mi
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chiamano fastidioso, non aggiungono una piccola parola: “fastidioso per loro”; infatti io non sono
fastidioso per tutti, ma lo sono per quelli per i quali le sventure degli altri sono delle cose buone.
Dunque io mi vergognerei se fossi fastidioso per tutte le persone, per le parole che io dico, ma se
sono fastidioso per quelle persone che hanno ottenuto dei successi in questo modo, io mi vanto di
questa cosa. 2,29. Io chiederei volentieri ai miei detrattori se loro dicono che io ho mentito con i
miei elogi e con i miei biasimi oppure no; infatti se loro dicono che io mento devono dimostrare che
le condizioni precedenti della città non fossero migliori, ma se io dico delle cose vere, per quale
motivo essi si arrabbiano? Per quale motivo essi non definiscono fastidiosa la verità,ma definiscono
fastidioso colui che la segue? Infatti i miei discorsi non hanno prodotto le cose, ma tali discorsi sono
nati a causa delle cose stesse. 2,30. Io ho detto che in passato c'erano numerosi sacrifici, e i templi
erano pieni di persone che facevano dei sacrifici, c'erano feste, musiche, canti, e corone e questa
ricchezza era comune a ognuno come aiuto alle persone bisognose. Dunque qual è la menzogna che
io ho detto? Adesso si potrebbero vedere tali templi? E anzi si potrebbe vedere una tale povertà in
un altro luogo, se non nei templi? 2,31. Ci sono alcuni che sarebbero felicissimi di onorare gli dei
con offerte votive, ma sanno che se portassero agli dei questi beni essi apparterrebbero ad altri, e
sanno che alcuni individui coltivano la molta terra di ognuno degli dei, nemmeno una piccola parte
di questo reddito raggiunge gli altari. 2,32. Io ho detto che in passato i lavoratori della terra avevano
anche delle casse, dei vestiti, delle monete e dei matrimoni con una dote. Adesso tu passerai
attraverso molti campi desolati, e il fatto che essi siano stati colpiti dalle riscossioni delle tasse li ha
svuotati, e si è aggiunto un altro male più grande, cioè quelle persone che riempiono le grotte, e che
sono sobrie soltanto nei loro vestiti. E quelli che restano nei campi non hanno bisogno di chiudere le
loro porte; infatti chi non possiede niente non ha nessuna paura dei ladri. 2,33. Ma tu parli dei
consigli cittadini. E se anche nessuna altra cosa andasse male, questa sola cosa mi convincerebbe a
dire ciò che io dico. Invece dei seicento consiglieri cittadini che erano presenti in passato, adesso
non ce ne sono nemmeno sessanta. Ho detto sessanta? In alcune città non ce ne sono neanche sei.
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2,34. Ma ci sono delle città in cui lo stesso uomo riscuote le tasse, gestisce il bagno pubblico una
prima volta, e lo gestisce ancora una seconda volta. Qual è questo enigma? Lui gestisce il bagno per
la fornitura del legname, e dopo avere preso una brocca, lui, che fa questo servizio, diventa addetto
ai bagni. E qualcuno chiede l'acqua calda, qualcun altro chiede l'acqua fredda, e quell'uomo deve
sopportare la collera sia dell'uno sia dell'altro, perché non può dividersi tra le due attività. 2,35.
“Queste cose non avvengono nella nostra città”. O Zeus, spero che tali cose non avvengano, ma
bisogna fare attenzione non ai luoghi in cui queste cose non accadono, ma al fatto che in alcuni
luoghi è possibile che esse accadano. E tuttavia quei consigli cittadini nei quali la terra è scadente,
sono rovinati per la grandezza delle loro tasse, perché nessuno vuole una terra così, e nessuno la
compra, e i luoghi che hanno la terra migliore, al posto di quelli che l'hanno ereditata, hanno dei
proprietari terrieri che possono comprare quella terra.E i membri dei consigli cittadini sono umiliati,
sono pochi e non sono soltanto poveri, ma sono ormai anche mendicanti, e degli individui che
arrivano non si sa da dove, pagano del denaro e, io dirò ciò che è vero, vivono comodamente nelle
proprietà dei decurioni, alcuni prendono possesso delle loro case, altri prendono possesso dei loro
campi, altri prendono possesso di entrambi. 2,36. E non c'è nessun rispetto per il consiglio cittadino,
i forestieri vanno in giro altezzosamente e si sposano, noi stiamo a guardare, andiamo alle loro
cene, e auguriamo loro di vivere a lungo fino alla vecchiaia, e nessuno vorrebbe dare in sposa una
propria figlia a un consigliere cittadino; nessuno potrebbe odiare così tanto la propria figlia.Avrebbe
bisogno di un mese chi volesse dire con precisione le sventure che avvengono nei consigli
municipali. 2,37. Io so di avere fatto dei lamenti anche a favore dei soldati, come a favore dei
decurioni, forse in un modo non ingiusto anche per i soldati, essi sono affamati, e intirizziti dal
freddo, non hanno nemmeno un obolo, a causa della giustizia dei capitani e dei comandanti militari,
che rendono i soldati più sventurati,e rendono se stessi più ricchi.Anche i cavalli dei cavalieri hanno
fame, e questa fame è oro per i comandanti, oltre al denaro che è dato dall'imperatore, e che passa
dalle mani dei soldati alle mani dei comandanti. 2,38. E per loro è bello vomitare, ubriacarsi e
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ricominciare immediatamente a mangiare e a bere, per loro sono una cosa vergognosa gli esercizi
militari e l'esercitarsi in campo aperto con delle fatiche appropriate. Dunque nelle battaglie per i
nemici è sufficiente fare un urlo, e alcuni soldati se ne vanno fuggendo, un altro rimane, accettando
di essere sconfitto. E le loro anime sono molto spaventate, ma i loro corpi non sono molto diversi da
delle ombre. 2,39. Anche la terra è dolorosa per loro che non hanno calzature ai piedi; infatti essi
devono spendere il loro denaro per le loro mogli e per i loro figli, e ognuno di loro ha moglie e figli,
non impediscono a se stessi di sposarsi e non pensano a quale sarà il cibo né per le loro mogli che
partoriscono, né per i loro figli che nascono. Pertanto quando la razione di cibo del soldato viene
divisa in parti uguali, in che modo quel soldato può essere sazio di cibo? Il danno che viene da
questa situazione è una carenza nella guerra. 2,40. E nei tempi che io elogio non avvenivano queste
cose, i capi militari cercavano la gloria, non il denaro, e non c'era nessuno che togliesse ai soldati i
loro beni. Essi erano forti, coraggiosi ed esperti di guerre, non si sposavano, e ritenevano di non
avere bisogno di matrimoni.I cavalli che trasportavano i cavalieri erano una visione molto gradevole
per i loro amici, ma erano una cosa spaventosa per i loro nemici, e c'era la pace perché i barbari
esortavano se stessi a stare tranquilli. 2,41. E se bisogna dire qualcosa anche riguardo a quei
magistrati che amministrano le province, comandavano quelli che erano giudicati migliori, quelli
che mantenevano un comportamento adeguato al loro ruolo invecchiavano nei loro incarichi, gli
altri decadevano da questi incarichi, erano condannati a morte, e non c'era nessun appello per loro.
E ciò faceva in modo che le leggi fossero rispettate. 2,42. Adesso invece corre alla carica di
magistrato chi ha la possibilità di comprarla, si volge indietro per guardarsi intorno, e vedere se chi
lo sostituirà è lontano non molti stadi. Infatti lui è d'accordo che è lì per prendere qualcosa, e questa
è la prima parte dell'incarico di un magistrato, e sotto gli occhi di tutti vengono osate quelle cose
che prima avvenivano nell'oscurità, e se lui esce dal suo incarico, vomita una piccola parte di tutto
ciò che ha mangiato, e digerisce la parte più grande del pasto. Dunque io sono fastidioso perché
odio questi comportamenti, e ne ammiro altri? 2,43. Sia pure: se anche altre cose mi rendessero
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amico delle circostanze presenti in tutti i loro aspetti, le condizioni attuali della retorica non
dovrebbero rendermi ostile alla situazione di adesso? Gli studi di retorica un tempo erano luminosi,
adesso sono oscuri, e in passato attraevano dei giovani da ogni luogo, ma adesso si pensa che essi
siano delle nullità. 2,44. Ma questi studi sembrano essere simili a delle pietre, ed è folle chi semina
su di esse, perché spreca il suo seme. Da un altro luogo vengono i guadagni, dal latino, la lingua
degli Italici, o signora Athena, e dagli studi giuridici. Prima gli esperti delle leggi se sapevano
qualcosa dovevano portare i loro testi giuridici, stare in piedi davanti al retore guardandolo, e
aspettare la frase: “Ehi tu, leggi il testo”. Adesso invece gli esperti di diritto sono segretari negli
incarichi più importanti, e chi ha studiato l'eloquenza, e non il diritto, viene deriso da quei giuristi e
lui stesso si lamenta. 2,45. Molti hanno salvato i patrimoni di molte persone grazie ai loro discorsi
di difesa, sono usciti dai tribunali e sono diventati dei soldati, non perché desiderano la gloria delle
attività militari, ma perché sanno che se prendono le armi, per loro è possibile sposarsi subito e
mangiare le proprietà della loro moglie, e se viene un nemico nel culmine della battaglia per loro è
facilissimo per loro usare i piedi per scappare invece che le mani per combattere, perché non ci
saranno controlli. 2,46. Pertanto questi stenografi, che prendono il nome dai loro segni, hanno fatto
scappare Hermes, hanno fatto scappare le Muse, hanno trasformato la felicità che c'era nelle attività
dedicate alle Muse in queste condizioni di adesso, e alcune persone sono state umiliate, mentre altre
persone gonfiano le loro guance, qualcuno si indigna se io provo dolore per il fatto che la mia arte è
diventata inutile? 2,47. Si dice: “Ma tu non solo provi dolore per questa arte, ma rimproveri le cose
che sono presenti adesso nel loro insieme, e tu celebri le cose del passato e ti affanni troppo per
questa cosa”. O voi che siete eccellenti, qual è la legge che io infrango? Quali sono i limiti che io
oltrepasso con il mio dolore riguardo a queste cose?Come è possibile che sia un reato il condividere
la sofferenza di coloro che stanno male? Infatti io ritengo che sia giusto non solo il provare dolore
riguardo alle proprie sventure, ma anche il fare questa stessa cosa per le sventure che accadono a
un'altra persona. 2,48. E io so che molte persone non soltanto provano compassione per se stessi, se
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subiscono delle sventure, ma versano anche delle lacrime sui libri nelle loro letture delle tragedie.
Dunque per quale motivo voi non disprezzate anche questi individui? 2,49. È facile dire a loro: “A
voi che importa dei figli di Niobe? Oppure se una figlia di Kadmos ha ucciso il proprio figlio? Laios
è forse vostro padre? Oidypous è forse vostro fratello? Ekabe è forse vostra madre? Kreon di
Corinto è forse vostro zio? Glauke è forse vostra cugina? Recentemente io non ho forse ritenuto che
l'Hippolytos di Euripides meritasse i miei lamenti nella stessa quantità che se io avessi visto il suo
dolore personalmente? Dunque perché io non sono accusato perché sono colpito dalle sventure
avvenute prima della guerra di Troia? 2,50. Oh in nome di Zeus, voi non piangete quando
partecipate al funerale dei giovani, quando i loro padri li accompagnano, e queste cose non
avvengono anche quando nessuna parentela vi costringe? Dunque voi potreste avere giustamente
delle persone che vi rimproverano. E nondimeno voi siete considerati tra i benefattori dei genitori ai
quali voi avete fatto questi favori. 2,51. Dunque se non c'è niente di male nel piangere per una
persona che muore, anche se non è un proprio parente, come potrebbe essere un male il piangere per
quelli che vivono nei dolori, e questa cosa è molto più amara della morte? E se è una cosa giusta
l'essere tristi quando una città sta male, per quale motivo non è giusto essere tristi quando una
provincia sta male? E se è giusto essere tristi per una persona sola, per quale motivo non è giusto
essere tristi se molte più persone stanno male? 2,52. E io voglio bene a coloro che hanno condiviso
il mio dolore, anche se essi sono molto lontani dalla attività retorica,io non farò un torto a quelli che
vivono dedicandosi ad altre attività, se io non li ritengo degni di queste stesse cose? Noi non siamo
neppure abitanti di Cipro, e lo si dirà insieme ad Adrasteia, noi abbiamo visto quella città che è stata
abbattuta dal terremoto, e tuttavia noi abbiamo fatto lamenti e gemiti, e abbiamo detto parole come:
“O città, dove siete mai adesso?”. Era possibile sentire molte persone che dicevano queste parole, e
nessuno ci ha biasimato, se noi, che pure siamo lontani da quell'isola per un tratto di mare così
ampio, abbiamo ritenuto giusto partecipare a quella sventura. 2,53. Dunque per quale motivo i miei
detrattori vogliono che io mi sia preoccupato troppo per questa cosa? Io non sono un comandante di
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eserciti, non ho partecipato alle battaglie avvenute in Tracia, né da comandante, né da soldato, e non
avrei potuto neanche guardare quella grande battaglia da un punto sulla cima di un albero, e tuttavia
io ho sentito parlare del risultato di quella battaglia, mi sono colpito il viso, mi sono strappato i
capelli, e ho valutato in me stesso le cause di quelle sventure, e nel giorno successivo ho parlato di
queste valutazioni anche ad altre persone. Dunque io ho fatto qualcosa di sbagliato in queste mie
azioni? E chi è colui che dirà questo? 2,54. Io non sono membro del consiglio municipale, e sono
stato esentato da esso per i miei impegni riguardanti l'attività retorica, ma io posso indignarmi sia
per la povertà dei consiglieri cittadini, sia per la ricchezza dei collaboratori dei magistrati, e alcuni
di costoro fino al giorno prima vendevano carne, altri vendevano pane, altri vendevano verdure, ed
essi sono diventati importanti grazie alle ricchezze dei decurioni e non sono affatto diversi da loro
nell'onore: è così abbondante il denaro che essi hanno. 2,55. Altri danno fastidio ai loro vicini per la
grandezza delle loro case, e non permettono ai vicini di usufruire in modo completo della luce del
sole. Se a te sembra che quegli uomini non facciano niente di male con il loro cambiamento, e con il
loro danneggiare le ricchezze altrui, e se qualcuno non può tacere riguardo a questi eventi, costui è
fastidioso e molesto? 2,56. Ma tu ti addolori se qualcuno dei tuoi parenti diventa uguale a te nella
sua ricchezza, questa cosa per te non è sopportabile, e tu otterresti molto volentieri per questi
comportamenti una punizione da parte della Sorte, tu ritieni giusto che io lodi la Sorte perché essa
fa delle azioni giuste, mentre essa ha avuto un comportamento molto ingiusto in ognuna di queste
due azioni, perché ha distrutto quelli ai quali avrebbe dovuto fare del bene, e ha dato i suoi benefici
a degli individui pessimi. 2,57. O forse io dovrei lodare la ricchezza degli aurighi e la ricchezza di
quelli che la ottengono perché fanno ridere? Ed è facile per loro ottenere un incarico di magistrato,
io dovrei lodare il fatto che i giovani siano privi di pudore, e il fatto che i loro padri sopportino di
vedere queste cose, e il fatto che i giovani dormano per la maggior parte del giorno, e di notte
passino il loro tempo nell'aspettare al bagno pubblico? Io non dico che cosa essi fanno e in quale
modo nel tempo in cui essi aspettano. 2,58.Quattro segretari e diciassette corrieri portatori di notizie
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stavano vicino a quell'imperatore, e io so che anche se dico qualcosa di bello su di lui lo danneggio,
e il magistrato che si occupava di queste persone riceveva un compenso per i molti anni nei quali si
era occupato delle armi di bronzo, e gli altri magistrati rendevano grandi le città. Ma altre cose
avvengono adesso, ci sono cinquecentoventi segretari e più di diecimila corrieri, e il magistrato che
si occupa di loro quando vuole diventa prefetto. 2,59.Io sento una ferita nell'anima a causa di queste
cose,e riguardo ad esse,non posso non dire ciò che è giusto,e io ho con me coloro che mi capiscono,
come voi vi capite a vicenda nei vostri onorevoli simposi, nei quali c'è molta acqua ghiacciata, una
grande tracotanza, delle competizioni vergognose, delle vittorie malvagie, e al posto degli dei sono
celebrati quelli che sono responsabili dei mali attuali. 2,60. E si dice: “tu sei fastidioso poiché tu fai
questa cosa spesso”. È forse giusto biasimare chi dice spesso una cosa giusta? E come può essere
giusto? Infatti o non devono essere dette quelle parole che non bisogna dire, oppure bisogna dire
anche molte volte quelle parole che sono opportune. 2,61. Tu vedi che io parlo con queste persone,
con ognuna di loro ogni giorno,e non sono fastidioso, e non causo dolore con le mie parole, e faccio
loro piacere, e chi non mi saluta mi disprezza. I giovani che cantano alle vostre tavole, e voi bevete
con i canti fatti da costoro, non vi portano forse le coppe e non sono per voi più piacevoli della
stessa bevanda? Dunque in che modo la prima cosa non è fastidiosa, ma la seconda lo è? Infatti se la
prima cosa si addice alle vostre bevute, la seconda cosa si addice alle nostre sventure. 2,62.Io so che
molti uomini sono morti a causa dei loro lamenti per alcune disgrazie terribili, e nessuno li ha
accusati perché loro non hanno smesso prima di fare questi lamenti, ma anzi loro hanno dato
l'impressione di avere percepito in modo giusto le loro sventure perché essi hanno terminato la vita
nel dolore. 2,63. Tu devi mettere fine al danno che c'è in ognuna di queste situazioni e metterai fine
anche ai miei discorsi su questo danno. Ma se quel danno continua, per quale motivo tu freni la mia
lingua? Infatti queste stesse situazioni mi spingono a dire quelle parole; tu ti comporti come un
medico,che,non potendo guarire una ferita, ordinasse a colui che ne soffre di non lamentarsi.2,64.Tu
restitusci alle città la loro forza dei tempi passati e la loro bellezza, e sentirai da me una palinodia.
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Tu devi riportare l'oratoria in quella posizione nella quale essa era in passato,e allora puoi chiedermi
grande, e se le cose del passato sono ritenute poco importanti rispetto al presente, se le cose
peggiori hanno gli onori maggiori, e le cose più importanti sono quelle più prive di onori, per quale
motivo tu mi costringi a elogiare la corruzione? 2,65. Dunque io soprattutto ho ritenuto che le cose
di tutto il mondo riguardassero anche me stesso, sia quelle migliori, sia quelle peggiori, e io divento
tale quale mi rendono le sorti di quel mondo, e chi ama il mondo non merita di essere odiato. 2,66.E
dunque se anche qualcuno mi chiudesse nell'attenzione limitata alla città che mi ha generato, a me
sembra che questa città sia sventurata per l'immigrazione di numerosi individui che hanno lasciato
le proprie città e le proprie case, se avevano delle case, loro non vedrebbero volentieri neppure in
sogno il luogo nel quale sono nati, essi, pur essendo stranieri, credono di dovere comandare sui
cittadini di Antiochia, hanno paura che l'imperatore stabilisca una legge per la quale ci siano dei
controlli sulle loro ricchezze che sono strane. 2,67. Quegli individui non si accontentano dei loro
possedimenti, ma se qualcuno accusa la loro Sorte, loro si arrabbiano,ed è sgradevole per loro chi fa
questa accusa; infatti come potrebbe non essere gravissimo il fatto che arriviate a questo punto di
libertà di parola, voi, che siete così? 2,68. Se io fossi un agricoltore, che semina sempre e non
raccoglie mai, e se io inveissi contro gli anni, che mi prendono una cosa e non mi danno niente, io
sarei fastidioso per quelli che mi sentissero dire queste parole ogni anno? E come potrebbe
quell'agricoltore non lamentarsi per le siccità e per le piogge abbondanti, per le malattie e anche per
il danno che riguarda la semina? 2,69. E se una madre è consumata da lunghe malattie, è necessario
che suo figlio pianga, e se la patria, la quale potrebbe essere più importante di una madre, fosse in
una condizione pessima, un suo figlio dovrebbe forse fare festa? Io sapevo di fare delle azioni
gradite agli dei che hanno ottenuto in sorte questa città, e io sapevo che questo mio comportamento
era giusto. Pertanto non ho sbagliato se ho fatto delle cose giuste. 2,70. Anche soltanto questa cosa
che è così importante mi avrebbe convinto a parlare, e c'è un'altra cosa che non è meno importante;
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io speravo che il mio discorso avrebbe prodotto un effetto e avrebbe dato una cura e una correzione
perché alcune persone avrebbero portato questo discorso ad altre persone, finché esso sarebbe
arrivato alle orecchie degli imperatori. 2,71. Ma io ho fallito anche in questo, e il mio sperare queste
cose è stato inutile. Infatti quelli che parlano di più agli imperatori parlano loro di ogni cosa, ma non
di questi argomenti così importanti, e queste persone trascurano le cose utili e dicono quelle cose
grazie alle quali otterranno dei benefici. 2,72. E per quale motivo bisognerebbe rimproverare gli
altri? Io non sono riuscito a indurre il prefetto a preoccuparsi dei consigli cittadini, anche se io gli
ho detto una cosa, dalla quale chi non si sarebbe fatto convincere? Io ho detto che questa stirpe si
sarebbe estinta, perché i decurioni non avrebbero più fatto figli, ed essi non avrebbero più fatto
matrimoni, perché l'essere consiglieri cittadini sembra essere il peggiore dei mali. 2,73. Il prefetto
non ha potuto confutare il mio discorso, ma ha parlato male di tre o quattro membri del consiglio
cittadino con una grande ira, ha creduto di avere fatto tutto ciò che era opportuno per lui e si è
dedicato di nuovo alla vita dissoluta. 2,74.Dunque che cosa mi resta da fare? Pregare gli dei che essi
rivolgano le loro mani sia sui templi, sia sugli agricoltori, sia sui consigli municipali,sia sulla lingua
dei Greci, e rendano piccole le cose che sono cresciute in un modo non giusto, e riportino le cose
che sono state disprezzate ingiustamente a quelle condizioni che erano loro proprie, e diano a me
alcuni motivi di gioia invece dei motivi del dolore che è presente adesso.
solito discorso, e io credo che il vostro silenzio accoglierà il mio discorso; voi che ascoltate il mio
discorso mi perdonerete per quelle cose che mi hanno dato questa difficoltà, è chiaro che voi
invocherete gli dei, ai quali piace molto sia che vengano composti dei discorsi, sia che questi
discorsi vengano pronunciati. 3,2. E io mi meraviglio se voi non avete pensato a voi stessi, a quale
cosa abbia sconvolto questa legge, e di nuovo mi meraviglio se voi, non avendo pensato a questa
cosa, la avete vista chiaramente, e di nuovo mi meraviglio se voi, non avendo visto chiaramente
questa cosa, invece di stare tranquilli o di combattere contro quelli che sono responsabili di questa
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situazione, avete osato parlarmi di un discorso. 3,3. Dunque se voi non avete cercato, non avete
trovato, vi sfuggono le azioni che sono state fatte contro di me da persone ingiuste, ma non è
possibile che vi sfugga il fatto che non bisogna fare queste azioni ingiuste, voi dormite quando
dovreste essere svegli, e voi avete ignorato ognuna delle cose che mi riguardano, mentre voi
dovreste saperle, e voi continuate a fare queste cose in questo stesso luogo, voi siete insieme e
parlate tra voi ogni giorno, e ognuno di voi non conosce se stesso come non conosce in modo
adeguato il suo vicino. E questa cosa non potrebbe esssere tanto un segno di inerzia, quanto un
segno di negligenza nei miei confronti. 3,4. E io parlerò a voi che non avete saputo niente di queste
cose, chi potrebbe credere a una cosa simile? Dunque se io fossi accusato di avere taciuto per
pigrizia e per inoperosità, dovrei vergognarmi per il ritenere che questa cosa sia una malattia di uno
schiavo malvagio, colui per il quale la più grande delle feste consiste nello stare sdraiati, e nel non
muoversi per niente o nel muoversi poco. 3,5. Ora chi è che non sa che io sono criticato dai miei
amici per le fatiche che io faccio nella mia vecchiaia, per il mio comporre sempre qualcosa, e che io
ritengo che il comporre un discorso sia per me una cosa più piacevole del miele, e questo è l'aspetto
più terribile della mia malattia alle articolazioni, il fatto che mi impedisce di scrivere? Dunque per
quale motivo io, potendo mettere in atto la mia consuetudine con molti discorsi, non ho voluto
questa cosa? Se ci sono alcuni miei discorsi, perché io non li rendo pubblici? 3,6. Forse qualcuno
crede che io dirò il mio torto nelle mie risposte. È una cosa giusta anche questa, fare arrabbiare un
uomo e così farlo tacere, un giovane studente riceve del denaro dal padre, affinché ne porti un po'
all'insegnante di retorica,e il giovane spende un po' di questo denaro nelle bevande,un po' nel gioco,
e usa altro denaro per i suoi genitali che sono più insolenti di quanto è consentito dalla legge; poi lui
rimprovera a se stesso la sua impudenza, attacca, grida, minaccia, picchia, ritiene che tutte le
persone siano feccia,ritiene giusto considerare il compenso dell'insegnante come un proprio reddito.
3,7. Lo studente povero riceve un perdono e un rimprovero; infatti il suo non pagare è perché non
può pagare, ma come può essere sopportabile offendere gli studenti che sono schierati con gli altri
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insieme a quelli? 3,8. Ci sono anche alcuni studenti che insultano ancora più di quelli, per
nascondere con questa azione il fatto che non hanno composto nessun discorso, poi se essi vengono
umiliati per quei loro comportamenti, passano il proprio tempo in questa adulazione che è bella,
quando vanno via alcuni di loro non sanno nemmeno chi è l'insegnante, altri si comportano male in
ogni azione che possono fare. 3,9. Dunque un altro potrebbe ritenere che anche questa sia una causa
del mio non parlare, e non indugerebbe a gridare che io punisco tali studenti che non fanno tutti i
pagamenti; ma io da molto tempo sono abituato a non ricevere i pagamenti, forse io punisco
entrambe le persone, sia lo studente che non paga, sia me stesso, perché non ricevo, ma questo
denaro non sono il motivo per cui le mie lezioni che avvengono qui siano state annullate a causa del
mio discorso. 3,10. E allora qual è il motivo, se non sono queste questioni di denaro? Io non vedo
degli studenti che tutti quanti amino le mie declamazioni, e non vedo degli studenti che conoscano i
miei discorsi. E questi studenti hanno reso gloriosa la declamazione di un altro oratore sia in
primavera, sia in inverno e nei discorsi in entrambe le lingue. 3,11. Fate attenzione. Io ordino di
chiamare gli studenti ad ascoltare la lezione. Il mio schiavo correndo fa questa cosa. Gli allievi però
non imitano la corsa di quest'ultimo, e lo schiavo deve faticare per prevalere su di loro, ma alcuni
studenti continuano nei loro canti, che tutti conoscono, altri continuano nelle loro chiacchiere, altri
continuano nelle loro risate, e quando la loro lentezza in queste attività viene accusata da quelli che
li vedono, se alla fine loro si decidono ad entrare in classe, camminano come le ninfe, oppure,
questo è il paragone più vero, come coloro che vanno dietro a quelli che sono belli, e anche dopo
che sono entrati, vanno prima dentro le porte,cosicché gli allievi che sono seduti possono arrabbiarsi
perché devono aspettare dei compagni di classe così pigri. 3,12. E tali sono le cose che avvengono
prima del discorso, e mentre il discorso viene pronunciato e viene reso pubblico, ci sono molti cenni
che quegli studenti si fanno reciprocamente riguardo agli aurighi, riguardo ai mimi, ai cavalli, e ai
danzatori, e sono molti i loro cenni riguardo a una battaglia che o c'è già stata, o sta per avvenire.
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3,13. Dunque alcuni di loro stanno in piedi, simili a statue di pietra, aggiungono un frutto a un altro
frutto, altri si tormentano il naso con entrambe le mani, altri stanno seduti, e sono altrettanti quelli
che si muovono, altri fanno sedere con violenza colui che si è mosso, altri contano quelli che stanno
arrivando, altri possono rivolgere lo sguardo alle foglie, per altri è più piacevole dire ciò che è
capitato loro invece che dedicare la propria attenzione all'oratore. 3,14.Ma altri comportamenti sono
più insolenti, il danneggiare l'applauso vero con quello falso, e l'impedire che l'applauso vada avanti
e che faccia il suo percorso attraverso l'uditorio portando via dai discorsi tutti quelli che è possibile
portare via, a volte con delle notizie false, a volte con un invito al bagno prima del pranzo, infatti
alcuni spendono denaro anche in tali cose. Dunque neppure voi, o giovani malvagi, avete nessun
vantaggio, come non lo hanno quelli che sono assenti, né ha nessun vantaggio colui che viene da
voi e parla, se lui non riceve il compenso, che è l'unico compenso dei discorsi. 3,15. E nessuno
potrebbe dire che io faccia nessuna calunnia e che adesso io rivolga un'accusa che non esiste; infatti
quando queste stesse cose avvengono tra gli studenti, immediatamente loro fanno ricorso all'ira e
alle parole di chi si arrabbia contro quelli che si comportano male. E voi sapete che io ho fatto molte
volte questa cosa, e sapete che io ho ordinato gridando non poche volte di colpire violentemente con
la mano destra il collo di uno studente pigro; e se questa cosa non è successa, è colpa di quelli che
non hanno eseguito il mio ordine. 3,16.Dunque una prova del fatto che voi avete un comportamento
scorretto verso di me sono quelle cose che io ho detto. Quando questi studenti non ritengono giusto
stare attenti alle parole che sentono dire, certamente succede che essi non ricordano nella loro mente
nessuna delle parole che sono state dette. 3,17. Il contrario di questa cosa avveniva con quegli
studenti che erano stati assegnati a me prima di voi in questo stesso luogo; uno di loro andava via
dicendo qualcosa a un altro, poi gli studenti si riunivano, si mettevano d'accordo, tentavano di fare il
discorso anche a quelli che lo evitavano, si addoloravano perché non erano molto numerosi, e
avevano come loro unica attività quelle parole che erano state dette fino a tre o quattro giorni prima
e dicevano queste parole a casa ai loro genitori e le dicevano qui a scuola per un tempo più lungo.
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3,18. Voi invece vi dedicate di nuovo ai vostri canti, ricordate benissimo questi canti, lasciate
Demosthenes nella dimenticanza e voi scrivete in un modo simile sia le ultime cose sia le prime. E
se qualcuno vi chiedesse, se io abbia detto una certa cosa, e quando io l'abbia detta, si sentirà
rispondere da voi in questo modo, che io non ho mai detto quella cosa. 3,19. Potrei dire: “Per Zeus,
io sono peggiorato, e le cose che faccio adesso non sono uguali a quelle che facevo in passato”. Ma
non dicono questo né costoro che non sono ancora anziani, né gli anziani, alcuni di loro sono ancora
impegnati nell'attività di avvocati, altri per mezzo di queste fatiche sono arrivati ad avere degli
incarichi, e loro stanno seduti perché vogliono sentire ognuna delle parole dette da me senza perdere
nemmeno una piccola parola. Si può sentire alcuni che gridano che io ho superato me stesso; infatti
se i miei discorsi del passato erano belli, nei miei discorsi di adesso c'è anche qualcosa in più, e la
mia vecchiaia non mi ostacola. 3,20. Pertanto per voi non è possibile ricorrere a un espediente
simile a questo; infatti la lode che viene da quelle persone contiene una testimonianza del fatto che
io sono migliorato, e vi impedisce di fare i vostri rimproveri contro i miei discorsi. Infatti voi non
potreste dire di essere più bravi di quelle persone nel giudicare un discorso; voi offendete quelle
persone in un modo evidente perché restate tranquilli mentre loro si agitavano per applaudire. E se
voi siete ciechi e non sapete giudicare i discorsi, dovreste considerare quelle persone come vostre
guide e dovreste condividere il loro applauso rumoroso. 3,21. Ma voi non avete le anime di giovani
studenti che sanno cosa sia un insegnante di retorica, e per loro è una bella cosa anche l'esagerare
nelle azioni a favore di quegli insegnanti. E chi dice che loro in quel momento sono impazziti, per
loro è un amico, non un nemico, e li onora, non li offende. 3,22. Io e molti uomini in numerosi
luoghi della terra abbiamo visto questi studenti e i loro genitori comportarsi allo stesso modo e
ritenere che gli insegnanti fossero degni di onori uguali a questi, e gli allievi volevano degli onori
ancora maggiori, e i loro padri non ignoravano queste cose ed erano contenti di vedere sui corpi dei
loro figli, come segni delle guerre combattute per gli insegnanti, delle ferite sulle loro teste, delle
ferite sui loro volti, delle ferite sulle loro mani, delle ferite su tutto il loro corpo. E questo loro
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affetto è molto grande e intenso verso insegnanti che si sono comportati così, e invecchia insieme a
loro. 3,23. Chi potrebbe dire a me quale simile servizio è stato fatto da voi a mio favore? Quale
battaglia avete fatto per me? Quale pericolo avete affrontato per me? Quale ferita avete patito per
me? E anzi quale parola avete detto per me? Quale voce ostile avete patito? Quale minaccia avete
sopportato? Quale sguardo avete sopportato per me? 3,24.Voi vi siete separati dal vostro insegnante
di retorica nei vostri atteggiamenti e voi dividendovi tra diversi insegnanti e diverse denominazioni,
spostando là i vostri obblighi, avete fatto un torto al vostro insegnante, voi continuate a dire tutte le
vostre parole, a fare tutte le vostre azioni, continuate a concedere tutti i vostri favori in tutti i modi,e
costringete a rendere più importanti quelle cose che sono secondarie, e ritenete che siano importanti
le defezioni degli studenti che sono avvenute per colpa vostra, vi schierate con un certo insegnante,
e lo rendete grande danneggiando gli altri insegnanti. 3,25. Voi siete così tanto lontani da sopportare
una fatica a favore dei miei discorsi, al punto che non sarebbe possibile neppure pregarvi di fare
questa cosa. E ciò non è sufficiente, ma ormai voi mi maledite anche. 3,26. Per quale motivo io mi
sono convinto di questa cosa? Per due prove che sono grandissime, per il dolore che vi danno gli
eventi a me favorevoli, e per la gioia vi danno gli eventi a me ostili. Oppure voi non fate queste
azioni quando alcuni studenti si aggiungono, mentre altri se ne vanno,navigano verso altri luoghi? E
io dovrei parlare di queste cose? 3,27. Si dice: “i tuoi allievi sono tutti malevoli, nessun tuo allievo è
buono, nessun tuo allievo è giusto”. Non è così, ma i miei allievi bravi sono poco numerosi, quelli
cattivi sono numerosi. Se questa situazione è così, il mio non parlare per colpa degli studenti
malvagi è ancora più giusto che se io parlassi a causa di quelli buoni. Infatti se fosse possibile per
me ringraziare in privato questi allievi bravi, io onorerei moltissimo questo beneficio; ma poiché
ciò è impossibile, gli studenti migliori devono sopportare il fatto che io non posso fare loro quel
beneficio che io avrei voluto fare. 3,28. Ma io darò nuovamente dei motivi per fare cose simili a
questi allievi maledetti, a causa dei quali recentemente io sono stato sottoposto ad alcune accuse
terribili per la sfrenatezza di alcuni giovani studenti, o Zeus, io sento dire tali discorsi da parte di
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quelli che sono molto contenti se possono dire qualcosa contro di me. E io non potrei dire se essi mi
rimproverano in modo veritiero, tuttavia sarebbe necessario che tutti quanti gli allievi per il loro
comportamento molto morigerato non dessero nessuno motivo per i rimproveri. 3,29. Io avevo
un'assoluta necessità di fare frequenti discorsi pubblici per le accuse che mi erano state rivolte in
passato, quando era necessario che quel benevolo imperatore ottenesse da me le giuste lodi, ed era
necessario che i padri degli studenti sapessero che io ero in attività e non ero stato abbattuto dalle
mie grandi sventure, e io non giacevo privo di voce. 3,30. Adesso io non vedo la possibilità di fare
una mia declamazione. E infatti c'è anche quel problema. Se io non invitassi quelli che ero solito
invitare, darei un dolore a persone che non meritano questo dolore; se io li invitassi, potrei renderli
più informati della vostra malvagità, ma se loro non vengono, rimangono in silenzio. Dunque che
bisogno c'è di rendere visibili quelle cose che avvengono qui? 3,31. Si potrebbe dire: “Tuttavia tra
gli studenti migliori, anche alcuni di loro hanno chiesto il tuo discorso”. Alcuni hanno fatto questa
richiesta, ma hanno fatto la richiesta solo con la loro lingua, ma la loro intenzione non voleva queste
cose. Io non sono così sciocco, al punto da ritenere che questa educazione sia più forte di un lungo
tempo e di cose così importanti. 3,32. Dunque si dice: “come sarà il tuo atteggiamento riguardo a
questa parte di studenti, se qualcuno degli dei ti porterà a vivere un altro anno?” Se quegli studenti
si comportassero un po' meglio, la sorte è grandissima, io seguirò gli eventi; ma se restano quelle
cose che ci sono adesso, certamente io ricorrerò a queste stesse azioni provvedendo affinché sarà
possibile che gli studenti che si comportano bene prevalgano per mezzo di un'altra strada. 3,33. Poi
qualcuno si meraviglierà, se quando io posso allontanarmi da tali allievi, io preferisco vivere in una
condizione di tristezza e in simili sventure. Ma che cosa farò? Io manderò via alcuni allievi, e
renderò piccola la mia classe di studenti? E come potrebbero rallegrarsi di più Priamos e i figli nati
da costui? Quelli che mi hanno attaccato vogliono vedere questa cosa, che io sia a capo di pochi
studenti e che il mio potere diventi più piccolo. Io ho visto un comandante militare che guidava dei
soldati pessimi, e lui si è convinto a sopportarli, per fare in modo che questi soldati non passassero
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ai nemici. 3,34. C'è qualcosa di molto pigro nella mia indole naturale, la quale in qualche modo è
restia a fare una vendetta, e questa mia indole naturale è stata educata a sopportare invece che a
punire. Ma la cosa più importante è la mia amicizia nei confronti dei genitori di questi studenti, la
mia amicizia nei confronti delle città; e io temo che essi se sentono dire che io caccio via gli
studenti possano fare per me le stesse azioni che si fanno per quelli che sono morti, o anche delle
azioni più gravi, essi pensano che il disonore sia più terribile della morte, e sanno che un tale
disonore è più terribile di quello che proviene dai tribunali. 3,35. Se anche quel disonore fosse
eliminato, è inevitabile che quest'ultimo disonore resti e sia immortale, ed è quello che accompagna
una persona dalla giovinezza fino alla morte, ed esso toglie la libertà di parola in ciascuna età: “o tu
che non hai vergogna, che hai occhi di cane, tu non sei stato respinto dai templi dell'eloquenza,
perché tu contamini il luogo delle Muse?”. 3,36. Pertanto io avendo rispetto sia per i loro padri sia
per le loro madri, sia per le loro città, alle quali si sarebbe trasmesso necessariamente il mio
disonore, non ho fatto la prima cosa, la cacciata degli studenti cattivi,ma ho esortato la seconda cosa
in me stesso, ho incitato quelle cose che sono giuste, secondo la mia convinzione. 3,37. Voi siete
responsabili del fatto che non accada niente di simile. Infatti se voi vi comportaste meglio, e sarebbe
facile per voi se lo voleste, voi vedrete tutto ciò che io ho farò, e io invito me stesso più di quanto io
tribunale io tenterò di dimostrare che questa voce che è molto diffusa si è allontanata dalla verità,
con alcune prove che sono così grandi, in modo che questo stesso uomo dichiari con il proprio
silenzio che lui non può dire niente come risposta. 4,2. Dunque se ogni uomo che è arrivato alla
propria vecchiaia perde la capacità di pensare,e se questa è una legge della natura, cioè che chi ha la
vecchiaia non possa avere la capacità di pensare, sarebbe assolutamente necessario che quest'uomo
non fosse troppo orgoglioso, non facesse rimproveri, non ritenesse che la sventura di un anziano
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fosse una sua colpa, come per quelli che sono di bassa statura, o camusi, o sordi, o ciechi. 4,3.Ma se
è possibile che pensi anche chi ha un'età così avanzata, e sono molto più numerosi quelli che non
hanno sofferto questa demenza di quelli che invece ne hanno sofferto, per quale motivo io, che sono
giovane nell'anima, dovrei ritenere che nella mia anima ci sia la vecchiaia e che essa porti in sé
anche il vaneggiare? 4,4.Oppure tu oserai dire che Platon vaneggiava, che Isokrates vaneggiava, che
Sophokles vaneggiava, che Gorghias non era saggio, che quel famoso uomo di Tyana non era
padrone di se stesso? 4,5. Qual è la cosa che Homeros sapeva e per la quale lui porta a Ilion
quell'anziano uomo di Pylos, Nestor, che aveva combattuto con i Lapiti, e che aveva fatto una
navigazione insieme agli Atridi? Forse per dare agli Achei un motivo di ridere quando lui divulgava
le sue opinioni nei consigli di guerra riguardo agli affari di stato? 4,6. No, ma affinché nessuno di
quelli che sono simili a te facesse una supposizione simile a questa, sentendo dire la frase: “o tu, che
sei signore insieme ai trentenni”, con quella preghiera di Agamemnon Homeros ha eliminato
completamente questa cosa, e Agamemnon ha fatto questa preghiera chiedendo una vittoria a Zeus,
Apollon e ad Athena. Infatti eliminando Aias di Locri, il grande Aias, il figlio di Tydeus, e lo stesso
argomento per trattarlo in questo modo. 4,7. Le cose siano pure così. Ma quelle cose sono antiche e
vetuste, che cosa dire riguardo a Herodes di Atene che è stato capace di faticare, anche se era ricco
per il suo tesoro? Che dire di quel sofista di Sparta e che è diventato più ricco di eloquenza grazie al
bere? Che dire se quel Cappadoce che non ha seguito le lezioni di quell'insegnante, ma è andato a
scuola da un allievo di quell'insegnante, dopo che lui è morto, uno degli imperatori ha congedato il
suo cadavere con onore? 4,8. Ha avuto una vita più lunga di costui quell'oratore che ha ottenuto una
grande fama grazie ai suoi discorsi preliminari che sono stati onorati più delle sue competizioni
oratorie. Dunque quest'uomo originario dell'Egitto è morto non essendo molto ricco, e ha lasciato la
sua vita senza spostarsi da quel luogo. 4,9. Ma tu vuoi che io parli di quelle cose che avvengono qui
ad Antiochia? Certamente Aidesios è morto quando aveva una buona salute mentale, ma questa
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stessa cosa è avvenuta anche a quelli che sono venuti dopo di lui?Io ho vissuto per un tempo uguale
al più anziano tra costoro, e so di avere compianto quell'uomo più degli altri, e quando ero giovane
io sono stato privato dei suoi flussi di parole; tuttavia per quale motivo bisognerebbe piangere un
uomo che è morto vaneggiando? Ma io credo che noi troviamo che quell'insegnante di retorica
faceva dei progressi ogni giorno.4,10. Tu dici che io vaneggio e deliro e che questa cosa mi succede
a causa della mia vecchiaia; ma in una città così grande questa cosa è apparsa soltanto a te, ed è
passata inosservata agli altri individui, a quelli che mi salutano, a quelli che vengono da me, a quelli
che siedono insieme a me, i miei allievi, gli oratori, quelli che fanno queste attività nelle
declamazioni? Queste persone hanno forse dato ascolto a un ubriaco quando hanno ritenuto che i
miei vaneggiamenti fossero più importanti della preoccupazione per i loro familiari? 4,11. Ma
lasciamo perdere, se pare opportuno, il danno che le persone patiscono per la loro età. Che cosa si
potrebbe dire riguardo a quelli che mi portano i loro figli e li consegnano a me, quando per i padri i
figli sono più importanti delle loro stesse vite? E infatti se la cosa è sfuggita a quei padri che erano
assenti, tuttavia come avrebbe potuto essere ignorata da tutti i padri? Essa sarebbe stata evidente a
quei padri che sono presenti. 4,12. Dunque c'è qualcuno che preferirebbe gettare in un precipizio il
figlio che lui ha generato? E un padre potrebbe ritenere giusto dare da bere del fango al proprio
figlio, se le mie parole provengono dalla mia stoltezza? Queste cose non esistono, la situazione non
è così; tu non potresti prevalere, se sei da solo e se sei anche una scimmia, su genitori così
importanti, su città così importanti, su province così importanti. E neppure se tu dicessi che questa
località di Dafne che è così bella sia per i suoi alberi, sia per i suoi giardini, sia per le sue sorgenti
sia per le sue dimore, è un luogo sgradevole, prevarrai sulla verità. 4,13. Tu vuoi aggiungere anche
me alle dimostrazioni, oppure io già ho vinto con le parole che ho detto? Ma anche se è una cosa
superflua, io non eviterò di dirla, perché è piacevole per voi; certamente, come ciascuno di voi, io
conosco sia la parte più antica della città, sia la parte più nuova e so dove sia il teatro in ciascuna
delle due parti, dove sia l'ippodromo, e dove conduca ciascuna delle porte, e so che l'imperatore ha
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eliminato l'usurpatore senza fatica, e so qual è l'età del figlio dell'imperatore. Io so quanti sono
coloro che detengono il potere nella mia città, quanto è grande la misura di ciascuno, e qual è la
parte del giorno in cui ognuno di loro è presente, e so qual è la mia parte, quale parte non è mia, e io
ricorro alla prima, e mi tengo lontano dalla seconda. 4,14. Che significa questo? Forse che io non
conosco gli studenti che frequentano le mie lezioni, i loro nomi e le loro condizioni, e chi tra loro
abbia delle ricchezze, e chi non ne abbia? Io non vado forse a cenare e ricordo il cibo, come la
bevanda, la bevanda come il cibo? E che bisogno c'è di soffermarsi su tali cose, ma non è forse
necessario che io confuti bene l'accusa con queste stesse argomentazioni? Se tu mi cogliessi
impreparato su queste cose, come ti comporteresti? E quali cose saresti capace di dire? Diresti che
io sono più folle di Orestes. 4,15. Un villaggio ha generato tuo padre, e lui ha evitato quelle fatiche
che sono adatte all'agricoltore, e in questo suo comportamento ha fatto un torto alla terra e agli dei
che si occupano dei prodotti della terra, è diventato portinaio di un uomo potente e cinedo, e il fatto
che costui potesse fornire tali servizi rende il magistrato schiavo di questo portinaio, e questa cosa
consiste nel denaro che quest'ultimo ottiene. 4,16. Egli è divenuto padre di costui, che si chiama
Eutropios, e anche se lui avrebbe dovuto restituire suo figlio alla zappa, al piccone, ai buoi e
all'aratro, anche riguardo a suo figlio lui ha ritenuto giusto fare un torto alla terra, e ha fatto passare
il figlio dall'agricoltura alle attività delle Muse e agli studi retorici, perché gli insegnanti non
avevano la possibilità di chiudere la porta a quelli ai quali volevano chiuderla. 4,17.E lui è diventato
padre per una seconda volta e ha fatto azioni ingiuste contro Demeter con le sue prime azioni, e con
il privare le Muse dei loro compensi. Certamente si potrebbe dire che ha fatto un torto anche a colui
che ha ricevuto il compenso. E lui ha fatto queste azioni perché aveva alcune ricchezze provenienti
dal servizio di quelle funzioni che io ho detto, e ha usufruito della mitezza di quelli che non hanno
riscosso il suo denaro, e lui ha disprezzato la collera di quelli che dicevano di avere patito dei
trattamenti pessimi. 4,18. Questa pietra è causa di una grande fatica per quelli che insegnano ed essa
non porta nessun vantaggio all'apprendimento delle leggi, ed è propria di quelli che hanno
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un'intelligenza molto lenta. E questa pietra ha pesato sugli insegnanti e ha prodotto alcune lettere
enormi, ampie e che appesantivano le ginocchia, e quando ormai lui era entrato nel numero degli
avvocati non ha parlato in difesa di nessuno tra tutti, né per gli stranieri, né per i cittadini, né per gli
uomini, né per le donne, né per i poveri, né per i ricchi; infatti a nessuno è sembrato che lui potesse
essere utile come avvocato. Perciò non ha avuto nessuno che abbia chiesto i suoi servizi. 4,19. E a
te sembra che io vaneggi riguardo a queste cose, o a te sembra che io mi allontani da quelle cose
che sono vere a causa della mia età avanzata, e ti sembra che io con queste mie parole abbia detto in
modo assolutamente preciso delle cose che non esistono e le vicende tue e di tuo padre? Eppure è
proprio di chi delira il dire alcune cose al posto di altre, e il non sapere neanche questo, cioè che lui
dice alcune cose al posto di altre. Dunque se io mi trovo in questa condizione, tu devi dimostrarlo, e
non faresti niente di ingiusto;ma se tu non hai potuto fare questa cosa, come è possibile che tu non ti
sia comportato in modo insolente? 4,20. Io passo in rassegna altre cose, tu puoi controllarmi. A te è
sembrato giusto collaborare con Kyneghios e tu sei stato tra quelli che hanno aiutato la decisione di
quell'uomo. Tu hai indebolito la giustizia di questa decisione con degli aiuti ingiusti e hai costretto il
consiglio cittadino a danneggiare se stesso, e sei venuto tra noi come magistrato, anche se tu non hai
ricevuto il tuo incarico come compenso della tua eccellenza. Infatti tu non sei stato grande in guerra,
non sei stato neanche un soldato semplice, né sei stato grande nelle competizioni della retorica,
infatti sei stato poco diverso dai retori che sono nei venti. 4,21. Ma tu, Eutropios, sei venuto qui
perché hai comprato il tuo incarico, e in questa cosa qualcuno è anche peggiore di te, e tu hai non
pagato tutto il prezzo con denaro proveniente dalla tua casa, tu sei schiavo di quelli che ti hanno
prestato il denaro, che siedono insieme a te, che cenano insieme a te, che incombono su di te, che ti
ordinano tutto ciò che vogliono, che passano la notte con te, e che ti esortano a fare dei furti. 4,22. E
a causa di questo prestito vengono violate alcune leggi, e vengono concessi alcuni favori ingiusti, e
il tribunale riceve sia alcune vittorie, sia alcune sconfitte, che non sono conformi alle leggi, e l'uomo
che dà ordini ai servi e che si arrabbia con loro è anche soggetto alle collere di quei servi, e se lui
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non fa ciò che piace a loro e velocemente, loro tuonano. 4,23. Io dico che tu, Eutropios, sei sia
abietto, sia arrogante; e la tua abiezione produce i tuoi misfatti che tu conosci bene, e la tua
arroganza consiste nel nascondere la tua abiezione, e il tuo insultare è un pretesto per i tuoi furti. E
anzi non è neppure giusto definire il tuo comportamento come dei furti; infatti il ladro dice
menzogne per rubare, lui cerca di fare ciò e mette un uguale impegno sia nel rubare, sia nel dire
menzogne; tu invece imiti i gesti di quelli che reclamano ciò che hanno dato in passato, passi
attraverso le città per raccogliere questi beni, hai i tuoi soldati che gridano rivolgendosi ai consigli
cittadini: “o voi pagate oppure morirete; infatti quest'uomo, che arriverà tra poco, è gentile con
quelli che quali pagano, e per loro è come un padre, ma è duro con quelli che non pagano, e per
questi ultimi lui è come uno scorpione”. 4,24. E come testimonianza del fatto che non dico nessuna
menzogna io cito la città di Calcide, che ha ricevuto delle ferite rovinose, e la città di Apamea, che
testimonia di avere fatto dei torti a degli uomini eccellenti, è tua alleata, sente che altre persone
parlano male di essa, ma ottiene da te delle lodi per la sua durezza nel riscuotere tutti i tributi per la
tua lode. Infatti quest'uomo che è potente non si è astenuto dal prendere neppure i legumi, ma ha
riempito di essi il suo campo tormentando le spalle di quelli che lo coltivano. 4,25. E riguardo ad
altre quattro città che non sono così grandi, io ho sentito dire cose simili della spia che ha avuto
compassione per quelli che hanno pagato, ma ha minacciato quello che ha ricevuto questi
pagamenti, finché la condivisione dei guadagni non lo fatto riconciliare con quell'uomo. 4,26. Io ho
saputo che anche qui Eutropios ha rivolto le sue mani contro i membri del consiglio cittadino, ma
non ha potuto trascinarli via, e si è rivolto agli artigiani. Io ho sentito dire che quando c'è stato
qualche indugio sono avvenute delle percosse indicibili, dalle quali ci si attendeva che sarebbero
avvenute alcune morti. 4,27. Infatti Eutropios non si è indignato contro quelli che mangiavano il
pesce, né con quelli che compravano dell'olio, e ha fatto smettere completamente ad alcuni la loro
attività di vendita del legname, ha tolto ad altri i loro compensi, ma ha agito in modo fraudolento
portando questi materiali alla vendita fatta da lui stesso, e la sua prima azione ha avuto un aspetto
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dignitoso, ma l'altra azione è stata propria di uno che vuole arricchirsi. 4,28. Dunque Eutropios dice
tutto quello che dice e fa tutto quello che fa per le ricchezze, e nei suoi sogni non ci sono le città,
che lui non ha mai visto, e lui non vede nemmeno sorgenti, laghi, mari, e fiumi, ma vede argento,
oro, vestiti, borse, e alcune borse sono già nelle sue mani, ma altre borse gli sfuggono, di giorno lui
sta a casa sua, guarda alle borse di denaro, parla di quelle borse, ha la sua anima in quelle borse,
anche nelle sue preghiere mattutine invece che salute, buona reputazione, e salvezza per i propri
figli, chiede a Zeus che appaia qualcuno che gli darà queste cose. Neppure la povertà estrema salva
nessuno dei suoi collaboratori. Io sono uno che vaneggia e dico queste cose perché le ho sentite dire
da quelli che le conoscono bene, e io me ne ricordo e ritengo che queste cose siano terribili. 4,29. Io
ritengo che anche quella cosa sia terribile, il fatto che Eutropios abbia voluto riscuotere del denaro
da alcuni sventurati fornai, come se l'acqua macinasse il loro grano. E questi fornai si sono rifugiati
presso di me, Eutropios ha accusato i fornai, i quali dicevano delle cose giuste e altre cose, e ha
detto che loro mi avevano ingannato, e lui li aveva aiutati davvero,e non si è tenuto lontano prima di
dare una scossa. Allora io ho detto delle parole giuste, lui ha detto che questi fornai avevano
dimostrato da soli la propria colpevolezza. 4,30. E io non delirerei neppure se ti definissi “Scilla”, e
facendo questa cosa secondo te sbaglio, ma se un altro fa questo è sano di mente. Infatti io rivolgo il
mio sguardo alla tua testa e vedo che da una parte e dall'altra ci sono non pochi altri parenti,
certamente sono tuoi parenti, ricercano le tue stesse cose, desiderano le tue stesse cose, si guardano
intorno cercando qualcosa su cui mettere i loro denti. Tu sembri essere molte persone e dimostri che
tipo di persona sei, e gli araldi sono di un solo uomo, ma il potere è una cosa comune a tutta la
vostra famiglia. 4,31. E neppure le donne sono lontane dal fare delle minacce e dall'ottenere un
guadagno. E grazie a molti uomini potenti quelli che prima davano qualcosa ai mendicanti sono
diventati essi stessi dei mendicanti e quelli che in passato aiutavano gli altri adesso sono tra quelli
che hanno bisogno di persone che li aiutino. 4,32. Forse tu, Eutropios, senti dire degli elogi da
questi individui per le offese con le quali tu li offendi, e gli elogi sono di meno quando tu rivolgi le
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tue offese ad altri, e sono di più quando tu rivolgi le tue offese a me, si dice: “Ehi tu, va bene; tu hai
questo potere, sei l'uomo adatto a fare questo, e hai riconosciuto te stesso in questa cosa. Così tu,
Eutropios, saresti grande, se eliminassi le attività di Libanios, se tu non andassi da lui, e se tu non
imitassi la condizione miserabile di quelli che si sono trovati in questa condizione e alcuni vanno
alla casa di Libanios, altri vanno alla sua scuola”. 4,34. Ed Eutropios non è ancora venuto da me. E
questa è la cosa importante, se qualcuno gli chiede: “Qual è la cosa di cui tu ti vanti tra quelle che
sono avvenute durante il tuo incarico?”. Lui risponderebbe questa cosa:l'avere condannato la grande
stoltezza di quelli che mi avevano onorato in quel modo. 4,34. Così, Eutropios, io so che le tue
numerose teste avrebbero patito un danno, se quest'uomo che vaneggia, cioè io, non avesse
impedito questa cosa. Infatti quando la paura di Eutropios ha provocato in lui una malattia a causa
della sua insonnia, ed era chiaro che lui non dormiva perché aveva paura, e se non avesse dormito
sarebbe morto, il medico anziano mi ha riferito queste notizie e mi ha detto che, se qualcuno non
avesse eliminato quella paura, neppure lui stesso avrebbe potuto prevalere sulla malattia, e ha detto
che la moglie e i figli di Eutropios sarebbero stati uno spettacolo degno di commiserazione. 4,35. E
io con tutte le mie parole, con tutta la mia arte ho salvato queste persone, che sarebbero morte in
modo giusto. Ma Eutropios, anche se il suo corpo è guarito da una malattia, si è ammalato di nuovo
nella sua anima, ha sconvolto il mercato, e non ha permesso in nessun modo che i prezzi di ogni
cosa restassero dove erano, e lui sapeva che da una città che fosse stata malata e corrotta sarebbe
derivato anche un guadagno a lui e alla sua famiglia. Ciò ha fatto in modo che lui sconvolgesse le
disposizioni che erano state stabilite e quelle leggi che erano state fatte da uomini assennati. 4,36.Ed
Eutropios dice che alcuni individui non sono sani di mente, lui non è vecchio, ma vive in conflitto
con se stesso e non lo sa. Infatti lui non consegna alla spada alcuni individui che hanno fatto delle
azioni degne della pena di morte, e dice di essere cauto anche in tali condanne a morte, ma quando
lui ottiene questo stesso effetto con la frusta, non pensa di fare ciò che dice di evitare. 4,37. Anche
ieri Eutropios ha rinnovato questo genere di percosse che era stato abolito da un periodo di tempo
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ormai lungo perché esso offendeva la dignità propria della cittadinanza, e lui ha fatto comparire di
nuovo questa pratica sotto gli occhi di tutti, e ha nascosto il volto di colui che è stato straziato sotto
un altro volto, ed era un berretto modellato su un muso di un asino, lui ha partecipato ridendo a tale
misfatto, e ha aggravato la sventura con il suo divertimento, ha fatto un po' di rumore con il
campanello e ha limitato la compassione che sarebbe potuta sorgere a causa delle lacrime. 4,38. Ed
Eutropios ha ucciso molti uomini con queste ferite, ma dice di non averli uccisi perché ha fatto
ricorso alle ferite. E questa pratica è molto più terribile, perché rende la modalità della morte lenta,
invece che veloce. Anche se questi individui non erano buoni, non erano però così malvagi, perché
contro di loro c'erano delle accuse di piccoli furti, e alcuni di costoro erano dei marinai che erano
stati costretti a questi furti dopo un naufragio. E tuttavia essi sono morti e sono stati frustati. 4,39.
Dunque quali sono i compensi della tua grande intelligenza? Io vaneggio e vedo che tu tremi, cerchi
di fuggire, e cerchi una città che sia fuori della Siria che è stata governata così bene da te. A causa
della tua saggezza tu annunci ciò che tu farai, anche quando hai la possibilità di tacere. 4,40. Forse
io avrò qualcuno che dirà riguardo a me non tali cose, come quelle che dici tu, prima, quando hai
mandato via uno dei miei amici, e hai ritenuto giusto che una vecchia che aveva vissuto per un
grande numero di anni fosse giudice di un processo, poi, quando uno dei tuoi collaboratori ha detto
che io ti avrei seguito. E lui credeva che tu avresti accolto con un applauso le sue prime parole, ma
tu hai ritenuto che lui fosse degno di una minaccia, hai spinto l'auriga ad andare veloce con il suo
piede, e hai detto a lui che era seduto: “quest'uomo viene di nuovo a stancarmi con le sciocchezze
che lui dirà”; in seguito io ho saputo questa cosa in modo preciso, ma in quel momento io ho visto
l'atteggiamento che proveniva dai tuoi occhi e mi sono allontanato il più velocemente possibile, e
ho smesso di parlare riguardo a quegli argomenti sui quali sono venuto a parlare qui.
Orazione 5. Artemis.
5,1. Questa stessa cosa, il fatto che adesso io sia vivo, parli, vi veda e sia visto da voi, per me nel
modo più chiaro è stato concesso da Artemis, o uomini, lei mi ha liberato dalle porte della morte e
mi ha conservato in vita. Io non devo essere ingrato nei confronti della dea che mi ha dato queste
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cose, ma è giusto che io dimostri di mantenere la consuetudine riguardo a questi comportamenti.
5,2. La consuetudine è che chi è stato trattato bene da quelli che sono più potenti onori chi gli ha
fatto questo favore. Qualcuno rende onore offrendo dei crateri, un altro rende onore offrendo delle
vesti d'oro, un altro offrendo qualche altro attrezzo, un altro rende onore offrendo una corona, un
pastore offrendo un flauto, e un cacciatore rende onore offrendo una testa di animale,un poeta rende
onore offrendo un inno composto in un metro, e un retore rende onore offrendo un inno composto in
prosa. Ma a me sembra che gli dei preferiscano un inno rispetto al denaro, e anche un uomo
eccellente, se facesse una scelta tra queste due cose, sarebbe più onorato dall'inno e non dal denaro.
5,3. Io ricambio il favore di questa salvezza con un mio discorso, e offro il mio tentativo di non
commettere nessun errore nei confronti di questa dea, che mi concede il fatto che io sia ancora in
vita, ed è facile per questa dea ottenere questa cosa dal musagete, che è suo fratello. 5,4. Artemis è
figlia di Zeus e di Leto, e suo padre è il più grande degli dei, e sua madre, che Zeus scelse per
queste generazioni, fu accolta da Delos, quest'isola si fermò, Leto vi giunse, e Artemis uscì prima di
Apollon, e aiutò la madre a partorire Apollon. 5,5. È una bella cosa anche il fatto che Artemis poco
tempo dopo essere stata generata ricompensò i suoi genitori per la sua nascita, lei allo stesso tempo
nacque e ricambiò il favore a colei che la generò nel momento in cui aveva maggiore bisogno di
aiuto. Dunque Apollon è responsabile anche di queste cose buone per gli esseri umani, e bisogna
essere grati ad entrambi questi fratelli, ad Apollon per il fatto che lui nacque, e ad Artemis perché
aiutò la sua nascita. 5,6. E poiché anche subito nei primi giorni di vita Apollon fece delle imprese
valorosissime contro le minacce spaventose mandate da Hera, da questo derivarono anche i loro
nomi, lei prese il nome di Artemis, e lui ebbe il nome di Loxias, si deve evitare di attribuire questi
nomi ad altri motivi. 5,7. Dopo che Artemis nacque ricevette dalla Terra sia l'arco, sia le frecce
come suoi doni ed ebbe subito la conoscenza di questa arte, apparvero subito delle cerve, e io credo
che anche questo sia stato un dono dato dalla Terra, e le cerve, le une dopo le altre furono colpite da
Artemis come esercizio nell'arte di arciere. E sembra che questa attività, l'imitazione di Artemis,
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fece diventare arciere anche Apollon, cosicché Apollon fu un allievo di Artemis nell'arte dell'arco.
5,8. Questa dea dopo essere cresciuta divenne splendente di bellezza, evitò il matrimonio, e giurò
sulla testa di suo padre che lei sarebbe rimasta vergine. Dunque sia altri poeti, sia il sapientissimo
Homeros sono stati testimoni della sua bellezza, e Homeros onora questa bellezza con l'immagine
che fa della figlia di Alkinoos, e questa bellezza onora la figlia di Ikarios, e aggiunge Aphrodites ad
Artemis ponendo le bellezze delle due dee allo stesso livello. 5,9. Si dice che siano una bella cosa
Parthenios e il fiume della Paflagonia, e si dice che esso fu un lavacro di Artemis. Nondimeno lo
sventurato Orion fu buon testimone del fatto che lei rifugge la condivisione con il maschio, e lui che
era così grande fu abbattuto da uno scorpione, perché lui tentò di fare delle azioni che non erano
lecite. 5,10. Non c'è niente di strano nel fatto che Athena abbia scelto di essere vergine, lei che fu
generata soltanto da suo padre, ma Artemis fu generata da un'unione e tuttavia cercò la verginità. E
matrimonio e a degli imenei, ma la bellezza di Artemis non la convinse a vivere insieme a un dio, a
restare incinta, e a generare dei figli, e lei non sottopose se stessa ai voleri di un marito. 5,11.
Tuttavia Artemis non ritenne giusto nemmeno vedere né un telaio, né la lana, né la lavorazione della
lana, né le attività proprie delle donne, lei ritenne che queste cose fossero troppo piccole per la sua
indole naturale, ma lei si dedicò agli animali selvatici e alle valli boscose, e andò nelle montagne,
nei boschi sacri e nei boschi, e lei ebbe la caccia come proprio divertimento. Infatti Artemis non ha
bisogno di fatica per colpire, mentre noi in tutte queste attività usiamo degli uccelli che sono
rinchiusi, lei usa dei capri, dei cervi e ogni altro animale selvatico che lei ritenga opportuno. 5,12. E
certamente Artemis è signora degli animali feroci più di quanto noi siamo padroni dei nostri schiavi.
Già in passato qualche schiavo ha rivolto lo sguardo contro il proprio padrone, gli ha causato un
dolore con una sua parola ed è andato via, si è dileguato, gli animali invece accettano tutto ciò che
sembra giusto a quella dea e gradiscono ogni cosa che provenga da quella dea. 5,13. Ad Artemis
piace vedere questi animali che corrono, a lei piace inseguire questi animali, a lei piace scagliare
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delle frecce contro di loro. Lei prova lo stesso diletto per la stirpe degli esseri umani, e la difende
rendendo meno numerosi gli animali che sono ostili alla stirpe agli esseri umani, a me pare, e fa in
modo che questi animali non vadano fino alle città, non aggrediscano le persone e non le facciano a
pezzi, non le divorino, e non svuotino le città degli esseri umani. 5,14. Infatti quale uomo potrebbe
sopportare volentieri dei branchi di animali selvatici che attaccano, se, quando un solo esemplare di
questi animali che vengono portati a fatica nei serragli supera la recinzione e corre attraverso una
città, con il suo solo sguardo sconvolge e turba le persone e fa in modo che ogni persona cerchi un
luogo dove si possa salvare, e le porte vengono chiuse, e le persone gridano le une verso le altre e
c'è un tumulto grande come quello che potrebbe esserci se provenisse da dei nemici che fanno un
attacco? 5,15. Dunque che cosa noi potremmo credere che avverrebbe in spedizioni militari degli
animali selvatici, se i leoni ne fossero i comandanti? Dunque le cose che avvengono adesso e il fatto
che gli animali restino nelle foreste sono un dono della dea, e non sarebbe possibile sopportare
questi animali se essi facessero degli attacchi. 5,16. Si dirà che Ares e Athena sono a capo di
un'attività importante, la guerra. Ma non è piccola la parte delle attività della guerra che spetta ad
Artemis, se non sembra a nessuno che siano una cosa poco importante, per quelli che combattono,
gli archi e le frecce, grazie ai quali è possibile che prevalgano da lontano contro i propri nemici
coloro che agiscono senza subire nessun danno. 5,17. Dunque se alcuni tra quelli che combattono
avessero con sé degli arcieri, e gli altri non li avessero, l'esercito di questi ultimi sarebbe distrutto
dagli archi in modo rapidissimo prima di fare lo scontro, e questi arcieri andrebbero via essendo
privi di qualsiasi ferita, dopo avere vinto, e un arciere che fa un assedio potrebbe abbattere molte
volte quello che sta sulle mura, e colui che è assediato potrebbe colpire facilmente colui che attacca
le mura. Tutta l'attività di un soldato potrebbe consistere nell'arco. 5,18. Si potrebbe sapere bene
grazie ad Herakles quanto sia grande il potere dell'arco, perché quando lui partì per purificare la
terra, e andò a compiere la sua impresa non indossò nessuna corazza, non prese nessuno scudo, ma
prese arco e faretra, con i quali lui fece le sue numerose imprese. 5,19. E l'esercito che giunse a Ilio
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dopo Herakles ebbe un vantaggio dal suo arco. Se non fosse arrivato da Lemnos Philoktetes insieme
all'arco di Herakles, le azioni dei soldati sarebbero servite a poco. 5,20. Ogni uomo che sia bravo
nella caccia, è bravo anche nel fare la guerra. Infatti la caccia è un'ottima insegnante della guerra. E
chi va a fare la guerra provenendo dalla caccia è coraggioso, ed è capace di salvarsi e di uccidere,
ma chi è privo della caccia è vile e incapace ed è una gioia per i nemici. 5,21. L'ottimo Xenofon
nella sua opera riguardo alla caccia enumera quelli che grazie alla caccia sono stati felici e mirabili
ed essi sono stati capaci di eliminare dei pericoli. E voi, o giovani, sapete quali sono gli uomini che
Xenofon enumera. 5,22. Grazie alla caccia sono ammirevoli anche alcune donne alle quali Artemis
ha voluto bene, e che lei ha fatto esercitare nella caccia; e a me sembra che queste donne, quando in
una guerra hanno catturato alcuni uomini che erano inesperti della caccia, potrebbero dimostrare
bene che ogni soldato che si dedichi alla guerra senza avere partecipato alla caccia non è un vero
soldato. 5,23. La città degli Spartani lo dimostra; essa mostra di preoccuparsi moltissimo delle
attività belliche e mostra di occuparsi moltissimo anche della caccia. Certamente una consuetudine
degli Spartani nella festa per Artemis era che chi andava al pasto serale senza avere cacciato
sembrava essere colpevole di un reato e sembrava essere degno di essere punito. Questa punizione
era che qualcuno dopo avere portato delle anfore di acqua le rovesciava sulla testa di questo
ragazzo, se il colpevole era un ragazzo, se il colpevole era un uomo, il dito della sua mano subiva
questa punizione,e a Sparta questa acqua era un disonore. Infatti io credo che quelli che desiderano
vincere con le armi hanno trovato questo unico grandissimo viatico per la vittoria, il prevalere nella
caccia.5,24.Artemis potrebbe dire qualcosa non soltanto riguardo ad Ares e ad Athena,se lei volesse,
ma anche a tutti quanti gli dei, che danno agli esseri umani le arti che essi possiedono, e gli dei
stessi producono queste arti e raccolgono degli onori grazie a questo fatto. Infatti se non ci fossero
gli esseri umani queste arti scomparirebbero, ma gli esseri umani non potrebbero esistere a causa
dei loro dolori, se fossero eliminate quelle arti che portano a loro ciò che esse portano; infatti in tale
caso ci sarebbe una rovina che sarebbe comune ad entrambi, ma sarebbe più grave la rovina degli
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esseri umani, perché essi non avrebbero nessuno che li aiuterebbe. 5,25. Infatti quali persone
potrebbero o navigare il mare, o lavorare la terra o produrre dei discorsi, o occuparsi del proprio
corpo, o lavorare i metalli, o costruire degli edifici, o fare delle battaglie navali,o fare delle battaglie
terrestri, o combattere a cavallo, se non ci fossero stati i loro genitori, e se la morte avesse preceduto
la loro nascita? Infatti o non ci sarebbe stato niente, oppure ci sarebbero state alcune forme di vita,
ma molto poco numerose, e anche esse non sarebbero state sane. 5,26. Ma poiché anche tutte queste
forme di vita non sono mai sfuggite alla tempesta o sono venute alla luce essendo mutilate cosicché
per loro è un danno il non morire, alcune di esse non avrebbero percorso questa strada senza questa
dea, altre la avrebbero percorsa, ma non bene. In questo modo la stirpe degli uomini conquistò la
terra in un modo totale, e la possiede adesso, e la possederà in futuro, in tutte le epoche, e la stirpe
umana fu data da Artemis alla terra, sia in ciò che esiste, sia in ciò che non esiste, sia in ciò che
esisterà in futuro. 5,27. E noi siamo abituati a celebrare nei matrimoni il dio del matrimonio, perché
esso è padre degli esseri umani, ma le attività di questo dio e le attività di Aphrodites sarebbero
inutili, se Artemis non avesse rivolto la propria mano a favore dei dolori del parto. Dunque se tu
senti parlare della dea Eilithia, senti parlare anche di Artemis. 5,28. Così anche lo sforzo di
Aphrodites, che è affinché ci siano dei figli, arriva al suo scopo per mezzo di Artemis, come avviene
per quelli che attraversano i mari grazie ai porti. Se tutti i luoghi fossero privi di porti, e se non
esistesse un luogo che accogliesse le navi, sarebbe inutile l'avere navigato, perché le navi si
schianterebbero sui promontori. Questa dea è come un porto per quelli che compiono la loro
navigazione nel ventre. 5,29. Per questo motivo Artemis riceve onori in modo generalizzato e da
parte di tutti, e lei ha templi magnifici, altari, sacrifici e feste. Gli Ateniesi onorano questa dea anche
con il nome di un mese, e questo mese è Elafebolion. In un altro mese, io credo che sia Munichion,
essi conducono a lei le vergini prima del loro matrimonio, affinché, dopo che Artemis è stata
onorata da loro in una fase precedente, così le vergini vadano verso le attività di Aphrodites. 5,30.
Poiché gli Ateniesi hanno due luoghi che sono degni di un onore grandissimo, il Pireo, e l'Acropoli,
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l'Acropoli è di Athena, il Pireo è di Artemis. Anche la moneta degli abitanti di Efeso porta
l'immagine della cerva, come ringraziamento alla dea per i grandi beni che lei ha dato. 5,31.Dunque
anche la salute è data agli esseri umani da Artemis, lo dice lo stesso nome, e noi sappiamo, perché
lo apprendiamo da Homeros, che Aineias è stato reso forte da Leto e da questa dea in un grande
tempio. 5,32. Eppure anche questa cosa è una prova importante del fatto che ad Artemis stanno a
cuore gli esseri umani. Infatti quando gli esseri umani fanno dei sacrifici e ritengono che sia
necessario onorarla con degli onori grandissimi in cambio dei suoi benefici grandissimi, lei cambia
questa legge, perché lei viene onorata dagli uomini anche con il sangue in tale modo,e viene onorata
dal sangue vivente.5,33.Artemis è sia benevola verso gli esseri umani,sia amante dei Greci. Dunque
lei andò presso i Greci, dopo avere lasciato gli Sciti. E bisogna ritenere che siano un potere di
Artemis tutte queste cose, gli effetti positivi che provengono da Selene, alcuni sulle piante,altri sugli
esseri umani, ed è un dono di Artemis anche il potere di Hekate, lei è molte divinità. Infatti Artemis
è anche quelle dee. 5,34. La dea Artemis è capace di fare del bene agli esseri umani, ed è capace
anche di punirli, e lei fa, io credo, quelle azioni che sono proprie di suo padre Zeus, dal quale
dipendono sia la ricchezza, sia i fulmini, la ricchezza è per quelli che sono giusti, il fuoco è per
coloro che non sono giusti. 5,35. Tu vedi che anche il fratello di lei, Apollon,fa entrambe queste
cose, come fece ai Greci che combattevano contro i Troiani per Helene, e a loro lui causò una
pestilenza e pose fine a questa stessa pestilenza, e fece una cosa gradita al sacerdote con ognuna di
queste due azioni, causò la malattia,perché il sacerdote aveva patito un'offesa, e causò la liberazione
dalla malattia, dopo che il sacerdote ebbe recuperato sua figlia. 5,36. Sono tali anche le prerogative
di Artemis; lei rifiutò la colonia in Ionia per mezzo di un cane, ma diede il suo aiuto ad Alexandros
quando lui fece un attraversamento nella sua spedizione militare nell'Asia. 5,37. Niobe, figlia di
Tantalos, dimostrò che è meglio onorare Artemis invece che disprezzarla, e Niobe pianse le sue sei
figlie che furono colpite da alcune frecce, e dimostrò questa cosa anche Aktaion, il quale vide delle
cose che non era lecito che lui vedesse, lo dimostrò Oineus, capo degli Etoli, il quale privò la dea di
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un suo sacrificio, e gemette per i suoi alberi che furono stesi al suolo, perché le loro radici furono
distrutte da un attacco di un cinghiale. Questo animale fu sconfitto, a fatica e anche con un danno
per coloro che lo catturarono, infatti l'animale uccise tanti uomini, la pelle e la testa del cinghiale
causarono un'altra sventura, una guerra, affinché nessuno trascurasse volontariamente Artemis negli
onori degli dei, e affinché nessuno si dimenticasse di onorarla. 5,38. Artemis insegna agli esseri
umani a non dire e a non fare niente che sia al di fuori della misura, e lei costrinse Agamemnon, il
quale aveva detto di avere colpito una cerva più bella di lei, a portare sull'altare del sacrificio la
propria figlia per ottenere di salpare, e la dea impedì questa uccisione punendo l'insolenza di
Agamemnon con l'impossibilità di navigare, e i venti obbedirono a lei non meno che a Aiolos, che
era il dispensatore dei venti,e anche in questa vicenda la dea ebbe una benevolenza verso gli uomini
e spostò il coltello dalla fanciulla verso la cerva, e la prima, cioè la fanciulla, scomparve, e la
seconda, cioè la cerva, fu ciò che restò tra le mani di Agamemnon. 5,39. E un altro fatto fu simile e
non fu simile; un uomo in Italia dopo avere preso un grandissimo cinghiale, disse, parlando a se
stesso: “Adesso la testa del cinghiale non deve essere di Artemis, ma questa parte spetterà a me, che
l'ho scelta”. Dopo avere detto queste cose lui appese la testa del cinghiale a un albero, e quando
arrivò mezzogiorno si addormentò sotto questo albero, e la testa, dopo avere rotto la sua corda,
cadde sul petto di quell'uomo e uccise quel cacciatore,che voleva essere più onorato della dea. 5,40.
Artemis venne onorata, se voi volete sentire parlare di nuovo di ciò, quando gli Ateniesi stavano per
correre contro i Barbari che stavano per sbarcare nella loro terra, era l'esercito di Dareios, gli
Ateniesi nella loro preghiera promisero ad Artemis cacciatrice che le avrebbero sacrificato tanti
capri, quanti Barbari avrebbero ucciso. E gli Ateniesi uccisero il grandissimo numero di Barbari che
abbiamo sentito dire. Infatti anche Herakles fu tra questi innumerevoli individui, e tra loro ci fu
anche Pan, che esortava se stesso, ma a me sembra che il merito maggiore di questa impresa spetti
ad Artemis, la dea più potente. 5,41. E che bisogno c'è di dire le cose che riguardano altri? Ma
quella grande città degli Sciti avrebbe potuto nascere e avrebbe potuto essere eliminata in una
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spedizione antica, se Artemis non avesse aiutato il fratello e non avesse scagliato delle frecce, e non
avesse fatto in modo che fuggissero i Giganti che in quel tempo abitavano questa località di Flegra?
Il nostro esercito non era lì per accogliere quelli che stavano attaccando, ma gli Sciti, dopo essere
stati colpiti, andarono via gridando, perché non sopportavano quei due arcieri. 5,42. E questo
grande tempio, quello che è rivolto a Oriente, quello che è davanti alla città, è opera della spesa
della moglie di Kambises, fu un compenso per il fatto che gli occhi di questa donna furono salvati
dalla divinità. 5,43. E io so di essere debitore alla dea non soltanto dei miei occhi, delle mie mani,
dei miei piedi o di una qualche parte del mio corpo, ma di tutto me stesso e del mio gruppo di
allievi. E ha preso nome da Artemis il mese che è stato istituito come settimo, e in questo mese c'è
la consuetudine che si faccia la festa per questa dea a Meroe, e l'evento principale di questa festa è il
sangue che proviene dal pugilato. I pugili sono in numero pari alle tribù della città, uno per ogni
tribù, e la loro contesa per la vittoria è ammirevole, non è per le grandi ricchezze che sono offerte a
quegli uomini dalle tribù, ma il loro comportamento è simile a un entusiasmo religioso di persone
che fanno attività gradite alla divinità. 5,44. Dunque in passato tutti correvano a vedere quello
spettacolo, e il non andare a vederlo era un comportamento empio, ma anche dopo che questa festa
si è indebolita a causa della situazione, alcuni fanno pugilato, gli insegnanti di retorica fanno degli
incontri, e a molti non sembra di subire una punizione, ma sembra di seguire un'occasione propizia.
5,45. L'altroieri alcuni, cioè i pugili, sono andati a Meroe, e io ho invitato i giovani studenti. Essi
non mi hanno obbedito; infatti c'è qualcosa che provoca il loro indugio, e il non potere dire che cosa
sia questa cosa, li trattiene in modo terribile. Io definisco pigrizia il loro comportamento, e se essi
cercassero di nuovo quelle cose che c'erano in passato, non ci sarebbe la pigrizia nelle loro azioni,
ma poiché un timore sconvolge le loro menti, gli studenti hanno giurato di evitare quegli incontri.
5,46. Gli studenti hanno fatto questa ammissione in questo modo. L'altra cosa è stata di certo un
aiuto di Artemis, perché lei ha impedito che avvenisse una rovina. Infatti quando sono andati via gli
studenti, che erano spaventati, un unico individuo era in questa sala consiliare, e non molto tempo
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dopo è arrivato un giovane che portava un discorso che veniva detto spesso, e se la circostanza lo
permetteva, lui veniva con un libro, e infatti era un discorso che riguardava un altro discorso. Quel
giovane era venuto ritenendo che avrebbe avuto una bella occasione. 5,47. Così io mi sono alzato, e
sono andato alla porta, mi sono fermato, e ho ascoltato lui che stava in piedi. E lui ha letto più di
duecento versi, e mi è venuto in mente il pensiero della mia malattia ai piedi, e mi è venuto in mente
che io avrei ascoltato molto meglio se fossi stato seduto. 5,48. Dunque io sono andato via, mi sono
seduto su una sedia e ho chiesto che il giovane facesse la stessa lettura in ognuno di questi due testi,
e quando lui non aveva ancora letto quaranta versi,io ho visto della polvere che scendeva da sopra la
porta più grande e da sopra la porta media. Poi una grande onda di pietre è precipitata e molte cose
sono crollate a terra. 5,49. Io sono stato colpito da ciò che ho visto, ma io avrei potuto subire anche
un danno più grave, se io avessi ricevuto tutto quel rumore nelle mie orecchie. Ma in quel momento
io ho provveduto a questa cosa, e le mie mani sono state sufficienti a proteggermi. 5,50. L'uomo che
era preposto alle entrate degli allievi,dopo essere entrato in qualche modo,è stato salvato dall'ombra
di ciò che stava cadendo, ha rivolto il suo sguardo in alto, ed è andato indietro su un piede solo,
aveva ormai l'altro piede dentro, cosicché l'estremità della sua scarpa è stata colpita. 5,51. Questa
scarpa si è rotta, e il sopracciglio di quell'uomo nel momento opportuno si è rivolto a quella porta
perché una pietra splendente si trovava vicino a un'altra pietra che non era tale; quelli che hanno
scavato questa pietra hanno messo in quel luogo il loro migliore rifugio, e hanno dato a quelli che la
guardavano la possibilità di divertirsi per la sua sporgenza. Dunque alla fine quella pietra è rimasta
solida, grazie a quel pezzo che ha resistito, ed era un piccolissimo pezzo di legno, è rimasta ferma,
ma nel corso del tempo quel materiale edilizio faticava, e anche quella parte che era stata ben
costruita ha ceduto, ed è andato a terra un cumulo di grandi pietre che non sarebbero state ritenute
così grandi, io credo, prima di quella sventura, queste pietre se fossero cadute in un altro momento
non soltanto avrebbero ucciso i giovani studenti che stavano entrando e uscendo, ma neppure le
teste di cammelli e di elefanti avrebbero evitato di giacere al suolo, anche se non sarebbero cadute
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in modo immediato. 5,52. Ma, come direbbe Homeros, Artemis “mi ha salvato”, ha restituito dei
figli ai loro genitori e mi ha sottratto chiaramente da quella ferita che era così vicina grazie alla cura
riguardo ai miei piedi e lei ha mantenuto privo di morti il tempio di suo padre Zeus. Se lei non
avesse portato il suo aiuto, quanti letti funebri noi potremmo ritenere che sarebbero venuti qui per
portare via il fiore di quella città? 5,53. Dunque io posso vantarmi alla maniera di Simonides. I due
fratelli di Artemis, che hanno il suo stesso padre salvarono Simonides. Dunque i Dioscuri diedero
quei benefici a Simonides in cambio di un suo canto, mentre a me questi benefici sono stati dati
anche prima del mio canto. Ma ecco che adesso io ho restituito il mio canto affinché in futuro sarà
cura di Artemis e di Apollon Musagete il fatto che non si parli male di me.
definisca la sorte ingiusta e se stesso sfortunato. Chi è bello definisce la sorte ingiusta, e definisce se
stesso sfortunato perché lui non è anche grande, e chi è grande si ritiene sfortunato perché non è
anche bello, e chi che ha questi due pregi, si ritiene sfortunato perché non è anche forte, e chi ha
questi tre pregi accusa la dea perché lui non è anche veloce. 6,2. E se una persona avesse tutti i
pregi del corpo, neppure questa persona potrebbe accontentarsi della sua sorte,e non potrebbe essere
capace di ringraziare questa dea per questi beni, ma lui dirà a se stesso: “io non sono ho capacità
oratorie, non conosco l'arte medica, non sono bravo nel parlare, non sono capace di suonare la cetra,
né di comandare gli eserciti”. Dunque lui trascurando i pregi che ha, enumera quelli che non ha, e
ritiene di non avere una buona Sorte, ma sbaglia, perché non subisce nessun torto. 6,3. Anche se lui
dovrebbe inveire meno contro la Sorte per questi motivi, quando lui pensa alle ricchezze e agli
incarichi pubblici, oh come è abbondante la sua invettiva, e niente fermerà la sua lingua accusatrice
riguardo a questi argomenti! Chi coltiva un solo campo rimprovera la Sorte, perché non ne coltiva
due, chi coltiva due campi rimprovera la sorte perché non ne ha tre, e chi ne ha tre rimprovera la
Sorte perché non ne ha quattro, chi ha dieci campi rimprovera la Sorte perché non ne ha venti e chi
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ne ha venti rimprovera la sorte perché non ne ha due volte tanti, e chi ne ha due volte tanti
rimprovera la Sorte perché non ha una quantità di campi che sia molte volte superiore. Nessun
numero pone fine né al desiderio, né alle accuse. 6,4. Le persone provano questa stessa sensazione
anche quando pensano che esiste una ricchezza più grande di quella che loro possiedono, e per
questo motivo questa loro ricchezza è piccola, anche se essa è grande, era grande prima che
arrivasse, ma è piccola quando si trova ormai nelle loro mani. Mille talenti d'oro sono una piccola
cosa, poiché ci sono i duemila talenti, e di nuovo i duemila talenti sono una piccola cosa perché
esiste una quantità di talenti che è dieci volte più grande. 6,5. E non esiste in nessun modo niente
che potrebbe fare in modo che la Sorte sia elogiata. Qualcosa di simile è anche ciò che riguarda gli
incarichi politici. Qualcuno ha un potere su una città; è sfortunato perché non comanda anche una
provincia. Un altro comanda su una provincia; è sfortunato perché non comanda anche su molte
province; un altro comanda su molte province, è sfortunato perché non è prefetto. Quello che non è
inferiore a nessuno, se non a colui che ha lo scettro, si ritiene sfortunato. Anche il grande prefetto è
sfortunato, se non ottiene anche il rango di console. Arriva anche questo incarico, ma chi vuole
convincere l'imperatore a fare tutto ciò che sembra giusto a lui, se non è capace di fare questa cosa,
ciò gli sembra terribile, e pensa che la Sorte sia ostile a lui, e non gli abbia dato nessuno dei suoi
beni. 6,6. O giovani, poiché questa dea è molto gentile, lei forse in qualche modo ride per
l'ingratitudine di quelli che dicono di non avere ricevuto niente di grande, perché lei non toglie
subito le cose che ha dato, indignandosi, e mostra tutti i benefici che lei ha dato a quelli che non se
ne sono accorti. 6,7. A me sembra che anche Kyros, Dareios e Xerxes fecero delle spedizioni
militari verso una terra che non possedevano ancora, e rimproveravano la Sorte, perché essa aveva
fatto in modo che loro non fossero ancora padroni di quelle terre, e se questo re persiano fosse
diventato padrone della Grecia, mi pare che lui avrebbe chiesto alla Sorte di conquistare tutta quanta
la terra, o avrebbe parlato male di lei perché essa non aveva avuto un atteggiamento benevolo verso
di lui. 6,8. Anche se un essere umano avesse una buona sorte in tutte le cose, lui starebbe seduto
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lamentando il fatto che è inevitabile morire per un essere umano e riterrebbe felici il cielo e il sole
perché essi esisteranno sempre, e non moriranno mai. L'essere umano è una cosa così insaziabile e
ingrata. 6,9. Per questo motivo Hektor, pur essendo onorato nei modi opportuni come comandante,
come marito, e come designato a regnare dopo suo padre, prega di ottenere gli onori di Apollon e di
Athena, perché lui è degno di queste cose per i Troiani. Certamente lui ha ritenuto di essere
sfortunato perché è stato onorato in modi inferiori a quelli che riteneva necessari per se stesso. 6,10.
Dunque o caro, forse tu loderai la Sorte, se tu non sarai un dio, ma vorrai questa cosa, e se non
otterrai altari, sacrifici, e queste cose, quando tu sei ancora un essere umano, ti sembrerà che siano
piccole anche tutte le altre cose? 6,11. In Egitto c'era un uomo avido di ricchezza. Costui riteneva
che fossero suoi amici quelli che non avevano figli, perché lui voleva diventare loro figlio. Lui
divenne ricco, mentre prima era povero, ricorrendo alle ricchezze di quelli che morivano, si adirava
con quelli tra questi padri che erano ancora in vita. E quando un altro uomo riteneva che costui
fosse felice per gli stessi motivi per i quali era malata quella sorte grazie alla quale lui aveva
accumulato una grande ricchezza proveniente da molte persone, lui disse: “Non definirmi ancora
felice, prima che muoiano anche questi uomini”, e lui era uno di quelli che aspiravano alle loro
ricchezze. 6,12. Potrebbe trovarsi in una situazione simile anche un comandante militare che ha
vinto una battaglia grazie alla Sorte, ma dice che la Sorte non lo ha aiutato in questa circostanza,
perché lui non ha anche saccheggiato la città dei nemici. O tu che sei eccellente, sono una cosa
diversa i letti e le falangi, e inseguire, ferire, e uccidere, e anche il depredare, e il dare dei cadaveri
da eliminare sono forse azioni che sarebbero state compiute, se la Sorte non le avesse volute? 6,13.
Io so che alcuni mercanti sono stati in molti porti, ma poiché in alcuni di essi non hanno potuto
navigare a causa di una sorte non buona, dicono che non hanno potuto navigare anche in quei porti.
O tu che sei eccellente, il navigare per un ampio tratto di mare con dei venti favorevoli, e il rendere
più grandi i propri patrimoni grazie a molti commerci non è forse una cosa fortunata? 6,14. E come
bisognerebbe considerare quelli che nello stesso tempo sono partiti e sono affondati, perché molti
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eventi simili sono stati provocati da venti sorti in modo improvviso?Infatti se questa cosa è degna di
pietà, chi ha calunniato i mari, ed è salpato molte volte dopo avere reso grande la sua borsa per la
vendita delle sue merci, come potrebbe non ritenere di avere fatto quel commercio grazie alla Sorte?
Pertanto per questi motivi essi dicono cose false sulla Sorte, e a loro non sono sufficienti i dolori, le
afflizioni, e il consumare se stessi che derivano da questi eventi. 6,15. Ma, o uomo, tu devi onorare
la dea, perché tu sei fortunato, se hai una mente sana, se il tuo corpo è illeso, se tua moglie è una
donna saggia, se i tuoi figli sono rispettosi, se ti restano i beni della tua famiglia, e se hai degli amici
fidati. 6,16. O tu, che ottieni il tuo sostentamento dall'attività delle tue mani, devi ritenere che sia
una grande cosa il fatto di usare le tue mani, e tu che sei avvocato, devi ritenere che sia una grande
cosa l'usare le tue parole, e se nessuno ti dà un incarico politico, e tu che comandi una città, devi
ritenere che sia una grande cosa sia se nessuno degli altri ti dà altri impegni, e anche tu, che sei
insegnante, devi ritenere chesia una grande cosa il tuo vivere in condizione di esenzione. E ogni
individuo che non ha bisogno di medici, e dopo essersi lavato al bagno, va a un banchetto essendo
privo di quelle paure che sono causate da un calunniatore, costui potrebbe essere tra quelli che
celebrano giustamente la Sorte. 6,17. E io ho detto questa cosa anche l'altroieri a uno dei miei amici.
Infatti quando noi eravamo andati a lavarci e ormai indossavamo soltanto dei vestiti corti, e io ho
esortato Aphrodites, e Satyros che era lieto per il fatto che io fossi arrivato, e il mio amico ha detto
che non c'era nessuno più sventurato di lui. Io ho biasimato ciò che avevo sentito dire da lui, e ho
criticato lui che può lavarsi al bagno, cenare, andare a bere del vino, non un farmaco, e poi crede di
essere sfortunato. Lui ha ritenuto che io dicessi delle parole giuste e per questo motivo quando
ripete a se stesso ciò che ho detto io, ogni volta che prova dolore nella sua anima, così lui si è
sentito meglio.
Orazione 7 Sul fatto che l'essere ricchi in modo ingiusto sia una sventura peggiore che l'essere
poveri.
7,1. Ieri sera qualcuno si addolorava e si lamentava contando quelli che chiedevano l'elemosina, e
alcuni di costoro stavano in piedi, altri non potevano stare in piedi, altri non potevano neanche stare
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seduti, e alcuni di loro erano mutilati, altri erano irrigiditi più di molti morti. Qualcuno ha detto che
è una cosa degna di commiserazione anche il freddo quando si è vestiti di simili stracci, e un tale
freddo è diverso per quelli che hanno soltanto delle cinture e per quelli che sono vestiti dall'inguine
e dalla punta delle spalle e dalle mani fino ai piedi. 7,2. Sono apparsi anche alcuni mendicanti che
non avevano nessuna parte del corpo coperta, erano frequenti le preghiere che provenivano da
ciascuno di loro che i passanti dessero loro qualcosa, e per loro era un grande vantaggio il ricevere
non soltanto del pane, ma anche un obolo. 7,3. Alcuni uomini che erano al bagno si sono lamentati,
hanno definito se stessi sventurati, e quel comportamento è proprio di un essere umano, sono andati
via camminando in modo altezzoso sotto alcune lampade andando a dei pranzi che avevano tutti i
cibi tranne l'ambrosia e il nettare. Un altro ha gridato: “quegli uomini sono felici”, e ha parlato del
denaro che genera molto denaro. 7,4. E io non ho parlato di quelli che sono ricchi, ma certamente
bisogna ritenere felici anche questi mendicanti. Infatti alcuni di quelli che sono troppo ricchi sono
più degni di essere compatiti di quei mendicanti che per tutto il giorno tendono la loro mano che
invita chi passa a darle qualcosa. 7,5. Infatti i mendicanti hanno la loro sventura che consiste nel
cercare chi darà loro qualcosa, tuttavia a loro non manca chi darà loro qualcosa, almeno essi sono
vivi, e nessun giudice né sulla terra, né sotto terra potrebbe punire un mendicante per la sua attività
di mendicante, che è dovuta alla sua sorte. 7,6.Non ci sono neppure delle leggi contro quelli che non
hanno ricevuto dei grandi patrimoni, oppure non hanno potuto impadronirsi di grandi patrimoni, ma
contro quelli che hanno ottenuto questi patrimoni, e in un modo non giusto, ci sono denunce,
processi, accuse orali e odi da parte degli esseri umani e da parte degli dei. 7,7. E non c'è niente di
più contro quelli che evitano i tribunali qui in questa vita terrena, ma non è possibile che nessuno
scappi ai tribunali, Minos, figlio di Zeus, siede come giudice, esamina e vede immediatamente
quale anima è ingiusta e quale anima è giusta; l'anima malvagia non riceve nessun aiuto, né grazie
all'abilità dei discorsi, né grazie al grande numero di ricchezze, né grazie alla parentela o grazie a
degli amici, ma è necessario che quell'anima sia respinta, che sia punita e che sopporti la punizione
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che è stata decisa. 7,8. Dunque se qualcuno avrà una giusta misericordia, a lui sembrerà che siano
da compatire più i ricchi disonesti di quei mendicanti, anche se i mendicanti dicono, facendo dei
giuramenti, che essi sono poveri. Infatti certamente il dormire su letti di argento che sono stati
procurati in modo non onesto è molto più terribile del dormire nella spazzatura con i cani. 7,9.
Dunque tu potresti trovare che non pochi tra coloro che hanno ottenuto delle grandi ricchezze le
hanno rubate ad altri, non alla maniera dei ladri di vestiti, che hanno commesso dei piccoli reati, ma
loro hanno rubato molti schiavi, molte case, molte proprietà agricole, molte navi da carico, oro,
argento, vestiti. 7,10. Altri individui hanno ritenuto che recinti sacri e templi fossero dei loro
possedimenti, e hanno tolto il legno dai templi, altri hanno riempito i templi di paglia, altri,che sono
stati più valorosi, hanno abbattuto delle case e hanno costruito altre case che sono state fatte con le
pietre prese dalle case abbattute. 7,11. Alcuni sono stati già puniti per queste colpe, altri non sono
ancora stati puniti, ma non c'è niente che salverà costoro dalla punizione. Quando io dico:“costoro”,
io dico costoro, i loro figli e i figli dei loro figli. Su qualcuno di essi potrebbe arrivare la punizione
che li colpirà, e quell'uomo nobile che li ha generati sarà colpito. 7,12. Dunque sarebbe giusto
compatire questi individui per i loro debiti più di quanto si debba compatire quei mendicanti che
rivolgono i loro sguardi alle dita degli altri: poiché per i mendicanti la morte eliminerà il loro essere
debitori di quelli che li hanno aiutati, mentre ai ricchi disonesti arriverà una punizione immortale in
denaro, molta terra, molti schiavi, molte case, molte abitazioni, molte navi, e molto bestiame. Anche
chi non ha tutti questi possedimenti, ma ha un bene che è più importante di questi beni viene
chiamato ricco dalle persone, e le persone dicono che qualcuno è più ricco di un altro, qualcuno è
meno ricco di un altro,e le persone dicono quali sono le ricchezze che si aggiungono a questo stesso
uomo e quali sono le ricchezze che a lui vengono tolte. 8,2. E lui si rallegra quando i suoi
possedimenti crescono, o tutti in modo improvviso, o una parte, e le persone vanno a congratularsi
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con lui e a festeggiare insieme a lui, e tutto ciò avviene tra amici e in famiglia. 8,3. Ma quando la
Sorte toglie questi beni,quando essa consuma il suo tessuto,molti condivideranno questa sofferenza,
e un dolore contrario alla gioia precedente pervade quell'uomo, pervade i suoi amici e conoscenti, e
nelle città c'è un discorso frequente secondo il quale il patrimonio di qualcuno diminuisce, a volte
per la malvagità di alcuni schiavi, talvolta per una congiura di malfattori, talvolta per le decisioni
dei potenti; potrebbero provocare un effetto simile a questo anche il pagamento di una garanzia, e le
navi da carico che navigano in modo sfortunato per avere dei guadagni marittimi. 8,4. Dunque nei
bagni, nelle botteghe, e nella propria casa ogni uomo dice alla propria moglie, e ai propri figli
qualcosa riguardo al cambiamento (crux nel testo greco) e questa cosa avviene nel cambiamento che
le persone pensano; un certo individuo è diventato così, mentre in passato era diverso; era grande,
poi è diventato piccolo, era felice poi è diventato infelice. Ci sono alcune persone alle quali anche
questa cosa sembra essere più amara della morte. Testimoni di ciò sono quelli che sono poveri e si
lamentano per la loro reputazione, perché non sono morti. 8,5. Dunque io non combatterò contro
queste cose e non potrei rimproverare né il dolore che c'è riguardo a esse, né le parole riguardo a
esse; però esistono anche un'altra ricchezza, e un'altra povertà, anche se a molti sembra che tali cose
non esistano. Certamente essi non dicono che un uomo è ricco quando ha queste cose, né dicono
che lui è povero quando non le ha. 8,6. Quali sono queste cose? Gli amici. Infatti io dico che è ricco
chi ha molti amici, e dico che lui deve essere chiamato in questo modo, e secondo Platon diventa
povero chi è stato privato di questo bene. 8,7. Oppure è forse una prerogativa di un uomo ricco e
felice il vedere con molti occhi, l'ascoltare con molte orecchie, l'avere molte mani, e l'avere i corpi e
le menti che provengono da questi amici? Oppure per un tiranno sono importanti la sua benevolenza
verso la sua guardia del corpo e il grande numero delle sue guardie del corpo, e per un uomo che è
un privato cittadino sono una cosa piccola e priva di valore la benevolenza e il grande numero dei
suoi amici? 8,8. Dunque a me sembra che sbaglino e che non sappiano niente riguardo a queste cose
quelli che non chiamano queste cose in questo modo, e queste cose hanno ricevuto una conferma
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dalla risposta che Alexandros il Macedone diede riguardo ai tesori. 8,9. Se gli amici sono dei tesori,
e queste parole danno onore ad Alexandros non meno delle sue numerose vittorie, per quale motivo
noi non dovremmo ritenere che sia ricco chi ha numerosi amici, e non dovremmo ritenere che sia
meno ricco colui che ha meno amici, e non dovremmo ritenere che sia un mendicante chi non ha
nessun amico? 8,10. Adesso si usa questa espressione quando muoiono degli schiavi, e sembra una
punizione quando un padrone non può più dare ordini a degli schiavi tanto numerosi come prima;
ma un uomo che ha fatto il funerale a molti suoi amici, e che li ha seppelliti uno dopo l'altro,
potrebbe forse ritornare ad avere un patrimonio uguale a quello di prima? 8,11. E come potrebbe? E
se lui non vedrà più quegli amici che sono nelle tombe, e se non sentirà più gli amici che non gli
diranno più nessuna parola, e non gli faranno nessuna esortazione, e lui non avrà più questi amici
come alleati, e non avrà più questi amici che fanno alcune delle cose che lui ordina, e che fanno
alcune di queste azioni anche quando lui tace, lui non vivrebbe forse con dei beni che sono
diminuiti, dopo che un suo possedimento tanto grande è stato saccheggiato? 8,12. Niente potrebbe
impedire che lo stesso uomo sia nel medesimo tempo ricco e povero, se lo stesso uomo ha entrambe
queste condizioni, grandi ricchezze e degli amici che sono diventati di meno mentre prima erano di
più, cosicché sarebbe possibile che qualcuno dicesse che lui è ricco, e che qualcun altro dicesse che
lui è povero, e nessuno dei due potrebbe dimostrare che l'altro sta mentendo; poiché anche riguardo
alle loro parole potrebbe accadere la medesima cosa. 8,13. Certamente noi vediamo che in alcuni
casi (crux nel testo greco) alcune persone sono senza ricchezza, mentre altre persone acquistano gli
schiavi migliori grazie alla loro ricchezza. Questi uomini hanno del denaro. Ma gli amici sono
migliori del denaro. Questi uomini possono anche costruire dei ponti sui fiumi, e se uno dice che
loro sono poveri, qualcuno dopo avere preso questo individuo lo porterà dai medici affinché lui sia
curato con l'elleboro. Ma in quel momento lui sorridendo dà delle spiegazioni riguardo alla povertà
con le sue parole, e forse lui potrebbe convincere molte persone a pensare che lui è sano di mente,
al punto che non ha bisogno dell'elleboro. 8,14. Di certo io potrò definire poveri quelli che sono
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molto ricchi per ciò che loro non hanno posseduto in passato e che non possiedono adesso. Deve
essere possibile anche che io dica che io sono diventato più povero. Anzi, a me sembra che chi non
dice questa cosa non abbia valutato in modo adeguato le mie condizioni, e mi sembra che non
sarebbe sufficiente nemmeno un giorno per enumerare tutti i miei amici che sono morti. 8,15.
Certamente anche Achilleus divenne più povero dopo che morì Patroklos, non per quei beni che egli
bruciò insieme a Patroklos, ma perché pianse Patroklos. E io elogio Achilleus, che fece quelle cose
che Homeros dice che fece quando sentì dire che Patroklos non era più in vita.
fatto un encomio di questa festa, anche se so queste cose, cioè che questo encomio è un onore anche
per quelle divinità alle quali appartengono le feste, ma avviene che questa festa appartiene a una
grande divinità. 9,2. Quale risposta io potrei dare a chi mi critica, mi incolpa e mi rimprovera, se io,
che elogio le persone tante volte, ho trascurato una festa così importante, anche se so che alcuni di
quelli che sono davanti a me non hanno mai fatto esperienza di questa festa? 9,3. Dunque poiché io
non potrei scusarmi per non avere fatto un elogio, - infatti che cosa potrei dire?- io farò un discorso
di scuse con un elogio. Infatti è una cosa migliore terminare la propria vita pagando i propri debiti,
invece che essendo debitori. 9,4. O giovani, voi potreste trovare questa festa delle Calende, che è
diffusa in tutto quanto il territorio in cui si estende l'impero dei Romani, e ognuno si muove, si
rallegra e gioisce. E se fosse possibile per gli esseri umani sollecitare il tempo, e Homeros dice che
questa cosa fu fatta da Hera al sole, io vorrei sollecitare tutte quante le province, ogni città, ogni
famiglia e ogni essere umano. 9,5. La festa delle Calende è fiorente in tutte le pianure, in tutte le
colline, in tutte le montagne, in tutte le paludi, e in tutti i fiumi, nei quali ci siano delle navi e degli
uomini che navigano, sarebbe anche nel mare, se non fosse che il mare non è navigabile a causa
della stagione, quando i marinai e i mercanti attraversano i mari allo stesso tempo e celebrano la
festa. 9,6. Nella festa delle Calende ci sono dappertutto bevute, tavole sibaritiche e risate. Le tavole
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dei ricchi sono sempre così e anche la tavola del povero è migliore di quella consueta. Infatti un
desiderio di spesa si impadronisce delle persone, cosicché esse in un altro tempo apprezzano il
guadagno, ma in quel periodo delle Calende ritengono che per loro la spesa sia un vantaggio, essi
prima erano abituati a castigare il proprio ventre, ma in quel tempo concedono al loro ventre tutto
ciò che è piacevole e che è possibile per loro. 9,7. E la cosa ancora più bella è che loro non si
pentono per i piaceri che si concedono, perché in questo modo fanno le azioni giuste nei confronti
della festa delle Calende. Infatti nelle Calende è possibile mangiare e bere in una quantità maggiore
di quella che è consentita dalla legge, e le persone fanno questa attività in modo adeguato, e fanno
quelle cose che la festa vorrebbe che facessero. 9,8. La terra è piena di onori perché le persone si
onorano a vicenda sia con i regali sia con doni ospitali, e questi ultimi vanno da alcune città verso
altre città, mentre i primi vanno da alcune campagne verso altre campagne, altri doni vanno dalle
campagne alle città, alcuni doni sono gli animali cacciati, e altri doni sono animali allevati. I sentieri
e i luoghi frequentati sono pieni di merci, alcuni sono pieni di persone, altri sono pieni di
quadrupedi, e questi ultimi sono anche più onorati degli esseri umani, e sia le strade coperte nelle
città, sia i vicoli sono pieni di persone e di animali. 9,9. E per alcuni è un uguale piacere sia il dare,
sia il prendere, per altri, se non è possibile prendere niente, il donare qualcosa è piacevole e così
loro hanno la possibilità di donare. I fiori rendono bella la terra durante la primavera, ma in quella
festa delle Calende i doni che sono presenti in ogni luogo e che provengono da ogni luogo rendono
bella la terra. 9,10. E se uno dicesse che questa è la parte più piacevole dell'anno non sbaglierebbe,
sicché se fosse possibile vivere tutto il proprio tempo in condizioni uguali a quelle, le isole dei beati
non sarebbero così famose tra gli esseri umani. Infatti anche la prima rondine è una bella cosa, ma
non impedisce di faticare, invece la festa delle calende ritiene giusto che ogni fatica sia espulsa dai
giorni di quella festa, e permette che le menti delle persone godano e siano libere da pensieri. 9,11.
Questi atteggiamenti liberano i gruppi di giovani da due paure, e la prima di queste paure deriva dai
loro insegnanti, e la seconda paura è data dal pedagogo. Queste calende danno libertà agli schiavi,
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per quanto è possibile. E in qualche modo uno schiavo che è pigro sembra fare una cosa ingiusta,
ma non riceve nessuna percossa, e anche se lui evita il lavoro e si mette a giocare a dadi, il rispetto
per quei giorni di festa ottiene il perdono per quell'uomo. 9,12. E le calende fanno rinviare alcuni
processi e alcune denunce, fanno chiudere le porte dei tribunali, e fanno chiudere le bocche agli
accusatori. E a me sembra che le calende diano un po' di gioia anche alle carceri. E io una volta ho
chiesto a colui che era preposto alle carceri, se una parte della festa delle Calende arriva anche lì. E
lui mi ha detto che la festa arriva anche lì, e mostra la sua forza anche ai carcerati perché elimina le
nuvole che sono sopra i loro volti, e convince anche qualcuno di loro a sorridere. 9,13. Questa festa
delle Calende convince anche il padre che giace per la morte del figli, che si consuma e disdegna il
cibo, a riconciliarsi con essa, a deporre il suo affanno e a smettere di non lavarsi, e lo convince ad
andare ai bagni, e nessuno di coloro che erano più abili nel fare discorsi aveva mai potuto
convincerlo con le proprie parole, ma la forza della festa può compiere queste cose. 9,14. La festa
delle Calende fa una riconciliazione anche tra un cittadino e un altro cittadino, e tra uno straniero e
un altro straniero, e tra un ragazzo e un altro ragazzo, e tra una donna e un'altra donna, e le
controversie che ci sono state tra parenti si riconciliano perché le circostanze portano alla
riconciliazione, perché le persone parlano di questo solo argomento, la festa delle Calende, e
trascurano tutte le altre cose avvenute tra loro in precedenza. 9,15. È una cosa importante anche
questo aspetto della festa delle Calende; essa insegna alle persone a non essere troppo attaccate al
denaro, ma a spenderlo e a versarlo nelle mani di altre persone. La festa delle Calende dà questo
insegnamento in se stessa, e l'imperatore di notte obbedisce ai galli che lo svegliano, e rende più
piccoli i suoi tesori grazie alle sue donazioni, e onora con la sua mano ciò che viene dato, fa le cose
da solo, e non dà ordini. 9,16. Che significa ciò? La festa delle Calende non è forse gradita agli
insegnanti? Ma essa è graditissima a loro non meno di quanto l'estate sia gradita a quelli che fanno
la semina.Quella festa mi permette di raccogliere delle mele d'oro e di elogiare le fatiche eccezionali
di quelle persone, perché loro hanno speso male il loro denaro, se si sono dedicati a questa attività,
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questa frutta arriva e un banco la riceve. 9,17. Certamente una cosa comune, sia in chi riceve, sia in
chi dà, è la gioia che deriva dalla festa delle calende. Infatti c'è un'idea di giustizia in chi paga i
rende migliore. Così la festa delle calende potrebbe risultare utile anche all'acquisizione della
cultura. 9,18. Nella festa delle Calende consiste il nome, il rango e la funzione dei consoli; essa
congeda i consoli precedenti, e ne nomina altri al loro posto. (crux nel testo greco) per i consoli che
arrivano. Poi è arrivata questa situazione di adesso, e adesso gli altari degli dei non hanno più tutte
le cose che avevano in passato, perché una legge lo ha impedito, prima di tale impedimento questo
primo giorno del mese faceva versare una quantità abbondante di sangue, e un grande fumo di
carne bruciata proveniva da ogni luogo e saliva verso il cielo, cosicché anche gli dei avevano un
quale ha quatttro lati, e nel centro il Pletro dopo mezzogiorno accoglie l'attività degli atleti che
vengono per i giochi olimpici, ma io voglio dimostrare che Proklos ha sbagliato facendo questa
aggiunta, e che quelli che adesso incitano a elogiare queste azioni dovrebbero invece rimproverarle.
10,2. Si potrebbe rivolgere giustamente delle accuse non a Proklos, ma a quelli che hanno incarichi
politici. Loro avrebbero potuto opporsi a lui in modo utile,e avrebbero potuto impedirgli di decidere
questa cosa, infatti lui è un uomo che spesso sa seguire le decisioni prese da loro, ma loro hanno
preferito adularlo e ammirare ciò che stava per essere fatto, invece di dire quelle parole che erano
appropriate. 10,3. Dunque se io avessi avuto un'amicizia con questo magistrato, se io avessi avuto
una possibilità di parlare con lui, di dirgli alcune mie parole, come io ho potuto dire le mie parole a
quelli che hanno avuto questo incarico prima di lui, io avrei tentato di impedire questa cosa, e tutte
quante quelle azioni che a me sembra che siano state fatte in un modo non corretto. Dopo che
Proklos è arrivato dalla Fenicia, si è convinto a non dare ascolto in nessun modo alle parole dette da
me, come se lui per un eccesso di benevolenza rovinasse molte cose, io, avendo percepito questa
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cosa, per parlare con lui ho fatto ricorso a quelle udienze, che sono quattro volte al mese, e dopo
avere fatto questa cosa io mi sono seduto e sono stato senza voce, e ho dimostrato che non
desideravo fare molte cose, Proklos ha sentito questa cosa, e non ha disprezzato me che l'avevo
detta, e ciò che gli restava da fare era l'abbandonare ciò che lui aveva deciso di fare, e il dimostrare
a quelli che volevano ascoltarlo che i giochi olimpici sarebbero stati peggiori a causa della mia
sollecitudine per essi. 10,4. Infatti Proklos è stato il trombettiere e l'araldo delle azioni che
avvengono nei giochi olimpici, e si possono ascoltare tutte queste cose,questo è l'argomento del mio
discorso di adesso, lui ha accolto gli atleti nell'ora ottava, e in quella successiva ad essa ha accolto
gli spettatori che erano digiuni, e ciò ha impedito anche il danno dovuto al caldo, sono stati presenti
i soldati dotati di frusta, il giudizio spetta a loro e a quelli tra gli ex-magistrati ai quali è più gradita
questa cosa. Forse è arrivato anche qualche avvocato e qualche insegnante. 10,5. Ci sono due sedili
di pietra, e tutto lo spazio del pavimento è vicino al primo; ma non c'era nessun bisogno di uno
spazio maggiore, perché era già molto lo spazio che intercorreva, infatti non era presente né uno
schiavo, né un giovane studente e allievo, né nessuno di quelli che ottengono il loro sostentamento
con l'attività manuale, né nessuno di quelli che hanno come attività principale il non fare niente.
Quelli che hanno molta cura dei capelli che sono sulla loro testa dovrebbero essere tenuti lontani
dalle sorveglianze strette che ci sono vicino a quelle porte oppure, per Zeus, loro non si
avvicinerebbero neppure vedendo che c'è qualcosa che glielo impedirebbe. 10,6. Alcune cose che
avvenivano in passato in questo Pletro avevano l'onore proprio dei Misteri. Era così grande il
rispetto, e veniva mantenuto da tutti i presenti, sia tra di loro, sia tra gli atleti, c'era una tranquillità
così grande, e un silenzio così grande; e infatti se una lotta era degna di ammirazione, essa era
ammirata in silenzio. Quelli che la guardavano dovevano controllarsi e dovevano evitare di gridare
perché il bastone faceva loro paura. 10,7. Questa punizione avveniva facilmente e in un modo più
forte e migliore ed essa veniva inflitta a non molte persone. Non erano molte persone, perché lo
spazio che le accoglieva non era grande. Questa parte dei giochi olimpici non aveva bisogno di
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numerose persone, e per essa era un onore il fatto di non essere per molte persone. Certamente una
condizione simile è anche quella dei riti religiosi,e non ci si potrebbe adirare con essi per il fatto che
si offrono a poche persone,e non a molte persone. 10,8.Dunque qui niente aveva una forza maggiore
di quella consuetudine, ed era una cosa propria di questa consuetudine che non ci fosse nessun grido
né per l'azione peggiore, né per l'azione migliore. Infatti era possibile vedere sia l'una sia l'altra, e si
poteva dire qualcosa al vicino sia riguardo all'azione peggiore, sia riguardo all'azione migliore, e
queste parole erano dette piano, e il parlare con un tono di voce superiore a questo era contrario alle
leggi. 10,9. Dunque che cosa ha sconvolto l'ordine che esisteva riguardo a questo comportamento,
che aveva una grandissima moderazione? Arghyrios ha organizzato i giochi insieme al più anziano
dei miei zii, ed è stato un uomo di grande valore per altri motivi, ma ha dato ai giochi olimpici un
favore dannoso a essi. Infatti lui ha fatto in modo che i sedili di pietra diventassero doppi con il suo
aggiungere una parte tanto grande quanto era grande quella precedente. Arghyrios ha fatto in modo
che il doppio delle persone si recassero allo spettacolo. 10,10.E ci sono stati alcuni che hanno lodato
Arghyrios per la sua azione nobile, e hanno detto che tutti i suoi predecessori sono stati inferiori a
lui per ciò che ha fatto, ma questa sua azione ha finito per sconvolgere una delle consuetudini che
c'erano in quel luogo, insieme al numero maggiore di spettatori è avvenuto anche che molte di
quelle cose che c'erano in passato adesso non ci sono più. Arghyrios è morto arrabbiandosi con chi
faceva confusione e avrebbe posto fine a questa cosa, ma non ha potuto farlo, lui avrebbe fatto
meglio se avesse mantenuto ciò che c'era in passato, invece che ricorrere a un rimedio. 10,11.
Tuttavia grazie ad Arghyrios e alle sue azioni c'è stata una gioia per chi guarda al numero maggiore,
e quella parte che sarà aggiunta non mancherà di avere alcuni individui che la celebreranno, ed essi
non hanno potuto vedere ciò che si è perso, e il motivo per cui ciò si è perso, e loro hanno pensato
che questa parte che c'è adesso sia grande, e hanno detto che Zeus è debitore ad Arghyrios di questo
suo favore. 10,12. Io ho ritenuto che Fasganios, il più giovane dei miei due zii, non abbia mai avuto
nessuna opinione simile riguardo a questi argomenti, e lui sembra essere eccellente in queste cose
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per la sua saggezza, ma ritiene che Arghyrios abbia fatto una cosa cattiva, non una cosa buona, e
deride queste sue azioni perché esse sono state sbagliate secondo il giudizio corretto riguardo a
questa cosa. 10,13. E invece Proklos, quell'uomo intelligente, ha provato un dolore nella sua anima,
è stato invidioso di Arghyrios, lo ha imitato, ha fatto una contesa non bella, e ha fatto di nuovo
un'altra aggiunta, la quale ha avuto un'ampiezza tanto grande quanto erano gli altri due spazi, quello
antico e quello recente, e la folla è diventata più grande, e anche la confusione è diventata più
grande. L'elemento spettacolare che è capace di colpire il viso ne ha tratto giovamento, ma questi
vantaggi sono stati piccoli, e a ogni Olimpiade si poteva vedere che il disonore diventava maggiore.
10,14. Poi le attività degli atleti finiscono all'ora del tramonto del sole e il tempo dell'inizio di
queste attività è stato sconvolto a causa di questi lavori, e, infatti sarebbe stato necessario che le
attività degli atleti cominciassero a un'ora più tarda e che finissero a un'ora più tarda, perché molti
osano dichiarare apertamente che non sarebbe possibile per loro sopportare il caldo, mentre i primi
si vantano per il loro grande potere, le voci degli altri spettatori sono entrate in quel luogo, ed esse
sono tutte mescolate, le voci dei Greci con quelle dei Romani, e alcune di esse dicono che il
lottatore deve abbandonare, altre dicono di no. Dunque a quelli che hanno visto le cose del passato è
successo di commiserarle, e a quelle cose tali persone hanno dato il nome che derivava da quella
festa, nella quale era presente in modo abbondante il non indugiare. 10,15. Ma quelle attività che
erano nel Pletro sono state offese e sono state disprezzate, esse che erano le più onorate e le più
solenni, ormai sono cambiate molto facilmente le altre cose, quando alcune persone esortano a
trasformare le cene in pranzi, e convincono l'organizzatore dei giochi e gli ellanodici, quelle persone
si alzano in piedi e si disperdono andando ciascuno alla propria casa, e mostrano nei loro volti il
vino che hanno bevuto sotto l'alloro. 10,16. E io dico che questi comportamenti hanno avuto la loro
origine da questo fatto, dall'oltraggio che è avvenuto nel Pletro. Infatti quelli che ritengono giuste
queste cose pensavano che non ci fosse niente di grave nel fatto che fossero compiute queste azioni
sbagliate in luoghi così importanti. E il grande numero di persone è causa del comportamento
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sbagliato in quei luoghi. E la causa di quel grande numero di persone è il fatto che quel luogo può
contenerle e in quel luogo stanno seduti così tanti individui. 10,17.Così secondo me il bravo Proklos
rende peggiori le condizioni di quel luogo, e lui quando si rallegra se noi avremo questo teatro che
sarà diventato più grande, si rallegra per il fatto che la dissolutezza diventerà più grande. Lui
rallegrandosi di queste cose fa una guerra contro i giochi olimpici, e dimostra che non vorrebbe che
fossero celebrati i giochi olimpici nella loro vera forma. 10,18. Io ritenevo che Proklos sapesse tutta
l'importanza che riguardava quel luogo, e ritenevo che lui avrebbe aiutato quelle consuetudini che
sono state stabilite in un tempo antico. Ciò consisteva nell'eliminare la novità e nel fare sedere le
persone soltanto nel modo che era più antico, e nel non preoccuparsi dell'azione di quelli che gli
avrebbero fatto delle accuse, poiché essi sarebbero stati dei calunniatori. Infatti chi combatte a
favore della legge non fa niente di ingiusto, e non è che chi toglie qualcosa fa sempre un danno e
non è che chi fa delle aggiunte merita sempre un onore, ma è possibile fare dei danni quando si
aggiunge, e fare qualcosa di utile quando si toglie. 10,19. Si potrebbe vedere questa cosa soprattutto
nei corpi, ai quali sono necessari gli interventi di quelli che li amputano, sia che il medico possa
ottenere questo effetto grazie ad alcuni farmaci, oppure con il ferro, lui ha un pagamento per quelle
cose che ha tolto. Dunque sarebbe particolarmente necessario che Proklos, che è ottimo ed
eccellente, dimostrasse a tutti in questo modo la sua sollecitudine verso Zeus. 10,20. Infatti
certamente Proklos convincerebbe, se non tutti,almeno gli uomini virtuosi a elogiarlo. Se lui indugia
nel farsi vedere mentre fa questa cosa, non è degna di lode la sua condizione, ma deve esserci un
motivo per il suo indugio nel fare questa cosa. Qual era la cosa che lui aveva in mente, quando ha
messo delle pietre su altre pietre e ha mostrato un'altra sua fatica, un'altra sua spesa e il suo grande
impegno che tenta di vincere queste tre cose? 10,21. Infatti chi sopporterà le cose che accadranno in
futuro? Chi sopporterà la folla che si precipiterà là? Chi non riterrà che dica parole sbagliate l'araldo
che ammonisce a mantenere la tranquillità? Chi avrà paura del bastone? Chi avrà rispetto per la
corona? Chi avrà rispetto anche per il potere politico? 10,22. Infatti quelle persone sapranno che, se
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Proklos non è schiavo degli spettatori così numerosi che ci saranno,lui si allontana dopo essere stato
stordito dalle loro grida, e ritiene che sia sufficiente salvare se stesso,conservare se stesso vivo,se lui
si allontana dalla volontà di quelle persone, lo fa per quanto riguarda gli atleti; infatti la stessa
grandezza del teatro spingerà quelli che non sono giusti a partecipare a quegli eventi che avvengono
in quel luogo. In realtà essi vi partecipano anche adesso,ma non sono così tanti, se vi parteciperanno
in un numero maggiore grazie alle parti che sono state aggiunte, il danno in questa cosa sarà più
grande. 10,23. Dunque che cosa voi andate dicendo? “Proklos ha ricevuto la città che era piccola e
l'ha resa grande”. Io mi schiero dall'altra parte, e la realtà dà la sua testimonianza in mio favore, io
dico che lui ha reso la città più piccola. Nel suo costruire tali edifici Proklos distrugge l'elemento
principale della gloria della città, e ancora di più lui corrompe ulteriormente la città aggiungendo
insieme alle pietre e al danno che è dato dalle cose precedenti il fatto che in futuro non ci sarà più
nessuna differenza tra il teatro di Dionysos e il teatro di Zeus Olympios. 10,24. Infatti bisognerebbe
che questi rumori inopportuni fossero espulsi dai luoghi della festa, e in nessuna di queste tre cose
niente è più forte della consuetudine, ma se ogni cosa è più debole della cura per ogni luogo,almeno
deve essere concesso che questo luogo sia sano. 10,25. Ma se adesso una malattia che non è troppo
grande occuperà questo luogo, ciò va considerato una disgrazia. Infatti alcuni dicono che la città è
cresciuta per una sua grande popolosità. Io vorrei che le sventure non fossero accresciute da altre
sventure, e che la mia città non crescesse per il numero dei suoi corpi, ma vorrei che ogni città
contenesse in sé i propri cittadini, e vorrei che la mia città avesse un numero di abitanti inferiore e
non che essi fossero molto numerosi così come sono adesso; ma quando lo stare male ha fatto uscire
alcuni dalla loro casa, questi uomini sono confluiti qui, non per questo motivo è stato costruito
questo nostro teatro. 10,26. Infatti non è giusto che quelle persone che si rifugiano nella nostra città
diventino un danno per i giochi olimpici. E quelli che fuggono da altri luoghi devono installarsi qui
ad Antiochia, ma non devono rovinare la festa e l'attività che ha la maggiore solennità tra quelle che
si svolgono durante la festa. 10,27. Dunque non è neppure vero che coloro che siedono in quei primi
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posti siano gli unici che abitano la città, ma poiché essi non sono pochi, infatti non avviene mai che
non siano numerosi quelli che hanno abitato la città, quelli che hanno ricevuto l'ordine di vedere
questi spettacoli non sono stati più di quelli che dovevano essere. Dunque per quale motivo se loro
cedono agli ordini che sono stati dati noi onoreremo questi individui con il disonore in questa cosa?
Per quale motivo questi individui ci costringeranno a rendere più grande la misura del nostro
teatro? 10,28. Pertanto neppure per Proklos è possibile fare un teatro tanto grande che sia capace di
contenere tutti gli abitanti, neppure se lui ritenesse di potere fare qualsiasi cosa. Ma non è che quelli
che guardano lo spettacolo possono dire che quelli che non lo vedono subiscono un torto per questo
motivo. Certamente se lo spettacolo non fosse visto neanche da quelli che lo vedono, si potrebbe
fare qualche rimprovero. O Proklos,anche nel tempo antico c'erano delle pietre, e c'era questo limite
che è stato ritagliato e c'erano le arti dei costruttori, c'erano delle mani e dei carri, e delle travi e
della legna, ma non c'era nessun pensiero che avrebbe convinto a fare in modo che quella visione
fosse propria di un numero maggiore di persone. 10,29. Tu, Proklos, credi che renderai il Pletro più
brillante con quella moltitudine di persone, ma fai una supposizione sbagliata. Almeno tu vedi che
quando cominciano i giochi olimpici, noi rendiamo più piccola la popolazione della città espellendo
molti di quelli che sono sulla scena teatrale, alcune prostitute, alcune etere e alcuni prostituti?
Tuttavia, se il meglio consistesse nel numero maggiore, noi dovremmo cercare un altro modo per
aumentare gli abitanti della città. 10,30. Dunque se noi facessimo in modo che la località di Dafne
fosse soltanto degli uomini, e se noi cacciassimo le donne da quei luoghi, che cosa faremmo? Noi
renderemmo Dafne peggiore? Noi la renderemmo più santa, perché noi abbiamo anche pianto
perché non abbiamo potuto espellere tutte quante le donne che hanno patito violenza a causa di un
uomo empio. E anche se in passato le donne a Dafne avevano una parte maggiore, tuttavia noi
punivamo chi offendeva le donne e in un modo non inutile, come ha dimostrato il modo della morte
di costui. Lui, che per un lungo tempo si teneva il viso con la punta delle dita dei piedi, sapeva in
quali condizioni si trovava e invocava la morte. 10,31. E anche da parte degli atleti si potrebbe
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vedere questa reazione, che quando l'araldo presenta alcuni di loro con la sua voce, presenta invece
altri con il silenzio perché l'esame riguardo agli atleti produce una di queste due situazioni. Eppure
gli atleti sarebbero in numero maggiore se non ci fosse il loro esame. Ma la cosa più piccola è
migliore di quella più grande. 10,32. Gli Elei, sapendo queste cose, sono orgogliosi che nelle loro
gare possono spogliarsi a fatica sette atleti. Una cosa simile avviene anche agli abitanti di Delfi. In
altre città ci sono dei gruppi numerosi di atleti ed essi hanno bisogno di due giorni per fare la loro
gara, tuttavia la rinomanza di questi luoghi non è uguale, non c'è nessuno che sia così impudente
che, contando gli atleti, potrebbe ritenere giusto che i giochi con molti atleti siano ritenuti migliori
di quelli che hanno pochi atleti. 10,33. Insomma se qualcuno ritiene che sia una cosa buona il fatto
che questi eventi siano sotto gli occhi di tutti, che bisogno c'è di avere alcune cose aggiunte ad altre
cose, quando è possibile che anche un uomo vile faccia queste azioni, rendere il proprio teatro più
grande di quello del vicino, estendere a tutto il mese quel tempo che è di tre giorni e il fatto che
nessuno sia diverso da un altro neppure nel suo vestito? Infatti in questo modo gli atleti potrebbero
diventare più numerosi. 10,34. Ma qualche ampiamento è avvenuto anche prima di questo, in tali
modi. Qual è questa cosa? Il teatro si trova sotto il monte, e talvolta anche lo stesso monte funge da
teatro. “Ma queste cose sono al di fuori della legge”. E dimmi, Proklos, questa altra cosa è forse
conforme alla legge? O questa prima cosa, il trasferire quell'attività del teatro altrove è assurda, ma
il rendere un teatro discordante dalla propria funzione è una bella cosa? 10,35. Proklos crede che io
non gli voglia bene, ma lui non avrebbe molte di quelle accuse che ha adesso, se non fosse stato
sospettoso verso i miei consigli. Lui mi ha convinto a non dargli consigli. E adesso le lodi rivolte a
lui per le sue azioni che riguardano il Pletro sono numerose e alcuni dicono che tali lodi
diventeranno anche grandi, però sarebbe un vantaggio per Proklos se non avrà in futuro delle
persone che lo malediranno. 10,36. Io so quanto sarà grande questa maledizione, se il Pletro sarà
pieno di confusione, se il grande numero di persone sarà diviso nel suo tifo, e se le persone faranno
degli eccessi contro ogni cosa che sia giusta, sia verso quelli le aiutano, sia contro quelli che si
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oppongono a loro, se alcune mani si rivolgeranno dappertutto, il grido si diffonderà in tutta la città,
alcuni si spingeranno anche fino al fischiare. Non pochi di quelli che sono diventati vecchi vedono
le cose che succedono adesso, e hanno visto le cose che accadevano in passato, provano dolore per
questo grande cambiamento, da quale parola si terranno lontani, loro che sono amanti antichi di
quelli che erano davvero i giochi olimpici? 10,37. Queste cose sono i compensi di questa bella
aggiunta. E questi compensi passeranno attraverso il figlio, Proklos, fino a suo padre, che non aveva
fatto niente di male in questo luogo, credo che anche questa azione sia propria di persone che
provano un dolore, è strano il premio di una persona che, quando si avvicinano i giochi olimpici, ha
sia a voi che li ascoltate; si può fare una critica a voi, perché vedete la mia capacità come un motivo
per alcune cose, e guardate a me in modo molto favorevole e anche se mi avete esortato a fare
alcune di queste cose non mi avete ordinato soltanto questo, di onorare la mia città con un mio
discorso, e si può fare una critica a me perché io ho composto numerosissime opere letterarie su
quelle cose che sono presenti adesso, e ho elogiato alcuni uomini, ho dato consigli ad altri uomini, e
ho combattuto non poche battaglie con le mie invenzioni letterarie, e io sono stato privo di voce nel
fare un elogio di quella città che mi ha fatto nascere. 11,2. Anzi, non è possibile fare a voi questo
rimprovero, cioè che voi non cercate qualcuno che faccia degli elogi, ed è una cosa piacevole il
sentire un elogio, però forse è una cosa abbastanza stupida il fare propaganda; ma l'accusa colpisce
chiaramente me, perché si devono pagare i debiti che meritano più onore di tutti, io ho indugiato in
questa cosa, mentre avrei dovuto farla subito, e non ho mai smesso di parlare riguardo alle altre
città, quando mi trovavo nella mia città, Antiochia, ma ho rinviato il mio discorso riguardo a questa
città, come qualcuno che onora altre persone sotto gli occhi di sua madre, e trascura di prendersi
cura di sua madre. 11,3. E tuttavia non è ragionevole neanche questa seconda cosa, il fatto che da
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parte vostra si dica che io avendo questa capacità, dopo averla ottenuta, non la utilizzi a favore di
coloro che me l'hanno data, ma io nelle riunioni che avvengono in piazza dimostro che questa mia
città, Antiochia, è superiore alle altre in un modo così grande, e non oso fare in modo che le mie
declamazioni diventino un libro. 11,4. Anche se chi vuole criticare il mio silenzio ha una così
grande abbondanza di argomentazioni, tuttavia io ho qualche scusa per il mio silenzio. Infatti il mio
non parlare è stato di una persona consapevole di non potere parlare in modo completo, ma adesso è
prevalsa in me l'idea di parlare, e nel mio indugiare c'era una speranza che la mia capacità sarebbe
diventata maggiore in futuro, perché il tempo avrebbe aggiunto qualcosa alla mia arte. 11,5.Dunque
il silenzio che io ho mantenuto fino adesso è proprio di uno che onora, non di uno che è pigro, ma di
chi vuole onorare in un modo più bello, e non di chi evita in modo completo di dare un onore, e nei
miei discorsi io non ho fatto niente di più se non cercare di essere all'altezza dei miei compiti
attuali, ma io potrò ritenere che la scusa per il mio non parlare in passato sia stata una cosa contraria
alla mia volontà. 11,6. Dunque un'abitudine comune di quelli che fanno degli elogi è il dire che la
propria debolezza è insufficiente rispetto alla grandezza degli argomenti dei quali trattano nel loro
discorso, ed è una loro abitudine chiedere perdono agli ascoltatori, se loro, pur volendo arrivare
vicini al valore del loro argomento, contrariamente alla loro volontà risultano inferiori a questo
argomento; io invece ritengo che questa città sia un argomento adatto a me per tutti i suoi aspetti, e
perciò a nessuno degli altri che si sono rivolti a questo argomento.11,7.Infatti quelli che sono venuti
in questa città provenendo da un altro luogo non avrebbero l'obbligo di fare questo discorso, ma
farebbero una cosa gradita se parlassero in modo abile,e se non facessero questa cosa non darebbero
l'impressione di non avere dato un contributo necessario; ma colui che può decidere se parlare di
questi argomenti, oppure di non parlarne, ed è degno di ottenere una lode per il suo impegno,
commette uno sbaglio e non merita perdono. 11,8. Infatti chi ha avuto la possibilità di non trovarsi
fin dall'inizio nella necessità di fare una supplica, quando si trova volontariamente in questa
necessità giustamente sarebbe privato dell'oggetto della sua supplica. Ma se io sono indotto a fare
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un discorso sulla mia patria da motivi giusti, ed è inevitabile che ci sia una di queste due cose, o che
io parli in qualsiasi modo a causa delle situazioni che ci sono adesso,oppure che io dia l'impressione
di essere un cattivo cittadino, come potrei non avere un perdono pronto per tutti questi motivi? 11,9.
E infatti se io avessi delle ricchezze sufficienti per fare dei servizi pubblici, forse sarebbe opportuno
che io facessi ciò che è giusto per me in quel modo, e non scegliessi il pericolo che c'è nel mio
discorso. Ma poiché la Sorte mi ha privato di quei servizi pubblici che vengono fatti in quel modo,
io devo dimostrare di portare qualcosa alla mia città, e la mia audacia nel parlare contiene in sé il
suo perdono, per la paura del silenzio. 11,10. Dunque sono molti quelli che vengono ad ascoltarmi,
e vedono qual è la condizione presente della città di Antiochia, ma non sanno niente della sua
importanza che viene dal passato, si stupiscono di alcune cose, e ritengono che altre cose non siano
mai esistite e ritengono che io improvvisamente faccia riferimento alla grandezza e alla superiorità
della mia città in queste cose, come se io ammettessi che la mia città è superiore per alcune cose
nuove, ma è inferiore per altre cose antiche. 11,11. Io devo dire prima quelle cose che sono degne di
essere menzionate, poi devo parlare riguardo a queste cose in un modo tale cosicché appaia un
accordo tra quelle cose che ci sono adesso e quelle che esistevano nei tempi passati, anche perché
queste menzioni sono dovute a quelle cose che esistevano in passato, ma la gloria attuale non
dipende da meriti peggiori. 11,12. E quelli che per primi hanno abitato questo territorio danno degli
insegnamenti riguardo alla natura del territorio, e a come la città di Antiochia si trova rispetto al
clima, a come essa si trova rispetto al mare, e a come essa ottiene delle acque e genera dei prodotti
agricoli, e insomma bisogna parlare riguardo alla sua eccellenza in questa cosa. Infatti come il
territorio è una cosa più antica di quelli che lo abitano, così è necessario che sia riguardo a questo
territorio anche la prima lode perché esso in futuro sarebbe diventato adatto a una stirpe umana.
11,13.E al contempo il primo e il più grande encomio di una città è l'eccellenza della sua terra,come,
io credo, in una nave si loda la sua carena solida quando anche le altre parti certamente sono ben
costruite. Questa cosa deve essere esaminata prima delle altre. 11,14. E in questo argomento io non
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crederò ai molti individui che lodano ogni terra e si sforzano di dimostrare che essa è il centro del
mondo abitato. Infatti se una terra ha questa caratteristica, che si aggiunge subito come un pregio, è
un pregio di una città soltanto, perché non è possibile che altre città siano il centro del mondo.
Dunque quelli che dicono che molte città sono al centro del mondo vaneggiano. 11,15. Poi se si
concede che l'essere al centro del mondo sia una forma di primato, avrebbe un senso la ricerca di
quelli che si contendono queste posizioni.Ma se l'Egitto e la terra petrosa di Delfi non sono la stessa
cosa nella produzione dei prodotti agricoli, per quale motivo bisogna dimostrare che è migliore la
terra centrale invece che dimostrare che è bella quella terra che si loda? 11,16. Dunque io posso dire
questo riguardo alla mia città, che essa è nel punto più bello della regione più bella che esista sotto
il cielo. E il fatto che la divinità venne qui per mostrarsi per la prima volta dichiara che questo luogo
è il migliore della terra. 11,17. E questa regione è un oggetto conteso dai sovrani, e colui che l'ha
ottenuta è diventato più importante per questo motivo, e il nome di questa città arriva all'ascolto di
tutte le persone, e quando arriva porta con sé un beneficio e riempie le loro anime di gioia, come
tutte le immagini di giardini che appaiono nei sogni danno gioia a quelli che dormono. 1,18. Così
arrivano a noi antiocheni tutti i prodotti di migliore qualità che la terra orientale possiede. Alcune
persone hanno una terra che dà loro un prodotto, ma non dà un altro prodotto, per Zeus, la terra dà
vari prodotti, ma per gli eccessi delle stagioni non evita il suo aspetto fastidioso, e quella città che
evita anche questo ultimo difetto ha una scarsità di acqua ed è debole per un altro inconveniente.
11,19. Noi Antiocheni invece abbiamo tutte le cose che sono oggetto di contesa reciproca per gli
altri: la terra, le sorgenti, la mitezza delle stagioni. Dunque la nostra terra pianeggiante è simile ai
mari, è profonda, grassa, morbida, cede facilmente agli aratri, e solitamente supera i desideri degli
agricoltori, è adatta allo stesso modo per la semina, e in un modo simile è buona per coltivare le
piante, ed è ben disposta alla produzione di entrambe le cose,fornisce in modo opportuno dei terreni
pianeggianti e fiorenti, e delle spighe che sono più alte degli alberi presenti in altri luoghi, produce
dei frutti in abbondanza, e la loro bellezza è superiore al loro grande numero. 11,20. Ad Antiochia
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non manca niente di ciò che è migliore, ma si potrebbe dire che anche il vino, Dionysos, baccheggia
presso di noi Antiocheni in modo abbondante, e se si dicesse Athena, l'ulivo, la nostra terra si vanta
per la pianta di questa dea; dunque il vino scorre in quantità abbondante da questa regione verso i
suoi vicini, e in un modo ancora più grande l'olio viene portato ovunque dalle navi da carico. 11,21.
Così Demeter ha amato la nostra terra più della Sicilia, al punto che Ephaistos ha fatto una terra
dorata sul suo scudo, ma la dea Demeter ha fatto diventare simile all'oro una parte non piccola della
nostra terra, anche per la sua colorazione, e al contempo il nostro raccolto agricolo è tale quale
nessun raccolto che provenga da altri luoghi, ed è un dono della dea che è veramente bionda. 11,22.
Noi Antiocheni abbiamo alcuni monti nel nostro territorio, altri sono intorno al nostro territorio,
alcuni attraversano la zona pianeggiante, altri sono ampi nel loro ingresso, altri monti circondano la
regione nelle estremità. Di questi monti alcuni per la loro forma sono diversi dalla terra sottostante,e
sono elevati in altezza, altri per la fertilità della loro terra sono in competizione con le regioni
sottostanti, e non sono in condizioni peggiori quegli agricoltori che si affaticano spingendo i loro
gioghi sulle cime di quei monti, ma tutti quei prodotti agricoli che in altri luoghi sono generati da
tutta la terra pianeggiante presso di noi sono generati anche dai monti, e mentre altrove i monti sono
gli unici a concedere alcuni prodotti, presso di noi questi stessi prodotti sono generati anche dalle
pianure. 11,23. Infatti presso di noi Antiocheni il monte non è diverso dalla pianura per la crescita
delle piante, e la pianura non è diversa per la ricezione dei semi, ma si potrebbe vedere in queste
stesse terre alcune piante che crescono e sono diritte e fiorenti e ancora di più la nostra terra mostra
questi prodotti nelle sue singole parti e li produce nel suo complesso. Infatti una parte della nostra
terra è produttrice di molto grano, e un'altra parte della nostra terra è produttrice di molto vino, e
un'altra parte della nostra terra ha messo insieme tutte queste produzioni. 11,24. E il fatto che da noi
Antiocheni i monti non siano inferiori alle pianure nelle produzioni agricole non dà alla carestia la
possibilità di verificarsi facilmente. Infatti nelle irregolarità delle stagioni il danno non avviene in
entrambe le zone. Infatti se una cosa manca nelle zone sottostanti, spesso essa è nella quantità giusta
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nelle zone elevate e spesso le terre che sono in basso evitano l'elemento dannoso per esse, cosicché
è possibile che molte piante vivano in modo sicuro o se tutta la terra è fiorente o se le altre terre
sono completamente fiorenti. 11,25. E tutti quei monti che non sono fertili per loro natura danno dei
contributi in modo diverso. Infatti alcuni monti con le cave di pietra forniscono alla città le sue
mura, altri monti sono coperti dalle foreste e contribuiscono producendo altri beni, e a parte queste
cose forniscono il fuoco ai fornai e ai bagni pubblici, e grazie a questa cosa è possibile sopravvivere
nutrimento degli esseri umani, e niente viene gettato in modo inerte nella nostra terra come in quei
corpi che sono imputriditi, ma alcune terre corrispondono in modo magnifico alle fatiche, altre terre
danno regali senza fatiche. 11,27. Dunque riguardo a tutti quanti i fiumi che attraversano la nostra
terra, chi potrebbe enumerare quelli che sono più grandi, e altri che sono più piccoli, e alcuni sono
perenni, altri nascono durante l'inverno, ma tutti sono utili in un modo simile, sia quelli generati
dalle montagne, sia quelli che sorgono dalle pianure, sia quelli che confluiscono l'uno nell'altro, sia
quelli che vanno verso un lago,sia quelli che procedono verso il mare? 11,28. Certamente le sorgenti
e la loro abbondanza sono una caratteristica propriamente nostra, e nessuno è così insolente, né così
arrogante verso le Ninfe,al punto che lui osi dire di avere qualcosa che sia uguale a ciò che è qui, ad
Antiochia. 11,29. Nella nostra terra, che è tale, le Stagioni danzano in modo armonioso e non
rovinano quel beneficio che proviene da questa terra con quella sgradevolezza che proviene da esse;
infatti l'inverno non occupa il tempo della primavera con prepotenza, ma si adatta a ciò che piace
alla primavera, e l'estate non continua a produrre questi suoi effetti fino all'inverno e non cancella la
mezza stagione che è tra l'estate e l'inverno, ma ogni stagione resta all'interno dei suoi limiti e una
misura uguale dell'anno viene suddivisa tra le stagioni, e una stagione si ritira quando l'altra arriva.
E la cosa più importante, le stagioni sono fastidiose per le persone a causa dei loro eccessi, l'inverno
per il freddo, l'estate per il caldo, ma qui da noi ad Antiochia le stagioni moderano i loro eccessi, e
vogliono essere simili alle stagioni più miti. 11,30. E a me sembra che le stagioni si dispongano
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reciprocamente per ricevere forza le une dalle altre,e l'inverno sembra condividere con l'estate il suo
aspetto piacevole e privo di dolore, e l'estate riceve dall'inverno quel tanto che serve per impedirle
di nuocere con il suo calore. 11,31. E l'inverno dà alla terra delle piogge a sazietà eliminando il
freddo, l'estate fa crescere il grano e lo nutre con le brezze estive che liberano sia i corpi sia le
spighe dal danno che deriva dal caldo. Dunque soltanto noi Antiocheni possiamo essere sempre
contenti della stagione che c'è, e possiamo ricevere con gioia anche la stagione successiva perché in
tutte le stagioni c'è qualcosa di temperato e di piacevole. 11,32. La maggior parte delle altre persone
o criticano tutto il ciclo delle loro stagioni oppure hanno alcune stagioni che sono migliori e altre
che non sono tali, si trovano in questa situazione, e passano dalle stagioni di pace a quelle di guerra,
quando la bella stagione ha fatto ciò che doveva fare e se ne va, arriva la stagione peggiore e prima
che quelle persone possano rallegrarsi completamente esse soffrono perché non possono trattenere
la bella stagione che se ne va, e temono la stagione fredda che arriva. E la stagione calda costringe
le persone a sudare e ad aggirarsi intorno alle sorgenti, ma la stagione fredda quasi costringe le
persone sofferenti a passare il loro tempo a letto chiuse in casa nella tempesta di neve. 11,33. Solo
da noi, ad Antiochia, ogni parte dell'anno che ci sia è molto piacevole, e quella stagione che si
aspetta non è affatto sgradevole, ma la prima stagione dà una gioia quando arriva, e l'altra stagione
porta lo stesso sentimento quando si avvicina, e noi non siamo per niente diversi da quei viaggiatori
che percorrono quelle strade che dall'inizio alla fine hanno sorgenti ombrose e luoghi di riposo e
queste strade accompagnano i viandanti con serenità. 11,34. Dunque noi Antiocheni che abbiamo
ottenuto in sorte queste condizioni riguardo ai monti abbiamo questa posizione riguardo al mare,
cosicché se a noi capitasse di non averlo, io riterrei che questa cosa sarebbe un danno. Infatti noi
non siamo lontani dal mare nemmeno una giornata di cammino, e noi non siamo collocati sulle
coste. 11,35. Io esporrò brevemente quanto è grande il danno che ognuna di queste due posizioni è
per una città. È chiaro a tutti che la prima posizione, quando una città è privata completamente del
mare è un grande danno, e nessuno potrebbe sbagliare se definisse una città che si trova in queste
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condizioni come dotata di un occhio soltanto, mentre il vantaggio di una città che non si trova sul
mare necessita di una spiegazione. 11,36. Dunque in primo luogo il mare causa molte inondazioni,
ed è inevitabile che le città che si trovano al di sotto del mare abbiano paura di queste inondazioni, e
che tali città siano private di fiducia dall'esempio di quelle città che sono state sommerse. 11,37.
Inoltre ad alcuni sembra che il mare dia un contribuito di serenità perché si può rivolgere lo sguardo
verso le ampie superfici del mare e le navi da carico che sono trasportate da esso, e ascoltare i loro
incitamenti, questa cosa procurerà loro delle gioie in un numero non maggiore alle tristezze, se il
mare agitato è spinto dalle onde sotto gli occhi di quelli che poco tempo prima si divertivano e
sommerge le navi. Gli incitamenti dei marinai si trasformano in pianti, e riempiono la terra della
della notizia del naufragio. 11,38.E ciò che causa il danno maggiore è che è inevitabile che una città
collocata sul mare sia piena della volgarità dei marinai, di rumori ignobili, di voci di mendicanti e di
quelle cose che hanno la capacità di danneggiare e di corrompere i costumi delle città; infatti la città
riceve degli individui che navigano verso di essa e provengono dall'esterno, ed essa stessa fornirà
altri individui che navigano. A quel punto la malvagità di una parte si diffonde in tutto l'intero corpo
cittadino. 11,39. Ma la posizione della nostra città le consente di usufruire dei vantaggi che
provengono dal mare,e le concede di essere priva di quei mali che provengono dalla stessa origine,e
noi Antiocheni siamo lontani dal danno causato dal mare come le città che si trovano nell'entroterra,
e noi cogliamo il frutto del mare come quelle città che si trovano sul mare. 11,40. E noi Antiocheni
siamo diversi da quelli che abitano lontano dal mare per l'abbondanza dei nostri vantaggi, e siamo
diversi da quelli che abitano sul mare per la morigeratezza dei nostri comportamenti e noi abbiamo
quelle cose che sembrano dare onore a entrambi i tipi di abitanti ed evitiamo quelle cose a causa
delle quali entrambi i tipi di abitanti sono biasimati. Dunque quegli individui sono superiori agli
altri per alcune cose, ma sono inferiori per altre cose, noi antiocheni invece siamo superiori per
entrambi i vantaggi, e non siamo inferiori per nessuno dei due difetti. 11,41. Infatti noi Antiocheni
siamo lontani dai porti per una distanza sufficiente a mantenerci immuni dei mali del mare e questa
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distanza fa in modo che noi abbiamo i vantaggi che provengono dal mare. Infatti quella distanza è
di centoventi stadi, cosicché un uomo agile che parta al sorgere del sole, porterà dal mare qualcuno
di quei beni che vengono da lì quando è ancora mezzogiorno. 11,42. Dunque forse ho parlato
abbastanza riguardo alla natura della terra, riguardo alla temperanza del clima e riguardo alla sua
posizione verso il mare. Chi tratta questo argomento potrebbe fare un discorso riguardo alla nobiltà
di coloro che hanno occupato quella regione, sia dei primi abitanti,sia dei secondi abitanti e di quelli
successivi a questi e potrebbe mostrare a tutti che la nostra città è stata la migliore tra le migliori
città, come una nave è considerata buona se ha buoni marinai. 11,43. E sembrerà che io faccia
discorsi più lunghi di quanto è opportuno,ma io dirò una piccola parte delle parole che si potrebbero
dire. Il motivo è il grande numero di quelle cose antiche, a causa del quale molte altre cose vengono
taciute e ciò che io dirò non eviterà l'impressione di un'eccessiva lunghezza. Dunque le opere
storiche saranno accurate, ma io devo dire tutto ciò che è adeguato alla circostanza presente. 11,44.
Inachos era figlio della Terra, fu padre di Io. Zeus si innamorò di questa donna di nome Io, e si unì a
lei. Zeus, per non farsi scoprire da Hera, trasformò quella donna in una giovenca e in questo modo
si unì a lei. Ma Hera, quando venne a sapere questa cosa, colpì la giovenca con un tafano, e Io fece
una corsa tra due continenti. 11,45.Inachos cercò sua figlia, non riuscì a trovarla,volendo riprenderla
fece venire delle navi e dopo avere fatto imbarcare su di esse alcuni uomini illustri di Argo, mandò
Triptolemos, che era comandante di tutta quella spedizione, alla ricerca di sua figlia Io, che era
scomparsa. 11,46. Quegli uomini dilapidarono tutta la loro ricchezza, fecero tutta la navigazione,
navigarono intorno a tutto il promontorio, sbarcarono su alcune isole, fecero indagini sulla costa,
risalirono anche verso la parte centrale del continente, essi preferivano morire invece che
interrompere la loro ricerca. 11,47. E quando gli Argivi arrivarono anche in questa terra, scesero
dalle loro navi, era notte, salirono sulla montagna vicino ai pochi individui che la abitavano, e si
avvicinarono alle loro case, bussarono alle loro porte e fecero delle domande riguardo a Io.
Ottennero dei doni ospitali, e poiché si innamorarono di questa terra, posero questo termine alla loro
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navigazione, e avendo cambiato la loro intenzione, da quella di cercare Io a quella di rimanere nel
luogo in cui si erano spinti, abbandonarono la ricerca di Io, ammirarono questa terra e la
considerarono più bella dello scopo per il quale essi avevano fatto la loro navigazione. 11,48.Questo
comportamento non fu una negligenza verso Io, ma una negligenza verso la loro stessa patria; infatti
Inachos, che li aveva mandati, aveva detto loro che o riportavano indietro quella donna, oppure non
avrebbero mai fatto ritorno. Dunque quegli uomini posero fine alla loro ricerca e furono privati
della loro patria in modo gradito a loro. 11,49. Dunque se essi fossero arrivati nei luoghi più estremi
del mondo alla ricerca di una persona che non esisteva più, avrebbero deciso di restare lì per il
futuro, in modo obbligato, ma il motivo iniziale non sarebbe stato il loro amore per quella terra; ma
poiché quella terra era abbondante, e in essa c'erano alcune speranze di ritrovare Io, così gli Argivi
presero una decisione, essi anteposero le loro speranze alla permanenza nella loro patria e senza
dubbio preferirono la terra straniera. A tal punto quella regione affascinò quegli uomini.11,50. E gli
Argivi quando toccarono quella terra, si mescolarono e aderirono a essa e l'affetto per la loro patria
cedette di fronte all'ammirazione che quella terra aveva suscitato in loro. E io ho ritenuto che non
sia stato inferiore a costoro neanche Homeros, che dice che niente è più piacevole per gli esseri
umani della loro patria, ma per la decisione degli Argivi si può dire la cosa contraria, cioè che molte
volte un luogo migliore attrasse le menti delle persone e allontanò da loro il ricordo della patria che
li generò. 11,51. Pertanto questo Triptolemos, che si era messo alla ricerca della fanciulla argiva,
collocò in quel luogo il popolo che lui conduceva, fece una città sopra quella montagna e dedicò un
tempio a Zeus Nemeo, il nome di questa città fu Ione, e fu tratto da Io, la figlia di Inachos. Quegli
uomini dopo avere abbandonato la ricerca di quella donna fondarono una città, ma onorarono questa
donna con il nome della città; essi coltivarono la terra, ebbero i suoi raccolti e cambiarono il nome
di quel luogo da Nemeo a Fruttuoso. 11,52. Dunque Triptolemos gettò le prime basi, trasferì la città,
e fu annoverato tra gli eroi con alcuni onori. Il dio che aveva costruito in modo opportuno la città
volendo che questa città diventasse più grande grazie alle sue stirpi eccellenti fece muovere da
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Creta Kasos, un uomo eccellente, e lo condusse qui, e certamente la parte più illustre degli abitanti
di Creta lo seguì. 11,53. Quando i Cretesi arrivarono trovarono gli Argivi, che erano migliori di
quelli che abitavano Creta. Infatti Minos li mandò via perché era invidioso di loro, ma gli Argivi li
accolsero con gioia e condivisero con loro la loro città e il loro territorio, e tutte quante le cose che
essi avevano. Nondimeno Kasos fu capace di ricevere dei benefici non più di quanto lui stesso trattò
bene gli altri. E lui esaminò molte delle leggi che erano state trasferite da Triptolemos e riportò in
vigore queste leggi, e fondò la città di Kasiotis.11,54. Quando Kasios ebbe una maggiore
consapevolezza, cercò di ottenere la benevolenza degli abitanti di Cipro per la sua città e sposò la
figlia di Salaminos, il quale era il signore di Cipro. Si organizzò una spedizione che accompagnò la
vergine mentre lei faceva la sua navigazione e questi uomini fecero un trasferimento per mare della
giovane sposa. E quando essi gustarono la nostra città, abbandonarono la loro isola, e divennero una
parte della nostra città. 11,55.Si potrebbe considerare come un segno del fatto che si parlasse ad alta
voce dell'eccellenza di Kasos il fatto che il comandante di un'isola tanto importante intrecciò
volentieri una parentela con noi Antiocheni e fu un segno della clemenza di Kasos il fatto che
coloro che conducevano la fanciulla preferirono la protezione di Kasos alle loro carissime terre.
11,56. Si dice che anche alcuni degli Eraclidi dopo la cacciata con la quale furono cacciati ad opera
di Euristheus, si posero alla guida di molti degli Elei e di tutta l'Europa, ma disprezzarono l'altra
parte dell'Asia, e collocarono qui le loro fatiche, si installarono qui e costruirono Eraclea come
aggiunta alla città. 11,57. Si consideri la nobiltà e la parte migliore di ognuna di queste città, questa
parte confluì qui, come in un luogo che era stato scelto per l'accoglienza dagli uomini migliori e
degni di essere ammirati, e soltanto noi Antiocheni abbiamo delle radici che hanno raccolto qui le
cose belle provenienti da ogni luogo, l'antichità degli Argivi, l'eccellenza delle leggi di Creta, la
stirpe regale proveniente da Cipro, la discendenza di Herakles. 11,58. Noi Antiocheni abbiamo
ricevuto alcuni uomini da Atene, e siamo stati il risultato di una mescolanza di tutte le altre stirpi
greche, e se il discorso va fino a quei tempi, questa cosa sarà detta. 11,59. Ma adesso bisogna dire
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che anche durante il regno della Persia il nostro sito fin dalla sua origine è stato degno di rispetto. E
per Zeus, questo sito è onorato anche dagli dei Persiani e prima di loro da quelli Assiri. Infatti
Kambyses fece una spedizione militare contro l'Egitto, sua moglie era Meroe. I Persiani posero le
loro tende in quel luogo al quale la moglie di Kambyses diede il proprio nome, lei andò al tempio di
Artemis, per fare un sacrificio, e Semìramis regina degli Assiri fece un tempio a questa dea. 11,60.
La moglie di Kambyses vide che a quel tempio mancava il tetto per la sua antichità e chiese a
Kambyses di onorare ciò che aveva causato quella fatica. Kambyses fece erigere un tempio più alto
con alcune aggiunte alle mura, e tracciò tutto intorno una cerchia di mura adatta ad accogliere una
festa religiosa, e diede a questa festa pubblica il nome di sua moglie; lei lasciò alcuni lotti di terreno
alla divinità, stabilì che alcune donne si prendessero cura della divinità, riempì il tempio della
ricchezza dei Persiani e consacrò dei troni, dei letti e degli archi, tutti d'oro. 11,61. Dopo che queste
cose furono completate avvenne agli abitanti di Ione che loro andarono da Kambyses. Quando essi
annunciarono chi erano coloro ai quali spettava questa cosa, lui li convocò presso di sé e domandò
chi fossero loro e quale fosse il sentimento che avevano provato quando avevano occupato quella
città che era sua. 11,62. Ma quando Kambyses seppe da dove essi erano partiti, e quali erano stati
gli eventi dai quali erano stati portati, si meravigliò per il fatto che essi avessero voluto mescolarsi
invece che tenere nascosti i loro elementi di superiorità, lui non sarebbe stato giusto se avesse
chiesto una restituzione dei benefici a quelli che occupavano la terra che spettava a loro, ma lui
mantenne questo suo atteggiamento come se lui stesso fosse debitore a quegli uomini per la loro
residenza. Come segno di questa cosa, egli diede a loro alcuni doni e li mandò loro come a dei
benefattori. 11,63. Pertanto parli pure della crudeltà di Kambyses chi ne vuole parlare, e dica anche
che lui non era padrone di se stesso. Infatti sembrerà che i suoi progenitori siano vissuti di più
insieme agli dei e sotto gli dei. Lui che si arrabbiava per tutte le cose, e che riteneva che la crudeltà
fosse il piacere più grande della natura per la visione di quelle cose, non si irritò contro i Greci che
abitavano il suo regno, come potrebbero tutte queste cose non essere una diretta azione di una
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divinità che manda gli uomini su una scena teatrale, e questa divinità predispone entrambe le cose,
fa in modo che alcuni siano fiduciosi, e fa in modo che qualcun altro non si adiri, e la divinità toglie
la paura ai primi, e placa la collera del secondo? 11,64. E che bisogno c'è che io parli facendo dei
ragionamenti e tralasciando un fatto che è evidente? Questo luogo è gradito agli dei fin dal tempo
antico. Infatti i Persiani ritengono che il Sole sia il dio più importante, e (crux nel testo greco) le
satrapie che sono sotto di lui di lingua persiana, questo dio,dopo che il sonno prese Kambyses, in un
primo momento apparve nei sogni della sua testa e gli parlò ordinandogli di lasciare che lui stesse in
quel luogo, e di non condurre la sua spedizione in Egitto e predisse che quel luogo avrebbe accolto
una città, una creazione dei Macedoni. 11,65. Kambyses ringraziò la divinità e in un luogo vicino
fece un luogo di culto per il fratello di Artemis. E così quel luogo ricevette il dio dei Persiani come
suo abitante, ammiratore e come indovino della sorte che si stava per verificare, poiché Kambyses
per quel nome non subì niente di quelle cose che l'Ostilità è solita provocare. 11,66. Dunque alcuni
ritengono gloriose Atene e la città di Corinto, e citano le battaglie degli dei riguardo a queste città, a
favore di Corinto combatterono Helios contro il signore del mare, e per l'Attica Athena combatté
contro questo stesso dio, e questi individui quasi dissolvono l'armonia del tutto e per l'audacia della
battaglia degli dei onorano con degli onori empi quelle città che essi elogiano e con un'offesa alla
divinità realizzano il beneficio della concordia, e non sanno che con questa sola menzogna tolgono
credibilità alle altre lodi. 11,67. Gli dei hanno amato la nostra città, ma non ci fu nessuna guerra
degli dei tra di loro, e ciò non è neppure lecito, dunque anche qui è una delle cose belle che sono tra
i Greci, l'altra cosa che è tra loro sarebbe meglio se non fosse detta, essa nella nostra città non è mai
stata osata. 11,68. Dunque quelli che abitavano la città di Ione, e i figli sono sempre accolti dai
padri, si comportavano in modo giusto tra loro, ottenevano il loro sostentamento dalla terra e
davano dei contributi adeguati agli dei e con ogni felicità abitavano una città greca che era in mezzo
a un territorio barbaro, ed essi fornivano e mantenevano il loro carattere puro in una malattia tanto
grande che era attorno a loro come nel racconto che è prevalso riguardo ad Alfeios, e questo
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racconto trasferisce il fiume dal Peloponneso alla Sicilia attraverso il mare che era tra le terre, e il
fiume si conserva non mescolato nel mare. 11,69. Nondimeno la nostra città non fu subito grande e
popolosa, e io credo che questa cosa fu utile, ma l'accrescimento della città attese il tempo migliore;
infine la città nella sua forma esigua continuò ad essere piuttosto piccola, quando essere molto
grande non era la cosa migliore per essa. 11,70. Che significa ciò? Se la misura di questa città fosse
diventata molto grande quando i Persiani avevano ancora il loro potere su questa terra,se gli abitanti
della nostra città fossero stati forti per le loro ricchezze, se fossero stati forti anche per le loro armi,
se fossero stati grandi in tutte le cose, sarebbe stato inevitabile che essi fossero chiamati da quelli
fatto una spedizione militare oppure, se non avessero obbedito, avrebbero fatto una guerra contro i
Persiani, una città da sola contro un impero tanto grande. La prima cosa non sarebbe stata bella, e la
seconda cosa non sarebbe stata senza pericoli. 11,71. Invece questi abitanti della nostra città non
sono cresciuti in un momento inopportuno, ma sono rimasti in questa loro forma, e ciò li ha tenuti
lontani sia dal fare qualcosa di spiacevole, sia dal subire qualcosa di male, loro sono cresciuti in
grandezza quando era necessario che comandassero, come i figli di famiglie illustri durante la
tirannide restano nascosti in gioventù, ma si mostrano quando sono in età adulta, dopo che questa
tirannide è finita. 11,72. Infatti dopo la battaglia di Isso e dopo la fuga di Dareios, Alexandros
conquistò alcuni territori dell'Asia, e desiderò gli altri territori, ritenne che la parte sulla quale
regnava fosse piccola, rivolse il suo sguardo verso i confini della terra, andò fino alla nostra terra, e
collocò la sua tenda vicino a quella sorgente, e adesso si è ipotizzato che lui abbia fatto in modo che
la sua tenda avesse la forma di un tempio, in quel tempo la bellezza di quella fonte era soltanto la
sua acqua, in quel luogo Alexandros onorò il suo corpo per le sue fatiche, bevve l'acqua di quella
sorgente, ed essa era fresca, trasparente e dall'ottimo sapore. 11,73. Il piacere di quella bevuta fece
ricordare ad Alexandros il seno materno ed egli disse a quelli che erano presenti che tutti i beni che
lui aveva erano presenti in quell'acqua e diede a quella sorgente il nome di sua madre. Dunque
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quando Dareios si spinse nel territorio degli Sciti, a lui parve che il fiume Tearos fosse il più bello,
pose una stele e su di essa fece scrivere che il Tearos era il più bello dei fiumi, ma Alexandros non
promosse la nostra sorgente in una competizione tra le acque, bensì ritenne che la nostra sorgente
fosse uguale al latte di Olympias. Fu tanto grande il piacere che lui trovò in quelle sorgenti. 11,74.
Dunque Alexandros fece utilizzare quel luogo in cui era la fonte anche a tutte quelle persone che
<era possibile> avere per lui nella corsa tanto grande che lui faceva, e lui correva in modo
velocissimo, e si affrettò a fondare una città, perché aveva trovato un luogo che poteva essere
fu per la nostra terra, e il secondo per impadronirsi delle terre che gli restavano da conquistare, e il
primo desiderio lo costringeva a restare, il secondo lo spingeva a correre via, e la sua anima
oscillava tra una fondazione di città e una guerra, e Alexandros non ritenne che una delle due azioni
fosse un impedimento all'altra, e non sopportò di eliminare il grande affetto che lui aveva per quella
città, né poté soddisfare questo suo desiderio di costruire una città,ma lui seguì entrambe le opzioni,
diede gli inizi alla città, ma portò avanti il suo impero. 11,76. Ma negli inizi della fondazione Zeus
Bottiiaios fu installato da Alexandros e la parte alta della città prese il nome dalla patria di costui, e
fu chiamata Emathia. Io credo che questa cosa sia stata un simbolo dell'intenzione di Alexandros,
cosicché lui scelse questa città invece che la propria per il compimento di queste azioni. 11,77.
Alexandros fece tali premesse alla fondazione e finì per essere uno dei fondatori della nostra città, e
lui, che fu detto figlio di Zeus e che diede prova di esserlo con le sue azioni, cambiò la sua fama nel
modo più veloce possibile, come fece il suo genitore, ma non poté dare compimento al suo
desiderio; Seleukos fu successore di Alexandros, e tra molti diadochi lui fu l'unico degno erede del
ruolo di Alexandros, e ottenne il potere su questa città con la sua eccellenza sia una prima volta, sia
una seconda volta. 11,78. Infatti Seleukos diede un aiuto ad alcuni,e li rese più forti dei loro nemici;
ma fu vittima di una congiura fatta da questi uomini che lui aveva reso forti. Lui fu salvato quando
era in mezzo alla trappola e fu ammirato perché aiutò di nuovo altre persone. E lui dopo avere
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ottenuto queste cose che erano giuste restituì il favore da parte sua. Questo favore consistette nel
recuperare questi beni dopo che lui li aveva persi a causa di un'ingiustizia. 11,79. Infatti Seleukos fu
ipparco per il suo coraggio, ed era un subordinato di Perdikkas, e quando Perdikkas morì in Egitto,
Seleukos fu chiamato dai Macedoni a prendere il potere che era stato di Perdikkas, si presentò a loro
ed ebbe la satrapia di Babilonia. 11,80. Quando Antigonos fece la guerra contro Eumenes, Seleukos
andò come alleato di Antigonos e lo aiutò ad abbattere Eumenes,ma non sapeva che faceva del bene
ad Antigonos che era malvagio; e dopo che Antigonos divenne grande grazie a Seleukos, Antigonos
ebbe un'ostilità verso il suo benefattore e volle la sua morte. E in questa vicenda qualcuno degli dei
mise la propria mano, come in un'opera teatrale; dalla stessa famiglia fu preparata l'uccisione di
Seleukos e fu trovato il modo della sua salvezza. 11,81. Ariadne ammirò la bellezza di Theseus nel
meandro del labirinto e fece uscire il giovane dal labirinto, e Demetrios, il figlio di Antigonos,
apprezzò l'eccellenza di Seleukos, rivelò a quest'ultimo l'inganno del padre, e scrisse queste cose
sulla cenere con la punta del giavellotto di legno rendendo evidente ciò che stava per accadere a
Seleukos, e nascondendo questa cosa alle altre persone che erano presenti. 11,82. Per questo motivo
Seleukos sopportò le vicende di Euagoras e in poco tempo recuperò le forze. Infatti in quel
momento indietreggiò, si ritirò in Egitto, e là rese forte il regno di Ptolemaios, non dando un grande
numero di di soldati al suo esercito, ma dandogli soltanto un corpo, il suo e la sua anima, e dopo che
Seleukos ebbe dato sicurezza al potere di Ptolemaios, Seleukos convinse Ptolemaios a farlo tornare
indietro, prese sia i cavalieri sia i fanti, ed entrambi erano migliaia, mandò via i suoi nemici da
Babilonia, e recuperò il suo impero, sua moglie, i suoi figli e la sua antica gloria. 11,83. Seleukos
ritenne che per mezzo di queste azioni lui aveva ripreso ciò che era suo, e ritenne che Antigonos
dovesse essere punito per la sua insidia, e fece una spedizione contro Antigonos, si scontrò con lui
in Frigia, e dopo averlo sconfitto, lo uccise e con una battaglia aperta si vendicò dell'agguato che
Antigonos aveva fatto contro di lui, e Seleukos evitò di fare un agguato, come fa un uomo fortunato
e caro agli dei, e fece una battaglia aperta perché era ben esercitato nella forza militare. 11,84. E
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quando Antigonos giacque morto, i possedimenti di colui che era stato sconfitto divennero di colui
che aveva vinto, e l'impero di Seleukos si estese fino a Babilonia e ai confini dell'Egitto. E
certamente era venuto il tempo che lui generasse come in passato gli inizi della nostra città, così in
quel tempo generò la sua grandezza. 11,85. E tutto avvenne grazie alla divinità. La città prese il
nome da Antiochos, ed essa fu fatta da Antiochos. Dunque la differenza tra questa città, come è
adesso, e quella città del passato è di quaranta stadi. In quella città dopo la vittoria Seleukos fece i
sacrifici, fu ucciso il toro e furono mostrati gli altari nella quantità indicata dalla legge. Ormai il
fuoco avvolgeva le cose che giacevano e le infiammava in modo violento. 11,86. Zeus, dopo averlo
mosso con il suo scettro,mandò l'uccello suo compagno ed amico sull'altare. L'aquila per bere andò
in mezzo alla fiamma portò via le cosce che erano piene di fuoco. 11,87. Seleukos quando arrivò
rivolse tutto il suo occhio e la sua attenzione e mostrò che questa azione non era stata fatta senza gli
dei, fece salire a cavallo suo figlio per inseguire quel volo stando a terra, e per dirigere il cavallo
verso le strade percorse da quel volatile,lui voleva vedere in quale modo quell'uccello avrebbe usato
quelle cose che aveva portato via. 11,88. Seleukos cavalcò e rivolgendo il suo sguardo fu condotto
dal volo alla località di Emathia. L'aquila si abbassò in quel luogo e si posò sull'altare di Zeus
Bottiaios, che Alexandros aveva collocato, quando la sorgente gli aveva dato gioia; a tutti, anche a
quelli che non erano esperti, sembrò che Zeus avesse spiegato che bisognava trasformare quel
luogo in una città. E così l'impulso di Alexandros verso la fondazione e il suo inizio andarono verso
il suo compimento, e il dio fu la nostra guida e divenne il nostro fondatore grazie a quella
divinazione. 11,89. In quel luogo Seleukos riunì tutta la capacità dei costruttori,ogni forza per averla
al suo servizio, ogni pietra brillante; fu tagliato del legname per fare i tetti e la ricchezza si riversò
nell'attività edilizia. 11,90. Seleukos tracciando la città separò gli elefanti che erano nella campagna
dalle torri che ci sarebbero state in futuro, ritagliò la lunghezza e la larghezza dei portici e dei vicoli,
usò il grano per fare la sua suddivisione, e le navi che portavano quel grano approdarono nel fiume.
11,91. E velocemente la città si innalzò, e la parte della città che era stata già fatta fu riempita
159
velocemente dagli abitanti provenienti da Ione, ed essi erano Argivi, Cretesi e discendenti di
Herakles, e avevano,io credo, una parentela con Seleukos mediante l'antico Temenos, e con i soldati
che seguivano lo stesso Seleukos, ed essi avevano scelto di abitare in questa città. 11,92. Seleukos
eliminò anche Antigonia, che era il monumento di un uomo malvagio, e fece trasferire qui la sua
popolazione, nella quale c'erano anche degli Ateniesi. Costoro quando si trasferirono inizialmente
temettero che avrebbero subito la collera di Antigonos,ma poiché essi erano stati capaci di trasferirsi
in luoghi migliori, diedero onore a Seleukos con una statua di bronzo e aggiunsero alla sua testa le
corna di un toro, e questo è un simbolo di Io. 11,93. Dunque la città fu fondata da Seleukos, ma
prese il nome da Antiochos, padre di costui, e fu fatta dal primo, ma conservò il nome del secondo;
infatti Seleukos ritenne di essere già stato onoratissimo per le sue stesse imprese, e dedicò a suo
padre la cosa più bella tra quelle che appartenevano a lui. 11,94. Ed è molto lodata la località di
Dafne, che è un sobborgo della città, Seleukos la assegnò come una parte di un tempio, dedicò quel
luogo alla divinità, poiché trovò che il mito in quel luogo aveva avuto la sua realizzazione. Infatti
Apollon si innamorò di Dafne e la inseguì, poiché non la convinse; quando, in seguito alla preghiera
di lei, Apollon la trasformò in una pianta, trasformò l'oggetto del suo amore in una corona. 11,95.
Queste sono le cose che vengono cantate, ma la ricerca di Seleukos dimostrò la verità del racconto;
infatti lui condusse alcuni cani e spingendo il suo cavallo inseguì la sua preda. Quando arrivò presso
l'albero, e questo albero in precedenza era quella vergine, il suo cavallo si fermò e batté sul terreno
con lo zoccolo, la terra fece uscire una punta d'oro. 11,96. Essa rese evidente con alcune lettere il
suo signore, ed era scritto che essa apparteneva a Phoibos. E io credo che Apollon provò dolore per
la trasformazione della fanciulla e scagliò delle frecce, ma la punta di una di queste frecce, spezzata,
si nascose nella terra, e Seleukos ha mantenuto l'esortazione ad abbellire quel luogo e a ritenere che
esso fosse quello che era, cioè un luogo sacro ad Apollon. 11,97. Dunque fu una cosa mirabile
anche il fatto che emerse una fonte sull'Elicona [una fonte di un cavallo], secondo quanto dicono,
poiché Pegasos colpì la pietra con la sua zampa, e questa cosa è degna di una meraviglia tanto
160
maggiore, quanto è più ragionevole il fatto che sorgano dalla terra delle sorgenti e non delle punte
di freccia. 11,98. Seleukos nello stesso tempo si impadronì di questa fonte e vide un serpente che
procedeva di fronte a lui,lo vide mentre esso sibilava con la testa alzata. E quando Seleukos gli andò
contro, il serpente, dopo averlo guardato benevolmente, scomparve. Poiché il serpente si aggiunse a
quegli oggetti che erano apparsi dalla terra, fu ancora più grande la prova del fatto che il dio era
entrato in possesso di quel luogo.Subito fu creato un recinto sacro, ed esso ricevette sia delle piante,
sia dei templi, e il bosco sacro divenne fiorente velocemente e fu sorvegliato da alcune forti
preghiere. 11,99. E per Seleukos Dafne era tutto. Infatti fu anche un oracolo che lo guidò con i
presagi che vennero alla sua visione, e dopo avere avuto questo oracolo nonostante la difficoltà di
Miletos Seleukos riprese coraggio, e promise la sorte che quel luogo avrebbbe avuto in futuro, e
ordinò a colui che avrebbe preso il potere sulla Siria di rendere Dafne sacra a lui. 11,100. Seleukos
dispose in questo modo le cose che riguardavano le divinità, e cominciò da questa cosa che era
giusta, partì da un fondamento che offriva delle buone speranze, e io mi riferisco alla benevolenza
degli dei e alla nostra città, e fece in modo che il luogo migliore della terra fosse pieno di città,
bonificò quella terra che era desolata; infatti certamente lui fondò la nostra città non per una sua
comodità, ma come un inizio di altre città, cosicché al posto che delle stazioni di posta nascessero
delle città per i viandanti. 11,101. Infatti alcuni re si vantano perché distruggono delle città esistenti,
ma Seleukos si vantò perché fece nascere delle città che non esistevano prima; lui fondò sulla terra
così tante città, che per dare il nome ad esse non furono sufficienti quelle che erano in Macedonia, e
per dare loro un nome fece ricorso agli appellativi che c'erano nella sua famiglia e molte persone di
entrambi i generi, e intendo dire uomini e donne, furono eponime di città. 11,102. Se si vuole
giudicare Seleukos in rapporto agli Ateniesi e ai Milesii, che danno l'impressione di avere mandato
numerosissime colonie, lui mostrerebbe di essere stato fondatore di un numero maggiore di città, e
per la grandezza di ogni città lui è stato superiore a loro così tanto, al punto che ciascuna delle città
da lui fondate da sola vale quanto altre dieci città. Se uno va in Fenicia può vedere le città fondate
161
da Seleukos,se uno va in questa Siria può vedere le città fondate da Seleukos che sono più numerose
e più grandi. 11,103. Questa bella attività di Seleukos si estese fino all'Eufrate e al Tigri, incluse la
regione di Babilonia, disseminò città in ogni sua parte e anche nella Perside e non lasciò che nessun
luogo idoneo a ricevere una città fosse privo di essa,ma continuò a rendere greca quella terra che era
barbara. 11,104. Tuttavia Seleukos non fondò molte città che fossero come questa, per così dire,
poiché ne fondò un'altra prima di questa, ma lui collocò il suo scettro qui ad Antiochia, diede a
questa città lo stesso potere che aveva dato a tutte le altre città, come se avesse costruito le altre città
come ancelle di quella, e non vide nessuna altra città che fosse più adatta al suo regno. 11,105.
Pertanto Seleukos concluse la sua vita con tali azioni e non trasmise la sua eredità a degli individui
molto peggiori di lui, ma degli uomini tutti eccellenti nacquero da altri uomini eccellenti e i figli
imitarono i loro padri anche in altre cose e dimostrarono in modo evidente il loro affetto verso la
loro città. 11,106. Io quando penso alle azioni di questi uomini e quando guardo, come da un punto
panoramico, alla loro eccellenza completa di ogni cosa,ritengo che il silenzio su queste virtù non sia
giusto e che la loro narrazione non sia possibile; infatti il silenzio sarebbe proprio di chi danneggia i
suoi fondatori e la loro lode, mentre la spiegazione sarebbe un compito troppo grande anche per
molte bocche e per una schiera di retori che fosse la più grande possibile. 11,107. Dunque quale via
di uscita c'è in una difficoltà così grande? Il menzionare alcuni individui,il trascurarne altri, e ancora
di più il non dire tutte le cose di alcuni di loro, ma il raccontare poche cose tra le molte cose delle
quali si è sicuri, perché quegli uomini non sono peggiori delle cose che sono state dette, ed esortare
gli ascoltatori a valutare il mio discorso tra le opere storiche.11,108. Dunque nessuna guerra fu
combattuta da Antiochos figlio di Seleukos, infatti ogni nemico cedeva a lui a causa della paura, ma
Antiochos arrivò fino alla vecchiaia in modo felice, e lui poté lasciare a suo figlio un regno che non
era diventato più piccolo. Anche durante il potere di questo suo figlio le armi restarono tranquille,
poiché non ci fu nessuna necessità di usarle, ma avvenne un fatto degno di ammirazione per la lode
elevata della città. 11,109. Infatti il figlio di Antiochos si imparentò mediante un matrimonio con
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Ptolemaios, re dell'Egitto, Ptolemaios venne qui ed essendo stato impressionato dalla bellezza di
Artemis, volle che quella statua della dea appartenesse alla sua terra,e dopo averla presa la portò via
con sé. La dea, anche se era onorata in Egitto, desiderava la nostra città, colpì con una malattia la
moglie di colui che l'aveva trasferita, e mostrò tramite i sogni qual era il motivo per il quale faceva
quelle azioni. La dea fu rimandata indietro da quelli che l'avevano portata via, e fu riportata nel suo
antico tempio, e il nome di questa dea fu cambiato in seguito a questa azione e lei viene chiamata
Eleusinia. 11,110. Dunque un altro fatto mirabile durante lo stesso periodo di regno è simile al
precedente e allo stesso tempo non è simile; infatti è simile al primo perché è utile agli dei, ma è
stato diverso per il trasferimento qui degli dei stranieri. E io renderò chiaro ciò che dico. 11,111. Gli
dei che sono onorati a Cipro abitano l'isola di Cipro da quando esiste, questi dei desiderarono questa
nostra terra,e si affrettarono a trasferirsi in essa. Dunque loro recandosi in questa città per consultare
l'oracolo convinsero Apollon a scegliere, come unica soluzione delle cose spiacevoli,il trasferimento
degli dei di Cipro presso di noi Antiocheni. 11,112. E il re mandò nell'isola degli uomini per mezzo
dei quali sperava che avrebbe fatto questa cosa. E loro non potevano portare via gli dei in modo
manifesto, né potevano rubare gli dei di nascosto, ma escogitarono un espediente simile a questo;
dissero di volere fare delle statue degli dei. Gli abitanti di Cipro diedero questo permesso, gli inviati
fu resa così perfetta dagli artigiani che essi portarono via delle statue, ne misero altre al loro posto e
si imbarcarono sulle loro navi sotto gli occhi degli abitanti di Cipro, e portarono via le statue antiche
come se esse fossero nuove, e lasciarono altre statue che avevano ricevuto da poco tempo la loro
arte per la fama di quelle antiche. 11,113. Certamente questa cosa avvenne non per l'abilità degli
scultori delle statue degli dei, ma per il desiderio degli dei di fare la navigazione, e per questo
desiderio ispirarono alle mani degli artigiani una capacità che fu più grande di ciò che era possibile.
Tuttavia che cosa è tanto importante per dare una buona reputazione quanto il fatto di conquistare
un luogo, o installare un trofeo,o abbattere delle falangi, o condurre dei nemici prigionieri, quanto è
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importante il fatto che gli dei ritengano che sia opportuno per loro abitare in questa città? 11,114. E
infatti ciò che è contenuto in questa stessa dimostrazione portò subito un vantaggio a colui che ebbe
il potere dopo questo re. Infatti Iside,la statua della dea dalle corna bovine dell'Egitto, lasciò Menfi
e si trasferì qui, e con alcuni sogni spinse Seleukos, il quarto Seleukos a partire dal primo Seleukos,
pronte, la sua statua fu portata. 11,115. E la nostra città è stata una residenza delle divinità migliori,
cosicché noi Antiocheni potremmo competere con l'Olimpo, se noi volessimo.Infatti la permanenza
degli dei sull'Olimpo è una diceria dei poeti,ma altre cose hanno convinto gli occhi che gli dei siano
qui ad Antiochia. 11,116. E le cose sono andate avanti nel tempo, perché anche quando l'impero dei
Romani occupava ormai tutte le terre, questa cosa non cambiò per la nostra città, ma i Romani
provarono per lo Zeus che stava sul monte Kassios lo stesso sentimento che Ptolemaios aveva
provato per Artemis, ed essi lo trasferirono, ma Zeus scagliò dei fulmini su tutte le cose, insistette
per procurare a se stesso il ritorno, e ritornò. 11,117. Certamente alcuni dei appaiono in altri luoghi,
ma vogliono venire da noi, ad Antiochia, e altri dei che sono qui da noi non accettano di essere
trasferiti altrove, ma aggiungono alla loro bellezza i desideri che loro hanno, e provano per la nostra
città lo stesso desiderio che loro hanno ispirato in altre persone, e quando gli dei sono trascinati via
da quelli che sono innamorati di loro, restano avvinghiati ancora alla nostra città, che loro amano.
Un desiderio tanto grande per la nostra terra ha conquistato i nostri dei, e gli dei stranieri hanno
avuto il desiderio di diventare nostri. 11,118. E io ho prolungato il mio discorso riguardo alle cose
migliori non perché non ci fosse un altro aiuto migliore dei miei elogi, né per voi, né per nessuno
degli altri uomini. Ma se qualcuno ritiene che siano un ascolto gradevolissimo le azioni compiute
per mezzo delle armi, Antiochos grazie a numerose imprese installò numerosi trofei per i suoi
antenati scomparsi,e tale era il suo modo di condurre le guerre in quel tempo. 11,119. E che bisogno
c'è di dire altre cose? Antiochos il grande ottenne questo nome perché intraprendeva grandi azioni
ed era capace di compierle, e lui riteneva che fosse una piccola cosa il conservare quei possedimenti
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che aveva, pensò a un accrescimento di quei territori che aveva già. E questa cosa consiste nel fatto
che la parte più nuova della città non è molto peggiore di quella antica, e il fiume la circonda, ed
essa fu preparata introducendo in essa una stirpe greca, Etoli, Cretesi ed Eubei, fornendo loro una
completa sicurezza grazie alle mura. 11,120. Antiochos, come estese la misura della città, così
ampliò i confini del suo regno, come se cucisse una veste più grande per un corpo che era cresciuto.
E Antiochos ricevette dagli abitanti mediante tutti quei mezzi con cui sperava di averli, con le forze
della paura o mediante la legge, e lui andò avanti per impadronirsi della città a modo suo e alcuni lo
sostennero volentieri, mentre altri appresero dalle loro sconfitte che non dovevano opporsi a lui.
11,121. E con un tale atteggiamento lui risalì fino alla Ionia dimostrando di essere Antiochos il
grande sia nelle sue volontà sia nelle sue azioni, e dimostrando che lui non portava nel suo nome
una lode vuota,ma era degno di sentire questa definizione anche per le azioni che lui fece. Da queste
azioni vennero a noi dei tributi e la nostra città fu onorata dai doni della guerra perché si prese cura
dei suoi sudditi e abbatté quelli che si opposero a essa, poi anche per costoro la nostra città divenne
come una divinità favorevole, e superò l'impero persiano per due cose, sia per la sua forza, sia per il
carattere della sua protezione. 11,122.Un altro Antiochos divenne re, lui ebbe un comportamento
nello stesso tempo pacifico e guerriero, apprezzò la pace quando nessuno si comportò in modo
insolente, ma fu coraggioso contro i ribelli, e quando fu costretto a fare ciò, non cedette a quelli che
si comportavano in modo sbagliato per il piacere della tranquillità, e non danneggiò la tranquillità
per vincere nelle guerre, ma lui seppe, se mai qualcuno degli esseri umani seppe fare questa cosa,sia
prendere le armi al momento opportuno, sia deporre le armi di nuovo. 11,123. Quando si sviluppò il
brigantaggio nel Tauros, esso faceva le sue attività in Cilicia, faceva dei bottini in modo facile, e
insieme ad altre cose i briganti rovinavano i rapporti tra le persone, Antiochos andò contro di loro e
li abbatté in un modo più rapido di quanto Minos eliminò i pirati dalla Caria, e restituì alle città la
possibilità di avere relazioni tra loro, e scacciò quella paura che era incombente, aprì le strade ai
mercanti; in cambio di questi meriti fu costruito un toro di bronzo per lui da quelli che ebbero dei
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benefici da lui, e questo animale che era stato sottomesso indicava chiaramente il monte che aveva
lo stesso nome. 11,124. Io potrei raccontare non poche cose riguardo agli altri re, ma per evitare ciò
che ho detto, di essere fastidioso a causa della lunghezza, io dico questo, che come essi ereditarono i
loro nomi l'uno dall'altro in modo reciproco, così ereditarono le virtù dei loro comportamenti, e
alcuni mantennero la città in una condizione di tranquillità, altri la resero illustre con le loro guerre,
pensarono a questa sola cosa, a lasciare una città più grande di quella che ognuno di loro aveva
ricevuto. 11,125. Uno di loro fece un tempio a Minos, un altro fece un tempio a Demeter, un altro
fece un tempio a Herakles, un altro fece un tempio a un altro dio, e qualcuno di questi sovrani fece
un teatro, qualcun altro fece una sala consiliare, qualcuno di loro rese lisce le strade, altri portarono
le acque delle Ninfe con degli acquedotti, alcuni portarono le acque dai sobborghi verso la città,
altri le portarono dalle sorgenti alla parte più nuova della città, e tra queste sorgenti la più antica è
rigogliosa, fu costruito un tempio sopra un altro tempio, e la parte più importante della città consiste
nei suoi templi;infatti l'onore della città e la sua difesa consistono in questa cosa, nei templi degli
dei. 11,126. E infatti è più facile misurare le onde del mare che tentare di includere nel proprio
discorso tutte le aggiunte con le quali ognuno dei re innalzò la città di Antiochia a una condizione
più grande. Perciò io mi allontano da quelle cose che sono impossibili, e riterrò che l'appellativo di
ciascuno dei re sia un segno del loro modo di essere. Infatti uno fu Soter, un altro fu Theos, un altro
mostrò di essere privo della testimonianza di tali virtù. 11,127. Tuttavia se ad Atene era una cosa
importante se uno di quelli che avevano delle cariche pubbliche era chiamato giusto dai suoi
concittadini, e un altro era chiamato in un altro modo, quanto è importante che nella nostra città i re
abbiano mostrato di essere degni di tali appellativi? E queste cose non sono avvenute a due
individui, ma singolarmente per tutti quanti i re, e, ciò è ancora più importante, i re sono arrivati a
un numero tanto grande? 11,128. Certamente noi non soltanto abbiamo avuto i migliori tra i
regnanti, ma abbiamo anche avuto anche delle mogli di costoro, le quali furono migliori della loro
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natura verso la città perché esse trascurarono i telai e sopportarono alcune preoccupazioni adatte
agli uomini, alcune donne aiutarono le leggi riguardanti le sepolture, altre donne onorarono gli dei
con alcuni templi, adornarono la città con onore, come se esse vivessero insieme ai loro mariti non
soltanto per generare dei figli, ma anche per imitare i comportamenti dei loro mariti riguardo alla
città. 11,129. Dunque quando sembrò opportuno alla divinità fare governare l'Asia dalla volontà dei
Macedoni, questa città fu come un'acropoli del loro impero, convisse qui con una buona sorte, e il
dio adornò Antiochia con i beni provenienti da tutti i luoghi; ma quando il dio pose fine al potere
dei Macedoni, e come con una corda dorata cinse tutto il mondo nell'impero dei Romani, Antiochia
era necessario che Antiochia partecipasse a questi eventi combattendoli, essa li accettò senza
combattere, rendendo il proprio tempo futuro privo di ostilità, e non dando nessun pretesto per
serbare rancore. 11,130. Dunque la città invece di un pensiero simile a questo ebbe cura dei suoi
governanti, cosicché sembrò che l'aspetto del potere fosse cambiato soltanto per la stirpe dei
potenti; infatti la produzione dei beni avvenne in un modo uguale, e anche se i Romani non avevano
fondato la nostra città, ma l'avevano ricevuta da altri, mantennero quelle cose che gli altri avevano
fatto in precedenza, e mantennero la benevolenza necessaria verso le azioni degli altri. Così i
Romani mantennero il valore che Antiochia aveva, e poiché la ritennero così importante la
migliorarono, e non la privarono del suo titolo di metropoli dell'Asia. 11,131. Dunque bisogna dire
queste cose a quelli che pensano che la nostra città non sia stata importante in passato; a quelli che
hanno avuto una decadenza partendo da una condizione gloriosa devono essere mostrate le loro
condizioni di adesso, ma nessuna invidia deve colpire il loro discorso. Infatti alcune città, come dei
soldati invecchiati, cantano le proprie antiche imprese e si lamentano delle proprie condizioni di
adesso, ma per noi Antiocheni quelle cose che si vedono adesso sono degne di competere con quelle
trascorse che vengono celebrate, e noi possiamo raccontare il passato come possiamo mostrare ciò
che è presente. 11,132. Si deve considerare, come in una musica, se la nostra città sia ben composta
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in tutte le sue, oppure se, per Zeus, come una statua di quelle che sono famose, alla nostra città
manchi la metà di ciò che è necessario, ma bisogna considerare che soltanto Antiochia può produrre
i beni im modo completo. 11,133.E noi consideriamo il consiglio cittadino,perché tutto l'onore della
città si è fissato su questo consiglio come su una radice. Dunque soltanto Antiochia è la più grande
di tutte le altre città che sono ovunque ed è la migliore, e quei consiglieri cittadini che possono
elencare padri, nonni e bisnonni andando ancora più avanti nello stesso ordine, hanno avuto i propri
genitori come insegnanti della benevolenza verso la propria città,e insieme al patrimonio ognuno ha
ricevuto la necessità che il loro patrimonio sia proprietà anche dalla comunità cittadina. 11,134.
Infatti questi uomini hanno ricevuto in eredità i beni delle loro famiglie grazie alla loro ricchezza,
ma hanno speso in modo ancora più ampio la loro ricchezza per la loro generosità, e hanno ottenuto
molti beni grazie alla loro laboriosità, hanno avuto degli inizi irreprensibili della loro ricchezza,
hanno una gloria completa nei loro servizi pubblici, evitano la povertà con la loro attenzione, e
spendono il loro denaro per la loro città più volentieri di quanto altri individui ottengano dei
guadagni, così loro si affrettano generosamente a spendere al punto che ormai fanno temere che si
riducano in povertà, in vari modi i consiglieri cittadini fanno le loro spese, talvolta nutrono il popolo
con le loro attività, e cancellano le'carenze della terra con i loro doni, e sono sempre utili a tutta
quanta la città e la incantano con la fruizione dei bagni pubblici e con i benefici degli spettacoli, e
finché sono vivi inducono e portano i loro figli a fare dei servizi pubblici e trasformano l'esenzione
data loro dalle leggi nei loro generosi contributi, e quei consiglieri municipali che spendono le loro
ricchezze sono più illustri di quelli che non hanno ancora fatto dei servizi pubblici. 11,135. Infatti
ciò che altrove segue al guadagnare in questa città è unito allo spendere del denaro, e anzi ci si
potrebbe vergognare dell'essere ricchi se si evita di fare dei servizi pubblici, più di quanto ci si
vergogni di diminuire il proprio patrimonio mediante i servizi pubblici. Infatti come i decurioni
hanno negli dei un garante del fatto che da parte della Sorte verranno delle ricchezze doppie di
quelle che loro hanno speso, così loro spendono in modo ampio per le corse di cavalli e per le
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competizioni ginniche, alcuni in modo degno delle loro ricchezze, altri in un modo maggiore o in
base alle loro ricchezze. 11,136. Ognuno di quelli che si impegnano in questo servizio pubblico ha
come oggetto del suo sforzo l'essere superiore al proprio predecessore, escludere la gara con il suo
successore, e mostrare degli spettacoli che siano considerati sempre i più belli, e aggiungere degli
spettacoli nuovi a quelli consueti. 11,137. Soltanto da noi ad Antiochia c'è una gara a ricevere degli
incarichi pubblici più di quanto in altre città ci sia una gara per sfuggire a questi impegni, e molti
uomini spesso con le loro spese hanno impegnato il loro reddito in questo modo accumulando una
spesa dopo l'altra, passando alla seconda spesa attraverso la prima, e non acquistano a poco prezzo
la possibilità di evitare delle spese maggiori, ma ottengono per se stessi di pagare delle somme di
denaro molto più grandi. 11,138. Il motivo di questa cosa è una grandezza d'animo che è innata in
loro, e a causa di questa grandezza d'animo loro non accettano che sia data al loro patrimonio
un'importanza maggiore per altri motivi se non per il fatto che esso sia speso da loro in altri modi, e
ritengono che sia irreprensibile il rendere elevatissima la propria città con quelle azioni che sono
possibili per loro. 11,139. Pertanto anche il consiglio cittadino condivide così tanto la sapienza e la
forza dell'attività retorica, cosicché si potrebbe dire che il nostro consiglio cittadino è una schiera di
retori che mostrano la loro arte nelle fasi iniziali della loro vita. E la loro mente è così acuta, le loro
parole sono così precise e la loro corrente oratoria è così incessante, al punto che molti di quelli che
amano ascoltare dei discorsi accorrono nei tribunali, come se andassero nei luoghi di cultura degli
insegnanti di retorica, per ascoltare le competizioni oratorie tra i magistrati, e queste competizioni
oratorie derivano dal fatto che essi compongono sul momento dei discorsi in modo più sicuro di
quelli che sono stati studiati. 11,140. La loro abilità costringe i potenti a rendere forte il proprio
nome, ma a non superare l'imitazione dei tiranni. Che significa ciò? Il consiglio cittadino non
conosce la tirannide, e se un decurione è molto ricco, ma non sa parlare, sarebbe facile per i primi
decurioni offenderlo, e sarebbe inevitabile per gli altri sopportare in silenzio. Infatti quelli che non
possono ottenere delle cose giuste per mezzo della loro capacità di parlare sono esposti al patire
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ingiustizie, e il loro nome è di “decurioni”, ma i loro patimenti sono quelli degli schiavi. 11,141.
Presso di noi Antiocheni il potere dell'oratoria mantiene veramente la libertà del consiglio cittadino,
e fa in modo che quelli che si dedicano alle azioni si mostrino grazie a ciò da cui prendono il loro
nome, e questa funzione è adatta a persone che sono capaci di trovare ciò che è meglio, e frena
l'insolenza di quelli che sono arroganti con quelle costrizioni che derivano dalla sapienza e come
per un incantesimo la loro ira diventa gentilezza. Così essi hanno trovato un rimedio più efficace
della loro autorità. 11,142. E non è che questa autorità dei decurioni dia a loro dei redditi insieme al
tremare di paura,ma quelli che stanno per prendere delle decisioni chiamano i decurioni con cautela,
affinché loro non siano tra quegli uomini che è facile portare via, ma diano la loro prova a quelli che
sono capaci di giudicare. Altri si oppongono, ma dopo che hanno visto ciò che è giusto, elogiano
l'argomentazione che prevale. Ed è una grande cosa nella vita di un uomo che abbia un incarico di
magistrato il dimostrare che nel consiglio cittadino sono state prese le decisioni giuste. 11,143. E
infatti in altre città si cerca di pensare a sopportare l'assalto di chi ha il potere, e a non essere
completamente sommersi;ma da noi ad Antiochia tutti quelli che possono ricevere onore esercitando
degli incarichi pubblici ritengono di avere ottenuto la corona per la loro virtù, non perché hanno
vinto su degli individui disubbidienti, ma perché hanno ottenuto una lode per i loro pensieri liberi.
11,144. Così il nostro consiglio cittadino si rivolge a quelli che sono a capo di esso, e io non potrei
dire che i suoi membri non abbiano alcune liti tra loro, ma essi fanno anche queste liti a favore dei
beni comuni. Infatti sono tre le classi che dividono il consiglio cittadino, ed esse hanno dato la loro
guida in ogni cosa a quelli che sono migliori, la parte restante segue i capi, che sono capaci di
faticare a favore della loro parte. 11,145.Alcuni consiglieri cittadini non hanno la capacità di parlare
bene, ad altri è impedito di parlare, ma la loro libertà di parola è comune, e quei decurioni che sono
presenti si congratulano con chi dice qualcosa di buono, i giovani parlano, e gli anziani non si
adirano per questa cosa, ma avviene il contrario, gli anziani fanno ai giovani degli incitamenti e
delle esortazioni e li spingono ad avere coraggio, come delle aquile che incitano i loro piccoli a
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volare. 11,146. Il complesso del loro onore arriva a essere tanto grande, cosicché sembra che anche
i governatori facciano ciò che è voluto dal consiglio cittadino. E per colui che dà, l'elemento più
grande per la sua gioia è il fatto di avere dato qualcosa; infatti lui sa di fare del bene a degli uomini
che sono eccellenti, e che sono capaci di parlare bene, e la prima dote di costoro li spinge a
ricordarsi di questo beneficio, mentre la loro seconda capacità consente loro di celebrare ciò in un
modo degno. 11,147. E che bisogno c'è di parlare anche dei governatori, quando il nostro senato è
onorato anche dagli imperatori, manda delle lettere agli imperatori, e parla davanti al trono
imperiale? Nelle sue deliberazioni il nostro consiglio cittadino ha dimostrato la sua saggezza
all'imperatore e dall'imperatore sono venute ai buleuti, come onore, delle cariche pubbliche nelle
province. 11,148. Ma l'affetto per la loro città ha trattenuto alcuni membri del consiglio cittadino
nella loro condizione di buleuti, ed essi sono stati onorati da due cose grazie alle quali hanno
ottenuto questo risultato,dall'essere chiamati a quelle attività e dall'avere scelto queste attività.Infatti
per la prima cosa essi hanno dimostrato di avere le capacità giuste per gestire un incarico pubblico,e
per la seconda cosa loro ritengono che sia meglio il subire il comando di altre persone vivendo nella
propria patria, invece che comandare su altre persone dopo avere lasciato questo loro posto. 11,149.
Così i consiglieri cittadini hanno ritenuto che fosse un piacere e non una fatica il faticare a favore
della propria patria, e non hanno ricevuto la liberazione dai loro sforzi, ma hanno preferito
continuare a fare questi stessi sforzi, alcuni sono stati onorati perché hanno evitato le cariche
pubbliche, altri sono stati onorati perché hanno esercitato queste cariche in modo conforme alla
legge. 11,150. Riguardo al popolo antiocheno che cosa si potrebbe dire di più grande se non che il
popolo è degno di questo consiglio cittadino e che quel consiglio cittadino non deve comandare un
altro popolo e che questo popolo non deve comandare nessun altro consiglio cittadino tra tutti quelli
che esistono? Così il consiglio cittadino guida delle persone che sono buone, e il popolo segue delle
persone che sono migliori, come un abile coro segue un corifeo che è migliore di lui. 11,151. Infatti
per ciascuno le cose più importanti sono sua moglie, i suoi figli, e il patrimonio che è nella propria
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casa; queste cose possono insegnare la cautela e il ricercare la tranquillità, perché quelli che non
hanno nessuna di queste cose sono rapidi nel provocare rivolte e nel ricorrere ai pugnali, e per loro è
un piacere il rovinare la situazione, ed è una sventura per la persona che loro incontrano quando
corrono a scontrarsi con qualcuno, e molte di queste rivolte avvengono in Egitto, molte di queste
rivolte sono fatte in Italia,e alcuni di queste rivoltosi considerano qualsiasi parola un pretesto per un
tumulto, mentre altri rivoltosi sfruttano i periodi difficili del consiglio cittadino. 11,152. Il popolo
nella nostra città imita gli atteggiamenti dei figli verso i genitori, e il consiglio cittadino nei
confronti del popolo imita gli atteggiamenti dei padri, il consiglio cittadino non permette che il
popolo cada in una condizione di indigenza, il popolo dà la sua benevolenza in cambio degli aiuti
alimentari,soffre per le afflizioni del consiglio cittadino,e prova moltissima gioia per i suoi successi,
e partecipa a ognuna di queste due condizioni, e ritiene che niente del consiglio cittadino non sia
anche suo proprio, e il popolo si priverebbe volentieri dei propri figli per la salvezza di quelli che
sono a capo del consiglio cittadino. 11,153. Si potrebbe conoscere il comportamento del popolo, se
lo si valutasse a partire da quei suoi aspetti che sono sgradevoli. Infatti quelle cose per le quali il
popolo è rimproverato rivelano la sua equità,e l'accusa al popolo può produrre alcune delle sue lodi.
Infatti quando la città di Antiochia ha dovuto patire uno di quegli eventi che disturbano la terra,
perché essa non poté impedire che essi avvenissero, il popolo non ricevette nessun biasimo per
avere compiuto un'azione terribile. 11,154. Il popolo antiocheno è così lontano dalla malvagità ed è
considerato un punitore dei malfattori,perciò stabilisce degli accordi in modo nobile e li mantiene in
modo fedele, quale altro popolo è simile a quello della nostra città? Il suo tono di voce non tende a
essere sgradevole, il suo modo di camminare è dignitoso, il suo abbigliamento non è trascurato, ha
una certa arrendevolezza verso quelli che hanno il potere, ha affetto per quelli che sono istruiti,
l'urbanità è presente in tutti i popolani di Antiochia, dove queste doti sono presenti in un altro
popolo? Ma se bisogna dire ciò che è vero, dove queste doti sono presenti in un altro consiglio
cittadino? Il nostro popolo è così superiore alla sua definizione e anche nella armonia della sua vita
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si avvia verso una condizione più onorevole. 11,155. Pertanto il popolo antiocheno è così grande
per la sua benevolenza, al punto che quelle azioni che in altre città vengono trascurate nei confronti
dei propri concittadini vengono fatte da questo popolo nei confronti di alcuni stranieri. Infatti
quando alcuni individui che erano buleuti in altre città furono trascinati qui ad Antiochia per alcune
accuse per le quali c'era la pena di morte, loro furono condotti alla loro uccisione, il nostro popolo
cadde in lacrime e affluì verso il palazzo imperiale con la sua supplica, le suppliche di questi
popolani calmarono la collera furiosa dell'imperatore. 11,156. Certamente i popolani fecero quelle
suppliche perché erano mossi a pietà, ma l'imperatore concesse loro questa cosa poiché essi erano
degni di ricevere tali favori, e le città ebbero alcuni loro cittadini che acquisirono una buona
reputazione sia per ciò che avevano chiesto, sia per ciò che avevano ottenuto, e l'imperatore ebbe
gloria perché fu capace di prevalere sulla propria collera. 11,157. Tuttavia non si può dire che la
bontà del popolo sia un fatto locale, e che la nostra città abbia perso il suo coraggio per fare azioni
terribili insieme all'esercizio delle attività belliche, ma la legge ha posto fine a questo coraggio, e la
natura lo ha conservato. 11,158. E questo coraggio si manifestò quando i Persiani attaccarono, e gli
Antiocheni non ritennero giusto salvarsi fuggendo, ma restarono fermi, attaccati alla propria patria,
in modo più accurato di quanto gli Spartani fossero attaccati ai propri scudi, e questo coraggio
abbatté quell'usurpatore che proveniva da Seleucia e che era arrivato fino a qui con le mani degli
abitanti di questa città, e le mani degli antiocheni lasciarono gli strumenti di lavoro nelle officine e
tolsero le armi a dei soldati che erano abituati a vivere nel sangue e nelle stragi. 11,159. Forse niente
impedisce di raccontare in quale modo il popolo si sia comportato nella rivolta. Infatti così
l'eccellenza di quelli che hanno vinto sarà più evidente. Un tribuno militare che aveva un gruppo di
soldati soggiornava a Seleucia e lavorava al porto per renderlo profondo e adeguato al transito delle
navi. Quando lui vide che nella nostra città non era stanziato nessun esercito, e lui era onorato per la
fatica che faceva nel porto e dall'assenza di quelli che avrebbero potuto impedirgli di agire,ebbe una
speranza, e aspirò all'usurpazione. E lui non indugiò, ma c'era una veste di porpora che stava su una
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statua, lui indossò questa veste e passò all'azione. 11,160. Quando i suoi uomini cominciarono la
loro spedizione militare nelle campagne, per mezzo di essa entrarono nella città e la devastarono
tutta quanta e portarono personalmente la notizia di se stessi e giunsero in città nel tardo
pomeriggio, pensando che per loro fosse sufficiente guardarla per conquistarla. Loro stavano per
affrontare non una falange di soldati, ma il coraggio di persone più temibili dei soldati in armi.
11,161.Quando i popolani videro l'usurpatore che correva verso il palazzo imperiale, e che prendeva
le cose degli imperatori, dopo avere preso come un incitamento l'assurdità di quei comportamenti
che si vedevano, non ritennero giusto aspettare la notte per prendere delle decisioni, ma ritennero
che la loro decisione fosse solo questa, non avrebbero accettato l'usurpazione e gettarono i propri
petti contro gli scudi, le loro spranghe contro le lance, e ritennero che tutto ciò che veniva nelle loro
mani fosse un'arma sufficiente, respinsero lo scettro dell'usurpatore in modo concorde, abbatterono i
primi soldati che incontrarono, e poi usarono le armi di quei soldati contro quelli che erano rimasti.
11,162. Anche le donne parteciparono a questa azione non soltanto con il loro urlo, con il loro forte
grido e con le pietre prese dal tetto, questa cosa fu fatta anche dalle donne di Platea, ma le donne
Antiochene ricorsero direttamente alle mani, assaggiarono il campo di battaglia e le ferite, e diedero
una prova attendibile di quel racconto mitico sulle Amazzoni;dunque alcuni soldati giacquero morti,
altri fuggirono, altri furono presi prigionieri e l'usurpazione non fu capace di arrivare neanche al
secondo giorno.11,163.La nostra città è tale che quando dei pericoli la incalzano essa conserva nella
sua natura le azioni audaci dei suoi antenati. Pertanto consideriamo se essa ha mantenuto le altre
virtù degli Ateniesi,essa che ha avuto gli Ateniesi propri abitanti. 11,164. Certamente l'elogio più
grande per gli Ateniesi è che essi aprirono un rifugio comune a quelli che avevano bisogno della
loro città, e ad Atene accorrevano da ogni luogo degli stranieri, noi, come dice Homeros, siamo
migliori dei nostri padri in questa cosa che è importante; infatti non c'è nessuna città della quale noi
non abbiamo ricevuto alcuni abitanti nella nostra. E non è possibile dire se siano in numero
maggiore quelli che vengono da ciascuna città,ma noi abbiamo ricevuto questi individui e quelli che
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si sono trasferiti qui non sono stati molti meno di quelli che sono rimasti là e si sono trasferiti,alcuni
per un desiderio di vita comoda, altri per motivi commerciali, altri per fare una dimostrazione
pubblica delle conoscenze che loro hanno, e altri si sono trasferiti per evitare la povertà. 11,165. La
superbia ha fatto muovere alcuni individui perché ciò che avevano era insufficiente per loro, altri
sono portati dal loro desiderio del nostro clima e dall'evitare il loro clima;essi fuggono il loro clima,
e desiderano il clima che c'è da noi ad Antiochia. Dunque alcuni sono rimasti in ognuna delle loro
città, altri vengono nella nostra città per un viaggio, e ci arrivano diventandone cittadini. Ognuno di
loro trova qui dei pregi tanto grandi quanto sono quelli della loro patria. 11,166. E se qualcuno ha
intenzione di percorrere la terra ritenendo che per lui sia un vantaggio non la visione delle città, ma
l'apprendimento dei loro comportamenti in ogni cosa, la nostra città toglie a questo individuo la sua
peregrinazione e soddisfa la sua ricerca Infatti se lui si colloca nella nostra piazza verrà a fare
esperienza di ogni altra città; infatti parlerà con tante persone che provengono da ogni luogo.11,167.
E il fatto di non abitare la propria città non è stato ritenuto un danno da quelli che hanno preferito la
nostra città alla loro, ma quelli che sono rimasti nelle proprie città invidiano quelli che sono andati
via e rimproverano se stessi. Così ad Antiochia c'è una partecipazione comune ai beni.E gli stranieri
amano la nostra città come se fosse la loro e hanno preferito la nostra città alla loro e i cittadini
antiocheni non ritengono di essere superiori agli stranieri,ma la nostra città accoglie le virtù di quelli
che giungono in essa come certamente fa per quelle dei suoi figli, e imita gli Ateniesi anche in ciò.
11,168. Come infatti gli Ateniesi condivisero i loro incarichi con quelli che venivano da Pilo e
ricorsero anche a delle azioni più importanti,così noi abbiamo onorato gli stranieri nei modi migliori
e ci siamo rivolti agli stranieri, cosicché ancora adesso le famiglie di questi stranieri sono tra le più
importanti della nostra città. 11,169. Alcuni trasferimenti di persone nella nostra città sono
cominciati dall'inizio di essa e non sono mai cessati, e io credo che non cesseranno neanche in
futuro, e grazie a loro la nostra città ha avuto un'espansione nella sua grandezza. E la nostra città ha
avuto un segno molto evidente del fatto che soltanto il dio di Pito può portare gli abitanti di una
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città a un numero così grande, e l'oracolo di questo dio disse di contare anche la sabbia. 11,170.
Infatti una città che è così grande e che si estende in uno spazio di terra che è così grande è stata
riempita in modo uguale in ogni sua parte, e se tu considererai sia le parti che sono davanti alle
porte, sia quelle che sono le prime all'interno delle porte e anche quelle che sono vicino a esse, e se
tu valuti le parti centrali della città e i suoi vicoli, e se tu estendi la tua indagine fino ai confini della
città in modo complessivo, tutte le zone sono piene di abitanti con un'uguale popolosità, e ogni
persona che si trova qui evita allo stesso modo di stare inoperoso a casa propria. 11,171. Dunque gli
Ateniesi lasciarono Atene per paura dell'attacco degli Spartani,e occuparono i demi, e la desolazione
delle campagne era la popolosità della città di Atene, nella nostra città invece le campagne attirano
molti cittadini, ma sono come svuotate,la nostra città è fiorente per il suo grande numero di abitanti,
e così per tutto il giorno c'è una presenza uguale sulla piazza, cosicché dire “la piazza è piena” ad
Antiochia non descrive una sola parte del giorno, ed è una cosa che certamente si può dire di altri
luoghi;infatti la presenza uguale di persone non permette di sentire dire che nessuna parte del giorno
sia speciale, ma se tu dici che una piazza è piena, l'hai descritta per tutto il tempo. 11,172. Infatti
come per tutti quei fiumi che non dividono la loro corrente quando alcune pietre si pongono come
ostacoli in mezzo a loro,il loro scorrere va avanti in un'unica visione continua,così il grande numero
di quelli che vengono qui ad Antiochia non permette di vedere in questo spazio niente che sia
scoperto, cosicché chi rivolge la sua attenzione alla città e la guarda potrebbe avere l'impressione
che ci siano delle feste fuori dalla città presso ciascuna porta, e per una consuetudine la città si
svuota in queste feste, perché gli abitanti si dividono in parti secondo la loro volontà. 11,173. Solo
per questo motivo ci si potrebbe arrabbiare con la nostra città, per il fatto che quelli che si affrettano
ad andare in qualche luogo velocemente hanno un ostacolo perché la città divide la folla a causa
delle persone che si incontrano, come la corsa di una nave si interrompe per le onde che le stanno di
fronte. 11,174. E pertanto alcuni che vedono quel grande numero di persone e non conoscono la
produzione della nostra terra potrebbero avere paura riguardo al nutrimento necessario a così tante
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persone.Ma se uno sente parlare di quella produzione e non sa del grande numero della popolazione
potrebbe meravigliarsi per il modo in cui avviene il nutrimento di quelle persone. Così il grande
numero delle persone che è presente nella nostra città è adeguato alla terra, e la natura della terra è
adeguata al grande numero delle persone, e grazie a questa natura noi non siamo mai stati costretti a
fare torto allo Zeus dell'Ospitalità con la crudeltà verso degli stranieri, anche se abbiamo l'esempio
di Roma, la quale quando soffre per una scarsità dei beni di prima necessità, se questa condizione si
verifica, torna all'abbondanza con la cacciata degli stranieri. 11,175. La terra non ha obbligato noi
Antiocheni a una tale cura, non c'è mai stato un momento che abbia privato la nostra terra del suo
grande numero di persone per salvare quella parte che è rimasta, e io credo che ci sia una
consuetudine antica di questa città, ed essa la conserva, ed è quella di eliminare le sventure degli
stranieri, e di non causare queste sventure, perché anche il figlio di Agamemnon dopo che lui uccise
la madre a causa di tutta la sua sventura impazzì per il potere di quelle dee, le quali punirono quel
giovane con la follia, questa stessa terra lo riportò all'essere sano di mente. Infatti quando lui salì sui
monti la sua malattia fu eliminata, e il suo nome fu tratto da questo luogo. 11,176. Ma allora io non
so per quale motivo io mi sia fatto trasportare dalla gioia che riguarda Pelopidas, ma bisogna
riportare il discorso alla prova della capacità di una città, e l'unica prova adeguata di questa capacità
è il fatto che essa sia sufficiente per quelli che ci abitano, io aggiungerò adesso un'altra cosa che è
più evidente. 11,177. Infatti quando è scoppiata questa guerra persiana, alla quale l'impero dei
Persiani si era preparato fin dai tempi antichi, e quando la necessità ha richiesto una preparazione
difensiva di uguale forza e, oltre alla preparazione, un luogo che fosse adeguato a ricevere tutte
quelle cose che una guerra così importante comportava, questa città è stata quella che ha superato la
difficoltà con la sua ricchezza, Antiochia ha raccolto gli eserciti nel suo grembo e l'esercito nel suo
verso questa città, come i fiumi scorrono verso il mare, tutti i soldati, tutti gli arcieri, tutti i cavalieri
e i cavalieri preparati alla guerra, i portatori di pesi e tutti i cammelli, di ogni esercito, cosicché il
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suolo è stato coperto di quelli che stavano in piedi e di quelli che erano seduti, e le mura sono state
nascoste dagli scudi che erano appesi, ed era possibile vedere dappertutto sia una lancia sia un elmo,
e tutti i luoghi erano pieni di rumore e di confusione, perché erano così tante le schiere presenti che
anche soltanto i comandanti di queste schiere erano un grande numero, e loro avrebbero fatto
un'aggiunta non piccola, ed è stato riunito un esercito che era tanto grande quanto quello che era
stato fatto dagli altri, e al punto da suscitare dubbi su quale acqua sarebbe stata bevuta, così ciascun
antiocheno ha accolto un soldato in modo benevolo, onorandolo come se fosse un amico di vecchia
data, così ognuno ha avuto una grande quantità di terra, come in ogni casa e quando la terra in modo
spontaneo è stata resa simile all'aspetto di una grotta, così è stato possibile ai soldati nutrirsi a
sazietà, come se né una decisione umana, né una forza umana provvedesse, né collaborasse a ciò,ma
come se fossero azioni degli dei, ed è tale il potere degli dei, e in modo non chiaro loro hanno
preparato ognuna di queste cose. 11,179. Dunque tra i nostri nemici soprattutto i Persiani ci
rimproverano per questa cosa che avviene nelle guerre, perché la nostra città non diede mai
un'occasione adeguata al coraggio del loro re e noi danneggiammo il desiderio di quell'uomo che fu
inferiore al nostro servizio pubblico. 11,180. Per queste cose la nostra città oltre ad essere amata
dall'imperatore è stata presente nei suoi pensieri e, come se lui fosse lontano dalla patria, lui ha
rivolto la sua mente a questa città e ha ritenuto che il suo ritorno fosse un giuramento, ha alleviato la
sua assenza con alcune lettere e ha intrecciato delle guerre ad altre guerre senza respiro con le
fatiche che lui faceva in occidente, anzi ha cercato la visione dell'Oriente. Certamente l'imperatore è
andato altrove solo per le necessità imposte dalla guerra,ma per la verità lui ad Antiochia stava bene
come nelle braccia di una donna amata e riteneva piacevolissimo il tempo che lui passava là.11,181.
Dunque si può ammirare la forza della nostra città, come nel corpo di un essere umano, la sua
ricchezza di capacità oratorie, ed è giusto ritenere che esse siano la mente di una città, e trovare che
questa capacità oratoria sia stata abbandonata nella negligenza? E tuttavia è questa la cosa che rende
ancora più importante una città che è grande, e se accadesse che questa città non fosse così grande,
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certamente la sua capacità oratoria farebbe in modo che essa fosse ammirata. 11,182. Come gli
Ateniesi hanno alcune cose che sono gloriose, le triremi, le battaglie navali, il loro potere su molte
cose, ma il loro vanto principale è il desiderio di sapienza, l'onore per la sapienza, e il possesso della
sapienza, così anche nella nostra città non c'è niente che sia privo di qualche meraviglia, ma tutte le
cose sono inferiori al nostro amore per la sapienza. 11,183. E a me sembra che abbia voluto queste
cose il dio che ha tagliato la terra in due parti, e ha voluto onorare ogni parte in modo uguale, e ha
esortato Hermes a conservare l'equilibrio delle due uguale come in un giogo e a deporre in quel
luogo i semi delle conoscenze retoriche, ed essi non sono stati inferiori a quelli dell'Attica, e a
spingere con il suo bastone gli esseri umani affinché essi fossero indotti a ottenere questo
possedimento. 11,184. Pertanto come in precedenza il potere dei Greci era diviso tra due città, così
adesso i beni dei Greci si trovano in due città, ad Antiochia e ad Atene. Bisogna definire un greco
per le sue parole più che per la sua stirpe. 11,185. E dunque queste due città sono fiaccole che
sostengono la retorica, e una illumina l'Europa, l'altra illumina l'Asia. Infatti in un primo momento
la nostra città ebbe degli insegnanti tanto eccellenti, al punto che se loro non avessero avuto delle
cattedre di insegnamento ad Antiochia, sarebbero stati certamente degni delle cattedre di Atene; ed
era così grande il loro tono di voce, alcuni di loro avevano anche la bellezza. 11,186. Poi alcuni
sciami di giovani, superando le azioni delle api, sono andati tutti insieme ad Atene. Poi nessuno si è
vergognato di andare via, ma alcuni giovani, che erano venuti per fare commerci, in un modo molto
opportuno sono rimasti qui, altri sono andati via, alcuni sono rimasti legati da vincoli di affetto a
questa città perché essa ha dato loro quelle conoscenze che avevano acquisito, altri hanno ritenuto
che fossero una salvezza per le loro patrie i pensieri di quelle persone. In seguito la gloria di quelli
che sono tornati ha spinto altri a fare lo stesso rito, e alcuni sono andati a salutare i propri figli, altri
sono andati a salutare i propri fratelli, altri sono andati a salutare i propri vicini, altri sono andati a
salutare i propri conoscenti, certamente tutti hanno salutato dei propri concittadini. 11,187. E voi
siete la città metropoli dell'Asia non per una superiorità del vostro valore, ma perché da Antiochia
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tutte le persone ottengono ciò che è più utile tra tutte le cose. Infatti se tu vai ad Antiochia trovi un
consiglio municipale che è dotato delle armi della conoscenza oratoria e dei retori che parlano in
modo sicuro, e tu troverai che o tutti gli atleti delle Muse sono qui, o sono presenti qui in una
quantità superiore, oppure certamente sono qui in una quantità che non è inferiore ad altri luoghi.
11,188. Altri per la loro arte riguardante la tribuna oratoria e per l'aiuto che danno nei processi
arrivano alla posizione di governatori delle province e noi forniamo alle province dei retori e dei
governatori eccellenti, ed essi governando le città con le loro intelligenze ottengono questa sola
cosa, il fatto che essi diventano responsabili di questi meriti e se ne vanno a mani vuote,ma coronati
di una buona reputazione.E sapete queste cose anche voi che costruite alle Muse dei templi in modo
lussuoso affinché esse vi passino il loro tempo insieme ai giovani, i templi sono un dono delle dee, e
voi avete come insegnanti dei vostri concittadini, e non invidiate degli insegnanti stranieri. 11,189.E
voi mescolate alla benevolenza l'accuratezza negli studi retorici; infatti la benevolenza consiste nel
fatto che i consigli cittadini estendono la loro benevolenza a tutte le persone, l'accuratezza si mostra
nel fatto che gli elogi sono soltanto per quelli che ne sono degni. 11,190. E voi vi riunite quando vi
chiamano, non aiutate a nascondersi quelli che fanno degli errori, ma un pensiero morboso, un
atteggiamento sbagliato, una parola corrotta vengono immediatamente colti da voi. Una critica
comune del loro errore viene da ogni luogo, e non è possibile, né per chi è colpito, né per chi è
preso di mira e guarda a un punto dell'uditorio, mettere fine alla confusione della loro mente grazie
all'ignoranza degli ascoltatori, ma in qualunque luogo possa rivolgere lo sguardo, c'è un giudice
severo. 11,191. Infatti anche senza la cultura che c'è in quelli che si occupano di politica tre schiere
di avvocati che sono ciascuna dello stesso numero nei tribunali ottengono l'ascolto nel loro processo
non meno di quanto consumino la propria lingua per il loro parlare in favore di qualcuno; dunque
nessuno è più felice di chi è giudicato abile in questa città e nella sventura tutti sono inferiori a chi è
stato condannato qui. E certamente ogni uomo che viene qui ad Antiochia e non ha né un tremore,né
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incontro. 11,192.Il possedimento delle capacità retoriche è stato presente in modo radicato in questa
città già dal tempo antico ed è andato fino a un simile culmine. E sia quelli che giungono da fuori
per avere queste capacità, sia quelli che hanno preso queste capacità da dentro la città, possono
condividere queste sorgenti, cosicché ormai è prevalsa questa opinione,che chiunque arrivi in questa
terra gusta questa arte e condivide l'attività retorica, come se la terra emettesse un vento di cultura,
come una capacità profetica che viene da un altro luogo. 11,193. Non è una cosa strana se la nostra
città è superiore alle altre città per alcune cose, è alla pari di altre città per l'esercizio della sapienza,
e superando le sue caratteristiche fa in modo che quelli che arrivano agli incarichi del potere si
innamorino di questa città; ognuno di questi magistrati ha un elemento preliminare della loro
amministrazione, il fatto che, sia nelle fasi intermedie, sia nelle fasi finali, essa aggiunga qualcosa
alla città. E infatti quelli che possono aggiungere qualcosa, come coloro che dedicano agli dei le
offerte votive più grandi, vivendo con serenità il tempo che resta nei loro incontri raccontano la
cosa più bella per loro stessi, e anzi possono dire tutte le cose che per loro natura rendono splendido
un essere umano, tacciono le altre cose e onorano soltanto questa cosa nella quale pongono fiducia,
cioè il fatto che nessun oblio delle loro azioni colpirà mai quegli uomini nel luogo più bello tra
quelli che siano mai esistiti sotto il sole. 11,194. Ed essi hanno questa fiducia in modo opportuno.
Infatti qui ad Antiochia ci sono numerosissime riunioni, e chi ha dimostrato qui lo sforzo della sua
mente ha reso eterna la sua gloria, come, io credo, i pittori che hanno mostrato a Delfi la sapienza
delle loro mani. E si sono dedicati facilmente agli accrescimenti della nostra città non solo i
magistrati, per i quali era possibile ottenere questa cosa grazie alle ricchezze imperiali,ma quelli che
hanno speso dei soldi propri non si sono tirati indietro dal fare questo, hanno fatto parte del
gruppo di persone intorno all'imperatore,e hanno speso per questa attività più di quanto volessero
ricevere un guadagno, hanno riunito delle belle pietre da ogni luogo e hanno dato alla città dei begli
edifici splendenti come delle stelle,sono diventati degli esempi di magnificenza e hanno avuto molti
individui che li hanno seguiti e che hanno preso delle decisioni più gloriose del loro incarico.
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11,195.Infatti qui ad Antiochia chi non costruisce una casa o non la compra con le proprie ricchezze
anche se è molto ricco ritiene di essere ricco in modo inutile,ma chi si procura questa cosa e finisce
in ristrettezze economiche per altre spese annovera se stesso tra i ricchi. Per questi motivi la misura
della città non è limitata, ma essa crescerà ogni giorno come nel corpo di un essere umano. 11,196.E
ormai è il momento opportuno per parlare della posizione della città e della sua grandezza. Infatti io
credo che non ci sia nessuna tra le città che esistono che abbia una grandezza simile ad Antiochia in
una posizione così bella.Infatti questa città che comincia da oriente procede dritta verso occidente,si
prolunga per un'altezza doppia con i suoi portici. Una strada che è all'aperto divide i portici gli uni
dagli altri ed è lastricata dalla pietra in tutta la sua larghezza vicino al portico. 11,197. La lunghezza
di questi portici prolungati è così grande, che se uno volesse rendere liscio uno spazio tanto grande
avrebbe bisogno di una grande forza, e percorrere questo spazio dall'inizio alla fine è faticoso e c'è
bisogno dell'aiuto dei cavalli, a tal punto questo percorso è pianeggiante e continuo fino alla sua
fine,e non è interrotto né da precipizi né da luoghi scoscesi, né da altre forme di ostacoli, come nella
pittura di colori che appaiono in tutta la loro potenza. 11,198. I vicoli prendono i loro inizi a partire
dai portici e alcuni di essi vanno verso nord in una completa uniformità, altri vanno verso sud verso
le propaggini del monte, ed essi si estendono dolcemente e portano la zona abitata fino a questo
punto, cioè fino al punto in cui si mantiene l'accordo con il resto della forma della città e fino al
punto in cui la strada non si innalza troppo sul resto della città e non è distanziata da essa. 11,199.
Infatti la nostra città non va sopra precipizi e baratri,e fa queste cose nel suo interno e poiché prende
un piccolo spazio in mezzo ai fianchi del monte, ha messo lì delle case che stanno sopra e che fanno
paura alle case che stanno sotto di esse, come la pietra di Sisyphos, ma per quanto si voglia andare
avanti in modo continuo per tutto questo spazio questa strada continua a mantenere l'armonia nella
sua grandezza. 11,200.Il monte che si estende lì si innalza come uno scudo che si getta in avanti e in
altezza, e quelli che abitano nelle zone estreme alle falde del monte non hanno niente di spaventoso
che provenga da esso, i motivi della loro completa serenità sono le sorgenti, le piante, i giardini, i
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venti, i fiori, le voci degli uccelli e il fatto che essi hanno le cose della primavera prima degli altri.
11,201. I portici sono simili a dei fiumi che vanno avanti con una portata abbondante, i vicoli sono
simili a ruscelli, che vanno verso questi fiumi. Alcuni portici che guardano verso il monte portano
dei benefici alla zona sotto il monte, altri ruscelli vanno da una strada a un'altra strada che è priva di
un tetto ed è abitata, come se fosse stato fatto uno scavo per un canale da un fiume verso un altro
fiume.Anche questa parte si conclude in bei giardini che sono in molti luoghi,e quegli stessi giardini
terminano sulla riva del fiume Oronte. 11,202. Dunque i portici, dei quali ho parlato, sono stati
prolungati da est a ovest e si estendono per uno spazio tanto grande di lunghezza che esso sarebbe
sufficiente anche per tre città, e soprattutto in mezzo al portico di destra sono state costruite da ogni
parte delle volte che hanno un unico tetto di pietra e danno inizio ad altri portici che vanno verso
nord lungo il fiume al tempio delle Ninfe, il quale è altissimo con raggi luminosi di pietre, con
colonne colorate,con splendidi dipinti, con ricchezza di sorgenti a cui ogni occhio si rivolge. I vicoli
partono da questi portici nello stesso punto in cui sono i primi portici. 11,203. E la forma della città
antica è così. “L'isola”, che è stata formata dalla divisione del fiume, ha accolto “la città nuova”.
Infatti il fiume che scorre dall'alto e avanza, quando diventa più grande si divide, avvolge questo
luogo e lo rende circondato dall'acqua. E di queste due correnti una delle due viene vista in mezzo
alle due città, mentre l'altra scende verso la parte nuova della città, e dopo avere prodotto l'isola
riunisce il suo corso e fa in modo che il fiume sia uguale a come era prima che si dividesse. 11,204.
L'aspetto di questa nuova città è circolare. Infatti essa si trova completamente in pianura, ma delle
mura intatte la circondano come una corona. Quattro volte si uniscono tra loro in un quadrato come
quattro coppie di portici prolungati in ogni sezione del cielo, come in una statua di Apollo con
quattro mani. 11,205. Tre coppie di queste quattro volte vanno avanti fino al muro e si congiungono
alla cinta di mura, la quarta invece è più corta, ed è tanto più bella in quanto è più corta, perché il
portico incontra il palazzo imperiale e i due si guardano da vicino, e il portico è [per il palazzo
imperiale] come un propileo. 11,206. Anche gli edifici imperiali hanno occupato una parte tanto
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grande dell'isola, cosicché essi la occupano nella porzione di un quarto. Infatti gli edifici imperiali
raggiungono la parte centrale che ha una volta, e si spingono verso la parte esterna del fiume,
cosicché anche il muro riceve delle colonne, non dei bastioni, e si ottiene una visione che è adatta a
un re, perché il fiume scorre in basso, e i sobborghi da ogni parte soddisfano le visioni panoramiche.
11,207. E se qualcuno vuole esporre in modo preciso l'argomento che riguarda questa parte della
città, lo faccia pure, ma tale descrizione non è di un'altra parte della città, e bisogna dire questo, che
di quelle cose che sono ovunque, e alcune prendono il loro nome dalla loro grandezza, mentre altre
sono rese famose per la loro bellezza, questa parte non è inferiore in nessun modo ad alcune di loro,
ed è superiore ad altre anche di molto, e in una valutazione riguardo alla bellezza essa non è affatto
inferiore, e nel giudizio riguardante la grandezza essa è certamente superiore,è stata suddivisa in
tante camere, portici, stanze per uomini, cosicché anche le numerose persone che sono abituate ad
andare lì vanno da alcune porte verso altre porte e si incontrano per fare una passeggiata. A me
sembra che questa cosa sia presente soltanto in una città che è messa male e noi vediamo che in
Tracia molte città sono così, e in Tracia non poche capanne formano le città, se questa cosa fosse
presente in una sola di queste città, certamente in una rassegna di città darebbe la possibilità di
vantarsi a quella città che avesse questa cosa. 11,208. E io ritorno su questo argomento, sul fatto che
la corrente del fiume che passa in mezzo separa la parte nuova della città da quella antica, e questa
distanza richiede cinque solidi ponti. E l'acqua fa in modo che la nostra città abbia due parti, ma
quei ponti fanno in modo che la città non sia divisa in due, e tali ponti congiungono la parte più
nuova a quella antica, come un puledro alla madre. 11,209. Si consideri che se una città allungata è
la migliore, la nostra città antica è stata fondata così, se invece bisogna ritenere che la forma
circolare sia la più bella, questo pregio va alla città nuova, se invece è un segno di grandezza questa
cosa, il fatto che una città non abbia una sola forma, di conseguenza, se in qualche modo tutte le
forme delle città sono così, sicché ogni persona che abiti una città che sia uguale in quattro sue parti
si vanta per questo motivo, lui deve sapere che si vanta della propria piccolezza. 11,210.Infatti come
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nelle attività agricole il piccolo pezzo di terra si lavora facilmente, come nelle tavole dei pittori, le
terre di quelli che sono ricchi non hanno questa situazione, ma esse si estendono ampiamente e una
parte di esse è rivolta in un certo modo, mentre un'altra parte sporge altrove, così anche nelle città,
una città priva di grandezza ha una sola forma, ma una città dotata di grandezza è senza confini in
modo casuale. 11,211. Nella menzione della grandezza io non trascurerò quella cosa, cioè io prima
ho menzionato la lunghezza dei portici, se qualcuno collegasse in modo diverso le vie che scorrono
da quei portici verso il fiume considerandole un'aggiunta alla loro lunghezza (crux nel testo greco)
una prima lunghezza potrebbe accrescere di nuovo quei portici della città nuova e questa stessa cosa
avviene in modo reciproco tra le due città, se invece si volesse comporre questa cosa in un'unica
città, ogni cosa resterebbe come era prima e anzi, osservando il cambiamento con il pensiero, si
potrebbe trovare che i portici nella nostra città raggiungono la misura della marcia di una giornata di
cammino. 11,212. E mentre uno ti dice queste cose, sono continue le residenze dei privati cittadini,
ma in ogni luogo gli edifici pubblici sono stati approvati dai privati cittadini,e questi edifici pubblici
sono i templi e i bagni pubblici, ed essi sono poco lontani gli uni dagli altri, cosicché è possibile
averli a disposizione vicino a sé in ciascuna parte della città, in tutte le zone le loro prime porte sono
vicine ai portici. 11,213. E perché io voglio questa cosa? E il fatto che il mio discorso riguardo ai
portici si dilunghi molto a quale conclusione porta? Mi sembra che questa sia la cosa più bella tra
quelle che sono nelle città, e potrei aggiungere anche la cosa più utile, le riunioni e il fatto che le
persone si mescolino. E per Zeus, certamente una città è il luogo in cui questa cosa è presente in
modo abbondante. 11,214. E infatti il parlare è una cosa bella, l'ascoltare è una cosa migliore, e il
consigliare è una cosa piacevolissima e il portare un contributo opportuno alle sorti dei propri amici
è una cosa gradevole per alcune persone, come è gradevole anche condividere il dolore con altre
persone, e in quei portici è possibile fare uno scambio di beni di uguale valore e innumerevoli
vantaggi oltre a questi sono presenti nel fatto che le persone siano vicine le une alle altre. 11,215.
Dunque se alcune persone non hanno dei portici che siano presenti così distesamente e che siano
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davanti alle case, l'inverno separa queste persone, ed esse abitano una casa solo in teoria, ma in
pratica sono separati tra loro non meno di quanto siano separati da quelli che abitano nelle altre
città, e loro chiedono informazioni riguardo a quelli che abitano vicino a loro, come se essi fossero
lontani. E infatti loro sono trattenuti a casa sia dalla pioggia, sia dalla grandine, sia dalla neve, sia
dai venti in modo simile ai detenuti, e quegli schiavi che hanno imparato molto tempo prima a
sopportare le sventure con difficoltà fanno un salto in piazza per dare un'occhiata; dunque quando il
tempo si rasserena, queste persone come se si fossero salvate dopo una lunga navigazione, si
dell'amicizia dispone, ed essi rimproverano non se stessi, ma <quelle cose dalle quali> sono stati
ostacolati. 11,216.Nella nostra città Zeus non fa cadere una grandine così ostile, e non fa cadere una
neve così fitta, né una pioggia così abbondante, e a causa di questi eventi atmosferici la continuità
degli incontri sarebbe interrotta, ma l'anno riceve i suoi cambiamenti dalle stagioni, e la continuità
degli incontri non è alterata durante nessuna stagione, la pioggia dà fastidio ai tetti, ma noi
camminiamo con comodità <in questi portici> dove, quando è il momento opportuno, noi ci
riuniamo. 11,217. E infatti per tutti quelli che abitano le parti estreme dei vicoli sono state messe
delle barriere vicino a ciascun muro ed esse liberano queste persone dalle piogge e fanno entrare
queste persone nei portici senza che si bagnino. Certamente nelle altre città le persone sono lontane
le une dalle altre e la loro vicinanza viene indebolita, ma nella nostra città l'amicizia è fiorente
perché la frequentazione tra le persone è priva di interruzioni, e tutto ciò che in altri luoghi è
inferiore nella nostra città porta un aiuto. 11,218. Così niente porta a una gioia più del fatto che la
lunghezza dei portici fornisce i vantaggi più grandi tra quelli degli esseri umani, da questi portici
sono intrecciati sia l'ippodromo, sia il teatro, sia il bagno pubblico e l'ippodromo è capace di
riempire quelli che corrono da Boreas ed è capace di fornire alla folla popolare della città delle
sedie per l'abbondanza dei suoi scalini, e il teatro è capace di risuonare all'unisono e di aiutare quelli
che fanno delle competizioni sia con il flauto, sia con la cetra, sia con la voce, e le molte persone
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che traggono il loro divertimento dalla scena teatrale. 11,219. Chi potrebbe riuscire a riferire in
modo dettagliato i vari tipi di spettacoli teatrali, alcuni che consistono nelle gare tra gli atleti, altri
che sono i combattimenti tra uomini e animali feroci,e tutte queste attività sono nel centro della città
e non costringono a provare fastidio prima delle cose piacevoli per la lunghezza del percorso verso
di esse? 11,220. E chi potrebbe non amare i bagni pubblici? Infatti essi sono piacevoli in inverno, e
sono utili in estate, alcuni di essi sono fuori da venti violenti, altri sono come sopraelevati, come se
non avessero un legame con la terra. 11,221. Alcune case si fanno notare per la luminosità che è
presente in esse, altre con il loro atteggiamento equilibrato evitano sia di essere troppo appariscenti
sia di essere volgari. 11,222. E se non bisogna tacere ciò che avviene adesso, a me sembra che
Zephyros abbia convinto gli antichi abitanti a non dedicare ogni loro fatica alle mura. E quelli che
non hanno delle buone condizioni dell'aria cercano di procurarsi la gratificazione che è possibile per
loro, ma noi Antiocheni abbiamo il più piacevole dei venti anche come un ottimo amico, come dice
Homeros, e noi, che abbiamo ottenuto Zephyros, non abbiamo nessun bisogno dell'ingerenza di
quel dio che offre di vivere comodamente. 11,223. Infatti Boreas combatté una battaglia navale a
favore degli Ateniesi e come compenso, secondo quanto si dice, rapì una fanciulla, in cambio di ciò
diede agli Ateniesi questo dono, e il padre della fanciulla ritenne che questo dono non fosse giusto,
ma Zephyros non fa nessun torto a noi Antiocheni, e anzi fa del bene a noi, è innamorato di noi, non
è innamorato di una sola fanciulla, ma di tutta quanta la nostra città, per la quale ha un amore
male, entra ad Antiochia in estate per frenare il caldo. 11,224. E Zephyros non ha questa relazione
con un'altra città prima che con la nostra, e non va in un'altra città se non attraverso la nostra città,
ma comincia dalla nostra città, e si ferma nella nostra città, come quelli che si muovono verso una
bellezza, e non sposta i loro occhi verso un altro oggetto che si mostra. 11,225. Zephyros attraversa
tutta la nostra città, affluisce attorno ad essa e non lascia nessuna parte della città priva del suo
soccorso; infatti Zephyros non si riversa solo nelle case di quelli che sono ricchi e nelle case di tre
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piani,ma anche nelle case delle persone di condizione umile e solleva tutte le case dei poveri,e come
in una democrazia c'è una condizione di uguaglianza riguardo alle leggi, così nella nostra città c'è
un'uguaglianza nella fruizione dei vantaggi del vento di zefiro, e nessuno ha mai sete di vento e
nessuno accusa mai i propri vicini perché patisce questa sofferenza. Così il vento va in tutti i luoghi
e scivola in ogni luogo che esso possa toccare, questo è il suo passaggio. 11,226. E già in passato
alcuni sono stati privati dei raggi di sole, perché la casa vicina ha fatto loro ombra,zefiro invece non
è ostacolato da niente che gli impedisca di dare i suoi benefici in modo comune, ma il vento solleva
i vestiti dei passanti e avvolge le loro gambe, e i vestiti di quelli che dormono si piegano quando il
vento soffia sui loro corpi, e lo zefiro fa in modo che la notte sia un doppio riposo, quando una
brezza si mescola al sonno. 11,227. Di certo la nostra città si dedica continuamente alle costruzioni
non in modo inutile, ma alcuni edifici sono abbattuti, altri sorgono in mezzo a essi, altri hanno avuto
da poco tempo le loro fondamenta, altri edifici vengono scavati per questo motivo, e sono
dappertutto le voci di quelli che sollecitano gli operai edili, e quell'edificio che è stato distrutto
l'anno precedente per la produzione di verdure è abitato già in questo anno. Infatti essi sanno che
tutte quelle cose che i poeti promettono a coloro che sono giusti hanno la loro realizzazione, e quelli
che vivono qui possono avere queste cose. 11,228. E noi dobbiamo considerare come la nostra città
sarebbe grande il quadruplo di quella che c'è adesso, se non fosse stata già colpita in precedenza da
tre eventi accidentali. Infatti come il tempio del dio di Pythos è stato distrutto da molti eventi, e
quello che c'è adesso è stato il quarto tempio, dopo che gli altri sono stati distrutti in precedenza,
così la nostra città, che è una città di esseri umani, fu colpita, ma poiché fu amata dagli dei sopportò
questo evento e soffrì e agì per l'olio di Athena, e infatti Xerxes percorse quella città con il fuoco,
quando distrusse l'acropoli di Atene, ma nel giorno successivo spuntò un germoglio lungo un cubito
da ciò che era stato bruciato. E certamente anche la nostra città allo stesso tempo ha ceduto e si è
ripresa. 11,229. E anche adesso quando si scava la terra per gettare delle fondamenta, certamente si
trova qualche traccia delle costruzioni antiche, e molti hanno pensato di usare gli edifici di adesso
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invece di quelli antichi, e hanno costruito degli edifici aggiungendovi dei materiali antichi. Dunque
se una distruzione ha colpito alcune costruzioni, altre costruzioni si sono aggiunte, e se adesso molti
edifici sono in ricostruzione, altrettanti sono stati costruiti in aggiunta, molti uomini sono stati
privati di molte loro proprietà agricole e della terra che era coltivata da loro. 11,230. Pertanto la
nostra città non è così mirabile per tutte le cose, ma le cose esterne sono tali cosicché si potrebbe
pensare che esse debbano essere migliori di quelle che sono dentro, ma esse mostrano chiaramente
che sono di questa città. Le cose esterne sono villaggi grandi e popolosi, abitati da molte persone
più di non poche città, ed essi hanno delle attività manuali come nelle città, e condividono con gli
altri villaggi <quei beni> che appartengono a essi e grazie alle feste religiose i villaggi a turno
chiamano verso se stessi questi beni, e ogni villaggio è chiamato a questi comportamenti ed essi
hanno gioia, provano gioia, hanno dei vantaggi, e condividono i beni che hanno, e questi villaggi
ricevono quelle cose di cui hanno bisogno, dispongono di alcune cose, ne comprano altre, sono
molto più ricchi di quanto siano i mercanti grazie al mare, e producono le loro ricchezze ridendo,
non con uno strepito rumoroso e non con le onde, ed essi hanno bisogno della città per poche cose
grazie allo scambio di beni che fanno tra loro. 11,231. Bisogna considerare anche quelle zone che
sono davanti alle porte; infatti non è possibile definire questi villaggi come delle locande per il loro
valore, ma bisogna definirli tribù di una città, e come se essi fossero di questa sola città; così si
descrive con precisione la ricerca di quei beni che sono interni alla città sia per la vita comoda, sia
per i bagni pubblici, sia per le arti,sia per il fatto che le persone vivano insieme; dunque se qualcuno
riunisse in una sola forma il capello che è stato suddiviso, tirasse le somme, sarebbero sufficienti
quelle caratteristiche che i villaggi hanno adesso affinché essi siano una città davanti alla città.
11,232. Infatti come quelle cose che stanno davanti al palazzo imperiale hanno parte di quella
solennità che è all'interno del palazzo, anche se sono inferiori a quelle cose che sono dentro il
palazzo, ma danno la possibilità di intuire le cose più grandi da quelle più piccole, così da quella
città è venuta una somiglianza a quelle cose che sono davanti alle mura, cosicché quando tu ti
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allontani dalla città dirai di osservare in una forma più piccola quelle cose che tu hai lasciato, e se tu
entri in città le cose che sono dentro la città sono rivelate a te da quelle che sono fuori. 11,233.
Dunque tutte le cose sono dello stesso tipo, altre cose sono verso occidente, per Herakles, perché
esse superano tutte le altre e sono superiori a ogni discorso. Ed è giusto vedere soltanto queste cose,
ma se tu le ascoltassi così volentieri tu non ascolteresti ciò che è giusto ascoltare. 11,234. Subito
quando una persona supera le porte a sinistra ci sono vari giardini, belle residenze, abbondanti
fontane, case nascoste da alberi, camere che superano gli alberi, e costosi bagni pubblici, è un luogo
adatto ad Aphrodites e al figlio di lei che è arciere. E quando si esce in ogni lato della strada si vede
un grande numero di lavoratori delle vigne, belle case, giardini di rose, svariate piante, e delle
sorgenti, e una cosa attrae da una parte, e un'altra attrae dall'altra e attraverso un simile piacere tu
arriverai a Dafne che è un luogo molto bello. 11,235. Riguardo a Dafne non si è ancora detto
abbastanza rispetto al suo valore,e non si dirà mai abbastanza,a meno che non andasse in quel luogo
a cantarlo il dio insieme alle Muse. 11,236. Io potrei definire molto volentieri la strada che va dalla
città verso questo sobborgo come una frangia dell'egida,con cui Homeros fa avvolgere Athena. Così
tutta questa egida è dorata, e si conclude con quel coronamento dorato, che è Dafne. 11,236 bis. Per
chi guarda Dafne non è possibile non gridare, saltare, alzarsi, applaudire, e ritenere se stesso felice
per quella visione, e quasi mettersi le ali per la propria gioia. Infatti una cosa deriva da un'altra, la
prima cosa affascina, la seconda cosa colpisce, e la prima cosa trattiene, la seconda atttrae, e si
riversa negli occhi una luce che fa girare l'osservatore, un tempio di Apollon, un tempio di Zeus, lo
stadio Olimpico, teatro di ogni divertimento, il grande numero, il grande volume, e la grande altezza
dei cipressi, delle strade ombrose, delle schiere di uccelli delle muse, un vento moderato, dei
profumi più piacevoli delle erbe aromatiche, delle residenze solenni, delle vigne coltivate che vanno
verso le sale degli uomini, sono come i giardini di Alkinoos, come una tavola della Sicilia, come un
corno di Amaltea, come molti banchetti completi, come Sibari. Qualunque sia il bagno pubblico che
tu scelga quando ti laverai, tu vedrai quello che è più piacevole. 11,237. Il luogo difende i corpi, al
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punto che se tu vai via dopo avervi soggiornato per poco tempo,vai via avendo un colorito migliore.
E se ti venisse chiesto quale è la cosa che ti è piaciuta di più, tu saresti in difficoltà nel rispondere. A
tal punto tutte le cose sono pari nella gara. Nessun dolore è così forte, né così impossibile da
combattere, né così tenace, che Dafne non possa scacciarlo, allontanarlo, ma nello stesso tempo tu
vieni a Dafne e il tuo soffrire scompare.Se davvero gli dei lasciassero il cielo e venissero sulla terra,
a me sembra che si riunirebbero qui a Dafne e farebbero il loro consiglio qui, perché non potrebbero
mai soggiornare in un altro luogo più bello. 11,238. Le cose che io ho detto sono così, ma non sono
tutte, a tal punto l'eccesso di bellezza nel breve spazio di quelle cose che hanno partecipato a quella
bellezza ha cancellato la meraviglia,e una tale bellezza non consiste in cinque case, in sette giardini,
o in trecento cipressi, in tre bagni pubblici, ma nel fatto che queste cose siano belle come nessuna
altra cosa che sia altrove,e tutte quelle cose sono più numerose di quanto siano belle. 11,239. Infatti
ognuna di queste cose è posseduta da Dafne in un grande numero, cosicché per rispetto della città
Dafne è rimasta nella posizione di un sobborgo, ma se essa volesse fare una gara con alcune città
avrebbe la vittoria per molti aspetti, e Dafne ha avuto tutti quanti i Romani come suoi visitatori e ha
vinto su di loro convincendoli a non celebrare più l'Italia perché Dafne non è seconda a nessuno in
tali pregi. 11,240. La principale tra le bellezze di Dafne, e io credo anche di tutta quanta la terra
sono le sorgenti di Dafne. Infatti non è possibile né vedere, né usufruire di nessun luogo nel quale la
terra abbia generato sorgenti con una simile natura. Queste sorgenti sono le regge di alcune Ninfe e
sono l'aspetto più puro e più limpido del dono di quelle Ninfe. 11,241. E certamente si potrebbe
anche dire che quelle dee amano questo luogo non meno di quanto Zeus ami Pisa,di quanto
Poseidon ami l'Istmo, e di quanto Apollon ami Delfi, e di quanto Ephaistos ami Lemnos. E bisogna
credere che la vita delle Ninfe sia nelle acque, a me sembra che esse frequentino alcune acque, per
quanto è possibile valutare, e questo luogo,come fanno i re, è stato reso da loro simile a un'acropoli.
Io sono convinto che sia questo il luogo in cui vennero a lavarsi le tre dee in attesa del giudizio,
quando fecero la loro gara di bellezza e sono convinto che non siano andate nel luogo in cui si dice
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che esse siano andate. 11,242. Infatti quale persona, avendo rivolto la propria attenzione e avendo
visto l'acqua che scorre da quelle prime bocche e che va verso ogni muro del tempio, potrebbe non
amare la sua abbondanza, chi potrebbe non essere colpito dalla sua bellezza, chi potrebbe non
onorarla come divina, chi potrebbe non toccarla con piacere, chi potrebbe non lavarsi in essa in
modo molto piacevole, chi potrebbe non bere quell'acqua in modo piacevolissimo? Infatti essa è
fresca, trasparente, sicuramente potabile, utile per i suoi benefici, e piacevole da usare per i corpi.
11,243. Tuttavia quell'acqua non è rimasta soltanto nella città che è sua madre, né Dafne l'ha
generata, ma Dafne ne ha usufruito e ha posto in se stessa il suo dono, e Dafne è apparsa, e la città
ha condiviso insieme a Dafne, dopo la sua comparsa, quelle sorgenti che vanno da una casa a
un'altra casa, e non perché siano fuori dal territorio cittadino, e ciò è causa di grande fatica e di
grande pericolo, perché il soccorso dipende dalla benevolenza di altre persone, ma gli abitanti di
Dafne hanno escogitato un passaggio al coperto per questa corrente attraverso le falde del monte in
qualche luogo attraversando le pendici del monte che sono cave, in un altro luogo hanno costruito
degli edifici, è il luogo in cui loro fanno anche il passaggio sopraelevato dell'acqua su dei ponti, in
questo luogo dove i precipizi costringono a fare così, condividono con la città il servizio pubblico
che proviene dai suoi sobborghi. 11,244. E noi Antiocheni vinciamo soprattutto per questo motivo,
ed è il fatto che la nostra città è irrigata. E oltre alle altre cose, anche se qualcuno fosse impudente,
tutte le città sono inferiori ad Antiochia quando si parla di acque. E noi Antiocheni siamo superiori
in alcune nostre cose belle per il loro grande numero, e in molte cose noi siamo superiori per la loro
bellezza, e anzi, alcune cose belle da noi sono abbondanti per il loro grande numero, altre cose sono
piacevoli per la loro bellezza. Ognuno dei nostri bagni pubblici riversa una quantità di acqua come
quella di un fiume, e alcuni dei nostri bagni privati hanno una quantità di acqua tanto grande come
quelli pubblici, e altri bagni privati hanno una quantità di acqua che è inferiore di non molto a
quell'altra. 11,245. Se qualcuno ha la capacità di costruire un bagno pubblico oltre ai primi che
esistono già, lo costruisce con fiducia grazie ad alcune sorgenti,e non teme che quel luogo sia messo
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in difficoltà nei momenti estremi della stagione, e che quel luogo sia definito molto assetato per una
carenza delle Ninfe, ma evita così tanto di allontanarsi dal suo impulso a causa della scarsità delle
acque, al punto che anche chi ha un impulso non grande a fare questa azione viene spinto a farla da
quelle stesse acque. Dunque ogni circoscrizione della città si vanta per gli onori privati dei propri
bagni ed essi sono migliori del loro nome.E questi bagni privati sono così tanto più belli di quelli
pubblici, in quanto sono più piccoli di quelli pubblici, e c'è una grande discordia tra i membri delle
tribù riguardo a quale bagno privato sia il più bello tra quelli che ognuno di loro ha. 11,246. Si può
valutare la ricchezza che consiste nelle sorgenti dalla numerosità delle loro case; infatti quante sono
le case, altrettante sono le fonti, e anzi, ci sono molte fonti per ogni casa, e molti luoghi di lavoro
sono allietati da questa cosa. 11,247. Perciò noi Antiocheni non facciamo delle lotte neppure per i
bagni pubblici, su quale persona attingerà l'acqua prima del suo vicino, e questo problema affligge
molte città che sono molto ricche; in quelle città c'è una violenta ressa per le fonti d'acqua, c'è un
lamento per i serbatoi d'acqua rotti, le persone si feriscono per le sorgenti d'acqua. Nella nostra città
grazie al fatto che ogni casa ha una fonte al suo interno quelle fonti sono comuni come un'esibizione
pubblica. 11,248. Dunque tu potresti valutare bene la trasparenza delle acque in questo modo, se tu
riempissi una piscina e se versassi in questa piscina l'acqua che scorre. Infatti tu crederai che quella
piscina sia vuota. Il fondo della piscina che sta sotto le acque risplende fino a questo punto. Dunque
io non so se la visione dell'acqua abbia una capacità maggiore di sollecitare la sete invece che a
mettere fine a essa; così anche essa invita a bere e dà gioia prima del bere. 11,249. Pertanto quelle
cose per cui voi siete soliti fare delle gare tra voi in modo pacifico rendono priva di un giudizio la
contesa riguardo a ciò che è uguale da ogni parte. Voi vincete sugli altri in un modo che è così
evidente e vi siete disposti in una condizione simile in modo reciproco tra voi. 11,250. Dunque
alcuni Antiocheni che abitano quella parte della città che è rivolta a est dicono che la maggiore parte
del grano viene portato dalla loro zona, e al contempo trascurano la fonte di Alexandros, ma altri,
che abitano ad ovest, dicono che la loro zona ha molti alberi e una purezza maggiore, e ha il
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vicinato più bello, cioè Dafne, altri, che abitano nella zona sotto al monte, dicono che loro hanno i
venti migliori, la tranquillità, e il fatto che possono vedere tutta quanta la città, quelli che abitano la
parte nuova dicono che essa ha le mura, l'isola, la residenza imperiale e il senso dell'ordine di tutta
la città, e quelli che sono in mezzo a queste zone dicono che sono intermedi tra queste zone. Chi
potrebbe, sentendo dire queste cose, decidere quale sia la migliore tra queste parti che hanno la
stessa forza in un modo così completo? 1,251.Ma la discussione tra le parti della città su quale parte
abbia il primato genera questa contesa e spero che nessuno degli dei tolga a noi questa gara, che
cosa c'è di più ricco della nostra abbondanza di merci? Che cosa c'è di più durevole di questa nostra
abbondanza? Tutti i beni si riversano attraverso la nostra città, cosicché nessuna parte della nostra
città è stata chiamata “mercato”, e non c'è bisogno che quelli che fanno degli acquisti confluiscano
in un unico luogo, ma il mercato è vicino a tutti, ed è possibile prendere qualcosa sia davanti alle
porte, sia in ogni luogo dove si possa rivolgere la propria mano. 1,252. Infatti non è posssibile
trovare una via che sia così disprezzata, né che sia in condizioni così cattive, la quale mandi i suoi
abitanti altrove per prendere i beni di prima necessità,ma sono fiorenti in un modo simile sia le parti
centrali della città sia le sue parti periferiche, e come tutte le parti sono piene di persone,così tutte le
parti sono piene di merci.11,253.E già qualcuno ha trascurato molte delle merci che erano in vendita
perché non ha avuto bisogno di esse, ed è andato via per la necessità di altre merci, e nessuno ha
cercato delle merci che fossero assenti. E quei beni che sono stati inventati per il lusso sono in
competizione con quelli che sono necessari. E nella nostra città c'è spazio per entrambe queste cose;
infatti la nostra città aiuta chi è povero,soddisfa i desideri di quelli che sono ricchi fornendo dei beni
di lusso alle spese dei ricchi, e fornisce dei beni adeguati all'indigenza dei poveri, e la nostra città
non è troppo piccola per i ricchi, e non è troppo grande per i poveri. E la cosa più bella è che la
nostra città dà ospitalità con cura alle diverse forme di povertà, e non solo consente ai poveri di
vivere, ma aggiunge anche dell'altro e con gioia. 11,254.Si potrebbe sapere in questo modo l'eccesso
del nostro mercato. Noi sappiamo che tutte quelle città che sono molto orgogliose per la propria
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ricchezza mostrano una fila di merci in vendita, e questa fila sta davanti alle abitazioni, ma nessuno
lavora in mezzo a quelle colonne, invece nella nostra città anche questi posti sono luoghi di vendita,
cosicché il luogo di lavoro di ciascuno è quasi di fronte alle abitazioni, ci sono strutture di legno e
cespugli come riparo, e nessun luogo è privo di un'attività manuale, ma se qualcuno prende un
piccolo luogo periferico, subito esso diventa un negozio di sarto o qualcosa di simile, e queste
persone si attaccano a quei luoghi come delle cordicelle, come Odysseus alla lana del montone.
11,255. La condizione delle merci in vendita è magnifica ed è stata ammirata in un modo maggiore
per la sua continuità cosicché quelli che comprano al mercato la mattina non hanno niente di più di
quelli che comprano alla sera, ma come per le acque, se tu ne hai bisogno, ne trovi molte simili, così
hai un mercato che è simile in tutto il tempo, e neppure la notte quando arriva interrompe il culmine
del mercato, ma nella nostra città la notte viene vista come qualcosa in più per il vanto che essa ha
presso gli Etiopi. 11,256. Infatti alcuni hanno chiamato questa città “una tavola del Sole” piena di
carni e quando il dio del sole sorge vengono forniti questi beni, e un'azione è quella di coloro che a
turno durante la notte mettono la carne sulla tavola, loro dicono falsità affermando che questa
produzione della terra è spontanea; e il tempo della preparazione di altre merci nella nostra città è
ignoto, ma la loro delicatezza viene vista, il giorno non è superiore in niente rispetto alla notte, ma
tutte le cose nell'uno e nell'altra sono state poste in un'uguale abbondanza. 11,257. Dunque anche
tutti quei viandanti per i quali si fa buio mentre sono alle tappe finali del loro viaggio entrano in
città avendo delle buone speranze che riceveranno un buon trattamento durante la notte. Altri
possono fare un bagno e fare un pasto in modo migliore di quelli che sono stati invitati a dei
festeggiamenti dopo una vittoria, come se fossero stati chiamati prima dei cuochi, affinché
preparassero questo pasto. 11,258. Infatti ci sono altri cibi a disposizione e c'è il pesce, e non c'è
nessun bisogno che il viandante vada in giro a cercare il cibo, ma basta prestare ascolto ai venditori
che fanno i loro annunci; e infatti i pesci dei quali disponiamo noi abitanti della terra sono più
numerosi di molti di quelli che sono bagnati dal mare su tutti i lati, e noi siamo distanti dai mari, ma
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i lavoratori di quei mari pescano per noi le creature dei mari, e cumuli di pesci di ogni tipo arrivano
nella nostra città durante il giorno. 11,259. È una bella cosa anche il fatto che qui anche gli indigenti
non siano esclusi da un simile cibo; infatti la Sorte, che fornisce i suoi doni a ciascun individuo,
distribuisce tra i ricchi il prodotto che proviene dal mare, e dà agli altri quel prodotto che viene dalla
palude, e la sorte dà come cosa comune a entrambi il fiume, che alimenta la stirpe di quelli che sono
ricchi, ma quella parte di pesce che va dal mare al fiume e tutti gli altri pesci vengono incontro alle
altre persone in grandi quantità. 11,260. Il vantaggio che la città ottiene dal fiume e dalla palude non
è soltanto questo, il dare onore alle tavole, ma è anche per tutti quei prodotti che la terra dona, e i
lavoratori della terra fanno in modo che l'approvvigionamento della città avvenga con facilità e non
bloccano i trasporti dei prodotti agricoli per la mancanza di animali da soma. Infatti gli agricoltori si
dividono la terra, e il fiume che scorre attraverso queste zone in queste cose non ha la palude come
una propria alleata, ma la palude tocca i luoghi ai quali il fiume non porta il proprio aiuto, e i
marinai della palude e del fiume svuotano i loro campi a favore della città. 11,261.E loro portano il
primo carico diviso in parti, poi il fiume si divide nelle sue due parti, e riceve insieme ai suoi vicini
ciò che è inviato per mezzo della sua laguna, lo porta nel centro della città e fa in modo che i carichi
di merci siano davanti alle porte di ogni persona; dunque è possibile per le donne e per i bambini
scaricare il carico. Infatti qui avviene il contrario di quello che avviene in Tesprozia, là il fiume si
trasforma in una palude, qui invece il fiume sostiene la palude. 11,262. E la cosa più importante è
che questo fiume, che scorre fino a dentro la città verso il mare non diventa inaccessibile a quelli
che lo navigano a causa delle rocce, e molte zone del fiume Nilo hanno questa situazione, e neppure
questa cosa è priva di utilità per noi, ma è degna della lode che Pindaros utilizza per il fiume Ipparis
di Kamarina, del quale dice: “compone velocemente delle stanze solide con un bosco di alberi ad
alto fusto”, il fiume fornisce un trascinamento ai legni che provengono da ogni luogo attraverso di
esso. 11,263. Quando io penso agli sbocchi del fiume nel mare sono portato a fare una menzione del
porto, e sembra che esso non esista, e l'imperatore si è occupato di queste cose e ha cambiato la sua
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sede, è stato tagliato un porto a Seleucia, ma è stato tagliato a favore della nostra città con una
quantità di denaro molto grande ed è stato ricavato dalla pietra, e neppure il fiume Pattolo ha mai
dato una ricchezza tanto grande a Kroisos. 11,264. Dunque ogni nave da carico che arriva da ogni
luogo approda lì e porta i prodotti che provengono da ogni luogo, dall'Africa, dall'Europa, dall'Asia,
dalle isole, dalle terreferme, e da quelle terre che sono le più belle, per ogni cosa viene portato qui
tutto ciò che è più bello, perché la velocità nella vendita chiama qui le attenzioni dei mercanti e noi
usufruiamo dei beni di tutta la terra grazie a questa velocità. Infatti quando le vele sono state
spiegate moltissime volte sopra il mare, il fiume ha diminuito i porti. 11,265. Dunque che c'è di
strano nel fatto che noi abbiamo ricevuto una simile terra, e abbiamo un simile emporio, noi che
abbiamo come nostra alleata una palude, e come nostro collaboratore il passaggio di un fiume, se la
nostra città è stata resa molto somigliante a una festa? 11,266. Infatti in quale altro luogo fiorisce
una festa pubblica in cui sono presenti tutte queste cose così importanti? Quale persona che vedesse
per la prima volta la nostra città non crederebbe di essere arrivato nei giorni festivi del mese? Quale
individuo è di carattere così triste al punto da non rivolgere la sua mente alla serenità? In quale altro
luogo c'è una confluenza tanto grande di divertimenti? Quale motivo di piacere non è presente nella
nostra città? Non c'è forse la mitezza del clima? Non c'è la grazia dei bagni pubblici? Non c'è la
gloria del mercato? (lacuna nel testo greco) ospitando stabilmente? Non c'è una primavera
scintillante di fiori? Non c'è un'estate splendente per i colori dei frutti? E non c'è il rendere la città
come un prato per i suoi odori? Non è forse molto piacevole il camminare tra le merci che sono in
vendita o il passare in mezzo ai giardini? E le riunioni in piazza non sono forse migliori del restare
in casa? E quella moltitudine di persone che scorre attraverso la città non è forse sufficiente a dare
gioia per la sua visione? Non è forse vero che Homeros è confutato dalla nostra città quando lui
onora il Sonno più di quanto sarebbe giusto? 11,267. Infatti in questa città non avviene che “il
signore di uomini attira a sé anche quelli che non lo vogliono”, e non avviene che il sonno faccia
addormentare le persone per forza, ma noi Antiocheni siamo gli unici tra tutti a non obbedire alla
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tirannide del sonno sulle palpebre, e altri ricevono le fiaccole del sole e superano l'illuminazione
degli abitanti dell'Egitto, e nella nostra città la notte è diversa dal giorno soltanto per una cosa, per il
tipo di luce. Di notte gli Antiocheni vanno a fare le attività pubbliche in modo uguale al giorno,
alcuni lavorano vigorosamente con le loro mani, altri ridono in modo delicato e tendono a cantare.
Una notte è comune, di Hefaistos e di Aphrodites,e alcuni lavorano il bronzo, altri danzano e nelle
altre notti viene onorato in modo maggiore Endymion. 11,268. Di quali popoli la nostra città non è
ricca in abbondanza? Qui i commercianti non hanno forse una facilità di ottenere la ricchezza? Qui
quelli che hanno la sapienza non hanno forse una facilità di ottenere la gloria? Qui quelli che
desiderano la sapienza non hanno forse una facilità nell'ottenerla? La nostra città non è forse
eccellente nel fare le azioni serie, e non è forse capace di divertirsi? Le sue corse dei cavalli non
hanno forse una competizione priva di rivolte? Qui non ci sono forse i giochi della scena teatrale?
Qui non ci sono forse delle gioie contrarie alle preoccupazioni? La solennità che era propria degli
Elei non si è forse trasferita nella nostra città? E noi non abbiamo forse superato i maestri dei giochi
olimpici nell'onore che noi abbiamo fatto a Zeus? 11,269. Anche qualche imperatore ha organizzato
questi giochi, si è tolto la sua veste e ha ricevuto la veste olimpica, un altro imperatore si è fatto
vedere come ellanodico, e ha cinto la corona di alloro, e gli imperatori nello stesso tempo danno un
onore e ricevono un onore con queste azioni che loro fanno, ma se la festa religiosa porta un onore
agli Elei, i quali per le altre cose non hanno delle condizioni eccellenti, che cosa si deve pensare di
noi, che siamo stati superiori sia per il resto della nostra condizione sia per la gloria dei Giochi
Olimpici? 11,270. Quale città è degna di essere paragonata alla nostra? Infatti la nostra città è molto
più ricca di alcune che sono più antiche di essa,è superiore ad altre per la sua grandezza, è superiore
ad altre per la sua nobilità, è superiore ad altre città per la fertilità della sua regione. E la nostra città
è inferiore a una città per le sue mura, ma è migliore di questa città per la sua ricchezza di acque e
per la mitezza del suo inverno, e per l'urbanità dei suoi abitanti, e per l'esercizio della sapienza, e la
nostra città è la più onorevole e in un modo molto grande per quella cosa che è la più onorevole, per
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la cultura greca e per gli studi retorici. 11,271. Insomma tu troverai che alcune altre città sono
piccole, altre sono prive di bellezza nella loro grandezza. E in questa città la dea che ha partorito
Eros ha versato la piacevolezza della grandezza, e se tu vai altrove lasciando questa città, tu ti
ricorderai di questa città, e se tu provenendo da un altro luogo arrivi qui, ti dimenticherai delle cose
precedenti. Perciò è anche giusto perdonare quelli che hanno disprezzato i loro genitori e le loro
patrie a causa dei fascini che ci sono nella nostra città; infatti loro hanno visto una città tale quale
nessuna altra e sanno che in futuro non andranno mai in nessun luogo simile. 11,272. Io ho pagato
quel debito che dovevo pagare alla città che mi ha generato, meglio che ho potuto, ma meno di
quanto avrei voluto; riguardo al futuro io potrei dire con sicurezza che alcuni individui forse
supereranno il discorso del loro concittadino, ma nessuno renderà il suo discorso uguale alla sua
città.
divinità ha rinviato la mia visione, affinché io vedessi la più solenne delle cariche che per la prima
volta va al migliore tra gli imperatori.E avverrebbe una cosa simile se fosse possibile sentire parlare
Homeros, che è il primo dei poeti, e vedere il primo carro che fu guidato da Pelops. 12,2.C'è un'altra
cosa che non è meno importante di queste cose, il fatto che la mia patria abbia ospitato questi eventi
e che un luogo a me carissimo abbia mostrato una visione desiderabilissima. Ma io non posso non
aggiungere la terza cosa a quelle che ho detto, cioè che la Sorte ha fatto in modo che io non fossi
uno spettatore privo di voce in una condizione uguale a quella di molte persone e io ho provato
gioia in silenzio, ma la Sorte mi ha anche dato la possibilità di rivelare questa gioia con un discorso
sia a voi che siete presenti, sia a quelli che incontreranno questo discorso in futuro. 12,3.Voi
dimostrate che apprezzate quelle cose che vedete, sia con le preghiere con le quali chiedete che
queste cose siano viste spesso, sia con i vostri volti che sono pieni di letizia; voi potreste dimostrare
ciò in modo molto migliore,se voi aiutaste a sviluppare i discorsi e se l'entusiasmo delle persone che
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ascoltano fosse simile a quello di colui che parla. 12,4. Dunque ci sono molti individui pronti a
celebrare la festa pubblica e arrivano dopo avere composto dei discorsi in tranquillità, altri restano
nelle loro case e si compiacciono dei loro stessi discorsi in un modo simile, e alcuni di loro hanno
una capacità maggiore di parlare, altri hanno una capacità minore. E ci si potrebbe stupire anche per
questa cosa, per il fatto che la grandezza di questi argomenti non abbia costretto molti di questi
individui a tacere,ma adesso ogni misura viene sconvolta e l'argomento non fa esitare nessuno. 12,5.
C'è chi dovrebbe ritenere questa cosa una causa del suo silenzio, e proprio questa cosa lo convince a
osare. E infatti se ci sono degli oratori che parlano in un modo adeguato, ciò avviene in argomenti
non troppo importanti, ma quelli che sono consapevoli della propria debolezza ritengono che per
loro lo stare nascosti sarebbe un vantaggio. Quando non è possibile per nessuno evitare la sconfitta,
ma anche la natura delle imprese è superiore alla capacità di onorarle, diventa facilmente
sopportabile l'essere vinto sia per chi è peggiore ed è insieme al migliore, sia per i migliori che sono
insieme ai peggiori. 12,6. Infatti agli oratori non sembra che sia una cosa strana il fatto che loro
siano molto inferiori agli argomenti di cui parlano, perché alcuni di loro sono bravi, e altri tra loro
non sono capaci di parlare bene. Quando i pregi delle cose lodate sono superiori a quelli che le
lodano, ogni persona che parli preferirebbe condividere la sconfitta con chi è migliore invece che
non essere annoverato tra quelli che hanno parlato, mantenendo la propria tranquillità. 12,7. Dunque
l'eccellenza dell'imperatore chiama a sé il discorso, e la legge del discorso conduce in primo luogo
al consolato, da dove abbia avuto origine, quale sia la sua causa, come sia andato avanti e quale sia
il frutto di questa carica. 12,8. Infatti quando i re del passato in poco tempo superarono i limiti del
loro potere regale e travalicarono il potere legittimo verso un potere tirannico, la nostra città, che
amava la libertà e amava la cura di quelli che avevano il potere, non poté sopportare la tracotanza
del tiranno, e scacciò quel Superbo che era violento, e pieno di arroganza e di dissolutezza, il Senato
cercando una difesa della sua libertà, imitò l'esempio spartano e affidò i guerrieri a due comandanti
che erano in carica per un anno e li onorò con il nome di consoli, anche se altri comandavano sul
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popolo, affinché essi avessero l'obbligo di controllarsi a vicenda e il senato pose se stesso in mezzo
a sorvegliare le intenzioni degli uni e degli altri e a dare la possibilità di difendere quelli che
subiscono delle ingiustizie durante i tumulti. 12,9. Il consolato trovò che quelli che erano usciti
dalla carica di consoli erano laboriosi e onorevoli, giusti e amanti del pericolo, e queste sono le tue
doti, e alcune doti per un'abilità naturale, altre doti sono dovute al timore dei controlli. E poiché le
cose sono andate avanti nel modo che io ho detto c'è di nuovo un potere imperiale ed esso riceve
quelle cose che gli sono proprie, ma parlare di come ciò sia avvenuto non è argomento
dell'occasione presente.Quel potere imperiale che ha tolto ai consoli la funzione di capi militari li ha
adibiti ad altre attività e ha fatto in modo che questo incarico fosse privo di armi. 12,10. E quando
gli imperatori volevano onorare alcuni uomini virtuosi hanno dato loro questo onore, e quando
invece hanno gradito questo onore lo hanno applicato a se stessi unendo l'imperatore al consolato,in
modo che fosse onorata quella città che per prima aveva trovato questa carica, perché non era stata
completamente eliminata la sua consuetudine che l'imperatore, che aveva potere su tutte le cose,
condividesse questa carica come una cosa bella, e al contempo restasse ai consoli il loro titolo
immortale, e tramite gli uomini che si succedevano e che erano presenti di volta in volta questa
tradizione si è fissata in modo solido nel corso di tutto il tempo. Tu troverai che nessuna stele né di
pietra, né di bronzo, né di oricalco, né di diamante è più duratura del ricordo che conferma questo
valore di colui che l'ha ottenuta. 12,11. Infatti questa carica non risiede in una sola città, come ad
Atene per Armodios e Aristogheiton, non consiste nella sorte di questa città, non si conserva e non
si perde con questa città, tuttavia spesso sono venute meno <anche> le iscrizioni delle stele di una
città esistente, ma questo titolo potrebbe sfuggire sia a dei cataclismi, sia a una distruzione insieme
agli esseri umani che sfuggono a questi eventi,e le caratteristiche naturali di alcuni luoghi li salvano,
anche se il mare si trasformasse in una pianura, quelli che abitano nelle grotte oppure occupano
delle città o dei villaggi, questi individui conservano il loro nome e possono renderlo noto a quelli
che vivranno dopo. 12,12. Io concedo un ampio perdono a quelli che amano questa carica e
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chiedono agli dei prima degli altri beni il fatto di essere portati a questo sedile. Poiché anche quelli
che hanno potuto essere tra i prefetti rivolgono il loro sguardo a questa cosa, al fatto che il consolato
sia un premio per il loro incarico precedente, e quelli a cui è capitato di ottenere questa carica di
console prima di quell'altra, di prefetto, non prestano nessuna attenzione a quest'ultimo incarico, e
ritengono che qualunque carica possano ottenere dopo il consolato sarebbe inferiore a esso. 12,13.
Infatti che cosa potrebbe esserci di più importante dell'occupare con il proprio titolo tutta quanta la
terra abitata alla maniera del sole, e del fatto che il proprio nome sia sulle bocche di tutte le persone,
o del fatto che il nome dato dai propri genitori abbia molti motivi per essere menzionato nei
tribunali, nei matrimoni, nella piazza, nei porti, nei debiti, nelle vendite, da quelli che compongono
e registrano dei testamenti, da quelli che hanno delle controversie e portano la prova che viene dai
documenti, da quelli che condividono delle cose, da quelli che sono in disaccordo tra loro, dalle
nascite dei figli felici, e dagli studi dei figli nelle scuole? L'unica ricerca di queste persone è salutare
i consoli, e grazie a questo fatto essi possono rilassarsi. 12,14. Dunque qualcuno ha già detto questa
cosa riguardo al console degli dei, Zeus, che sono piene di lui le vie, le piazze, e i porti, e il mare, e
si potrebbe dire la stesssa cosa anche di quelli che hanno lo stesso nome del dio. E infatti i nomi di
questi consoli arrivano in ogni continente, sia in tutti i recessi del mare,sia nelle campagne, sia nelle
capanne, e insomma in ogni luogo dove ci sia una stirpe civile degli esseri umani, e io definisco
civili quelli che vivono secondo le nostre leggi, in questo luogo questi nomi sono sia conosciuti, sia
pronunciati, e danno al console il potere nelle cose più importanti, e l'imperatore viene celebrato
ogni giorno,in ogni luogo, in modo non minore grazie al prestigio che deriva dal consolato. 12,15. È
così grande la superiorità dell'onore del consolato, al punto che alcune feste degli dei sono distinte
in base ai luoghi, e si potrebbe vedere che alcuni vicini mandano una processione in un certo luogo
e altri la mandano in un altro, e il nome del dio che riceve il sacrificio è molto presente sia nei
primi, sia negli altri, ma non è lo stesso in ognuno dei due, invece il console ha un solo nome che è
lo stesso in ogni luogo ed è abbondante, lui definisce un tempo sia più breve, sia più lungo, e non
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permette che i giovani abbiano quelle cose che sono proprie degli anziani, e un console che è morto
da molto tempo è come se risuscitasse nei processi, e un console che è morto amministra la giustizia
insieme a quelli che sono vivi. 12,16. Quindi in un modo opportuno i figli dei Romani preferiscono
il consolato anche a una vecchiaia avanzata, e se fosse concesso a loro dai poteri maggiori di
scegliere tra una lunga vita e il consolato,loro sceglierebbero il consolato. Infatti essi sanno che gli
eroi in cambio delle loro vite ottengono una fama immortale, e sanno che avranno questa fama
scarsa importanza, Ainesias è poco importante, Atene è patria di Pythodoros, Argos è patria di
Chrysis, Sparta è patria di Ainesias, e lo spartano non potrebbe scrivere il nome dell'ateniese sul suo
decreto, l'ateniese non potrebbe scrivere il nome dello spartano sul suo decreto, ma l'importanza dei
loro nomi è limitata all'interno dei loro confini. Anche i giochi olimpici hanno una certa fama, ma
essa è di breve durata. Ma la legge ha aperto tutto il mondo abitato al consolato, e la legge ha
istituito lo stesso potere in ogni luogo. 12,18. E si potrebbe dire in un modo opportuno ciò che è
proprio della luna riguardo alle stelle, che tra molti tipi di beni che vengono onorati non ce ne è
nessuno che non sia oscurato dalla luce del consolato. Infatti il consolato è l'unica carica che sia
adeguata alla condizione di un imperatore. 12,19. E riguardo a questa carica e riguardo a quelle cose
che derivano dal consolato per quelli che lo ottengono sono sufficienti le cose che ho detto; forse un
altro oratore potrebbe dire delle cose in un numero maggiore, ma non eviterebbe una critica per la
sua rozzezza. Dopo che finora io ho spiegato per quali motivi ritengo che il consolato sia opportuno
per gli imperatori e inoltre sia utile a loro, passerò agli altri argomenti. 12,20. Io ritengo che colui
che governa la terra con la sua capacità di imperatore rende più forti i poteri dei Romani e rende più
deboli quelli dei loro nemici, dà delle gioie ai Romani, e causa dei motivi di pianto ai loro nemici, e
conserva le cose che sono state disposte bene e corregge altre cose che sono state disposte male,
credo che per quest'uomo sia opportuno l'essere in questa carica e sia un vantaggio l'avere un
ricordo eterno, come Theseus,Peleus e Palamedes e quelli che si sono presi cura della virtù. 12,21.
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Ma quelli che rendono peggiori le condizioni dei propri amici, e rendono migliori quelle dei propri
nemici, e hanno abituato i propri nemici a vincere e se stessi a fuggire, tali uomini non solo
dovrebbero evitare di ricercare il ricordo che è dato dal consolato, ma dovrebbero anche maledire e
odiare coloro che per la prima volta hanno inventato le scritture, perché esse afferrano le sventure
che sono trascorse e le trattengono e impediscono che esse siano dimenticate con il tempo. 12,22. E
per tutti i consoli che sono stati incapaci nei loro incarichi, le letture dei testamenti accrescono il
loro nome, e insieme a ciò arriva il grande numero dei loro mali, e il risultato è un danno alla loro
gloria. 12,23. Dunque a quali uomini è così utile questa cosa, l'indossare questa veste, il portare lo
scettro e ottenere il fascino della loro memoria che sia continua in futuro? A te, Iulianos, e a
chiunque sia stato simile a te in passato, o sarà simile a te in futuro. I tuoi figli e i figli dei tuoi figli
e coloro che nasceranno da costoro saranno sia tuoi ammiratori, sia tuoi eredi. 12,24. Io non credo
che ogni imperatore debba essere anche console perché questa cosa è possibile e perché lo stesso
uomo è chi dà questa carica e chi la riceve, ma solo colui che secondo la legge antica dei consoli è
andato così avanti nel suo potere in modo tale che è stato sottoposto a dei controlli del suo potere, e
ha mostrato di essere come tu sei. 12,25. E infatti se la Sorte è più importante dei revisori di conti
ed è troppo importante per dovere rendere conto ad alcuni esseri umani, tu ritieni che gli dei siedano
come tuoi esaminatori e tu fai e dici tutte le tue azioni in modo degno di quegli occhi divini,
cosicché tu non ti nasconderai né al sole, né alla notte. Deve accettare questa cosa anche ogni uomo
che voglia una valutazione, in modo simile sia un giovane, sia un vecchio. 12,26. Quando io parlerò
di Iulianos, io sarò un retore peggiore che parla di un altro retore migliore, io non comincerò dal suo
incarico imperiale, ma riporterò il giudizio alla sua giovinezza,affinché appaia evidente che Iulianos
ha preso l'impero in modo meritevole e ha mostrato la sua bravura nel suo incarico. 12,27. Dunque
io eviterò di dire tutti quegli insegnamenti che Iulianos ha ricevuto nella sua anima dagli educatori
che incombevano su di lui e da insegnanti che gli facevano paura, e questi insegnamenti
contenevano i primi elementi delle cose sacre e la loro radice. E infatti se in quel tempo non è
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mancata la sua attenzione, la fama delle sue fatiche viene attribuita al merito di quelli che erano
incaricati di sorvegliarlo. 12,28. Ma quando il tempo con il suo avanzare ha posto fine ad alcune di
tali difficoltà, ha reso Iulianos padrone della propria volontà, come Herakles, sarebbe stato possibile
per lui andare su una strada facile, e non c'era più nessuno che avrebbe potuto ostacolarlo se lui
avesse voluto fare degli eccessi nel vino, nel gioco, e negli amori dei corpi, ma lui è andato sulla
strada ripida e aspra,dove essa porta,facendo attenzione a essa più che a tutte le sue difficoltà. 12,29.
E Iulianos come privato cittadino era in mezzo a due imperatori quando si è trovato ad Astacia, da
una parte suo cugino ha ricevuto il potere imperiale, dall'altra parte suo fratello ha ricevuto il
secondo posto nell'impero, lui si è dedicato a dei possedimenti più belli di un impero, cioè la
filosofia e gli studi di retorica, così li valuto io che ho appreso da te, o imperatore, che hai preferito
quelle conoscenze che hai ottenuto alle province sulle quali eserciti il tuo potere. 12,30. Iulianos ha
visto che la retorica produce la persuasione nelle moltitudini, la filosofia fa conoscere quelle cose
che sono più importanti, e ha ritenuto che sarebbe stato strano se lui avesse parlato in modo
adeguato riguardo ad alcuni argomenti, ma se non avesse conosciuto le cose più importanti, ha unito
insieme le due discipline e le ha mescolate, e ha reso più elevato il suo pensiero con la conoscenza
delle cose celesti, e ha esercitato la sua lingua a correre grazie alla sua frequentazione dei retori.
12,31. Eppure quale individuo, che abbia considerato come dei motivi sufficienti alla sua felicità il
padre, il nonno, lo zio, il cugino, il fratello, gli onori per la sua stirpe, le cure, le adulazioni, non
avrebbe passato il proprio tempo mangiando, bevendo e dormendo, dando il proprio aiuto a quelli
che ne hanno bisogno in cambio di un compenso, e aggiungendo delle proprietà agricole ad altre
proprietà agricole, del denaro ad altro denaro, dei beni ad altri beni, dei possedimenti ad altri
possedimenti? Ma lui non ha fatto così. 12,32. Iulianos ha elogiato il detto di Anaxagoras, il lasciare
priva di semina la terra ricevuta dai propri padri, e il preparare la propria anima per avere dei frutti
da essa, ha trascurato le sue terre, e si è preso cura della sua anima, e ha ammirato l'immensità di
questo possedimento, io non nasconderò questa cosa, lui ha tirato fuori tutti i libri provenienti da
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tutti i luoghi e ha indagato i magazzini dei libri più di quanto altri individui abbiano indagato i
magazzini delle loro ricchezze. 12,33. Iulianos si è dedicato con perseveranza alla filosofia, ha dato
un'occhiata al prato di quella filosofia e ha visto che non era possibile mantenere una falsa idea
riguardo alla divinità, ma immediatamente ha cancellato la macchia e ha riconosciuto gli dei per
come erano, e non per come sembravano, e ha usato la filosofia come guida verso la verità. 12,34.
Io definisco inizio della libertà della terra quel giorno nel quale Iulianos ha avuto il potere, e ritengo
che sia felice quel luogo che ha ricevuto questa conversione e quel guaritore della sua mente, che ha
affrontato personalmente il più bello dei pericoli, e insieme al suo allievo ha fatto una navigazione
attraverso le rupi cianee. 12,35. Dunque se suo fratello Gallos avesse prestato attenzione alle lettere
di Iulianos, suo fratello Gallos avrebbe potuto essere adesso a capo della coppia di imperatori, e
Iulianos, anche se non era imperatore, era capace di rimproverare colui che aveva il potere
imperiale. E Gallos è morto senza essere stato processato, infatti avrebbe potuto dire qualcosa
riguardo alle azioni che erano state fatte, e Kostantios, che aveva condannato a morte Gallos, voleva
eliminare anche le critiche dopo costui, è stato in difficoltà, e ha trattenuto se stesso dal compiere
quell'omicidio, ma ha danneggiato Iulianos con delle peregrinazioni, e gli ha dato queste punizioni
perché non poteva fargli nessuna accusa. 12,36. Certamente Konstantios conosceva così poco la
natura della terra che lui comandava, che lui riteneva che la sfera di Athena fosse come le cave di
pietra dei Siracusani, e quel luogo, Atene, è stato il carcere per Iulianos che amava la retorica, come
se si portasse a Thasos uno di coloro che amano il vino, e dopo avergli detto di restare lì, si ritenesse
che quell'uomo si consumasse in quel luogo, mentre lui godrebbe i piaceri più dolci di tutti in questa
punizione. 12,37. Questo è stato anzi un dono degli dei e loro hanno voluto che quella città, Atene,
fosse amica di Iulianos anche prima del suo regno,e che essa gli portasse dei benefici, affinché lui
fosse debitore verso quella città nel periodo in cui era imperatore, e questa è la cosa più importante,
affinché lui venendo da Atene fosse portato dall'Attica verso lo scettro, come se fosse un prodotto
dell'Attica il fatto di vincere contro i barbari. 12,38.Dunque la divinità che si prende cura del mondo
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abitato ha gestito bene questi eventi, e Iulianos che aveva evitato il potere imperiale per il suo
desiderio di tranquillità, ed era stato l'unico a rifuggire ciò che era ricercato dagli altri individui, sia
il massacro, sia il potere imperiale di quel momento. Una prova di ciò è che quando Iulianos è stato
chiamato all'impero, mentre lui si attaccava ai cancelli nell'acropoli, ha versato più lacrime di uno
che fosse portato a bere la cicuta, se lui avesse avuto le ali sarebbe fuggito molto volentieri in modo
improvviso verso gli Iperborei. Ma durante tutto quel viaggio lui ha esaminato i suoi pensieri, per
vedere se in qualche modo potesse respingere quel potere che era molto desiderato, non ha fatto
nessuna scelta prima che qualcuno degli dei arrivasse, facesse cambiare il suo atteggiamento,
eliminasse il suo indugio, e gli ordinasse chiaramente di sopportare questo servizio pubblico. 12,39.
Iulianos ha avuto come testimone della sua santità anche il suo nemico. E affinché nessuno si
meravigli quando sente dire che colui che condivideva il potere con Iulianos era un suo nemico io
dirò qual era l'intenzione di questa condivisione del potere. Infatti Konstantios non avrebbe mai
guardato con favore a nessun uomo che fosse collocato nel seggio di imperatore o che indossasse le
vesti di porpora, ma non avrebbe sopportato con facilità neppure dei sogni che contenessero questa
visione. Dunque per quale motivo lui condivise quei poteri dei quali disponeva? 12,40. Konstantios
si trovava in una condizione difficile a causa dei Barbari che erano ovunque, e i popoli che stavano
ai confini dei Romani avevano fatto devastazioni qui in Oriente, e la situazione era difficile
soprattutto in Occidente, e un comandante militare sarebbe stato troppo poco per ottenere un
miglioramento,ma c'era bisogno di un imperatore che ponesse fine a quella corrente. 12,41. Dunque
Konstantios non era capace di fare quella corsa, e poiché la necessità richiedeva qualcuno che
condividesse il suo potere, lui ha trascurato gli altri individui, e ha scelto colui che aveva patito
un'ingiustizia, non perché avesse dimenticato quanto sangue aveva versato, ma perché si fidava di
colui che poteva accusarlo più che di quelli che gli erano debitori di alcuni favori. E non si è
sbagliato. Infatti Iulianos, dopo avere accolto il pensiero degli Ateniesi si è battuto il petto, lo ha
esortato a non portare rancore ed è stato capace di condividere le fatiche con lui senza inganni.
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12,42. Tali sono state le sue verifiche prima del suo impero, ed esse potrebbero avere ogni revisore
dei conti come loro elogiatore. Valutiamo il timoniere per come muove il timone. Dunque
Konstantios ha mandato Iulianos verso dei nemici che erano in buone condizioni, e lo ha mandato
senza chiedere a lui né di vincere, né di prevalere, né di fare prodezze. 12,43. Subito in Konstantios
è subentrato un pentimento che non aveva nessun senso, e lui ha mandato insieme a Iulianos alcuni
uomini nella funzione di consiglieri, li aveva mandati affinché impedissero a Iulianos di compiere
azioni valorose, non come suoi consulenti, e io escludo da questo discorso un uomo della Fenicia,
che perciò è stato subito mandato via,Konstantios temeva la gloria di colui che condivideva l'impero
più che l'offesa causata dai nemici, e il fatto che Iulianos non fosse elogiato per Konstantios era più
piacevole del fatto che i nemici fossero colpiti. 12,44. Per me non è piacevole fare delle accuse a
Kostantios, ma è una cosa inevitabile per il mio discorso. Infatti non è possibile che la lode sia
separata dalle critiche. Pertanto Iulianos, essendo partito dall'Italia con meno di quattromila soldati
in pieno inverno, nella parte più fredda di questa stagione, che il ciclo di ogni anno porta a quei
luoghi, alcuni di voi l'hanno sopportata, altri ne hanno sentito parlare, è arrivato facendo preghiere
sulla terra confinante, ha visto quella terra che prende il nome dai Galli, e che era disseminata da
Barbari, i quali, dopo avere abbattuto le città, praticavano l'agricoltura anche in esse,e non solo nella
terra che coltivavano prima, Iulianos ha trascorso l'inverno dedicandosi al pensiero, ma quando la
bella stagione chiamava a compiere delle azioni, lui stesso ha gridato, ha riunito i soldati, li ha
organizzati, ha incoraggiato loro che avevano fallito in passato, i capi dei cavalieri, i centurioni e i
comandanti dei reggimenti, anche se eseguivano i suoi ordini, cercavano di impedire il suo sforzo, il
nostro imperatore ha ottenuto una vittoria prima della vittoria delle armi, questa vittoria è stata
dovuta alla sua costanza e al fatto che lui ha sopportato facilmente tutte le cose, e perciò ha ottenuto
un vantaggio per la sua cultura, ed Herakles obbedì a uomo che era inferiore a lui,Eurystheus,e Ares
fu tenuto in catene più di un anno da uomini stupidi. 12,45. E infatti era necessario che anche questa
guerra prima o poi fosse conclusa. Infatti anche se Iulianos si lamentava per i suoi impedimenti,
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tuttavia non si è irritato, i suoi poteri andavano in rovina, la superbia dei barbari aumentava, il
pericolo degli altri barbari che lo minacciavano non era sopportabile, e io credo che lui abbia
ricevuto un esercito piccolo, e che era abituato a essere assediato. 12,46. Forse voi desiderate sentire
parlare anche di una battaglia, e di come era il suo esercito e di ognuna delle due ali, della falange,
del discorso ai soldati e degli stratagemmi dei nemici, di un esercito che era visibile, di reparti
militari nascosti, del primo momento dello scontro, della battaglia quando è stata in corso, dei tipi di
ferite, della fuga, dell'inseguimento, e della terra che è stata coperta da cadaveri, ma io farò un
racconto preciso quando tratterò adeguatamente altri argomenti, infatti adesso io ho abbreviato tutti
i contenuti, e il mio discorso è simile a dei salti che sono adatti alla festa. 12,47. Dunque come un
vincitore dei giochi olimpici che si affretta ad andare verso casa sua, partendo da Pisa e riceve delle
domande da quelli che lo incontrano riguardo al modo in cui è avvenuta la sua vittoria, e promette
che darà a loro questa cosa, ma ritiene che congratularsi con se stesso sia la cosa giusta da fare per
lui in quel momento, e nello stesso tempo mostra la sua corona, così anche io adesso parlo degli
eventi derivati dalla guerra e tralascio le battaglie. 12,48. Infatti i barbari raccoglievano i frutti nella
nostra terra e avevano conquistato quarantacinque città, avevano devastato la maggior parte della
terra, e se ne erano impadroniti, e i popoli più gloriosi che erano tra i Galli erano schiavi dei barbari
in modo pietoso, e poiché i nemici ormai avevano un disprezzo che era troppo grande, Iulianos, che
era un ottimo generale e che era pieno di conoscenza delle guerre da quando sono nati gli esseri
umani, ha ritenuto che sarebbe stata una cosa insopportabile, se,mentre a Salamina trecento triremi
avevano vinto contro mille triremi, lui non avesse respinto con pochi soldati il grande numero dei
barbari, e li ha attaccati perché sarebbe stato contento se li avesse cacciati dal nostro territorio, la
sua vittoria lo ha spinto fino al territorio dei barbari e lui ha attraversato il fiume Reno, e l'acqua del
Reno era una prova per quelle madri che erano accusate di avere generato dei figli in modo illecito,e
lui voleva catturare i barbari vivi perché sapeva che loro si vantavano della propria morte, e dopo
avere pescato molti di costoro li ha fatti portare via, cosicché è stato faticoso per noi il loro
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nutrimento, e per quei barbari che sono rimasti c'è stato abbondanza di cibo a casa loro. 12,49.
Iulianos ha temuto la grandezza della propria vittoria e la gloria della propria azione più dei pericoli
nella battaglia, non ha aggiunto al suo trofeo un trionfo anche se lui aveva il comandante dei nemici
in catene, così lui ha continuato a vincere, non ha mostrato il nemico prigioniero con la testa bassa
sulle terre che erano state devastate, non ha fatto dei massacri in quelle città che erano state distrutte
vantandosi di avere fatto questa strage, ma lui si è ricordato di Achilleus, al quale fu sufficiente
vincere e cedette i resti di Hektor all'anziano Priamos eliminando completamente i motivi di ostilità.
12,50. Infatti Iulianos riteneva che il destino delle città non fosse una cosa dovuta a un essere
umano, infatti per gli esseri umani la morte è impossibile da evitare, ma per le città è possibile
tornare a nuova vita, ha rivolto la sua mano a quelle città che giacevano al suolo. Quelle città sono
risorte e subito un messaggero ha attraversato il fiume esortando quelli che erano stati presi
prigionieri a ritornare nelle loro terre, e loro sono corsi, nessun uomo è stato liberato in cambio di
un altro uomo, ma i nostri nemici prigionieri sono rimasti ai loro posti, i nostri uomini hanno fatto
ritorno e sono stati accompagnati da quelli che li avevano catturati. In questo modo la battaglia ha
insegnato a questi ultimi a obbedire a tutti i nostri ordini. 12,51. Se l'aggiungere una città alle città
antiche è un titolo di merito comune perché la popolazione del mondo abitato è stata accresciuta,
quanto è più glorioso il ripristinare delle città che erano state distrutte? In questo atto c'è sia l'abitare
una terra, sia l'eliminare una vergogna. Infatti non è una colpa grave il non fondare una città che non
esisteva, ma è una colpa terribile il disprezzare una città che esiste e che è stata distrutta, perché
essa è stata colpita perciò da una doppia punizione, dagli insulti e dal danno. Infatti quella caduta
sarebbe sembrata ai barbari un'esortazione alla loro temerarietà ed è inevitabile che essa sarebbe
stata per noi un'esortazione alla viltà, e anche se non adesso tuttavia in futuro avrebbe danneggiato
noi e avrebbe incitato i barbari. Tu hai restaurato le città come trofeo inviolabile affinché i barbari
avessero sempre paura, e affinché i nostri uomini fossero incoraggiati. 12,52. E grazie alla tua
intelligenza, alla tua fortuna, alle tue fatiche e alle tue capacità non è avvenuto che i barbari
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vincessero in ognuna delle due parti della guerra, ma alcuni barbari hanno vinto, altri sono stati
sconfitti, sono stati sconfitti i Barbari che erano sul Reno, ma hanno vinto quelli che erano sul Tigri,
e i Barbari sono avanzati sul Tigri, e sono caduti sul Reno; si dice che una cosa simile avvenne
riguardo a Potidea quando Aristeus di Corinto fece fuggire l'esercito che era contro di lui e lo
respinse, e l'altra ala fuggì per chiudersi nelle mura. 12,53. Se in quel momento tu, Iulianos, non ti
fossi opposto, niente avrebbe potuto impedire che entrambi i barbari estendessero la loro conquista
delle terre davanti a loro e che alla fine si mescolassero gli uni con gli altri sul Bosforo. Ma la
sconfitta degli uni ha distrutto gli altri, e ha fatto in modo che gli altri si preoccupassero, e ha
nascosto la vergogna per il fatto che i Romani erano stati sconfitti perché una notizia ha consolato
un'altra notizia,e un racconto ha messo fine a un altro racconto. 12,54. Dunque tu sei tornato dal tuo
trionfo e ti sei dedicato di nuovo alle Muse, come un atleta che va da una corona a una palestra, e
dopo avere deposto le armi hai ripreso i libri, dai quali eri partito e grazie ai quali hai ottenuto la
vittoria; infatti una sapienza che si confronta con la moltitudine rende ancora migliore colui che è
molto intelligente. 12,55. Dopo che la tua gloria è aumentata, sono arrivati a te non dei danzatori e
dei mimi che portano dei motivi per ridere, né dei flautisti, né dei suonatori di cetra che allontanano
dai pasti i discorsi utili, ma sciami di retori e un filosofo proveniente da Atene, che era piacevole da
vedere, e ancora più piacevole per chi si rivolgeva a lui, aveva un'intelligenza superiore a molti
uomini, e nell'eloquenza lui voleva essere migliore più che sembrare migliore. 12,56. Il filosofo
dopo avere fatto alcuni elogi e avere dato alcuni consigli, se ne è andato avendo ricevuto un dono, e
questo è l'unico che tu come imperatore gli hai dato, un poema in onore di quell'uomo. Se noi
elogiamo Peisistratos perché ha raccolto dei versi composti da un altro, come considereremo
l'imitatore di Homeros? 12,57. E infatti con quelle azioni tu hai sterminato i nemici, e hai dato un
dolore, oltre che ai vinti, anche a colui che ha vinto grazie a te. A tal punto l'invidia è una malattia
difficile da combattere, e colui che ottiene un vantaggio odia il potere di quelli che fanno cose utili a
lui. E l'invidia che era stata radicata in Konstantios da quel tempo lontano, è cresciuta e ha
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trasformato la scintilla in un fuoco. 12,58. E per prima cosa Konstantios ha privato Iulianos dei suoi
amici, con l'intenzione di danneggiarlo, ma Iulianos era sempre saggio allo stesso modo,dopo questi
eventi Konstantios ha agito con un grande esercito per rendere debole Iulianos, ma Iulianos non è
diventato affatto meno forte. Konstantios è stato a capo delle guerre persiane, ha chiamato tutti gli
uomini, e con dei pretesti speciosi ha tradito sia l'imperatore, sia le città. Iulianos è stato gentile più
di quanto è normale, io lo dirò, e ha ordinato agli uomini di andare, ma i lamenti delle donne
trattenevano quegli uomini. Quando queste donne avevano ripreso fiato una seconda onda si è
abbattuta su di loro, ma neppure questi eventi lo hanno convinto a opporsi. 12,59. In quale modo un
imperatore diventa grande? Io credo che coloro che lo giudicano debbano guardare con più
attenzione questa cosa; se i soldati non subiscono una coercizione, e se l'imperatore non è inferiore
ai soldati, così neppure i sudditi sono stati così indisciplinati al punto da attaccare la decisione del
loro capo e da rivolgersi contro di lui. Ma quale discorso è più vero? Un dio ha esortato quegli
uomini che non avevano preparato nessun progetto, ma la loro voce ha anticipato il loro pensiero. E
questa è opera di una divinità. È arrivato un ordine simile al precedente, ha dato a Iulianos oltre alla
sua tunica di porpora marina, un diadema decorato di pietre preziose, e il diadema era decorato di
perle, frutto del mare. Iulianos ha rivolto il suo sguardo al cielo, e in modo simile sono avvenuti sia
il dono sia il suo accoglimento, ed entrambe queste azioni sono proprie delle divinità. 12,60.Dunque
come noi riteniamo che gli oracoli non siano della Pizia, ma di colui che manda i discorsi alla bocca
di lei, così ora si deve ritenere che queste parole siano state di quelli che le hanno ispirate, e queste
parole hanno convinto a onorare la testa di Iulianos, più di quanto questa azione sia stata opera di
uomini che hanno preso le decisioni che volevano. Dunque è probabile che gli dei abbiano fatto la
richiesta e abbiano dato il loro assenso ed è probabile che gli dei abbiano dato origine alla azione
onorevole. Infatti gli dei non potrebbero lodare un onore ingiusto, ma potrebbero fornire un onore
giusto. 12,61. Tuttavia la volontà degli dei non è stata una fortuna inaspettata per Iulianos che è
stato onorato, perché lui nutriva questo desiderio dentro di sé da molto tempo, ma lui ha agito come
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qualcuno che si rallegrasse per una cosa molto piccola, ha indugiato, ha esitato, ha mantenuto il suo
rango precedente, e ha aspettato la decisione degli uomini, dopo la decisione del cielo. Ma niente ha
piegato Konstantios. 12,62. Dunque fino a quando ci sono state alcune speranze di riconciliazione
Iulianos le ha mantenute. Ma quando è stata annunciata una guerra in modo evidente, l'Italia è stata
cinta da mura, il popolo celtico è stato chiamato alle armi, il popolo scitico si è mosso, la fanteria è
andata avanti, gli arcieri hanno fatto il loro viaggio, niente li ha trattenuti, niente li ha fatti deviare,
né la cavalleria dei Persiani che era attiva sull'Eufrate, né le macchine da guerra che sono state
applicate alle mura, né le città che piangevano, né il fuoco che era atteso, ma Konstantios, a costo
del massacro della terra dei Romani, ha consegnato ai Barbari i nostri uomini più importanti, per
non parlare di quelli di stirpe meno illustre, soltanto allora Iulianos ha lasciato che i suoi nemici
guardassero la strada molto frequentata, ma lui ha guardato un'altra strada non battuta, aspra e
inaccessibile per i suoi precipizi, come un colonnato tracciato a mano in una città, e lui ha fatto
questa strada, forse perché Apollo lo guidava, e rendeva liscio ciò che era difficile da attraversare
come il fossato degli Achei. 12,63. Così quelli che sono stati sorpresi non si sono accorti di ciò,
come i pesci quando la rete non è ancora stata raccolta, e quando è stato il momento opportuno,
Iulianos si è mostrato per la prima volta ed è arrivato nelle regioni più lontane, e lui non è stato per
niente diverso da un palombaro che è nascosto dalle distese del mare, e resta nascosto a quelli che
sono sulla riva, fino a quando vuole. 12,64. Iulianos considerava meno importante la vittoria in sé, e
considerava più importante il non dare l'impressione di fare un'ingiustizia, cosicché lui, mentre si
trovava in situazioni terribili, ha mandato a tutti gli uomini Greci delle lettere per scusarsi, e queste
lettere erano lunghe, brevi o di lunghezza intermedia, affinché esse fossero adeguate a quelli che le
avrebbero ricevute. 12,65. Dunque quando Iulianos si trovava in Pannonia ha preso alcune decisioni
riguardanti la Tracia, per decidere se fosse il momento opportuno per attaccare, o se fosse il
momento opportuno per aspettare, e al grande numero dei nemici lui ha opposto la sua bravura, un
evento casuale ha risolto la situazione quando le armi erano tranquille e ha trovato un compimento
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adeguato alla loro parentela. Infatti poiché era necessario che vincesse Iulianos che si difendeva, la
sorte ha eliminato con una malattia Konstantios che attaccava; e la vittoria di Iulianos è stata molto
grande, ma non c'è stata nessuna tomba di soldati. 12,66.Pertanto anche Kyros il grande deve essere
ritenuto inferiore a questo imperatore nel giudizio riguardo a quelli che sono cari agli dei; infatti se
Kyros ebbe un pastore per la sua salvezza, tuttavia Kyros combatté contro suo nonno, e anche
qualcosa di più, come dice Isokrates, cosicché nello stesso tempo lui governava sui Medi, e si
nascondeva; ma il tuo modo di ottenere il potere è stato più bello della sua acquisizione, tu sei
arrivato con mano pura a ogni potere. 12,67. E questa cosa è ancora più bella, sia quelli che erano
guidati da te, sia quelli che erano contro di te hanno provato la stessa gioia per questi eventi; infatti
quelli che erano contro di te erano con altri ufficialmente, ma con il loro affetto erano insieme a te e
hanno saputo dal tuo atteggiamento che tu eri un imperatore, e hanno saputo che eri un loro
commilitone grazie alle tue fatiche. 12,68. E certamente questo è stato il motivo per cui la tua testa
è stata portata a un diadema dagli dei più potenti, affinché la collera accompagnasse la corona, il
movimento seguisse la collera, e la tua corsa seguisse il movimento affinché tu fossi vicino al
potere. Le divinità hanno detto:“se tu indugi nel fare l'uccisione, sta' tranquillo.Penseremo noi a fare
questa cosa”. 12,69.Dunque questi sono i suoi comportamenti religiosissimi che noi conosciamo, e
dopo che Iulianos ha ottenuto sia la maggior parte dell'Europa sia l'Asia, non si è preoccupato di
nessuna cosa più che dei templi sacri, come un bravo costruttore di navi che valuta la carena prima
delle altre cose. Infatti come la nave viene salvata dalla solidità di questa carena, così le città sono
oggetto della cura di quelli che sono più potenti. Per questo motivo Iulianos ha fatto ricostruire dei
templi, ha fatto degli altari, ha abituato la sua patria a non combattere contro le cose buone,essa non
sopportava affatto il fumo dei sacrifici che era utile per lei, come un figlio che rimprovera la madre,
lui nei primi momenti è stato ingannato da questa sua patria, e in un secondo momento ha
allontanato se stesso e la sua patria dall'errore. 12,70. Dunque io mi stupisco di coloro che quando
menzionano i Persiani, dicono che tu li sconfiggerai, e non pensano che tu li hai già sconfitti, e ciò è
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avvenuto quando tu sei stato sulla bocca del Ponto vicino al Bosforo,e tu hai fatto ciò che faccio ora
io, hai esposto il tuo testo a un grande senato. Dunque qual è stata la tua vittoria? 12,71. Konstantios
dopo avere privato la terra della parte migliore dei soldati è andato nella terra orientale consegnando
le città alla parte meno buona dell'esercito, e quelli che avevano la funzione di protettori avevano
bisogno di coloro che li proteggessero, e quelli che facevano la guardia tremavano di paura insieme
a coloro che erano sorvegliati da loro. Dunque a noi sembrava di vedere il saccheggio delle città,
anche se esso non era ancora avvenuto, a noi sembrava che l'unica salvezza fosse la fuga. 12,72. E
quelli che abitavano nell'entroterra ritenevano che fossero felici coloro che abitavano sul mare,
quelli che abitavano sul mare ritenevano felici quelli che avevano delle navi, e in quel tempo non
c'era niente di più fortunato dell'essere proprietari di un'imbarcazione.E quelli che venivano da
Cipro erano onorati e a loro era promessa ospitalità.Ma neppure il mare era sicuro perché le persone
che stavano nei porti erano sicure che sarebbero state ferite per salire sulle barche,e nel mare c'erano
dei morti quando l'occasione faceva riunire dei pirati. 12,73. Un solo giorno ha messo fine a queste
emigrazioni. Infatti lo stesso giorno ha dato a te questa tua condizione e ha dato a noi il coraggio di
restare, non perché fossero arrivati dei rinforzi da qualche parte, non perché le nostre mura fossero
costruite o fossero ricostruite, non perché i nostri nemici fossero stati colpiti da nessuna peste, ma
perché un semplice nome ha respinto la paura, e tu quando eri lontano dal Tigri settanta giorni di
marcia, hai dato i segnali di battaglia, hai sconvolto i Persiani. 12,74. Spero che muoia malamente
quel Demaratos, il quale lodando al re Persiano i nostri beni gli ha detto che durante l'inverno lui gli
avrebbe consegnato la nostra città in schiavitù, ha cambiato le sue parole, e ha detto le parole di
Polydamas, quelle che Polydamas disse quando apparve Achilleus. Chiunque pensi bene riguardo a
questa vittoria la definirà grande e non peggiore di quella che avverrà in futuro. Infatti quest'ultima
vittoria renderà i nemici prigionieri di guerra, perché gli dei concederanno questa cosa, mentre la
prima vittoria ha impedito a noi di essere conquistati, e grazie alla vittoria futura noi avremo un
compenso per quelle sofferenze che abbiamo patito, ma grazie alla vittoria avvenuta in passato noi
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non abbiamo patito delle sventure ancora più gravi. 12,75. Io credo che un nemico sia sconfitto non
salverà sarà contento di ciò;infatti lui che si aspettava di essere tra i prigionieri ritiene di essere stato
privato di questa cosa. 12,76. Dunque questa è una dimostrazione del fatto che i Persiani siano stati
sconfitti, riguardo alle altre cose ti chiedo di perdonarmi in nome di Zeus se io ho reso pubblica
qualcuna di quelle cose che erano segrete, ma questo fatto costringe la mia bocca a parlare ed è più
forte delle mura dei miei denti, sono arrivate l'altroieri delle lettere assire che chiedevano di aprire
12,77. Dunque io pensavo che Iulianos avrebbe applaudito, avrebbe festeggiato e si sarebbe
preoccupato della velocità, e mi sono rallegrato facendo l'azione di uno che è stato sconfitto molte
volte, ma lui ha gettato via la lettera con un coraggio maggiore di quello di Diomedes, perché lui
pensava che sarebbe stato terribile se qualcuno che meritava di essere punito avesse parlato di
accordi di pace. 12,78. Non meno importanti di queste parole sono quelle che Iulianos ha detto agli
inviati che venivano da parte degli Sciti, e lui dopo avere accolto costoro che cavillavano sui trattati,
ha ordinato che loro andassero via e che si preoccupassero della guerra, e dopo lungo tempo un
Romano ha rivolto una minaccia a un barbaro. 12,79. Per quale motivo il vento della guerra è
cambiato? E che cosa ha fatto in modo che i Romani facessero paura ai Persiani? Non una battaglia
di fanteria, né la fatica di una battaglia di cavalleria, né una novità delle armi, né una scoperta di
macchine da guerra, ma i frequenti sacrifici, il loro sangue abbondante, le esalazioni dei loro aromi,i
banchetti degli dei e degli spiriti hanno umiliato i nostri nemici.12,80.Per questo Iulianos è contento
di essere chiamato sacerdote non meno di quanto è contento di essere chiamato imperatore, e il
titolo è adeguato alle azioni; infatti Iulianos ha superato i sacerdoti nel culto degli dei come ha
superato gli imperatori nel governo. Io alludo non ai sacerdoti di adesso, che sono molto deboli, ma
ai sacerdoti che c'erano anticamente in Egitto, che erano molto accurati. Infatti Iulianos talvolta
faceva sacrifici, talvolta cessava di farli, non per obbedire a degli obblighi delle leggi, ma riteneva
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giusto il detto secondo cui bisogna cominciare dagli dei, sia nelle azioni, sia nelle parole, e quelle
vittime che lui sapeva che altri consacravano ogni primo giorno del mese, lui faceva in modo che ci
fossero ogni giorno, lui accoglieva con il sangue il dio che sorgeva, e con il sangue accompagnava
il dio al suo tramonto, e faceva questi riti di nuovo per gli dei notturni. 12,81.Infatti quando Iulianos
è trattenuto nella reggia e ha molte cose da fare, e non è possibile per lui correre ogni giorno in un
tempio, fa in modo che il palazzo imperiale diventi un tempio e fa in modo che il giardino diventi
più puro delle parti inaccessibili dei templi durante il suo impero e gli altari diventano più piacevoli
grazie agli alberi, e gli alberi diventano più gradevoli grazie agli altari. 12,82. E la cosa più bella è
che Iulianos non onora gli dei con mani di altre persone stando in un luogo elevato o circondandosi
di scudi dorati, ma lui agisce in prima persona, corre qua e là e fa il taglio, riceve il coltello, uccide
gli uccelli, non ignora gli organi interni degli animali, e un segno di queste cose sono le sue dita
piene dei segni che vengono da questa attività. Infatti lui ritiene che sarebbe assurdo se lui
maneggiasse i documenti dei magistrati e non facesse i riti dovuti agli dei con le proprie mani.
12,83. Per questo motivo Iulianos non considera le riunioni dei comandanti militari, dei centurioni e
dei tassiarchi tra le cose urgenti e non passa il suo tempo nelle loro discussioni, ma lui si allontana e
va dai maestri delle cose oscure, perciò anche quando non arriva nessuna lettera dai confini
dell'impero o ne arrivano molto poche, lui sa tutto, e come nessuna delle cose che sono sulla terra è
mai sfuggita al sole, così neppure lo stesso sole concede che nessuna di quelle cose avvengono sia
ignota a te, Iulianos. 12,84. Inoltre anche tutti quei barbari che sono nelle regioni estreme della
terra, che abitano la nostra terra dal mare esterno fino alle coste rocciose del Ponto, hanno appeso le
loro armi e coltivano la terra, e loro hanno rinunciato a quelle ricchezze che venivano dalle armi e
dalle nostre risorse, e rivolgono preghiere a Demeter. Quei sudditi che erano destinati a finire male
hanno rovinato se stessi con il loro favore per la tirannia, non hanno potuto fare ciò che speravano
di fare, ma quando sono stati presi prigionieri non hanno patito quelle sofferenze che temevano,
loro sono stati i soli a vivere grazie a simili decisioni. 12,85. Io mi sono stupito per il fatto che
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Xerxes non abbia ucciso quelli che si sono presentati per essere condannati a morte al posto dei
messaggeri. Gli araldi hanno patito un torto da tutta quanta la città, cosa che i Persiani potrebbero
avere ignorato, e Xerxes nello stesso tempo rispettò il coraggio di quelli che si erano consegnati.
Iulianos invece ha punito solo con delle dimostrazioni di colpevolezza quelli che hanno tramato
contro di lui delle insidie che non è lecito dire. 12,86. O uomini, noi dobbiamo ritenere che anche
queste cose siano state proprie degli stessi dei soccorritori che furono ottimi per la difesa di Argo,
nata dalla terra, loro custodiscono Iulianos insieme alle guardie del corpo, lo difendono anche dalle
sue guardie del corpo, e se trovassero dei lupi al posto dei cani, lo rivelerebbero, non mediante le
visioni deboli e tortuose dei sogni, ma come noi adesso ci vediamo gli uni gli altri; e uno potrebbe
dire a un altro riguardo all'oratore che lui parla bene, o potrebbe dire il contrario, così gli dei
parlano a Iulianos di coloro che tramano rivolgimenti politici, gli dei onorano gli occhi di Iulianos
con la loro visione, e non permettono di diffidare di Homeros, il quale ha mescolato gli dei agli
esseri umani come compagni e amici. 12,87. Come potrebbero non essere tuoi amici gli dei, quando
nessuno di loro è stato trascurato da te nel viaggio dall'altare verso questo luogo? E tu quando sei
andato in Frigia, dalla madre degli dei, ti sei allontanato molto dalla strada diretta, e dopo avere
onorato questa terra in modi numerosi e grandi hai fatto il tuo ritorno. Poi sei venuto nella nostra
città, e,come potrebbe dire qualcuno di quelli che non sanno niente, sei rimasto tranquillo, ma, come
invece direi io, tu hai combattuto, e tu hai trovato una di quelle cose che portano alla vittoria,ed essa
è più importante di questa stessa battaglia. E le cose stanno così. 12,88. Nel tempo passato l'impero
dei Persiani non era maggiore del nostro impero per la sua grandezza, non era migliore del nostro
per la sua forza e non era più bello per la sua arte, né era più forte per le sue armi. Ma la divinità
unisce tutte queste capacità quando è presente, e le distrugge quando è assente, la divinità ci ha
abbandonati e si è schierata con i nemici, le divinità che sono padrone della guerra, della battaglia e
della fuga, fanno la guerra a coloro che li disonorano e rafforzano quelli che li rispettano. 12,89.
Dunque quando ancora gli eserciti si scontravano, alcuni dardi nascosti sono andati dagli dei verso i
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nostri soldati, i dardi degli dei hanno colpito alcune anime, e Ares ne ha mandati alcuni, mentre i
commilitoni di Ares, Deimos e Phobos hanno scagliato altri strali. I nostri soldati sono stati colpiti
al cuore da questi dardi, e i pugnali si sono mossi dalle loro mani e loro hanno patito che è naturale
per gli esseri umani, sono stati sconfitti dagli dei. 12,90. Infatti tu sai bene che è necessario che
ciascun soldato onori questi dei di cui chi combatte ha bisogno, cosicché la cosa principale della
preparazione, non è lo scudo, né la corazza, né un giavellotto, ma l'avere detto agli dei quelle cose
che tu hai detto, tu hai dato come arma all'esercito l'intelligenza degli dei, che sono le potenze
maggiori, e gli uomini corrono volentieri verso gli altari e competono tra loro per l'incenso. 12,91.
Dunque tu hai dato un tale muro di cinta all'impero romano. Tu, facendo bene, trasformi anche una
moltitudine di persone, compiendo quell'azione che è propria di Proteus verso gli altri individui.
Infatti adesso gli abitanti della terra sono stati trasformati da semplici maiali a esseri umani. 12,92.
La tua eloquenza è la causa di tutte queste cose. Infatti queste cose sono prodotti della tua sapienza,
la tua sapienza deriva dalle conoscenze retoriche di ogni tipo che tu hai appreso nella tua anima, e
alcuni tue opere vanno di corsa, altri vanno adagio, sono lettere, dialoghi e bei versi. Con alcuni di
questi versi tu fai degli elogi, con altri fai una persuasione, con altri fai una costrizione, con altri
incanti e superi i retori per la tua filosofia, e superi i filosofi per la tua capacità retorica, e sei
superiore agli uni e agli altri per la tua poesia, e per Zeus come tu sei superiore ai poeti in entrambe
quelle conoscenze, filosofia e retorica, e, per Zeus, tu sei superiore a tutti quelli che ho detto, perché
tu conosci alla perfezione entrambe le lingue, greco e latino, e io dico questa cosa non perché io
l'abbia sentita dire, ma quel Cartaginese mi ha convinto di ciò. 12,93. Dunque se ti fosse accaduto di
ottenere questi possedimenti senza il potere imperiale, tu avresti dato a molti imperatori il desiderio
di dare a te le loro capacità e di prendere le tue, e se in in qualche modo fosse possibile per te
esprimere la tua eloquenza in dieci lingue, tu non avresti bisogno di aiutanti nelle tue lettere. 12,94.
Tu non solo hai ottenuto queste doti di eloquenza che sono numerose, belle e varie nelle fatiche
precedenti al tuo impero, ma anche adesso tu hai mantenuto il tuo impegno insonne riguardo a
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queste attività. E il tuo impero non ti ha costretto a lasciare giacere i libri come se essi fossero inutili
per te, ma nella prima parte della notte tu canti molto e sei il primo degli uccelli, o produci dei
discorsi o ricevi i discorsi prodotti da altri. Tu hai vinto la forza del sonno e hai controllato il tuo
ventre; infatti quel sonno regna sulle palpebre insieme al vino e alla sazietà, ma senza queste cose
esso non ha una grande forza. 12,95. Che cosa c'è di strano se tu disprezzi la bellezza dei corpi e
mangi poco come le cicale, per la produzione di discorsi, per la compagnia degli dei, per una fatica
continua? Infatti chi corre verso queste cose si allontana dai piaceri fisici. E nella sua armatura di
morigeratezza Iulianos forse perde le lodi per la sua morigeratezza; infatti l'impossibilità di vivere
seguendo questo stile di vita porta a essere asserviti a un cattivo desiderio e toglie l'ammirazione.
12,96. Il nostro imperatore è tale ed è anche console, e vince su tutte le cose non soltanto perché noi
abbiamo deciso così, ma anche perché gli dei danno questo giudizio, lui chiude la bocca di Momos
per la perfezione della sua virtù; perché anche questa cosa è nobile e magnanima, il fatto che lui
abbia scelto come collega un uomo molto inferiore nella sua condizione, e non abbia evitato questa
carica anche se il suo collega non è del suo stesso grado, e non lo abbia fatto diventare del suo
stesso grado prima di quando ciò fosse opportuno. 12,97. Certamente anche Xanthos, cavallo
immortale, non disonorò Pedasos che correva a fianco a lui. E oltre a questo esempio noi sappiamo
che Athena e Diomedes furono condotti su uno stesso carro “la terribile dea, e quell'uomo valorso”.
12,98. Ora mi sembra che anche il tuo matrimonio apprezzi la morigeratezza e abbia tutti i simboli
della giustizia, e i tuoi figli saranno generati nei modi migliori perché il tuo titolo porta un buon
presagio. 12,99.Se ci fosse una competizione tra gli anni, come avviene per gli atleti, e se ci fosse
una decisione sulla vittoria, io credo che questo anno sarebbe considerato vincitore da tutti i giudici.
Infatti molti anni hanno accolto il console, e io spero che lo faranno anche in futuro, ma questo anno
è il primo che accoglie il console nell'impero monarchico.Dunque se niente impedì a Saffo di Lesbo
di chiedere che la notte che veniva a lei fosse doppia, deve essere possibile anche per me chiedere
qualcosa di simile: “o Chronos, padre dell'anno e dei mesi, prolunga a noi questo anno il più
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possibile, come quando tu prolungasti la notte nella quale Herakles fu concepito, e certamente tu
devi prolungare la vita dell'imperatore più del limite detto da Solon ritenendo che sia un onore
anche per te la vecchiaia di un imperatore eccellente. 12,100. Io chiedo queste cose e inoltre chiedo
che il nostro esercito faccia i suoi pasti a Susa e che i Persiani versino del vino al nostro esercito. È
giusto pregare per queste cose, ed è logico aspettarsi queste cose. Infatti insieme agli dei anche noi
stessi ci muoveremo. 12,101. Iulianos, tu devi venire e devi dare la libertà a tutti i tuoi schiavi bravi
ed eccellenti, e bisogna ritenere che questi schiavi siano tanto più felici di quelli che sono stati
frustati per la libertà, quanto i liberi sono più felici di quelli che muoiono schiavi. Dunque un uomo
trasforma la condizione di costoro, e lui ha cominciato dalla libertà di se stesso e non ha permesso
che il dispotismo dei piaceri dominasse la sua anima. 12,102. Grazie all'importanza del consolato
essi prevalgono sugli schiavi che sono stati liberati dalla loro schiavitù, su quelli che sono stati
liberati durante il consolato di altri uomini il loro vantaggio consiste nell'aggiunta del titolo
dell'imperatore, su quelli che sono stati liberati durante il consolato di altri imperatori, il loro
vantaggio consiste nel merito superiore dell'imperatore attuale. Così né gli occhi degli esseri umani,
né quelli degli dei hanno mai visto in precedenza nessuna festa che fosse simile a questa.
solo perché i discorsi retorici sono una parte e forse non la meno importante dei riti sacri, ma anche
perché tu sei stato spinto all'onore degli dei da questi stessi discorsi retorici.E poiché è accaduto che
questi discorsi retorici siano stati responsabili di quei beni che sono presenti adesso, certamente
dovrebbe esserci uno spazio per questi discorsi retorici anche nel palazzo imperiale. 13,2. Dunque
questi discorsi vengono dopo essere stati onorati come in un trionfo ed essi si congratulano con se
stessi e con tutti gli esseri umani, e hanno rinunciato alla loro lunghezza, e vogliono apparire a te
nella loro bellezza e di corsa, e per dare a noi la grazia di Hermes,delle Muse, e della tua persona.
Infatti se tu darai una decisione di approvazione, tutte le cose andranno bene. 13,3. Soltanto io ho la
possibilità di essere fiducioso tra tutti quelli che hanno osato fare una cosa simile, e ciò non è
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dovuto alla forza dei miei discorsi, né al fatto che io abbia una capacità superiore a quella di un
altro, ma perché le cose di quelli che sono amati, qualunque sia il loro modo di essere, sembrano
belle a quelli che le amano e questi ultimi perdono la capacità di giudicare e gridano come di fronte
a cose meravigliose. 13,4. Tu da lungo tempo hai collocato te stesso in questa posizione rispetto a
me, e ogni retore che viene per fare dei discorsi ti dà la paura che lui per caso dica qualcosa meglio
di me, e che vada via avendo cambiato l'opinione che tu hai di me. 13,5. Dunque io ho l'occasione
per fare un inizio alla maniera di Alkaios di Lesbo? “Tu sei arrivato dai confini della terra, e non ti
vanti perché hai preso dell'avorio montato sull'oro”, come fece quell'uomo, ma ti vanti
semplicemente perché tu dirigi il mondo abitato con la tua anima che è d'oro, e hai dei grandi
esempi che provengono dalla tua stirpe, e hai fatto diventare piccoli anche quegli esempi che erano
grandissimi. 13,6. Infatti si dice che una cosa simile sia avvenuta anche agli Eacidi, e Aiakos fu
buono, ma quelli che nacquero da lui furono più conosciuti di lui per le loro imprese, la sua
discendenza quando giunse ad Achilleus ebbe il suo massimo splendore, e una cosa simile accade
anche adesso; uomini nobili hanno generato un uomo ancora più nobile, e hanno subito quella
sconfitta che è la più piacevole, e hanno reso di tutti questa sconfitta che è comune. Infatti se quelli
che vengono dopo sono migliori degli altri in qualche cosa, dimostrano che costoro sono inferiori
ancora di più a quell'uomo, perché essi erano migliori dei precedenti. 13,7. Dunque tu anche quando
eri lontano dall'impero hai cominciato a esercitare il potere. Infatti gli eventi della tua infanzia non
sono simili a quelli degli altri, neppure i fondamenti sono simili. Tuttavia colui che nelle prime fasi
della sua vita è stato un privato cittadino è più esperto nell'amministrazione di quelli che sono
allevati nelle vesti di porpora. Lui riceve dall'esperienza pratica l'apprendimento di quelle cose che
sta per amministrare. 13,8. Così tu, Iulianos, sei superiore a quelli che hanno avuto l'impero prima
di quanto fosse utile, perché sei arrivato a questo potere in modo migliore; ma tu vinci su quelli che
hanno ottenuto questo potere come te, e tu vinci ancora di più sia su costoro, sia su quegli altri per
questi motivi, per la tua cultura e per i tuoi studi di retorica, e con questi studi tu hai nutrito subito la
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tua anima fin da giovane grazie agli dei che sapevano ciò che sarebbe accaduto in futuro, e quando
tu eri lontano dall'impero sei stato formato dagli dei per la tua condizione presente e gli dei hanno
ritenuto che sarebbe stata una cosa sbagliata se colui che in futuro sarebbe salito su un carro e che
doveva fare questa cosa con abilità e non essere danneggiato insieme ai cavalli e colui che in futuro
avrebbe ricevuto le preoccupazioni del mondo abitato avesse preso una guida così importante in una
condizione di ignoranza, e gli dei hanno ritenuto che sarebbe stata una cosa sbagliata se lui, essendo
migliore dei suoi sudditi anche nelle sue vesti, fosse stato inferiore a loro nella cosa che è più
onorevole. 13,9. Dunque gli inizi dell'apprendimento di Iulianos sono avvenuti quando io ho
cominciato a insegnare, e anche se lui è stato generato dalle persone che noi sappiamo, lui avendo
abbandonato ogni arroganza è andato a scuola ponendo se stesso allo stesso livello degli altri
studenti, e con queste azioni lui ha onorato l'uguaglianza rispetto a queste cose, è stato amato, e
anche in questa cosa ha riportato una vittoria gloriosa, ha ricevuto lo stesso seme di altri, ma ha
superato gli altri giovani studenti nel suo raccolto. 13,10. Iulianos ha dato l'impressione di essere
adatto in ogni modo all'impero, e ha indotto le lingue di quelli che lo vedevano a dire questa cosa, e
affinché un tale discorso non scorresse in una schiera ampia di persone e in una città orgogliosa, è
stato mandato a soggiornare nella città di Nicomedia,perché essa era molto meno importante. 13,11.
Ma questo evento è stato un inizio di alcune cose buone grandissime sia per lui sia per la terra.
Infatti c'era una scintilla di capacità divinatoria nascosta in quella città e che a fatica ha evitato le
mani degli empi. Grazie a essa, tu hai potuto rintracciare ciò che era nascosto e tu, che sei stato reso
benevolo dagli oracoli, hai frenato il forte odio contro gli dei. 13,12. E quando tu sei andato in Ionia
e hai visto un uomo che sembrava essere sapiente e lo era, e lo hai sentito parlare riguardo agli dei
che hanno prodotto questo mondo e lo conservano, e tu hai rivolto il tuo sguardo alla bellezza della
filosofia, e hai gustato le fonti di quella bellezza piacevolissima, ti sei liberato velocemente dal tuo
errore, e come un leone hai rotto le tue catene, sei uscito dalle tenebre e hai ricevuto la verità in
cambio dell'ignoranza, hai ricevuto ciò che è valido in cambio di ciò che è falso, hai ricevuto gli dei
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che primeggiavano nei tempi antichi invece di quel dio che ha fatto irruzione chiassosamente in
tempi recenti. 13,13. Tu dai ai retori il tempo migliore, e questa è opera degli dei che portano il tuo
intelletto alla grandezza grazie a Platon, affinché tu possa intraprendere grandi imprese con una
mente elevata, dunque tu sei forte in entrambe le cose, nella tua eloquenza fluente, e nella tua
conoscenza delle cose reali, prima che tu potessi aiutare i templi hai rivelato che non avresti
trascurato ciò che l'occasione ti avrebbe dato,hai pianto per i templi che giacevano al suolo, hai fatto
un lamento per quei templi che erano stati saccheggiati, hai provato dolore per le offese che sono
state fatte ai templi, hai dato a quelli che ti erano vicini la possibilità di vedere nel dolore che c'era
allora quell'aiuto che sarebbe avvenuto in futuro. 13,14. Quando una simile speranza è cresciuta,
tutte le persone migliori e assennate sia sulla terraferma, sia nelle isole, si sono schierate con te e si
sono unite nel preparare a te l'impero non con le armi, né con le spade, ma con alcune preghiere
nascoste, e con alcuni sacrifici segreti, e ogni indovino è stato attivo nel desiderio di sapere in
anticipo ciò che si vede adesso. Gli dei ti hanno dato il loro assenso in modo benevolo. 13,15. Così
tu sei stato imperatore molto prima che avessi questa clamide e hai avuto il tuo potere di fatto anche
prima del tuo incarico. Infatti se c'è la volontà che qualcuno prenda il potere, anche se lui non ha
ancora raggiunto ciò che desidera, nelle menti di quelli che lo desiderano lui è già nella condizione
di chi ha il potere. 13,16. Gli dei sono stati lieti della tua conversione, e hanno cominciato a darti e a
preparare per te le ricompense per le attività che tu avevi deciso e che tu stavi per fare a loro favore.
Gli dei hanno preparato per te lo scettro, e ti hanno dato la salvezza, ma quando il mare è stato
sconvolto da alcuni venti dannosi, e quando il mare ha fatto affondare alcune barche, e ne ha
sommerse altre, e quando l'onda si è sollevata sopra le mura, gli dei mandando i Dioscuri dall'alto
dalla loro comune sala riunioni hanno sottratto la tua imbarcazione dalla tempesta. 13,17. E io ho
detto queste cose, per quanto è stato possibile coprendole, perché so che in questo modo io ti faccio
piacere; infatti nell'abbondanza della tua generosità tu hai concesso il perdono per il ricordo delle
ingiustizie che tu hai patito anche a quelli che ti hanno offeso. Io cercherò di mantenere questo
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atteggiamento nel mio discorso e spero che sarò perdonato se le circostanze non mi permettono di
farlo in modo completo. 13,18. Dunque io ho pensato di nuovo che tutte quelle cose che gli dei
hanno deciso di togliere al tuo onore sono anch'esse parte di un destino più bello per una volontà
degli dei. E quando tu sei stato privato della possibilità di andare dove volevi, sei stato chiuso in un
luogo nel quale certamente saresti andato di corsa se ne avessi avuto la possibilità. Infatti tu sei stato
mandato nella città più antica, più sapiente, più cara agli dei, e amata in modo comune dagli esseri
umani e dagli dei, Atene, ed è stato come se per punire uno dei Feaci lo si fosse rinchiuso e tenuto
nel giardino di Alkinoos. 13,19. Ciò è stato un vantaggio sia per te sia per la città. Infatti tu hai visto
la città e la città ha avuto un alleato, che è stato obbligato da vincoli non scritti e derivanti dalla
benevolenza a farle del bene in tutti i modi per l'eredità di Atene. Io ho detto che la città è stata vista
da te, perché tu che eri pieno delle conoscenze retoriche tratte dalla Ionia, e tu non avevi nessun
bisogno di quella grande città per la tua sapienza, ma sei arrivato nel luogo in cui era una
consuetudine imparare, e sei arrivato là per mostrare quelle conoscenze che tu avevi. 13,20. Gli
eventi successivi a questi contengono la dimostrazione più grande del fatto che la tua vita sia stata
amministrata dalle decisioni delle divinità, e del fatto che le divinità stando vicine a te hanno
vegliato su di te operosamente, e hanno eliminato le tue paure e ti hanno portato al potere, lo hanno
fatto non gradualmente e in un lungo periodo di tempo, ma ti hanno dato l'impero con un
cambiamento improvviso, tali sono le azioni degli dei,e tali azioni non hanno bisogno di un indugio,
ma danno compimento alle loro decisioni. 13,21. Così gli dei ti hanno mandato via da Atene quando
avevi il mantello di filosofo, ma presto loro ti hanno fatto comparire nella veste di imperatore,
Konstantios che ti ha dato questa cosa, non aveva fiducia in te, ma è stato costretto a darti fiducia,
non aveva fiducia in te perché era consapevole delle proprie colpe, e ti ha dato fiducia perché è stato
incoraggiato dalla tua indole naturale, e lui ha cambiato idea molte volte, finché la paura ha ceduto
il posto alla fiducia. 13,22. Tuttavia tu non hai preso il potere imperiale nei modi facili e meno
faticosi, come è naturale che faccia un puledro quando viene condotto per la prima volta sotto un
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giogo, ma, come se tu avessi navigato e avessi fatto la tua prima partenza dallo stretto di Sicilia, che
è una rotta difficilissima, come rende chiaro Homeros, e come testimonia Thukidides, così tu hai
dato inizio alle tue fatiche di imperatore da occidente, cioè il luogo della guerra. 13,23. E da un lato
la tua condizione era quella di un uomo che riceveva una parte del potere imperiale, dall'altro la tua
azione era di chi si impadroniva di un potere che non aveva ancora. E tu hai fatto il tuo viaggio
verso delle città che erano solo dei nomi più che delle città vere e proprie e tu in futuro le avresti
rese delle città più di quanto lo fossero quando tu le hai trovate. 13,24. Infatti la corrente dei barbari
aveva sommerso la felicità dei Galli, o piuttosto aveva reso dei Barbari quelle cose che
appartenevano ai Galli, infatti i Barbari non hanno distrutto immediatamente tutte le cose, ma hanno
tenuto tutti quei beni che si potevano portare via e sono diventati più forti grazie ai beni che hanno
avuto in aggiunta, e tu non ti sei accontentato di porre fine alla loro tracotanza, e non hai nemmeno
ritenuto sufficiente il non patire più nessun attacco da loro, eppure questa è la prima preoccupazione
di chi è preso in mezzo all'incendio, il non farsi sopraffare dalle fiamme, ma tu ritenevi che non
avresti potuto guardare liberamente il sole se tu non avessi reso amara la gioia che i Barbari
provavano per la loro vittoria, e se tu non avessi reso dannoso per loro quel saccheggio che essi
facevano comodamente, e provavi vergogna tu, che cercavi di salvare i Galli, invece dei Galli che si
erano arresi. 13,25. A questo punto del discorso Homeros direbbe “O Muse, che abitate le case
dell'Olimpo parlatemi adesso”, io potrei chiederti di dire come ognuna di queste cose sia avvenuta.
Non c'è nessun bisogno che la tua bocca dica queste cose, ma sarà sufficiente dare l'opera storica
che tu stesso hai composto su questi stessi eventi dei quali tu sei stato sia il comandante militare sia
lo storico. 13,26. Ma quegli argomenti saranno utili a me, a un lungo discorso che io farò tra poco,
sintesi, e infatti la loro fama ha raggiunto tutta la terra abitata. 13,27. Tu hai fatto in modo che quelli
che inseguivano fuggissero e che quelli che in passato erano rannicchiati per la paura inseguissero i
nemici, e hai fatto in modo che quelli che avevano rubato restituissero quei beni, e che quelli che
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avevano subito i furti recuperassero i loro beni, e hai scambiato paura e coraggio, forza e
umiliazione,hai respinto il tremare mandandolo tra i nemici, e hai trasferito la prevalenza dai nemici
ai tuoi amici. 13,28. Tu non avresti potuto compiere queste azioni senza Athena, ma avevi con te
questa dea già da Atene, sia come partecipe delle tue decisioni, sia come collaboratrice delle tue
azioni, come Herakles contro il cane mostruoso, tu hai visto tutte le cose correttamente con la tua
ragione, tu hai compiuto tutte le tue azioni con le armi in modo glorioso, non mandando dei soldati
da una fortificazione, né stando in una tenda e chiedendo notizie riguardo agli eventi della battaglia,
ma anche utilizzando i tuoi piedi, muovendo le tue mani, scuotendo la tua lancia e brandendo una
spada, esortando i soldati con il sangue dei nemici, e tu sei imperatore nelle tue strategie, sei un
comandante militare nel tuo disporre l'esercito, e sei eccellente negli scontri. 13,29. Dunque molte
volte tu sei tornato perché dovevi lavare le armi piene del sangue dei barbari, e ti acccoglieva una
tavola non diversa da quella dei molti soldati; infatti tu hai ritenuto giusto fare delle azioni più
numerose di loro, ma non hai accettato di vivere in modo più comodo di loro. 13,30. Dunque quali
sono i frutti di queste tue azioni? Le città dei Galli si sono ristabilite, e noi le osserviamo mentre i
barbari le costruiscono. Infatti come gli Spartiati devastarono la terra dei Tegeati, e lavorarono
quella terra dando delle chenici ai vincitori, così i Barbari che hanno distrutto queste città sono stati
costretti a ricostruirle, e quelle mani che sono state capaci di distruggere hanno imparato a
ricostruire. 13,31. Il popolo delle città non si è mescolato con quelli che sono arrivati dalla
campagna, e non è stato formato da quelli che si sono trovati lì per caso, in un modo per cui le cose
inanimate sarebbero state simili a quelle precedenti, ma la cosa più importante sarebbe stata
peggiore di come era in precedenza, ma tu con ogni astuzia hai restituito le case al loro luogo e le
persone alle loro case. E uomini, donne, bambini sono passati da una schiavitù ingiusta a un'antica
felicità, e loro che erano stati allevati in condizione di schiavi da quei barbari, hanno ricevuto un
nutrimento da questi ultimi essendo loro padroni. Questo nutrimento è stato il grano, ed è stato il
compenso per la pace. 13,32. Quando molti messaggeri sono corsi presso l'imperatore più anziano,
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Konstantios, nessuno ha chiesto un esercito, ma tutti rivelavano la vittoria. La notizia si è diffusa ed
è arrivata tra i Persiani. Poi i Persiani ti hanno pregato di restare sul fiume Reno, e coloro che
abitavano sul Reno ti hanno chiesto di attraversare il Tigri, e hanno chiesto che un altro uomo fosse
contrapposto a loro, e che tu mostrassi la tua lancia ai Persiani. 13,33. Io voglio bene a quei soldati
che vedendoti incoronato dalle tue vittorie non hanno sopportato di non darti quella corona fatta di
pietre preziose e loro hanno ritenuto strano che il tuo titolo non fosse corrispondente alle tue azioni
e non hanno sopportato che il tuo onore non fosse in accordo con le tue vittorie. Pertanto poiché
anche la tua eccellenza chiamava questo dono, loro hanno seguito questa cosa e hanno fatto bene,
come se loro avessero dato a un ottimo soldato un equipaggiamento migliore invece di quello
peggiore. 13,34. Queste azioni sono state fatte da questi uomini per alcune necessità che a loro sono
apparse evidenti, ma con alcune decisioni nascoste tali cose sono state stabilite dagli dei, che si sono
schierati in battaglia con te e hanno guardato dall'alto le battaglie. Oh quella notte santa, oh quella
ambizione divinamente ispirata dei soldati, oh quel tumulto molto gradevole, oh quello scudo beato,
che ha ricevuto la consuetudine della proclamazione nel modo più adatto di ogni tribuna che era
consueta per te! Come è stato bello il tuo respingere l'offerta! Ma ancora più bello è stato
giusto il placare la tua ira per ciò era avvenuto, ed è stata una cosa coraggiosa il fatto che tu non sia
passato alla violenza per ciò che ti è stato dato. 13,35.Molte tribù ti hanno fatto delle esortazioni con
innumerevoli talenti, ma tu hai catturato facilmente il loro capitribù, gli hai inflitto l'oltraggio che è
proprio dei malvagi, gli hai insegnato con le frustate sui fianchi a non ottenere simili guadagni,forse
tu hai riso per il fatto di essere oggetto di macchinazioni, ma noi ci siamo preoccupati, anche se era
possibile per noi essere fiduciosi. Helios, che vede e ascolta tutte le cose, ha visto che noi in quel
momento abbiamo pensato queste cose, e ha visto qual era la fine della guerra che noi chiedevamo.
Quel dio generoso ha dato tali cose e in un modo più onorevole di quanto ci si sarebbe potuti
aspettare. 13,36. Infatti Helios non ha permesso a un esercito di scontrarsi con un altro esercito, né
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ha permesso di sfoderare un'arma di ferro, né ha permesso che dei familiari facessero azioni militari
coraggiose gli uni contro gli altri, né ha permesso che la terra fosse resa rossa per l'uccisione delle
persone più care, né che si compisse una vittoria dolorosa per coloro che avrebbero vinto, né che gli
stessi uomini sia vincessero, sia piangessero, ma ha rimosso Konstantios da quelle situazioni, e
Konstantios ha avuto l'occasione opportuna per andare via, Helios ha fatto in modo che tutto
l'impero fosse dato a un esperto del regnare, cosicché il tuo potere è stato privo di sangue e quel
morto è stato onorato da te per il modo della sua morte. 13,37.E se anche Konstantios avesse chiesto
che la discordia fosse risolta con il ferro, e se fosse stato necessario risolvere la controversia con le
armi, il risultato non sarebbe stato diverso, sarebbe scorso il sangue, ma esso sarebbe stato poco e
per poco tempo.Infatti, tranne alcuni reparti dell'esercito che erano molto pochi, e che erano stati
adulati, tutto quanto l'esercito era concorde, e ha deciso di correre da te, e insisteva affinché fosse
guidato da te. 13,38. Dunque quale dei tuoi meriti dovrebbe essere ammirato di più? Si dovrebbe
ammirare di più la tua difesa della giustizia, o l'eccellenza dei tuoi seguaci, o il tuo nuovo percorso,
e quando ci si aspettava che tu passassi per la terra hai fatto una navigazione e hai permesso di
percepire la maggior parte del tuo movimento solo dopo che hai ottenuto il tuo scopo, oppure quel
tuo viaggio che ha spaventato le tribù dei barbari,o i doni che loro hanno portato sulla riva e ognuno
di questi doni voleva comprare l'allontanamento dell'esercito dalle loro terre? 13,39. Io sono un
amante di quel fiume, Oronte, e a me sembra che esso sia più bello del fiume Enipeus, per la sua
bellezza, e più utile del Nilo, che fa l'agricoltura, e il nostro fiume ha ricevuto sulla sua corrente
benevola delle imbarcazioni che portano a tutti la libertà. 13,40. Io potrei dire qualcosa di più
importante delle cose che ho già detto? Parecchi tra gli abitanti della Cilicia non sapevano ciò che
accadeva nella loro terra, tu hai saputo la tua sorte quando eri in mezzo all'Illirico, e anzi nella
Galazia, sei andato navigando al tuo possedimento ereditario, perché la costruzione della tua flotta è
iniziata per il tuo atteggiamento di erede dell'impero, non per odio del nemico, ed è avvenuta la cosa
più strana di tutte, tu stesso sei divenuto messaggero delle tue notizie, e quelli che le hanno ascoltate
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si sono allontanati, e sono andati a comunicare queste notizie. 13,41.E tali cose non sono state opera
di una divinità, le città hanno provato una gioia minore di quella che sarebbe stata opportuna, ma se
tutti gli esseri umani fossero privati degli occhi da una malattia comune, e se recuperassero la
capacità di vedere all'improvviso grazie alla benevolenza di un dio, loro non avrebbero dovuto
gioire di più; infatti non è che la paura li ha costretti a fingere la gioia, ma la festa è stata fiorente
nell'anima di ciascuno, e ogni dolore privato è stato più debole di questa occasione favorevole, un
grido di persone contente è andato da ogni regione verso il cielo e questa gioia è cominciata dalle
città, dalle campagne, dalle case, dai teatri, dai monti, dalle pianure, e io potrei dire anche da quelli
che navigano, dai fiumi e dalle paludi, e dal centro del mare. 13,42. Infatti ciò che si dice che
Asklepios sia stato per Hippolytos, tu lo sei stato per il corpo del mondo. Tu hai fatto risorgere i
morti e adesso il titolo del potere imperiale ha ricevuto la sua realizzazione, se mai questa cosa è
successa. Tu hai punito quelle persone che ingiustamente sarebbero sfuggite a una punizione, ma
non hai rivolto un'accusa a quelli che avevano una giustificazione. Tu hai messo fine al
maltrattamento di cavalli e di muli da parte dei loro conducenti, e i cambi di questi animali in
precedenza erano stati organizzati per i servizi dello stato. 13,43. I governatori delle province ora
non sono governati dai loro guadagni. La loro paura è anche una speranza di onore, e la speranza li
induce alla virtù, mentre la paura li tiene lontani dalle azioni malvagie. Ogni spesa inutile è stata da
loro eliminata, ogni fonte di ricchezza non decorosa è stata da loro cancellata, e ogni dono
ragionevole è stato da loro onorato. Infatti tu sei l'unico che sei capace di dare in modo onorevole, e
di non dare in modo onorevole, e tu consoli le fatiche dei soldati mediante i tuoi doni, riguardo ai
taumaturghi tu non hai soppresso la loro attività, perché ritieni che essa sia utile alle comunità, ma
non l'hai ammirata, perché la ritieni inferiore a te. 13,44. La tua tavola è morigerata, i tuoi
commensali sono allievi di Platon, e con loro tu hai vegliato su tutta la terra e sul mare,e la Giustizia
siede accanto a Zeus in cielo, e i più sapienti uomini che sono sulla terra sono con te e apprezzano il
prodotto della tua mente che tu produci ogni giorno. 13,45. La tua produzione è più varia di ogni
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prato, io credo. Di questa tua produzione è proprio anche il ristabilire nei loro possedimenti antichi
e giusti le città, che hanno espulso da sé la povertà, la povertà delle città ha reso grandi alcune case
di privati cittadini, ma ha reso brutte le case della comunità,ma un merito migliore e maggiore è che
tu hai dato di nuovo gli dei del passato come tutori agli esseri umani, perché la stirpe umana, senza
quei grandi timonieri, vaga a caso e si schianta contro le rocce. 13,46. Ed è avvenuto, come nelle
eclissi di sole, un allontanamento di ciò che era fastidioso, e un ritorno del raggio di sole, e per le
città ciò consiste nel loro onore, che sono le corone, e nella loro salvezza, che sono i loro farmaci.
Infatti grazie alle corone le città diventano più belle, grazie ai farmaci le città vanno verso una
condizione di sicurezza. E a te dovrebbe essere dato un ringraziamento non minore di quello dato a
Pelasgos originario dell'Arcadia. Infatti il riportare in vita quell'onore che era stato spento è un
merito non minore dell'avere fatto apparire quell'onore che deriva dai templi. 13,47. Adesso si
potrebbe avere un'occasione opportuna per desiderare di vivere e di fare sacrifici per una vita più
lunga. Infatti adesso è possibile vivere per davvero, quando dei venti di felicità soffiano sulla terra,
quando il potere imperiale ha il corpo dell'essere umano, ma l'anima di un dio, quando un fuoco si
solleva verso gli altari, quando l'aria è purificata da un fumo sacro, e alcuni esseri umani ospitano le
divinità,e le divinità hanno relazioni con gli esseri umani. E a me sembra che le città non potrebbero
avere niente di più grande neppure se Zeus avesse scelto di amministrare le vicende di qui,
prendendo la forma di un essere umano. Infatti adesso noi siamo governati negli stessi modi che
Zeus utilizzerebbe. 13,48.Infatti l'imperatore guarda in modo acuto anche nei suoi pensieri ed è più
acuto di ogni Themistokles, e ritiene che ci sia qualcosa di più saggio nelle cose che sono migliori,
Iulianos guida il mondo abitato con i consigli che vengono da Zeus, e non aspetta degli oracoli che
vengano da un altro luogo e non perde il suo tempo come un pigro spettatore, ma lui si mette al
posto della Pizia, e non accetta di guardare al sopracciglio di alcuni indovini, né accetta di attribuire
una cosa tanto importante alla decisione di altre persone, ma sapendo che anche questa cosa è una di
quelle conoscenze che sono date da Cheiron, tu sai che Herakles è indovino non meno di quanto sia
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arciere, e hai dimostrato che Melampus è solo un bambino,e tu insieme agli dei vedi ciò che accadrà
in futuro. 13,49. Per questo motivo tu resti fermo e cammini, quando è meglio fare ognuna di queste
cose, e tu non impari il futuro dagli eventi passati, ma tu intraprendi le tue azioni avendo già chiara
in anticipo la loro conclusione, tu guidi gli eserciti, e sei guidato dalle potenze superiori degli dei.
13,50. Dunque Agamemnon si sentì dire da uno dei suoi subordinati che lui comandava su uomini
migliori di lui per effetto del caso, ma non ne aveva la forza, adesso invece nell'eccellenza di chi
comanda c'è anche il merito del potere. E nessuno darà l'impressione di essere tanto nobile, come
colui del quale si potrebbe pensare che lui non sarebbe giustamente tra i sudditi. 13,51. Infatti ciò
che c'è di buono negli altri uomini è presente in te in quantità maggiore. Tu sei l'unico che raccoglie
in sé tutti i pregi che onorano gli altri individui separatamente. E né un oratore, né un soldato, né un
ammirare se stesso più di quanto possa ammirare te. E infatti tu hai oscurato le loro attività con le
azioni che tu fai, e hai oscurato le loro parole con quelle parole che dici. 13,52. Tu hai superato
anche la bellezza che sembrava essere propria delle mie lettere. E in questa cosa il vantaggio è
comune, io ho piantato un bel seme, tu lo hai fatto crescere, e le città ne raccolgono il frutto. 13,53.
O dei salvatori, concedete la vecchiaia di Nestor all'imperatore, voi che in passato gli avete dato la
sua eloquenza, e dategli figli come a Nestor, e possano i suoi figli essere superiori a tutti quelli che
hanno guidato i Romani nel corso del tempo tanto quanto sono superiori per le loro virtù!
fianco dei loro amici, e tu stesso sei amico di Aristophanes di Corinto e vedendo che quell'uomo
pone le sue residue speranze nell'attenzione che tu gli dai, io ho ritenuto di dovere parlare riguardo a
quest'uomo e di dovere portare a lui un aiuto nel modo in cui io posso. 14,2. Infatti forse qualche
risultato utile nascerà dalle mie parole, e Aristophanes dopo avere ottenuto qualcosa di buono
tornerà nella sua città; ma se l'ostilità della divinità, e a causa di questa ostilità lui ha sofferto molte
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sventure, minaccia Aristophanes anche adesso, io avrò un onore da te a causa del mio impegno e per
lui sarà una consolazione il non essere disprezzato dai suoi amici, pur nelle sue sventure. 14,3.
Dunque se non fosse passato quel tempo spiacevole che non faceva niente di buono, io non dovrei
dire niente, infatti non ci sarebbe l'occasione per il mio discorso, ma Aristophanes dovrebbe cercare
degli eunuchi che fanno ciò che vogliono, dovrebbe prendere in prestito da loro moltissimo denaro e
dovrebbe comprare i grandissimi servizi dati dagli eunuchi; ma poiché Zeus si è vergognato di
queste cose che accadevano, ha posto fine a quell'impero malato, e ha trasferito il potere
all'amministrazione che deriva dai pensieri assennati, e si può parlare riguardo agli argomenti
importanti per un'assemblea, io ho ritenuto che sarebbe stato segno di una grande pigrizia il non
utilizzare la mia eloquenza quando la circostanza richiede questa eloquenza, soprattutto perché tu
apprezzi la mia oratoria e la tua mente non cerca di fare in modo che Aristophanes abbia qualcuna
delle cose che vuole, ma cerca di fare in modo che tu ti mostri mentre fai qualcosa che sia degno
della reputazione che tu hai adesso. 14,4. Dunque io non nego che quest'uomo abbia una pessima
nomea e fama, e ciò è dovuto alla sua cattiva sorte, che lo ha danneggiato in alcune cose, ed è
dovuto a una sua reputazione che è peggiore di quanto siano le sue azioni. E se Aristophanes fosse
stato il primo e l'unico uomo ad avere sperimentato questa condizione, io proverei una grande
vergogna per questo fatto; ma poiché insieme alla natura degli esseri umani, fin dal suo inizio è
avvenuto che molti uomini malvagi fossero ritenuti onesti e molti uomini buoni fossero ritenuti
molto malvagi, io chiedo a te, o imperatore, che il piccolo tempo del mio discorso faccia andare via
dalla tua anima quell'opinione che tu hai riguardo a costui, e ti chiedo che tu segua questi fatti nei
quali lui mostra di essere migliore, e che tu pensi in questo modo, altrimenti tu puoi pensare che lui
non soltanto è degno di essere trascurato, ma è anche degno di essere punito. Tu devi sopportare di
ascoltare una breve ricapitolazione, infatti io eliminerò la lunghezza del mio racconto, e tu troverai
ciò che è giusto che tu sappia. 14,5. Il padre di Aristophanes si chiamava Menandros, era tra gli
abitanti più illustri di Corinto, era amico di Hekate e di Poseidon, navigava verso Egina per le feste
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religiose di quella dea, si è spinto nell'Istmo per i riti misterici di questo dio, nell'isola era il capo
della congregazione religiosa, ma nella penisola ha partecipato ai riti nei modi più piccoli, perché
era membro del grande senato. 14,6. Quando suo padre è diventato padre, ed è nato questo suo
figlio,suo padre è stato così amante della propria città che ha ritenuto che il consiglio cittadino della
sua città fosse più importante del senato dei romani. Ma ad Aristophanes è stato impedito dalla sorte
di imitare suo padre, come tu saprai nel prosieguo del discorso. 14,7. Dunque Aristophanes è stato
generato da questo padre e da una donna, sorella di quei filosofi, io alludo a Hierios e a Dioghenes,
ed è stato allevato da questi ultimi,è stato educato da suo padre a usare bene le parole e lui è passato
attraverso ogni tipo di spesa con la quale fosse mescolata la venerazione verso gli dei. Sanno queste
cose Demeter, Kore, Sarapis, Poseidon, lo Iacchos che abita Lerna, e molte altre divinità oltre a
queste, e di tutte queste divinità lui ha compiuto tutti i riti in un modo generoso. 14,8.O imperatore,
Aristophanes è andato avanti a spendere per il servizio pubblico che è chiamato comandante, e io
l'ho visto quando indossava quella veste ed era accompagnato da lodi, mentre io stavo tornando da
Sparta, io non ero ancora amico di quel giovane, e non sapevo nemmeno se lo sarei diventato in
futuro,ma io ritenevo che fosse molto felice uno di quella età che aveva ottenuto un onore dalla città
grazie alle preoccupazioni di suo padre. 14,9. Menandros era ancora vivo in quel momento. E
sarebbe stato meglio se lui fosse arrivato fino a un'estrema vecchiaia. Infatti in quel caso
Aristophanes si sarebbe risparmiato molte peregrinazioni, molti pericoli che sono presenti nelle
strade, molte ingiustizie che avvengono nei tribunali, lui sarebbe tra i potenti di Corinto, e non tra
quelli che ammirano il potere degli altri. 14,10. Dunque per quale motivo Aristophanes è decaduto
dalla posizione che era adatta a lui, ha evitato la vita di chi fa il decurione ed è andato a fare la vita
dell'agens in rebus? Eughenios era poco importante, ed è diventato importante grazie a Konstans.
Eughenios grazie a un matrimonio ha avuto dei pretesti per contestare in modo insolente le
proprietà agricole di Aristophanes, e tu sai che tali individui sono stati molto avidi, hanno rubato ad
Aristophanes tutti i suoi possedimenti e lo hanno costretto a separarsi dai propri beni a favore di chi
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voleva ottenerli oppure a fare una guerra, e Aristophanes ha rifiutato di fare la prima cosa, separarsi
dai propri beni, perché la sua perdita non sarebbe stata piccola, e ha avuto paura di fare la seconda
cosa, dunque si è esiliato dalla sua città, pensando che in questo modo lui avrebbe salvato sia la sua
terra, sia la sua persona. 14,11. Dunque io tralascio tutti i complotti che Eughenios ha rivolto contro
Aristophanes e il fatto che Eughenios non si è astenuto da nessuna azione per prendere Aristophanes
nelle sue mani, tralascio la violenza e lo scompiglio con cui Eughenios ha riempito le proprietà
agricole e la casa di Aristophanes. E infatti anche se io non ne parlo,tu conosci l'argomento in modo
non minore, come vivevano quelli che avevano il potere in quel tempo.14,12. Aristophanes è andato
in Siria, si è fermato lì, si è ripreso, e si è rifugiato non presso quelli che hanno un potere maggiore,
ma presso Fortunatianos che viveva dedicandosi ai libri, ritenendo che avrebbe ottenuto un po' di
rispetto da un Greco, ed è giusto definire Fortunatianos in questo modo. E ciò è successo. Infatti
Fortunatianos dopo avere sentito da dove Aristophanes venisse, per quale motivo venisse, che cosa
avesse patito, e che cosa temesse, ha accolto costui con benevolenza, e lo ha portato a una
condizione di sicurezza grazie al suo rango. 14,13.Aristophanes in quel tempo è diventato agens in
rebus, con il suo corpo inesperto di tali fatiche ha attraversato a cavallo molte volte la terra abitata, e
ha contribuito con la sua velocità in circostanze urgenti, e nessuna delle informazioni che
meno che lui fosse caduto a terra e ferito, e questa cosa era un segno del suo affrettarsi. 14,14.
Aristophanes anche se era lodato per le sue fatiche, ha respinto delle occasioni che gli sono state
offerte e che gli avrebbero dato guadagni, e non c'è nessuno che dimostrerà che lui sia stato un
fatto qualcuno di quei servizi che hanno portato le città alla rovina, e che hanno mandato via coloro
che apparentemente dovevano servire le città con carri carichi di oro. Eppure Aristophanes non ha
ritenuto giusto aggiungere tali ricchezze a quelle della sua famiglia, ma si è mantenuto con le
ricchezze che provenivano da casa sua stando in una terra straniera, e ha ritenuto che fosse un
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vantaggio sufficiente per lui, che era un uomo libero, il suo avere evitato il pericolo. 14,15. Mentre
Aristophanes viveva facendo una tale scelta, Parnasios ha desiderato in modo sfortunato il potere
sull'Egitto, e Aristophanes ha condiviso la sua sorte, infatti seguiva Musonios, non so per quale
motivo, ma questo è tutto ciò che so, che Aristophanes ha patito queste sofferenze fino ad ora, o
imperatore, e che lui piange per esse, è stato accusato di avere preso un po' di denaro, ma lui non lo
ha preso, tuttavia ha subìto numerose e violente percosse e in molti luoghi della terra con le sfere di
bronzo, e Paulos pensava che sarebbero state sufficienti a dargli la morte. E nello stesso tempo
Aristophanes ha patito queste sofferenze e nella città di Corinto ha fatto quei servizi pubblici che
sono propri di quelli che sono chiamati comandanti, infatti Anatolios aveva deciso così. 14,16.
Dunque l'accusa è stata che Aristophanes avrebbe portato a Parnasios un indovino, uno di coloro la
cui attività riguarda le stelle e consiste nel dire qualcuna delle cose riguardo alle quali non è lecito
sapere niente. E Aristophanes ha ammesso che ha presentato questa persona, ma ha detto che la
divinazione riguardava vicende private di Parnasios, ma lui è stato costretto a subire ogni tipo di
tortura e ha suscitato l'ira di Paulos contro di lui con parole che erano adeguate a lui, ma che in quel
momento era meglio tacere. 14,17. Questa tragedia è andata avanti per tre anni,e a fatica ha ricevuto
la sua conclusione, alcuni hanno avuto una liberazione, soltanto Aristophanes è stato punito e
costretto a stare in limiti territoriali circoscritti, al di fuori dei quali non poteva muoversi. E
Aristophanes sarebbe stato messo in prigione,se uno degli dei non avesse messo fine a questo potere
ha lottato contro tali Ciclopi, chiede a te, e io faccio questa richiesta insieme a lui, che tu mandi lui,
che ne sarà felice, presso i suoi familiari, affinché lui possa vivere la sua vita in modo degno dei
suoi antenati. 14,19. E tu dirai: “Chi gli impedisce di andare?”. Cose numerose e grandi: il carcere,
le ferite, il disonore, il fatto che lui sia stato spogliato per essere torturato, il fatto che il bastone si
sia avvicinato fin quasi alla sua schiena, se Modestos, per le parole che Aristophanes gridava non gli
avesse concesso di sfuggire alla tortura. Queste cose sono un ostacolo per Aristophanes, queste cose
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lo vincolano, queste cose gli impediscono di raggiungere i suoi familiari, e se nessuno eliminerà
queste cose, lui vedrà ogni altra città, tranne la propria. 14,20. Infatti o imperatore, l'essere torturato
non causa un disonore soltanto a quelli che lo hanno patito, ma anche chi è andato vicino al patire
questa cosa perde la purezza della propria onorabilità. E se costui ha una controversia con qualcuno,
anche in una contesa sente dire quelle cose che ha subìto: “Quell'uomo che è uscito dal carcere?
Quello che ha subìto la tortura? Quell'uomo che ha superato le incudini con la sua schiena?
Quest'uomo parlerà nella sala cittadina riguardo ad argomenti di interesse pubblico mentre lui
dovrebbe stare in prigione a parlare con dei carcerati riguardo al legname?”.Forse dirà queste parole
qualcuno di quelli che adesso sono importanti, ma che in passato onoravano gli schiavi di
Menandros. Costui forse maledirà Modestos che non gli ha tagliato il collo. 14,21. Dunque qual è la
correzione di queste cose? E come si potrebbe fare in modo che quelle cose che sono state fatte non
siano state fatte? O imperatore è impossibile eliminare e fare in modo che non ci siano state quelle
cose che sono avvenute, ma si tratta di cancellare il disonore che proviene da esse. Non c'è nessun
altro medico per questa cosa, ma soltanto tu sei il medico; infatti se fosse possibile per te rendere
Aristophanes splendido con un onore, i suoi biasimi sarebbero nascosti, le sue cose peggiori
sarebbero oscurate, lui sarebbe onorato, avrebbe la libertà di parola,metterebbe da parte la vergogna.
14,22. Infatti poiché è possibile che le cose successive prevalgano su quelle precedenti, come ha
detto Pindaros,se un uomo viene onorato da qualcuno che è migliore di quelli che lo hanno insultato
ciò ha una grande efficacia per fare dimenticare le cose peggiori. E sembrerà che l'onore sia stato
dato con un giudizio corretto, e che l'offesa sia stata fatta in modo sbagliato per un'irritazione stolta.
Se tutti credessero che Aristophanes è stato vittima di un'ingiustizia nelle sofferenze che ha patito,
lui non sarà più rimproverato per esse, perché lui non ha fatto niente di male. 14,23. Così tu puoi
cancellare il disonore di quella famiglia se tu fai in modo che la terza condizione di Aristophanes sia
uguale alla prima. Infatti se questa condizione è resa simile a quella, ciò che è intermedio tra le due
e che è stato spiacevole cederà il passo, e nessuno parlerà della carcerazione di Aristophanes quando
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Konstantios era imperatore e tutti parleranno di te e dell'onore che tu hai dato ad Aristophanes.
14,24. Dunque tu stesso, Iulianos, giudicherai quale dovrebbe essere questo onore, e noi ti
ringrazieremo. Infatti come è facile per te dare questo onore, se tu decidessi di darlo, così per te
sarebbe facile trovare quell'onore che è adatto a essere dato da te. O imperatore, ci sono molti tipi di
onore, ed è possibile ottenerli in modo maggiore o in modo minore. Io non farò discussioni sul
grado dell'onore. Certamente ogni cosa che tu potresti dare, onorerà colui che la riceverà, e niente è
piccolo, e niente è misero tra quelle cose che sono date da un'anima nobile e divina. 14,25. Se
qualcuno dirà che io sono fastidioso, e che io ti faccio delle richieste più grandi di quelle necessarie
per quelle persone che sono in difficoltà e che io ritengo giusto aiutare, come se le preoccupazioni
per le città non fossero un carico adatto a te, costui dovrebbe sapere che lui ignora il più grande dei
tuoi pregi, cioè il fatto che il tuo pensiero è rivolto a ogni famiglia e a ogni uomo. Infatti per quelli
che hanno le capacità intellettive più ridotte è fastidioso anche sentire qualcuno che parla riguardo
agli affari pubblici, o ne ha parlato in passato, ma io vedo che colui che è magnanimo si rallegra per
il grande numero delle sue azioni. 14,26. E dice: “Il nostro imperatore sta andando a sedersi e a
vedere come sta un certo individuo e un certo altro individuo? E l'imperatore cercherà di liberarli
dalle loro sofferenze?E come sarà capace di fare ciò?”. Soprattutto sarebbe necessario che avvenisse
una cosa simile, che tu ti informi riguardo a tutte le cose, che tu prenda delle decisioni, e cambi
quelle cose che sono sbagliate. Ma poiché ciò è meno possibile del contare la sabbia, non bisogna
disprezzare quegli uomini che sono molto buoni e che sono stati sventurati in un modo contrario al
loro valore. Uno di costoro è Aristophanes. E sono molte le cose che portano un aiuto a lui,e lui non
è l'ultimo degli uomini per le Muse,ma è capace di portare un onore a quelli che scelgono di fare del
bene a lui. È facile sapere che tu non puoi dare una valutazione negativa delle sue azioni. 14,27. O
imperatore, innanzitutto Aristophanes è un greco; e questo è uno degli oggetti del tuo affetto. Infatti
nessuno è così amante della propria patria, come tu ami il suolo della Grecia, i suoi templi, le sue
leggi,la sua eloquenza,la sua sapienza,i riti religiosi e le vittorie contro i barbari.14,28. Aristophanes
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avrebbe questa superiorità non piccola anche se fosse un abitante di Megara o di Melo, o di Lemno,
ma la sua città è un motivo ancora più importante per rispettarlo; infatti lui è di Corinto. E io non
rivolgerò il mio discorso ai racconti mitologici, e non ti parlerò né della contesa di Helios e di
Poseidon, né di quegli epigrammi che onorano quei morti che sono stati sepolti in seguito ad alcune
battaglie navali, né parlerò della giustizia di quella città e del fatto che essa sia sempre stata a favore
di quelli che hanno patito delle ingiustizie, non perché questi argomenti diano poca gloria a quelli
che li hanno, ma perché io posso dire una cosa anche più bella di queste. 14,29. Infatti,o imperatore,
tu devi ricordare a te stesso quella lettera che hai mandato agli abitanti di Corinto, quando tu contro
la tua volontà sei andato alla guerra, e hai ottenuto la maggior parte del tuo obiettivo, ma non lo hai
ottenuto completamente; in quella lettera tu definisci gli abitanti di Corinto dei benefattori nei tuoi
confronti. E io devo citare questa parte della tua lettera, e potrei fare piacere a quelli che mi
ascoltano. 14,30. “Io ho con voi un'amicizia che è derivata dai miei padri; e infatti mio padre ha
abitato presso di voi ed è partito dalla vostra città, come Odysseus è partito dai Feaci, così mio
padre si è allontanato dalla sua lunga peregrinazione”. Poi dopo avere detto poche parole riguardo a
una matrigna malvagia tu dici:“In questa città mio padre ha avuto il suo riposo”. Questo onore è per
gli abitanti di Corinto, come per gli Ateniesi sono onorevoli quelle vicende che riguardano la
peregrinazione di Demeter. 14,31.Dunque tu dovresti pensare che uno di quelli che hanno accolto
tuo padre è stato il padre di Aristophanes. E io credo che lui sia stato uno dei primi cittadini di
Corinto e uno di quelli che guidavano la città, cosicché una parte non piccola delle azioni pubbliche
è stata ordinata da costui. Ma la cosa più assurda di tutte sarebbe se fosse un danno per tutta quanta
la città la malvagità di un solo uomo, come dice Hesiodos, e se l'eccellenza di tutta quanta una città
non fosse capace di essere utile a un uomo solo. 14,32. Siano pure così queste cose. Se fossero
ancora vivi Hierios e suo fratello, tu non potresti averli presso di te, come hai questi due uomini
meravigliosi, colui che viene dall'Epiro e colui che viene dalla Ionia? Che significa questo? Tu non
credi forse che Hierios e suo fratello farebbero e direbbero tutte le cose a favore di Aristophanes?
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Certamente sì. E infatti loro si sono indignati quando lui è stato costretto a prendere la veste di
soldato, e se loro ne avessero avuto l'occasione, avrebbero provveduto affinché lui avesse qualcosa
di meglio. 14,33. Dunque se tu non senti la voce degli zii di Aristophanes, non devi pensare che
avrai un favore minore verso questi due uomini, se darai a loro le cose che vogliono. Infatti anche se
essi non possono parlare con noi esseri umani, essi parlano con gli dei che sono superiori agli esseri
umani, ricorderanno agli dei questo tuo favore. 14,34. Dunque come potrebbe non esssere terribile
se Alexandros, quando aveva i suoi motivi di collera contro i Tebani,come tu sai, apprezzò la poesia
di quelle persone che erano vicine a Pindaros nella loro stirpe,e niente sarà utile ad Aristophanes, né
la filosofia dei suoi zii, né la filosofia di quelli che stanno con te, e che tu consideri come se fossero
tuoi genitori? Infatti tu devi ritenere che queste parole che io dico adesso siano dette anche da
Maximos e che Priskos faccia queste stesse esortazioni.Se tu non mi credi,devi fare questa domanda
a loro. Vedi che loro desiderano che Aristophanes ottenga qualcosa di buono? 14,35. E neppure
Elpidios, che è inferiore a quei due uomini riguardo alla sapienza, ma è molto simile a loro due per
la sua cura verso la divinità e nel suo affetto verso di te, neppure lui considera le vicende di
Aristophanes come se fossero estranee, ma anche per lui questo favore è una di quelle cose che gli
causano l'insonnia, e gli farebbe piacere se accadesse. 14,36. Con questi uomini è anche Felix,che è
bravo e illustre, è un vecchio amico di Aristophanes, ed è un amico degli dei da tempi recenti e ha te
come guida nella conoscenza degli dei che sono migliori; e se lui vede il suo amico, lui si nasconde
perché non lo ha ancora liberato dalle sue difficoltà. 14,37. Tu devi aggiungere a lui Dorion che è
eccellente e che ha legato a sé tutti gli uomini per la sua eccellenza, se non vengono cambiate le
condizioni difficili che riguardano Aristophanes, la gioia di Dorion che deriva da altre fonti si
indebolirà. 14,38. E inoltre io che ti parlo non sono privo di onore, io sono amico di questo
Aristophanes fin da quei tempi in cui lui leggeva le mie opere letterarie nel Liceo ed è stato colpito
da alcune pietre tirate da quelli che non credevano che quella lettura fosse utile a loro, e lui facendo
tali azioni ha fatto una cosa gradita non solo a me, ma a chiunque ami l'oratoria. Tu stesso potresti
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essere uno che apprezza queste cose. Certamente anche tu insieme a me dovresti essere debitore a
lui di qualche favore. E poiché io restituisco il favore, anche tu con le tue azioni devi restituire il
favore all'attività oratoria. 14,39. Dunque quelli che hanno questa opinione sono così numerosi e
sono tutti amici, e penso che se le altre persone non avessero trascurato questa vicenda, e se uno di
quelli che ho menzionato prima si fosse addolorato per le sventure di Aristophanes, tu avresti
apprezzato questo singolo uomo. Dunque,o imperatore, se tu concedi questo favore a un solo uomo,
non lo concederai forse a così tante persone, e non riterrai che sia una prova dell'onestà di
Aristophanes il fatto che ci sia un gruppo di tali testimoni?Loro non potrebbero ignorare se lui fosse
malvagio, né potrebbero lodare a te uno che si fosse comportato male. 14,40. Infatti se anche
Aristophanes fosse un loro amico, tuttavia lui non potrebbe essere a loro più caro di te, né gli
interessi di quell'uomo potrebbero essere per loro più importanti dei tuoi interessi, e tutte le persone
e le attività di tutte le persone non sono così, e non potrebbero diventare così. Dunque non sono
malvagi quelli che aiutano alcune persone, e devi ritenere che queste persone siano simili a quelli
che le aiutano, e non devi ritenere malvagio colui a favore del quale compongono dei discorsi degli
uomini che tu sai essere ottimi. 14,41. Dunque se Aristophanes avesse soltanto questa cosa, il
disporre con grande abbondanza di avvocati ritenuti attendibili da te, forse io potrei restare più a
riposo. Ma adesso le sue preghiere, i suoi odi, i suoi desideri sono gli stessi che ho io. Lui è andato
sui resti dei templi portando non dell'incenso, né una vittima sacrificale, né del fuoco, né una
libagione, infatti non era lecito fare ciò, ma un'anima che prova dolore, una voce che è addolorata e
che ha versato delle lacrime e dei motivi per piangere, e guardando a terra, infatti era rovinoso per
lui guardare al cielo, lui ha chiesto agli dei di mettere fine a quel male che stava distruggendo il
mondo abitato e ha chiesto di fare in modo che i beni dei Galli diventassero beni comuni alla terra.
14,42. E Aristophanes ha fatto in modo che non pochi fossero partecipi insieme a lui di questa sua
preghiera, opponendosi a Konstantios, e portando quelle persone nella nostra fazione, nei gruppi di
lettera ha detto delle parole graditissime a lui,ma non prive di pericoli, festeggiando quando ancora
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non c'era la festa, raccontando con gioia come sarebbero state le condizioni dei soldati,delle città,del
palazzo imperiale,dei magistrati, dell'oratoria, dell'Asia e dell'Europa, e della cosa più importante di
tutte, la religione degli dei. 14,43. Aristophanes ha detto che lui sarebbe stato il primo a essere felice
per quella circostanza favorevole. Pertanto tu devi confermare sia la sua speranza sia la sua
divinazione e non devi disprezzarlo e farlo diventare oggetto di derisione per le persone in cui lui ha
riposto le sue speranze. Ed è necessario che abbiano qualcosa di più quelli che hanno desiderato che
tutti i poteri appartenessero a te. 14,44. E tutti riconoscono che le condizioni dei decurioni sono
fiorenti in tutti i loro aspetti, sia per il grande numero di quelli che si sono aggiunti in questa
funzione, sia per la misura delle loro spese, sia per il loro ritorno al rango del tempo passato.
Aristophanes non ignora queste cose, e ritiene che non sia una cosa malvagia il mettersi a difesa
dalla sua patria, il salvare la sua patria, e rendere più grande la sua famiglia, non evita di avere un
ruolo importante e non evita di gestire attività pubbliche. E io spiegherò per quale motivo lui
considera onorevole questa cosa, ma non può farla, e se tu trovi che io dico una menzogna, non devi
condizioni di Aristophanes insinuando una paura negli amministratori,e ha detto che chi non fuggirà
sarà ucciso con le frustate e con l'impiccagione, poi Eughenios ha danneggiato Aristophanes per le
assenze lunghe e durature di quest'ultimo, durante le quali i suoi alberi sono stati tagliati e lui è stato
privato della coltivazione della sua terra, alcuni suoi schiavi sono fuggiti, altri hanno imparato a
essere pigri, altri hanno imparato a comportarsi male, sua moglie poteva lamentarsi per tali cose, ma
certamente non poteva porre rimedio a esse. Ma l'ultimo colpo è stato che tutti i beni mobili che lui
aveva sono finiti, perché lui ha mandato del denaro, ha trasformato i suoi possedimenti in denaro e
con questi soldi ha aiutato molti lupi che lo hanno aggredito da tutte le parti. 14,46. Non bisogna
meravigliarsi se la lunghezza così grande della sua terribile sventura ha cambiato in qualche modo
la ricchezza della sua famiglia, ma bisogna meravigliarsi se Aristophanes non ha venduto le sue
proprietà agricole e la sua casa, insieme agli altri suoi beni, perché così tanti animali feroci lo
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divorano. Come tu vuoi che stia costui quando ritorna, e che cosa tu credi che lui faccia? O
imperatore, vuoi che lui si dedichi alla protezione di altri, mentre è povero? Tuttavia Menandros,che
è sotto terra, farebbe un grande lamento se sapesse che suo figlio per la sua mancanza di ricchezze
ha ceduto il suo posto di primato a individui che sono peggiori di lui. Ma il risanare le sue ferite con
un servizio pubblico arriverà là quando Aristophanes avrà già messo insieme del denaro? E chi
sopporterà quelli che temono proprio questa cosa, cioè che Aristophanes possa aiutare agevolmente
la sua famiglia? 14,47. C'è bisogno di un onore, grazie al quale Aristophanes possa ottenere
un'esenzione per qualche tempo, e poi lui, quando avrà recuperato la sua forza, arriverà a fare dei
servizi pubblici. E se tu dici questa cosa, cioè che concederai una semplice esenzione di alcuni anni,
sarebbe giusto accontentarsi anche di questo, io tralascerò il fatto che la seconda scelta è più
umiliante della prima, perché la seconda non ha quella consolazione sufficiente per chi ha patito
sventure così gravi, ma tu non seguiresti il consiglio migliore, se facessi così. 14,48. Infatti è chiaro
che se Aristophanes va in giro avendo un'esenzione, e se non ottiene in altro modo quel vantaggio
che deriva da essa, la sua situazione sembrerà ingiusta, e dispiacerà a quelli che fanno dei servizi
pubblici, se qualcuno sarà solo spettatore delle loro spese, e sarà esentato sia dal fare dei servizi
pubblici, sia da ogni tipo di amministrazione. 14,49. Tu troverai molti che riterranno giusto ottenere
questi stessi trattamenti; e a loro non mancherà un motivo per darsi fastidio reciprocamente. Se tu
concederai l'esenzione a tutti, per questi motivi danneggerai le città, ma se non darai l'esenzione a
nessuno, tranne che ad Aristophanes, causerai un dispiacere a molte persone. Io vorrei che tutte le
tue azioni fossero irreprensibili, come quelle degli dei. 14,50. Dunque affinché non accada che
molti cittadini di Corinto evitino di fare un servizio pubblico a causa dell'esenzione data ad
Aristophanes,e affinché anche gli Argivi non abbiano l'esenzione perché essa è stata data ai Corinzi,
e affinché gli Spartiati non abbiano l'esenzione perché essa è stata data ai Corinzi,e affinché nessuno
abbia un'esenzione grazie al proprio vicino, Aristophanes deve avere dalla tua mente qualcosa che
gli porterà un riposo dignitoso, e non permetterà agli altri uomini che spendono del denaro di
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indignarsi per il fatto di essere stati trattati male. 14,51. Infatti se qualcuno sarà onorato in modo
diverso,loro non riterranno degno di accusa il fatto che questo stesso onore non sia stato dato a tutti,
ma penseranno che quell'onore sia dovuto alla capacità di colui che l'ha ottenuto nel fare l'azione
che dovrà fare, ma ci saranno alcuni che cercheranno di partecipare a questa esenzione e non
sembreranno impudenti. Dunque affinché non avvenga qualcosa di spiacevole dopo questa dono, tu
dovresti fare del bene a quest'uomo in un altro modo. 14,52. Se tu ricordi le ricchezze che
provengono dall'Egitto, e se ritieni che Aristophanes sia uno di quelli che le hanno rubate, io ti
elogio per il tuo odio, perché tu odi quelli che prendono da dove non è giusto prendere, e io ti elogio
se tu ti arrabbi con quelli che in passato hanno ottenuto dei guadagni in tali modi e non permetti che
adesso sia neanche pensato di fare quei guadagni malvagi, tuttavia tu, o imperatore, devi applicare
alle calunnie la verifica più accurata. 14,53. Infatti le leggi dicono queste cose. Non c'è bisogno di
chiamare qui gli abitanti dell'Egitto e non c'è bisogno di mandare Aristophanes in Egitto a rendere
conto delle sue azioni:queste cose sono state giudicate in passato e sono state sottoposte a verifica, e
fatta l'accusa secondo cui Aristophanes avrebbe preso duecentoundici stateri, non con il furto, né
ha avuti come compenso per il suo aiuto, ma lui non voleva riceverlo. 14,54. Aristophanes non è
stato condannato, il suo accusatore non ha portato l'accusa, ma Paulos si è schierato con l'accusatore
per farlo prevalere, e quegli amici che erano presenti hanno consigliato ad Aristophanes di
sopportare una punizione ingiusta invece che rendere più lungo il processo, e lui ha fatto così, ha
prestato del denaro e ha fatto in modo che l'impudenza del bugiardo diventasse un motivo di
guadagno per lui, infatti ha dato il denaro, ma subito gli è sembrato che quel denaro sarebbe stato
nelle mani di molti individui, perché quell'esempio avrebbe incitato moltissime altre persone. 14,55.
E quando sembrava che nessuno facesse nessuna critica a questa cosa, queste persone hanno
consegnato Aristophanes ai soldati e all'araldo, ordinando che fosse trasportato per tutto l'Egitto, e
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hanno mandato l'araldo ad annunciare che se qualcuno aveva anticipato del denaro ad Aristophanes,
doveva venire a riprenderlo. Ma la forza della verità ha prevalso sul carattere degli Egiziani; infatti
tutti hanno visto Aristophanes quando veniva portato via, tutti hanno sentito l'araldo, ma nessuno si
è fatto avanti. 14,56. Dunque chi, tra coloro che provano dolore quando sono costretti a pagare, non
porterebbe volentieri il denaro di nuovo a casa sua, specialmente un Egiziano? Noi vediamo che gli
Egiziani non indugiano a ricordare ciò che hanno pagato, ma esigono in un modo molto facile ciò
che non è stato pagato. Ma,io credo,il fatto che non ci sia neppure un'ombra di corruzione, e il fatto
che non ci sia niente da cui possa sorgere un'accusa credibile, ha costretto a tacere anche un
calunniatore temerario. 14,57. Dunque bisogna forse ritenere che questo guadagno ambiguo di
Aristophanes sia il piccolo segno di colpe più grandi, e nessuno lo ha accusato di queste colpe,
oppure il silenzio degli annunci di quelli che erano abituati a fare delle calunnie è un segno del fatto
che anche quelle accuse piccole sono state fatte in un modo non giusto? È più verosimile pensare
che chi non ha ricevuto niente da altri non abbia preso neppure questo guadagno,invece che pensare
che chi ha ammirato questo piccolo guadagno si sia astenuto dal rubare le cose più grandi. 14,58.
Infatti, o imperatore, ogni uomo che ama la ricchezza ne porta via una quantità non piccola
dall'Egitto. Infatti là oltre al Nilo scorrono anche i guadagni, e le fonti di questi guadagni non sono
invisibili. E Aristophanes è stato così misero, venale, così inesperto dei guadagni, al punto che per
duecento stateri ha preferito sopportare una vergogna che comportava dei pericoli? 14,59. E tuttavia
se Aristophanes desiderava prendere qualcosa, e se non poteva farlo per la sua incapacità, e perché
non aveva nessuno che potesse dargli niente, ha una scusa nella sua stessa debolezza; ma se lui ha
avuto un potere tale da ottenere compensi in molti modi e non ha utilizzato il suo incarico per
ottenere una ricchezza, in che modo lui potrebbe dimostrare maggiormente di essere superiore alle
ricchezze? 14,60. Io mi sono rallegrato quando qualcuno ha detto, come una cosa utile all'accusa,
che una sua amante era un'attrice, una di quelle donne che compaiono sulla scena. Io non so quali
discorsi avrebbe dovuto cercare prima di questi uno che fosse stato un avvocato difensore. 14,61.
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Suvvia; se io adesso facessi un encomio di questo Aristophanes, e dopo la lode dovuta ad altri
motivi, io passassi alla lode della sua temperanza, e se io continuassi su questo punto dicendo: “Lui
che ha percorso una grande quantità di terra, e che ha conosciuto numerose province, quando era
ancora giovane, quando i desideri tiranneggiano moltissimo l'anima e disprezzano le leggi, lui non
ha tramato insidie contro i matrimoni altrui, non ha separato quegli sposi che erano stati uniti da
Hera, non ha sconvolto la legge dello Zeus del matrimonio, non ha soddisfatto i propri piaceri con
azioni che avrebbero fatto del male ad altre persone, ma ha alleviato le necessità della natura con
quelle donne che sono dedicate al dominio di Aphrodites”, se io dicessi queste cose di Aristophanes,
e se io onorassi quest'uomo con queste parole, darei forse l'impressione di ignorare le modalità degli
encomi oppure darei l'impressione di rendere evidente la virtù della sua anima? 14,62. E infatti se
Aristophanes avesse detto di vivere in modo filosofico e di contemplare quelle cose che sono in
e se lui avesse detto di avere dominato i suoi piaceri come schiavi, e se lui avesse ritenuto di essere
molto migliore degli altri, certamente lui sarebbe stato biasimato, e avrebbe dimostrato di essere
peggiore di come avrebbe dovuto essere; ma se lui è uno dei retori, o, se vuoi,degli agentes in rebus,
per quale motivo bisognerebbe cercare in lui quelle caratteristiche che sono proprie dello ierofante?
E bisogna lodarlo, se lui si è limitato a quelle unioni che sono legittime. 14,63. E io direi che non
sarebbe sbagliato costruire di nuovo quei templi che giacciono al suolo grazie alle cure di
quest'uomo. Infatti io vedo che, anche se non sono pochi quelli che sono addetti a queste funzioni,
Aristophanes ha fatto questa cosa in un modo più saggio e non ha respinto dalla sua cura nessuno
degli dei, e nessun dio è stato offeso da lui. 14,64. Ma, come ho detto, tu deciderai qual è il modo
migliore per trattare Aristophanes, ma tu devi allontanare da lui quella dura sorte che lo ha colpito e
che lo ha abbattuto con ogni forma di umiliazione, in nome di Zeus, o imperatore, tu devi anche
rendere questa sorte più sopportabile, devi rivolgere la tua mano a un uomo che ha sofferto, e che si
è dedicato agli studi retorici, è stato iniziato ai misteri, è un allievo di Peirene,un Doro, un Corinzio,
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un uomo memore delle Cariti, sollecito verso i suoi amici, e non ha ricevuto onore disonorando gli
dei. 14,65. Quale prezzo avrebbe pagato quel Gheorghios per vedere Aristophanes fare una
diserzione e stare su quella tribuna dalla quale quegli uomini fanno discorsi pubblici alle donne
anziane, e per vederlo dire e schernire i segreti delle divinità, i segreti di Ino, quelli di suo figlio,
quelli dei Cabiri, quelli di Demeter? Quale Egitto lui non gli avrebbe offerto in cambio di questa
commedia? Tra quali eunuchi lui non avrebbe mostrato il suo essere un uomo forte?Se Aristophanes
avesse sostenuto Gheorgios, lui avrebbe sostenuto, e tu devi saperlo bene, anche Konstantios. 14,66.
E Aristophanes non ha svenduto le cose più belle tra quelle che sono greche né per il potere, né per
le ricchezze, né per la sicurezza, né per le sue speranze, ma nei processi quando doveva fare un
giuramento, giurava sugli dei conservando il suo posto in modo più attento di uno Spartano, non
perché fosse convinto che si sarebbe salvato, ma perché riteneva che la sua religiosità sarebbe stata
per lui un corredo funerario onorevole. 14,67. Per Aristophanes affrontare un pericolo è più facile
che cambiare idea,lui non deve avere nessun compenso per le circostanze di adesso? Tu lo ignorerai
se lui fa ciò che ha deciso di fare se tu non lo aiuterai? Qual è questa cosa? Lui pensa di imbarcarsi
su una nave e di fare un viaggio intorno all'Italia, intorno all'Africa, intorno al mare esterno. Niente
lo farà tornare indietro, né suo figlio, che adesso conosce i poeti, né la sua saggia moglie, né le
tombe dei suoi antenati,né la paura della morte, né il fatto che lui lascerà la sua anima nelle mani di
alcuni stranieri, e dopo la morte giacerà privo di sepoltura. Infatti lui ritiene che il suo gemere a casa
sua sia la cosa più amara tra queste. 14,68. Pertanto, o imperatore, spetta a te cambiare la sua
decisione e rendere più gradita ad Aristophanes la sua patria,rendere desiderabile per lui sua moglie,
spetta a te rendere per lui degna di maggiore importanza la visione di suo figlio, il quale ha
sperimentato la condizione dell'orfano, anche se suo padre è ancora vivo, e per lui gli eventi futuri
sono ancora più spaventosi. Suo figlio si avvicina a quella età in cui c'è il timore che qualcuno possa
tendere un'insidia contro di lui, sua madre sta in casa e non potrebbe difenderlo dalle trappole che
stanno fuori casa, le menti dei ragazzi sono facili da ingannare, lui ha bisogno di suo padre. 14,69.
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Pertanto, o imperatore, tu devi restituire a quel giovane l'occhio di colui che lo ha generato, e devi
essere responsabile del suo buon comportamento. Possa Aristophanes non fare una navigazione
verso i confini della terra tra le lacrime, ma possa andare con gioia alla terra di Pelops. Possa lui
stando in mezzo al Peloponneso raccontare le tue virtù, e lui ha un'eloquenza che è capace di fare
queste azioni, lui deve dire ai Greci in quali modi tu vivi ogni giorno e quelle cose che ha visto. Lui
deve andare a informare i Greci dei tuoi sacrifici numerosi e magnifici, e la città ha ricevuto alcuni
di questi sacrifici, Dafne ne ha ricevuti altri, la montagna ne ha ricevuti altri, deve informare i
Greci delle mandrie che sono state uccise, dei ruscelli di sangue, del profumo che cresce nell'aria.
Devono essere delle preghiere simili a quelle che si possono vedere a Delfi, a Pisa, ad Atene, tra i
concittadini di Aristophanes di Corinto, in ogni luogo dell'Ellade,sia sulla terraferma, sia nelle isole.
14,70. Queste sono le preghiere che faccio anche io e io prego di partecipare a quel viaggio. Come è
bello vedere a Eleusi un iniziato ai misteri che è quasi uguale a Herakles e Aristophanes che è
superiore agli altri nei suoi applausi! 14,71. O imperatore, che cosa dici tu? Io ti convinco, o parlo
invano? Ormai tu devi decidere pensando innanzitutto questa cosa, che né il mio discorso, né la tua
decisione passeranno inosservati agli uomini. Dunque se ti sembrerà che io abbia declamato
sciocchezze, la mia condizione non è degna di molta cura, ma tu devi badare che non sia un danno
per te l'impressione che tu non abbia ragione, e devi ritenere che questa cosa sia molto importante.
a questo punto, e per Eumaios era appropriato dire le altre parole successive, ma per me non è
appropriato, perché “io pensavo che ti avrei visto” dopo la tua vittoria e dopo che hai avuto questi
poteri che tutti quanti celebrano. 15,2. Infatti tu devi sapere bene che io ho rivolto a te tutta la mia
mente, tutta la mia eloquenza, distogliendola dagli argomenti che io celebravo prima, e né gli eventi
precedenti alla guerra di Troia, questa guerra decennale, né l'impresa che fu compiuta sul mare dai
Greci contro l'antenato del re di Persia, né quelle azioni che Alexandros fece quando attaccò i
Persiani dopo che erano stati liberati, nessuna di queste cose occupa la mente, né la voce degli
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esseri umani, ma tutti gli uomini si sono allontanati da tutti questi argomenti perché essi sono
dire, qualcuno ascolta e parla della tua azione audace, un altro parla di un tuo attacco, un altro parla
di una tua navigazione, un altro parla di quelli che sono caduti nelle mani dei nemici, un altro parla
di imboscate, di stratagemmi e di scontri. 15,3. Dunque per queste cose bisogna fare un grande
ringraziamento agli dei, e gli dei ti hanno mandato contro il barbaro, ti hanno reso più forte dei
nemici, e ti hanno fatto ritornare sano e salvo, io prego gli stessi dei che concedano anche a me di
vincere oggi, e di non andare via da qui essendo oggetto di scherno. Io vincerei se ti convincessi, e
se io ti convincessi, ancora di più sarebbe tua la vittoria perché avresti posto fine alla tua collera.
15,4. E così tu collegherai una vittoria con un'altra vittoria, e la prima è quella che tu hai grazie alle
armi, e la seconda è quella che deriva dalla tua clemenza, e una città sventurata mi ha mandato
adesso a chiedere questa clemenza, una città se vuoi sconsiderata, che si rallegra per le tue vittorie,
ma che si vergogna per le accuse contro di essa. 15,5. Ciò che ha determinato la mia elezione non è
stato né la superiorità della mia stirpe rispetto ad altre persone, né la mia età più avanzata, né il mio
grande numero di servizi pubblici, né il fatto che gli altri Antiocheni non siano capaci di parlare
bene; infatti ci sono, ci sono nella nostra città uomini che si dedicano alla cultura e agli studi retorici
e che sono capaci di parlare riguardo agli affari pubblici. 15,6. Ma i debiti dovuti agli insegnanti
dagli allievi che hanno seguito le loro lezioni hanno fatto scegliere me per questa ambasceria; infatti
i miei concittadini si sono convinti del fatto che tu sia un mio allievo, non perché io mi sia vantato
per queste cose nella mia città, ma la somiglianza dei nostri stili letterari ha diffuso questa opinione
e neppure gli oracoli potrebbero cambiare il fatto che tu componi tali discorsi pubblici rivolgendo il
tuo sguardo a me. 15,7. Soltanto questa cosa ha indotto gli Antiocheni a venire da me, e ha dato loro
la speranza che tu avresti onorato la parentela dei nostri discorsi, e un'altra cosa è che tu hai
continuato a onorare questi rapporti con me, invitandomi per tutta la stagione estiva e per quella
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arrabbiandoti con me quando tacevo. Gli antiocheni non hanno ignorato neppure la veglia che tu hai
fatto una volta, quando io stavo per parlare, a causa delle condizioni in cui si svolgevano tali
declamazioni. 15,8. Tuttavia ci sono state alcune questioni riguardo al cibo, grazie al quale la mia
città esiste, infatti se tu in quel momento non avessi dato a noi quel cibo, accusandoci e salvandoci
nello stesso tempo, adesso la mia città sarebbe priva di persone. Dunque tu hai esortato gli
Antiocheni ad andare via e ad essere grati a me per questo beneficio così importante, e loro hanno
fatto questa cosa e sono venuti a congratularsi con me per l'onore che tu mi hai dato e si
congratulano con se stessi per l'aiuto che hanno ricevuto. Gli Antiocheni, dopo che hanno saputo
queste cose, non hanno avuto intenzione di fare chiamare il loro ambasciatore da un altro luogo, né
di dimenticare quel vecchio che pianse di fronte ad Achileus, e che un altro vecchio considerò più
adatto degli altri per fare una riconciliazione. 15,9. Dunque gli Antiocheni giustamente hanno scelto
me, ritenendo che io o avrei ottenuto quelle cose per le quali loro mi mandavano, oppure, in caso di
insuccesso, io non avrei dato spazio a nessuna accusa che loro non conoscessero bene colui che
dovevano scegliere. E io ho subito rifiutato, o imperatore, e ho detto che avrei fatto qualsiasi cosa
prima di fare ciò, e ho ricordato che tu mi hai esortato ad evitare il discorso a favore della mia città,
perché tu non avresti fatto concessioni neppure a me, e io non avrei meritato di andare via senza
avere ottenuto nessun risultato. 15,10. Sono presenti qui vicino a me i miei concittadini e i miei
compagni di studi, e i miei parenti, e gemono, si lamentano, e dicono le fatiche dei miei progenitori
a favore della mia città e indicano le tombe di mia madre, di mio padre, e dei miei avi precedenti e
più antichi e di quelli che sono morti recentemente, ritenendo, o imperatore, che insieme a questi
siano presenti anche gli altri, e queste persone mi fanno delle suppliche, e rimproverano il mio
indugio, io mi vergogno per alcune cose, in altre cose ho paura delle Erinni, e bisogna ritenere che
di negligenza verso i genitori e io temo, anche più di loro, l'opinione che tu avrai di me, tu riterrai
che io sia selvaggio, empio e traditore di quelle cose che sono più importanti, e io sono stato indotto
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da tutte queste cose, oppure, e questo è più vero, io sono stato costretto a obbedire a persone che mi
chiedevano queste cose piangendo. 15,11. Ma che cosa avrei dovuto fare? Respingere coloro che mi
chiedevano quelle cose? Avrei dovuto fingere di non sentirli quando loro parlavano? Avrei dovuto
fingere di non vederli quando loro erano presenti? Avrei dovuto staccarmi da loro quando si
accalcavano attorno a me? Avrei dovuto ritirarmi in campagna? Avrei dovuto lasciare sole queste
persone, mentre il Sole osservava dall'alto questi comportamenti, e mentre la terra avrebbe potuto
aprirsi sotto di me? 15,12. E quale motivo dignitoso ci sarebbe stato per una malvagità così grande?
Avrei dovuto dire che l'imperatore ha un comportamento duro e ostile, e che è capace di punire la
libertà di parola? Ma i miei concittadini sapevano che la mia libertà di parola con te su questi stessi
argomenti cominciava dal primo pomeriggio e si prolungava spesso fino a mezzanotte, e alcuni tuoi
amici, temendo che questa libertà di parola superasse il limite,l'hanno trattenuta, ma tu hai trattenuto
loro dal fare queste cose ritenendo che sia degno di un imperatore e della tua corte non il vincere su
persone che tacciono, ma il prevalere su persone che dicono in pubblico le cose che pensano. 15,13.
Pertanto poiché una sicurezza tanto grande è stata data alla libertà di parola,non c'è da nessuna parte
nessuna giustificazione per il silenzio. O imperatore, non potrebbe essere una cosa onorevole per te
se l'uomo che tu apprezzi, e che tu hai annoverato tra i tuoi amici, dimostrasse di essere malvagio,
scellerato, crudele, e barbaro. 15,14. Per questi motivi io vengo come ambasciatore, e ti chiedo di
non opporti a me mentre io sto parlando e di non contrapporre ai miei discorsi la forza dei tuoi
discorsi. Infatti è necessario che oggi tu dimostri di essere un uomo buono più che un bravo oratore,
e in queste cose che ti chiedo e che ritengo giusto ottenere, tu, o imperatore, devi imitare te stesso, e
devi fare in modo che ci sia un tuo secondo soggiorno ad Antiochia dopo il primo. 15,15. Tu sei
stato con noi Antiocheni quando venivi da occidente e devi essere con noi anche adesso quando
torni dopo le vittorie che hai ottenuto. La nostra città è un luogo di riposo per gli imperatori da
molto tempo. Dunque deve restare la tua consuetudine di passare la stagione invernale ad Antiochia.
15,16. Infatti nella nostra città non ci sono dei begli edifici, non ha permesso questa cosa l'offesa
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antica fatta dai Persiani, che ha portato il fuoco agli edifici che c'erano, ma la parte della nostra città
che è abitata è grande ed è sufficiente sia ai cittadini sia ai meteci,sia agli stranieri,sia all'imperatore,
sia all'esercito, ci sono varie attività, un grande numero di mercanti, sorgenti d'acqua, un fiume, un
inverno mite, e un'estate temperata, e una terra che produce in abbondanza tutti i frutti dati da Zeus,
se è possibile ottenerli. 15,17. A me sembra che voi imperatori guardiate a queste cose quando voi
trascorrete qui l'inverno durante le guerre contro i barbari, perché la nostra città è capace di
sopportare il peso di questa attività, e voi imperatori quando percorrete altre città rumoreggiate
perché esse non sono capaci di sopportare questo onere. Infatti la nostra città è simile a una nave da
carico di grandissima portata, è grande e forte, e tu potresti paragonare le altre città a delle piccole
barche, e se tu volessi porre su di esse un peso troppo grande, le faresti affondare. 15,18. Dunque
noi veniamo a chiedere come un favore questo servizio pubblico e riteniamo che l'interruzione in
queste attività sia una punizione. Infatti poiché noi ci siamo esercitati in questa attività da molto
tempo, desideriamo il trono dell'imperatore,come le nutrici che, con il passare del tempo, ritengono
che la loro fatica riguardo ai bambini sia una cosa piacevole, e quando l'allattamento ha la sua
conclusione, esse piangono. 15,19. Dunque se la gloria è corsa verso di noi a causa di alcuni venti
favorevoli, tu non dovresti preparare nessun altro luogo, e non ci sarebbe bisogno che noi venissimo
a parlare, ma noi Antiocheni dicendo le parole proprie di quelli che si ralllegrano, e usando
l'eloquenza del popolo nei modi consueti, con una danza, con un rumore e con i salti, potremmo
condurti verso la città; ma poiché la nostra reputazione è peggiorata, e sembra che noi Antiocheni
non abbiamo collaborato in modo sollecito e in alcune cose siamo stati pigri e nelle altre cose siamo
stati apertamente tuoi nemici, e, questa è la cosa più terribile di tutte, abbiamo fatto una danza
sbagliata e abbiamo considerato una festa pubblica come un motivo di una corsa malvagia, a me
resta l'aiutare mediante le mie parole quelli ai quali giungono queste accuse. 15,20. Io non dirò
quelle cose che ho sentito, e coloro che le dicono aggiungevano lamenti alle loro parole. Quali sono
queste cose che io tralascio? “Chi conosce qualche nostra ingiustizia? Costui deve farsi avanti e
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deve dimostrare questa cosa lasciando perdere il calunniare. Perché voi ci disprezzate? Perché
tramate insidie contro di noi? Quale cedimento noi abbiamo fatto alla debolezza? Che cosa è stato
rovinato dalla nostra malvagità?”. 15,21. “L'imperatore, facendo bene, ha tagliato i prezzi delle
merci in vendita, ma la terra è stata danneggiata nelle sue produzioni a causa delle siccità e non
poteva supportare la legge come quando c'era l'abbondanza, e gli eccessi dei guadagni sono stati
puniti e hanno distrutto i commerci. Noi siamo tra quelli che fanno dei servizi a favore della città,
non siamo tra quelli che fanno traffici illeciti”. Io non porto questa giustificazione. Infatti, o
imperatore, se tu condanni chi fa ciò, anche io sarei condannato, se tu dici: “un tale individuo ha
fatto un'azione ingiusta”, e anche io condivido queste tue decisioni. 15,22. Dunque in che modo io
salvo dalla collera e dal pericolo la mia città, che io non potrei definire giusta? C'è un'antica legge
che discende dagli dei, che è onorata dai Greci, e ha salvato molti uomini nei tribunali, e tu stesso
l'hai applicata molte volte. Quando tu hai parlato del perdono, hai evidenziato quello che stavo per
dire io, e non poche volte hai messo in pratica il perdono. 15,23. Noi Antiocheni abbiamo sbagliato,
lo ammettiamo, e siamo stati troppo lenti nell'eseguire la tua volontà. Alcuni di noi hanno
sorvegliato i fornai in un modo troppo debole, altri hanno completamente dormito, altri hanno
desiderato del denaro in modo eccessivo. Sia pure così; dunque che significa? Bisogna ritenere la
città responsabile per questa cosa? E la funzione del perdono non sarà utile a queste persone che
sono state vittime di una debolezza della natura umana, si sono fatte trasportare da un eccesso? E in
che modo gli dei sono superiori agli esseri umani,se noi riterremo che il non sbagliare niente sia
presente anche tra gli esseri umani? Quale città, o quale provincia o quale uomo potrà essere salvato
se in tutte le cose viene estesa una simile severità? 15,24. Se bisogna che sia escluso dalla vita il
perdono, e se bisogna che siano valutate tutte le cose in modo aspro, bisogna punire chiunque venga
trovato colpevole di qualsiasi reato, resti pure il tuo odio, e puoi chiamare la città tua nemica; ma se
adesso, o in qualche momento è opportuno che fiorisca questo rifugio del perdono, per quale motivo
noi Antiocheni siamo i soli a essere stati esclusi dalle cose buone del momento presente? 15,25. Io
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penso a tutte quelle cose che ti rendono benevolo; in primo luogo tu sei un Greco ed eserciti il tuo
potere su alcuni Greci; infatti per me è più piacevole definire così ciò che è opposto ai barbari, e il
popolo di Aineias non mi rimprovererà niente. 15,26. Il barbaro è orgoglioso di essere furioso e di
infuriarsi, imita le azioni degli animali feroci e durante una cena uccide un suo parente, e beve sul
suo cadavere, e se uno lo supplica, il barbaro non fa niente di ciò che gli è stato chiesto, oppure si
irrita ancora di più. Ma la nostra ricerca è di essere diversi dagli animali quanto più possibile, la
nostra ira è cancellata dalle lacrime, l'impulso della nostra collera è spento dal pianto e se uno vede
che quello che si è comportato male si vergogna allontana il ricordo dei mali che ha sofferto. 15,27.
E poiché il nostro ordine sociale è così, è necessario che noi siamo più civili dei barbari in una
misura uguale a quella in cui la tua anima è superiore a noi altri. Per quale motivo?Perché non è che
dei cacciatori ti abbiano preso quando tu eri un adolescente e ti abbiano insegnato a colpire degli
animali che trascorrevano molto del loro tempo intorno a delle sorgenti, intorno alle montagne, e
intorno ai precipizi e nei combattimenti di leoni e di capri, ma il tuo insegnante è stato un uomo di
Sparta, un sacerdote di giustizia, una guida della tua educazione, e lui ha conosciuto, se mai qualcun
altro li conobbe, i segreti della mente di Homeros, e di tutta quanta la scuola di Homeros, e tu hai
imparato Homeros quando eri giovane, come è naturale che faccia uno di quella età, adesso tu lo
capisci come è naturale che faccia un filosofo. 15,28. E inoltre tu hai appreso in aggiunta alle cose
utili che derivano dalle opere in versi anche tutti gli oratori e gli storici, che insegnano molte cose, e
la loro fatica non ci ha permesso di ignorare nulla dei tempi antichi. Ma il vertice sono le creature
degli dei, Sokrates, Pythagoras, Platon e tutti i torrenti che sono scesi da costoro,nessuno di loro è
fuori dalla tua anima, e loro essendo entrati in essa l'hanno fatta diventare bella e nobile, come gli
allenatori fanno diventare. Questi filosofi oggi chiedono la tua clemenza verso di noi, come gli
agricoltori chiedono i frutti alla terra. 15,29. Noi abbiamo anche dei sostenitori più venerabili di
questi. Quali sono questi sostenitori? Coloro che abitano l'Olimpo, e gli dei e gli esseri divini che
vivono con te, ed è necessario che l'amico degli dei sia portato verso la benevolenza. E infatti il tuo
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rapporto con gli dei non consiste solo nel fatto che loro accettano un sacrificio, o rivelano qualcosa
dei loro segreti attraverso il volo degli uccelli o attraverso gli agnelli che vengono uccisi, non
consiste solo nella divinazione, sebbene anche questa attività sia splendida, ma tu hai con gli dei gli
stessi rapporti che noi esseri umani abbiamo gli uni con gli altri. 15,30. Gli dei ti hanno svegliato
quando tu dormivi scuotendoti con una mano, ti hanno spiegato gli agguati e il momento opportuno
per la spedizione militare, il luogo della battaglia,e in quale luogo tu dovevi andare e da quale luogo
dovevi andare via. E tu sei l'unico fortunato che ha visto l'aspetto di quegli dei felici,e soltanto a te è
stato possibile ascoltare la voce degli dei, e per te che sei elevato in ogni cosa vale quell'appellativo
di Sophokles, tu sei talvolta “la voce di Athena, altre volte la voce di Apollon, di Herakles, di Pan,di
tutti gli dei e di tutte le dee”. 15,31. Se tu sei onorato da una tale amicizia e compagnia, e hai avuto
dentro di te tali dei con i quali tu ti consulti riguardo le attività pubbliche, è ovvio che tu per la
somiglianza dei comportamenti, hai reso gli dei tuoi protettori e amici. Dunque una delle divinità è
stata colei che trattenne Achilleus quando era in preda all'ira, e la dea si nascose agli altri, ma fu
vista soltanto da colui per il quale era venuta. 15,32.E tuttavia Zeus non è soltanto quello che manda
lampi e fulmini, ma è anche protettore dei supplici e propizio. Dunque tu che hai mandato i fulmini
contro i barbari, e questa azione è stata giusta, devi essere propizio verso di noi, e devi accogliere le
nostre suppliche, perché anche nei confronti dei barbari hai imitato sia l'una sia l'altra capacità del
dio, piombando come un fulmine su quelli che si opponevano, ma non usando il ferro contro quelli
che facevano delle suppliche; adesso i barbari si comportano in modo molto diverso, hanno
scambiato della terra con dell'altra terra. Essi sono lontani sia dalla paura sia dall'offesa, e sono
nutriti e protetti vicino alle guarnigioni che essi avevano distrutto. 15,33. In nome degli dei, quando
Achilleus si sentì dire riguardo alla natura delle Preghiere: “che anche gli dei si fanno commuovere
dalle preghiere”, e continuò a conservare la sua collera, tu non ti indignerai con lui, anche se tu lo
ammiri come guerriero? Achilleus, anche se è simile agli dei nella sua nascita, non imita questi dei
dai quali è stato generato, ma lui, dopo avere saputo che la peste era opera di Apollon spinse
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Agamemnon a fare un sacrificio ritenendo che ciò sarebbe stato sufficiente per ottenere un
cambiamento, ma non ritenne giusto deporre la propria collera per dei doni che erano tanto grandi e
così ingenti, lui che aveva questo esempio vicino, quello del dio che aveva colpito l'esercito con la
la malattia, e poco tempo dopo fece una riconciliazione quando giunsero degli inviati e fecero dei
sacrifici? 15,34. Anche adesso Apollon e gli altri dei fanno la stessa cosa che fecero a Ilion,
risparmiano coloro che fanno azioni sbagliate, ma si rifugiano nelle preghiere. E se gli de
mantenessero forte la loro collera per ognuna delle azioni fatte in modo sciocco dagli esseri umani,
non ci sarebbe nessun mezzo adeguato per fare una riconciliazione, ma le città sarebbero silenziose
perché sarebbero molto poche le persone che sfuggirebbero ai dardi degli dei. Ma io credo che noi
commettiamo degli errori e facciamo delle suppliche, e ci salviamo. Ed è davvero simile a un dio
non chi è simile agli dei nel suo aspetto, infatti ciò non è possibile, ma colui che è pronto a fare del
bene e non desidera dare delle punizioni dappertutto. 15,35. Per questo motivo noi ci indigniamo
con Achilleus perché lui mantiene la sua collera e riteniamo di patire un torto insieme agli
ambasciatori che non lo hanno convinto, e ci rallegriamo quando vediamo che Priamos è dentro la
tenda di quell'uomo e mangia insieme a lui e riesce a ottenere nessuna di quelle cose che chiedeva.
E noi riteniamo che Achilleus sia davvero figlio di Thetis e della famiglia di Aiakos, quell'uomo si
adirava volentieri e Patroklos, anche se gli voleva molto bene, sai di quali genitori diceva che
Achilleus era figlio. 15,36. E Homeros dice che gli dei sono influenzati “da quelli che fanno
sacrifici e amabili suppliche”, sarà possibile influenzarti quando alcuni uomini faranno dei sacrifici
per te, ti collocheranno degli altari, e ti rivolgeranno delle preghiere, come a Herakles, è verosimile
che chi imita le azioni di Herakles otterrà anche gli onori di Herakles, adesso tu ricevi da noi
Antiocheni la nostra umiliazione, la nostra supplica e le nostre lacrime invece delle vittime
sacrificali, del fumo, e del profumo della carne arrostita. E tu dovresti dare a noi il tuo favore, in
nome di Athena, e tu desideri vedere la città di Athena come ognuna delle due Rome, insieme alla
tua patria, e insieme a quella città che possiede questo vasto impero, tu ammiri la città di Atene.
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15,37. Dunque tu devi pensare che questi Ateniesi sono famosi per le loro belle imprese, per le
battaglie navali che loro vinsero insieme agli oracoli e che convinsero i barbari ad accontentarsi dei
loro confini antichi, e anzi queste battaglie convinsero i barbari a fare diventare più piccoli i loro
confini, ma la il loro merito maggiore fu la benevolenza che loro ebbero verso gli sventurati, e con
la quale gli Ateniesi si schierarono insieme agli sventurati e a loro favore combatterono contro altri.
15,38. Gli Ateniesi furono trattati male dai Tebani; poi corsero ad Aliarto a liberare i Tebani. Gli
Ateniesi subirono trattamenti non migliori da parte dei Corinzi, e portarono aiuto ai Corinzi, quando
questi ultimi patirono delle ingiustizie. Gli Ateniesi salvarono anche Sparta, con Kritias e
Drakontides e dopo che le mura ateniesi erano state abbattute, e dopo che le loro triremi erano state
eliminate e dopo che c'era stato un uso abbondante della cicuta, dopo gli esili, dopo quella famosa
carestia, e dopo quella strage. Dopo il saccheggio di Eleusi gli Ateniesi andarono nel Peloponneso e
non permisero di distruggere Sparta. 15,39. Infatti gli Ateniesi a casa propria ritenevano che la
compassione fosse una divinità, e tu, o imperatore, ad Atene hai visto l'altare di quella dea che è
venerata dagli Ateniesi, e gli Ateniesi non si ricordavano delle colpe commesse da quelli che li
chiamavano e che chiedevano il loro aiuto. Gli Ateniesi dovevano o abbattere l'altare o riconciliarsi.
Tu devi imitare la città che è stata resa famosa dal suo avere compassione per quelli che hanno
commesso dei torti verso di essa; ancora di più tu devi seguire la tua stessa benevolenza, e riguardo
a questo argomento io non potrei dire niente di più. 15,40. Se tu non fossi riuscito a sopportare con
pazienza la follia dei tuoi sudditi, io ti avrei parlato di Xerxes che mandò le sue spie, le mandò al
posto degli araldi, e fece in modo che Themistokles che era il suo peggiore nemico diventasse suo
amico, e Xerxes invece di punire Themistokles gli diede dei doni, Lampsaco, Miunte, Magnesia,
dopo quelle battaglie navali famose, alcune delle quali sono minori, e l'altra battaglia navale alla
quale niente è stato simile, grazie alla quale Salamina fu definita divina dal dio di Pito.. E Xerxes
diede queste cose per la magnanimità di Themistokles, a me sembra, non come compenso delle
speranze, che Xerxes aveva, che i Greci sarebbero diventati suoi schiavi. Infatti non si poteva
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ritenere che un traditore della propria patria sarebbe stato leale nei confronti del barbaro. 15,41. Io
potrei citarti oltre a Xerxes anche il molosso Admetos, il quale sarebbe stato molto contento di
prendere un uomo simile a Themistokles e di ucciderlo, ma quando lo prese e lo ebbe in suo potere
rifiutò di consegnarlo agli Ateniesi che lo avevano chiesto, e fece in modo che Themistokles
raggiungesse il luogo dove voleva andare. 15,42. Io potrei parlare anche di Philippos figlio di
Amyntas, e di Alexandros figlio di Philippos, e Philippos vinse contro quegli Ateniesi che avevano
riportato al potere Argaios e lui li mandò via come se fossero benefattori,e non ritenne affatto giusto
fare un bottino per quelle cose che erano avvenute in seguito alla sua vittoria, Alexandros subì
numerosi torti dagli oratori di Atene, e loro provocarono dei disordini e suscitarono rivolte tra il
poteri assoluti, avrebbe potuto ucciderli, se avesse voluto,ma accolse la loro ambasceria e lasciò che
loro vivessero e diede un beneficio tanto grande a Demades, figlio di Demeas. 15,43. Io potrei
ricordare queste cose e molte altre, se tu non avessi compiuto delle azioni più gloriose di queste. Tu
mi hai tenuto lontano dal citare gli esempi antichi, perché tu hai dato un esempio del trattamento per
il quale noi Antiocheni siamo venuti. Infatti tu non sei forse colui che ha criticato e ha rimproverato
quelli che hanno affilato le spade e hanno cospirato su come e quando era necessario devastare la
comune felicità? Tu li hai condannati e li hai rimproverati, ma non li hai privati delle loro vite, e con
questa azione hai causato nel mondo abitato uno stupore maggiore di quello che hai causato con le
tue vittorie. Una consuetudine della tua clemenza è stata il sopportare gli errori dei tuoi sudditi. Tu
devi mantenere immutata la tua consuetudine verso di me, e devi aggiungere altre cose a quelle che
hanno riportato un elogio. 15,44. E infatti tu farai la pace con una città che non è completamente
malvagia e che non è conosciuta per la sua stoltezza, per la sua arroganza e per la sua tracotanza, e
per le sue cose peggiori, ma se tu mi permetti di dirlo, questa è la prima volta in cui la città di
Antiochia è accusata. Perciò io mi sono convinto a parlare a favore di questa città ritenendo che i
suoi meriti precedenti saranno un'intercessione per le colpe recenti, perché è necessario odiare
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quell'uomo molto malvagio che ritiene che la malvagità sia più utile dell'equità, e bisogna che lui
muoia per tutta la sua vita, ma se un uomo è completamente buono, e riceve un'accusa, ognuno
potrebbe giustamente sia condividere il suo dolore,sia portare un aiuto a buon diritto a costui. 15,45.
Questa città, e io tralascio le cose più antiche, quando ha saputo delle tue battaglie sul Reno e di
queste vittorie, delle tue opere letterarie, delle altre forme della tua eccellenza, non ha fatto una
preghiera agli dei affinché la terra diventasse tua, infatti non era possibile, ma gli Antiocheni o da
soli o in gruppi, hanno pregato incessantemente Zeus di mettere fine a quelle cose che rovinavano
l'impero e hanno pregato Zeus di dare il potere al nostro salvatore. 15,46. Quando sono venute dalla
Cilicia ora questa ora quella notizia riguardo alla tua salute gli Antiocheni sono impalliditi,e quando
hanno ricevuto la notizia contraria hanno fatto una festa, e i cenni che loro si facevano
reciprocamente e in modo evidente erano cenni della loro gioia. 15,47. Dei naviganti in difficoltà
non hanno mai desiderato raggiungere la terra così come questi Antiocheni desideravano usufruire
dei tuoi rimedi, e un anziano padre non ha mai desiderato vedere tutta la discendenza dei suoi figli
che erano lontani dalla patria, come questa città intrattabile ha visto la tua persona, e gli schiavi che
ebbero l'aiuto di Herakles non guardarono a lui, come noi abbiamo guardato al fatto che il tuo
impero che prima era piccolo si estendesse a tutta la terra. 15,48. Quando quel potere è finito e il tuo
potere è diventato più grande, e la circostanza hanno dato a noi Antiocheni la possibilità di mostrare
i nostri sentimenti, gli dei hanno ascoltato un grido grande quanto nessuno di quelli precedenti, e gli
uomini hanno riempito non soltanto il teatro, ma anche i fianchi del monte, e ognuna delle donne
dalla propria casa ha mandato una lode a modo suo. 15,49.Grazie a quelle azioni che sono state fatte
qui ad Antiochia, se anche c'è stato qualcuno che ha sognato qualcosa di troppo strano, lui ha
abbandonato la sua speranza e sulla riva dell'Oronte ha giurato che avrebbe onorato i tuoi meriti,
mentre sia l'esercito, sia la corrente del fiume, direbbe un poeta, passavano gioiosamente. 15,50.
Alcune di queste cose sono state dette, ma tu devi credere a me riguardo ad altre cose. Qualcuno ad
Efeso stava per essere punito a causa del suo affetto verso di te e per questo motivo qualcuno è stato
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sospettato e si aspettava di essere arrestato. Anche ad Efeso ci sono stati alcuni che hanno detto tutto
ciò che sapevano e hanno rivelato le tue doti, ed è stata grande la parte della città che ha creduto a
queste cose e che è stata affascinata da questo affetto. 15,51. Tu vuoi chiamare me come testimone
di questa cosa, io che per molto tempo sono stato con te sotto lo stesso tetto e dopo questi eventi io
sono stato onorato con alcune lettere, e negli ultimi eventi sono stato onorato dal potere che tu hai
adesso? Oppure il fatto che sia io, sia la mia testimonianza siamo di Antiochia ci danneggia
entrambi? O imperatore,noi siamo parenti di molte più persone, e tuttavia io non potrei ammirare né
la mia patria, né la mia stirpe così tanto da ritenere che esse siano più importanti della verità e di te.
15,52. E che bisogno c'è di soffermarsi su queste cose, quando il testimone più affidabile di questa
cosa è l'unico individuo tra tutti che tu non potresti allontanare? Qual è quest'uomo del quale io
parlo? Sei tu stesso. Infatti tu in precedenza parlando con me hai biasimato la mia città, e hai detto:
“Io pensavo che avrei fatto diventare quella città di marmo”. E tu hai parlato così, con questa
espressione. Certamente tu sei venuto qui amando questa città. E se tu hai voluto bene ad Antiochia,
l'hai elogiata. Tu non hai elogiato una città a te nemica,ma hai ricambiato il suo affetto; infatti non ti
erano ignote le vicende dell'oriente anche quando tu ti trovavi nell'occidente, non ignoravi né chi ha
voluto le cose peggiori, né chi ha voluto le cose migliori. Dunque la bellezza che tu avevi preparato
per la città di Antiochia era una prova che la città aveva preso la tua parte. 15,53. Forse qualcuno ti
ha detto, insieme ad altre cose, anche che noi abbiamo costruito dei templi numerosi e grandi, e tu
hai ritenuto che questa cosa fosse un segno della religiosità di quelli che abitano ad Antiochia, e del
fatto che, sebbene ci siano alcuni che vogliono distruggere i templi, altri templi si sono salvati e non
sono stati rasi al suolo grazie alle lotte delle persone che si sono opposte alla loro distruzione. 15,54.
Dunque che significa? Noi cancelleremo tutti quei meriti passati rivolgendo lo sguardo soltanto a
questa colpa, e ciò che è stato fatto per pigrizia sarà superiore a quelle azioni che mostrano una
virtù? Tu devi giudicare noi Antiocheni, come facevano gli Spartani; tu facendo la valutazione su
entrambe le cose, meriti e demeriti, devi dare il tuo appoggio a ciò che è migliore. Tu devi ricordarti
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di quella consuetudine che hai avuto nei confronti di quelli che hanno detto delle menzogne, quando
hai detto: “se una qualunque delle persone che mi frequentano dice una menzogna per una volta
sola, io sopporterò questa cosa; se oserà dire simili menzogne per la seconda volta, io sopporterò
anche questa cosa, e se una persona sarà sorpresa per la terza volta a dire delle cose che non sono
vere, non sarà ancora odiata; ma se aggiunge una quarta menzogna questa persona sarà cacciata”. E
tu devi perdonare noi Antiocheni non per tre colpe, ma per una colpa sola, e dopo noi ci mostreremo
a te come irreprensibili.Infatti il dolore che ora noi proviamo ci ordinerà di comportarci bene. 15,55.
Poi se tu dirai: “Di che cosa voi avete paura? Di quale confisca del vostro patrimonio? Di quale
esilio? Di quali uccisioni?”. O imperatore, tu scherzi con uomini che sono sventurati. Che cosa dici?
Tu non fai confische, non condanni a morte nessuno, e non mandi in esilio nessuno, ma tu odi e
ritieni tuoi nemici alcuni individui e li lasci in vita.Questa è la punizione più grande.Infatti tu contro
la città di Antiochia dici molte cose così: “Io rifuggo una città piena di tutti i mali, di tracotanza, di
trasferirò in una città più piccola, perché ho condannato il comportamento di quella città
potentissima”. 15,56. Dunque se tu lasci vivere noi Antiocheni con un marchio di infamia, dicendo
quelle cose che tu tralasci di dire, pensi che nasconderai i modi con cui tu ci punisci? È come se
oggi tu diffondessi una voce contro di me, e se tu dicessi che io sono molto empio e sono un tuo
nemico, poi tu ritenessi che io dovrei esserti grato perché io non sono stato condannato a morte. Io
potrei dirti: “O imperatore, tu stai dissimulando, e dopo che hai trovato una punizione più grave
della morte, usi un eufemismo per definire questa cosa. Tu non fai una cosa gradita a me con tali
azioni, se mi permetti di vivere, ma rendi censurabile la mia vita,tu devi crocefiggermi,devi gettarmi
in mare. Si parli pure male di me dicendo che io non capisco, ma tu non mi condanni a morte, per
farmi soffrire di più? O imperatore, spesso la vita è più dolorosa della morte”. 15,57. La mia città
forse potrebbe dire: “tu devi confiscare i miei beni, tu devi condannarmi a morte; se vuoi, devi
distruggermi. Il dolore è di un solo giorno, ma come potrò sopportare il male che è c'è adesso e che
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è diventato duraturo?”. La città è esecrata come il porto di Cirra, è maledetta come quel famoso
Pelasgico, e oggi noi Antiocheni rischiamo la nostra libertà di parola. Infatti come un uomo
condannato per prostituzione è disonorato,così la mia città è priva di voce se tu continui ad essere in
collera con essa. Infatti come potremo noi vantarci ancora, sia quando altre persone vengono da noi,
sia quando noi andiamo dagli altri? Saranno chiusi per noi ogni porto, ogni terraferma, ogni popolo,
e gli Antiocheni che sono lontani dalla loro città dovranno nascondere da quale luogo essi
provengano, e dovranno inventare delle patrie fittizie? 15,58. Per gli uccisori di persone sono stati
trovati dei sacrifici espiatori che eliminano l'infamia, e se un assassino lascia il luogo della vittima
dell'omicidio trova chi gli darà un aiuto e una consolazione, ma noi nella nostra sventura troveremo
nemici ovunque e tutto il mondo imiterà la tua inimicizia, e se uno straniero viene da noi ad
Antiochia, fuggirà dalla nostra città,come quelli che fuggono dalle città malate. 15,59. Questa cosa
non sarà nascosta ad entrambe le tribù degli Etiopi, né ai Celti, né agli Sciti, né a quei Persiani che
sono rimasti. Infatti la gloria di colui che si è adirato con noi non permette che stiamo nascosti noi
che siamo odiati, e inoltre la grandezza della città che è odiata rende grande il discorso su di essa. E
infatti se noi abbiamo sbagliato, siamo stati anche condannati. Ma noi Antiocheni siamo stati
schierati tra le prime città dopo quelle due città che sono le prime, e la fama della nostra città è una
punizione per essa, e si dice che la sorte di Callixenos è stata di morire di fame e di essere odiato da
tutti, la stessa cosa accadrà a ognuno di noi Antiocheni che si mostrerà altrove, chiunque ci
respingerà, ci scaccerà, ci espellerà. 15,60. E questo fatto non sarebbe stato ancora così grave se
fosse avvenuto alle poche persone che vanno altrove,ma è inevitabile che sia rovinata la sicurezza di
tutta quanta la città. Infatti è impossibile che vivano in modo felice degli uomini che sono
continuamente in queste condizioni, ma sia la fame, sia la pestilenza, sia delle sventure ancora più
terribili che derivano dai terremoti, danneggiano le città. In tali circostanze c'è un unico rimedio per
quelli che sono stati colpiti: la cura data dai vicini. Se tu la togli avrai eliminato l'unica speranza. In
che modo l'unica speranza viene eliminata? Se quelli che soffrono sembrano essere malvagi. Infatti
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tutti sono abituati a rallegrarsi se tali persone malvagie soffrono, e non sono abituati ad aiutarle.
15,61. Tu darai delle punizioni piccole e tali da essere sopportate facilmente da noi se tu susciterai
un'ostilità comune di tutti gli uomini contro noi Antiocheni, e a causa di questa ostilità avverrà che
la nostra città, se resta in piedi sarà umiliata, ma se la città subisce una sventura, non avrà nessuno
che la aiuterà. 15,62. Avvengano pure queste cose: le punizioni date dai vicini e dagli altri uomini a
noi Antiocheni siano così, ma ti sembra giusto che i tuoi figli, e i figli dei tuoi figli riceveranno
insieme al potere anche l'odio riguardo alla nostra città, e loro daranno onore ad altre città e
disonoreranno questa nostra città e la danneggeranno in ogni modo? 15,63. Io credo che resisterà
l'inimicizia immortale verso la mia città di quelli che eserciteranno il potere di volta in volta fino a
quando resisterà l'ordine delle cose che c'è adesso, e se noi Antiocheni che soffriremo diremo quelle
parole che sono proprie di quelli che patiscono dei dolori, subito verranno a noi le tue parole di
adesso: “questi uomini non sono forse quelli che hanno fatto arrabbiare il più gentile tra gli
imperatori? Ed essi non hanno forse reso la loro città amara per lui, e non hanno forse fatto in modo
che lui cercasse altri luoghi come sua residenza invernale? Loro dovevano morire da molto tempo, e
se non possono vivere nel lusso pensano di patire dei dolori terribili? Non ci sarà nessuno che
renderà piccola quella città tiranna, che prima era grande, e che renderà poveri i suoi abitanti che
prima erano ricchi?”. 15,64. Dunque, o imperatore, tu coltivi un'ostilità incessante verso di noi, a
causa della quale noi avremo tutti i governatori e tutti i magistrati come nostri nemici, perché loro
pensano che faranno delle cose gradite agli imperatori con le nostre sventure, e tu tenti di
convincermi che queste cose non siano una punizione? E che cosa diremo noi quando sarà chiesto a
noi: “per quale motivo voi siete stati odiati?”. Noi rivolgeremo a te l'accusa? Ma la tua natura non
riceve nessun biasimo, e l'eccellenza di colui che ha fatto la condanna è dannosa per quelli che sono
condannati. 15,65. Infatti quelli che sono stati respinti dai templi dagli dei a causa degli oracoli
restano in silenzio, come se loro fossero stati condannati dalle divinità che sono omniscienti,così se
tu menzioni costoro come individui malvagi,loro non possono dire che sono stati calunniati.Dunque
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o imperatore, noi siamo stati condannati dalla tua virtù. Tu non hai ucciso nessuno di noi, e non hai
privato nessuno di noi né del patrimonio,né della patria,e non dovresti cambiare il tuo atteggiamento
rispetto a prima. 15,66. Io vedo che in tali patimenti la nostra comunità eviterà le accuse, perché le
accuse sono rivolte a quelli che hanno sofferto, e con queste procedure che tu vuoi fare coinvolgi
tutta quanta la città nella punizione.Infatti un'opinione è che ci siano alcuni individui malvagi in una
città che è buona, ma la tua opinione è che la malvagità sia diffusa in tutta quanta la città. 15,67. Io
mi stupisco se a te sembra che sia una cosa della quale ci si deve stupire il fatto che non siano state
gestite bene quelle città che hanno avuto per un lungo tempo un simile insegnante. Non è forse vero
che tutto era pieno di sconvolgimento,di pigrizia e di negligenza? Non è forse vero che le leggi
erano solo delle lettere? Che le cariche pubbliche sono state vendute? Che i sudditi hanno potuto
prevalere sui magistrati, mandano loro dei doni nel pomeriggio e la mattina quasi puliscono il
pavimento? Non è forse vero che l'esercitare il comando in modo giusto è stato deriso, e che la
corruzione è stata elogiata? Non è forse vero che ciò che è onesto è diventato debole, e che ciò che è
piacevole ha acquisito forza? Non è forse vero che colui che si comporta in modo malvagio è
diventato capace di non subire nessuna punizione? 15,68. Dunque che c'è di strano se, dal momento
che è stato dato un potere tanto grande alla malvagità, i comportamenti delle città sono stati
danneggiati dalla circostanza? Oppure non è possibile che alcuni allievi di retori scadenti diventino
artefici eccellenti di altri discorsi, ma è possibile che il mondo si comporti bene quando un uomo
sonnolento regna su di esso? E se le greggi sono rovinate dalla stoltezza dei pastori, le città sono
educate dai comportamenti pigri dei loro imperatori? Tu devi aspettarti che il carro sarà come
l'auriga che tu hai messo alla guida dei cavalli. 15,69. Per quale motivo adesso noi riteniamo che la
terra sia felice? Perché un bravo medico è venuto per curarla. Certamente noi ci rallegriamo perché
lui cambierà i comportamenti delle città e farà in modo che essi diventino migliori. Dunque per
quale motivo bisogna meravigliarsi, se tu hai trovato degli errori,e ricevi onore perché tu poni fine a
essi? Già in passato qualcuno ha comprato un cavallo ridotto in cattive condizioni e ha pensato che
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lo avrebbe reso migliore grazie alla capacità tecnica che lui aveva. Dunque se quest'uomo quando
sale per la prima volta su questo cavallo, si indignasse perché vede che questo cavallo non è
eccellente in tutti i suoi comportamenti, a te non sembra che si sentirebbe dire giustamente dal
cavallo, se esso ricevesse da Hera la capacità di parlare: “Ma tu sapevi queste cose quando mi hai
comprato e sapevi che avresti dovuto correggere i miei difetti grazie alla conoscenza che tu hai.
Nell'educazione c'è bisogno di tempo e anche di esercizio,e se io avrò queste cose forse migliorerò”.
15,70. O imperatore, noi abbiamo vissuto in modo sfrenato, tutti noi abbiamo vissuto così durante
l'impero precedente. Ora andiamo sotto un giogo che è più giusto. Noi tenteremo di sopportarlo. Tu
devi perdonare le nostre piccole colpe e devi renderci migliori in modo che noi non avremo bisogno
di un perdono. E noi non chiediamo niente di nuovo, ma già in passato tu hai cominciato a
perdonarci, e devi ricordarti di quel giorno nel quale hai chiamato noi Antiocheni malvagi, ma hai
ritenuto giusto salvarci. Tu hai detto:“Loro hanno sbagliato, ma devono essere alimentati; mi hanno
fatto arrabbiare, ma non devono patire la fame. Tu devi dare loro innumerevoli misure di cibo e devi
aggiungerne tremila”. 15,71. Queste parole sono state di uno che indeboliva la città, ma non sono
state di uno che odiava la città in modo completo, queste parole sono state di uno che si attendeva
un cambiamento;e tu non avresti dovuto indugiare così tanto per proteggere una città che era malata
in modo incurabile, a meno che quello non fosse un segno del tuo odio, quando tu hai tentato di
evitare delle piogge eccessive, e quando hai tentato di salvare la terra dai pericoli che provenivano
da queste piogge, quando tu sei stato accanto all'altare e hai ricevuto quella pioggia abbondante
stando all'aperto, mentre le altre persone si erano riunite sotto un tetto costruito in modo
improvvisato, e temevano che tu, mentre portavi un aiuto ai raccolti avresti avuto bisogno di un
medico, ma niente <ti> ha fatto desistere dal tuo aiuto. 15,72. Tu hai un'opinione così bassa della
mia città; riguardo ad essa tu hai aggiunto anche questa cosa, che io ho saputo,tu hai chiesto agli dei
se noi arriveremo fino all'estate senza fare una rivolta, perché tu quando percepisci in anticipo un
evento terribile, vuoi evitarlo in quei modi che sono consueti per te. E quando tu fai degli sforzi a
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favore degli Antiocheni affinché essi non muoiano, tu vuoi farli morire di disperazione? Tu libererai
gli Antiocheni dalla fame e li consegnerai ai dolori? E tu vuoi che una città continui a esistere,
perché essa non è inutile, ma la copri di vergogna,come se essa non avesse nessun valore? 15,73. Tu
dici: “Ma certamente è necessario che voi Antiocheni scontiate una qualche punizione”. O
imperatore, noi abbiamo scontato questa punizione grande e lunga, e questo è il quinto mese di
punizione. Noi gemiamo, siamo tristi e avviliti e non stiamo per niente meglio di quelli che sono
detenuti, siamo colpiti nelle nostre anime, siamo pieni di tristezza nei nostri volti, siamo simili a
quelli che sono in lutto perché hanno perso i loro figli in modo prematuro, piangiamo, odiamo noi
stessi, il suolo, l'aria, l'acqua, le case, quelli che noi incontriamo, ci evitiamo a vicenda, siamo feriti
di notte,e soffriamo durante il giorno. 15,74. Alexandros ha salvato la città, l'ha salvata,io non potrei
dire diversamente, ma con alcune parole amare, e alcune di esse hanno colpito il consiglio cittadino,
altre hanno ferito il popolo, non perché noi Antiocheni abbiamo commesso delle azioni sbagliate
durante il giorno, ogni Antiocheno esortava se stesso a mantenere comportamenti giusti, ma soltanto
a causa di ciò che ha provocato la tua collera, e quando tutte le persone sono state radunate
Alexandros è stato gentile con alcuni individui,ma è stato più duro di un torrente impetuoso verso di
noi Antiocheni, cosicché durante quel tempo noi abbiamo avuto una vita simile a quella dei
Cimmerii in un'oscurità e in una notte continua, e abbiamo ritenuto che non avremmo più ricevuto il
sole. 15,75. Quali punizioni tu cerchi ancora da persone che sono state distrutte dal dolore? Tu devi
concedere un perdono, tu devi concederlo, o imperatore, non in modo completo a tutti i reati,ma per
tutti quei reati che sono avvenuti a causa delle merci. Tu in passato hai deriso i misfatti che sono
avvenuti nell'ippodromo, ma noi vogliamo ottenere una punizione per quei misfatti, non abbiamo
smesso di cercare quei maledetti, e non siamo lontani dal prenderli. Tu devi perdonarci, in nome
degli dei, in nome dei demoni, in nome delle tue vittorie, in nome della tua stessa filosofia. Tu vieni
da noi dopo avere fatto grandi imprese. Deve essere grande anche questa tua azione di adesso. Tu
devi incoronare le tue vittorie con la tua benevolenza e non devi fare piangere soltanto noi, mentre
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tutti gli altri uomini partecipano al trionfo comune. 15,76. Si dice che noi Antiocheni odiamo te e il
tuo potere imperiale. E infatti, o Helios, noi abbiamo sentito dire queste cose. Ma quando tu sei
andato avanti con successo nella tua carriera, e quando il risultato delle tue azioni non era ancora
evidente, noi,tralasciando tutte le cose, siamo venuti a fare delle suppliche,bambini,anziani,e donne,
e subito in ogni tribù della città si sono riuniti dei gruppi, poi questi gruppi si sono uniti in una
moltitudine di persone che sono passate attraverso una piazza dicendo delle preghiere ad alta voce,
queste persone hanno superato le porte della città dicendo delle preghiere a voce ancora più alta, e
sono andate su e giù nello spazio che accoglie le esercitazioni militari <con un numero di persone
più grande>. Tutti quelli che tra noi hanno una conoscenza della divinità hanno condiviso queste
azioni, e sono andati agli altari, e in ogni modo hanno onorato gli dei, che sono padroni del
concedere una vittoria. Dunque se questi sono i comportamenti di persone che odiano, qual è la
dimostrazione di affetto? 15,77. Ma ci sono alcuni che disapprovano qualcuna delle tue azioni. E
infatti alcuni disapprovano i propri padri. Ma che cosa potrebbe essere più caro dei propri padri? O
imperatore, come è il tuo atteggiamento verso gli abitanti di Tarso? Nessuno di loro dirà qualcosa di
un po' rude? E quale oracolo garantisce questa cosa? Dunque che cosa succederà se sfuggirà una
parola a un loro fabbro o a un loro calzolaio, o a qualcuno di quelli che sono simili a loro? Tu
cercherai un'altra città e un'altra città ancora? Dipenderà dai tuoi sudditi la tua scelta su dove tu
dovrai trascorrere l'inverno? Non permettere che noi abbiamo un potere tanto grande! Ma tu devi
restare tra quelli che ti vogliono, affinché tu dia gioia a loro, e affinché insegnino a volerti a coloro
che non ti vogliono. Infatti ciò che è necessario deve essere fatto, volontariamente da quelli che
vogliono farlo, e controvoglia da quelli che non vogliono farlo. 15,78. Se tu fossi un insegnante di
retorica tra noi antiocheni,e tu lo saresti certamente se non fossi impegnato in questa attività che è la
più importante e la più divina, tu adesso saresti un mio rivale, e se qualcuno dei tuoi allievi fosse
pigro, tu permetteresti questa cosa? No; ma tu useresti la frusta. Così anche adesso ogni città deve
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quelle persone che sopportano a malincuore la presenza di un imperatore, noi Antiocheni siamo
abituati da tempo a vivere insieme all'imperatore e adesso noi chiediamo di non essere privati di
questo dono. La mia città che discende dalla stirpe di Inachos, venuta a cercare Io che vagava, ti
rivolge una supplica, ha un elemento ateniese, è una città di Macedoni, è una città di Alexandros che
fece delle corse che sono simili delle tue, e Alexandros ammirò la fonte di questa città, e bevve
volentieri a questa fonte, ti supplica questa città che ha ospitato numerosi dei che sono stati tuoi
alleati, ai quali tu hai fatto sacrifici, che tu hai invocato, insieme ai quali tu hai fatto una spedizione
militare, Hermes, Pan, Demeter, Ares, Kalliope, Apollon, Zeus, sia lo Zeus che sta sulla montagna,
sia quello che sta in città, presso al quale tu sei andato come console, e tu sei andato via da questo
Zeus essendo fiducioso e sei diventato debitore a lui. Io ho delle tue lettere che sono state depositate
presso il dio. Tu devi venire e devi fare sacrifici, devi ripagare il tuo debito, e dopo avere fatto il
sacrificio tu devi restare con noi. 15,80. Tu devi pensare di ascoltare queste cose riguardo dagli dei
in persona, devi credere di vedere adesso questi dei. Forse tu hai visto gli dei che stavano attorno a
te con la guida di Zeus, e Zeus ci ha trovati quando noi tremavamo di paura, e mentre tu combattevi,
e Zeus ci ha dato forza e ci ha rassicurato con una prova evidente. È avvenuta questa cosa, un uomo
ha catturato un cigno sulle rive del lago lo ha portato e lo ha offerto al dio.E al cigno non erano state
tarpate le ali, ma aveva perso la forza delle ali, e avviene una tale cosa ai cigni, se essi perdono la
libertà che avevano nelle loro paludi e se cadono nelle mani degli esseri umani. 15,81. Per molto
tempo quel cigno è stato sulla terra e non ha cercato di sollevarsi, ma alla fine della prima settimana
del mese le persone stavano facendo un sacrificio,il cigno si è alzato nell'aria e per tre volte ha corso
intorno al tempio, all'altezza delle cornici, poi si è sollevato, è andato in alto, si è rivolto verso
oriente. E subito si è levato un grido di quelli che si rallegravano, di quelli che saltavano, di quelli
che facevano capriole al ricordo della trasformazione di Zeus,e Zeus si trasformò in questo uccello e
generò Helene, e ha dato a tutti l'impressione di essere andato a distruggere l'impero Persiano
insieme a te. 15,82.Adesso Zeus parla in mio favore, vuole che ci sia una riconciliazione con la
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nostra città, e vuole che io abbia una gloria perché sembra che io ti abbia convinto. Pertanto tu non
devi disonorarlo, e non devi confutare un retore che è stato onorato dalla tua approvazione. Tu hai
dato del grano agli Antiocheni, quando io l'ho chiesto, devi eliminare la tua collera quando io lo
chiedo. Tu non devi stancarti di onorare me, un uomo che molte volte ha respinto il sonno per le
preoccupazioni riguardo a te, tu non devi mandarmi via a mani vuote, non devi farmi tornare in
delle persone che mi chiedono:“o ambasciatore, lo abbiamo convinto?”, che cosa risponderò? In
quel momento, per Zeus, io avrò bisogno di una maschera e dovrò fare il mio ingresso in città di
notte, quando la circostanza nasconderà la mia guancia che arrossisce. Quando io sarò a casa mia
sarò costretto a restarci, chiuso dentro, perché io non riuscirò a sopportare gli sguardi dei miei
concittadini, che mi mostreranno ai loro vicini come colui che è stato sconfitto. 15,84. Ma noi
Antiocheni abbiamo dei monti che sono grandi, elevati e boscosi, che sono dei villaggi di carbonai,
abbiamo delle grotte e delle capanne. Io andrò in questi luoghi, cambierò nome e cambierò il mio
vestito, e cambierò tutte quelle cose che sarà possibile cambiare del mio volto. In quel luogo io
abiterò in solitudine, lontano dalla città alla quale non ho potuto essere utile. 15,85. O imperatore, io
sono discendente di uomini che hanno fatto dei servizi pubblici,ma a me è stato impedito dalla Sorte
di fare un servizio pubblico. È vergognoso vivere senza fare nessuna azione benefica alla propria
città quando se ne ha la possibilità. Dunque poiché io sono stato escluso da quei servizi pubblici che
sono piacevoli, tu dovresti dimostrare che io sono onorato da un servizio che salva la mia città.
15,86. E spero che non mi si parli dei preparativi che si fanno in Cilicia. Basta che tu lo voglia, e
tutte le cose seguiranno. Ci vogliono cinque giorni e non molti cammelli. Tu hai visto noi antiocheni
quando siamo stati indeboliti, ora tu devi vedere noi quando siamo forti. Tu devi ottenere una prova
del frutto della nostra terra, dopo che hai avuto una prova delle cose contrarie. Ora tu saprai
chiaramente se queste azioni sono state effetto di una nostra colpa oppure se sono state effetto di
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una nostra sventura.
nostra città, e voi sapete che io non ho tralasciato né nessuna forma di competizione, né nessuna
forma di supplica, e voi avete saputo ciò perché io vi ho raccontato alcune di queste cose, non come
uno che si vanta, ma come uno che dà una consolazione, e l'imperatore ha detto un numero anche
maggiore di queste cose, qui ad Antiochia l'imperatore ha detto al sacerdote che era stato infastidito
da me, e nella stazione di posta l'imperatore ha detto la stessa cosa al vostro consiglio cittadino;ma è
necessario che voi ascoltiate anche alcune informazioni che io tenterò di dire sia riguardo alle
difficoltà che ci circondano, sia riguardo alla collera dell'imperatore, sia riguardo al modo in cui noi
potremmo mettere fine ad essa e con il quale noi daremmo l'impressione di essere diventati
migliori. 16,2. Infatti là io ho tentato di liberare voi Antiocheni dalle accuse, qui invece io non devo
nascondere le accuse che si potrebbero giustamente rivolgere a voi. Prima il mio intento era ottenere
il perdono per voi e fortunatamente ci sono riuscito, ma adesso noi Antiocheni potremmo essere
danneggiati in un modo grandissimo, se restassimo sulle stesse posizioni precedenti, come se non
avessimo commesso nessun errore. 16.3. E io non ignoro che causerò dolore a tutti, o a molti per la
mia libertà di parola, ma è molto meglio che voi proviate dolore per le mie parole e proviate gioia
per quelle azioni che derivano da queste parole, invece che voi adesso sentiate dire delle parole che
vi fanno piacere e poi subiate una punizione grave e pesante in cambio di una piccola gioia.Infatti se
fosse possibile per me allo stesso tempo elogiarvi e mostrarvi in quali modi noi potremmo sfuggire
al pericolo, certamente sarebbe una follia non scegliere questa forma di discorsi, ma poiché è
inevitabile che con un discorso piacevole danneggerebbe ciò che è utile per voi, sarebbe da persone
assennate il ritenere che le parole che portano la vostra salvezza siano migliori di quelle che vi
adulano. 16,4. Dunque quando Demosthenes rivolse delle esortazioni ai suoi concittadini che erano
tristi, lui riteneva che loro non avrebbero dovuto comportarsi così e riteneva che loro non avrebbero
270
dovuto avere degli atteggiamenti come se non ci fosse nessuna buona speranza; io invece sono tanto
lontano dal consigliarvi di deporre la vostra tristezza, al punto che io ritengo che la città non si
potrebbe salvare in nessun altro modo, tranne questo: che noi aumentiamo il nostro dolore attuale e
che noi superiamo in dolore tutti quelli che in ogni tempo sono stati considerati sofferenti al
massimo grado. 16,5. La nostra situazione è questa: se noi Antiocheni pensassimo alla nostra
condizione presente come se essa fosse facile, noi renderemmo peggiore la nostra sventura, perché
noi dimostreremmo a tutti che nessuno può fare niente di tanto grave da spaventare la nostra città;
ma se noi rinunciamo ai miglioramenti e sentiamo quella paura che è naturale che abbiano coloro
che sono andati in una situazione pericolosa anche per le proprie fondamenta, in primo luogo noi
prenderemo decisioni migliori riguardo alle nostre politiche future avendo questo timore. Poi anche
questa cosa forse potrebbe essere sufficiente all'imperatore, il fatto che quella città che era famosa
per la sua arroganza è stata colpita per tutto il suo tempo futuro, è diventata miserabile, e crede che
sarà distrutta.16,6.Dunque numerose e grandi sventure hanno sempre afflitto questa città sventurata,
e forse Seleukos fondò questa città con dei presagi che non erano favorevoli. Certamente all'impero
dei Persiani fu possibile ottenere un onore grazie alle nostre disgrazie, come accade a un lottatore,
che sconfigge spesso lo stesso avversario.Infatti i Persiani non fecero forse molte spedizioni militari
contro questa città? Oppure i Persiani, quando fecero le invasioni, non devastarono Antiochia,
distruggendo tutte quelle cose che poterono distruggere, e usando il fuoco contro le altre cose? 16,7.
Certamente i nostri antenati furono ostinati, e non vollero lasciare quei luoghi agli dei. I nostri
antenati avrebbero dovuto pensare che un'ostilità contrastava questo luogo,avrebbero dovuto cercare
un'altra terra, dopo il primo disastro, o dopo il secondo disastro, come fecero quei famosi abitanti di
Focea. Ma i nostri antenati ricostruirono la città e fecero in modo che essa esistesse di nuovo, e non
sapevano che preparavano la città ad altre disgrazie. 16,8. O voi concittadini, numerose e terribili
disgrazie hanno scosso la nostra città nelle sue fondamenta, ma io direi che nessuna disgrazia può
essere paragonata a quella attuale. Infatti innanzitutto non c'è confronto tra le disgrazie che abbiamo
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patito per mano dei nostri nemici naturali e quelle dovute all'odio dei nostri alleati e di persone dalle
quali era normale ottenere un aiuto. 16,9. Ma come è una cosa molto più terribile essere maltrattati
dal proprio padre e avere come proprio accusatore colui che ci ha generati, invece che subire un
attacco da persone che sono estranee alla propria famiglia, così è un male peggiore il fatto che la
nostra città dia all'imperatore dei Romani l'impressione di essere degna di essere eliminata invece
che subire questo trattamento dall'azione dei barbari. 16,10.Infatti la seconda cosa è ciò che la legge
della guerra conosce ed è una di quelle sofferenze che sono consuete, mentre non sono molti gli
esempi della prima cosa. E della prima distruzione fatta dai barbari si potrebbe accusare la sorte,
mentre la distruzione fatta dall'imperatore sembra contenere una critica dell'atteggiamento della
città. E la distruzione fatta dai barbari attira la commiserazione da parte dei propri parenti, e ci sono
persone pronte ad aiutare quelli che ne sono stati colpiti, ma ogni persona eviterebbe l'amicizia con
noi Antiocheni e ogni persona rende evidente il suo odio come dimostrazione che la sua opinione è
molto diversa dalla nostra. 16,11. Certamente non è opportuno gioire o sopportare con pazienza la
difficoltà, se la nostra città non è caduta, noi dovremmo invece soffrire perché la nostra città ha
perso la sua gloria di prima ed è stata collocata insieme alle città peggiori, e dovremmo soffrirne più
che se vedessimo i nemici dalle nostre mura. Il mio principale desiderio è la mia salvezza, e il
mantenimento della mia reputazione di onestà, ma se la malvagità attrae verso di sé, o miei
concittadini,sarebbe meglio la morte del disonore. 16,12. Dunque anche se noi possiamo essere così
fiduciosi riguardo al futuro, noi dobbiamo essere sopraffatti da quella vergogna che c'è adesso, noi
dobbiamo lamentarci, noi dobbiamo piangere e dobbiamo ritenere giusto che la nostra città assuma
l'atteggiamento che ha ogni casa quando è in lutto, la nostra disgrazia adesso è così grande che non
c'è nessuno che possa garantire che noi non soffriremo la punizione peggiore, a meno che voi
abbiate ricevuto degli oracoli di Delfi a mia insaputa. 16,13.Dunque fino a quando è forte la fiamma
di questa collera, quale uomo è così coraggioso, quale uomo non riterrà giusto tremare di paura? Voi
non sapete quanto sono grandi i poteri dei terremoti, dei fulmini, e degli attacchi del mare, e voi non
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sapete che sono altrettanto grandi e niente affatto minori i poteri della collera dell'imperatore?
L'imperatore vince contro quelli che non hanno armi grazie agli eserciti, e se vuole distruggere una
città, la più grande delle città viene distrutta in poco tempo, con la forza, con il ferro, con il fuoco e
con altri mezzi. 16,14. Se l'imperatore esita a ricorrere a questa scelta estrema, lui toglie a una città
tutti i suoi segni esteriori, e le dà il titolo di villaggio.Guardate ciò che è successo in Cappadocia. Là
una città che era felice e famosa e che praticava l'eloquenza, e che era stata spesso residenza di un
imperatore, è stata esclusa dall'elenco delle città, perché ha dato l'impressione di comportarsi in un
modo troppo insolente rispetto alla sua posizione. E allora? Non sarebbe da persone assennate
l'avere paura, il piangere, il cercare un modo affinché noi elimineremo qualcuno degli errori che noi
abbiamo fatto? 16,15. Poi se qualcuno alzandosi in piedi qui mi domanderà: “e come può essere
colpa nostra, se la terra non ha prodotto tutti quei frutti che doveva produrre, e se le innovazioni
introdotte riguardo ai prezzi delle merci in vendita hanno posto fine agli scambi commerciali?”. Un
tale discorso mostra che noi siamo sventurati, perché noi siamo odiati anche se non abbiamo fatto
niente di male. Dunque umiliarsi e piangere per entrambe queste cose è un comportamento di
persone intelligenti, sia se noi abbiamo volontariamente fatto un torto a un uomo potente che è stato
eccellente, sia se una divinità ostile ha colpito con una questa reputazione noi che non avevamo
commesso nessuna azione colpevole. 16,16.Ma poiché tra voi è molto diffuso l'atteggiamento di chi
non ha fatto niente di male, e dice che ha subìto gravissimi torti, io non vorrei essere giudice in un
tale processo, infatti io voglio bene sia a voi Antiocheni, sia all'imperatore, la mia patria è degna del
mio rispetto, e l'imperatore è degno della mia venerazione, e l'imperatore per sua stessa ammissione
è un mio collega per la sua eloquenza, e soprattutto perché i discorsi che io e lui produciamo sono
fratelli. Nondimeno, poiché è necessario che tutte le cose siano meno importanti della verità, io ho
detto anche prima che io dirò ciò che penso senza fare nessuno sconto, e dopo che io una volta mi
sono dedicato a dare dei consigli sono obbligato dalla necessità ad esprimere la mia decisione,
bisogna che io dica quelle cose che a me sembrano giuste. 16,17. O Antiocheni, se io dicessi molte
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volte che l'imperatore vi ha rivolto delle accuse in modo ingiustificato, non potrei convincere
nessuno se non voi. Infatti il rispetto dell'imperatore verso gli dei, la sua clemenza verso i suoi
sudditi, la sua indole naturale che è adatta alla filosofia, e i suoi studi che hanno aiutato la sua
natura, tutte queste cose sono contro di noi Antiocheni,testimoniano e gridano in modo unanime che
la nostra città ha commesso una colpa verso quell'imperatore più di quanto una colpa sia stata
commessa da quell'imperatore nei confronti di noi Antiocheni. 16,18. Infatti quell'uomo si compiace
di questa unica gioia, quella che deriva dal fatto di non permettere a se stesso niente di malvagio, ed
è diverso dagli dei soltanto per il fatto che lui mangia del cibo, ma nell'esercizio della virtù, e nella
cura dell'anima lui è simile agli dei ed esercita il suo potere sui desideri vergognosi più che sulle
città sulle quali lui comanda, e tra gli altri uomini che hanno avuto in passato quel potere imperiale,
lui ha mostrato che alcuni non avevano nessun valore, mentre altri non avevano un valore tanto
grande come si pensava in precedenza, e se lui ha imitato alcuni imperatori in qualche cosa, nelle
altre cose li ha superati.16,19.Dunque noi che abbiamo come accusatore quest'uomo così eccellente,
un uomo che è stato il più giusto tra quelli che sono stati generati dall'Europa a Zeus, possiamo
aspettarci che alcuni tra gli ascoltatori prendano le nostre parti se noi neghiamo le accuse che ci
sono state rivolte dall'imperatore? Non è possibile. Infatti dimmi, quale scusa credibile noi diremo?
Diremo che l'imperatore agisce in modo casuale, senza la dovuta considerazione? Ma chi tra quelli
che si aggirano in piazza è così esperto delle cose che succedono ogni giorno? Ma diremo che lui
alimenta una collera più forte del ragionamento? Lui che ha lasciato vivere quelli che hanno
aguzzato le spade contro di lui? E lui avrebbe inventato delle accuse false per confiscare dei beni?
Lui che ha liberato le province dall'antica tassa dell'aurum coronarium? E quest'uomo sarebbe
crudele? Lui che va nei templi e si mescola ai suoi sudditi, e amministra la giustizia in modo
clemente e fa domande sui nostri figli, e si rallegra se può fare qualcosa di buono per loro? 16,20. O
Antiocheni, verranno a portare un aiuto all'imperatore molti testimoni, innumerevoli città, grandi
province, terra e mare, tutti quelli che abitano la terra dalle correnti del Reno fino alla nostra città, e
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l'imperatore, poiché è amato da tutte queste persone, è venuto nella nostra città accompagnato da
loro. Dunque, quando noi siamo gli unici a non piacergli, e soltanto a noi lui fa delle accuse, mentre
elogia gli altri, non è verosimile che lui abbia cambiato i suoi comportamenti, ma è verosimile che
noi abbiamo reso la nostra città non obbediente. 16,21. O miei concittadini, quando io valuto in
questo modo le cose che sono avvenute trovo che noi siamo soggetti alle accuse più di quanto siamo
stati calunniati. Ma se bisogna riferirsi a quelle accuse che sono più evidenti, e se bisogna criticarvi,
ed è una cosa utile anche a voi, io non dirò che voi avete nascosto i prodotti provenienti dai campi, e
che voi, quando potevate rendere prospero il mercato, avete fatto in modo che ci fossero delle
ristrettezze e, che voi avete fatto una guerra contro il desiderio dell'imperatore. Infatti se lo dicessi
io mentirei, perché so che molti di voi possiedono molta terra e voi avete visto i vostri schiavi patire
la fame e non avete potuto aiutarli. 16,22.Ma io potrei fare volentieri questa critica, cioè che noi non
abbiamo reso la nostra volontà migliore della nostra possibilità. Che cos'è ciò che io dico? O
Antiocheni, è possibile che incapacità e impegno vadano insieme, ed è possibile che la stessa
persona non possa soddisfare con l'azione colui che le ha dato un ordine, ma nella sua mente
condivida questa volontà e anche fortemente, manifesti la sua gioia e la sua speranza, e sia triste
perché la natura della cosa è contrastata. 16,23. Noi non abbiamo dimostrato nessuna di queste cose,
ma abbiamo mostrato chiaramente che abbiamo sopportato a malincuore quella legge, e abbiamo
fatto le cose che erano necessarie, ma abbiamo reso questi servizi malvolentieri, e noi ci siamo
sobbarcati le fatiche con le nostre azioni, ma non abbiamo lodato ciò che veniva fatto. Io mi
aspettavo che voi Antiocheni avreste condiviso l'entusiasmo dell'imperatore per questo suo
insediamento, mi aspettavo che voi avreste ammirato il suo impulso,anche se non era una situazione
facilissima, mi aspettavo che voi avreste considerato l'insediamento dell'imperatore come una
dimostrazione del suo carattere benevolo e del suo aiuto alla povertà, e l'imperatore ha ritenuto che
sarebbe stata una cosa terribile, se alcuni fossero vissuti nel lusso maggiore possibile e altri avessero
continuato a essere indigenti, e se, quando il mercato era fiorente, i poveri avessero potuto soltanto
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vedere i godimenti dei ricchi. 16,24. Gli Antiocheni avrebbero dovuto pensare queste cose ed essere
chiari nel manifestarle, e avrebbero dovuto rimproverare non l'imperatore che aveva abbassato i
prezzi, ma quei commercianti che non erano stati capaci di comportarsi in modo giusto. E infatti se
le cose non fossero andate secondo i vostri desideri, avrebbe dovuto essere chiaro a voi che voi
eravate tra quelli che dovevano augurarsi che che non ci fosse nessuna opposizione alla volontà
dell'imperatore. Anche alcuni soldati evitano l'accusa in questo modo, quando il loro comandante li
guida in un luogo che sembra difficile, loro imitando l'audacia del comandante che li guida, pensano
di dovere passare attraverso ogni difficoltà,ma se falliscono si dolgono perché non hanno ottenuto il
loro scopo. 16,25. Noi abbiamo ammesso che c'è stato un simile discorso, cioè che noi Antiocheni
siamo stati tristi in quei giorni che portavano l'abbondanza, e noi abbiamo fatto festa quando c'era
scarsità di merci, e abbiamo ritenuto che l'abbondanza fosse dannosa per noi e che noi avremmo
avuto vantaggi dalla scarsità di merci. Doveva diffondersi quel discorso secondo cui il nostro dolore
superava quello dell'imperatore, perché la condizione del mercato resta difficile anche con la
limitazione dei prezzi che c'è adesso. 16,26. “Tu mi attribuisci questi comportamenti?” direbbe
Eubulos saltando in piedi, e così direbbe il secondo dopo di lui, il terzo, il quarto e ognuno degli
altri. Io non direi così. Infatti da tempo io sarei stato ostile a voi, se io avessi saputo una cosa simile,
ma non potrei neppure convincermi di questa cosa, che da questo fatto non sia derivato un motivo
che ha attirato odio contro di te. E io non so per colpa di quali persone, ma so che tale notizia è
esclude questa nostra giustificazione. Infatti un altro uomo potrebbe essere fuorviato e ingannato,ma
noi vediamo che l'imperatore nei processi non si fa ingannare da quelli che dicono delle menzogne,
lui calpesta e distrugge ogni inganno, e come una falange rompe gli inganni, fino a quando andando
avanti arriva alla verità. 16,28. Ma, se siete d'accordo, lasciamo perdere il mercato e le accuse di
modo anche peggiore, e danno a se stessi il permesso di parlare male di chiunque loro vogliano, e
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hanno insultato l'imperatore moderatissimo, giustissimo e saggissimo, con offese dopo le quali non
dovevano andarsene indenni neanche se le avessero dette gli uni contro gli altri, loro hanno reso
irreprensibile la nostra città o l'hanno resa degna delle disgrazie dalle quali essa è colpita adesso?
16,29. E voi non dovete ritenere che l'imperatore abbia paura di essere danneggiato nella sua
reputazione dalle parole che sono state dette. Questi individui malvagi non hanno ancora avuto un
potere tanto grande, ma alcuni sudditi sono pieni di un'insolenza così grande, e non hanno rispetto,
osano attaccare facilmente il potere imperiale, e ciò non potrebbe avvenire neppure in uno stato
democratico, che dà una libertà maggiore di quanto sarebbe utile, e questo comportamento ha
rattristato l'imperatore. 16,30. Dunque quando sono stati diffusi tali canti nella città, chi ha gridato
come per un'empietà? Chi è andato a picchiare qualcuno? Chi è stato colpito al cuore? Chi ha detto
al proprio vicino: “Noi non impediremo la loro azione? Non li arresteremo? Non li metteremo in
prigione? Non li condanneremo a morte?”. Infatti sarebbe stato opportuno,io credo, che l'imperatore
se ne stesse tranquillo, e che noi fossimo quelli che hanno fatto eseguire la punizione,e sarebbe stato
necessario che l'imperatore anche prima di sapere quale fosse stato l'insulto rivolto a lui,sapesse che
gli autori dell'offesa erano morti. 16,31. Si dice: “questi individui erano pochi”. E anche per questo
motivo dovevano essere puniti, perché, anche se non erano molto numerosi, non hanno indugiato a
compiere dei misfatti tali che non avrebbero dovuto osare neppure se fossero stati molto più
numerosi. 16,32. Si dice: “ma erano degli individui malvagi, poveri, malfattori e borseggiatori”. Tu
hai detto un secondo motivo per cui loro dovevano essere abbattuti, se i loro reati erano gravi,
terribili, evidenti, e inescusabili. 16,33. Si dice: “quelli che hanno fatto le incursioni sono degli
stranieri”. Certamente loro si sono comportati male per le parole che hanno detto, ma noi abbiamo
sbagliato perché abbiamo permesso a costoro di farlo. E il non impedire una cosa, quando è
possibile impedirla, equivale a farla, e per questi motivi colui che mostra di non adirarsi con quelli
che fanno delle azioni ingiuste diventa elogiatore dell'ingiustizia. 16,34. “O tu, sei un abitante della
Fenicia e hai una tua città? E allora va' nella tua città e compòrtati bene, se non puoi comportarti
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bene continua a essere malato stando a casa tua, e definendo la tua insolenza come una festa. Noi
Antiocheni non sappiamo né cantare tali canzoni, né ascoltarle. Ma tu vuoi danzare il cordace nella
nostra città? Devi morire, e non devi aggiungere i tuoi misfatti a quelli della comunità della nostra
città!”. 16,35. Che cosa diremo noi? Oppure che cosa potremmo dire come motivo per il quale noi
non abbiamo fatto nessuna di queste cose? Qualcuno dirà: “Noi abbiamo avuto paura di impedire
che avvenissero le cose ritenute giuste dalle leggi religiose,e abbiamo avuto paura di essere accusati
di eliminare una festa religiosa”. E noi avremmo dovuto sapere che la festa consisteva in questi
comportamenti, e che una baldoria così audace si sarebbe rivolta alla sacra persona del nostro
imperatore. 16,36. Io ammetto che alcuni scherni si sono mescolati ad alcune feste, ma in primo
luogo essi sono stati leggeri e sopportabili e non erano detti da una lingua esplicita, non erano rivolti
a tali persone, e in questo modo attenuavano la loro durezza. Se fosse possibile per i miei schiavi
insultarmi in modo sfrenato accumulando tutti gli insulti che si fanno tra esseri umani con la scusa
della festa, io non potrei accettare che gli dei siano contenti per questo culto. 16,37. Dunque sarebbe
una cosa da fare per quelli che si preoccupano per le città eliminare queste tradizioni del passato, e
loro non dovrebbero ignorare che è stato insultato anche il pigro Konstantios, e loro pensano che se
il carattere dell'imperatore è pigro, la sua condizione sia degna di onore. E se questa considerazione
non può essere ignorata giustamente insieme alle altre, quando ha preso il potere Iulianos, che ha
superato tutti gli uomini in tutte le parti della terra, gli Antiocheni non avrebbero dovuto svilire le
virtù di Iulianos che esigevano il loro buon comportamento, e gli Antiocheni avrebbero dovuto
eliminare quegli insulti per la loro paura, anche quando non ce n'era ancora stata l'occasione. 16,38.
Certamente sarebbe stato necessario che il cambiamento dei nostri comportamenti fosse grande, e
sarebbe stato necessario che la nostra città ottenesse un'armonia migliore, come una cetra che va
nelle mani di un bravo citarodo, e sarebbe stato necessario che questa armonia si estendesse
attraverso tutte le cose pubbliche e private, attraverso le anime e i comportamenti sia degli uomini,
sia delle donne, sia dei bambini. 16,39. Ma è stato mostrato che dalla nostra follia ha avuto inizio
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l'odio contro di noi ed esso andando avanti è aumentato; io ammetto, se ciò pare giusto, che questa
azione è propria della sorte la quale fa delle cose che non sono giuste. Dunque che significa? Noi
lasceremo, come fanno i cattivi marinai, che la nave sia vinta dalla tempesta, o noi opporremo la
nostra cura contro la tempesta? A me sembra che quest'ultima scelta sia giusta e la volontà del mio
discorso di adesso è portare un aiuto alla mia città che soffre, e tutti i rimproveri che io ho fatto
tendono a questa unica premura. 16,40. Quali sono i rimedi? Noi Antiocheni dimostreremo di essere
davvero dispiaciuti, noi dimostreremo di essere davvero in lutto. Noi chiederemo scusa con dolore e
con moderazione. E infatti questa è una delle accuse, che noi abbiamo un orgoglio più grande di
quanto sarebbe necessario e che niente può spaventare la nostra città. Io spero che Arghyrios non
pensi che la nostra umiliazione sia sufficiente come discorso di scuse, ma noi disporremo la nostra
città a un comune dolore, e tutta quanta <la> nostra città deve imitare il lutto di una famiglia. 16,41.
Noi Antiocheni chiuderemo il teatro per un po' di tempo, e chiederemo a questi danzatori e a questi
mimi di trasferirsi e di condividere con i nostri vicini quei beni che essi danno alla nostra città, per
permettere a noi di trascorrere l'estate senza divertimento. Noi faremo in modo che le corse dei
cavalli abbiano meno gare e le ridurremo a sei mentre prima erano undici. Noi ridurremo la luce che
pende davanti ai bagni pubblici, che è abbondante e inutile, che dimostra un lusso improduttivo, a
una piccola parte di quella che c'è adesso. Noi condanneremo noi stessi al fatto che l'imperatore non
sia tra noi. Noi daremo a noi stessi una punizione volontariamente, affinché non patiamo dei dolori
più grandi contro la nostra volontà. Noi impediremo la decisione dell'imperatore con la nostra stessa
decisione. 16,42. E se quelli che sono appassionati dei teatri si arrabbieranno, noi li convinceremo a
riconoscere il momento, e non ci deve essere nessuna considerazione di quelli che non condividono
questa cosa. Infatti sarebbe una cosa terribile se noi facessimo un favore a queste persone contro la
nostra salvezza comune e se noi ritenessimo che il non dare un dispiacere a quelli che dicono
apertamente che non possono vivere senza il teatro sia più importante dell'eliminare la collera
dell'imperatore. 16,43. Infatti se noi abbiamo paura di una rivolta, l'imperatore fa questa accusa al
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consiglio cittadino, che noi abbiamo guidato così male la città, al punto che le persone migliori
hanno dovuto seguire quelle più numerose, e hanno dovuto dare delle gioie alle moltitudini oppure
morire immediatamente. Noi riteniamo che siano stati troppo numerosi quelli che hanno desiderato
le danze durante una carestia. Ma quelli che sono ricchi grazie al gioco d'azzardo sono molto pochi
e sono degli stranieri, contro i quali noi abbiamo la consuetudine dell'espulsione, se loro si
comportano in modo insolente. 16,44. Dunque io credo che tutti saranno inferiori a voi quando
deciderete, ma se ci sarà qualche tumulto, questa minaccia spaventosa salverà la città. Poiché è una
cosa di grande valore il fatto che l'imperatore senta dire dai messaggeri che provengono da questa
città che gli Antiocheni che gestiscono i poteri pubblici correggono la città affinché essa sopporti,
ma il popolo si oppone e ritiene che sia necessario o vivere nel lusso o fare delle rivolte. 16,45. E se
qualcuno ritiene che questi miei consigli di cambiare comportamento quando non c'è una paura
evidente contengono un cattivo presagio,forse potrebbe avere una giusta preoccupazione,ma quando
una collera tanto grande è in corso, e quando si temono alcune conseguenze in seguito a questa
collera, se noi stessi eliminassimo una parte dei nostri piaceri, forse placheremmo quello spirito che
ci perseguita. Certamente noi non porteremmo una città che sta bene a una sventura, ma
stabilizzeremmo una città che è scossa. 16,46. O miei concittadini, la nostra città potrebbe essere al
sicuro, se, e questa è la più importante tra le cose che dico, e tra le cose che ricevono il consenso
della maggior parte delle persone anche se sono osteggiate da alcuni, se la città vincesse e fosse
ammirata. Infatti voi dovete sapere bene questa cosa, che non cancellerete la collera dell'imperatore,
né gettandovi a terra a faccia avanti, né facendo delle richieste, né portando dei rami d'ulivo, né
offrendo delle corone, né gridando, né mandando degli ambasciatori, né mandando il retore più
abile, se voi non ponete fine a queste vostre sciocchezze, e se non date la vostra città a Zeus, e agli
altri dei, riguardo ai quali Hesiodos e Homeros fin da quando voi siete bambini, e prima
dell'imperatore, vi danno numerosi insegnamenti. 16,47. Voi ritenete giusto essere onorati perché
siete istruiti e definite i poemi epici come la vostra educazione, ma riguardo alle cose più importanti
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voi avete degli altri insegnanti e voi evitate quelle conoscenze che sono aperte,anche se quando esse
erano chiuse voi avreste dovuto lamentarvi. Poi se qualcuno menziona Platon e Pythagoras, voi
proponete come fonti autorevoli vostra madre, vostra moglie, la vostra massaia e il vostro cuoco, e
voi continuate a credere in dottrine come queste e non vi vergognate di queste dottrine delle quali
dovreste vergognarvi, ma voi seguite quelle persone che alle quali voi dovreste dare delle leggi, e
voi ritenete che la lunga durata della malvagità sia una valida ragione per la sua continuazione,come
se qualcuno che ha venduto la sua bellezza durante la giovinezza mantenesse la sua malattia anche
nel corso delle altre sue età. 16,48. E che bisogno c'è di fare lunghi discorsi? Adesso spetta a voi la
scelta: o continuate a essere odiati oppure ottenete un vantaggio doppio, ottenete la benevolenza
dell'imperatore, e conoscerete gli dei che abitano davvero il cielo. Infatti voi sarete gli unici a
ottenere un vantaggio dai favori che darete e voi, pur avendo l'atteggiamento di quelli che danno
qualcosa, in realtà riceverete qualcosa. 16,49.Ma nessun discorso vi farà cambiare atteggiamento, io
lo so, e per questo motivo ho tagliato il mio discorso, per non dilungarmi inutilmente. Ma se si
avvicineranno degli eventi terribili e se l'imperatore dopo le guerre contro i Persiani vi tratterà come
una città nemica, voi non dovete piangere e radunarvi attorno a me,e non dovete lamentarvi dicendo
che è arrivato il momento adatto ai miei discorsi. Infatti voi avete disprezzato questi miei discorsi,
come potreste ritenere che essi abbiano qualche influenza sull'imperatore? 16,50. Io non rivolgerò il
mio discorso a quelli che ritengono di essere vittime di ingiustizie, se loro non sono coinvolti in
altre accuse, e se fanno sacrifici agli dei, anche loro vengono puniti insieme agli empi e insieme a
quelli che sono degni di rimprovero per altri motivi, ma io dirò quel discorso che l'imperatore mi ha
fatto. Infatti anche io ho fatto questa distinzione quando vi ho difeso davanti all'imperatore, e per lui
era sufficiente un solo verso del poeta che ricevette l'alloro dalle Muse. Infatti lui ammette che ci
siano alcuni individui non malvagi, ma non si stupisce se loro saranno distrutti insieme a quelli che
sono malvagi. Infatti lui dice:“Spesso una città intera è stata rovinata a causa di un solo uomo
malvagio”. 16,51. E anche qui è impossibile comportarsi in modo sfacciato perché questa cosa è
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così da molto tempo. Infatti chi è che non sa in che modo l'esercito degli Achei fu consumato da una
pestilenza a causa dell'errore di Agamemnon e gli Achei patirono tali dolori quando salparono verso
casa loro a causa della colpa di Aias? Gli Ateniesi non furono forse puniti in modo comune a causa
dell'offesa di Perikles ai Megaresi? I Tebani non si ammalarono perché Oidipous aveva ucciso
Laios?E queste cose non avvennero anche se Oidipous non sapeva chi fosse colui che aveva ucciso?
Dunque vedendo che questa consuetudine è prevalsa presso coloro che sono migliori, l'imperatore
siederà come giudice e farà delle divisioni tra quelli che sono malvagi e quelli che sono buoni e
questi ultimi sono molto più numerosi? Io vorrei credere a questa cosa,ma non posso crederci.16,52.
Dunque fino a quando l'imperatore attraversa dei fiumi, guarda verso l'impero persiano e si
preoccupa del suo attacco, e di quale luogo, di quale tempo e in quale modo lui faccia l'attacco
contro i nemici, noi faremo in modo di essere buoni e bravi, e come i nostri antenati sono stati
lontani dal lusso abbondante e si sono rivolti alla moderazione,così anche noi,esortandoci a vicenda,
respingeremo quella reputazione che c'è adesso riguardo alla nostra città, noi mostreremo
all'imperatore di essere degni della sua prima speranza. 16,53. L'imperatore credeva che questa città
sarebbe stata d'accordo con lui in modo grandissimo e che essa avrebbe oscurato le altre città per la
sua benevolenza e sarebbe stata per lui più amichevole anche della sua patria, e quando è venuto ad
Antiochia si preparava a dare a essa una bellezza e altre aggiunte. Adesso invece l'imperatore odia
questa città e lui, che è amico di Apollon, si è convinto di essere odiato dagli allievi di Apollon e
dice che trascorrerà l'inverno a Tarso in Cilicia. 16,54. E se accadesse questa cosa, noi Antiocheni
vivremo ancora? E dimmi, con quali anime? Che cosa diremmo? Come ci guarderemmo a vicenda?
Come noi guarderemmo quelli che vengono da noi? O Helios, l'imperatore è a Tarso, mentre
Antiochia esiste e si mantiene in vita? Manderemo degli ambasciatori in Cilicia, noi che siamo
abituati a ricevere degli ambasciatori da quella terra? E il fiume Cidno sarà più felice del fiume
Oronte? 16,55. E la causa per la quale queste cose sono andate così è peggiore della rovina. Non
hanno sopportato un buon governante quelli che hanno sopportato un'intera stirpe di governanti
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che non erano buoni, gli Antiocheni non hanno sopportato che la filosofia risiedesse in un
imperatore, si sono liberati dal suo potere. Poi non succederà che ogni imperatore a partire da quei
tempi sarà nemico degli Antiocheni? Gli imperatori non riceveranno l'odio insieme allo scettro
imperiale? Gli imperatori non eviteranno una città indisciplinata? Non continueranno a seguire le
circostanze attuali? Non attribuiranno l'attuale arroganza a quelli che di volta in volta abiteranno la
città? Voi lascerete ai vostri figli una bella eredità? O uomini di Antiochia, voi dovete temere il
precipizio. 16,56. Io avrei paura di un tale nemico, anche se lui fosse solo un privato cittadino.
Iulianos non è diverso da Apollonios di Tiana per il suo modo di vivere, e lui ha marchiato la nostra
città con due parole. Poi noi non ci comporteremo in modo saggio? Noi non vedremo tutto ciò che
avverrà con le nostre anime? Noi non correremo ai templi? Noi non convinceremo alcuni, e non
trascineremo altri? Noi non faremo ricorso alle suppliche presso gli altari lasciando perdere gli
ippodromi? Noi non manderemo fino al Coaspe una notizia che dica: “gli Antiocheni si sono
scusati?”. Noi non riceveremo una notizia che verrà dallo stesso luogo e dirà: “l'imperatore si è
riconciliato con loro?”. 16,57. Se qualcuno dicesse delle parole migliori di queste, io sarei il primo a
dargli ascolto. Ma se qualcuno qui sta in silenzio e a casa sua parlerà male di me, mi ammirerà di
Romani, forse ancora di più quella terra che è abitata dai Greci, perché l'impero dei Romani ha
percepito di più questa disgrazia, dunque la ferita arriva anche in tutta la terra, come io ho detto,
colpisce e lacera le anime, ed essa è che non è più vivo quell'uomo che era eccellente, e che aveva il
desiderio di vivere bene. 17,2. Sono finiti gli onori degli uomini buoni, sono orgogliosi i gruppi
degli uomini malvagi e dissoluti; tra le leggi che impediscono le azioni malvagie, alcune sono già
state eliminate, altre subiranno presto lo stesso trattamento; ad altre buone leggi è permesso di
esistere, ma esse sono prive di effetti pratici. Il genere umano ha provato una sensazione simile a
quella delle città le cui mura sono state scosse. E infatti è morto quell'uomo che difendeva quelli
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che avevano ottenuto i loro beni in modo giusto, ma quelli che li aggrediscono li derubano, li
uccidono e rapiscono le loro mogli, che sono fatte prigioniere, e i loro figli. E adesso è stata aperta
una strada ampia per quelli che fanno azioni empie contro le persone oneste, ci sono delle grandi
porte e non c'è più nessun muro. 17,3.Dunque qualcuno in passato definì Hektor “colonna salda
della città di Troia”, e diede di lui una definizione corretta. Infatti dopo che lui cadde, Ilio si trovò in
una situazione difficile, e subito fu vicina a crollare dopo la morte di Hektor. Adesso non è crollato
il pilastro di una città che è sull'Ellesponto, né è crollato il pilastro di un solo popolo, ma l'impero
degli eredi di Aineias, il luogo più bello della terra e del mare, va verso una condizione che non è
forte. E lo possono scuotere anche quei venti che non sono molto violenti, e alcuni di essi causano
dei danni per una malvagità che viene dal suo interno, altri lo aggrediscono dall'esterno e hanno
delle armi. 17,4. Tuttavia quale, quale degli dei deve essere ritenuto responsabile? O tutti gli dei in
modo simile hanno abbandonato la guardia che avrebbero dovuto fare a quella nobile persona per i
suoi numerosi sacrifici, per le sue molte preghiere, per i suoi innumerevoli incensi, per il molto
sangue dei sacrifici che lui ha versato sia di notte, sia di giorno? Infatti Iuliianos non ha ospitato a
banchetto alcuni dei, ignorandone altri, come fece quell'uomo dell'Etolia che dimenticò Artemis
nella raccolta dei frutti, ma Iulianos ha onorato tutti gli dei che i poeti hanno tramandato, gli dei
padri e gli dei figli, gli dei maschi e le dee femmine, gli dei che comandano e gli dei sudditi, ha fatto
libagioni a tutti gli dei e ha riempito gli altari di tutti gli dei di agnelli e di buoi. 17,5. Dunque io
molte volte ho pensato che Iulianos non avrebbe avuto bisogno della velocità dei cavalli, della
capacità degli arcieri e della forza di dieci miriadi di soldati, ma io pensavo che Iulianos avendo
intorno a sé gli dei, un esercito piccolo, ma con una grande forza, dopo che fosse stato visto dai
nemici lui li avrebbe convinti ad abbassare le armi. 17,6. Io mi aspettavo che i fulmini, gli uragani e
gli altri dardi degli dei più potenti sarebbero scesi sui Persiani, ma gli dei sono stati così giusti che
dopo avere ricevuto banchetti con un abbondante odore di carne, dopo avere fatto grandi promesse,
all'inizio non hanno invidiato niente a Iulianos, ma alla fine hanno confuso tutte le cose, e ci hanno
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tolto Iulianos, imitando l'esca dei pescatori, e mediante gli Assiri, che sono stati sconfitti, lo hanno
attirato alla morte. 17,7. Quel pensiero che fino adesso noi abbiamo deriso, ha sollevato contro di
te Iulianos una guerra lunga, violenta e continua, ha vinto, ha spento un fuoco sacro, ha frenato la
gioia dei sacrifici, ha permesso di rovesciare gli altari a quelli che li hanno presi a calci, ha chiuso
alcuni santuari e templi, ne ha distrutti altri,li ha fatti diventare profani e ha concesso a dei prostituti
di abitare in essi, ha eliminato ogni tua attività riguardo a questi templi e ha trasformato la tomba di
un morto nella tua eredità. 17,8. Ma Konstantios che era come Salmoneus o Lykurgos e inoltre era
uno sciocco, non aveva nessuna intelligenza, non era molto migliore di quelli che sono oggetto di
alcune accuse o delle statue di argilla, ha occupato per quaranta anni la terra che ha danneggiato e
infine a fatica è morto per una malattia. 17,9. Iulianos, invece, ha rinnovato le leggi sacre e ha
riportato al potere le virtù, non i vizi, ha risollevato le vostre case, ha eretto degli altari,ha chiamato
delle schiere di sacerdoti che erano nascoste nell'oscurità, ha ricostruito i resti di statue degli dei, ha
sacrificato delle mandrie, ha sacrificato delle greggi, alcune all'esterno, altre all'interno, alcune
durante la notte, altre sotto il sole, ha fatto dipendere la sua vita dalle vostre mani, per un breve
tempo è stato in un ruolo inferiore a quello dell'imperatore,e dopo che è apparso per un tempo molto
breve nell'incarico più importante è morto, e ha assaggiato le cose buone della terra abitata, ma non
ha potuto saziarsi di esse. 17,10. Ma noi abbiamo provato qualcosa di simile a ciò che è accaduto
all'uccello chiamato fenice, di estendere il suo volo attraverso tutta la terra, e di non fermarsi in
nessun luogo, né nelle campagne, né nelle città. Infatti in questo modo sarebbe stata incerta la
visione di questo uccello per gli esseri umani. E adesso Iulianos ci ha restituito la felicità, come se
lui corresse e avesse le ali, ma la felicità non ha accettato di mettere radici, perché, io credo,la
malvagità ha causato la sua sconfitta. 17,11. Infatti sarebbe stato molto più sopportabile per noi
restare nelle condizioni peggiori senza conoscere l'armonia imperiale invece che cambiare la nostra
corsa verso le cose migliori della vita e poi essere riportati verso le condizioni peggiori precedenti,
come una nave che sia partita da alcuni luoghi senza porti, e di nuovo sia mandata verso le rocce da
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un vento contrario, cosicché essa si schianti. 17,12. E il fatto che il ritorno dei mali sia avvenuto
dopo un po' di tempo, e che la nostra buona sorte sia fuggita via dopo avere fatto una breve
apparizione, per Herakles, come questa cosa è dolorosa ed è opera di divinità crudeli! Questo prato
che era fiorente è svanito immediatamente. 17,13. Eppure io ho definito felici quelli che sono stati
generati e dopo essere stati concepiti sono venuti alla luce in questo tempo, e io ho avuto
compassione per quelli che sono invecchiati e sono vissuti nel fango e hanno passato un grande
numero di anni nella non conoscenza delle cose buone, tranne per il fatto che hanno saltato e ballato
per la gioia quando sono stati sul punto di morire nella loro vecchiaia. Certamente quelli che
nascono adesso ignorano il fatto di essere sventurati, e loro arriveranno a delle paludi e avranno una
terra malata. 17,14. Oh come era piacevole l'ascolto delle notizie provenienti dall'Occidente e che
davano gioia alle città! Esso parlava di battaglie, di vittorie, diceva che Iulianos aveva navigato il
Reno, parlava dell'uccisione dei Celti, diceva che erano stati presi alcuni prigionieri, e alcuni
Romani catturati in precedenza erano stati restituiti, diceva che i nemici avevano pagato dei tributi,
diceva che quegli edifici che giacevano al suolo erano stati risollevati e annunciavano le azioni e la
virtù di una divinità. 17,15. O eventi successivi ancora più ammirevoli! Quel suo viaggio nelle
regioni più lontane! Quella sua corsa che è stata nascosta! E quei sei soldati che hanno spaventato
ventimila soldati, ma i sei soldati erano tutti armati per Iulianos, quella guerra è stata conclusa senza
combattere! Queste cose sono state rivelate da un suo discorso e sono state mostrate dalla sua prova.
17,16. Iulianos ha composto un discorso sul Bosforo e ha sconfitto un uomo che stupidamente
diceva di essere seguace di Diogene di Sinope, ma non era nient'altro se non impudenza.
L'imperatore gli ha scritto una lettera di una bellezza insuperabile e noi abbiamo assistito alle sue
lettere. 17,17.Iulianos è andato presso la madre degli dei in Frigia. Poi si è affrettato nel suo viaggio
dopo avere ascoltato qualcosa da quella dea in quel luogo. Poi dalla Cilicia ha fatto un viaggio di
piacere, e ciò è stato deciso da Zeus. È andato nella grande città di Antiochos, o se vuoi, nella città
del suo amico Alexandros, il quale non gli ha permesso di dormire, come un comandante degli
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Ateniesi non permise di dormire a un altro comandante degli Ateniesi. 17,18. Sono innumerevoli i
processi che sono stati giudicati da lui, e sono innumerevoli le leggi che lui ha istituito, sono
innumerevoli i libri che lui ha scritto per aiutare gli dei, e sono innumerevoli le sue corse verso i
recinti sacri, le corse nella città, altre vicino alla città sulle colline, altre sulle cime dei monti. E
nessun luogo era così difficile, né così inaccessibile che non paresse liscio e capace di accogliere un
tempio o di averlo accolto in passato.Quelli che abitavano ai confini dell'Egitto e della Libia quando
venivano a sapere di come l'imperatore era saldamente attaccato ai templi hanno cominciato a usare
poco le loro case e a passare il loro tempo nei templi. 17,19. O carissimo Iulianos, tu non avresti
dovuto respingere l'ambasceria persiana che chiedeva una tregua, e avrebbe accettato quelle
decisioni che tu avresti preso. Ma i patimenti di quella terra vicino al Tigri che è stata saccheggiata,
è stata abbandonata e ha sopportato molti attacchi, hanno attirato la tua mente, e ciascuno di questi
attacchi ha trasferito la ricchezza che era qui verso altre terre. Infatti tu credevi che sarebbe stato
come un tradimento se tu non avessi punito i colpevoli, e se avessi preferito la tranquillità. 17,20.
Ma, vedi, la divinità si è opposta a te. O piuttosto tu hai tentato di dare delle punizioni che erano
sproporzionate rispetto alle colpe. Quella terra che era degli Assiri e che era la più bella delle terre
che i Persiani avevano conquistato, era ombrosa per le sue grandi palme e per vari tipi di altri alberi,
custodiva il loro oro e il loro argento perché era molto fortificata, e degli imperatori gloriosi hanno
costruito edifici in essa, e quella terra offriva tutti quanti gli esemplari di capri, di cervi, ed essi
erano custoditi in luoghi circondati da mura e delle fortificazioni superiori alla forza dei nemici si
alzavano nell'aria,e i campi erano uguali alle città,e con una prosperità notevolmente fiorente.17,21.
Iulianos ha attaccato questi luoghi che erano così, li ha inondati e li ha devastati, e nello stesso
tempo ha riso e ha dato ai soldati la possibilità di festeggiare, cosicché i Persiani avrebbero bisogno
di colonizzare di quel luogo e non basterebbe il tempo di vita di un uomo per riparare quel disastro.
La salita di Iulianos sulla riva è stata incredibile, una battaglia notturna ha fatto morire una
moltitudine grandissima di persone, un tremore è entrato nelle membra dei Persiani e loro hanno
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visto da lontano la devastazione delle loro terre con la loro viltà e questi eventi sono stati effetto
della punizione che Iulianos ha dato. 17,22. O tu che sei il console degli dei, restituisci a noi
Iulianos che ha avuto il tuo stesso titolo, e che ti ha invocato moltissime volte nell'anno in cui ha
rivestito questa carica! Tu sei collega di Iulianos che era già in questa carica anche se solo da un
anno. (Crux nel testo greco). E lui è tramontato nel corso di un anno. E quando lui è morto noi a
Dafne stavamo onorando le Ninfe con una danza e con le altre attività gradevoli, e non sapevamo
nessuna delle disgrazie che avevamo patito. 17,23. Chi ha forgiato quella lancia che ha avuto un
potere tanto grande? Quale divinità ha portato contro l'imperatore un cavaliere temerario? Quale
divinità ha indirizzato la lancia verso i suoi fianchi? Oppure non è stato nessun dio, ma un desiderio
che lo costringeva con forza a correre in giro e a incitare un esercito pigro, abituato a dormire e che
nella sua maggior parte non conosceva le ferite? Anche se Iulianos trascurava così il proprio corpo,
la cosa strana è stata che né Aphrodites, né Athena lo hanno salvato. 17,24. Tuttavia queste dee
avrebbero potuto imitare i loro antichi aiuti, e Athena salvò Menelaos, e Aphrodites salvò Paris,
anche se Paris aveva commesso delle colpe e avrebbe meritato di essere strozzato. Quale discorso
c'è stato in cielo in quel momento? Chi si è presentato come accusatore di Ares, come in precedenza
Poseidon, quando andò su uno scudo e mentre Iulianos, che era stato colpito, respirava ancora e
l'esercito faceva un lamento,e mentre le armi sfuggivano dalle mani dei soldati, come nello stretto di
Sicilia i remi sfuggivano alle mani dei compagni di Odysseus? 17,25. C'è stato allora il lamento
funebre delle Muse in Beozia, in Tracia e nei monti che sono a cari a loro, e le Muse hanno pianto la
mancanza di leggi che ha colpito la terra, il mare e l'aria e inoltre esse hanno pianto perché sono
state private del banchetto dei loro altari. 17,26. Anche noi piangiamo e siamo divisi in gruppi, i
filosofi hanno pianto Iulianos che interpretava i testi di Platon insieme a loro, i retori hanno pianto
Iulianos che era capace di parlare bene e di fare considerazioni sulla persona che parlava, e quelli
che hanno tra loro delle divergenze e hanno bisogno di una decisione giusta hanno pianto quel
giudice che era migliore di Radamanthos. 17,27.O sventurati agricoltori, perché voi diventerete cibo
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di quelli che sono preposti a fare le riscossioni su di voi! O forza delle sale cittadine che un tempo
era fluente, e che velocemente diventerà un'ombra di se stessa! O governatori delle città, come siete
sventurati perché l'azione del vostro titolo sarà rovinata, come nelle processioni, e il comandare sarà
inferiore all'essere comandati, o grida di poveri che subite ingiustizie, siete sventurati perché voi vi
alzerete inutilmente nell'aria! O reggimenti di soldati, è morto il vostro imperatore che condivideva
i cibi con voi nelle campagne militari! O leggi che giustamente sembravano essere quelle di
Apollon, sarete calpestate! O oratoria che nello stesso tempo hai avuto potenza e forza e l'hai persa!
O mani dei copisti che siete state sconfitte dalla cultura della sua lingua! O rovina comune del
mondo abitato! 17,28. Questo è un altro disastro, ed è stato l'attacco del fuoco durante l'estate, e si
dice che una cosa simile sia stata fatta dal carro guidato da Faethon. Questa sventura è degna di una
compassione molto più grande. Infatti quell'evento precedente consisteva nel fatto che la terra fosse
desolata, ma ciò che avviene adesso è che l'uomo migliore subisce un maltrattamento da colui che è
peggiore e le città per la loro malvagità sono foraggio abbondante per gli animali e grazie alle città
gli animali potrebbero nutrirsi e ingrassare. 17,29. Dunque come per una persona malata e piena di
cattivi desideri è meglio morire che vivere, se nella sua anima la parte migliore è tiranneggiata da
quella peggiore, così anche per la terra sarebbe meglio se essa fosse coperta da alcune piogge
continue invece che se essa fosse popolata da città e alimentasse una stirpe di esseri umani che
onorano la malvagità e non onorano la virtù. 17,30. O Celti, riprendete fiato, o Sciti danzate, o
Sarmati cantate il vostro peana! Il vostro giogo è stato spezzato e i vostri colli sono liberi
Certamente questo era il significato di quando il tempio di Apollon è stato distrutto,il dio ha lasciato
la terra che stava per essere contaminata, questo è il significato dei terremoti che agitano tutta la
terra e sono messaggeri dello sconvolgimento e del disordine che stanno per avvenire. 17,31. O tu
che sei il migliore degli imperatori, tu quando facevi delle grandi imprese pensavi a me come tuo
elogiatore e pensavi che i miei discorsi avrebbero elogiato le tue imprese, io ho esercitato la mia
mente, affinché io non fossi inferiore alle tue imprese, come un lottatore che si prende cura del
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proprio corpo quando è stato informato del fatto che arriverà un avversario forte. Dunque io dico e
dirò le tue imprese e non farò torto ad esse con il silenzio, altri ascolteranno dei canti, ma colui che
ha riportato delle vittorie è stato sepolto e ha devastato le speranze belle e illustri del mondo abitato.
17,32. Furono feriti Agamemnon, ma era il re di Micene, Kresfontes, ma era re di Messene, Kodros,
dall'amore e dalla collera ed era turbolento in generale, Kyros, ma aveva dei figli, Kambyses,ma era
un folle. Alexandros morì, non per mano di un nemico, ed era un uomo che dava dei motivi per
essere criticato. Iulianos esercitava il suo potere da oriente a occidente, aveva un'anima piena di
virtù, era giovane, e non era padre di nessun figlio ed è stato abbattuto da un Achemenide. 17,33. Io
dopo avere sentito la notizia ho rivolto lo sguardo al cielo e aspettavo delle lacrime mescolate a
sangue, come quelle che Zeus versò per Sarpedon, ma non le ho viste. Tuttavia forse Zeus le ha
versate sul cadavere di Iulianos, ma sono passate inosservate alla maggiore parte delle persone,
perché sono cadute in una battaglia, nella nube di polvere e nel sangue proveniente dai massacri.
17,34. O templi, santuari, e statue degli dei che siete stati spinti fuori dai palazzi imperiali! Iulianos
vi aveva messi lì affinché voi foste testimoni da vicino delle azioni fatte da lui, ma voi siete stati
espulsi in modo disonorevole da quelli che dicono che hanno purificato il luogo. O tu che hai
suscitato molte lacrime per te stesso, e che non hai ottenuto un lamento “per un giorno” come dice il
poema epico, ma tieni delle persone in lutto e le terrai nel lutto “finché l'acqua scorrerà e finché gli
alberi cresceranno”. 17,35. Qualcuno ha annunciato la tua morte ed è stato lapidato, è stato come se
lui stesso fosse stato autore dell'omicidio, perché annunciava delle notizie impossibili, come se
dicesse che fosse morto uno degli dei, qualcuno in passato è andato alla tomba di suo figlio senza
piangere, ma ogni persona che rivolga lo sguardo alla tua statua verserà subito molte lacrime, e
alcuni ti chiameranno loro figlio, altri ti chiameranno loro padre, tutti ti chiameranno loro difensore.
17,36.O come è diventata orfana la terra! E tu che hai fatto ristabilire questa terra che era sofferente,
come un bravo medico, l'hai riconsegnata di nuovo alla febbre e alle malattie precedenti. O mia
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sventurata canizie! O doppio lutto per me! Il primo lutto piange l'imperatore insieme agli altri, e il
secondo lutto lo piange perché era un mio compagno e amico. 17,37. Tu, Iulianos, volevi aiutarmi
rendendo mio erede il mio figlio illegittimo, io rinviavo la tua sollecitudine, perché pensavo che
sarei morto prima di te, e tu avresti aiutato mio figlio in questa vicenda. Ma non erano queste le
cose che erano state decise dalle Moire. Io stavo componendo un discorso di riconciliazione come
un farmaco per la mia città, ma tu sei morto, e il farmaco è rimasto in silenzio. 17,38. Io sono
diventato molto debole nella produzione di discorsi,come le madri che sono minacciate nei loro
ventri a causa di grandi sventure. E io ho anche perso completamente le mie capacità intellettive, e
non senza fatica sono ritornato in me. Certamente sarebbe stato meglio se io avessi ignorato nello
stesso modo tutte le notizie, e se io fossi stato esposto alla follia, invece che al dolore, perché adesso
nessuno degli dei fa più in modo che una persona sofferente diventi né una pietra, né un albero, né
un uccello.
umani abbiamo sperato, che l'impero persiano adesso fosse distrutto, che i Romani, e non i satrapi,
comandassero sulla terra dei Persiani e facessero rispettare le nostre leggi, e i nostri templi
avrebbero dovuto essere adornati con bottini fatti da noi con i beni provenienti dai Persiani, e colui
che avrebbe riportato questa vittoria avrebbe dovuto sedere sul trono imperiale e ricevere gli
epinici. Infatti, io credo che queste cose sarebbero state sia giuste, sia appropriate e degne dei
numerosi sacrifici che quell'uomo faceva. 18,2. Ma poiché la divinità invidiosa ha avuto una forza
più grande delle speranze lodevoli, è stato portato cadavere dai confini di Babilonia lui che era poco
lontano dal compimento delle sue imprese, e le lacrime sono state tante quante era normale che esse
fossero, sono scorse da tutti gli occhi, non hanno potuto impedire la sua morte, e resta da fare questa
cosa, che era gradita soprattutto a lui, e io la faccio, dico qualcosa riguardo alle imprese di
quell'uomo di fronte ad altri ascoltatori, perché a lui è stato impedito di ascoltare la lode delle azioni
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che ha fatto. 18,3. Innanzitutto noi faremmo un'azione ingiusta, se per lodare lui che ha osato tutte
le azioni lo privassimo dei suoi premi. In secondo luogo la cosa più vergognosa tra tutte sarebbe se
noi, potendo dare onore a lui con queste lodi quando era vivo, non portassimo queste lodi a lui dopo
che è morto. Senza contare il fatto che è una gravissima adulazione onorare quelli che sono ancora
in vita e dimenticare quelli che sono morti, e se uno non rivolge nessuna parola ai vivi, potrebbe
rivolgersi a loro in molti altri modi; ma per quelli che sono morti c'è soltanto questa cosa, cioè le
lodi e i discorsi che tramandano le loro azioni eccellenti a tutto il tempo futuro. 18,4.Dunque io
quando mi accingo a elogiare quest'uomo ho trovato che le mie parole sono inferiori alla grandezza
delle sue azioni, e, per Zeus, io non mi sono mai arrabbiato se la virtù di un caro imperatore vince
sulla capacità del retore che gli vuole bene. Infatti io ho ritenuto che questa cosa fosse un vantaggio
comune delle città, il fatto che lui, che aveva ricevuto il potere per la salvezza dell'impero, non ha
lasciato a nessun discorso la possibilità che esso fosse uguale alle sue azioni. Io che non sono stato
capace di onorare le azioni eccellenti che lui ha mostrato sull'Oceano e che sono uniche nel loro
valore, come potrei oggi avere un obbligo di consegnare a un unico discorso sia quelle imprese, sia
la sua spedizione contro i Persiani? 18,5. Infatti, io credo, se Iulianos potesse ottenere dagli dei
degli inferi un permesso di ritornare affinché lui potesse collaborare con me al mio discorso, se lui,
stando nascosto a tutti gli altri individui, condividesse il mio impegno, neppure in questo modo
potrebbe esserci una misura accurata delle sue imprese, ma le mie parole sarebbero più belle di
quelle che io potrei dire adesso, però neppure in questo modo ci sarebbe tutto ciò che dovrebbe
esserci. Dunque come io dovrei considerare la mia condizione se io ho scelto di fare una fatica tanto
grande senza una simile assistenza? 18,6. Ma se io non fossi stato consapevole del fatto che voi non
ignorate che la vittoria appartiene alle azioni, però amate i discorsi, sarebbe stato opportuno per me
restare in silenzio; ma poiché in passato voi avete elogiato i miei discorsi e avete continuato ad
amarli, io ho ritenuto che non ci fosse nessun motivo giusto per il mio silenzio, e tenterò di fare
delle azioni giuste nei confronti di un imperatore e di un mio amico. 18,7. Dunque non sono stati
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pochi gli imperatori che avevano un carattere non cattivo, ma che non erano di stirpe illustre e che
erano capaci di preservare l'impero,ma si vergognavano di dire da quali persone erano stati generati,
cosicché anche quelli che li lodavano avevano difficoltà a curare la loro ferita,ma questo imperatore
non ha niente che non possa fornire una lode. 18,8. Innanzitutto va detta subito la sua stirpe, suo
nonno era imperatore e ha disprezzato moltissimo le ricchezze e ha ottenuto molto affetto dei suoi
sudditi, suo padre era figlio di un imperatore, fratello di un altro imperatore, e anchese lui era più
adatto ad avere il potere imperiale del vero imperatore, tuttavia è rimasto tranquillo,si è congratulato
con colui che aveva ottenuto questo potere e ha vissuto lealmente insieme a quest'ultimo e ha
guardare a lui come esempio di amministrazione, è diventato padre di questo ottimo imperatore, e
ha onorato suo suocero dando al figlio lo stesso nome. 18,10. Dunque quando Konstantinos è morto
a causa di una malattia, la spada in poco tempo ha inseguito tutta la sua stirpe colpendo in modo
simile sia i padri, sia i figli. Iulianos e suo fratello più anziano Gallos, figlio dello stesso padre, sono
sfuggiti a quella grande strage, e una malattia ha salvato Gallos perché sembrava che essa sarebbe
stata sufficiente per dargli la morte, e l'età ha salvato Iulianos, infatti era stato svezzato da poco.
18,11. Dunque Gallos si dedicava ad altre cose più che agli studi retorici ritenendo che in questo
modo avrebbe sperimentato meno ostilità, ma la divinità ha preso Iulianos, lo ha mosso verso un
desiderio delle conoscenze retoriche e ha fatto in modo che lui si soffermasse in questi studi,e lui ha
frequentato una scuola in quella città che è la seconda più grande dopo Roma, lui era nipote di un
non dava fastidio, e non riteneva giusto essere ammirato da un grande numero di seguaci e dal
tumulto che proviene da questi individui. Ma un ottimo eunuco è stato custode della sua
morigeratezza e un altro educatore non privo di cultura è stato suo custode, e l'abbigliamento di
Iulianos era sobrio, e il suo sopracciglio non era superiore a quello degli altri, lui parlava per primo
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e non respingeva i poveri, entrava quando veniva chiamato, e aspettava prima di essere chiamato,
lui stava dove stavano gli altri studenti, ascoltava ciò che ascoltavano gli altri studenti, andava via
insieme agli altri studenti, non cercava mai niente di più, cosicché se qualcuno veniva dall'esterno, e
guardava al gruppo di studenti, non avrebbe potuto sapere né chi essi fossero, né di chi fossero figli,
e non avrebbe potuto trovare la superiorità della sua condizione nei suoi simboli. 18,12. Tuttavia
Iulianos non era uguale a quegli studenti in tutte le cose, perché nella sua intelligenza e nel suo
apprendere ciò veniva detto e nel conservarlo dopo averlo appreso, e nel suo ripetere senza nessuna
fatica rendeva grande la distanza che separava lui e gli altri. Io quando ho visto questa cosa mi sono
addolorato perché io non potevo seminare nella sua anima che era tale. Infatti un insegnante
scadente che aveva un compenso per parlare male degli dei ha tenuto il giovane Iulianos in una tale
credenza, e Iulianos è stato allevato in questa dottrina riguardo agli dei, e ha sopportato la malvagità
dei discorsi di quel suo insegnante che faceva una guerra contro gli altari. 18,13. Dunque Iulianos
era ormai un adolescente e la sua indole regale era rivelata da indizi numerosi e grandi. Queste cose
non permettevano a Konstantios di dormire, lui temeva che la città di Costantinopoli che era grande
e aveva un grande potere decisionale, e che era ritenuta pari a Roma, fosse attratta dall'eccellenza di
quel giovane, e temeva che avvenisse qualcuna di quelle cose che erano dolorose per lui, ha
mandato Iulianos a Nicomedia, perché questa città non causava simili paure, ma dava la possibilità
di ricevere un'istruzione. Iulianos non ha frequentato le mie lezioni, quando io facevo le mie lezioni
a Nicomedia e avevo scelto quella città, che era tranquilla, al posto di un'altra città che era piena di
pericoli, ma lui comprava i miei discorsi e non smetteva di avere relazione con me. 18,14. Il motivo
del suo apprezzare i miei discorsi, ma evitare l'artefice di essi, era il fatto che quel meraviglioso
insegnante lo aveva costretto con molti e grandi giuramenti a non essere mio allievo, a non farsi mai
chiamare così, e a non registrarsi mai nella lista dei miei studenti. 18,15. Iulianos ha rimproverato
colui che gli aveva fatto fare quei giuramenti, ma non ha violato questi giuramenti, e poiché
desiderava il mio insegnamento ha trovato un modo per non fare nessuno spergiuro e per
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condividere i miei discorsi, e ha pagato a caro prezzo una persona che gli facesse conoscere alcune
delle parole che io dicevo ogni giorno. E qui Iulianos ha mostrato la forza della sua indole naturale
nei modi maggiori. Infatti Iulianos, pur non stando con me, è diventato migliore degli allievi che
stavano continuamente con me nel suo imitarmi, e attraverso una strada molto oscura Iulianos ha
superato la strada chiara degli altri studenti nella produzione dei suoi frutti, per questo motivo, io
credo, nei discorsi che lui ha composto in seguito c'è qualcosa di simile a me e lui ha dato
l'impressione di essere uno di quelli che avevano studiato con me. 18,16. Dunque Iulianos si è
dedicato a queste attività, mentre suo fratello ha avuto la partecipazione al potere imperiale nella
condizione di vice imperatore. Infatti Konstantios stava facendo una doppia guerra, la prima contro
la Persia, la seconda contro un usurpatore che era insorto contro di lui, certamente c'era bisogno di
un uomo che condividesse l'impero, e Gallos è stato mandato dall'Italia a sorvegliare la regione di
Oriente, e la posizione di suo padre in passato era stata quella di fratello di un imperatore, e questa
era la situazione di Iulianos. 18,17. Dunque Gallos attraverso la Bitinia è andato a proteggere e a
compiere la sua sorveglianza e i due fratelli si sono incontrati, ma la condizione di Gallos non ha
cambiato l'atteggiamento di Iulianos, né il fatto che suo fratello fosse imperatore ha dato a Iulianos
un motivo per essere pigro, ma è aumentato il desiderio che lui aveva già per la retorica, e lui ha
aumentato le fatiche che faceva nella ricerca di queste attività, e lui riteneva che se fosse rimasto
nella condizione di privato cittadino avrebbe avuto la sapienza, che è il possedimento più divino,
invece del potere imperiale, ma se fosse arrivato allo scettro avrebbe onorato il potere imperiale con
la sua sapienza. 18,18. Per questo motivo Iulianos usava la luce del sole per i suoi studi e quando
veniva la notte lui usava la luce del fuoco, e ha ritenuto che la ricchezza non fosse la cosa più
importante, sebbene fosse facile da ottenere, e che la mente fosse una cosa più bella. E lui ha
incontrato delle persone che erano piene di conoscenze di Platon, e le ha sentite parlare riguardo
agli dei e ai demoni, e riguardo a coloro che hanno fatto davvero tutto ciò che esiste e che lo
conservano in vita, e le ha sentite parlare riguardo a che cosa sia l'anima, da dove venga, verso dove
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vada, in quali cose sia immersa, da quali cose sia sollevata, da quali cose sia attirata, da quali cose
sia sollevata, in che cosa consista il suo vincolo, in che cosa consista la sua libertà, in quale modo
avvenga il suo fuggire, che cosa essa ottenga, Iulianos ha lavato un ascolto amaro con un discorso
piacevole, e dopo avere rimosso ogni sciocchezza precedente, ha sostituito a essa nella sua anima la
bellezza della verità, come se avesse messo in un grande tempio le statue degli dei che in passato
erano state offese dal fango. 18,19. E Iulianos è diventato molto diverso nelle sue credenze, ma ha
finto di credere le cose di prima, infatti non era lecito che le sue credenze apparissero in modo
evidente. Aisopos in questa situazione potrebbe fare la sua favola, non un asino che si nasconde
sotto una pelle di leone, ma un leone sotto una pelle di asino. Anche Iulianos aveva le idee che era
giusto avere, ma fingeva di avere quelle idee che erano più sicure. 18,20. E quando la sua fama si è
diffusa ovunque, tutti quelli che erano devoti alle Muse e agli altri dei, alcuni hanno fatto viaggi a
piedi, altri sono andati via nave per affrettarsi a vedere Iulianos, per stare con lui e dire loro stessi
qualcosa a lui e per ascoltare lui che diceva qualcosa a loro. E se loro arrivavano,per loro non era
facile andare via; infatti lui come una sirena li tratteneva non soltanto con le parole, ma anche con il
suo fascino naturale, e la sua capacità di avere molto affetto ha insegnato anche agli altri a fare
questa cosa, cosicché quando queste persone erano così nobilmente associate, si separavano non
senza fatica. 18,21. Dunque Iulianos ha messo insieme e dimostrato una sapienza multiforme,
conosceva poeti, retori, scuole filosofiche, la sua eloquenza nella lingua greca era grande, e non era
scarsa la sua eloquenza nell'altra lingua, quella latina. Lui era interessato a entrambe le lingue, e la
preghiera che veniva dalla bocca di tutti quelli che erano saggi era che quel giovane diventasse
potente e fermasse la corruzione del mondo abitato, e che si dedicasse a quelli che erano malati lui
che era capace di guarirli. 18,22. Tuttavia io non potrei dire che Iulianos rimproverasse quelle
preghiere, e non farò il vanto di questa cosa riguardo a lui, ma lui voleva,voleva queste cose non per
desiderio di lusso, né per desiderio di potere, né per il desiderio di una porpora, ma per restituire
alle province mediante le sue fatiche alcune di quelle pratiche religiose che erano decadute, e in un
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modo non minore per restituire loro i culti degli dei. 18,23. E lui era molto addolorato nel suo cuore
quando vedeva che i templi giacevano al suolo, quando vedeva che i riti religiosi erano stati
interrotti, che gli altari erano stati rovesciati, che i sacrifici erano stati eliminati, i sacerdoti erano
stati cacciati, e la ricchezza dei santuari era stata suddivisa tra le persone più empie, cosicché se
qualcuno degli dei avesse promesso a lui che ci sarebbe stata la correzione di queste situazioni
grazie ad altre persone, a me sembra che lui avrebbe evitato appositamente il potere imperiale. Il
suo desiderio non era avere il potere, ma era che le città stessero bene. 18,24. E nelle anime di quelli
che erano istruiti era forte questo desiderio, cioè che la terra fosse curata dalla mente di Iulianos, è
arrivata una calunnia contro Gallos, e sono state trovate delle lettere che contenevano l'insidia più
grave, e i colpevoli sono stati puniti,infatti Gallos dopo avere patito un tale torto non intendeva dare
delle corone a questi uomini, ma infliggendo questa punizione lui è stato ritenuto colpevole di quel
reato che aveva punito, è morto essendo privo di voce, e la spada ha anticipato il suo discorso di
difesa. 18,25. E subito Iulianos è stato arrestato, è stato in mezzo a delle guardie armate che lo
guardavano in modo ostile, gli parlavano in modo duro,e con le azioni che facevano mostravano che
il carcere era una cosa leggera in confronto. E si è aggiunto anche il fatto che lui non poteva stare
fermo in un posto e doveva spostarsi da un luogo a un altro luogo con sua afflizione. E Iulianos ha
sopportato queste condizioni e non è stato sottoposto a nessuna accusa, né grande, né piccola. Infatti
in che modo poteva essere accusato quando era lontano dal fratello più di trecento giorni di marcia,
mandava delle lettere, ed esse spesso non arrivavano, e si limitavano soltanto a dei saluti? Perciò
non doveva esserci neanche nessuno che lo calunniava, e tuttavia lui è stato colpito dalle accuse che
ho detto per il solo motivo che lui e Gallos avevano lo stesso padre. 18,26. Dunque qui di nuovo ci
si potrebbe stupire per il fatto che Iulianos non ha fatto accuse al fratello morto per adulare
Konstantios che lo aveva ucciso, e non ha irritato Konstantios che era vivo con parole favorevoli a
Gallos, ma ha onorato il fratello con un dolore nascosto e non ha dato a Kostantios la possibilità di
fare quell'uccisione che lui voleva tanto fare. Così Iulianos ha padroneggiato la sua lingua in modo
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buono ed eccellente, anche se delle situazioni dolorose che incombevano su di lui non gli
permettevano di fare ciò, cosicché lui ha chiuso le bocche di quelli che erano più malvagi con la sua
sopportazione paziente. 18,27. Tuttavia queste cose non sarebbero state sufficienti alla sua salvezza,
e non si avrebbero fermato la collera di Kostantios che si adirava in modo inutile. La moglie di
Konstantios è stata per Iulianos come Ino, figlia di Kadmos, lo ha visto mentre lui era in mezzo alla
tempesta, ha avuto pietà di lui, ha calmato il marito e con molte suppliche lo ha convinto a mandare
Iulianos, che amava la Grecia e soprattutto Atene che era l'occhio della Grecia, in una terra da lui
amata. 18,28. Dunque questa cosa come potrebbe non essere il segno di un'anima mandata dagli dei,
il fatto che lui quando si è dedicato alla scelta di un luogo, non ha desiderato né i giardini, né le
case, né le foreste, né le proprietà agricole che sono sulle coste, né il lusso di altri beni che non sono
pochi, e tutte queste cose sarebbero state possibili per lui in Ionia,ma ha ritenuto che fossero piccole
quelle cose che sembravano grandi in confronto alla città di Atene,madre di Platon, di Demosthenes
e di varie forme di sapienza? 18,29. <Dunque> Iulianos è arrivato ad Atene di corsa, per aggiungere
qualcosa a ciò che sapeva, e per trovare degli insegnanti capaci di dargli qualcosa di più di quello
che lui sapeva già. Quando lui è stato insieme agli insegnanti, ha dato prova di se stesso, ha ricevuto
una prova di quegli insegnanti, li ha impressionati più di quanto lui sia stato impressionato da loro,
ed è stato l'unico di quei giovani studenti che erano arrivati ad Atene che sia andato via dopo avere
insegnato più di quanto aveva imparato. Dunque intorno a lui si vedeva sempre uno sciame di
giovani, di anziani, di filosofi, e di retori. Di certo guardavano verso di lui anche gli dei, sapendo
bene che quest'uomo avrebbe riportato a loro i culti tradizionali. 18,30. Iulianos era notevole sia per
la sua eloquenza, sia per la sua timidezza. Non c'era niente che lui dicesse senza arrossire. Dunque
tutti quanti hanno usufruito della sua gentilezza, i migliori hanno usufruito della sua fiducia, per
queste doti lui è stato il primo tra noi ed è stato l'unico tra gli uomini che fosse irreprensibile, e ha
vinto il biasimo con la sua virtù. 18,31. Dunque Iulianos da giovane aveva l'intenzione di passare la
sua vita ad Atene e di morire là e lui riteneva che questo fosse il colmo della sua felicità, ma quando
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le circostanze richiedevano un secondo imperatore perché alcune città sul fiume Reno erano state
distrutte, ed erano stati mandati là alcuni comandanti militari che cercavano delle cose più grandi di
quelle che erano necessarie, è stato chiamato al potere quell'uomo che si dedicava alla filosofia ad
Atene per la sua stessa attività di filosofo e dava la possibilità di essere fiducioso a Konstantios che
gli aveva fatto moltissimi torti. E infatti Konstantios è stato uccisore del padre di Iulianos e dei suoi
fratelli, di questi ultimi in un passato lontano, recentemente era stato uccisore di suo fratello, ma
Konstantios sperava che la lealtà di Iulianos sarebbe stata sicura e sperava che il comportamento di
Iulianos sarebbe stato più forte delle accuse che lui gli poteva fare. 18,32. Dunque Konstantios
chiamando Iulianos ha avuto delle speranze non sbagliate, ma non c'era niente che convincesse
Iulianos a fidarsi del fatto che l'onore non si sarebbe concluso in un'insidia, e il sangue che era
scorso gli dava la possibilità di fare queste predizioni, ma poiché non c'era scampo, Iulianos ha
invocato la dea tra le lacrime e dopo avere chiesto alla dea che lei lo difendesse, ha fatto il suo
viaggio. Iulianos dopo avere preso parte al potere imperiale, è stato mandato subito a una fatica che
richiedeva le forze di Herakles. Infatti le condizioni dei Galli erano così, e i Galli abitavano la
provincia vicino all'oceano. 18,33. Konstantios stava facendo una guerra contro Magnentios che
aveva usurpato il potere di un altro ed esercitava il suo potere difendendo le leggi, e Konstantios ha
ritenuto necessario muovere tutte le cose per eliminare Magnentios. E Konstantios ha aperto ai
Barbari i confini dei Romani,per mezzo delle sue lettere ha detto loro che potevano occupare tutto il
territorio che erano in grado di occupare. 18,34. E quando è stata data ai barbari una sicurezza e i
trattati sono stati eliminati con alcune lettere, i Barbari si sono riversati in un grande territorio che
era abbandonato, perché nessuno poteva impedirglielo, perché Magnentios aveva i suoi eserciti in
Italia, i Barbari hanno saccheggiato delle città che erano ricche e alcuni villaggi sono stati devastati,
le loro mura sono state abbattute, le loro ricchezze, le donne e i bambini sono stati portati via,e gli
uomini li hanno seguiti come schiavi, e quegli uomini sventurati portavano i loro beni sulle spalle,
ma chi non poteva sopportare di essere schiavo e di vedere che sua moglie e sua figlia venivano
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offese si è ucciso piangendo, i beni che erano nostri sono andati ai barbari, e i barbari dopo avere
ottenuto il potere sulla nostra terra la coltivavano con le loro stesse mani e coltivavano la loro stessa
terra con le mani dei prigionieri che avevano catturato. 18,35. Quelle città che avevano evitato la
cattura per la forza delle mura non avevano più la terra, se non molto poca, i loro abitanti erano
consumati dalla carestia e prendevano ogni cosa che potesse dare un nutrimento, fino a quando il
numero di persone presenti in città si è ridotto al punto che quelle città sono diventate sia campi, sia
città, e lo spazio privo di case interno alle cinte murarie è stato sufficiente per coltivarlo. E i buoi
sono stati aggiogati, e l'aratro è stato trascinato, le sementi sono state gettate,le spighe di grano sono
cresciute, ci sono stati un mietitore e un'aia, e tutte queste cose sono avvenute all'interno delle porte,
cosicché nessuno avrebbe potuto dire che quelli che erano stati presi prigionieri fossero più
sventurati di quelli che erano rimasti nelle loro case. 18,36. E Konstantios, dopo avere ottenuto la
vittoria a un prezzo tanto grande, inizialmente si è rallegrato e si è vantato, ma, dopo che il suo
nemico è stato sconfitto, è apparso evidente il suo tradimento, e mentre Roma gridava che era stata
mutilata, Konstantios non ha osato respingere i barbari esultanti a proprio rischio e pericolo, ma ha
ritenuto opportuno che facesse la spedizione militare Iulianos,che proveniva dagli studi letterari e da
poco tempo era stato portato alle armi, e questa era la cosa più strana, Konstantios ha pregato
affinché Iulianos apparisse nello stesso tempo sia migliore sia peggiore dei suoi nemici, e faceva la
prima cosa perché desiderava la terra, e faceva la seconda cosa per la sua invidia. 18,37. E
Konstantios ha dimostrato subito che aveva mandato Iulianos affinché morisse, non meno che
affinché vincesse. Infatti Konstantios aveva un esercito, tanto grande quanto quello che prima aveva
sostenuto tre imperi, e tra i molti soldati, i molti cavalieri che erano molto temibili per
l'invulnerabilità data dal loro armamento, ma ha ordinato che seguissero Iulianos trecento uomini
che erano tra i peggiori soldati;infatti Iulianos avrebbe trovato in Gallia come suoi soldati quelli che
risiedevano lì. Questi uomini avevano imparato a essere sconfitti, e la loro attività già da molto
tempo consisteva nell'essere assediati. 18,38. Nessuna di queste cose ha turbato Iulianos, né lo ha
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fatto apparire molto spaventato, ma quella era la prima volta in cui lui sperimentava le armi e la
guerra, e stava per condurre dei soldati che tremavano di paura contro dei nemici che avevano
sempre vinto, ha portato l'armatura in questo modo, come se dall'inizio della sua vita avesse
maneggiato uno scudo invece che i libri, così lui è avanzato con coraggio,come se guidasse migliaia
di Aiaci. 18,39. Certamente due cose facevano in modo che lui fosse così; la prima cosa era la sua
sapienza e il fatto che lui sapeva che le decisioni erano più importanti delle forze fisiche, e l'altra
cosa era che lui riteneva che gli dei combattessero insieme a lui. Lui sapeva che Herakles aveva
fuggito lo Stige per l'appoggio di Athena. 18,40. Il segno evidente della benevolenza degli dei verso
Iulianos è venuto subito dall'inizio. Infatti lui è partito dall'Italia in pieno inverno, quando chi non si
salvava stando in casa era pronto a morire per il freddo e per la neve, e lui ha viaggiato avendo dei
raggi di sole che sono stati così luminosi, al punto che le persone sono arrivate a definire quella
stagione come una primavera, e lui ha sconfitto il freddo prima che i nemici 18,41. E inoltre anche
questa cosa è stata un segno della sua buona sorte. Infatti quando Iulianos attraversava una piccola
città, la prima della terra che gli era stata affidata, una corona di rami, quei popoli appendono molte
di queste corone in alto dalle mura con delle cordicelle distese tra le colonne, una di queste corone,
con le quali noi decoriamo le città, dopo essersi staccata da una chiusura è scesa ed è andata sulla
testa dell'imperatore, lui se l'è messa e gli stava bene, c'è stato un solo grido da tutte le parti. Infatti
io credo che questa corona rivelava i futuri trionfi di Iulianos e il fatto che lui era venuto per
vincere. 18,42. Dunque se colui che lo aveva mandato gli avesse permesso subito di fare le sue
azioni e di usare le sue strategie, la situazione sarebbe cambiata subito, ma Iulianos era privo di tutti
i poteri, tranne che quello della sua clamide, i comandanti avevano il potere, infatti Konstantios
aveva preso queste decisioni, che i comandanti dovevano dare ordini e Iulianos doveva essere loro
comandanti militari piaceva dormire. Ciò avrebbe reso grandi i nostri nemici, se le cose fossero
rimaste come erano prima che arrivasse un imperatore. 18,43. E tuttavia, anche se a Iulianos era
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impedito di agire e lui girava soltanto per ispezionare le province, infatti gli era stata concessa
soltanto questa cosa, il suo nome e il suo volto avevano un potere così grande,al punto che qualcuno
di quelli che erano stati chiusi per un lungo tempo e come imbalsamati, è saltato fuori e ha catturato
un barbaro che coltivava la terra vicino alle mura, e un altro ne ha catturato un altro, e un altro
ancora ne ha catturato un altro ancora e pochi uomini anziani che erano stati lontani dalle armi per
la loro vecchiaia hanno respinto un attacco notturno di numerosi giovani. Gli assalitori, portando
delle scale, le hanno messe contro delle porte vuote, in questo modo avevano conquistato
numerosissime città, ma gli altri quando lo hanno saputo, hanno ritenuto che ogni cosa che appariva
a loro fosse un'arma, sono andati avanti, in piedi e hanno corso gridando il nome dell'imperatore. E
hanno vinto gli anziani, come quelli di Mironides, hanno ucciso alcuni nemici, altri attaccanti sono
morti gettandosi dall'alto.18,44.Da un'altra parte c'è stata un'incursione di alcuni giovani provenienti
da un altro luogo contro i barbari, e i giovani prima non erano abituati a fare queste cose. E i nemici
sono tornati indietro e sono fuggiti e i nostri uomini si sono divertiti a fare massacri, non vedevano
l'imperatore, ma sono stati incoraggiati dal fatto che lui fosse vicino a loro. Altri stavano per
emigrare, hanno respinto la paura fuori dalle loro anime e sono rimasti là. 18,45. I barbari hanno
fatto un attacco partendo da una fitta foresta sulla parte posteriore dell'esercito in marcia, la
situazione è cambiata in un modo così grande,al punto che i barbari che speravano di dare un dolore
ad altri sono stati uccisi. E chi uccideva portava la testa di chi era morto come una testimonianza del
suo omicidio, c'era un compenso per quella testa e c'è stato un grande impegno nel tagliare le teste.
Infatti quell'uomo sapientissimo con il desiderio di un vantaggio ha purificato le anime dalla viltà, e
il volere prendere qualcosa ha convinto a osare. Alcuni barbari che erano fuggiti si erano rifugiati
nelle isole formate dal fiume Reno, e i nostri uomini hanno fatto una caccia, sia di quelli che
nuotavano, sia di quelli che navigavano e le città hanno fatto banchetti con il bestiame di quei
Barbari. 18,46. E Iulianos ha trovato che una delle città più grandi era stata danneggiata da
innumerevoli attacchi, e l'altra città più importante da poco tempo era stata svuotata da un attacco, e
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lui ha rivolto la sua mano a quella città che giaceva al suolo per la sua ricostruzione e ha messo lì
una guarnigione, l'altra città che era completamente abbattuta, al punto che era costretta ad
alimentarsi con cibi non consueti, si è consolata con speranze migliori. 18,47. Vedendo queste cose
il capo di una tribù non piccola dei barbari è venuto per portare le sue scuse, dicendo che aveva
commesso delle colpe non grandi, ha chiesto una tregua e ha detto che ci sarebbe stata un'alleanza,
Iulianos, poiché gli sembrava che il capo barbaro avesse detto qualcosa di giusto, ha fatto una
tregua di breve tempo, rendendo il barbaro più disposto alla paura per gli eventi futuri. 18,48.
Dunque Iulianos ha avuto forza in queste cose e in altre più grandi di queste quando ha percorso
quella regione, anche se non era ancora arrivato a potere fare tutto ciò che pensava, è andato via il
comandante militare che aveva paura dei nemici e che aveva offeso i suoi uomini,ed è arrivato come
suo successore un uomo che era eccellente in tutti i suoi aspetti, non era inesperto delle guerre, e
molti degli ostacoli sono cessati, e allora l'imperatore ha avuto un'occasione per dare una
dimostrazione precisa di se stesso. 18,49. Bisogna valutare questa cosa;cioè che quando l'imperatore
più anziano ha deciso che bisognava fare un attraversamento del fiume verso le terre dei barbari,
l'imperatore più giovane gradiva questa cosa già da prima,come un cavallo che ama la corsa, e si
arrabbiava per quel vincolo dal quale era trattenuto, e Konstantios vedendo che l'esercito di Iulianos
era piccolo e insufficiente per la sua impresa, gli ha mandato un esercito doppio di trentamila
soldati, e ha dato a quei soldati un comandante che era conosciuto perché era capace di gestire un
esercito. 18,50. Entrambi questi eserciti dovevano essere uniti in un solo esercito, anche perché non
c'era una grande distanza tra quei soldati che si congiungevano, l'imperatore più anziano temeva che
quello più giovane ottenesse una vittoria, e riteneva che a Iulianos sarebbero bastati i suoi soldati, e
ha ordinato al generale che non facesse un'unione tra gli eserciti e attraversasse il fiume da solo. E
mentre Iulianos faceva un ponte,i Barbari con alcune imbarcazioni che avevano fatto tagliando della
legna, hanno gettato dall'alto contro la corrente del fiume delle quantità enormi di legname, e questo
legname cadendo sulle navi ne ha distrutte alcune, ne ha rotte altre, e ne ha affondate altre. 18,51. E
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dopo che il primo tentativo di attraversamento è fallito, Iulianos è andato via fuggendo, e i
trentamila soldati sono andati via con lui, ai barbari non è stato sufficiente il fatto che non subissero
nessun danno, ma ritenevano che fosse ormai una cosa opportuna per loro che facessero anche
qualche azione, hanno attraversato il fiume e hanno fatto un inseguimento, dopo avere aggredito
alcuni uomini li hanno uccisi, hanno cantato un peana e si sono ritirati,e hanno intrecciato un'azione
a un'altra azione, e anzi sono passati dalle parole alle conseguenze delle parole.18,52. Infatti quando
i Barbari sono stati di nuovo nelle loro case, l'imperatore ha riempito di grano sia le guarnigioni, sia
le città, con il grano preso dai saccheggi delle terre coltivate dai nemici, usando i suoi soldati il più
possibile, e ha risollevato quegli edifici che giacevano al suolo, e quando lui ha spostato i quartieri
invernali lontano dal fiume Reno, l'imperatore doveva essere informato velocemente degli attacchi
dei nemici da messaggeri che ricevevano la notizia gli uni dagli altri, in precedenza la vastità della
terra desolata aveva tolto a noi la percezione delle insidie dei barbari, i barbari, dopo avere saputo
che i Romani mietevano nella terra dei Romani si sono arrabbiati, come se fossero stati saccheggiati
i loro domini ereditari,hanno mandato un inviato e per mezzo di costui hanno mostrato le lettere che
avevano fatto diventare quella terra di loro proprietà,hanno detto che Iulianos era in contrasto con le
decisioni dell'imperatore più anziano e hanno detto che Iulianos doveva confessare questa cosa, e
doveva o accettare ciò che era stato scritto oppure, se non avesse accettato questo, doveva aspettarsi
la guerra. 18,53. Iulianos ha detto che era venuto a spiare, il loro capo non era stato così audace, lui
lo aveva fatto arrestare, Iulianos si è ricordato delle esortazioni di cui aveva sentito parlare nelle
opere letterarie degli antichi, dei comandanti militari che facevano delle allocuzioni, e lui sapeva
bene che un tale discorso, che precedeva le azioni, mandava i soldati allo scontro con coraggio, ha
pronunciato un discorso, e io avrei messo molto volentieri questo suo discorso in questa mia
orazione di adesso, ma poiché la consuetudine che c'è riguardo a questi testi non permette una cosa
così, io direi: “per loro la guerra è stata più molto più piacevole” di quanto fosse stato il non fare
nulla del tempo precedente. 18,54. Ed è stato deciso che i cavalieri dovessero occupare ognuna delle
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due ali, e che la parte centrale fosse occupata dai soldati a piedi, e i migliori di questi due gruppi di
soldati era sul lato destro vicino all'imperatore. E questa cosa doveva restare nascosta ai nemici, ma
la malvagità di alcuni disertori non ha permesso che restasse nascosta. Quando c'è stato
l'attraversamento del fiume dei nemici, sebbene fosse possibile impedirlo,l'imperatore non ha voluto
fare ciò,ma non ha voluto neppure combattere assalendoli con una piccola parte di soldati, e quando
c'erano ormai trentamila uomini lui ha fatto la sua discesa, prima che si aggiungesse un numero di
uomini molte volte maggiore; infatti loro avevano deciso, come si è sentito dire in seguito, che non
restasse a casa nessuno dei loro uomini combattenti. 18,55. Dunque entrambe queste cose sono state
degne di meraviglia, il fatto che Iulianos non abbia fatto uno scontro con i primi barbari, e il fatto
che lui non abbia accettato di affrontare tutti i nemici in movimento; infatti la prima cosa non era
molto importante, ma la seconda cosa era pericolosissima, e la prima cosa era propria di chi aveva
poca intelligenza, e l'altra cosa era propria di un uomo stolto.Per questo motivo lui non ha cercato di
impedire che attraversassero il fiume dei nemici che erano molto più numerosi degli uomini che lui
guidava, ma con il suo attacco ha impedito l'arrivo dei rinforzi dei nemici. 18,56.Dopo che i Barbari
hanno saputo tutte queste cose,hanno opposto la parte più coraggiosa del loro esercito a quella parte
migliore dei Romani, hanno messo all'ala destra un reparto di alleati, e lo hanno nascosto sotto un
canale con fitte canne, e infatti quel terreno era paludoso, e le canne nascondevano gli uomini che
stavano sotto di esse. Tuttavia loro non sono sfuggiti agli occhi dei Romani che erano nell'estremità
dell'ala sinistra, ma, quando i Romani li hanno visti, hanno corso con il grido di battaglia, hanno
inseguito alcuni nemici che si sono alzati, per mezzo di costoro hanno sconvolto metà dell'esercito
perché una fuga fatta dai primi ha provocato un'altra fuga fatta dai secondi. 18,57. Ci fu qualcosa di
simile a questa situazione nella battaglia navale tra i Corinzi e i Corciresi. E infatti in questa
battaglia navale avvenne che entrambe le parti sia furono sconfitte,sia vinsero. Infatti l'ala sinistra di
entrambe le parti ha vinto, cosicché l'ala destra dei Romani che era vicina all'imperatore, è stata
colpita, dei reparti scelti sono stati colpiti da altri reparti scelti. 18,58. E neppure quelli che
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portavano le insegne, che si erano esercitati soprattutto nel mantenere il loro ordine, hanno
mantenuto la loro consuetudine. Quando loro sono ripiegati, l'imperatore ha gridato molto, e ha
imitato i discorsi che furono di Aias Telamonio, infatti Aias disse che i Greci non potevano tornare
indietro perché le loro navi erano state distrutte, Iulianos ha detto che, se loro fossero stati sconfitti,
le loro città sarebbero state chiuse, e nessuno avrebbe dato loro del cibo, e concludendo ha aggiunto
che se loro avessero deciso di fuggire, lui avrebbe fermato quelli che fuggivano uccidendoli, non
avrebbe permesso a nessuno di rimanere in vita, e ha mostrato che alcuni barbari fuggivano davanti
a quelli che li inseguivano. 18,59. Quando i soldati hanno sentito dire alcune cose, ne hanno viste
delle altre, hanno provato vergogna per alcune di esse e hanno provato gioia per altre cose, sono
tornati indetro e hanno partecipato di nuovo agli scontri, hanno eliminato il loro comportamento
vergognoso,e ogni soldato si è messo a inseguire il nemico; dunque anche le guardie dei portatori di
bagagli che erano sulla sommità hanno voluto partecipare a quelle azioni che erano in corso. E
quando loro sono andati avanti, la loro avanzata è stata evidente, hanno dato ai barbari l'impressione
che l'esercito romano fosse più grande, e non c'è stato più nessuno che ha voluto ancora restare al
suo posto. 18,60. Dunque la pianura è stata coperta da ottantamila cadaveri, il fiume Reno è stato
coperto da quelli che erano annegati per la loro incapacità di nuotare, le isole del fiume sono state
piene di cadaveri dei morti, mentre quelli che avevano vinto hanno inseguto quei nemici che erano
volati nelle foreste. I cadaveri e le armi portati dalla corrente hanno rivelato la battaglia a quei
barbari che erano più lontani. 18,61. E la cosa più importante è stata che i Romani hanno pescato
quei barbari che erano nelle isole, e in questa loro caccia hanno preso il comandante dei barbari
insieme a quelli che erano comandati da lui; i Romani lo hanno portato tenendolo con le mani, non
gli hanno tolto le sue armi, e il capo barbaro, che era un uomo bellissimo e grandissimo,attirava a sé
gli sguardi di tutti sia per il suo corpo, sia per la sua armatura. 18,62. Il sole, dopo avere visto una
simile azione, è tramontato dolcemente, l'imperatore ha chiamato quest'uomo a rendere conto delle
azioni che aveva osato compiere, fino a quando il capo barbaro ha usato parole orgogliose,
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l'imperatore lo ha ammirato, ma quando quell'uomo ha aggiunto delle parole miserabili, mentre le
sue parole precedenti erano state illustri, e quelle più recenti dicevano la paura che lui aveva per la
sua vita, e chiedevano la sua salvezza, Iulianos lo ha odiato. Iulianos non ha fatto niente di terribile
al capo barbaro, non lo ha tenuto in catene, avendo rispetto per la sua condizione fino a quel
momento e considerando quanto potere aveva avuto un solo giorno. 18,63. Quale delle feste che ci
sono tra i Greci si potrebbe confrontare al momento in cui, la sera, quelli che avevano combattuto
hanno bevuto gli uni insieme agli altri,parlando tra loro hanno contato quanti nemici avevano ucciso
nella battaglia, e alcuni di loro hanno riso, altri hanno cantato, altri hanno fatto vanterie, mentre chi
era lontano dal banchetto a causa delle sue ferite considerava come consolazione sufficiente le sue
stesse ferite. 18,64. E in qualche modo quegli uomini avevano sconfitto i barbari nei loro sogni, e
durante la notte coglievano la gioia, dopo le fatiche che avevano fatto durante il giorno, ci hanno
messo del tempo,ci hanno messo molto tempo a innalzare un trofeo sui barbari e si sono rallegrati di
più per una cosa che era superiore alla loro speranza. 18,65. Ma Iulianos ha reso migliori degli
uomini che per loro natura erano pessimi, come se un dio avesse infuso in loro la forza. E qual è la
prova più grande del fatto che lui aveva un potere superiore a quello di un essere umano? Ma forse
l'incapacità dei comandanti ha danneggiato delle indoli naturali che erano buone? E quale cosa è più
bella del portare gli uomini valorosi a dimostrare le forze che loro hanno? Ma forse qualcuno degli
dei in modo nascosto ha causato i migliori risultati di questi uomini? E cosa c'è di più splendido del
combattere insieme a questi alleati? Infatti anche per gli Ateniesi, io credo, il motivo maggiore della
loro gloria fu il fatto che loro fecero quelle imprese che si dice che avvennero a Maratona insieme a
Herakles e a Pan, più che se loro fossero stati capaci di compiere quelle imprese senza gli dei.18,66.
Dunque un altro uomo avrebbe congedato l'esercito per questa vittoria, sarebbe andato in città e
avrebbe offerto ai propri occhi le corse di cavalli e i piaceri dei teatri, avrebbe dato riposo alla
propria mente. Ma non lui. Iulianos ha punito quelli che portavano le insegne, affinché restassero in
vita e imparassero a conservare il proprio posto, e non li ha puniti con la pena di morte, li ha lasciati
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in vita a causa della vittoria, Iulianos ha mandato quell'uomo alto, il re dei barbari, come prigioniero
a Konstantios, affinché fosse lui a rivelare le proprie sventure, e Iulianos riteneva necessario che lui
facesse le azioni, ma cedesse tali premi a Konstantios,come Achilleus fu privato da Agamemnon del
suo bottino. 18,67. E Konstantios ha celebrato un trionfo, si è vantato, si è mostrato glorioso grazie
ai pericoli di un altro uomo, e Iulianos ha messo nelle mani di Konstantios anche l'altro re dei
barbari che si era unito al primo re dei barbari, ma lo aveva esortato a non combattere, perché aveva
paura degli eventi che sarebbero successi, Konstantios aveva entrambi i re barbari grazie a Iulianos,
uno di loro si era arreso, l'altro era stato preso prigioniero. 18,68. Ma io torno al mio discorso,
Iulianos non ha avuto quella reazione che è propria dei vincitori e che vengono portati dalle vittorie
ai divertimenti e alle pigrizie. E dopo che lui ha consegnato i morti alla terra, non ha permesso ai
soldati di deporre le armi, anche se loro volevano ardentemente fare questa cosa, ma lui ha ritenuto
che ciò che i soldati avevano fatto fosse solo l'azione di uomini che portavano un aiuto a loro stessi,
e ha ritenuto che fosse necessario che uomini eccellenti ottenessero una vendetta per quei mali che
avevano patito, e li ha condotti nella terra dei nemici, mostrando e dicendo che c'era poco da fare e
quell'impresa sarebbe stata una cosa comoda più che una fatica, perché i barbari erano simili a un
animale che era stato colpito e che aspettava la seconda ferita. 18,69. E Iulianos non diceva nessuna
menzogna; infatti alcuni barbari di giovane età che avevano fatto l'attraversamento del fiume
avevano messo le loro mogli e i loro figli nelle foreste e si erano salvati fuggendo, ma Iulianos ha
distrutto i loro villaggi con il fuoco, ha tirato fuori tutti quelli che si erano nascosti, e gli alberi non
hanno impedito questa cosa,c'è stata subito un'ambasceria che ha detto parole umili e adatte a quelle
sventure che erano presenti. Gli ambasciatori dicevano che Iulianos doveva fermarsi, mettere fine
alle sue devastazioni, e per il futuro doveva trattare quei barbari come degli amici. Si è fatta una
tregua, e il tempo di questa tregua è stato soltanto l'inverno,durante il quale forse anche senza tregua
sarebbe stato possibile ottenere il riposo. 18,70. Dunque a quelli che erano stati sconfitti Iulianos ha
concesso una grazia così grande, e lui non si aspettava così tanto per se stesso, ma durante l'inverno
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lui ha fronteggiato i Franchi che amano la neve come amano i fiori, ed essi hanno saccheggiato dei
villaggi, e la guarnigione che era nel centro di questi villaggi era vuota e abbandonata, Iulianos li ha
accerchiati e chiusi in questo luogo e li ha presi per fame, e li ha mandati legati in catene
all'imperatore più importante, e questa cosa era stranissima per loro, infatti la loro legge è o vincere
o morire. E tuttavia loro hanno chiesto questa cosa, e, io credo, hanno provato la stessa condizione
degli Spartani a Sfacteria. Dunque l'imperatore che ha ricevuto quegli uomini li ha definiti come dei
doni e li ha mescolati alle sue stesse schiere, e credeva che avrebbe unito delle torri alle sue schiere.
A tal punto ognuno di quei barbari valeva come molti uomini. 18,71. E questa sola azione tanto
importante è stata fatta da Iulianos in inverno e un'altra sua impresa non è stata minore. Infatti una
tribù intera all'improvviso ha invaso la regione, e Iulianos è corso per liberare la zona che era stata
colpita insieme a quelli che erano incaricati di difendere quel luogo, ma essi,dopo avere saputo della
corsa di Iulianos lo hanno anticipato e hanno respinto i nemici che hanno perso e non erano pochi.
Così l'imperatore ha ottenuto una vittoria in modo simile sia con la sua presenza, sia quando stava
per essere presente. 18,72. E Iulianos ha fatto queste azioni alzandosi da libri, tra i quali stava anche
allora, e anzi quando lui andava contro i nemici andava insieme a questi libri. Infatti lui aveva
sempre tra le mani o dei libri o delle armi e riteneva che la guerra traesse un grande vantaggio dalla
sapienza, e riteneneva che un imperatore avrebbe dato un apporto maggiore se fosse stato capace di
decidere bene invece che se avesse combattuto. 18,73. Di certo queste due cose sono state utilissime
ad altri e sono state una dimostrazione della mente eccellente di Iulianos, la prima cosa era che lui
aumentava lo zelo delle persone buone con gli onori che lui dava a loro assegnando loro tali premi,
e la seconda cosa era che i Romani saccheggiavano le terre dei nemici e diventavano padroni di ciò
che conquistavano, infatti questa cosa sembrava chiaramente giusta a Iulianos, per il quale chi
portava la testa di un nemico riceveva del denaro per la sua audacia. 18,74. E quando la fama ha
diffuso queste due notizie nel mondo abitato ogni soldato amante delle azioni ha voluto bene a
Iulianos, e gli uomini di cultura gli hanno voluto bene, quelli che stavano ad Atene e sapevano come
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Iulianos fosse eccellente sono andati da lui, come in passato i sapienti andarono in Lidia presso
Kroisos. Kroisos mostrò a Solon i tesori delle sue ricchezze,e lui pensava di non possedere niente di
più prezioso di questo, ma Iulianos mostrava a quelli che andavano da lui i tesori della sua anima, in
questi tesori erano le cose date dalle Muse, e con questi tesori l'imperatore recitava questi versi
poetici per onorare quelli che andavano da lui,e adesso è possibile prenderli e leggerli. 18,75.
Dunque Iulianos partecipava al furore bacchico insieme ai seguaci di Hermes e di Zeus, e quando la
stagione invitava a sollevare le insegne subito lui ha combattuto, e dopo essere comparso come un
fulmine sul fiume Reno, ha spaventato un'intera tribù nemica cosicché i suoi membri hanno ritenuto
che fosse opportuno trasferirsi e hanno ritenuto giusto fare parte dell'impero che apparteneva a lui e
che fosse più piacevole per loro vivere sotto di lui, gli hanno chiesto della terra e l'hanno ricevuta. E
lui ha usato alcuni barbari contro altri barbari,e i primi hanno ritenuto che fosse molto più onorevole
inseguire dei nemici insieme a questo imperatore invece che fuggire insieme ad altri barbari. 18,76.
E queste cose sono avvenute senza combattimenti. Iulianos ha deciso di attraversare il fiume ancora
una volta, e per la scarsità di imbarcazioni ha costretto cavalli e soldati a nuotare ed è andato avanti
facendo delle devastazioni e impadronendosi di alcuni beni. Infine gli sventurati hanno fatto delle
suppliche tardivamente, e avrebbero dovuto farle prima che ci fosse un incendio. 18,77. Iulianos ha
ritenuto che fosse arrivato il giorno che avrebbe curato le malattie dei Galli,e prima lui li ha mandati
via in modo disonorevole, e quando essi sono tornati hanno portato come supplici i loro re, e anche
se essi avevano lo scettro rivolgevano il loro sguardo a terra, lui ha fatto ricordare loro la loro
eccessiva tracotanza e i loro innumerevoli patimenti e li ha esortati a comprare la pace al prezzo del
risanamento ricostruendo le città e portando in esse delle persone. 18,78. I Barbari hanno accettato
queste condizioni e non hanno mentito,sono stati portati legno e ferro per la ricostruzione delle case,
ogni prigioniero è stato liberato affinché ritornasse, ed è stato adulato da colui che prima lo frustava,
affinché non gli portasse rancore, e quei prigionieri che non erano stati liberati sono stati dichiarati
morti, e il vero giudizio su queste cose è stato dato da quelli che erano stati rilasciati. 18,79. Il mare
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apparve ai diecimila soldati di Kyros e per loro era la prima volta dopo un grande numero di
montagne e di fatiche e suscitò il loro grido e le loro lacrime insieme alla loro gioia, e loro si
abbracciarono, loro che avevano condiviso quei pericoli, questi uomini invece hanno fatto questa
stessa azione non dopo avere visto il mare, ma dopo essersi visti reciprocamente, e alcuni di loro
hanno visto i propri familiari che avevano evitato la schiavitù,altri hanno visto i propri familiari che
avevano recuperato la propria casa. Ha pianto insieme a loro anche tutta quella parte del loro popolo
che non aveva legami di parentela con loro, ma ha visto i loro abbracci, e sono scorse delle lacrime
migliori di quelle precedenti, le prime lacrime sono state di quelli che erano andati via molto tempo
prima, le seconde sono state di quelli che si ritrovavano in quel momento. 18,80. In questo modo la
guerra sia ha diviso i Galli, sia li ha uniti, li ha divisi per la viltà dei comandanti iniziali, ma li ha
uniti nella parte finale che è stata combattuta con coraggio. Le sale cittadine si sono riempite, i
popoli sono diventati numerosi, le attività professionali e le fonti di ricchezze sono aumentate e le
figlie date in moglie, i matrimoni dei giovani, i viaggi, i banchetti e le feste pubbliche sono ritornati
nell'ordine precedente. 18,81. Dunque, se si definisse quell'uomo il fondatore di quelle città, non si
sbaglierebbe. Infatti Iulianos ha risvegliato alcune città che erano morte, ha salvato gli abitanti di
quelle città che erano state quasi svuotate, e ha concesso che non ci fosse più una simile paura.
Certamente nessuno dei barbari all'arrivo dell'inverno ha fatto una navigazione per le consuete
azioni di pirateria, ma i barbari sono rimasti a casa loro, mangiando i loro prodotti non per il rispetto
degli accordi, ma per paura di una guerra, perché anche quei barbari che non avevano fatto nessuna
tregua con noi erano spinti dalla paura a stare tranquilli. 18,82. Quali sono state le sue attività
durante questo periodo di pace? Iulianos nei suoi pensieri ha visto l'isola più grande di quelle che
sono sotto il Sole, ed è quella contenuta dall'Oceano, la Britannia, e ha mandato dei contabili per
calcolare la spesa, e in apparenza la spesa era per i soldati, in realtà era un reddito dei comandanti e
Iulianos ha fatto in modo che quelli che facevano queste ingiustizie diventassero giusti, e ha fatto
un'altra cosa molto più importante soprattutto per la salvezza dei Galli. 18,83. Infatti in passato il
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grano veniva portato da quell'isola via mare e attraverso il Reno, e i barbari da quando hanno preso
il potere sull'isola non hanno permesso questo passaggio, da tempo le navi erano state tirate in secca
e imputridivano, poche navi navigavano, e quando esse scaricavano il loro carico nei porti, per
trasportare il grano bisognava usare i carri invece che il fiume, e questa attività comportava una
grandissima spesa. Dunque Iulianos ha rinnovato questa pratica e ha ritenuto che sarebbe stato
terribile se lui non avesse riportato il trasporto del grano nelle sue condizioni antiche, velocemente
ha fatto apparire delle navi in un numero maggiore di quello precedente e ha valutato in che modo il
fiume avrebbe ricevuto il suo grano. 18,84. Mentre lui era occupato in questa cosa, un suddito ha
accusato un magistrato di furto. Florentios, che era prefetto, è stato giudice del processo, sapeva
rubare e in passato aveva preso illecitamente, ha rivolto la sua ira contro l'accusatore, rispettando il
suo collega. Florentios non è passato inosservato quando ha fatto le sue ingiustizie, ma ci sono state
persone che hanno parlato tra loro di questo argomento, il loro rumore ha ferito le orecchie di
Florentios il quale voleva che l'imperatore fosse giudice del caso. L'imperatore inizialmente ha
evitato queste cose, infatti questo potere non gli era stato dato. 18,85. E Florentios faceva queste
azioni non affinché fossero dati dei verdetti giusti, ma perché riteneva che Iulianos gli avrebbe dato
ragione anche se avesse mostrato di avere torto. Ma quando Florentios ha visto che Iulianos riteneva
la verità più importante del favore per lui ha sofferto un dolore nella sua anima e nelle sue lettere ha
calunniato l'amico dell'imperatore esaltando il giovane, e ha espulso dal palazzo imperiale un uomo
che era stato come un padre per l'imperatore. 18,86. Dunque Iulianos ha onorato di nuovo
quest'uomo, Salustios, con alcune parole che riferivano ancora il suo dolore per la separazione
avvenuta in quel momento, e nello stesso tempo lui si è lamentato e si è attaccato a quegli amici che
gli restavano. E la sua mente non è crollata anche se lui ha patito delle ingiustizie così gravi. 18,87.
Iulianos non ha ritenuto necessario vendicarsi grazie al suo potere imperiale per i torti che aveva
patito da queste persone, ma è sceso verso l'oceano, ha ricostruito la città di Eraclea, che fu un'opera
di Herakles. Iulianos ha messo delle imbarcazioni nel fiume Reno mentre quelli che si aspettavano
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che gli avrebbero impedito di agire sono stati delusi,e non hanno potuto impedire questa azione. Lui
è andato avanti superando la terra degli alleati, affinché lui non li danneggiasse quando attaccava i
nemici attraverso i territori degli alleati. E al contempo le barche navigavano sulla costa, e l'esercito
dei nemici avanzava,in modo da fermare quelli che tentavano di attraversare il fiume.18,88.Secondo
me in questa azione bisogna vedere come Iulianos è stato uno stratega molto abile, e non c'è stata
nessuna delle cose impossibili che lui non abbia dimostrato essere una cosa facile. Infatti quando lui
è andato a ispezionare la riva che era di fronte ha visto un luogo vantaggioso e tale da offrire una
sicurezza a quelli che lo avessero occupato, ha lasciato delle barche e una piccola parte del suo
esercito in modo nascosto in un'insenatura dalla propria parte del fiume, è andato avanti e ha
costretto i nemici a fare una marcia uguale alla sua, alla sera ha fatto un accampamento e ha
segnalato a quelle persone che erano rimaste indietro di attraversare il fiume e di prendere possesso
di quel luogo. 18,89. E alcuni obbedendo a Iulianos hanno preso possesso di quel luogo, altri sono
tornati indietro, hanno attraversato il fiume cominciando dalle loro posizioni e alla fine sono andati
nel punto che era stato conquistato. Queste cose hanno suscitato nei barbari l'impressione che ci
fossero numerosi ponti, e i barbari hanno pensato che non avevano conosciuto molte delle sventure
che li avevano colpiti in passato. E allora i barbari hanno lodato quelli che si erano rifugiati nella
pace, sono venuti a chiedere di ottenere le stesse condizioni di costoro, ritenendole giuste, e Iulianos
ha bruciato la terra di costoro, l'ha saccheggiata e si è riconciliato con loro quando è stato sazio. E ci
sono state di nuovo le liberazioni di alcuni prigionieri e tutti gli altri avvenimenti sono stati simili ai
precedenti fino alle lacrime. 18,90. I Galli e i barbari intorno a loro hanno cambiato le loro
condizioni,i Galli sono rifioriti e sono stati di buon umore, i barbari sono crollati e si sono lamentati,
perché hanno perso il potere che pensavano che avrebbero mantenuto per lungo tempo,i Galli hanno
recuperato il potere che non si aspettavano di riavere, e ogni voce cantava la stessa cosa, cioè che
questi eventi non erano dovuti a dei successi militari, ma all'intelligenza di Iulianos, ed è andata
contro di lui l'ostilità da parte di quell'imperatore che doveva a lui le sue corone. E Konstantios ha
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richiamato e ha fatto andare via la parte migliore dell'esercito, quella che era pronta a fare le cose
utili, ma ha lasciato che restasse a Iulianos quella parte dell'esercito che era di età avanzata e che
contribuiva solo con il suo numero, ma non con le sue azioni. 18,91. Il pretesto dell'azione di
Konstantios era la guerra contro i Persiani e il fatto che la condizione pacifica della Gallia non
richiedeva la presenza di soldati, come se i barbari sleali non calpestassero facilmente i giuramenti,
oppure come se non fosse necessario aggiungere agli accordi la forza data dalle armi. E, io credo,
Konstantios non aveva bisogno di un esercito più grande di quello che aveva per combattere contro
i Persiani. Infatti una parte di quell'esercito era sufficiente, e anche se lui avesse radunato lo stesso
esercito moltiplicato per molte volte, non sarebbe mai andato lì per fare una battaglia perché aveva
deciso di indugiare sempre. 18,92. Ma il suo pensiero era un altro. Konstantios voleva fermare le
azioni di Iulianos e la sua fama che era cresciuta, e ancora di più voleva distruggere la fama di
Iulianos che era già presente, incitando dei giovani barbari contro di lui che aveva pochi e scadenti
soldati. 18,93. Infatti Konstantios voleva che fosse riportato in ogni luogo il discorso contrario a
quello che c'era allora, cioè voleva che si dicesse che Iulianos era chiuso e assediato, che niente
tratteneva i nemici, voleva che si dicesse che i nemici conquistavano le città e le distruggevano di
nuovo, aravano e seminavano la terra degli altri. Infatti Konstantios sapeva che, anche se Iulianos
fosse stato molto abile come generale, avrebbe patito la stessa sorte di un timoniere di una nave
grandissima che fosse stato privato dei suoi marinai. Infatti neppure la capacità tecnica di quel
timoniere potrebbe essere utile alla nave senza l'equipaggio completo dei marinai. Così quel bravo
imperatore era invidioso di quel potere che lui stesso aveva dato ed era ostile a colui che aveva
scosso la terra dei barbari. 18,94. Dunque il nobile Iulianos si è trovato nell'incertezza tra l'obbedire
e il fare in modo che non ne derivasse la sua rovina, e se lui fosse stato privato dell'esercito ciò
avrebbe comportato il massacro che sarebbe stato fatto dai nemici, lui ha deciso e ha preferito
obbedire e subire qualche danno invece che dare l'impressione di disobbedire a Konstantios, e ha
ritenuto che sarebbe stata più sopportabile la ferita che gli sarebbe stata data dai nemici di quella
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che il suo parente stava per dargli. In questo modo Iulianos ha dato agli adulatori dell'imperatore più
anziano la possibilità di fare tutte le cose che loro volevano. Essi hanno fatto una selezione dei
soldati cominciando dalle guardie del corpo di Iulianos e dagli uomini di cui lui si fidava di più e
sono passati attraverso tutti i suoi soldati fino a quando gli hanno lasciato dei soldati che potevano
fare soltanto preghiere. 18,95. E Iulianos ha accettato questa cosa, non senza lacrime, tuttavia ha
ritenuto giusto sopportare, e quando gli sono stati tolti i suoi reggimenti, ed essi sono stati dispersi
ovunque, si è levato ovunque un lamento verso il cielo fatto dai poveri, dai ricchi, dagli schiavi, dai
liberi, dagli agricoltori, dai cittadini, dagli uomini, dalle donne, dai giovani, dai vecchi, e loro
ritenevano che mancava soltanto che i nemici li invadessero, e ritenevano che quelle sventure che a
fatica erano state interrotte sarebbero germogliate di nuovo. Soprattutto quelle donne che avevano
avuto dei figli con i soldati, quelle donne mostravano i loro bambini, e questi bambini erano ancora
nell'allattamento, le donne scuotevano questi bambini come un ramoscello dei supplici e chiedevano
ai padri di quei bambini di non abbandonarli. 18,96. Quando l'imperatore ha sentito dire queste cose
ha esortato quelli che venivano dall'Italia a portare i soldati da un'altra parte molto lontano dalla
città dove lui si era collocato e risiedeva. L'imperatore aveva paura, io credo, che loro avrebbero
reagito nel modo in cui hanno reagito, e hanno fatto bene. Tuttavia quegli uomini non hanno dato
ascolto alle parole dell'imperatore,ma hanno continuato a stare dove erano i reggimenti migliori, dai
quali dipendevano gli altri soldati,tutto il popolo ha chiesto ai soldati di restare e di salvare tutti quei
buoni risultati a favore dei quali loro avevano compiuto delle fatiche, i soldati hanno avuto
compassione di quelli che facevano delle suppliche e hanno disapprovato quel viaggio. 18,97.
Quando l'imperatore è venuto a sapere queste cose ha parlato ai soldati da quella consueta tribuna
davanti alla città, ha detto che non era possibile cambiare la decisione che era stata già presa su
questi argomenti dall'imperatore più potente. Quegli uomini hanno ascoltato in silenzio il suo lungo
discorso e non hanno aggiunto niente, ma durante la sera,anzi a mezzanotte,hanno indossato le armi,
hanno circondato il palazzo imperiale, hanno acclamato Iulianos e gli hanno dato la funzione più
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grande e il titolo di imperatore. 18,98. Iulianos si è indignato per gli eventi che erano accaduti, ma
non c'era da fare nient'altro se non il non permettere che nessuno di quelli che erano dentro aprisse
le sbarre. E quando è apparso il giorno i soldati hanno strappato le porte, hanno mostrato le spade,
hanno trascinato Iulianos su quella stessa tribuna, e c'è stata una lunga battaglia di opinioni e di
grida, e da un lato Iulianos spiegava le ragioni con le quali riteneva che avrebbe impedito
l'ammutinamento, dall'altro i soldati ritenevano che per loro fosse opportuno vincere con il loro
grido. 18,99. Mentre Iulianos evitava il diadema d'oro e ricorreva alla legge antica, un uomo alto e
molto notevole che stava dietro a Iulianos gli ha messo in testa la collana che lui stesso portava e gli
ha dato i poteri maggiori. Dunque Iulianos ha ceduto a questa necessità, e non ha potuto fare cessare
l'impulso ardente di così tanti soldati, subito ha dimostrato il suo pensiero a quelli che gli avevano
dato questi poteri. 18,100. Infatti invece di ricercare quale sarebbe stato il compenso che lui avrebbe
dato loro e invece di adularli con grandi doni, Iulianos ha annunciato che era necessario ritenere che
la sua volontà fosse legge. Dunque lui aveva deciso che nessuno di quelli che si erano opposti agli
eventi recenti doveva essere punito, e aveva deciso di non usare nessuna spada contro quei soldati e
di non spaventarli con il suo sguardo e di non dare loro nessun dolore con la sua parola, ma lui ha
deciso che avrebbe fatto le stesse azioni sia verso quelli che lo avevano sostenuto, sia verso quelli
che avevano combattuto contro di lui. 18,101. Eppure quale altro uomo non avrebbe esortato i
soldati anche se erano pigri? Ma Iulianos non ha fatto questa cosa. Infatti lui non voleva che il suo
impero si macchiasse di sangue e che fosse accusato di essere un'usurpazione. Per questi motivi
Iulianos ha ordinato di comportarsi con moderazione. E quelli che tremavano sono stati di nuovo
lieti e sono stati rassicurati, hanno circondato il trono e hanno ringraziato per il fatto di non essere
stati condannati a morte. 18,102. E loro non hanno restituito dei compensi adeguati a questi favori
ricevuti; infatti non sono stati vincolati da un beneficio, come dice il proverbio, ma hanno voluto
uccidere Iulianos dando grandi speranze all'eunuco che stava vicino al suo letto. Quando l'uccisione
di Iulianos era ormai vicina, un soldato è stato scosso da Apollon e ha rivelato ciò che stava per
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accadere, ha chiamato la folla affinché desse un aiuto,altri sono corsi e hanno scoperto il complotto.
E la cosa più importante è che colui che aveva collaborato a queste insidie è stato ucciso. 18,103.
Iulianos ha visto che quelli che sostenevano Konstantios complottavano da vicino contro di lui e a
volte avevano persino l'impudenza di dire che sarebbe stato meglio ritornare alle condizioni
precedenti e abbandonare le situazioni attuali, Iulianos ha ritenuto che in quelle circostanze soltanto
gli dei potevano essere degni consiglieri, lui ha fatto delle domande a questi consiglieri e si è sentito
dire da loro che doveva mantenere la posizione in cui era. 18,104. Iulianos ha preso quella decisione
che proveniva dal cielo ed era comune all'esercito e ha mandato nelle città dei funzionari buoni al
posto di quelli cattivi, ha mandato funzionari istruiti al posto di quelli ignoranti, e ha raccolto un
esercito fatto da quelli che erano stati costretti a fare i banditi, e avevano condiviso la buona sorte e
la cattiva sorte di Magnentios, avevano occupato le strade, e avevano tratto dei guadagni da quei
passaggi. Iulianos ha chiamato alle armi questi uomini, e dando loro l'impunità li ha allontanati dal
compiere azioni illegali, e ha liberato i viandanti dalle loro paure. 18,105. Iulianos è andato sul
fiume Reno, ha mostrato la sua persona ai barbari, ha confermato gli accordi con altri giuramenti, è
corso a una lotta che non gradiva, e anzi è corso alla successione del potere imperiale senza nessuna
battaglia con il suo parente; infatti lui sapeva che cosa sarebbe accaduto avendo ascoltato ciò dagli
dei. 18,106. E però io ho omesso di dire una di quelle cose che sono degne di essere dette. E io devo
dirla. Sono venuti non pochi inviati da una parte e dall'altra, e gli inviati mandati da Iulianos
ritenevano giusto che lui rimanesse nel suo ruolo attuale, ma senza nessun potere in più di quello
che aveva prima, gli inviati mandati da Konstantios ritenevano necessario che Iulianos rinunciasse
completamente al suo titolo onorifico e ritornasse alla sua condizione precedente in tutti gli aspetti,
questo fatto comportava la rovina di Iulianos, della maggior parte del suo esercito, dei suoi parenti e
dei suoi amici, e anche se Iulianos riteneva poco importante l'uccisione di lui stesso, gli sembrava
che fosse una cosa terribile che lui diventasse un traditore delle persone che a lui erano più care.
18,107. Quando le situazioni erano queste, Konstantios ha fatto ricorso allo stesso trucco chiamando
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con le sue lettere i barbari dove erano prima, chiedendo loro come un favore che rendessero schiavo
l'impero dei Romani, ha convinto uno dei barbari a infrangere uno dei molti giuramenti che aveva
fatto. Il barbaro ha devastato quei campi che aveva ricevuto come compenso, ha fatto festa ed è
andato a mangiare insieme a molti comandanti romani, come se non avesse fatto niente di male.
18,108. E Iulianos ha fatto arrestare quel barbaro che aveva violato gli accordi, mentre lui beveva,
Iulianos ha attraversato il confine e si è dedicato alla punizione non biasimabile dello spergiuro di
quel barbaro. E quelli che avevano rispettato i giusti accordi si sono riuniti e si sono spaventati, e si
sono vergognati molto per gli errori di quell'uomo, hanno aggiunto alcuni giuramenti ad altri
giuramenti, Iulianos è salito su una tribuna elevata in mezzo alla terra dei barbari, guardando
dall'alto in basso i loro capitribù che erano in condizione di sudditi insieme ai loro numerosi
seguaci, e dopo avere ricordato loro alcune cose, e avere fatto loro alcune minacce è andato via.
18,109. Iulianos ha raccolto un esercito che poteva essere apprezzato per il suo impegno più che il
suo grande numero. I soldati si sono vincolati reciprocamente con degli accordi e con le loro mani
destre a fare ogni cosa, e a patire ogni sofferenza per la vittoria, e temevano soltanto una cosa, la
vergogna che ci sarebbe stata in futuro a causa del non mantenere questo impegno. 18,110.E quando
il loro giuramento si è diffuso a tutti, un uomo, o meglio un androgino, di nome Nebridios, che era
prefetto e aveva ricevuto questa carica da Kostantios, l'imperatore più anziano, ha rimproverato gli
eventi che erano accaduti, ha biasimato il giuramento e ha accusato quelli che avevano giurato
definendoli barbari. In questo modo lui ha fatto la sua adulazione. Nebridios si è attirato tutta la
collera e giustamente sarebbe stato fatto a pezzi dal primo che fosse riuscito a colpirlo con la sua
mano, ma è stato mantenuto in vita da Iulianos come se fosse stato nascosto da una nuvola. E si
potrebbe criticare la benevolenza che è stata in questa situazione, ma la benevolenza del nostro
imperatore era così grande.18,111. Dunque da questo momento in poi Iulianos è andato avanti come
un torrente impetuoso ed è sempre stato migliore di ogni ostacolo, ha preso il controllo di alcuni
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avvicinato a loro da dietro, ha fatto in modo che essi si aspettassero alcune cose, e ne
sperimentassero altre, ha usato la terraferma dove non si vedevano fiumi, ma navigando con poche
persone quando era possibile, ha lasciato che restassero fermi i soldati che erano sui confini, ma ha
occupato le città che quei soldati dovevano difendere, convincendo alcune, costringendone altre,
ingannandone altre ancora; infatti quella sua azione è stata così;Iulianos ha equipaggiato i suoi
soldati con le armi di quelli che erano stati fatti prigionieri, ha mandato i suoi soldati verso una città
che era ben difesa, gli abitanti delle città hanno aperto le porte e hanno accolto i loro nemici,
pensando che fossero i loro soldati che si avvicinavano. 18,112. E la cosa più piacevole di tutte è
stata il fatto che Iulianos ha ricevuto l'appoggio della bella Italia, degli abitanti dell'Illirico che sono
molto bellicosi, di città numerose e forti e un territorio sufficiente per fare un grande impero, e non
ha avuto bisogno di nessuna battaglia e di nessun omicidio, ma sono stati sufficienti la sua saggezza
e il desiderio che lui fosse il loro comandante. 18,113. L'aiuto più grande per Iulianos sono state le
lettere di Konstantios, quell'uomo vile e traditore, rivolte ai barbari, e Iulianos sia quando navigava
sia quando andava a piedi leggeva queste lettere alle città, le leggeva negli accampamenti,
confrontando le proprie fatiche con quelle belle lettere. Le lettere da un lato suscitavano in chi le
ascoltava ostilità contro Konstantios e sostegno per Iulianos, anche se l'esercito di Iulianos era una
piccolissima parte di quello di Konstantios. 18,114. E tuttavia i Macedoni sono passati subito dalla
parte di Iulianos, la Grecia è passata dalla parte di Iulianos, e ha colto l'occasione che essa chiedeva
agli dei, in silenzio,e senza altari, infatti gli altari non c'erano più. È stato aperto il tempio di Athena,
e alcuni templi degli altri dei, perché l'imperatore lo ha riaperto e lo ha onorato con delle offerte
votive e lui stesso ha fatto dei sacrifici e ha esortato gli altri a farli. 18,115. Iulianos sapeva che gli
Ateniesi hanno processato anche alcuni dei, e ha ritenuto giusto rendere conto di quelle azioni che
lui aveva fatto,e l'imperatore ha nominato i discendenti di Erechteus come giudici e ha mandato loro
un discorso di difesa con alcune lettere. Infatti riteneva che il non essere giudicato sarebbe stata una
fortuna immeritata di un tiranno, ma un imperatore doveva essere chiamato a rendere conto delle
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azioni che aveva fatto. E c'è stata un'attività secondaria del suo viaggio, lui con alcune lettere ha
posto fine a una lite che si era sviluppata tra le famiglie di sacerdoti e che aveva diviso in qualche
modo la città, affinché lui potesse fare in concordia e in tranquillità i riti religiosi antichi per gli dei
più potenti. 18,116. E da molto tempo gli Ateniesi facevano dei sacrifici e rivolgevano preghiere
agli dei chiedendo cose che gli dei stavano per concedere anche se nessuno le avesse chieste,
Iulianos, dopo avere diviso in tre parti l'esercito è andato avanti, anche se la Tracia è stata
conquistata dai nemici, infatti lui sperava che avrebbe recuperato subito il potere su alcune di queste
terre, ed è andato sul Bosforo per conquistare quello stretto. 18,117. Ma alcuni messaggeri a cavallo
provenienti dalla Cilicia hanno portato a lui alcune notizie, e tali notizie dicevano la morte
dell'imperatore più anziano nella località di Crene, e Konstantios aveva fatto delle minacce più
grandi di quelle di Xerxes,e aveva preso provvedimenti riguardo a ciò che doveva accadere riguardo
al corpo del suo nemico e riteneva che avrebbe fermato il nemico che avanzava prima che lo avesse
davvero preso, ma Zeus, che secondo Sophokles, “odia moltissimo le vanterie di una grande lingua”
lo ha colpito con una malattia e lo ha eliminato. 18,118.Dunque altre persone avrebbero ritenuto che
la notizia fosse una finzione, un inganno e che non bisognasse crederci, ma Iulianos ha fatto tirare
fuori un libro dalle sue casse e ha mostrato degli oracoli che erano di molto precedenti a quella
notizia, ed erano stati confermati, e quegli oracoli erano iniziati quando un dio lo aveva mandato e
gli aveva promesso una vittoria priva di sangue e lo aveva esortato ad affrettarsi perché nessuno
avrebbe osato usurpare il potere imperiale quando lui era lontano. 18,119. Dunque Iulianos ha letto
questo documento e ha visto che quella guerra aveva avuto una conclusione così bella e auspicabile
e quando ha sentito parlare della morte di Konstantios, quell'uomo che aveva l'anima di un cinghiale
verso di lui,Iulianos non si è dedicato a un banchetto, a una bevuta, e a quei piaceri che derivano dai
mimi, ma quando si sono avverati gli oracoli, e la terra e il mare sono stati sotto il suo potere, e
nessuno si è opposto a lui, e tutti hanno dichiarato che tutti i poteri appartenevano a un uomo
soltanto, e lui non era costretto a fare niente che non volesse, e quando tutti i palazzi imperiali si
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sono aperti a lui, ha ceduto al pianto, e sono scese le lacrime riguardo agli oracoli. 18,120. E non
c'era niente che fosse più forte del suo carattere. La sua prima domanda è stata riguardo a colui che
era morto, e a dove si trovasse il suo cadavere, e se esso fosse stato onorato nei modi opportuni.
Iulianos è stato così eccellente nei confronti di Konstantios, che aveva imitato gli atteggiamenti di
Kreon verso di lui. E per questo motivo Iulianos non ha ostacolato i riti a favore del defunto, ma è
sbarcato nel porto della Grande Città avendo riunito tutta la folla, e ha pianto quando il cadavere è
stato trasportato attraverso il mare. Iulianos ha buttato via tutti i simboli del potere imperiale, tranne
la clamide, e ha preso con le sue mani la bara, ha ritenuto che non fosse opportuno rimproverare
quel corpo per le decisioni che erano state prese dalla sua anima. 18,121. E dopo che Konstantios è
stato onorato con quegli onori che erano adatti a lui, Iulianos ha cominciato il suo culto partendo
dagli dei della città, ha fatto delle libagioni sotto gli occhi di tutti, e si rallegrava con quelle persone
che lo seguivano, e derideva quelli che non lo seguivano e tentava di convincerli, ma non riteneva
giusto costringerli. Tuttavia una paura incombeva su quelli che erano corrotti, ci si aspettava che i
loro occhi sarebbero stati cavati, che le loro teste sarebbero state tagliate, che sarebbero scorsi dei
fiumi di sangue per i massacri, e che il nuovo imperatore avrebbe inventato delle strane forme di
tortura, si pensava che a lui sarebbero sembrati una piccola cosa il fuoco e il ferro e il fatto che le
persone fossero gettate in mare, sepolte vive, e che fossero mutilate e fatte a pezzi. Infatti queste
erano le azioni fatte dagli imperatori precedenti e da lui ci aspettavano delle azioni ancora più
crudeli di queste. 18,122. Ma Iulianos ha condannato quelli che avevano fatto queste azioni perché
non ottenevano il loro scopo, e non trovava nessun vantaggio nella costrizione esercitata in quel
modo. Infatti è possibile che alcuni di quelli che sono malati nel loro corpo guariscano quando sono
detenuti, ma non si potrebbe eliminare un'opinione non vera riguardo agli dei tagliando e bruciando
delle persone; e se una mano fa un sacrificio e la mente rimprovera la mano e accusa la debolezza
del corpo, ma ammira quelle cose che ammirava prima, c'è un'apparenza di un cambiamento, non
una conversione della sua opinione, e avviene che alcuni ottengano un perdono e che altri muoiano
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e siano onorati come degli dei. 18,123.Dunque Iulianos ha criticato questi comportamenti e vedendo
che i suoi oppositori aumentavano quando venivano uccisi,ha evitato quei metodi che disapprovava,
e ha condotto verso la verità quelli che potevano diventare migliori, ma non ha trascinato quelli che
amavano le cose peggiori. Eppure lui non smetteva di gridare: “dove andate,o esseri umani? Voi non
vi vergognate di ritenere che l'oscurità sia più luminosa della luce, voi non percepite di essere malati
della stessa malatttia degli empi giganti? I corpi dei giganti non erano diversi dagli altri perché
scagliavano i loro strali, ma è un'altra la malattia che ha prodotto il mito, ed è il disonorare le cose
degli dei, come fate voi”. 18,124. Infatti Iulianos sapeva che chi si dedica al culto con sapienza si
preoccuperà dell'anima più che delle altre cose e si preoccuperà della religiosità come del primo dei
beni della sua anima. Infatti è la stessa cosa, è la stessa cosa che l'anima sia forte nella vita di un
essere umano, che una carena sia forte nella nave e che le fondamenta siano forti in una casa. E
infatti se Iulianos avesse fatto diventare tutti più ricchi di Midas, e se avesse fatto diventare ogni
città più ricca di Babilonia nel tempo antico, e se avesse rivestito d'oro la cinta muraria di ogni città,
ma non avesse corretto nessuno di quei comportamenti sbagliati nei confronti della divinità, lui
avrebbe fatto una cosa simile a un medico che riceve un corpo pieno di malattia in ogni sua parte, e
cura tutte le parti tranne gli occhi. 18,125. Per questo motivo Iulianos si è rivolto prima alla cura
delle anime ed è diventato una guida nella conoscenza di quegli dei che abitano davvero il cielo, e
riteneva che gli dei per lui fossero più familiari anche dei suoi parenti, e questi dei gli insegnavano
tutte le cose,e lui riteneva che fosse suo amico chi era amico di Zeus, e riteneva che fosse suo
nemico chi era nemico di Zeus, e soprattutto riteneva che fosse suo amico chi era amico di Zeus, ma
non pensava che chi non era ancora amico di Zeus fosse un suo nemico. Infatti lui credeva che
avrebbe convertito questi uomini con il tempo, non li ha scacciati, ma inizialmente li ha esortati
con i suoi incantesimi, poi,nonostante la loro riluttanza, li ha mostrati quando danzavano intorno
agli altari. 18,126. Dunque, come io ho detto, la prima cosa che Iulianos ha fatto è che lui ha
reintrodotto la religiosità che era in esilio, costruendo alcuni templi, restaurandone altri, dando
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alcune statue ad altri templi. Quelli che avevano costruito le proprie case con le pietre dei templi
hanno pagato delle multe. E si potevano vedere delle colonne che erano sulle navi e altre colonne
che erano portate sui carri a quegli dei che erano stati vittime di saccheggi, e dappertutto c'erano
degli altari e il fuoco e il sangue, l'odore di carne bruciata, il fumo, i riti religiosi, gli indovini che
erano liberi dalla paura e flauti che erano sulle sommità dei monti e processioni, e lo stesso bue era
usato per essere sia un onore per gli dei, sia un pasto per gli esseri umani. 18,127. Poiché non era
facile per un imperatore andare ogni giorno fuori dal palazzo imperiale per fare i riti sacri, ma la
cosa più utile era una relazione continua con gli dei, Iulianos in mezzo al palazzo imperiale ha
costruito un tempio a quel dio che porta il giorno e partecipava ai riti misterici a volte come iniziato,
a volte come iniziatore, e ha collocato degli altari a tutti gli dei separatamente. E la sua prima azione
dopo essere sceso dal letto era sempre lo stare insieme agli dei, che sono gli esseri migliori,
mediante i sacrifici ed era superiore a Nikias in questa pratica. 18,128. Iu questo modo Iulianos ha
prolungato i limiti del suo impegno riguardo a queste pratiche portando di nuovo nelle loro
condizioni antiche alcuni riti che erano andati perduti e ha aggiunto riti nuovi a quelli antichi. La
sua continenza lo convinceva ad avere questa fiducia. E lui poteva avere una camera da letto vicina
a un tempio perché lui era superiore ai piaceri dei sensi. Durante la notte lui non faceva niente che
fosse indegno di simili vicini. 18,129. Dunque Iulianos prometteva alcune cose agli dei e agli esseri
umani riguardo agli dei prima del suo impero e ha mantenuto queste promesse nel suo impero in un
modo così splendido, al punto che si rallegrava di vedere le città in cui restavano ancora dei templi
e riteneva che esse fossero degne di ricevere i benefici più grandi, ma definiva scellerate le città che
avevano abbattuto o tutti i templi, o la maggior parte di essi, e lui condivideva le cose utili con
queste città, che erano sue suddite, ma non senza arrabbiarsi con esse. Dunque lui ha fatto queste
cose, ha messo gli dei a capo della terra, ha fatto la riconciliazione con loro, ed è stato simile a un
costruttore di navi che dà dei remi nuovi a una nave che li ha persi, con la differenza che Iulianos ha
salvato anche gli dei salvatori. 18,130. Iulianos, dopo avere fatto tali azioni verso gli dei che sono i
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primi e i più importanti, ha rivolto il suo sguardo alla corte imperiale e ha visto una moltitudine di
persone inutili che erano alimentate senza motivo, le migliaia di cuochi, e non meno barbieri,ancora
di più i coppieri, sciami di addetti alle tavole, gli eunuchi che erano più numerosi delle mosche che
stanno nelle greggi in primavera, e innumerevoli fannulloni di ogni tipo, infatti c'era un solo rifugio
per quelli che erano pigri cioè l'essere chiamati collaboratori dell'imperatore e l'essere ritenuti tali e
il denaro consentiva rapidamente la loro assunzione, pertanto la spesa imperiale alimentava questi
individui in modo inutile, e Iulianos ha ritenuto che questi individui fossero non collaboratori, ma
un danno,e li ha scacciati immediatamente. 18,131. Iulianos ha scacciato insieme a loro anche molti
segretari, che avevano una capacità propria degli schiavi, ma pensavano che i prefetti fossero loro
subordinati, e nessuno poteva abitare vicino a loro, chi li incontrava non poteva rivolgere loro un
saluto, ma quei segretari privavano gli altri dei loro beni, rubavano, costringevano a vendere, alcuni
di loro non pagavano nessuna tassa, altri pagavano una tassa non equa, altri ottenevano dei rinvii,
altri ritenevano che nel caso degli orfani non danneggiarli fosse come pagare il loro debito, e i
segretari andavano in giro ed erano nemici comuni di quelli che avevano ottenuto qualcosa di
buono, come un cavallo,uno schiavo, o un albero, o una proprietà agricola o un giardino; infatti loro
ritenevano che questi beni appartenessero a loro stessi più che a quelli che li possedevano. E chi
aveva rinunciato ai beni della sua famiglia a favore di questi segretari era ottimo, e se ne andava
portando il suo titolo invece che il suo patrimonio, ma chi riteneva che fosse terribile patire questo
trattamento era condannato come assassino, come mago, era ritenuto pieno di crimini e veniva
punito per molti reati. 18,132. I segretari hanno reso alcuni uomini poveri, da ricchi che erano, e
hanno reso se stessi ricchi da poveri che erano, si sono arricchiti grazie all'impoverimento di quelli
che prima erano prosperi, e hanno esteso la loro insaziabilità ai confini del mondo abitato, perché
loro quando riferivano ciò che era stato detto dall'imperatore lo allungavano mettendoci quello che
volevano, e non era possibile dire no a loro, ma alcune città antiche sono state saccheggiate, e le
loro bellezze che avevano sconfitto il tempo sono state trasportate attraverso il mare per rendere
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alcune case di figli di lavandai più gloriose dei palazzi imperiali. 18,133. Dunque anche se loro
erano insopportabili, erano numerosi i loro ammiratori in ogni cosa, i cani, come si dice, imitano i
loro padroni. Infatti non c'era nessuno dei loro schiavi che non facesse ingiustizie, imprigionando,
facendo a pezzi, rubando, picchiando, scacciando, mandando in esilio, ritenendo giusto che altri
lavorassero la terra per loro, che loro fossero trasportati sui carri, e che loro fossero padroni tanto
quanto i loro padroni. 18,134. Dunque a loro non era sufficiente l'essere ricchi, ma se non avevano
anche una certa stima si indignavano, perché in questo modo avrebbero voluto nascondere la loro
condizione di schiavi. E avevano una cintura da funzionario la quale, insieme ai beni posseduti da
loro costringeva ad avere paura di loro sia una via, sia una guarnigione, sia una città. Iulianos ha
scacciato questi Cerberi dalle molte teste e li ha ridotti a essere dei privati cittadini,e ha detto loro
che dovevano ritenere che fosse un vantaggio per loro se non erano stati uccisi. 18,135. Iulianos ha
mandato via dalle porte del palazzo un terzo di questi collaboratori malfattori, che rubavano,
saccheggiavano, dicevano ogni cosa e facevano ogni cosa per prendere i beni imperiali, e questi
uomini avevano privato le loro patrie delle loro funzioni, perché avevano evitato i consigli cittadini
e le consuetudini dei servizi pubblici, erano entrati tra i corrieri e avevano comprato il ruolo di
informatori, affinché l'imperatore non ignorasse nessuno dei complotti che erano orditi contro di lui,
ma in realtà loro erano dei commercianti al dettaglio. 18,136. Infatti come i commercianti la mattina
aprono le porte dei loro negozi e si occupano del loro guadagno, così questi uomini parlavano dei
guadagni ai loro collaboratori che portavano sotto le loro fruste i lavoratori manuali che tacevano,
con l'accusa di calunniare l'imperatore, non affinché loro fossero picchiati, ma affinché loro
pagassero per non patire questo trattamento. E non c'era nessuno che fosse fuori dalla portata di
quei dardi, né un cittadino, né un meteco, né uno straniero, ma colui che non aveva fatto niente di
male ed era stato calunniato era rovinato se non pagava niente, e colui che aveva compiuto delle
azioni anche molto malvagie dando del denaro si salvava. 18,137. La loro maggiore fonte di reddito
era scoprire qualche crimine commesso riguardo al potere imperiale; infatti invece di consegnare
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alla collera delle vittime delle ingiustizie colui che era stato arrestato, questi individui, per ottenere
un guadagno, aiutavano quelli che tramavano delle insidie invece di aiuare le persone che avevano
dato loro fiducia. 18,138. Dunque loro mandavano a degli uomini che si comportavano in modo
morigerato alcuni giovani che erano belli, e suscitavano in loro la paura di un disonore, applicavano
a persone che erano lontane da ogni accusa le accuse di magia, e questi erano i principali metodi per
fare soldi, ma ce ne era un altro, un terzo, più redditizio. Infatti essi davano la loro autorizzazione a
quelli che osavano falsificare le monete nelle grotte in cui si svolgevano questi reati e vivevano nel
lusso prendendo una moneta buona in cambio di una moneta falsa. 18,139. Insomma la prima delle
loro fonti di reddito era nascosta e abbondante, l'altra invece era visibile ed evidente, assumeva una
forma legale e non era molto più piccola dell'altra. Così loro pensavano spesso alle province e
aggiungevano subito il numero di ricchezze che loro potevano ottenere da esse. 18,140. Pertanto
questi occhi dell'imperatore, dei quali si diceva che essi portassero alla luce tutte le cose e che
rendessero buoni quelli che erano malvagi, perché non era possibile nascondersi ad essi, hanno
aperto tutte le strade alla malvagità e hanno quasi dichiarato che tutti i reati sarebbero stati impuniti.
Dunque quelli che dovevano impedire le ingiustizie sono stati gli stessi che hanno protetto gli autori
delle ingiustizie, sono stati simili a dei cani che collaborano con i lupi. Per questi motivi la loro
attività era come trovare un tesoro e condividere queste miniere d'oro. Infatti chi quando è arrivato
era povero come Iros in breve tempo è diventato ricco come Kallias. 18,141. Dunque una persona
prendeva del denaro da un'altra persona, le città sono diventate più povere, mentre questi individui
facendo questi traffici sono diventati ricchi e il nostro imperatore da molto tempo era indignato con
loro e li ha minacciati, dicendo che avrebbe posto fine a questi comportamenti, quando ne avesse
avuto il potere,e quando ha potuto ha messo fine a questa cosa e ha mandato via tutto quanto il loro
gruppo. Ha tolto loro il titolo e la posizione grazie alla quale quegli uomini saccheggiavano tutto e
rubavano tutto, e ha usato i suoi uomini per il trasporto delle lettere, ma non ha dato loro il potere di
fare queste azioni. 18,142. Ciò significava che le città erano completamente libere, perché se le città
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fossero state controllate da qualcuno che poteva fare queste azioni illegali, le città non avrebbero
potuto riprendere fiato e respirare liberamente. Ma qualcuno è stato picchiato, qualcun altro stava
per essere picchiato, e a colui che non avrebbe dovuto essere picchiato è stata data l'idea che lui
sarebbe stato picchiato invece che il patire davvero questo trattamento. 18,143. Dunque i muli che
erano usati nei trasporti pubblici morivano perché le loro fatiche erano continue o morivano di fame
per colpa di quelli di cui ho parlato, ma con la fame degli animali quegli uomini procuravano a se
stessi la ricchezza di Sibari, ciò che rendeva lunga quella fatica e toglieva le forze agli animali,era il
fatto che era facile, per chi lo voleva, aggiogare gli animali e andare via, e riguardo a queste cose
avevano lo stesso potere le lettere dell'imperatore e quelle di un investigatore. Perciò non era
possibile che gli animali si riposassero neppure un po', né che essi usassero la mangiatoia, ma i
colpi dati a un animale debole non cessavano mai durante la corsa, c'era bisogno di venti o più muli
per tirare il carro, e molti muli crollavano morti al suolo quando venivano liberati, e le attività che
richiedevano velocità erano ostacolate da tale fatto, e di nuovo le città hanno patito un danno nelle
loro ricchezze. 18,144. L'inverno ha dato la dimostrazione più chiara del fatto che la situazione era
sventurata, perché in inverno in molti luoghi si è interrotta la staffetta dei muli, cosicché gli
allevatori di muli sono fuggiti e sono andati sulle sommità delle montagne, i muli erano per terra, i
viaggiatori che avevano fretta non potevano fare niente, se non gridare e colpirsi le gambe. A causa
dei ritardi in questo servizio le cariche pubbliche hanno perso le occasioni per fare non poche cose.
E io evito di parlare dei cavalli che hanno patito trattamenti simili e gli asini che hanno patito delle
cose ancora peggiori. E questa rovina è accaduta a coloro che fornivano questi servizi. 18,145.
Iulianos ha posto fine anche a questa ubriacatura e ha davvero posto fine a quelle corse non
necessarie e ha mostrato che questi favori erano pericolosi, sia nel darli, sia nel riceverli, e ha
insegnato ai suoi subordinati a comprare degli animali da soma o a prenderli in affitto. Ed è stata
vista una cosa che sembrava incredibile, degli aurighi che facevano esercitare i muli, e degli
allevatori di cavalli che facevano esercitare i cavalli.Infatti come in precedenza essi erano ostacolati
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dalle loro fatiche, così c'era il timore che la stessa cosa avvenisse anche allora per la lunghezza della
loro inoperosità. Ma ciò ha fatto in modo che le case dei sudditi divenissero più ricche. 18,146.
Iulianos ha dimostrato la stessa attenzione anche riguardo ai consigli municipali che erano nelle
città, ed essi in precedenza erano stati fiorenti nei loro grandi numeri e nelle loro ricchezze, poi
erano scomparsi, perché i loro membri, tranne pochi, erano andati tra gli agentes in rebus e altri
erano andati nel grande senato. C'era un'altra cosa che impegnava i decurioni, e alcuni di loro
dormivano e si dedicavano ai piaceri e deridevano quelli che non percorrevano la stessa loro strada,
e i consiglieri cittadini restanti erano scarsi e in grave difficoltà, e il fornire servizi pubblici aveva
fatto in modo che molti di loro finissero a fare i mendicanti. 18,147. Eppure chi non sa che la forza
del consiglio cittadino è l'anima di una città? E Konstantios aiutava i consigli cittadini a parole, ma
nei fatti era ostile a essi, faceva andare altrove quelli che fuggivano da essi e dava delle esenzioni
che erano contrarie alla legge. I consiglieri cittadini erano simili a donne vecchie e rugose, vestite di
stracci, e si lamentavano, e i governatori ammettevano che loro avevano patito queste ingiustizie,
erano desiderosi di aiutarli, ma non potevano aiutarli. 18,148. Ma era necessario che in qualche
modo questi consigli cittadini recuperassero la propria forza. Infatti quel testo di Iulianos è degno di
molte lodi,ed esso diceva che si doveva chiamare al consiglio cittadino e iscrivere a esso ogni uomo
tranne chi aveva un valido motivo di esenzione, lui ha corretto questa situazione in questo modo,
cosicché i posti dei consigli cittadini si sono rivelati troppo pochi per il grande numero di coloro che
volevano accedervi. 18,149. Infatti non c'è più stato un segretario, né un eunuco che si vendevano
per denaro, ma gli eunuchi,come è appropriato per loro, facevano i servizi propri degli schiavi e non
avevano ambizioni elevate per i loro vestiti, e i segretari facevano tutte quelle attività che
richiedevano una mano, dell'inchiostro e una penna, ma nelle altre attività avevano imparato a
comportarsi bene e ad accontentarsi di una giusta povertà. Dunque anche adesso si potrebbe trovare
che molti di loro sono migliori dei filosofi grazie alla compagnia di Iulianos. E io credo che anche
tutti gli altri che erano in quelle posizioni hanno ammirato meno i guadagni e hanno desiderato di
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più la buona reputazione. 18,150. Voi ricordate che in precedenza quando questi uomini arrivavano,
noi cadevamo faccia avanti come colpiti dai fulmini, adesso invece quando loro scendono dai loro
cavalli, vanno nella piazza, noi,dopo avere dato loro la mano noi parliamo con loro, e loro ritengono
che il non essere più orgogliosi degli altri sia meglio che fare paura agli altri. 18,151.Ma certamente
è facile per gli imperatori fare delle leggi, è una loro prerogativa, ma non è facile che queste leggi
siano utili, perché ciò richiede saggezza. E Iulianos ha istituito delle leggi tali che le persone che
sono vissute prima di queste leggi hanno patito dei grandi danni, e Iulianos ha confermato di nuovo
la validità di leggi simili a quelle, leggi che erano state fatte in passato dagli imperatori, ma che
erano state cancellate dalla testardaggine di un tiranno, perché Iulianos ha ritenuto che fosse un
motivo più giusto di ambizione il sostenere le leggi giuste invece che attaccare inutilmente quelle
pratiche che si erano affermate. 18,152. Suvvia, valutiamo quelli che sono stati puniti,dei tre uomini
che sono stati condannati a morte, uno di loro ha percorso il mondo abitato facendo delle calunnie, e
conoscevano soffrivano perché non potevano uccidere lui che era già morto, e non potevano fare in
modo che la sua morte avvenisse per tre volte o molte volte. Il secondo individuo era uno schiavo,
anche se aveva asservito Konstantios, e, cosa peggiore, era un eunuco, lui era stato il principale
responsabile della morte molto crudele di Gallos. Il terzo individuo è stato eliminato dalla collera
dell'esercito perché, a quanto si dice, aveva privato i soldati dei donativi imperiali, ma dopo la sua
morte lui ha ottenuto una consolazione, perché l'imperatore ha rinunciato a una parte non piccola
dei suoi beni ereditari in favore della figlia di costui. 18,153. Tuttavia quelli che avevano fatto delle
offese contro Iulianos senza risparmiare nessuna parola, ed erano coloro che avevano esortato degli
uomini a prendere lo scettro imperiale, non sono stati puniti nel modo che meritavano, non sono
stati condannati a morte, ma soggiornando in alcune isole hanno imparato a tenere a freno la loro
lingua. Così Iulianos è stato capace di vendicare bene alcune persone che avevano patito delle
ingiustizie, ma lui è stato generoso con quelli che si sono consegnati a lui. 18,154. Iulianos è andato
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nel senato e ha fatto sedere intorno a sé il grande senato che per molto tempo era stato privato di
questo onore. Infatti prima il senato veniva chiamato nel palazzo imperiale,stava in piedi e ascoltava
poche parole, ma l'imperatore non andava ad assistere alle sedute in senato; infatti poiché
Konstantios non era capace di parlare bene evitava un luogo che richiedeva la presenza di un bravo
oratore, ma Iulianos, come disse Homeros di colui che era capace di parlare bene: “parlava in modo
sicuro”, ricercava simili riunioni e dava anche a chi voleva la possibilità di parlargli liberamente, e
lui stesso talvolta diceva “poche parole in modo chiaro” talvolta diceva “parole numerose simili a
nevicate invernali”, talvolta lui imitava quei famosi oratori omerici, talvolta li ha superati in quella
tecnica nella quale ciascuno di loro aveva onore. 18,155. Una volta,quando Iulianos parlava dicendo
alcune parole di lode, altre parole di critica, e altre parole di rimprovero,qualcuno ha annunciato che
c'era il suo maestro, il filosofo della Ionia che lo aveva chiamato dalla Ionia, Iulianos si è alzato in
mezzo a quegli anziani senatori ed è corso verso le porte, provando la stessa emozione di Chairefon
nei confronti di Sokrates. Iulianos è stato come Chairefon anche nella palestra di Taureas, Iulianos,
che aveva il potere su tutte le cose, in quel senato grandissimo ha mostrato a tutti e ha annunciato
con le sue azioni che la sapienza era una cosa più onorevole del potere imperiale e ciò che c'era di
buono in lui era questo dono della filosofia. 18,156. Dunque Iulianos ha abbracciato il filosofo
Maximos, lo ha salutato con affetto come era consuetudine tra cittadini privati in modo reciproco o
tra due imperatori in modo reciproco, Iulianos ha presentato Maximos, che non faceva parte del
senato, e ha ritenuto di onorare non quell'uomo con quel posto, ma quel posto con quell'uomo, e ha
detto a tutti il cambiamento che Maximos aveva prodotto in lui, poi è andato via,tenendo la mano di
Maximos. Che cosa ha fatto Iulianos con questi atti?Lui non ha soltanto contraccambiato dei favori,
come qualcuno potrebbe supporre, ma ha esortato alla cultura i giovani, e io aggiungerei gli anziani,
perché anche alcuni anziani si sono avviati verso queste conoscenze. Infatti ogni cosa che sia
disonorata da quelli che sono potenti è trascurata da tutti quanti, mentre ciò che viene onorato dai
potenti è tenuto in esercizio. 18,157.Iulianos riteneva che l'oratoria e i culti degli dei fossero fratelli,
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e vedendo che i culti degli dei erano completamente distrutti, e l'oratoria era distrutta nella sua
maggiore parte, ha agito affinché l'oratoria recuperasse il suo onore e affinché gli esseri umani
amassero i discorsi,e ha fatto ciò onorando quelli che erano esperti di questi studi, e componendo lui
stesso dei discorsi. Allora Iulianos ha pubblicato subito due discorsi, e ognuno di essi era stato fatto
in un giorno, anzi in una notte, e il primo di questi due discorsi ha colpito un uomo che era un
discorso ha detto parole numerose e belle riguardo alla madre degli dei. 18,158. Nel pensiero di
Iulianos era anche il fare in modo che le città fossero governate da quelli che sapevano parlare bene
e il mettere fine al fatto che fossero governatori delle province dei barbari che erano capaci di
scrivere velocemente, ma che non erano intelligenti e facevano rovesciare le barche. L'altra sua
azione è stata che lui ha dato alle province come governatori uomini che erano pieni di conoscenze
sui poeti e sugli oratori e su argomenti grazie ai quali era possibile sapere quale fosse la capacità di
un governante, e Iulianos aveva visto che costoro erano disprezzati. 18,159. Dunque Iulianos è
andato in Siria e ogni governatore lo ha accolto ai confini della provincia con un discorso che era un
dono molto migliore di maiali, di uccelli e di cervi, e questi animali venivano portati in silenzio agli
imperatori, ma allora al posto di questi animali ci sono stati dei discorsi. E i governatori successivi
che hanno accolto il convoglio imperiale sono stati degli oratori. E tra costoro è stato il governatore
della Cilicia, che è stato un mio allievo e che era molto caro a Iulianos, ha fatto un discorso in lode
di Iulianos dopo il compimento dei sacrifici ed è stato vicino all'altare. E il sudore scorreva copioso
sia sull'uno sia sull'altro, e il sudore del primo era proprio di chi parlava, e il sudore del secondo era
proprio di chi voleva bene a colui che parlava. 18,160. Grazie a queste azioni il prato della sapienza
è stato di nuovo importante. Le speranze degli onori hanno portato gli studenti a cercare di acquisire
le conoscenze retoriche, e le condizioni degli insegnanti di retorica sono migliorate, perché alcuni
studenti hanno cominciato ad apprendere queste conoscenze, e altri studenti sono andati da questi
insegnanti tardivamente, e hanno portato là le loro barbe e il lavoro delle loro dita come copisti.
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Così Iulianos ha fatto in modo che i prati delle Muse diventassero di nuovo verdi, e che fossero
ritenute come le cose più belle quelle che erano davvero le migliori, e ha fatto in modo che delle
cose adeguate agli schiavi non avessero un potere maggiore delle cose adeguate a degli uomini
liberi. 18,161. Tuttavia che cosa si potrebbe dire di più grande se non che Iulianos ha portato gli dei
e il dono più grande degli dei, i discorsi retorici, dal peggiore disonore all'essere onorati? Lui ha
dedicato la sua attenzione a degli insegnanti di retorica in ogni suo viaggio,e ha fatto una deviazione
dalla strada diretta per vedere alcuni templi, e ha sopportato facilmente la lunghezza del viaggio, la
sua durezza e il caldo. 18,162. E Iulianos ha riportato un grande premio per la sua religiosità, ha
saputo dalle divinità il complotto contro di lui e quale fosse la sua salvezza.Per questo motivo lui ha
cambiato il suo viaggio rendendolo più veloce di prima, è andato via e ha evitato l'agguato. 18,163.
E Iulianos è andato in Siria, ha cancellato i debiti alle città, è apparso nei recinti sacri e ha parlato ai
decurioni, e voleva fare subito una vendetta contro i Persiani,e riteneva che non fosse giusto esitare,
né trascorrere la stagione stando nell'ozio, poiché i soldati e cavalieri erano esausti e chiedevano un
piccolo rinvio, lui lo ha concesso, anche se malvolentieri, come se l'ira corresse nel suo animo,
tuttavia ha ceduto alle necessità dicendo che ci sarebbe stato qualcuno che lo avrebbe schernito
dicendo che lui era davvero un parente dell'imperatore precedente. 18,164. Consideriamo
l'imperatore nel suo periodo di soggiorno qui ad Antiochia, per vedere se ogni suo momento ha
avuto delle azioni degne di lodi. Sono arrivate a Iulianos delle lettere dei Persiani, che gli
chiedevano di ricevere un'ambasceria e di risolvere le divergenze con dei discorsi. Dunque tutti noi
abbiamo esultato, abbiamo fatto rumore, abbiamo gridato che quella lettera doveva essere accolta.
Ma Iulianos ha ordinato di rifiutare la lettera in modo disonorevole, ha detto che la cosa più terribile
di tutte era che i Persiani parlavano di pace quando le città giacevano al suolo, e lui ha scritto una
lettera di risposta affermando che non c'era bisogno di ambasciatori, perché i Persiani lo avrebbero
visto molto presto. Certamente questa cosa era una vittoria prima dello scontro e una vittoria prima
della battaglia, e noi sappiamo che ciò avviene nelle competizioni ginniche, quando basta soltanto
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che colui che è di molto superiore faccia la sua comparsa. 18,165. E nessuno si potrebbe
meravigliare per il fatto che il Persiano fosse così colpito quando l'imperatore era qui ad Antiochia,
tuttavia anche questa cosa è strana, il fatto che tremasse di paura quel Persiano che era abituato a
fare paura ad altri, e come potrebbe non oscurare tutte le meraviglie il fatto che, dopo che
Konstantios aveva privato di armi quel territorio, da quando Iulianos aveva preso il potere ed era
ancora lontano da Antiochia, nessun Persiano aveva fatto nessun attacco a nessuna nostra città, ma
il Persiano era rimasto tranquillo soltanto per il nome di Iulianos? 18,166.E Iulianos ha preso queste
decisioni riguardo all'ambasceria, che le azioni che erano state fatte in passato richiedevano soldati,
non parole, e lui riteneva che i soldati che aveva andassero bene. E infatti i corpi dei soldati erano in
buone condizioni e gradivano le battaglie, e le loro armi erano ben fatte, ed essi combattevano
invocando gli dei, lui ha preso questi soldati, ha visto che essi erano belli e grandi, e indossavano
delle armi coperte d'oro, ma spesso essi fuggivano davanti ai nemici e alla vista dei Persiani
provavano la stessa paura che Homeros disse che provava un uomo vedendo un serpente nelle
montagne, oppure, se si vuole, avevano la stessa paura che i cervi hanno davanti ai cani. 18,167.
Dunque ritenendo che le loro anime erano state danneggiate non soltanto dalla cattiva qualità dei
comandanti, ma anche dal fatto di combattere senza gli dei, Iulianos è stato fermo nove mesi per
fornire a loro questo appoggio degli dei, ha ritenuto che la superiorità numerica, la forza del ferro e
la forza degli scudi e tutte le cose fossero completamente inutili, se gli dei non combattono insieme
agli eserciti. 18,168. Dunque affinché gli dei combattessero insieme a lui, Iulianos ha agito
convincendo la mano destra dei soldati che prendeva la lancia a fare una libagione e a prendere
l'incenso, cosicché, quando volavano i dardi, i soldati potessero pregare gli dei che potevano
impedire che loro fossero colpiti. E se le parole non erano sufficienti, l'oro e l'argento contribuivano
a convincere i soldati, e il soldato grazie a un piccolo guadagno aveva un grande guadagno, con il
denaro otteneva l'amicizia degli dei, che sono padroni della guerra. 18,169. Infatti l'imperatore
riteneva che non fosse necessario né chiamare gli Sciti come alleati, né riunire una moltitudine che
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sarebbe stata dannosa per il suo grande numero e che avrebbe causato molte difficoltà, ma riteneva
che l'aiuto più importante fosse il potere degli dei, che erano migliori. Infatti Iulianos ha dato a
quelli che facevano sacrifici questi alleati: Ares, Eris, Enyo, Deimos, Phobos, e le decisioni di questi
dei causano la fuga degli sconfitti; dunque se qualcuno dicesse che lui colpiva i Persiani e li feriva
anche se restava sull'Oronte, direbbe questa cosa in un modo vero. 18,170. Io non nego che Iulianos
in questa attività abbia speso una grande ricchezza, ma certamente questa spesa è più onorevole di
quella per i teatri, per gli aurighi,e per tutti coloro che combattono con degli animali feroci che sono
stati tenuti in gabbia. Nessuno di questi spettacoli attirava Iulianos, e anche quando un obbligo lo
costringeva a stare seduto in un ippodromo lui rivolgeva i suoi sguardi ad altre cose onorando al
contempo il giorno e i suoi pensieri, il giorno con la sua presenza, e i pensieri con il suo soffermarsi
su di essi. 18,171. Infatti nessuna discordia, nessuna competizione e nessun grido distoglieva la
mente di Iulianos dalle sue preoccupazioni, perché anche quando ospitava una moltitudine
eterogenea secondo la consuetudine di bere insieme ad altri, Iulianos permetteva agli altri di bere
come al solito,e univa alla bevuta alcuni discorsi e partecipava al banchetto tanto quanto serviva per
non dare l'impressione di essere lontano da esso. Infatti chi mai esercitò un tale controllo sul proprio
ventre tra quelli che fanno i filosofi in una piccola abitazione? Chi mai fu così lontano dai cibi e chi
mai onorò in diversi momenti le varie divinità: Pan, Hermes o Hekate, Iside e ognuna delle altre
divinità? Chi sopportò con gioia molti digiuni stando insieme agli dei? 18,172. Infatti il discorso dei
poeti in lui diventava realtà, uno degli dei è sceso dal cielo, ha toccato la chioma di Iulianos, gli ha
detto qualcosa e dopo avere sentito la sua risposta è andato via. E sarebbe troppo lungo parlare di
altri suoi incontri con gli dei, ma Iulianos è salito sul monte Kassios presso Zeus Kassios in pieno
mezzogiorno, ha visto il dio e, dopo averlo visto, si è alzato e ha ricevuto il suo consiglio, grazie al
quale è sfuggito di nuovo a un agguato. 18,173. Dunque se fosse possibile per un essere umano
condividere il cielo con gli dei, sarebbe possibile per quest'uomo essere insieme agli dei che
condividerebbero con lui il proprio spazio, ma poiché il suo corpo non permetteva queste cose, gli
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dei in persona sono andati da Iulianos e gli hanno insegnato che cosa dovesse fare e che cosa non
dovesse fare. Infatti Agamemnon ebbe come consigliere Nestor di Pilo, un uomo molto anziano, ma
pur sempre un essere umano; Iulianos non aveva bisogno di nessun essere umano per queste cose,
infatti lui era il più intelligente di tutti gli esseri umani nelle sue decisioni, e le esortazioni a lui
venivano dagli dei che sono omniscienti. 18,174. Iulianos è stato protetto da tali salvatori e molte
volte era insieme a loro, esercitava la temperanza in modo continuo, non appesantendo il proprio
ventre con le quantità eccessive di cibo che ci sono adesso, ma lui andava avanti in tutte le sue
attività come se avesse le ali, lui in un giorno rispondeva a frequenti ambascerie, scriveva lettere ad
alcune città, ai generali che comandavano sugli eserciti, ai magistrati che comandavano sulle città,
ai suoi amici che erano in viaggio, ai suoi amici che erano a casa loro, ascoltava alcune lettere,
esaminava alcune richieste, mostrava che le mani dei segretari erano lente per la velocità della sua
lingua. E Iulianos era l'unico che faceva nello stesso tempo tre azioni: ascoltare, parlare, e scrivere;
infatti lui prestava le sue orecchie a chi stava leggendo, forniva la sua voce a chi stava scrivendo e
forniva la sua mano destra a quelli che cercavano la sua firma sui documenti. 18,175. Dunque il
riposarsi era dei suoi collaboratori, ma Iulianos passava velocemente da un'attività a un'altra attività.
Infatti quando lui smetteva di fare l'attività amministrativa, mangiava a pranzo quanto bastava per
vivere, non era inferiore alle cicale, ma si dedicava ai mucchi di libri fino a quando di sera la cura
degli affari di stato lo chiamava, e la sua cena era più frugale del suo primo pasto, e il suo sonno era
quello che potrebbe esserci dopo una tale quantità di cibi, e arrivavano altri segretari che avevano
trascorso il giorno a letto.18,176.Infatti alcuni suoi collaboratori avevano bisogno di essere sostituiti
e riposavano facendo dei turni tra loro; Iulianos invece cambiava i tipi delle sue fatiche, ma faceva
da solo tutte quelle fatiche superando le trasformazioni di Proteus nelle attività che lui faceva,lui era
sacerdote, autore di discorsi, indovino, giudice, soldato, salvatore di tutte le cose. 18,177. Poseidon
ha causato terremoti nella grande città in Tracia,sono arrivate notizie del fatto che se nessuno avesse
fatto una riconciliazione con la divinità, la rovina della città sarebbe stata totale; Iulianos quando ha
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sentito dire questa cosa stava in piedi in mezzo al giardino, e con il suo corpo riceveva la pioggia,
mentre altre persone erano sotto dei tetti, lo guardavano sconvolte, quell'uomo divino ha resistito
fino alla sera tarda e ha placato la divinità, ha eliminato il pericolo, e dopo quella sera sono arrivati
alcuni che gli hanno detto che avevano calcolato in quale giorno il terremoto era finito, e neppure la
pioggia ha causato nessun danno al suo corpo. 18,178. E quando l'inverno ha prolungato le notti
oltre a scrivere molte e belle altre opere Iulianos ha attaccato i libri che consideravano quell'uomo
proveniente dalla Palestina dio e figlio di un dio,Iulianos li ha confutati in una lunga polemica e con
forti argomentazioni, e ha dimostrato che queste affermazioni erano ridicole ed erano una
sciocchezza, e lui nei confronti di questi libri si è dimostrato più sapiente di quel vecchio di Tiro.
Spero che Porphyrios, quell'uomo di Tiro, sia benevolo e riceva gentilmente ciò che è stato detto,
perché lui è stato inferiore a Iulianos, ed è stato come se fosse stato sconfitto da suo figlio.18,179. Il
nostro imperatore ha ottenuto questi divertimenti grazie a quelle lunghe notti invernali;altre persone
in notti altrettanto lunghe si sono occupate delle attività di Afrodites. Lui invece era così lontano dal
ricercare se qualcuno aveva una figlia bella o una moglie bella, al punto che, se Hera non lo avesse
costretto a fare i riti del matrimonio, lui sarebbe morto senza conoscere le relazioni sessuali degli
esseri umani se non per sentito dire. Ma Iulianos era in lutto per sua moglie, non si è unito a nessuna
altra donna, né prima né dopo, poteva essere casto per la sua indole naturale, anche perché la sua
occupazione nelle attività divinatorie lo esortava a ciò. 18,180. Iulianos trascorreva il suo tempo in
queste divinazioni e faceva ricorso agli indovini migliori, e lui stesso non era secondo a nessuno in
questa arte, cosicché non era possibile per gli indovini ingannarlo,perché anche gli occhi di Iulianos
esaminavano insieme i presagi che erano stati mostrati. E talvolta lui era superiore agli esperti di
questa disciplina, l'anima dell'imperatore era così grande e così fertile, trovava alcune conoscenze
con la sua saggezza, e riguardo ad altre conoscenze lui si consultava con gli dei, che erano più
potenti. Per questo motivo lui ha dato alcune cariche a coloro ai quali sembrava che non le avrebbe
date, e non ha dato delle cariche ad altri individui ai quali si riteneva che le avrebbe date, e lui dava
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e non dava le cariche in base a una decisione della divinità. 18,181. E inoltre il fatto che Iulianos
custodisse l'impero in modo sincero e che lui ritenesse che gli interessi dell'impero fossero più
importanti dei suoi interessi è stato dimostrato da lui in molte cose, ma potrebbe risultare in modo
più chiaro da questa cosa. Quando lui è stato esortato dai suoi amici a fare un altro matrimonio,
affinché generasse dei figli che fossero eredi del suo impero, lui ha detto che esitava perché temeva
proprio questa cosa, se i suoi figli fossero stati cattivi avrebbero ereditato il potere secondo la legge,
e avrebbero distrutto lo stato, subendo la stessa sorte di Faethon. Così lui riteneva che la sua
mancanza di figli fosse meno importante del danno per le città. 18,182. Iulianos non evitava
nemmeno la fatica che riguardava i processi, perché lui divideva la sua anima in così tante parti,
poteva anche lasciare questi processi ai giudici più esperti e ai prefetti più incorruttibili tra tutti,
poteva evitare la fatica riguardo a queste cose, ma ha fatto in modo di essere uno dei giudici e si è
spogliato per fare questa competizione, a meno che qualcuno rimproveri la sua parola dicendo che
per lui i processi erano diventati non una competizione, ma un divertimento e uno scherzo. 18,183.
Dunque Iulianos respingeva facilmente gli inganni degli avvocati, e sceglieva ciò che era giusto in
ciascun caso con la velocità indicibile della sua mente giudicando le parole vere e le parole false e
vincendo gli artifici con la legge.E lui non era ostile a quelli che erano ricchi e dicevano cose giuste,
e non si schierava con i poveri se essi erano bugiardi impudenti, come uno che odia i ricchi per la
loro condizione e prova una compassione inopportuna per i poveri, ma lui si accostava al giudizio
senza rivolgere la sua attenzione a chi erano le persone che si contrapponevano, ma rivolgendo la
sua attenzione a come stavano le cose, cosicché a volte un uomo ricco usciva vincitore da un
processo e a volte un uomo povero andava via dopo essere stato sconfitto. 18,184. E Iulianos
avrebbe potuto, se avesse voluto, violare le leggi, e non sarebbe stato portato in tribunale a scontare
nessuna punizione, ma credeva che fosse necessario che lui si attenesse alle procedure legali vigenti
in modo più scrupoloso anche dei giudici più coscienziosi, cosicché quando uno di quelli che erano
odiati da lui per qualche altra loro ingiustizia aveva violato la giustizia falsificando dei documenti,
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Iulianos lo sapeva, ma poiché colui che aveva patito l'ingiustizia non era stato capace di presentare
una denuncia, Iulianos ha deciso che colui che aveva torto fosse il vincitore di quel processo, e ha
detto che non ignorava il suo inganno, ma poiché colui che era stato danneggiato era rimasto
inoperoso, Iulianos ha preso una decisione favorevole all'autore del reato. Dunque colui che aveva
vinto è andato via con un dispiacere maggiore di colui che era stato sconfitto, e lo sconfitto aveva
patito un danno nella sua proprietà terriera, ma il vincitore aveva patito un danno nella sua
reputazione. Così Iulianos ha trovato un modo per non turbare la legge e per punire colui che aveva
torto. 18,185. E quando era aperto il tribunale dell'imperatore e tutti avevano la possibilità di fare
ricorso a esso, tutti quelli che per mezzo di una forza ingiusta si erano impadroniti dei beni delle
persone più deboli, alcuni li avevano rubati in modo impudente, altri se ne erano impadroniti nella
forma di una vendita, sono venuti a fare la restituzione, in alcuni casi a persone che li accusavano,in
altri casi a persone che tacevano, questi uomini hanno anticipato i verdetti con la loro paura, e
ognuno dei malfattori è diventato giudice di se stesso. 18,186. Dunque si dice che questa cosa sia
avvenuta a Herakles, quando alcune persone erano in difficoltà in ogni luogo della terra o del mare
e chiamavano Herakles, il suo nome era sufficiente per dare un aiuto, noi sappiamo che anche il
nome di Iulianos aveva questo potere. Città, villlaggi, piazze, case, anziani, uomini, donne, hanno
respinto quelli che li perseguitavano dicendo che Iulianos era imperatore,e questa parola molte volte
ha fermato una mano pronta a causare una ferita. 18,187. Quel tribunale accoglieva anche il
processo tra città che erano in contesa tra loro per il primato, ed esse erano le più grandi della Siria
dopo la nostra città Antiochia, e la bellezza di una città era superiore a quella dell'altra perché essa
aveva anche il mare. Sono stati pronunciati dei lunghi discorsi e i rappresentanti di una città
dicevano i vari motivi della bellezza di questa città e la saggezza di uno dei suoi cittadini, mentre i
discorsi di una città dell'entroterra sono stati fatti da uno straniero che risiedeva lì, e aveva scelto
quella città dell'entroterra per praticare la filosofia, e uno dei cittadini aveva accolto il filosofo e i
suoi seguaci che venivano da ogni luogo, Iulianos ha lasciato perdere lo splendore degli edifici di
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entrambe le città, ha paragonato gli uomini di una città con quelli dell'altra città, ha fatto in modo
che fosse prima nel suo onore quella città che prevaleva per questi motivi. 18,188. Quando Iulianos
dava questi giudizi, lui non esortava forse le città alle virtù trascurando la bellezza delle cose
inanimate, perché questa bellezza non poteva avere una prevalenza secondo un giudice onesto?
18,189. Dunque poco fa io ho menzionato la sua affabilità nei templi, adesso io posso dire qualcosa
di più, cioè che Iulianos quando amministrava la giustizia applicava moltissimo questa sua dote di
affabilità nei confronti degli avvocati e dei clienti per i quali gli avvocati lavoravano, e lui dava loro
il permesso sia di alzare la voce, sia di muovere le mani su e giù, sia di fare tutti quei gesti, quegli
scherni reciproci, e insomma tutti i comportamenti con cui ogni avvocato confidava che avrebbe
prevalso sugli altri. E in ogni circostanza lui diceva spesso: “O amico”. 18,190. Questa frase era
usata da Iulianos con tutti, non soltanto con gli avvocati, ma adesso per la prima volta era usata
dall'imperatore verso i sudditi ed era una parola più efficace di un incantesimo per creare
benevolenza. Infatti Iulianos non riteneva che queste cose, cioè le paure, i silenzi, il tenere la mano
piegata all'interno, il chinarsi verso terra, il guardare verso le scarpe e non verso il viso, e l'essere
visti come schiavi invece che come liberi, sia nelle parole dette, sia nelle azioni fatte, rendessero più
grande l'impero, ma riteneva che ciò che rendeva grande l'impero fosse il fatto che tutti quelli che
stavano con lui fossero capaci di ammirarlo per se stesso e non per quei gesti servili. 18,191. Anche
se Iulianos portava anche la clamide tinta di porpora, e non era lecito che un imperatore non la
portasse, tuttavia lui la portava come se non fosse un vestito diverso dagli altri. Di certo quando lui
la indossava non si guardava su e giù e non esaminava la tintura della veste, non riteneva che
sarebbe diventato un uomo migliore se avesse avuto una veste migliore, né riteneva di essere l'uomo
migliore perché indossava la veste migliore,e lui non misurava la prosperità del suo impero dal tono
acceso della sua porpora, ma accettava ciò che era stato deciso da coloro che tingevano e tessevano
la sua veste, accettava ciò che essi volevano, ma lui pensava di rendere il suo impero elevato con il
suo esercizio della saggezza e con l'aiuto che lui dava alle città e pensava che grazie a queste azioni
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lui sarebbe diventato più glorioso. 18,192. La corona d'oro restava attorno alla sua testa, perché gli
dei avevano deciso così; e io credo che gli dei sapessero anche il motivo di questa cosa. E Iulianos
non poche volte voleva rendere la sua testa priva di corona, ma c'era sempre qualche potere
superiore che glielo impediva. 18,193. Questo oro mi ha fatto ricordare quelle corone d'oro che le
città mandavano per mezzo di alcuni messaggeri e le città si superavano a vicenda nel peso di
queste corone, una corona d'oro era di mille di stateri, e un'altra corona era di duemila stateri,e
un'altra corona proveniente da altri luoghi pesava ancora di più. Ma Iulianos ha disapprovato questa
grandezza, sapendo chiaramente che quei beni erano stati raccolti non senza fatica, ha fatto una
legge stabilendo che arrivasse una corona da settanta stateri, e lui riteneva che ogni corona avesse
un uguale valore, e riteneva che fosse da persone avide il cercare dei vantaggi con la scusa degli
onori. 18,194. E i corrieri che portavano queste leggi e molti altri documenti,che non erano peggiori
di questi, e a volte erano anche migliori, erano così lontani dal chiedere un compenso per tali servizi
che non accettavano dei compensi, anche se essi erano dati volentieri; un pericolo tanto grande
seguiva i guadagni non onorevoli, ed era chiaro che per colui che li aveva ricevuti non sarebbe stato
possibile stare nascosto, ed era inevitabile che costui fosse punito. Così la reputazione di quel bravo
imperatore non ha patito nessuna vergogna per la malvagità di quelli che collaboravano con lui.
18,195. E mentre Iulianos era impegnato in queste attività, in un ippodromo c'è stato all'improvviso
il grido del popolo affamato, che si lamentava perché la terra era stata danneggiata da una cattiva
annata, e la città era stata danneggiata da quegli uomini ricchi che non portavano al consumo
pubblico i beni che avevano accumulato da lungo tempo,ma alzavano i prezzi del grano. Iulianos ha
decidevano il prezzo di tutte le merci, e li ha costretti a rispettare la legge e lui è stato il primo a
seguire la legge portando sul mercato quel grano che apparteneva a lui, quando ha saputo che il
consiglio municipale si opponeva alla legge e usava i contributi dell'imperatore, e nascondeva quei
beni che gli appartenevano, una delle persone che non conoscono i fatti di quel tempo penserebbe di
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sentire parlare di condanne a morte per mezzo di lancia, di spada, di fuoco e di mare, infatti sono
queste le punizioni che vengono decise per i sudditi che si ribellano contro l'imperatore, e questa
guerra senza armi è consistita nel disobbedire volutamente e nel discordare dall'imperatore quando
era possibile essere d'accordo, e nel fare tutto il possibile con ogni mezzo per vanificare i
provvedimenti che l'imperatore aveva preso con sollecitudine. 18,196. E dunque queste punizioni e
altre punizioni più gravi di queste erano conformi alla giustizia del suo impero,e certamente un altro
imperatore si sarebbe scagliato come un fulmine contro quelli che lo avevano offeso,Iulianos invece
ha sopportato la collera in ogni modo, è stato superiore alla collera in modo eccellente e ha evitato
le punizioni che erano adeguate, ha dato una punizione facendo il nome del carcere più che con una
reale carcerazione. Certamente nessuno dei capi della città è rimasto dentro le porte del carcere. E
non è trascorsa neanche una notte di questa detenzione breve e leggera,perché è passato poco tempo
tra quando gli inservienti hanno portato i capi della città in carcere e quando altri inservienti li
hanno liberati. I capi della città hanno cenato e hanno dormito, ma Iulianos non ha fatto né l'una
cosa, né l'altra. Infatti i capi della città si rallegravano per ciò che non avevano sofferto, ma Iulianos
provava dolore per ciò che loro avevano sofferto, e ha detto che questa era l'offesa più grave che
aveva patito dalla nostra città, cioè il fatto che lui è stato costretto a darle una simile punizione.
18,197. Così Iulianos riteneva che questo provvedimento fosse gravissimo, anche se esso era molto
piccolo, e riteneva che esso fosse estraneo ai suoi comportamenti, lui non ha aspettato che qualcuno
dei suoi amici rimproverasse ciò che aveva fatto, ma lui stesso ha accusato ciò che aveva fatto, non
perché ciò fosse stato fatto a degli individui privi di colpe, io credo, ma perché era opportuno per lui
non infliggere nessuna di tali punizioni a un consiglio cittadino, neppure per i suoi misfatti. 18,198.
Comunque poco tempo dopo,quando la città ha compiuto altri reati più gravi, anche se le mie parole
riguardano la mia patria niente è più importante della verità, Iulianos ha evitato le punizioni date dai
despoti, e ha usato una punizione data da un oratore, perché, sebbene lui potesse torturare e
condannare a morte lui si è vendicato della città con un discorso,e io credo che lui abbia fatto questa
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stessa azione anche prima nei confronti di un cittadino romano che aveva compiuto una simile
insolenza, e per questa colpa Iulianos giustamente avrebbe potuto confiscare i suoi beni, se non
dargli anche un'altra punizione. E Iulianos non ha privato quest'uomo della sua ricchezza, ma lo ha
colpito con il dardo di una lettera.18,199. E tuttavia anche se Iulianos era restio a compiere omicidi,
dieci soldati hanno complottato per ucciderlo, ed essi hanno aspettato il giorno delle manovre
militari. Un'ubriachezza benefica ha anticipato il momento della loro azione e ha svelato tutte le
loro insidie e il loro piano che era rimasto nascosto è detto ad alta voce. 18,200. Forse qualcuno si
meraviglia, se un uomo gentile e mite e che non dava delle punizioni, o dava punizioni minori di
quelle che erano state stabilite in precedenza, abbia avuto sempre alcuni dei suoi sudditi ostili a sé.
Io spiegherò questa cosa quando racconterò la sua morte che è stata dolorosa per me. Ma ora è
giusto dire riguardo agli amici di Iulianos che alcuni erano buoni e parevano tali, altri sembravano
buoni, ma non lo erano. E gli amici buoni non potevano essere cambiati da niente, ma il tempo ha
dimostrato che i falsi amici non erano veri amici. 18,201. Infatti quando Iulianos ha preso il potere
imperiale in modo chiaro,ed è diventato padrone dei tesori pubblici e delle altre cose che producono
la ricchezza dell'imperatore, alcuni sono stati con lui senza compenso, e non hanno reso più grandi i
propri possedimenti grazie alla loro frequentazione con lui, ma ritenevano che per loro fosse un
guadagno adeguato il volergli bene e l'essere benvoluti da lui e il vedere che quell'uomo che era
amato da loro era imperatore e aveva un potere così grande e lo esercitava con sapienza, e molte
volte lui li esortava a prendere, e per Zeus, chiedeva loro se volevano della terra, dei cavalli, una
casa, dell'argento, dell'oro, ed essi dicendo di essere ricchi evitavano di ricevere le dazioni. 18,202.
In questo modo si comportavano gli amici migliori. Ma quelli che desideravano da molto tempo le
questa occasione quando essa si presentava, hanno chiesto alcune cose, e dopo averle prese hanno
chiesto di nuovo altre cose,e dopo averle prese non hanno smesso di prendere, e non c'era niente che
potesse frenare la loro insaziabilità. Iulianos cedeva per la sua magnanimità, ma non riteneva che
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costoro fossero buoni. Lui si doleva del fatto di essere stato ingannato, ma continuava a stare con
quelle persone onorando il lungo tempo della loro amicizia,e riteneva che fosse meglio che lui desse
l'impressione di essere saldo nella sua amicizia invece che se si fosse allontanato da questi amici.
18,203. Dunque Iulianos non ignorava l'indole naturale di nessuno di coloro che gli erano vicini,e si
rallegrava di quegli individui che erano virtuosi, e riteneva che fossero una sventura gli altri, e si
teneva vicino ai primi, non allontanava i secondi, ma ammirava quel docente di retorica che aveva
un comportamento migliore rispetto alla sua nomea, e biasimava quel filosofo che dimostrava di
essere peggiore della sua condizione, e lui era indotto a sopportare tutte le cose dal suo desiderio di
non dare l'impressione che lui durante il suo impero disonorasse un suo vecchio conoscente. 18,204.
Ma mi sembra che voi desideriate sentire parlare di quelle sue imprese che sono finali e più
importanti, i modi in cui Iulianos ha trattato i Persiani e la loro terra quando ha condotto una
spedizione militare contro di loro. E non è affatto strano se da tempo voi desiderate intensamente
questa parte del discorso e voi sapete la cosa principale, che lui è morto ottenendo una vittoria, ma
per quanto riguarda i dettagli voi non ne avete sentiti alcuni e avete sentito dire altri dettagli che non
sono veri. 18,205. Ciò che aumenta il vostro desiderio di ascoltare è il pensiero riguardo alla forza
dei Persiani e riguardo a quanto era grande l'esercito di Konstantios che i Persiani hanno sconfitto, e
riguardo al loro orgoglio e alla loro superbia delle quali Iulianos non ha avuto paura ed è andato
avanti. Infatti, a parte le isole e quelle isole che stanno nell'oceano, Konstantios possedeva tutta la
terra dalle rive dell'Oceano al fiume Eufrate, e questa terra produceva tutte le ricchezze in grandi
quantità, uomini dai corpi grandi e dalle anime coraggiose, e tutte le risorse con le quali si poteva
formare un esercito invincibile. 18,206. E tuttavia Konstantios, che è stato grande nei suoi
preparativi, che aveva città numerose e gloriose, che aveva ricevuto numerosi tributi, che aveva
estratto delle ricchezze dalle miniere per molto tempo, lui che aveva coperto con il ferro anche i
corpi dei cavalieri in modo più accurato dei Persiani, lui che aveva protetto dalle ferite anche i
cavalli con le armature, lui aveva ereditato da suo padre una guerra che richiedeva ardimento da
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parte dell'imperatore e che richiedeva un'anima capace di esercitare bene il suo potere, ma, come se
lui avesse giurato di combattere a favore dei nemici, Konstantios non ha provveduto a conquistare i
territori dei Persiani, e non ha fatto in modo che i Persiani perdessero nessuno di quei possedimenti
che erano sotto il loro potere, ma ogni anno all'inizio dell'estate, e i Persiani assediavano le fortezze
già dalla primavera, Konstantios attraversava l'Eufrate e schierava intorno a sé un grande esercito e
pensava che sarebbe scappato se fossero comparsi i nemici, e anche se lui sentiva i lamenti di coloro
che erano assediati, riteneva che la strategia migliore fosse il non combattere e il non difendere i
propri alleati che venivano distrutti. 18,207. Dunque qual è stato il frutto di questo ozio? Il nemico
attaccava le mura, distruggeva le città, tornava indietro dopo avere preso sia delle ricchezze, sia
delle persone, Kostantios mandava degli uomini a vedere quella terra desolata, ringraziava la Sorte
se loro non subivano danni e dopo un giorno lui tornava nelle città e riceveva dal popolo quelle
parole che sono consuete dopo una vittoria. E questa era la sua attività di ogni anno; i Persiani
Konstantios si metteva in movimento. I Persiani erano vicini a conquistare una città, e Konstantios
veniva a sapere queste notizie. I Persiani conquistavano una città, e per Konstantios era sufficiente
il fatto di non avere combattuto. I Persiani facevano festa per i grandi numeri dei loro prigionieri, e
Konstantios faceva festa con le corse dei cavalli. Le città davano corone ai Persiani, Konstantios
dava corone agli aurighi. Konstantios non potrebbe essere definito giustamente da me come un
alleato dei Persiani? Infatti il permettere queste cose, mentre era possibile impedirle, era quasi
aiutare i Persiani con le proprie mani. 18,208. E nessuno deve pensare che io ignori né quella
battaglia notturna nella quale i combattenti si sono separati dopo avere dato qualche colpo e avere
subito qualche colpo, né quella battaglia navale che è stata sulla terraferma, nella quale loro hanno
salvato a fatica quella città che aveva patito delle grandi sofferenze. Infatti questa è la cosa terribile,
il fatto che Konstantios ha ricevuto dei soldati con animi capaci di spaventare i nemici e li ha
abituati ad avere paura e con questo esercizio sbagliato lui ha rovinato le loro ottime indoli. 18,209.
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I sapienti dimostrano quanto è grande la forza dell'esercizio in tutte le cose, e anche il racconto
mitologico dimostra questa cosa. L'esercizio potrebbe trasformare colui che è migliore e colui che è
peggiore nel loro opposto, se viene fatto un esercizio peggiore dell'indole naturale, oppure se viene
fatto un esercizio migliore dell'indole naturale. L'esercizio ha fatto salire a cavallo alcune donne, le
amazzoni, e le ha rese più forti di alcuni uomini nei combattimenti, e se tu costringessi un uomo che
ha un'indole naturale eccellente a vivere tra gozzoviglie e ubriacature, questa indole naturale
eccellente verrebbe meno, e lui imparerebbe i vizi, odierebbe le sue precedenti virtù, e l'abitudine
rovinerebbe il suo carattere naturale. 18,210. Io dico che hanno sperimentato qualcosa di simile i
soldati di Konstantios durante il suo potere quando hanno preso le armi, ma a loro era impedito di
fare degli scontri, e a loro era stato insegnato a dormire sotto le tende mentre i loro parenti venivano
presi prigionieri, a non temere la vergogna e ad avere paura della morte. E in un primo momento i
soldati si sono indignati per queste cose, come è naturale che facciano degli uomini coraggiosi, poi
si sono indignati meno, poi le hanno accettate, poi le hanno lodate. 18,211. Per questi motivi se una
nuvola di polvere si sollevava da lontano, ed essa avrebbe potuto essere fatta da alcuni cavalli, non
induceva i soldati a fare uno scontro, ma li faceva scappare. E se appariva un gruppo di cavalieri ed
esso non era nemmeno grande, i soldati pregavano che la terra si aprisse, e preferivano patire ogni
cosa piuttosto che vedere i Persiani da vicino, perché era stato tolto a loro il coraggio ed era stata
tolta a loro anche la fiducia in se stessi, e così essi dichiaravano il loro timore che, se avessero
chiesto aiuto alle persone presso le quali alloggiavano, la parola “Persiani” sarebbe stata sufficiente
a mettere fine al loro dare fastidio. E se qualcuno, per deridere i soldati, diceva loro che i Persiani
stavano arrivando, quei soldati arrossivano e correvano via. Dunque i soldati avevano imparato a
colpire e a essere colpiti nelle lotte con i loro connazionali, ma la paura dei Persiani si era installata
in loro ed era così grande e si era raccolta in molti anni al punto che si potrebbe dire che loro
avrebbero avuto paura dei Persiani anche se essi fosssero stati solo nei dipinti. 18,212. Quest'uomo
mirabile, Iulianos, ha condotto contro i Persiani questi soldati che erano stati così corrotti, e i soldati
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che lo hanno seguito dopo poco tempo si sono ricordati di quel coraggio che avevano avuto in
passato, e sarebbero stati fiduciosi anche se fossero andati in mezzo al fuoco, come se fossero resi
insensibili grazie alle decisioni di quell'uomo. 18,213. Dunque quali sono state queste decisioni?
Iulianos sapeva che era grande il vantaggio delle cose segrete, infatti niente che fosse divulgato
avrebbe potuto essere utile, ma avrebbe avuto una grande utilità ciò che era nascosto, Iulianos non
ha divulgato né il tempo del suo arrivo, né il percorso del suo attacco, né le sue tattiche di guerra, né
nessuno dei pensieri che lui aveva in mente, perché lui sapeva che tutto ciò che fosse stato rivelato
sarebbe arrivato subito alle orecchie delle spie. 18,214. E Iulianos ha detto al prefetto di riempire
l'Eufrate di imbarcazioni e di riempirle di cibo, e prima che l'inverno passasse lui ha sorpreso le
attese di tutti, e ha attraversato velocemente il fiume, non è andato in quella città vicina e molto
popolosa per vedere quei luoghi e per farsi vedere mentre riceveva gli onori consueti per gli
imperatori, ma lui, sapendo che quella circostanza necessitava di velocità, è andato in una città che
aveva un antico e grande tempio di Zeus, lo ha ammirato e ha pregato il dio che gli desse il modo
per danneggiare l'impero dei Persiani, ha separato dall'esercito ventimila soldati, li ha mandati sul
Tigri affinché essi difendessero quella terra, se qualcosa di grave fosse accaduto in quella zona, e lo
aiutassero se lui li avesse chiamati al momento opportuno. 18,215. Certamente anche gli Armeni
dovevano fare qualcosa di simile, infatti se il nemico fosse andato a incendiare e a saccheggiare la
parte migliore delle loro terre, come era probabile, essi avrebbero dovuto unirsi all'imperatore e
avrebbero dovuto espellere i nemici dai loro territori se i nemici stavano fuggendo, e avrebbero
dovuto calpestare i nemici se essi fossero rimasti. Dopo avere dato queste istruzioni Iulianos ha
continuato ad avanzare seguendo l'Eufrate, che dava la possibilità di bere e di trasportare il cibo
sulle navi. 18,216. Iulianos ha visto un grande numero di cammelli, e ogni cammello era legato a un
altro cammello, e i cammelli erano appesantiti dai loro carichi, e i carichi consistevano di un vino
che era il più buono di quello che provenisse da ogni altra terra e di tutte quelle cose che sono state
escogitate dagli esseri umani per rendere più piacevole il bere vino, lui ha chiesto loro che cosa
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portassero, e quando ne è stato informato, ha ordinato di fare cessare quelle fonti di piaceri, Iulianos
ha detto che per dei buoni soldati era opportuno bere il vino che la loro lancia aveva conquistato, e
anche lui stesso era uno dei soldati ed era giusto che lui avesse lo stesso stile di vita dei molti altri
soldati. 18,217. Così Iulianos ha eliminato tutte quelle cose che contenevano del lusso, e ha preso
soltanto quelle cose che erano richieste dalle circostanze di quel momento, e dopo avere preso
queste cose, ha percorso quella terra che alimentava i suoi animali da soma con una buona erba,
infatti era ormai primavera in quella terra. 18,218. E quando i soldati sono andati avanti hanno visto
una fortezza che si trovava in una penisola del fiume, e questa fortezza è stata conquistata prima che
fosse vista ed è stata conquistata non dalle armi, ma dalla paura. Infatti quando gli abitanti hanno
visto che le alture di fronte erano state coperte dall'esercito non hanno sopportato i bagliori delle
armi, hanno aperto le loro porte, si sono consegnati e sono andati a abitare la nostra terra. Il grande
numero delle vettovaglie ha dato cibo a ogni persona per molti giorni, cosicché i nostri soldati
passando attraverso una terra desolata che era divenuta di loro proprietà avevano più cibo di quello
che avevano nelle città. 18,219. C'era un'altra fortezza in un'isola che era stata circondata dal fiume
e un muro era stato costruito intorno a tutta l'isola, e non aveva lasciato niente fuori da se stesso,
neppure lo spazio di un piede. Iulianos ha ritenuto fortunati coloro che abitavano quell'isola per la
natura di quel luogo e sapeva che, se avesse tentato di fare delle cose inutili avrebbe fatto un favore
ai nemici, e sapeva che sarebbe stata un'uguale follia sia tralasciare delle posizioni che si potevano
conquistare, sia attaccare delle posizioni inespugnabili, lui ha detto ai nemici che sarebbe tornato
presto da loro e ha fatto nascere in loro una paura non piccola e ha sconvolto la loro mente con le
sue parole, Iulianos è avanzato di nuovo in un territorio desolato, è arrivato nella terra degli Assiri
che rende felici i suoi abitanti per il grande numero dei suoi frutti e per la bellezza dei suoi frutti che
nascono da una piccola quantità di semi,e per la produzione del frutto delle viti e delle palme e delle
altre cose buone che sono i doni di una terra fertile. 18,220. I soldati vedevano queste cose, e
prendevano questi frutti, e c'erano molti frutti in ogni villaggio, e i villaggi erano numerosi e grandi
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e molti villaggi erano simili a delle città non molto grandi e i villaggi erano diffusi in tutta l'Assiria,
dunque l'esercito quando incontrava questi villaggi non faceva nessun rimprovero alla fatica che
c'era nel viaggio. Infatti quel premio, l'ottenere della terra buona, era degno delle fatiche che erano
state patite nella terra deserta. 18,221.Perciò in quei luoghi i soldati hanno tagliato le palme, hanno
abbattuto le vigne, hanno saccheggiato i magazzini, li hanno distrutti con rabbia, hanno mangiato,
hanno bevuto, ma non fino all'ubriachezza,infatti la paura causata dalla recente condanna a morte di
un uomo per ubriachezza non permetteva questa cosa, i soldati hanno mantenuto la loro forza e si
sono preoccupati anche di essere sobri. Gli sventurati Assiri hanno visto quelle loro disgrazie da
lontano da alcuni monti, sono fuggiti e dopo avere lasciato la pianura che era stata una loro nemica,
hanno opposto il fiume come un loro amico e in questo modo essi se ne sono andati. 18,222.Dunque
come ha potuto il fiume portare un aiuto ad alcuni, e danneggiare altri? Il fiume Eufrate è grande, ed
è equivalente a molti altri fiumi messi insieme, non è mai piccolo, ma esso diventa grandissimo
allorquando le piogge della primavera fanno sciogliere nella sua acqua la neve dell'Armenia che è
stata congelata dall'inverno, e gli agricoltori tagliano i canali in tutte le direzioni e usano il fiume
come fanno gli Egiziani con il Nilo, e in entrambi i casi gli agricoltori decidono se fare scorrere
l'acqua oppure no. 18,223. Dunque quando il nostro esercito avanzava, gli agricoltori hanno aperto
tutte le chiuse alla corrente, e hanno allagato i canali e per mezzo dei canali hanno allagato anche
tutta l'altra terra. Questa è stata la fatica più difficile per i nostri soldati, perché tutta la zona è
diventata un lago e ostacolava l'avanzata dei soldati,l'acqua in alcuni canali arrivava al petto, in altri
canali arrivava al viso, e a volte l'acqua era più alta dei soldati. Dunque c'era un'estrema lotta del
soldato per salvare se stesso, le armi, il cibo e gli animali da soma. 18,224. E quei soldati che
sapevano nuotare hanno avuto un aiuto da questa loro capacità e sono andati avanti con coraggio
invece di indugiare, mentre quelli che non sapevano nuotare hanno avuto maggiore difficoltà e
hanno costruito un ponte. E alcuni sono andati avanti in una strada alta e stretta e hanno evitato di
bagnarsi, ma la strettezza della strada è stata pericolosa, e altri l'hanno evitata passando tra le acque,
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e gli schiavi hanno allungato le mani per aiutare i loro padroni e i padroni hanno tirato su i loro
schiavi. 18,225. E quando i soldati hanno fatto questo attraversamento tra difficoltà terribili e tanto
gravi non hanno fatto nessun lamento, non hanno pianto, non hanno criticato la spedizione militare,
non hanno detto nessuna parola aspra, non hanno pensato a se stessi, ma come se loro andassero
attraverso i giardini di Alkinoos così si sono così rallegrati per quelle cose che avvenivano e
avevano una buona speranza, io credo, perché l'imperatore pativa volentieri queste sofferenze
insieme a loro in molti modi. 18,226. Infatti Iulianos non faceva passare le tavole sopra le teste dei
soldati, cosa che avrebbe fatto forse un altro individuo,per camminare sopra le tavole lui solo senza
fatica, mentre gli altri faticavano, ma Iulianos era il primo ad attraversare con il suo corpo la melma,
il fango e l'acqua, così lui esortava gli altri con le azioni, non con le parole, perché mostrava la sua
clamide bagnata ai soldati e ai portatori di bagagli. 18,227. E gli Assiri avevano fatto quella grande
palude e si aspettavano che il loro stratagemma avrebbe fatto tornare indietro l'esercito romano o
l'avrebbe fatto annegare,ma come se i Romani fossero tutti alati,o come se Poseidon avesse separato
le acque davanti a loro, non pochi soldati romani sono sfuggiti alla palude e hanno attaccato non le
fortezze, ma una città Assira che un tempo era grande, che prendeva il nome da un re del passato e
che conteneva una seconda difesa dentro le sue mura, in modo che c'era una città più piccola in una
città più grande, come i vasi che stanno gli uni negli altri. 18,228. Quando c'è stato l'attacco la paura
ha fatto ritirare gli abitanti nelle mura più piccole, perché gli abitanti pensavano che esse fossero più
solide. I soldati romani hanno preso le mura esterne, sono andati verso le mura interne e sono stati
colpiti dagli arcieri che erano in alto e alcuni sono morti, ma sollevando dei terrapieni per superare
il muro hanno costretto gli assediati ad arrendersi e a fare un accordo. E questo accordo era che loro
non dovevano mai consegnarsi ai Persiani, neppure in un trattato di pace. Infatti essi sapevano che i
Persiani toglievano la pelle a persone come loro, questo è un segno del fatto che loro si sono arresi
non per pigrizia, ma dopo avere combattuto con tutta la loro forza. 18,229. Così l'imperatore è stato
superiore a tutte le cose e niente fermava quell'uomo. Ma Iulianos era duro contro i nemici, era duro
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con quei suoi soldati che non erano capaci o di vincere o di morire. Dunque alcuni cavalieri
corazzati erano andati a fare un foraggiamento e avevano combattuto male, cosicché era morto il
loro comandante, Iulianos ha fatto condannare a morte quegli uomini che pensavano che sarebbero
stati onorati più degli altri, ma non ha mandato la punizione dalla sua tenda, invece è andato lui di
persona in mezzo ai cavalieri che erano tornati, e lui ha degradato degli uomini armati, anche se lui
aveva con sé solo tre guardie del corpo.A tal punto lui aveva insegnato ai soldati a essere obbedienti
e ad accettare tutto ciò che era stato deciso da colui che aveva il potere. 18.230. Dunque quando
Iulianos ha incontrato i cavalieri che cercavano con un grido il loro capo che era morto, Iulianos ha
dato la giusta punizione a coloro che non lo avevano difeso, e ha mostrato a tutti gli altri quali
trattamenti aspettavano quelli che erano pigri, è tornato nella sua tenda dopo essere divenuto più
ammirevole. 18,231. Iulianos poiché voleva che la parte più grande della terra nemica fosse
danneggiata, faceva frequenti soste, affinché la parte maggiore dell'esercito restasse dentro la
palizzata,e affinché le forze leggere e le truppe mobili potessero indagare il territorio spargendosi in
tutte le direzioni.Queste truppe hanno scoperto delle abitazioni sotterranee e sono tornate con donne
e bambini degli Assiri, cosicché il numero dei prigionieri è stato maggiore del numero di quelli che
li avevano catturati. Neppure così c'è stata una scarsità di cibo. 18,232. Da lì i soldati sono andati a
fare la stessa attività, riparare i canali, anzi sono andati a fare la parte più difficile della loro attività,
perché i tagli erano più grandi della terra e anche nel lato della profondità i tagli erano molto
numerosi. Pure in questo episodio Iulianos ha mostrato in modo evidentissimo di essere il salvatore
di tutto l'esercito. 18,233. Infatti altri avevano consigliato un'altra strada che era più lunga, ma era
lontana dalle acque e Iulianos ha detto che l'unica cosa di cui aveva paura in quel viaggio era di
patire la sete, e allo stesso tempo di essere privato di ogni tipo di acqua,e ha aggiunto che questa sua
strada era faticosa,ma l'altra strada sarebbe stata disastrosa, ed era molto meglio camminare essendo
infastiditi dalle acque, invece che cercare dell'acqua e non averla, e ha ricordato che un antico
comandante romano a causa di una tale sconsideratezza rovinò se stesso e quelli che lui guidava, e
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ha mostrato subito quella rovina totale con un libro, dicendo tali parole ha costretto a vergognarsi
quelli che avevano detto delle parole che non erano utili, e ha convinto gli altri a non indugiare
affatto. 18,234. E in quel momento gli alberi di palma in quella terra sono diventati più numerosi,
sono diventati frequenti i ponti che erano costruiti con questi alberi, ed era facile attraversare questi
ponti per la maggior parte dei soldati. Questo passaggio comportava molta rivalità e i soldati che
volevano anticipare gli altri nell'attraversare il ponte entravano nell'acqua. E il baluardo dei nemici è
stato sconfitto e l'acqua è stata vinta,anche se i nemici avevano molte speranze di prevalere. 18,235.
E un altro punto di forza dei nemici stava per dimostrarsi debole dopo poco tempo. Infatti c'era una
fortezza solida, anch'essa era in un'isola su un'altura e la sua altezza era così grande sia per la riva,
sia per le mura. Dunque la parte bassa, tranne in una zona molto piccola, era circondata da fitte
canne che nascondevano coloro che attingevano l'acqua, essi, per mezzo di una discesa che non era
visibile a quelli che erano fuori, usavano il fiume e avevano un'ampia possibilità di farlo grazie alle
chiome delle canne, e il muro era troppo forte per essere attaccato dalle macchine da assedio, in
primo luogo perché era costruito su un'isola e la circondava tutta, e poi perché si trovava su un'isola
che era così alta, e si aggiunge il fatto che i mattoni cotti di cui era costituito il muro erano legati
insieme dal bitume. 18,236. Dunque la forza della guarnigione consigliava di non attaccarla, ma il
fatto che alcuni uomini della fortezza abbiano fatto un'incursione, abbiano attaccato l'avanguardia
dell'esercito romano e abbiano quasi ferito anche l'imperatore, ha spinto quelli che avevano patito
queste cose a volere fare l'assedio per la loro ira. E i Romani hanno attaccato, i Persiani all'inizio
ridevano, schernivano, insultavano, scagliavano frecce, colpivano i nemici; ritenevano che fare
quegli attacchi fosse inutile come tentare di conquistare il cielo. 18,237. Dapprima Iulianos in
persona attaccava con pietre e frecce quelli che difendevano il muro e qualcuno di loro è caduto
avendo il dardo nel proprio corpo, poi Iulianos ha collegato l'isola alla terraferma con un ponte, e
quelli che hanno costruito il ponte hanno avuto come protezione le parti di cuoio delle barche; e
hanno fatto in modo che le parti alte delle barche diventassero quelle basse e immergendosi sotto di
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esse hanno fatto in modo che il fondo delle imbarcazioni fosse al posto del tetto, e hanno continuato
a fare la loro azione dentro le mura, e per i Persiani è stata inutile ogni arma contro queste tattiche,
perché loro non potevano colpire i Romani con le frecce, né potevano schiacciarli con le pietre, né
potevano bruciarli con il fuoco. 18,238. Eppure i Persiani non erano turbati da questa cosa,ma
sapevano che i loro nemici stavano scavando, sapevano che i loro nemici avrebbero usato ogni
mezzo, ma gozzovigliavano notte e giorno, come se i loro nemici dovessero faticare all'infinito. I
Romani hanno insistito, non si sono stancati,si sono fatti strada avanzando verso l'alto. La larghezza
dello spazio scavato da loro era quella di un essere umano, e un primo soldato arrampicandosi è
penetrato di nascosto in mezzo alla torre, e al primo è seguito un secondo, e a secondo è seguito un
terzo, e ognuno voleva essere tra quelli che salivano. 18,239. I nostri soldati hanno costretto a tacere
una vecchia che stava in quel luogo da sola con un bambino, poiché lei si era accorta di loro, e
quando hanno occupato le porte delle torri hanno dato un segnale a quelli che erano sotto con un
grido, dopo che è esploso quel grande grido, le guardie sono saltate fuori dai loro letti con terrore, e
tutto ciò che essi potevano fare era uccidere quelli che li attaccavano, molti di loro si sono uccisi
gettandosi dalle mura, c'è stata una grande caccia di quelli che tentavano di nascondersi e nessuno
voleva avere dei prigionieri più di quanto volesse ucciderli,cosicché essi si gettavano dall'alto, ma le
lance che erano in basso li colpivano quando essi erano vivi, o erano quasi morti, o erano morti.
Infatti la loro caduta era sufficiente per causarne la morte. 18,240. I nostri soldati hanno fatto tali
feste di notte per le divinità della guerra, e hanno mostrato queste feste al dio del sole quando
sorgeva. Ma essi non hanno obbedito all'imperatore soltanto in questa cosa. Infatti Iulianos aveva
ordinato di catturare delle persone vive e di avere pietà per chi era stato preso prigioniero, ma i
soldati si ricordavano dei loro dardi e sapevano che erano stati colpiti, la collera ha mosso la loro
mano destra e loro hanno consolato il dolore per le loro fatiche facendo una strage, e hanno chiesto
il perdono dell'imperatore se avevano fatto quelle azioni dopo avere sofferto. 18,241. Quando quelle
persone sono morte è stata distrutta quella guarnigione e soprattutto sono state distrutte le
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guarnigioni che erano in quella zona. Infatti quella guarnigione, quanto era superiore alle altre per la
sua difesa, altrettanto ha attirato su di sé la decisione di tutti che essa fosse completamente distrutta.
Infatti i Persiani avrebbero avuto un danno in entrambi i casi, sia se la loro guarnigione fosse stata
sostituita, sia se non fosse stata sostituita. 18,242. L'impresa che è stata fatta è stata così gloriosa e
più grande della natura umana, al punto che i nostri soldati, che avevano riportato quella vittoria,
ritenevano che niente li avrebbe fermati, ma l'orgoglio dei nemici era stato abbattuto insieme alle
mura, e i nemici credevano di essere completamente rovinati. E l'imperatore faceva sempre azioni
grandi, e riteneva che tutte queste azioni fossero piccole, ma non poteva non ritenere che questa
impresa fosse molto grande. Lui ha detto questa cosa, che non aveva detto prima, cioè che lui aveva
dato al Siriano, e intendeva parlare di me, un motivo per fare un discorso. E questo motivo era
mirabile, o tu che eri a me carissimo, ma qual è il piacere della vita per me se non ho più te? 18,243.
Ma io ritorno su questo punto, la distruzione della fortezza nei modi che ho descritto, quando si è
diffusa la notizia, ha fatto in modo che i nemici abbandonassero molto territorio da parte sulla gran
parte della strada. Dunque i portatori di bagagli sono arrivati anche nei villaggi e, dopo avere preso
quelle cose che gli abitanti dei villaggi non avevano preso, sono andati via. Anzi essi hanno gettato
via le cose che non potevano portare via, ne hanno gettate alcune nel fiume, ne hanno gettate altre
nel fuoco, per esempio un palazzo del re Persiano, che si trovava sulla riva destra del fiume, che
aveva tutte le bellezze dei Persiani nei suoi edifici, nei suoi giardini, nelle sue belle piante e nei suoi
fiori profumati, e aveva una mandria di maiali selvatici in una terra vicina in modo che i Persiani
potessero esercitarsi nella caccia, tutto ciò ha fornito un banchetto a tutti i soldati Romani. È stato
bruciato questo palazzo imperiale che non era inferiore a quello di Susa, e dopo quel palazzo è stato
bruciato un secondo palazzo e poi un terzo palazzo, che sebbene inferiore agli altri due per la
bellezza, non era privo di una qualche bellezza. 18,244. Facendo tali azioni i Romani sono arrivati a
quelle città che erano state desiderate da lungo tempo, quelle che rendono bella la terra di Babilonia
come la città di Babilonia. Il fiume Tigri scorre tra queste due città e dopo avere passato un tratto
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non piccolo riceve l'Eufrate. Qui non era possibile trovare che cosa si dovesse fare;infatti se i soldati
fossero andati avanti sulle imbarcazioni non avrebbero potuto attaccare le città, e se essi fossero
andati contro quelle città avrebbero dovuto perdere le navi, se essi avessero fatto una navigazione
attraverso il Tigri, la loro fatica sarebbe stata grande e sarebbero rimasti in mezzo alle due città.
18,245. Dunque chi ha risolto questa difficoltà? Non Chalkas, né Teiresias, né nessun altro di questi
indovini. Infatti Iulianos dopo avere preso alcuni prigionieri tra coloro che abitavano nei luoghi
vicini ha cercato un canale navigabile ed esso era detto dai libri, era un'opera di un antico
imperatore, ed esso portava dall'Eufrate al Tigri a monte di quelle due città. 18,246. Uno dei
prigionieri che era giovane non ne sapeva niente, un altro prigioniero che era anziano ha detto tutto
ciò che sapeva a causa di una costrizione. E quell'anziano ha visto che l'imperatore parlava riguardo
a quei luoghi in un modo così preciso come se fosse uno degli abitanti del posto, così anche quando
era assente aveva visto quella terra già in passato nei testi scritti, pertanto l'anziano ha spiegato dove
era quel luogo, come esso fosse chiamato, e ha detto che quel canale era stato chiuso e quando era
stato ostruito la zona intorno alla bocca del canale era stata coltivata. 18,247. Dopo che l'imperatore
Iulianos ha dato il suo ordine, ogni sbarramento è stato eliminato, e un canale è stato reso asciutto
dalle correnti,e l'altro canale ha portato sul fiume Tigri le barche che navigavano accanto all'esercito
e il Tigri, che scendeva verso gli abitanti delle città, scorreva essendo diventato più grande perché
riceveva l'Eufrate, e aveva causato una grande paura tra gli abitanti, perché sembrava che non
avrebbe risparmiato le mura.18,248.La parte migliore dei Persiani è apparsa, e questi Persiani hanno
occupato la riva con degli scudi splendenti e con dei cavalli che nitrivano, con degli archi che erano
stati esercitati e con i grandi elefanti, che potevano avanzare in mezzo a una falange come in mezzo
alle spighe di grano. Dunque essi erano posti di fronte, da entrambe le parti c'era un fiume, il fiume
che era vicino era stato deviato dal suo corso, il secondo fiume era a poca distanza e su di esso c'era
un altro esercito dei Persiani, ma gli altri territori dietro di loro erano stati devastati e non
permettevano che lo stesso esercito andasse nuovamente in quel luogo. 18,249. La circostanza
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richiedeva un'audacia straordinaria, per quelli che non volevano morire di fame, e tutti i soldati
erano sconvolti e rivolgevano i loro sguardi a un uomo soltanto. Iulianos innanzitutto ha fatto ciò
che è proprio delle persone fiduciose, ha fatto uno spazio per la corsa dei cavalli, e ha invitato i
cavalieri a partecipare alla gara e ha messo dei premi per i cavalli da corsa, e i nemici sono stati
spettatori di quelle competizioni così come i suoi soldati, alcuni erano seduti in basso vicino alle
gare, altri guardavano le gare dai bastioni, e loro ritenevano fortunato Iulianos perché era impegnato
nelle feste che fanno i vincitori, e compiangevano se stessi perché non erano stati capaci di impedire
queste cose. 18,250. Mentre l'esercito si divertiva guardando le corse dei cavalli, per ordine di
Iulianos le navi sono state svuotate delle loro merci, in apparenza per controllare
l'approvvigionamento, per vedere se in qualche luogo ci fosse stato qualche spreco, ma in realtà
Iulianos voleva fare imbarcare i soldati all'improvviso senza che loro lo sapessero in anticipo
Dunque lui ha radunato i comandanti, dopo che avevano mangiato a cena e ha dimostrato che
restava solo una via verso la salvezza, cioè che essi attraversassero il fiume Tigri e potessero
sfruttare di nuovo una terra non saccheggiata, e questa cosa ha fatto tacere alcuni, ma il comandante
della parte più grande dell'esercito si è opposto al progetto e aveva paura sia per l'altezza del
precipizio sia per il grande numero delle truppe nemiche.18,251. E Iulianos ha detto che la natura di
quel luogo sarebbe rimasta la stessa, anche se loro avessero indugiato, ma i nemici sarebbero stati in
un numero maggiore, ha ordinato a un altro uomo di prendere il comando e ha predetto che lui
avrebbe vinto,ma non senza una ferita. Quell'uomo ha ricevuto questa ferita alla mano, e Iulianos ha
aggiunto il punto della mano che sarebbe stato ferito e ha detto che questa ferita avrebbe avuto
bisogno di poca cura. 18,252. E le navi contenevano già i soldati che erano ostili, Iulianos si è alzato
in piedi rivolgendo lo sguardo al cielo, quando ha ricevuto dal cielo il segnale convenuto,lui ha dato
questo segnale ai tassiarchi, loro hanno trasmesso il segnale ad altri uomini nel modo più silenzioso
possibile. I nostri soldati hanno navigato, sono sbarcati, sono stati visti dai nemici che erano vicini e
sono diventati un bersaglio per le loro armi, ma anche se era notte e i nemici occupavano la cima, i
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nostri soldati hanno scalato il precipizio indossando le armature, come non avrebbero osato fare
neanche in tempo di pace, senza nessuno che li ostacolasse, di giorno, ed essendo leggeri. E anche
adesso noi non sapremmo rispondere alla domanda su come hanno fatto. La loro impresa non è stata
fatta da uomini, ma da un dio che ha sollevato ognuno dei soldati con le sue mani. 18,253.Dunque i
nostri soldati dopo essere saliti hanno cominciato il massacro, hanno ucciso quelli che si erano
opposti a loro mentre salivano, e hanno ucciso quelli che ancora dormivano, dopo averli aggrediti
come in un brutto sogno. Alcuni nemici si sono svegliati dal sonno e hanno avuto questo vantaggio
rispetto a quelli che giacevano addormentati, cioè il fatto che hanno saputo le cose che stavano
soffrendo, ma neppure loro hanno potuto respingere gli assalitori. 18,254. Tali cose sono avvenute
durante la notte e nell'oscurità, molte spade sono state usate sui corpi, e molte spade sono state usate
sugli alberi, e il rumore rendeva evidenti queste cose, si è sentito un lamento degli uomini che
venivano colpiti, di quelli che stavano per essere colpiti, di quelli che stavano morendo, e di quelli
che facevano delle suppliche. I nostri soldati sono andati avanti facendo degli omicidi, e una parte
tanto grande della terra è stata coperta dai corpi di quelli che erano stati uccisi quanto è grande
quella terra che seimila cadaveri avrebbero potuto coprire. 18,255. Se i nostri soldati non si fossero
soffermati sui morti per un desiderio di bottino, ma si fossero affrettati ad andare verso le porte e le
avessero abbattute e fatte a pezzi,avrebbero conquistato la città molto famosa di Ctesifonte. Ma loro
si sono impadroniti di oro, argento e cavalli di coloro che erano morti, e all'inizio del giorno dopo
sono stati costretti a combattere contro i cavalieri, che in un primo momento li hanno messi in
difficoltà,ma che dopo sono stati sconvolti da un soldato che li ha attaccati da dietro un muro e sono
fuggiti. La parte restante dell'esercito ha fatto l'attraversamento del fiume, e questi soldati
rivolgevano i loro occhi su ogni luogo con stupore, i soldati che avevano fatto il massacro si
lavavano nel fiume, e il Tigri, fiume dei Persiani, scorreva colorato del sangue dei Persiani. 18,256.
Bisogna pensare a quegli attacchi che i Persiani hanno fatto contro la nostra terra e al loro risultato
in ogni occasione, e bisogna paragonare questo unico nostro attacco con quegli altri attacchi dei
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Persiani che erano frequenti, e forse si troverà che le azioni dei Persiani sono state gloriose, ma
questa nostra azione è stata molto più importante, e le azioni dei Persiani sono state fatte senza che
nessuno si opponesse, mentre la nostra azione è stata fatta contro delle truppe combattenti, cosicché
se qualcuno domandasse ai Persiani se essi vorrebbero rinunciare a quegli attacchi che avevano
fatto,pur di non patire le sofferenze che hanno patito, tutti, a cominciare dal loro re, direbbero che le
loro vittorie del passato sono state pagate a caro prezzo. 18,257. Si potrebbe sapere questa cosa
anche grazie a questa considerazione; infatti in nessuno di questi attacchi Konstantios è stato
costretto a piegarsi e a chiedere una tregua, ma il re persiano, dopo gli eventi di cui ho parlato, ha
mandato un suo inviato a chiedere di mettere fine alla guerra in quel luogo e in quel momento, e a
chiedere a Iulianos, che aveva vinto, di evitare altre ostilità e di considerare l'impero persiano come
uno stato amico e alleato. 18,258. E il Persiano che è venuto per portare questi messaggi era uno dei
nobili ed è andato dal fratello del re che lo aveva mandato,Hormisdas era uno dei membri del nostro
esercito che è andato contro il re persiano,ha abbracciato le sue ginocchia e gli ha chiesto di ottenere
un colloquio con l'imperatore. L'inviato persiano è arrivato sorridendo con sollecitudine e con gioia,
per rivelare una buona notizia, ha riferito il suo discorso e si aspettava dei doni. Ma Iulianos gli ha
ordinato di tacere e lo ha mandato via in silenzio, dicendo che la sua parentela con il re persiano era
il motivo del loro colloquio. Infatti Iulianos ha rifiutato di mettere fine alla guerra, e riteneva che la
parola pace fosse capace di indebolire l'esercito. E io penso che lui credesse questo, cioè che se gli
uomini pensano che è possibile evitare di combattere, combatterebbero male se fossero costretti a
farlo. 18,259. Per questo motivo Iulianos ha ordinato che restasse dentro ai suoi denti il nome
piacevole di trattato di pace. Tuttavia quale comandante, per dimostrare quanto fosse grande il suo
successo quando guidava l'esercito, non avrebbe convocato un'assemblea di soldati affinché essi
ascoltassero le sue parole? Ma quando Iulianos è stato invitato a fare degli accordi di pace si è
avvicinato alle mura, ha invitato gli assediati a combattere e ha detto che ciò che loro facevano era
da donne e ciò che loro evitavano era da uomini. 18,260. Quando gli assediati hanno detto che
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Iulianos doveva cercare l'imperatore persiano e doveva mostrarsi a lui, Iulianos ha voluto vedere
Arbela, e percorrerla o senza battaglia, o anche combattendo, cosicché si potesse celebrare insieme
alla vittoria di Alexandros anche la sua vittoria in quello stesso luogo, e lui aveva intenzione di
avanzare in tutta quanta la terra che l'impero dei Persiani comprende, e anzi aveva intenzione di
attaccare anche la terra dei loro vicini, ma né i nostri soldati, né i nostri alleati condividevano la sua
intenzione, il capo degli alleati per la sua ingiustizia, i nostri soldati, a quanto si dice, fin dall'inizio
erano stati colpiti dagli arcieri mentre si lavavano nel fiume Tigri e pensavano che sarebbe stato
meglio se avessero combattuto contro quei nemici. E al contempo l'ostilità reciproca tra i
comandanti aveva prodotto la pigrizia tra quelli che erano comandati. Infatti quando uno dei due
convinceva facendo una cosa gradita a loro. 18,261. Tuttavia queste cose non hanno scoraggiato
l'imperatore. Lui non ha lodato gli assenti, ma ha ritenuto che fosse giusto fare tutte quelle cose che
avrebbe fatto se quegli uomini fossero stati presenti, ha rivolto il suo pensiero all'Ircania e ai fiumi
dell'India. E quando la spedizione ormai si avviava verso questi obiettivi, e quando alcuni stavano
andando, e altri si stavano preparando, uno degli dei lo ha distolto da questa cosa, lo ha esortato a
nella sua prima decisione, infatti era meglio consegnarle al fuoco che ai nemici. Probabilmente lui
avrebbe fatto la stessa cosa anche se non la avesse decisa prima, come quando aveva prevalso l'idea
di ritornare. Infatti il Tigri si sarebbe abbattuto in modo veloce e abbondante sulle prue, avrebbe
costretto le navi ad avere bisogno di numerose mani che le trainassero, e sarebbe stato necessario
che più della metà dell'esercito trainasse le navi. Ma ciò avrebbe comportato che quelli che
combattevano sarebbero stati sconfitti, e dopo di loro il resto dell'esercito sarebbe stato catturato
senza combattere. 18,263. Oltre alle navi il fuoco ha distrutto anche l'esortazione all'essere deboli.
Infatti chi non voleva fare niente e diceva di essere malato stava steso e dormiva sulla nave, ma
poiché non c'erano più le navi, ogni uomo doveva essere sotto le armi. Dunque l'impossibilità di
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mantenere così tante navi, anche per quelli che volevano fortemente fare così, è stata dimostrata dal
fatto che loro non erano stati capaci di salvare le navi rimaste, che erano quindici ed erano state
tenute per fare dei ponti. Infatti la corrente che era troppo violenta, sia per marinai esperti, sia per
ogni altro grande numero di mani, avrebbe portato sia quelle navi, sia gli uomini che navigavano in
esse, nelle mani dei nemici,cosicché se c'è qualcuno che è stato danneggiato dall'incendio delle navi
e che potrebbe criticarlo è il Persiano, che giustamente potrebbe biasimarlo. E, a quanto si dice, i
Persiani hanno biasimato spesso l'incendio delle navi. 18,264. I Romani bevendo l'acqua del Tigri
sono andati avanti tenendo il fiume sul loro lato sinistro e sono andati in una terra migliore di quella
precedente, cosicché essi hanno aggiunto in modo coraggioso altri prigionieri a quelli che essi
avevano. Quando i Romani hanno superato completamente la zona coltivata, ed erano in mezzo a
una zona brulla,ma non pessima, Iulianos ha ordinato all'esercito di prendere il cibo per venti giorni,
perché quella era la distanza dalla bella città che è al confine del nostro impero. Poi per la prima
volta si è visto un esercito persiano schierato per una battaglia, era una moltitudine non disordinata,
e molto oro era nelle loro armi. E qualcuno dei nostri uomini in prima linea è caduto e i nostri
uomini hanno attaccato tutti insieme, nessun cavaliere e nessun soldato a piedi ha portato gli scudi
contro di noi, ma i Persiani si sono ritirati immediatamente e sono fuggiti, ed erano molto esercitati
in questa parte della guerra. 18,265. E dopo non c'è stata nessuna battaglia, ma degli agguati e degli
ignobili assalti di pochi cavalieri che attaccavano i nostri soldati che erano più lontani dalle trincee,
e questi nemici morivano più di quanto uccidevano. Infatti i nostri fanti andando sotto al cavaliere
rompevano la lancia con la spada e facevano cadere entrambi, cavallo e cavaliere, ed erano pronti a
colpire con il ferro il nemico nella sua veste. 18,266. Dunque quelli che si sono avvicinati hanno
patito tali sofferenze, ma gli arcieri, che erano bravi nel colpire da lontano, scagliavano i loro dardi
verso il fianco destro dei nostri soldati che era scoperto e hanno costretto i nostri soldati a guardarli
e a avanzare lentamente. Tuttavia i nostri soldati si avvicinavano e la nuvola di frecce non impediva
loro di avanzare in nessun modo. Infatti l'imperatore, spingendo il suo cavallo in ogni luogo,portava
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il suo aiuto a chi era in difficoltà e portava i reggimenti dai luoghi che erano sicuri a quelli che
avevano bisogno di aiuto e mandava i migliori dei suoi comandanti nella retroguardia. 18,267.
Dunque fino a questi momenti Iulianos avanzava vincendo e per me è piacevole parlarne, ma da
questo momento in poi, o dei e demoni e cambiamenti della sorte, quale evento io sono costretto a
dire! Voi volete che io taccia le cose restanti e che io ponga fine al mio discorso con gli argomenti
che sono più belli da dire? O voi che siete presenti, spero che molte cose buone accadano a voi per i
vostri lamenti! Che cosa decidete? Devo piangere o devo parlare? Sembra che voi siate colpiti
dall'evento, ma mi chiedete di raccontarlo, e io devo parlare e devo mettere fine a un'opinione non
vera riguardo alla morte di Iulianos. 18,268. Infatti ormai i Persiani soccombevano ed erano
abbattuti in modo evidente, temevano che i Romani, dopo avere conquistato le parti migliori della
loro terra, trascorressero l'inverno in queste terre, e i Persiani sceglievano gli ambasciatori e
contavano i doni, tra i quali c'era anche la corona, e stavano per mandare nel giorno successivo
questi doni insieme a una supplica e rendevano Iulianos decisore degli accordi di pace, una parte
dello schieramento si è staccata e alcuni soldati si difendevano da quelli che li attaccavano,e gli altri
avanzavano senza farsi notare, improvvisamente si è alzata una violenta tempesta che ha radunato
delle nuvole di polvere e ha aiutato quelli che volevano farci del male, l'imperatore si sforzava di
collegare l'esercito che era spezzato, insieme a un solo collaboratore, una lancia di un cavaliere ha
colpito Iulianos, che era senza armi,e io credo che il suo vincere in modo molto grande non lo abbia
difeso, la lancia, correndo attraverso la via più breve, è entrata nel suo fianco. 18,269. Quell'uomo
nobile è caduto a terra e ha visto il suo sangue che scorreva,voleva nascondere ciò che era successo,
è salito di nuovo a cavallo, e quando il sangue ha rivelato la sua ferita, ha gridato a quelli che erano
sempre vicino a lui che non avessero paura di quella ferita, perché essa non avrebbe causato la sua
morte. Lui diceva queste parole, ma è stato sconfitto da quella cosa terribile. È stato portato nella
tenda e su un letto morbido,sulla pelle di leone e sulla paglia, infatti queste cose erano il giaciglio di
quell'uomo. 18,270.E quando i medici hanno detto che non ci sarebbe stata per lui nessuna salvezza,
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l'esercito ha ricevuto la notizia della sua morte, e tutti hanno pianto, tutti si sono percossi, la terra è
stata bagnata dalle lacrime versate da tutti, le armi sono cadute dalle mani e sono state gettate via,
tutti credevano che nessun messaggero sarebbe tornato da quel luogo fino alla loro casa. 18,271. I
Persiani hanno offerto agli dei salvatori i doni che avevano mandato a Iulianos, hanno preparato la
tavola nel solito modo, mentre in precedenza avevano preferito usare il pavimento, i Persiani hanno
adornato secondo la loro consuetudine la loro chioma, che avevano trascurato durante quel tempo di
pericoli, e dopo la morte di quell'unico uomo i Persiani hanno fatto le stesse cose che avrebbero
fatto se i loro nemici fossero scomparsi completamente, inghiottiti da un'apertura della terra.Dunque
entrambe le parti credevano che i successi dei Romani dipendevano dalla mente di Iulianos, i
Romani piangevano e credevano di essere rovinati, i Persiani esultavano e pensavano che presto
avrebbero vinto. 18,272.Si potrebbe vedere l'eccellenza di quell'uomo anche dalle sue ultime parole.
Quando tutti quelli che erano attorno a lui erano caduti in un lamento, e quando neppure i filosofi
potevano sopportare quegli eventi, Iulianos ha rimproverato tutti loro e soprattutto i filosofi, lui ha
detto che le azioni della sua vita lo portavano alle isole dei beati, ma loro piangevano come se lui
avesse vissuto in un modo degno del Tartaro.Quella tenda era simile al carcere che accolse Sokrates,
e quelli che erano vicini a Iulianos erano simili a quelli che erano vicini a Sokrates, la ferita di
Iulianos era simile al veleno di Sokrates, le parole del primo erano simili a quelle del secondo,
Sokrates era l'unico che non piangeva e anche Iulianos non piangeva. 18,273.E gli amici chiedevano
a Iulianos di nominare il suo erede, ma lui non ha visto nessuno simile a sé e ha lasciato la decisione
all'esercito. Lui ha scritto delle lettere dicendo ai soldati di salvare se stessi per tutto il loro tempo,
perché lui aveva sopportato ogni fatica per salvarli. 18,274. Qualcuno vuole sentire dire chi lo ha
ucciso. Io non so il suo nome, ma un segno chiaro che non sia stato un nemico è il fatto che nessun
nemico si è vantato per quella ferita. Altrimenti i Persiani per mezzo di alcuni messaggeri avrebbero
invitato l'uccisore a ricevere un dono, e l'uccisore avrebbe potuto ottenere grandi premi, se si fosse
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ricompense. 18,275. E noi dovremmo essere grati ai nemici, perché loro non hanno reclamato la
gloria per delle azioni che non avevano commesso, ma ci hanno dato la possibilità di cercare
l'uccisore tra noi. Infatti quegli individui per i quali non era utile vivere e che vivevano in modo
contrario alle leggi da molto tempo tramavano, e hanno fatto questa azione quando è stato possibile
per loro farla, e i motivi che li spingevano a fare ciò erano la loro malvagità, che non aveva spazio
durante l'impero di Iulianos, e soprattutto gli onori che lui dava agli dei, mentre loro cercavano la
cosa contraria. 18,276. Le cose che Thukikides dice riguardo a Perikles, cioè che lui nella sua morte
mostrò nel modo più glorioso quanto lui era importante per lo stato, potrebbero essere dette anche
riguardo a Iulianos. Infatti tutte le altre cose potevano essere come prima, gli uomini, le armi, i
cavalli, i tassiarchi, i plotoni, i prigionieri, le ricchezze, il cibo, ma tutte queste cose sono state
distrutte insieme a quell'unico cambiamento che è avvenuto riguardo all'imperatore. 18,277. Infatti
in primo luogo i soldati non si opponevano a quei nemici che prima loro mettevano in fuga,poi sono
stati allettati dalla parola “pace”, e i nemici hanno usato lo stesso espediente, tutti hanno gridato che
accettavano la pace ed erano contenti di essa, e l'imperatore romano per primo è stato attirato da
questa soluzione. I Persiani hanno trovato che i Romani desideravano la pace, i Persiani hanno
temporeggiato, hanno insistito nel domandare, hanno risposto, hanno accettato una certa cosa, ne
hanno rinviato un'altra, hanno fatto consumare il cibo ai Romani mediante un grande numero di
ambascerie. 18,278. Quando i Romani hanno avuto carenze di grano e di tutti gli altri beni, hanno
fatto delle richieste, ed è stata incombente su di loro la necessità terribile di cedere tutte le loro
conquiste, allora i Persiani hanno chiesto quel compenso che era più facile da sopportare, le città, i
territori e le province che erano i baluardi della sicurezza dei Romani. L'imperatore romano ha
accettato, e ha rinunciato a ogni cosa, e ha ritenuto che non ci fosse niente di terribile in questo.
18,279.Dunque io molte volte mi sono stupito per il fatto che i Persiani non abbiano voluto prendere
di più, quando ciò era possibile. Infatti chi avrebbe potuto opporsi ai Persiani se avessero esteso il
loro desiderio all'Eufrate? Chi avrebbe potuto opporsi se avessero esteso il loro desiderio fino
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all'Oronte? Chi avrebbe potuto opporsi se avessero esteso il loro desiderio fino al Cidno? Chi
avrebbe potuto opporsi se avessero spinto il loro desiderio fino al Sangario? Chi avrebbe potuto
opporsi se avessero spinto il loro desiderio fino al Bosforo stesso? Infatti l'imperatore romano aveva
vicino qualcuno che gli diceva che la parte restante del territorio era sufficiente per dargli il suo
impero, il suo lusso, la sua ubriachezza, e la sua dissolutezza. Dunque se qualcuno si rallegra per il
fatto che queste cose non sono avvenute, deve ringraziare i Persiani, che hanno chiesto una parte
minima della terra che avrebbero potuto avere. 18,280. E i nostri uomini hanno lasciato le loro armi
ai nemici, sono stati nudi, come dopo un naufragio, la maggior parte di loro chiedeva l'elemosina,
sono tornati, se qualcuno di loro portava metà di uno scudo o un terzo della lancia o uno dei due
schinieri appeso alle spalle, costui era un eroe come Callimachos, l'unica giustificazione che
avevano tutti costoro che si comportavano in modo sconveniente era la morte di Iulianos che aveva
inflitto queste sconfitte ai nemici. 18,281. Dunque perché, o dei e demoni, voi non avete confermato
queste cose? Perché voi non avete reso felice quella stirpe di persone che vi conosce? E perché non
avete fatto in modo che Iulianos fosse l'autore della loro felicità? Che cosa voi avete rimproverato
alla mente di quell'uomo? Che cosa voi non avete elogiato delle azioni che sono state fatte da lui?
Iulianos non ha forse innalzato degli altari? Non ha forse costruito dei templi?Non ha forse onorato
in modo magnifico gli dei, l'etere, il cielo,la terra, il mare, le sorgenti, i fiumi? Lui non ha forse fatto
una guerra contro quelli che combattono contro di voi? Lui non è stato forse più morigerato di
Lui non ha forse riportato in salute un mondo che stava morendo? Lui non ha forse odiato la
malvagità? Non è stato gentile con gli uomini giusti? Non è stato ostile ai dissoluti? Non è stato
amico degli uomini giusti? 18,282. O grande esercito, o numerose distruzioni,o numerose vittorie, o
fine indegna di quel pensiero! Noi pensavamo che tutta la terra dei Persiani sarebbe diventata una
parte della terra dei Romani e pensavamo che i Persiani avrebbero abitato la loro terra secondo le
nostre leggi, avrebbero ricevuto da noi i loro governanti, avrebbero pagato dei tributi, avrebbero
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cambiato la loro lingua e avrebbero cambiato il loro vestito e si sarebbero tagliati i capelli,
pensavamo che gli insegnanti di retorica avrebbero fatto in modo che i figli dei Persiani
applaudissero gli oratori a Susa, pensavamo che i nostri templi sarebbero stati adornati dal bottino
preso ai Persiani e avrebbero dimostrato la grandezza di quella vittoria, pensavamo che Iulianos,che
aveva compiuto queste azioni,avrebbe dato dei premi a quelli che avrebbero elogiato le sue imprese,
con ammirazione per alcune persone e senza disprezzo per altre persone, e pensavamo che Iulianos
avrebbe gradito alcuni sforzi e non si sarebbe adirato con altri sforzi, pensavamo che i discorsi, se
ciò è possibile, sarebbero stati ancora più gradevoli, pensavamo che le tombe dei morti avrebbero
lasciato spazio ai templi, pensavamo che tutti gli uomini sarebbero andati agli altari volentieri,
pensavamo che quelli che avevano rovesciato gli altari li avrebbero restaurati, pensavamo che le
persone che avevano evitato di offrire il sangue avrebbero fatto dei sacrifici, pensavamo che le case
di tutte le persone sarebbero diventate più ricche grazie ai molti redditi e alla piccolezza delle tasse,
e infatti Iulianos anche in mezzo ai pericoli pregava gli dei affinché la guerra finisse in un modo tale
che lui potesse ridurre la tassazione, portandola di nuovo ai livelli antichi. 18,283. Una schiera di
dèmoni invidiosi ha eliminato queste speranze e altre ancora più numerose che erano attese e ha
riportato nascosto nella bara l'atleta che era vicino a raggiungere la corona. Giustamente il lamento
è andato attraverso tutta la terra e il mare, giustamente alcuni sarebbero morti volentieri insieme a
Iulianos, altri soffrono perché non sono morti e per loro il tempo prima di lui e il tempo dopo di lui
sono come una notte continua, e il tempo del suo impero è come un raggio di sole veramente puro.
18,284. Oh quelle città che tu avresti potuto costruire! Oh quelle città in rovina che tu avresti potuto
riparare! Oh quegli studi di retorica che tu avresti potuto sollevare nella loro stima! Oh quanto
grande avrebbe potuto essere il potere di ogni altra virtù! Oh quale giustizia è scesa dal cielo di
nuovo sulla terra, ed è andata di nuovo dalla terra al cielo! Oh quale cambiamento improvviso! Oh
quale felicità è cominciata e nello stesso tempo è finita! Noi abbiamo provato una condizione simile
a quella di un uomo assetato che avvicina alle sue labbra una coppa di acqua fresca e trasparente, e
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nel momento prima che la stia gustando, qualcuno arriva e gliela toglie. 18,285. Se noi dovevamo
comunque essere privati di lui così presto, sarebbe stato meglio se Iulianos non avesse mai avuto il
potere imperiale invece di perderlo prima che noi ne avessimo una sazietà. Adesso invece lui ha
gustato il potere ed è stato privato di esso, non affinché noi godessimo di questa cosa, ma affinché
noi gemessimo dopo che abbiamo saputo quali sono i beni dei quali non usufruiamo, come se Zeus,
dopo avere mostrato agli uomini il sole, lo tenesse presso di sé e non facesse più nascere il giorno.
18,286. Tuttavia, anche se il sole fa ancora le sue funzioni e percorre ancora la stessa strada, il
beneficio non è simile per coloro che sono migliori, infatti il dolore per Iulianos ha sommerso la
nostra anima, ha reso confusa la nostra mente, ha versato una nebbia sui nostri occhi, e noi siamo
poco diversi da quelli che vivono nell'oscurità. Infatti quali sventure sono avvenute dopo l'uccisione
dell'imperatore! Quelli che fanno discorsi contro gli dei vengono onorati, i sacerdoti vengono
sottoposti ad accuse di illegalità. Le offerte che onoravano la divinità vengono distrutte dal fuoco e
su di esse è stata messa una multa, anzi il ricco paga la multa con i propri soldi, e chi non è ricco
viene arrestato e condannato a morte. 18,287. Alcuni templi vengono distrutti, altri, che sono
incompiuti, sono diventati oggetto di scherno per individui scellerati, i corpi dei filosofi vengono
torturati, e il fatto di avere ricevuto qualcosa perché l'imperatore lo ha dato è diventato un debito
verso il fisco, e si aggiunge l'accusa di furto, il filosofo è stato spogliato nel pieno dell'estate a
mezzogiorno, è stato colpito dai raggi del sole, è stato costretto a ripagare non ciò che aveva preso,
ma ciò che evidentemente non aveva preso e non poteva ripagare, non affinché lui pagasse, infatti
come avrebbe potuto pagare, se era impossibile? Ma affinché lui fosse torturato, tormentato e
bruciato, perché non poteva pagare. 18,288. Gli insegnanti di retorica, che prima vivevano insieme
ai governanti, adesso sono respinti da quelle porte come se fossero degli assassini, e le moltitudini
di giovani studenti, che prima assistevano alle lezioni degli insegnanti di retorica, adesso le evitano,
perché gli studi di retorica sono diventati deboli, e i giovani cercano un altro supporto. I consiglieri
cittadini fuggono dal loro servizio, che è il più giusto a favore delle loro patrie, e inseguono una
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libertà che è ingiusta, e non c'è nessuno che potrebbe frenare chi si comporta in modo sbagliato.
18,289. Tutti i luoghi sono pieni di venditori i continenti, le isole, i villaggi,le città, le piazze, i porti,
le vie; vengono venduti una casa, i suoi schiavi, il suo tutore, la sua nutrice, il suo educatore, le
tombe dei progenitori, dovunque ci sono povertà, miseria e lacrime, e agli agricoltori sembra che sia
meglio mendicare invece di coltivare la terra, e l'uomo che oggi dà delle elemosine domani ha
bisogno di qualcuno che gli darà l'elemosina. 18,290. Sciti, Sarmati e Celti, e tutti i popoli barbari
che prima erano felici di vivere in pace, affilano di nuovo le loro spade, fanno spedizioni militari,
fanno navigazioni, fanno minacce, agiscono, se loro ci inseguono ci fanno prigionieri, se loro sono
inseguiti da noi vincono loro, come degli schiavi malvagi che, dopo la morte del loro padrone, si
ribellano contro gli orfani del padrone. 18,291. In queste situazioni quale uomo intelligente non si
giovanile, se è vecchio non si strapperebbe la barba bianca,per piangere se stesso e il mondo abitato,
se bisogna ancora chiamarlo così? 18,292. La Terra ha percepito bene la sua disgrazia e ha onorato
quell'uomo con un lutto opportuno, e come un cavallo si scuote di dosso un cavaliere, essa ha
distrutto delle città tanto grandi e tanto numerose, molte città in Palestina, tutte le città dell'Africa
settentrionale. Le più grandi città della Sicilia giacciono al suolo, giacciono al suolo tutte le città dei
Greci tranne una, giace al suolo la bella città di Nicea, è scossa quella città che era la più grande per
la sua bellezza, e non può avere fiducia per il futuro. 18,293. Iulianos riceve questi onori dalla Terra
oppure, se si vuole, da Poseidon: dalle Stagioni sono venute carestie e pestilenze che distruggono in
modo simile sia gli esseri umani, sia gli animali al pascolo, perché non è giusto che gli esseri viventi
prosperino sulla terra, se Iulianos se ne è andato. 18,294. Dunque che c'è di strano se, quando ci
sono queste circostanze che sono così, qualcuno, come me, ritiene che sia una punizione il fatto di
non essere ancora morti?Tuttavia io ritenevo giusto che gli dei ricompensassero quell'uomo mirabile
non in questo modo, ma con la nascita dei suoi figli, e con una vecchiaia avanzata, e con un lungo
impero. 18,295. Ma, o Zeus, dei re di Lidia, discendenti di Ghyghes che non aveva la mano pura,
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uno ha regnato trentanove anni,un altro ha regnato cinquantasette anni, la sua guardia del corpo, che
era un uomo empio, ha regnato per trentotto anni, e tu, Zeus, hai concesso a Iulianos di occupare il
trono più alto per tre anni, ma tu avresti dovuto dargli un regno più lungo,o almeno non più breve di
quel tempo in cui tu hai ritenuto giusto che regnasse Kyros il grande, e anche lui aveva
atteggiamenti paterni nei confronti dei suoi sudditi. 18,296. Ma quando io penso al rimprovero con
cui Iulianos ha colpito quelli che piangevano nella sua tenda, anche adesso io ritengo che lui
disapprovi la parte del mio discorso che consiste in un lamento funebre, e a me sembra che se lui
venisse qui, se ciò fosse possibile, userebbe tali parole parlando con noi: “voi piangete la mia ferita
e la mia morte durante la mia giovinezza,ma se voi ritenete che lo stare insieme agli dei sia una cosa
peggiore dello stare con gli esseri umani, vi sbagliate. Se voi pensate che non ci sia questo spazio
per me insieme agli dei, ignorate tutto di me, e voi siete nella situazione più assurda perché non
conoscete per niente quell'uomo che credete di conoscere benissimo”. 18,297. “Pertanto a voi non
deve sembrare che sia una cosa terribile neppure il fatto che io sia morto in guerra e a causa di un
ferro. In questo modo morì Leonidas, in questo modo morì Epaminondas, in questo modo morì
Sarpedon, in questo modo morì Memnon, e questi ultimi due erano figli di dei. Se la brevità del
tempo della mia vita vi addolora, Alexandros figlio di Zeus deve portare a voi una consolazione”.
18,298. Iulianos direbbe queste parole, e io potrei aggiungere altre parole a queste, e la prima cosa e
la più importante è che le decisioni delle Moire, del destino, sono impossibili da vincere, forse la
stessa Moira, lo stesso destino colpisce l'impero dei Romani e in passato colpì l'Egitto. Era
inevitabile che le cose qui andassero male, ma Iulianos durante la sua vita ha impedito questo
destino e ci ha dato la felicità, lui ha ceduto il passo di fronte all'attacco delle cose peggiori, affinché
non fossero felici coloro che avrebbero dovuto stare male. 18,299. Noi dobbiamo pensare dentro noi
stessi anche un'altra cosa, che se anche Iulianos è morto giovane, lui ha superato tutti gli imperatori
anziani grazie alle sue imprese. Infatti di quale uomo si ricordano azioni così numerose e grandi,
anche di un uomo vissuto per un tempo triplo di quello di Iulianos? Dunque noi, anche se non
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abbiamo lui in presenza, dobbiamo conservare la sua gloria e non dobbiamo dolerci della sua morte,
ma dobbiamo essere felici per le cose che sono successe prima della sua morte. 18,300. Iulianos è
quell'uomo che è andato fuori dalla terra romana, ha vinto anche lì, e anche se il suo corpo era nella
terra straniera, lui ha mantenuto l'impero sotto il suo controllo, sia quando era assente, e in un modo
simile quando era presente, lui ha avuto la stessa capacità di pacificare tutto l'impero. Infatti nessun
Barbaro ha preso le armi contro gli accordi, né da dentro l'impero è sorto un tumulto, neppure uno, e
molte usurpazioni simili sono state osate molte volte anche quando gli imperatori erano presenti.
Tuttavia se l'affetto o la paura hanno prodotto questo effetto, anzi, se la paura ha frenato i barbari,
l'affetto ha frenato i sudditi, come potrebbe non essere giusto ammirare ognuno di questi suoi due
meriti, sia il fatto che Iulianos abbia messo paura ai nemici, sia il fatto che lui abbia ispirato
benevolenza ai suoi amici, oppure, se vuoi, entrambi questi sentimenti in entrambe queste persone?
18,301. Certamente questa cosa deve togliere a noi un po' del nostro dolore, ed oltre a questa cosa,
anche un'altra, il fatto che nessuno dei sudditi possa mai dire a se stesso che non è stato comandato
da un uomo migliore di se stesso.Infatti chi potrebbe essere più giusto di Iulianos nell'avere il potere
imperiale? Se lui era eccellente sia nel suo pensiero, sia nella sua capacità di parlare, sia nelle altre
virtù rispetto agli altri uomini, non è forse giusto che lui esercitasse un comando su uomini che
erano meno eccellenti di lui? 18,302. Noi non potremmo più vedere Iulianos, ma possiamo
conoscere i suoi discorsi, ed essi sono numerosi e sono tutti scritti con arte. Eppure molti di quelli
che sono invecchiati nell'attività dello scrivere hanno evitato più generi letterari di quelli che hanno
avuto il coraggio di percorrere, cosicché essi non possono essere lodati per le opere che hanno
composto più di quanto non debbano essere biasimati per quelle opere che non hanno scritto, ma
Iulianos, che nello stesso tempo faceva una guerra e componeva dei testi letterari, ha lasciato opere
in tutti i generi e in tutti i generi ha superato tutti gli autori, e nel genere letterario delle epistole lui
ha superato se stesso. 18,303. Quando io prendo questi suoi testi mi procuro una consolazione;
grazie a questi suoi testi, che sono come suoi figli, voi sopporterete il vostro dolore. Iulianos ha
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lasciato questi suoi figli che sono immortali, e il tempo non potrebbe cancellarli, come non potrebbe
cancellare i colori che sono nei suoi ritratti sulle tavole. 18,304. E poiché io ho menzionato i suoi
ritratti, molte città hanno messo i suoi ritratti nei templi degli dei e onorano Iulianos come onorano
gli dei, e già in passato qualcuno ha chiesto a Iulianos con una preghiera qualche benedizione e non
è stato deluso in questa richiesta. Così certamente Iulianos è tornato presso gli dei, e ha ottenuto
dagli stessi dei il potere divino. Allora hanno avuto ragione quelli che hanno quasi lapidato il primo
messaggero che riferiva la sua morte, come se avesse detto una menzogna su una divinità. 18,305.
Mi consolano anche i Persiani che nelle loro pitture raffigurano l'invasione di Iulianos. Infatti si dice
che i Persiani abbiano paragonato Iulianos al fuoco di un fulmine e si dice che abbiano dipinto un
fulmine aggiungendo il suo nome a fianco, mostrando che le sventure inflitte a loro da lui sono state
più grandi della natura umana. 18,306. Un luogo della Cilicia davanti a Tarso ha accolto il corpo di
Iulianos, ma lo avrebbe accolto in modo più giusto quel luogo dell'Accademia che è vicino a Platon,
in modo che fossero compiuti per Iulianos quegli stessi riti che vengono fatti per Platon dai giovani
e dai loro insegnanti che verranno in futuro. Bisogna fare per Iulianos dei canti conviviali,dei peana,
e ogni genere di elogi, e bisogna chiamare costui come alleato contro i Barbari che stanno
cominciando delle guerre, e lui, che poteva sapere tutto ciò che sarebbe successo in futuro grazie
alla divinazione,ha ritenuto che fosse necessario per lui sapere innanzitutto questa prima cosa, se
avrebbe fatto del male ai Persiani, e come seconda cosa, se lui sarebbe ritornato incolume,con la sua
azione ha dimostrato che desiderava la gloria, non la vita. 18,307. Dunque la cosa più felice tra tutte
è l'essere stati governati da un imperatore così eccellente, e noi che siamo stati privati di questa
gioia, dobbiamo ritenere che la gloria di Iulianos sia un rimedio per il nostro dolore, e noi possiamo
giurare su di lui, oltre che sugli altri dei, toccando la sua tomba e noi possiamo farlo in modo più
ragionevole dei Barbari quando essi giurano sugli uomini più giusti tra loro. 18,308. O tu che eri
allievo degli dei, discepolo delle divinità, compagno delle divinità, o tu che possiedi una piccola
parte della terra con la tua sepoltura, ma possiedi tutta la terra abitata per l'ammirazione che hai
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suscitato, o tu che hai vinto gli stranieri nelle battaglie, e che hai vinto i tuoi connazionali senza
combattere, o tu che sei stato per i padri più caro dei loro figli, tu che sei stato per i figli più caro dei
loro padri, o tu che hai compiuto delle azioni grandi e che stavi per compierne altre ancora più
grandi, o tu che sei stato soccorritore degli dei, discepolo degli dei, o tu che hai calpestato tutti i
piaceri tranne tutti quelli che venivano dagli studi di eloquenza,questi onori sono dati a te dalle mie
parole, ed esse sono piccole, ma tu hai ritenuto che esse fossero grandi.
sono stati sventurati per colui che la ammirava, essa si vergogna perché si è comportata male, e a
causa di questo misfatto le è stato impedito di mandare a te un'ambasceria che avrebbe dato una
spiegazione riguardo agli eventi che sono accaduti e avrebbe fatto una vera supplica. 19,2. Io sono
venuto dopo essermi autoeletto, e ritengo che sarebbe una cosa molto importante se io potessi avere
tutto quello che ti prego di avere,e non è piccola questa fatica che io faccio a favore della mia patria,
anche se mi accadesse di non avere successo in questo mio obiettivo. Infatti io ritengo che sarò
giudicato per la mia intenzione, non per la mancanza dei mezzi capaci di darmi il risultato. 19,3.
Dunque la mia vecchiaia mi esortava a stare a casa mia ed era possibile per me ascoltare molti miei
amici e conoscenti, quando dicevano che non era sicuro parlare riguardo a tali argomenti di fronte a
un imperatore adirato, ma io ho ritenuto che per quelle parole che sarebbero state dette da me non ci
sarebbe stato niente di spiacevole da parte della tua indole naturale e del tuo comportamento,e io mi
sono convinto che, se gli dei vogliono, la mia vecchiaia può sopportare anche un viaggio di
lunghezza doppia, e questo stesso fatto ha chiarito che io mi sono convinto giustamente di questa
cosa. 19,4. E io, che non mi sarei aspettato di percorrere nemmeno la prima tappa del viaggio, ho
percorso numerose tappe, ho attraversato il Bosforo e sono arrivato nel palazzo imperiale per fare i
discorsi che riguardano la mia città. Dunque grazie alle persone che mi hanno aiutato io ho
sopportato questo viaggio, non mi sono stancato e ritengo che avrò queste persone come alleate in
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tutta la mia impresa. 19,5. Dunque io ho già sentito che qualcuno che invidia la nostra città per le
sue acque, per i suoi venti, per la sua grandezza e per la sua bellezza, e per coloro che la abitano e
perché in essa alcuni discorsi sono dati e sono ricevuti, e perché in essa ci sono degli studenti che
vogliono imparare e degli insegnanti che hanno la capacità di insegnare. 19,6.Io non metterei questa
città tra quelle che sono felici, anzi io credo il contrario, se penso sia ai terremoti e alle loro rovine,
sia alle spedizioni militari dei Persiani sia ai saccheggi, sia alle distruzioni, sia al fuoco, sia a quegli
eventi che, io direi, sono propri di una sventura più grande, la collera ingiusta di Antiochia contro
coloro che hanno il potere, le uccisioni di costoro con i trascinamenti per i piedi, e noi abbiamo
sentito dire che queste cose molte volte sono state rimproverate da altre persone; e infatti questi
eventi sono stati sventurati, e sono stati accusati. 19,7.Tuttavia questa cosa come può essere giusta?
Bisogna ritenere che anche questa disgrazia attuale sia opera di quel dèmone che riceve l'aiuto di
Nemesi che ha patito un'offesa. L'offesa consiste nel fatto che non c'è più il suo tempio. E questa
cosa è stata dimostrata dagli eventi che sono accaduti grazie a un altro tempio di Nemesis. 19,8. E
chi potrebbe dire che non siano stati terribili i fatti riguardanti le vostre statue? Chi potrebbe non
definire oscuro quel giorno? O imperatore, è stato il comportamento di una città impazzita, ma ciò
che ci ha tolto la ragione è stato qualcosa di molto potente,cosicché,anche se bisogna ammettere che
la colpa è stata di tutta quanta la città, essa ha una giustificazione per ciò che l'ha spinta. Infatti se la
città fosse stata sana di mente non avrebbe fatto queste azioni, ma poiché essa delirava ha osato
compiere questi reati. 19,9. La consuetudine non è punire un uomo che ha patito questa condizione,
ma avere compassione di costui e tentare di risanarlo con la capacità dei medici. Nessuno percuote
colui che è impazzito e nessuno fa un processo a chi è impazzito, considerando la sua malattia come
accusa. O imperatore, anche le città si ammalano, le loro malattie sono le loro rivolte, il loro
tumulto, il loro cedere alla collera, il loro fare dei reati a causa di questi cedimenti e hanno fatto
delle azioni vietate dalla legge. 19,10. Infatti le rivolte consistono in questo, e nelle rivolte
avvengono molte altre cose terribili, avvengono delle uccisioni non soltanto di concittadini, ma
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anche di parenti, quando la violenza della collera supera gli affetti che sono dati dalla natura. E
questo male qualche volta potrebbe avvenire anche in una piccola città, ma esso è molto diffuso in
quelle città che sono grandi. 19,11. E se tu esamini il tempo dell'impero dei Romani, troverai che le
rivolte avvengono in queste città che sono molto grandi; e quegli imperatori che hanno pensato nel
modo più opportuno hanno ritenuto che queste città fossero meritevoli di un perdono, ma da parte di
altri imperatori, che hanno preso delle decisioni non buone, sono arrivate delle punizioni e queste
punizioni hanno danneggiato anche quelli che le hanno comminate. Infatti quegli imperatori oltre a
rendere più deboli se stessi, hanno dimostrato di non essere capaci di seguire gli esempi degli dei.
19,12. Quali sono le azioni degli dei? Il perdono verso quelli che ogni giorno dicono delle parole
contro di loro, se queste persone sono addolorate dalle circostanze. Eppure spesso le persone
rovinano se stesse, ma quando esse calunniano gli dei, essi le sopportano. E per questo motivo è
grande la stirpe degli esseri umani,se le punizioni seguissero tutti gli errori, sarebbe molto piccola la
parte degli esseri umani che si conserverebbe in vita. Dunque chi vuole essere simile agli dei deve
essere contento di evitare le punizioni più che di comminare queste punizioni. 19,13. Io trovo che i
Greci siano superiori ai Barbari per questo merito, che è quello più grande. I Barbari,che sono simili
a degli animali feroci, disprezzano la compassione, mentre i Greci sono rapidi nell'avere
compassione e nel superare la collera. In questo modo gli Spartani, quando potevano distruggere
Atene la risparmiarono, e quei Greci che combatterono contro i Persiani risparmiarono quei Greci
che si erano schierati insieme ai Persiani anche se avevano come necessità non piccola per punirli
quelle cose che erano state decise riguardo a loro. Anche Alexandros il Macedone sarebbe stato
migliore, se non avesse distrutto Tebe. Infatti questa azione non sarebbe andata contro i discorsi
riguardo a lui, ma sarebbe stato il primo merito nei discorsi favorevoli riguardo a lui. 19,14. Si dice
“ciò che è avvenuto è stato terribile”. E gli eventi che accadono ad Alessandria e che sono numerosi
e frequenti, sono forse moderati? Ad Alessandria il teatro è un luogo di guerra contro i governatori.
Gli abitanti di Alessandria nelle guerre che fanno contro questi magistrati fanno una guerra anche
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contro voi che avete i poteri imperiali, e non indugiano a dire nessuna parola, e hanno chiamato in
Egitto anche gli uccisori degli imperatori della parte occidentale e gli usurpatori del loro regno. E
tuttavia quella città c'è ancora e resta in piedi. È concesso alla natura delle città il commettere questi
errori, e noi non ci meravigliamo se esse sbagliano, ma se esse non sbagliano. Dunque voi stessi
imperatori avete istituito questa legge, anche se non con dei documenti scritti, ma di fatto, cioè il
concedere un perdono alla stoltezza delle città. 19,15. Certamente sapeva bene questa cosa anche il
più giovane dei due fratelli imperatori provenienti dalla Pannonia. Infatti quando la Grande città ha
accolto volentieri un usurpatore temerario, con le sue parole e con le sue azioni, in entrambi questi
corpo civico e la popolazione di quella città, ma lui non ha pensato questa cosa, è rimasto seduto ad
aspettare che qualcuno intercedesse a favore di quella città,e quando costui è apparso, lo ha elogiato
e non ha punito la città. 19,16. Io spero che si dica qualcosa di simile anche riguardo a te,e in questo
caso anche la tua reputazione diventerà più grande per questo motivo più che per i successi ottenuti
da te, ed essi ti hanno reso padrone degli Sciti e hanno fatto diventare gli Sciti tuoi schiavi ben
disposti. Ed essi sono così grazie alle tue azioni verso di loro. Infatti invece del punire, che è una
cosa facile, io credo, per ciascuno,tu fai in modo che i tuoi sudditi saranno sicuri. Per questo motivo
è possibile sentire che alcuni ti definiscono guerriero più che benevolo,mentre altri dicono che tu sia
guerriero più che benevolo.19,17. La lode che riguarda la benevolenza è molto più gloriosa, perché
essa appartiene a una persona, mentre la lode di un imperatore che ha vinto contro dei nemici, si
divide, una è per il comandante militare, una è per i soldati, una è per le armi, un'altra è per i cavalli,
un'altra è per i cavalieri, un'altra è delle navi, se si combatte mediante queste navi. 19,18. Pertanto, o
imperatore, tu non devi eliminare una reputazione che è così bella, ma devi pensare che è necessario
che l'imperatore sia simile a un padre, ed è proprio dei padri il sopportare con mitezza le insolenze
dei propri figli. Dunque è possibile fare molti elogi riguardo a te, ma l'elogio più grande e più vero è
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la lode della tua clemenza. E anche se tutti gli uomini fossero crudeli e malvagi, sarebbe necessario
che tu mantenessi questo tuo atteggiamento. 19,19. E si può vedere che anche Iulianos si
preoccupava di ottenere un onore grazie a questo atteggiamento, e Kostantinos, che ha preferito alla
città dei Romani quella città che porta il suo stesso nome, ha dimostrato questa dote. Infatti in quel
tempo il popolo dei Romani ha colpito Konstantinos con delle grida molto insolenti,lui ha chiesto ai
suoi fratelli che cosa doveva fare, e uno di loro ha detto che lui doveva mandare l'esercito contro
quegli individui, e doveva farli a pezzi, e si è offerto di essere a capo di quell'esercito, l'altro fratello
invece ha detto che era proprio di un imperatore il non vedere neppure simili azioni, e l'imperatore
Kostantinos ha detto che quest'ultimo aveva dato i consigli necessari, mentre l'altro aveva dato un
consiglio crudele e che non era affatto utile a un imperatore,ha detto che è opportuno per coloro che
hanno il potere sopportare tali intemperanze, e l'imperatore ha reso una città grande nella sua gloria,
e ha congedato l'altra città, dopo averla rimpicciolita, ma ha reso la città di Roma benevola verso di
lui stabilendo una legge per la quale gli imperatori potevano considerare tali comportamenti come
un motivo per ridere. 19,20. E tuttavia Konstantinos non è stato uguale a te per quanto riguarda la
benevolenza, lui si è comportato in modo clemente in tali episodi, ma è stato molto più duro con
coloro che avevano aspirato al potere imperiale e con coloro che avevano tramato queste azioni, e
non soltanto con loro, ma anche con tutti quelli che parlavano con gli indovini riguardo a come
sarebbero andate le loro sorti, e nessun espediente avrebbe potuto salvare un tale individuo dal
fuoco. 19,21. Chi tra i Romani, chi tra i Barbari non sa quale è stato il tuo modo di comportarti in
tali situazioni? Sono venuti da te alcuni individui che erano soggetti ad accuse simili per essere
condannati a morte, e quella voce che ha eliminato questa decisione ha preso il suo inizio dal
palazzo imperiale, ed è arrivata attraverso la città a togliere le spade dai colli di quelle persone, e
adesso esse vivono in alcuni luoghi che danno dei piaceri dopo le condanne che richiedevano per
loro la pena di morte. 19,22. O imperatore, ha usufruito della tua benevolenza anche questa città che
è stata onorata da numerose spese fatte ogni giorno, grazie alle quali essa diventa sempre più grande
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e più bella. Pertanto gli Antiocheni non hanno portato in tribunale un soldato Scita che è stato
accusato di qualcosa, ma dopo averlo ucciso sulla terra, lo hanno gettato in mare, lo hanno privato
della sepoltura con quelle azioni che essi hanno osato quando hanno mandato via l'esercito degli
Sciti, non hanno temuto la tua collera neppure per un giorno, ma quando si aspettavano che
avrebbero sofferto la fame sono stati ammessi a ricevere di nuovo il pane grazie alla riconciliazione.
19,23.Dunque o tu oggi devi diventare diverso da te stesso e devi fare l'azione dei fiumi che vanno
verso l'alto, oppure finché, tu continui ad avere questo comportamento, adesso non devi ricorrere a
nessuna punizione. E che cosa c'è di buono nel trattare male una città che è suddita? Infatti non c'è
niente di buono per i pastori nel sacrificare tutte le pecore che vogliono, né c'è qualcosa di buono
per i bovari nel sacrificare tutti i bovini che vogliono, né c'è qualcosa di buono per i pastori di capre
nel sacrificare tutte le capre che vogliono,ma per questi pastori persone è una cosa grande e gloriosa
il combattere a favore di questo bestiame contro gli animali feroci che lo attaccano, sia il vincere
contro di loro, sia il respingerli, ma non c'è niente di ammirevole nell'altra azione, nel fatto che un
pastore divori gli animali che lui pascola. 19,24. Così, o imperatore, se la città ha commesso una
colpa in modo comune,tu dovresti provvedere in modo conforme alla tua indole naturale, ma adesso
tu dovresti ascoltare ogni cosa che io racconto; infatti in questo modo tu potresti essere un giudice
più giusto e potresti decidere sugli abitanti della città in base alle cose che sono accadute davvero.
19,25. Erano arrivate le lettere riguardo al denaro,e questa cosa era temuta da molto tempo. Allora è
stata creduta una cosa che prima sembrava incredibile,la terra non ha potuto sopportare questo peso,
e quelli che hanno sentito la lettera si sono gettati a terra,molti di loro hanno esaminato la loro grave
incapacità, e se non potevano fare queste cose in quel momento, non avrebbero potuto farle neanche
in futuro, neppure se lo avessero voluto molto, e i loro corpi sarebbero stati in difficoltà estreme.
Pertanto loro si sono rifugiati in quell'aiuto che è dato dal dio, e hanno invocato quello stesso dio,
affinché quel dio fosse capace di convincerti a risparmiare la moltitudine di persone. 19,26. Il
tribunale era pieno di quegli uomini, e tra costoro alcuni avevano avuto anche degli incarichi come
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governatori, altri avevano fatto dei servizi pubblici, altri avevano avuto un reddito dalla loro attività
di avvocati, altri avevano passato il loro tempo nelle fatiche dei soldati,dunque di questi uomini, che
ho enumerato, alcuni, come io ho detto, hanno fatto suppliche con le loro lacrime, altri hanno pianto
senza dire niente, e certamente bisogna mettere anche questi tra quelli che hanno fatto delle
suppliche. Ma il magistrato non ha potuto rimproverarli; infatti quale rimprovero avrebbe potuto
ricevere quella loro supplica? 19,27. Certamente, o imperatore fino a questi eventi tu non hai subìto
nessuna ingiustizia da nessuno; infatti qual è la colpa di chi vuole che sia suo aiutante colui per il
quale tu ogni giorno chiedi delle benedizioni? Quando ormai essi erano fuori e smettevano di dire
tali suppliche, alcuni uomini hanno causato quel tumulto, mentre gli altri sono rimasti in silenzio.
19,28. E i rivoltosi sono andati nel luogo in cui intendevano trovare Flabianos, e non avendolo
trovato, sono tornati indietro, nel punto dal quale si erano mossi per una prima volta, hanno usato
delle parole non belle, e intendevano anche fare delle azioni non belle, e le persone più miti non si
aspettavano questa cosa. Dunque chi sono stati quegli uomini?Quelli che hanno preferito i danzatori
sia al sole, sia alla luna, sia anche alle nuvole. Uno di questi individui è stato anche responsabile
delle sventure che sono avvenute a Berito; e noi abbiamo saputo questa cosa dopo. 19,29. Dunque il
demone malvagio che si è servito di questi esecutori ha fatto quelle azioni che io vorrei tacere, ma
che la legge della verità non mi permette di non dire. Infatti noi abbiamo guardato alle vostre statue
con rispetto, ma coloro che sono stati troppo insolenti non hanno guardato a queste statue in questo
modo. Un segno evidente del fatto che loro abbiano compiuto tali azioni insieme a una divinità
malvagia è che ognuna di queste azioni sia stata fatta facilmente, dei ragazzini preadolescenti
volavano su tutte le statue, sono saliti velocemente su di esse, sono scesi, sono balzati da alcune
statue verso altre con una forza maggiore di quella di coloro che sono nel fiore degli anni. 19,30. Si
dice che anche un anziano abbia fatto delle azioni più grandi di quelle che sono possibili per un
anziano riguardo alla statua con il cavallo, e sentiva che molti gli dicevano: “ben fatto, o vecchio”,
sotto lo sguardo di molte persone, si è trasformato prima in un giovinetto, poi in un bambino, poi è
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scomparso, e una paura non piccola è entrata in coloro che avevano visto queste trasformazioni.
19,31. Dunque io ho ascoltato, (crux nel testo greco), in quelle grida c'era la parola “oro” di molte
persone, quando una corsa lo richiedeva, ci sono state delle parole riguardo a queste cose. E quando
il loro attacco si è spinto alle statue, alcuni di quegli uomini hanno fatto delle azioni ingiuste, altri
sono stati spettatori,e questi ultimi sono stati molto più numerosi di coloro che facevano queste
azioni terribili. Dunque perché quelli che erano spettatori non hanno impedito agli altri di agire? Io
dirò di nuovo lo stesso discorso, cioè che ciò che li ha ostacolati era una forza superiore alla loro.
(crux nel testo greco) In quel luogo c'è stata una divinità, essa era dentro di loro, e ha costretto
ognuno a guardare, ma non ha permesso alla persona di dire una parola. 19,32. Nessun magistrato è
apparso, se fosse apparso, sarebbe stato inevitabile che quelle persone restassero tranquille anche se
erano in un grande numero. I consiglieri cittadini sono stati lontani dal fare e dal vedere queste
azioni, si sono nascosti dove si trovavano, e si sono salvati, temendo che se fossero apparsi,
sarebbero stati uccisi. Ma quando le azioni che sono state compiute sono diventate molto più
terribili, essi hanno avuto una paura che era ragionevole anche per delle colpe meno gravi. E come
bisognava ritenere che si sarebbero comportati in altre circostanze quelli che non si erano astenuti
da quelle azioni, quando è stato appiccato il fuoco in casa di uno degli uomini più illustri?
L'importanza delle loro vite è stata per loro più grande di quella delle loro case. 19,33. Pertanto essi
si sono dispersi a causa della paura che si era riversata tra di loro e non hanno potuto né vedersi a
vicenda, né parlarsi, né ascoltarsi a vicenda riguardo agli eventi che accadevano, e al contempo le
notizie che erano annunciate avevano esagerato il numero di quelli che avevano aggredito le statue,
loro si sono stesi per pregare che quelle vicende avessero fine, ma non hanno potuto passare
all'azione. 19,34. Si potrebbe vedere anche da questa cosa che questi eventi non sono accaduti senza
una necessità divina. Infatti il comandante, anche senza essere stato chiamato, avrebbe dovuto
impedire tali azioni con degli arcieri che erano mantenuti in quel luogo per le circostanze che
richiedono delle frecce, e il comandante è stato chiamato da innumerevoli voci, ma è rimasto fermo
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dicendo che queste voci erano dei pretesti inutili. 19,35. E anche se nessuno lo aveva chiamato,
sarebbe stato opportuno che lui si alzasse e corresse, lui che era un uomo esperto di guerra e non
malvagio nelle altre cose, e lui sapeva che i rivoltosi non avrebbero sopportato nemmeno la vista
degli archi, ma lui in queste circostanze non si è mosso a favore di voi imperatori, è stato cauto, ha
indugiato, ma se lui avesse aiutato rapidamente una casa, con due frecce avrebbe spento nelle fasi
iniziali un incendio che era molto atteso, cosicché lui accusa se stesso perché non ha fatto la stessa
cosa per questioni più importanti. 19,36. E il capo delle province quando ha sentito dire che erano
arrivati gli arcieri contro quelli che appiccavano il fuoco, è andato lì di persona e ha portato i reparti
che venivano dai battaglioni e con questa azione ha reso chiaro che con la stessa forza avrebbe fatto
la stessa cosa anche nei primi momenti. Dunque le ferite dovute alle tegole sono state inferte a
quelli che appiccavano il fuoco e hanno fatto in modo che essi fossero consegnati al tribunale, sono
stati molti i modi di perseguire quelli che hanno compiuto delle azioni empie,e quelli che erano stati
empi insieme a loro e che conoscevano loro e le loro azioni li hanno accusati. E la dimostrazione
della loro colpa è stata veloce, chiara e facilissima. 19,37. Si dovevano separare quelli che erano
stati arrestati secondo la gravità dei loro reati. E ciò è avvenuto. Si doveva procedere subito alla
punizione di quelli che erano colpevoli in modo più grave. E questa cosa è stata fatta, e alcuni
uomini sono morti per l'azione della spada, altri hanno perso le loro vite a causa del fuoco,altri sono
stati uccisi dalle bocche degli animali feroci, e neppure questo fatto, cioè il numero dei loro anni, ha
salvato quelli che erano ancora dei bambini, e la loro giovane età non gli è servita. Chi non è stato
punito non aveva fatto niente di male, e il giudice ha applicato un'indagine accurata a tutti, in modo
che la verità non fosse sconfitta in nessun modo. 19,38.O imperatore,tu devi valutare qual è l'azione
facendo la quale tu avrai delle persone che ti loderanno dopo questi eventi. A me sembra che tu
ritenga sufficiente che non sia più in vita nessuno di coloro che hanno commesso queste ingiustizie.
E se fosse possibile che un essere umano morisse con molte morti, anche noi dovremmo fare questa
morte molteplice. Ma poiché questa cosa non esiste, tu dovresti mettere un termine alla tua collera.
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19,39. Infatti nessuna di quelle cose che sono state divulgate potrebbe essere realizzata. Quali sono
queste cose? Alcuni dicono che tu manderai i soldati a saccheggiare i possedimenti di ciascuno di
noi, altri dicono che tu farai stragi degli abitanti della città, altri dicono che l'offesa sarà punita con
una grande multa, o con il sangue dei membri più illustri del consiglio cittadino. 19,40. Io ho
combattuto contro queste opinioni dicendo che quelli che hanno tali opinioni riguardo a te non ti
conoscono. Tu mi hai ascoltato quando io ho spiegato che questa azione non è stata opera di tutta
quanta la città. Dunque come potrebbe essere giusto che muoiano tutti quelli che non erano in città
quando sono stati compiuti questi reati, quelli che erano impediti da una malattia o quelli che hanno
ringraziato gli dei se nessuno li ha uccisi? 19,41. E anche le donne hanno delle proprietà mobili.
Nessuno potrebbe dire che alcune donne abbiano preso parte a questa azione temeraria. Quelle
donne pregavano che le loro porte fossero di ferro. A tal punto esse hanno avuto paura per se stesse.
Forse le proprietà di quelle donne che non hanno né un marito, né dei figli, né dei fratelli, saranno di
persone che potranno impadronirsene? 19,42. Dunque se queste donne venissero e ti dicessero: “O
imperatore, noi non abbiamo deciso queste cose, né le abbiamo cercate, e non è mai avvenuto che
noi abbiamo incitato quelle azioni, né che noi ci siamo rallegrate per le azioni temerarie che sono
state fatte e non è giusto che noi siamo costrette a chiedere l'elemosina,specialmente quando non c'è
nessuno che ci darebbe niente, perché la povertà è diventata comune a tutta la città”. E allora, se una
frase simile non fosse detta a te, ma a Helios? Oppure noi puniremo anche quelli che piangono a
causa del loro lamento? 19,43. Dunque io vedo che non c'è spazio neanche per una condanna. Infatti
come si può punire con una multa delle persone delle quali non è possibile dimostrare la
colpevolezza? E tuttavia se questo provvedimento sarà contro tutti noi, tu vedrai delle punizioni nei
confronti di persone che tu ritieni giusto onorare come amiche della divinità; ma se una parte della
popolazione sarà risparmiata e non sarà colpita da una condanna, quelli che non hanno colpa, come
quelle persone, diranno di patire dei torti terribili,perché non hanno avuto dei trattamenti uguali agli
altri. 19,44. E tuttavia se patiranno questo trattamento quelli che hanno rimosso le statue, loro
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meritano la pena di morte, non la multa in denaro; ma se nessuno dice questa cosa, per quale motivo
loro saranno puniti? Solo perché sono decurioni e per le loro persone fisiche. E se nessuno li
condanna a morte perché non ha niente di cui accusare le loro mani, questa sarebbe una punizione
per la loro condizione sociale e non per il loro reato, e la loro funzione,che già adesso sembra degna
di essere evitata, diventerebbe ancora più spaventosa. 19,45. Dunque che cosa è stato dimostrato da
tutte queste parole? Che tu devi mettere fine alla tua collera. Qualcuno parla a te di Diokles e di
Eughenios, usurpatore riluttante, e del suo arrivo da Seleucia ad Antiochia insieme alla sua
ubriachezza, e di mio nonno e di Brasidas e di come questi uomini e alcuni altri individui sono stati
condannati, e non hanno avuto né un processo,né la possibilità di difendersi, per questo solo motivo,
perché si occupavano della loro città, e quelli che ti parlano di queste cose parlano di azioni che tu
non dovresti imitare. 19,46. Infatti non è la stessa cosa, Theodosios e Diokles non sono la stessa
cosa. Io credo che sarebbe stato utile anche a Diokles il non rendere aguzza la sua spada, mentre lui
ha usato questa spada molte volte, e lui che è stato degno di ammirazione in non poche cose ha
danneggiato le sue azioni onorevoli con altre azioni peggiori, cosicché anche il suo nome suscita
avversione in coloro che lo sentono e li fa correre via. 19,47. Dunque tu dovresti ricordarti di più di
Konstantios che è stato clemente verso i comportamenti sbagliati delle città. Dopo la morte di
Theofilos, e quell'ottimo governatore ha avuto una morte indegna ad opera di cinque lavoratori del
bronzo, quando lui è stato portato controvoglia alle corse dei carri, Konstantios ha mandato
Strateghios come prefetto, e anche se provava dolore nel suo cuore, ha ricordato a lui quella
punizione, e gli ha detto molte volte che doveva gestire quella vicenda nei modi più equilibrati,
Strateghios non ha disonorato i suoi ordini,e le madri non hanno pianto un numero di figli superiore
a quello che era necessario. 19,48. Qualcuno dirà: “Ma Theofilos è stato condannato a morte, e la
situazione di adesso è un'offesa alle statue degli imperatori”. Io ora tralascerò il fatto che anche
quella situazione di allora era un'offesa a un imperatore, ma dimostrerò che in circostanze simili
Konstantios è stato coerente con se stesso. Infatti gli abitanti della città di Edessa rimproveravano
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qualcosa che era stato fatto a loro, hanno abbattuto la statua di bronzo di quell'imperatore, poi
l'hanno sollevata su un pendio come fanno i bambini nelle scuole, hanno colpito con una cinghia la
sua schiena e le parti basse, dicendo che chi aveva ricevuto tali percosse era lontanissimo dalla
dignità imperiale. 19,49. Konstantios quando ha saputo queste cose non è andato in collera, non ha
cercato una punizione, non ha umiliato la città in nessun modo, ma, come non avrebbe punito le gru
a causa del loro rumore, così lui non ha punito neppure quegli individui. Questi comportamenti e
altri simili di Konstantios sono sembrati onorevoli e degni di elogi, cosicché la sua pigrizia nelle
guerre è stata nascosta dalla sua moderazione, e ogni anno i Persiani toglievano sempre qualcosa ai
Romani, e rendevano più grandi i loro territori con le nostre terre, tuttavia Konstantios aveva delle
persone che pregavano per lui, e volevano vivere sotto la clemenza che lui aveva per le città. 19,50.
E questo merito onora tutti gli uomini, ma soprattutto quelli che hanno dei poteri pubblici. E quando
la Sorte permette a qualcuno di fare tutto ciò che vuole,è un grande motivo di lode e di gloria se uno
si trattiene e si controlla. E tu vuoi sentire dire queste cose riguardo a un altro individuo più di
quanto tu dia agli uomini la possibilità di dire ciò riguardo a te stesso? Niente affatto, o tu che sei
nobile, tu non devi essere inferiore a nessuno nella vittoria in questa cosa. 19,51. Ma tu devi
considerare, oltre alle parole dette da me,la città riguardo alla quale sono state dette queste parole. E
non bisogna disprezzare nessuna città, neppure la più piccola, neppure quella che giace su uno
scoglio. Infatti gli dei si prendono cura di ogni città, e le città sono possedimenti degli dei. Forse si
potrebbe dire che tali cose non sono una grande perdita, come se in un coro tacesse quel coreuta che
è peggiore. 19,52. Ma non è possibile né dire, né pensare questo riguardo alla nostra città, che si
estende per una lunghezza tanto grande che non è facile andare a piedi da una porta all'altra, perché
la terra che le sta intorno è tale e tanto vasta,cosicché essa produce tutte le cose,ed è autosufficiente.
Le sue sorgenti dentro le mura non sono piccole, né poche, e non sono molte le sorgenti che tu
potresti paragonare a quelle che scorrono da Dafne verso la città. 19,53. E inoltre il suo inverno è
mite e la sua estate è piacevolissima per i suoi venti, e il suo mercato è fiorente ogni giorno e dà a
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coloro che lo guardano il desiderio di comprare qualcosa e sono molte le persone che si
trasferiscono in questa città e provengono da ogni luogo, la nostra città accoglie queste persone con
gioia, le onora,e non permette che esse rimproverino a se stesse le decisioni che hanno preso. 19,54.
Molte guerre che sono state combattute contro l'impero dei Persiani hanno dimostrato la forza di
questa città, e in modo non minore quella guerra alla quale quel famoso Iulianos ha dato il suo
compimento, e questa guerra ha dimostrato che quelli che avevano imparato a fuggire potevano
inseguire,e questa guerra ha restituito ai Romani dopo molto tempo la funzione che era loro propria.
19,55. Tuttavia tu non devi ritenere che la tua decisione di adesso riguardi nient'altro se non
l'impero, se tu decidi riguardo a una città che i Persiani vorrebbero o non esistente o in cattive
condizioni, cosicché gli interessi dei Persiani avessero un miglioramento in seguito a questo fatto.
Pertanto tu non devi combattere a favore dei desideri dei barbari. Tu non devi neanche offendere la
virtù di Kelsos. Infatti se tu farai un eccesso, la moderazione di Kelsos sarebbe trascurata, e lui è un
uomo degno di onori. 19,56. Si dice: “Ma coloro che sono morti sono una piccola cosa in confronto
alla tua tristezza”. O imperatore, tu non devi ignorare il danno che avviene, l'esilio di molti uomini,
donne, bambini, vecchi, e ognuna di queste persone versa molte lacrime sugli asini, sui muli, sui
cammelli. E il prezzo di questi animali raddoppia per il bisogno che ne hanno quelli che li prendono
in affitto, e quell'uomo che oggi biasima chi li affitta sarà tra quelli che faranno questa stessa cosa
nel giorno successivo. 19,57. Alcuni si affrettano ad andare verso altre città, altri vanno verso le
campagne, e la città è,per così dire, vuota, le strade prima portavano qui ad Antiochia da ogni porta i
prodotti provenienti dalle loro campagne, ora esse disperdono gli abitanti della città in ogni luogo.
Infatti essi pensano che se restano moriranno perché una spada li colpirà, ognuno di quegli individui
si disperde dove può forse ottenere una sicurezza. 19,58. Non c'è nessun altra occasione così
opportuna per i banditi come quando alcune ricchezze vengono trasportate e quando c'è una
possibilità facile di uccidere. Il fiume porta i cadaveri verso il mare, riceve questi cadaveri quando
gli assassini li buttano lì. E nelle campagne c'è poco spazio, e nelle città c'è una scarsità di persone,
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cosicché è scarsa l'attività dei fornai. 19,59. Quelli che non lasciano ancora la città piangono perché
non l'hanno ancora fatto, quelli che hanno lasciato la città piangono per il rimpianto. Le malattie
prevalgono per la scarsità di medici. Chi muore è privato delle tombe dei propri padri. C'è la fame
anche quando non c'è nessuna carestia e c'è la fame a causa del grande numero di persone che sono
sedute dappertutto. I governanti si indignano con quelli che si trasferiscono altrove, ma non possono
impedire questo fatto perche non sanno cosa accadrà in futuro; infatti essi non possono dare nessuna
garanzia a chi trema di paura che non gli succederà niente di doloroso. Dunque non c'è nessuno che
sia privo di paura, né chi resta in città, né chi va altrove. E infatti chi va altrove ha paura di restare
dove è. Dunque quanto è grande la punizione di convivere con una paura così grande per un tempo
così lungo? L'attesa della morte, anche quando essa non avverrà, è più dolorosa della ferita mortale
che avviene senza un'attesa. 19,60. O imperatore, molti hanno perso i loro patrimoni, molti hanno
perso le loro ancelle per le loro fatiche non sopportabili,a molte madri sono caduti i propri figli dalle
ginocchia, onde di briganti hanno portato via numerosi uomini, molti uomini sono stati privati della
sepoltura, oltre che della vita. La nostra città è diventata un'altra, oppure, e questa è la cosa più vera,
non è neanche una città. Infatti è stato chiuso il suo famoso teatro, è stato chiuso il suo ippodromo.
Nessuno sposo prende come sposa una fanciulla, non si accendono le fiaccole per i matrimoni, non
si canta nessun imeneo. Non c'è nessuno scherno, né uno scherzo gentile, né un simposio. Insomma
non si potrebbe vedere in questa città nessuna di quelle cose che portano gioia e diletto. 19,61. Le
attività della retorica sono state eliminate, gli insegnamenti della grammatica sono stati eliminati.
Nessuno insegna e nessuno impara. I retori hanno il colorito dei malati, la voce di persone che non
sono in buona salute, la mente di persone che divagano, e quando uno comincia a parlare di un certo
argomento passa improvvisamente a un altro argomento. 19,62.E io credo che anche la divinità aiuti
i miei discorsi portando un'ambasceria persiana nella terra dei Romani. Infatti non sarebbe una bella
cosa se i Persiani vedessero che questa città,che è la più grande <tra quelle> che sono in Oriente, è
sottoposta all'odio da parte tua e a delle punizioni che contengono una vergogna per il
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comportamento della città. Dunque tu devi ritenere che queste cose non siano avvenute senza una
divinità, devi essere clemente e non dovrai privare la nostra città di quelle cose che hai concesso a
dei Paflagoni, i quali sono pochi e abitano una città che è piccola ed è inferiore anche a uno soltanto
degli ottantotto distretti che sono presenti nella nostra città. 19,63. O imperatore, è una cosa bella, è
una cosa bella che anche tu ti vanti per queste cose, e che i tuoi figli si vantino per queste cose e che
queste cose siano per loro un motivo di onore e un insegnamento su come bisogna comportarsi in
circostanze simili. Infatti il tempo non smetterà di portare delle difficoltà, credo che sia una cosa
importante per i tuoi figli il non cercare fuori casa qualcuno che dia loro dei consigli, perché loro
hanno un'esortazione da colui che li ha generati. 19,64. Tu, o imperatore, devi eliminare la nostra
sventura che è grande, e devi rendere la gioia del nostro ritorno uguale ai nostri lamenti. Ognuno di
noi deve recuperare la stanza delle donne, deve recuperare la propria camera da letto, deve baciare
le prime porte, le seconde porte, quelle che vengono dopo queste, ognuno di noi deve godere del
sonno della notte stando nelle proprie case. 19,65. Tu hai sentito numerosi encomi, che sono stati
fatti alcuni dalla forza dei retori, altri dall'ispirazione dei poeti, in questi encomi sono presenti le
virtù dei tuoi padri, le tue virtù, le tue armi, i tuoi comandi militari, le tue battaglie, le tue vittorie, e
questa condizione di adesso, in cui tu hai dedicato la tua attenzione ad altre cose, ora che i barbari
sono andati volontariamente sotto il tuo dominio. Tu devi rendere più belli i discorsi che avverranno
dopo questi eventi rispetto ai miei discorsi di adesso, e devi dare a quei discorsi il loro argomento.
Infatti,anche se i discorsi futuri sono grandi,è possibile che ci sia qualcosa di più in questi argomenti
riguardo ai quali è il mio discorso di adesso. 19,66.Pertanto,tu, o persona divina, dovresti dare il tuo
cenno di assenso e dovresti rendere felice la mia vecchiaia dandomi un successo nelle cose per le
quali io sono venuto, dovresti mandarmi ai miei concittadini come portatore di una buona notizia.
non ci sarebbe stato niente altro di terribile per la mia città, e che ci sarebbe stata una fine delle
vicende riguardanti la punizione, e per questo fatto è stato possibile per me anche chiamare la mia
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città in un modo che non era possibile in precedenza; poiché è giusto ringraziare quelli che ci hanno
trattato bene,la città di Antiochia fa questa cosa tramite me,e questa città non è capace di ricambiare
il favore con le sue azioni, ma si serve delle parole, che sono l'unica cosa che le rimane. A me
sembra che anche ogni inno agli dei che sia ben fatto sia più prezioso di ogni offerta votiva, come
dimostra Pindaros di Tebe, il quale ha ottenuto dal dio di Pito delle cose più importanti di quelli che
hanno portato là una grande quantità di denaro. 20,2. Dunque io provo vergogna per quelle parole
che io dirò contro la mia città, ma poiché per me non è possibile mantenere ciò che è appropriato a
un discorso di ringraziamento se io evito questo argomento, dirò quelle cose che derivano dalla
verità, e io vorrei poter dire qualcosa di migliore riguardo a questa città, ma dirò ciò che la necessità
mi costringe a dire. 20,3. La nostra città si è comportata male nei confronti di un ottimo imperatore,
quando dopo la lettura della sua lettera si è scossa di dosso il suo potere dando l'impressione di
ricorrere alla divinità, e certamente queste parole non possono eliminare nessuna delle azioni
ingiuste della città. Un gruppo cattivo ha iniziato questa cosa nel tribunale, ha ottenuto molti
sostenitori fuori dalle porte del tribunale, e a quegli individui,che sono diventati sempre di più, se ne
sono aggiunti altri, e loro hanno violato le regole fissate dalla legge sul bagno pubblico, sono stati
spinti da quelle stesse azioni che hanno fatto ad altre azioni più gravi e più illegali, hanno attaccato
con violenza il cancello del magistrato, e le porte dopo il cancello, cosicché gli schiavi del
magistrato hanno avuto paura che i rivoltosi rompessero i cancelli e uccidessero il magistrato, e tali
circostanze producono molto spesso tali omicidi, ma poiché i rivoltosi non hanno potuto fare ciò,
hanno riversato sulle vostre stesse persone delle offese, infatti è meglio dire così, e nessuna persona
del mercato userebbe offese simili verso uno dei suoi colleghi nei loro negozi. 20,4. A questa cosa
già grave alcuni individui hanno aggiunto le colpe mediante le loro azioni, correndo e attaccando te,
tua moglie, i tuoi figli, e con le loro mani e anche con delle corde hanno fatto cadere per terra queste
statue. E queste azioni non sono state sufficienti, ma alcuni hanno trascinato delle statue intere, altri
hanno trascinato delle statue che erano state fatte a pezzi. E i rivoltosi hanno compiuto queste azioni
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ingiuste, i messaggeri sono andati a riferire all'imperatore queste notizie avendo paura,ma dovevano
riferire queste notizie. La città era piena dei lamenti fatti da quelli che hanno visto tali cose. 20,5.
Erano attese due cose, la prima era che arrivasse un battaglione per uccidere tutti quelli che
incontrava, la seconda era che il battaglione non avrebbe ucciso nessuno, ma avrebbe preso i beni di
tutti gli Antiocheni con una confisca, ma un'opinione diversa era che il battaglione avrebbe
consegnato i consiglieri cittadini alle mani dei carnefici, e sarebbe stata condannata a morte anche
una parte non piccola del popolo. 20,6. Dunque come ha agito questo imperatore? Ha educato la
città con una punizione che contiene una cura e la cura,con il suo dolore, può liberare le persone che
soffrono da quelle cose che danno dolore, l'imperatore ha detto che non ci devono essere le corse
dei cavalli, nessuno deve andare al teatro, né per dare divertimento ad altri, né per divertirsi, e la
grande città deve essere chiamata con il nome di una piccola città, deve stare lontana dal lusso dei
bagni pubblici, e nessuna di queste cose è priva di un dolore, ha mandato a fare il processo alcune
persone, delle quali conosceva la giustizia, e ha fatto in modo che esse decidessero sulla condanna,
ma ha mantenuto per sé l'altra parte della giustizia, il rendere evidente a tutti quanto è grande la sua
clemenza. 20,7.E i detenuti non potevano negare la loro colpa, erano stesi nel carcere e i parenti di
costoro sono andati a salutarli prima della loro condanna a morte, facendo loro un ultimo favore con
i lamenti. In seguito, come fa il Sole quando vince le nuvole con i suoi raggi,è arrivata la luce di una
lettera che ha respinto l'oscurità e ogni cosa cupa è svanita, è ritornata ogni cosa che porta alla gioia,
e sono tornati il titolo che noi Antiocheni avevamo prima, i nostri vari spettacoli, e il nostro lavarci
nei bagni pubblici, è stata restituita la terra che appartiene alla nostra città e il povero ha recuperato
il proprio cibo. 20,8.Infatti si dice che Asklepios abbia liberato dalla morte un uomo, e che Herakles
abbia liberato dalla morte una donna, ma tu hai fatto questa cosa nei confronti di tutta quanta una
città; e si potrebbe dire che questa città sia tornata a vivere, e lo si direbbe giustamente. La paura ha
prodotto una fuga così grande, non perché tu abbia costretto queste persone a fuggire, ma la paura
della punizione che era opportuna ha costretto costoro a fuggire. O imperatore, tu hai posto fine a
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questa paura, e hai fatto diventare la città nuovamente piena di persone. 20,9. Si potrebbe sapere
quanto è grande ciò che l'imperatore ha dato, se si pensasse a quanto sarebbe stata grande la sua
ragione se lui avesse comminato la punizione che era dovuta, e se qualcuno lo criticasse per questa
punizione, sarebbe un accusatore ingiusto. La punizione adeguata sarebbe stata una grande quantità
di sangue, molti cadaveri, la confisca dei beni, l'espulsione di alcune persone dalla loro patria, e il
fatto che i morti non sarebbero stati sepolti nelle tombe di famiglia. 20,10. Se qualcuno biasimasse
queste punizioni, la sua bocca sarebbe chiusa da quegli insulti e da quel trattamento inflitto alle
statue che erano così numerose. Infatti l'imperatore potrebbe dire a quest'uomo stolto: “O uomo, tu
non hai ascoltato le mie parole, non hai visto che loro hanno abbattuto le statue? E se queste offese
fossero state osate soltanto contro il mio figlio più giovane avrei dovuto sopportarle, ma è stato
offeso anche il mio figlio più anziano, e oltre al mio figlio più anziano è stata offesa la madre dei
miei figli, e oltre alla madre dei miei figli sono stato offeso anche io, e questa è la cosa più
insopportabile di tutte per me, quei malfattori hanno abbattuto la statua di mio padre a cavallo anche
con il cavallo, ferendo le statue come in un combattimento di cavalleria, i malfattori hanno riso di
entrambi noi due, come se nessuno potesse adirarsi per quelle azioni malvagie, e come se non fosse
nemmeno rimasto nessuno che potesse punirli, quanti uomini devono essere condannati a morte per
ciascuna delle azioni offensive che sono state compiute?”. 20,11. Certamente dare la punizione della
morte per tali misfatti è una cosa non biasimabile, perché è legittima, ma il non chiedere una tale
punizione è un atto di clemenza, e il dare una punizione è l'azione di chi rimprovera qualcuno, ma il
non dare questa punizione è il comportamento di un uomo mite e che cerca di rendere se stesso
simile agli dei per quanto è possibile. 20,12. Gli dei osservano e ascoltano tutte le cose dall'inizio,
ma tra le parole che vengono dette e le azioni che vengono fatte sulla terra ci sono molte cose
ingiuste, soprattutto quando gli esseri umani stanno male per colpa di loro stessi, e dicono di avere
patito delle ingiustizie dagli dei e guardano al cielo. E non si astengono da nessuna parola. Io ho
visto alcuni individui che hanno lanciato anche delle pietre contro gli dei. Gli dei hanno un potere
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tanto grande da punire questi comportamenti,se volessero farlo, ma non vogliono.Ma se le punizioni
seguissero tutti i misfatti simili a questi, tutti i luoghi ogni giorno sarebbero pieni di persone che
muoiono e quelli che resterebbero in vita non sarebbero sufficienti per fare le sepolture. E anche in
questa stessa cosa gli dei dimostrano che sono migliori perché spesso non fanno ricorso a una giusta
ira. 20,13. Dunque in questo modo l'imperatore ha ritenuto di apparire davvero uguale agli dei e
veramente “nutrito dal dio”, se non si compiace di punizioni che avverrebbero in modo giusto. E lui
ritiene che questa cosa sia più degna di un imperatore e che da questo comportamento il suo impero
possa essere conservato in un modo maggiore. Infatti il suo impero non ottiene la sua popolarità in
questo modo, né per i suoi trofei, né per le città che sono state conquistate da lui con le armi o
facendo degli accordi, né per il grande numero dei soldati, né per l'istituzione di alcune leggi, né per
la sua sapienza, né per la sua accuratezza nell'amministrare la giustizia, come per il fatto di dare un
perdono ai comportamenti sbagliati. 20,14. A me sembra che l'imperatore sapendo bene queste cose,
avrebbe potuto uccidere quelle persone alle quali poteva rivolgere le accuse più gravi nei tempi
precedenti alla rivolta, ma le ha risparmiate per la sua eccellenza, (crux nel testo greco)alcuni hanno
colpito e trascinato uno Scita e hanno gettato in mare il suo cadavere, e in ognuna di queste azioni
l'imperatore ha patito un torto,e il suo biasimo giustamente si è esteso a tutta la comunità della città,
una metà del giorno ha sperimentato la sua collera che si è limitata al fatto che non venisse dato il
pane, poi ci sono state,come in passato,sia la ricezione,sia la dazione del pane, e ognuno si è avviato
verso casa sua dopo avere preso il pane, sia quelli che hanno fatto l'omicidio, sia quelli che hanno
aggiunto le altre offese. 20,15. C'è un'altro esempio ancora più mirabile. Infatti l'imperatore ha fatto
arrestare i rivoltosi che si sono riuniti spesso per attaccare la famiglia imperiale e che passavano il
loro tempo in tali complotti, dicendo e ascoltando le parole che sono normali in tali circostanze,
l'imperatore ha arrestato anche quelli che hanno causato disordini con delle divinazioni,e ha
ascoltato questi individui quando hanno ammesso le loro colpe, e quando stavano per essere
condannati a morte, l'imperatore ha lasciato che vivessero fino a quando era loro possibile e,
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trattenendo la spada quando essa era vicina, l'imperatore ha onorato il dio che ha reso pubbliche
queste cose. 20,16. Dunque tu, imperatore, sei passato attraverso una tale benevolenza e hai fatto un
lungo esercizio di questa benevolenza, e da questa cosa hai ottenuto la tua notorietà e non vuoi né
eliminare quella fama, né smentirla, ma fai in modo che il tempo futuro sarà in armonia con te, e
vuoi dimostrare che le tue azioni successive non saranno inferiori a quelle precedenti. Certamente tu
elogi gli Spartani e gli Ateniesi perché hanno salvato delle città, e spesso li hai biasimati quando
hanno distrutto delle città, e hai pensato che entrambi sarebbero stati migliori se non avessero
aggiunto delle azioni molto tristi. Tuttavia come potrebbe non essere vicino agli dei l'imperatore che
ammira tali comportamenti buoni e accusa tali comportamenti cattivi? 20,17. Era necessario che
quell'imperatore che ha fortificato l'impero Romano con i soldati e con le armi avesse anche questa
virtù nella sua anima, il non andare facilmente a colpire il collo dei suoi sudditi. Infatti mio padre in
questo modo non avrebbe recuperato il corpo di suo padre e non lo avrebbe seppellito insieme alla
testa tagliata, la quale non meritava una punizione. 20,18. Ma bisogna considerare questo episodio;
un uomo comandava cinquecento soldati nella città di Seleucia e la loro funzione era rendere
profonda l'entrata del porto per mezzo dei loro lavori. Questi individui dovevano faticare di notte
anche per fare il pane dal quale erano nutriti, cosicché loro non potevano dormire. I cinquecento
uomini, non potendo sopportare queste condizioni, si sono spinti a dare il titolo di imperatore al loro
comandante e lo hanno minacciato dicendo che lo avrebbero ucciso se lui non avesse accettato. Lui
ha evitato la morte che era vicina e ha continuato a lamentarsi, mentre i suoi soldati, che erano
vicino al porto, dopo essere stati trattati male, hanno bevuto fino all'ubriachezza i vini provenienti
dalle campagne. 20,19. I soldati sono arrivati qui ad Antiochia al tramonto del sole, e a causa del
vino non sapevano nemmeno in quale luogo della terra si trovassero, e gli abitanti della città di quel
tempo hanno opposto le sbarre alle lance dei soldati, certamente anche alcune donne hanno preso
parte a questa azione, e all'inizio della sera hanno posto fine all'attacco e non c'era nessun nemico
che non giacesse steso morto. Dunque questi cittadini di Antiochia non hanno condiviso la rivolta,
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hanno abbattuto gli autori di queste azioni colpevoli, non hanno voluto che avvenisse la rivolta
mentre si svolgeva, e hanno spento la rivolta quando è stata in corso, ma ciò che è successo ha
privato questi uomini dei primi esponenti del consiglio cittadino, come anche ha privato dei
decurioni la città di Seleucia. Non hanno fatto niente di male né la città dalla quale i rivoltosi erano
partiti, né la città dove essi sono stati uccisi. E tuttavia si è deciso che fosse necessario condannare
a morte <i primi> esponenti di ognuna delle due città. 20,20.E si dice che mio nonno abbia ricevuto
numerosissime lacrime, e la sua bellezza e la sua grandezza hanno avuto questo effetto. O
imperatore, se quell'imperatore fosse stato simile a te anche poco, non avrebbe fatto nessun
rimprovero a quella città di Seleucia che si è liberata dalla sua accusa, e lui avrebbe dato una corona
alla nostra città per la sua vittoria così veloce. 20,21. Dunque come quegli eventi restano, sono
ricordati e saranno ricordati, e nessun tempo potrebbe fare in modo che essi siano dimenticati, così
anche queste tue azioni otterranno una menzione immortale e nessuno degli esseri umani sarà privo
dell'ascolto della nostra stoltezza e di come tu ti sei comportato verso di noi che ci eravamo
comportati in quel modo, e saprà tutto ciò che è accaduto dopo. 20,22. Tu vinci non soltanto su
quell'imperatore, ma anche su Alexandros, il quale parve essere figlio di Zeus, per la tua clemenza;
Alexandros distrusse Tebe, quando questa città, ingannata da alcune false notizie desiderò la libertà
che essa aveva in passato, e ogni uomo che sembri essere intelligente subirebbe lo stesso inganno;
ma tu non hai fatto una cosa così grave neppure contro una nostra piccola casa.Alexandros distrusse
una città nella sua interezza tranne una sola casa,quella di Pindaros e onorò in questo modo il poeta,
e sarebbe stato più bello se avesse onorato quel poeta mediante tutta la città nella sua interezza.
Infatti sarebbe stato opportuno per Alexandros se lui avesse concesso a Pindaros di ottenere un
premio così importante. Ma se rimase in piedi una sola casa nella città che fu rasa al suolo, qual è il
vantaggio, o il vantaggio che è dato alla città da quella casa o il vantaggio che è dato a quella casa
dalla città se il proprietario di quella casa non potrebbe abitarla per le devastazioni che sono attorno
a essa? 20,23. E tuttavia riguardo a quella benevolenza che parve opportuna a Philippos nei
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confronti di quegli Ateniesi che erano stati presi prigioneri, quando essi tentarono di riportare al
potere Argaios, non è difficile controbattere dicendo che questa azione non fu un fatto di
benevolenza. Infatti Philippos aveva la necessità di onorare gli Ateniesi per la sua debolezza, lui
avrebbe punito volentieri gli Ateniesi, ma controvoglia li lasciò andare, e ottenne il vantaggio di non
essere danneggiato dagli Ateniesi in futuro. Certamente il suo comportamento non fu di un uomo
che abbia compassione per i prigioneri,ma di uno che cerca di salvare il proprio territorio, e io credo
che sia grande la differenza tra benevolenza e paura. E quali sono gli Ateniesi, quali sono i
comandanti degli Ateniesi, quali sono le navi, quali sono le triremi portatrici di cavalli che tu
dovresti temere? È così chiaro in questa vicenda ciò che è proprio della tua benevolenza, e nessuno
da nessuna parte potrebbe fare un'accusa riguardo alla tua azione. 20,24. È inferiore alle tue azioni
anche quell'imperatore Kostantinos che ha costruito una città con lo stesso nome di Roma, e ha dato
a questa città tutto l'onore che era di Roma, e lui è onorato perché ha sopportato il popolo dei
Romani che è stato scortese con lui. Infatti lui ha sopportato le parole dei Romani e ha fatto bene,
ma i Romani non avevano aggiunto nessuna azione concreta, né un'offesa contro le sue statue. E
molte città sono state innalzate per quell'imperatore, ed esse non solo non lo hanno mai attaccato,ma
non hanno mostrato di offenderlo neppure con il loro sguardo. Qui ad Antiochia ci sono state sia
delle parole, sia delle azioni, là invece c'erano state solo delle parole, e sono l'offesa meno grave.
Così tu condividi con quell'imperatore l'offesa meno importante, ma non hai niente in comune con
lui per l'offesa più importante. 20,25. Si deve considerare un confronto con ciò che fece Valens, il
più giovane dei due imperatori fratelli, che era nato nella città di Kibalis, lui è stato offeso in alcune
lettere nella grande città, ma quando l'usurpazione è stata eliminata, lui non ha serbato rancore.
Dunque uno sarebbe cattivo se non ritenesse che questa azione sia buona. Ma in primo luogo in
questo caso ci sono delle lettere, che sono una cosa più grave di una parola non scritta, però di
nuovo sono una cosa meno grave di un'azione reale. 20,26. Inoltre erano visibili le statue di
quell'imperatore che ha ascoltato queste cose. E tuttavia i rivoltosi hanno trascurato queste statue,
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non le hanno onorate, ma non le hanno neanche disonorate. E la cosa più grave è stata che alcuni
hanno scritto tali cose mentre erano dominati dall'usurpatore, e non è stata una loro responsabilità,
che voleva che tali cose fossero fatte all'imperatore. E l'imperatore Valens non ha ritenuto giusto
dare una punizione per quelle violenze che alcuni individui hanno fatto quando erano schiavi. Ma
gli Antiocheni che hanno fatto delle azioni contro di te, che li comandi, li governi e regni su di loro,
non avevano nessun motivo per essere perdonati per le loro azioni, e hanno come unico rifugio il
fatto che tu generalmente tendi alla benevolenza. 20,27. A chi altro tu potresti essere paragonato se
non a Konstantios, quell'imperatore che ha ricevuto un'offesa alla sua statua nelle zone vicine alla
Siria? E se si pensa alla città di Edessa,alle feste di questa città e alle consuetudini presenti in quelle
feste e al fatto che questa è un'usanza antica, ed è passata attraverso tutti gli imperatori e per la sua
antichità ed essa porta più gioia che dolore, si troverà che non è uguale questa situazione riguardo
alle statue dei due imperatori, e c'è una differenza tanto grande tra le due cose quanto è grande la
differenza tra un'offesa e uno scherzo. 20,28. Si dice che questa pratica sia stata inventata dalla
conoscenza di uomini sapienti, che hanno fatto piacere ad alcune divinità in tali azioni, e con le loro
contumelie fatte per scherzo hanno ospitato questi dei nei banchetti, affinché gli dei, essendo stati
saziati,non cercassero niente di più dagli esseri umani,e non è giusto diffidare di questa cosa quando
si vedono questi individui che scherzano, e tra loro ci sono uomini illustri, e colgono questa
occasione per fare delle derisioni insieme a una corsa. Pertanto ogni anno essi fanno tali corse e
hanno la sicurezza che proviene dalla circostanza e dal grande numero di quelle persone, non solo la
sicurezza per le parole, ma complessivamente per tutte quelle cose che possono rendere più
piacevole la festa. E se un magistrato si offende in modo non giusto e va a fare una punizione,
subito viene ritenuto meschino, rozzo ed estraneo alle leggi sacre. 20,29. Ma per noi Antiocheni non
c'è nessuna scusa da nessuna parte, non c'è nessuna attenuante, ma nel silenzio di quelli che hanno
fatto queste offese è l'accusa delle offese che sono state fatte. Dunque certamente tu avresti
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perdonato quella città in ogni caso,ma certamente Konstantios non si sarebbe comportato così verso
questa città, Antiochia. Così tu hai superato anche quell'imperatore che ha deciso di essere clemente
durante la tranquillità. 20,30. E se alcuni dicono che il padre di Titos non fu inferiore a te in questa
cosa, e Vespasianos patì delle offese simili riguardo alle sue statue, non condannò a morte nessuno
con una decisione presa da lui stesso, essi non vogliono vedere quelle sue azioni che lui fece
riguardo al grano e ai supplici provenienti dalla Palestina, e la prima di queste azioni causò a loro la
fame, e la seconda causò a loro una necessità di empietà. Quell'azione sbagliata che essi fecero per
questi motivi non fu colpa loro, ma in modo maggiore fu colpa quelli che li portarono a queste
azioni, cosicché quegli uomini furono davvero colpevoli di quelle azioni delle quali si pensava che
fossero colpevoli gli abitanti di Alessandria. 20,31. E infatti qualunque schiavo che fugge da un
padrone malvagio subisce un'ingiustizia più di quanto commetta un'azione ingiusta; infatti è
costretto a fare delle azioni che non vuole fare, potrebbe attribuire queste colpe al suo padrone.
Dunque in quelle azioni con le quali diede una punizione il padre di Titos fece un errore nelle cose
meno importanti, allora come potrebbe essere giustamente elogiato perché non commise degli errori
nelle azioni più grandi? Ma qui ad Antiochia qual è la carestia? Qual è la fame? Quale crudeltà c'è
nell'obbedire a una circostanza che richiede del denaro, nel rendere più grande l'impero dei Romani
e nell'ottenere un vantaggio dal fatto che non c'è paura nei territori dell'impero? 20,32. E la cosa più
importante, gli abitanti di Alessandria furono uccisi da quei soldati che erano presenti nella città,
cosicché le spade si stancarono nelle mani di quelli che le usavano per colpire. Dunque che bisogno
c'è di indagare su quale fosse la situazione prima che si diffondesse la notizia della rivolta? Ma il
nostro imperatore Theodosios non ha fatto niente di simile con gli arcieri che erano qui. Infatti due
frecce hanno colpito dei corpi e hanno portato un aiuto alla casa di un uomo illustre, la quale subiva
un attacco. Certamente quell'imperatore, Vespasianos, condannò a morte per mezzo dei soldati, tu
invece non potresti essere accusato di ciò, <tu che> non ci lasci vivere nella paura, e non lasci che
vivano nella paura nemmeno alcuni individui dei quali non è giusto nemmeno parlare. Così anche
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questo imperatore Vespasianos è inferiore a te. 20,33. Pertanto molte delle cose che io ho detto mi
hanno fatto diventare un indovino, non grazie al figlio di Leto e di Zeus, né a un altro degli dei, ma
perché dopo quella sventura la città si trovava nella paura della punizione ed era lungo l'elenco delle
sue rovine, io sono andato attraverso tutta la città, e ho esortato le persone a essere fiduciose, ho
fatto in modo che esse smettessero di tremare e ho detto ogni cosa in modo preciso prevedendo ciò
che sarebbe successo, cosicché i più maldisposti hanno avuto la possibilità di dire in modo
reciproco tra loro: “è arrivato da noi un uomo che proviene dalla divinazione degli uccelli e che fa
adesso ciò che faceva in passato Kalchas figlio di Thestor tra gli Achei”. 20,34. Dunque io in quel
momento non ho negato di essere un indovino, le persone rumoreggiavano, e io ho detto che ero
diventato un indovino grazie a te, e ho detto che io ho guardato a un'aquila, cioè a te, e per me era
possibile vedere ciò che non si era ancora rivelato riguardo a quegli eventi che non erano ancora
accaduti. Anche quando Herakles andava a fare un'azione o volontariamente, o essendo stato
mandato da altri,ogni uomo che conoscesse bene la natura di Herakles avrebbe detto che lui avrebbe
vinto, sarebbe stato un indovino e sarebbe stato indotto dalle azioni fatte da Herakles a fare delle
predizioni. 20,35. Anche Agamemnon previde che la riconciliazione con Achilleus sarebbe stata una
sventura per i Troiani, perché sapeva che alcune città erano state devastate in precedenza a causa
della collera di quell'uomo, anche lo stesso Achilleus fece delle predizioni riguardo alle prodezze di
Hektor,e disse che le circostanze richiedevano che lui stesso fosse presente. E riguardo ad Aristeides
figlio di Lisimachos quando navigò insieme ai tributi come raccoglitore di denaro, io avrei potuto
fare come gli indovini, e dire in anticipo che lui sarebbe ritornato mantenendo uguale la sua povertà.
20,36. Pertanto anche adesso io ho gridato: “l'imperatore saprà queste cose in un modo così preciso
che noi, che in passato siamo stati testimoni oculari di quegli eventi, non sapremo niente più di lui,
e lui non metterà nessun collo sotto un ferro”. E a queste cose è seguito l'esame di alcune azioni
malvagie, bisogna ammettere ciò che è vero, e ci sono stati dei giudici, chiamati a questo compito, e
ci sono state delle lettere che hanno contenuto la cancellazione delle decisioni precedenti. In questi
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testi è possibile vedere l'indole naturale splendida dell'imperatore, quando lui parla per difendersi
dalla malvagità di coloro che hanno commesso delle azioni ingiuste, quando dice che la collera è
estranea a lui,e per questo motivo passa velocemente ai provvedimenti più miti e dà una spiegazione
di questo fatto più che dare una punizione. 20,37. Theodosios, essendo buono e generoso, concede
sia al grande senato sia al grande popolo di fare una delle azioni più clementi, dopo le suppliche di
quelle persone. Perciò io mi sono convinto del fatto che queste cose sarebbero avvenute anche se
non soltanto queste persone, ma tutte le persone avessero voluto le cose opposte a queste. Adesso io
spero che siano molto numerosi i beni per la mia città che anche adesso gode di molti beni, sia per
le sue lacrime, sia per gli altri mezzi con cui ha potuto avere un aiuto, ma gli abitanti della mia città
che hanno chiesto un favore dovrebbero sapere che l'imperatore lo avrebbe concesso alla terra,
anche se nessuno glielo avesse chiesto. Gli Antiocheni hanno mostrato di agire bene e di essere
degni di ricevere dei buoni trattamenti, ma hanno esortato un imperatore a fare queste azioni, alle
quali lui era arrivato da solo anche prima di loro. 20,38. Theodosios dimostra qual è il suo modo di
essere nel racconto delle sue azioni benevole. Infatti lui distingue i doni che lui che dà,enumera ogni
cosa separatamente, i possedimenti, gli spettacoli, i bagni pubblici, quelli che sono stati esiliati,
quelli che rischiavano la vita, il fatto che il potere cittadino abbia ripreso le sue prerogative, lui
avrebbe potuto, se avesse voluto, riassumere la concessione in due parole. Ma lui, come quelli che
si allontanano lentamente dai fiori, fa lunghi discorsi e si allontana a fatica dall'argomento, ha paura
per i poveri, perché il fatto che una persona sia povera e il fatto che muoia per lui sono la stessa
cosa. 20,39. Per questo motivo al vivere Theodosios ha aggiunto il fatto che quelle persone avessero
i mezzi per potere vivere. Ci sono stati alcuni individui che a causa di alcune condanne a morte
ingiuste si sono impadroniti dei patrimoni di alcune persone, ma l'utilità che noi abbiamo da queste
due cose sia per adesso, sia per il futuro, è che quelli che hanno il potere di volta in volta devono
imparare a non espellere dalle proprietà quelli che le detengono, e a non ritenere che simili
comportamenti siano una forma di guadagno. 20,40. Dunque anche una città che non era così
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importante avrebbe potuto ottenere alcune cose uguali a queste se avesse commesso simili colpe,
poiché Theodosios sa che, come in un corpo se tu togli anche la parte più piccola causi un danno a
tutto quanto il corpo, ciò avviene anche riguardo all'organizzazione della città, che esisteva in
passato, è stata distrutta ed è ancora rimpianta. E adesso questa mia città, Antiochia, è inferiore a
due città, è uguale a tre città, ed è superiore alle altre. 20,41. E tu sei diventato fondatore della città
perché l'hai salvata, non perché tu abbia messo alcune pietre su altre pietre per mezzo di alcuni
muratori, non perché tu abbia messo insieme dei legni, né perché tu abbia messo delle tegole, né
perché tu abbia diviso l'anno tra fatica e riposo, né perché tu abbia avuto bisogno di molti anni per
ognuna di queste cose, ma per il tuo atteggiamento clemente, per le tue poche lettere, e perché tu hai
controllato la tua ira. 20,42. Anche adesso tutte quelle cose che sono avvenute prima di Io, quelle di
coloro che cercavano questa donna, le vicende di Alexandros, quelle di Seleukos, quelle di coloro
che hanno comandato su questa città dopo di loro, diventano tue, la lunghezza della città, la sua
larghezza, i suoi templi, i suoi beni privati, i suoi beni pubblici, la bellezza dei suoi portici, la gioia
dei suoi mercati, le sue sale cittadine, i suoi teatri, i suoi bagni pubblici. Infatti alcune di queste cose
sono state rovinate dalla rivolta, ma il tuo perdono ha fatto in modo che quella città che esiste
ancora sia diventata tua. 20,43. Infatti colui che a buon diritto avrebbe potuto eliminare una città e
l'ha risparmiata viene portato al posto di fondatore della città da quei cittadini che lui non ha
distrutto, poiché anche chiunque ha salvato una persona dall'impeto di un fiume giustamente
potrebbe dare l'impressione di esssere il padre di chi è stato salvato da lui. Dunque se tutti gli
imperatori sono lodati per le città che loro hanno dato alla terra, è possibile per un altro dire che
questa città è stata un tuo dono. E infatti Hektor morì in un duello, e lui era stato un dono dato da
Apollon che lo fece crescere. Dunque nessuno potrebbe accusarti se tu cambiassi il nome della città
con quello della tua famiglia. 20,44. E noi Antiocheni anche se abbiamo fatto molti errori, abbiamo
visto giusto almeno in questa cosa, il dire riguardo al nuovo nome della città cose come quelle che
tu hai sentito.Pertanto tu che con le tue azioni mostri di essere fondatore della città devi ritenere che
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sia opera tua questa città colpita da una tempesta, e tu, oltre a non distruggere la città, le hai dato
delle aggiunte che sono state degne della sua condizione, e con tali aggiunte hai fatto in modo che
Dafne diventasse più bella quando tu hai oscurato l'antico palazzo imperiale con quello nuovo.
Anche la città di Antiochia deve ricevere qualche edificio simile, sia che tu voglia che esso si trovi
nell'isola che è al di là del fiume,oppure nel luogo abitato che sta davanti a quest'isola.O imperatore,
io ti invito a fare queste cose, non soltanto per la grandezza e bellezza degli edifici, ma affinché sia
possibile anche per noi sapere se noi abbiamo ancora Thedosios come nostro ammiratore o se lui ha
già smesso di volerci bene. 20,45. Spero che tu sia superiore all'oltraggio che noi ti abbiamo fatto,
spero che tu mantenga ciò che è avvenuto in quel giorno luminoso e divino in cui tu hai guardato
nel modo più favorevole possibile le ambascerie provenienti da Antiochia, mostrando di vedere nel
comportamento delle persone che erano presenti il comportamento della città che si era ribellata,e tu
sei stato contento sia di fare delle domande a noi, sia di sentire dire qualcosa riguardo a noi
Antiocheni. È una cosa importante anche il fatto che tu abbia posto fine alla tua collera, ed è una
cosa ancora più importante il fatto che tu non abbia posto fine al tuo affetto. O imperatore, pertanto
tu devi onorare la città nello stesso modo in cui tu la onoravi in passato, e anche in un secondo
modo. 20,46. Sarebbe una cosa divina se tu potessi concedere a noi anche una terza cosa, il fatto che
tu venga nella nostra terra e nella nostra città; e sarebbe una cosa più grande di questa se tu venissi
insieme al giovane imperatore tuo figlio. Allora, allora tu per forza sarai costretto a dare alla nostra
città il nome di tuo figlio. Quando io dico per forza, intendo dire quella costrizione che potrebbe
essere data da dei buoni sudditi; e applicare simili costrizioni a un imperatore è una cosa bella.
20,47.Dunque noi Antiocheni saremo chiamati felici per questi motivi e quando tu sarai seduto nella
nostra città prenderai delle decisioni per la nostra salvezza, esercitando le attività militari in pianura
modo che i Persiani lodino la loro buona sorte e corrano alla sicurezza che è data dalla pace.
Comunque se ci fosse bisogno di una guerra, tu avrai noi Antiocheni come combattenti tuoi alleati
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anche se disarmati, uomini, donne e bambini, tutti coloro che abitano la città, e tutti coloro che
lavorano la terra, e tutti coloro che sono schiavi dei loro padroni. 20,48. Dunque qual è il contributo
di queste persone prive di armi? Ognuno di costoro invocherà con una preghiera accurata gli dei,
Ares, Athena, e gli altri dei, dalle decisioni dei quali derivano le conclusioni delle guerre, gli
Antiocheni ricordano i pericoli che sono stati eliminati e questa salvezza insperata, pregano che i
nemici, se si mostrano, cadano nella paura e nel timore e preferiscano fuggire che inseguire. E noi
possiamo vedere nella poesia quanto è grande l'influenza che le preghiere hanno nelle vicende della
guerra. 20,49. E tu non devi ritenere che avrai questo vantaggio solo grazie a questa influenza, ma
tutto il territorio di cui tu sei imperatore, tutto questo territorio parteciperà alle preghiere comuni.
Infatti una giusta fratellanza esiste certamente anche tra le città, ed esse condividono il dolore di
quelle città che sono colpite, e si congratulano con quelle città che sono in condizioni migliori. E
come colui che danneggia una parte della città fa del male anche a quella che non ha patito niente,
così chi dà un dolore a una sola città, danneggia tutte le altre città. E chi fa del bene a una sola città
lega a sé tutte le altre città. Dunque se ci sarà una preghiera fatta da molte bocche, quanto bisogna
ritenere che sarà grande la forza di questa preghiera? 20,50. Così tu hai compiuto delle azioni che
non sono solo benevole, ma anche utili. E questa situazione è tale per la sua natura. La virtù è una
cosa utile; tuttavia anche se nessun vantaggio fosse probabile come conseguenza di questa azione,
certamente tu vorresti onorare ciò che è giusto, e ciò che è giusto, io credo, è il non avere un
atteggiamento crudele verso quelli che sbagliano, perché essi sono degli esseri umani. Infatti questa
cosa non arriva al cielo, ma non è possibile purificare la terra delle conseguenze di Ate,
l'accecamento. Un uomo sembra essere divino e degno di molte lodi se non attacca quelli che
cadono a causa degli oltraggi dell'accecamento. 20,51. E ora questo mio lungo discorso su quali
azioni sono state fatte da me e su quali azioni sono state fatte da te si è diffuso ovunque. Io penso
che anche nelle riunioni degli dei si parli di entrambe queste cose, di ciò che ho fatto io e di ciò che
hai fatto tu, e alcune divinità, le Muse, Hermes, e Apollon, fanno degli elogi, le altre divinità
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mostrano la loro opinione su quali doni tu riceverai da loro. Calliope insieme alle sue sorelle ti farà
arrivare i doni degli dei e a favore della nostra città lei darà un doppio compenso, ispirando nei tuoi
ealizzazione, sarebbe una bella cosa se anche io mantenessi le promesse che ho fatto. Nelle tue
promesse c'era <il fatto> che tu avresti portato aiuto con ogni sollecitudine alla città che è tanto
grande e a ognuno dei suoi cittadini, le mie promesse erano che io avrei fatto un discorso che
tentasse di raccontare ai posteri come tu ti sei comportato con noi antiocheni in una tale circostanza.
Io vorrei dire qualcosa che sia degno dei tuoi successi e vorrei ottenere dalle Muse un potere tanto
grande nel parlare quanto quello che tu hai avuto nel salvare la città. 21,2. Dunque la folla nella
quale sono molti uomini, molte donne, molti giovani, molti anziani, fa delle lodi per i doni che
adesso provengono dallo stesso luogo nel quale in passato quelle persone hanno fatto le loro
preghiere. Sarebbe più bello se tu ricevessi queste lodi essendo presente personalmente, e se tu
vedessi anche il movimento dei loro corpi che accompagna le loro voci, ma forse una parte non
piccola di ciò ti arriva anche per mezzo dei messaggeri. 21,3.Io ho condiviso con i messaggeri le
grida più piacevoli per noi, e la tua generosità adesso mi ha convinto per la prima volta a fare una
cosa che sarebbe impossibile per molte persone, ma forse potrebbe essere fatta da me, io ho creduto
di dovere dare questo contributo e io ringrazio gli dei perché tu ti preoccupi più della tua buona
reputazione che delle tue ricchezze. Infatti con le ricchezze io non potrei ricambiare il tuo favore,
ma adesso potrei restituire qualcosa, anche se non restituirò tutto ciò che sarebbe giusto che io
restituissi. 21,4. Dunque, o voi che siete presenti, se si volesse ricordare tutte le cose che Kaisarios
ha fatto. e la sua moderazione fin dall'infanzia, perché lui ha cominciato a essere così fin
dall'infanzia, il suo coraggio nelle circostanze che richiedevano coraggio, la sua decisione, i motivi
della sua franchezza, se si volesse ricordare come nonostante la sua possibilità di fare paura ad altri
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lui è stato irreprensibile in tutte le sue azioni, se si volesse ricordare come ogni volta durante
l'impero di diversi imperatori lui ha compiuto il suo servizio, e colui che comandava ha sempre
lodato il carattere di Kaisarios, dunque se io trattassi tutte queste cose, darei l'impressione di
screditare i miei argomenti di adesso, come se essi non fossero sufficienti per fare un discorso; ma
se il mio discorso è solo su questa cosa,io mostro di onorare l'aiuto di Kaisarios perché non
introduco nessun altro argomento. Pertanto diciamo quali sono i benefici di cui noi abbiamo
usufruito mentre infuriava la tempesta 21,5. E la sventura è cominciata da poche parole, poi si è
estesa a molti individui e ha incitato a fare un simile tumulto quella parte della città che non lo
aveva ancora fatto, e alcune parole che sono uscite fuori hanno come punizione la morte, e sono
state aggiunte alcune azioni così terribili al punto che i contenuti delle parole erano poca cosa,
alcune statue di bronzo sono state tirate giù, sono state trascinate in tutta la loro lunghezza in ogni
luogo in modo simile, sono state amputate nelle loro membra, dunque dopo che tali azioni empie
sono state compiute tutta la città è stata ritenuta responsabile, perché alcuni individui hanno
commesso queste azioni empie, e altri non le hanno impedite, e l'atteggiamento di questi ultimi li ha
portati alla stessa accusa di quelli che hanno agito male con le loro mani, pertanto quando alcuni
sono corsi dall'imperatore a informarlo di queste cose, la città si è svuotata per la paura, perché si
credeva che tutti quelli che restavano in città sarebbero stati condannati a morte, Kaisarios è stato
mandato insieme a colui che comandava gli eserciti,sia per fare un indagine, sia per dare un giudizio
delle azioni che erano state fatte. 21,6. Dunque alcune persone che non lo conoscevano hanno detto
che sarebbero morti sia quelli che non erano fuggiti, sia quelli che erano fuggiti, perché sarebbero
stati arrestati, ed entrambi i gruppi piangevano su se stessi, alcuni di più, altri di meno, io conoscevo
un po' Kaisarios, ho lodato quelli che avevano le mie stesse opinioni e che si aspettavano un
loro come era quell'uomo. 21,7. Dunque quella notte ha avuto molte preoccupazioni e poco sonno.
Infatti neppure se tutti gli indovini avessero dato la loro garanzia che la situazione avrebbe avuto
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quella fine che poi ha realmente avuto, avrebbero potuto impedire che quelle persone si agitassero e
sconvolgessero quelli che si erano trasferiti qui e i cittadini ufficiali di Antiochia, e quando è venuto
il giorno, non c'era molta preoccupazione per le altre cose, e si diceva che l'accusa avrebbe colpito il
consiglio cittadino, la residenza del comandante militare ha accolto i discorsi riguardo a questi
argomenti, non c'è stato nessun atto crudele da parte dei due uomini che giudicavano, e questa cosa
ha reso la notte più mite del giorno. C'è stato il secondo giorno, c'è stato il tribunale, ci sono stati gli
arresti e colui che incarcerava era simile a coloro che incarcerati nel suo dolore. 21,8. Quando il
sole stava per tramontare Kaisarios era molto impegnato, in alto e in basso c'era una moltitudine di
persone, io sono andato vicino alle sue porte, e sono andato via, perché non volevo dare nessun
fastidio. Ma Kaisarios si è accorto di me, ha fatto ciò che è in Pindaros, ha rinviato i suoi impegni
urgenti, è stato con me e si è fatto aiutare da me nella sua decisione, mi ha fatto sedere vicino a lui,
e mi ha dato la possibilità di stare tranquillo su questa cosa, che nessuno di coloro che erano stati
arrestati sarebbe stato privato della vita, e questa cosa per me è stata sufficiente. Nessuna delle altre
punizioni è stata terribile, né l'espulsione di qualcuno dalla propria città, né il privare qualcuno dei
propri beni,neppure la stessa detenzione,anche se essa si spinge automaticamente fino alla vecchiaia
e alla morte del detenuto. 21,9. Io ho versato molte lacrime, ma non erano pochi i motivi di una
speranza migliore. Kaisarios nello stesso tempo ha lodato le mie lacrime e ha aggiunto le sue
lacrime, e mi sembra che in questo modo lui non abbia onorato la mia vecchiaia, infatti avrebbe
potuto onorare altri uomini prima di me e avrebbe potuto onorare molti altri uomini prima di me, e
non mi ha neppure ripagato per i benefici dei quali era debitore, infatti non aveva nessun debito con
me, e niente in precedenza è stato dato da me a lui, ma io credo che lui sia un uomo eccellente che
ritiene giusto onorare le cose buone, e crede che l'eloquenza sia tra queste, e quando io sono apparso
lui si è alzato in piedi,mi ha onorato in tutti i modi e mi ha dato la speranza che io sarei stato meglio
e avrei fatto stare meglio i detenuti. 21,10. Quando io sono andato via da Kaisarios sono sceso dai
detenuti, essi erano sfiniti, giacevano ed erano privi di voce e valutavano il modo in cui potessero
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uccidersi, ma io li ho trattenuti dal fare ciò, e li ho consolati dicendo le parole di Kaisarios e
mostrando che era possibile anche che loro restassero in vita. Dunque se io dicessi che così tanti
uomini sono stati sottratti alla morte da quest'uomo direi quelle cose che sono avvenute. Kaisarios
ha dato gioia a noi dicendoci quelle cose che avrebbe detto all'imperatore che era stato offeso da
noi. Ed esse erano che per l'imperatore era più onorevole non dare nessuna punizione invece che
dare una punizione, e dare una punizione contiene una gioia che finisce velocemente, mentre il non
dare nessuna punizione contiene una gloria che non può finire. 21,11. Dunque per questi motivi la
detenzione di questi uomini è diventata facile da sopportare, perché le promesse di Kaisarios non
hanno avuto nessun sospetto di millanteria, e lui non è mai stato smentito e non ha mai promesso
delle cose che sapeva che non avrebbe fatto, ma ha reso veloce l'allontanamento della sventura, e se
fosse stato possibile, mediante delle preghiere agli dei, che i carri volassero, lui avrebbe fatto questa
cosa, e se lui avesse potuto prendere da un qualche luogo i figli di Boreas come destrieri avrebbe
preferito questo mezzo di trasporto, o se avesse potuto prendere un cavallo simile a quello del figlio
della Gorgone, lui avrebbe preso anche questo cavallo. 21,12. Ma poiché non era possibile che
avvenissero queste cose per lui, Kaisarios ha ritenuto necessario rendere i suoi continui sforzi uguali
alla velocità naturale delle ali, e lui ha rifiutato quelle cose che danno la comodità nei viaggi, e ha
detto addio a esse, ha reso il più leggero possibile il carro che lo trasportava, è salito su di esso, ha
ottenuto tutta la velocità dei muli ricorrendo alla frusta. 21,13. E c'era una grande folla che lo
accompagnava, e la maggior parte di quelle persone erano donne, ed esse occupavano anche la città,
avevano coperto trenta stadi con i loro corpi ed erano rimaste fuori in quello spazio fino a sera, e
Kaisarios è stato saggio e moderato, sapeva che era meglio per lui respingere queste cose, e ha
ritenuto giusto avere degli onori per le azioni fatte da lui, non ha mandato nessuno per respingere la
folla, e non ha dato nessun dolore a essa, quando è stato il momento opportuno, durante la sera io
stesso sono stato uno di quelli che mandava a casa le persone. 21,14. E quando io mi sono seduto
presso le mie porte, ho sentito un grido che conteneva una supplica. Dunque io ho immaginato che
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cosa fosse ciò, Kaisarios stava uscendo, e io, che sono un debole vecchio, sono salito a cavallo,
all'inizio l'ho seguito, poi l'ho superato, e dopo avere reso ampia la distanza tra me e lui l'ho
aspettato, ho pianto quando lui è arrivato, io ho fatto questa cosa molte volte, mi è stato impedito di
dire molte parole dalle parole di Kaisarios che contenevano tutto ciò che io potevo desiderare.21,15.
E quando noi dormivano Kaisarios è andato avanti velocemente, nella sera del secondo giorno ha
raggiunto il territorio della Cappadocia, poi le terre che sono dopo quelle, e nel pomeriggio del
settimo giorno lui si è presentato all'imperatore ed è sfuggito agli occhi di tutti perché non ha avuto
nessuno che lo precedesse, il suo seguito era di sole due persone, e soprattutto per il logoramento
del suo corpo a causa delle sue fatiche. 21,16. Infatti le sue fatiche si sono unite ad altre fatiche e lui
non ha avuto nessun momento di pausa per riposarsi, né cibo, né companatico, né una bevanda, né
del sonno, né il desiderio di un letto. Kaisarios era così impegnato nell'andare avanti al punto che si
è arrabbiato anche per i cambi dei muli e ha rimproverato le azioni veloci in queste cose, come se
esse fossero lente; poiché lui non si è neppure slacciato una scarpa, non si è neppure tolto i
pantaloni, e non si è neanche tolto la veste che indossava, ha passato la parte restante del giorno nei
discorsi con l'imperatore e dopo è andato al bagno pubblico. E quando Kaisarios ha enumerato i
luoghi di tutto il suo viaggio passandoli in rassegna velocemente,nessuna fatica lo ha fatto smontare
da cavallo per questo motivo, neppure le città lo hanno fatto scendere da cavallo. Dunque qual è
stato il motivo per cui lui ha fatto questa cosa? È stato il suo forte desiderio di evitare la detenzione
del consiglio cittadino, e il suo desiderio di liberare la città dal disonore. Infatti lui era simile non a
uno che aiuti altre persone, ma a uno che salvi se stesso. 21,17.E l'atteggiamento di Kaisarios è stato
così, ma ogni suo impulso sarebbe stato vano se non avesse avuto l'appoggio della Sorte. Infatti la
Sorte fa muovere una certa cosa, ma toglie a un'altra cosa la sua realizzazione; infatti se la divinità
non è d'accordo con qualcosa, quanto potrebbe valere la decisione di un essere umano? Infatti
certamente ogni timoniere vuole salvare la propria nave, ma non è che ogni timoniere la salvi
davvero, e non è che i venti collaborino sempre a queste azioni. Ma ciò dipende dalla Sorte. 21,18.
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Dunque anche in quel momento Kaisarios ha voluto percorrere velocemente la strada, e dalla Sorte
gli è stato permesso che ciò fosse possibile, perché lui non è stato infastidito da nessuno di quegli
incidenti che solitamente sono numerosi per chi viaggia su un carro, ma era come se le ruote che
erano sotto quei veicoli fossero state d'acciaio, così tutte le cose sono andate bene, le ruote non
hanno patito nessuna difficoltà, sono state colpite da quegli urti che per loro natura causano dei
danni, ma non sono state sconfitte da nessuna cosa. 21,19. Ma è inevitabile che colui che desidera la
velocità in modo sconsiderato attiri su di sé anche un grande danno. E tuttavia hanno vinto quelle
cose che di solito sono vinte, come se il suo viaggio fosse avvenuto attraverso l'aria e senza toccare
terra. Certamente per mezzo di queste cose è stato dimostrato l'aiuto della Sorte, ma questa cosa non
avrebbe potuto essere presente,se anche gli altri dei non avessero condiviso questa volontà. Infatti la
concordia tra loro consiste nel fatto che essi pensino le stesse cose,e il conflitto e la divergenza sono
lontani dal cielo, e sono lontani da quella schiera che abita il cielo. In questo modo tu, Kaisarios, hai
fatto la tua corsa, che è stata lodata dagli dei, essi hanno voluto questa corsa, e tu insieme a loro hai
salvato la città, essi si sono preoccupati di essa, e tu hai dimostrato che ti sei preso cura di essa.
21,20. Kaisarios ha presentato davanti ai piedi dell'imperatore quei documenti che contenevano
l'accusa, li ha letti dopo che l'imperatore glielo ha ordinato, e non era possibile in nessun modo che
ci fosse una salvezza per quelli che si erano comportati in modo folle, subito Kaisarios ha preso le
ginocchia dell'imperatore e ha fatto dei discorsi riguardo alla sua reputazione e riguardo a quali cose
sarebbero accadute in seguito a ognuna di queste due opzioni, se l'imperatore avesse dato la
punizione e se non avesse dato questa punizione. Certamente lui ha detto che la città era già stata
punita e ha dimostrato che i suoi abitanti si erano già rovinati e per il loro allontanamento avevano
sofferto tutte quelle cose dalle quali erano fuggiti per evitare di patirle, non avevano un tetto, non
avevano cibo, non potevano un medico che curasse quelle malattie che erano causate dalla loro
sventura. E Kaisarios ha dimostrato questa cosa dicendo che quelli che erano ricchi morivano per le
loro ricchezze, perché avevano attirato contro se stessi le spade dei malfattori <e> hanno avuto i
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ventri dei pesci invece della sepoltura. E l'imperatore dopo un tale ascolto ha cominciato a
lamentarsi, ha anticipato le richieste fatte da altri con le lacrime versate da lui stesso, e in queste
lacrime è stata l'eliminazione delle nostre afflizioni. 21,21. Dunque molte cose ti rendono illustre, o
Kaisarios, soprattutto la nostra situazione di adesso. Infatti noi Antiocheni siamo stati salvati dalla
decisione dell'imperatore, ma una parte della nostra salvezza è dovuta anche alla tua decisione.
Infatti forse l'azione di un altro uomo che non avesse avuto il tuo carattere sarebbe stata il
cedimento alle parole che incitavano a una grande ira e, per Zeus, avrebbe reso grande un'ira che
non era tale con delle accuse crudeli, con nomi che avrebbero aggravato la situazione e con una
paura di cose simili, se la stirpe degli Antiocheni non fosse stata distrutta; ma è stato possibile
sentire da te gli elogi della clemenza, è stato possibile vedere che la tua sapienza ha tolto qualcosa
dalla gravità della nostra colpa,e i tuoi pensieri hanno garantito la moderazione degli altri antiocheni
risparmiando quelli che avevano sbagliato. 21,22. Dunque io apprezzo quel retore degli Ateniesi che
ha portato un aiuto a Mitilene, ma il pericolo che è stato corso da costui non era tanto grande, infatti
in che modo siamo simili noi Antiocheni e gli abitanti di Mitilene? Quel retore non ha risolto tutta
la questione, ma noi sappiamo quanto è stata grave la loro punizione. Adesso invece è arrivato il
rimedio per tutta questa situazione. 21,23. Noi dobbiamo vedere che il nostro soccorritore è l'uomo
che ha portato alla città la notizia della riconciliazione. Infatti lui è stato più utile alla città dell'altro,
e ha fatto in modo che il messaggero portasse quella lettera che è stata per noi graditissima, e lui
intendeva stare insieme al consiglio cittadino senza arroganza e avrebbe sopportato i discorsi di quel
consiglio cittadino su questo argomento e lui era famoso e giusto per questo incarico. Infatti chi
avrebbe potuto verosimilmente cogliere un vantaggio maggiore da quelle lettere se non l'unico tra i
guidatori di cavalli che abbia imitato le ali di Kaisarios? 21,24. Dunque noi Antiocheni avremmo
dovuto avere un monte e un fiume di denaro, come gli abitanti della Lidia, per fare in modo che il
nostro desiderio non superasse la nostra capacità, ma non era possibile che quelli che erano colpiti
da un tale cambiamento ottenessero la misura. Io ritengo che tu sia felice per la benevolenza
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dell'imperatore, io ritengo che tu sia felice per l'affetto verso quell'imperatore, io ritengo che tu sia
felice per la tua saggezza, io ritengo che tu sia felice perché tu hai fatto tali azioni, e perché tu
riconosci tali meriti in te stesso. E infatti gli uomini simili a te hanno una speranza migliore, sia
quando vivono, sia quando muoiono, e se accade loro qualcosa di spiacevole per qualche motivo, il
loro ricordo promette la fine di ciò che causa questa difficoltà. 21,25. Dunque è una cosa bella per
un uomo il salvare qualcuno da un pericolo evidente parlando a suo favore, è bello per una nave
salvare qualcuno respingendo dei pirati, e tu hai un onore per avere salvato non una persona, o dieci
persone, o venti persone o un numero di persone che è il doppio di questo, ma non è facile neppure
contare quante sono le persone che tu hai salvato. Qualcuno può dire di avere salvato una città, ma
non una città così grande, né una città così antica, né una città così fiorente per i suoi numerosi beni.
Sono testimoni del fatto che Antiochia sia piena di beni coloro che ogni giorno si sono aggiunti al
grande numero dei suoi abitanti con i loro trasferimenti. 21,26. E se alcuni nelle riunioni si vantano
con la menzione delle loro azioni gloriose, per te sarà possibile vincere se tu nominerai la nostra
città. Oppure tu, Kaisarios, forse non dirai niente onorando con il tuo silenzio la tua azione illustre,
ma niente impedirà a noi antiocheni di parlare della grandezza del tuo merito,e di rendere immortale
questo discorso che riguarda il tuo beneficio, perché i padri tramanderanno ai figli sia quegli errori
che noi abbiamo fatto, sia quei timori che noi abbiamo avuto, e i beni dei quali noi abbiamo
usufruito. 21,27. E se qualcuno dirigerà bene una delle nostre azioni che avrà bisogno di un uomo
eccellente,noi diremo che costui imiterà le tue azioni,e se per una trascuratezza lui propone qualcosa
di sbagliato, noi lo inviteremo a imitare le <tue> belle azioni. E il racconto delle azioni compiute
da te diventerà pubblico sia perché molte persone diranno queste cose, sia perché chi le ricorda di
più correggerà chi le ricorda meno. 21,28. O tu, che sei eccellente, noi Antiocheni abbiamo molte
feste pubbliche perché alcune di esse sono antichissime e più vecchie di quel desiderio che
trasformò Io in una giovenca. E infatti gli abitanti della montagna che avevano una città sulla
montagna mostrano di avere ospitato quelle persone che cercavano Io. Dunque in queste feste noi
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canteremo il dio che viene onorato in ciascuna di esse, noi canteremo, insieme a ciascuno di questi
dei, anche te e le azioni fatte da te. 21,29. A me sembra che anche l'imperatore stia pensando a quale
dono darti, in modo da dimostrare di averti dato tutto ciò che è giusto darti. E mi sembra che tu
arriverai attraverso molti incarichi fino a quella carica che è onorata anche dagli imperatori, il
consolato.In ognuno di questi incarichi tu avrai certamente anche gli elogi di quegli oratori che sono
veramente grandi nei discorsi che fanno per te. In questi discorsi quando vengono detti il tuo merito
principale è che tu hai fermato quelle sventure che stavano per sommergere la nostra città. 21,30.
Dunque io ho menzionato le statue di bronzo e non si può dire niente di più onorevole che sia dato
da un imperatore, le statue mostrano come è un uomo nel suo corpo, ma l'aspetto della sua anima è
rivelato dalle sue azioni. Dunque grazie alle statue ogni uomo che ha dimostrato di essere eccellente
appare nel suo aspetto migliore anche a quelli che vivranno in futuro, e le statue possono essere
rimosse da molti incidenti, ma questa statua che si trova su un fondamento solido è troppo forte per
patire una simile sorte. 21,31. Dunque le tue azioni saranno raccontate in ogni tempo,come le parole
che tu hai detto a colui che è stato messaggero delle notizie migliori: “O tu che hai dato prova di te
stesso in non poche strade, adesso devi mostrarti a me, se possibile, più veloce, e se non è possibile,
devi mostrare di non essere più lento. Infatti io soffro per le sventure di Antiochia, la quale non è
per nulla diversa da una donna colpita da una malattia. E nella tua velocità stanno le possibilità di
dare sollievo ai dolori di Antiochia”. 21,32. Se è possibile per quelli che sono debitori di un favore
chiedere un altro favore prima che loro ripaghino il favore precedente,anche tu che sei meraviglioso
devi essere tra coloro che si costruiscono una casa nella nostra città, e devi essere anche uno dei
proprietari terrieri di Antiochia, devi rendere più gloriosa la città con entrambe queste attività, e non
devi evitare le spese in nessuna di queste due attività, affinché per noi, quando parliamo tra noi o
con gli altri, sia possibile parlare di te come di un nostro concittadino,e affinché tu quando sei qui, e
io spero che ciò avvenga spesso, sia tra persone a te care e possa ospitare i tuoi amici con i prodotti
provenienti dai tuoi campi. 21,33. Forse per me la morte è vicina ed essa è resa evidente dal numero
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dei miei anni, ma forse quando sarò morto io otterrò alcuni discorsi su di me da quelli che sanno
parlare bene, avranno come argomento l'acquisizione degli amici e io ho acquisito degli amici molto
fidati. Su questo argomento loro potranno dire qualcosa di più su di te, loro riterranno che la mia
amicizia con te sia la più importante delle mie cose, e riterranno che la dimostrazione di questa
amicizia sia data dai beni che io ho ricevuto da te. Tu, che sei artefice di grandi azioni, devi essere
per noi come un padre, e noi Antiocheni saremo tuoi figli, in modo da rendere le nostre virtù uguali
ricchezze e l'essere ricco, e per questo motivo loro non esitano a procurarsi questa cosa anche
mediante uno spergiuro, e anche se patiscono un male a causa di questo motivo, non si allontanano
da questa cosa. Altri uomini vorrebbero essere lodati più che ottenere tutte le ricchezze possibili per
gli esseri umani e non si vergognano di dire ciò. Altri individui hanno un uguale desiderio della
stessa cosa, ma fingono di non avere nessun bisogno di elogi. 22,2. Dunque io ritengo che sbaglino
entrambi questi gruppi di individui, sia quelli che pensano che la ricchezza sia più importante degli
elogi, sia quelli che ritengono che gli elogi siano la cosa più importante, ma non dicono che hanno
questa opinione, e io penso che i migliori siano quelli che non ignorano quanto sia importante un
elogio, e dicono di apprezzare questa cosa,in modo da esortare all'elogio quelli che possono dire tali
elogi. Io so che uno di costoro è il meraviglioso Ellebichos e io darò adesso a lui questa lode anche
se lui non l'ha chiesta,e io gli darò questa lode ancora prima che lui la chieda. Infatti io credo che lui
abbia taciuto perché è convinto che io abbia lodato le sue azioni di adesso e lui non ha mai fatto
nessuna lode a me. 22,3. Dunque è una cosa sgradevole ricordare i mali trascorsi. Infatti si potrebbe
dire che è opportuno tacere quelle cose che sarebbe stato meglio se non avessero mai avuto inizio.
Ma poiché non sarebbe possibile conoscere bene quell'aiuto se non si dicessero prima quelle cose
terribili che hanno avuto bisogno di questo aiuto, certamente deve esserci la menzione di quella
situazione difficile. 22,4. L'imperatore aveva bisogno di denaro per la salvezza dell'impero e
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soprattutto per la festa del suo decimo anno, e da cinque anni l'impero era andato anche a suo figlio.
È una consuetudine che durante tali tempi gli imperatori diano del denaro alle mani dei soldati.
Pertanto quando sono lette alcune lettere riguardo a questo denaro le persone dovrebbero essere
contente di sentirle e dovrebbero essere zelanti nel dare il loro contributo, in modo da offrire la loro
prontezza nel fare questa azione per dare gioia all'imperatore, ma alcuni uomini sono arrivati fino a
questo punto di stoltezza,cosicché sono usciti di senno, non sono stati capaci di controllarsi, e hanno
guardato a ciò che dovevano pagare, ma non hanno nemmeno pensato a quelle cose che potevano
avere in cambio delle precedenti. 22,5. E innanzitutto loro si sono messi a gridare in modo
tumultuoso vicino alla sedia e agli sguardi del magistrato, e questo loro grido aveva la forma di una
supplica, ma l'effetto di una disobbedienza. Infatti come noi nelle sventure più grandi siamo abituati
a invocare gli dei e chiediamo loro di aiutarci, così allora quegli individui gridavano agli dei che
avessero pietà di loro, come se loro fossero andati giustamente a chiedere pietà a causa di quelle
lettere. 22,6. E anche se questa cosa non è sopportabile, ciò che avviene dopo di essa è molto più
terribile. Infatti con queste parole rivolte al portico davanti al tribunale i rivoltosi hanno fatto la loro
sortita e hanno prolungato il loro grido, si sono tolti le clamidi, e con le loro mani destre hanno
incitato quella parte del popolo che non si era ancora mossa, esortandola a condividere quelle azioni
temerarie che loro avevano osato compiere, sono andati al bagno pubblico che è lì vicino, hanno
tagliato con i loro coltelli le corde dalle quali pendevano le fiaccole che davano luce nella notte,
hanno mostrato che l'ordine nella città doveva cedere di fronte alle loro volontà e hanno mostrato
che la legge non valeva niente, ma che era molto importante ciò che era deciso da loro. 22,7.
Dunque dopo che loro hanno cantato un simile preludio insieme ad altre parole che sarebbe stato un
vantaggio per me se io non le avessi sentite, i rivoltosi hanno fatto le loro azioni consuete: il
tumultuare, l'abbattere le cose che erano nelle botteghe, hanno ritenuto che queste azioni avessero
uno scarso valore e fossero indegne del loro coraggio, hanno rivolto il loro sguardo alle numerose
statue che erano sulle tavole, hanno rivolto ad esse degli insulti prima di lanciare delle pietre e
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ridevano di quelle statue che erano state rotte, e si arrabbiavano con quelle statue che resistevano.
22,8. Poi i rivoltosi hanno ritenuto che fossero più preziose le statue di bronzo e che l'oltraggio più
insopportabile sarebbe stato quello verso quelle statue, sono corsi contro queste statue con delle
corde, le hanno attaccate ai colli delle statue, hanno abbattuto e trascinato le statue, e alcuni non le
hanno mutilate, mentre altri hanno fatto anche questa azione. E forse i rivoltosi avrebbero potuto
dire qualcosa all'imperatore padre Theodosios riguardo al denaro, ma quale rimprovero potevano
rivolgere ad Arkadios?Quale rimprovero potevano rivolgere all'altro figlio dopo di lui? E alla madre
di questi figli? E al padre dell'imperatore? Riguardo a queste persone non si può dire che abbiano
condiviso le decisioni sulla tassa. 22,9.Pertanto quei rivoltosi hanno permesso ai loro figli di giocare
con statue così degne di rispetto, e sono andati ad attaccare con il fuoco la casa di un uomo che non
aveva nessuna colpa, ma sembrava essere colpevole a quelli che non volevano prestare ascolto alle
lettere dell'imperatore, hanno bruciato alcuni edifici, e hanno pensato di bruciarne altri. Se quegli
uomini non avessero avuto paura dopo avere visto gli arcieri e le frecce, il fuoco sarebbe diventato
troppo forte per essere frenato. Dunque attorno a mezzogiorno quegli uomini che erano impazziti
hanno avuto un pentimento e la paura era comune sia tra quelli che avevano commesso azioni
sbagliate, e sia tra quelli che non le avevano commesse, poiché in quelle sventure così grandi sono
comuni le punizioni delle città, e la collera si estende in modo simile a entrambi, sia a quelli che
meritano le accuse, sia a quelli che sono lontani da qualsiasi accusa. 22,10. Quando i messaggeri
sono partiti e le circostanze mostravano quelle cose che bisognava aspettarsi, alcuni accusavano le
divinità, altri si accusavano a vicenda, e tutti si lamentavano per se stessi, le loro mogli, i loro figli e
le loro case, sembrava che soltanto questa cosa contenesse la salvezza: andare via e cercare un'altra
terra. 22,11. Dunque la maggiore parte del popolo è andata via, e i magistrati hanno cercato di
trattenere il consiglio cittadino con alcune minacce. I giovani che erano presso di me e che
studiavano retorica non hanno detto una parola a nessuno e sono andati subito lontano. Io pensavo
che una notizia sulla nostra punizione sarebbe venuta dalla città di Costantinopoli, un altro diceva
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che ci sarebbe stata un'altra punizione, e tutte le punizioni sarebbero state terribili, e la
preoccupazione di molte persone riguardava le loro tombe, c'erano alcuni che erano disperati come
se un incendio avesse consumato sia le cose inanimate sia noi stessi. 22,12.E quando noi ci eravamo
rannicchiati come in un'attesa di un tuono o di un terremoto che avrebbe scosso tutte le cose è
arrivata la Fama,la dea dalla quale è lontana la menzogna, ci ha detto che Ellebichos sarebbe venuto
da noi come nostro giudice. E ciò ha fatto immediatamente diminuire la nostra attesa di eventi
sgradevoli con la speranza di qualcosa di migliore,ha reso più sopportabili le condizioni delle nostre
anime, e qualcuno mangiando ha sorriso e ha avuto un sonno privo dei salti degli incubi, qualcuno
ha fatto delle domande sui suoi campi e ha osato parlare di se stesso, prima era ostacolato in questa
cosa dalla paura, e il primo ha creduto a quelle notizie che ha sentito dire con gioia e ha mostrato
questa informazione a un altro individuo, e un altro è stato diffidente a causa della grandezza di
queste belle notizie, ha cominciato a fare domande a quelli che gli sembravano sapere qualcosa. E il
nome di Ellebichos era presente in modo abbondante dappertutto in tutte le case, nelle piazze, nei
portici, nei vicoli, tra quelli che camminavano, tra quelli che erano seduti, nei templi, tra gli uomini
di condizione libera, tra gli schiavi, e anche questi ultimi si sono interessati alla sorte dei loro
padroni. 22,13. Questo discorso dopo che ha riempito la città è arrivato velocemente ai sobborghi, è
arrivato alle pianure, si è diffuso nelle colline rendendo più sopportabili le condizioni di tutte le
persone, perché anche quelli che erano lontani dai pericoli sopportavano malvolentieri le sventure di
quelli che erano in pericolo. Dunque si è visto l'atteggiamento dell'imperatore, che ha mandato il
giudice, nell'atteggiamento di colui al quale era stata affidata la decisione, e sembrava che
l'imperatore non avrebbe fatto ricorso a Ellebichos in un processo che avesse la pena di morte, e
l'imperatore sapeva che Ellebichos non aveva le caratteristiche naturali per fare tali processi. 22,14.
Dunque si potevano sentire molte persone che non gridavano, ma dicevano che queste cose erano i
segni della salvezza e del fatto che le spade non avrebbero tagliato i nostri colli, cioè il fatto che
veniva per fare il giudizio un uomo che avrebbe ascoltato molto volentieri ogni cosa che potesse
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salvare colui che era in pericolo, e lui si sarebbe dispaciuto per le condanne a morte di quelli che si
erano comportati male, e lui avrebbe mostrato che voleva che la difficoltà del momento si
concludesse in una soluzione mite. 22,15. Qual era il motivo di queste speranze? E da dove hanno
avuto origine queste speranze? Dai modi di comportarsi di Ellebichos nella sua vita fino a quel
giorno e tra essi soprattutto quelli che sono nel tempo del suo comando militare, e lui ha onorato
questo tempo con la sua clemenza, e ha visto che l'imperatore, dotato di tutti i poteri, aveva fatto la
stessa cosa, l'uso della clemenza,ha ottenuto una reputazione di giustizia quando aveva la possibilità
di fare del male, ha ritenuto che sarebbe stata una cosa terribile se noi ci fossimo adirati per essere
stati trattati male da altre persone e se noi avessimo ritenuto giusto dare queste punizioni ad altre
persone. 22,16. Dunque Ellebichos ha continuato a fare del bene a molti uomini, a non poche città e
ha reso migliori quelli che avevano patito delle sconfitte militari con alcune punizioni invece che
uccidendoli, e lui ci ha sostenuto quando noi siamo stati sommersi. Lui ha trattenuto <coloro che>
non erano ancora partiti e, se lui non fosse stato atteso, queste persone certamente si sarebbero date
alla fuga, ma lui le ha convinte ad aspettare il suo arrivo. 22,17. Poiché queste cose sono state così,
hanno sbagliato e non hanno colto la verità quelli che credevano che lui avrebbe raggiunto le porte
di Antiochia attraverso una strada deserta e che sarebbe andato attraverso la prima parte della città
deserta fino alla sua residenza, ma quelli che erano rimasti in città sono usciti come facevano nei
tempi felici del passato, lo hanno accompagnato fino alla città e hanno mescolato le suppliche alle
lodi. Ellebichos per la sua benevolenza non li ha respinti, ma con i gesti fatti dalla sua mano destra
ha mostrato che lui li biasimava, e ha fatto quel gesto che fanno gli allenatori a quelli che sono
sconfitti in un modo contrario alle attese, poiché il loro allenamento è stato sprecato. 22,18. Dunque
anche lui ha avuto questo atteggiamento, e ha fatto gesti come questi, perché a causa delle nostre
azioni sono state tradite le lodi fatte da lui a noi Antiocheni. Infatti Ellebichos ha suscitato
nell'imperatore un grande affetto per noi con encomi frequenti e lunghi riguardo a noi e ha
affermato che dicevano sciocchezze tutti coloro che parlavano di un'altra città, e ha detto che in
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nessuna altra città c'è una riunione tanto grande di virtù, ma alcune città hanno un certo pregio, ma
sono prive di un altro pregio, e molte città possono avere onore per alcuni motivi, ma il loro
comportamento generale non è buono, e in una certa città c'è un'ira furente, un'altra città è
insensibile, un'altra città è priva delle Grazie, un'altra città ha un atteggiamento pigro, un'altra città
ancora dà fastidio con la sua voce, un'altra città ancora non è capace di sopportare la permanenza di
un imperatore, ma soltanto questa città, Antiochia, possiede tutti i beni che sono dati dalla Sorte e
arriva all'eccellenza. L'imperatore sapeva e non sapeva qual era la città più bella del suo impero, ne
aveva sentito parlare da altri, ma non l'aveva mai vista, e le orecchie e gli occhi non sono la stessa
cosa. Ed Ellebichos ha esortato l'imperatore a fare un viaggio verso la nostra città e ha aggiunto alla
città la località di Dafne, la quale ha con sé il dio della musica e da questa località di Dafne viene
diffuso nella città il desiderio di eloquenza. 22,19. Dunque Ellebichos ha biasimato quella città che
aveva promesso molte cose, ma poi aveva mostrato tali risultati, e aveva rovinato i suoi bei discorsi
con le sue azioni pessime, e lui avrebbe potuto, se avesse voluto, ottenere qualunque punizione che
volesse, ma non ha cambiato il suo atteggiamento, non ha allontanato il suo affetto a causa di quelli
che hanno fatto azioni colpevoli, ma nello stesso tempo ci ha accusato e ci ha voluto bene. Noi
sentiamo dire che lui quando mangia, non mangia più di quanto guardi con il suo pensiero alle
situazioni della città, confrontando quelle successive con quelle migliori. 22,20. Quali sono le cose
successive a queste? Ellebichos ha chiamato al posto di giudice non pochi di quelli che avevano
avuto degli incarichi, e tutti quei consiglieri cittadini che non erano fuggiti, e questo atto è stato un
inizio del processo molto mite, sia per il luogo, sia per quelli che sedevano accanto al giudice,
perché esortava ciascuno a mostrare che si era comportato in modo giusto, e anche se uno aveva un
discorso da dire, la maggiore parte della salvezza era nelle lacrime di uomini che piangevano la loro
giovinezza e il fatto di non essere ancora diventati padri, altri invece erano padri e allevavano dei
figli che erano nobili, altri assistevano i loro genitori anziani, altri piangevano i servizi pubblici che
avevano avuto il loro inizio e desideravano la loro conclusione, altri piangevano la vedovanza della
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moglie e il soggiorno che lei avrebbe fatto sulla loro tomba. Quest'uomo eccellente, Ellebichos, ha
dato un permesso a quelle lacrime e ha aggiunto le sue lacrime a quelle di ogni altro individuo,e non
ignorava quanti giudici impedivano una tale cosa o con le percosse o con le minacce delle percosse
perché ritenevano che i fatti reali fossero offesi da quei lamenti. 22,21. E il suo inizio è stato così
bello e benevolo, e il processo è andato verso il suo culmine, e nel giorno successivo il processo
sarebbe arrivato in tribunale ed Ellebichos ha fatto il favore di svolgere la seduta in quel luogo non
a mezzanotte, né al primo canto del gallo,perché questi momenti hanno in se stessi alcuni motivi per
causare un terrore, ma lui è uscito dalle sue porte anticipando di poco il raggio del sole, cosicché le
lampade che lui aveva erano quelle normali, non più di quelle necessarie, e con la sua azione
benevola ha oscurato ogni esempio simile a lui. 22,22. Tra quelli che erano processati c'era un
giovane bello e famoso per le sue molte ambascerie e per tutti i suoi servizi pubblici, e che aveva
intrapreso queste attività al posto di suo padre, sua madre ha scoperto la sua testa, ha sciolto la sua
chioma invecchiata, è corsa al petto del figlio, ha preso con le sue mani i capelli ricci del figlio, e
gridando ha chiesto pietà per suo figlio, le lacrime di quella donna sono scese ai piedi del
comandante militare, e le lacrime di quel comandante sono scese sulla testa di lei. Nessuno l'ha
trascinata via, e quel comandante non ha respinto quella donna, ma ha prestato attenzione a quella
lunga supplica, al punto che è sembrato essere migliore della natura umana, e da ogni parte ci sono
state delle preghiere che fosse salvata suo figlio, e lui si era comportato in tale modo con quelli che
erano sventurati e aveva eliminato dalla sua mente ogni atteggiamento duro e crudele. 22,23. Alcuni
sono stati giudici, e noi siamo stati loro assistenti. Ad alcuni sembrava che Ellebichos facesse
qualcosa di estraneo alla sua natura, quando ha costretto ogni persona a dichiarare l'origine del
proprio crimine, minacciando che avrebbe interrogato altre persone che gli avrebbero detto queste
cose, se quegli accusati non fossero stati d'accordo con lui. E al contempo lui ha fatto cenno a molti
di quelli che erano vicini di indurre l'imputato a confessare la sua colpa. Per questa cosa si sono
indignati soprattutto quelli che ritenevano che fosse più onorevole il patire qualcosa per il loro
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rifiuto invece che dichiararsi colpevoli. E la sua azione non era quella di uno che per l'imperatore
preparava i colli ad essere tagliati, ma io credo che la sua azione sia stata quella di uno che rendeva
più grande la salvezza di quelle persone. Infatti non è la stessa cosa, come prova, la voce di un
testimone e la voce dello stesso imputato, e contro la voce del testimone forse sarebbe possibile
trovare qualche argomento, ma nessuno potrebbe rimproverare la voce dell'imputato. 22,24. Questi
comportamenti di Ellebichos potevano fare dichiarare agli imputati con le loro bocche i reati che
avevano commesso, loro ritenevano che quello stesso giorno avrebbe posto fine anche alla loro vita,
infatti loro non sapevano quale sarebbe stata la fine di quel processo, ma questa cosa stava per
manifestarsi. Infatti mentre la folla riteneva che avrebbe visto soltanto quella conclusione terribile,
non c'è stato nessuno che eseguisse delle condanne a morte,ma ci sono stati gli arresti e le confische
dei beni, e non c'era niente di grave in queste punizioni, e la città ha mantenuto il proprio consiglio
municipale, mentre essa riteneva che non lo avrebbe più avuto; sia Ellebichos che il suo collega
avevano il potere di condannare a morte, ma hanno lasciato la condanna a morte alla decisione
dell'imperatore, e hanno limitato la loro attività al processo,e hanno aspettato gli ordini imperiali per
la parte successiva. 22,25.Dunque i giudici hanno svolto tali funzioni nel processo e non hanno reso
più piccola la città privandola di tante famiglie, hanno voluto le stesse cose e hanno lodato le stesse
cose, hanno dato un aiuto senza nessuna contesa, e questi due uomini sono stati in mezzo alla folla
che era davanti al tribunale,e la folla gridava le cose più varie e faceva richieste nuove oltre a quelle
consuete. E il tempo delle suppliche è stato lungo ed è stato fino al tramonto del sole, nessuno ha
ordinato il silenzio né con dei bastoni, né a mani nude. 22,26. E una fatica successiva a quella del
processo è stata quella della rivolta. E si è riversata una folla di molti uomini e di un numero ancora
maggiore di donne che andavano da Ellebichos perché avevano bisogno di lui in questa vicenda, e
lui ha accolto queste persone con alcune parole dette con benevolenza, e sapeva che sarebbe stata
grande la forza di queste cose, e ha ricevuto le loro suppliche e lui ha aggiunto le sue suppliche alle
loro e ha fatto in modo che ogni cosa fosse decisa dall'imperatore che aveva potere su queste cose.
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22,27. Ellebichos ha onorato il suo collega che stava andando via, perché si era deciso che uno dei
due giudici restasse lì e che l'altro andasse via, riferendo a lui le richieste degli Antiocheni, e un
giudice stando con i malfattori faceva una richiesta a un altro giudice, e faceva alcune richeste in
pubblico e ne faceva altre in privato. 22,28. E chi mai ha visto o sentito un uomo come lui? Come
non si potrebbero ritenere beati i genitori di Ellebichos, per queste sue azioni più che per il suo
potere e per il fatto che lui abbia comandato così tante persone? E quest'ultima cosa è accaduta
prima a molte persone e accadrà di nuovo a molte altre persone. Ma nessuno degli esseri umani è
testimone di tali lacrime dei comandanti militari, né ha visto un comandante militare che viene
accolto in questo modo con gioia nelle anime dei sudditi ovunque e sempre. Oltre alle altre sue
azioni è stata fatta un'altra cosa bella da Ellebichos nel tempo tra i processi e la decisione che ha
risolto tutte queste questioni. 22,29.Infatti si è deciso ed è parso necessario che il consiglio cittadino
fosse detenuto in carcere, e questo carcere era molto stretto e non aveva nessun tetto. Dunque le
difficoltà derivanti dalla sua strettezza hanno causato un dolore e hanno costretto quegli individui a
calpestarsi a vicenda, e hanno reso peggiori il loro sonno, il loro pasto, e il resto al di fuori di queste
attività. Infatti se nessuno degli amici andava a trovare il detenuto, ciò era doloroso per lui, ma se
entravano altre persone lo spazio diventava più disagevole, e se si aggiungeva la pioggia, non c'era
niente che potesse salvare da essa. E si potevano sentire alcune persone che dicevano che la
compassione dell'imperatore, se mai ci fosse stata, sarebbe stata preceduta dagli effetti della
detenzione. 22,30. Colui che aveva preso queste decisioni aveva dato il permesso di usare la sala del
consiglio, ma c'era un muro tra le due stanze, e bisognava usare questo spazio, oppure i detenuti
sarebbero morti. Dunque è avvenuto di nuovo il nostro osare chiedere tali cose perché l'indole di
Ellebichos ci esortava ad avere coraggio e a dire quelle azioni con le quali era possibile togliere
qualcuna delle nostre sofferenze. E lui è andato subito a decidere e ha trovato i modi grazie ai quali
i detenuti avrebbero avuto ciò che volevano, e non ha detto neanche una parola contro gli ordini
scritti. 22,31. Dunque Ellebichos ha detto che si sarebbe attenuto a questi stessi ordini, ma che, se
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da parte dei suoi subordinati ci fosse stato qualcosa di diverso, lui, anche se avesse saputo questa
cosa, avrebbe fatto come se non l'avesse saputa. Lui ha dato a questi detenuti la sala cittadina dove
c'erano un teatro coperto, quattro porticati con un cortile centrale che è stato trasformato in un
giardino, <e aveva> vigne, fichi, altri alberi, vari tipi di ortaggi, e ha dato un piacere opposto alle
condizioni difficili dei carcerati, grazie a questo piacere i detenuti hanno riso, hanno scherzato,
hanno mangiato qualcosa, e hanno cantato una canzone, e hanno dimenticato la loro condizione
difficile, si sono goduti dei letti con molto spazio tra di loro, e tavole che non avevano avuto da
prima della loro sventura, hanno avuto libri di diversi generi letterari, e hanno fatto discussioni su
quali libri rendessero migliori le persone. 22,32. Ellebichos è stato il responsabile, il dispensatore, e
l'aiutante del fatto che le cose terribili non fossero troppo terribili, del fatto che nessuno morisse
prima del dono dato dall'imperatore, a causa del sole, della pioggia, del dolore e delle lacrime, lui è
stato il responsabile dell'arresto e della liberazione degli accusati, e del fatto che, nonostante la
gravità delle loro accuse, fossero trattati come imputati di accuse non gravi, lui è stato responsabile
di questi eventi simili a sogni, ed è meglio chiamarli così. 22,33. Ellebichos, non esaminando in
modo scrupoloso tutte le cose, ha dimostrato in ogni modo tutta la sua sapienza riguardo al processo
nelle azioni che ha fatto per ottenere la riconciliazione, e io riterrò che questa riconciliazione sia
stata merito non di quelli che hanno fatto delle preghiere sul Bosforo, ma di quest'uomo che ha dato
spazio alle preghiere di queste persone. 22,34. Certamente è una cosa degna di una menzione
quell'episodio che ha dato un beneficio su un argomento importante non a un membro del consiglio
cittadino, ma a un uomo che è vicino alla città per la sua nascita, che ha combattuto molte volte nei
processi, che è stato autore di molti discorsi ben fatti, e quando ha avuto degli incarichi ha mostrato
di essere meglio di un padre per i suoi sudditi, sia nel primo periodo di potere, sia nel secondo, sia
nel terzo. Un calunniatore ha scagliato questo dardo contro di lui, e sono tali i dardi di quelli che
fanno questa professione, e il suo silenzio è stato definito un cattivo discorso. 22,35. Ma qui
Ellebichos, quest'uomo che odia l'ingiustizia e si è opposto al calunniatore, ha opposto la verità alla
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menzogna, ha opposto la virtù alla malvagità, ha opposto la bontà al risentimento, questo suo
comportamento era giusto,e questa sua giustizia ha avuto la vittoria. Lui si è rallegrato con colui che
è stato assolto, con la città, e con se stesso, con il primo per la sua assoluzione, con la città perché è
diventata famosa grazie a lui, e con se stesso perché aveva salvato un uomo buono dai mali, come
Athena ha salvato Herakles dallo Stige. 22,36. Sia pure così. Se questo bene è così grande, quale è
stato l'atteggiamento di Ellebichos quando sono arrivate le lettere a favore della nostra città? Lui si
è comportato come uno di noi antiocheni, e nessuno ha avuto tanta gioia quanto quella dell'anima di
costui. E lui si è allontanato dal banchetto quando come si dice, tendeva già la sua mano destra
verso i cibi che gli stavano davanti, ha pregato che arrivasse velocemente la sera e che apparisse
velocemente il giorno.Lui è arrivato a questo tribunale non con un volto uguale a quello precedente,
ed era molto grande la sua gioia, lui si felicitava per la salvezza della città non meno di quanto
sarebbe stato contento se avesse ottenuto di conquistare una città tanto grande per mezzo delle armi.
22,37. Le nostre sventure più gravi sono state cancellate dai suoi scritti, Ellebichos è stato in piedi
dove stava prima, è stato incoronato dagli elogi di molte più persone di prima, perché quelli che si
erano nascosti sono riemersi e sono corsi a vedere le tavole con le notizie. E in quel momento le
loro lacrime non erano di persone che piangono,ma di persone che si rallegrano. E la fine di un male
è capace di fare piangere una persona, come è successo già in passato. La città si è riempita di
persone in festa, i suoi abitanti hanno fatto dei banchetti per se stessi in mezzo alle colonne, delle
lacrime sono scorse dalle loro bevute,non perché una paura abbia prodotto questo effetto, ma perché
loro non hanno più avuto nessuna paura. E alcune persone bevendo hanno avuto piacere per il loro
bere, altre persone che le guardavano hanno avuto il loro piacere per il fatto di guardarle. 22,38.
Anche Ellebichos era uno di questi uomini, e lui, dopo le molte esortazioni con le quali ha reso
migliore la città, ha ritenuto opportuno che condividesse le feste della città, ed è passato davanti a
quelli che erano sdraiati a banchetto e non si sono alzati, infatti lui non lo ha permesso,con le parole
rivolte a ciascun individuo lui ha reso più piacevoli le loro tazze, ha esortato il suo alto incarico a
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cedere il passo, e ha reso se stesso adeguato alla circostanza, cosicché ha preso un pesce da uno dei
piatti per fare ridere, e lo ha restituito dopo che questa sua azione aveva fatto ridere quelle persone.
22,39.Ellebichos ha fatto un simile viaggio e dopo avere partecipato a tali feste è arrivato, e ha fatto
quella cena che è stata la più piacevole di tutte le sue cene, e ha mostrato che lui era degno di
ricevere numerose statue, si possono vedere queste statue in tutta la città ed esse attirano verso di sé
quelli che passano, sia i cittadini, sia gli stranieri, sia per la loro chioma, sia per il loro volto, sia per
la loro guancia,sia per il loro colorito. 22,40. E si potrebbe vedere in queste statue il comportamento
della città; infatti gli abitanti della città in cambio dei numerosi benefici che hanno ricevuto in
passato hanno voluto avere quest'uomo in ogni zona della loro città anche con questi mezzi,affinché
quando Ellebichos è presente, gli Antiocheni possano godere della sua presenza sia di persona sia
nel suo doppio, la statua, e affinché quando Ellebichos è assente gli Antiocheni non siano
completamente privati di un tale uomo.22,41.Dunque noi preghiamo affinché lui possa sia stare con
noi, e possa parlare con noi, ma l'imperatore ha richiamato improvvisamente a sé quell'uomo che lui
ci aveva dato, con il suo onorarlo e con il suo volere occuparsi insieme a lui delle questioni più
importanti ha dato una gioia alla mia città, ma le ha dato un dolore privandola di un uomo che era
amato da essa, e alcune persone sono andate da Ellebichos per rendere più forti le loro giuste
richieste, altre persone hanno ritenuto sufficiente il vedere quest'uomo, per molti che non lo hanno
visto è stato sufficiente il fatto che fosse possibile per loro vederlo quando vanno in città, ogni volta
che vogliono. 22,42. Pertanto spero che l'imperatore restituisca a noi costui che è per noi un
benefattore in molti modi, costui che è imitatore della volontà dell'imperatore, e lo segue così come
l'imperatore segue gli dei,spero che Ellebichos vedrà i figli di sua figlia che siano simili a lui perché
Artemis, che è parte di questa città, con la sua presenza e aiuto nei parti e nelle nascite si ricorderà
quella dea.
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23,1.Tutti noi sentiamo dire le notizie che sono riferite, sentiamo dire che tutti i luoghi sono pieni di
cadaveri, sia i campi, sia le strade, sia i monti, sia le colline,sia le grotte,sia le vette delle montagne,
sia i boschi, sia i precipizi, e gli uccelli e gli animali feroci fanno banchetti con i cadaveri, e altri
cadaveri sono portati dal fiume verso il mare. 23,2.Dunque io sono colpito da queste notizie, rivolgo
delle accuse a quelli che hanno patito queste sofferenze e dico che è stato giusto che abbiano patito
queste cose degli individui che hanno fatto ricorso alla fuga in queste circostanze. Si potrebbe dire
che questi individui abbiano attirato verso di sé le spade dei banditi. Infatti se loro fossero rimasti a
casa propria non avrebbero patito queste sventure, ma si sono imbattuti in queste sventure perché
sono andati in giro e hanno offerto se stessi come banchetto a coloro che facevano i banditi già da
molto tempo, e hanno fatto in modo che anche altri diventassero dei banditi perché hanno reso
abbondanti le potenziali vittime dei banditi. Dunque chi potrebbe avere compassione di quelli che si
sono rovinati in modo volontario? 23,3. Qualcuno dice: “C'era una paura dopo che erano stati
compiuti quei reati”. Certamente quelli che avevano compiuto tali reati e ne erano consapevoli
avevano la necessità di scappare. Ma se uno non aveva partecipato né a quelle parole, né a quelle
azioni nelle quali c'era un'offesa, che bisogno c'era che questo individuo si agitasse, e tremasse, se
non c'era niente che gli faceva paura? 23,4.E non si può dire che quelli che sono rimasti qui abbiano
sofferto qualche male. Dunque per quale motivo quelli che sono fuggiti non sono stati insieme a
quelli che sono rimasti, ma, come se uno degli dei avesse annunciato che non era possibile salvarsi
per coloro che restavano in città, e come se l'unica salvezza per tutti consistesse soltanto nella fuga,
così le botteghe si sono svuotate, le case si sono svuotate e i fuggiaschi dopo avere lasciato le loro
case sono andati via senza sapere chi li avrebbe accolti? E perciò quelli che avevano degli asini, dei
muli e dei cammelli erano importanti e sollevavano le sopracciglia nel dare a noleggio questi
animali, perché erano molti i clienti che affluivano per prenderli a noleggio. 23,5. Ed era possibile
vedere alcune donne che erano trasportate insieme ai loro figli e supplicavano gli abitanti delle
campagne, che non avevano mai conosciuto, di lasciarle entrare nella loro terra. Ma non nelle loro
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case. E quante erano queste case? E chi mai avrebbe condiviso facilmente le proprie case con
persone sconosciute? La morte di alcuni bambini avveniva a causa del loro giacere per terra, altri
subivano la morte perché cadevano dalle braccia di quelli che li trasportavano, la morte colpiva tutti
a causa della fame. E tuttavia essi erano spinti da una moltitudine tanto grande di mali. 23,6. E i
primi che sono morti in questo modo non sono stati di insegnamento per gli altri,ma i secondi hanno
raggiunto i primi nelle stesse situazioni difficili, e gli esempi non hanno convinto i secondi a
comportarsi bene, ma essi temendo delle disgrazie hanno condotto se stessi verso delle disgrazie più
grandi. Altri uomini ancora più stolti si erano fatti accompagnare dalle proprie mogli. Si potrebbe
condannare entrambi i comportamenti di costoro, sia perché hanno spaventato le loro mogli, sia
perché non hanno rassicurato le proprie mogli che erano spaventate in modo inutile. 23,7. Si dice:
“c'era un'inchiesta e alcuni davano la caccia a coloro che avevano commesso dei reati”. Certamente
cercavano gli uomini che avevano commesso quelle colpe in passato, non le donne che
commettevano delle colpe nel presente. Infatti le loro mogli non avevano commesso dei reati, non
davano l'impressione di averli commessi, e nessuno ha detto, e nessuno ha sentito dire che anche le
mogli avessero partecipato né a quelle parole che erano state dette, né a quelle azioni che erano state
fatte in quel giorno terribile. 23,8. Infatti che bisogno c'era che la città fosse privata delle donne, e si
poteva vedere che non poche di esse erano incinte? E se gli uomini dovevano essere colpiti da
qualche punizione, e avevano un motivo ragionevole per fuggire, verso le loro donne non c'era
nessuna accusa da nessuna parte. E tuttavia le donne talvolta sono uscite in un numero non minore
dei loro uomini, talvolta esse sono fuoriuscite in un numero maggiore degli uomini, certamente non
stavano per essere consegnate a un tribunale e non avrebbero patito né le fruste né il carcere. 23,9.
Dunque a causa di questa paura inutile quelle donne avevano speso il denaro che avevano, e questo
denaro era poco, non erano capaci di dare il pane ai loro figli che lo chiedevano, ed esse piangendo
hanno seppellito i loro figli affamati, oppure esse stesse sono morte dopo i loro stessi figli. Infatti
neppure per quelle donne che chiedevano l'elemosina era possibile avere abbondanza di cibo.E tutte
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le donne erano indigenti e non avevano nessun luogo a cui chiedere di prendere qualcosa, tranne
quelle donne che sono andate nelle loro proprietà agricole, e non erano molte. 23,10. Non c'è nessun
perdono per le donne, e ciò potrebbe valere anche per gli uomini che non erano sottoposti a nessuna
accusa. Infatti che bisogno avevano di fuggire questi uomini che non erano spinti dalla
consapevolezza delle loro colpe, e queste cose avvenivano quando Kelsos, che era assolutamente
giusto, si è mostrato tale anche in queste circostanze? Infatti quando lui si apprestava a dare una
punizione non faceva in modo di condannare il numero di uomini maggiore possibile, ma faceva in
modo che scontassero davvero una punizione solo quelli che la dovevano scontare. 23,11. Infatti
Kelsos ha mostrato ai gruppi di vigilanza che se ci fossero state delle calunnie loro stessi sarebbero
stati condannati a morte più di quelli che loro avevano consegnato come malfattori. E alcuni hanno
visto i fianchi delle loro stesse persone che sono stati tagliati per tali sospetti e quelli che
verosimilmente avevano delle colpe sono stati catturati con grande diligenza e sono stati consegnati
al carnefice. Dunque ogni paura ingiusta è stata eliminata grazie alla giustizia del giudice. 23,12. Si
dirà: “si era diffuso un discorso secondo cui i soldati si sarebbero riversati su di noi con lance e
spade per uccidere gli abitanti della città”. Nessuno sa che questa cosa sia mai avvenuta a causa
degli errori delle città. E infatti sarebbe assurdo volere comminare una punizione dannosa per colui
che la comminerà. Certamente per un imperatore è una perdita non piccola il fatto che una città sia
distrutta. E di certo il non risparmiare neppure gli oggetti inanimati è proprio di chi fa quell'azione
con ira. Dunque quale imperatore potrebbe dare una punizione a una città,se la punizione ha l'effetto
di rendere più piccolo il suo impero? 23,13. E anche se una tale azione è stata fatta da altri
imperatori, questo imperatore non dovrebbe ritenere giusto seguire questo esempio, se a lui piace il
non punire invece del punire. Il tempo del suo impero è testimone della sua grande capacità di
perdonare. E Theodosios ha salvato anche quelli che hanno desiderato il suo impero e che erano
spinti verso la morte dalla loro sentenza, lui ha permesso loro di vivere. Così ogni persona che ha
temuto questa punizione mostra di non averla temuta giustamente. 23,14. Pertanto nessuno aveva la
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possibilità di temere che avvenisse un saccheggio delle ricchezze presenti nella città,anche se alcuni
imperatori in passato hanno fatto questa cosa, permettendo ai soldati di fare dei saccheggi, ma
aggiungendo che questo saccheggio doveva avvenire solo in una certa parte del giorno, e a me
sembra che questi individui non facciano male ad avere paura. Infatti è improbabile che durante le
decide di dare una punizione in questo modo, la legge non glielo impedisce. 23,15. Ed è possibile
sentire dire questa cosa da quegli uomini che conoscono la questione in modo preciso e che hanno
avuto molte volte i comandi dagli imperatori. Io ho saputo da loro queste informazioni, le ho gridate
e sono andato in città dicendo: “Per quale motivo voi siete turbati? Per quale motivo voi siete
spaventati?Per quale motivo voi inventate dei timori che sono solo apparenti?”. Ma sembrava che io
dicessi delle sciocchezze.I miei concittadini se ne andavano anche se vedevano che io dicevo queste
parole e non andavo via dalla città. Infatti questo, questo era l'elemento più importante come prova,
cioè che le mie azioni confermavano le mie parole, e la mia permanenza confermava le mie parole.
23,16. Infatti se io avessi esortato gli altri Antiocheni a stare tranquilli, e se io avessi fatto le azioni
di quelli che avevano paura, e se io fossi andato altrove, a buon diritto essi avrebbero ritenuto che
un consiglio più attendibile sarebbe stato quello che derivava dalle mie azioni, ma, poiché io non
avevo cambiato nessuno dei miei comportamenti precedenti alla rivolta, quelli che non mi hanno
imitato si sono comportati male, a meno che loro non dicano questa cosa, cioè che io volevo morire
e desideravo essere ucciso dalle spade. Ma nessuno è così infelice da dire così, neppure se la
vecchiaia lo fa soffrire molto. 23,17. Pertanto, poiché è stata sventurata l'uscita di molte persone,
l'accusa più grande va rivolta a quelli che erano al di sopra di molti altri individui, a coloro che
avevano comandato le città, avevano amministrato delle province, avevano ottenuto degli onori e
giustamente avrebbero dovuto ricambiare il favore alla città nella quale abitavano e all'impero,
grazie al quale avevano sia la loro gloria, sia i loro matrimoni, sia le loro ricchezze, essi hanno
disonorato tutte queste cose, hanno rovinato la città all'imperatore per quanto era loro possibile.
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23,18. Infatti se quei banditi che erano sparsi nella campagna si fossero riuniti in un gruppo, se
avessero disprezzato i pochi abitanti presenti nella città, se avessero fatto un attacco, se avessero
saccheggiato la città, se questi briganti, uomini che amavano fare il male e che avevano vissuto per
molto tempo facendo questa vita, alla fine avessero dato fuoco alla città e ai suoi pochi resti, dove
sarebbe mai la città per la quale l'imperatore mostra di avere cura? Ma questi uomini che sono
importanti, che sono diventati ricchi con la povertà degli altri, e per loro sarebbe una cosa strana se
non avessero i beni che appartengono agli dei, hanno portato via alcune cose di notte e altre cose
mentre tutti guardavano, in questo modo hanno trasferito una quantità abbondante di argento,
cosicché ognuno di loro ha avuto bisogno di numerosi carri e di molti muli per ogni carro, e ha
costretto i muli a lamentarsi per i carichi che trascinavano. 23,19. Dunque di quale punizione si
potrebbe dire che siano degni loro che hanno tradito la loro città, che hanno guardato soltanto alla
loro ricchezza e hanno depositato altrove la loro ricchezza,e come se fossero privi di ricchezze sono
stati pronti a fare la corsa verso l'esterno? Ma loro stessi avrebbero dovuto impedire ai poveri di fare
quelle azioni e avrebbero dovuto trattenerli,facendo alcune cose con la persuasione, altre cose con le
minacce. Loro invece hanno lodato quelli che facevano questa fuga, e hanno detto che erano umani
quelli che volevano salvarsi,come se la città dovesse scontare una punizione a loro vantaggio perché
loro erano stati ricchi in quella città. Loro hanno fatto solo questa cosa buona, cioè che dopo quel
tempo in cui hanno negato di essersi arricchiti, adesso hanno smentito se stessi, dimostrando che si
sono impadroniti di moltissimi beni per la grande fatica e per la difficoltà con cui hanno trasferito
altrove i beni che avevano accumulato. 23,20. Che cosa diremo noi dei giovani studenti o dei loro
genitori? Che cosa altro diremo se non che gli studenti hanno sfruttato l'occasione per la loro
pigrizia, e i loro genitori sono stati ingannati dalle lettere mandate da costoro e obbedendo ai loro
figli li hanno richiamati? E alcuni studenti hanno compiuto questo misfatto, ma ci sono studenti che
non hanno mandato nessuna lettera e non hanno ricevuto nessuna lettera, hanno reso se stessi
padroni di fare ciò che volevano,e hanno legato i loro libri, sono saliti a cavallo, hanno riempito con
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la loro presenza le loro proprietà agricole, quelle di altre persone, quelle dei loro genitori, sono
andati dalle loro nutrici e dai loro precettori, qualcuno è andato da suo padre, qualcuno da sua
madre, questi studenti tremavano di paura,facevano rumore con i denti, e si voltavano indietro come
di allontanarsi dallo studio della retorica. E questi studenti sventurati passavano il loro tempo nel
cibo, nel vino, nelle offese e nel sonno, e io aggiungerei anche tra le preghiere, con le quali essi
chiedevano che fosse prolungato più lungo possibile il pretesto per la loro pigrizia. Ci si potrebbe
indignare soprattutto per questo fatto, essi non mi hanno neppure detto questa cosa, cioè che
sarebbero andati via quando ne avessero avuto l'occasione, ma essi hanno preso una decisione, sono
rimasti in silenzio, e hanno fatto questa cosa. E lo studente che andava via esortava quello che era
incerto spaventandolo con le tragedie e l'Iliade di sventure che sarebbero avvenute a causa dei loro
ritardi. 23,21. Tuttavia chi potrebbe giustamente non odiare questi studenti che odiano un
possedimento così bello, gli studi di retorica, che Hermes ha dato, e che la città degli Ateniesi ha
amato, e che essa ha alimentato, ha fatto crescere, ha onorato e ha mandato in ogni luogo? Questi
povertà, sono sufficienti a dare la salvezza alle città, sono più utili di tutte le armi nelle guerre, e
sono più forti di ogni superiorità numerica nelle battaglie.Quelli che hanno queste capacità retoriche
spesso gareggiano con gli oracoli per la loro capacità di prevedere il futuro; e quello che per gli
oracoli sono le ispirazioni divine, per queste persone è la loro intelligenza. Si potrebbe dire che
soltanto quelli che eccellono per la loro cultura sono anche immortali sebbene siano mortali per la
loro natura, ma vivono per la loro gloria. 23,22. E tuttavia questi giovani studenti hanno rifuggito
quella cultura che forniva loro dei beni tanto grandi, sono andati verso la madre di innumerevoli
sventure, cioè l'indolenza e la pigrizia e hanno ritenuto che la sventura della loro città fosse per loro
una fortuna inaspettata, non hanno avuto nessuna paura, ma hanno finto di avere paura. Infatti quale
magistrato sarebbe andato contro di loro, quale collaboratore di un magistrato, quale vicino, quale
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concittadino, quale straniero li avrebbe attaccati? Loro erano lontani dalle critiche, erano lontani
dagli effetti delle critiche. E infatti quando sono stati usati questi insulti, e la follia era nelle sue fasi
iniziali, alcuni studenti sono andati via correndo verso le loro case, altri sono rimasti dove ero anche
io, e hanno saputo gli eventi di quella catastrofe dalle parole di quelli che l'avevano vista,ma non dai
loro stessi occhi. Dunque in che modo essi avrebbero potuto essere accusati? 23,23. Anche questa
cosa è un segno della loro malvagità. Infatti ci sono alcuni studenti che sono stati spinti a restare dal
loro desiderio di studi di retorica, ma sono molto pochi. Nessuno li ha aiutati,né ha avuto intenzione
di aiutare loro, o i loro sorveglianti, o i loro schiavi. Pertanto quegli studenti che non sono rimasti
hanno avuto la stessa sicurezza che hanno avuto quelli che sono rimasti, e questa stessa
giustificazione valeva sia per i primi, sia per i secondi, il fatto che loro non avevano partecipato a
quelle offese neppure in piccola parte. 23,24. Dunque se loro mi hanno odiato per le mie esortazioni
allo studio, chi potrebbe essere più ingiusto di loro? E infatti è ingiusto quell'atleta che ha questo
atteggiamento nei confronti dell'allenatore che gli dice che lui deve sopportare ogni fatica . Se loro
mi avessero voluto bene, se avessero voluto che io vivessi, e se avessero ritenuto che il restare in
città non fosse una cosa sicura, per quale motivo non sono venuti da me a chiedermi di salvarmi
insieme a loro? Certamente non c'è niente di strano nel fatto che un giovane veda meglio di un
vecchio dove è ciò che è utile. Avrebbe portato loro una buona reputazione anche il rimproverarmi,
l'inveire contro di me, e il dire tutte queste parole, e il fare tutte le cose per cercare di farmi andare
via dalla città, invece loro sono scappati via seguendo le mie lezioni di giorno, e sono fuggiti di
notte, avevano deciso la mia condanna a morte e non temevano che noi non ci saremmo più visti in
futuro. 23,25. Si potrebbe conoscere questi studenti anche da questo fatto; infatti la collera
menzionato quegli studenti che erano lì per i loro studi, e quando sono state esposte queste lettere
dell'imperatore e quando il discorso riguardante queste lettere si è diffuso ovunque, cosicché era
possibile saperlo anche per coloro che erano fuggiti, nessuno di loro ha fatto le azioni di quelli che
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gioiscono, nessuno di loro ha fatto un sospiro di sollievo, nessuno di loro ha ringraziato la Sorte, e
nessuno di loro è tornato di corsa ad occuparsi di quegli studi dei quali era stato privato. 23,26. E
che c'è di strano? Neppure dopo i tribunali, il processo e la detenzione che ha separato alcuni da
altri e dopo il discorso pubblico del comandante militare e del governatore e dopo quei giuramenti
che hanno eliminato la paura,neppure così è avvenuto il ritorno agli studi di questi individui, e loro
non hanno visto con favore le notizie degli avvenimenti migliori, ma sono stati veloci ad andare via
da questa città e sono stati lenti nelle azioni successive, e sono stati trattenuti dal piacere della loro
pigrizia più che da un loro entusiasmo, hanno criticato la velocità degli inviati dell'imperatore, e a
loro non sono mancate delle parole vergognose e hanno detto: “l'onore della città è stato rovinato e
questo onore è stato tolto dalla presenza della guarnigione e né l'ippodromo, né il teatro contengono
più le attività che sono loro proprie”. 23,27. E che significa questa cosa, o voi che siete nemici delle
Muse? La città è diventata molto migliore nell'eloquenza grazie alle punizioni che ha scontato, e
alcune cose dannose sono state eliminate, mentre nessuno dei suoi pregi è stato rimosso dal
cambiamento del suo titolo. Io stesso in seguito a questo evento non sono diventato affatto peggiore
nelle mie fatiche consuete. E neppure tutti quei giovani studenti che sono rimasti hanno accusato la
loro permanenza e il fatto che loro non possano lavarsi nei bagni pubblici non impedisce loro di
cogliere i frutti dei loro libri. 23,28. Ma io credo che essi si laveranno ancora nei bagni pubblici e
vedranno la città di nuovo nelle sue condizioni precedenti e appariranno migliori di voi per questo
motivo, perché hanno sopportato insieme alla città i momenti più difficili. Voi invece dovete
vergognarvi di fronte a questo suolo, dovete vergognarvi di fronte alle porte, voi dovete vergognarvi
per il luogo degli studi retorici, voi dovete vergognarvi [anche] per voi stessi, se non avete perso
veglia notturna trascorsa invano. Infatti se fosse possibile correggere qualcuna di queste cose che
sono avvenute in passato, già da molto tempo ogni cosa sarebbe stata sistemata bene sia per la tua
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tristezza, sia per la tristezza che proviamo noi. Pertanto tu, dopo esserti allontanato da questi
atteggiamenti, dovresti decidere qualcosa di grande e di bello e grazie al quale noi potremmo fare ai
nemici quelle cose che adesso loro fanno a noi. Così noi invece di lamentarci potremmo avere delle
gioie facendo queste azioni. 24,2. Dunque sarebbe necessario che gli oracoli facessero anche oggi
ciò che essi facevano in passato, e che dessero informazioni e consigli a coloro che hanno bisogno
di sapere che cosa è meglio che loro facciano, se fosse così, adesso non ci sarebbe bisogno di un
consiglio umano o di consiglieri umani,perché la decisione sulle cose che sono utili per noi verrebbe
da parte degli stessi dei; ma poiché gli oracoli tacciono e hanno reso la terra più sventurata,il trovare
quelle cose che sono utili spetta ai pensieri degli esseri umani, tu, o imperatore, dovresti sopportare
che io parli riguardo alla sventura che è presente adesso, e dovresti prestare la tua attenzione a me
se ti sembra che io parli bene, se invece ti sembra che io dica sciocchezze, riconosci la mia buona
intenzione, ma rivolgiti a un altro consiglio, tra quelli che saranno vantaggiosi. 24,3.Dunque ci sono
alcuni che rivolgono delle accuse ai comandanti militari, altri rivolgono accuse ai soldati, alcuni
accusano i comandanti militari perché essi non hanno istruito i loro subalterni, altri accusano i
soldati perché sono vili per loro indole naturale, io invece li rispetto per le loro numerose battaglie,
io li rispetto perché hanno sopportato la morte mantenendo la loro posizione, io li rispetto perché la
Tracia, come anche una parte non piccola della Macedonia, e una grande parte dell'Illirico si sono
tinte del loro sangue. 24,4. Le piogge e il tempo hanno cancellato questo loro sangue, ma si
conservano i mucchi delle loro ossa. E si dice che tra queste ossa ci siano quelle dei tassiarchi, dei
locaghi e degli altri ufficiali. In mezzo a questi uomini l'imperatore ha combattuto ed è morto
quando erano presenti i cavalli dell'imperatore, e noi non ignoriamo quanto essi siano veloci, e i
palafrenieri davano questi cavalli all'imperatore, e gli chiedevano che lui salendo su questi cavalli
tutelasse se stesso per l'impero, ma Valens ha detto che non era giusto che vivesse dopo che così
tante persone erano morte, al posto di una sepoltura ha avuto il grande numero dei cadaveri sopra di
lui. 24,5. Dunque nessuno mi deve parlare di viltà o di debolezza o di negligenza, nessuno deve
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attribuire le vittorie dei Barbari a questi motivi, ma le indoli naturali dei nostri soldati e di quelli che
li hanno comandati sono simili a quelle del passato, nella loro capacità e nel loro addestramento
questi militari di adesso non sono peggiori di quelli precedenti, ed è altrettanto grande in loro il
desiderio di gloria, cosicché essi hanno combattuto nello stesso tempo contro il caldo, contro la sete,
contro il fuoco e contro il ferro e hanno ritenuto che la morte fosse meglio della fuga. Dunque in
quale cosa i nemici sono stati superiori a noi? A me sembra che qualcuno degli dei sia stato in
collera contro di noi e abbia combattuto a favore dei barbari. Io spiegherò qual è secondo me la
causa principale della collera divina. 24,6. Il famoso Iulianos ha ricevuto la sua ferita al fianco
mentre tentava di ricongiungere alla sua falange una parte di essa che si era separata, e mentre
Iulianos spingeva il suo cavallo con un grido e con alcune minacce per questa azione, è stato lui a
cadere e un uomo Teniotico lo ha ferito e ha eseguito l'ordine di colui che comandava quegli
uomini. Questa azione probabilmente gli ha fatto ottenere il compenso dato da quelli che avevano
come loro interesse il fatto che Iulianos morisse. Dunque l'uccisore di Iulianos ha sfruttato il
momento propizio, quando c'era confusione per i venti e per la molta polvere, ha colpito ed è andato
via. 24,7. Iulianos è caduto immediatamente, poi è risalito di nuovo a cavallo e si è preso cura di
quelle cose che erano utili alla sua falange e quando ha visto il sangue che scorreva non ha
interrotto le preoccupazioni, fino a quando non ha perso conoscenza. Così lui è stato portato nella
tenda, e mentre tutti gli altri uomini che erano attorno a lui piangevano, lui era l'unico che non
e ha detto che era addolorato non per il fatto che doveva morire, ma perché doveva lasciare il suo
esercito senza capo, poi, dopo avere guardato gli dei dai quali stava per andare, Iulianos ha lasciato
la vita. 24,8.C'è stato un altro imperatore. Costui avrebbe dovuto difendere Iulianos che era morto, e
avrebbe dovuto fare in modo che la vendetta fosse la prima azione del suo impero. <Ma> questa
cosa a lui è sembrata sia superflua sia inutile. Ed è stato portato a casa il cadavere di Iulianos, ma
quelli che hanno procurato un male così grande ridevano. Ci sono state molte trattative riguardo alla
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pace con i Persiani, ma non si è sentito dire che nessuno di quei Persiani è stato compensato per
l'uccisione di Iulianos, e queste sono azioni per le quali ci si aspetta un compenso. 24,9. Perciò io
ritengo che gli dei si siano adirati contro quell'imperatore Iovianos e per questo motivo lo abbiano
costretto a fare una tale pace, per mezzo della quale i nemici hanno ottenuto più di quello che loro
potevano augurarsi, tutta l'Armenia, la città ai confini,ed è stato un grande vantaggio per loro, hanno
avuto delle guarnigioni numerose e forti. 24,10. Ma forse non era possibile per Iovianos cercare tali
cose, e io credo che sia chiaro ciò che dico, perché la morte di Iovianos è avvenuta in modo rapido,
e quando i due fratelli Valentinianos e Valens sono arrivati al potere imperiale hanno avuto la stessa
pigrizia nel vendicare Iulianos. Però non è stata piccola la loro cura della tomba di Iulianos e anche
se era necessaria una spesa per la tomba, i due imperatori hanno fatto questa spesa,e hanno mandato
degli uomini affinché andassero a vedere questa tomba e hanno fatto delle domande a loro dopo che
erano ritornati,e volevano dare l'impressione di avere avuto una massima cura riguardo alla gloria di
Iulianos nella sua tomba. 24,11. Questa cosa è stata bella, ma l'altra cosa non è stata bella. Infatti gli
imperatori fratelli con quelle azioni che hanno compiuto non hanno fatto una cosa gradita,ma hanno
dato un dolore per le azioni che non hanno compiuto, e sarebbero stati migliori se avessero fatto
quelle cose che hanno trascurato e se avessero trascurato quelle cose di cui si prendevano cura e che
fanno anche adesso. Infatti nessuno potrebbe rallegrarsi di un bel monumento per coloro che sono
morti ingiustamente così come si rallegrerebbe della punizione di chi li ha uccisi. Pertanto il
discorso che si faceva spesso era che colui che ha ucciso Iulianos è stato uno dei nostri soldati, e si è
detto che era terribile che costui non fosse venuto fuori, e i Persiani non si sono mossi, quando
avrebbero dovuto muoversi, e loro non hanno riunito i membri dei loro consigli per indagare
sull'uccisione di Iulianos, anche se le sventure che avevano patito li facevano pensare a questo
argomento. 24,12. I Sarmati hanno attraversato l'Istro, e non hanno avuto paura dell'esercito
che era fiorente in tutte le sue cose, hanno trasferito nella loro terra quella grande prosperità, e
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quest'azione è avvenuta per un lungo tempo. E ci si dovrebbe meravigliare del dolore del
governatore di quella regione? E per questo dolore lui ha ritenuto che quell'anno per lui fosse di
lutto, non della veste di console, ma quale noi dobbiamo ritenere che sia la causa dell'audacia di
uomini più deboli di noi? 24,13. Io ritengo che sia per questo motivo, perché anche la ribellione
dell'usurpatore ha portato le città a una rovina totale, e a causa di questa ribellione l'imperatore più
giovane, Valens, ha inflitto molte sofferenze e ha patito molte sofferenze, ritengo che ciò sia
avvenuto per questo motivo, e la seconda rovina è stata molto più grande. E Prokopios, a parte le
altre cose, era un parente di Iulianos, ha avuto paura, si è nascosto, e temeva sempre che sarebbe
stato catturato ed evitando una morte che era attesa ha gettato in questo modo il dado, ma gli uomini
che lui aveva trattato bene hanno ottenuto degli onori, sono stati annoverati tra i suoi amici sia
perché hanno condiviso la sua tavola, sia perché hanno tramato tali insidie, come è possibile che la
sua uccisione non sia partita da quella ragione che io ho detto? 24,14. La strage che è avvenuta qui
ad Antiochia e a Roma è stata grande, ed essa rivela la collera degli dei, e a causa di questa collera
alcuni sono morti, altri stavano per morire. La Paura ha scosso sia la terra, sia il mare. E io non
rimprovero i due imperatori dicendo che loro hanno fatto delle azioni non giuste nei confronti di
coloro che erano stati dimostrati colpevoli, applicando loro la punizione che derivava dalle leggi,
ma questa stessa cosa, cioè che moltissimi uomini siano apparsi degni della punizione più grave, e
la maggior parte di essi erano di famiglie illustri, potrebbe confermare il mio discorso secondo cui
la terra è stata tormentata da una divinità. 24,15. Come potrebbe non essere chiaro che queste ultime
disgrazie sono di persone sventurate? Noi abbiamo perso venticinque province, e quelli che erano
fuori dalle mura sono stati portati via come prigionieri, quelli che erano dentro le mura hanno
mangiato tutte le cose che erano dentro le mura e quando loro sono morti di fame non era possibile
neanche che fossero seppelliti, ma i loro parenti li hanno portati sopra le mura e hanno gettato di
sotto i loro poveri cadaveri nudi. 24,16. Gli Sciti hanno fatto festa per tali cose, ed essi avevano
sempre paura perché avevano sentito parlare della capacità dei Romani nel fare la guerra, ma loro
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hanno vinto nettamente tutte le battaglie che sono state combattute adesso, e noi siamo morti, come
era opportuno che morissero degli uomini valorosi, ma siamo morti. E adesso noi facciamo ricorso
agli agricoltori dopo che sono morti quelli che vivevano dedicandosi all'attività delle armi. Ma i
nostri timori sono terribili, e non c'è niente di buono nelle nostre speranze, a meno che se tu, o
imperatore, obbedissi a me, e se tu eliminassi quella cosa riguardo alla quale io dico che essa
contiene la causa delle disgrazie. 24,17. Dunque alcuni diranno che io invento un'uccisione che non
esiste; ed essi dicono che colui che ha ucciso Iulianos era uno dei nemici, ma io dico che nessun
Persiano avrebbe avuto il coraggio di andare in mezzo al nostro esercito senza morire, e io dico che
se i Persiani fossero stati di più, avrebbero ucciso più persone, ma è morto soltanto Iulianos e
nessuno di quelli che erano molto vicini a lui e dai quali lui era protetto ha patito nessun male e
neppure è stato sul punto di patirlo, Iulianos era il bersaglio e a lui sono stati mandati i colpi, io
tralascerò questa cosa. 24,18. Ma io dirò di nuovo ciò che ho detto, certamente ci sono state molte
ambascerie presso il re persiano dopo quell'evento, i Persiani sono abituati a vantarsi menzionando i
successi che hanno avuto e raccontano molte volte quelle loro azioni che hanno colpito i Romani e
dicono gli imperatori romani che hanno ucciso; e tuttavia neppure il loro stesso re, né nessun altro
di quelli che che erano nelle loro schiere, né nessun loro privato cittadino ha detto questa cosa e ha
dimostrato che un Persiano abbia fatto morire Iulianos. 24,19. Si dice che questo evento non è stato
raffigurato neppure in un'immagine, e se ciò fosse avvenuto, sarebbe stato molto importante per la
gloria dei Persiani. Ma Iulianos è stato rappresentato nella forma di un leone che soffia fuoco. I
Persiani hanno raffigurato le sventure che hanno patito, non hanno aggiunto a ciò che hanno fatto
altre cose che non hanno saputo per esperienza diretta, e non si sono vantati di cose che non sono
avvenute. 24,20. E questa è la cosa più importante di tutte, che a Biktor, a Salustios e agli altri
uomini che hanno fatto le ambascerie riguardo alla pace, Sapores ha chiesto se i Romani non si
vergognassero perché non avevano mostrato nessuna preoccupazione per la vendetta di Iulianos,
dopo che lui era stato il solo a morire, e questo fatto dice chiaramente come è la faccenda. Sapores
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ha detto: “Io, dopo che è morto uno dei comandanti militari da solo, ho fatto scuoiare quelli che
erano attorno a lui e non sono morti, e ho consolato i parenti del comandante morto mandando alle
loro mani le teste di quegli uomini scuoiati”. Sapores non avrebbe detto queste parole, e non
avrebbe fatto questi rimproveri, se fosse stata l'azione di uno dei nemici a uccidere Iulianos. Infatti
come avrebbero potuto i Persiani punire qualcuno che loro non avevano sotto il loro comando?
24,21. Pertanto se Iulianos è morto a causa di una lancia, ma questa azione non è stata fatta dalla
mano di un persiano,quale altra spiegazione resta se non che il suo uccisore è tra noi, è uno di quelli
che sono contenti perché Iulianos non è più in vita, o è uno di quelli che soffrivano per il fatto che
gli dei fossero onorati, e ha ucciso Iulianos affinché i culti degli dei fossero privi di onore? 24,22. Si
dice: “Ma nessuno si è presentato come accusatore, e non ci sono neanche dei testimoni contro
nessuno”. Ma per questo motivo voi avreste dovuto indagare e insistere per molti giorni in questa
indagine, avreste dovuto risvegliare quei testimoni che indugiavano, avreste dovuto incoraggiarli,
incitarli, avreste dovuto mettere dei premi, invitando quelle persone a ricevere delle ricompense, e
per Zeus, anche con le coercizioni delle minacce non avreste dovuto permettere ai testimoni di
tacere. 24,23. Se voi aveste fatto questo, voi avreste avuto numerosi testimoni che avrebbero
gridato, che avrebbero detto, che avrebbero mostrato chi era l'architetto dell'omicidio, chi è stato il
primo ad avere sentito dire questa cosa, da quali parole l'uccisore è stato convinto, da quale
compenso, quali sono stati i suoi complici, dove si è rifugiato per ferirlo, quali uomini hanno bevuto
con lui e hanno condiviso il trionfo con lui. 24,24. Infatti, poiché voi siete stati tranquilli, a quelli
che potevano fare delle accuse è sembrato sicuro il non dire niente, ma se gli imperatori si fossero
mossi e se i magistrati avessero dimostrato che non avrebbero smesso di cercare fino a quando le
cose nascoste fossero venute alla luce, esse sarebbero venute alla luce velocemente, perché anche
allora c'erano quelli che stavano negli angoli e dicevano come era stata escogitata tutta la faccenda,
queste persone erano considerate il massimo della follia, e quelli che avrebbero dovuto indignarsi
non lo hanno fatto in nessun modo,e non hanno coinvolto se stessi in queste vicende e non sapevano
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se le loro azioni sarebbero state gradite, e avevano paura di subire qualche danno. 24,25. Già in
passato qualche viandante è stato ucciso ed è morto, colui che lo ha ucciso è scappato ed è vissuto
comodamente perché ha evitato le punizioni, e non c'è stato nessuno che lo abbia consegnato alla
giustizia. E il giudice non lo ha consegnato alla giustizia, perché nessuno lo ha accusato, il giudice
ha dormito e ha lasciato senza indagine quel reato che è stato compiuto, ma il giudice avrebbe
dovuto muovere tutte le cose, non avrebbe dovuto lasciare passare niente, avrebbe dovuto fare ogni
cosa con l'intelligenza e la vista di Lynkeus, e l'autore dell'omicidio sarebbe stato arrestato anche se
era completamente convinto di avere compiuto un delitto perfetto, superiore a ogni tipo di
dimostrazione della sua colpevolezza. 24,26. Molti crimini simili a questi, che sono stati commessi
in luoghi solitari e anche nelle città, sono stati scoperti. E il comitato di vigilanza non ritiene
sufficiente il consegnare alla terra colui che è stato ucciso, ma i vigilanti vanno dal magistrato,fanno
le loro testimonianze, spiegano gli avvenimenti, e il magistrato pensa che sia suo dovere il fatto che
l'autore dell'omicidio non resti sconosciuto. 24,27. Se noi ci preoccuperemo riguardo a persone
comuni, non vendicheremo Iulianos che era il migliore degli uomini? Anche quelli che governano
una provincia hanno il potere di svelare tali delitti, ma il tuo potere imperiale è troppo debole per
perseguirli? Non è così. Tu devi solo mostrare che sarai molto contento se farai arrestare quegli
uomini, e appariranno le persone che ti consegneranno gli animali feroci, se soltanto tu togli a loro
la paura che loro subiranno un danno terribile per la ricchezza che quegli assassini hanno
accumulato grazie ai loro incarichi. Infatti c'è questa cosa, ed essa non ha nessuna esagerazione,
quelli che dovevano essere puniti per un simile omicidio hanno ottenuto degli incarichi, come se
avessero ucciso l'imperatore persiano. 24,28. Dunque a maggior ragione, se anche io poco fa non
avessi dimostrato quanto è grande il danno della pigrizia nel punire l'uccisione di Iulianos, così
bisogna anche dare una simile protezione a coloro che sono chiamati agli scettri imperiali. Infatti
voi imperatori dando una punizione farete in modo che coloro che compiono tali misfatti smettano
di agire così, e voi darete una sicurezza a voi stessi, ma io non dirò ciò che è oltraggioso. Dunque io
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oggi sono venuto qui per dimostrare che porto un aiuto a Iulianos, e in verità anche a voi imperatori
vivi. Infatti non è possibile restituire la vita a Iulianos per mezzo di un processo, ma è possibile
vigilare attentamente su di voi. Pertanto voi dovete fare in modo che i soldati affrontino il pericolo
per coloro che li comandano, oppure, se i soldati non vogliono questo, almeno essi non devono
comportarsi come nemici nei confronti dei comandanti. 24,29. Se anche un comandante militare
avesse patito una cosa simile a questa, o se anche l'avesse patita qualcuno degli ufficiali militari, io
avrei ritenuto giusto che tu perseguissi quelli che li avevano uccisi, per paura che la continuazione
di questa pratica dell'omicidio vada da persone meno importanti verso persone più importanti; ma in
quel caso quel cavaliere e il suo ferro sono andati contro il capo dell'impero, nel culmine della
battaglia, per fare un'azione malvagia a partire da una tenda scellerata e da volontà rovinose.Forse,o
imperatore, potrebbero esserci anche altri uomini malvagi che si nascondono in una tenda solitaria e
che sono nemici di coloro che comandano. La natura non potrebbe mai rendere migliori questi
uomini, ma forse la paura potrebbe trattenerli. 24,30. E io torno su questo punto, sul fatto che se
anche se non ci fosse nessun pericolo per l'impero, sarebbe sia giusto sia utile a voi mettere fine
all'insolenza di quegli uomini per mezzo della collera contro quelle azioni che loro hanno fatto,
adesso per te non è possibile non fare queste cose, anche se tu non vuoi farle. Infatti questi
aggressori che hanno provocato delle paure anche a quelli che abitano a Roma, sebbene si trovino
lontani così tanti giorni di cammino, ti consigliano di prenderti cura della vendetta di Iulianos, e
quando questa vendetta sarà fatta, gli Sciti non saranno più arroganti. 24,31. Qualcuno si chiederà:
“Colui che è morto, Iulianos, è degno di una stima tanto grande per gli dei?”. Certamente sì. E
questa è un'antica consuetudine degli dei, indignarsi a favore di quelli che hanno sofferto. La
punizione di alcuni uomini che fanno azioni ingiuste spesso si estende anche a tutta quanta una
città. Gli Ateniesi si ammalarono per la morte di Androgheos e pagarono un tributo di diciassette
uomini al padre di Androgheos che era morto, anche se erano poche le persone che avevano fatto
quell'azione, la città di Tebe si ammalò a causa dell'uccisione di Laios, anche se la sua morte era
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opera soltanto della mano di Oidipos. A Delfi ci fu la fame, dopo che Aisopos fu colpito a causa di
una sua derisione. Eppure verosimilmente quanti sono stati gli uccisori di Aisopos?E tuttavia la città
patì la fame, e ci fu un'unica soluzione, che essi scontassero una punizione. 24,32. Che cosa dici tu?
Iulianos non ha forse reso gli dei ostili ai Romani quando è morto in quel modo, quando è stato
trascurato in quel modo, se Apollon si adirò con gli Achei affinché essi restituissero a Chryses sua
figlia, e se Helios a causa di alcuni buoi si adirò fino al punto da minacciare gli altri dei se non
avesse ottenuto una punizione per quelli che lo avevano offeso? Anche se l'azione è stata fatta da
uomini che avevano fame, però la loro nave è stata dispersa dal fulmine, e colui che esortava a fare
le cose migliori è morto insieme a quelli che non gli hanno obbedito. 24,33. Che cosa ha distrutto
coloro che insieme ad Agamemnon avevano conquistato la città di Troia? La tempesta.E chi ha fatto
infuriare il mare?Athena. Per quale motivo? Perché l'esercito non aveva dato nessuna punizione alle
azioni compiute da Aias riguardo a Kasandra, come noi non abbiamo punito l'uccisione di Iulianos.
Forse qualcuno pensa che la figlia di Priamos fosse degna di onore per Atena più di quanto Iulianos
fosse degno di onore per tutti gli dei? La sconfitta di Leuttra fu inattesa, e dopo di essa la città di
Sparta rimase stesa al suolo, chi non sa l'origine e il motivo di questa sconfitta? 24,34.O imperatore,
gli dei si prendono cura, si prendono cura degli esseri umani anche dopo che essi sono morti, e
vorrebbero prendersi cura degli esseri umani anche quando sono in vita. Se ciò non fosse così, gli
dei non porterebbero alle isole dei beati quelli che essi hanno ammirato, e non onorerebbero le loro
ossa con alcuni oracoli, come onorano le ossa di Orestes e quelle di Theseus. 24,35. E io credo che
adesso gli dei nelle loro assemblee abbiano fatto un discorso riguardo a ciò che Iulianos ha patito e
alle sfortune che lui ha avuto dopo la sua morte,e gli dei fanno dei rimproveri a se stessi ed esortano
se stessi a punire l'uccisione di Iulianos. Infatti se Hektor è stato degno di un lamento funebre da
parte di Zeus per il suo grande numero di sacrifici, se Zeus è stato rimproverato da Athena per le
peregrinazioni di Odysseus perché trascurava un essere umano che gli aveva fatto dei sacrifici, quali
parole è verosimile che gli dei abbiano detto riguardo a Iulianos, che in due anni ha superato tutti i
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Greci per i suoi sacrifici? 24,36. Infatti Iulianos è stato colui che suddivideva la sua vita tra le
decisioni riguardo all'impero e le attività sugli altari, Iulianos è stato colui che nei suoi riti religiosi
si rivolgeva a innumerevoli divinità, Iulianos è stato colui che si lamentava perché i templi erano
offesi, quando era possibile fare soltanto questa cosa, e quando se ne è presentata l'occasione ha
preso le armi per i templi,Iulianos è stato colui che ha restituito i templi ai loro luoghi e ha restituito
gli onori a quei templi e a tutti gli altri, Iulianos è stato colui che ha reintrodotto il fare sacrifici e il
fare libagioni come dopo un esilio e ha rinnovato quelle feste che erano state interrotte, Iulianos è
stato colui che ha eliminato i pericoli che c'erano per il culto degli dei migliori, Iulianos è stato colui
che non ha mai distolto la sua mente dal pensiero degli dei, Iulianos è stato colui che ha allontanato
l'oscurità da molte cose, e avrebbe allontanato l'oscurità da tutte le cose, se non fosse morto
prematuramente. 24,37. Iulianos sta a cuore a Zeus, un re si prende cura di un altro re, che fa il suo
stesso mestiere, Iulianos sta a cuore ad Athena, la quale è figlia di Zeus, per la sua saggezza, e
Iulianos sta a cuore a Hermes, per i suoi discorsi retorici di tutti i generi, e Iulianos sta a cuore alle
Muse per i suoi poemi, e Iulianos sta a cuore ad Ares per il suo coraggio nelle guerre, e Iulianos ha
umiliato tutta la stirpe dei Barbari, sia esercitando il comando sotto un altro imperatore, sia quando
ha ottenuto tutto il potere, cosicché Iulianos ha fatto una spedizione militare contro il regno dei
Persiani, lo ha reso desolato, e le province erano tranquille sia quando lui era presente e le
controllava, sia quando era assente. E Iulianos ha fatto delle corse di cavalli davanti alle mura di
Babilonia, nessun imperatore romano era nella terra dei Romani, ma tutto era tranquillo perché era
sufficiente il timore anche se non c'era la presenza di Iulianos, e lui ha ottenuto questo effetto anche
perché ha respinto i Persiani. 24,38. Dunque ogni imperatore che viene dopo Iulianos deve
ringraziarlo e deve riconoscere il suo debito con lui. Anche le donne potrebbero dire questa cosa,
cioè che Iulianos è responsabile del fatto che tutti questi territori non appartengano ai Persiani. E
noi Antiocheni non costruiamo delle mura, non importiamo il grano, non ci preoccupiamo di dove
siano i luoghi nei quali possiamo salvarci navigando, noi non conviviamo con la paura e non
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abbiamo paura che ci avvenga qualcosa di simile a ciò che è accaduto ai nostri antenati, che sono
stati colpiti quando si trovavano in teatro da arcieri che avevano occupato la collina. E adesso la
nostra fiducia non sta nei soldati che sono collocati ai confini, perché i migliori soldati sono stati
trasferiti alla guerra contro gli Sciti. 24,39. Questi sono i doni che Iulianos ha dato a noi, questi sono
i doni di quelle sue fatiche, questi sono i doni di quella sua spedizione militare, e lui ha insegnato a
degli uomini che danzavano sulla nostra terra a tremare di paura per la loro stessa patria. Dunque
chi sarebbe capace di esporre quali sono questi e molti altri meriti di Iulianos? Tu non porterai a lui
il tuo aiuto? Non farai un'indagine? Non punirai coloro che hanno ucciso Iulianos, il quale il giorno
dopo avrebbe ricevuto un'ambasceria che gli avrebbe portato i doni mandati dai Persiani, come è
stato possibile sentire dire da parte di quegli stessi Persiani? 24,40. O imperatore, tu devi mettere
alla prova il mio consiglio, tu devi dare un aiuto a Iulianos e otterrai la buona sorte. Questa cosa ti
mostrerà la Tracia nella quale sarà coltivata la terra, e ti mostrerà le Termopili che saranno aperte,
questa cosa farà ritornare quelli che sono stati presi prigionieri. Questa cosa farà cambiare le
condizioni presenti adesso, le fughe e gli inseguimenti. Tu vedrai gli stessi soldati che indagheranno
il bosco, gli antri, le grotte, che uccideranno o prenderanno dei prigionieri vivi per darli a quelli che
vogliono comprarli. Iulianos farà tutte queste cose facilmente, sfuggendo agli occhi dei soldati, ma
sarà riconoscibile per le sue azioni. 24,41. È una cosa bella per te impegnarti seriamente nella
vendetta per entrambi questi motivi. Infatti tu darai la punizione dopo la dimostrazione di
colpevolezza, e che cosa potrebbe essere più giusto di questo? Oppure, e io spero che ciò non
avvenga, se i malfattori scapperanno, tu otterrai onore per la tua scelta da parte degli esseri umani,
da parte di Iulianos, e da parte degli dei, cosicché tu otterrai tutte queste cose, se farai la vendetta, e
“libero”, sia nelle case, sia nelle piazze, sia nei campi,sia nelle pianure, sia nelle montagne, e ormai
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anche nelle navi e nelle barche. E sembra che l'uomo libero abbia una condizione di felicità e lo
schiavo sia in una condizione opposta. E se uno è insultato, si lamenta di più se è libero, e se
qualcuno offende uno schiavo e lo rimprovera, ritiene che sia una cosa terribile il potere colpire con
le parole, come usando delle pietre. 25,2. Io però rivolgo il mio sguardo a quelle condizioni degli
uomini di un antico passato,alcune di esse portavano tutti gli uomini in modo simile a una schiavitù,
molte volte nel corso di un lungo tempo io ho pianto per gli altri e per me stesso, e io potrei ritenere
che ognuno di questi due nomi sfugga, perché la realtà non corrisponde ad esso. 25,3. Euripides ha
visto questa cosa molto prima di me, e lui è il poeta che ha composto l'“Ekabe”. Quando Ekabe
Agamemnon teme di subire un danno di fronte all'esercito perché lui avrebbe onorato gli interessi
dei nemici al posto del proprio interesse, e la donna anziana vede quell'uomo che comanda gli Achei
e che ha paura degli Achei e dice: “ahimè / non c'è nessuno dei mortali che sia libero: / infatti
ognuno è schiavo o delle ricchezze o della sorte, /o lo stesso grande numero dei cittadini o le accuse
delle leggi / costringono ad avere dei comportamenti che non sono secondo la loro volontà”/. Anche
queste cose producono una schiavitù, e non poche altre cose oltre a queste producono una schiavitù.
25,4. Bisogna valutare in primo luogo questa cosa, se il genere umano è schiavo, la divinità non ha
nessun padrone. Dunque la mia opinione è che la divinità sia padrona degli esseri umani, e non sia
schiava di nessuno,ma se noi accogliamo il giudizio dei poeti,essi ci convinceranno di un'altra cosa.
25,5. Infatti quando Kronos cade dal cielo, Zeus diventa re, di nuovo tramano per unirsi contro di
lui: “sia Hera, sia Poseidon, sia Pallade Athena”, e Zeus chiede degli aiuti dal mare, e sa di avere
bisogno del favore di Thetis, qual è questa libertà di Zeus? Qual è la libertà degli altri dei, quando
Zeus spaventa gli dei con le sue minacce e li distoglie dalle azioni che vogliono fare? 25,6. Eppure i
poeti estendono su quasi tutti il giogo che deriva dall'amore. E voi conoscete gli amori di Zeus, di
Poseidon, di Apollon, di Ares, di Efaistos, e di Pluton, e ricordate che i poeti non hanno esentato le
dee femmine da questo giogo. Tuttavia l'amare è forse qualcosa di diverso dall'essere schiavi? 25,7.
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Anche la Pizia dice di avere consolato Kroisos, il re di Lidia, quando era prigioniero presso Kyros,il
re di Persia, dicendo: “è impossibile anche per un dio sfuggire a quel destino che è stato fissato per
lui”. Queste cose devono dare gioia, noi riteniamo che le Moire siano delle dee, ed esse definiscono
con un filo le sorti degli esseri umani, ma esse non sono né più forti, né più deboli delle altre
divinità. 25,8. Mentre gli uomini liberi dicono che questa è la prima cosa che elimina la libertà, il
non essere padroni di fare tutte quelle cose che si vogliono, ma la Moira è costretta a fare “tutte
quelle cose che il <Fato> le ha detto di fare quando è stata generata una tela, quando sua madre l'ha
generata”. Infatti, vedi, io voglio navigare e produrre delle ricchezze dai porti, ma la Moira mi
conduce verso la terra, verso i bovini, verso il solco dell'aratro, e verso la semina, verso la falce, e
verso l'aia, e io vengo strappato da quelle cose che desideravo, e vivo non facendo quelle attività
che voglio, come se un altro uomo, che vuole lavorare la terra e che vuole avere piccoli redditi con
sicurezza viene imbarcato dalla Moira su una nave, lui solca il mare al posto della terra arabile ed è
separato dalla morte solo da una piccola parte di mura. Un altro individuo, che ama la retorica,
frequenta un allenatore,ottiene un onore per la sua forza e porta una corona proveniente da Olimpia,
e un altro che desidera la corona proveniente da Pisa si dedica agli studi di retorica. 25,9. E
certamente si potrebbero trovare in molti luoghi le battaglie tra i desideri e le Moire, e la vittoria è
sempre delle Moire. Così un uomo si sposa anche se rifuggiva il matrimonio, e un altro è vissuto
senza sposarsi anche se faceva sacrifici al Matrimonio. Sia la povertà, sia la ricchezza, sia i figli sia
l'assenza di figli, e le misure più lunghe o più brevi della vita, tutte queste cose derivano da questo.
25,10. Dunque per quale motivo tu commiseri lo schiavo, e tu lo definisci schiavo, perché le azioni
di quest'ultimo dipendono dalle tue sopracciglia, e qualche dolore entra in lui a causa della tua
decisione, e per la tua decisione lui farà una cosa ed eviterà di farne un'altra? E in realtà le decisioni
delle Moire ti fanno girare, più di quanto il timoniere fa girare la nave, tu non potresti ribattere che
sei libero e che sei più forte di quelle cose che sono state decise da quelle Moire. 25,11. Ci sono
alcuni che non chiamano le Moire, ma accusano la Sorte di ogni cosa, in modo simile, di ciò che è
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cattivo e di ciò che è buono, essi elogiano chi dice: “la sorte produce le azioni dei mortali”, come se
quella sorte facesse in modo che quelli che sono poveri diventino ricchi, e che quelli che sono ricchi
diventino poveri, e come se di nuovo essa portasse gli uni e gli altri alle loro condizioni precedenti,e
togliesse a qualcuno la ricchezza e desse la ricchezza a un altro.25,12. Essi credono che sia la guerra
sia la pace, sia la salute, sia la malattia, sia insomma tutte quelle cose che per gli esseri umani sono
o un vantaggio o un danno, e tutte queste cose passate, presenti e future siano una decisione della
Sorte. Non è possibile per me fare un processo contro la Sorte, né esigere una sua punizione, né
mettere fine al suo potere con un grande esercito, come gli Spartani posero fine al potere dei figli di
Peisistratos. 25,13.Dunque in che cosa il tuo schiavo è più schiavo della Sorte di quanto lo sia tu, se
come tu privi quello schiavo dei mantelli, se in te prevale la collera, e lo mandi in un mulino, così la
Sorte ti priva della tua ricchezza e ti manda alle porte di quelli che ti possono dare qualcosa come
elemosina? Infatti anche se tu sei in una condizione completamente felice, non cambi la tua
situazione se la Sorte vuole questa cosa, ma non hai rendi forte te stesso, come neppure uno schiavo
potrebbe restare in condizioni di prosperità se il suo padrone non vuole,ma noi facciamo questa cosa
nei confronti degli schiavi, e la Sorte fa questa stessa cosa nei nostri confronti. Dunque questa
schiavitù viene da un luogo che sta in alto, forse dal cielo. Infatti bisogna ritenere che dalla Sorte
dipenda anche quel trono che sta in cielo,anche se essa non è enumerata tra i dodici dei. 25,14.Orsù,
noi passeremo in rassegna anche gli altri padroni e le altre padrone, e noi ci ribelleremo dall'interno
contro questi padroni, che rovinano noi, e, questa è la cosa più strana di tutte, sono amati da quelli
che sono rovinati da loro. 25,15. Innazitutto un desiderio smisurato di mangiare e di bere è un
padrone. Oppure non sono forse dei padroni questi desideri, se distolgono da azioni virtuose, buone
e opportune per un uomo, e portano le persone a delle tavole lussuose come quelle Persiane e
Sibaritiche, poi le trattengono fino a notte fonda, come se fossero in ceppi? Questi desideri di cibo e
di bevanda tormentano il ventre, e tormentano la testa di queste persone, come gli asinai incapaci
tormentano gli asini, e questi desideri finiscono per mandare a casa in modo sconveniente degli
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uomini distrutti e incapaci di controllare i propri piedi. Questi individui dopo una notte e il sonno
vanno di nuovo a patire tali cose, e passano la loro vita nell'ubriachezza,e alcuni sono schiavi sia dei
crateri, sia degli orci, sia delle coppe. 25,16. Dunque un altro padrone è la collera se essa non
collabora con il pensiero come un suo aiutante, nel modo in cui ciò è giusto e utile, se ritiene che il
pensiero razionale sia inferiore a essa, e se con insolenza prende il potere del pensiero razionale.
Dunque quando la collera si mescola a qualcuno spinge colui che è posseduto da essa, lo sconvolge
più di quanto i venti sconvolgono il mare, e simili venti combattevano contro il figlio di Laertes.
Pertanto chi è in collera corre ovunque e in ogni luogo, e verso tutti, come un lebete viene spinto da
un grande fuoco ed è poco diverso da un cane che abbaia invano, grida e si fa vedere come autore di
un'offesa, colpisce con parole che non sono sopportabili,e per questo motivo la maggiore parte delle
persone è sempre ostile a lui. 25,17. Quando lui si sente dire alcune esortazioni a placare la collera,
che è la malattia più difficile, e si sente dire: “noi, sia i giovani, sia gli anziani ti onoriamo più degli
altri uomini”, lui elogia chi gli ha dato questo consiglio, e dice che non agirà in modo diverso, ma
quando arriva il suo padrone, la collera, diventa nuovamente come Agamemnon sia nei suoi
atteggiamenti interiori, sia nei suoi occhi, “i suoi occhi sembrano fuoco fiammeggiante”. In questa
cosa lui dichiara la sua schiavitù, e non è capace di fare una cosa diversa da ciò che la collera gli
dice di fare. 25,18. Agamemnon era schiavo,quando provava questi sentimenti, anche se discendeva
da Pelops figlio di Tantalos, figlio di Zeus, e anche se aveva un potere regale antico e anche se esso
era stato dato dal cielo e dalla mano di Hefaistos. Anche Achilleus era schiavo quando cadde in una
simile collera e in mezzo all'assemblea, lui, che era un comandante militare, estrasse la spada contro
un re, e Achilleus che aveva abbattuto quelle numerose città “dodici città con le navi, undici con
l'esercito”, aveva riempito le tende con i corpi dei prigionieri, ed egli stesso fu portato come
prigioniero e per tutto quel tempo nel quale era in preda all'ira non era libero. 25,19. E l'uomo
amante del gioco d'azzardo, in nome di Zeus, è forse libero? E chi ha mai costretto uno schiavo a
stare sveglio in questo modo, nel modo in cui quella malattia priva del sonno quelli che giocano
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d'azzardo anche quando essi combattono, e li convince a trascurare la piazza, li convince a
disprezzare i bagni, e in qualche modo li convince a trascurare persino il cibo? E quel racconto che
si fa riguardo alle cicale, secondo cui alcuni uomini sono morti di fame per il loro desiderio di un
canto, e poi sono diventati cicale in onore delle Muse, questa cosa si adatta quasi anche ai giocatori
d'azzardo. Essi si riuniscono nelle notti e nei giorni senza mangiare cibo, senza bere nessuna
bevanda, e in loro un piacere prevale su un altro piacere. Dunque in quale altro modo bisogna
definire coloro che si sono dedicati a questa cosa, se non come degli schiavi, anche se non hanno le
catene? 25,20. In alcune persone si consolida l'Invidia, questa invidia non solo distrugge colui che è
invidioso per il suo piacere, ma è una sventura comune sia a quell'uomo invidioso, sia a colui contro
il quale lui si muove, e in modo molto maggiore a colui che è invidioso. Infatti l'invidia talvolta
danneggia colui che è invidiato, talvolta non lo danneggia, ma dà dolore all'anima di colui nel quale
essa risiede, consuma il suo corpo e lo rende più triste di quelli che sono in lutto, non perché si sia
abbattuta su di lui una sventura, ma perché una cosa buona è avvenuta al suo vicino. 25,21. Pertanto
in che modo io potrei non sbagliare se chiamassi libero quell'uomo che è pieno di mali? Lui che
supera ogni schiavo marchiato per la sua tristezza. Lo schiavo, se il suo padrone gli permette di
portare i capelli lunghi sopra il suo volto nasconde il suo biasimo e potrebbe ridere, come se non
fosse stato marchiato, l'invidioso invece non potrebbe fare in modo che non ci sia il biasimo.
Dunque quale persona che pensi in modo giusto non riterrebbe che sia un male minore essere preso
prigioniero dai nemici invece che portare in giro un'invidia che è radicata dentro se stessi, e che è un
padrone crudele e oscuro? 25,22. Passiamo a coloro che sono amanti delle ricchezze, e le botteghe
degli argentieri e quelle degli orefici attraggono costoro in modo terribile. Costoro se incontrano un
cavallo grande, bello e adorno d'oro, guardano più all'oro che all'eccellenza dell'animale. Per loro
non è sufficiente nessuna di quelle ricchezze che hanno, ma ciò che a loro manca, per il fatto che
non lo hanno, suscita in loro dolore. Ritengono che non abbia molto valore nessuna delle cose che
essi hanno, ma ritengono che ciò che altre persone hanno sia una dimostrazione della loro povertà.
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Essi vorrebbero che diventasse oro tutto ciò che appare a loro, tutto ciò che è nel grembo della terra.
25,23. Essi parlano sempre delle ricchezze, come gli assetati parlano sempre di sorgenti. Essi non
ritengono che siano felici Nestor e Arganthonios <per i loro anni>, non ritengono che sia fortunato
Peleus per il suo matrimonio, non ritengono che sia fortunato Adonis per la sua bellezza, ma
ritengono che siano felici Kallias, Ghyghes, Kyniras e Kroisos, e le formiche dell'India. E se essi
hanno qualche guadagno sono contenti, ma se un loro amico pensa di approfittare delle loro
ricchezze soffrono di vertigini, qualcuno di loro tace, qualcun altro tra loro accetta di dire una
menzogna, ma entrambi questi individui tremano di paura. 25,24.Dunque colui che si preoccupa per
uno statere o per una moneta ancora più piccola e ruba,fa dei giuramenti e priva gli altri di qualcosa
e osa compiere tutti i delitti, sopporta tutte le cose, odia e viene odiato, tradisce i suoi amici, e
inganna i suoi nemici, e sopporta delle condizioni che sono ancora più degne di compassione di
queste, è forse un uomo libero? Niente affatto, lui potrebbe essere un padrone di alcuni schiavi, ed
essere schiavo del denaro. 25,25. Infatti neppure Midas, quel famoso re di Frigia era libero, lui che
era così pazzo per il denaro, al punto che Satyros fu oggetto della sua caccia, e i cacciatori di Midas
gli diedero la caccia con il vino, secondo quanto dicono alcuni, e altri invece dicono con le reti, e i
cacciatori dispiegarono queste reti per gli animali feroci, e Satyros fu catturato di notte, mentre
percorreva le montagne. I cacciatori legarono e portarono questa preda della caccia al re, e il re, che
era dedito al culto di Dionysos, lasciò Satyros al dio, ed ebbe subito come compenso la possibilità
di chiedere a Dionysos ogni cosa che lui volesse. Midas tralasciò quelle cose che erano davvero
buone, chiese che diventasse oro tutto ciò che egli toccava, e Midas divenne un generatore di oro.
Questa cosa fece soffrire a lui molte sventure a causa delle sue mani, perché era necessario che lui
mangiasse a pranzo, e faceva diventare d'oro i cibi e le bevande, e la sua ricchezza divenne per lui
una fame. Se lui non fosse stato schiavo della ricchezza, avrebbe usato questa occasione in un modo
opportuno. 25,26. Orsù, aggiungiamo la conclusione,il potere degli Amori, l'arco e le armi mostrano
la forza di questo potere. Infatti se gli Amori scagliano una freccia, o se portano del fuoco, subito
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ognuna di queste due cose va al cuore, e la freccia produce una piccola ferita, il fuoco produce un
grande fuoco. Secondo il proverbio un uomo innamorato diventa più schiavo dei Messeni e ritiene
che i suoi amici e i suoi genitori e il biasimo che proviene dagli esseri umani sia una sciocchezza, è
servo delle persone che ama, e quando lui è più schiavo, più grande è la sua gioia, e si rallegra delle
sue spese, delle sue fatiche, dei suoi assedi, più che dei suoi vantaggi e dei suoi desideri, quando ha
successo onora con gioia le persone che ama, quando non ha successo cerca le persone che ama con
tutta la sua capacità e con la sua schiavitù. 25,27. E colui che è innamorato dice che niente è così
impossibile al punto che un'assoluta necessità non possa fare questa cosa per chi è stato ferito
dall'amore. Ma se è una cosa impossibile, lui preferirebbe morire invece che rinunciare ad essa.
Tuttavia quelle cose che sono impossibili hanno già portato ai nostri schiavi una supplica, e i nostri
schiavi hanno <delle azioni> che non sono impossibili, ma che richiedono molto lavoro. Si potrebbe
sentire dire anche da quelli che sono innamorati che loro saranno schiavi, se qualcuno li farà stare in
tribunale perché compiono dei reati. Infatti loro diranno che sono stati portati e sono stati trascinati
e l'amore che li ha costretti è più forte della loro volontà. E l'amore potrebbe avere moltissime
persone indulgenti in particolare per tutte le sue sofferenze, l'amore è la cosa più forte e spinge
l'anima con un assillo, perché l'amore è proprio di ogni anima oppure tocca la maggior parte delle
persone. Infatti sono ben pochi coloro che non hanno provato questi dardi. 25,28. In quale modo
tanto grande un padrone tortura uno schiavo? Per lo schiavo la sua schiavitù consiste in questo: che
deve onorare colui che lo ha acquistato con i suoi servizi durante la cena e nei bagni, deve lavare la
sua veste, deve aggiogare il suo carro e deve mangiare gli avanzi dei suoi cibi, e in tali cose lo
schiavo non ha lo stesso lusso di cui gode il padrone, ma ciò ha qualche vantaggio per lo schiavo.
Infatti gli schiavi sono più sani dei padroni per molti aspetti; l'assenza di fatiche è causa di malattie
per i padroni; mentre la fatica salva gli schiavi da questi pericoli. 25,29. Dunque uno schiavo ha
ancora una via di fuga, ci sono molti luoghi nascosti della terra, e ci sono molti luoghi nascosti nel
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nasconde facendo il pastore, ed elimina la sua condizione di schiavo,io annovero questo schiavo tra
quelli che sono padroni, qual è la fuga di coloro che hanno la propria anima posseduta da qualcosa?
Qual è la loro evasione? In qualunque luogo essi vadano portano con sé i loro padroni. 25,30. Ma se
tu dici che molti degli schiavi sono malvagi, ed essi sono schiavi nostri e della loro malvagità, io mi
meraviglierei se da un lusso minore derivasse una malvagità che fosse in qualche modo uguale a
quella dei padroni. Inoltre il mio discorso non si sforza di raggiungere questo obiettivo,mostrare che
alcuni schiavi sono liberi, e che alcuni liberi sono schiavi, e non intende dimostrare che alcuni sono
meno schiavi e che altri sono più schiavi,ma vuole dimostrare che la schiavitù è ovunque. Si lascia a
chi vuole il fare ricerche riguardo alla misura della schiavitù, e dove essa sia più grande e dove essa
sia più piccola. 25,31. E si è parlato abbastanza riguardo alla schiavitù delle anime: tuttavia si sono
taciute numerose e grandi forme di schiavitù affinché la lunghezza non desse fastidio a quelli che
sono venuti ad ascoltare. Io non so chi abbia plasmato i nostri corpi, sia pure Prometheus, se pare
giusto che sia così, tuttavia io so che tutti i corpi sono fatti dalla stessa argilla. E io intuisco questa
cosa dalle malattie che vengono a tutti i corpi. 25,32.Talvolta un medico va per guarire uno schiavo,
talvolta va per guarire un padrone, spesso per guarire entrambi nello stesso giorno. Quale dei due ha
un corpo libero per la libertà della salute, la quale risiede talvolta nel primo individuo, talvolta nel
secondo individuo, ma non è presente in nessuno dei due in modo continuo? Dunque se il padrone è
afflitto dalla podagra viene portato in lettiga, gli schiavi che hanno la forza lo trasportano, non è
forse un segno della schiavitù di questi ultimi il fatto che lo trasportino, e non è forse un segno della
schiavitù del secondo il suo essere trasportato? Tuttavia il padrone si lamenta e geme più di quelli
che lo trasportano. Nessuno è così pigro, né così infelice al punto che non preferirebbe essere
schiavo di un padrone invece che essere schiavo di una simile malattia. 25,33. Dunque i figli di
medici dicano pure i vari tipi di malattie, alcuni che si riversano in tutto il corpo, e altri che
colpiscono le parti del corpo, come la testa, gli occhi, le mani, i piedi, ognuna delle altre parti, e se
per una legge di natura lo schiavo prende una di queste malattie, il padrone lo respinge e lo
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allontana, come un cane con un sasso, si può dire che il padrone è superiore per questa forma di
libertà, ma se uno di questi mali si diffonde in modo simile su tutti gli uomini,come una pioggia che
cade su tutta la terra sottostante, i padroni sono schiavi allo stesso modo degli schiavi a causa delle
malattie. 25,34. E tuttavia il fatto di essere guidati da altre persone e il fare comandare una volontà
su un'altra volontà avviene agli schiavi, ma avviene anche ai padroni. Noi guidiamo alcuni schiavi,
ma le leggi guidano noi. E la legge permette a noi di fare tutto ciò che vogliamo dei nostri schiavi,
ma ci impedisce di fare ciò che vogliamo di noi stessi. E gli Ateniesi sono stati schiavi delle leggi di
Solon, gli Spartani sono stati schiavi delle leggi di Lykurgos, i Persiani sono stati schiavi delle leggi
persiane, gli Sciti sono stati schiavi delle leggi scitiche, i Traci sono stati schiavi delle loro leggi, e
l'abitante dell'Illirico è schiavo delle proprie leggi. E chiunque tra noi non sia folle dichiara di essere
schiavo di una legge, e chi rifiuta la schiavitù di una legge è subito sottoposto a una punizione.
25,35. Noi definiamo noi stessi padroni di alcuni schiavi, ma definiamo le leggi, che sono le nostre
padrone, con un nome eufemistico, come la necessità. Alcune leggi picchiano noi che siamo liberi,
se c'è bisogno di questa cosa, e ci mettono in prigione, se noi facciamo dei reati più gravi, e talvolta
ci privano dei nostri possedimenti, talvolta della nostra patria, e ci uccidono, e a nessuno di noi è
permesso fare ciò contro uno schiavo. E se gli schiavi non fanno niente di simile, e se non si
comportano male, noi non puniamo quegli schiavi che sono buoni, ma noi puniamo gli schiavi se
essi sono sfrontati o se fanno dei furti, o se sono pigri. Io credo che in quel tempo che va fino a
questo giorno abbiano scontato questa punizione nella loro vita gli uomini liberi in numero molto
maggiore degli schiavi. Ma se questi ultimi sono schiavi nostri e insieme a noi anche delle leggi, tu
dici che la schiavitù degli schiavi è più grande, e non che è più grande la libertà dei liberi. 25,36. Se
distinguiamo i popoli,e cerchiamo separatamente ogni cosa in questi popoli,e se vediamo in qualche
luogo una traccia di qualche libertà, troviamo che Euripides ha detto una menzogna. Alcune arti
sono manuali e alcune sono quelle di coloro che lavorano il bronzo,anche loro sono privi di sonno, e
sono responsabili della veglia nelle attività alle quali essi sono adatti, sono assetati di sonno, ma
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evitano quella cosa che desiderano. Dunque per quale motivo essi non dormono? Quale padrone
toglie loro il sonno? Essi non sono liberi e figli di altri uomini liberi? Qual è la cosa avendo saputo
la quale essi vivono in modo più sventurato degli schiavi che sono presenti presso di noi? 25.37.Essi
direbbero: “Nessuno degli esseri umani ci ha comprati, ma la paura della fame è la nostra padrona.
Questa paura ordina a noi di affaticarci notte e giorno e minaccia la morte più miserabile a quelli
che sono pigri”. Tu troverai che sono sottoposti a questa padrona tutti gli artigiani, tutti i
commercianti al dettaglio, i quali avendo ricevuto i prodotti degli artigiani stanno seduti per fare la
vendita. 25,38. Ma l'agricoltore non è forse libero? E come può essere libero? L'aria, i venti e le
piogge sono padroni di tutta l'attività di costui, e lui deve rivolgere delle suppliche ad essi facendo
loro dei sacrifici, e dipendono da queste cose sia la produzione della terra, sia il suo essere fiorente,
sia il fatto che spunti il grano, e che la spiga sia forte. E la misura del suo aiuto non consiste in
questa cosa, ma se i venti non vanno contro le aie “quando gli uomini ventilano il grano, quando la
bionda Demeter separa per mezzo di essi il grano e la pula”, ogni fatica precedente fatta dallo
sventurato agricoltore è rovinata. 25,39. Se un agricoltore è schiavo dei venti, certamente in qualche
modo è schiavo dei venti il navigante, che è trasportato dove quei venti lo mandano,e se i venti sono
in poppa, questa cosa è una salvezza per le navi, ma quando i venti combattono e si oppongono alle
corse del navigante essi si abbattono sulle navi da carico. Il navigante tremando di paura supplica
l'onda che si solleva, il mare che diventa cavo, un'egida che sia sua alleata, e una roccia sporgente, e
il navigante piegandosi sotto questa roccia deve ottenere un porto. 25,40. Noi dobbiamo ritenere che
quelli che navigano per motivi di commercio siano schiavi di queste paure e siano schiavi anche o
della povertà o della ricchezza; della povertà, se essi navigano per ottenere il nutrimento necessario,
e della ricchezza, se essi navigano avendo già alcune ricchezze che non sono piccole, e per avere
delle ricchezze che siano grandi. C'è anche un'altra paura che è padrona di quegli uomini,e per Zeus,
è padrona di tutti gli esseri umani, è la paura dei predoni che non risparmiano né la terra, né il mare;
e se questi pirati attaccano con il ferro, i naviganti sanno che è inevitabile che una persona rinunci
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alle ricchezze che ha sotto mano, e supplichi di avere salva la vita piangendo. 25,41. Questi uomini
che impongono la schiavitù ad altri, anche loro sono schiavi per gli stessi motivi. Infatti l'ingiustizia
che ricorda la loro punizione riempie la loro anima di confusione e di paura, e vede alcune sventure
anche quando esse non si vedono, e tormenta qualcuno anche se non è tormentato, e dà a se stesso
dei giudici e dà a se stesso un accusatore, ed è lo stesso uomo che punisce e che viene punito. Così
colui che fa un saccheggio è anche colui che patisce un'ingiustizia per la sua schiavitù. 25,42. Ad
alcuni potrebbe sembrare che i sacerdoti degli dei siano liberi. Ma se le leggi sono padrone di
costoro, e ciò è corretto, nei loro sacerdozi c'è una schiavitù che è ancora più grande. Infatti le loro
leggi sono più numerose di quelle degli altri, e alcune di esse sono altrettanto grandi anche per le
altre persone, ma altre leggi danno ordini soltanto ai sacerdoti ed esse riguardano il loro mangiare, il
loro taglio di capelli, le loro scarpe, la loro veste, il loro letto, sia delle cose che sono ancora più
piccole, sia riguardo alle cose più grandi ed è necessario che questi sacerdoti vivano all'interno di
questa scrupolosità oppure per loro non ci sarà nessun perdono. Tra le sventure comuni delle città,in
quelle che provengono dai terremoti o dalle pestilenze o dalle guerre,o dalle siccità o dalle piogge
abbondanti, i sacerdoti sono sottoposti ad accuse, e il popolo che patisce alcuni danni è ostile ai
sacerdoti perché loro trascurano la pratica religiosa. E alcune persone circondano il sacerdote e
ritengono che lui abbia violato le leggi riguardanti la divinità, e gli attacchi fatti dalla folla sono più
duri delle onde. 25,43. Dica chi è membro del consiglio cittadino che è stato offeso dalle mie
parole,se lui era uno dei primi della città e indossava delle vesti magnifiche, poi io l'ho messo tra gli
schiavi. E io vorrei che lui fosse libero, però lui stesso mi dimostra delle cose diverse quando
domanda se la notte porterà i magistrati a stare in tribunale, e lui perderà completamente la parte
della notte dedicata ai bagni e alle cene, e non sfrutta in modo adeguato l'altra parte della notte, e
non dorme neppure quanto sarebbe possibile dormire a causa della paura e porta nelle sue palpebre
il bisogno del sonno. Io tralascio alcune minacce che sono più dolorose delle percosse, e altre
minacce arrivano fino a questo punto, e le costruzioni delle strade, le edificazioni dei ponti, le
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ricerche dei briganti e le riscossioni dei tributi, sono una schiavitù multiforme, io dirò così, e le loro
azioni hanno dato loro questo nome. 25,44. Si dice che alcuni uomini guidino questo popolo, ma lo
guidano se esso vuole comportarsi bene, ed essi potrebbero guardare al popolo con severità nei
tempi tranquilli, ma se il popolo diventa turbolento, e se l'ira si diffonde nella folla, allora i
governanti avrebbero bisogno di piedi, e anzi di ali, se vogliono sfuggire al fuoco. Certamente
governanti e popolani sono a turno padroni e schiavi e gli stessi uomini talvolta colpiscono gli altri,
talvolta non sopportano questa cosa. Eppure se l'araldo ordina che coloro che sono dispersi vadano
insieme davanti ai tribunali, essi devono fare una corsa come fanno gli schiavi, ma non sarebbe
possibile per loro andare al passo, cosicché quelli che sono malati ai piedi impallidiscono perché
sono inferiori nella corsa. Certamente non è grande la libertà di vivere in questo modo. 25,45.
Nondimeno neppure il vivere dedicandosi all'esercizio del corpo sarebbe una forma di vita che
eviterebbe la schiavitù, anche se da questa attività derivano delle corone. Infatti, a parte la schiavitù
che comincia fin dall'infanzia, per la quale chi vive nell'attività fisica è sottomesso agli allenatori,
lui è soggetto alle collere degli organizzatori dei giochi, è soggetto al grido degli spettatori, e anche
i giudici di gara lo circondano e sono pronti a usare le loro mani destre. 25,46. Senza dubbio
qualcuno di voi si indigna perché gli insegnanti di retorica non sono ancora apparsi come schiavi, e
ritiene che <io>, esaltando me stesso, abbia esentato la mia stirpe dalla schiavitù. Niente affatto. Io
non intendevo tralasciare una schiavitù che è così evidente che in confronto a essa tutte le schiavitù
delle quali io ho fatto menzione non sarebbero niente. Infatti l'uomo che fa l'insegnante di retorica è
proprio come Sisiphos, il quale secondo Homeros si affatica attorno a una pietra, l'insegnante di
retorica dà dei discorsi e riceve altri discorsi, riceve dei discorsi che provengono dai libri, e dà altri
discorsi che provengono dalla bocca. 25,47. L'insegnante di retorica è schiavo non soltanto di tutti
coloro ai quali lui comanda, ma è schiavo anche di molti educatori, di molti genitori, di una madre,
di una nonna e di un nonno. Anche se lui fa diventare i giovani studenti come i figli degli dei, e
anche se essi sono di pietra, duri di comprendonio, e se lui supera la loro indole naturale grazie alla
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sua capacità, molte e varie cose scorrono contro di lui da ogni parte, ed è necessario che stia chinato
verso terra quest'uomo che non è privo di parole, ma calma con il silenzio colui che è litigioso e lo
accusa. 25,48. L'insegnante di retorica è schiavo anche dei guardiani delle porte e della stirpe degli
albergatori, dei guardiani delle porte affinché lui non sia danneggiato da loro per quegli studenti
stranieri che entrano in città, e l'insegnante di retorica è schiavo degli albergatori per farsi lodare da
quelli che alloggiano presso di loro. Infatti sia il guardiano delle porte sia l'albergatore, sia colui che
è ancora più miserabile di costoro possono nuocere al luogo di lavoro del retore. L'insegnante di
retorica adula e sottostà sia allo studente che arriva da un altro luogo sia allo studente che parte, al
primo affinché non faccia una guerra da vicino con la sua presenza e affinché non danneggi il
gruppo dei suoi studenti, e al secondo affinché non diffonda una fama molto ostile in tutta la terra
dove lui va. 25,49. Anche il consiglio cittadino è per l'insegnante di retorica un padrone
fastidiosissimo e il consiglio cittadino può eliminare l'insegnante di retorica con poche lettere e può
distruggerlo, e può mandarlo dove vuole, e può espellere le attività di costui, se questa cosa gli è
gradita, e può insediare un grande numero di suoi rivali, e può fare altre cose sembrano essere
piccole, ma producono un grande dolore. Se il retore vuole evitare ciò, certamente è necessario che
lui non trascuri la sua schiavitù. E alle porte di coloro che hanno potere l'insegnante di retorica
continuerà ad adulare i guardiani delle porte, e sopporterà di essere respinto, e se potrà entrare
proverà una gratitudine che sarà meravigliosa. Ma se lui farà tali cose nei confronti di colui che è
padrone delle porte, come si comporterà nei confronti di colui che è governatore di tutte le cose?
25,50. O voi che siete miei amici, è ancora nascosto l'elemento principale della schiavitù, ma io lo
renderò pubblico.Infatti la schiavitù del retore continua ed essa è costretta da innumerevoli necessità
e crescerà, e continua quando il retore va alle declamazioni. Infatti lui ha bisogno della lode e va lì
per ottenere la lode grazie ai suoi discorsi. Lui giudica il suo giorno, migliore o peggiore, a seconda
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educatore, né coloro che portano sulle spalle i libri dei giovani studenti, ma ogni individuo che dia
come contributo un po' di rumore, costui è un aiuto alle attività del retore. 25,51.A tal punto il retore
è schiavo di tutti coloro che hanno mani e lingue. E lui fa molte lusinghe con la sua mano destra,
molte lusinghe con la sua testa, molte lusinghe con il suo sguardo, molte lusinghe con il suo
mantello e dopo che ha fatto il suo servizio se ne va avendo un grande orgoglio, perché lui è libero,
ma non sa che ognuno di quelli che hanno ascoltato il suo discorso è padrone di colui che ha
pronunciato questo discorso, e se ne va, e per le sue parole il pubblico lo ringrazia con il suo
applauso, e decide riguardo alle parole che sono state dette dall'oratore. Certamente anche i giovani
studenti sono schiavi del loro insegnante, ma l'insegnante è schiavo e non può dire nemmeno di
quante persone è schiavo. 25,52. Forse qualcuno di voi ritiene che per me la schiavitù sotto la quale
io ho posto ogni essere umano sarà smentita dalla funzione di coloro che hanno il potere e qualcuno
di voi crede che io tralascerò questa parte, oppure crede che se io estendo la schiavitù a questa
condizione, il mio discorso sarà costretto a essere ridicolo. Anche se la roccia è difficile da
raggiungere, però bisogna tentare e non bisogna avere paura. 25,53. Come prima cosa è necessario
dividere coloro che hanno il potere su di noi in due parti; infatti non tutti sono né eccellenti, né
pessimi per i loro guadagni illeciti, ma alcuni lo sono,altri no. Dunque quei potenti che contaminano
le loro mani con la corruzione sono illegittimi, e devono rispondere della loro azione e del loro
titolo. Noi non potremo definire giustamente come soldati quelli che hanno lasciato i loro posti di
battaglia. 25,54. Ma bisogna ritenere che colui che ha un potere vero ed è incorruttibile, laborioso e
completamente perfetto farà qualcos'altro, se non le cose che i padri fanno per l'educazione dei figli
e per ogni altra cura? Se noi definissimo i padri come schiavi dei loro figli, io non so quale errore
faremmo. Per i figli i padri radunano delle ricchezze e onorano delle case, percorrono delle strade,
solcano i mari, e indossano delle armi, o vincono o muoiono. Io vedo che anche colui che ha il
potere per mezzo delle sue stesse fatiche si procura una prosperità e lui lavora per la pace, rende
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picchia quegli individui che deve picchiare, ma dovrebbe augurarsi che queste persone non abbiano
una collera contro di lui, pensando a tutti quelli che hanno avuto il potere sulle città e sono stati fatti
a pezzi dai loro sudditi. 25,55. E tuttavia i potenti si compiacciono quando si sentono definire
“pastori di popoli”, come quando si sentono definire “padri”, e pensano davvero di fare ciò che è
proprio degli uomini potenti, se a loro sembra giusto essere simili ai pastori. Un pastore che sia
davvero pastore è un ottimo schiavo delle sue pecore, e lui per prima cosa cerca le acque buone, e in
questo luogo fa abbeverare le sue pecore, poi le alimenta con l'erba migliore, e consente al suo
gregge anche di dormire e di passare il mezzogiorno tra questa erba, e lui stesso insieme ai cani fa la
guardia contro i lupi. 25,56. È molta la cura dei pastori per le pecore che sono in buona salute,ed è
ancora maggiore la loro cura se una malattia le colpisce e le fa morire, ma bisogna ritenere che sia
molto più faticosa di questa attività di pastore quella di chi dirige le faccende degli esseri umani.
Dunque o bisogna esentare il pastore dal discorso di quella schiavitù oppure bisogna ammettere che
anche colui che ha potere si trova in questa schiavitù; perché anche se qualcuno dice che lui è simile
a un timoniere, di nuovo è confermato il suo essere schiavo. Infatti quell'uomo che muove il suo
timone e che regna nella nave, quando arriva la notte ritiene che siano felici quei marinai che
dormono, e lui stesso condividerebbe molto volentieri questo sonno, ma si sente dire che deve stare
sveglio a causa del suo potere, e lui è l'unico che non viene liberato dalla schiavitù dal vento
favorevole. 25,57. Si deve osservare quella cosa riguardo a coloro che sono felici ed esercitano il
potere, che non esiste un'unica forma di potere, ma alcuni hanno una carica più importante, altri
invece hanno delle cariche inferiori, e a questi ultimi succede che non comandano gli altri più di
quanto subiscano questo potere. Infatti si potrebbe trovare che lo stesso uomo potente è come in una
casa a tre piani, qualcuno è più in alto, e qualcuno è più in basso di qualcun altro, e si potrebbe
vedere che molte cariche sono diverse tra di loro per la loro misura, se tu parti da quella carica che è
l'ultima, che governa il mercato, e risali fino al potere più grande che è insieme ad altri sotto al
potere imperiale, ma il potere imperiale è soggetto alle leggi. 25,58. Sembra che una cosa simile
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avvenga anche negli eserciti. E infatti lì ci sono tribuni, tassiarchi, filarchi e capi di cavalleria, e un
grande numero di incarichi, qualcuno ha qualcosa in più di qualcun altro,ma tutti nel loro complesso
sono meno importanti del comandante militare. E questo stesso comandante militare e quelli che
hanno un potere dopo costui fanno tutte quelle cose che vogliono, ma potrebbero subire anche delle
cose che non vogliono. Io credo che se fosse possibile per i militari non seguire quegli ordini che
loro seguono, il comandante potrebbe essere colpito dalle spade, qualcosa di simile è stato possibile
in un passato lontano, e dicono che sia avvenuto che per la loro benevolenza verso Mantinea i
comandanti furono colpiti dai dardi tirati dai soldati. 25,59. Ma se colui che detiene il potere è uno
schiavo, come potrebbero mai essere quelli che si affannano intorno alla ringhiera? E se costoro
sono in una condizione di schiavitù come potrebbero essere i medici? Potrebbe essere in una
schiavitù sia colui che è privo di amici, sia colui che ha molti amici,il primo teme i nemici per la sua
solitudine, l'altro, come avviene per chi ha molti amici, è debitore di molti favori e non potrebbe
restituire alcuni di questi favori. 25,60. Noi risponderemo agli Ateniesi che erano convinti di vivere
in una totale democrazia e nella condizione di suprema libertà. Dunque io dico: “O voi, che siete
democratici, voi fate confusione nelle assemblee e gridate, e pensate di fare quelle cose che paiono
giuste a voi stessi, fate tutte le elezioni che piacciono a quelli che passano, e chiamate costoro
mediante un araldo a fare gli schiavi con la loro lingua e con la loro azione. Infatti io credo che
quelli che salgono sulla tribuna oratoria con dei discorsi resi artificiosamente belli vi guidano, come
si guida il bestiame. E voi eliminate un decreto con un altro decreto, una decisione con un'altra
decisione, e se arriva un terzo individuo abile nel parlare, quest'ultimo cancella le due decisioni
precedenti e se ne va dopo avere fatto prevalere la terza opinione”. 25,61. Non vince ciò che è utile,
ma ciò che potrebbe essere detto con una maggiore abilità è più forte del popolo. E molte volte le
cose che salvano sembrano essere dannose, e le cose che sono dannose sembrano contenere una
salvezza. Da questo fatto derivano traditori, corrotti, e nemici delle patrie. Dunque essi hanno la
tribuna oratoria al posto dell'acropoli, e hanno l'inganno e il persuadere al posto delle fortificazioni.
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25,62. Perikles, figlio di Xantippos, in modo evidentissimo introdusse un potere monarchico nella
Pnice e mostrò che il popolo degli Ateniesi era in condizioni di debolezza, umiliò quel popolo
superbo e lo fece passare dall'arroganza alla paura. E Perikles decise che la campagna dovesse
essere priva di cittadini, ma piena di Peloponnesiaci che la devastavano, e quella terra non aveva
niente da rimproverare a Peisistratos. Questi uomini sono abili e guidano la moltitudine facilmente,
se si presenta l'occasione propizia, sia con accuse, sia con denunce, sia con una multa, sia con il
legno. 25,63. Che significa? Gli Spartani avevano dato a se stessi la possibilità di uccidere gli iloti e
riguardo a loro Kritias dice: “a Sparta sono molto schiavi e molto liberi”, una cosa simile è ciò che
dice lo stesso Kritias: “a causa della mancanza di fiducia che gli Spartani hanno verso questi iloti, lo
Spartiata a casa sua toglie la maniglia dello scudo,ma non potendo fare ciò nella spedizione militare
va in giro tenendo sempre con sé la sua lancia per la necessità di usarla spesso e velocemente,
affinché in questo modo lui possa essere sempre superiore all'ilota in questa cosa e se lo scudo
rimanesse l'ilota tenterebbe di fare delle ribellioni. Gli Spartiati escogitano anche delle chiavi e
ritengono che esse siano più forti dell'insidia che proviene dagli iloti”. 25,64. Queste azioni
potrebbero essere proprie di uomini che convivono con la paura e agli Spartiati non è consentito
neppure di fare un respiro di sollievo dagli iloti che hanno delle speranze temibili. Dunque quando
gli Spartiati fanno dei pranzi, quando dormono e quando vanno a fare qualche altra cosa, la paura
degli schiavi fa in modo che loro portino delle armi, come potrebbe avvenire che costoro, o figlio di
Kallaischros,abbiano una libertà pura? Gli schiavi hanno aggredito gli Spartiati insieme al terremoto
di Poseidon, essi hanno dimostrato che faranno delle azioni simili in circostanze simili. Dunque
come i re spartani non sono stati molto liberi in queste cose, perché è stato dato agli efori il potere
di arrestare il re e di condannarlo a morte,così tutti quanti gli Spartiati sono stati privati della libertà,
convivono con quella ostilità che è data dagli schiavi. 25,65. Spero che anche Herakles figlio di
Zeus sia benevolo verso quelli che seguono quell'insegnamento che è dato dai poeti e che dice che
Herakles fu schiavo, ed ebbe una lunga schiavitù al servizio di Eurystheus e un'altra schiavitù in
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Lidia, e Zeus si lamentò quando vide “il suo caro figlio” che si impegnava in queste fatiche, che gli
aveva imposto il figlio di Sthenelos, ma a me pare che neanche il figlio di Sthenelos, Eurystheus,
abbia evitato la schiavitù. Infatti il suo rifugio consistette nel nascondersi in una giara, nel temere
l'uomo al quale lui dava degli ordini, e il suo essere peggiore di colui che era suo schiavo lo ha reso
schiavo, anche se lui era nella posizione di chi comandava. Herakles andò nell'Ades, e liberò suo
cugino, che era schiavo in quel luogo, lo liberò dagli inferi e inoltre liberò lui che era prigioniero. E
loro due aiutarono gli Atridi nella città di Troia con migliaia di navi, noi potremmo trovare molti
indizi del fatto che essi sono stati schiavi di un esercito in una terra nemica. 25,66. Menandros,
figlio di Diopeithos, dedicò la sua attenzione a questa cosa, e dopo che certamente in molte cose lui
fu schiavo di alcuni schiavi che appartenevano a lui, poté dire questa frase: “Il padrone di una casa è
uno schiavo”. E infatti davvero come è grande lo sciame delle preoccupazioni che lui avrà sia nella
prosperità, sia nella disgrazia! Infatti allo schiavo è sufficiente rivolgere lo sguardo alle mani del
padrone, ma è il padrone che deve tendere le sue mani. 25,67. Uno schiavo non ha nessuna
responsabilità per queste cose, non accusa la circostanza, la collera di Zeus, l'assenza dei venti, e
tutte quelle cose che impediscono la produttività. Ma allo schiavo la terra produce qualcosa anche
quando non produce niente, tesse un vestito e delle calzature, e cuce altri indumenti mentre dorme,
gli schiavi si sposano senza provvedere a niente,e la preoccupazione è del padrone,lo schiavo invece
può starsene tranquillo a letto. E se uno schiavo è malato la unica preoccupazione è la sua malattia,
spetterà a un altro pensare ai farmaci, ai medici e agli incantesimi. E quando uno schiavo muore non
ha nessuna paura riguardo alla sua tomba. Lo schiavo ha il suo padrone che mostra di essere colui
che lo seppellirà, anche se è uno schiavo. 25,68. Se gli schiavi sono schiavi,e i padroni sono schiavi,
dove si potrebbe trovare la libertà? I tiranni direbbero: “La libertà è presso di noi”.Essi diranno:
“Non vedi le acropoli nelle quali noi siamo installati, le leggi che sono state eliminate da noi, e noi
comandiamo al posto di quelle leggi, non vedi questo ferro che è splendente nelle lance e questa
moltitudine delle nostre guardie del corpo che costringe le città a chinarsi in basso verso la terra?”.
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25,69. Io dico: “Sì per Zeus, io vedo molto bene le vostre gloriose guardie del corpo, che
tiranneggiano i tiranni, e a parole le guardie del corpo sono difensori dei tiranni, ma di fatto sono i
loro padroni. Infatti se le guardie del corpo vogliono, voi rubate i portatori di bagagli, le ricchezze,
le vergini e voi siete i tiranni, ma se le vostre guardie del corpo vogliono fare qualcosa di diverso e
non farvi la guardia, voi ricevete la morte. E questa cosa mi dimostra che non sono poche le altre
cose e <quella> guardia del corpo della Lidia, Ghyghes uccise il suo padrone, ottenne i beni di
quest'ultimo,sua moglie e il suo potere”. 25,70.Io dico:“Per voi tiranni neppure il sonno è piacevole,
ma nei vostri sogni ritornano coloro che hanno patito le vostre violenze e che erano in posizioni
elevate, attaccano le vostre regge e mettono in fuga quelli che vi aiutano, e se c'è una spada vicina,
voi saltate in piedi gridando e avete bisogno di un po' di tempo per sapere che queste cose non sono
eventi della veglia. Dunque voi mescolate al vostro potere sugli esseri umani una schiavitù, e per
mezzo di una schiavitù avete ricevuto quel vostro potere, e dopo che ve ne siete impadroniti ritenete
di purificarlo della sua parte peggiore”. 25,71. “Ma talvolta lo schiavo diventa di un altro padrone e
avviene la vendita del suo corpo”. E per quale motivo in questa situazione quello schiavo è più
infelice, se uno dei padroni dà del denaro, e l'altro riceve questo denaro? Infatti questa cosa non
rinforza il corpo di questo schiavo, né danneggia la sua anima, e se qualche capacità è presente in
tale anima, questa vendita non elimina tale capacità, ma spesso, quando una sorte migliore favorisce
lo schiavo, costui ottiene una casa e ottiene una ricchezza mentre prima era più povero. 25,72. Lo
schiavo va in tutte le città con un comportamento simile. Infatti spesso queste città stanno lì come
oggetti dei loro sovrani e colui che vuole ottenere queste città le compra con le armi, con le
battaglie,e ancora di più con le persone <e> con le ricchezze. E noi siamo appartenuti già a non
pochi padroni in un breve tempo.Ma noi stessi e i nostri figli siamo schiavi in modo grandissimo dei
nostri padroni di adesso. Dunque nessuno è libero, ma noi, o uomini, in un'altra riunione faremo una
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che sono state osate riguardo a te, e quali parole io abbia detto, e quali azioni io abbia fatto nei
confronti di quelli che non si sono comportati bene, e ritengo che tu sappia queste cose non meno di
nessun altro. Dunque se io facessi un'esortazione a te, tu non dovresti a buon diritto supporre che io
abbia favorito altre persone più di quanto io abbia avuto cura delle tue azioni, sono arrivato a questa
conclusione, tu non sopporteresti con difficoltà se io facessi qualche correzione delle decisioni
sbagliate che tu hai preso. Infatti verosimilmente tu non vorresti bene a quelle persone alle quali io
non direi che tu dovresti volere bene, ma direi che non è giusto nemmeno odiarle. 26,2. Io credo che
sia necessario innanzitutto che tu adesso possa fare un discorso alla mia città, poi tu dovresti dire in
che modo tu ti comporteresti. Tu pensi che tutta questa città di Antiochia voglia bene a Proklos e
rivolga il suo sguardo a lui, rimpianga le azioni di Proklos, si indigni per le tue azioni,e sopporti con
difficoltà questo cambiamento e ogni tuo discorso,ogni tua azione, e voglia queste due cose, esaltare
le azioni di Proklos e rifiutare le tue azioni. 26,3. Se tu avessi queste opinioni riguardo a tutta la
nostra città, sbaglieresti e non coglieresti ciò che è opportuno. Infatti la verità non è questa, ma
questi comportamenti sono di pochi individui che sono diventati ricchi grazie al potere di Proklos, e
hanno ricevuto dei favori ingiusti e grandi. Infatti molti hanno ricevuto questi favori, e la terra è
piena di queste cose, ma quelli che ricevono dei vantaggi minori sono invidiosi di coloro che hanno
ricevuto i benefici più grandi e non sono stati ricambiati da favori tanto grandi. 26,4. Altri individui
fanno tutte queste cose e per costoro Proklos è più importante anche degli dei, e loro sono otto; se
vuoi, ammetteremo che siano venti, e loro seguono quegli altri o per paura o per denaro, se pare
opportuno, ammettiamo che loro siano il doppio di questo numero. E quanto è questo numero in
confronto ad altrettante miriadi di uomini e di donne? In ognuna di queste persone c'è un affetto
verso la tua persona che è indicibile e a loro sembra che sia una cosa buona il fatto che Proklos non
abbia più il potere, e sembra che sia una cosa grande il fatto che ci sia il tuo potere. 26,5. Dunque se
avviene qualcuna delle azioni più rozze, o carissimo, ciò non deve sembrarti opera della città, ma di
quei pochi individui malati che fanno le cose peggiori nella città. E tu non devi dire a te stesso nelle
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tue veglie notturne che la città è fatta da queste azioni, ma devi dire che queste azioni sono opera
dei peggiori abitanti della città. Certamente di questi individui sono anche quelle azioni che sono
avvenute nei bagni pubblici, e ci sono state le pietre nelle piscine e i loro oltraggi sono degni di
molte condanne a morte, e, per Zeus, i loro elogi sono stati ingiusti e rivolti a un uomo malvagio, e
quegli elogi sono stati ingiusti e contrari alla giustizia e hanno osato rivolgere la loro accusa al
magistrato dicendo che il riscaldamento è stato troppo debole. 26,6. Ciò è avvenuto anche in questi
giorni con le spese di quelli che sono molto ricchi perché il loro fare un servizio pubblico produce
un tale effetto, e per loro questa era una cosa abituale, nessuno si indignava, e queste azioni spesso
erano peggiori di come sia la situazione adesso, al punto che dentro la città c'erano alcune danze e si
cantavano alcune delle cose che si cantano sulla scena. E tuttavia quando i bagni pubblici erano in
questa condizione nessun magistrato ha sentito parlare male di sé, ma gli antiocheni sopportavano le
cose che avevano prevalso. Infatti non c'era nessuno che assoldasse le bocche di quelle persone per
fare un'offesa. Adesso loro hanno saputo la povertà di colui che presta un servizio pubblico, hanno
saputo che ciò che è accaduto non è una cosa nuova, hanno gradito le cose preferite da loro, e nel
loro oltraggio hanno attribuito a una tua illegittimità delle colpe che non sono tue, hanno fatto le
calunnie più impudenti tra quelle degli esseri umani, e sono andati a prendere queste cose, e sono
tornati indietro per prendere queste cose. 26,7.Infatti non erano ignote l'insolenza di questi individui
che sono stati assoldati e l'empietà di quelli che hanno assoldato questi individui, tutti quelli che si
lavano in quei bagni li hanno odiati, hanno patito una punizione da quelli che potevano dare questa
punizione, e li hanno trascinati, li hanno spinti, e li hanno colpiti, e questa azione ha causato la fuga
di quelli che avevano le stesse opinioni. Dunque come potrebbe essere opportuno che tu ti indigni
con una città quando una piccola parte di essa pensa male, mentre una parte ampia di questa stessa
città pensa bene? 26,8. Perciò bisogna ritenere che né il primo tumulto, né il secondo tumulto siano
stati colpa della città. Infatti adesso quegli Antiocheni non hanno più né le loro mogli, né i loro figli,
né le loro case, né le loro professioni e il reddito che ricevevano grazie a queste attività, loro non
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riempiono più il teatro, ma il teatro è riempito da soldati che hanno lasciato i propri posti, da schiavi
che non hanno ritenuto giusto fare gli schiavi, e l'altra gente che occupa il teatro è una folla che ha
le sue speranze di sostentamento nella scena teatrale. Ma se anche c'è qualcuno giusto in mezzo a
loro viene spinto verso le stesse azioni dalle decisioni che vengono prese da loro, e se uno voleva
lodare il magistrato gli veniva impedito di farlo, e se uno voleva fuggire era costretto a restare. E
l'altra azione,che è stata il costringere a dire quelle cose che non si dovevano dire e a non dire quelle
cose che si dovevano dire, è stata ordinata da quelle poche persone delle quali ho parlato. In questo
modo facendo una valutazione accurata, una parte molto piccola si è schierata nella posizione
contraria a te. 26,9. Dunque poiché nessuna di tali cose era un danno per te sarebbe stato meglio
lasciarle perdere,adesso invece è opportuno fare qualche correzione riguardo alla moderazione che è
utile alle città, se pure c'è bisogno di una punizione in questa circostanza. E non sarà rovinato il tuo
dare l'impressione di essere gentile a causa della tua punizione. Infatti neppure la reputazione di
Zeus, del suo essere propizio, è stata danneggiata a causa delle punizioni che lui ha dato. E lui fa
entrambe le azioni. E allora anche tu hai mostrato in modo adeguato la prima azione, e devi
aggiungere a essa la seconda azione, affinché in entrambi questi modi tu possa istruire i tuoi sudditi,
convincendo qualcuno, e costringendo qualcun altro. Infatti neppure i malvagi definiscono questa
cosa come una forma di benevolenza. Io non potrei dire così, ma per altri non c'è niente di segreto.
26,10. Pertanto quelli che sono più cattivi tra tutti gli uomini devono imparare che tu non li punisci
volentieri, ma cedi di fronte ad alcune necessità. Tu non devi dare degli insegnamenti a questi
individui mediante delle condanne a morte, né mediante delle percosse, ma deve essere sufficiente il
carcere, e se l'assenza di biasimo produce una supplica a favore di colui che ha compiuto un'azione
colpevole, spero che ottenga questo beneficio benevolo, affinché loro apprendano quanto tu sei
diverso dagli altri anche in questa cosa. 26,11. Dunque è possibile per te eliminare molti di questi
individui dai teatri, ma quelli che si indignano se non esercitano un potere sui magistrati grazie a
quelli che non ignorano le azioni fatte da quegli uomini in segreto, se qualcuno portasse alla luce
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queste azioni, avrebbero bisogno dei dodici dei per ottenere una salvezza. Infatti adesso alcuni
patiscono un'ingiustizia perché subiscono questo trattamento e andranno alla loro punizione non
sapendo che essi decidono che i loro figli, le loro mogli e tutti i loro anziani saranno privati del
sostentamento. 26,12. E questa non è l'unica azione ingiusta di costoro, ma non è facile enumerare
le azioni che avvengono ogni giorno, alcune sono dentro le mura, altre sono fuori dalle mura,
cosicché per coloro che non hanno ancora la possibilità di opporsi è necessario che essi si
sottomettano. Altri tra quegli uomini hanno ricevuto ciò che non avrebbero voluto ricevere. Dunque
se uno sapesse tutti gli sforzi che sono stati fatti da colui che gli dato il suo aiuto, in futuro mostrerà
la sua intenzione facendo quelle azioni che eliminano la difficoltà, e vedrà che molti accusatori e
quelli che adesso sono arroganti diventeranno molto spaventati. 26,13. Dunque tu sai quali tra quelli
che hanno avuto la cintura di magistrati sono stati cattivi, tuttavia è necessario che tu sappia anche
quali tra loro sono buoni, e non devi essere capace soltanto di odiare i primi, ma devi essere capace
anche di volere bene ai secondi. Pertanto è opportuno che tu sia ti informi, sia voglia sapere, che tu
veda questi uomini buoni con uno sguardo migliore, che tu parli a loro in modo più gradevole e che
tu ritenga che essi siano degni di alcuni giusti onori e tu non devi ritenere giusto che a causa della
malvagità di alcuni sia calunniato un intero popolo. 26,14. Io dico questa stessa cosa anche riguardo
ai decurioni, cioè dico che tu conosci alcuni di loro e li eviti, ma tu non ne conosci altri, e non li
onori. E se i decurioni ammirano le azioni di Proklos, e ci saranno alcune azioni meritevoli fatte da
lui, ma non conoscono le azioni fatte da te, innanzitutto essi gradiranno di più quelli che pensano le
cose contrarie, e poi saranno più deboli nell'esaltare le tue azioni. È necessario che loro siano
stimolati dagli onori e che desiderino la tua vittoria. 26,15. Io elogio te, Ikarios, perché tu spesso
eviti le tavole pesantemente imbandite, vorrei che tu facessi così sempre, anziché spesso. Infatti
anche se tu mi darai un dolore non ascoltandomi,tuttavia in futuro avrai in me il tuo elogiatore che ti
criticherà se tu trascurerai il tuo pregio maggiore, questa cosa viene esaminata senza collera. È un
tuo merito anche il non invitare nessuno a essere ospitato nei banchetti. Infatti tu non dovresti
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sprecare nelle bevute più tempo di quanto tu non voglia, e tu non dovresti dare spazio alle richieste
cattive. 26,16. E affinché tu in futuro mantenga fino in fondo la tua consuetudine grazie a me, il
tempo del tuo incarico non dovrebbe accogliere tali commensali. Ma tu nel pomeriggio non dovresti
aprire le porte a molti piedi ostili alla Giustizia; perché niente è così ostile a quella dea. Infatti loro
non permettono che le leggi siano forti per questi motivi grazie ai quali ottengono dei vantaggi.Loro
danno inizio a questo male che è così grande, al punto che anche se ciò che è giusto non viene
danneggiato a causa di questo comportamento, tuttavia sembra che sia danneggiato. Ma sarebbe
proprio di un uomo assennato il temere anche questa cosa. Noi non potremmo mai vedere questi
accessi, e non potremmo vedere il rifugiarsi di quelli che sono deboli presso quelli che sono potenti,
e tali rifugi hanno privato alcuni delle loro ricchezze e hanno portato ad altri alcune ricchezze.26,17.
E le azioni nei confronti di quelli che aiutano i danzatori, di quelli che hanno ritenuto giusto che i
magistrati aiutassero i danzatori, devono continuare così come sono adesso, anzi, devono continuare
come erano prima che il teatro subisse quella grave offesa. Il tuo secondo viaggio verso il teatro,
fatto nello stesso giorno, aveva prodotto questi effetti, e questa cosa non era consueta per te. E tu sei
andato a fare del bene quando non avevi mangiato e non avevi bevuto, cosicché tu non hai mostrato
nel tuo volto nessuna di queste due cose a quelli che ti avevano chiamato, ma il fatto che costoro
fossero pieni di cibo ha convinto gli altri a fischiare. 26,18. Dunque a tali inviti è stato giusto
rispondere, ma in alcune tue presenze che non è possibile evitare, tu non dovresti mostrare di
ammirare quelle cose che vengono mostrate, non dovresti alzare gli occhi verso queste cose, non
dovresti spaventare la folla invano, e non dovresti nemmeno essere schiavo della folla,ma spero che
il tuo comportamento sia ugualmente lontano sia dalla superbia sia dalla tristezza. Se c'è stata
qualche azione insolente, essa deve essere punita tramite le minacce. Qualcuno in passato facendo
ciò prevalse sul popolo di Alessandria che era rapido nella sua collera. Qui ad Antiochia invece il
popolo è stato rovinato perché è stato adulato da molti magistrati che hanno comprato questi elogi
ridicoli. 26,19. Tu devi avere in sospetto alcuni dei soldati da parte dei quali è possibile sentire dire
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qualcosa riguardo a questioni che richiedono una certa cura, e devi ritenere che essi si servano della
loro mente in un modo cattivo e non privo di inganni, loro che portano questo beneficio a colui che
è cessato dall'incarico. Infatti essi non possono fare a te nessun rimprovero e non possono nemmeno
dire per quale motivo essi ti odiano, ma sanno di essere debitori a Proklos di alcune ricompense e
hanno ricavato dei vantaggi perché Proklos ha trattato male alcune persone. Dunque loro vogliono
essere giusti in queste ricompense e vogliono beneficare quell'uomo per il danno che ha avuto nelle
circostanze attuali. Tu devi valutare bene ognuna delle cose che sono state dette e devi essere molto
sveglio come in guerra. 26,20. Io parlerò liberamente anche riguardo a quelle scene teatrali che si
trovano in mezzo alle colonne e per quale altro motivo uno potrebbe dire queste parole? Per avere
del denaro. E non dovrebbe mai avvenire questa azione per la quale noi piangendo sentiamo di
essere oggetto delle maldicenze dette da quelli che hanno dato inizio a queste lacrime, non dopo di
esse, ma loro dovrebbero dire da dove hanno preso il denaro che hanno speso.(Crux nel testo greco)
Pertanto se costui è rovinato da queste cose per quale motivo tu credi che lui assoldi un retore, che
elogerà il responsabile di queste cose per questi motivi? 26,21.Che cosa salverà quelle capanne, se il
tempo,ed esso per sua natura fa questa azione, distrugge le capanne, nessuno deve portare un aiuto,
oppure ognuno continua a tenere le tavole di legno e le altre parti della costruzione anche se le fa a
pezzi, ma non ci saranno gli abitanti delle costruzioni? Dunque da dove verrà questo denaro? E io
lascio perdere il fatto che non ci sarà un'abitazione per i poveri, dopo che queste costruzioni sono
state eliminate, perché il compenso per le case è più grande di quello per quegli uomini. 26,22.
Qualcuno dirà: “questa è opera di Proklos”. No, per Zeus, e per Athena, è opera nostra, perché noi
facciamo le riscossioni. E ciò che è stato fatto da Proklos sono le sue lettere e i suoi discorsi, ma ciò
che avviene adesso è che alcuni versano il denaro. Io mi stupisco se qualcuno crede che sia una
bella cosa il mostrare ciò a Proklos. E in che modo qualcuno potrebbe allontanarti più che con
questo nome? E che cosa potrebbe essere più vergognoso se non il fatto che Ikarios erediti le cose
malvagie di Proklos, e che quest'ultimo comandi mentre Ikarios lo segue? 26,23. E la cosa ancora
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più terribile è che noi diventiamo anche peggiori di lui. In che modo? Proklos ha trovato questo
mezzo di guadagnare grazie ai decurioni poveri, non è una cosa bella, né è una cosa degna della
città, infatti noi, Antiochia, e Beritòs non siamo la stessa cosa, ma Antiochia ha un rango superiore
oltre alla sua funzione. E ora questa costruzione è stata rivolta alla scena teatrale, e l'operaio che
piange per queste cose fa questi edifici, e grazie a essi è possibile a danzatori e mimi vivere
comodamente, ma da questi stessi edifici gli uomini liberi sono resi peggiori, e gli schiavi, sia
giovani, sia anziani sono resi peggiori. 26,24. È una cosa molto degna del piacere di questi individui
il fare un sacrilegio, e cercare, dopo questo espediente, un altro espediente, e nuovamente un altro
espediente, affinché essi ricevano delle ricchezze, e dicano che esse sono piccole, il magistrato deve
valutare il modo grazie al quale esse possano diventare più grandi. Infatti bisogna trattenere questi
uomini con alcune dazioni e bisogna temere la loro fuga. Forse che noi non preghiamo che avvenga
questa cosa buona e che la nostra città, la quale adesso non è pura, diventi pura? Infatti non esiste
nessuna sventura che sia più grande di queste rovine, nemmeno un autore di un omicidio. 26,25. Si
dice: “Dunque tu toglierai alla città i suoi divertimenti?”. Io toglierei volentieri alla città i suoi
divertimenti malvagi,se io fossi capace di fare ciò, ma anche se io volessi molto questa cosa, questi
individui restano, se anche nessuno desse loro questo denaro, essi portano a se stessi le ricchezze di
molte persone, e stanno per portare a sé le ricchezze di non poche persone, e ritengono che i ricchi
abbiano quei beni dei quali si sono impadroniti non per meriti propri, ma grazie a loro. 26,26.
Dunque nessuno deve temere Ikarios, che è buono e bravo, perché lui farà stare male il teatro, se
queste ricchezze non saranno più spese per il teatro. Infatti in un tempo non lontano alcuni sono
fuggiti, noi abbiamo fatto delle richieste a loro per le nostre attività, ma sia i danzatori, sia gli attori
del mimo,sia le attrici del mimo sono rimasti per raccogliere il frutto della loro condizione di orfani.
26,27. Tu, Ikarios, non devi dare l'impressione di preoccuparti molto di queste cose, e non devi
ritenere che un male così grande sia un bene per la città, ma dovresti prenderti cura del fatto che non
sia aggiunto un male simile a questo male. E infatti ho sentito dire che alcuni hanno escogitato
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questa cosa, non perché desideravano delle fatiche, ma affinché avessero la possibilità di arricchirsi.
Alcuni vogliono questa cosa, ma tu devi ritenere che sia preferibile il sopportare difficoltà più
numerose invece che affrontare tali pericoli. Infatti questo è sicuro, una parte non piccola della
bellezza dell'incarico di magistrato è il fatto che il detentore di questo incarico arrivi a metà della
notte lavorando sui documenti e se lui è più forte della stanchezza quando i suoi collaboratori si
stancano. Tutti quei magistrati che hanno lasciato quei compiti a molti occhi, a molte mani, hanno
ottenuto per mezzo di queste scelte sia il passeggiare, sia il chiacchierare in abbondanza, o è meglio
dire il parlare in modo sciocco, essi hanno dimostrato che loro stessi sono inferiori a questa attività
e chiaramente hanno lasciato il loro posto gridando unanimemente: “Noi abbiamo cercato questi
obiettivi, ma non li abbiamo raggiunti”. 26,28. Io voglio dire una cosa anche riguardo alla paura che
tu, Ikarios, hai riguardo ai guadagni ingiusti. Tu sei lontano da essi tanto quanto ritieni che siano
lontani da essi anche i tuoi amici,e fai bene. Altri fanno questa cosa, ma sono sospettati di non farla,
però se qualcuno chiede loro di essere liberato da una sventura giusta, ogni parola è sottoposta a un
sospetto e già si dà un compenso oppure si dichiara che lo si darà. Se alcuni tacciono per non
considerare questa opzione, si passa a coloro che non hanno nessun disagio nel fare ciò. 26,29. Tu
dirai che non hai mai provato questa condizione riguardo a me. Lo so. Ma è giusto che una tale cosa
avvenga anche a un altro, e a un altro individuo ancora; a tutti coloro che frequentano quel luogo.
Infatti molti hanno i tribunali come loro miniere, fonti di reddito. Ma non bisogna neppure
condannare una malvagità di tutti quanti. Tu avrai una prova senza perdere niente, se fai attenzione
ad alcune persone, ti proteggerai da altre persone. I comportamenti sono evidenti in base alle
reputazioni. 26,30. E riguardo a quelle percosse che sono avvenute ieri, io dico questa cosa. Era un
momento opportuno per le percosse, tuttavia così tante percosse non erano opportune, perché tu hai
dato ad alcuni l'impressione di avere fatto l'azione di uno stupido, e ad altri hai dato l'impressione
anche di avere esagerato. Ma se noi siamo migliori di Proklos per questo merito, e tralasceremo
questo merito, che cosa contrapporremo a quelli che celebrano quell'uomo? Poi Proklos è stato
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colpito in modo non giusto dopo che ha amministrato quelle cariche alle quali era preposto, forse è
stato un cattivo soldato, ma colui che ha dato l'impressione di frustare non con tutta la sua forza
nelle sue percosse in questo modo è stato costretto a fare queste cose, e a patire queste cose, allo
stesso tempo colpiva e veniva colpito. Dunque in quale modo non è stato il quarto a fare questa cosa
dopo il terzo, colui che viene dopo il secondo? Infatti era possibile anche per il terzo presentare la
stessa accusa, ed era possibile anche per il quarto, e questa cosa non sarebbe stata nel luogo in cui
doveva essere. 26,31. O Ikarios, tu devi difenderti da tutte queste accuse ed esse sono lontane dal
modo di essere della tua famiglia. Io credo che sia molto meglio che colui che ha sbagliato sconti la
sua punizione in una piccola quantità invece che tu dia l'impressione di andare al di là di quei limiti
che sono opportuni per te. Vedi che questa cosa è onorevole ed è adatta a te, cioè che dopo le
percosse avvenga la liberazione,non la carcerazione, cosa che è fatta da altri, come se fosse ordinata
dalla legge? 26,32. In questa circostanza innanzitutto il luogo è stato un male. Infatti come è
possibile che siano la stessa cosa una casa e un carcere che custodisce molti uomini in un piccolo
spazio? La seconda cosa è che i detenuti non hanno dei familiari che si prendano cura di loro; la
terza cosa è il comprare la liberazione mediante il denaro grazie a coloro che vanno dal magistrato
senza contare il denaro che viene dato ogni giorno al guardiano della porta; la quarta cosa sono le
morti che avvengono in seguito alla detenzione. Infatti questa cosa era evidente ai privati cittadini
ed era possibile sentire dire dai medici che,se nessuno avesse messo in carcere questi individui dopo
le percosse, essi non sarebbero morti. Tu devi eliminare una di queste due cose, quella che è più
dolorosa, la seconda deve essere mantenuta, perché essa è onorevole. 26,33. <Ma> tutto quello che
viene chiesto dai collaboratori a te tramite me è che tu mantenga la situazione di tranquillità fino a
mezzanotte. E tutto ciò consiste nel fatto che tu aggiunga la tua presenza durante il giorno. Dicono
che per questa attività un altro uomo stia male in qualche parte del corpo, si regga in piedi a stento,
fatichi a stare in piedi, e sia completamente sfinito, ma questi problemi non possono succedere a te.
Dunque alcuni ti chiedono questi favori, ma io dico che tu devi fornire questi favori e non ti devi
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meravigliare se qualcuno ti chiede di fare delle cose che lui non è in grado di imitare. Nemmeno le
azioni di Herakles sono imitabili, e tuttavia chi non le imiterebbe volentieri? Neppure lo stesso
Theseus è imitabile. 26,34. Dunque il tuo sguardo rimane sveglio, e per te il vincere il sonno è una
consuetudine, ma ad altri non è possibile fare questa cosa neppure se essi la vogliono molto. Infatti
loro cedono al sonno dopo una grande battaglia, e dopo una grande fatica, e supplicano la Notte di
muovere i galli a fare il loro canto. Già in passato qualcuno ha detto la sua intenzione ad alcuni
individui che hanno rinchiuso un gallo in una delle abitazioni vicine per costringerlo a fare il suo
possibilità di allontanarsi. Dunque adesso tali individui soffrono per la privazione dei bagni,per loro
non c'è niente che stia in mezzo tra il loro pasto serale e la loro corsa presso di te. E sarebbe una
cosa strana se qualcuno andrà in rovina a causa della tua eccellenza in queste cose. È meglio se tu
sei costretto al sonno invece che se loro sono costretti all'insonnia. 26,35. Dunque quegli uomini
potrebbero salvarsi soltanto in questo modo, ma altri hanno onori e grandi vantaggi grazie a colui
che ha avuto quell'incarico di magistrato prima di te, ed essi sembrano essere malvagi se sono stati
amici di un uomo malvagio, e non sono stati insieme a coloro che sono stati offesi da quei reati
compiuti allora, e per il fatto che non era possibile elogiare quelle cose che sono state fatte allora,
essi sono stati nuovamente oggetto di onore. Infatti questa azione è degna di un'impiccagione, se nel
momento in cui quegli individui avrebbero dovuto essere umili restano nell'orgoglio che loro hanno
ottenuto in modo malvagio.26,36.O Ikarios,ora con queste parole io mostro a te di essere tuo amico,
forse ci sarà un discorso e dopo questo discorso anche tu vorrai mostrare di essere mio amico.
credo che sia opportuno non tacere neanche le cose peggiori. Infatti in questo modo potrebbe essere
conservato ciò che è giusto in entrambe queste cose, alcune che hanno prodotto delle lodi,e altre che
hanno prodotto delle accuse, e al contempo io potrei dimostrare con queste mie azioni che non
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faccio nessuna adulazione.Infatti io non so quanti tra quelli che hanno scritto alcune delle azioni che
Ikarios ha fatto, e hanno lodato lui come buono, continuerebbero a lodarlo, anche se le sue azioni
esortassero a fare la cosa contraria,come se essi in futuro dessero qualche importanza a quelle azioni
che lui ha fatto in passato oltre a quelle che lui ha fatto al di fuori di ciò che era opportuno. 27,2.
Dunque neppure quelli che hanno odiato molto Ikarios potrebbero dire che lui ha ricevuto o ha
voluto ricevere qualcosa illegalmente, né potrebbero dire che lui sia stato schiavo della bellezza
delle donne, né che lui abbia trascorso le notti in un lungo sonno, ma un'altra malattia ha occupato
la sua anima, un sospetto riguardo a molte delle parole che sono state dette giustamente e un
sospetto verso chi trova ciò che è necessario dopo di lui, Ikarios rifiuta i consigli migliori perché
ritiene che chi dà questi consigli dica ciò che dice perché ha qualche vantaggio personale. 27,3. E io
stesso molte volte ho detto queste cose a Ikarios rimproverandolo,ma lui ha sorriso, e non ha negato
che avrebbe potuto fare qualcosa di meglio. Per questo motivo quando una grande quantità di acqua
ha interrotto un ponte che portava moltissimi beni alla nostra città, e noi Antiocheni siamo stati
peggio per quanto riguarda il cibo, io ho detto che questa situazione avrebbe avuto bisogno della
mente di Letoios, che aveva risolto velocemente questa sofferenza in molte circostanze simili, e
Ikarios ha offeso il mio consiglio con il suo silenzio, e ha creduto che il mio intento fosse non il fare
stare bene la città, ma il volere fare del bene a Letoios. Il medico Thallos è andato da Ikarios e ha
aggiunto ai consigli che derivavano dalla sua arte quelli che derivavano dalla sua intelligenza.
Ikarios gli ha chiuso le porte, senza dare spiegazioni a nessuno, lo ha convinto a tradire se stesso.
27,4. Riguardo a quegli allevatori di cavalli che dedicano la loro fatica ai cavalli da competizione,io
ho parlato dicendo cose vere, cioè che gli allevatori in passato hanno impedito i furti crudeli che
avvengono ora e che sono fatti da altri grazie alle azioni benevole fatte da loro stessi. Gli allevatori
hanno restituito una piccola parte di ciò che loro avevano rubato dopo avere preso, da persone
consenzienti, quanto era sufficiente a loro per un pranzo, e non c'è stato un altro ladro a causa della
paura che è derivata da questi eventi. Io ho detto: “Ma adesso alcuni hanno smesso di fare questa
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cosa”, e ho detto chi ha fatto in modo che loro smettessero e in quale modo e per quale motivo, ho
detto: “tutti i luoghi sono pieni di malfattori che, senza conoscere nessuna misura, fanno degli
attacchi a quelle persone dell'età che è molto facile a essere ingannata. La paura per le loro case
conduce i bambini verso il fiume, e il fiume facendoli annegare li porta verso il mare”.27,5. Allora
io quando ho rinnovato un bene così importante per la città ho ascoltato delle parole fredde, che
dicevano: “ma è una cosa vergognosa fare i ladri”. E Ikarios ha avuto paura di questa parola, non ha
pensato al proprio vantaggio, ma ha evitato un danno tanto grande temendone anche le sillabe. E
quanto meglio sarebbe stato il provare più dolore per le condanne a morte dovute ai furti invece che
avere paura di alcuni furti che sono simili a degli scherzi e per questi furti qualcuno ha anche riso?
Se tu fossi colpito da una gravissima malattia, e uno degli dei ti dicesse che lui espellerebbe questa
malattia per mezzo di un'altra malattia molto più leggera e che non abbia niente di terribile, anche
allora tu dovresti ritenere opportuno ricevere questa seconda malatttia che è meno grave di quelle
malattie che sono terribili? Ikarios è così saggio, ed è capace di pensare alcune cose, ma è stato
convinto da un altro a rendere felice il suo suddito. 27,6. E ascoltate un'altra cosa. La fame ha
riempito la nostra città di mendicanti, alcuni di essi sono venuti dalle campagne, perché essi in
inverno non avevano neppure l'erba, altri hanno lasciato le loro città, e hanno trovato un aiuto che è
stato dato dal tribunale e dalla benevolenza di Eumolpios, e io ho esortato Ikarios, e, oltre a queste
cose, gli ho detto che sarebbe stato strano se l'incarico più importante in una tale circostanza lo
avesse fatto apparire peggiore di come era in un incarico meno importante, Ikarios dopo avere
sentito tali parole ha dato questa risposta; ha detto che tutti gli uomini come lui erano odiati dagli
dei. 27,7. Forse tu Ikarios dirai che sono amati dagli dei tutti quelli che sono ricchi? Tra costoro ci
sono alcuni che sono dei pirati e sono simili a quelli che stanno sotto terra e hanno le ricchezze di
quelle persone che loro sarebbero disposti a uccidere. E certamente noi troveremo che coloro che
sono più ingiusti saranno certamente più facoltosi. Dunque tu non dici nient'altro se non che gli dei
vogliono bene a quelli che sono più malvagi e ogni individuo che sia povero o sventurato in qualche
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altro modo è odiato dagli dei. Allora, Ikarios, tu devi valutare dove collocheresti tuo padre, se tu ti
comportassi saggiamente in tali scelte, e prima di tuo padre molti uomini che sono stati famosi per
quelle loro virtù e per la loro filosofia, se tu non dici che anche Sokrates, che morì a causa della
cicuta, fu odiato dagli dei. 27,8. Eppure è chiaro a tutti che in qualche modo le città sono
danneggiate nel numero delle persone che le abitano sia dalla fame, sia dalla pestilenza, se le città
muoiono per l'odio degli dei,tu potresti a buon diritto rallegrarti per queste cose. Dunque tu ammetti
che ti rallegri per il danno delle città? 27,9. Io non so qual è la cosa facendo la quale un uomo
potrebbe essere considerato buono da te, Ikarios, se tu riterrai che le calunnie siano degne di fede, e
sarai sospettoso verso le lodi. Qual è la cosa a cui io guardo quando dico ciò? Euploios definisce
costui suo figlio e costui definisce Euploios suo padre. Sono arrivate alcune lettere di Euploios che
volevano certamente che Charidemos ottenesse degli onori, e tra questi è possibile che ci sia
qualcosa di più per costui. Ikarios ha ricevuto queste lettere e ha eliminato quelle cose che erano
avvenute in precedenza, cosicché ha ignorato Charidemos più di prima e ha ritenuto di avere patito
un torto da queste lettere. Infatti Ikarios credeva che quelle lettere fossero arrivate da parte da
Charidemos e non da parte di Euploios che le aveva mandate e Ikarios credeva che esse fossero più
di chi aveva convinto il mittente a mandarle. 27,10. Allora io non ho mandato nessuna lettera, ma io
essendo presente personalmente ho detto di introdurre nel palazzo Antiochos, è un uomo che dice
ciò che pensa senza adulare nessuno, è capace di parlare bene, ma poiché io ho detto queste cose e
molte altre cose, e non ho detto nessuna menzogna, Ikarios avrebbe preferito morire subito pur di
non guardare Antiochos, Ikarios ha detto che avrebbe sopportato qualsiasi cosa tranne questa.
Eppure se tu avessi fatto questo favore ad Antiochos sarebbe stata una cosa bella, questo favore
avrebbe dovuto essere comune; ma se avviene il contrario,in che modo tu potresti stare seduto e non
andare, se tu sei molto migliore nel tuo comportamento di coloro che hanno avuto degli incarichi
militari, e se tu non sei per niente peggiore di noi nell'insegnare ai giovani? 27,11. Ma io penso che
le mie parole e quelle del medico sono terribilmente sospette, e invece le parole dei tuoi
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collaboratori non sono sospette, e se un soldato ti dice qualcosa, tu esegui subito le sue parole. Per
questo motivo i fornai ogni giorno sono sottoposti a delle percosse. Infatti un fornaio che non onora
Pherenikos con molte ricchezze fa delle ingiustizie riguardo al peso, e ciò che avviene per un solo
pezzo di pane,e il fornaio potrebbe fare questa cosa molte volte,è stato esteso a tutti, ed è necessario
che vinca la parola di Pherenikos. Altri mi accusano dicendo che io ho convinto i fornai a non
rispettare i loro limiti. 27,12. Io sono oggetto di critiche da parte di uno di coloro che fanno servizi
pubblici durante una luna nuova molto luminosa, e una legge molto amata concede a tutti questa
cosa. Tu ti indigni perché sei odiato, e fai questa cosa per i motivi a causa dei quali questo odio può
nascere. Infatti un uomo non ha ringraziato dopo avere ricevuto il beneficio consueto, ma altri si
sono indignati perché sono stati privati <di quelle cose> che erano dovute a loro. 27,13. E che
bisogno c'è di soffermarsi su parole poco importanti che possono parlare delle percosse che sono
state date a un decurione e che causano una fatica ai medici, cosicché gli stessi medici in un primo
momento non possono dire se lui sopravviverà? Infatti in precedenza qualcuno <mentre era> in
condizione di povertà ha fatto un servizio pubblico per mezzo di quei carri, e facendo questo
servizio pubblico è stato picchiato mentre le leggi antiche vietano che la schiena sia picchiata, e
anche la legge che è stata stabilita adesso impedisce questa cosa, lui non ha scontato nessuna
punizione per quelle ingiustizie che ha compiuto, ma alcuni di questi individui quando erano al
bagno hanno avuto il nome di Kokkos nelle loro lodi. Dunque come potrebbe non essere ingiusto
che quegli uomini siano responsabili della collera, ma Hermeias ottenga cose diverse da questa
collera? Eppure noi sappiamo che questa azione non sarebbe mai stata osata da Kokkos,anche se lui
ha osato fare moltissimi misfatti, ma se anche lui è stato folle in altre cose, in questa cosa si è
comportato bene,e non ha offeso il consiglio cittadino con delle percosse. 27,14. Ikarios, tu vuoi per
te una bella guardia, vuoi i soldati all'interno delle porte cittadine, e il pretesto per la loro presenza è
impedire che un agricoltore porti fuori dalla città più di due pezzi di pane, ma l'azione reale delle
guardie è vendere agli agricoltori il trasporto del cibo. Infatti se i soldati non hanno ricevuto denaro
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dagli agricoltori non hanno permesso agli agricoltori neppure di portare fuori tutto ciò che potevano
portare fuori,ma per quelli che hanno dato questo denaro è stato possibile prendere tutto ciò che essi
volevano. Infatti essi hanno trascurato quelle cose che avrebbero dovuto fare e hanno fatto quelle
azioni con le quali hanno potuto rendere più grandi i loro interessi. Se tu non ti sei indignato,sia che
tu sapessi queste cose, sia che tu non le sapessi, hai sbagliato; infatti se non le sapevi questo è un
segno di negligenza, e se le sapevi, questo è un segno di tradimento. 27,15. Quale potrebbe essere il
discorso di costui anche riguardo a quelle sventure che sono comuni alla città e alle campagne? Io
intendo dire quelle vicende che riguardano la terra scavata, Ikarios ha concesso di portare via questa
terra, ed è stato necessario costringere a ricorrere ad asini che appartenevano ad altri. Le lacrime di
quelli che sono costretti a fare questa attività dimostrano che questa attività è dolorosa, e Ikarios
stesso dimostra che questa attività non è giusta mediante il suo impedirla. Infatti recentemente lui è
venuto da noi Antiocheni, e dopo avere trovato che questa attività era abbondante ha posto fine a
essa e immediatamente tali merci che sono in grandissima quantità in questo periodo hanno dato un
vantaggio al mercato. 27,16. E Ikarios ha ritenuto che questa cosa fosse terribile e fosse un danno
per la città, ha detto che provava vergogna per quelli che avevano dato tali favori, e ha detto che non
bisognava definire costoro neppure “magistrati” ed è stato lui stesso a concedere questi stessi favori.
E se era estate Ikarios era uguale a loro, ma se era inverno lui era più ingiusto perché compariva
subito il fango sulla terra scavata, e questo fango appare quando altra terra viene portata, perché le
piogge producono questo effetto. Dunque se lo stesso uomo impedisce di fare una cosa e concede di
fare questa stessa cosa, non ha forse condannato se stesso a ricevere dei benefici ingiusti? 27,17. Tu
puoi pure guardare, se vuoi, a un altro cambiamento per il quale quest'uomo, Ikarios, che evitava i
pranzi e il bere, e con questo comportamento avrebbe dato un dolore agli uomini più potenti, era
invitato dappertutto e andava dappertutto senza esaminare chi fosse colui che lo invitava, ma
chiunque potesse menzionare un incarico per lui era degno della sua presenza. Dunque quelli che
fanno questa accusa a Ikarios non hanno potuto accusare altri in modo simile. 27,18. Dunque non è
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bello neppure questo beneficio, ma io dirò un favore molto peggiore di questo. Infatti dove si è
schierato quest'uomo calvo? Tra quelli che sono sotto di te. Dove lo ha collocato la legge? Tra quelli
che erano sottoposti a Eumolpios, la legge fa dei provvedimenti giusti quando riporta indietro colui
che è fuggito. Dunque perché è avvenuta questa cosa? Se tu obbedissi alla legge <dovresti>
restituire quest'uomo, mentre alcuni chiedono di lasciarlo nel luogo in cui si trovava prima, e tu hai
mostrato la tua gratitudine per loro, tu che sei venuto a difendere le leggi e non accetteresti simili
cose. Quell'uomo è stato sfrontato nelle sue promesse e si è opposto gridando contro di te, ha
accusato le decisioni prese da te,ha dato l'impressione di dire delle parole giuste, e ha scelto te come
giudice riguardo a te stesso e dopo essersi allontanato dalle paure che aveva avuto in passato, lui è
andato nella città a spaventare altri, ma quelli che avevano fatto queste cose a lui erano radiosi e
vedevano lui che era radioso. 27,19. Dunque io credo che riguardo a simili discorsi gli esseri umani
e ciò che riguarda il denaro abbiano avuto poco potere, e questo potere è stato cercato dall'ottimo
figlio di Kleinias che stava vicino al porto aspettando la navigazione verso Cartagine, e quando lui
fu restituito alla sua città, il suo ritorno rese più debole la sua città. Dunque noi ritenevamo ogni
volta che la città nel giorno successivo sarebbe arrivata a ottenere questa cosa, ma la città non ha
recuperato il denaro neppure adesso. 27,20. Se uno dice i vantaggi che deriverebbero dall'aiutare
Seleucia, e facendo queste cose sa che esse sarebbero utili ai Cartaginesi, perché tu pensi che gli
Antiocheni non sappiano queste cose, o pensi che essi non siano capaci di adirarsi, oppure che essi
abbiano bisogno degli indovini per sapere chi siano quelli che hanno ricevuto questo beneficio?
Oppure nient'altro ha portato a te un biasimo, e bisogna dire ciò che è vero, quegli uomini hanno
anche un guadagno, e loro che hanno aspirato a questo guadagno per tutto il loro tempo non temono
questa cosa? 27,21. Ma tu hai preso una decisione migliore in quei primi giorni quando hai respinto
il padre del tuo assessor, e avevi deciso di espellere anche il tuo assessor perché entravano e
uscivano delle lettere in un numero superiore a quelle che erano opportune,e alcune lettere venivano
da parte del padre dell'assessor, altre venivano da parte di questo assessor, e la tua gloria proveniva
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sia dalle azioni che facevi, sia dalle cose che pensavi. In seguito, a quanto si dice, quando la
situazione è cambiata, entrambi questi uomini sono diventati carissimi a te. Ed è stata aperta la porta
a tutte le lettere,è stata aperta la porta al padre dell'assessor. Tu hai dato alle persone l'impressione di
avere trovato ciò che bisognava fare, e di non osare niente a causa di qualche paura. 27,22. Dunque
lui ha riempito di persone quella strada stretta che era stata lasciata deserta da suo padre, e il piccolo
giardino alimentava il padre soltanto con le sue verdure, mentre suo figlio viveva in modo lussuoso
in tutte le sue cose. Alcuni dei suoi doni ricevevano un contraccambio, altri ricevevano
un'esortazione. I suoi vicini lo guardano con ammirazione. Lui ha venduto le tue lettere in Fenicia, e
se qualcuno aveva bisogno del tuo potere,lui onorava quest'ultimo e lo incoraggiava riguardo al suo
scopo. 27,23. Questo assessor ha mostrato anche questa cosa che è strana. Kallippos dava al
situazione della città, e molti vedevano lui che beveva vicino alla collina a partire dall'alba, poi lui
danzava, poi lui beveva, danzava ancora una volta, se lui riconciliava delle prostitute che litigavano
riteneva di avere fatto una grande cosa, è questo assessor colui che ti ha convinto, ed è questo
assessor che ti ha ingannato. 27,24. E tu hai sentito dire che quell'uomo era buono, hai creduto
immediatamente questa cosa, evitando una prova che fosse capace di mostrare l'indole naturale di
quell'uomo. Qual è questa prova? Quella che riguarda la sua cura per i suoi beni. E tu non hai fatto
domande riguardo a quelle cose dalle quali avresti saputo la verità: “quest'uomo, se anche non ha
aumentato i beni della sua famiglia, ha forse conservato questi stessi beni?”. Tu ti saresti sentito
rispondere che tutti i suoi averi sono stati venduti, tutti i suoi averi sono stati spesi, tutti i suoi averi
se ne sono andati per i genitali e il ventre.Tu non devi sopportare coloro che dicono che lui ha speso
il proprio denaro in alcuni servizi pubblici. Infatti quest'uomo è colui che ha fatto un cattivo uso
della benevolenza dell'imperatore e nello stesso giorno ha ottenuto e ha venduto le sue proprietà
agricole, e si è divorato quasi tutto il prezzo di questo bene. Oppure lui anche in quel momento ha
fatto un servizio pubblico alla città? Ma voi penserete a Lais invece che a Zeus? 27,25.Dunque lui
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ha privato se stesso dei beni che aveva ricevuto e ha preso in prestito molto denaro, ma ne ha
restituito poco, è diventato responsabile della rovina di molti commercianti perché lui aveva
promesso che avrebbe restituito loro quelle somme di denaro che aveva consumato, ma non le ha
mai ridate, e ciò ha costretto quegli uomini a desiderare la propria morte, dunque tu fai in modo che
quest'uomo diventi padrone di province così importanti, e non hai paura del fatto che l'imperatore
venga a sapere questa cosa, che i guadagni delle merci sono andati a Kallippos perché tu hai deciso
così? 27,26. Dunque tu, Ikarios, sei convinto che quest'uomo sia buono, mentre è cattivo, ed è
necessario che tu sappia ciò che hanno detto alcuni stranieri che sono venuti l'altroieri. Dopo che io
avevo detto delle parole molto buone riguardo a te,e io ho l'abitudine di fare questa cosa, loro hanno
detto: “ma noi abitiamo nella città vicina, proviamo vergogna per te,Kallippos cancellerà le tue lodi.
E a lui non piacerebbe essere cattivo, se Ikarios fosse buono. Le percosse che avvengono ogni
giorno, il loro grande numero, la loro gravità, e il fatto che esse siano per tutte le persone hanno
dimostrato che Kallippos è cattivo”. 27,27. E Kallippos ha ricevuto da te quella funzione che
riguarda i fornai. E lui ha dato a se stesso alcuni beni, ha attaccato tutte le persone e ha rovinato tutti
quegli uomini colpendo in modo irragionevole anche coloro contro i quali non c'erano mai state
delle inchieste, ha fatto diventare importanti queste cose, e nelle sue lettere ha ordinato ai
commercianti delle cose impossibili, cioè che essi vendessero ogni loro merce a un prezzo inferiore
a quello al quale la avevano comprata, ed è meglio definire questa sua azione una follia o una
stoltezza. Tuttavia se qualcuno gli chiedesse: “Per quale motivo tu stai nascosto in casa per tutto il
tempo e adesso ritieni giusto essere brillante, quando, se tu avessi fatto questa cosa anche prima,
sarebbe stata per te l'occasione di mettere fine a questa cosa?”. Che cosa potrebbe rispondere se non
che Kallippos in passato non ha avuto nessuno che credesse in lui, mentre adesso ha trovato te che
credi in lui? 27,28. Dunque per quale motivo tu credi che coloro che sono stati vittime di ingiustizie
lo maledicano? Io non direi questa cosa,ma essa è chiara a tutti. E infatti questo Kallippos non è uno
solo, ma è anche ciascuno dei suoi schiavi, e loro sono molti. E pertanto essi sono quelli che
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chiamano i passanti verso le merci che sono in vendita e li esortano a prenderle, perché è possibile
prenderle, ma colui che le vende rimane in piedi, è sconvolto e intreccia le mani, si lamenta in
silenzio, perché non ha patito niente di più terribile di questo. 27,29. E sono anche più numerose le
cose di questa tragedia, perché Kallippos ha una figlia, vive con lei, è attaccato a lei e facendo tutti i
suoi misfatti lui mostra a coloro che patiscono delle ingiustizie che devono dare qualcosa anche a
lui.E gli altri danno qualcosa per entrambi i motivi. Oppure per quale motivo tu credi che Kallippos,
pur essendo privo di risorse economiche, è un famoso organizzatore di banchetti e dimostra che non
vale niente quel Romano che ha cominciato un banchetto con i fagiani. 27,30.O Ikarios, tutte queste
cose sono dei furti, oppure se vuoi, sono un compenso dato da quelli che non sono ancora stati
picchiati, e da quelli che hanno già patito queste percosse, affinché esse non siano ancora più
violente. Nessuna di queste cose ti porta ad arrabbiarti con coloro che fanno degli incantesimi, loro
sono stati importanti durante il potere di Kokkos, e sono importanti adesso anche se noi non ci
aspettavamo queste cose, ma ci aspettavamo che quelli che in passato erano molto importanti
sarebbero diventati poco importanti, e ci aspettavamo che coloro che in passato erano offesi in
futuro avrebbero ricevuto degli onori. Tu hai mantenuto le condizioni precedenti sia per gli uni sia
per gli altri, il potere per i primi, e i beni che possedevano per i secondi e hai favorito alcuni dei loro
pensieri, offrendo loro dei motivi di guadagni illeciti, altri che non hanno potuto onorare Kokkos,
anche se dicono le cose migliori,vedono che il loro discorso è respinto dal tuo volto. 27,31. E queste
cose sono un premio per quell'Euribatos, ingannatore, che ha fatto dei servizi pubblici in quelle
fatiche che ha sopportato, nelle attività delle lettere, e in quelle riguardanti le mura ha eliminato
alcune lettere, e ha scritto delle altre lettere al posto delle precedenti, e coloro che ricevevano questi
ordini non volevano affatto queste cose, in questi uomini non c'erano delle paure per colui che li
costringeva. E l'altra cosa è ancora più importante è che tu hai creduto che loro dovessero essere
puniti da te perché loro, favorendo un altro, hanno tramato insidie contro di te, tu hai fatto in modo
che questi individui diventassero padroni di alcuni controlli che potevano farli diventare ricchi.
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Come è possibile che queste cose non siano opera di una paralisi, se colui che giustamente
meriterebbe di essere punito riceve un buon trattamento, mentre viene trattato male colui al quale
spetterebbe ricevere un beneficio? 27,32.Come è possibile che tu stesso non ascolti quella nobile
azione fatta da Armodios, quando l'avvocato difensore della città fa dei discorsi a favore della città,
ma a te sembra che lui dica delle sciocchezze? E non è bello che tu non ascolti il popolo che ti
chiama verso quelle osservazioni quando tu verrai, e queste cose avverranno in futuro.Da quale
persona tu hai imparato che un silenzio è utile per un incarico di magistrato, anche se le circostanze
richiederebbero un'uccisione? Io credo che sia opportuno evitare ciò che è eccessivo rispetto alla
misura in ognuno dei due sensi. Tu alzi gli occhi, dai l'impressione di dire qualcosa, ma non dici
niente. E colui che ha detto qualcosa a te è andato via, dopo che ha detto invano ciò che ha detto.
27,33. E si dice: “Ma tu hai aiutato gli studi oratori con i tuoi onori”. Ma gli onori consistono nel
fatto che tutti vogliano prestare le proprie orecchie a questi discorsi. E qual è questo onore se degli
individui che non sono uguali tra loro ottengono uguali trattamenti? E chi ha ritenuto giusto che i
peggiori e i migliori ricevessero le stesse cose ha danneggiato gli onori giusti con degli onori
ingiusti. Infatti non è altrettanto grande ciò che è stato dato in un modo opportuno quanto esso
sarebbe stato se fosse stato dato a coloro che ne erano degni. 27,34. Infatti noi con questo discorso
renderemo comune la corona che viene data a Pisa a quelli che hanno vinto e anche a quelli che
sono stati sconfitti, e sarebbero comuni i premi per le vittorie sia per coloro che si sono comportati
in modo eccellente sia per coloro che non hanno dato nessun dolore ai nemici. Pertanto qual è il
piacere per coloro che giustamente hanno ricevuto delle ricompense insieme a quelli che a buon
diritto non sono stati onorati dalle stesse ricompense? Certamente questi ultimi desidereranno fare
delle fatiche per avere un simile frutto. Certamente per questa scelta l'atleta diventa peggiore, il
soldato diventa peggiore, ed essi evitano la fatica che non porta a loro niente di più. 27,35. Dunque
come è possibile che lo stesso uomo abbia aumentato la ricchezza degli studi di retorica tra noi
Antiocheni con la sua impudenza riguardo a questi ascolti? Io ritengo che questi studi di retorica
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siano stati ridotti in una condizione miserabile, perché ogni individuo che vuole parlare trova un
giorno adatto per le sue parole sciocche, e tu definisci questa cosa un piacere dell'ascoltare e una
cura per gli studi di retorica, a me sembra che tu dopo avere ascoltato la cetra di Apollon vada verso
le cetre di quelli che chiedono l'elemosina nei negozi e tu ritieni giusto che tu sia definito amante
delle muse. 27,36. E tu non vedi che se questa cosa è onorevole per te, è onorevole per te che tu dia
ascolto anche a un calzolaio e a un fabbro che ti invitano a cena ed è onorevole che tu vada da loro e
stia da loro a cena e che tu mantenga questo stesso atteggiamento durante tutto il pasto? Oppure noi
eviteremo la prima cosa a causa della condizione di coloro che fanno questi inviti, o noi
apprezzeremo la loro sgradevolezza? Tu non sai che ci sarebbe una risata a ognuna delle parole che
vengono dette se degli individui come quelli andassero ad assistere alle declamazioni, ma tu metti te
stesso al di sotto di quelli che portano tali parole, e quando ti allontani da costoro, come io sento
dire, anche tu ridi per queste parole. Tuttavia è molto meglio che tu respinga quelli che ti danno
fastidio invece che tu, in un secondo momento, dopo che sei stato offeso dalle parole che sono state
dette, rivolga delle accuse a queste parole. 27,37. Dunque tu hai sentito dire alcune parole, ma non
hai ritenuto opportuno ascoltare altre parole anche se esse non erano affatto peggiori delle
precedenti, cosicché a te si aggiungerebbe anche il biasimo della tua stranezza. Dunque perché è
accaduta questa cosa? Tu di nuovo hai indugiato, ma l'altra cosa è stata che quelli che parlavano non
hanno potuto parlare e hanno comunicato qualcosa con i cenni che tu segui. Grazie a ciò qualcuno
potrebbe anche nascondersi, se lui fosse benevolo nei tuoi confronti, ogni discorso che viene reso
pubblico adesso è sottoposto a una domanda, e ogni discorso viene deriso, e molti piedi non
come se tu non sopportassi neppure di pranzare prima di ricevere questo discorso.Così tu hai trovato
che questi oratori avevano una buona reputazione e con le azioni che hai fatto li hai privati della
reputazione che essi avevano. Tu sei arrivato da noi come un aiutante meraviglioso degli studi
retorici, tu che hai fatto diventare appassionati di retorica coloro che erano stati capaci di tacere per
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tutto il loro tempo precedente,e hai fatto in modo che essi potessero cercare quelle cose che fino al
momento prima non avevano ritenuto giuste. 27,38. Poi tu dici che tutte le tue opere sono piccole in
confronto alle mie e dici che ritieni di vedere in me tuo padre. Ma questo individuo, che sei tu, non
è andato a trovare per mezzo di nessuno dei suoi amici questo suo padre, che a causa della gravità
della sua malattia aveva una vena tagliata,non poteva prendere sonno e aveva bisogno di una grande
consolazione, e questo individuo, che sei tu, non è andato a trovare tuo padre, neppure per mezzo di
nessuno dei suoi servi. Lui non ha mandato nessuno da questo suo padre e non ha detto qualcosa di
simile a qualcuno dei miei amici, e questo comportamento è stato di lui che diceva spesso quelle
parole. E tu andando in Fenicia hai mandato una lettera che è un biasimo della mia lettera, e questa
tua lettera ha cercato di trattenere quelli che hanno fatto degli errori con i loro tentativi, ma non è
riuscita a frenarli. 27,39. Eppure in questo comportamento tu sei in contraddizione con te stesso;
infatti tu odi la nostra città, perché essa non odia Kokkos, ma tu stesso non hai onorato quell'uomo.
Così tu nella tua cura hai superato quelle cose che erano ritenute giuste e hai mostrato a Berito di
non ricordarti di nessuna delle cose che essa ha sofferto. E ad alcuni questa è sembrata una cosa
strana, ma è stata confermata la mia attesa, perché tu da molto tempo onoravi i comportamenti di
quell'uomo, li difendevi e volevi che essi fossero consolidati, al punto che io non so che cosa sia
stato dato a lui in modo maggiore dal padre che lo ha generato, se lui è stato quello che è subentrato
nell'incarico. 27,40. Dunque sono privi di voce tutti coloro che hanno delle accuse nelle loro mani
ed essi sono così numerosi che potrebbero fare diventare piccola la dimensione del tribunale. Ma ha
chiuso le bocche di costoro la paura che essi hanno di subire un danno se non tacciono. E quelle
numerose ferite sono rimaste come immortali a causa dell'ottimo Ikarios. 27,41. Ikarios dirà che
queste parole sono state ascoltate da coloro che sono potenti a corte. Lui dicendo ciò parla per
mezzo di coloro ai quali ha fatto un'ingiustizia, ma sarebbe stato meglio se lui avesse potuto dire di
persona che non aveva fatto niente di male. Dunque io potrei dire che a quell'uomo sta a cuore
questa cosa, ma era necessario che lui dopo avere ascoltato facesse questo semplice discorso e
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dicesse: “Io sono stato mandato per mettere fine a delle cose non giuste, e non per rendere potenti
queste ingiustizie. Io sento dire che quest'uomo è andato avanti a causa della sua estrema ingiustizia
e per me è più onorevole fare il privato cittadino invece che esercitare il potere in questo modo”. In
quale situazione terribile ti sei trovato quando sei arrivato al potere, per eliminare tutti i
provvedimenti di Kokkos che era possibile eliminare? Tu dici:“questa azione avrebbe reso breve il
tempo del mio incarico”. Va bene. Ma questo tempo sarebbe stato elogiato. È meglio l'incarico di
un solo giorno, ma che conserva ciò che è giusto,invece che occupare la sedia di magistrato per tutta
la vita senza la giustizia. 27,42. Ma chi si scusa con noi Antiocheni per il nostro dolore riguardante
gli eventi avvenuti a Ghermanos, ha mostrato che quel decurione fenicio che ha continuato
volontariamente a fare il suo servizio pubblico era poco diverso da un cadavere a causa delle sue
ferite. Qual era il rimprovero che lui faceva a Ghermanos? Il fatto che lui non fosse andato insieme
ad altre persone. Ma se lui ha potuto fare questa azione da solo, è forse più grande il problema della
povertà delle altre persone? Ma se essi fossero fuggiti a Emesa, la quale non è più una città? Se essi
fossero rimasti nascosti?Tu non piangi perché una città che era tale e così grande è andata in rovina,
e tu non hai restituito tutti i beni, ma soltanto una parte di quei beni, hai percosso solo quest'uomo in
modo contrario alle leggi, e tu dici a tutti: “Voi non dovete fare dei servizi pubblici, non dovete
occuparvi della vostra città, non dovete fare i consiglieri cittadini, dovete andare verso degli
incarichi di magistrati,siano essi molto importanti, siano essi meno importanti”.27,43. Tu pensi di
avere onorato la città di Antiochia con le tue parole. Uranios è stato l'informatore che ha portato
questa definizione benevola, lui ha ascoltato te che hai parlato con veemenza, ma ci sono state delle
parole che dicevano che tu odiavi tutti gli Antiocheni in modo completo. O che stoltezza! Tu dici a
voce alta quelle cose che dovevi nascondere e dichiari di ignorare quelle cose che potevi sapere, e
dimostri di odiare una città così grande. Infatti dipende da colui che ha il potere il fatto che i suoi
sudditi stiano bene. Certamente anche una città farà la stessa cosa, ma se un detentore del potere
odia i suoi sudditi, è inevitabile che essi non stiano bene, ma stiano male. Dunque tu tratti male
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alcuni dei tuoi sudditi, ma l'altra cosa deve esentare da questo trattamento coloro che sono nelle
condizioni di adesso. 27,44. Pertanto tu devi dire questa cosa anche a quelli che ti incontrano, cioè
che tu odi ognuno di loro e che tu saresti lieto se venissi a sapere che tutti sono morti. Se tu volessi
potresti anche aggiungere agli esseri umani sia la terra, sia gli edifici, sia gli animali da soma, sia le
sorgenti, così il tuo odio diventerà più famoso, e quando tu ritorni a casa, parlando con i tuoi
familiari, insieme alle altre cose che riguardano il tuo incarico, dovresti dire anche questa cosa, e se
seduto ad ascoltarle riguardo ai modi in cui questo Ikarios qui presente danneggia i consigli cittadini
con le azioni che lui fa nei confronti di tutte le persone e con le quali dimostra che bisogna evitare i
consigli cittadini; ma poi, per la speranza che avvenissero in futuro degli eventi migliori, io non ho
detto niente prima e vedo che lui continua ad avere i comportamenti precedenti, oppure,e questa è la
cosa più vera, è diventato più cattivo, io non potrei non accusarlo, neppure se io non volessi affatto
accusarlo. Ikarios dovrebbe giustamente accusare se stesso invece di accusare noi, per il fatto che
non ha voluto comportarsi bene quando ciò era possibile. 28,2. O imperatore, io non chiedo che non
ci sia nessun danno per quelli tra noi che sono giusti, né io chiedo quelle parole solenni che sono
state dette da costui riguardo alle azioni fatte da te, né io chiedo le lacrime che ci sono state per le
parole dette, né io chiedo la condivisione dei nomi fino a due sillabe e una lettera, ma io chiedo che
quelle cose siano separate, e che avvenga separatamente la valutazione riguardo a queste cose, e
forse questa valutazione contiene la risposta a quelle parole solenni. Se Ikarios è stato onorato
giustamente per questi meriti, giustamente lui dovrebbe essere punito per quei suoi comportamenti
che sono stati ingiusti.Infatti se un uomo mostra di essere migliore in alcune cose e peggiore in altre
cose, giustamente lui otterrebbe dagli altri entrambe queste cose, delle lodi per i suoi meriti, e delle
punizioni per i suoi comportamenti peggiori. 28,3. Dunque riguardo all'altra sua forma di malvagità,
anche quando la città era tranquilla, Ikarios appena arrivato ha fatto in modo che essa facesse una
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rivolta a causa della mancanza di cibo, oppure lui ha introdotto la lentezza nei processi o la
sgradevolezza nei teatri o il disprezzo della città verso il suo corpo cittadino oppure anche il fatto
che la città odia gli avvocati,odia quelli che hanno poteri sulle città, ha dei sospetti su ogni discorso,
su ogni esortazione, anche sulle esortanzioni che sono fatte da coloro che sembrano essere amici, tu
sentirai dire queste cose e molte altre cose oltre a queste e dopo queste, o perché io le dico, o perché
anche altre persone fanno queste accuse; ma adesso è necessario che tu sappia quale è stato il
comportamento di Ikarios nella nostra città anche riguardo ai decurioni. 28,4. Tuttavia è giusto
parlare prima delle cose che i decurioni hanno sofferto, e che tu non volevi che soffrissero. Dunque
tu sai molto bene quanto è importante per una città il suo consiglio cittadino, ed esso è importante
non meno di quanto lo sia il timone per una nave, e sai quali decisioni sono state prese da quel
senato che è il più grande, e io intendo dire quello dei Romani, e sai che queste cose sono state
sconvolte dal tempo e sono state rovinate dal tempo, tu,o imperatore, hai istituito una legge secondo
la quale non è lecito che siano picchiati da coloro che hanno degli incarichi pubblici quelli che
hanno questa posizione e questo titolo. 28,5. E non si può dire che tu abbia scritto questa cosa, ma
non l'abbia confermata con le tue azioni, ma tu hai ritenuto che fosse pessimo Flabianos il
governatore della provincia d'Asia, il quale aveva commesso un reato simile a questo e tu hai posto
fine al suo potere, e tu hai preso questa decisione riguardo alla sua punizione, lo hai mandato su una
nave, e lui è andato via fuggendo, e lui è stato calunniato in questo modo per le azioni fatte da lui in
Egitto, ha eliminato tutte le accuse tranne questa, e tu lo hai fatto mettere in prigione per non pochi
giorni, e hai fatto in modo che colui al quale tu avevi attribuito un potere più grande di quello che
avevi dato a tutti gli altri si preoccupasse della propria salvezza. A te sembrava che parlasse a vuoto
chi menzionasse gli altri meriti di Flabianos a causa della sua colpa riguardo a questa cosa. 28,6. E
in questo modo tu scrivi e fai delle cose che sono opportune per un imperatore, ma in che modo
agisce Ikarios? Se lui avesse abbassato l'onore dei decurioni, non li avrebbe oltraggiati così. Noi
vediamo che lui risparmia qualcuno degli schiavi, e lui è onorato soprattutto per la sua clemenza
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verso questi schiavi, ma quell'uomo nobile non è stato tale per noi nei confronti dello sventurato
Hermeias, ma lui lo ha rovinato e ha percosso un uomo illustre e povero che per due volte aveva
fatto quei servizi pubblici che riguardavano i grandi forni, e che non aveva fatto niente di male, ma
a Ikarios sembrava che Hermeias avesse fatto qualcosa di male. Infatti se un altro uomo è stato
rovinato per questi due comportamenti crudeli, per quale motivo Ikarios non è stato rovinato? 28,7.
Hermias è andato in Fenicia per svolgere un incarico pubblico più importante, io ho detto che
l'incarico che riguarda gli animali feroci è più importante di questo, Ikarios lo ha privato della veste
che aveva per questo servizio pubblico e l'ha mandato alle mani dei medici per farlo curare dopo le
percosse. Anche Bostra conosce simili percosse, e le conosce anche Arethusa, dove Ikarios dicendo
tasse dal filosofo il quale era ricco. 28,8. Chi non ha pianto per gli eventi di Berea,per due decurioni
che erano tra i più illustri, e molte persone hanno consumato molte delle loro forze picchiando le
loro schiene? Non c'è nessuno che non abbia saputo che alcuni tra i magistrati si sono spinti a fare
questa azione prima di Ikarios. O imperatore, queste cose hanno suscitato delle sorgenti di lacrime
sia per coloro che sono vicino alle porte, sia per quegli uomini che sono in ogni luogo della città, e
per le donne, per i bambini, per i liberi, per gli schiavi, e anche tra gli stessi individui che fanno
queste percosse; è stato tanto grande questo male,che è andato avanti per una parte molto grande del
giorno, cosicché quelli che trattenevano il giovane spostando le loro mani dal suo petto al suo volto
guardavano se lui non fosse morto. 28,9. Riguardo al motivo per il quale sono avvenute queste cose
dove è l'ingiustizia? Si dice: “l'avvocato difensore non ha detto chi fosse la donna per la quale
Kyriakos si è presentato in tribunale”. Ma qual è questa colpa per Lamachos? Lui ha detto queste
cose a Hesychios, e a Herakleios, loro due dopo avere dato ad Arabios una parte della punizione
sono stati chiamati improvvisamente, hanno varcato la soglia e a causa della velocità si sono
dimenticati la menzione riguardo alla donna, cosicché se era necessario che ci fosse una punizione
sarebbe stato necessario che fossero puniti loro, non Lamachos.Ikarios non ha osato compiere la
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prima azione, ma ha fatto la seconda. Infatti questa cosa non era strana, ma c'era un'altra cosa che lo
esortava, e tu la saprai nel prosieguo del discorso. 28,10.In un certo modo è chiaro a tutti che questa
cosa non è grave. Infatti nessuna legge è stata violata, neppure se il nome della donna fosse stato
taciuto volontariamente da alcune persone,non è stata commessa nessuna azione colpevole, neppure
se le cose di quella donna sono passate da lei a colui che l'ha mandata, ma Kyriakos è una cosa, e
Antipatra è una cosa diversa; dunque se Antipatra aveva un certo rango, Kyriakos è un privato
cittadino, e anche ciò è stata detto, e non soltanto è un privato cittadino, ma è anche uno schiavo e
inoltre è un brigante che ha fatto uso delle spade in modo molto frequente in queste attività. Dunque
per quale motivo tu paragoni costui alle cose di Antipatra? Kyriakos è stato definito un privato
cittadino, infatti lo era. Ma lui era anche uno schiavo. Questa cosa non è stata detta. Dunque lui ha
ricevuto un vantaggio da alcune cose che non sono state dette, ma non ha patito nessun torto per
quelle cose che sono state dette. 28,11. Perché tu hai una grande sollecitudine riguardo alla
menzione di quella donna? Perché tu stavi per prendere una decisione guardando non al titolo di
questa donna, ma a questa azione, cosicché non è stato affatto un ostacolo alla giustizia il fatto che
il nome di Antipatra non sia stato detto, a meno che tu non dica questo, cioè che tu non avresti preso
le stesse decisioni se lei fosse stata nominata e se lei fosse stata taciuta. Dunque si dice che queste
decisioni siano state un compenso per dei favori notturni. Secondo me questo discorso non è
credibile, però si dice. 28,12. Pertanto Ikarios ha picchiato il giovane per queste cose, neppure
quando faceva queste domande ha mai smesso di dare a lui queste percosse, e noi sappiamo che
questo comportamento è stato vietato dalle decisioni dell'imperatore, Ikarios ha chiamato Kyriakos
presso di sé in modo molto benevolo e gentile. Ed è strano il fatto che lui non lo abbia nemmeno
fatto sedere a fianco a sé, ma gli ha passato la sua sedia, affinché fosse possibile rallegrarsi per
costoro, sia per la donna, sia per il fratello di lei. 28,13. E ciò non è stato sufficiente, ma a
duecentocinquanta frustate Ikarios ne ha aggiunte altre ancora perché il retore Herakleios diceva ad
alta voce la nascita illustre di Lamachos, diceva la sua educazione, la sua inesperienza, il fatto che
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lui avesse cominciato allora a fare quelle attività, parlava della debolezza del suo corpo e questa
debolezza era dovuta alla sua indole naturale e alla sua malattia,diceva l'eccellenza di suo padre, e
quel nome che era il più piacevole da ascoltare, Nausikles, cosicché non c'è stato scampo per lui per
questi motivi. E io non sapevo, non sapevo davvero chi lui fosse. Infatti non c'era nessuno che
dicesse questa cosa. 28,14. Eppure che cosa ho detto io? Se Lamachos non avesse avuto nessuna
altra colpa se non il suo essere un consigliere cittadino non avrebbe patito simili sofferenze. E
insieme a sofferenze tanto grandi questa cosa, la quale pure era così importante, non è stata utile a
Lamachos, ma lui ha ricevuto altre frustate e sono state più di cento, e in una quantità non piccola. E
Kyriakos che era un predone ha visto queste cose, Kyriakos che era uno schiavo è stato onorato da
Ikarios,e la mano che picchiava ha rotto il vaso di vetro che pendeva sopra la testa di Lamachos, nel
vaso c'era dell'olio insieme all'acqua, e quei liquidi sono scorsi da quel luogo che ho detto sulla sua
schiena di Lamachos, e Ikarios non ha avuto paura, non ha avuto compassione, e non ha provato
nessun sentimento nella sua anima, ma ha continuato a colpire con lo stesso slancio. 28,15. E la
cosa ancora più terribile è stata che lui non ha restituito subito alle mani degli schiavi Lamachos che
era in tali condizioni, ma ha aggiunto un'altra ultima accusa e mentre quell'uomo sventurato non
poteva reggersi in piedi per la punizione, Ikarios lo ha privato della cura anche delle altre ferite, e ha
distrutto il suo collo, che era già sfinito, con un altro male più grande. E Ikarios ha fatto tutte le
azioni per causare la morte, la sua intenzione era questa, cioè che il giovane morisse, ma Lamachos
è stato salvato dalla benevolenza di coloro che erano incaricati di picchiarlo ed essi sono stati
migliori di Ikarios, e le loro dita hanno lo hanno lasciato dando a lui la sua salvezza. 28,16. E
tuttavia Ikarios che prima ha punito Lamachos, poi lo ha giudicato, in che modo non ha causato
degli sconvolgimenti grandissimi? Ikarios sapeva di avere fatto delle azioni non giuste e ha cercato
tutte le cose simili (crux nel testo greco) hanno portato colui che le ha ricevute a una punizione, e
anche se lui ha fatto qualche discorso, non aveva con sé Lamachos, e la sua funzione è stata dare del
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denaro, e lui lo ha dato.28,17. Dunque che cosa ha fatto in modo che Ikarios desiderassse la morte
sembra che questa cosa sia più credibile <del nome> di Antipatra. Che significa questo? Ikarios è
stato attirato dalle ricchezze in denaro ed esse sono state molte e contrarie alle città. Io credevo che
lui fosse superiore alle ricchezze e credevo che lui volesse dare l'impressione di essere migliore
degli altri,ma lui è stato deludente e ha mostrato che aveva le stesse malattie di molti uomini. 28,18.
Infatti quando un uomo giusto ha un incarico dovrebbe ritenere importante la sua reputazione, ma
Ikarios è rimasto attaccato alla sua attività che riguardava il denaro e ha chiamato l'artefice di queste
cose e insieme a costui ha ordinato a un pittore di raffigurare quelle cose che lui aveva causato e ha
ordinato all'artefice di seguire il pittore. Quando Ikarios andato in un luogo che era parte del suo
potere, l'opera che è stata ordinata da lui è stata eseguita da un altro uomo ed è stata esposta, e
un individuo che parla e che dovrebbe smettere di parlare, lui è diventato più litigioso di quanto
sarebbe stato utile per lui e ha vinto pagando un compenso maggiore e ha tenuto quest'opera che
purtroppo aveva preso, si è convinto e l'ha presa, ha ottenuto una vittoria cadmea, inutile. Dunque
lui ha tenuto quest'opera, e si è rallegrato di ciò, facendo un errore. 28,19.Costui è tornato,ha saputo
l'inganno e ha trovato un uomo diverso da quello che si aspettava, con numerose minacce ha trovato
colui che aveva comprato l'oggetto, e ha lasciato che l'opera restasse presso di lui, lui ha tramato
contro la moglie, per cercare di ucciderla. E l'ha uccisa, infatti è giusto dire così. E Ikarios, che era
orgoglioso, ha ritenuto che l'azione di un ragazzo fosse il motivo della guerra contro il giovane
decurione e lo ha aspettato come se fosse un rivale in amore per la donna amata, mentre Lamachos
cercava di andare via. 28,20. E Ikarios avrebbe dovuto ritenere che tutto quel denaro che c'era nella
città e che veniva coniato da monetieri spregevoli fosse una sciocchezza in confronto alla
reputazione e alla speranza che derivavano dall'avere disprezzato tali cose.Ikarios è stato moltissime
volte con me che sapevo tali cose,e lui ne ha dette alcune e ne ha ascoltate altre, quando queste cose
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erano vicine, lui faceva delle domande, faceva delle esortazioni, prometteva che avrebbe fatto un
favore, e lui si rallegrava per quelle cose che aveva promesso di fare. Tuttavia se lui avesse ottenuto
queste cose anche in un modo giusto, avrebbe dovuto evitare il sospetto. E infatti se questo sospetto
è falso, è meglio che non ci sia nessun sospetto neppure se è falso, e che nessuno possa fare delle
domande né qui, né in Galazia e chiedere: “Da dove vengono questi beni?”. Ma Ikarios è partito
insieme a queste ricchezze, è tornato avendo queste cose. 28,21. Dunque se era necessario che
Lamachos fosse punito per questa sua stoltezza, per la sua avventatezza, e anche per quegli eventi
che riguardano Antipatra e Kyriakos, la punizione era il carcere; un altro direbbe anche le frustate,
ma non così tante.Io non accetterei mai questa cosa. E nemmeno tu,o imperatore,dovresti accettarla.
Infatti è questa punizione, è questa punizione ciò che in modo maggiore ha svuotato le sale del
consiglio cittadino. Forse è anche un'altra cosa, e soprattutto quest'ultima che è importante, cioè le
percosse, e il patire sul proprio corpo punizioni tali che non sono state inflitte neppure ai peggiori
schiavi. Per questo motivo tutti, per così dire, si sposano, tranne i decurioni, e i decurioni danno le
loro figlie in spose come se essi sapessero in modo più preciso di altri i danni che ci sono nel fare il
consigliere municipale. Infatti o essi hanno ricevuto delle frustate oppure temono di riceverle in
seguito a questi esempi. 28,22. E adesso di due fratelli uno dei due non fa il decurione e assiste
quello che fa il decurione,e il primo è più fortunato del secondo, e consola il fratello perché patisce
questo dolore.Dunque per quale motivo tu credi che il secondo fratello non vada velocemente a fare
le azioni del primo fratello e non registri se stesso tra quelli che non patiranno queste sventure? E in
molti luoghi della città, o imperatore, insieme a quelle frustate vengono dette tali parole da quei
pochi uomini che fanno i consiglieri municipali:“Devo dire addio alla mia casa, devo dire addio alle
mie proprietà agricole, questi beni dovranno essere venduti, quegli altri beni devono essere venduti,
e qualcuno deve comprare la sua libertà al prezzo di queste cose”. 28,23. Ikarios ha gestito in tale
modo il suo potere su di noi ed è stato ricompensato in tali modi dalla tua sollecitudine verso
quest'uomo che ha tolto le fondamenta delle città. Infatti noi sappiamo che le città si reggono in
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piedi grazie ai loro consigli municipali, e se tu togli questi ultimi non c'è più niente che resti in
piedi. E per questo motivo quel cittadino Romano che fa dei servizi pubblici porta la veste che porta
perché i cittadini romani gliela danno,affinché niente di offensivo avvenga al suo corpo che è tale. E
questo uomo meraviglioso, Ikarios, ride di coloro che hanno preso queste cose, e ride di coloro che
hanno dato tali cose, e non permette che la veste abbia un potere tanto grande quanto quello che
essa ha secondo la legge. Lui dà consigli non con le parole, ma con la sua azione, e con le sue
frustate lui consiglia di evitare i consigli municipali, e di fuggire altrove. 28,24. Dunque tu devi
credere a me quando dico che non soltanto Hermeias, né Kratinos, né Eustokios, né Melesippos, né
Lamachos, né il tale individuo, né il talaltro abbiano patito un'ingiustizia per le frustate, ma devi
credere che anche molte città abbiano patito delle ingiustizie tramite i loro consigli municipali,
riguardo ai quali tu stabilisci delle leggi, che non ritengono giusto applicare queste punizioni. E se
essi faranno un'accusa anche piccola ai beni privati, è abbondante il piombo, una tale cosa è anche
ciò che avviene adesso, cioè che tutto ciò che contiene un'accusa ai beni pubblici non ha nessun
valore da nessuna parte. 28,25. Per questo motivo una donna è morta per un discorso, e subito è
tornata a vivere di nuovo, ma altri, che fanno tali inganni, non hanno avuto paura neppure per uno
sguardo. E se Pherenikos facesse salti mortali davanti al carro, questa azione sarebbe disciplinata e
moderata e nessuno patirebbe nessun torto. Ma non è così se qualcuno calunnia Lampadios e
Filodemos e alcuni altri tra coloro che fanno servizi pubblici ad Arados, questa accusa è una
calunnia, ma diventa un interrogatorio. 28,26. E Menestratos ha fatto questi rimproveri contro quelli
che erano assenti, queste parole sono state lette e sono state credute, e di nuovo è stato invocato il
spaventarsi? Se nessuno è stato dimostrato colpevole, che succede? O forse Menestratos è stato
interrogato affinché facesse qualche accusa? Ma lui non ha fatto nessuna accusa.Oppure lui avrebbe
fatto questa azione,ma il favore è stato dato da colui che era suo assistente. Certamente anche tu sei
stato tra quelli che hanno dato a me tali benefici. 28.27. O imperatore, tu devi portare un aiuto ai
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consigli cittadini, tu devi aiutarli, se ancora alcuni di essi esistono, e non devi permettere che
giacciano invano quelle leggi che riguardano questi consigli municipali, ma devi confermare queste
leggi punendo coloro che le violano. E se tu agisci in questo modo, forse qualcuno si iscriverà in un
consiglio cittadino.Forse io non faccio nessun torto a quest'uomo, Ikarios, se non posso volere bene
fatti a questa città,per quelli che li hanno ricevuti e per quelli che li hanno dati,si rallegrano e lodano
quell'aiuto che io ho dato ai fornai, e dichiarano che questo aiuto contiene ciò che è giusto e utile
per la comunità, altri invece ritengono che sarebbe una punizione per loro se io dessi l'impressione
di fare un'azione buona e dicono che ciò che io ho fatto è stato sbagliato ed è segno di un
comportamento cattivo. Io non potrei fare nessun discorso per disprezzare tali persone, ma poiché i
miei amici mi esortano a dire qualcosa anche adesso, io non posso tacere. 29,2. Io dirò quelle cose
che tutti voi sapete e riguardo alle quali nessuno potrebbe osare dire che io abbia detto una
menzogna. Infatti quando il popolo ha respinto gli spettacoli della scena teatrale con alcuni tumulti
illegali ha provocato una paura di punizioni più gravi, e ha detto che la città aveva patito un torto
riguardo al pane, il governatore invece di fermare queste proteste con le minacce, ha detto che lui
avrebbe fatto tutte le cose che i rivoltosi avrebbero voluto, il popolo si è sollevato, il giorno dopo le
circostanze hanno portato l'arroganza di numerosi individui a un punto tale che chiunque stabiliva
delle leggi che erano graditissime a molte persone, ma che non erano possibili, e la corsa degli
uomini e delle donne verso quei pezzi di pane che sono apparsi non è stata piccola. Molte persone
sono andate da quelli che vendevano il pane, hanno dato del denaro per fare un acquisto, ma si sono
sentiti dire che non c'era niente, e al contempo hanno visto questa cosa, e sono andati via facendo e
dicendo quelle cose che era verosimile che facessero e dicessero coloro che ritenevano di essere
rovinati. 29,3. C'è stato il secondo giorno e ci sono state delle frustate per il pane, e il non potere
comprare il pane è stato più diffuso del potere comprarlo. È venuto il terzo giorno e il male è
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diventato ancora più grande, al punto che mentre io mi lavavo sono venuti da me alcuni individui
che avevano fame, ed essi mi accompagnavano e continuavano a dire che io non avrei cenato con
gioia;infatti c'è stato il fuoco.Il quarto giorno ha ottenuto un discorso secondo cui sulla piazza erano
morti non pochi anziani, non pochi bambini. E io ho visto una vecchia che portava un bambino e
gridava che se nessuno avesse dato del pane al bambino, lui sarebbe morto, e al contempo pagava il
prezzo. 29,4. Il pane era oggetto di una battaglia, e le persone si spingevano a vicenda, in alcuni
luoghi si colpivano,e allora l'essere forti aveva un grande valore. L'individuo più debole non portava
il pane a casa, ma portava a casa dei colpi e il vestito strappato. Questa cosa ha svuotato la città di
uomini che facessero servizi pubblici,essi erano nelle campagne e ritenevano che fosse un vantaggio
per loro il fatto di non essere stati bruciati insieme alle loro case; infatti questi avvenimenti erano
attesi da loro. 29,5. Qualcuno degli dei mi ha spinto in questa tempesta, infatti non è opera mia
l'avere detto al magistrato qualcosa riguardo alla sventura che ci aveva colpito, e io ero trasportato
dalle mani degli schiavi, perché il cavallo si trovava lontano, io ho fatto alcuni rimproveri, ho fatto
alcune esortazioni, ho temuto alcune cose, e c'è stato un motivo per il quale, quando ho fatto la mia
richiesta, a fatica io sono stato lontano dalla grande ostilità che c'era per quelle cose che erano
impossibili. 29,6. Eppure ciò non era sufficiente per ristabilire la situazione, ma era necessario
anche portare i fornai giù dalle montagne e dalle grotte nelle quali si tenevano nascosti. Questa cosa
non era facile da fare, perché i fornai non credevano alle promesse e neppure ai giuramenti. Ma
quando io mi sono dedicato a questa impresa, e ho detto quali erano le cose che erano possibili per
loro,i fornai hanno ritenuto di avere in me un garante degno di fede, e al contempo hanno detto che
si ricordavano di un mio antico favore, quando io li avevo salvati da alcune percosse e da lunghe
torture, e io non ho avuto bisogno di dire molte parole al saggio Phylagrios, ma è stato sufficiente il
movimento della testa verso quelle persone ostinate, e in cambio di quei gesti i fornai hanno detto:
“non c'è niente che noi non faremo, neppure se noi dovessimo mettere i corpi dei nostri figli sulla
legna secca”. 29,7. Essi hanno detto tali parole e hanno aggiunto la loro azione, e ognuno di loro si
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è impegnato così tanto, che è stata sufficiente una notte per un cambiamento tanto grande. Non era
ancora giorno e tutti i luoghi sono stati pieni di pane, al punto che alcuni individui sono usciti di
casa, altri hanno trascurato i loro impegni per comprare il pane, perché il grande numero di quelle
persone impediva di dare a tutti la possibilità di essere rassicurati sul fatto che fosse possibile
prendere il pane, quando qualcuno andava a comprarlo. 29,8. Quegli uomini si sono rallegrati con
una gioia simile a quella delle persone che sfuggono a un naufragio che era vicino grazie al
soccorso dei Tindaridi, oppure con una gioia simile a quella di coloro che finalmente, dopo essere
stati rinchiusi, si sono liberati quando è finito il loro assedio, era tale quella gioia quando il mercato
derivanti dalla fame erano stati allontanati. 29,9. Sono stati elogiati alcuni dei, è stata elogiata la
Sorte, e sono stati elogiati tutti quegli uomini che avevano collaborato a queste cose e l'imperatore
ha messo a capo della vendita del pane Kandidos, che era mezzo matto e ha ritenuto che quelli che
erano stati preparati da lui ad annunciare questa notizia fossero tutta la città. Ma loro erano gli
schiavi di Kandidos e altri schiavi di quelli che mangiavano i suoi beni. Dunque Kandidos, dopo
avere trovato un motivo utile a un ladro, è stato un cattivo custode delle cose che gli erano state
affidate, ha venduto dei nemici ad altri nemici e ha venduto ai suoi nemici quei fornai che gli
avevano dato qualche dispiacere, tali erano i comportamenti di quelli che si dedicavano a questa
attività. 29,10. Dunque Kandidos ha fatto arrestare un uomo anziano e mite, che viveva con sua
moglie, allevava i suoi figli e ogni giorno portava non poco grano per il pane, e che era ritenuto
degno di rispetto in ogni modo dai suoi colleghi, Kandidos lo ha calunniato dicendo che aveva fatto
un reato riguardo al pane. E con parole irritanti Kandidos ha fatto arrabbiare il governatore e ha
fatto spogliare quell'uomo infelice sotto gli occhi dei suoi nemici e lo ha frustato. E questa azione
conteneva un eccesso così grande, al punto che Kokkos sembrava non essere niente al confronto.
29,11. A Kandidos è sembrato che ciò fosse poco, ha aggiunto anche il fatto che quell'uomo
sventurato fosse portato in giro in tutta la città e ha prolungato la sventura di costui per mezzo delle
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frustate con il rinvio dei rimedi, e ha aggiunto come seconda punizione quella derivante dalla
vergogna. E quando il sole era al tramonto, quell'uomo stava per essere visto dai suoi vicini mentre
era spinto da quelli che lo conducevano, la moglie di quell'uomo si è gettata alle ginocchia di quegli
individui, e ha chiesto che fosse concesso a lui almeno questo beneficio, quello di nascondere la sua
schiena. Essi non hanno gradito questa cosa, ma l'hanno concessa. E sono stati presenti un medico e
la paura riguardo alla vita di quell'uomo. 29,12. Poiché il discorso su questa vicenda era molto
diffuso, io ho mandato qualcuno ad apprendere questa informazione, se queste vicende fossero così,
e se fosse stato dato qualche compenso affinché quell'uomo ottenesse il letto. E quando è arrivato
colui che era stato mandato a comunicare entrambe le cose, la prima cosa è stata che io mi sono
lavato essendo in condizioni molto sgradevoli, non ho potuto mangiare e nei miei sogni <ho
continuato> a vedere le frustate, tralascerò queste cose; insieme al giorno ci sono state le lacrime
della moglie di quell'uomo, e chi non avrebbe avuto compassione di quella donna che era gettata per
terra,era stata picchiata e chiedeva aiuto per riferire questi eventi al magistrato? Io ho portato quella
donna lontana dal magistrato e forse non ho permesso che lui le infliggesse una punizione tanto
grande quanto quella che sarebbe stata giusta, io sono diventato avvocato difensore della città;infatti
bisognava che quella città fosse privata di questa consolazione. Dunque nella valutazione riguardo a
queste cose io ammetto che le cose possibili per quella donna non erano molte,tuttavia alcune parole
le sono state utili. 29,13. Dunque alle persone migliori è sembrato che io abbia fatto un'azione
giusta, e questa è ciò che io ho detto all'inizio, ad altre persone,che onorano le cose corrotte, sembra
che io abbia fatto un'azione malvagia, strana e non degna di me. E se ciò che io ho fatto non è
giusto, è strano e non è degno di me, loro non dicono niente di diverso,se non che io sono arrivato
alla mia vecchiaia trascurando le cose che sono giuste. Tuttavia chi non sa che io ogni volta che
attraverso la città non trascuro nessuno di coloro che piangono, ma mi fermo, provo dolore per loro,
domando chi ha commesso un'azione ingiusta, e dopo averlo preso, gli do una punizione, e se non
posso fare ciò mi adiro? Molti uomini sono diventati degni di una punizione più grande perché io li
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ho mandati dai giudici. Infatti la giustizia non consiste nell'impedire in ogni modo che qualcuno
patisca un dolore, ma nel fatto che coloro che sono giusti abbiano ciò che è sufficiente per la loro
vendetta. 29,14. Dunque io non sono capace di punire le azioni colpevoli che sono state fatte contro
di me, ma non sopporto che un'altra persona patisca qualche dolore. Se è onorevole il non accusare
mai nessuno, nemmeno per questo motivo io ho fatto delle accuse, ma ho avuto compassione della
solitudine di quella donna, e l'amore di costei per suo marito mi ha fatto diventare un accusatore, il
suo essere in difficoltà mi ha convinto ad aiutarla, e ad essere suo alleato. Infatti allora quella donna
ha osato cominciare a parlare, o a mostrarsi per la prima volta in pubblico, dopo che a lei era stata
tolta la paura dalle parole che io avevo detto. Infatti lei sarebbe stata uccisa facilmente perché non
avrebbe mai potuto nascondersi da quegli uomini che erano insieme a Kandidos, e lei sapeva bene
queste cose, e sarebbe rimasta a casa sua a gemere. 29,15. Pertanto grazie a me quella donna ha
avuto fiducia, e lei aveva patito un'ingiustizia ad opera di coloro che le avevano fatto quel torto. E
tuttavia qualcuno che era insieme agli amici di Antiochos mi ha definito malvagio.Per quale motivo,
o carissimo? Infatti se qualcuno si adira con coloro che hanno fatto qualcosa di malvagio, potrebbe
giustamente invocare questa cosa, ma che cosa dirò a quelli che hanno fatto in modo che fosse
opportuno che essi fossero chiamati? 29,16. Perciò dico che anche se io avessi deciso risolutamente
di non partecipare in nessun modo a questa vicenda e di non fare niente di simile, io non avrei
potuto allontanarmi da questa cosa nemmeno una volta, ma avrei fatto qualcosa di opportuno se io
stesso avessi eliminato l'accusa, e si potrebbe sapere per quale motivo. Infatti quando quella
circostanza terribile e quella grande paura hanno spinto i fornai sulle cime delle montagne, a loro
sembrava che l'unica salvezza fosse che essi si rivolgessero a me, e prima il fuoco bruciava, non
c'era stata da nessuna parte nessuna persuasione, neanche per mezzo di quei giuramenti che
contenevano tutti gli dei, in quel momento io da solo ho potuto fare questa cosa, e solo le mie parole
hanno dato l'impressione di essere prive di sospetto. 29,17. E senza dubbio non potrei dire che io
fossi tenuto in base ad alcuni accordi a portare il mio aiuto se una qualche sventura si fosse
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verificata, come Achilleus fu costretto da un indovino, ma ho ritenuto di dovere onorare di più
proprio questa cosa, il fatto che i fornai non avevano niente di simile,invece che quelle dichiarazioni
che erano state fatte con le prove più valide. Dunque quell'uomo che aveva ricevuto quelle frustate
non ha detto, e non avrebbe mai detto in futuro: “questi eventi sono dovuti a colui che è stato
contento per le cose che ha convinto a fare e ha poca stima di coloro che gli hanno obbedito. E
Kandidos mi uccide, ma lui, anche sapendolo, non tornerebbe indietro”. 29,18.Dunque quell'uomo è
stato lontano dal lamentarsi di me, e io mi sarei vergognato di essere e di sembrare un traditore di
quegli uomini, grazie ai quali io avevo salvato la città quando essa era ormai rovinata. Infatti chi
doveva essere colpito prima di me da quegli avvenimenti che accadevano? Chi doveva provare
dolore? Chi doveva indignarsi? Quale padre? Quale madre? Quali fratelli? Quale parente? La
circostanza esigeva il mio dolore,la mia voce, la mia indignazione; dunque se quell'uomo fosse stato
trascurato da sua moglie, sarebbe stato giusto che lui ottenesse un aiuto da parte mia, altrimenti, se
io non avessi fatto questa cosa, avrei fatto un torto a me stesso nei miei atti ingiusti verso di lui.
Infatti come avrei potuto andare in un tempio? Come avrei potuto fare delle preghiere? Con quali
occhi io avrei potuto guardare le statue degli dei essendo consapevole di essere colpevole di un
male tanto grave? Come sarebbe stato possibile che tutta la mia vita passata non fosse danneggiata
da questa sola colpa? Dunque se io avessi avuto paura che fosse dimostrato che io fossi cattivo,avrei
accettato anche quelle cose che avevo evitato di più. E quale natura ha questa caratteristica? 29,19.
Dunque è stato sufficiente anche il pensiero della giustizia a esortarmi a portare un aiuto a colui che
aveva patito tali dolori terribili, adesso c'è stata anche un'altra cosa oltre a quella precedente, ed essa
conteneva un grande obbligo. Qual era questa cosa? La paura di mali uguali a questi. Infatti se io in
quel tempo fossi stato in cattive condizioni per ciò che era stato fatto da me, avrei fatto anche queste
cose per le quali questi uomini parlano male di me, tutti lo avrebbero saputo, e Kandidos <sarebbe>
passato attraverso tutti i fornai come un torrente tempestoso imitando quelle azioni che aveva
compiuto, questa volta lo avrebbe fatto anche esagerando, le montagne avrebbero ospitato di nuovo
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i fornai, e la fame avrebbe colpito di nuovo la città. 29,20. Forse Kandidos non sarebbe neanche
andato a picchiare tutti i fornai; infatti se io avessi disprezzato il primo fornaio,ogni fornaio avrebbe
salvato se stesso evitando la tortura con la fuga,e ci sarebbero stati nuovamente eventi simili a quelli
di prima e altri eventi ancora più terribili, perché non ci sarebbe stato nessuno che avrebbe
richiamato quei fornai alla loro attività. E quell'uomo non sarebbe stato neppure credibile a causa di
quelle stesse sue parole precedenti che si erano dimostrate false. 29,21. Forse le azioni che io ho
fatto sono degne di un biasimo, e non anzi di lodi, e di parole migliori di quelle che sono dette
adesso? Infatti se si esamina la situazione in un modo accurato, io esito a dire questa cosa, ma sono
costretto a dirla, per due volte ho salvato questa città, Antiochia, sia quando io ho restituito a essa i
suoi fornai e li ho mantenuti in essa, sia quando io li ho convinti a venire giù dalle montagne, sia
quando io ho impedito a loro di fuggire. 29,22. Si dice:“I fornai hanno obbedito alla voce del
magistrato”. Questa voce diceva che il magistrato rimproverava il fornaio che aveva fatto qualche
azione sbagliata riguardo al pane. Io <potrei> dire qualcosa anche riguardo a questo, potrei dire che
l'accusa fatta da Kandidos era più grande della realtà, e che il peso,come in alcuni casi era minore di
quanto fosse necessario, così in altri casi questa misura era più grande, e tuttavia io non vado fino a
dire quella cosa, tralasciando questi altri fatti, se qualcuno può dire il numero di frustate date dal
magistrato, e lui era così importante, e così crudele come molti lo avevano visto. Soprattutto anche
così Kandidos ha fatto un'azione ingiusta perché non è stato più gentile di colui che gli aveva dato
degli ordini, e noi vediamo che gli schiavi fanno questa cosa in modo reciproco tra loro, quando uno
di loro viene consegnato a un altro di loro per subire delle percosse, e noi vediamo che quelli che lo
consegnano esortano a picchiare, anche quando ormai la collera è cessata. 29,23. Io non dirò queste
parole a Kandidos, ma, anche se è doloroso sarebbe giusto se lui sentisse dire in modo chiaro che
Antiochos doveva patire tutti quei dolori che ha patito. Ma lui non potrebbe dire questa cosa.
Certamente Kandidos poteva decidere una punizione meno grave, e non si troverebbe adesso a
scontare una punizione perché non avrebbe comminato una punizione tanto grave, e il magistrato
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non avrebbe detto ai suoi collaboratori: “quante frustate?”. E lui non avrebbe detto neppure: “Non
molte”, perché avrebbe saputo che avrebbe dato un dolore a Kandidos o con una parola, o con
un'azione. Ma se lui avesse voluto che le percosse fossero così numerose, qual era la cosa che gli
avrebbe impedito di dire il numero delle frustate e di dire che bisognava che i picchiatori fossero tra
i più robusti,perché Kandidos aveva adibito a questo compito anche suo figlio? 29,24.Io mi stupisco
che lui non si sia vergognato della benevolenza di questa sua stessa parola; infatti il suo
comportamento non sarebbe stato di un uomo feroce, né di un uomo che ribolle di collera, ma di
uno che ha temuto che ci fosse una violenza, molte volte anche alcuni padri hanno usato questo
comportamento violento con i loro figli per educarli. Il sangue è stato abbondante, la pelle è stata
tagliata, e sono apparse le carni, questi fatti sono colpa tua e della tua malvagità. 29,25. Lo stesso
magistrato rende evidente con le azioni che lui ha fatto in un altro caso che queste azioni sono al di
fuori dell'intenzione che lui aveva. Infatti quando questa accusa è arrivata a un altro lui ha preso il
corpo di colui che sembrava avere commesso un'azione malvagia. ha imitato i più clementi tra
quelli che insegnano le lettere, lo ha lasciato andare, mostrando con le azioni che ha fatto in un'altra
circostanza quelle cose che avrebbe fatto se qualcuno si fosse rivolto a lui come si rivolgeva a
quello che c'era prima di lui. 29,26. Ma questa è la cosa che porta a una critica più grande della
considerazione di Kandidos, dimmi qual è la cosa alla quale tu hai guardato, a quale discorso hai
guardato, a quale parola hai guardato, a quale sillaba hai guardato, a quale cenno hai guardato, tu
che hai aggiunto quelle numerose pene che sono molto più dolorose delle percosse? Tra queste pene
è stato il fatto che quell'uomo sia stato privato di medici e che lui sia stato uno spettacolo degno di
compassione per tutti coloro che erano nella città, come uno di quegli animali del bestiame che
viene spinto alla morte. Ma se tu dici che tutte queste cose sono incluse nel nome di rimprovero, tu
avresti anche ucciso a bastonate quell'uomo e a me sembra che tu avresti fatto ricorso a questa cosa.
Ma lui non avrebbe sopportato questa cosa in passato, e non la sopporterebbe adesso. Infatti né il
magistrato, né quell'uomo che ha detto queste cose, ha causato la rovina di Antiochos, ma ciò che ha
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causato la sua rovina è stato il fatto che sia stato dato del denaro ad Antiochos da parte dei nemici di
Antiochos, e il fatto che la moglie di Antiochos non abbia potuto dare a lui prima delle frustate tutto
quel denaro che lui voleva, perché anche dopo le frustate è stata data una certa quantità di denaro,
anche se non così grande.29,27. Si dirà: “Dunque era necessario che Kandidos,uno degli uomini più
illustri, soffrisse per Antiochos, per quel fornaio? Io non ho ignorato la distanza tra le condizioni dei
due uomini, né il fatto che Kandidos abbia una grande casa, e Antiochos paghi un affitto per le
abitazioni nelle quali risiede, né il fatto che Kandidos possiede della terra abbondante e buona, e
Antiochos possiede un mulino, e non ignoro che Kandidos può mangiare cibo gradito al proprio
ventre, e Antiochos non può fare questa cosa, non ignoro che Kandidos può essere pigro, mentre per
Antiochos è inevitabile faticare. Io so queste cose e molte altre cose oltre a queste. 29,28. In quel
momento io ho ritenuto non che Antiochos fosse più importante di Kandidos, ma che la giustizia
fosse migliore dell'ingiustizia. Infatti la giustizia stava dalla parte di Antiochos, e l'ingiustizia stava
dalla parte di Kandidos. Nessuno neppure tra gli uomini più ingiusti potrebbe osare dire che la
posizione di ciò che è giusto non sia degna di onore. Per questo motivo noi vediamo che quelli che
sono usciti vincitori anche dai tribunali più incorruttibili non sono sempre i ricchi, talvolta sono i
ricchi a vincere, altre volte vincono quelli che sono più poveri, perché quelle cose che sono giuste
producono sia il primo avvenimento, sia il secondo. 29,29. Tu avresti potuto comportarti così e dire
a quegli uomini: “O uomini,voi non avete fatto un'azione giusta quando avete disonorato il potere di
colui che è stato sconfitto presso di voi, e quando avete onorato la debolezza di colui che ha vinto,
mentre era possibile fare la cosa contraria?”. Ma se tu non fai questa cosa a un giudice, per quale
motivo tu la faresti a me? Infatti io ritengo opportuno che la giustizia abbia un grande potere
ovunque. Ma se ciò si verificasse, le condizioni degli esseri umani non sarebbero inferiori a quelle
degli dei quanto lo sono adesso. Adesso questa è la cosa che in modo particolare rende dolorosa la
nostra vita, il fatto che siano numerose le lettere delle leggi, alcune sono antiche, altre sono nuove,
ma sono calpestate da quelli che fanno volentieri delle azioni ingiuste perché la prepotenza li attrae
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verso se stessa più di quelle cose che tengono le persone lontane da questa prepotenza. 29,30. Ma io
non ho mai anteposto quelli che hanno patito delle ingiustizie a coloro che hanno fatto queste
ingiustizie perché questi ultimi sono tra le persone più illustri, mentre quelli che hanno patito delle
ingiustizie sono tra gli individui più poveri, né io adesso sono stato sul punto di trovarmi in questa
situazione. Infatti io non ho creduto che Kandidos abbia fatto queste cose, e neppure mio padre
avrebbe fatto queste cose a Kandidos prima che patisse tali sofferenze un fornaio, oppure uno di
coloro che si dedicano a un'attività meno importante,in nome degli dei, o un venditore di formaggio,
parlare di carri, né di atleti,né di orsi, né di cacciatori; infatti la giustizia che si oppone a tutte queste
cose convince a dedicare la propria attenzione a se stessa più che a quelle cose. 29,31. La giustizia
convince a sopportare anche queste cose che derivano dall'ostilità che ci sarà in futuro. Infatti io so
bene che quell'uomo, Kandidos,è ostile a queste azioni,tramerà complotti in ogni modo e non gli
mancheranno i collaboratori.Tuttavia io non potrei, a causa della paura di una simile guerra,
diventare un traditore di quelle cose che sono giuste sia nella loro realizzazione sia nella loro
considerazione. Infatti noi non diamo un perdono neppure a coloro che lasciano il loro posto in
battaglia, anche se sappiamo queste cose, cioè che essi commettono questa colpa per paura. Infatti
proprio questa è anche la loro accusa, il fatto che essi per paura hanno rovinato ciò che era giusto
per loro. Per questo motivo quelli che hanno avuto una volontà non buona muoiono in modo
vergognoso. 29,32. Dunque anche per me è stato onorevole mantenere il mio posto. E se nessuno
volesse accusarmi, e se nessuno volesse sottopormi a un processo, gli dei potrebbero farmi queste
accuse, e sarei io stesso a divorare me stesso sapendo quali errori ho fatto. E tuttavia io ho anche
delle speranze perché ho fatto quelle cose che erano giuste. Anche io ho lodato quelli che hanno
lodato queste cose, e ho ritenuto che fossero come degli dei e che essi mi renderanno più forte di
quelli che mi faranno la guerra. Perciò colui che fa un imboscata nel modo che vuole e può, deve
scavare di nascosto, e deve anche combattere in modo visibile. Poiché l'appoggio degli dei è dalla
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mia parte, ci sarà una risata e questa risata prenderà anche gli dei. 29,33. Si dice: “Per quale motivo
tu hai impedito che quella punizione che era dovuta fosse applicata dopo le dimostrazioni di
colpevolezza?”.In primo luogo perché io ho ritenuto che quella dimostrazione di colpevolezza fosse
una punizione non piccola. Poi coloro che hanno patito queste punizioni mi hanno chiesto di non
cercare niente di più e di non provocare una guerra di un gruppo di soldati tanto grande contro un
luogo di lavoro. Dunque con questi pensieri io ho collaborato alla dimostrazione di colpevolezza, e
ho fatto ricorso a questi stessi pensieri affinché non ci fosse nessuna punizione.La mia prima azione
è stata di uno che prova compassione per quelli che hanno patito ingiustizia, mentre la mia seconda
azione è stata di uno che fa qualcosa di gradito a questi individui, e forse in futuro sarà possibile
anche a loro recuperare quei beni che appartenevano a loro. Infatti Antiochos ha negato di avere
preso qualcosa dal cambiavalute e anche se ha preso qualcosa non ha tenuto niente. Infatti lui ha
dovuto portare questi denari di nuovo alla banca. 29,34. Così io non sono stato in contraddizione
con me stesso nelle azioni che ho fatto e in quelle che non ho fatto. Tuttavia io potrei dimostrare che
quelli che mi rimproverano sono in contraddizione con loro stessi, perché dicono che il mio cattivo
comportamento mi porta a un processo, e perché essi si preoccupano molto riguardo al fatto che
l'agens in rebus non subisca nessuna punizione. Infatti se essi accusano quelle azioni che derivano
dalla collera, elogiano quelle azioni che derivano dalla mitezza; ma se sottopongono a un'accusa
quelle azioni che derivano dalla mitezza, qual è il motivo per il quale non ritengono che sia giusto
adirarsi insieme alla moglie di Antiochos? 29,35. E tuttavia io aggiungerei anche questa cosa a
quelle che sono state dette, cioè che se io desiderassi molto la vendetta sarebbe necessario che
prevalesse ciò che è parso giusto ad Augaros, il fratello di quel soldato, che è mio amico e parente, e
lui ha un figlio che segue le mie lezioni, non per molte cose, ma per queste cose si potrebbe anche
ritenere che siano felici i genitori per la natura della sorte dei loro figli. Dunque di questi due
uomini, il primo ha detto qualcosa riguardo alle vicende del fratello, l'altro non ha detto niente, ma
ha fatto la stessa cosa con il suo silenzio. 29,36. Cose così numerose e grandi hanno salvato l'agens
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in rebus. Insomma io vorrei anche che tutti sapessero riguardo a me queste cose, cioè che riguardo a
quelli che fanno delle ingiustizie e disprezzano le leggi fino al punto di portare a una guerra, io
ciò che era opportuno, e anche se alcuni dicevano e volevano delle cose contrarie, io ho prevalso su
di loro, nel consigliare le cose migliori, io sono venuto da te mosso dalla stessa speranza per fare
questa cosa anche adesso. Tu anche adesso dovresti darmi ascolto; in caso contrario, tu non devi
ritenere che sia ostile ai tuoi interessi colui che ha detto queste parole, a parte le altre cose, tu devi
considerare la grandezza dell'onore con il quale tu mi hai onorato, e devi pensare che non è
verosimile che colui che è stato trattato bene non voglia bene a colui che lo ha beneficiato. Infatti
questo è il motivo per il quale io ritengo che sia necessario che io ti dia un consiglio riguardo a
quegli argomenti sui quali ritengo giusto dire qualche cosa. Infatti altrimenti io non potrei restituire
dei favori all'imperatore, ma forse potrei fare ciò soltanto con le parole e con quelle cose che
derivano dalle parole. 30,2.Dunque a non poche persone sembrerà che io intraprenda delle azioni
che contengono un grande pericolo quando io mi accingo a parlarti dei templi e del fatto che questi
templi non dovrebbero essere trattati male come avviene adesso,ma a me pare che sbaglino in modo
grandissimo riguardo alla tua indole naturale coloro che hanno questa paura. Infatti io credo che sia
quelle parole che sono state dette, se viene detta qualche parola che non gli piace, mentre credo che
sia il comportamento di un uomo mite, benevolo e gentile, e queste sono le tue caratteristiche, il
limitarsi a non accettare quel consiglio che non è lodato da te.Infatti colui che ha ascoltato i discorsi
è padrone di seguire questo consiglio oppure no, ma non è giusto che lui eviti di ascoltare, perché
non c'è nessun danno che verrebbe da questo ascolto,e se le parole che vengono dette non fossero di
suo gradimento, lui non dovrebbe adirarsi e cercare una vendetta,se qualcuno ha avuto il coraggio di
dire quelle cose che riteneva migliori. 30,3.Dunque, o imperatore, io ti chiedo di rivolgere il tuo
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sguardo a me quando parlo, e di non rivolgere il tuo sguardo a quelli che in molti modi vogliono
distogliere sia la tua attenzione, sia la mia. Infatti spesso il potere di alcuni cenni ha avuto un effetto
maggiore della forza che proviene dalle cose vere. Io dico che è necessario che anche questi uomini
lascino che io esponga il mio discorso in tranquillità e senza fastidio, dopo anche loro tenteranno di
prevalere con il loro discorso sulle parole che io dirò. 30,4. O imperatore, i primi uomini che
apparvero sulla terra occuparono le zone elevate, si proteggevano in grotte e in capanne, e subito
ebbero un pensiero degli dei, e seppero quanto era importante per gli uomini la benevolenza di
quegli dei, gli uomini primitivi fecero dei templi come era normale che li facessero, e fecero delle
statue degli dei per se stessi. E quando le condizioni migliorarono fino alle città, e la capacità
tecnica nelle costruzioni fu sufficiente a questo scopo, apparvero molte città alle falde dei monti,
molte città nelle pianure, in ogni città, dopo le mura, i santuari e i templi furono le prime tra le altre
costruzioni.Infatti quegli uomini ritenevano che da tali timonieri avrebbero avuto anche la maggiore
sicurezza per se stessi. 30,5. E se tu vai in tutta la terra che i Romani amministrano, in ogni luogo
troverai questa cosa, e anche nella prima città dopo quella che è la più grande ci sono ancora dei
templi, anche se essi sono stati privati dei loro onori,e sono pochi,mentre prima erano molti, tuttavia
non è scomparsa ogni loro presenza da questa città. E con l'alleanza di questi dei i Romani
combatterono contro i loro nemici e quando combatterono vinsero, e dopo avere vinto diedero agli
sconfitti delle condizioni migliori di quelle che avevano prima della loro sconfitta, eliminarono le
loro paure, e resero gli sconfitti partecipi della loro cittadinanza. 30,6. Dunque quando io ero
bambino Konstantinos, che guidava un esercito di Galli, sconfisse Maxentios che offeva offeso
Roma, e i Galli, che in passato pregavano gli dei, li attaccarono, e Konstantinos vinse su Likinios
che aveva fatto fiorire le città, e Konstantinos ritenne che fosse utile per lui il pensare che qualcun
altro fosse un dio e utilizzò le ricchezze sacre per la costruzione di quella città alla quale aveva
dedicato molta attenzione, però lui non cambiò neppure una delle forme tradizionali del culto, e ci
fu una povertà nei templi,tuttavia si poteva vedere che tutti gli altri riti si facevano. 30,7. Quando
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l'impero è passato a Konstantios secondo, che era stato generato da Konstantinos, ed è stato più un
fatto formale, perché il potere era di altri uomini, che avevano controllato la sua educazione
dall'inizio e avevano lo stesso potere di costui, dunque Konstantios secondo ha esercitato il suo
impero essendo esortato da questi individui, è stato convinto a fare alcune cose non belle e non ci
sono stati più i sacrifici. Il cugino di costui, Iulianos, aveva ogni tipo di eccellenza, ha reintrodotto i
sacrifici e dopo che è morto combattendo contro i Persiani, io adesso tralascio ciò che lui aveva già
fatto o stava per fare, per qualche tempo è rimasta l'azione di sacrificare delle vittime, e sono
avvenuti alcuni eventi più recenti in seguito ai quali questa azione è stata impedita dai due
imperatori fratelli, ma non è stato impedito l'incenso. Anche la tua legge ha confermato ciò,cosicché
noi non proviamo dolore per quelle cose delle quali noi siamo stati privati più di quanto noi
proviamo gratitudine per quelle cose che ci sono state concesse. 30,8.Dunque tu non <hai ordinato>
che i templi fossero chiusi, né hai vietato che qualcuno vi entrasse, non hai vietato che qualcuno
portasse fuoco ed incenso, e tu non hai vietato gli onori fatti con altri profumi, ma questi individui, i
monaci, che vestono di nero, mangiano più degli elefanti, causano un dolore per il grande numero
delle loro tazze a quelli che accompagnano la loro bevuta con alcuni canti, nascondono queste cose
per mezzo del pallore che loro ottengono in modo artificioso, o imperatore quando la legge resta in
vigore, ed è valida, essi corrono ad attaccare i templi con il legno, con le pietre e con il ferro, e altri
individui senza questi materiali attaccano i templi con le mani e con i piedi. Poi avviene un facile
saccheggio quando i tetti dei templi sono eliminati, le loro mura sono distrutte, le statue degli dei
sono distrutte, i loro altari sono rovesciati, e i loro sacerdoti o devono tacere, o devono morire; dopo
che i primi templi sono stati rasi al suolo, quelle persone sono corse contro i secondi e i terzi, e
alcune vittorie contrarie alla legge si sono accumuluate.30,9.Dunque questi delitti vengono compiuti
nelle città, e avvengono in modo abbondante nelle campagne. Molti nemici fanno ognuna di queste
azioni, e dopo numerosissimi misfatti questo gruppo che era disperso si riunisce, i suoi membri
fanno un resoconto delle loro imprese, ed è una vergogna per loro il non avere compiuto dei reati
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gravissimi. Dunque essi vanno attraverso i campi come dei torrenti impetuosi che devastano i campi
mediante i templi. Infatti quando essi tolgono un tempio da un campo, questo campo è reso cieco,
giace al suolo ed è morto. Infatti, o imperatore, i templi sono l'anima dei campi, sono stati le prime
cose della fondazione nei campi e per mezzo di numerose generazioni sono arrivati a quelli che
vivono adesso. 30,10.E quelli che coltivano la terra hanno nei templi tutte le loro speranze, riguardo
ai mariti, riguardo alle mogli, riguardo ai figli, riguardo ai buoi, e riguardo alla terra che è stata
seminata e piantata da loro. Ma il campo che ha patito questo maltrattamento è rovinato, e perde
l'impegno degli agricoltori insieme alle loro speranze; essi ritengono che faticheranno invano dopo
che sono stati privati degli dei che guidano le loro fatiche nel modo che è necessario. Se la terra non
usufruisce di fatiche simili a queste, neppure il suo prodotto potrebbe essere simile in tutto a quello
precedente. E se questa situazione è così, l'agricoltore diventa più povero, il suo reddito è
danneggiato. Infatti qualunque cosa una persona voglia, il non potere ottenerla lo ostacola. 30,11.
Così quelle azioni illegali che sono state osate nelle campagne da queste persone empie si spingono
fino a quelle cose che sono più importanti, essi dicono di fare la guerra ai templi, ma questa guerra è
un mezzo per avere le ricchezze che si trovano nei templi, e alcuni individui rubano gli averi di quei
contadini sventurati, sia quei frutti che essi hanno perché provengono dalla terra, sia gli animali che
loro allevano. Dunque quegli aggressori si allontanano portando via i beni dei luoghi che hanno
espugnato. Ad altri individui queste azioni non sono sufficienti, ma essi si impadroniscono anche
della terra, e dicono che la terra del tempio appartiene a un certo individuo,e molti uomini sono stati
privati dei beni delle loro famiglie per mezzo di un titolo non vero. Altri dicono che onorano il loro
dio e vivono nel lusso grazie alle sventure degli altri e grazie alla povertà degli altri. E se quelli che
sono stati derubati vanno dal loro pastore in città, infatti loro chiamano così un uomo che non è
molto buono, dunque se loro vanno da lui e si lamentano dicendo quelle cose nelle quali hanno
patito un torto,questo pastore elogia i malfattori e manda via le vittime dicendo che le vittime hanno
avuto un vantaggio se non hanno sofferto dei dolori più grandi di questi. 30,12. Tuttavia, o
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imperatore, anche questi uomini sono sottoposti al tuo potere, e sono più utili di quelli che li
danneggiano, tanto quanto coloro che lavorano sono più utili di coloro che sono oziosi. Infatti i
primi sono simili alle api, i secondi sono simili ai fuchi. E se essi sentono dire che una proprietà
agricola ha qualcuna di quelle cose che possono essere rubate, subito dicono che questa proprietà è
coinvolta nei sacrifici, e fanno delle azioni terribili, e c'è bisogno di una spedizione militare contro
questa proprietà agricola e arrivano quelli che la puniscono, e questo è il nome che essi danno ai
loro ladrocini, se io non ho detto troppo poco. Alcuni cercano di stare nascosti, e negano le azioni
illegali che compiono, e se tu chiami uno di loro “ladro”, tu lo offendi, altri se ne vantano, ne sono
orgogliosi, e insegnano queste cose a quelli che non le conoscono, e dicono che loro sono anche
degni di ricevere dei compensi. 30,13. Eppure questa cosa che altro è se non il fatto che gli
agricoltori subiscono una guerra in tempo di pace? E l'essere maltrattati dai propri simili non rende
minori le loro disgrazie, se non è anche una cosa più terribile il fatto che quegli alleati che
verosimilmente loro avrebbero avuto nei momenti difficili siano stati responsabili delle sofferenze
che io ho raccontato e che loro hanno patito in tempo di pace. 30,14. Dunque, o imperatore, qual è il
tuo scopo quando tu riunisci gli eserciti, prepari le armi, parli con alcuni comandanti, ne mandi altri
dove è utile mandarli, e mandi delle lettere ad altri riguardo agli argomenti sui quali essi fanno delle
domande? Queste mura nuove e queste fatiche estive che cosa vogliono fare e a che cosa mirano? E
qual è la cosa che dà alle città e alle campagne la possibilità di vivere in sicurezza e di dormire
tranquillamente, e di non essere turbate da quelle attese che derivano dalle guerre, ma tutti sanno
bene che se anche qualcuno facesse un attacco, se ne andrebbe dopo avere sofferto un male più di
quanto potrebbe dare un dolore agli altri? Dunque se tu arresti quei nemici che provengono
dall'esterno,e alcuni dei tuoi sudditi attaccano altri tuoi sudditi, e non permettono loro di partecipare
a quei beni che sono comuni, o imperatore, in che modo questi individui non fanno dei torti alla tua
attenzione, alle tue preoccupazioni, e alle tue fatiche? In che modo questi individui non fanno una
guerra contro la tua decisione con le azioni che essi fanno? 30,15. Loro dicono: “Noi abbiamo
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punito quelli che hanno violato la legge, la quale non consentiva di fare dei sacrifici, ed essi li
facevano”. O imperatore, quando loro dicono queste cose mentono. Infatti nessuno di questi uomini
che non conoscono la piazza è così sfrontato al punto da ritenere di essere più potente di una legge,
e quando io cito una legge, dico colui che l'ha istituita. Tu credi che coloro che non sopportano di
vedere la clamide dell'esattore disprezzerebbero il potere imperiale? Queste cose sono state dette
molte volte anche da Flabianos, ma non sono mai state provate. E non sono provate neanche adesso.
30,16. Infatti, vedi, invoco i custodi di questa legge; chi ha visto qualcuno tra queste persone che
sono state private da voi dei loro beni, che ha fatto dei sacrifici sugli altari, nel modo che la legge
non permetteva? Quale giovane, quale anziano, quale uomo, quale donna, quale di quegli individui
che abitano la campagna non è d'accordo con coloro che hanno fatto dei sacrifici per gli dei? Quale
persona tra gli abitanti delle vicinanze non è d'accordo con loro? Sia l'ostilità, sia l'odio potrebbero
dare ai vicini molti motivi per i quali si andrebbe volentieri a una lite,e invece nessuno né dei primi,
né dei secondi è andato a fare questa lite, né andrà a farla in futuro temendo lo spergiuro, per non
dire le frustate. Dunque qual è la prova dell'accusa se non il dire che essi abbiano fatto dei sacrifici
che non erano leciti? Ma ciò non sarà sufficiente per l'imperatore. 30,17. Si dirà: “Dunque costoro
non hanno forse fatto dei sacrifici?”. Sì, li hanno fatti, ma in un pasto, in una cena, in un lauto
banchetto, usando dei buoi sgozzati altrove, ma nessun altare ha ricevuto il loro sangue, nessuna
delle loro parti è stata bruciata, i grani d'orzo non hanno dato inizio ai sacrifici, e nessuna libagione
pecora, o entrambi, cuocendone alcune parti, e cucinandone altre parti, le mangiano stando stesi per
terra, io non so se loro abbiano violato alcune leggi. 30,18. Infatti,o imperatore, tu non hai impedito
queste azioni con una legge, e hai detto che non bisognava fare una cosa soltanto, ma hai permesso
tutte le altre cose. Dunque se anche essi hanno bevuto insieme con molti profumi, non hanno violato
la legge, e se hanno cantato tra le coppe dell'amicizia e hanno invocato gli dei non hanno violato la
legge, a meno che tu accusi il comportamento che ciascuno di questi individui ha avuto a casa
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propria. 30,19.Era un'abitudine che molti abitanti delle campagne si riunissero presso gli uomini più
conosciuti nei giorni di festa e poi facessero dei banchetti. Quando era possibile fare questa cosa,
essi la facevano. Dopo questi provvedimenti era rimasta la possibilità di fare altre cose, ma non il
sacrificare. Dunque quando quel giorno consueto invitava a fare ciò, essi hanno obbedito a questo
invito, e in modi non rischiosi hanno onorato sia quel giorno, sia il tempio, nessuno ha detto, né ha
sentito dire, né ha convinto, né ha creduto che loro dicessero che fosse giusto fare sacrifici. Nessuno
dei nemici di costoro potrebbe dire di essere stato testimone diretto di un sacrificio, oppure nessuno
può dire che lui ha qualcuno che gli abbia rivelato questa cosa. Se lui avesse queste prove o una di
queste prove, chi avrebbe potuto sopportare gli arresti, le grida e le accuse non nel tribunale di
Flabianos, ma nei tribunali veri? Infatti così essi hanno creduto che avrebbero eliminato in un modo
maggiore il sacrificare, se avessero eliminato alcuni di quelli che hanno fatto i sacrifici. 30,20. Ma
loro diranno che queste azioni non sono una loro funzione, consegnare un uomo a coloro che lo
uccideranno, anche se quest'uomo ha commesso i reati più gravi. Io tralascio quante persone essi
abbiano ucciso nelle loro rivolte, e loro non rispettano neppure il nome che hanno, perché secondo
loro tali eventi vanno attribuiti alla concitazione; ma le vostre azioni con le quali voi avete
allontanato delle persone che con le loro cure portavano un aiuto alla povertà che c'era tra le donne
anziane, tra gli uomini anziani e tra i bambini orfani, e molte di queste persone avevano delle parti
del loro corpo mutilate, queste vostre azioni non sono forse un omicidio? Queste vostre azioni non
sono forse una condanna a morte? Queste vostre azioni non sono forse l'uccidere con la morte più
dolorosa, per mezzo della fame? Infatti poiché è stata impedita a questi individui la possibilità di
nutrirsi, certamente a loro è rimasta questa morte. Se voi uccidete quegli uomini che non erano stati
accusati di niente, non uccidete anche questi uomini che non avevano violato nessuna legge? Così
l'evitare <i> tribunali contiene la dimostrazione del fatto che quegli uomini non hanno effettuato dei
sacrifici.Così loro,che non hanno sottoposto a un processo quelli che hanno ucciso, hanno dichiarato
che non avevano neppure un motivo per processarli. 30,21. E se loro mi dicono i testi delle scritture
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alle quali dicono di essere fedeli,io contrapporrò quelle azioni che sono state fatte in modo malvagio
da loro. Ma se questa cosa non fosse così,loro non potrebbero vivere nel lusso.Adesso noi sappiamo
in quale modo essi passano i loro giorni, e in quale modo passano le loro notti. E sarebbe verosimile
che degli individui che non esitano a fare quelle azioni siano così attenti nel fare questa cosa? Ma
sono stati distrutti tanti templi e tanti campi dalla tracotanza e dalla violenza di quegli individui,
dalla loro avidità e dalla loro voluta mancanza di autocontrollo. 30,22. Una prova è stato il fatto che
la statua bronzea di una divinità nella città di Berea, era Asklepios nella forma del figlio di Kleinias,
la sua arte imitava la natura, e la sua bellezza era così grande che quelli che potevano guardarla ogni
giorno, nonostante ciò avevano il desiderio di vederla. Nessuno è così sfrontato al punto di dire che
ci fossero dei sacrifici a questa statua. Pertanto, o imperatore, questa statua che era così bella e che
era stata creata con molta fatica,come è verosimile,è stata abbattuta con cura da un'anima splendida,
ed è andata perduta. Le molte mani della folla hanno fatto a pezzi le opere di Pheidias. Per quale
sangue? Per quale coltello rituale? Per quale onore che fosse al di fuori delle leggi? 30,23 Dunque
come a Berea loro non potevano parlare di nessun sacrificio, però hanno tagliato ad Alkibiades
molte sue parti, è meglio dire che le tagliarono ad Asklepios, hanno tolto bellezza alla città con le
loro azioni riguardo alla statua della divinità, così bisogna ritenere che i loro comportamenti nei
campi siano stati di questo genere. Nessuno ha sacrificato nessuna vittima, le persone,pur soffrendo,
hanno cessato di recarsi in questi templi, essi sono stati distrutti in modo simile,sia quelli più grandi,
sia quelli più piccoli, e coloro che hanno patito queste cose sono stati simili a quegli uomini che
hanno fatto naufragio e che sono caduti fuori dalle navi sulle quali navigavano. 30,24. Dunque chi
sono quelli che devono essere puniti, quelli che hanno osservato le leggi, oppure quelli che hanno
ritenuto che la loro volontà fosse superiore a quelle leggi? Infatti, o imperatore, se è grave il
disobbedire a quelle leggi che sono state scritte da te, mostrano di avere obbedito a esse coloro che
non hanno effettuato i sacrifici, ma hanno fatto il contrario coloro che hanno distrutto quei beni che
secondo la tua decisione dovevano restare ai loro proprietari, e quelli che hanno comminato una
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punizione per questo stesso motivo devono essere puniti;infatti hanno comminato una punizione che
non avrebbero dovuto comminare, e hanno permesso di vivere a persone alle quali hanno rivolto
delle accuse, e hanno distrutto degli oggetti inanimati che non potevano essere accusati di niente.
30,25. E se questa azione è un reato grave, a questi individui spettava il dimostrare che gli accusati
fossero degni di una punizione, mentre spettava al giudice comminare una punizione. Non era
possibile che loro non avessero un governatore provinciale, perché tutte le province sono controllate
dai governatori. Così i parenti di quelli che sono stati uccisi puniscono gli uccisori con dei discorsi
fatti da loro stessi, ma per la decisione dei magistrati. Nessuno estrae una spada contro l'assassino e
rivolge questa spada al <collo> di quell'uomo usando la forza invece del tribunale, infatti non si fa
così neppure per un ladro di tombe, né per un traditore, né per nessuno di coloro che compiono altri
reati né prima, né dopo, ma al posto delle spade ci sono delle denunce, delle accuse scritte, e dei
processi. 30,26. E io credo che al magistrato sia sufficiente che la punizione sia applicata da quelli
che la legge vuole.Ma questi magistrati sono gli unici che hanno dato dei giudizi su tutte quelle cose
riguardo alle quali hanno fatto delle accuse, e dopo avere dato il loro giudizio essi stessi hanno fatto
le azioni proprie dei carnefici. Qual è l'obiettivo che essi cercano? Che quelli che onorano gli dei
siano tenuti lontani dai loro culti e si convertano ai culti di quegli altri uomini? Questa è la cosa più
stolta di tutte.Infatti chi non sa le persone attraverso le sofferenze che patiscono venerano sempre di
più queste cose nelle quali credevano in precedenza? Come quelli che amano i corpi, per il fatto che
è impedito di fare questa cosa, la fanno ancora di più e diventano gli amanti più appassionati di
quelle stesse cose. 30,27. E se le conversioni riguardo a queste cose fossero avvenute per le
distruzioni dei templi, già da molto tempo i templi sarebbero stati distrutti dalla tua decisione; infatti
già da molto tempo tu avresti visto volentieri questa conversione. Ma tu sapevi che non potevi fare
questa cosa. Per questo motivo tu ti sei tenuto lontano da questi templi. Questi individui, se anche si
aspettavano qualcosa di simile, avrebbero dovuto arrivare insieme a te a questa stessa conclusione e
condividere con l'imperatore il suo desiderio di onore. Io credo che per loro sarebbe meglio avere
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successo in quelle cose che desiderano senza fare nessun reato invece che facendo azioni illegali.
30,28. Ma se essi ti diranno che ci sono state altre persone che a causa di queste azioni hanno
condiviso la vostra opinione riguardo alla divinità, a te non deve sfuggire il fatto che queste
conversioni sono soltanto apparenti, e non sono mai avvenute. Infatti questi individui non sono
affatto diventati molto diversi da se stessi, anche se dicono di esserlo diventati. Questo non significa
che loro abbiano scambiato delle credenze religiose con altre,ma significa che queste persone vanno
insieme alla folla dei cristiani e partecipano alle altre attività dei cristiani, ma quando assumono
l'atteggiamento della preghiera o non invocano nessun dio, o invocano gli dei, non fanno
un'invocazione da un simile luogo, ma li invocano. Dunque come nelle tragedie colui che entra in
scena come tiranno non è un tiranno, ma l'aspetto del tiranno consiste nella sua maschera,così anche
ognuno di quegli individui mantiene se stesso immutato, ma con queste azioni dà l'impressione di
essere cambiato. 30,29. Tuttavia qual è il vantaggio per loro, se c'è un discorso sulle opinioni
religiose di quegli individui, ma non c'è la realtà? Infatti bisogna convincere di tali credenze
religiose, non costringere a esse. E se colui che non può ottenere la persuasione fa ricorso alla
costrizione, non ottiene nessun risultato, anche se lui crede di averlo ottenuto. Si dice che questo
comportamento non sia presente nelle regole di questi cristiani, che per loro sia onorevole il
convincere, mentre la costrizione sia oggetto della loro disapprovazione. Dunque per quale motivo
voi vi infuriate contro i templi, se non potete fare la persuasione, e per voi <è necessario> ricorrere
alla costrizione? Infatti se fosse così, voi chiaramente violereste le vostre stesse leggi. 30,30. Ma
essi dicono che i templi non hanno nessuna utilità né per la terra, né per gli esseri umani che sono su
di essa. Pertanto, o imperatore, in questa cosa devo avere una grande franchezza, temo che darò un
dolore a qualcuno di coloro che sono più potenti di me. E tuttavia il mio discorso deve andare a
ricercare soltanto questa cosa, la verità. 30,31. Infatti qualcuno di quelli che lasciano tenaglie,
martelli e incudini, e ritengono giusto parlare riguardo al cielo e riguardo a coloro che lo abitano,
dica pure a me quali sono gli dei seguendo i quali i Romani hanno avuto il potere, e partendo dai
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loro primi esordi che furono piccoli e scadenti essi hanno ottenuto grande potere. Era il <dio> di
questi Cristiani? O erano quegli dei che hanno santuari e altari <e> da quali dei i Romani hanno
sentito dire per mezzo degli indovini che cosa dovevano fare oppure non fare? Agamemnon fece
forse dei sacrifici in un modo completamente vergognoso quando navigò verso Ilion, oppure ritornò
come vincitore, quando Athena trovò il modo per mettere fine alla spedizione? Noi sappiamo che
Herakles eliminò quella stessa città prima di Agamemnon, ed Herakles ottenne l'appoggio degli dei,
non fece forse questa cosa con dei sacrifici? 30,32. Dunque Maratona è ancora gloriosa per i
diecimila Ateniesi non più che per Herakles e Pan, e Salamina è divina per <le trecento> navi dei
Greci non più che per quegli dei alleati che vennero da Eleusi e che con un canto fatto da loro
vennero alla battaglia navale. Si potrebbero dire innumerevoli guerre che furono guidate dalla
benevolenza degli dei,e,per Zeus, si potrebbero dire anche i periodi di pace e di tranquillità che sono
stati guidati dalla benevolenza degli dei. 30,33. Ma la cosa più importante è che queste persone che
sembrano disonorare questa funzione degli dei la onorano contro la loro volontà. Quali sono questi
individui? Sono quelli che non hanno osato togliere a Roma il suo fare sacrifici. Tuttavia se questa
pratica dei sacrifici è totalmente inutile, per quale motivo non viene impedito ciò che è inutile? E
se questa pratica è anche dannosa, per quale motivo essa non viene impedita in questo modo a
maggior ragione? Ma se nei sacrifici che si fanno a Roma si trova la solidità dell'impero, si deve
ritenere che il fare sacrifici sia molto utile in ogni luogo e si deve ritenere che alcune divinità
presenti a Roma abbiano dato a essa i benefici più grandi, e che altre divinità che sono nelle
campagne e nelle altre città abbiano dato dei benefici più piccoli,e ogni individuo che pensi in modo
giusto dovrebbe accettare quei benefici che sono più grandi. 30,34.Infatti negli eserciti non è uguale
ciò che viene dato da ciascuno, ma ciò che proviene da ciascuno porta un contributo alla battaglia;
qualcosa di simile avviene anche nel remare; le braccia non sono tutte uguali, ma anche chi è
inferiore al primo fornisce il suo contributo. Un dio combatte a favore dello scettro di Roma,un altro
dio salva la città che è sottomessa a Roma, un altro dio protegge un campo e gli permette di
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prosperare.Dunque i templi devono esistere in ogni luogo oppure questi individui devono dichiarare
che voi imperatori siete mal disposti verso Roma, perché le permettete di fare delle azioni che le
causeranno un danno. 30,35. Pertanto il fare sacrifici è stato mantenuto non soltanto a Roma, ma
anche nella città popolosa e grande di Sarapis,e questa città, Alessandria, ha ottenuto un grande
numero di navi, grazie alle quali essa rende comune a tutti gli esseri umani la produzione agricola
dell'Egitto. L'Egitto è opera del Nilo, e fa dei banchetti per il Nilo, per convincerlo a risalire fino ai
campi, e se questi banchetti non sono fatti nel momento dovuto e dalle persone dovute, il Nilo non
vorrebbe fare questa cosa. A me sembra che se sapessero queste cose coloro che vogliono eliminare
consuetudini antiche e per quel compenso che è consueto. 30,36. Dunque che significa? Poiché non
c'è in ogni campo un fiume che fornisca alla terra quei benefici che sono propri del Nilo, è forse
necessario che i templi che sono in questi campi smettano di esistere, ed è forse necessario che
questi campi patiscano il cattivo trattamento che è stato deciso da questi nobili individui? Io vorrei
chiedere loro questa cosa, se essi oserebbero farsi avanti e dire che gli onori che si fanno al Nilo
devono cessare, che la terra non deve partecipare a questi onori, che essa non deve essere seminata,
non deve essere mietuta, non deve produrre grano, né i prodotti che fornisce adesso, e che questi
prodotti non devono essere esportati in ogni terra, come avviene adesso. Se essi non aprono la bocca
in queste circostanze smentiscono le cose che dicono con quelle che non dicono. Infatti se essi
dicono che il Nilo non deve essere privato dei suoi onori, ammettono che gli onori dei templi sono
utili agli uomini. 30,37.Dunque quando essi menzionano Konstantinos, l'imperatore che ha fatto una
violenza contro i templi,lasciando perdere il fatto che lui non ha preso nessun provvedimento contro
i sacrifici, ma chi ha scontato una punizione molto grande per quelle azioni che riguardano le
ricchezze sacre, se non lui che è andato contro se stesso, e dopo la morte ha patito altre punizioni e i
membri della sua stirpe sono andati gli uni contro gli altri e quasi nessuno è rimasto in vita? Per
Konstantinos sarebbe molto meglio se i suoi discendenti avessero il potere invece del fatto che la
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città che prende il nome da lui sia accresciuta dalle costruzioni, e questa stessa città ha dentro di sé
quelli che vivono lussuosamente e in modo malvagio e ha tutti gli altri abitanti che imprecano per la
loro povertà, e loro forniscono a quella città la sua ricchezza. 30,38. E pertanto se essi dopo
quell'imperatore citano il figlio di quell'imperatore, Konstantios secondo, e il fatto che lui eliminò
alcuni templi, e quelli che li distrussero non faticarono meno di quelli che li costruirono, non è così
facile dividere le pietre che sono state collegate le une alle altre con dei legami saldissimi,dunque se
essi dicono queste cose, io aggiungo una cosa più importante, cioè che quell'uomo ha dato a quelli
che erano vicini a lui i doni dei templi, come un cavallo, o uno schiavo,o un cane, o una tazza d'oro,
ma i doni sono stati delle sventure per entrambe le persone, sia per quelli che li hanno dati, sia per
quelli che li hanno ricevuti. Quell'imperatore, Konstantios secondo,visse tutta la sua vita tremando
di paura, e temendo i Persiani, e aveva paura che ogni primavera contenesse una invasione dei
Persiani, come i bambini hanno paura degli spauracchi, e dei due imperatori, Konstantios secondo è
morto senza avere figli, senza fare testamento, ed è stato sventurato, per Konstantinos sarebbe stato
meglio non avere avuto dei figli. 30,39. In tali disonori, in una guerra tanto grande tra di loro vivono
i discendenti di quegli imperatori, si aggirano tra le colonne dei templi, e credo che queste loro
situazioni difficili siano dovute ai templi. Quegli uomini che hanno saputo i modi per arricchirsi
hanno tramandato ai loro figli tali motivi di felicità.E adesso alcune malattie che richiedono la mano
di Asklepios portano in Cilicia questi individui, ma le offese che loro hanno rivolto al luogo fanno
in modo che essi vadano via senza avere ottenuto niente, come è possibile che non ritornino in quel
modo quelli che hanno parlato male del dio autore di quel luogo? 30,40. I modi di vivere di un
imperatore devono essere tali che sia possibile lodarlo sia quando è in vita, sia dopo la sua morte,
noi sappiamo come era Iulianos, che ha ricevuto l'impero dopo Konstantios, e avrebbe conquistato
l'impero dei Persiani, se il tradimento non gli avesse impedito di fare ciò. Tuttavia lui è stato grande,
anche se è morto. Infatti Iulianos è morto per un inganno, come Achilleus, ma per quelle azioni che
lui ha fatto prima della sua morte viene celebrato come Achilleus. 30,41. E Iulianos che ha restituito
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agli dei sia i templi, sia gli onori, sia i recinti sacri, sia gli altari, sia il sangue ha ricevuto queste
ricompense. Lui si è sentito dire dagli dei che dopo avere umiliato l'orgoglio dei Persiani sarebbe
morto, e ha ottenuto la gloria della sua anima conquistando numerose città, devastando un'ampia
estensione di terra, e insegnando a fuggire a coloro che inseguivano, e lui, come tutti sanno, stava
per ricevere un'ambasceria che portava la sottomissione dei nemici.Dunque Iulianos ha accolto bene
la sua ferita e si gloriava mentre la guardava, e senza piangere faceva questo rimprovero a coloro
che piangevano,cioè che essi non ritenevano che la sua ferita fosse migliore di un'estrema vecchiaia.
E dunque le molte ambascerie che ci sono state dopo Iulianos sono state tutte per lui, e gli
Achemenidi preferivano ricorrere ai discorsi invece che alle armi perché quel timore era stato
instillato nelle loro anime da Iulianos. È stato tale Iulianos, che ha innalzato i templi per i nostri dei,
ha reso le sue imprese più forti della dimenticanza, ed è diventato più forte della dimenticanza.
30,42. Io pensavo che l'imperatore, come il suo predecessore, avrebbe eliminato, avrebbe distrutto e
avrebbe incendiato i templi dei nemici, perché lui aveva deciso di disprezzare gli dei, anche se
avrebbe fatto meglio a risparmiare i templi preesistenti e appartenenti ai nemici, e pensavo che lui
avrebbe protetto i nostri templi che sono stati costruiti con fatica, in molto tempo, con molta
manodopera, e con molti talenti, ed è giusto affrontare un pericolo per essi. Infatti se bisogna
proteggere le città in ogni luogo, le città sono famose per questi templi più che per altre cose,e dopo
le bellezze dei palazzi imperiali i templi sono la cosa più importante in quelle città,per quale motivo
non bisognerebbe dare un po' di cura anche a questi templi, e per quale motivo non bisognerebbe
impegnarsi affinché questi templi siano presenti nel corpo delle città? Certamente essi sono degli
edifici, anche se non fossero dei templi. Io credo, che la tassazione abbia bisogno di edifici che la
raccolgano. Pertanto i templi, se sono ancora in piedi, devono ricevere le tasse e non devono essere
abbattuti. Non dobbiamo ritenere che sia terribile il tagliare una mano di un essere umano, e pensare
che sia una cosa saggia cavare gli occhi delle città,e noi non dobbiamo lamentarci per gli edifici che
crollano nei terremoti, se quando non ci sono dei terremoti, e quando essi non causano danni, noi
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stessi facciamo l'azione che è propria dei terremoti. 30,43. Certamente i templi sono delle proprietà
imperiali, come tutte le altre cose,ma se uno affonda i propri stessi beni, tu vedi se si comporta bene
facendo così. E colui che getta una borsa nel mare non è sano di mente,e se un timoniere tagliasse le
funi delle quali la barca ha bisogno, e se ordinasse a un marinaio di gettare in mare il remo, darebbe
l'impressione di fare delle azioni terribili;ma se un magistrato rende una città peggiore per la perdita
di una parte tanto importante,darà forse alla città dei grandissimi vantaggi? Infatti che bisogno c'è di
distruggere qualcosa di cui è possibile cambiare la funzione? Come potrebbe non essere vergognoso
che un esercito faccia la guerra contro le proprie pietre e che un comandante militare si dedichi a
fare degli incitamenti contro quegli edifici che da molto tempo salgono verso l'alto e sono stati
costruiti con un grande impegno, e il compimento di questi edifici è stato una festa per quelli che
regnavano allora? 30,44. E nessuno deve pensare che queste mie parole siano un'accusa contro di te,
o imperatore. Infatti ai confini con la Persia si trova un tempio che non è simile a nessun altro, come
è possibile sentire dire da tutti coloro che lo hanno visto. Questo tempio grandissimo è stato
costruito con pietre grandissime, e ha occupato uno spazio tanto grande della città quanto la città
stessa. E per gli abitanti della città, nelle paure causate a loro dai nemici che essi avrebbero
conquistato la città, era sufficiente che i nemici non avrebbero potuto conquistare anche questo
tempio, perché la solidità del suo muro di cinta impediva ogni macchina da guerra. E se gli abitanti
della città salivano sul tetto del tempio potevano vedere una grande parte della terra nemica, ed è un
vantaggio non piccolo per quegli uomini che fanno questa guerra.Io ho sentito dire anche che alcuni
litigano su quale sia il tempio che suscita una maggiore meraviglia, se sia questo tempio, che adesso
non esiste più, o quello di Serapis, e io spero che il tempio di Serapis non abbia questa stessa
sventura. 30,45. Ma questo tempio che era tale e tanto grande, e io tralascio le parti segrete del suo
tetto, e tutte quelle statue degli dei che erano fatte di ferro, che erano nascoste dall'oscurità, e che
sfuggivano al sole, è stato distrutto ed è scomparso, ed è un lamento per quelli che l'hanno visto e
una gioia per quelli che non l'hanno mai visto, infatti occhi e orecchie non sono la stessa cosa in tali
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argomenti, e in coloro che non l'hanno visto ci sono entrambi i sentimenti, il dolore e la gioia, il
dolore per la sua caduta, la gioia è per non averlo visto cadere. 30,46. E tuttavia se si valutasse in
modo accurato, questa non è opera tua, o Theodosios, ma è opera di un uomo scellerato che ti ha
ingannato, che è stato odiato dagli dei, e che è stato vile e avido, è stato molto ostile a quella terra
che lo ha accolto quando lui è nato, ha approfittato della stoltezza della sorte, ha fatto un cattivo uso
della sua sorte, è stato schiavo di sua moglie, è stato compiacente con lei in tutte le cose, e ha
ritenuto che lei fosse tutto per lui. Lei deve obbedire in tutte le cose a quelli che danno ordini come
questo, e la dimostrazione della virtù di questi individui è il vivere indossando i mantelli delle
persone che sono in lutto, e la dimostrazione più grande di virtù per questi monaci è il vivere
indossando le vesti di quelli che tessono dei mantelli di sacco.30,47. Una simile macchinazione ti ha
ingannato, ti ha raggirato, ti ha fuorviato, ti ha fatto sbagliare, e noi sappiamo che anche molti dei
sono stati ingannati dai <figli degli> dei. E questi individui dicono che le vittime dei sacrifici sono
così vicine che il fumo va nei loro nasi, minacciano,aggiungono provocazioni grandi a provocazioni
piccole e si vantano,e credono che niente possa mai sembrare più forte di loro, con simili invenzioni
e con artifici e con parole escogitate da loro in modo capace di suscitare collera hanno portato
quello che era il più gentile degli imperatori a essere in qualche modo fuori di sé,perché queste sono
mitezza, il salvare invece che il distruggere. Ma anche se alcuni hanno detto le cose più giuste, cioè
che, se ci fosse stato un simile reato, sarebbe stato necessario che esso fosse punito per la sua
temerarietà e che in questo modo si provvedesse a evitare che si verificasse ancora, quest'uomo
pensando che avrebbe ottenuto una vittoria inutile, ha ottenuto una vittoria completa. 30,48. Lui
<non> avrebbe dovuto onorare i propri piaceri prima dei tuoi interessi, non avrebbe dovuto cercare
di sembrare importante a quei monaci che sono fuggiti abbandonando l'agricoltura, e dicono che
stanno sulle montagne insieme al creatore di tutte le cose,ma avrebbe dovuto provvedere affinché le
tue azioni sembrassero sia onorevoli, sia degne di lodi da parte di tutti gli esseri umani. Adesso
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invece molti tuoi amici e conoscenti sono arrivati fino al punto di prendere e svuotare i tuoi tesori, e
per loro il tuo potere imperiale è più importante delle loro vite, ma quando viene il momento
decisivo, e quando si riunisce un consiglio che richiede una decisione, loro trascurano queste cose, e
si occupano dei loro interessi. 30,49. E se qualcuno va da loro e chiede che cosa siano queste loro
attività, essi dicono che non hanno nessuna responsabilità per ciò che fanno, rispondono che hanno
fatto quelle cose che sono state decise dall'imperatore e che l'imperatore è tenuto a fare la
giustificazione di questi atti, e loro dicono tali parole. Ma quelli che devono fare questa
giustificazione sono questi uomini che non rendono mai conto delle azioni che fanno; infatti quale
spiegazione essi potrebbero mai dare riguardo a tali misfatti? Essi, parlando agli altri negano che
questa azione sia opera loro, ma quando incontrano te imperatore da soli dicono che non hanno fatto
niente di così buono per la tua casa.Spero che gli dei che hanno collocato la tua persona a capo della
terra e del mare allontanino la tua casa da queste persone, perché tu non potresti ricevere da loro
nessun beneficio maggiore. Infatti essi con il nome di amici e di assistenti dicono delle parole a
causa delle quali potrebbero causare dei danni, e servendosi della tua fiducia come un'occasione per
danneggiarti potrebbero facilmente danneggiarti. 30,50. Ma io esamino questi individui per dare la
dimostrazione dell'ingiustizia di costoro grazie alle parole che ho appena detto. Infatti orsù, per
quale motivo voi dite che questo grande tempio è stato distrutto? Non è forse per la decisione
dell'imperatore? Va bene. Certamente coloro che lo hanno distrutto non hanno fatto niente di male,
perché hanno eseguito le cose che erano state decise dall'imperatore. Dunque chi fa delle cose che
non sono state decise dall'imperatore commette un reato? Allora voi siete questi colpevoli di reati,
perché voi non potete dire nessuna giustificazione simile per le azioni che avete fatto. 30,51.Dimmi,
per quale motivo il tempio della Sorte è integro, e sono integri anche il tempio di Zeus, quello di
Athena, e quello di Dionysos? Forse perché voi volete che essi restino in piedi? No, ma perché
nessuno vi ha dato la possibilità di fare queste azioni.Voi avevate ricevuto questa autorità riguardo a
questi templi che voi avete distrutto? <No>.Dunque per quale motivo non dovreste essere soggetti a
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una punizione? Oppure per quale motivo definite le azioni che avete compiuto come una punizione
data da voi che non avete patito nessun danno in nessuna modo e che avete fatto un'azione che
potrebbe ricevere un'accusa? 30,52. O imperatore, per te sarebbe possibile ordinare: “Nessuno dei
miei sudditi deve ritenere che esistano degli dei, e nessuno deve onorare degli dei, né deve chiedere
loro nessun beneficio né per se stesso, né per i suoi figli, a meno che non faccia ciò in silenzio e di
nascosto, e ognuno deve onorare il dio che io onoro, deve andare a partecipare ai riti celebrati per
lui, le preghiere devono essere rivolte a lui e ognuno deve piegare la sua testa sotto la mano di colui
che governa il popolo. C'è la necessità assoluta che colui che disobbedisce a questo ordine sia
condannato a morte”. 30,53. Sarebbe facile per te dare questi ordini, ma tu non hai ritenuto giusto
farlo, e non hai dato un giogo alle anime delle persone su questo argomento, e tu ritieni che la tua
religione sia meglio di quell'altra, tuttavia ritieni che l'altra religione non sia un'empietà per la quale
qualcuno potrebbe essere giustamente punito. E tu non hai escluso tali uomini dagli onori, ma hai
dato loro anche alcuni incarichi, li hai resi tuoi commensali, hai fatto spesso questa cosa, hai bevuto
alla loro salute, e anche adesso tu li hai legati a te stesso, oltre che agli altri individui, e tu hai
ritenuto che un uomo che giura sugli dei sia utile agli altri, a te stesso e al potere imperiale, e tu non
ti indigni e non ritieni di avere patito qualche torto per tali giuramenti e ritieni che non sia
certamente malvagio colui che ripone le sue migliori speranze negli dei. 30,54. Pertanto se tu,
Theodosios, non perseguiti noi, come Iulianos, che ha respinto con le armi i Persiani, non ha
perseguitato quei suoi sudditi che avevano un'opinione opposta alla sua su questo argomento, per
quale motivo queste persone ci perseguitano? Con quale giusto motivo fanno i loro attacchi? Per
quale motivo essi attaccano le proprietà agricole altrui con collera? Perché essi abbattono alcune
cose, ne portano via altre, dopo averle sollevate, e aggiungono all'offesa di fare tali azioni l'offesa di
vantarsi per le azioni che loro hanno commesso? 30,55. O imperatore se tu elogi queste cose e le
permetti, noi sopporteremo questa cosa non senza dolore, ma mostreremo che abbiamo imparato a
essere comandati. Ma se questi individui, senza che tu lo abbia concesso, andranno ad attaccare tutti
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gli edifici che sono sfuggiti loro o che sono stati riedificati velocemente, tu devi sapere che i
Orazione 31. Discorso agli Antiocheni a favore degli insegnanti di retorica (355)
31,1. O uomini di Antiochia, tutti voi potreste ammettere che io non sono uno di quelli che hanno
infastidito spesso la città, e fino a oggi voi non avete fatto nessuna spesa né piccola, né grande, a
causa dei miei discorsi riguardo agli insegnanti; io ho ritenuto giusto fare questo, non per ottenere
qualcosa in futuro, se io annunciassi delle grandi cose, ma quanto più io sapevo che voi avreste
deciso in modo attento, tanto più ho ritenuto che fosse opportuno per me apparire molto cauto.
Adesso non posso più tacere, neppure se io volessi molto questa cosa, io sono venuto per dire quelle
parole che per me sarebbe ingiusto non dire, ma sarebbe bello per voi se vi convinceste di queste
cose. Infatti a quelli che decidono di non dare niente avverrà che essi saranno danneggiati e
otterranno la reputazione di avere preso qualcosa per una grandissima ambizione. 31,2. Dunque se
io avessi una quantità di ricchezze tanto grande al punto che fosse sufficiente per me gestire gli
affari di queste ricchezze, io direi a me stesso quelle parole che adesso io rivolgo a voi, e io
eliminerei la povertà dei miei amici, e proverei gioia per entrambe queste cose, per avere fatto
un'azione bellissima e per non avere reso pubblica l'indigenza di alcune persone, e anche se io cerco
di evitare questa cosa, è difficile da evitare per una città l'accusa per questa indigenza. 31,3. Ma
poiché la misura dei miei averi resta uguale e mi esime sia dal chiedere di ricevere qualcosa, sia
dall'avere la possibilità di dare qualcosa, ciò che resta, o miei concittadini, è che la cura spetti a voi.
E così, se ci sono alcuni che potrebbero accusarmi, voi eliminerete le loro critiche. Infatti per mezzo
degli aiuti che voi darete adesso voi dimostrerete che avreste potuto fare questa cosa anche in
passato, se lo aveste saputo, e si potrebbe trasferire rapidamente il biasimo da quelli che non hanno
saputo questa cosa a quelli che non li hanno informati. 31,4. Dunque forse io farò versare delle
lacrime a questi uomini a favore dei quali mi sono impegnato, infatti è inevitabile che essi, quando
saranno presenti e quando io esporrò gli aspetti dolorosi della loro indigenza, saranno tristi perché
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altri guarderanno a loro, ma è meglio che sopportino i discorsi sulla loro povertà,affinché si liberino
dei mali che provengono da questa povertà, e voi dovete sopportare se c'è qualcosa di sgradevole
nelle parole che io dico, affinché voi passiate il tempo futuro in una condizione lodevole. 31,5.
Infatti se io volessi biasimare quegli uomini oppure se io prendessi questo argomento per accusare
voi, sarei malvagio; ma affinché loro smettano di patire una penuria di ricchezze, e affinché voi
smettiate di trascurare delle cose che non dovreste affatto trascurare, per entrambe queste azioni io
dovrei giustamente apparire come un benefattore sia per quelle cose che consiglio, sia per quelle
cose riguardo alle quali io sono venuto a parlare. Così voi dovreste rivolgere la vostra attenzione in
modo particolare alle parole dette da me, se no, riterrete giusto dividervi come nelle vostre
condizioni, così nelle vostre decisioni. 31,6. Che significa ciò che io dico? Con questo io voglio dire
che nessuno, né chi non ha mai avuto figli dall'inizio, né chi ha avuto figli numerosi ed eccellenti e
che sono morti, né chi è padre soltanto di figlie femmine, né chi ha dei figli che non hanno ancora
bisogno degli insegnanti di retorica, né chi ha dei figli che non hanno più bisogno di questi
insegnanti, nessuno di voi deve ritenere di essere esentato da quelle accuse che io dico e dalla cura
riguardo alle cose che io esporrò, affinché lui non subisca il danno che ci sarà se non vince l'opzione
migliore. Infatti adesso voi siete venuti per prendere una decisione riguardo a una città, alla quale
voi tutti avete partecipato in un modo simile, anche se voi siete diversi nelle condizioni riguardo ai
figli. 31,7. Bisogna fare attenzione soltanto a questa cosa, se per la città di Antiochia, che è bella e
grande, sia più utile mantenere gli insegnanti di retorica nelle sventure che sono presenti adesso,
oppure se è meglio cambiare questa loro condizione. Infatti è necessario che voi vi prendiate cura di
tutte quelle cose che rendono la vostra città felice e gloriosa, e soprattutto di ciò che porta la nostra
città nella sua condizione di adesso. E questa cosa è, se io non dico sciocchezze, l'attività oratoria, e
il fatto che gli impulsi irragionevoli dei detentori del potere siano dominati dalla forza della ragione.
Dunque come quegli uomini che hanno la forza che proviene dalle armi e dal vincere nelle
battaglie, se trascurassero l'attività delle armi, e se essa fosse sconfitta, subirebbero un danno nel
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loro patrimonio e rovinerebbero loro stessi, così coloro che si sono dedicati a dire che essi sanno
un'accusa. 31,8. Dunque è giusto cercare un aiuto riguardo alle cattive condizioni in cui si trovano
le scuole, e poi a favore di quelli che sono chiamati insegnanti di retorica, e nella mia scuola costoro
sono quattro,e guidano i giovani studenti alla conoscenza degli autori antichi. Io mostrerò con poche
parole che è necessario che questi uomini abbiano sia importanza sia attenzione. 31,9. Se qualcuno
domandasse loro: “ditemi, voi siete di Antiochia e i vostri genitori da dove vengono? Voi venite ad
Antiochia <a causa> del potere dei vostri nemici oppure avete portato qui delle punizioni che erano
attese a causa di una necessità e di una paura?”. Essi non direbbero nessuna di queste cose. Ma che
cos'è ciò che li ha convinti a preferire una terra straniera invece che le loro patrie? Essi direbbero:
“gli sconvolgimenti in tutti i nostri studi”. E direbbero: “Noi per evitare questi sconvolgimenti
desideravamo la tranquillità nella nostra attività di insegnanti e avremmo ritenuto giusto restare
ciascuno a casa propria e vivere in condizioni umili e avremmo ritenuto giusto che noi fossimo non
molto diversi da quelli che stanno nella loro pigrizia. Ma noi siamo stati chiamati in questa città da
speranze gloriose e grandi, perché molti esempi davano a noi una garanzia, voi Antiocheni avete
accolto molti individui che erano poveri, ma non erano poveri per ciò che avevano nelle loro anime,
ed essi non avevano niente, voi avete fatto in modo che alcuni di costoro diventassero velocemente
padroni di una terra abbondante e buona, e altri ottenessero argento e denaro e altre cose che sono
ritenute parti della ricchezza. Essi diranno: “noi aspettandoci queste cose ci siamo affrettati a venire
in questa città, affinché noi ponessimo gli studi retorici in un luogo onorevole, perché nelle
condizioni precedenti c'era una felicità e affinché anche noi stessi avessimo questa felicità”. 31,10.
Dunque o uomini di Antiochia, è giusto che questa opinione sia dimostrata dalla prova pratica, e che
voi siate ritenuti migliori per questi meriti,oppure è giusto che essi vengano fin dall'inizio con gioia,
e non siano tristi per avere lasciato quei loro amici che hanno lasciato, e che abbiano questo motivo
dignitoso, cioè che sono andati a cercare una via grazie alla quale avrebbero dato un aiuto sia i loro
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amici sia se stessi, ma adesso sono così tanto lontani dal mandare qualcosa ai loro amici, al punto
che molto volentieri potrebbero prendere qualcosa dal loro luogo di origine, se qualcuno desse loro
qualcosa? 31,11. Infatti io non vi inganno riguardo al loro nome, essi sono degli insegnanti, né sul
fatto che sono insegnanti di retorica, né sul fatto che siedono nelle cattedre, ma avete sentito dire la
verità da uno che sa bene tutte le cose che riguardano costoro. Infatti alcuni di essi non hanno
neanche una piccola casa, ma abitano in case di altre persone, come i calzolai, chiunque tra loro ha
comprato una casa non ha ancora pagato il suo prestito,cosicché colui che si è impadronito di questa
casa ha una tristezza più grande di quelli che non hanno comprato casa. Qualcuno di loro ha tre
schiavi,qualcun altro ha due schiavi, qualcuno non ha neanche due schiavi, ed essi oltraggiano e
offendono i loro padroni perché sono schiavi non con molti altri colleghi,cosicché alcuni di loro non
sono stati schiavi molte volte, altri lo sono stati in modo indegno di loro stessi. Se qualcuno che è
padre di un figlio si ritiene felice, un altro ritiene che la generazione di molti figli sia una sventura,
qualcun altro deve evitare con cura di cadere in questa condizione, e un altro ancora sembra essere
intelligente perché ha temuto il matrimonio. 31,12. E quegli insegnanti che prima insegnano quelle
cose a costoro vanno alle botteghe degli argentieri, danno il loro denaro e dicono numerose cose
agli artigiani, fanno quei discorsi oppure rimproverano ciò che è stato fatto, o mostrano qualcosa di
migliore oppure lodano la velocità, oppure incitano quegli artigiani che indugiano, e questi
insegnanti fanno molti discorsi, e nessuno deve diffidare di me, ai fornai che non sono debitori a
costoro del pane e non chiedono loro del denaro,a coloro ai quali gli insegnanti sono debitori di cibo
dicono sempre che restituiranno queste cose, ma chiedono sempre di riceverle e sono assediati da
queste due situazioni contrarie, sono costretti a fuggire i fornai e a inseguirli. Infatti gli insegnanti
fuggono i fornai perché sono debitori, e li inseguono perché hanno bisogno di loro e per questo
motivo provano vergogna perché non hanno pagato i loro debiti, ma quando il loro ventre li incalza
essi a guardano a quei fornai. Poi se il debito diventa molto grande, e la sua restituzione non appare
possibile da nessuna parte,gli insegnanti prendono gli orecchini della moglie, o tolgono i braccialetti
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dal loro corpo,imprecano contro la professione degli studi retorici e consegnano i gioielli alle mani
dei fornai e se ne vanno guardando non alla restituzione di qualcosa alle loro mogli, ma al fatto che
dopo questa cosa essi devono ricorrere alle ricchezze che sono dentro la loro casa. 31,13. Dunque
quando gli insegnanti finiscono la loro lezione non passano immediatamente dalle fatiche alla
comodità, come si potrebbe pensare,ma si riposano e passano il tempo a casa loro dove avranno una
percezione più precisa delle loro sventure. Poi se essi si ritrovano insieme compiangono le proprie
sventure reciprocamente, e colui che menziona le proprie sventure come quelle più terribili sente
dire altre sventure più brutte. 31,14. Io sono in mezzo a tali cose, e sono sommerso per due motivi,
in primo luogo perché io sono vostro concittadino, poi perché io sono capo di un gruppo di studenti,
e giustamente per entrambi questi motivi io ho dato una mano agli insegnanti per tutto il tempo, io
ho continuato a soffrire per gli eventi che accadevano, poi mi è sembrato che questo comportamento
fosse opera di un pensiero debole e scadente, e mi è sembrato che fosse necessario trovare un aiuto
per il male di questi insegnanti una volta per tutte, un aiuto che fosse privo di dolore per il consiglio
cittadino e che fosse sufficiente per gli insegnanti di retorica. 31,15. Dunque molte opinioni sono
state dette,ma io ho ritenuto che la migliore tra tutte e quella che ricercava delle cose possibili, fosse
quella che io esporrò adesso,e vi chiedo di ascoltare questi pensieri senza fare rumore. Infatti adesso
io riterrei giusto che voi Antiocheni non paghiate del denaro, né del grano, né del vino che
provengono dai vostri possedimenti, e io non ignoro le spese che voi fate ogni giorno a favore della
comunità. Ma qual è la cosa facendo la quale voi conserverete nella vostra città questi uomini?
31,16. Voi, che siete membri del consiglio cittadino,coltivate delle proprietà agricole che sono quasi
<tutte> della città, e ciò fa in modo che alla città arrivi un reddito completo, ma non lascia senza
qualche guadagno coloro che lavorano quelle proprietà agricole. Avviene che alcune di queste terre
siano grandi e altre siano molto piccole, e che alcune siano state divise tra coloro che sono decurioni
secondo una legge corretta e giusta, mentre altre terre sono andate ad altri individui e sono state al
di fuori del servizio pubblico, e voi avete ammesso volentieri che siano padroni di quelle proprietà
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coloro che possono prenderle. 31,17. Dunque è necessario che alcuni di voi siano più grandi di
quelli che spendono denaro e fanno servizi pubblici e assecondano molte spese, alcune ordinarie,
altre insolite. E con quelle proprietà che sono più piccole voi dovete dare agli insegnanti di retorica
un respiro di sollievo, e dovete rendere elevate le loro anime ritenendo che questi uomini siano più
degni di coloro che non fanno dei servizi pubblici, e se qualcuno dicesse che questi insegnanti fanno
dei servizi pubblici, forse non sbaglierebbe, oppure, se questa cosa è più piacevole, voi rinunciate a
una parte dei vostri possedimenti, e rendete altre persone partecipi delle vostre proprietà agricole.
Se gli insegnanti di retorica avranno un aiuto anche piccolo da parte di queste cose, il poco è meglio
di niente. 31,18. O miei concittadini, io spero che possano ottenere questo aiuto i giovani che
otterranno dei vantaggi nella loro educazione,e nei loro studi di retorica. Infatti come quella regione
che usufruisce delle piogge produce dei frutti eccellenti e abbondanti, le siccità per loro natura sono
ostili alle generazioni,così negli insegnanti la preoccupazione riguardo alle necessità pratiche uccide
l'eloquenza, ma l'abbondanza dei viveri stimola le loro sorgenti di parole. Non è forse vero che voi
riceverete delle cose più grandi di quelle che darete e che per mezzo di una piccola quantità di cibo
farete in modo che sia fiorente il prato degli studi retorici? 31,19. Qualcuno dirà: “che significa
questo? Questi uomini non pagano le tasse ogni anno?”. Prima non le pagavano ogni anno, ma a
volte prendevano qualcosa, a volte nessuno di loro dava niente, a volte qualcuno pagava solo una
parte, a volte qualcuno pagava in ritardo. E non parlo delle difficoltà che io stesso ho avuto riguardo
a questa cosa con magistrati, con i loro collaboratori, con gli esattori, con qualcuno che è sempre
altezzoso, ed è necessario che chi adula degli uomini peggiori di lui stesso si getti ai piedi di costoro
con parole e atteggiamenti indegni di uomini liberi. E io credo che per persone molto serie, come è
opportuno che sia l'insegnante,queste cose siano più dolorose di ogni fame. 31,20.E tralascio questo
argomento. Ma la misura delle tasse, che alcuni diranno essere sufficienti, e mi vergognerei a
definirle così, esse sono così grandi e degne del nome della città, ma tu quando sei arrivato e mi hai
dato la tua prima risposta hai detto: “era il pagamento di Zenobios oppure no? Certamente sì”. Che
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significa? Zenobios non ha forse ottenuto la proprietà agricola più bella della città e quella che
aveva più vino a destra di chi va verso Dafne lungo il fiume? E nessuno ha gridato: “per Herakles,
quest'uomo raccoglie dalla città due tipi di guadagni”, ma gli Antiocheni pensavano in questo modo,
cioè che se anche essi avessero dato una quantità di beni molto più grande di quella, avrebbero dato
delle ricchezze che sarebbero state minori di quanto sarebbe stato necessario. 31,21. Qualcuno dice:
“Ma Zenobios era più bravo di questi insegnanti di retorica”. Tu dici quello che vorrei dire anche io.
Ma non è giusto che questi insegnanti siano trascurati per questo motivo, perché Zenobios aveva
una capacità maggiore di loro negli studi retorici,non è neppure giusto che gli insegnanti che vivono
adesso subiscano un danno per l'eccellenza di quell'uomo che è morto.Infatti se qualcuno ritiene che
questi insegnanti di retorica non siano utili ai giovani studenti,deve ordinare a costoro di andare via,
e deve cercare degli insegnanti migliori. Ma se uno ammette che questi insegnanti sono bravi a
insegnare, non deve usarli come insegnanti capaci e disonorarli come se fossero incapaci. Se non è
così, coloro che hanno avuto questo atteggiamento riguardo alle proprietà agricole delle quali io
parlo,sembreranno avere una considerazione maggiore dei campi che dei loro figli. Infatti se questi
uomini non daranno i loro figli ad alcuni insegnanti perché essi sono scadenti, e loro ritengono che
questa cosa sia terribile, consegneranno ad altri la possibilità di insegnare a questi figli, come se non
corressero un grande pericolo, in che modo essi non ammettono che ritengono i loro figli meno
importanti delle loro ricchezze, se adesso pensano che sia giusto valutare gli insegnanti di retorica
con la decisione che prendono riguardo al pagamento che danno a questi insegnanti evitando di
esaminare la considerazione che riguarda i loro figli? 31,22. Insomma bisogna valutare questa cosa
nel discorso che riguarda lo stipendio degli insegnanti, se il pagamento che è stato dato è adeguato o
se è inferiore a quanto è necessario, e se esso sembra essere sufficiente, non bisogna rivolgere la
propria attenzione a chi tenta di convincere a dare di più, ma se lo stipendio è troppo basso per il
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<Infatti> per Zeus, questo stipendio non è un premio per il suo insegnamento? Oppure voi avete
onorato poco quella sapienza, che era degna, come io dico, di una corona, e di una proclamazione e
di una statua di bronzo e di tutte quante le ricchezze che sono presenti sulla terra. 31,23. Ma se
certamente è necessario che quegli stipendi che voi pagate a questi insegnanti siano più piccoli, e lo
stipendio ricevuto da Zenobios per quelle attività era una cosa illegale, così gli insegnanti attuali
saranno pagati molto poco. Sono quattro gli insegnanti che si sono divisi il pagamento che era solo
di Zenobios,cosicché se anche fosse stato possibile per gli insegnanti prendere i campi, e quei campi
che restano riguardo al pagamento in questo modo, i trattamenti economici di costoro non si
collocherebbero ancora su un piano di parità con quelli di Zenobios. 31,24.Dunque io non introduco
niente di nuovo quando menziono le proprietà agricole, colui che prima degli insegnanti ha preso i
campi e li ha coltivati ne è testimone, credo che se anche io non ho trovato prima quell'aiuto che è
stato dato agli insegnanti, non è che per questo motivo io non potrei convincerli giustamente ad
andare via. Infatti è opportuno che coloro che prendono delle decisioni in modo corretto non evitino
la stranezza delle spiegazioni, ma evitino la loro vergogna. Infatti è assurdo che non siano eliminate
quelle decisioni dei magistrati che sembrano essere peggiori ed è assurdo che la natura delle loro
azioni sia più forte del tempo, ed è assurdo che il fatto che le parole dette non siano tra quelle
consuete prevalga su quelle parole che non hanno ancora vinto. 31,25.Tuttavia alcuni uomini stando
seduti nelle loro botteghe parlano dell'agiatezza degli insegnanti facendo l'elenco dei loro giovani
studenti e attirano una grande quantità di denaro nelle loro dita. E adesso io credo che questo
discorso si farà incontro a me: “dove sono i soldi pagati dagli alunni?”. È difficile rispondere a
questa domanda non perché io non abbia la risposta giusta, e io ce l'ho, ma perché la risposta più
vera sembra essere quella meno credibile. Infatti coloro che sono diventati ricchi grazie alla loro
attività di insegnanti hanno ottenuto la loro buona reputazione nei tempi precedenti, quando la loro
arte forniva in modo grandissimo la possibilità di ottenere delle ricchezze. Dunque sarebbe stato
giusto che quella prima condizione restasse così per sempre, ma essa adesso non è così. Essa è
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cambiata, e tutti voi che avete seguito le nostre vicende sapete per quale motivo, ma io lo spiegherò
a coloro che non lo sanno. 31,26. Tutte le arti sono onorate dagli imperatori, e portano quelli che le
hanno apprese a un qualche potere, al contempo portano anche una ricchezza a coloro che le
insegnano, e il loro compenso è grande come avviene per quei beni che sono grandi; ma se
un'attività è disprezzata da colui che ha il potere, sebbene essa sia buona per la sua natura, perde la
sua reputazione, e se si perde questa reputazione, anche il compenso sarà tolto insieme a essa,
benché questa attività non scompaia completamente, diventa poco importante mentre prima era
molto importante. 31,27. Dunque a voi sembra che la retorica abbia un grande potere, e che essa
abbia una grande forza nel palazzo imperiale, e che coloro che sono capaci di parlare bene ricevano
anche tutti gli incarichi e che siano chiamati negli affari segreti, nelle decisioni che riguardano
l'impero e che partecipino in modo veloce a queste attività, oppure al contrario vi sembra che la
retorica sia gettata via, sia respinta e sia offesa, e a voi sembra opportuno che la retorica patisca quel
trattamento che fu proprio dei Megaresi e che i retori giacciano privi sia di importanza sia di un
grande numero? Ma nessuno è così inesperto delle situazioni attuali, né si compiace della litigiosità
in questo modo, al punto che possa osare dire che questa arte non sia decaduta all'ultimo grado del
disonore. 31,28. Infatti per quale motivo tra coloro che sopportavano numerose fatiche per il
possesso delle conoscenze retoriche, alcuni hanno esortato completamente i loro figli verso
quell'attività che consiste nello scrivere velocemente e hanno trascurato la bellezza del pensiero, e
invece altri si sono preoccupati in modo simile di entrambe queste attività, perché la retorica è bella,
mentre la stenografia fornisce un onore, e chi ancora potrebbe cercare una diimostrazione più
grande dell'offesa che è stata fatta agli studi retorici? Dunque, dimmi, è possibile che la prima
attività, la retorica, sia considerata come l'occupazione delle persone inutili, e che gli insegnanti di
questa attività abbiano molte persone che li ammirino? E chi ha mai visto dei sacerdoti che fossero
molto onorati se i loro templi sono stati distrutti? Chi ha mai visto un costruttore di navi che diventi
ricco stando nell'entroterra? 31,29. O miei concittadini, è avvenuto che con una sola accusa è stato
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rovinato il compenso di questi uomini, ma altre cose molto più violente non hanno permesso a
questo compenso di arrivare come prima. Infatti per alcune famiglie che sono famose dal tempo
antico è stato possibile sia che esse ricevessero un'educazione, sia che esse pagassero, e quella
circostanza che ha costretto non pochi individui a mendicare non ha impedito ad alcuni di loro di
ricevere le conoscenze retoriche, ma ha fatto in modo che essi non fossero capaci di dare nessun
pagamento. Certamente nessuno ignora che alcuni, che sono nati da famiglie conosciute, hanno
venduto i loro beni,mentre altri individui che provenivano da famiglie ignote hanno comprato i beni
dei primi. 31,30.Dunque l'insegnante ha condiviso la sventura presente in ogni famiglia. Infatti se le
famiglie sono ricche, l'insegnante usufruisce della loro ricchezza, così se esse sono povere è
inevitabile che lui faccia loro lezione gratis. Dunque chi ritiene giusto vedere la capacità degli
insegnanti nel grande numero dei loro allievi troverà che questa capacità è molto grande; ma colui
che ritiene che il grande numero di questi allievi sia un segno della ricchezza degli insegnanti pensa
una cosa che non è corretta. 31,31. E che bisogno c'è di fare delle congetture riguardo a questi
argomenti quando è possibile sapere come è la situazione per chi procede in questa investigazione
in modo rigoroso? Infatti colui che viene qui e ritiene che siano grandi quei prezzi che sono pagati
dai giovani studenti deve mettere se stesso su quella cattedra e deve informarsi su quale sia il
compenso preso dall'insegnante. Infatti io credo che, a parte molto pochi, gli altri, se sapessero a
quale cosa essi sono stati chiamati, fuggirebbero in qualsiasi luogo in cui fosse possibile
nascondersi, non osano dire una menzogna e si vergognano del fatto di non potere pagare. Ci sono
alcuni che pagano così tanto al punto che vorrebbero stare nascosti ancora di più di quelli che non
pagano niente. 31,32. Ma non è giusto andare avanti a parlare con un'eccessiva precisione. Infatti è
meglio ridurre il guadagno di quelli che sono capaci di parlare bene invece che addolorare quelli
che pagherebbero volentieri, ma sono ostacolati dalla loro condizione. Io potrei affermare così tanto
questa cosa, che se gli studenti pagano poco, credo che sia giusto che ci sia un contributo da parte
della città e credo che sia giusto che coloro che fanno delle divinazioni da lontano non siano più
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affidabili di me che vivo con questa attività riguardo al fare delle considerazioni su quali siano le
condizioni dei retori. 31,33. E tuttavia io domanderei volentieri questa cosa: “chi si sarebbe mai
aspettato che questi individui che insegnano a scrivere velocemente vedessero del denaro che
proviene dalla loro attività oppure stessero meglio dei calzolai e dei muratori?”. Nessuno, e tuttavia
essi sono ricchi, vivono nel lusso, si ubriacano e diventano importanti. Dunque che cosa c'è di
strano, se come le condizioni di quegli uomini sono state elevate in modo contrario al loro merito,
così le condizioni di questi insegnanti di retorica sono state umiliate? 31,34. E qualcuno dirà “per
quale motivo tu ti addolori riguardo a questi insegnanti e parli di loro, ma non parli a favore degli
altri insegnanti?”. Perché io conosco in modo molto preciso le condizioni di costoro, di quegli
insegnanti che sono insieme a me, di coloro che sono schierati insieme a me, di coloro che faticano
insieme a me, di coloro che cantano insieme a me, di coloro che riempiono lo stesso mio posto,forse
le altre condizioni degli altri insegnanti non sono neppure esse buone, tuttavia loro non sono venuti
a chiedere che ci fosse un mio discorso rivolto a voi su questi argomenti. Menzionare la povertà per
la maggiore parte di coloro che si trovano in questa condizione senza averlo voluto forse potrebbe
contenere un'accusa contro di loro. 31,35. Poi anche il fatto che non sia possibile ricorrere a degli
esempi riguardo a quegli argomenti ha causato un mio indugio nel parlare.La terra di Zenobios aiuta
alcuni insegnanti di retorica, ma non è stato possibile vedere che alcuni abbiano ottenuto da una
simile attività agricola un vantaggio maggiore di quello degli altri. Dunque io temevo di parlare in
modo contrario agli scopi che mi ero proposto, e temevo che il guadagno nelle seconde cose
danneggiasse anche ciò che era giusto nelle prime. Dunque se io trovo che voi siete magnanimi
riguardo al primo discorso, sarò incoraggiato anche nel secondo, e tra le cose che certamente
richiedono cura per la retorica, infatti molte cose sono malate, ognuna di esse otterrà una cura e un
consiglio. E la sollecitudine degli ascoltatori farà in modo che le proposte saranno numerose. 31,36.
E si dice: “che bisogno c'era di un discorso e di una riunione e del consumare un giorno quando era
possibile che costui andasse in questo modo da ognuno dei governanti e parlandogli con poche
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parole, facesse questa cosa?”. Dirà tali parole un uomo che rivolge a tutti degli scherni e crede di
divertire quelli che sono con lui,ma lui è sgradevole più di quanto ritenga di essere gradevole.31,37.
Dunque per prima cosa non deve passare inosservato che quell'uomo è ostile alle Muse e non ritiene
giusto dare consigli in questo modo. Infatti lui prova dolore, come per delle ferite, per quelle parole
che sono state concordate, e lui ritiene che i giorni passati nell'ascolto siano persi dalla città lontano
dai riti sacri delle Muse. Inoltre lui non sa che questa modalità delle esortazioni che avviene adesso
onora la città in un modo doppio, sia quando un vostro concittadino diventa capace di parlare bene,
sia quando voi nelle azioni che fate sembrate compiacervi per quelle parole. 31,38. E, a parte queste
considerazioni, anche quelle cose che sono molto giuste non avrebbero una forza simile se fossero
dette in modo pigro o se fossero illustrate con impegno, ma chi non fa nessuna menzione di come
abbia ottenuto questa cosa non è affatto diverso nella sua capacità di persuadere da colui che tace,
invece chi parla in modo avveduto e in modo degno del suo argomento porta tutti i suoi contributi.
31,39. Dunque io speravo che la moltitudine delle persone che si sarebbero riunite e la loro folla
variegata sarebbero venute ad ascoltare, e io speravo di esortare voi non meno di colui che avrebbe
parlato. Infatti le vanterie prive di testimonianza causano fastidio ai futuri donatori, e qualcuno dei
molti individui che sanno queste informazioni potrebbe rinunciare a donare, e se non ha delle
persone che gli saranno grate, potrebbe ritenere che sia meglio non dare niente; e uno potrebbe
ascoltare queste parole in un grande uditorio alla presenza dei consiglieri e pensa che se disobbedirà
avrà innumerevoli accusatori, e se cederà e obbedirà, avrà così tanti elogiatori, lui teme la prima
cosa, desidera la seconda, e deciderà grazie a quelle cose per le quali darà l'impressione di essere
migliore. 31,40. Quanti voi credete che siano quelli che sono venuti dalla Fenicia, quelli che sono
venuti dalla Palestina, gli Egiziani, i Ciprioti, gli Arabi, gli abitanti della Cilicia, i Cappadoci, e da
ogni luogo che si potrebbe dire,per ascoltare e per osservare ciò che io dico e in che modo voi vi
comporterete? Voi dovete concedere a costoro la possibilità di portare alle loro case la fama
migliore riguardo a voi, cioè il fatto che la città di Antiochia, poiché la Musa ha ottenuto in sorte
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questa città, pensa e decide delle cose degne, ritiene che ogni spesa riguardo all'eloquenza sia facile
da sopportare e non risparmia nessuna terra, né una terra incolta, né una terra coltivata, né nessuna
altra di tutte le cose per mezzo della quale ritiene che manterrà dentro se stessa la ricchezza della
cultura. 31,41.Ma quel famoso allevatore di cavalli, o Helios, e colui che riunisce gli atleti da ogni
recesso, che acquista un grande numero di animali feroci e cerca gli uomini che combattono contro
questi animali, e ognuna di queste attività per sua natura scuote i possedimenti di quelli che fanno
dei servizi pubblici, talvolta è avido, talvolta è avaro, talvolta è amante del denaro, in questa
situazione ciò che è in pericolo sono gli studi di retorica,ma ciò che può salvare questi studi sono gli
iugeri di terra? Niente affatto. Ma anche quelle cose devono essere fatte come adesso e questi iugeri
di terra devono aggiungersi alle altre cose. 31,42. Infatti io ho visto degli insegnanti che sono andati
da Antiochia verso un'altra città, non perché hanno evitato un terremoto, né nessun'altra di quelle
sciagure che sono eccezionali, ma a causa di una mancanza di cibo e perché è stata indebolita la
cura che voi avete avuto riguardo agli studi di retorica. Questi insegnanti non hanno neppure come
un perdono sopportabile il fatto che gli Antiocheni diano l'impressione di essere meno amanti della
cultura degli abitanti di Cesarea. Gli abitanti di Cesarea con la grandezza delle loro promesse hanno
convinto il vostro insegnante di eloquenza a preferire la città più piccola a quella più grande,e
adesso lui ha solo le loro promesse. 31,43. Noi Antiocheni non imiteremo neppure queste cose delle
quali noi avremmo dovuto essere maestri? No, in nome del Musagete che sorveglia tutte le cose da
vicino, è necessario ritenere che egli non abbia sbagliato ad amare questo luogo quando inseguì una
ninfa, Dafne,il suo corpo, e questi sono racconti da bambini, ma è verosimile che gli abitanti antichi
che amavano la musica fossero preferiti dal dio agli altri. 31,44. O uomini, noi dobbiamo emulare i
nostri antenati, dobbiamo imitarli, e dobbiamo mantenere Apollon nella sua cura per gli studi di
retorica e abbiamo superato quelli che onorano il dio per queste attività e noi riteniamo che gli
amici non siano meno onorevoli dei cigni, i quali occupano il posto che voi sapete ed essi si
accontentano del loro nome che adesso prevale, ma se volessero potrebbero essere i capi di ogni
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cosa, perché loro hanno questo potere. 31,45. Senza questa arte, la retorica, quale delle altre cose
potrebbe fornire a loro una benevolenza non giusta? Non è forse vero che il primo insegnante ha
sofferto dolori in modo continuo per più di trenta anni e ha trascorso il resto della vita
tranquillamente senza fare nessuna accusa, né senza essere accusato? Il secondo insegnante ha
abitato insieme agli uomini più conosciuti, non ha divulgato niente né di piccolo, né di più grande di
quelle cose che sono avvenute lì dentro, non ha fatto niente di ingiusto onorando un'amicizia antica
come secondaria. Il terzo insegnante è coraggioso, non è affatto ingiusto, mantiene il suo posto con
scrupolosità ed è il primo ad affrontare un pericolo per quelli che hanno avuto fiducia in lui.
Riguardo all'insegnante più giovane cosa si potrebbe dire di più se non che prima di andare via dagli
studenti, e quando ha comandato gli studenti non ha offerto nessuna accusa a un calunniatore?
31,46. Dunque in questo modo voi non vi curerete di coloro che sono capaci di parlare bene e che
sono eccellenti nel loro comportamento, e nessuno tra tutti potrebbe ribattermi che io voglio
prendere queste cose per me, voi darete questi beni a questi insegnanti perché io lo voglio? Infatti,
orsù,se io facendo un racconto dico tutte le cose che ho avuto in altre città, quando sono arrivato qui
e vedendo queste cose, cioè che il mio viaggio non era stato privo di pericoli, avessi detto: “allora in
cambio di queste cose voi dovete darmi le ricchezze che appartengono alla città, nella quantità in
cui ciò è legittimo”, così un individuo ingiusto, arrogante e sfacciato avrebbe potuto alzarsi, e
mostrando se stesso avrebbe potuto impedire questa cosa? Non credo. Pertanto voi credete che io
sarò colui che oggi riceverà qualcosa se voi darete qualcosa a questi uomini, voi dite che avete dato
qualcosa a me. Io stesso dichiarerò a tutti voi di essere stato onorato. Questa decisione renderà voi
più onorati e famosi presso tutte le persone,e anche se qualcuno prova dolore per alcune parole che
ci sono adesso, in seguito si rallegrerà per le azioni. 31,47. O Eubulos, la circostanza chiama in
causa innanzitutto te. O tu che sei figlio e padre di un uomo di nome Arghyrios, tu devi imitare
l'Arghyrios più anziano. Bisogna ritenere che anche mio cugino abbia questa opinione. La filosofia
della sua famiglia deve spingere Hilarios, ma il motivo del suo nome deve spingere Letoios. O
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Arsenios, tu che sei stato allevato nelle attività letterarie devi difendere questa cosa anche se non sei
stato chiamato. E anche colui che organizzerà i giochi olimpici deve preoccuparsi di trovare quelli
che parleranno in quella occasione. E perché bisogna chiamare gli oratori uno a uno? Infatti tutti voi
riempite il consiglio municipale, tutti voi avete il vostro possedere le conoscenze oratorie come
obbligo di aiutare gli studi di eloquenza. 31,48. Dunque poiché io sono capace di elogiare coloro
che decidono le cose necessarie, e io sono capace di scrivere le parole opportune riguardo agli
argomenti controversi, da queste parole voi trarrete qualcosa di utile alla vostra città, e sceglierete i
alcune persone. Infatti non c'era niente di vero in queste accuse, e io sono stato incoraggiato da
questo tuo comportamento e ho dato la mia parola con un giuramento. Con queste stesse azioni e
con il racconto riguardo a queste cose io tenterò di rendere questa cosa evidente per te, affinché tu
elogi te stesso perché non sei stato ingannato, se qualcuno è stato ingannato, tu puoi fargli cambiare
idea in modo più facile. 32,2. Di sera io sono andato al bagno pubblico che l'imperatore Traianos
diede alla città, e poiché i miei affari andavano bene grazie alla dea, io mi sono seduto e vicino a me
era Menedemos, e altri tre uomini tra i consiglieri cittadini e dopo essere arrivati anche loro si sono
seduti e hanno fatto un lungo racconto sulle cose che sono avvenute in un simposio perché il
comandante militare è stato organizzatore del banchetto, e loro erano commensali. Ma la cosa
esortava a portare un aiuto alla patria perché essa non si era ancora allontanata completamente dai
suoi pericoli,infatti si era aggiunto a quelle sventure che erano avvenute nella rivolta il fatto che non
era stata mandata un'ambasceria attesa da molto tempo. 32,3. Essi dicevano che erano stati convinti
dal consiglio con il pianto, e anche il consigliere tra le lacrime diceva che era grande colui che
provocava la paura, dunque essi dando questi suggerimenti hanno aggiunto che loro erano gli
ambasciatori per dichiarazione di loro stessi, e hanno chiesto un quarto membro dell'ambasceria, e
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infatti è stato deciso di mandare questo numero di individui, il docente di retorica Eusebios era
seduto vicino, io ho fatto una domanda su di lui, ho trasferito questo loro discorso su di lui, dicendo
che era meglio che io non facessi delle esortazioni, ma che Eubulos facesse la persuasione. Lui ha
ascoltato queste parole. Ha obbedito a queste parole, e non sarebbe stato bello se lui non avesse
creduto a queste parole. 32,4. Essi, dopo avere ottenuto il quarto uomo, mi hanno chiesto di andare
con loro il giorno successivo, quando loro sarebbero andati dal comandante militare e mi hanno
chiesto di collaborare da vicino per quello che io potevo fare.Io mi sono fatto convincere facilmente
per la mia ingenuità.Ma se io fossi stato intelligente avrei respinto quel discorso ricordando a quegli
uomini quali cose avevo ottenuto in cambio di quali altre cose, sia perché io sono stato privato di
alcuni onori, sia perché ho dato fastidio a quegli uomini inseguendoli, e sia perché essi non sono
stati contenti quando io ho fatto questa cosa. Ma io ho detto loro che sarei andato senza avere
esaminato nessuno di quei numerosi argomenti, e io sono andato. 32,5.Quando noi siamo arrivati, ci
sono state alcune parole e ogni parola faceva ricorso a un pretesto, il comandante militare ha fatto in
modo che io fossi padrone di questa situazione, e con i gesti che ha mostrato ha concesso a quelli
che erano andati di entrare una seconda volta. Noi siamo andati via. Una parte non piccola del
giorno è trascorsa in discorsi inutili e ognuno diceva che era opportuno che lui restasse e che gli
altri andassero. Anche per questi motivi nessuno ha fatto attenzione a me, nessuno mi ha domandato
niente, e nessuno ha chiesto la mia decisione, io ho rivolto il mio giudizio verso altri individui,
cosicché non ero affatto diverso da quelli che erano attorno e venivano da fuori. 32,6. Dunque io ero
sfinito, stavo seduto e sono stato deriso molte volte, mi sono andato verso i giovani studenti, e mi è
stato impedito di compiere le mie attività da qualcuno dei miei amici perché io avrei fatto un torto al
comandante militare se fossi andato via in quel modo, e io sono andato dal comandante militare, e
gli ho detto che io non avevo nessun potere e gli ho detto anche che quella situazione non aveva
nessun bisogno della forza di quell'uomo. E non ho detto nessuna menzogna; lui dopo avere
mostrato una certa collera, ha accolto tutti coloro che avevano accettato di fare quel viaggio, loro
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hanno chiesto chi sarebbe stato capace di rappresentare i loro interessi al posto loro, il comandante
ha detto a qualcuno un suo parente, a un altro suo fratello, a Thrasidaios ha detto se stesso. E lui si è
prostrato non come uno che negasse con un giuramento, ma in modo che lui avesse un tale garante
riguardo a tali cose.Quando qualcuno ha detto che Menedemos avrebbe potuto essere utile sia per la
sua saggezza, sia per la sua eloquenza, sia per le sue lacrime, e la circostanza era opportuna per
queste cose, il comandante militare non ha accettato tale proposta, e io non so quale fosse la cosa
alla quale lui ha guardato, e lui non l'ha detta, ma non ha accettato questa cosa, come ho detto. 32,7.
Dunque, dopo che queste decisioni sono state prese, e dopo che esse si sono consolidate, noi
stavamo andando via, Thrasidaios ha detto che era opera mia il fatto che Menedemos fosse rimasto,
io credevo che lui scherzasse, gli ho chiesto:“Dunque quanto grande è stata la permanenza che io ho
dato?”. Thrasidaios ha detto che mi avrebbe mostrato questa cosa dopo poco tempo. La situazione
non era diversa, ma l'azione spettava a me. E queste cose non sono state sufficienti, ma di sera
Thrasidaios è venuto alle mie porte e dopo avere trovato in queste porte mio figlio che era seduto là,
è avvenuto che in seguito all'ordine dell'imperatore e alla sua decisione le mie volontà hanno ceduto
alla legge riguardo a queste cose, dunque Thrasidaios, dopo avere trovato mio figlio lo ha trascinato
a fare a un servizio pubblico, gridando ed evitando soltanto di picchiare ha detto che lui si era
impadronito di quella terra, perché un uomo aveva deciso così. 32,8. E in questa cosa lui non ha
detto nessuna menzogna, ed è giusto meravigliarsi di questo, del fatto che io tra le altre cose non
abbia visto questa cosa, che era giusta, mentre dei possedimenti tanto grandi erano passati ad altri
individui e soprattutto a Themison, parente di costui. Io spesso ho voluto e ho pregato che Kimon
facesse un servizio pubblico, e ritenevo che fosse necessario aspettare il momento opportuno. Era
possibile che Kimon facesse rivivere il consiglio cittadino, e che esso diventasse come era prima.
Infatti svolgere un servizio pubblico consisteva in quella attività, ma adesso essa è stata distrutta. La
situazione andava così male per alcuni motivi che non erano pochi e perché i più forti dei
consiglieri cittadini che restavano saccheggiavano i beni di quelli che erano più deboli. 32,9.
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Thrasidaios ha fatto tali offese e non si è fermato a questo, ma è arrivato a un punto di sfrenatezza
così grande, che sollevando la voce mi ha detto che i miei discorsi erano stati composti per tutte le
persone, e lui non riteneva che fosse una follia il dire che i miei discorsi fossero rivolti a tutti,
infatti chi sarebbe stato l'unico uomo che avrebbe parlato a tutte le persone anche se lui dedicava la
maggior parte del suo tempo agli studenti che volevano imparare? E Thrasidaios ha detto che lui
stesso era uno di queste persone alle quali erano rivolti i miei discorsi. 32,10. Tuttavia Thrasidaios
riteneva giusto essere considerato uno dei miei amici nel corso di tutto quel tempo, e diceva che
avrebbe sofferto moltissimo e avrebbe patito un torto se avesse dato l'impressione di essere inferiore
a un altro in qualche cosa. E per quale motivo bisogna dire molte parole su questo? Infatti a quelli
che andavano da lui quando era malato, era possibile vedere la mia immagine sopra il suo letto, lui
mi tributava questo onore e diceva che non era strana questa cosa, che lui avesse la mia immagine,
ma riteneva strano che non avesse questa immagine ogni persona che avesse usufruito delle mie
fatiche oratorie. Dunque come è possibile che Thrasidaios abbia fatto queste azioni, se aveva quelle
convinzioni? Thrasidaios non smentisce forse se stesso quando mi calunnia e ritiene giusto esortare
ognuno di coloro che mi ascoltano a fare una guerra comune contro di me? 32,11. Poi nessuno deve
chiedere a Thrasidaios: “e da quale fonte tu hai potuto apprendere queste cose?”. Lui dice che io gli
ho parlato di me stesso. Con quale costrizione? E con quale tortura essa è stata ottenuta questa
costrizione? Con quali frustate? Con quale ferro? Con quale fuoco? Oppure, se non si tratta di
questo, con quale ubriachezza? E quale è stato il vantaggio per me nell'avere saputo che lui sarebbe
diventato più arrogante per quelle parole che aveva sentito? Io sapevo che l'indole naturale di
Thrasidaios era pronta a fare la guerra, che la sua collera si era mossa, non poteva più essere
trattenuta e non poteva più rispettare nessuna di tutte le cose. Dunque io ho gettato via me stesso
inutilmente? Thrasidaios è così saggio che non vede che lui distrugge se stesso in ogni caso, sia se
lui mi ha ascoltato, sia se non mi ha ascoltato. Infatti o lui ha detto delle calunnie per dimostrare
delle cose che non esistono oppure ha fatto un torto alla lealtà insita nell'amicizia, se non intendeva
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dire che aveva ascoltato le cose che aveva detto di avere ascoltato. 32,12. Thrasidaios ha detto:“tu
hai tolto Menedemos dall'ambasceria, ma non hai tolto me, anche entrambi avevamo la stessa
scusa, cioè la malattia alle articolazioni”. E qual è stato il mio aiuto a Menedemos? Infatti nel mio
consiglio io non ho detto niente di simile a questo: “o uomini, non è possibile che sia disturbato
Menedemos. E come potrebbe lui fare un'ambasceria?”. Ma io sono stato vicino al comandante
militare tacendo, e sono stato in divergenza con lui soltanto in questo, cioè che quell'uomo crudele
non poteva essere calunniato, e tranne ciò io non ho fatto niente che portasse a questo risultato. E io
giuro su Helios e su tutti gli dei che non ho sentito da Menedemos niente riguardo a quell'aiuto in
quella vicenda, non c'è stato nessun incontro tra me e Menedemos, e Menedemos non era grato a
me riguardo a nessuna cosa di tal genere. 32,13. Thrasidaios dice: “tu mi hai chiesto se fosse
possibile fare questo, e non lo hai chiesto a nessun altro, nessuno avrebbe potuto venire a parlarti, e
farti una domanda simile?”. Eppure se anche tutti quelli che erano lì presenti avessero ascoltato le
stesse parole,neppure così questa cosa avrebbe causato la permanenza di Menedemos. Infatti se loro
avessero fatto delle domande, qualora lo avessero voluto, certamente Menedemos avrebbe potuto
rispondere. E invece loro non hanno sentito questa cosa,e tu hai fatto una domanda da solo,parlando
al muro e con una voce esile. Allora quale scampo avrebbe avuto Menedemos da questa situazione?
32,14. Dunque se io avessi chiesto delle cose simili una seconda volta anche riguardo a te, poiché tu
avevi la stessa malattia di Menedemos, non avrei fatto niente di illogico. La tua condizione non è
stata oggetto di una valutazione, ma è stata concordata tacitamente, il simposio ti ha fatto diventare
ambasciatore, e tu hai avuto degli elogiatori, alcuni ti hanno definito amante della città, mentre altri
ti hanno definito privo di indugi, e altri ti hanno definito giusto nei confronti della tua città, altri ti
hanno definito laborioso dicevano che tu avresti detto tali e tante parole per affascinare l'imperatore.
32,15. E tu, Thrasidaios, sentendo dire queste parole hai dato l'impressione di gradire quel viaggio,
ed è chiaro che chi può essere sicuro riguardo al suo corpo è fiducioso che anche la sua mente sarà
capace di sopportare il viaggio, cosicché dopo queste parole le condizioni della tua malattia
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sembravano essere un'apparenza, non una realtà, e sembravano di un uomo che si vanta più che di
uno che vuole restare, perché tu non sei venuto da me per questo motivo, e non mi hai detto davanti
parole che io ho detto e ho dichiarato; infatti io non sarei capace di sopportare queste fatiche, e io
parlando ho fatto delle promesse più grandi di ciò che è possibile per me. Io ti chiedo che tu mi
difenda in ogni modo affinché siano eliminate quelle cose che sono derivate dalla mia
avventatezza”. Tu avresti dovuto dire tali parole, tu avresti dovuto fare tali domande, e tu avresti
dovuto chiamarmi come aiutante in tali circostanze. 32,16. Tuttavia la nostra alleanza è difficile e
porta a noi l'inimicizia delle altre persone. Oppure tu per mezzo di Menedemos con una falsa accusa
hai fatto cose tali che non avrebbero un'influenza chiara se fossero fatte tramite te? Menedemos
avendo eliminato questa influenza, ed essa non era neppure giusta, grazie a me non ha sopportato un
viaggio che sarebbe stato giusto, non ha patito da me nessun danno,né grande,né piccolo, è arrivato,
ha fatto una guerra, ha attaccato,e non ha tralasciato nessuna empietà quando ha detto alcune parole,
ma non ha ancora voluto dire delle parole molto più terribili di quelle che sono state dette. 32,17.
Poi, o Thrasidaios che sei pieno di sconvolgimento, nello stesso uomo ci sono stati entrambi i
sentimenti, guerra e affetto, odio e cura? E nelle parole che hai detto tu hai fatto l'azione di colui che
è ostile, ma nelle parole che non hai detto, tu hai fatto l'azione di colui che è rispettoso. Tuttavia è
necessario o tacere tutto o non tacere niente, ed è necessario mostrare l'atteggiamento di colui che si
vergogna completamente oppure l'atteggiamento di colui che non si vergogna. Ma adesso con le
parole che hai detto hai ammesso di avere detto che per te il non dire niente è meglio del dire di più.
32,18. O Thrasidaios, che cosa tu potresti dire di più grande di innumerevoli discorsi? Quale
ingiustizia è così nuova? Chi ha esteso la propria lingua sulla terra e sul mare? Quale docente di
retorica? Quale retore? Quale poeta? Il solo individuo che ha parlato male di cose così importanti e
non si è astenuto da niente e ha goduto tali piaceri per quale motivo dovrebbe essere ritenuto
peggiore di un altro? Così lui non ha tralasciato niente nelle cose delle quali aveva detto che non
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avrebbe parlato, ma ha creduto che avrebbe potuto causare degli sconvolgimenti con le sue parole,
invece non ha potuto fare niente. 32,19. Dunque alcuni hanno sentito parlare riguardo agli eventi
accaduti, e non hanno creduto ad essi, cioè che Thrasidaios fosse arrivato a un punto tanto grande di
arroganza, lui ha fatto di nuovo lo stesso discorso, è stato di nuovo lui stesso a fare queste accuse, a
fare queste minacce, a dire queste parole agli stranieri, ai suoi concittadini, alle persone che sono a
me più care. Poi, dopo che si è stancato di offendere, si è rivolto a me che passavo, e ha superato
l'impudenza di ogni cane. O Nikokles, tu certamente non ignori come sono io, e quale è il mio
comportamento, e tu non ignori nemmeno che io mi sono esercitato a sopportare tali cose, dunque
che cosa io stavo per fare, oppure che cosa io ho fatto? Ho risposto al suo saluto. 32,20. Dunque
dopo che tutte quelle offese sono state cancellate da queste poche parole di saluto, Thrasidaios ha
trascinato quel suo stesso parente che arrossiva, è andato dove io stavo insieme ai miei giovani
studenti,si è seduto senza chinarsi verso terra,non si è grattato la testa,e questi sono i comportamenti
di quelli che biasimano se stessi. Tuttavia io ho ritenuto che lui avrebbe sbagliato a fare quelle
dichiarazioni, a fare gli elogi del perdono, e a ritenere che attaccandosi a queste mie ginocchia lui
avrebbe ottenuto le stesse cose che se fosse impazzito. Ma lui è entrato come per ottenere una
vendetta, giustamente ha fatto una supplica a me, ha mostrato la sua ira e dopo avere detto qualche
piccola parola a bassa voce è andato via. 32,21. Poi a quelli che lo incontravano Thrasidaios ha
detto: “Menedemos è stato onorato più di me”, e si indignava quando diceva queste cose cioè che
Menedemos aveva elogiato i suoi insegnanti. Menedemos ha fatto le azioni giuste in modo
onorevole, perché è stato bravo nell'onorare i suoi stessi genitori ed è stato rispettoso nella sua
indole naturale. Io non ho voluto odiare Menedemos per la sua virtù, e tu avresti dovuto imitare
questa virtù. 32,22. Adesso Menedemos onora quelli che sono morti, e ritiene che loro abbiano detto
una cosa onorevole, porta sempre queste cose in pubblico e le celebra, tu avresti colpito volentieri
lui che vive grazie alle tue sventure, e tu avresti rimproverato la legge che non permette queste cose.
Io potrei elogiare ogni uomo giusto più di ogni uomo ingiusto, tuttavia non potrei dare l'impressione
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di amare quelli che hanno studiato presso altri insegnanti più di quelli che hanno studiato presso di
me per questo stesso motivo, infatti nessun altro mio studente si è comportato bene, io non volevo
neppure che Menedemos restasse a casa sua, ma volevo che tu arrivassi a questa stessa conclusione,
al fatto che qualcuno è stato allievo di un certo insegnante, ma tu sei stato mio allievo. E io non ho
raccontato come erano queste situazioni. 32,23. Se Menedemos non era un mio amico prima, ma lo
è diventato adesso,che cosa c'è di strano? Infatti questa cosa accade molte volte nelle vicende degli
esseri umani, se tu dici un Greco e un Barbaro, lui fa ognuno di questi due comportamenti, talvolta
fa il Greco, talvolta fa il Barbaro, spesso sia il primo atteggiamento, sia il secondo coesistono nello
stesso giorno. Noi conosciamo le ambascerie mandate dai Greci presso il re persiano, e gli accordi
degli Ateniesi con Philippos nei quali c'è stata anche un'alleanza. Anche prima di queste cose noi
vediamo in Homeros che il migliore dei Troiani e il migliore dei Greci, “mentre Achileus si
adirava” si sono scontrati per uccidersi, ma si sono riconciliati con alcuni doni che hanno rivelato la
loro amicizia. 32,24. E che bisogno c'è di dire gli eventi antichi? Infatti anche adesso nel territorio
dei Persiani ci sono delle preghiere a favore dei Romani, e nella terra dei Romani ci sono delle
preghiere a favore dell'impero dei Persiani. Tuttavia chi non conosce le numerose invasioni dei
Persiani nella nostra terra, e in ognuna di queste invasioni sono state prese molte città,e in cambio di
queste città la nostra spedizione militare ha confutato le azioni dei Persiani in un modo tale che se
nessuna divinità ostile si fosse opposta, i Persiani sarebbero stati una parte dell'Impero Romano.
32,25. E dunque Menedemos ha desiderato la mia amicizia, e non sarebbe stato giusto se lui fosse
stato respinto, neppure se lui fosse stato uno che aveva compiuto qualche errore in precedenza. E lui
poteva enumerare molti che hanno ottenuto degli accordi di pace. Infatti io non so se qualcuno mi
abbia liberato dalle accuse di molti più di Menedemos. Nessuno mi deve parlare di quel tempo che
era precedente alla nostra amicizia, ma deve dire se in questa nostra amicizia c'è stato qualcosa di
adeguato all'ostilità. E se tu non puoi dimostrare questa cosa, non dovresti essere ostile a chi ha
ottenuto un amico e neppure a chi apprezza le mie lezioni, come se tu ritenessi che chi diventa
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migliore abbia qualcosa in meno di quelli che pensano che ciò sia una punizione, e come se tu
ritenessi che io non sia uno che insegue coloro che fuggono, e che io non sia uno che onora quelli
che mi offendono, e tu non devi pensare che il fatto che tu sia stato un mio studente sia una cosa
contro di me, che non ho fatto niente di male, più che contro di te che hai fatto tali azioni. 32,26.
Dunque forse questo Thrasydaios è diventato più equilibrato subito dopo che lui è arrivato agli studi
di retorica?Lui era molto più cattivo quando faceva molte offese e nei suoi studi di retorica tramava
delle insidie, ma prima faceva in modo maggiore entrambi questi misfatti, dopo ha fatto in modo
maggiore le insidie. Infatti quando Thrasydaios ha avuto in abbondanza non pochi uomini che erano
influenti presso il comandante militare riguardo a quelle cose che lui voleva dire, ha tralasciato tutti
quegli uomini, ha voluto che fossi io colui che avrebbe fatto queste azioni per lui,non perché voleva
che diventasse minore l'aiuto per lui in quella cosa, ma perché c'è stato l'impegno di persone che
malsopportavano la sua collera in questa cosa e il fatto che i discorsi provenienti da questa collera
arrivassero a me e alla mia persona. 32,27. E si potrebbe sapere che questa cosa è vera per questo
motivo. Infatti Thrasydaios ha chiesto di agire prima che avvenisse qualcosa a coloro che andavano
da lui, perché lui essendo in lutto, ha detto che credeva che avrebbe evitato il viaggio e che ciò
sarebbe avvenuto grazie a me. Pertanto sarebbe stato utile se queste cose fossero state taciute. Ma se
esse fossero state taciute io non avrei patito quello che ho patito, dopo che esse sono state dette. Che
cosa io ho patito? Quelli a cui questa vicenda non è piaciuta hanno detto che io ero un nemico
dell'imperatore, che io ero un amico dell'usurpatore, e che io, odiando l'imperatore per gli
avvenimenti successivi all'ambasceria, avrei impedito il danno che sarebbe arrivato all'usurpatore da
questo fatto, e quelli che hanno sentito queste parole sono corsi dall'imperatore, e non hanno
tralasciato nessuna parola che era stata detta da lui a me riguardo a questi argomenti, era logico che
fosse ottenuta la liberazione di quell'uomo perché lui piangeva per la moglie e temeva per la figlia,e
ha detto che tutte le parole erano state una sciocchezza, tranne quelle parole che io avevo detto al
comandante militare riguardo a questo argomento. 32,28. Infatti Thrasydaios nonpoteva credere che
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Menedemos fosse stato esentato, se non grazie a me, dalla guerra fatta da uomini adirati a chi aveva
collaborato con lui,e riteneva che io in futuro avrei avuto una punizione adeguata. Infatti lui credeva
che il discorso su questi argomenti non si sarebbe fermato lì, ma sarebbe arrivato a dove stava
l'imperatore, e lui sarebbe andato subito a fare una punizione. Infatti, o Nikokles, lui è lontano dal
non perché lui non avrebbe trovato un altro che avrebbe parlato, ma perché voleva che sembrasse
che io commettessi un'ingiustizia verso l'imperatore che è detentore di tutti i poteri, e al contempo
Thrasydaios ha avuto dei complici del disonore che mi ha dato per le parole che lui ha detto contro
di me. 32,29. O Nikokles, io ho detto queste parole, sia per dimostrare che io non sono stato cattivo
nei confronti di Thrasydaios sia affinché tu ritenga giustamente che le accuse contro di me non
governatori delle province fossero buoni, in modo che io potessi dire qualcosa di migliore riguardo
a Tisamenos, e infatti per me non è più piacevole parlare male di costui invece di parlarne nel modo
contrario. Ma poiché ci sono alcuni uomini che danno dei motivi per una fama peggiore, uno di
costoro è questo Tisamenos, io ho ritenuto che fosse necessario rendere evidente a te che molte città
sono state affidate a un uomo che è lontanissimo dalla capacità di fare del bene alle città per mezzo
del suo incarico. Io ti parlerò riguardo a questi argomenti, non affinché tu punisca Tisamenos per
quelle azioni che lui ha fatto, ma affinché costui non faccia delle azioni malvagie in un numero
maggiore restando nel suo incarico. 33,2. Dunque colui che ha detto molte parole e ha fatto molte
azioni affinché Tisamenos avesse il potere su di noi sarà addolorato dalle parole che io dirò,cercherà
di fare del male a me che gli darò un dolore, perché il suo potere è grande quanto lui vuole; forse io
avrò come mia salvezza il fatto che io mi rifugio presso la tua benevolenza e presso il tuo aiuto, o
imperatore. Dunque se ciò che è giusto fosse inferiore all'influenza di un solo uomo, sarà sufficiente
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per me come consolazione il fatto che non avrò taciuto per paura quelle parole che dovrebbero
essere dette giustamente a te. 33,3. Dunque questo Tisamenos è illustre per la sua stirpe, il padre di
sua madre è stato presente in molte attività culturali, e anche Tisamenos ha partecipato agli studi
retorici per il tempo necessario ad averne una conoscenza sommaria, ma ha sviluppato velocemente
una propensione per i danzatori, e ha salutato sia i suoi insegnanti di retorica, sia tutti quelli che
erano vicini a loro, lui sarebbe diventato volentieri capo del gruppo di danzatori, ma gli è stato
impedito di fare questa cosa da alcune accuse, tuttavia per alcuni canti che lui ha composto e ha
offerto ai danzatori è stato sulla scena teatrale e ha dato loro un favore, e ha ricevuto da loro un
favore. I danzatori avevano bisogno dei suoi canti, lui aveva la necessità che questi canti fossero
interpretati come delle danze. 33,4. Poi Tisamenos è diventato all'improvviso governatore di una
provincia, nella quale non è stato diverso da quelli che hanno dato l'impressione di essere indolenti,
ed è andato via senza avere niente di bello da raccontare riguardo a se stesso. E di nuovo non molti
anni dopo Tisamenos è stato assessor di un comandante militare non per la sua esperienza in questa
attività,non era mai stato neanche nel ruolo degli avvocati, ma credo che il comandante militare non
abbia nessun bisogno di una simile esperienza in questa attività, infatti lui non siede come giudice
per fare una valutazione delle punizioni, ma si dedica alle frustate, cosicché la funzione di un tale
assessor consiste nella condivisione della sua vita dissoluta e soprattutto delle sue bevute. 33,5. E
spesso la ragione per un incarico come funzionario è stata questa,ed è successo così anche in questo
caso, cioè è successo che la lode di un titolo ha prodotto questo effetto, infatti c'è l'idea che sia
opportuno per colui che è asssessor anche l'essere a capo delle città. Su questo argomento era
possibile sentire alcune persone che conoscevano Tisamenos e che dicevano che le condizioni delle
città sarebbero andate in rovina a causa della stoltezza di Tisamenos e della sua incapacità. E presto
c'è stata la prova quando lui è arrivato e ha mostrato il suo modo di essere. Infatti lui ha avuto il
seggio, gli araldi e i littori, e il numero degli aiutanti del suo incarico, e si poteva vedere che i suoi
giorni trascorrevano in modo inutile, perché lui non vedeva ciò che doveva fare e non seguiva altre
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persone che vedevano ciò che lui doveva fare. 33,6. E colui che ha esortato Tisamenos a fare
l'acquisto del grano sull'Eufrate a lui sembrava che facesse il discorso di uno che lo odiava, ma
faceva l'azione di uno che gli voleva bene, perché costringeva la sua ignoranza a stare tra delle
persone meno capaci di lui, e in quel luogo lui avrebbe dato una dimostrazione minore della sua
stoltezza. Tuttavia Tisamenos riteneva giusto essere orgoglioso quando parlava in modo
magniloquente del caldo che c'era in quelle terre. Io non priverò Tisamenos di alcuni dei suoi elogi,
infatti si dice che lui abbia sopportato nobilmente il caldo e alcune altre fatiche. Ma io so che anche
tutti coloro che erano attorno a lui, gli schiavi di costoro e gli asinai hanno sopportato lo stesso sole,
cosicché se noi concederemo a costui la possibilità di vantarsi, dovremo concederla anche agli altri,
e in un modo molto maggiore, perché loro non hanno avuto il servizio di cui ha usufruito lui.
Tuttavia Tisamenos ha fatto questa cosa, e quale è stata in fin dei conti questa cosa? Anche uno
qualsiasi dei suoi servitori l'ha fatta facilmente, come anche nel tempo precedente, nel quale azioni
simili sono state compiute rapidamente qui ad Antiochia da quei detentori di incarichi che si sono
trovati qui. 33,7. Tisamenos si è lamentato del fatto di soggiornare in luoghi selvaggi e privi di quei
divertimenti che erano graditi a lui, e ha chiesto a coloro che avevano potere alla corte imperiale di
essere allontanato da questi luoghi, e ritiene giusto che essere onorato come se avesse fatto
volontariamente queste azioni. Tuttavia se c'è anche qualcosa di buono in queste vicende, questo è
merito di Deinias, che ha relegato Tisamenos in quei luoghi. Alcuni retori sono andati là pensando
che là avrebbero potuto impiegare se stessi, perché colui che deteneva il potere aveva del tempo
libero, hanno visto che Tisamenos si dedicava soltanto al grano, lasciava perdere tutte le altre cose,
ed era così “generoso”, come dicono i poeti, sono saliti a cavallo e sono tornati qui, sono stati
insieme tra loro, e sono andati via non esponendo le loro argomentazioni, ma restando in silenzio, e
sapevano bene che avevano fatto una cosa gradita a lui. Ed erano così lontani dal ritenere che da
questo fatto sarebbe derivata a loro una cosa terribile. 33,8. E quando Tisamenos è venuto qui era
sempre lo stesso; evitava i processi, chiedeva di ricevere gli inviti all'ippodromo e ai teatri, e chi
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conosce l'attività di giudice ritiene che questi inviti siano un danno e li disapprova, ma quelli che
sono simili a lui ricevono questi inviti con gioia, più dei bambini che imparano le lettere. Neppure
in queste cose Tisamenos ha mantenuto un comportamento opportuno, ma nel suo desiderio di dare
l'impressione di conoscere questi argomenti, lui ha introdotto una grandissima sgradevolezza nei
suoi procedimenti, sia togliendo delle cose che potevano essere date giustamente, sia con un grande
numero di frustate date ai corpi nudi. Quei magistrati che vengono elogiati quando sono presenti
sono simili a quando sono assenti, onorano l'impero con la loro presenza, e onorano se stessi con il
non esaminare tali questioni in modo scrupoloso. 33,9. Ma io torno su questo punto, sul fatto che
quest'uomo è il danno più grave per i processi. Infatti Tisamenos o fugge da questi processi e si
dedica a tutte le altre attività, oppure se è costretto ad amministrare la giustizia, trascorre il suo
tempo parlando in modo vano, non osa trattare il processo, ci gira intorno, non è capace di vedere
ciò che è giusto, e non sceglie di restare in silenzio, ma parla con un profluvio di parole inutili,e tale
da infastidire le orecchie e da affaticare i piedi degli avvocati. Invece di cercare una conclusione e
invece di porre fine al processo con una decisione, Tisamenos rimanda nuovamente quelli che
avranno bisogno di un'altra udienza, e ciò avviene anche al processo, che non otterrà la sua
conclusione. 33,10. Dunque come tu pensi che stiano quelli che sono processati in simili sventure?
Quale tu credi che sia il loro stato d'animo? Che cosa tu credi che essi dicano a se stessi, che cosa tu
credi che essi dicano alla terra e al sole? Quando essi smettono di piangere, vanno via dopo che
hanno speso molto denaro aspettando l'attenzione del governatore, altri preferiscono ricevere del
denaro in quantità minore e non maggiore. A quelli che traggono il loro sostentamento dall'attività
di avvocati resta lo stare seduti nei processi in modo inutile, gli araldi chiamano alcuni di loro per
cose da niente, tuttavia li chiamano per dare l'impressione che ci sia qualcosa da fare per loro, ma la
verità è che fanno soltanto un sonno in grande quantità. Non è il desiderio di lavorare che fa durare
le sedute di Tisamenos fino a sera,ma sono i consigli dei medici e i vantaggi del suo ventre,cosicché
quelli che vedono le fiaccole che precedono il suo carro ridono. 33,11. Dunque o imperatore,
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Tisamenos ha ricevuto un popolo che era consapevole di se stesso, lo ha spinto al punto di non
conoscere se stesso e ha insegnato al popolo che è molto importante per il governatore che ci sia
qualche lode detta dai popolani al governatore. Il popolo si è convinto di avere un potere su quel
governatore, anche se il popolo è collocato dalla legge al di sotto di colui che lo governa, ma il
popolo, a causa della sua arroganza, ritiene che il governante sia inferiore a se stesso, e comincia a
sconvolgere molte delle istituzioni stabilite. 33,12. E tu, o imperatore, potresti sapere facilmente che
questa cosa è così. Io credo che sia avvenuto una volta nel teatro qualcosa che ha reso il popolo
privo di voce. Tisamenos ha ritenuto che questo avvenimento fosse una sventura, e ha fatto
conoscere questa cosa a molti altri con il suo colorito. Lui avrebbe dovuto dichiarare il suo
sentimento anche a voce, a quanto sembra, alcune persone lo accompagnavano, non erano più di
venti, ed erano così poche che c'era da vergognarsi, e quelle persone dicevano le solite lodi che i
migliori tra i governatori fanno cessare, ma quell'uomo mirabile, Tisamenos, è sceso dal carro e ha
detto:“Chi vi ha restituito le vostre lingue? Voi non avevate queste lingue nel teatro”. Con tali parole
lui ha reso se stesso meschino perché ha rivelato che lui ha ritenuto che l'atteggiamento precedente
di quelle persone fosse un danno e che il loro atteggiamento presente fosse un vantaggio. 33,13. E
qualcuno dice : “Ma non sono stati belli i rapporti di quell'uomo, Tisamenos, con il consiglio
cittadino, e non hanno forse mostrato che lui era il governatore?”. Il consiglio cittadino non era in
buone condizioni neanche prima, ma quell'uomo malvagio lo ha fatto affondare perché ha indagato,
ha investigato e non ha lasciato tranquille quelle situazioni che erano state tralasciate dai prefetti per
la debolezza del consiglio municipale, lui ha esaminato con cura le dracme, gli oboli e cose così
piccole, ha rimproverato alcuni consiglieri cittadini, e ha chiesto denaro ad altri. E quando io dico
altri, intendo dire i consiglieri cittadini, che sono diventati pochi mentre prima erano molti, e alcuni
di loro sono morti essendo indebitati, e i loro figli fanno i mendicanti, non per la malvagità dei loro
padri, ma per colpa di questi individui che ritengono giusto mangiare tali ricchezze, questi terribili
servi che prendono dei beni e non sono menzionati per la paura che suscitano. 33,14. Dunque è stato
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Tisamenos a trascinare in pubblico vicende da uno statere, da mezzo statere, da un terzo di uno
statere, queste vicende dormivano per il grande numero dei loro anni e lui ha fatto queste cose per
ottenere il denaro per la costruzione di alcuni edifici, e nessuno ha mai visto niente di più inutile di
questi edifici.Ma Tisamenos ha ritenuto giusto rendere più grande la città per mezzo di alcune pietre
e rendere più piccole le risorse economiche del consiglio cittadino, mentre tutti ridevano e tutti
criticavano l'inutilità del suo impegno in questa cosa, perché non c'era più nessuno che facesse il
servizio pubblico riguardante gli animali feroci. 33,15.E dopo che un mimo ha definito i suoi edifici
una camera nuziale e lui lo sposo, e ha detto che i suoi edifici erano stati completati, mentre lui non
si era fatto vedere, Tisamenos, che è spazzatura, si è arrabbiato,ha avuto l'atteggiamento degli stolti,
ha detto che certamente questo strano sposo doveva manifestarsi, e ha ritenuto di non vedere
nessuno di quegli ostacoli che impedivano questa cosa, ma alla difficoltà dei consiglieri cittadini
Tisamenos ha aggiunto minacce, mescolate a offese,e non ha potuto dimostrare che questi decurioni
avessero la possibilità di fare questa cosa, ma ha esortato quegli uomini infelici a sopportare il loro
servizio pubblico, e nel suo osare fare ciò ha violato la tua legge, o imperatore. Infatti due anni fa tu
hai istituito questa legge che toglie a noi l'obbligo di una simile spesa, facendo in modo che questa
azione dipenda dalla volontà. Infatti la legge dice: “tu vuoi fare questa cosa? Non ci sarà nessuno
che te lo impedirà. Tu non vuoi fare questa cosa? Non ci sarà nessuno che ti costringerà”. Ma
Tisamenos, anche se la legge veniva letta, ha imposto questi obblighi, come se avesse ricevuto da te
nel suo codicillo di nomina una tirannide e non un potere legittimo. 33,16. E se tutti i decurioni
fossero ricchi come Midas , e se ognuno di loro avesse con sé molto denaro, e se essi non volessero
alimentare degli animali feroci, né gli esseri umani che affrontano questi animali in combattimento,
loro potrebbero evitare la spesa secondo una loro facoltà. Adesso tutti sono schiavi dei propri
creditori, e i mesi quando finiscono diventano dolorosi per loro. Ci sono alcuni che non darebbero il
loro denaro in prestito,perché essi non potrebbero recuperarlo in futuro. 33,17.E quando tali persone
dicono la loro povertà, fanno giuramenti, enumerano i debiti che hanno, fanno richieste, fanno
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suppliche di non gettarle in quella vergogna che deriva dalla dimostrazione della loro povertà, né
nei pericoli che derivano da quelli che li guardano, Tisamenos non è diventato per niente più mite,
ma ha mantenuto le stesse parole e non ha lasciato che fosse menzionata la legge. Tuttavia quale
punizione egli non dovrebbe scontare giustamente per questa cosa? Oppure se lui ha trascinato via
coloro che si sono attaccati alla tua statua, questa azione sarebbe una cosa terribile, e se lui ha fatto
trascinare via quelli che hanno fatto ricorso alla tua legge, non darebbe giustamente l'impressione di
fare un'azione uguale a questa? Infatti essi hanno avuto le lettere della legge al posto della statua di
bronzo. 33,18. Tisamenos ha mostrato che la tua legge è stata inutile, poi, come se loro avessero
trasgredito una legge, e non avessero fatto ricorso a una legge, li ha circondati di tutti i mali, li ha
inimicizia, ha cercato il modo per rovinare i decurioni, e ha ritenuto che quelli che gli davano delle
informazioni fossero dei benefattori. Ai danni imprevisti si è aggiunto un male ancora più grande a
causa della velocità. Infatti Tisamenos ha ritenuto che fosse importante che essi pagassero prima di
andare via, la sua benevolenza è durata solo un giorno, dopo il quale non c'è stato nessun perdono.
33,19. E secondo lui questo è giusto,sia nelle altre cose,sia nella tassazione. Questo è il quarto mese
dell'anno, la terza parte di ogni anno, ma Tisamenos ha detto che l'imperatore ha patito un torto
perché non tutto il contributo era stato pagato. Come può essere così, o tu che sei ridicolo? E infatti
i prodotti che si trovano nei campi spetterebbero in modo simile all'imperatore, e non sarebbero
minori. Non è che se questo prodotto fosse portato là diventerebbe più grande,ma per colui che paga
non è la stessa cosa o il pagare tutto subito oppure pagare la somma divisa in parti nel corso dei
mesi. Tisamenos cerca questo denaro così velocemente non per procurare un vantaggio a lui, ma per
procurare un danno a noi. 33,20. E per questo motivo dei soldati frustano altri soldati i quali sono
nudi, dove molte persone possono vedere questa cosa, e in quel luogo i soldati vedono i primi e i
secondi, e alcuni vanno contro i decurioni, e fanno ciò che hanno patito, cominciano dagli schiavi,
vanno avanti e si gettano contro le schiene dei padroni, e dei bastoni si succedono ad altri bastoni,
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sia gli antenati, sia le spese pubbliche, sia la gloria,sia le altre prerogative di quelli che governano la
città sono cose insignificanti, deboli, e prive di qualsiasi valore. Che cosa produce questo disonore?
Il fatto che i nostri consiglieri cittadini non sono ricchi, e non possono fare dei servizi pubblici tanto
grandi. Ed essi non sono gli unici ad avere patito questi dolori, ma anche qualcun altro è nelle stesse
condizioni, cosicché la condizione di costoro è coperta e non è troppo evidente. 33,21.Dunque forse
Tisamenos ha limitato il suo oltraggio alle offese riguardo ai tribunali? No,lui ha escogitato cose che
nessun altro avrebbe mai potuto pensare, ha chiamato qui quell'uomo della città di Berea con gli
animali che sono allevati da lui e con gli uomini che sono stati assunti per queste attività. E lui è
venuto a portare degli orsi e dei leopardi e quegli uomini che a volte sono sconfitti, altre volte
vincono,e Tisamenos è stato grande nel vincere la città più grande con quella più piccola; e infatti se
è una bella cosa che la ricchezza degli studi retorici sia nella città di Berea, però Berea e Antiochia n
non sono la stessa cosa. Dunque Tisamenos ha voluto che una delle due città facesse festa per
questa cosa al posto dell'altra città, e che uno dei due consigli cittadini sembrasse essere migliore
dell'altro consiglio cittadino, e che il primo potesse essere orgoglioso e il secondo fosse umiliato,
diventasse piccolo, e fosse sconfessato, e non potesse più vedere niente di libero. 33,22. Dunque se
uno rovina la prima città, ne esalta un'altra che non è neanche seconda, e le offre la possibilità di
infangare una città che è migliore di essa, costui non fa nessun torto alla tua casa? Dunque queste
colpe sono gravissime, se le si considera in modo attento. Infatti o imperatore, Tisamenos è stato
mandato non per sconvolgere l'ordine delle città, né per causare un danno ad alcune città nella stima
che esse hanno, ma per mantenere le cose come stavano, e per prendersi cura di ogni città nel modo
adeguato, e per rendere ogni città più felice con la sua attenzione. 33,23. Tisamenos, nel suo portare
qui l'uomo originario di Berea insieme a coloro che lui ha portato,ha gridato a tutti che questa nostra
città di Antiochia doveva essere inferiore all'altra città, di Berea, e ha gridato che questa nostra città
doveva rinunciare al titolo di metropoli, e ha gridato che il nostro consiglio cittadino doveva essere
inferiore a un altro consiglio cittadino, e che era necessario che un uomo fosse inferiore a un altro
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uomo e che noi Antiocheni riconoscessimo che altri individui erano migliori di noi. Si potrebbe
sapere che queste cose sono un'offesa, dalla gioia e dal dolore, e il dolore è stato di quelli che
avevano un atteggiamento benevolo verso noi antiocheni,e la gioia è stata di quelli che non avevano
questo atteggiamento. Tu non avresti voluto che le città subissero delle offese. Ma Tisamenos non
avrebbe dovuto offenderle. Dunque in che modo un tale uomo ha potuto ragionevolmente avere un
inflitto da te non dovrebbe essere una cosa insopportabile, tu onori la nostra città sia in quelle azioni
che hai fatto ai nostri ambasciatori, sia in quelle parole che sono state dette a ognuno di costoro, e in
ogni ambasceria la nostra città diventa più gloriosa, ma Tisamenos si è seduto a guardare,e a cercare
quale fosse il modo in cui essa potesse diventare meno illustre. Poi i padroni delle greggi scacciano
quei pastori che sono malvagi, pongono fine al loro lavoro e affidano il loro gregge ad altri pastori
che sono più utili, e tu non imiterai quei padroni riguardo a una tale città? Questa città ha cose
gloriose dell'antichità, ha cose gloriose dei periodi successivi all'antichità, ha cose gloriose del
tempo di adesso, e si può dire riguardo alla nostra città che essa ha qualcosa in più di tutte le altre
città, tranne due. 33,25. Tu devi ritenere che con le stesse azioni salverai anche le altre città, che
hanno delle condizioni peggiori a causa della malvagità di questo individuo. Poi Tisamenos dice che
anche questa città, Antiochia, ha ricevuto un beneficio per quelle stesse azioni con le quali lui l'ha
danneggiata, perché lui ha trasferito a noi Antiocheni una spesa che doveva essere fatta da altri,
cosicché o renderà povero il consigliere cittadino per la spesa che lui dovrà fare in entrambe le città,
oppure priverà Berea di ciò che essa avrebbe dovuto avere. 33,26. Infatti Tisamenos dice di avere
patito un'ingiustizia perché non è stato invitato a un simile spettacolo da parte di colui che lo
fornisce. Ma se Tisamenos ha patito un torto perché non è stato invitato, bisogna cercare la colpa di
chi ha dato alla persona che fa il servizio pubblico la possibilità di fare questa cosa, quando
“tu devi fare ciò che è tuo compito, io mi preoccuperò di ciò a cui io sono stato preposto”. E lui
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voleva dire il grano. Dunque se tu, Tisamenos, hai mentito quando hai detto queste parole, è giusto
che tu non dia una punizione a un altro, ma sconti tu stesso una punizione, infatti per quale motivo
tu fai questi inganni? Ma se queste parole sono state di uno che diceva la verità, per colpa tua è
avvenuto anche il fatto che tu non sia stato invitato una seconda volta. E anche se nelle tue accuse
c'è qualcosa di giusto, tu dovresti rivolgere la tua collera verso colui che ha sbagliato, non, per Zeus,
verso tutto quanto il consiglio cittadino. I consiglieri cittadini potrebbero dire: “non è che tutti noi
abbiamo fatto quel servizio pubblico, né noi abbiamo trascurato quell'invito che doveva essere
fatto”. 33,27. E la prova del fatto che Tisamenos abbia rifiutato questa condivisione è stata che un
uomo che aveva un potere maggiore del suo gli aveva detto di restare nello stesso luogo e di non
muoversi prima che lui ritornasse dall'Egitto e dalle correnti del Nilo. E questo ordine è così solido
che anche quando è stato eliminato dalle tue lettere, o imperatore, quando hai dato quel beneficio a
coloro che aiutavano Tisamenos, lui è rimasto lì. Tisamenos odia quel consigliere cittadino perché
non lo ha invitato, anche se giustamente non lo ha invitato, e odia gli altri uomini, e non ha potuto
mettere fine a questo odio neppure in un lungo tempo. 33,28. E tuttavia Tisamenos potrebbe punire
questi uomini se li accusa di qualcosa, anche se lui non agirebbe giustamente facendo ciò, ma
riguardo a coloro che sono a processo, io dirò quello che mi è sfuggito, qual è il motivo per il quale
lui può causare la rovina di questi individui che gli hanno fatto un torto, e queste cose non
avvengono forse per un matrimonio? Infatti quando Tisamenos ha dato in spose le sue figlie, molto
prima del giorno del matrimonio,ha chiamato il gruppo degli avvocati,e ha detto: “voi dovete tacere,
cominciando il vostro silenzio da oggi, fino a quando le fanciulle diventano mogli dei loro sposi”,
ha definito questa cosa come una vacanza. Ma è stato un giorno nefasto, un danno per gli avvocati
che non hanno parlato, e un danno per quelli che avevano bisogno della loro eloquenza. 33,29.
Tuttavia Tisamenos non è il primo governatore che in questa città abbia dato sua figlia in sposa, ma
ciò è successo a molti altri uomini, e gli altri e gli stessi magistrati hanno sposato delle donne E
tuttavia i matrimoni non hanno mai distolto nessuno di questi uomini dai loro processi, e le
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procedure dei matrimoni sono state fatte da loro per mezzo dei loro amici, ma si poteva vedere il
detentore dell'incarico nelle sue funzioni. Ma Tisamenos stava tra quelli che cucivano il vestito della
sposa, si soffermava nei discorsi con i cuochi. E coloro che avevano dei processi, e molti tra loro
erano poveri,erano ostili a quei matrimoni,e imprecavano contro gli sposi che erano stati incoronati.
33,30. Poi, dopo questa inattività che è stata lunga, Tisamenos si è impegnato molto nelle frustate. E
questo era il principio di quest'uomo, il guardare con favore agli accusatori, il correre dall'accusa
alla punizione, e aggiungere il carcere alle sofferenze inflitte per mezzo delle frustate. O imperatore,
questo carcere contiene un'altra punizione, quella che riguarda il denaro; infatti chi varca quella
soglia del carcere deve dare del denaro al guardiano di quella porta, e se non ha denaro, deve stare
seduto e nudo, il suo vestito viene preso dalla guardia, sua madre anziana, se il detenuto ha ancora
una madre, deve vagare e chiedendo l'elemosina deve raccogliere tutto ciò che può. 33,31. Dunque
alcuni governatori, dopo le percosse lasciano colui che ha patito questo trattamento ai suoi amici, ai
farmaci e ai medici, ma Tisamenos manda quegli uomini sventurati a morire per quei maltrattamenti
che avvengono nel carcere. E se lui si ricordasse di loro, e li liberasse, oppure se i suoi collaboratori
adesso è necessario inchinarsi di fronte alle ginocchia di molte persone, e non tutte onorano tali
gesti, e tra coloro che sono più giusti, alcuni parlano della loro mancanza di tempo, altri parlano di
altro e dicono che concederanno questo favore, ma che questa cosa non si può fare subito. Per la
vittima il male è più lungo. 33,32. Poi Tisamenos dice di avere patito dei torti terribili se non viene
chiamato generoso, e lui dice che viene privato di un nome adatto al suo carattere, anche se lui non
si vergogna di dare altre frustate a coloro che non sono capaci di riscuotere il denaro da persone che
non possono pagare. Tuttavia che cosa è più scellerato del non potere dire che queste cose non
dovrebbero andare così, e del fatto che gli addetti alle riscossioni siano puniti per la povertà di
coloro che subiscono la riscossione?Infatti questa cosa è simile al chiedere ai medici di fare in modo
che i morti tornino a vivere. E la seconda azione non è tra le cose naturali, e la prima azione è una di
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quelle cose che sono impossibili. Anche se qualcuno scuoiasse il debitore, potrebbe togliergli la
pelle, ma non potrebbe mai fare in modo che colui che non ha il denaro abbia il denaro. Tisamenos
dice che è giusto che alcuni esattori, se non possono fare delle riscossioni, paghino con il proprio
denaro, a tal punto lui è per noi è come Aiakos, un grande giudice, e chi non può fare ciò viene
picchiato. 33,33. Dunque tu lascerai che eserciti il potere questo uomo, a causa del quale avvengono
molti gemiti, molti lamenti, molte lacrime, molte parole rivolte agli dei? Tisamenos dice: “Sì, ci
sono stati dei miglioramenti nelle condizioni <di quelli che lavorano> nelle botteghe e nelle loro
attività”. Ma Tisamenos, che è un protettore dei poveri, ha costretto coloro che hanno sopportato un
pesante pagamento a dipingere gli spazi dentro le loro porte, anche se c'erano già delle insegne fatte
dai governatori precedenti, i quali con una simile ingiustizia avevano aumentato la povertà di quegli
uomini sventurati, e non per rendere più bella la città, perché queste opere erano dei peggiori pittori.
E poiché questi dipinti erano dei tempi precedenti, Tisamenos ha ordinato di mettere altri dipinti su
quelli che non erano stati distrutti. 33,34. Qual è il motivo di queste sue azioni? Tisamenos ha fatto
ricorso a dei pittori che hanno dipinto in alcuni portici, e non ha voluto dare loro il compenso di
questa pittura in un modo giusto, e si è liberato di quei dipinti che non erano necessari. E i pittori
hanno dipinto, i proprietari hanno pianto perché avrebbero patito la fame per pagare il giusto prezzo
ai pittori. O imperatore, tu vedi la fatica di questo governatore? Lui ha dato un ordine in poche
sillabe. Non era possibile ribattere alle cose che lui aveva ordinato. I proprietari hanno dovuto
togliere questo denaro dal loro sostentamento. 33,35. Tisamenos ha dato un motivo di lamenti alla
città e come è possibile che lui abbia reso migliore questa città? Infatti io ritengo che la bellezza
della città sia il rendere più agiati coloro che sono poveri, ma Tisamenos è responsabile delle azioni
contrarie nei nostri confronti sia per gli eccessi che ho detto, sia per quelli che dirò. Infatti lui ha
ordinato che coloro che sono nelle botteghe triplicassero l'illuminazione nella notte. Qualcuno ha
detto: “come posso io comprare una quantità di olio tanto grande quando l'olio è venduto a un
prezzo maggiore di prima a causa di questa grande illuminazione? Quanto denaro viene nelle mie
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mani? Quanto denaro io posso ottenere grazie a questa attività?”. Cosa risponderà Tisamenos a
questa domanda? 33,36. Dunque nel tempo adatto al riposo, infatti tale è la notte nel suo inizio,
Tisamenos disturba gli uomini affaticati con il bussare che viene fatto alle porte dai gruppi di
sorveglianti, che fanno temere di distruggere le porte e impongono l'obbligo di accendere il fuoco.
Io so che una vedova dalla casa di sopra ha gridato: “In che modo io potrei accendere questa luce?
Come potrei io avere l'olio per un tempo così lungo, quando non ho nemmeno l'olio da mangiare?”.
33,37. Ma a Tisamenos sembra un comportamento vigoroso il dare un ordine e il vedere che esso è
stato eseguito, e non gli importa se questo ordine sia giusto oppure no, o se esso sia utile o sia il
contrario. E se qualcuno di quelli che sembrano essere suoi amici andasse da lui e dicesse delle cose
vere riguardo a questo argomento e lo esortasse a mettere fine a questa cosa, a lui sembrerebbe che
l'amico gli dica cose sciocche. E per quale motivo lui si è impegnato molto per questa cosa, per <il
fatto che> ci fosse tanta illuminazione quando la città dorme? Infatti a coloro che dormono non
servirebbe l'illuminazione data da lui e per le guardie era sufficiente l'illuminazione che c'era prima;
non si può dire che i malfattori siano diventati di meno,né che prima ce ne fossero di più. Ma questa
azione è completamente piena di ubriachezza, di empietà e del non prendersi cura di coloro che
vivono in povertà. 33,38. Poi qualcuno mi domanderà se Tisamenos è stato corrotto. Se lui non è
corrotto, tuttavia ha fatto sì che i suoi sudditi stessero nel modo che in cui tu hai sentito che io
dicevo, forse lui è buono, anche se è cattivo, ma <non> ha preso del denaro? Io non dico che
Tisamenos ha preso qualcosa, ma dico che altri a causa sua hanno preso, e alcuni di loro hanno
scelto di compiere dei reati, si sono rifugiati presso i mariti delle sue figlie, presso suo fratello,
presso sua madre e presso quel medico eccellente che non ha mai dato un dolore a questa madre, e
qualsiasi cosa ognuno di costoro menzionasse, era necessario che questa cosa fosse fatta subito, e
non era possibile che nello stesso tempo le leggi prevalessero e questi individui ottenessero il loro
guadagno. Altri invece hanno avuto un guadagno ogni giorno. Di certo non è stato possibile che le
leggi prevalessero. Tisamenos ha tolto alle leggi il loro potere, e costui darebbe l'impressione di
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salvare le leggi? Che significa? Se il denaro non è andato nelle mani di quest'uomo, ma è andato
nelle mani di altri, perché lui lo mandava, la giustizia è stata forse meno danneggiata di quanto
sarebbe stata danneggiata dalla sua corruzione? 33,39. Per questo motivo se qualcuno fa una grave
azione malvagia e se ci sono delle paure date dalle leggi, Tisamenos ride; infatti lui corre dal marito
di sua figlia con del denaro, e il marito di sua andrà dal padre di sua moglie, e per mezzo di questi
begli accessi e discorsi la giustizia sarà calpestata e sarà rovinata. Dunque Tisamenos non ha usato
un tale metodo per arricchirsi, ma lo ha fornito ad altri, e non ha aumentato le sue ricchezze
personali, ma ha reso più importante la famiglia di un uomo malvagio. 33,40. Molti albergatori
collaborano con i ladri nel reddito che proviene dai loro omicidi, non prendono niente, ma per loro è
un guadagno sufficiente l'avere fatto un favore a dei malfattori. E Tisamenos siede come giudice ed
emette le sue sentenze per persone simili. Io so che alcuni di costoro non hanno fatto nessuna di
queste due cose, essi non hanno preso niente, e non hanno nemmeno fatto in modo che altri
prendessero qualcosa, ma hanno danneggiato le città con la loro malvagità, ed essi sono stati odiati
per altre sventure, non danno l'impressione di essere buoni perché non hanno fatto nessuna
corruzione. 33,41. Dunque anche se tutta questa parte fosse favorevole a Tisamenos, lui sarebbe
sopraffatto dalle altre sue colpe, lui ha continuato ad aumentare il numero dei detenuti, non ha fatto
uscire nessuno dal carcere, né affinché qualcuno potesse difendersi, né affinché qualcuno fosse
condannato a morte, cosicché per i carcerati è stato molto più sopportabile perdere la vita invece
che vedere le proprie ossa attraverso la propria pelle. Tisamenos ha riempito il carcere di persone
accusate da lui per ogni colpa, e ha fatto morire questi detenuti per il loro grande numero. 33,42. La
maggior parte di questi individui non meritava questa pena, ma neppure coloro che dovevano
scontare una condanna a morte dovevano patirla in questo modo. La legge taglia loro la testa, ma
non li fa soffocare per il sovraffollamento.E di conseguenza avviene che per colui al quale è tagliata
i processi più di quanto i bambini evitano gli spauracchi,e ritiene che essere detentore di un incarico
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pubblico significhi questo, prolungare il pranzo tra le chiacchiere. 33,43. Tu devi liberare le tue città
da tali sventure, e devi mandare un uomo che sia intelligente, che desideri faticare, che faccia più di
quanto parli, che usi la persuasione più che la costrizione, e che porti un aiuto ai poveri e non li
opprima, e che riconosca che cosa è possibile, che cosa non è possibile e qual è il momento adatto
per le frustate, qual è il momento adatto per una minaccia, e insomma che non sia simile in nessun
sopportato facilmente questa offesa. Voi potreste avere un biasimo, alcuni di voi perché hanno fatto
questa offesa, e altri di voi perché non hanno provato dolore per quelle cose che sono state fatte. E
voi siete tra quelli che elogiano se stessi perché non hanno fatto una vendetta, se voi direte che non
sapevate queste cose, questa è una colpa terribile, se non sapete tali cose, o se esse non sembrano
essere terribili a voi che le sapete, come potreste voi evitare di sembrare malvagi? 34,2. Dunque se
io avessi trascurato tali cose e questo educatore sfrontato avesse detto tali cose, io vergognandomi
per avere sentito le cose che avvengono e considerando che io darei un motivo per tali dicerie,
tacerei, perché non io potrei fare delle accuse, mentre l'accusatore farebbe delle accuse giuste; ora io
non so se qualche altro uomo sia mai stato calunniato in un modo così impudente. E io sono pronto
a dimostrare questa cosa, io che non sono ignorato da quelli che conoscono la mia gioia nel faticare,
ma ho temuto che fosse ingannato uno di quelli che non sanno quale sia il mio modo di
comportarmi nei confronti degli studenti che sono con me per essere istruiti. Pertanto potrebbe
essere opportuno per me esporre qual è il motivo per il quale è accaduto che ci siano stati quegli
eventi riguardanti l'offesa contro di me. 34,3. Uno dei giovani studenti ha ritenuto che una
declamazione fosse una competizione per una gara preliminare, lui ha quindici anni, ha fatto
moltissima fatica nella sua condizione di orfano, ha prevalso sui piaceri non onorevoli più di
chiunque altro, ma lui potrebbe, se volesse, dire le virtù dei suoi antenati che sono apparse nel loro
ruolo di soldati e nelle funzioni di comandanti. Per il giovane studente è un grande ornamento la
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morigeratezza ed essa evita anche le lingue di coloro che sono malvagi. Qualcun altro potrebbe
aggiungere a questa cosa la sollecitudine nelle risposte, la giustizia, e il fatto che il giovane abbia
giudicato ritenuto piccolo ogni contributo che lui avrebbe potuto dare. 34,4. Dunque l'onorare altre
cose ha esortato il giovane studente a non aggiungere niente ai discorsi che sono stati esposti, e c'era
un'antica legge che voleva che queste cose andassero così, e nessuno tra tutti i presenti, né tra i
giovani, né tra gli educatori, ha osato fare dei rimproveri per questo motivo. Dunque lo studente è
andato via ricevendo un onore. Era necessario che ci fossero questi onori da parte mia. Questa cosa
consisteva nel non aggiungere nient'altro alle parole che erano state dette dal giovane studente.
Dunque io mi sono seduto per parlare a uomini che erano miei amici, e in un certo modo io ho
esagerato un po' parlando della collera di Philagrios che era stata sconfitta da me, quando lui ha
torturato i fornai sotto gli occhi di tutti. 34,5. Dunque quando i miei amici sono andati a un bagno
pubblico, un bambino correndo diceva che un cattivo educatore educatore di un giovane cattivo
come lui, stava steso vicino alla porta e gridava che quel fanciullo era stato punito per tre mesi. Lui
diceva queste parole perché voleva trasgredire la legge, e voleva che colui che aveva fatto la
declamazione fosse privato del giusto premio di colui che ha vinto, lui era invidioso, mi pare, della
gloria di colui che aveva pronunciato quel discorso. Ma sarebbe stato molto meglio se lui, imitando
i comportamenti di quello studente, avesse ottenuto gli stessi risultati di costui invece del fatto che
lui, non potendo ottenere questo premio, cercasse di minacciare chi lo aveva ottenuto. 34,6. Ma io
devo rendere evidente che lui faceva delle calunnie. Lui diceva che tre mesi erano trascorsi invano.
Come è possibile, “o tu che hai occhi di cane?”. Infatti i giorni di quelle sventure sono stati
trentaquattro, alcune cose terribili sono state eliminate dalla lettera dell'imperatore, c'è stata una
sicurezza totale ed è stato possibile andare a incontrarsi. E anche tu sei stato uno di quelli che hanno
usufruito di questa occasione e anzi, se tu non ne hai usufruito, hai avuto una paura che è stata
eliminata, sei stato in campagna a vivere comodamente, questa è una tua colpa, non una mia colpa.
Infatti alcuni non hanno navigato anche se c'era la possibilità di navigare, ma se qualcuno ha privato
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se stesso della navigazione non è stato perché il mare non lo ha accolto. Se tu sei arrivato dopo le
nostre lettere, e tu hai fatto le azioni proprie di coloro che sapevano queste cose, in che modo tu hai
perso il guadagno di tre mesi? 34,7. E invece tu non hai perso il tempo del tuo allontanamento per
colpa mia e della mia pigrizia, ma questa è la punizione della vostra malvagità. Oppure tu devi farti
avanti e dimostrare che io ho pronunciato dei discorsi che hanno avuto un potere come delle falangi
che liberano i colpevoli sia dal furto di ricchezze, sia dall'uccisione, sia dal ferro, e tu devi mostrare
che è caratteristica degli uomini intelligenti il salvare se stessi fuggendo. Ma se non ci fosse stato
neppure un mio discorso simile a quello,voi avreste dato a voi stessi questi consigli,in che modo voi
potreste evitare di fare giustamente dei rimproveri a voi stessi? Oppure se dei malfattori vi hanno
aggredito quando voi eravate ancora in viaggio o avevate già raggiunto la campagna, tali sventure
sono avvenute perché quelli che sono fuggiti in modo irragionevole con le loro cattive azioni hanno
favorito le condizioni dei briganti. Dunque se voi due foste rimasti stesi al suolo dopo essere stati
colpiti da coloro che hanno ucciso molti uomini, avrei dovuto essere io quello che avrebbe raccolto
entrambe le vostre anime, e avrebbe dovuto arrivare il padre del ragazzo per fare questa raccolta.
34,8. Dunque, come se lui avesse fatto ciò avrebbe dato alle persone assennate l'impressione di
essere folle,in questo stesso modo voi mi parlate dei mesi. E infatti nessuno potrebbe dire nemmeno
quella cosa, cioè che io abbia fatto delle esortazioni ad andare via, e che io abbia elogiato coloro che
erano andati via. Ma qual è stata la collera che io ho avuto? Quali sono state le parole che io non ho
detto? Quali sono state le parole che io non ho pronunciato quando ho detto che il trasferimento
altrove era un'azione di persone che volevano morire e che deliravano, e che esse temevano alcune
cose che non erano terribili, e avevano fiducia in cose che erano terribili? Era normale che anche
costoro, come molti altri individui, ascoltassero queste parole, tuttavia essi hanno ritenuto di avere
preso la decisione migliore. 34,9. E del fatto che io non abbia mai detto che bisognava fuggire sono
stati testimoni coloro che hanno fatto questa stessa cosa. Infatti quelli che volevano andare in
campagna hanno preso questa decisione, si sono nascosti con una grande abilità, se ne sono andati
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dileguandosi e hanno fatto ciò prima di dire che cosa avrebbero fatto,e avevano paura che avrebbero
sentito dire delle parole che li avrebbero trattenuti, perché queste parole avrebbero avuto in sé la
forza per convincerli. 34,10. Dunque essi sono stati responsabili del non essere stati coerenti con se
stessi, e hanno fatto in modo che io mi indignassi con loro perché hanno privato se stessi di quelle
parole che provenivano da parte mia, essi osano incolpare me di quelle decisioni che hanno preso
loro, come se qualcuno andasse volontariamente in un luogo privo di acqua e poi andando a una
sorgente, dalla quale era stato lontano per alcuni giorni, rimproverasse le sorgenti dicendo da quanti
giorni lui non beveva. E le sorgenti potrebbero dirgli: “ma l'acqua è trasportata grazie a noi, e noi
non potremmo respingere nessuno che voglia bere”. 34,11.Per Zeus,se qualcuno,dopo avere lasciato
la terra che possiede il raggio del sole, arrivasse nell'oscurità dei Cimmeri, e soggiornasse in quel
luogo per alcuni mesi, e se poi andasse nei luoghi precedenti assolati e avesse un insuccesso
volontariamente in queste cose,lui non sarebbe forse un calunniatore?Tu hai tolto a te stesso la luce;
dunque tu devi subire la punizione. 34,12. Dunque loro sono andati là per un desiderio di pigrizia,
ma fingono di essere tra coloro che avrebbero lavorato volentieri, è chiaro che hanno trascurato
quegli insegnanti che portano nella memoria gli antichi discorsi.È chiaro che il ragazzo beve e torna
ingrassato, con delle carni più abbondanti. Una prova più grande di ciò è che il loro ritorno è
avvenuto insieme a persone che erano molto numerose. E il fatto che lui abbia effettuato
velocemente l'allontanamento e che abbia effettuato lentamente il ritorno non dichiara forse,
nonostante il suo silenzio, che lui ha gradito la prima cosa e ha disapprovato la seconda cosa? 34,13.
Se qualcuno di voi avesse avuto qualche considerazione per gli studi di retorica, avrebbe rivolto il
suo sguardo a me che ero rimasto qui. E voi avreste fatto questa cosa, se aveste avuto una maggiore
considerazione per me quando era necessario che guardaste a me,se non per un altro motivo,almeno
per il grande numero dei miei anni, e noi sappiamo quanta importanza attribuisce a questa cosa il
capo dei poeti. Adesso voi avete condannato il desiderare la mia morte, ma avete ritenuto voi stessi
saggi e avete danneggiato le attività delle Muse con i vostri divertimenti in campagna. Dunque
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poiché infine voi avete deciso di tornare, qual è l'accusa che potreste rivolgere a me per questo
motivo, perché avete desiderato quelle cose che sono date da me, e io non ho condiviso con voi
queste cose? 34,14.Ma ciò avveniva anche prima che le circostanze cambiassero in meglio, io non
ho smesso di portare il mio contributo, ma da un numero tanto grande i miei alunni sono passati a
dodici, poi essi si sono ridotti a sette,ma io non sono diventato peggiore, io sono andato a scuola per
questi alunni anche se essi erano pochi,e ho fatto questa cosa in un modo non più lento di prima, ma
io mi sono comportato con gli alunni presenti, che erano pochi, come mi comportavo quando loro
amichevolmente gli studenti che sono rimasti e questo saluto è stato grato a loro perché sono
rimasti. Anche voi avreste potuto essere tra questi studenti, se lo aveste voluto. E adesso,dopo che vi
siete ubriacati per così tanti giorni, voi siete arrivati a diventare dei grandi appassionati dei miei
discorsi, e vi aspettate che le vostre contumelie verso di me dureranno molto tempo. 34,15. E
qualcuno dice: “noi abbiamo passato molti giorni a fare discorsi su Homeros e su Demosthenes”. Si
potrebbe trovare la colpa nelle circostanze, non in me. Infatti le azioni fatte da voi sono arrivate al
loro compimento, e io taccio della vostra velocità, non è stato possibile scrivere subito le cose più
complete, ma quello studente avrebbe dovuto venire, e non doveva venire da solo, ma con nove altri
studenti o con un numero maggiore o con un numero non molto minore. Ma loro non si sono fatti
vedere. 34,16. Tra le cose più assurde è stato il fatto che ci sia stata una legge strana per un uomo
folle e lui avrebbe parlato male del tempo passato. Per questo motivo un altro al posto mio avrebbe
dato i testi che lui aveva letto, e avrebbe fatto questa cosa obbedendo a ciò che io avevo deciso. E in
questa cosa lui sarebbe stato così bravo che voi non avreste potuto fargli nessun rimprovero, voi che
spesso siete capaci di ammirare e di parlare male di queste stesse cose. Dunque io ho corretto quelle
cose in lui, e altre cose nelle competizioni oratorie, e per voi sono diventato due persone invece che
una. E queste azioni non sono consistite nel non fare niente, ma nel raddoppiare il vostro vantaggio.
34,17. E se tu parli della mia malattia alle articolazioni, accusi la Sorte, non me; infatti tu non dirai
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questa cosa, che io ho pregato di ammalarmi, ho gridato sia di notte sia di giorno a causa dei miei
dolori, e trascorro il mio tempo con i medici più che con i libri. Non mi è stato possibile neppure
l'insegnamento che era per me più fastidioso delle cose dolorose e necessarie, e i tentativi che sono
stati fatti per mettere fine al mio dolore sono stati ancora più dolorosi. Io ho cercato molti modi per
dare un aiuto alle mie articolazioni, altri metodi hanno dimostrato di non avere niente più che una
speranza. 34,18. Dunque tu, smettendo di indignarti con me, accusi la mia pigrizia? E la divinità è
non è tenuta a rispondere alle accuse,ma le colpe che non sono mie appartengono forse a me? Come
se qualcuno accusasse un morto per il fatto che lui non è più in vita e perché è cessato il suo fare
qualcosa. Ma riguardo al cadavere si potrebbe parlare delle Moire o delle loro attività e del fatto che
era necessario che lui morisse in seguito a questi motivi, ma da parte di coloro che sono morti non
potrebbe esserci nessuna azione. Se io fossi stato prigioniero, e se fossi stato detenuto da alcuni
briganti che mi avessero catturato, tu non potresti accusarmi di non avere compiuto le azioni che
sono proprie di un insegnante nei confronti dei giovani studenti, ma io sono stato trattenuto da una
detenzione molto più dolorosa, e io potrei aggiungere anche più forte, tu hai ritenuto giusto che io
mi preoccupassi degli studenti, e che lo stesso uomo non si potesse muovere e potesse danzare? E
come è possibile che queste cose avvengano? 34,19. Ma un soldato desidera la lotta e la battaglia e
quando esce all'improvviso da una malattia vede il comandante che è addolorato, ma non gli fa
nessuna accusa, e non c'è nessuno degli uomini che sia così stolto che possa accusare tale individuo;
io, dopo avere lasciato qualcuna delle mie attività consuete a causa di questa necessità, ho qualcuno
che mi accusa? E quale uomo che sia malato ha dato l'impressione di essere malvagio perché si è
ammalato? Nessuno,a meno che lui abbia causato a se stesso la sua malattia. Per molti motivi questa
cosa potrebbe avvenire a un essere umano. Anche nelle gare ginniche spesso abbiamo visto degli
atleti che si sono ammalati e non hanno potuto recuperare, per loro c'è stata compassione da parte di
tutti gli spettatori, non biasimo, neppure quando loro tornano a casa presso i loro familiari, ma se
uno dicesse che loro hanno avuto sfortuna, commetterebbe un errore, e un errore non piccolo. 34,20.
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Tuttavia io non mi nascondevo nella città di costoro quando sono stato colpito da una tale malattia,a
causa della quale è stato inevitabile per me giacere privo di voce per alcuni giorni in ogni anno;
infatti vicino alla nostra città si trova quella città ed è molto grande la distanza tra l'una e l'altra
città. Dunque per quale motivo voi non siete andati da altri insegnanti di retorica che non fossero
malati? Ma se voi siete venuti per sopportare questa cosa, che cosa avete sopportato, dopo che siete
arrivati, e molti studenti prima di voi hanno sopportato questa cosa, molti la sopportano anche
adesso, e anzi tutti, tranne voi, la sopportano? Oppure tu sei l'unico che ami le lezioni di eloquenza,
e negli altri studenti che sono così numerosi c'è il desiderio di altre cose? 34,21. E tu non dirai
questa cosa con la lingua,ma la dichiari con le tue azioni. E io mi meraviglio di quale cosa tu avresti
potuto fare se la mia malattia si fosse prolungata per non pochi giorni, mentre essa si è allontanata
velocemente; infatti in diciotto giorni, per un terzo di essi io sono stato legato al letto da un aiuto
degli dei. Dunque tu cosa avresti fatto in un periodo lungo, se tu fai tali azioni in un periodo che è
tanto più breve? 34,22. Quel pedagogo accusa anche il fatto che io mantenga con cura i miei onori
ai miei amici assenti, ai miei amici presenti, ad alcuni che sono famosi, ad alcuni che sono entrambe
le cose, ad altri che non sono nessuna di queste cose, ma hanno in un altro modo qualcosa di giusto
per mezzo dei loro parenti. E lui non si vergogna di provocare una guerra nei confronti di coloro
che non possono causare un dolore a <nessuno>, ma sono nati in una condizione sociale diversa. Io
avrei dovuto essere molto onorato perché ho stabilito questa consuetudine, ma se altri mi hanno
anticipato nel fare ciò, è giusta la difesa di questo comportamento, il seguire quelli che l'hanno
onorata e il non essere peggiori delle proprie guide, e io so che loro danno simili onori alle morti, e
non si affaticano in questa cosa, neppure se i morti si aggiungono ad altri morti. 34,23. E nessuno è
così stolto, né così sventurato da rimproverare quell'onore, ma alcuni insegnanti hanno anche fatto il
trasporto funebre sostenendo con le loro mani i loro allievi che sono stati abbattuti dalla sventura, e
quelli che non hanno potuto fare ciò hanno onorato i funerali dei giovani studenti collaborando con i
loro studi di retorica, e hanno ritenuto che questa cosa fosse la più importante, il fatto di insegnare
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agli allievi quelle cose che bisognava fare nei confronti di coloro che sono morti. 34,24. Ma costui
attacca un tempo così lungo, rivolge un'accusa a chi non ha violato una legge così antica per un
tempo tanto lungo, ed esorta a ritenere che niente sia più disonorevole di un cadavere. Eppure che
cosa tu riterresti giusto che ottenesse il tuo stesso padre, se lui morisse quando tu ancora frequenti la
scuola? E se alcuni ottengono un onore, per quale motivo tu privi gli altri di queste cose? Ma se altri
hanno un onore, qual è la punizione adeguata che tu dovresti scontare? 34,25.Dunque o figli, lui non
dovrebbe osare dire neppure quella cosa, cioè che questa mia scuola non ha prodotto molti oratori
abili nel parlare. Alcuni dei miei allievi sono stati brillanti nei processi, altri sono stati brillanti nel
giudicare, altri sono stati brillanti nel portare un aiuto alle loro patrie, e ognuno di costoro ha
ricevuto il potere insieme all'onore di questa legge. Ma se è possibile ottenere un onore sia con il
difendere la legge, sia per il fatto che nessuno sia danneggiato nei suoi studi di retorica, ed è
possibile che entrambe queste cose siano presenti insieme, quale giusto motivo c'è per l'offesa a
quelli che sono morti? 34,26. Per questo stesso motivo si potrebbe provare un grandissimo
dispiacere, cioè per il fatto che gli allievi enumerano anche quei giorni che contengono le
declamazioni degli insegnanti di eloquenza insieme a quei giorni che sono trascorsi in modo inutile.
In che modo, o tu scellerato animale feroce, in che modo gli studi di retorica sono un danno per
loro? E in che modo colui che dice quelle azioni che bisogna imitare causa un danno con i suoi
discorsi? Infatti io dico che il silenzio degli insegnanti è contro i loro studenti, mentre la corrente
delle parole che proviene dagli insegnanti spinge gli allievi all'essere capaci di fare queste cose. Io
ho visto che in qualche modo anche i maestri di ginnastica nelle palestre insegnano a fare la lotta
per mezzo dei loro stessi corpi, e oltre a loro abbiamo visto anche gli arcieri che per dare un
insegnamento ai loro allievi scagliano dei dardi, e noi <sappiamo> che Apollon ha prodotto in
questo modo numerosi arcieri. 34,27. Certamente anche chiunque voglia produrre dei retori deve
offrire se stesso come esempio a quelli che diventeranno capaci di fare quella attività, e il giovane
studente dovrebbe fuggire via da quell'insegnante che non voglia parlare,e dovrebbe ricercare quello
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che sia produce dei discorsi, sia li pronuncia pubblicamente, e dovrebbe tentare di mettere se stesso
in un'uguale discendenza. E se in alcuni degli allievi c'è un desiderio di fare una declamazione
oratoria, essi possono ottenere un uditorio. E dovrebbe sembrare giusto che questa cosa porti una
gloria non solo a quegli studenti, ma anche a tutti coloro che hanno la stessa bevanda. 34,28. E se
quella cosa non cessa si vada pure contro l'insegnante perché lui non ha ottenuto nessun risultato. E
l'insegnante ha fatto una di quelle cose che sono utili a tutti quegli allievi che sono migliori e li fa
migliorare nel loro giudizio, fa migliorare tutti gli allievi che non sono peggiori, con la loro fatica, e
spinge quelli che sono peggiori a volere essere uguali ai migliori.Dopo che è finita la lezione, alcuni
studenti circondano gli insegnanti e li fanno stare seduti sulle loro sedie contro la loro volontà, non
permettono che gli insegnanti prendano fiato, sono insolenti e umiliano quello che ha parlato
gridando che lui è stato fastidioso. 34,29. Dunque io non ho eliminato e non eliminerò in futuro le
mie stesse azioni, e non avrò paura della calunnia di un cattivo educatore, quegli individui sono vili,
e anche se non li ho ancora visti, tuttavia io vorrei vederli diventare coraggiosi e consapevoli di se
stessi. E io vorrei vedere voi, o figli, odiare coloro che devono essere puniti da me. E se questa cosa
fosse presente anche adesso nelle vostre anime, costui potrebbe anche ricorrere alle contumelie. Il
padre del fanciullo onora la Sorte, per questo motivo, perché il pedagogo dovrebbe essere un muro e
una sorveglianza più dura della camera da letto di Danae, ma il pedagogo è benevolo verso quelli
che stanno volentieri con lui, e se qualcuno inviterà il ragazzo a un pranzo, il pedagogo lo lascia
andare anche a cena, e con il suo stesso cenare insieme a lui il pedagogo dà una gioia a quello che
organizza il banchetto. 34,30. E l'educatore che fa tali azioni, lui che permette tali cose, e fa tali
favori, tuttavia ritiene giusto incutere paura agli insegnanti e si rivolge a loro guardandoli in modo
feroce, ritenendo che niente fosse adeguato, e che ogni cosa fosse inferiore a ciò che era opportuno,
con queste azioni lui ha fatto in modo che alcune cose fossero in una condizione sgradevole, quando
lui arriva causa dei dolori,quando va via suscita gioia,si rivolge a questo insegnante disprezzandolo,
ammira un altro insegnante, con la minaccia di trasferire l'allievo porta una schiavitù all'insegnante
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che ha paura di questa cosa. 34,31.Tuttavia il padre del giovane studente e suo omonimo non lo ha
costretto a fare un tale discorso, infatti questo padre non è malvagio, e non era malvagio neppure
l'educatore di costui, ma era un uomo giusto, equilibrato, temperante, ha guidato questo allievo
difendendolo, e tenendolo lontano da quelle cose da cui doveva stare lontano, non sconvolgendo
l'ordine, non ha permesso a se stesso quelle cose che la legge non ha concesso, ma ha saputo come
quelli che sono ancora in vita e quelli che sono morti, e la vostra incapacità di parlare nei tribunali.
Già da tempo voi avreste potuto uscire dal vostro silenzio, ma voi avete disonorato le mie
esortazioni alle città, e anche adesso potreste avere una guarigione dalla vostra vergogna, se voi
voleste seguire il mio consiglio. 35,2. Pertanto io rivolgo una preghiera a quegli dei che reggono la
nostra città, che essi mi concedano di dare dei consigli riguardo a quelle cose per le quali io sono
venuto, di parlare in modo equilibrato e che voi siate convinti a ricevere queste parole. Infatti è un
vantaggio comune a colui che parla e a coloro che lo ascoltano il fatto che il primo sembra dire le
parole migliori, e gli altri sembrano preferire le cose che sono utili invece di quelle che sono
gradevoli. Ma se voi lottate per restare in quelle condizioni che ci sono adesso, io vengo sconfitto,
tuttavia avrò questo vantaggio, l'avere dato consigli riguardo a questi argomenti. 35,3. Qualcuno di
voi potrebbe rispondermi brevemente dicendo:“qual è questo nome che è comune a voi?”. E voi
direste “il nome di cittadini che governano la propria città”. Perciò qual è l'effetto di questo nome?
Il rendersi utili alla città con il proprio consiglio, lo spiegare ciò che è necessario mediante i propri
discorsi, l'impedire quelle cose che sono dannose, il parlare a favore di alcune cose, l'opporsi ad
altre cose, il seguire quei magistrati che sono assennati,il contrastare quei magistrati che non vedono
ciò che è utile, l'opporre le parole che provengono dalla discussione a quelle che vengono da una
cattedra, la capacità di fare paura più che l'avere paura, derivano dall'eloquenza. 35,4. Colui che fa
un servizio pubblico fa queste cose, non si occupa di legna, di fornaci, di cavalli, di atleti, di orsi e
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di cacciatori. Infatti anche queste spese sono onorevoli e portano un onore alla città, una buona
reputazione a colui che le ha pagate, ma questo non è ancora il fare un servizio pubblico, e io penso
che tali spese siano delle forme di servizi pubblici, ma colui che fa un servizio pubblico è un'altra
cosa, come ho detto poco fa. Anche se qualcuno di costoro facesse per dieci volte ciascuna di queste
cose nei confronti della propria città, queste azioni sarebbero un onore, una magnanimità e una
gloria, ma sarebbero lontane dall'essere una ricchezza per la città. E questa cosa è chiara per questo
motivo. 35,5. Molti padri e, per Zeus, molte madri degli uomini che sono morti in quelle città hanno
portato a delle spese simili i loro figli che da poco tempo si erano allontanati dal latte materno, e
altri figli che non si erano ancora staccati da esso. Dunque chi renderà comune a costoro quella
definizione? Nessuno, se non uno che delira Infatti uno che non può sapere che cosa sia il servizio
pubblico che lui fa come potrebbe fare l'azione di chi è decurione? In che modo colui che non fa
un'azione potrebbe essere chiamato con il nome di questa azione? E allora voi avete fatto dei servizi
pubblici, ma non siete stati decurioni, come quel bambino. 35,6. E io ho sentito dire questa cosa già
molto tempo fa, di coloro che si rallegravano per me, e anche se voi li deridevate io non diffidavo di
loro, infatti sapevo che le vostre lingue erano in molti luoghi, ma adesso io ho saputo in un modo
anche più chiaro la mia sventura. Infatti io sono andato a parlare al magistrato, come non avrei
dovuto fare, era presente tutto il consiglio cittadino. Anche agli oratori spettava chiedere conto di
argomenti seri. Mentre alcuni hanno detto ciò che a loro sembrava utile, voi avete servito la città
contribuendo soltanto con il vostro silenzio, voi avete elogiato ciò che è stato detto con un vostro
cenno, e anzi alcuni di voi sono stati visti mentre hanno fatto questa cosa, altri non l'hanno fatta, ma
nascondendo se stessi sotto le schiene dei primi non sono stati per niente diversi dagli schiavi che
rivolgono i loro sguardi ai loro padroni. Quando voi siete usciti, ad alcuni è accaduto di essere
orgogliosi per le parole che avevano detto, ma voi siete stati umiliati dal vostro silenzio, e gli altri
hanno provato gioia per gli eventi successivi alle loro parole, ma voi avete provato sconforto. 35,7.
Quali sono state le vostre parole alle vostre madri quando cenavate? Voi mentendo avete detto alle
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vostre madri che venivate dopo avere parlato, voi avete sbagliato in questa cosa, se voi aveste
dichiarato di avere taciuto che cos'altro avreste fatto, se non fare piangere le vostre madri, renderle
sventurate e farle imprecare contro loro stesse, perché esse hanno generato dei figli che sono
un'offesa, una vergogna e un biasimo a loro stesse? Velocemente un lavoratore manuale potrebbe
farvi vergognare, velocemente lui potrebbe obbedire a coloro che gli danno ordini,velocemente ci si
potrebbe aspettare che qualcosa di spiacevole per lui sarà eliminato grazie a voi, quando voi
chiederete ad altre persone di parlare in vostro favore. 35,8. In nome degli dei, quale delle due cose
è meglio, guidare o essere guidati? Avere potere o non avere potere? Aiutare o avere bisogno di
qualcuno che ci aiuterà? Essere chiamati felici o chiamare felice un altro? Ed è meglio essere utili
alla patria che ci ha generato oppure non essere utili a essa? È forse vero che tra le cose che ho detto
le cose peggiori appartengono a voi e le cose migliori appartengono ad altri? Gli altri possono fare
paura ai collaboratori dei potenti, voi avete paura di questi ultimi. E per gli altri è facile dare un
dolore con un loro sguardo, dare un dolore con una loro parola, dare un dolore con la loro mano,
farsi prendere dalla collera, fermare anche colui che non vuole fermarsi,spogliare sia di qualcosa sia
di più. Dunque per quale motivo essi si sottomettono ad alcuni e li onorano, ma respingono voi?
Perché negli altri rispettano la buona reputazione che costoro hanno ottenuto grazie alla loro attività
retorica,ma trovano voi tra gli individui privi di fama per il vostro tacere e non ignorano quei servizi
pubblici che voi fate adesso e quelli che avete fatto in passato, ma pensano che queste vostre azioni
siano dovute alla legge e ai vostri obblighi, ma non possono ammirare le vostre anime. 35,9.Dunque
se voi non foste cittadini di una città che è diventata famosa per qualcuna di quelle cose che sono
considerate dei beni, anche così sarebbe onorevole che voi diventaste migliori dei vostri padri e che
voi poteste dire ciò che è stato proprio di Sthenelos, ma presto voi avreste una giustificazione per il
non avere ottenuto questo risultato; adesso si potrebbe trovare questa cosa, cioè che la vostra città è
stata molto brillante per la capacità del suo consiglio cittadino di parlare bene, e per questa capacità
non è stato poco il tempo che gli insegnanti hanno trascorso nelle declamazioni oratorie. Dunque è
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una cosa terribile il fatto che voi non sembriate eredi di questa cosa, ma voi diate l'impressione di
avere rovinato la reputazione della vostra città con il vostro stile di vita. Oppure se voi toglieste le
mura di questa città dovreste essere puniti, e se voi vi private di quei beni che derivano dal parlare
bene farete qualcosa che è degno di onori? 35,10. Io mi rallegro per il fatto che Phasganios sia stato
ammirato, e non meno per il fatto che lui abbia ricevuto degli encomi, ma io vorrei che anche voi
foste elogiati insieme a lui, perché sarebbe un vantaggio anche per la città il fatto che non si dicesse
ciò che si dice ora, cioè che “nessuno è simile a quell'uomo, ma molti sono vicini a lui”. E noi
sappiamo che Arghyrios e Eubulos sono celebrati come buoni oratori, e io aggiungerei anche altri
che sono meno bravi di loro, ma migliori di voi. 35,11. Dunque se voi sentite alcuni che dicono che
alcuni uomini erano delle torri della città, voi siete dei traditori, alcuni hanno reso felice la città, voi
l'avete resa infelice, e se voi sentite dire che un tempo il suo consiglio cittadino era importante,
adesso una piccola parte di esso non è morta,la maggior parte di esso è scomparsa, come potete voi
prendere i vostri cibi? Come potete voi ritenete giusto vivere? Per quale motivo voi non avete
pregato che la terra si spalancasse sotto di voi? Questo, questo è il motivo per il quale ci si potrebbe
addolorare di più, è il fatto che voi non percepite di essere sventurati, ma voi vivete con gioia, e voi
ridete tra di voi, e ridete degli altri, e incontrate delle persone e avete degli sguardi impudenti come
se non vi trovaste in nessuna condizione cattiva. 35,12. Eppure che cosa è più terribile di questa
assenza di voce? Quale motivo giusto voi potreste avere per questa assenza di voce? Infatti voi non
potreste rivolgere un rimprovero ai vostri genitori, per il fatto che essi non vi abbiano affidato a
degli insegnanti dai quali era possibile imparare qualcosa, e i vostri genitori hanno speso del denaro
per comprare i libri che erano consueti,e hanno pagato un compenso,non affinché voi non imparaste
niente, almeno non hanno pagato me per questa cosa. Molte città in molte province sono testimoni
di questo discorso, e in queste città quelli che hanno frequentato la mia scuola hanno il potere grazie
alla loro capacità di parlare. E se non ci fosse stato bisogno di un lungo discorso su questa cosa, e se
al contempo fosse stato spiacevole, io avrei potuto dire questa cosa. 35,13. Pertanto voi nella scuola
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non siete stati affatto peggiori di questi studenti, infatti le vostre indoli naturali sono capaci di
apprendere < le cose> della tecnica, voi avete aggiunto una quantità non piccola di fatica, ma il
tempo in questa attività non è stato simile, e la conoscenza acquisita da quegli altri studenti è stata
mantenuta, mentre la conoscenza acquisita da voi si è dispersa. Il motivo è il fatto che essi si
dedicano ai testi scritti, voi vi applicate agli animali più che a queste opere scritte. Gli altri studenti
non hanno ritenuto che le corse dei cavalli fossero più importanti di loro stessi, mentre per voi
queste corse sono la passione della vostra vita, e voi trascurate tutte le altre cose e vi preoccupate
per il fatto che un certo auriga sia superiore a un altro auriga. E quel ciarlatano che promette questa
superiorità è più onorato da voi anche degli dei, e coloro che coltivano l'ippodromo per voi sono più
onorevoli degli spettatori, ed essi hanno del denaro grazie a questa azione, il dire qualcosa ai cavalli
inizialmente, e attraverso i cavalli a quelli che sono sui carri. Pertanto voi ritenete che questi uomini
siano felici, voi li ricercate, li imitate; volete essere simili a costoro più che ai vostri padri. E per
Zeus voi siete simili a loro. Essi sono così e voi avete superato molti di loro nelle caratteristiche di
quegli individui e vi vantate per questa vittoria più di quelli che hanno ottenuto le corone che
provengono da Olimpia. 35,14. Ma soprattutto oltre a questo viene a voi quella voce, cioè che molti
giovani si sono impegnati in questo servizio pubblico, hanno venduto i cavalli che avevano
comprato in passato, si erano allontanati dal fare i servizi pubblici a causa dei loro impegni rivolti a
queste corse e agli aurighi, essi si sono rallegrati quando hanno fatto dei servizi pubblici, e sono
rimasti in questo compito. Ma quando la loro spesa ha la sua conclusione e il loro dedicare
attenzione a queste attività finisce, per quale motivo la loro sventura va avanti in modo immortale?
E voi ritenete che i vostri giorni siano migliori o peggiori per questo motivo, per le vittorie e per le
sconfitte di quegli aurighi, ma non potreste parlare in nessun modo delle vostre vittorie, e non vi
indignate per le vostre sconfitte: tanto grande è diventata la vostra consuetudine ad essere sconfitti.
35,15. Dunque io ho forse trascurato i malati? Non ho imitato i medici, e non ho fatto le azioni
proprie di coloro che provano dolore, io che quando andavo via venivo maledetto da voi tutte le
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volte che venivo nominato? E quale giorno io ho lasciato passare senza che io abbia detto a voi le
parole di colui che fa dei rimproveri: “o carissimi, dovete essere sobri,dovete smettere di ubriacarvi,
dovete tornare alla saggezza! Dovete avere rispetto di voi stessi, dovete avere rispetto di me! Voi
dovete essere migliori degli schiavi nelle vostre lingue, affinché voi non siate migliori dei vostri
schiavi soltanto per la vostra condizione. Se qualcuno rivolgesse la sua attenzione a voi e a quegli
altri schiavi nudi che parlano, e se non sapesse nient'altro delle vostre condizioni, forse a costui non
sembrerebbe giusto il ritenere che alcuni uomini comandino altri uomini”. 35,16. Queste parole e
altre simili non sono state sempre dette da me? Non è forse vero che io anche quando venivo visto
da lontano davo l'impressione di dire queste parole? Non è stata forse la vostra paura di queste
parole che ha causato spesso la vostra fuga? Io non vi ho forse chiesto che smetteste di odiare
Demosthenes? Io non sono forse stato fastidioso quando vi correggevo perché voi sbagliavate le
parole? Io non vi ho forse promesso che sarebbe avvenuta con facilità la cura riguardo a molti degli
errori fatti da voi? A voi anche questa cosa è sembrata faticosa. Ma, o voi che siete ottimi, se non
avete fatto prima questa cosa, almeno adesso dovete rafforzare la vostra reputazione, dovete
occuparvi della città, perché voi avete ricevuto questo nome. 35,17. Dunque in che modo avverrà
questa cosa? Se voi sarete capaci di parlare bene,dunque in che modo farete questa cosa? Se voi non
evitate i libri, e se non ritenete che siano più piacevoli dei libri quelle cose delle quali ho parlato
prima. A queste cose bisognerebbe aggiungere i dadi, e l'empietà verso gli dei che deriva da essi.
Infatti voi sapete che chi perde ai dadi non si astiene da nessuna parola e anche colui che è
piacevole e gentile si comporta in modo empio. Voi dovete allontanarvi dai danzatori, dovete
allontanarvi dagli aurighi! Voi dovete andare verso i retori antichi, dovete purificare le vostre lingue
e presto vi si vedrà mentre parlate, e non tacete. 35,18. Se voi non potete rinunciare completamente
alle cose che amate, è una sventura amare le cose che causano dei danni, e voi assegnate uguale
importanza a entrambe le cose, a ciò che è migliore e a ciò che è peggiore. Ma in che modo questa
cosa è giusta? Tuttavia io la concedo. Tu fai cena. Tu non devi passare il tempo parlando degli
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aurighi, litigando con il tuo schiavo riguardo agli aurighi,quando non c'è nessun altro se non lo
schiavo, ma tu, dopo avere chiesto un libro e dopo avere reso affilata la tua lingua devi andare a
dormire, e anche in quelle notti che sono più lunghe devi cantare insieme ai galli al risveglio,quando
vai in piazza, se le condizioni lo consentono, tu non devi ritenere che sia una vergogna e una
condanna per te se vieni visto mentre prendi qualcosa da un libro. 35,19. Queste cose renderanno
bella la tua bocca, queste cose faranno apparire un flusso di parole,queste cose renderanno veloce la
tua lingua, e al contempo la renderanno più forte di ogni accusa, grazie a questa lingua tu costruirai
in un modo più bello, e tu coltiverai la terra in un modo più bello, e tu sarai un padrone di beni
mobili in quantità maggiore, tu farai chiudere la bocca a quelli che accusano me e te e dicono che tu
vivrai in futuro senza cambiare nessuna di quelle cose che adesso vanno male. 35,20. Dunque
qualcuno presto potrebbe domandarmi:“che significa?Tutti coloro che sono ad Antiochia sono così?
Nessuno di quelli che sono stati tuoi allievi parla,nessuno di loro ha avuto incarichi nella sua città?”.
Io non potrei dire questa cosa, e non potrei combattere contro delle realtà così evidenti, ma direi
un'altra cosa, cioè che i miei allievi che parlano sono pochi e che gli altri sono molti. Quelli che
parlano sono due o tre, quelli che non parlano sono dieci volte tanti. Sarebbe necessario, se pure
questa cosa fosse davvero necessaria, che fossero tre quelli che non parlano e che fossero in numero
multiplo di questi coloro che parlano. Io non potrei elogiare un campo se la maggior parte di esso è
improduttivo, e non è stimato un maestro di ginnastica grazie al quale soltanto tre allievi imparano a
fare la lotta, e l'altra parte degli allievi fa soltanto numero. Si consideri una schiera di venti uomini,
o anche di un numero maggiore, nella quale tranne tre uomini tutti gli altri sono vili e sono in tali
condizioni, e Homeros li definisce scadenti negli agguati. 35,21. Dunque non è sufficiente né per
me, né per la città il fatto che tre studenti parlino, ma sarebbe sufficiente se parlassero tutti coloro
che hanno partecipato ai sacrifici. Voi stessi dichiarate che questi tre studenti, per Zeus, sono più
utili di voi sia a se stessi, sia alla loro città, oppure no? Infatti se voi non dite questa cosa siete matti,
ma se la ammettete per quale motivo non andate a nascondervi? Se voi non potete fare la stessa cosa
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di quegli studenti, avete privato voi stessi di questa capacità. Oppure tutti voi non siete stati educati
dalle stesse leggi, in questa palestra,percorrendo la stessa strada,ascoltando la stessa voce, seguendo
le stesse orme? Dunque io ho detto e ho esposto per quale motivo voi non siete tutti uguali,né simili.
Dunque coloro che vogliono parlare male di me grazie a voi hanno dei motivi per fare dei discorsi
contro di me ed essi nascondono quei tre studenti buoni con il grande numero degli studenti che
sono peggiori. 35,22. E la cosa più fastidiosa di tutte è che un certo individuo, del quale io non
vorrei dire il nome, ritiene giusto essere considerato un retore, anche se ha imparato tutte le cose
tranne il parlare bene, infatti lui non ha neppure frequentato tali insegnanti, e tuttavia non potrebbe
sopportare di andare via senza avere detto al giudice qualche cosa, o di più grande o di più piccolo,e
voi,che fin da piccoli avete riempito molte volte in ogni mese le tavolette con quelle lettere che sono
adatte all'attività retorica, siete andati via essendo molto diversi da come eravate nei vostri scritti,
quando camminate, guardate e respirate, tali sono i danni dell'assenza di parole. 35,23. Qualcuno
dice: “per Zeus, bisogna cedere il posto a coloro che sono più anziani”. Certamente, affinché parlino
per primi. Ma voi concedete a loro di essere gli unici a parlare. Infatti non è che voi ritenete
opportuno parlare dopo gli anziani, ma voi non parlate in nessun modo. La prima azione è quella di
coloro che onorano gli anziani, e la seconda azione è quella di coloro che disonorano se stessi. Ma
neppure gli anziani dovrebbero ritenere giusto essere onorati in questo modo. Tuttavia anche prima
di queste cose c'è un motivo per il quale voi, se credete di dovere parlare, potreste fare ricorso a un
esempio adeguato, Demosthenes,che dichiara di essersi alzato a parlare per primo tra quegli uomini
con i quali era solito parlare. 35,24. Pertanto quelli che adesso sono i più vecchi in passato erano più
giovani di altri, ed erano più giovani di quelli di quanto voi siate più giovani di loro. Voi
domanderete a loro se loro abbiano fatto la stessa cosa che fate voi, e se non abbiano parlato, non
abbiano risposto, e non si siano fatti avanti. E velocemente voi troverete che loro hanno fatto tutte
queste cose, e che non sono stati danneggiati in niente da queste azioni, ma hanno ottenuto i
vantaggi più grandi, e questa cosa ha disturbato coloro che erano soliti prevalere. Io non so neppure
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se a questi tre studenti che imitano le azioni di quelli che erano giovani un tempo, e che ora sono
diventati anziani, questa cosa porti vergogna e biasimo, oppure se il fatto che essi non siano lontani
dalla capacità di costoro porti a loro una buona reputazione e delle lodi. 35,25. Dunque voi dovete
smettere di attribuire al pudore e alla mitezza questo comportamento che avviene perché voi non
avete la capacità di parlare, perché molte volte, quando voi siete stati costretti a parlare per l'assenza
di un uomo, voi avete ritenuto giusto chiamare quest'uomo perché non avevate niente di cui parlare.
Dunque che significa? Quando quell'uomo finirà la sua vita, voi che farete? Avrete bisogno di fare
un'ambasceria a Pluton, che chiederà di mandare qui quell'uomo morto, affinché lui faccia discorsi
riguardo a questi argomenti? Ma voi non diventerete dei retori grazie alla morte di costui.
Certamente sarà meglio se vi dedicherete allo studio dell'eloquenza finché lui è vivo, e se otterrete
la capacità di parlare bene invece che se intraprenderete questa attività dopo che lui è morto, e voi
farete brutta figura trovandovi in difficoltà. Se è necessaria la capacità di parlare bene,questa attività
richiede alcuni libri, e voi dovete stare in compagnia dei libri. 35,26. E qualcuno dice: “Ma è
piacevole il non fare fatica,e questa attività, come dici tu stesso, richiede fatica”. E cosa c'è di strano
se coloro che rinunciano a un piacere dannoso si rivolgono ad alcune fatiche che sono utili? Ma se
uno scopo è meglio di un altro scopo, la fatica è meglio del piacere. Per gli agricoltori sarebbe
piacevole essere pigri, ma se fossero pigri sarebbe inevitabile che essi avessero fame. Per questo
motivo essi arano e seminano facendo fatica, affinché non patiscano questo dolore. C'è una fatica
anche nel navigare, per Zeus, e ci sono anche dei pericoli. Ma l'aumentare le proprie ricchezze è più
piacevole del non salire mai su un'imbarcazione. Se un pugile pensasse queste cose, quando mai
potrebbe ottenere una corona? È piacevole vivere senza studi retorici. Ma il silenzio nei tribunali
non causa dolore? È sgradevole dedicare i propri sguardi a dei testi scritti. Ma il frutto che proviene
da essi non è molto piacevole? 35,27. Così alcune azioni gradevoli si concludono in una situazione
sgradevole, e altre cose che sono sgradevoli sembrano concludersi in un piacere, e questo piacere è
l'unico che sia confacente a un uomo e veramente è possibile dire che esso è bello. Infatti che cosa
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si potrebbe definire più bello se non il fatto che in ogni città si parli riguardo a quei discorsi che
sono stati pronunciati bene? Così io e voi potremmo stare insieme volentieri, io riceverei un
beneficio da voi, e voi dareste un beneficio a me, mentre adesso noi ci adiriamo in modo reciproco,
voi vi adirate con me, che ho patito un torto da voi, e io mi adiro con voi perché voi avete avuto un
comportamento ingiusto verso di me. 35,28. Voi dovete essere grandi, forti e illustri, e dovete
rispettare i vostri coetanei che sono nelle altre città, loro adesso vi chiamano lepri, e voi dovete
un'ambasceria qualcuno potrebbe andare da voi, tralasciando quelli che sono più anziani, perché
essi hanno bisogno di riposo,e potrebbe esortare alcuni di voi ad andare per contribuire con la vostra
conoscenza dando tutto ciò che avrebbero dato quegli anziani. Questa cosa potrebbe dare onore alla
città più di tutte le piazze e di tutti i portici. Questa cosa darà gioia a voi più di tutti gli atleti, credo,
più di tutti i cacciatori, più di tutti gli aurighi. Questa cosa allontanerà alcune tristezze dalla mia
anima. Soltanto questa cosa potrebbe essere per me un rimedio contro i mali che sono presenti.
termine contro la mia anima e contro il mio corpo da uomini che sono dei ciarlatani, e un motivo
non piccolo per la mia tristezza è il fatto che,quando il complotto era conosciuto e per così dire tutta
la città aveva ricevuto la notizia di questo crimine, io ho incontrato alcuni uomini,e non pochi hanno
mostrato di essere miei amici, ma alcuni non hanno ritenuto giusto né dire qualcosa, né ascoltare
qualcosa riguardo a questo argomento, mentre altri hanno ascoltato e hanno detto qualcosa in un
modo sgradevole, cosicché sono stati simili ai primi. 36,2. Tuttavia se io impedissi loro di parlare,
mentre essi vogliono parlare, sarebbe giusto che essi diffidassero di me in questa cosa, e facessero
tutto ciò che essi ritenessero giusto fare riguardo a tale faccenda. Ma questi uomini sono coerenti
con loro stessi, o giovani, hanno dimostrato di essere tali, e si potrebbe giustamente elogiare voi, sia
per la collera che avete avuto per quegli eventi che sono avvenuti, sia per il vostro adirarvi, perché
non sapete chi abbia commesso queste azioni, e sembra che voi non sopportereste neanche un
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tribunale e un processo, ma sembra che tutti voi fareste ricorso alle mani invece che a un processo.
36,3. Io non posso eliminare queste catene, e io gemo per questa cosa, e penso che il morire sia per
me preferibile al vivere, temo che alcuni degli esseri umani che vivranno in futuro ignoreranno le
mie vicende, e suppongo che nessuno di quelli che sono vivi adesso ignori le mie vicende, quando
queste persone sentono parlare di ciarlatani, di veleni, di camaleonti, di persone che si sono
vendicate per sofferenze che hanno patito a causa mia, avranno queste opinioni, che ci sono alcuni
che violano le leggi, ed è normale che quelli che hanno subìto un torto si indignino per queste cose.
Io devo parlare di me stesso, e devo dire qual è stato il mio modo di comportarmi nei confronti di
ognuno di quei popoli che sono in città. In questo modo io potrei dare l'impressione non di avere
scontato una punizione, ma di avere patito un'ingiustizia. 36,4. Tra quali persone è opportuno che io
cerchi colui che ha fatto questa cosa? Nelle plebi e nel popolo e in coloro che traggono il loro
sostentamento dal lavoro delle loro mani? Io mi sono comportato con costoro in un modo tale
cosicché per alcuni io sono stato meglio di un padre, per altri io sono stato migliore dei loro figli,per
altri io sono stato migliore dei loro fratelli, per la mitezza che ho avuto ogni giorno e per i miei
numerosi aiuti che hanno evitato dei grandi pericoli per loro. Tutto ciò che è avvenuto in queste
riscossioni dolorose è avvenuto con un grido e con un'indignazione, e io ho impedito le frustate che
sarebbero state date dai più forti ai più deboli e le azioni crudeli che sarebbero state fatte contro
coloro che hanno offerto se stessi per fare alcuni servizi, cosicché se qualcuna di queste azioni in
qualche modo è stata osata contro la mia persona io ho patito un'ingiustizia. 36,5. Io ho patito
un'ingiustizia anche se qualcuno di coloro che sono nel consiglio cittadino si è spinto a fare questa
azione. Infatti chi tra tutti gli uomini non sa quali parole io ho detto in tutto il tempo riguardo a
questo consiglio cittadino, e quali azioni io ho fatto nei confronti di coloro che guidano la provincia,
nei confronti di coloro che sono stati a capo di numerose province, per gli incarichi dei prefetti, e
nei confronti degli imperatori che hanno il potere assoluto? Chi ignora questa guerra continua che io
ho combattuto presso quegli uomini che hanno avuto degli incarichi a favore del consiglio
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cittadino? Quelli che ritengono che i vantaggi della loro città siano delle sventure per loro stessi, e
che le sventure della città siano dei vantaggi per loro stessi, quando sono presenti colpiscono
l'esercito, lo attaccano, a volte parlano male, altre volte agiscono male. Eppure loro hanno molti
beni che appartengono a questa città, e si arrabbiano perché non possiedono tutti i beni della città,
adesso non è il momento opportuno per parlarne. 36,6. Questi individui hanno mosso tutto quello
che potevano perché volevano che io rinunciassi ad alcune cose, volevano rendermi il capo e la
guida della loro fazione e dicevano che tutti gli eventi futuri sarebbero stati simili a questi. E io non
tacerò ciò che loro hanno detto molte volte. Infatti essi hanno aggiunto che mi avrebbero anche
onorato. Tuttavia questi atti non mi hanno convinto a lasciare il mio posto, ma io, onorando i miei
antenati, ho creduto che fosse necessario che io restassi nei loro stessi posti, e che io difendessi
quegli ordini che sono stati dati dalla legge a quelli che hanno il potere,e che io non privassi la legge
dei giusti onori, e ho ritenuto opportuno che io fossi giusto nei confronti del consiglio cittadino,
cosicché neppure i membri del consiglio potessero fare a me un tale rimprovero. 36,7. Io credo che
nessuno degli avvocati difensori mi abbia rimproverato un'azione tale per la quale lui giustamente
sarebbe andato incontro a questa punizione. Infatti io dimostrerò che ho detto ai detentori del potere
sempre le cose migliori riguardo a questi avvocati difensori e io ho combattuto contro chiunque
parlasse male di loro. Io non ho mai incitato in nessuna lingua a non rispettare la legge, non ho mai
esortato quelli che necessitavano di avvocati difensori a evitarne alcuni e a proporne alcuni altri,non
ho detto che i primi fossero delle nullità e che i secondi fossero onnipotenti. Se qualcuno mi ha
anticipato nei saluti, io ho ritenuto di avere sbagliato per le mie debolezze, perché io stesso alcune
volte andavo da loro, e altre volte mandavo dei miei uomini a informarsi su quale sorte avessero
ricevuto i corpi di quelle persone. 36,8. Sia pure così. Ma per qualcuno di voi questa cosa è stata
un'empietà verso i giovani? Ci sono alcuni individui che hanno fatto non poche azioni empie contro
di me ed essi ritengono giusto fare in modo che quelle cose che per loro natura sono secondarie
diventino prime. Tuttavia io non ho cercato una punizione per questa colpa e non ho inflitto loro
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nessuna punizione anche se avrei potuto infliggerla facilmente, se avessi voluto, ma ho lasciato che
quegli individui fossero pazzi, ho sopportato la loro follia, non li ho accusati quando non sono
venuti da me, e non li ho respinti quando hanno dato l'impressione di venire da me.Io non dissentirò
su questa cosa, se qualcuno vorrà chiamarla o stoltezza o ottusità oppure benevolenza. E io non ho
trascurato né quelli che sono stati malati, né quelli che sono caduti in un turbamento a causa di
coloro che oltraggiano volentieri uomini che sono così importanti. Per costoro il nome di soldati è
un grande viatico a essere tracotanti. Perciò di tali persone io mi sono preoccupato, mi sono dato
pensiero, io le ho difese, le ho aiutate, le ho salvate da una mano pesante. 36,9. Tuttavia chi tra tutte
le persone non ha ammirato le mie azioni riguardo al compenso, tranne gli insegnanti, per i quali la
mia consuetudine è diventata un danno in queste cose e da quegli insegnanti i giovani studenti
hanno ritenuto giusto ricevere qualche compenso? Perché adesso avvengono delle cose diverse?
Qualche studente ha dato qualcosa volontariamente,ma chi non voleva dare non ha dato niente. E
quelli che hanno voluto dare qualcosa sono stati una parte minima, l'altra parte non ha voluto fare
ciò. La povertà causa l'esenzione del povero, e la ricchezza causa l'esenzione del ricco. Infatti colui
che ha molti beni quando frequenta un insegnante ritiene di fargli un favore. Nessuno potrebbe mai
raggiungere la cura e la giustizia che io ho avuto verso di voi.Dunque se questa cosa di adesso viene
trovata in alcuni di voi, io ho patito un torto nel modo che è più chiaro tra gli esseri umani perché ho
riportato delle conseguenze non buone in seguito alle mie buone azioni. 36,10. Perciò è opportuno
che io dimostri che cosa è stato migliore anche riguardo agli insegnanti. Certamente quell'uomo di
Ascalona rubava sempre qualcuno di questi insegnanti, ha fatto in modo che alcuni di loro avessero
paura delle frustate, e ha colpito anche altri insegnanti. E subito dopo che lui appariva, tutti
dovevano alzarsi dalle loro sedie e dovevano andare di corsa da lui, dovevano accompagnarlo, e
dovevano prendere di nuovo la via verso le loro sedie seguendo i cenni di quell'uomo, loro non
quell'uomo. Dunque in quel momento nessuno poteva sedersi accanto a un altro, ma ognuno doveva
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per tutto il tempo occuparsi di quell'uomo e dei problemi dati da lui. E io tralascio uno strano tributo
di giovani studenti, e il fatto che il figlio si sia servito di questo tributo nei confronti degli allievi, e
abbia riscosso questo tributo e il fatto che gli insegnanti abbiano tremato di paura per questi tributi
arretrati. 36,11. Dunque quell'uomo, che è morto dopo avere ricevuto la guida della scuola,
proveniva anche lui dalla Palestina, ma non ha avuto la possibilità di usufruire di quelle cose che
erano proprie della sua indole naturale, perché la sua indole naturale, io credo, non era all'altezza di
cose come queste. Lui non conosceva la maggior parte di quegli studenti, neppure i loro nomi, si
allontanava dagli altri studenti, e stava ogni volta in angoli diversi. 36,12. Io non ho fatto né l'una
cosa né l'altra, ma ho evitato di cercare di prevalere, come faceva il primo insegnante, e non sono
stato per niente simile al secondo nel carattere, ma io mi sono mescolato a tutti gli studenti, e ho
ritenuto che fosse giusto non prevaricare su nessuno in nessuna cosa, ma io sono stato insieme a
quegli studenti su un piano di parità. Con me è possibile ridere, schernire e scherzare. E le mie
parole a volte guidano quelle degli studenti, altre volte le seguono. Quando io ho sentito che alcuni
giovani studenti mantenevano delle donne presso di sé, non ho fatto ciò che fanno quelli che hanno
patito un torto, ma ugualmente mi sono tenuto lontano dall'indignarmi e dal chiedere qualcosa. Non
ho approvato la vendita delle ricchezze delle loro famiglie per un altro possedimento, ma quando ho
visto che alcuni di loro erano diventati ricchi mentre prima erano poveri, mi sono rallegrato per la
loro sorte, e non mi sono rattristato per me stesso. 36,13. Ma anche quando alcuni studenti sono
diventati arroganti e si sono serviti della loro amicizia con uomini potenti per essere sprezzanti, io
non sono stato pieno di collera e non ho cercato una vendetta, sapevo che questi comportamenti non
erano giusti, tuttavia ho ritenuto opportuno sopportarli. Ma dopo che alcune azioni si sono aggiunte
ad altre azioni durante il giorno quegli individui violavano una legge che era vigente, conoscevo il
dolore che veniva da quel grande numero, ma, come se io non provassi dolore, sono rimasto
anche per questo motivo potrei descrivere me stesso con un numero maggiore di parole, ma ritengo
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che anche queste parole siano sufficienti. Così se anche qualcuno sapesse queste cose, cioè in quale
modo in cui quei veleni sono arrivati qui, non avrebbe la posizione di chi commina una punizione.
36,14. E io ho un atteggiamento simile verso tutti quanti, ma ho creduto che, se questi eventi si
fossero manifestati, la città sarebbe stata sconvolta alla maniera delle onde di Homeros, perché
questi eventi esortano le persone a fare delle ricerche tra loro sulla vicenda. E infatti anche se non è
facile trovare una certa cosa, tuttavia per quelli che la vogliono essa deve esistere. Io invece sono
stato così lontano da una tale collera e dal restituire delle risposte adeguate a un misfatto tanto
grande, cosicché io sono stato poco diverso da quelli che dormono. Certamente neppure uno tra tutti
gli studenti ha né gridato, né ha colpito la propria coscia, né ha sollevato la mano contro il cielo.
Tuttavia sarebbe stato bello per loro sia se avessero fatto qualche errore in questa vicenda, sia se
avessero rivolto le loro mani contro quelli che arrivavano, anche se erano molto lontani da ogni
accusa. 36,15. Ma essi pensano che se il carattere di un auriga e di un cavallo viene ostacolato, tutte
le cose vengono sconvolte, come se la città andasse in rovina, ma io sono stato onorato per la mia
indolenza riguardo a queste cose. Ed è cessato velocemente il discorso riguardo ai mali che io ho
patito perché alcuni studenti hanno ritenuto che io non avrei patito niente di strano se qualcuno mi
avesse ucciso, altri hanno pensato che questo fatto sarebbe stato anche molto buono, se io non fossi
stato più in vita, se tali cose fossero avvenute, essi non amavano gli studi di retorica, né le
declamazioni oratorie, né queste cose che c'erano nel tempo passato, ma volevano la mia morte, il
adiravano, se qualcuno mi invitava ad alcuni pasti. Sono tali i compensi che io ho dato a quelli che
consuetudine con te, Polykles, e il fatto che tu venga da me ogni giorno a mezzogiorno; riguardo al
non cercare le persone, per quale motivo sia avvenuta questa cosa, io vorrei che coloro che
presumono di avere delle cose da dire rendessero evidente la loro accusa, e non credo che apparirò
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malvagio per questa accusa, ma qualcun altro forse non è buono. 37,2. Io ho fatto dei discorsi
sull'impero del sapientissimo Iulianos e io dicevo che quell'impero è stato meraviglioso, e dicevo
che era stato tale quale era normale che fosse l'impero di un uomo come lui,tu hai mostrato in modo
chiaro che ascoltavi non volentieri quelle parole, e tu, nella forma di uno che elogia hai fatto un
rimprovero, hai detto che Iulianos è stato grande nei suoi doni, e hai ritenuto che una dimostrazione
di ciò fossero le cose che lui ha dato agli eunuchi. Queste cose sono i villaggi. Ed è seguito un lungo
discorso riguardo a questi argomenti, e la cosa principale è stata che questi villaggi erano nella terra
delle sue proprietà. Infatti tu hai voluto che fosse calunniato il carattere di chi aveva dato questi beni
per la grandezza dei suoi doni e tu hai voluto suscitare dei sospetti. Io ho sopportato a fatica queste
parole, però le ho sopportate perché sapevo che queste parole non erano vere e che queste parole
non erano più grandi di quelle cose che Iulianos ha dato, ma non volevo trovarmi in una battaglia su
questi argomenti. 37,3. Tu hai aggiunto a queste parole l'onore della madre di quell'imperatore, ed è
stato dato un compenso a un medico per la morte di colei che era sua moglie. Hai detto che Elpidios
diceva queste cose sotto giuramento. Si è aggiunta una lode di Elpidios, non affinché Elpidios fosse
elogiato, ma affinché il suo giuramento fosse ritenuto attendibile. A quel punto io ho gridato, la mia
anima è stata colpita dal discorso, e io ho detto: “Elpidios non potrebbe giurare che lui non si è
prostituito quando era giovane”. E io ho detto queste parole che hanno detto il senato e il popolo dei
Romani, cioè che queste notizie sono state riferite qui da persone che hanno trascorso molto tempo
in quel luogo e che alcune azioni sono state fatte da un uomo virtuoso nel ruolo di concubina, ma lui
non ha avuto fortuna in questo. Ci sono stati alcuni che hanno detto che lui fino alla morte è stato
colpito dalla sua malattia. E tu sei stato sopraffatto dalla verità, cosicché anche tu hai dichiarato di
avere ascoltato tali parole da uno di coloro che erano compagni di costui. Dunque io ho detto che
quell'uomo, il quale era tale, è stato disonorato, è diventato volontariamente come una donna, e la
sua capacità di parlare male di un altro è stata esclusa dalla sua vita. Io ho detto queste parole. 37,4.
Tu hai voluto che io ricevessi in silenzio questi discorsi contro quella persona che era santa e che io
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tradissi quell'uomo che era un imperatore ottimo ed eccellente, ed era un mio amico. Infatti Iulianos
era mio amico e non potrei negarlo. Ma non sono queste le cose dovute dagli amici nei confronti dei
loro amici, bensì un aiuto, un'attenzione, delle parole, delle azioni, e io non avevo un'occasione per
fare un'azione favorevole a lui, ma avevo un'occasione per fare un discorso favorevole a lui.Dunque
io ho parlato e ho fatto un bel discorso in risposta a quell'uomo cattivo che aveva parlato male. 37,5.
Io mi sono indignato non soltanto perché lui era un mio amico, ma anche per la calunnia. Infatti chi
tra i Greci e tra i Barbari potrebbe credere non che Iulianos abbia ucciso sua moglie, ma che lui in
ogni modo abbia potuto uccidere una persona in modo ingiusto? Io ho detto: “Iulianos ha ucciso
qualcuno? Ma quale uomo lui ha privato della sua patria? E quale persona ha privato delle sue
ricchezze quell'uomo, che trascorreva i suoi giorni e le sue notti nei sacrifici, nelle preghiere, e nelle
relazioni con gli dei e lui che per mezzo degli indovini stava insieme agli dei e per vincere le
speranze nelle sue guerre attribuiva un'importanza maggiore all'appoggio degli dei e non alle forze
dei soldati? E se un altro ha fatto un'azione simile a questa,Iulianos è forse andato sotto il suo stesso
tetto, ha forse parlato con lui, o lo ha ascoltato quando parlava? Tu non sai in quale modo lui abbia
eliminato qualcuno tra quelli che in ogni tempo sono andati da lui, e non sai che lui ha mandato via
con un rimprovero alcuni che erano potenti? 37,6. Dunque Iulianos <avrebbe ucciso> sua moglie
con del veleno, anche se non aveva niente da rimproverarle, e le avrebbe fatto dei rimproveri? E
Iulianos avrebbe detto tali parole al medico: “tu devi versare del veleno, tu devi metterlo, tu devi
darlo a lei in qualunque modo tu voglia, devi farmi vedere il cadavere di mia moglie, tu devi
accettare di compiere un'azione contraria alla tua professione. Come compenso tu avrai quei gioielli
che un tempo adornavano mia madre”. E lui si sarebbe spinto a dire queste parole? Lui avrebbe
aperto la sua bocca in queste parole? E la sua lingua non si sarebbe piegata se lui avesse fatto questa
cosa, lui non avrebbe accecato se stesso,per non vedere colui al quale lui avrebbe detto queste cose?
37,7. E a me sembra che colui che ha detto queste menzogne non sia diverso da quelli che furono
generati a Zeus da una donna Fenicia, perché non sembra che le persone più vicine abbiano patito le
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sventure più gravi per colpa loro. Infatti a me pare che quest'uomo abbia ascoltato come allievo in
un modo non malvagio quegli uomini e Aiakos. Sarebbe possibile opporre al discendente di Aiakos
riguardo alle siccità quelle azioni che Iulianos ha fatto riguardo ai terremoti. Iulianos con una
preghiera ha convinto Zeus a fare piovere, e ha fatto in modo che Poseidon ponesse fine ai suoi
terremoti, e nella città più grande c'erano grandissime paure dei terremoti. 37,8. Dunque come
bisogna ritenere che sia folle colui che ha osato dire una cosa simile riguardo a quei figli di Zeus,
così bisogna ritenere che sia folle anche colui che ha detto questo riguardo a Iulianos,e inoltre la sua
azione sarebbe stata impedita non soltanto dalle giuste leggi del matrimonio, ma anche da quelle
leggi che riguardano la stirpe. Quella donna era sua moglie e sua cugina, infatti era sorella di
Konstantios. Lui non avrebbe rispettato nessuno degli dei, non si sarebbe preoccupato né degli dei
dei matrimoni, né di quelli delle famiglie, e lui avrebbe detto tali parole a un medico,se le avesse
dette di giorno non avrebbe rispettato Helios, se le avesse dette di notte non avrebbe rispettato la
dea Notte? 37,9. Ed Elpidios, che era Elpidios, non avrebbe dato un simile ordine a nessuno, negli
incarichi che aveva svolto aveva condannato a morte delle persone, ma dice di avere condannato
tutti in modo giusto, e Iulianos <che stava> continuamente sugli altari, che era attaccato ai templi,
avrebbe onorato gli dei del ventre, avrebbe compiuto un'azione che è empio anche pensare, e
avrebbe ucciso questa donna della quale era parente? La morte di lei è stata opera di un veleno, ma
non c'è stata nessuna prova dopo che lei che è giaciuta morta? Eppure non c'era un solo medico alla
avesse nascosto questa colpa, tutti gli altri avrebbero gridato. 37,10.Konstatios non avrebbe ignorato
questa cosa, e non sarebbe rimasto tranquillo, ma avrebbe scosso ogni cosa per sua sorella, la quale
era imperatrice, e in queste vicende avrebbe avuto un motivo per togliere a Iulianos il suo scettro.
Infatti Konstantios ha cambiato opinione su colui con cui aveva condiviso il suo potere, non perché
lo aveva trovato malvagio, ma perché lo aveva trovato migliore di lui stesso. E ci sarebbero stati
coloro che avrebbero esaminato tutte le cose e le avrebbero rivelate, e sarebbero stati lieti anche di
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dire delle calunnie. 37,11. Elpidios sarebbe stato il primo di costoro, e una cosa così importante non
sarebbe passata inosservata a lui, mentre era governatore, e se lui avesse saputo questa cosa non la
avrebbe taciuta, ma sarebbe stato un benefattore dell'imperatore. Dunque se lui ha dato delle
spiegazioni, tu devi dirle; se lui non avesse detto questa cosa, essa non sarebbe stata fatta, ma
Elpidios,che aveva rivolto l'esercito contro Iulianos per numerose e grandi ingiustizie,è stato salvato
dalle lacrime di Iulianos ed essendo debitore a lui per questi benefici, gli ha fatto pagare questi
benefici con le sue menzogne. 37,12. Tu quando racconti a noi questa menzogna aggiungi la
decisione che tu hai preso sia con la voce sia con lo sguardo, e quando parli delle cose dette da un
individuo pervertito nel suo corpo contro un uomo morigerato, non ricordi né la Fenicia, né
l'incarico di governatore della Fenicia, e questo incarico è stato dato a te per primo dopo il potere
imperiale. Infatti Iulianos non ti conosceva, ed è stato ingannato da un amico. Quando tu lo hai
oltraggiato e non hai potuto essere morigerato, lui non poteva ritenere che quelle cose che erano
cattive fossero buone, ma si è adirato. Tu, invece di odiare te stesso, hai odiato quell'uomo che era
eccellente, mentre tu avresti dovuto essere grato a lui per il favore del tuo incarico, e dovevi
rimproverare i tuoi occhi o colui per il quale sono avvenute queste cose che sono proprie degli
amori. 37,13. Ma io torno su questo punto, sul fatto che tu hai accomunato il discorso di Elpidios e
il tuo discorso contro quell'uomo elogiando lui che aveva parlato in modo evidente, elogiando con
le parole che io ho detto quelle cose che sono state dette poco fa. Eppure lui non parlava male, e
queste cose sarebbero state terribili, tu credevi che mi avresti convinto, hai usato le tue parole in
questo modo,ma io giustamente non ho sopportato questa cosa,e ho detto delle parole che non erano
affatto adeguate per me stesso, ma erano molto adeguate per Elpidios,in quel momento tu sei andato
via senza mostrare nessuna collera, ma guardando al modo in cui tu avresti potuto vendicarti contro
di me, e hai fatto ciò cancellando quelle rendite che io avevo. 37,14. Per quale motivo? Elpidios e
Polykles non sono la stessa cosa. Neppure se io dicessi che Elpidios ha venduto la sua bellezza, e
che lo hai fatto anche tu, neppure se qualcuno a Roma ti ha esortato ad andare a giacere insieme con
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lui,questa azione è stata di Polykles, e anche se la tua lingua avrebbe dovuto essere legata per questi
motivi,io non avrei chiesto un silenzio da parte tua. Ma mi sembra di vedere il motivo di questa
collera. Quelle parole che sono state dette, a quanto pare, sono comuni contro entrambi gli uomini:
“I vostri redditi sono stati uguali, le vostre notti sono stati uguali, voi avete avuto dei guadagni
uguali,voi avete fatto dei favori che sono stati uguali”. Dunque tu credevi di sentire dire queste cose
non riguardo ad Elpidios, ma riguardo a te stesso. E io ho accusato lui, ma tu hai accusato te stesso.
37,15. A me sembra che abbiano sperimentato la stessa condizione coloro che, e sono stati molto
numerosi, hanno provato questi sentimenti ascoltando le parole dette da Elpidios essendo presenti
personalmente; essi si sono feriti da soli e sono stati complici con se stessi in queste ferite. Noi
sappiamo che ciò avviene anche nelle declamazioni pubbliche dei discorsi. Infatti colui che fa il
discorso chiede tali cose e ne menziona alcune, ma un altro, che conosce se stesso e la sua colpa,
arrossisce e nasconde la sua volontà, non può accusare quella colpa che è stata menzionata, ma è
colpito da ciò che è stato detto. Ma lui non fa una guerra scendendo in campo contro l'oratore, dice
che non ha patito nessun torto, e non è stato condannato dalle parole che sono state dette, e dice che
non avrebbe fatto queste azioni neppure se fosse stato tra quelli che hanno parlato all'oratore e si
sono avvicinati a lui. 37,16.Tu ti sei alzato e sei corso via, come se lo stesso Elpidios fosse presente.
Ma se tu dici che ti sei indignato perché hai sentito parlare male del tuo amico in modo non giusto,
tu avresti dovuto criticare il discorso e avresti dovuto aiutare il tuo amico in questo modo. Ma non è
stato possibile aiutarlo. Infatti come sarebbe stato possibile per un uomo che dice che ha accettato
un simile discorso sul suo amico? 37,17. Con questa terribile vendetta tu devi essere capace di
mostrare a noi qual è stato il tuo modo di comportarti nella tua giovinezza. Io sarei lieto di sapere in
che modo anche noi siamo stati danneggiati da questa punizione. E tu hai fatto cose non peggiori
delle mie nella nostra arte oratoria quando non entravi nei discorsi e hai fatto cose migliori delle
mie quando entravi nei discorsi, tu che dissipavi non poco del tuo tempo dicendo delle sciocchezze,
e tu hai trattenuto quel giovane che stava parlando, lo hai costretto a rattristarsi per la tua crudeltà
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riguardo a quell'ascolto. 37,18. Tu non sei mai stato un mio amico, anche se hai dato l'impressione
di essere tale. Tu hai sempre colpito quando ti aspettavi che saresti rimasto nascosto.Tu hai stravolto
le parole riguardo alle stelle e al loro aiuto, e le hai rese ostili a me e io accusavo per queste cose il
destino, ma tu hai trasferito questi beni dandoli a quegli uomini, facendo un torto a me, e adulando
loro, tu hai ritenuto che negli inganni di quegli individui fossero le tue speranze riguardo a quelle
cose più importanti, gli incarichi dei magistrati e i matrimoni; infatti io sento dire che tu pensi
ancora al matrimonio e stai per dare una corona matrimoniale a una canizie tanto grande. 37,19. Tu
ritieni che possano fare queste attività questi individui che sono maledetti per le fornaci, per la
cenere che è in quel luogo e per il fuoco. E in molte cose tu hai fatto un inganno e non hai smesso di
ritenere che avresti ottenuto qualcosa grazie a simili azioni. E invece dell'ottenere qualcosa per te è
sufficiente l'attesa di potere ottenere qualcosa in futuro, vai in giro a informarti non soltanto se
qualcuno è davvero bravo in queste attività oratorie,ma anche se qualcuno ha una capacità mediocre
in questa pratica oratoria, e se uno è scadente, e tu convinci anche questi studenti che potrebbero
avere dei risultati molto migliori di quelli ottenuti da coloro che sono perfetti, tu vai dai perfetti e
ritieni giusto che loro vadano da te, mandi via i loro coetanei, e ti piace fare delle conversazioni con
questi studenti, alcune in solitudine, altre davanti a molte persone, togliendo il sospetto delle prime
con le seconde. 37,20. E così tu insegui tali studenti con questi comportamenti in modo così forte
che nessuno di quelli che ti vedono è un indovino veridico quando ti dice i discorsi a favore di
questi studenti. Tu in cambio di denaro fornisci a costoro quelle parole che sono contro di me e tu
dici che divulghi dei segreti e ritieni che gli interessi di quegli studenti siano più importanti dei
individui si sono comportati male e il tuo schierarti dalla mia parte è ancora più onorevole. 37,21.
Dunque io ho detto che avrei pregato le stelle e che avrei tentato di rendere Ares più mite grazie a
numerose suppliche, ammettiamo che io abbia detto che io avrei tentato di respingere i colpi di
questi uomini. Pertanto in entrambi i casi tu dovresti condividere il mio dolore, sia se ci fosse stato
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qualche complotto contro di me, sia se fosse stata una paura vuota e dei timori vani. Infatti io sono
sfortunato anche in questa cosa. Io non ho avuto nessun sospetto riguardo a te e non ho detto che io
avrei patito qualcosa contro di me. Dunque qual è il motivo del cambiamento?Qual è il motivo della
tua fuga? 37,22. Forse a te sembra che io mi sia comportato male perché non ho scritto degli encomi
di quei numerosi individui che dormono in modo rovinoso durante il giorno e ritengono giusto dare
ordini alle divinità durante la notte? Eppure tu dici di non essere inferiore a nessuno in tali sventure,
e anzi tu dici che le tue sventure non sono state più piccole di quelle degli altri, ma sono state troppo
numerose per essere conosciute. E tuttavia tu stai molto volentieri insieme a quegli individui che
sono stati i peggiori nel causarti tali danni e ritieni che ascoltare o dire qualche parola riguardo a tali
argomenti sia una cosa più piacevole di una festa. Ma tu, a quanto pare, sei diventato peggiore per il
padre di costui era Gaudentios. Quest'ultimo ha fatto in modo che il figlio si dedicasse al parlare.
Alcuni mi hanno esortato a tacere, e io ho esortato me stesso molte volte a tacere,ma ho pensato che
avrei potuto rendere gli altri più morigerati con il mio discorso riguardo a quest'uomo, ho ritenuto
che fosse meglio parlare invece che tacere. E al contempo io penso che convincerò molti di quelli
che adesso parlano con lui ad evitare questa loro frequentazione perché essa contiene un'infamia.
38,2. Infatti quando io sono arrivato qui e ho cominciato a fare questa attività alla quale mi dedico
anche adesso, Gaudentios è venuto da me, e lui è un uomo mite e saggio e ha passato molto del suo
tempo nell'insegnamento, mi ha indicato questo Silbanos come suo figlio, si è rivolto a me, ha
chiesto che io avessi anche suo figlio tra i miei allievi, ha fatto menzione di un pagamento, io mi
sono opposto con sdegno al pagamento e ho accolto costui con piacere. Io non sapevo come
Silbanos si sarebbe comportato con il suo insegnante e lo onoravo negli stessi modi in cui onoravo
suo padre. E la mia fatica nei confronti di Silbanos era maggiore di quella nei confronti di ogni altro
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studente, perché lui aveva un carattere duro di comprendonio e incapace di apprendere velocemente
quelle cose che erano dette, e tuttavia io ritenevo di dovere costringere lui in questo modo. 38,3.
Dunque Silbanos, che dava l'impressione di potere fare discorsi giudiziari, è andato sull'Eufrate per
ottenere del denaro ed è arrivato là in condizioni uguali agli altri. E lui ha ricevuto quegli aiuti che
era naturale che ricevesse da parte mia in una simile circostanza,ma io non sono stato capace di fare
del bene a quell'individuo malvagio prima che quella sorte che mi è toccata riguardo al mio piede
portasse alla luce tutta questa cosa, quando tutti gli altri mi compiangevano, e il discorso riguardo
alla mia sventura causava delle lacrime in tutta quanta la città, soltanto questo individuo non poteva
trattenere se stesso, e non poteva nascondere la gioia che provava, perché questo suo dolore era
finto, ma Silbanos ha chiesto questa cosa due e tre volte perché non credeva che un evento fortunato
tanto grande fosse accaduto a lui, e dopo che ha saputo che la situazione era così, e che la notizia
non era falsa, Silbanos è corso via, e si è sollevato da terra in alto,ha applaudito, ha fatto tutte quelle
azioni che sono proprie di quelli che sono contenti,e ha aggiunto con voce gloriosa che ciò avveniva
perché Zeus faceva le cose giuste. 38,4. E io ho sentito queste cose mentre giacevo e avevo poche
speranze di salvarmi, e pensavo tra me e me se io avessi mai trattato male quello studente, al punto
che lui si rallegrava per le mie disgrazie. Poi io ho trovato che Silbanos aveva ricevuto da me dei
benefici, e non aveva ricevuto niente di ingiusto, né di doloroso. Quando io mi sono indignato per
questi comportamenti, qualcuno di quelli che erano seduti a fianco a me ha detto che <io> avevo
saputo in ritardo che Silbanos aveva cominciato da molto tempo ad essere cattivo contro di me
anche prima della mia caduta. 38,5. Dunque qual è il motivo per cui Silbanos vuole elogiare il dio
per la malattia del mio piede? I doni che venivano dati da chi organizzava i giochi olimpici ai suoi
commensali dopo cena affinché li portassero via avevano reso quel servizio pubblico gravoso e non
sopportabile, e c'era il pericolo che la festa non restasse in vita. Io volevo che questo pericolo
cessasse e ho rivolto esortazioni a molti uomini, ne ho convinto uno a giudicare il consiglio in base
al consigliere; infatti io non avrei mai potuto dire una di quelle cose che non sono giuste. Sia costui
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sia sua nonna potrebbero ottenere la benevolenza di Zeus per questi meriti. Dunque alcuni hanno
fatto degli elogi, altri non hanno fatto dei rimproveri, se anche qualcuno si è indignato, tuttavia lo ha
fatto in silenzio; soltanto Silbanos ha gridato, ed è stato chiaro che certamente lui si doleva per il
fatto che io non fossi morto, certamente lui voleva rallegrarsi nella sua anima per questa cosa; e
questo mio allievo è stato nei miei confronti molto più ingiusto di coloro che non erano mai stati
miei allievi, e lui, che non mi aveva mai dato niente, era più ingiusto di coloro che mi avevano dato
qualcosa. 38,6. Silbanos era figlio di Gaudentios ed era tra i miei allievi senza pagare nessun
compenso, come suo padre, sfruttava la mia fatica. Gaudentios voleva farmi del male per mezzo di
suo figlio,lo ha trascinato via dalle mie porte, lo ha portato via e lo ha consegnato all'altra lingua,
quella latina, non perché la desiderasse, ma per offendere la lingua greca, e ancora di più mi ha
offeso con le azioni successive. E Gaudentios diceva al figlio, che si vantava per le sue abbondanti
carni, di rendere pari agli dei quell'africano molto ridicolo e gli diceva di non risparmiare nessuna di
quelle cose che erano utili a lui, né una parola, né un'azione, né una mano, né un piede, né una
guerra, né una battaglia, né delle ferite, neppure se lui fosse sul punto di scontrarsi con le mie ferite.
38,7. E lui continuava a fare rumore,a minacciare, a maltrattare.E quando qualcuno lo rimproverava
parlandogli di suo nonno, non di suo padre, lui chiedeva aiuto all'insegnante. E questo era il suo
modo di fare azioni ingiuste, e il padre insegnava al figlio questa bella giustificazione,e riteneva che
le intemperanze nei confronti dei giovani studenti fossero un vantaggio per lui. 38,8. E questa cosa
per lui era così tanto meno importante di ciò che si sarebbe detto in futuro. Silbanos si offriva come
aiutante di quelli che amavano i belli, e stava con alcuni di loro all'esterno e con altri di loro
all'interno, e con molti viaggi di andata e ritorno portava quei regali che erano dati da alcuni di loro
ad altri, è stato partecipe dei doni d'amore, ha reso infelici numerose famiglie, e ha riempito sia le
notti sia i giorni della sua malvagità, quando non poteva pagare in altro modo,offriva se stesso, e lui
era prostituto e ruffiano. 38,9. E nessuno deve dire: “che c'entrano queste cose con il padre di lui?”.
Se suo padre avesse ignorato queste azioni, neppure in questo caso avrebbe dovuto esserci un
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perdono. Infatti nessun padre dovrebbe ignorare neppure le cose meno importanti delle quali si
occupa suo figlio, come ad esempio schiavi, ricchezze, cavalli e asini, non dovrebbe ignorare cose
così importanti. Infatti cosa c'è di più importante per un padre se non suo figlio? Tuttavia deve
sembrare giusto che dica qualcosa colui che parla di mancata conoscenza da parte del padre.
Neppure questo è possibile perché lui ha sentito molte volte e da parte di numerose persone queste
parole: “o Gaudentios, tu sei padre di un figlio malvagio e sopporti con facilità che lui doni la sua
giovinezza a quelli che la vogliono, tu non poni fine a questo comportamento neanche adesso, fai
affondare i figli di altri in questi misfatti, con entrambe queste attività tu hai portato denaro alla tua
casa? Tu non espellerai tuo figlio? Non lo espellerai con molte percosse,non lo espellerai con alcune
ferite, o anche, per Zeus, con un tribunale?”. 38,10. Quest'uomo dopo avere sentito queste cose ha
detto che non le avrebbe impedite, ha lasciato che suo figlio fosse lo stesso di prima, e vivesse negli
stessi modi e ricevesse simili cose e facesse gli stessi danni che faceva prima, quando lui ha visto
che la maggior parte del disonore andava contro di me, perché sembrava che io avessi cominciato
questa vicenda, anche se la verità era diversa. Questa è la prova più grande del fatto che il padre
sapeva delle azioni del figlio, e oltre ad averle sapute le ha elogiate. 38,11. L'altroieri Silbanos è
andato da uno dei belli e ha cercato di convincerlo, ma quello è corso via. Silbanos è andato da lui,
lo ha preso lo ha trascinato via e lo ha picchiato.. E i parenti del giovane sono venuti a conoscenza
della sua azione temeraria, ed essi erano forti e non erano pochi, lo hanno circondato, e hanno usato
le loro mani contro di lui, e questo ottimo padre di Silbanos dopo avere saputo queste cose, non ha
inveito contro suo figlio, e neppure contro questi individui che commettevano delle ingiustizie, e
non ha punito suo figlio perché aveva fatto delle azioni malvagie. Eppure lui avrebbe dovuto o
accusare questi individui perché avevano dato delle percosse che non erano giuste, oppure avrebbe
dovuto aggiungere alla punizione data da costoro quella data dal padre. 38,12. Invece Gaudentios
non ha fatto nessun rimprovero a quegli individui, ma ha consolato suo figlio, che durante quelle
percosse aveva detto molti insulti contro di me, mentre io non sapevo niente di quelle azioni che
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erano state fatte. Invece di odiare suo figlio che era così, era forse possibile che quegli uomini non
si adirassero per tali azioni? Gaudentios ha rivolto la sua collera contro di me. Io non ero colpevole
per quelle percosse, né erano colpevoli quelli che avevano picchiato Silbanos, ma era colpevole
Silbanos che aveva costretto al fatto che ci fossero delle percosse. Ed è stato il padre che ha dato al
figlio la possibilità di compiere simili azioni. E lui gli ha dato questa possibilità affinché io fossi in
una condizione peggiore per la vergogna delle azioni temerarie del figlio di Gaudentios. 38,13. Così
Gaudentios mi ha fatto un torto per mezzo di entrambi gli individui, se stesso e suo figlio, e lui ha
educato suo figlio a dire sciocchezze e a ritenere che il ruolo della giustizia sia una stupidaggine.
Infatti il nobile Silbanos è un uccisore di suo padre, come dicono alcuni, e ha usato la sua mano
destra contro la schiena del padre, l'ha percossa con molti dolori, ha fatto in modo che lui non fosse
padrone in casa sua, minacciandolo lo ha costretto a chinarsi verso terra e non gli ha permesso di
respirare in nessun modo, e non gli ha permesso di essere senza la paura di subire qualche male.
38,14. Quell'uomo anziano, Gaudentios, si allontanava con fatica dalle sue lezioni per ottenere un
aiuto per il suo sostentamento, ma il figlio, Silbanos, che aveva la chiave, gli ha chiuso le porte, e ha
continuato a stare con altre persone, e suo padre stava seduto vicino alla scala e non osava piangere,
perché non sarebbe stata una situazione sicura la sua, se Silbanos avesse saputo quella cosa, suo
padre gemeva senza piangere, e pregava gli dei che suo figlio venisse a permettergli di toccare il
pane e il vino. Ma per Gaudentios queste cose sono state amare,e lui non chiedeva niente riguardo a
suo figlio, e se veniva a sapere qualcosa, faceva questa cosa in modo inutile. Infatti non c'era niente
che lui potesse ascoltare.Anche la sua tavola era sollecitata dalla collera di Silbanos insieme al suo
silenzio dal suo sguardo irato e dai suoi cenni rozzi verso i suoi servitori. Era chiaro a tutti con quali
azioni Silbanos aveva agito desiderando la morte del vecchio. 38,15.E questa cosa è stata dimostrata
in modo evidentissimo dalla maniera in cui Gaudentios è morto e dal motivo per cui lui è morto.
Sono cadute su di lui delle macerie, mentre lui stava facendo le sue consuete attività con i suoi
allievi, mentre era seduto sulla sua sedia, cosicché quell'uomo, Gaudentios, non sapeva neanche
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dove si trovava, è stato portato a casa sua in una condizione di completa incoscienza, non sapeva né
le cose più importanti, né quelle meno importanti e lui era uno spettacolo terribile e degno di
compassione, e mentre alcuni erano colpiti nelle loro anime,ogni persona che andava lì era tra quelli
che gli facevano delle domande, e Gaudentios,quell'uomo eccellente e bravo in tutte le cose,
muoveva la sua mano destra, perché in passato usava questa sua mano e faceva ricorso a essa per
aiutarsi nel suo insegnamento, non sapeva fare neppure questa azione, tuttavia muoveva la mano, e
credeva di dire qualcosa ai suoi amici, ma non diceva niente, e per questo motivo scorrevano
moltissime lacrime sia di quelli che lo guardavano, sia di quelli che lo ascoltavano, e i primi non
mangiavano neppure, i secondi mangiavano non senza un lamento,dunque allora suo figlio Silbanos
che era suo erede e che aveva usato molte fatiche del padre per se stesso, e molte fatiche di molti
altri a causa di suo padre,e che aveva sfruttato la mitezza di suo padre per oltraggiare se stesso e suo
padre, non ha detto a nessuno degli uomini nessuna delle cose che ha provato, dunque lui era
presente e ha visto da vicino e in modo preciso la sventura, e non ha pianto, non se ne è lamentato,
Silbanos non ha fatto nessuna di quelle azioni che era opportuno che facesse in circostanze simili un
essere umano in mezzo a tante lacrime,infatti non c'era nessuno che non provasse questo sentimento
pensando alla virtù di Gaudentios che giaceva, sia perché un tale uomo giaceva in questo stato, sia
perché la sua mano suscitava il pianto in modo particolare. 38,16.Silbanos non ha imitato suo padre,
è stato così tanto lontano dall'esortare altre persone a un lamento,e anzi, mi pare, lui odiava quelli
che erano tristi, riteneva che coloro che non se ne andavano gli dessero fastidio, e, a quanto pareva,
condannava la lentezza della sua vita. Poi quando suo padre Gaudentios è stato sepolto, Silbanos ha
fatto un cattivo uso della sua morte ed era allegro perché si era liberato velocemente da uno sguardo
sgradevole, sia quello di suo padre, sia quello del suo insegnante. 38,17. Dunque coloro che erano
amici di suo padre Gaudentios e miei dovevano cercare delle punizioni per quelle azioni empie che
erano state fatte contro noi due, se no, non dovevano fare del bene a Silbanos. Ma alcuni uomini
hanno invitato Silbanos quando era assente, lo hanno accolto quando è arrivato, lo hanno ospitato,
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sia quando era invitato, sia quando non era invitato,hanno guardato a lui con favore, e si sono rivolti
a lui con favore. Qualcuno aiuta con il denaro Silbanos che è nemico degli dei, qualcun altro ritiene
che i nemici di questo individuo siano anche propri nemici. Essi dicono:“noi onoriamo anche in
queste cose quell'insegnante”. 38,18. Dunque io elogio coloro che ritengono giusto elogiare
l'insegnante Gaudentios e dico che quelli che non sono come loro fanno un torto a quelli che li
hanno educati. Tuttavia essi avrebbero dovuto onorare Gaudentios con il loro non onorare Silbanos;
questo loro comportamento sarebbe stato di persone coerenti nelle loro azioni. Infatti se questo
individuo, Silbanos, avesse adempiuto ai suoi doveri di figlio e di allievo nei confronti di suo padre,
lui avrebbe ottenuto giustamente quelle cose che adesso ha ottenuto da voi; ma se Silbanos ha
ignorato la natura, ha rovesciato i giusti rapporti della natura, ha continuato a dare dolori e a
tormentare colui che lo aveva generato, e ha prolungato in una vita così lunga questa sua guerra
senza tregua contro la natura facendo un torto al suo maestro, chi ha combattuto contro Silbanos è
stato amico di Gaudentios e chi ha fatto del bene a Gaudentios è stato nemico di Silbanos. Infatti
non fa del bene a un figlio colui che fa del bene a un figlio che per tutto il suo tempo ha fatto del
male a suo padre e lo ha privato di tutti quei compensi che arrivavano a quest'ultimo dalla sua
attività di insegnante, e il figlio di Gaudentios ha reso più grande il proprio patrimonio per mezzo
della fame e della sete del suo anziano padre. 38,19.Dunque chiunque prova gratitudine per
Gaudentios per la sua attività retorica deve odiare Silbanos, deve evitarlo quando lui appare, deve
ritenere anche che costui sia un infame,che abbia vissuto sotto lo stesso tetto di un assassino e abbia
fatto ricorso a quest'ultimo. Infatti oltre alla natura che è stata disprezzata e alle leggi della natura
che non sono state rispettate potrebbe essere verosimile che una simile morte di Gaudentios abbia
avuto come motivo il dolore dovuto a questo figlio. 38,20. Questi uomini una buona volta si
comporteranno in un modo virtuoso, e sapranno qual è la cosa facendo la quale faranno un favore a
Gaudentios, io potrei fare dei giusti rimproveri, e potrei rimproverare questo maledetto Silbanos
perché il consiglio cittadino ha ritenuto giusto dargli un'esenzione. La più grande delle cariche
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pubbliche aveva iscritto Silbanos nella lista di quel consiglio, ma quelli che lo hanno accolto gli
hanno dato la possibilità di vivere comodamente, ed essi dicono che non ci sono dei decurioni
quando le circostanze richiedono la loro presenza, ma piangono questi decurioni che sono diventati
pochi mentre prima erano molti, perché essi sono stati ridotti ad avere poco denaro, mentre prima
avevano grandi ricchezze nelle loro case, ma hanno dato a Silbanos la possibilità di impadronirsi di
un patrimonio che è inutile per la città, ed essi non portano aiuto a loro stessi, non si preoccupano di
quella città che li ha generati e ritengono che sia inutile la decisione di colui che è governatore.
38,21. Essi dicono “Ma la città si comporta così non soltanto riguardo <a questo> Silbanos”. Questo
comportamento consiste non nel non fare niente di male, ma nel fare del male per mezzo di molte
azioni. Infatti dopo che il consiglio cittadino è andato in una tale rovina,forse poteva avvenire anche
il rubare tali beni, ma non che essi fossero gettati via. Infatti bisognerebbe portare tutti gli uomini a
fare dei servizi pubblici e non bisognerebbe dare questa libertà, che è ingiusta, a nessun individuo
per nessun motivo. 38,22. Questa seconda colpa è molto più terribile di quelle altre, tanto più in
quanto non sono uguali i modi in cui è vissuto Silbanos e quelli in cui è vissuto ciascuno di quei
decurioni. Infatti cosa si potrebbe dire di simile riguardo a quegli uomini? Niente. Ma essi hanno
questa sola colpa, quella di non volere prestare servizi pubblici, non hanno reso schiavi i loro padri,
non li hanno consegnati né alle paure, né alla fame, non hanno riso quando i loro padri sono morti, e
non hanno ritenuto che i loro insegnanti fossero loro nemici e non hanno danneggiato i loro padri in
tutti i modi che erano possibili per loro. 38,23. Pertanto il consiglio cittadino stia pure nella
condizione peggiore, e poiché ha evitato le altre punizioni, sia pure umiliato dalle sue spese in
questa cosa, e togliendo l'arroganza dai suoi occhi, diventi in qualche modo più moderato.
per coloro che piangono o i loro figli, o le loro mogli, o i loro genitori, o alcune altre persone care,
ma anche per coloro che hanno dei dolori a causa di altri motivi. Infatti se bisogna portare un aiuto a
loro per i loro dolori, è giusto portare un aiuto sia ai primi, sia ai secondi, come vediamo che anche i
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medici difendono da tutte le ferite con i farmaci. Io so che dei dolori anche più grandi sono avvenuti
in seguito ad alcuni fatti diversi dalla morte, cosicché bisogna consolare per motivi giusti queste
persone più delle altre persone,o non meno,se non anche di più.39,2.Dunque io vedo te,o Antiochos,
che sei stato colpito da un grande dolore e che con molta fatica trattieni te stesso dal piangere a
causa del fatto che Mixidemos si è alleato con un certo insegnante, e si contrappone ai tuoi
insegnanti, io ti porterò questa consolazione, se in qualche modo tu mi credi,sul fatto che per te è un
vantaggio l'essere combattuto, e per Mixidemos è un danno quella sua alleanza. 39,3.Dunque chi tra
tutti quanti non sa che avere dei buoni amici è una cosa buona per coloro che li hanno e avere dei
cattivi amici è un male? Forse questa cosa è sufficiente per dare una dimostrazione del fatto che è
cattivo chi ha cattivi amici. Subito questi individui che cantano con dei danzatori insieme ad alcune
donne non sono affatto diversi da quelle donne ed essi vorrebbero essere tuoi amici, potrebbero
esserlo, potrebbero sembrarlo, potrebbero stare con te, potrebbero mangiare con te, e potrebbero
accompagnarti dove tu vada,ma tu potresti evitare questa cosa, potresti essere temuto e non dovresti
riceverli neppure in cambio di innumerevoli talenti. 39,4. E dunque adesso tu non devi considerare
soltanto questa cosa, il fatto che Mixidemos prende per sé i beni di quell'insegnante, né devi
considerare che lui va in molte case di donne vedove e loda quell'insegnante, ma devi considerare
anche chi è Mixidemos che fa queste cose. Infatti in questo modo tu potresti pregare gli dei di
aggiungere anche te stesso a coloro che sono presenti adesso e di rendere più numerosi e più grandi
gli elogi riguardo a quell'uomo. Io vedo che neppure lui stesso si rallegra molto per quelle cose che
lui ha fatto in passato, e Mixidemos conosce le azioni di questo insegnante. 39,5. Dunque se anche
Mixidemos ritenesse che questa cosa fosse importante, tu non devi essere sconvolto da questa cosa
e non devi pensare che le tue condizioni diventeranno peggiori per questo motivo. Infatti questo
Mixidemos ha cominciato a essere cattivo fin da bambino, non è mai stato buono neppure per pochi
giorni, ed è arrivato fino alla vecchiaia con la sua estrema malvagità. Lui in Egitto ha avuto un
reddito proveniente dal suo corpo e ha chiamato a sé quelli che potevano dargli qualcosa, ha avuto
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questo reddito in Palestina, e la sua barba non è stata un impedimento a questa cosa. Quando
Mixidemos si è dedicato <a pronunciare> i discorsi giudiziari non ha smesso di ottenere questi
guadagni dalla prostituzione, ma per lui è stato possibile avere un compenso per due cose, per la
parte alta del suo corpo, e per la parte bassa, ha accolto alcuni soldati, e ha fatto violenza ad altri
soldati. E lui non è stato migliore di nessuno, ma il suo potere era maggiore di quello di un altro per
quelle cose che io ho detto di lui. 39,6. Dunque io tralascio di dire come Mixidemos abbia ricevuto
degli incarichi pubblici; ma quando li ha ricevuti non ha potuto comportarsi bene neppure per quella
magnificenza, e lui ha avuto un araldo, un esercito, una cintura di magistrato, una spada, e il potere
di governatore, ma non ha potuto essere uomo neppure in queste condizioni, ed è stato lo stesso
individuo che aveva relazioni illecite e faceva l'avvocato difensore, ha sconvolto le leggi di
Aphrodites, lui era stato generato come uomo, ma aggiungeva a questa condizione maschile anche
l'altra, quella femminile, ha disonorato molti uomini, e ha promesso se stesso a molti più uomini.
39,7. Dunque tu provi dolore, se hai un nemico che è così? Ma dovresti provare dolore se fosse tuo
amico un individuo che, oltre alle sue colpe che sono state dette, ha trascorso il suo tempo nel
mentire, nello spergiurare e nell'onorare gli dei e nell'offenderli in tutti i modi, e lui oggi dice che
alcuni individui sono grandi, e il giorno dopo dice che gli stessi individui non valgono niente, e
ricorre a dei pretesti artificiosi, dice che ha agito in modo empio, ma non volontariamente. E lui
farebbe qualsiasi cosa per adulare. Ma quando lui cerca il potere, non lo riceve con dei
comportamenti giusti, e cerca di diventare qualcuno adulando in ogni modo. 39,8. Queste sue
ricchezze e questi suoi possedimenti non devono spaventarti, non devono ingannarti, e tu non devi
credere che queste cose siano un compenso per la sua virtù. Infatti questi beni sono il compenso
delle sue corse, delle sue fatiche e delle sue parole e delle sue azioni vergognose, e un uomo onesto
eviterebbe queste azioni e preferirebbe morire molte volte invece di sopportare qualcosa di simile.
Mixidemos ha ceduto se stesso ad alcune donne che erano padrone di molti schiavi, ha mandato via
ognuno di questi schiavi dalla sua posizione ed è diventato lui stesso un sostituto di quello schiavo.
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Niente di ciò che gli è stato dato è stato sufficiente per lui, ma ha chiesto sempre qualcosa in più, ha
chiesto di ricevere qualcosa, ha toccato mani e piedi, ha giurato di avere dei debiti, quando non
aveva nessun debito, ha parlato enfaticamente della crudeltà dei creditori,anche se essa non esisteva.
39,9. E una volta una di quelle donne illustri stava pranzando, faceva questa cosa con difficoltà, e
questo pasto avveniva quando erano presenti solo le sue ancelle, Mixidemos l'ha sorpresa con
grande velocità, è salito per le scale, si è gettato alle ginocchia della donna, ha detto che era sfuggito
alle mani degli esattori e che aveva come unica speranza quegli aiuti che sarebbero venuti da parte
di lei. La donna si vergognava per le condizioni in cui si trovava, non sopportava quella sua
impudenza, gli ha dato qualcosa e con la sua dazione riteneva che questa fosse la fine dei guadagni
di quell'uomo. Mixidemos ha promesso che non le avrebbe più dato fastidio, ma il giorno dopo è
andato di nuovo da lei, e di nuovo ci sono state la sua persona, le sue mani, e le sue ginocchia. E lui
non aveva una carenza di alleati. Infatti le ancelle collaboravano con lui, lo seguivano in queste cose
e lo hanno seguito. E lui non si comporta sempre così, con altre donne ha un comportamento
migliore, ma si insinua in tutte quelle case, e sono molte, nelle quali ci sono molti servi, e dove ci
sono ovunque richieste e dove ci sono ovunque prese di denaro, e dove non c'è mai sazietà. 39,10. E
quell'uomo malvagio, Mixidemos, fa servizi anche agli abitanti delle campagne, volgendo a suo
favore la situazione, e ciò che prima tratteneva i collaboratori del potere è eliminato grazie alla sua
azione. Coloro che coltivano della buona terra che è sotto i monti coltivano questa terra per
Mixidemos più che per loro stessi. Lui non ha nessun timore dei confini, ma i pagamenti del tributo
a lui devono essere regolari. Per questo motivo lui ha avuto molto grano,molto orzo,tutti questi beni
in grandi quantità. E infatti le mogli degli agricoltori fanno per lui quelle azioni che sono proprie
delle mogli,e questa cosa rende grandi le tavole di Mixidemos. 39,11. E Mixidemos non si vergogna
della povertà di quelli che arrivano a queste condizioni per colpa sua, ma vengono dalle campagne
alcune lettere, ed esse ordinano di fare qualcosa a qualcuno che non può fare questa cosa, ma
bisogna che lui salti e che sia uno di quelli che hanno dato qualcosa a Mixidemos. Per Mixidemos
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ciò che è molto è poco. E oltre a questo lui si introduce in altri grandi villaggi spesso per mezzo di
un solo iugero, e in questa cosa fa un'ingiustizia riguardo al prezzo, e ritiene giusto avere tutto il
denaro in poco tempo da persone che sono ignare di queste cose, e se esse non obbediscono a tutti i
suoi ordini, fa ricadere su di loro quei danni che provengono da lui stesso. 39,12. Dunque
quest'uomo ha trovato anche un'altra forma di agricoltura che è più ingiusta, i giudici, i tribunali e i
processi. Mixidemos dedica se stesso a quelli che sono coinvolti nei processi, e che non dicono
niente di sano nelle loro accuse, o nelle loro difese, e lui salta nei processi non nel modo che è
giusto, ma nel modo che è vantaggioso per lui, cerca di affermare questo suo vantaggio e fa questa
cosa con richieste oppure costringe con minacce a parlare male, certamente lui è padrone della
reputazione migliore o di quella peggiore. E alcuni uomini che sono stati colpiti da queste cose sono
stati sconfitti, altri si sono opposti e sono arrivati a usare degli insulti. 39,13. Queste cose portano
quest'uomo nei tribunali, queste cose lo fanno entrare nei tribunali, queste cose lo fanno uscire da
essi. E non c'è niente di strano se in ogni giorno lui è presente per dieci volte in ognuno di questi
processi. Mixidemos è capace di dare fastidio anche di notte e spesso è andato dal magistrato di
notte, quando il magistrato dormiva, per sentire qualcosa da lui prima che andasse al suo seggio. Da
ognuna di queste azioni provengono a lui argento, denaro, vestiti, schiavi, cavalli, tutte quelle cose
che sono gradite al ventre. 39,14. O Antiochos, tu non hai sentito alcuni detentori di incarichi
pubblici che hanno gridato che se qualcuno non uccide quell'uomo rovinoso,non è possibile salvare
ciò che è necessario per il potere pubblico? Oltre alle sue altre attività malvagie Mixidemos
corrompe i comandanti militari con dei regali, ritiene che loro siano al di sotto di lui stesso, e
attribuisce i poteri più grandi agli individui meno capaci. Questa corruzione consiste nei cervi,
questa corruzione consiste nelle lepri, questa corruzione consiste in molto vino, questa corruzione
consiste in grandi quantità di uccelli. Per questo motivo quando quegli uomini pranzano insieme
Mixidemos vuole essere con loro ogni giorno, e fa in modo che questa cosa avvenga. Poi quando lui
beve, fa delle calunnie e nello stesso tempo mescola delle calunnie contro quei giudici che non gli
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obbediscono in tutte le cose. Attraverso tali vie lui si arricchisce. Le arti della sua povertà di un
tempo fanno uscire il suo comportamento spregevole. 39,15. E io penso che l'eredità di quest'uomo
sia l'eredità di questa arte, e anche di un'arte più vergognosa. Infatti nell'oscurità quelle persone
hanno fatto tutte queste azioni in modo reciproco tra loro,hanno dato e hanno preso reciprocamente,
e l'eredità è stato il frutto di questi doni. E Mixidemos ha ereditato, anche se sua madre è viva, sua
sorella è viva, e i figli di sua sorella sono vivi. Quando lui ha sposato la sorella di costoro, ha
promesso che sarebbe stato un muro difensivo per i figli di suo cognato, ma è stato più terribile di
tutte le macchine nello scuotere, e nell'abbattere, e questa è la cosa più terribile, lui ha parlato male
di ognuno dei due fratelli all'altro, e talvolta ha incitato il primo contro il secondo, talvolta ha
incitato il secondo contro il primo, non ha voluto bene a nessuno dei due,ma ha dato il suo appoggio
di volta in volta sia all'uno che all'altro,rendendo la sua astuzia più forte dei legami necessari della
natura.E adesso tutti coloro che sono addolorati per questa guerra tra fratelli maledicono Mixidemos
che ha causato questa guerra, e dicono che due uomini ottimi, eccellenti ed istruiti non sarebbero
mai arrivati a una rivalità tanto grande, se ci fosse stato qualcuno degli dei a fare morire in anticipo
Mixidemos. 39,16. O Antiochos, per quale motivo tu hai voluto avere un tale individuo come tuo
amico e come tuo collaboratore? E quale cosa cattiva più grande si potrebbe dire riguardo a te se
non: “quell'Antiochos ripone le speranze che riguardano lui stesso nel comportamento malvagio di
Mixidemos?”. Tu non potresti a buon diritto ringraziare gli dei per il fatto di odiarlo e di essere
odiato da lui? E non potresti ritenere che siano un vantaggio questi danni che riguardano gli allievi?
Infatti da parte di coloro che sono cattivi è meglio sentire parlare male di se stessi invece che sentire
la cosa opposta. 39,17. Tu potresti apprendere che Mixidemos è malvagio da questo fatto, se non lo
sapevi già prima. Un giovane bianco e bello è venuto da Cipro a qui, era di una famiglia ricca,
alloggiava in alcune stanze presso Mixidemos, per le richieste di quest'ultimo al nonno del ragazzo,
e insieme alle richieste Mixidemos diceva che la propria casa sarebbe stata per quel giovane come
la sua casa, e non avrebbe cercato niente che non avrebbe ottenuto immediatamente. Lui faceva
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queste cose perché voleva vendemmiare nell'isola e anche per un altro motivo. Mixidemos ha fatto
andare via quel giovane, che non ha sopportato la prova di quest'uomo, e la prima prova è avvenuta
in un piccolo bagno, la seconda prova è stata in molti luoghi della casa. Infatti quando Mixidemos
aveva con sé quel giovane, stava continuamente vicino a lui. Dunque lo ha fatto andare via con
quelle azioni che io ho detto, e ora Berito ospita quel ragazzo, e questa città non è morigerata,
tuttavia quel giovane ha mostrato di essere tra le persone più equilibrate; e pare che Mixidemos non
sarebbe stato diverso neppure se fosse stato in un altro luogo. 39,18.O Antiochos, pensando queste
cose, tu devi onorare la Sorte per l'ostilità di Mixidemos. Infatti queste cose non sono neppure le
sole, ma io potrei raccontare altre azioni più insolenti di quelle che sono state già dette. Infatti
Mixidemos non permette che non sia creduto il discorso riguardo a quel Frynon, ingannatore, e lui
ora ha preso suo figlio, come quell'uomo fece in passato e ha messo fine a quella sua collera
simulata riguardo a ciò che era avvenuto con tali accordi, perché entrambi potevano rallegrarsi, il
primo per avere evitato il pericolo, e il secondo per il suo compenso. 39,19. E riguardo a questo
scambio, tutta la terra era piena di questa notizia, tutto il mare era pieno di questa notizia, e alcuni
arrivavano dall'oceano e dai luoghi della Gallia dopo avere saputo queste cose. Recentemente uno
di quelli che sono stati in Italia e hanno trascorso il loro tempo nella città che regnava mi ha detto
che nessuno dei Romani ignorava questa cosa, ma a partire dal grande senato fino a quelli che
vivono sul fiume Tevere, loro sapevano bene chi ha dato qualcosa, chi ha ricevuto qualcosa, ciò che
è stato dato, e per quale motivo. 39,20. Anche questo stesso Mixidemos sa questi fatti,e in non pochi
casi questa consapevolezza è un freno. Ma se lui non è stato trattenuto da queste cose, come sarebbe
possibile sopportare la sua temerarietà, la sua arroganza, la sua empietà, il suo disprezzo? Adesso
Mixidemos è mosso spesso dalla sua natura a fare un oltraggio,ma si trattiene per la paura delle cose
che sentirà dire di sé,e spesso tace per avere il silenzio di altri. 39,21.Quell'uomo eccellente convive
con tre mogli, ha avuto la prima secondo le leggi, e le ha dato i figli delle altre due donne. E suo
suocero permette facilmente questa cosa, così lui ha una grande libertà di stare insieme alle donne,
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di parlare con loro e di toccarle, anche se nella loro convivenza non poche cose sono date dai piedi.
Dunque suo figlio più giovane andrebbe via molto volentieri, ma non avendo nessun luogo dove
andare, resta dove è, mentre la grande città ha dato al figlio più grande un'occasione per fuggire.
Molte cose chiudono la bocca alla madre di entrambi. 39,22. È giusto per te gemere se non hai
l'appoggio da un uomo simile,che ha coperto misfatti come quelli che ho raccontato con un misfatto
che è strano da dire e che non ha nessun esempio. Forse Mixidemos ha fatto alcune scelleratezze
dopo altri uomini, li ha seguiti, non è stato il primo a farle, come per il famoso Frynon, ma
Mixidemos è stato l'iniziatore di questa nefandezza, anche se io credo che lui non avrà mai nessuno
che lo seguirà. Infatti Philippos faceva questo misfatto al figlio di Frinon, Mixidemos lo fa a suo
figlio, e mentre il fratello di sua moglie gridava per queste cose, sua moglie era presente e ascoltava
queste nefandezze, ma non le ha guardate e non si è opposta, è stata muta, con lo sguardo a terra e
con il suo sudore ha fatto l'ammissione di quella unione. È stata terribile l'azione di Thyestes, ma
questa azione di adesso è ancora più terribile, quanto è più terribile che tale fatto avvenga nei
confronti di un figlio, più che nei confronti di una figlia. 39,23. Dunque io ho avuto paura molte
volte riguardo a questa città che tutta la città fosse punita per la malvagità di Mixidemos, e ho
ringraziato gli dei perché la città non ha ancora scontato nessuna punizione. Infatti quando in una
città vengono compiute simili scelleratezze, è difficile che essa non crolli, soprattutto quando questo
misfatto non è ignoto a nessuno di quelli che abitano questa città, ma nessuno espelle questo
individuo, nessuno si indigna per il fatto di vivere in questa città, nella quale ha saputo che
avvengono simili nefandezze. 39,24. Tu non devi cercare un aiuto da quelle persone, ma devi
difendere te stesso. Tu hai questo potere. Infatti hai sia l'eloquenza, sia il dono delle Muse, nelle
cose che potrebbero essere date dalle Muse. Dunque (crux nel testo greco) più grande di iscrizioni,
o Antiochos. Se tu tendi questo tuo arco, consolerai te stesso, e mostrerai a quell'uomo che di certo
tu conosci Archilochos.
599
40,1. O Eumolpios, io dico, e non potrei negarlo, che in me tu hai un amico da ormai molto tempo e
dico che la mia amicizia che c'è adesso ci sarà anche in futuro ed è propria di un uomo che ti vuole
bene in modo sincero, e che fa un rimprovero a quelle azioni che sono state fatte in modo non
corretto. Infatti un elogio che non contenga ciò che è giusto porterebbe una rovina, invece colui che
accusa quelle cose che bisogna accusare fa un rimprovero e distoglie da errori simili. Certamente la
prima azione è propria di colui che odia, ma quegli altri comportamenti sono l'elogio alle cose
sbagliate e il silenzio che tralascia l'esame degli errori che sono stati commessi.Dunque se io ho mai
fatto qualche favore a te, e tu hai detto spesso questa cosa, a me sembrerebbe giusto fare ciò anche
adesso. 40,2. Dunque ci saranno quelli che faranno molti discorsi contro questo mio discorso e
tenteranno di convincerti che tu ti sei sbagliato riguardo a me e che tu giustamente dovresti ottenere
una punizione che è dovuta da parte tua. Ma tu non sbaglierai neanche in questa cosa. E devi
ritenere giusto scontrarti con coloro che sono nemici di entrambi e che vogliono fare in modo che
noi diventiamo nemici invece che amici. Ma tu né una volta, né mai hai patito un torto da parte mia,
e devi ritenere che questa cosa dipenda da una benevolenza. 40,3. Infatti Diomedes, anche se
qualcun altro rimproverava le decisioni di Agamemnon riguardo alla sua fuga, non è diventato
nemico di colui che diceva tali cose tra gli Achei, né Odysseus è diventato nemico di Achilleus a
causa di suo padre Peleus, per il fatto che Achilleus restava nel suo atteggiamento di rivalità in un
modo non giusto. E tuttavia noi abbiamo sentito dire che tra questo Achilleus e Patroklos c'è stata
l'amicizia più vera.E a me sembra che Patroklos abbia mostrato di non essere peggiore nei confronti
di Achilleus, e sarebbe morto prima di lui, ma mi sembra che lui abbia deciso queste azioni per la
sua vendetta e per la sua stessa vita. 40,4.Perciò questo Patroklos ha inventato come genitori del suo
amico, invece di quelli veri, le pietre e il mare, non per dare ad Achilleus una reputazione peggiore,
né per renderlo meno degno di onore tra i Greci di quanto fosse prima, ma affinché Achilleus,
vergognandosi di essere nato dalle pietre e dal mare, diventasse più temperante e portasse un aiuto a
coloro che erano sventurati. E certamente Patroklos ha reso migliore Achilleus. Infatti se Patroklos
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non si fosse fatto avanti, non avesse indossato le armi, e non avesse combattuto,anche stando seduto
sua armatura, come se lui fosse il comandante. 40,5. A quale dei tuoi comportamenti io rivolgo un
rimprovero? Tu hai danneggiato il mio seggio di insegnante, e ai danni che provengono dalla
circostanza attuale hai aggiunto la lingua greca, ed essa è stata insultata in vario modo, tu l'hai
portata a un disonore maggiore e hai fatto in modo che io lavorassi con pochi studenti, solo per il
fatto che tu non mi hai più annunciato con la tua voce gloriosa, e hai detto: “o voi che siete i padri
più stolti di tutti, dovete evitare queste pietre, con le quali voi rovinate la vostra discendenza, voi
dovete mandate i figli che voi avete generato alla ricca Roma, dove è possibile ottenere quei frutti
che portano la ricchezza”. 40,6. Come è accaduta questa cosa? Alexandros, che ha combattuto
contro il potere di Platon, tutti voi sapete ciò che dico, ha preso a noleggio una nave, ha disprezzato
le mie lezioni, ha dato molto denaro ai suoi figli, e lui ha mezzi tali che non ha nessun indugio,
dunque lui ha innalzato se stesso a quelle grandi speranze, ha speso delle ricchezze e del denaro in
una quantità grandissima e quando ha sentito le prime parole riguardo all'ignoranza non le ha
credute, ma dopo queste parole è stato costretto a credere ad alcuni studenti che sono rimasti qui e
sono stati consapevoli di se stessi, mentre l'altro studente è tornato dopo essere stato criticato in un
modo tale che quelli che erano ostili ad Alexandros si sono rallegrati più di quelli che hanno trovato
dei tesori, mentre i suoi amici piangevano insieme a lui perché le sue speranze che erano così
gloriose sono state distrutte. Così quel retore non sapeva nessuna di quelle cose lui doveva sapere, è
arrivato, ha parlato poco, e non è stato per nulla migliore di uno schiavo, e quell'uomo non è stato
migliore neanche di un fantasma, non ha detto niente, e non ha fatto attenzione a chi parlava, è stato
così tanto lontano <dal> servirsi della propria bocca per parlare, che anche il suo annuire è stato
faticoso. 40,7. Dunque una tale fortuna inaspettata è arrivata a noi da Roma e quelli che non hanno
navigato verso Roma lodano se stessi, e le conoscenze oratorie attiche sono state utili a loro perché
Alexandros ha dimenticato le conoscenze che aveva e non ha imparato quelle per le quali era
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andato, adesso lui è privo di voce in circostanze nelle quali avrebbe dovuto parlare per tutto il
tempo, lui è diventato assessor grazie a suo fratello, che ha obbedito male a te in tutte le sue azioni.
E costui non ha sopportato insieme ad Alexandros un giogo che non si aspettava, e questa cosa ha
fatto di nuovo trasferire i giovani studenti della nostra città in altri luoghi, e loro hanno ammirato
queste cose che avevano condannato in precedenza. E per loro ci sono stati di nuovo dei porti, di
nuovo delle navi, e il mare Adriatico e il Tevere. 40,8. Dunque allo stesso modo in cui se tu ritenessi
che un gregge vale poco per un pastore, che una mandria di buoi vale poco per un bovaro, e che dei
cavalli valgono poco per un allevatore di cavalli, faresti un torto a ciascuno di questi animali, così tu
faresti un torto a coloro che hanno la lingua greca nelle proprie mani. Infatti tu non dovresti dire
neppure questa cosa,cioè che le faccende del potere avevano bisogno della sapienza di Alexandros,
e che se lui non fosse stato assessor tutto sarebbe stato rovinato. Infatti noi abbiamo sentito dire che
la sua attività consisteva nel mangiare, nel bere, nel giacere, nel dare piacere ai propri occhi sia per
le molte sorgenti sia per i venti che soffiano nella città che li riceve. 40,9. Tu vuoi che io dica qual è
la cosa che ha prodotto questi effetti? Vuoi che io racconti quelle cose che riguardano il cavallo, la
sua briglia gloriosa, e tutte quelle cose che sono state date al buio, ma non hanno potuto essere
nascoste? Tu dirai che è una cosa bella fare del bene a un proprio amico, e dirai che per te
Alexandros è un amico. Che significa? Non sono forse anche io un tuo amico? Dunque per quale
motivo tu hai ritenuto giusto fare del bene a lui per mezzo di un danno a me? Tu non dovresti osare
dire che un'amicizia è degna di un onore maggiore di un'altra amicizia e che Alexandros è degno di
onore più di me. Dunque se lui è più importante di me,però questi sono gli dei dei Greci e non è che
la dea si sia impadronita della madre di Erectheus attraverso il ramoscello. E tu hai favorito quegli
studi latini contro tutti questi studi greci e ciò è avvenuto nonostante il fatto che tu sei arrivato alla
tua posizione grazie agli studi greci, non a quelli latini. 40,10. Io ti chiederei conto volentieri della
tua amicizia con Alexandros. Qual è la sua nobiltà? Qual è la sua vita? Qual è la sua educazione?
Qual è la sua benevolenza? Qual è il suo aiuto per i bisognosi? Qual è la sua fatica a favore delle
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persone che sono buone? Lui è forse un uomo utile a te per capire le leggi? Lui è bravo nel dare
consigli? Lui è capace di portare una buona reputazione alle persone che frequenta? Lui non ha
forse rifuggito la terra che lavorava e non ha posto se stesso al servizio di un uomo che faceva un
commercio al dettaglio? E quando ha avuto delle ricchezze a causa della stoltezza della sorte, non
ha forse causato la rovina di molte persone con gli interessi di coloro che vivono facendo dei furti?
E Alexandros con l'eccesso della sua insolenza e con il dolore derivante da questo eccesso non ha
forse rovinato un uomo che era vissuto in modo virtuoso e alla fine non ha forse applicato la sua
insaziabilità anche alle tombe privando i morti del loro ultimo onore? 40,11. Dunque quale pensiero
ti ha convinto a fare ricorso a un simile animale feroce e a stare con lui, al punto che vi si vede
insieme ovunque, per tutto il tempo e in ogni parte di ogni giorno, come se voi foste nati insieme?
Tu dici: “Lui era un mio vicino, per Zeus”. Quante altre persone sono state più povere di
Alexandros, e sono state migliori del suo comportamento? Tu hai visto tutte queste persone, le hai
trascurate e hai aggiogato te stesso a quell'uomo, cosicché pare strano quando tu non appari insieme
a lui. 40,12. Molti individui in ogni città hanno dei vicini che sono cattivi anche per altre cose, e il
fatto di abitare vicini non li costringe a ritenere che essi siano degli amici, ma tra loro due c'è una
via stretta, ed essa, se tu vuoi, è un muro, e loro non sono amici per questa vicinanza, ma sono
nemici,e quasi ogni giorno tra loro ci sono delle battaglie e delle ferite,e l'abitare vicini non produce
delle amicizie più di quanto produca delle ostilità. E sono innumerevoli i testimoni di questa cosa,
ma sei sufficiente tu, che avendo molto vicino a te Magnos, sei vissuto in una guerra così lunga con
lui, e a te sembrava che quelli che ti parlavano di pace dicessero delle sciocchezze. 40,13. Dunque
tu avresti dovuto soprattutto evitare completamente Alexandros, quell'uomo empio, che era tuo
vicino, ma adesso tu hai ammirato costui in questo modo, cosicché tu hai sconvolto le cose giuste
verso di me a vantaggio del beneficio per quell'uomo. E tu sei stato così lieto di fare questa
ingiustizia, al punto che non hai condiviso con me ciò che sarebbe accaduto in futuro e quando sei
venuto da me non mi hai detto che tu volevi che il figlio di Alexandros facesse l'assessor di tuo
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fratello, che è mio amico, e non mi hai detto:“Io ritengo che sia terribile che questa cosa avvenga
senza che tu ne sappia niente, io ti dico e ti dichiaro questa cosa, e vorrei che tu non la impedissi”.
In questo modo tu avresti onorato il nome dell'amicizia,in questo modo ogni cosa opportuna sarebbe
stata fatta sia con la tua convinzione, sia senza la tua convinzione. Ma adesso la segretezza della
situazione, e il fatto che si sia cercato di nasconderla con ogni espediente è una prova evidente del
fatto che neppure a te sembra che ci sia nessuna cosa giusta nelle azioni che hai fatto. 40,14. E forse
tu dirai tali parole: “Se Alexandros non fosse entrato grazie a me, non sarebbe forse entrato un altro
grazie a un altro individuo?”. Ma se questa argomentazione è debole non deve essere detta;se invece
è forte, per quale motivo non è stata detta prima che ciò avvenisse, se io non intendevo comportarmi
in modo impudente,se c'era qualcosa di giusto nelle parole che io ho detto? Ma, io credo, tu hai
condannato anche questo mio discorso, sebbene la risposta a esso fosse facilissima, ed era “o caro,
qualcun altro farà questa cosa? La faccia pure. E darà un assessor a quelli che hanno guardato a
Roma? Lo dia pure”. 40,15. Tu non devi fare un torto alla mia amicizia, e non dovresti volere essere
debitore di una punizione al posto di un altro individuo. Infatti se tu fossi un timoniere e avessi
anticipato l'attacco della nave nemica e se tu avessi fatto affondare la tua stessa nave, non sarebbe
possibile per te dire al proprietario della nave “Io ho fatto ciò che sarebbe stato certamente fatto da
altri”. Infatti noi non uccidiamo neppure colui che sarebbe ucciso certamente dalla malattia, prima
che sia arrivata la sua fine, come se noi avessimo una giustificazione nel fatto che certamente la
malattia farebbe questa stessa cosa. 40,16. Che significa? Se tra due comandanti militari uno fosse
benevolo verso coloro che lo hanno mandato, e l'altro per questi motivi lo arrestasse e volesse
tradirlo, e il migliore tra i due sapesse questa cosa, quale cosa tu credi che farebbe il migliore dei
due comandanti militari? Credi che farebbe le cose che voleva fare quell'altro, e credi che lui
tradirebbe? E cosa salverebbe l'altro comandante dall'essere processato? Oppure tu credi che il
comandante buono abbia eliminato quel tradimento che sarebbe stato fatto dal comandante cattivo?
40,17. E alcune cose riguardanti Alexandros mostrano che tu, che sei tale, sei un mio amico. Tu devi
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sentire dire anche altre cose nelle quali io sono stato offeso da voi, da te perché fai questa
esortazione, e da tuo fratello perché ti obbedisce. Sia tu, sia tuo fratello avete chiesto un discorso
come encomio di tuo fratello con richieste più forti di quelle che si fanno riguardo al pane. E io
potrei dire: “o Dometios, tu devi cercare tali cose in quegli individui ai quali tu hai consegnato i tuoi
figli. Io credo che tu li abbia consegnati pensando che sarebbero diventati migliori e più capaci.
Infatti tu non potresti dire che essi siano diventati peggiori. Dunque la cosa più assurda tra tutte è il
tuo ammirare Egitto e Fenicia nella decisione riguardo ai tuoi figli e ricorrere a un altro per il tuo
desiderio di elogi”. 40,18. Io avrei potuto dire queste parole, tuttavia non le ho dette, ma io, dopo
avere taciuto in un primo momento, sono andato via, tu sei venuto a casa mia e quale di tutte le cose
non hai fatto? Questi episodi sono accaduti spesso, e tu hai avuto come alleati i miei migliori amici
e loro come tuoi alleati dicevano che non avrebbero sopportato questa cosa, se io avessi evitato il
favore, pertanto io sono stato trascinato da forze così importanti e ho detto “Io farò il discorso, se la
sorte mi assiste, e io parlerò perché la stessa Sorte mi dà questa possibilità, ma, o Eumolpios, io
parlerò se nessuno, nessun retore, nessun poeta, dopo di me potrà dare a tuo fratello onori uguali a
questi”. Dopo avere sentito queste parole tu hai negato questo fatto con un giuramento e hai detto
che le pietre avrebbero parlato in modo eloquente, prima che un tale evento avvenga. E noi, dopo
avere fatto questi accordi, li abbiamo infranti. 40,19. E nessuno dica:“Di che si tratta? È forse strana
questa cosa, che esista qualcuno che dopo di te parlerà riguardo a questi stessi argomenti?”. Infatti il
discorso di adesso non è riguardo a questo argomento, ma riguardo alla necessità che quegli accordi
siano validi. Ma è facile dimostrare che questi accordi sono stati sconvolti. Infatti non molti giorni
dopo tu sei venuto da me di sera, e mi hai detto che tu avevi deciso che tuo fratello avrebbe ricevuto
un poeta in un teatro, e a questa cosa si era aggiunto il fatto che il poeta sarebbe stato dopo di me, e
lui ha elogiato questa aggiunta. Certamente con questo evento è successo che gli accordi non sono
restati validi, e in questi accordi si diceva che nessuno avrebbe parlato dopo di me, ma io in
precedenza non avevo impedito questa cosa. Dopo che queste parole sono state dette, anche io mi
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sono rifugiato in alcuni pretesti fittizi, sono rimasto in silenzio,ho fatto in modo che il poeta
parlasse, e lui ha parlato. 40,20. Dunque qual è il torto che tu fai in questa cosa? È il fatto che tu hai
annullato gli accordi. Tu hai annullato gli accordi perché non hai rimproverato tuo fratello, non lo
hai trattenuto, e non gli hai impedito di agire. Infatti se tu hai ignorato gli accordi, sei colpevole del
non avere mostrato questa cosa, e avresti dovuto essere tu a mostrare queste cose; se lui avesse
saputo questa cosa, avrebbe avuto paura delle tue grida ed esse sarebbero state a favore degli
accordi, e tuo fratello si sarebbe comportato in modo giusto in quelle attività nelle quali lui doveva
essere presente. Tu avresti dovuto dire: “o fratello, noi violeremo i patti se non siamo capaci di
rispettarli”. L'ottimo Eumolpios non ha detto nessuna di queste parole a suo fratello, ma a me sono
state dette le parole di suo fratello riguardo al poeta, e lui ha detto queste cose non nascondendosi,
ma a viso aperto, non ha ritenuto di lacerare gli accordi che comprendevano i vestiti, e non ha
ritenuto possibile chiudere la bocca. 40,21. Avvengano pure queste cose. Un'uscita dopo queste
parole di chi ha ascoltato dei versi epici, una lezione in ogni città e un'attesa in ogni giorno di avere
come sua fine il suo inizio. Tuttavia la vicenda non è andata in questo modo, ma il poeta è ritornato
indietro di nuovo con tutte le ricchezze con le quali è andato via. E per questo motivo ci sono state
le richieste per le parole che sono state scritte, affinché questo testo diventasse pubblico e apparisse
evidente alla città,molte richieste sono state fatte da te,molte richieste sono state fatte da tuo fratello,
ma tu in lacrime mi hai chiesto di non riversare un grande disonore sulla vostra famiglia. Infatti sarà
un disonore evidente il fatto che tuo fratello non abbia ottenuto quelle lodi che erano state scritte da
me, andrà in Egitto e darà a quelli che lo invidiano un motivo per fare dei discorsi alquanto
spiacevoli. 40,22. Tu, non potendo eliminarmi, sei corso alle porte del filosofo per fare in modo che
io fossi costretto a fare ciò che quell'uomo avrebbe ordinato. Io ho detto che avrei obbedito a lui e
agli ordini che lui avrebbe dato,poi l'ho detto di nuovo, una terza volta e una quarta volta. Quelli che
ascoltavano e vedevano le parole che venivano dette e le altre cose in modo molto attento e si erano
trovati a seguire quelle parole dall'inizio, hanno saltato per tali parole cosicché c'è mancato poco
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che facessero dei salti mortali, allora hanno cantato cosicché a loro è andata via la voce. E si
potrebbe dire velocemente un esempio di alcuni che erano nella sala cittadina, e nessuno di loro è
andato dalla sala cittadina al luogo di riposo. Infatti non soltanto gli studenti, che erano ancora
nell'apprendimento, e i loro padri, la cui attività era il faticare per gli affari pubblici, hanno occupato
lo spazio centrale e lo hanno mantenuto,ma si potevano vedere là anche quelli che erano arrivati alla
notorietà e alla fama grazie ai loro incarichi e ai loro seggi. 40,23. Dunque al posto delle corone
colui che è stato accompagnato ha avuto le mani di costoro e le voci che facevano le acclamazioni
provenienti dal popolo, e queste voci erano mosse dalle parole che si dicevano riguardo a lui, e c'è
stato un discorso pubblico secondo cui in quel momento il dio Helios per la prima volta ha visto un
onore tanto grande e sono state adeguate a lui quelle parole che furono dette riguardo a Agamemnon
per la grandezza del suo esercito. E con tali elogi essi hanno varcato la soglia, hanno fatto un furore
bacchico nella casa, e a fatica sono andati via e hanno messo fine al rumore perché era necessario
che quell'uomo fosse ammirato. Non c'è stato nessuno che non mi abbia accusato per quegli eventi
che sono accaduti. 40,24. Ma lui nello stesso tempo riteneva giusto acquisire quei discorsi che si
manifestavano e nello stesso tempo ha aggiunto alcune parole a quelle che erano state dette,
nascondendo l'offesa fino a quando è stato possibile nasconderla, e ciò è stato fatto anche da te, e
infatti anche tu hai nascosto questa offesa, gli accordi non sono più stati validi in nessun modo. Ma
lui si è preoccupato in modo così eccessivo di questa offesa, al punto che è arrivata sulla scuola la
cattiva fama di avere causato la paura che lui fosse abbattuto, perciò anche quando arrivavano altre
persone dopo le prime, lui si è chiuso dentro, per paura del naufragio che era atteso. Lui prima di
salire è venuto da me e ha ritenuto giusto che io dessi agli ascoltatori le sue parole. E tu ti sei
seduto,lo hai ascoltato mentre diceva queste parole e hai detto queste parole mediante il tuo silenzio
mentre avresti dovuto se non altro rimproverare queste parole. 40,25. Tu hai detto: “Per Zeus, lui
incalzava, dava fastidio e non è stato possibile rimuovere quell'uomo che insisteva”. Se vostro padre
fosse ancora vivo,vostro padre avrebbe forse ritenuto giusto che quell'uomo insistente che si gettava
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ai vostri piedi e che non si asteneva da nessuna cosa, fosse picchiato da voi, ma quell'uomo si
sarebbe lanciato contro i banchettanti e avrebbe picchiato suo padre perché quest'ultimo gli dava
fastidio?E cosa ci sarebbe stato di strano,se avesse picchiato anche sua madre? Cosa ci sarebbe stato
di strano se lui avesse percosso anche degli altri individui? Ma lui non ha fatto ciò. Certamente non
era necessario che io fossi picchiato. 40,26. E per voi non è stato sufficiente che ci fosse qualcuno
che avrebbe parlato dopo di me,ma avete aumentato l'oltraggio anche con il luogo. E voi avete detto
che siete stati costretti, ma lui dice per quale motivo voi dite di essere stati costretti, lui dice di avere
subìto questa costrizione da parte vostra,e parlando lui giura su tutti degli dei, su quelli onorati in
Egitto non meno che su quelli onorati da voi, che si è trovato in questa situazione e non l'ha affatto
voluta, ma non ha potuto evitarla. Infatti è più doloroso subire una riscossione da quelli che devono
pagare dei contributi. Così voi fate un'azione ingiusta per le violenze che commettete, e fate
un'azione ingiusta per le menzogne che dite. E voi avete danneggiato un giorno bianco con un
giorno nero e invece di guardare le prime schiere formate da tali uomini, voi quando avete visto un
pedagogo che muoveva la mano in un guanto strappato, siete saliti a cavallo aspettando che avreste
avuto un giorno simile a quello 40,27. Ma io ritorno su questo punto, che è necessario che colui che
fa un giuramento sia più credibile di quelli che non hanno fatto nessun giuramento, anche nei casi in
cui lui è stato lontano da queste cose, e intendo dire la sala del consiglio e le cose che sono in essa,
io dico,voi avete fatto tutte queste azioni per ottenere un possesso. E queste azioni hanno addolorato
la città in un modo tale che non è stato tanto grande quanto era verosimile che fosse. Da questa
stessa città voi avete avuto coloro che, quando sono usciti dalla loro carica, sono stati uguali nelle
loro ricchezze a come erano quando sono entrati nella carica,ma hanno avuto un simulacro di onore,
invece che una forma concreta di onore. 40,28. O Eumolpios, tu vedi quanto sono grandi le cose che
sono state trascurate da te nei miei confronti, e quanto sono grandi le cose nelle quali tu sei stato
negligente verso di me, ed è meglio dire così invece di dire che tu hai fatto un tradimento. Pertanto
tu devi preoccuparti del tempo che è dopo queste cose, e dovresti volere avere degli amici che siano
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tuoi elogiatori e non degli amici che ti biasimano.
Orazione 41 a Timokrates
41,1. O Timokrates, tu sei venuto da noi provenendo dal teatro, ma il tuo viso non proviene dal
teatro più di tutte quelle cose che sono proprie del teatro, ma viene da alcune cose spiacevoli, e
potrebbe essere causa della più grave tristezza. O tu che sei ottimo, sei arrivato a una tristezza tanto
grande, e io ho sentito dire che tu non hai trovato degli spettatori che applaudissero nei modi
consueti, anche se loro si sono dedicati a questa attività. Dunque io non mi meraviglio per il fatto
che essi abbiano compiuto queste azioni,ma mi stupisco di te, se hai ritenuto che queste cose fossero
degne di una tristezza per te stesso. Io voglio prima dire a te la causa dell'assenza di voce di quelle
persone. 41,2. O Timokrates, la situazione si è chiarita e alcuni sudditi ritengono giusto comandare
sui loro governanti. Quelli che hanno voluto questa cosa hanno potuto farla, e hanno fatto in modo
che i detentori del potere diventassero amanti di quelle lodi che provengono da loro, e anche i
sudditi talvolta hanno concesso questa cosa, talvolta non l'hanno concessa. E loro hanno causato un
dolore se non hanno concesso questa cosa, e hanno causato una gioia se l'hanno concessa. Ed essi
hanno aumentato gli applausi per un compenso, dicendo che in cambio degli applausi volevano il
prezzo che sembrava giusto a loro,ma per il magistrato che desidera le grida non è possibile non
dare tutti i compensi. Così quegli individui spregevoli vendono a caro prezzo i loro applausi. 41,3.
Dunque essi fanno quel servizio ai magistrati che sono arrivati poco tempo fa alle cariche
pubbliche. Essi quando vanno via si promettono reciprocamente che loro taceranno e tratterranno la
parte restante degli spettatori con le minacce che fanno tramite i loro cenni. Poi quando arriva il
giorno, e c'è la scena di questi avvenimenti, gli spettatori mostrano i loro gesti, vanno via e non
dicono assolutamente niente, ma a chi detiene il potere questa sembra essere una cosa terribile, e a
lui sembra che essa sia una grande forma di una sventura. E il magistrato quando siede talvolta
arrossisce, talvolta impallidisce, e tace molte cose, ma dice qualcosa a quelli che sono vicini a lui e
non sa di che cosa parla. Poi per mezzo dell'araldo dice qualcosa a questi individui, confida in
questo gesto per muovere un pubblico che è silenzioso,ma altri sono capaci di ascoltare anche prima
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di ascoltare. Dunque cosa fa il detentore del potere dopo questi eventi? Lui cerca i comandanti e
chiede loro di non fare queste azioni. Alcuni aggiungono del denaro. I magistrati promettono alcune
cose, gli spettatori chiedono altre cose, c'è un accordo che gli spettatori fanno l'applauso, e il
magistrato concede loro tutti i suoi favori. 41,4. Per questa consuetudine anche adesso gli spettatori
tacciono e usano anche contro di te lo stratagemma che è consueto per loro, e la cosa più terribile è
che essi vincono anche. Infatti è chiaro che se essi possono umiliarti con il loro non parlare, ti
ti rendono anche loro schiavo, e se innalzano di nuovo il loro applauso, ti hanno come un loro
seguace e tu non ti opponi a loro in niente. 41,5. Io mi sono indignato per queste cose durante il
tempo passato, e mi indigno ancora di più adesso quando la mia speranza migliore è stata distrutta.
Infatti io credevo che, se anche nessun altro avesse fatto ciò, almeno tu avresti ritenuto che queste
cose non fossero affatto vere,ma credevo che tu avresti ritenuto che sia l'applauso sia il silenzio
fossero la stessa cosa. Adesso per me tu sei decaduto e per te hanno un grandissimo valore alcune
cose che non hanno nessun valore. Infatti qual è il valore di quegli elogi che sono dati da questi
individui che da quando erano bambini fino al giorno d'oggi sono vissuti nella pigrizia e con una
grande malvagità? O Timokrates, non conosci questi individui, tu che hai trascorso un tempo così
lungo presso di noi facendo queste attività? 41,6. Tutti questi uomini sono degli stranieri e sono
arrivati qui in modo malvagio per le azioni ingiuste che hanno fatto, sono fuorusciti dalle loro stesse
patrie,alcuni di loro hanno ucciso i propri padri, altri hanno usato le mani contro le proprie madri,
hanno evitato le attività manuali alle quali i loro genitori li avevano portati. Dunque essi quando
erano bambini avevano il sostentamento che proveniva dalla loro stessa giovane età, e quando sono
diventati degli uomini adulti quella loro risorsa li ha lasciati, hanno guardato a quella fonte di
denaro che proviene dal teatro di questa città, si sono alzati e hanno fatto una corsa, loro che
volevano vivere nella pigrizia, ed essi potevano vivere soltanto in questo modo. 41,7. E alcuni di
questi individui hanno dato se stessi ai mimi e molti di loro sono diventati una proprietà dei
danzatori. E questa è la loro vita: servire quegli individui, obbedire a quegli individui, adularli,
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onorarli, abbellirli, dipendere da loro, non fare nessuna altra cosa, e non sapere nessuna altra cosa.
Altri nutrono i danzatori a volte con più denaro,a volte con meno denaro; con meno denaro quando i
danzatori sono a riposo, con più denaro quando essi danzano. Ogni azione vergognosa viene fatta da
loro in modo simile di giorno e di notte, e la loro ambizione consiste nel fare gli eccessi di queste
azioni vergognose, perché questi individui rafforzano la propria posizione soprattutto quando loro
fanno facilmente quelle azioni che non sono sopportabili neanche da sentire per coloro che si
comportano bene. 41,8. Pertanto questi spettatori si alzano in piedi non per fare un applauso
adeguato a quei discorsi che sono eseguiti in pubblico, ma affinché essi possano contribuire con
tutto l'applauso che possono fare, cosicché nessuno che sia assente quando avvengono questi fatti
sentendo quegli applausi possa distinguere i giorni migliori e i giorni peggiori delle danze. 41,9.
Dunque questi individui non sono più di quattrocento, e alcuni collaborano con qualcuno, altri
collaborano con qualcun altro, sono i primi a rendere se stessi malvagi, fanno dei furti nelle case
degli uomini liberi, vanno a caccia di tutti i giovani che possono, li convincono ad ammirare questi
loro furti e fanno in modo che essi diventino ladri dei beni delle proprie famiglie quando i loro
genitori sono ancora in vita, e rubano tutto ciò che possono, e se i loro genitori sono morti, essi li
rendono traditori una volta per tutte. E si potrebbe sapere che le case di molti individui sono state
danneggiate con questi metodi. Questi individui hanno danneggiato le condizioni degli studi di
eloquenza, hanno fatto in modo che alcuni giovani diventassero molto pigri, hanno fatto in modo
che altri diventassero completamente ribelli. E che bisogno c'è che io cerchi di fare una cosa che è
impossibile, cioè dire tutte le azioni malvagie di questi individui? A parte questo io dirò che in ogni
luogo della terra la nostra città è stata calunniata a causa dell'empietà e della sfacciataggine di questi
individui. 41,10. Dunque, o Timokrates, tu ritieni che le lodi fatte da questi spettatori a molti
detentori di incarichi siano una cosa buona? Ma tu a buon diritto potresti ritenere che siano un male
grandissimo questi elogi che sono dati da degli individui malvagi. Infatti io ritengo che sia una
testimonianza uguale di eccellenza il sentire parlare male di se stessi da coloro che sono malvagi e il
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sentire parlare bene di se stessi da coloro che sono virtuosi. Chi potrebbe ritenere che anche voi
sareste migliori per questo motivo? Quale governatore di province? Quale prefetto? Quale
centurione? Quale comandante militare? Quale imperatore? Quale consiglio cittadino? Quali
agricoltori? Quali soldati? Infatti come potrebbero essere le parole di questi individui, il cui
comportamento è stato condannato? Infatti se anche le loro parole fossero in qualche modo
elogiative, essi riterrebbero di avere qualcosa di buono? 41,11. Si dice: “Per Zeus, è bello essere
amati da una città, e questa cosa potrebbe essere un segno del fatto che loro siano amati”. Tu ritieni
forse che siano una città questi individui che sono apolidi? Ritieni che siano una città questi
individui privi di casa? Ritieni che siano una città questi individui non sposati,che non hanno nessun
buon motivo per vivere, che sono malvagi e fanno delle azioni malvagie? Colui che piace ai
decurioni, e ai figli di costoro, colui che piace a coloro che sono stati esaminati nei loro incarichi,
colui che piace a coloro che insegnano, colui che piace a coloro che vengono educati, colui che
piace a coloro che faticano lavorando la terra, colui che piace a coloro che offrono la propria opera a
quelli che sono coinvolti nei processi, colui che piace a coloro che ottengono il loro sostentamento
dal lavoro delle loro mani, colui che piace a coloro che navigano per il commercio, colui che attira
queste persone con le cose che fa, costui convince a volere bene a lui stesso e viene amato da una
città in modo sincero. Ma colui che è amato da questi individui spregevoli, e ammettiamo che sia
amato, non è amato dalla città, ma da quale parte della città è amato? Dalla parte malata della città,
e sarebbe una cosa vantaggiosa se la città si liberasse da questa malattia. 41,12. Che cosa sarebbero
questi individui che stanno davanti ai vostri carri, e che fanno i loro canti a così tante innumerevoli
persone che occupano la città e disapprovano le azioni di costoro? Se alcuni fanno delle preghiere a
vostro favore, altri maledicono quelli che sono migliori e più numerosi tra voi, come potrebbero non
essere sventurati coloro che hanno entrambe queste cose? 41,13. Dunque se molti di coloro che
hanno il potere presso di noi sono diventati malvagi, e alcuni, pochi tra loro, sono buoni, riguardo ai
magistrati malvagi questi uomini sembrano avere taciuto,ma riguardo ai magistrati buoni essi hanno
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detto queste parole di lode, non hanno tolto ai secondi la loro reputazione migliore e non hanno dato
la reputazione migliore ai primi, allontanandoli dalla loro reputazione peggiore. Allora qual è il
vantaggio dei loro elogi? Essi hanno elogiato alcuni individui eccellenti insieme a coloro che sono
peggiori, cosicché questa attività è un'offesa per coloro che sono migliori, se essi ottengono le stesse
cose per comportamenti che non sono gli stessi. 41,14. O Timokrates, tu devi valutare anche quella
cosa. Sono arrivati da Roma non molto tempo fa due uomini per avere il potere sulla nostra città, ed
essi sono buoni, bravi, giusti, gentili, saggi, e si sono occupati della cultura. Essi hanno danneggiato
la reputazione che avevano grazie ad altri per il loro ritenere che gli applausi fossero una cosa
importante e onorevole. E adesso quando viene fatto un discorso riguardo a loro, essi hanno un
atteggiamento ostile verso quegli oratori che sembrano dire qualcosa introducendo questi
argomenti, e se qualcuno li convincesse a non ritenere che i loro applausi siano una cosa importante,
essi sarebbero irreprensibili in tutte le loro cose. 41,15. Così voi pensate in modo sbagliato riguardo
a questa vicenda, e mostrate il dolore che è presente nel vostro silenzio, cosicché non indugiate a
chiedere l'applauso nemmeno per mezzo di un araldo. Infatti una cosa è il dire a loro: “non vi
conosco bene”, e un'altra cosa è il dire: “qual è la cosa che voi rimproverate con il vostro stare
seduti qui?”. E il dire : “Per quale motivo voi avete taciuto?”. E il dire:“mostratemi come siete”,
queste parole e altre simili sarebbero proprie di quelli che chiedono chiaramente quelle azioni che
sono fatte da voi. Altri sono saltati contro questi individui, li hanno abbattuti come in una lotta,
hanno oltraggiato il magistrato e con le loro esortazioni hanno fatto alzare il magistrato dal suo
seggio, costringendolo a onorare la città, e chiamando se stessi città. E alcuni di voi fanno una di
queste due azioni, cioè la prima, altri fanno anche entrambe le azioni. E io non so in che modo
questa situazione sia arrivata fino a questo punto, perché nei primi tempi non era stato detto niente
di simile e non era stato fatto niente di simile. E noi a quei tempi non abbiamo visto tali conflitti tra
quelli che avevano il potere, le loro mani erano così, e nessuno degli spettatori andava via essendo
convinto che avrebbe avuto il magistrato come un suo sottoposto. 41,16. Per questo motivo il teatro
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ha fatto molte azioni contrarie alle leggi, alcuni sono stati portati via da questo luogo e sono stati
arrestati per poche parole, dette da poche persone. Infatti il desiderio dell'applauso costringe a
collaborare in tutte le cose, e per alcune cose costringe a correre a Dafne e a fare una festa che porta
innumerevoli mali alla città, perché anche quei giovani che erano morigerati quando sono saliti a
Dafne hanno perso questa loro morigeratezza dopo essere tornati. E mi sembra che un imperatore
eccellente abbia rivolto il suo sguardo a questi comportamenti e abbia eliminato questa attività, ma
essa è ripresa di nuovo, e ciò avviene perché alcuni danno degli ordini, voi li eseguite, e pensate che
questa pratica sia felice. E si vede che il salire a parlare con sfrontatezza si prolunga per cinque
giorni o più.E se una parte della sfrontatezza è colpa loro,una parte della sfrontatezza è colpa vostra.
Ma se qualcuno domandasse a voi che siete reduci da quella ubriachezza multiforme: “In quale
attività voi avete trascorso un tempo così lungo, e in che cosa voi avete reso migliori le condizioni
della città quando fate ritorno in essa?”, voi cosa direte? O forse direte che era necessario che ci
fosse un luogo per comportarsi in un modo molto sconveniente? 41,17. O Timokrates, voi non
sareste stati costretti a festeggiare tali azioni, se non aveste dato a voi stessi la situazione difficile di
non avere niente da replicare. Adesso, come i leoni addomesticati decadono dalla loro condizione di
libertà, e per le minacce di coloro che li comandano si rannicchiano per paura, così voi decadendo
dalla vostra posizione siete portati a temere il silenzio di quei quattrocento individui. Altri sono
diventati più forti di quelli che erano nella lista, e da loro provengono delle parole giuste, ed essi
sono più forti anche del consiglio cittadino, sono onorati da voi più di coloro che hanno fatto un
servizio pubblico con i loro patrimoni, e se questa parte sta insieme a voi, per voi le altre cose non
hanno nessun valore.Poi voi non dovevate essere conosciuti da loro dopo che è terminata la… (crux
nel testo greco e lacuna), voi percepite di essere trascurati dalle persone eccellenti nel momento che
richiede degli onori, e avete condannato la vostra cura per degli individuì che non hanno nessun
valore. 41,18. Tu sai che quell'uomo di nome Philagrios era il magistrato, ha portato una grande
tempesta e l'ha evitata? Lui è andato fino al teatro in un lungo silenzio, ha visto i gesti che erano
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mostrati, si è rallegrato con se stesso, è andato via ed è stato lodato da coloro che non pensavano in
modo giusto. Infatti lui sentendo dire che questo comportamento è antico lo ha imitato, quando il
detentore del potere comandava, il suddito era governato dal potere, e quando le azioni onorevoli
erano fiorenti, quelle malvagie erano respinte. Dunque Philagrios ha come sua gloria il fatto che ci
sia questa cosa, cioè che l'uomo migliore eserciti il potere. E quando per la prima volta lui si è
dedicato a questa azione,alcuni di costoro si sono opposti con un canto che diceva qualcosa riguardo
a questo argomento. Essi hanno detto l'inizio di questo canto e sono stati zittiti perché Philagrios ha
detto che non c'era nessun bisogno di una simile sciocchezza. 41,19. Io ritengo giusto che tu emuli
che tu purifichi la città dall'infamia, se no, ritengo giusto che tu privi la città del potere che ha
adesso. E tu faresti questa azione, se tu dimostrassi che ti vergogni per quelle lodi che sono state
stato impedito di ottenere quelle cose che lui avrebbe meritato di ottenere più di molti che le hanno,
e io rispetto ciò che è giusto nella amicizia, e al contempo temo che tu condanneresti il mio silenzio.
Tu potresti pensare quale sarebbe il mio comportamento riguardo agli altri, se io avessi una
negligenza riguardo a una persona come lui. 42,2. Dunque anche io so che non sono la stessa cosa
un uomo che è arrivato alla vecchiaia con il suo stare insieme ai giovani e l'indignazione che il
senato proverà, se non sembrerà essere migliore del suo esempio, e nessuno degli altri ignora queste
cose; ma se un altro imperatore fosse stato sul punto di ascoltare quei discorsi e sul punto di
esaminare ciò che è giusto, io avrei avuto paura per il buon nome del senato,io anche se dico le cose
più giuste non sarò all'altezza, e ciò che è maggiore spetta a chi è più importante; ma se oggi sarà
riconosciuto che il mio amico ha ottenuto la benevolenza degli dei per il suo onore alla verità e per
il suo togliere alcuni problemi nei processi, per il suo vedere soltanto questa attività, io ho molte
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speranze che lo stesso uomo adesso sarà anche il giudice, se tu prendi il senato che ha compiuto
un'azione sbagliata,e non indugerà a dire questa stessa cosa, cioè che ha sbagliato. 42,3. Una piccola
cosa va detta sin dall'inizio, affinché tu sappia che io ho ritenuto che il mio amico Thalassios fosse
ragionevole e ho ritenuto che ciò che è stato fatto da questi individui non avesse nessun motivo
per un tempo non breve, e quando io andavo da uomini famosi, li ho convinti a condividere con me
le loro ricchezze, e trascurando tutte le altre cose, cioè che io avevo perso i beni della sua famiglia,
ho dato l'impressione di comporre dei discorsi non malvagi, mi sono dedicato abilmente a questa
attività avendo Maximos come custode di quei discorsi che io dicevo pubblicamente. Dopo che lui è
morto, i miei discorsi hanno cercato colui che era al posto di costui, e la Sorte mi ha dato questo
Thalassios, il quale ha patito un torto da parte del senato, ed è stato molto migliore del suo
predecessore in tutte le cose, sia per la sua cura nella protezione e per l'affetto che ha avuto verso i
miei discorsi, sia per la benevolenza che ha avuto verso di me,sia anche per la morigeratezza che lui
ha avuto nel ventre e nei genitali. 42,4. Il compenso per questi meriti di Thalassios è il suo vivere
dedicandosi a queste attività e tutta la città sa che lui passa il suo tempo in queste occupazioni; lui
non chiede ciò che si ottiene tramite il denaro, e non desidera della terra perché gli basta quella che
ha. La grandezza della ricchezza non ferma molti individui, ma qualcuno fa una grande spesa per
questi discorsi, e spesso ottiene questi beni. Molte altre cose producono questo effetto. 42,5. Ma,
come ho detto, per me Thalassios è un dono della Sorte, lui ha eliminato quella paura che proveniva
dalla morte di Maximos, e ha rivolto verso se stesso quelli che invidiavano i beni dei loro vicini per
il suo tentare di liberare la mia vita dalle sue difficoltà. Ed essi esortandosi a vicenda hanno detto
sciocchezze, hanno parlato male dei magistrati più capaci, e hanno mostrato chiaramente che, se
avessero potuto, avrebbero anche agito in modo ingiusto. 42,6. Per questo motivo uno di coloro che
sembrano essere intelligenti ha esortato Thalassios a essere uno dei senatori, e a rendere in questo
modo più deboli i calunniatori. Infatti noi non temiamo un processo giusto, ma temiamo che alcune
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persone possano facilmente minacciarci,anche se non potrebbero fare quell'azione. In queste attività
Thalassios segue la legge, e secondo la legge ha ricevuto delle lettere dalla tua mano destra, le ha
mandate nel senato, affinché fossero ricevute da quel senato. Dunque Optatos è subito saltato in
piedi e ha detto: “o terra, o sole” e alzando la mano verso il cielo ha detto: “Thalassios nel nostro
senato?”. 42,7. Che c'è di strano,o Optatos? La madre di Thalassios era di condizione libera, suo
padre era di condizione libera, la sua educazione non è avvenuta nella ricchezza, ma in modo
dignitoso, adesso lui ha anche un patrimonio, perché gli dei vogliono questa cosa, e lui non ha reso
più piccolo il suo patrimonio né con i dadi, né con le bevute, né con la dissolutezza, ma lui ha fatto
del bene a quei suoi amici che erano bisognosi e a quei suoi amici che erano in difficoltà, e ha
continuato a sostenerli grazie a quei frutti che sono dati dalla terra, ritenendo che loro fossero degli
dei, e lui trascorre il suo tempo a vedere i prodotti che sono nella terra, come è naturale che faccia
colui che è convinto di queste cose. E lui ha spiegato che si trova bene nel suo matrimonio e in tutti
i piaceri d'amore, e ritiene di avere un figlio in me che sono anziano, e lui preferisce ai piaceri che
consistono in altri congiungimenti il non rallegrarsi per questi piaceri. 42,8. Cavalli, carri, scena
teatrale, aurighi, e tutte queste cose sono state rifiutate da Thalassios, e lui non rimprovera nessuno
di coloro che apprezzano questi divertimenti, ma ritiene che altre cose siano appropriate per lui.
Nessuno lo ha mai visto combattere per avere denaro e oro, e lui non tormenta i banchieri, e non
insegue coloro che fuggono, e non picchia i figli nati da questi individui, neppure quelli che si
comportano male. 42,9. Thalassios è ritenuto degno di grandissimo rispetto dai giovani allievi che
ricevono la loro istruzione, ed è ritenuto degno di rispetto da quelli che si fanno l'attività retorica nei
tribunali. Lui è degno di rispetto nel nostro consiglio cittadino, è tale <anche> per quelli che
ritengono giusto essere onorati per gli incarichi che hanno ricoperto. E nessuno ha ignorato quali
fossero i genitori di quest'uomo così da non pregare che i propri figli diventassero allievi di
Thalassios e non di colui che lo ha generato. E tuttavia, tu, o imperatore, potresti sapere facilmente
che lui è chiamato filosofo, e tu non ignori quali sono le azioni per le quali una persona potrebbe
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ottenere questo titolo. 42,10. Dunque non bisognava respingere Thalassios che veniva volentieri in
senato, ma anche se lui non voleva contribuire, credeva che avrebbe dato qualcosa più che ricevere
qualcosa, e credeva che avrebbe dato un onore più di quanto sarebbe stato onorato, e credeva che
avrebbe reso gli altri uomini più grandi di quanto lui stesso sarebbe stato reso grande. Infatti tu devi
pensare, o imperatore, a come potrebbe diventare il senato, e non parlo del discorso che riguarda le
ricchezze, ma parlo del discorso che riguarda i comportamenti, se tutti quanti fossero simili a
quest'uomo. Noi sappiamo che anche Sparta è stata ammirata da quelle città che erano ricche,perché
essa aveva fame e obbediva al dio. Dunque io ammetto che nel senato tutti sono più ricchi di
Thalassios, ma dico che nessuno è più giusto di quest'uomo. 42,11. Optatos ha respinto Thalassios
che è così, ma com'è lo stesso Optatos? Di chi è migliore? Di chi non è peggiore? Che cosa ha di
bello da dire riguardo a lui stesso? Optatos quando imparava le lettere per odio di queste lettere è
fuggito, e si è rifugiato in un recinto di pietre, si è steso in esso, e non è stato cercato dagli dei,
perché i suoi genitori sono stati grati a quelli che lo hanno espulso. La sua nutrice si lamentava, si
lamentava per il fatto che quel figlio non fosse compianto dai suoi genitori. E i suoi genitori hanno
mandato via a mani vuote quel contadino che ha incontrato Optatos, lo ha ripreso e lo ha riportato a
loro, e i suoi genitori ritenevano che il contadino avesse fatto un'azione ostile perché aveva riportato
da loro nuovamente una disgrazia che era andata lontano da loro. 42,12. Optatos vedeva suo fratello
più anziano che era benvoluto per lo zelo che aveva in tutte le attività che erano appropriate per lui,
e vedeva che gli dei onoravano le preghiere che erano fatte a favore di costui,e Optatos, anche se era
solo un ragazzo,ha osato parlare con i maghi, ha chiesto loro la morte di suo fratello, ha detto che un
compenso sarebbe andato ai maghi in seguito a quella morte, e ha corretto il suo non potere dare
nulla con il dire che lui avrebbe dato qualcosa in futuro. E quando Optatos è stato sorpreso mentre
ordiva simili complotti ha preso come aiutante suo fratello che era vittima di tali complotti, ed è
stato assolto, perché la natura di suo fratello gli ha concesso questo beneficio. E poco tempo dopo, e
sono tali le vicende della sorte, sono morti sia suo fratello, che aveva salvato colui che voleva
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ucciderlo, sia i suoi genitori. 42.13. Questo Optatos ha seppellito senza lacrime i suoi genitori, è
diventato padrone del loro patrimonio, ha evitato l'educazione, è vissuto insieme agli individui
peggiori, e da questa cosa lui ha tratto il non vergognarsi di niente, ha fatto degli attacchi a persone
molto anziane, che avevano imparato ad arrossire, e che ritenevano vergognoso fare delle battaglie
contro di lui, che non aveva niente,non evitava nessuna attività proveniente dalla piazza, né nessuna
parola rozza, non ha indugiato a essere indecente negli altri comportamenti ed era semplicemente
un agitatore di fango. Perciò Optatos, avendo preso questi viatici verso l'impudenza, ha abbattuto
molti individui, ed è diventato temibile per le sue offese. E lui avrebbe dovuto essere stato respinto
già da molto tempo da quelli che erano migliori di lui, lui avrebbe dovuto chiudere le sue porte
vantandosi per il suo potere, e lui avrebbe dovuto nascondersi in questo modo. 42,14. Si dice: “Ma,
per Zeus, Optatos è stato oggetto di grande stima per gli abitanti dell'Egitto. Ed essi onorano i mesi
dell'incarico di quest'uomo”. Dunque essi con il loro discorso sotterrano e dissotterrano quest'uomo
anche per le cose scellerate che hanno occupato il tempo del suo incarico; un mare di mali tanto
grandi ha riempito l'Egitto, quando degli uomini ingiusti hanno avuto potere su di esso, coloro che
erano vittime di ingiustizia sono stati traditi, la loro piazza si è opposta a lui, il loro popolo è stato
trascurato, gli studi retorici sono fuggiti lontano. 42,15. Essi come avrebbero potuto non fare ciò,
dopo che Ptolemaios aveva patito tali ingiustizie? Optatos ha fatto portare via Ptolemaios da quelle
statue degli dei sotto gli occhi delle quali viveva con preghiere, libagioni,sacrifici e libri, Ptolemaios
era ormai arrivato ad essere vecchio, e il tempo conosce queste belle azioni di costui, e tuttavia
Optatos ha fatto portare via dai templi questo Ptolemaios, lo ha trasferito in un tribunale,lo ha tenuto
appeso, con mani pesanti ha picchiato i fianchi di Ptolemaios cercando la sua confessione di colpe
che non erano mai avvenute in nessun luogo, ha evitato solo di bere il suo sangue,e non ha rispettato
la sua canizie. Tuttavia forse lui ha fatto dei pasti insieme ad alcuni individui, anche se non li ha
frequentati, e infatti non li ha frequentati, ha sentito dire che Achilleus aveva accolto Priamos che
era padre di colui che aveva ucciso il suo amico più caro. Ma Optatos ha offeso quell'uomo per la
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sua vecchiaia, e si è indignato dicendo che quel filosofo era un calunniatore. 42,16. O imperatore,
dopo che sono avvenuti questi eventi, tutti hanno condiviso il dolore per quelle leggi che erano state
eliminate, e per coloro che avevano il loro sostentamento nei discorsi, tra loro qualcuno avrebbe
potuto dedicarsi a quella filosofia divina, è avvenuta una fuga dai territori dell'Egitto, cosicché se
qualcuno di loro fosse stato preso all'interno di questi confini, non avrebbe potuto sfuggire all'ira di
Optatos. E coloro che trasmettono le conoscenze divine e che rendono felici le persone, e la città di
Alexandros è superiore alle altre città soprattutto per questa cosa, sono andati via per nascondersi,
perché un esempio li ha convinti a fare queste azioni,e i giovani studenti hanno rimpianto i loro
insegnanti. 42,17. Tuttavia se anche tu, Optatos, avessi reso migliore quella città con le altre tue
azioni, e se gli abitanti della città avessero avuto un danno soltanto in questa cosa, tu avresti dovuto
scontare una punizione grandissima a favore di quella città, ma adesso il danno si è esteso in tutte le
città. Dunque una guarnigione ha preso il potere, e la città non faceva più la propria strada come
voleva, ma questa amministrazione spettava a coloro che avevano occupato il corpo dei cittadini e
alla volontà di quegli individui spettava sia il loro andare, sia il loro restare, sia il loro mangiare, e
anche il loro non dormire, e il loro non dormire. Vedendo queste cose io stesso ho portato un aiuto
per quello che potevo con i miei discorsi nelle competizioni oratorie, non ho ritenuto che fosse una
cosa buona, ma non so in che modo, io sono stato indotto rapidamente a provare compassione.
42,18. Dunque Optatos è andato nella grande città e ha dato impressione di essere degno in ogni
modo di morire per quelle azioni che ha fatto, e per le menzogne che ha detto agli altri, tuttavia lui
ha avuto molti alleati tra quelli che sono stati ostili a Clearchos, ed essi hanno visto che Optatos
avrebbe voluto che Clearchos morisse. E dunque grazie al potere di alcune persone si è salvato un
uomo che giustamente sarebbe stato condannato a morte, e lui è vissuto affinché Clearchos provasse
dolore. 42,19. Pertanto Optatos ha evitato quella spada che era vicino a lui, mentre tutti credevano
che lui sarebbe vissuto dentro le porte, sarebbe stato tranquillo, e avrebbe smesso di fare degli
oltraggi contro uomini migliori di lui,ma lui è stato più scellerato perché si è salvato in modo
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contrario alla sua speranza. E Optatos si è vantato di abbaiare contro gli uomini migliori presenti nel
consiglio cittadino, per questa cosa almeno è diventato famoso, anche se non c'era nessuna ragione
giusta per la quale lui lo fosse,e una condizione simile era quella di Thersites a Troia. 42,20.Dunque
cos'è ciò che io dico? Io dico che è necessario liberare il senato da questo Optatos, e non rendere
il senato schiavo di costui. Infatti io non so in quale altro modo si potrebbe definire ciò che avviene
adesso. Infatti se fosse legge per la città ciò che è stato deciso da costui, come potrebbe non essere
tale la situazione? Ma adesso Optatos che è pessimo vuole essere un capo, dice questa cosa, e ha
alcuni individui che sono d'accordo con lui, e lui è altezzoso, minaccia, rimprovera, e davanti alle
persone più caute lui scuote, invece della Gorgone, uno che dice che caverà loro un occhio. 42,21.
Optatos ha fatto menzione anche delle spade e grazie a esse si è procurato un nome, e in questo
modo ha ottenuto l'espulsione di Thalassios. Optatos non ha mai fabbricato delle spade, non ha
appreso questa arte, non ha avuto delle spade, e neppure suo padre ha fatto né la prima cosa, né
seconda. Lui ha avuto degli schiavi che hanno saputo fare queste cose per lui, come Demosthenes, il
padre di Demosthenes. E avere tali schiavi non ha impedito a Demosthenes, figlio di Demosthenes,
né di essere a capo degli stati greci, né gli ha impedito di salvare delle città, né gli ha impedito di
opporsi alla forza e alla sorte di Philippos, né gli ha impedito di essere responsabile del fatto che la
città ottenesse alcune corone e alcuni annunci. Essi non solo hanno potuto chiamare alcuni degli
Ateniesi padroni per le loro capacità tecniche, ma hanno potuto anche chiamare padroni anche
quelli che sono diventati forti provenendo da queste attività. 42,22. Ma lasciamo perdere, se pare
giusto così, il popolo degli Ateniesi, la pnice, la tribuna oratoria, Solon, dobbiamo esaminare le cose
di adesso. Dunque qualcuno oserebbe dire che il senato in ogni sua parte è composto di individui
che sono illustri per la loro forza,e che hanno dei progenitori che risalgono a un tempo molto antico,
che hanno fatto delle ambascerie, che hanno fatto dei servizi pubblici e che sono passati attraverso
tutte quelle cose che possono portare una gloria? Optatos dovrebbe convincere il senato ad accettare
questa valutazione. Ma non lo convincerà. Infatti il fondamento del senato è tale perché ogni uomo
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che dedica se stesso al senato fa una cosa gradita a chi costituisce il senato e non tralascia mai ciò
che viene aggiunto e che ha qualcosa di simile. E io non biasimo ciò che viene aggiunto al senato.
Infatti spesso questo elemento aggiunto è migliore di quello che c'era prima. 42.23. Se io devo fare
menzione di alcuni individui anche per nome, riguardo ad alcuni forse si potrebbe dire qualcosa di
migliore, ma credo che sia possibile vedere ciò anche nel tempo presente, e sia la terra sia il mare
sono pieni di questi esempi, io dirò alcune cose che sono state gridate, e nessuno dovrebbe
apprendere adesso queste cose,perché le conosce già.Il cretese Tychamenes è stato supervisore delle
opere pubbliche ed era figlio di un fabbro. Eppure chi non sa quanto era importante Tychamenes nel
senato? Ablabios proviene dalla stessa isola, ha avuto gli incarichi più importanti tra i collaboratori
di colui che ha il potere a Creta, Ablabios è salpato da lì, e mentre navigava pregava gli dei del mare
per i suoi oboli, e dopo che lui è arrivato ha prevalso su colui che vinceva, e quando andava nella
sala del consiglio era come un dio tra gli esseri umani. 42,24. Che dire di Philippos? Che dire di
Datianos? Il padre di Philippos non faceva forse salsicce? Il padre di Datianos non faceva forse il
custode delle vesti di quelli che si lavavano? Tauros da quali genitori è nato? Ed Elpidios?
Dometianos, che è morto per delle corde ingiuste e per dei trascinamenti, non era forse figlio di un
padre che viveva grazie a un lavoro manuale? E Dulkitios nel senato amava il denaro non meno di
Midas,ma definiva sventurati coloro che amavano il denaro.Costui ha lasciato suo padre nei lavatoi,
era il migliore dei lavandai in Frigia, è entrato nel senato, è stato governatore della Fenicia, è stato
governatore della Ionia, e nessuno si è alzato e ha detto: “Per Herakles, un lavandaio è entrato tra
noi. Dunque in che modo non sarebbe una cosa migliore eliminare il senato?”. 42,25. E nessuna
altra dote ha aperto il senato a tutti questi uomini che io ho elencato, se non la loro capacità di usare
questi segni. Thalassios ha questa capacità e grazie alla sua frequentazione con me ha assaggiato
anche qualche forma di cultura. Dunque quando sono stati esposti pubblicamente alcuni discorsi,
molti uomini hanno saputo che molti volevano avere Thalassios tra i loro elogiatori, perché lui è
capace di vedere quali sono le forme migliori e quelle peggiori dei discorsi. E Optatos, che si
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preoccupa del senato, non insegue questi individui in nessun modo. Tu ti metti in una discordia che
necessita di alcuni discorsi con quest'uomo che è indegno del senato. Infatti in questo modo tu
saprai chi è l'uomo che tu insulti, perché anche tutte le volte in cui tu vinci nel senato, vinci per il
grido, per gli applausi, per le conoscenze che provengono dai dadi. 42,26. Pertanto di quali persone
è degno Thalassios? Di coloro che hanno fondato Roma o di coloro che hanno istituito le leggi o di
coloro che hanno ottenuto dei sudditi, o di coloro che hanno custodito ciò che era stato ottenuto?No,
per Zeus, ma se un uomo come Optatos fosse stato insegnante di lettere, avrebbe insegnato queste
cose anche al figlio di Likinnios in cambio di due pezzi di pane e del resto del nutrimento che è
associato a queste cose. E una volta, quando Optatos ha fatto un viaggio in Paflagonia, ha alloggiato
presso un oste che aveva una bella figlia, che mescolava le bevande, Optatos ha provato qualcosa
per la bellezza di lei, ha ritenuto giusto sposarla, e, dopo averla convinta, l'ha avuta in moglie.
Dunque quando lo stesso Likinnios aveva il potere, Optatos non ha avuto niente di più a causa di
sua moglie, ma i loro figli sono arrivati a una condizione diversa, e lui è stato subito grande,glorioso
e felice come è anche un console che prende moglie. E a causa di costui è stato necessario che nel
teatro gli esseri umani prendessero le ali e volassero insieme agli uccelli. 42,27.Dunque la moglie di
Optatos aveva due fratelli, bisogna dire ciò che è vero, e io ho detto chi era il loro padre. Essi,
allontanandosi dalla loro condizione, sono corsi a partecipare alla condizione del loro cognato. Ed
essi non hanno condiviso niente che portasse qualcosa al loro padre, e neppure alla sua attività
commerciale. Infatti essi erano uomini equi, equilibrati, e capaci di avere successo. E costui che è
nato da questi cognati non ha ritenuto giusto essere dove lui è adesso, ma è stato come un cane
invece di essere equilibrato. E io credo che sarebbe stato molto meglio per loro stessi il dare a molti
la possibilità di dire: “Davvero quest'uomo discende da quello”. 42,28. Tu devi sapere per quale
scopo e per quale motivo queste cose sono state fatte, e Optatos non si vanta di avere dato
l'impressione di avere portato un aiuto al senato, anche su questo io dirò alcune piccole cose.
Sabinianos è un ruffiano di giovani belli ed è stato incline a questa attività da molto tempo, fin da
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quando non aveva la barba lui stesso aveva bisogno di alcuni ruffiani. Sabinianos ha collaborato in
queste attività con molte persone in molte città, ha patito tante sofferenze quante ne ha patite
Optatos, rendendo sventurati i padri e rendendo sventurate le madri. 42,29.Dunque questa attività ha
condotto Sabinianos anche nella nostra città, e lui ha osato introdursi nel gruppo degli studenti che
andavano a scuola, ha osato presentare una prova ad alcuni di loro, ha osato separarli dagli altri, ha
osato parlare dietro una colonna, ha osato fare un'azione ancora più temeraria, e dopo che è stato
visto lui è stato respinto, e si è sentito dire che lui doveva comportarsi bene, oppure, se non poteva
fare ciò,lui doveva andare a caccia presso altri individui.Dunque nella nostra città non sono mancati
quelli che insieme si sono adirati contro Sabinianos, lui è andato da Optatos, e non ha subìto un
grande danno, ma ha esagerato il fatto raccontandolo, ha reso Optatos, che aveva bisogno della sua
capacità, ostile soprattutto a questo Thalassios, e per questo motivo io ho ritenuto che ci sia stato il
rimprovero a favore dei giovani studenti. E Optatos continua a cercare il modo con il quale si
i compensi di quei favori onorevoli, e al contempo rendendo quell'uomo più audace riguardo agli
eventi successivi,e lui sapeva che in futuro non sarebbe stato più premuroso riguardo a un individuo
ingrato. 42,30. E tu non dovresti diffidare dei testimoni che dicono che queste vicende sono così, io
tralascerò i testimoni precedenti all'offesa e quelli che sono stati testimoni delle parole dette dopo
quell'offesa, e i primi hanno saputo che cosa sarebbe avvenuto in seguito, e i secondi hanno avuto la
gioia per quelle cose che sono state fatte. Infatti Optatos, come Hektor dopo avere ucciso Patroklos,
o come Achilleus dopo avere ucciso Hektor, ha pensato che questo ruffiano, Sabinianos, fosse tanto
importante come Hektor, e l'eccesso della sua gioia lo ha spinto a dire quelle parole che avrebbe
dovuto tacere. Dunque Optatos ha riso, ha saltato,ha abbracciato coloro che erano molto vicini a lui,
li ha baciati e ha gridato: “questa è opera mia; infatti ciò che è avvenuto grazie a me giustamente
potrebbe sembrare mio e potrebbe essere detto mio”. 42,31. Dunque qual è la cosa per la quale il
senato dovrebbe ringraziare costui, se le azioni di Optatos contro di me hanno un'altra causa?
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Neppure Patroklos doveva ringraziare per il lamento funebre le prigioniere che a causa delle loro
sventure fecero questa stessa sua azione. Infatti se Optatos avesse avuto davvero importanza nel
senato, lui l'avrebbe dimostrata per espellere da esso Sabinianos. Uno come lui è un elemento più
grave per la vergogna del senato, più di tutti coloro che nella lingua dei Siriani chiamano quelli che
hanno bisogno di riparare dei recipienti di legno. 42,32. Optatos dice: “Io sono il cane del senato”.
Dunque per quale motivo tu non mordi coloro che meritano di essere morsi? E anche i malvagi sono
tra questi. Ci sono innumerevoli tipi di malvagità. Nessuno potrebbe mettere tra queste malvagità
l'essere padroni di alcuni schiavi che sono capaci di produrre delle spade, grazie alle quali è
possibile sia difendere la propria città, sia aggiungere delle ricchezze ai propri beni. 42,33. E queste
parole sono state dette a Optatos: “io volevo lodare Proklos anche adesso, ma lui offende lui e me in
un modo più grave e più violento, e io non potrei dire che lui non ha fatto niente di male, neppure se
io volessi molto questa cosa”. Lui quando è stato seduto nell'incarico di governatore di provincia e
doveva giudicare i processi, non per il gridare di alcune persone, per il loro sconvolgimento e per la
loro amicizia, ma in base alla verità, subito si è piegato in queste vicende, e lui, che era un giudice,è
diventato una parte degli offensori, e non ha voluto ascoltare quelle leggi che stabiliscono che il
giudice emetterà un verdetto equo per entrambe le parti. 42,34. Optatos ha detto che Thalassios non
doveva essere iscritto al senato e ha aggiunto degli insulti. Tu devi sopportare il discorso di coloro
che parleranno a favore di Thalassios, più di quanto tu stesso debba chiedere la conferma delle
accuse, le loro dimostrazioni. E tu non dovresti volere né l'una cosa né l'altra, dovresti restare in
silenzio. Adesso lui ha condotto se stesso al posto dei testimoni, e, questa è la cosa più strana, ha
oscurato Optatos con le azioni fatte da lui stesso. Infatti uno non ha parlato di niente se non delle
spade, l'altro ha detto che lui rischia la pena di morte e ha detto che lui ha avuto un grande impegno
nel suo terzo incarico, sia nell'eliminare, sia nell'uccidere, sia nell'addolorare colui che si era salvato
mediante una fuga. 42,35.E quale luogo o tempo ha saputo queste cose,o Proklos? Quale provincia?
Quale città? Quale casa? Quale uomo? Quale fanciullo? Quale anziano? Quale donna? Quale
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schiavo? Quale libero? E tuttavia era necessario considerare un'accusa per la vendetta e quest'accusa
non potrebbe esistere se non esistesse colui che fa l'accusa. Allora dove è l'accusa? Chi è colui che
ha portato questa accusa? Qual è la paura che ha causato la fuga? Chi è colui che accusa la paura?
Quale sofferenza produce l'accusa? Chi ha pianto per questa sofferenza?Quale cosa ha reso peggiori
le condizioni di quale persona? Chi ha portato che cosa in tribunale aspettandosi che tale cosa
sarebbe stata dannosa per costui? 42,36. O imperatore, tu hai nel suo silenzio la dichiarazione che le
parole di costui sono una millanteria, ed esse sono state “lui è sfuggito a fatica al mio attacco”, lui
pensa che siano adatte a lui le parole riferite ad Achilleus. Quale attacco? Quello di quale tempo?
Quello che è avvenuto in quale luogo? Thalassios non è stato con me per tutto quel tempo, notte e
giorno? Non era forse presente quando io parlavo? Non era forse presente quando io stavo per
parlare? Non era forse presente quando io avevo finito di parlare? Thalassios non ha forse avuto un
desiderio dei miei discorsi? E dopo averli ricevuti, lui non ne voleva ancora? Lui non cominciava a
parlare con Thalassios? Non parlava con lui? Lui non era forse lieto dopo che aveva ottenuto questa
cosa, e non si indignava quando non l'aveva ottenuta? E la cosa più importante,Thalassios spesso mi
seguiva, quando io andavo da te,entrava dentro, si sedeva in tribunale, e questa era l'unica distanza
che c'era tra noi. Tu avevi così tante persone che ti dicevano tutte le parole al punto che esse si
calpestavano a vicenda, tu sapevi dove si siedeva Thalassios,non ti indignavi per questo e non lo hai
mai fatto arrestare, ma non hai neanche minacciato di fare quelle cose che tu non hai fatto. 42,37.
Dunque dopo questi fatti tu sei stato qui,e sei stato malato, e lui era a Samosata e in quei territori dei
quali l'eccellenza dei suoi comportamenti lo ha fatto diventare padrone. Dopo che le sue cose sono
state disposte bene da costui in quel luogo, lui è venuto di nuovo qui quando tu eri ancora malato,
e né quell'uomo ha mostrato nessun sospetto, né lui stesso sospettava niente. E per questo motivo tu
hai onorato me con alcuni onori, dei quali non ce ne sono stati mai altri maggiori, mentre io vivevo
insieme al malvagio ciarlatano, e non c'è stata nessuna parola né grande, né piccola detta da te a
nessuno contro Thalassios, dunque tu come puoi dire che lui sia sfuggito a te, quando lui era nella
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tua stessa città, quando era vicino alle tue porte, quando era non lontano dal tuo carro? E tuttavia
noi non potremmo ignorare quelle cose che tu pensi,e che sono affidate da te a noi, alla presenza dei
tuoi amici, e quest'uomo se le avesse sapute avrebbe fatto in modo di essere fuori dai tumulti. Se
non sembra che Thalassios si sia trasferito in nessun luogo, e non sembra che lui abbia nascosto se
stesso, tu lo hai offeso con le cose che gli hai fatto. 42,38. Tu potresti dire: “io ho avuto paura che
avrei dato l'impressione che il senato fosse costituito di persone che facevano azioni opposte ai suoi
stessi interessi, e che il senato trascurasse delle persone adeguate ad esso”. Io tralascerò il fatto che
non c'è stato nessun discorso da parte di costui neppure quando lui era indignato e quando il senato
era in grande collera perché non abitava con gli dei; o imperatore,io vorrei sapere questa cosa, quale
sarebbe l'accusa contro di lui per il fatto di avere taciuto in senato? Oppure per quale obbligo lui ha
detto quelle cose che ha detto adesso?Chi potrebbe non ritenere che lui non conoscesse quell'uomo?
Che cosa gli ha impedito di dire questa stessa cosa, cioè che lui non lo conosceva? Chi avrebbe
potuto confutare costui, se lui avesse detto questa cosa? 42,39. Quanto sarebbe stato meglio se ciò
avesse fatto stare zitto Optatos, e se costui avesse eliminato i suoi insulti all'amicizia che Thalassios
ha con me? Dunque se anche Proklos avesse voluto fortemente queste cose pensando a Optatos e
alla sua impressione riguardo a Thalassios, Proklos avrebbe dovuto dire queste cose a Optatos, e
fermarlo anche con le spade.Infatti Optatos avrebbe offeso Thalassios anche dicendo una menzogna
in questo modo, ma non come avviene adesso. Optatos non ha evitato di offendere Thalassios
neppure per il fatto che io avevo una stima molto elevata di Thalassios. 42,40. O imperatore,tu porti
a delle cariche pubbliche un uomo come lui, che è privo di conoscenze di entrambe le lingue, non è
capace di parlare di leggi invece che dei discorsi di retorica, infatti lui non ha neppure questa
capacità, lui è arrivato all'età di un uomo adulto attraverso piaceri, dissolutezza e ubriachezza e non
può essere convinto a ritenere che il fare solecismi sia una brutta cosa. 42,41. E non sarebbe una
cosa molto grave, se lui avesse fatto un torto all'eloquenza e avesse onorato la giustizia nelle altre
cose, ma quale peste ha fatto morire così tanti Fenici come lui? Di quale peste non è stato peggiore
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quest'uomo per la Palestina? Il suo governo di numerose province di quali guerre non è stato più
doloroso? Oh quanto sangue ha colorato la terra! Oh quante spade sono corse attraverso i colli! Oh
quante sepolture sono state aggiunte a quelle antiche! Oh percosse che hanno causato delle morti e
non sono cessate [nemmeno adesso]! Oh percosse che Helios ha visto in ogni parte del giorno! Oh
esilii! Oh carceri! Oh patimenti, alcuni dei quali sono presenti adesso, altri sono attesi, alcuni
tormentano, altri spaventano! Oh disonore degli studi di eloquenza!Oh disonore che è stato onorato!
Oh benefici ingiusti! Oh città che sono state ridotte al niente, anche se ciò non era necessario! Oh
danno per le cose che sono state eliminate, e danno per le cose che vengono fatte! 42,42.
Demosthenes dice: “nessuno potrebbe raggiungere le cose malvagie che sono state presenti negli
incarichi pubblici di quest'uomo”. Perciò, dopo che lui ha finito questa attività, è stato possibile
vedere che quelli che si allontanavano da lui festeggiavano, mentre quando lui è entrato in carica,
coloro che stavano per riceverlo piangevano. E per quelli che dicono che gli dei non esistono questo
è un elemento a loro favore. Ed essi dicono: “Se esistessero gli dei, essi si preoccuperebbero della
terra, se essi si preoccupassero della terra, quest'uomo non avrebbe mai avuto nessun potere”. E se
lui non avesse avuto questa cosa grazie a te,la avrebbe data a se stesso ritenendo giusto per lui avere
più ricchezze di quelle che ci sono negli incarichi pubblici. E la Fenicia sa bene queste cose ed essa
potrebbe dare questa testimonianza, se avesse una divinità come garante riguardo al tempo futuro.
42,43. Dunque, se tu vuoi, si cominci pure, quell'uomo deve essere punito per la sua offesa, e lui ha
offeso Thalassios in questa cosa, ha offeso me confutando l'onore dato per mezzo della statua,
mostrando che l'onore voleva un'altra cosa, ma lui non ha detto quale. Infatti le prime cose si
vedono in quelle successive. E poiché un onore ha prodotto quelle situazioni che riguardano la
statua, e avrebbero dovuto trattenere Optatos, se non c'è questa accusa alla statua,le punizioni molto
più grandi di quelle di Optatos dovrebbero seguire logicamente le azioni di Optatos. 42,44.Ma senza
le menzogne che sono state dette nel senato,non sarebbe stato giudicato per se stesso neppure questo
argomento, cioè se la statua portasse portare qualche onore. Infatti Optatos ha fatto mettere questa
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statua, e prima di questa ne ha fatte mettere altre di altri uomini, e forse nessun altro di questi
avrebbe dovuto essere presente. Ma se lui avesse cominciato a fare la statua anche a me, dopo che
era andato a fare quelle statue, non mi avrebbe dato un grande onore, quale onore sarebbe andato a
questa mia statua che sarebbe venuta dopo quelle statue? Ma siano un onore anche una tavoletta e
dei colori; forse che un discorso diffuso ovunque diventa più grande? Dunque colui che ha ricevuto
il beneficio deve scontare la punizione. Sarà sufficiente per noi, se tu deciderai che quell'uomo sia
autore di un'offesa. 42,45. O imperatore, io posso accusare anche un terzo individuo, il figlio di
Gaison, il quale dopo l'Arcadia, e dopo la povertà che aveva in Arcadia, è diventato ricco, ed è
arrivato a una ricchezza tanto grande, al punto che è possibile per lui anche fare delle case d'oro, le
quali possono competere con quelle fatte di pietra, e riguardo a queste stesse case, si è speso del
denaro in un modo così magnifico, al punto che ciò sembra essere una follia. Dunque quest'uomo è
stato onorato <invano> da tutti gli onori che gli sono stati dati da me, e infatti lui avrebbe avuto
questi onori, se avesse voluto fare del bene a me, ma lui non lo ha fatto, ed è stato tra quelli che si
sono comportati male, perché ha detto che coloro che potevano dare questa testimonianza dovevano
scontare una punizione nei confronti del senato, e lui ha ordinato di portare questi individui in
pubblico e ha ordinato che essi fossero puniti. 42,46. E il primo di costoro già in passato aveva fatto
una navigazione a causa di una difficoltà, ed è stato a Calcedonia, un altro era nel porto per fare
questa cosa, ma c'è stata una difficoltà che ha riguardato anche lui. Il terzo uomo è stato dentro, tra i
membri del senato e ha sperimentato dei volti ostili a lui, ha detto parole semplici e giuste, cioè che
viveva con una certa persona, e ha detto che ero io, e non avrebbe sbagliato se avesse testimoniato
che io ero il migliore. O imperatore, tu devi ritenere che questo discorso sia comune, e sia anche di
quelli che sono assenti. E i tre dicono:“o figlio di Gaison, noi testimonieremo che Thalassios è
buono e bravo perché vediamo che lui è come un figlio per un uomo che evita gli individui
malvagi”. 42,47. Cosa renderà questi testimoni degni di una punizione? Dunque se anche io fossi
malvagio, non ci sarebbe questo discorso da parte di quelli che fanno le loro testimonianze. Questi
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testimoni avrebbero fatto testimonianze più attendibili di questa ed essi hanno esposto le lodi, e
ciascuno potrebbe esporle lungamente, la vita di Thalassios ha reso così grande l'abbondanza di
elogi. E io ritenevo che il figlio di Gaison non avrebbe continuato a trascurare un testimone, ma
avrebbe fatto ritornare coloro che avevano fatto una navigazione, e non credevo che lui desse a noi
quel favore, ma credevo che Thalassios chiamasse questo onore, e che lui con la sua presenza lo
valutasse e che sembrasse giusto al figlio di Gaison il registrare Thalassios nel senato, ma il figlio di
Gaison si è dimostrato cattivo perché ha desiderato punire Thalassios per l'azione ingiusta del
senato. Ora questi individui hanno rivolto degli insulti assolutamente insopportabili nei modi che
essi hanno voluto, e coloro che odiano noi hanno fatto queste azioni per le parole che sono state
dette, non per quelle cose che si sono manifestate. 42,48. O imperatore, poi se tu hai questa cura di
rendere il senato pieno di molte persone, altri individui non sono consapevoli di impedire ciò. Infatti
quelli che entrerebbero volentieri nel senato sono allontanati dalla paura di eventi simili a questi.
Poiché neppure un nemico ha ottenuto cose che sono impossibili per un essere umano, essi si
aspettano che qualcosa di simile arriverà dai loro nemici, non si sottometteranno ai nemici, essi
restano gli stessi, sono nella stessa condizione. Thalassios prima di ottenere il senato ha fatto un
individui. E noi vediamo che essi evitano questa cosa con ogni loro capacità, ma è stato possibile
vedere che questo Thalassios ha cercato questa stessa cosa con molto impegno. Così se un desiderio
lo avesse portato al senato, lui non avrebbe fatto queste spese, e avrebbe ritenuto giusto ottenere un
vantaggio. 42,49. Ma, o Zeus dei consigli, Optatos ha accolto il suo innamorato con tali spese. E se
il dio avesse chiesto di sacrificare il più scellerato in una disgrazia comune, certamente Optatos
sarebbe stato colui che sarebbe stato ucciso, perché se fosse stato necessario onorare la malvagità
peggiore, lui avrebbe ricevuto una corona. Optatos porta come un grande segno del fatto che lui non
ama la tua città l'odio contro sua moglie. Optatos è odiato da sua moglie e la odia, è odiato perché
insulta Imeneo con la sua sfrenatezza, ed è ricco grazie alla dote della moglie, ma si serve di questa
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ricchezza contro sua moglie, grazie alla quale egli è diventato ricco. 42,50. I due motivi di lamenti
sono le fanciulle e i fanciulli grazie ai quali Optatos non è diventato padre di figli in un numero
maggiore. Vedendo che la moglie giaceva a terra, ed era in un dolore più grande di quello dovuto
alla morte dei figli, come avrebbe potuto Optatos porre fine al suo dolore, e farla risuscitare? Per
Zeus, lui non ha fatto dei discorsi di consolazione e non le ha detto di comportarsi in modo saggio, e
non ha neppure detto che se lei non avesse smesso di piangere, lui si sarebbe ucciso, ma lui ha fatto
la punta al pugnale, ed è andato da lei, e la paura ha tenuto in piedi sua moglie. Dunque tu credi che
un uomo che fa diventare così la propria casa sarà causa di qualche cosa buona per il suo senato?
E io direi che anche un calzolaio, se, come Homeros esorta a fare, vive insieme a sua moglie, ha una
virtù maggiore ed è giusto che partecipi al senato più di un uomo così rovinoso. 42,51. Si dirà:
“dunque come è possibile che, se ci sono tre individui che parlano, tu biasimi tutto il senato?”. Lo
faccio perché alcuni senatori hanno parlato e altri hanno taciuto, e i primi hanno parlato male, gli
altri non hanno risposto, e i primi hanno detto cose sbagliate, gli altri non si sono indignati per esse,
i primi hanno attaccato, gli altri sono stati tranquilli, i primi hanno cacciato alcune persone, gli altri
non le hanno accolte, i primi hanno fatto delle azioni proprie di coloro che fanno la guerra, gli altri
non hanno fatto le azioni proprie di quelli che portano un aiuto. Dunque la cosa è stata comune al
silenzio di tutti e tre i gruppi. 42,52. E infatti negli incendi chi ha la possibilità di spegnere il fuoco,
ma non vuole spegnerlo, è colpevole del fuoco e chi può portare via un cane a un bambino, ma non
lo porta via, dà questo cane al bambino, e una città che può mandare a un'altra città che è in guerra
ciò che la salva, e non le manda questa cosa, contribuisce a rendere schiava quella città. Un medico
che permette a una malattia di prevalere su un uomo malato, per Zeus, potrebbe sfuggire a questa
accusa? Insomma tutti quelli che hanno la possibilità di impedire qualcosa di spiacevole, ma restano
inerti, trascurano ciò che causerà un danno e non lo impediscono, sono responsabili insieme a quelli
che hanno causato questi danni. Io ritengo che gli Argivi, che rimasero inerti quando i Persiani
conquistarono Atene e la distrussero, non siano stati diversi da coloro che fecero questa distruzione.
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Infatti per quale motivo essi non imitarono gli Spartani? 42,53. O imperatore certamente noi a buon
diritto riteniamo di essere stati offesi da tutti, e se si considera la vicenda in modo giusto, si troverà
che anche la loro accusa è un onore. E nel nostro essere addolorati noi dimostriamo quanto è grande
l'importanza che attribuiamo al senato. Credo che invece abbiano disprezzato il senato quelli che
parlando di Hippokleides non hanno detto niente di quelle cose che tu hai sentito adesso. 42,54.
Pertanto o imperatore, tu dovresti consolare Thalassios che è stato offeso, questa cosa è presente
nella tua pratica e nella tua consuetudine, per la quale tu hai trasformato i lamenti di non pochi
individui in feste, e dovresti dire ai senatori che essi sarebbero migliori se non trattassero questa
vicenda in questo modo,ma in un modo più corretto, più giusto e più saggio, e se non colpissero con
il disonore colui che ama il senato. Dunque quei senatori forse correggeranno le loro colpe, ma tu, o
imperatore, dovresti incoraggiare la natura di Thalassios a fare degli incarichi pubblici, se tu vuoi
affidargli il governo di una provincia, e il governo di più province. Infatti tu troverai che Thalassios
è uguale nelle attività meno importanti e in quelle più importanti, perché nel tempo precedente lui è
darvi questo consiglio mediante un discorso scritto, quando per la prima volta ho cominciato a
insegnare in questa città, ma io non vi ho convinto con poche parole, e sono stato lontano sia dal
preoccuparmi di più, sia dal sopportare di comporre questa esortazione. Io rimprovero il non avere
fatto questa cosa molto tempo fa, e vengo per fare ciò che non è avvenuto prima. Io vorrei onorare il
mio discorso convincendovi, se ciò avverrà, il vantaggio sarà comune, mio e di quelli che loderanno
il mio discorso. Infatti voi sarete responsabili della mia reputazione e dell'allontanare voi stessi da
alcune grandi sventure. 43,2. Dunque anche se io ho continuato fino a questo giorno ad avere
un'uguale benevolenza verso ognuno di voi, tuttavia se io avessi collaborato con alcuni di voi e
avessi avversato altri, giustamente io potrei essere sospettato anche ora di non ricercare ciò che è
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utile alla comunità, e di arrivare a questa azione per il mio favore verso alcuni individui; ma poiché
molti padri mi rendono padrone nelle scelte riguardo agli insegnanti dei loro figli, io dimostrerò di
non preferire in nessun modo nessuno a nessun altro, io potrei essere ritenuto credibile perché da
parte mia c'è stata una cura simile per tutti e io mi sono avviato a correggere quelle cose che mi
sono sembrate sbagliate. E il fatto che io non avessi nessuno che si opponesse a me non ha
danneggiato me,ma ha danneggiato voi per molto tempo,e se nessuno impedirà questa cosa,il danno
non si fermerà, ed è giusto che questo male riceva qui la sua fine. 43,3. Dunque ancora di più, se
qualcuno ha usufruito della buona sorte, ciò è successo ai miei discorsi ed è stato possibile per essi
navigare con dei venti favorevoli, come per quelli che prima di me si sono dedicati ai gruppi di
giovani studenti, e il fatto che siano stati numerosi coloro che hanno desiderato imparare li ha resi
felici, in quel momento era opportuno provvedere affinché non ci fosse niente da nessuna parte che
desse nessuna punizione; ma adesso, come vedete, quando la nostra attività è sommersa, e tutti i
venti si sono mossi contro di essa, neppure se voi lo voleste molto sarebbe possibile pensare male e
aggiungere una punizione volontaria a quelle punizioni che sono necessarie. 43,4. Infatti voi sapete
che questa circostanza attuale ha dato alcune qualità dei nostri studi di retorica ad altri studi e ha
trasferito a questi ultimi studi le attenzioni degli studi di retorica e ha fatto in modo che fossero
amati di più quegli studi che erano meno ammirati, e ha fatto in modo che fossero amati di meno
quegli studi di retorica che erano più ammirati, e ha fatto in modo che gli altri studi fossero ritenuti
fornitori di tutti i beni, e che gli studi di retorica fossero considerati nient'altro se non una
sciocchezza e un motivo di fatiche e di povertà. 43,5. Per questo motivo ci sono numerosi viaggi di
giovani studenti, e alcune navi che li portano alla navigazione verso Roma e il clamore dei fanciulli
che vengono trasportati per le loro speranze che stanno per realizzarsi. Queste speranze sono: un
incarico di magistrati, un potere, un matrimonio, una permanenza a corte,il parlare con l'imperatore.
E quella navigazione è stata utile a molto pochi tra loro, perché a molti di più oltre a non portare
niente, ha anche tolto qualcosa della loro capacità di pensare. Tuttavia essi sono trascinati e
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aspettano, e ciò che non hanno ottenuto li trattiene, e la cosa viene giudicata da chi è meno
importante, ma non viene giudicata da chi è più importante. Tali cose sono state decise dalla divinità
riguardo a entrambe le lingue. Per queste cose noi portiamo a casa un dolore che proviene dalle
scuole, e non abbiamo niente se non l'inveire contro il momento presente. 43,6. Ma questa cosa è
una sfortuna, e noi siamo esenti da ogni accusa, e anche dalle parole che sonobstate dette da
un'accusa; riguardo alle defezioni a causa delle quali l'insegnamento è diventato peggiore, chi
accuserete voi se non voi stessi? Oppure voi direte che queste defezioni comportano poca tristezza?
Un insegnante non se ne va provando dolore nel proprio cuore, se quello che ieri era un suo allievo
oggi è diventato allievo di un altro insegnante? Non è sgradevole il suo pranzo? Non è difficile la
sua sera? Non è amara la sua cena? La maggiore parte della sua notte non trascorre nella veglia?
Nel giorno dopo lui non odia il suo seggio? Non è ostile il luogo degli studi retorici? Non è sospetto
il suo essere ancora in quel luogo? Non è arrogante quell'allievo che si allontana volontariamente da
tutti i suoi doveri con un'offesa a colui che fino ad allora era il suo insegnante?L'allievo si dimentica
di tutti i suoi doveri, respinge il rispetto che era dovuto nei suoi sguardi, rende se stesso pieno di
insolenza verso quell'insegnante, con ogni azione e in ogni modo cerca di causargli un dolore, grida,
se qualcuno parla del compenso e dice che il suo tempo è trascorso in modo inutile, che lui non sa
niente e non ha ascoltato niente, se ne va in ritardo,e già da molto tempo avrebbe dovuto fare questa
cosa, e non ritiene giusto pagare un compenso per l'ignoranza. 43,7. Il padre di questo allievo dice
le stesse parole agli altri padri, ed entrambi dicono delle menzogne, sia il figlio, sia il padre, tuttavia
essi osano dirle, per non dare l'impressione di essere colpevoli. L'insegnante sta male pensando al
grande numero di fatiche che ha sopportato, e pensa che non è stato capace di costruire sull'anima di
un allievo ingrato. Dunque menziona un compenso, si imbatte in tali problemi e tacendo per paura
di questi problemi soffre perché non può parlare, per questi problemi lui si siede e si rode dentro.
Lui non va al libro e al sostentamento che proviene da esso,oppure ci arriva inutilmente, perché non
può rivolgere la sua mente esclusivamente al guadagno. Dunque per questo motivo lui diventa un
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insegnante peggiore. Così alla privazione del compenso si aggiunge anche il fatto che la mente
dell'insegnante diventa peggiore. 43,8. Questo fatto delle defezioni è antico, ma adesso esso è così
grande, e non era mai accaduto che fosse così. Io so che due o tre tra i miei giovani studenti hanno
fatto questa cosa e hanno ottenuto una reputazione non bella dalla loro defezione, per questo motivo
essi hanno avuto una scarsità di conoscenti e di amici. Infatti lo studente che ha mostra di essere
infedele al suo insegnante dichiara a tutti che lui non è capace di volere bene. Dunque le defezioni
che avvenivano in passato erano poche, ma le defezioni che avvengono adesso sono molte: infatti le
defezioni sono quasi quotidiane, nello stesso numero dei giorni. E si potrebbe trovare che gli stessi
allievi passano attraverso tutti gli insegnanti, finché essi arrivano a quell'insegnante dal quale in
precedenza si erano allontanati. E fanno un secondo giro e un terzo. Ed entrambe le cose avvengono
altro giovane studente lascia un altro insegnante. Altri allievi rimangono fino alla fine, ed essi
rimangono non senza dare lo stesso timore, cioè che essi avrebbero fatto la stessa cosa, cosicché
anche dagli allievi migliori deriva un dolore. 43,9. Dunque come è possibile che non avvenga che
ciascuno studente si tenga stretti gli insegnanti che ha? Sarebbe possibile, se noi eliminassimo le
defezioni con alcuni accordi, e se non fosse possibile per gli allievi correre passando da questi
insegnanti a quegli altri insegnanti, e poi da questi ultimi verso i primi, una cosa simile avviene tra i
bambini che giocano negli angoli. Ogni giovane studente deve sapere che è finita questa vita
comoda per le defezioni. Lo sappia suo padre, lo sappia sua madre, lo sappia il suo precettore. Tutti
gli studenti che adesso sono padroni degli insegnanti che siedono sulle cattedre, dopo che
avverranno le cose che io ho detto, riconosceranno se stessi e gli insegnanti, e invece di ritenere
giusto guardare a loro stessi, seguiranno le loro guide, nei modi voluti dalla disposizione di ciò che
è giusto. Saranno attive le cinghie, saranno attivi i bastoni. Infatti cinghie e bastoni sono assenti
presso alcuni insegnanti, e altri insegnanti li rifiutano, perché quelli che li usano sanno bene che se
avvenisse un loro uso che è soltanto giusto, farebbe in modo che il giovane studente diventi allievo
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di un altro insegnante. E se le percosse possono fare questa cosa, anche un precettore che non è
rispettato produce questo stesso effetto. Il suo rispetto consiste nell'ottenere un sedile, nell'ottenere
del denaro, nell'essere ospitato, in molte altre cose. Se tu sopporti queste cose, hai uno studente; ma
se tu non le sopporti, senti parlare di una defezione. 43,10. Certamente accadrà non soltanto che noi
recupereremo la libertà per mezzo degli accordi, ma accadrà anche che gli stiudenti diventeranno
migliori, perché non potranno essere pigri a causa dei loro obblighi. È necessario che quegli
studenti che restano o vogliano faticare, oppure siano costretti a fare ciò. La paura delle defezioni
non impedirà le percosse. Adesso alcuni insegnanti sono pigri, altri non fanno rimproveri, alcuni
dormono, altri non si svegliano, alcuni fanno degli errori, altri tacciono, pur sapendo che essi fanno
delle azioni non giuste, ma trovano che i loro rimproveri non saranno privi di pericoli. 43,11. Ma i
padri diranno che questa cosa è terribile se le decisioni che hanno preso riguardo ai propri figli non
saranno valide, e se qualcuno non permetterà loro di consegnare il proprio figlio a chi essi vogliano.
E gli insegnanti diranno che è una cosa terribile se nessuno consentirà loro di decidere con quali
studenti essi devono stare insieme e con quali non devono stare insieme. Tu hai un figlio. Vuoi che
questo figlio ottenga la capacità di parlare bene. Ci sono molti insegnanti che sono stati sottoposti a
controlli per lungo tempo, e hanno dato prova di se stessi con quegli studenti che essi hanno già
educato in passato. Se i pensieri di quegli insegnanti convincono quel padre, il padre, dopo avere
scelto l'insegnante, gli consegna il figlio e lascia che il figlio resti da lui. 43,12. Un'altra cosa è il
portare il proprio figlio talvolta da un certo insegnante, e talvolta da un altro insegnante, non per
ammirare il secondo insegnante, ma per disonorare il primo. Dunque questo secondo insegnante
quando viene a sapere questa cosa ti dirà delle parole brevi ed equilibrate, cioè che lui non potrebbe
fornirti il suo impegno in tali attività, e non potrebbe offendere insieme a te il suo collega. Se tu lo
trascini lui in tribunale e se lo accusi, lui non sarà privo di parole, ma avrà parole numerose e giuste,
ed esse mostreranno che non è una bella cosa fare festa in tali modi, ma è una bella cosa che ciò che
è stato deciso dall'inizio resti valido per coloro che lo hanno deciso. 43,13. È chiaro in ogni modo
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che gli studenti non portano la loro seconda scelta verso dei miglioramenti. Infatti era possibile che
gli insegnanti sapendo tali cose facessero delle domande fin dall'inizio, e l'allievo che aveva fallito e
che era stato ingannato doveva fare subito la seconda cosa. Adesso invece una volta all'anno,quando
vengono le stagioni che rendono pubblico il discorso riguardante il compenso, allora gli studenti si
chiariscono la mente e vedono ciò che è meglio e ciò che è peggio.Ed essi dicono che l'inizio è stato
lontano da come doveva essere, e ritengono di non avere trovato nient'altro di bello, ma fanno così
per potere comportarsi male con un pretesto dignitoso, e per dare l'impressione di amare ciò che è
migliore. Un segno di ciò è che molti studenti sono tornati di nuovo agli stessi insegnanti perché
erano migliori di quelli dai quali essi si sono allontanati ritenendoli peggiori. Eppure come è
possibile che lo stesso insegnante sia migliore e peggiore? Non è possibile. Ma, io credo, passa di
reputazione degli insegnanti. 43,14. E si dice: “Ma per Zeus, se noi insegnanti possiamo prendere
coraggio grazie agli accordi, daremo l'impressione che noi in futuro renderemo più pigre le nostre
lezioni per non fare trasferire altrove questo studente”. Ma questa opinione è di quelli che non mi
conoscono. E per dare una dimostrazione della mia laboriosità io ritengo giusto lavorare anche in
quei giorni in cui è possibile essere pigri. Io parlo di questi giorni nei quali coloro che detengono gli
incarichi di potere radunano la folla, talvolta in un teatro, talvolta in un ippodromo, ed essi onorano
questi giorni perché questi giorni portano qualcosa di buono agli imperatori. Dunque alcuni araldi
gridano quando questi magistrati vanno a fare quelle cose che io ho detto,e quando essi nuovamente
tornano indietro, noi li ascoltiamo e, conoscendo la situazione, noi facciamo quelle fatiche che
potevamo non fare, se avessimo voluto. E questo comportamento non potrebbe causare una
defezione nel silenzio comune. 43,15.Inoltre il desiderare un'aggiunta potrebbe avere un'esortazione
a faticare per ogni studente che voglia che essere definito in qualche modo bravo riguardo a questa
attività per l'utilità che deriverà dagli esempi. Infatti quegli allievi che sono lodati indicano anche un
metodo per coloro che non hanno ancora frequentato le lezioni. 43,16. Oltre a queste cose è giusto
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che i figli siano valutati dai loro padri, e alcuni sono presenti, altri sono assenti, o essi possono
giudicare da soli, o essi fanno ricorso a coloro che sono capaci di giudicare, se viene vista qualche
pigrizia nei giovani studenti che si dedicano a questa attività, deve essere possibile biasimarli,
rimproverarli, accusarli, e il padre dell'allievo può fare sedere come giudici, se vuole, tutti i giudici
che vuole, mescolando alcuni individui venuti da fuori agli insegnanti, deve accusare
l'insegnante che è stato rimproverato, un insegnante può essere considerato gentile ed equilibrato,
ma se prevale l'idea di trasferire il giovane studente per decisione di quelli che giudicano questa
cosa, il padre, dopo avere fatto ciò, deve permettere che restino valide quelle condizioni che sono
state pattuite. E deve essere aggiunta, o amici, questa frase: “se un insegnante è stato sorpreso a
essere troppo pigro riguardo a qualcuno dei suoi allievi, bisogna ritenere che questo insegnante non
subisca nessuna ingiustizia,se si ritiene necessario portare un aiuto a questo allievo”. 43,17. Dunque
io ritengo che queste cose saranno sufficienti ai genitori, ma forse qualche insegnante spera che lui
avrà alcuni studenti grazie a queste defezioni e disapprova la mia esortazione riguardo agli accordi.
E costui non deve fare attenzione soltanto agli allievi che lui prenderà, ma anche al fatto che forse
potrebbe perdere alcuni allievi in questo stesso modo. Un essere umano per natura non ottiene un
vantaggio dal gioire in questo modo, e viene danneggiato per il suo soffrire. Dunque è meglio che
lui non abbia questa gioia, né soffra questo dolore, oppure è meglio che viva in entrambi i
sentimenti, in una tale speranza e una tale paura, e che lui, essendo sconvolto nella sua anima,
trascorra notte e giorno desiderando la prima cosa, e tremando di paura per la seconda cosa? 43,18.
E nondimeno adesso le nostre scuole sono piene delle maledizioni degli insegnanti che hanno patito
un torto dai loro allievi, e queste maledizioni invocano le Erinni contro quegli allievi dicendo quali
cose essi hanno ottenuto e in cambio di quali altre cose, dicono che in passato non c'era niente di
simile, e che nessuno degli dei sentirà niente di simile quando sarà eliminata questa causa di
avvenimenti molto spiacevoli. Dunque se un insegnante è deluso nella sua speranza, e oppone il
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dispiacere a questa sua speranza, deve comportarsi in modo saggio,e se vuole vendicarsi per ciò che
ha sofferto, deve innanzitutto pensare a quelle azioni che lui stesso ha fatto. Poi se lui crede di avere
bisogno anche di qualcosa per il processo, e ritiene che sia greco il permettere tali cose, le sopporti
pure, e non deve pensare che chi riconcilia sia <peggiore> di quelli che incitano, non deve pensare
che l'insegnante di retorica sia <peggiore> delle spie, né deve pensare che l'insegnante più anziano
sia <peggiore> dei giovani studenti. 43,19. Per un lungo periodo di tempo voi siete stati messi alla
prova da una guerra e da una guerra civile. Voi insegnanti dovreste dare prova anche di concordia e
di amicizia. Forse voi potreste anche mettere fine ai lamenti, cambiandoli con le vostre azioni. Ci
sono degli insegnanti: uno dice che deve coltivare la terra, un altro dice che deve navigare, un altro
dice che deve fare un'altra professione, un altro dice che deve prestare servizio ai potenti. E ognuno
parla enfaticamente della propria povertà presente e dice che avrebbe un reddito maggiore da
ciascuna di quelle professioni. E se voi dopo le lezioni andate alla sala del consiglio vicino a me, vi
lamentate per queste cose. E voi non parlate male gli uni degli altri quando siete insieme, ma dopo
avere pranzato, voi passate il resto del giorno in questa attività, e alcuni di voi siedono in mezzo agli
avvocati, altri di voi siedono in mezzo ai soldati, e si potrebbe vedere alcuni che vanno a casa negli
stessi modi facendo l'azione propria di quelli che odiano. Forse il motivo dell'odio potrebbe essere
anche qualcun altro, ma il motivo principale sono le defezioni. 43,20. Dunque se fosse possibile per
me fare in modo che tutti questi problemi fossero sanati, io lo farei; ma poiché non appare ancora
una correzione dei molti problemi, io metto fine a questo problema che posso fare cessare. E, in
nome di Zeus,voi insegnanti dovreste considerare come si comporteranno alcuni di voi nei confronti
di altri, soprattutto affinché colui che incita a fare queste defezioni sia eliminato.Voi dovreste
guardarvi reciprocamente in modo più favorevole, voi dovreste parlare gli uni degli altri in un modo
più favorevole. Fino adesso voi siete stati sottomessi agli allievi, ma dovrete dire qualcosa di libero
a questi allievi. Voi dovrete smettere di ritenere felici coloro che hanno degli stili di vita diversi, voi
potrete respingere quei genitori che dicono di desiderare le conoscenze retoriche, ma attirano i figli
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verso la pigrizia. Infatti in questo modo essi non potrebbero più ferire quelli che si indignano per i
misfatti che loro osano fare. 43,21. Dunque noi considerando questo giorno come un inizio di azioni
più giuste, andiamo verso gli accordi, e se troviamo degli accordi simili a quelli che ho detto, noi li
rispettiamo, ma se gli accordi non sono tali, l'esortazione che proviene dalle azioni deve prevalere.
parola. E prima che lui lo sapesse, io ho fatto la promessa che io avrei fatto ciò, anche se lui fosse
stato ancora più giovane. Poi lui è diventato un uomo adulto, ed è apparso nella veste degli Ateniesi.
Ed è stato un vantaggio il fatto che ci sia stata la parola di un tale uomo. Pertanto io seguendo Zeus,
non dirò menzogne nelle cose che ho promesso. 44,2. Ma per prima cosa io mostrerò a voi la
navigazione di quest'uomo dalla Caria ad Atene, e lui ha fatto questa navigazione per il possesso
della sapienza, anche se ci sono alcuni che ritengono che gli studi giuridici siano molto importanti, e
anche se ci sono altri che celebrano la vita dedicata alle armi. Ma certamente a lui è sembrato che la
bellezza degli studi retorici brillasse più dell'umbone di uno scudo e del denaro che proviene dagli
studi giuridici. Ed Eusthatios dopo essere arrivato dove è arrivato, ha fatto questa cosa. Gli studi
retorici sono stati presenti sia nei suoi giorni, sia nelle sue notti. Lui ha lasciato perdere le battaglie,
ha avuto compassione di quelli che combattevano, e ha ritenuto che fossero più importanti di loro
quelli che si sono vantati per le vittorie delle Muse e per le altre vittorie di Apollon Musagete. 44,3.
Le sue mani non hanno mai avuto un contatto con il bastone, e lui non ha mai scambiato la spada
con i libri. Ma Eusthatios ha avuto molti contatti con molti libri, e come ha detto lui stesso, non ha
trascurato neppure i miei libri. E una volta lui li ha letti quando era seduto davanti alle porte della
scuola, e questo fatto ha riempito il suo maestro di ira e di collera, ed è stato lui a riferire ciò, e
l'azione non era priva di pericolo, tuttavia per lui il pericolo è piacevole, anche se dovrà patire
qualche sofferenza per rendere migliore la sua anima. 44,4. Poi, quando Eustathios era ormai un
retore, ed era capace di fare delle fatiche e di dare ad altri delle fatiche, per il suo desiderio di libertà
ha evitato queste fatiche, e ha continuato a usare i teatri. E lui ha fatto innumerevoli declamazioni
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nelle città della Fenicia, e ne ha fatte molte nelle città della Palestina. E in Palestina anche un nostro
concittadino che si è dedicato agli incarichi pubblici ha voluto bene a Eustathios, ha guardato con
attenzione anche il modo in cui potesse ottenere dei vantaggi dalla sua attività retorica, e ha fatto in
modo che lui facesse delle azioni adeguate alla sua stirpe. Infatti Perseus è fratello delle Muse e ha
lo stesso loro padre, e da costui sono nati questi uomini. 44,5. Voi dovete credere che quest'uomo
della Caria arriverà all'apice di questa professione, anche se non lo non avete ancora sentito parlare.
Infatti da questo ascolto voi avete visto come è questo retore. Così Eustathios ha ritenuto che ogni
cosa detta fosse degna di ciò che era adeguato a lui. Pertanto è naturale che lui, anche quando fa un
discorso, ottenga ciò che è opportuno per lui, evitando quelle cose che deve evitare, e ricercando
quelle cose che sono adeguate per lui. Lui ha avuto la capacità di parlare, ha onorato la sua anima
con la sua equità, ed è stato lontano il più possibile dalla collera e dal provocare le collere di altre
persone, la sua voce è stata molto gentile, il suo volto è stato moderatamente sorridente, e i suoi
incontri hanno prodotto delle amicizie. Infatti a qualunque persona lui vada vicino, e stia vicino, e a
qualunque persona lui dica poche parole, subito lui conquista questa persona e la tiene con sé.
di ogni cosa che riguarda i detenuti, io mi congratulerei con loro e non ti darei fastidio; ma alcuni
magistrati sono stati negligenti in questa funzione e nessuno ti dice niente riguardo alle ingiustizie
che i magistrati compiono, o perché le persone non sanno queste cose, o perché le tacciono, pur
sapendole, e ogni empietà che avviene in questi argomenti necessariamente coinvolge il potere
beneficio grandissimo, per me sarebbe giusto che ciò che è stato sbagliato fosse corretto dalla tua
decisione. 45,2. Dunque, o imperatore, tu sai questa cosa, cioè che è giusto che gli individui degni
della condanna a morte muoiano, e che quelli che non sono degni della morte possano vivere e
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qualcuno di questi colpevoli, bisogna ritenere valide le decisioni prese dalle leggi antiche. Queste
decisioni consistono nel fatto che muoia colui che ha compiuto un crimine simile, e che viva colui
che non ha commesso nessun reato tanto grave. E in cosa consistono il crimine e il reato? Nella loro
dimostrazione in un processo. Dunque il fatto che alcuni individui muoiano prima delle
dimostrazioni della loro colpevolezza non è altro che un'ingiustizia patita da loro. E infatti se
qualcuno commette un'azione degna della pena di morte, ma questo reato è stato nascosto, colui che
uccide questo individuo compie un'azione ingiusta perché dà una punizione prima della prova. 45,3.
Pertanto, o imperatore, tu devi sapere che i governatori che sono stati mandati nelle province sono
colpevoli di omicidio. In che modo? Molte collere producono molti biasimi, e se qualcuno va in
collera, subito corre dal governatore, dice di essere stato offeso e di essere stato trattato male, e se
non è stato offeso lui, è stata offesa sua moglie, e se nessuno di loro due è stato offeso, sono stati
offesi i loro figli, essi inventano parole e percosse,e dopo avere strappato la veste,aggiungono anche
questa cosa a quell'accusa. Colui che è accusato nega, dice di essere stato calunniato e menziona il
processo e le leggi, ma viene mandato in carcere e queste cose avvengono anche se lui ha molte
persone che garantirebbero per lui. 45,4. Generalmente i deboli subiscono questo trattamento da
parte dei forti, quelli che non hanno ricchezze subiscono questo trattamento da parte dei ricchi, e
coloro che sono numerosi subiscono questo trattamento da parte di coloro che sono pochi e che
ritengono che le accuse fatte da loro abbiano un potere maggiore delle dimostrazioni di
colpevolezza. Queste azioni vengono fatte dai membri del grande senato, queste azioni vengono
fatte dai consiglieri cittadini, queste azioni sono fatte da quelli che compongono le tue lodi ai danni
di quelli che si dedicano ai lavori manuali,queste azioni vengono fatte dai servi dei magistrati contro
quelli che non concedono loro tutti i favori. 45,5. I padroni crudeli ricorrono a <questa> azione in
modo grandissimo ogni giorno, perché colui che è costretto dalla legge a tacere, anche se subisce
un'ingiustizia, deve essere arrestato. In qualche modo bisogna ritenere che siano in questa
condizione anche quelli che lavorano la terra da parte di coloro che la possiedono, perché alcuni tra
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questi proprietari si servono dei lavoratori come se essi fossero degli schiavi, e se essi non accettano
le prepotenze di quei proprietari contro di loro, bastano poche sillabe,e un soldato va nel campo con
le catene, e un carcere accoglie coloro che sono stati incarcerati. 45,6. Vuoi che io faccia menzione
anche di quelli che ricevono l'accusa di uccidere i viandanti? Certamente questi individui sono due
o tre, ma ammettiamo che essi siano tre volte tanti, e che siano anche dieci volte di più; quelli che
hanno bevuto, o hanno mangiato, o hanno dormito con loro sono il triplo degli accusati, e vengono
arrestati, anche se non sanno niente delle accuse rivolte a loro, se non che non hanno fatto niente di
male, o che non hanno partecipato ai fatti accaduti. 45,7. O imperatore, tutti questi individui che io
ho menzionato, e altri oltre a questi, che arrivano là in diversi modi, vivono la loro vita nelle carceri.
Ma quelli che li hanno mandati nelle carceri vivono tra i banchetti, e anzi vivono tra tutti i generi di
piaceri, vanno a Dafne, visitano i loro campi, vanno nelle città, vengono invitati dalle loro spose a
comprare della terra e a vedere il mare. Essi si dimenticano di quelli che sono in carcere per causa
loro, e non si preoccupano di costoro. Quegli ottimi giudici che hanno dato la detenzione che
volevano,e ritengono che sia più importante il loro vantaggio invece della giustizia,non si indignano
con i detenuti, non li chiamano, non li rimproverano e non domandano loro nemmeno: “cosa sono
queste cose?”, e non parlano dell'empietà della loro condotta, e non dicono che essi non potrebbero
sopportare simili misfatti per un tempo più lungo. 45,8. Poi il carcere è pieno di corpi, nessuno o
molto pochi ne escono, e molti vi entrano. La loro sventura è doppia: perché sono carcerati, e per il
modo in cui essi sono incarcerati. E non possono avere neanche un vero sonno, infatti non possono
stendersi per riposare,ma hanno uno spazio che è tanto grande quanto quello che essi occuperebbero
stando in piedi. 45,9. In cosa consiste il cibo di questi detenuti? Una zuppa nelle pentole e poche
verdure, e se si aggiunge qualcosa a questi cibi, loro dicono che tutto questo è meno del necessario.
Le loro mogli, sorelle e figlie, che ricevevano il loro sostentamento da questi uomini prima che essi
fossero rinchiusi, devono diventare esse stesse quelle che nutrono questi uomini. In che modo, o
imperatore? Infatti non è possibile che esse diventino più ricche per il carcere di questi uomini.
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Resta il fatto che le donne brutte e ostacolate dalla vecchiaia chiedono l'elemosina, e quelle che
hanno qualche bellezza sopportano tutte le offese. Dunque queste sofferenze per i carcerati sono più
dolorose del carcere;infatti certamente è necessario che essi domandino e vengano a sapere qual è la
fonte da cui questi beni arrivano a loro. 45,10. E non c'è soltanto questo, ma anche tutte le cose che
devono essere pagate da ciascun detenuto al custode della porta, che dà una sola lucerna per tutti e
chiede un prezzo ingente per poco olio. E il detenuto che non paga a causa della propria indigenza è
sottoposto subito a delle frustate, anche se lui dice quando viene picchiato: “o tu, che hai il potere su
questo carcere, e su coloro che giacciono in esso, io non ho niente, se non il mio corpo, non ho né
genitori, né figli, né amici. Dunque come potrei io pagare la lucerna, se io non posso nemmeno
ricavare il denaro che proviene dalla terra, e se non c'è nessuno che mi porterà questo denaro?”. E
dopo avere detto queste parole, lui si sente dire: “perché tu non chiami qui mediante quelli che
escono una donna di quelle che sono onorate per la loro benevolenza, e gettandoti alle ginocchia di
questa donna, non la convinci a chiedere l'elemosina e a raccogliere un po' di denaro per te?”.
Qualche detenuto ha fatto questa cosa, qualcun altro non l'ha fatta. Se non si può ricevere denaro da
un detenuto è sufficiente frustarlo. 45,11.O imperatore, tu piangi. Io spero che molte cose buone
avvengano a te per la tua eccessiva bontà. Io mi aspettavo di vedere questa tua reazione. Ma anche
se sono terribili le cose che ho detto, c'è qualcosa di più grave, e il morire è qualcosa di più grave
delle sofferenze che ho detto. Infatti, o imperatore, muoiono, muoiono innumerevoli uomini, sia per
gli altri mali, sia per il male più grande, lo strettezza dello spazio. La guardia comunica la morte del
carcerato, il magistrato ordina la sepoltura senza provare nessun sentimento nella sua anima. Colui
che ha accusato il carcerato inizialmente non ha nessuna paura, non sa neppure se il carcerato è
morto. Gli dei sanno queste cose, e le sa Helios che vede tutto. E non si potrebbe dire che a loro
piacciono questi fatti. In confronto a quelli che escono il numero di quelli che sono portati nel
carcere o non è più piccolo o è anche più grande. 45,12. Non è forse terribile se qualcuno uccide
qualcun altro in piazza, o perché è un aggressore o perché si difende, e tutti si indignano, gridano e
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fanno le azioni dei parenti del morto, anche quelli che non sono suoi parenti, e quando tante persone
muoiono per colpa dei magistrati a causa delle detenzioni, tu dovresti sopportare volentieri questi
avvenimenti? E se uno dice che tu non sai niente di queste vicende, non sembra che dica una cosa
giusta. Infatti o imperatore, il potere imperiale richiede che tu sappia tutto. E questi assassini già da
tempo avrebbero dovuto essere puniti per queste morti, e adesso deve esserci una correzione, anche
se essa non è avvenuta prima. 45,13. Qualcuno dice: “che c'è di strano, se qualcuno è un assassino,
finisce in carcere per questa accusa e poi muore?”. Io chiederei volentieri a chi dice questa cosa se
tutti quelli che sono morti così hanno ucciso delle persone. E se delle accuse false, poche parole e
del denaro hanno causato in passato l'arresto di alcuni uomini e la detenzione li ha fatti morire, che
bisogno c'è di parlare di quelli che hanno commesso dei reati gravissimi in contrasto con quelli che
non hanno commesso nessun reato, o hanno commesso dei reati lievi? Anche se la pena di morte era
giusta per coloro che avevano commesso quei crimini gravissimi, però non bisognava rendere la
loro detenzione così lunga da fare terminare la loro pena con la morte. 45,14. E si potrebbe fare un
discorso, che io ritengo giusto, anche riguardo a quei criminali, cioè che se essi sono morti senza
essere stati processati, hanno patito un'ingiustizia perché non hanno avuto un processo, ma se sono
stati dimostrati colpevoli,di nuovo hanno patito un'ingiustizia perché sono stati privati della velocità
nella morte. Essi potrebbero dire: “per quale motivo tu mi fai marcire, quando la legge non parla di
questa punizione? Per quale motivo tu mi fai consumare a poco a poco, in modo tale che la mia
anima si allontana da un corpo che è pelle e ossa, mentre una simile punizione non è data dai testi
delle leggi?”. 45,15. Cosa potremmo rispondere noi alle mogli di quelli che erano detenuti come
testimoni e i loro mariti sono morti prima del processo, mentre avrebbero dovuto essere di nuovo a
casa dopo <pochi> giorni, dopo avere detto ciò che dovevano dire? Dunque quando i detenuti se ne
vanno in questo modo, a quelli che sono ancora vivi avviene di provare sia dolore, sia gioia, dolore
perché un loro amico è morto, e gioia perché essi ne ereditano il posto. Ma dopo non molto tempo
arriva di nuovo un altro detenuto a occupare il posto di quello precedente. 45,16. E tu domanderai:
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“per quale motivo tu hai trascurato queste cose, quando dovevi rimproverare i governatori, e dovevi
dire loro queste parole che adesso dici a me, e non dovevi permettere che fossero pigri, anche se
volevano esserlo?”. E chi non sa quante parole io ho detto loro e quante volte le ho dette riguardo ai
detenuti che morivano in carcere? E chi non sa che i magistrati sono stati empi in questa cosa, non
hanno rispettato i limiti dell'ordinamento e non puniscono giustamente gli altri individui, ma essi
stessi dovrebbero essere puniti per quei morti che vengono portati dalle carceri ai funerali? Ed essi
hanno detto che sarebbero diventati migliori, ma sono rimasti gli stessi, e hanno dato ai detenuti
questo sollievo, li hanno portati nello spazio davanti al tribunale. Quando i detenuti sono tornati di
nuovo attraverso la stessa strada, speravano qualcosa di meglio, ma non hanno ottenuto niente.
45,17. Si dice: “Per Zeus, il grande numero di impegni dei magistrati è stato più forte della loro
volontà, ed essi si sarebbero occupati volentieri di questa faccenda, ma i loro affari più importanti
glielo hanno impedito”. Quali sono questi affari? Lo dicano. Le tasse e il fatto che molti individui
debbano pagare molti soldi, e questi affari sono più cogenti degli altri; infatti la situazione richiede
soldi. Se io vedessi quel magistrato che ha passato tutto il suo tempo in questi affari, forse avrei non
poche parole adeguate al tuo potere imperiale, e anche questi magistrati potrebbero dire qualcosa,
ma qualcosa di non molto bello; adesso chi ignora le attività dei magistrati così tanto, al punto da
non sapere quanto è grande la parte del giorno che essi dedicano alle riscossioni e quanto è grande
la parte del giorno che essi dedicano ai processi? 45,18.Ci sono molti processi su questioni di scarsa
processi e ho sentito parlare di trenta stateri, di venti stateri, di uno iugero, di alcuni alberi, di uno
schiavo, di un cammello, di un asino, di un mantello, di una giacca, e di beni molto più piccoli di
questi, e molti avvocati erano in ognuna delle due parti, e ci sono stati molti discorsi da entrambe le
parti. Non poche volte anche la sera tiene i giudici in udienza,il processo toglie loro la cena, ma non
mette fine alla controversia. Dunque, o voi che siete eccellenti,come è possibile che ci sia spazio per
questi processi, oltre che per le riscossioni, e che i tribunali siano chiusi ai detenuti a causa di quelle
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riscossioni? Oppure anche in questi processi, come nelle riscossioni, questi argomenti sono meno
importanti, le vite contano meno dei soldi? 45,19. Eppure quelli che sono coinvolti nei ritardi dei
processi non dovrebbero perdere i loro giusti diritti a causa di questa situazione.Essi potrebbero dire
oggi le stesse cose che potrebbero dire anche due mesi dopo e molti mesi dopo; ma ciò non vale per
le morti, non si potrebbe trattenere la vita dicendole: “resta”, ma è inevitabile che la vita fugga
quando il corpo viene meno. Ma quei giudici, che sentono parlare di tali morti mentre si occupano
di denaro o quando l'inchiesta è in corso, non ritengono che questa morte sia una cosa contraria alla
loro carica. Infatti essi trascurano, io credo, coloro che non sono più in vita, e trascurano i parenti di
questi defunti perché sono deboli. 45,20. Ma se bisogna ammettere che i soldi sono più importanti
delle vite, certamente danzatori, mimi, cavalli e quelli che si dedicano a queste cose non sono più
importanti delle vite. Dunque cosa fanno questi magistrati che ritengono giusto essere chiamati
salvatori? Essi corrono a vedere questi spettacoli, corrono a vedere quegli altri spettacoli, talvolta
essi sono invitati, talvolta non sono invitati e si autoinvitano dando a se stessi quegli inviti. Infatti
come potrebbero non essere invitati, se fanno in modo che quelli che li inviteranno andranno alle
loro porte? 45,21. Se i magistrati parlano del loro obbligo di presenza e della paura che deriva dalla
punizione, fanno degli inganni. Infatti il loro pomeriggio non ha questa paura, e il loro obbligo di
vedere lo spettacolo è solo di alcuni giorni, e non riguarda tutto lo spettacolo. Ma i magistrati vanno
agli spettacoli ogni giorno e in ogni parte del giorno,e le attività delle loro riscossioni non diventano
peggiori per questo motivo. Tuttavia quanto è meglio e più umano portare un aiuto per quanto
possibile a quegli esseri umani che sono sventurati, invece che trascorrere le notti in spettacoli
superflui e cenare facendo discorsi sugli aurighi che sono partiti bene o sugli espedienti escogitati
dagli aurighi gli uni contro gli altri? 45,22. Per quale motivo alcune funzioni di questi magistrati
sono trascurate e altre sono esercitate con grande cura? I magistrati hanno un'opinione sbagliata
secondo la quale alcune attività sono insignificanti e non valgono niente, e l'unico bene consiste
nelle grida rivolte a loro dalle folle insieme a degli elogi, e nella gratitudine che essi ottengono dalle
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folle per quelle gioie che danno al popolo. Dunque i magistrati evitano di ottenere onore da persone
assennate e facendo le funzioni appropriate, e fanno quei favori grazie ai quali credono di ottenere
l'appoggio di questi individui pigri, di questi fuchi,e alcuni magistrati ereditano i comportamenti dei
loro predecessori, altri aggiungono i propri comportamenti, e se ottengono il grido delle gru, si
ritengono felici. Quegli individui diventano importanti, ma i decurioni sono miserabili e spesso
evitano le collere dei magistrati con l'aiuto che proviene da loro.Questa situazione rovina molte altre
cose, e anche i detenuti. 45,23. Alcuni magistrati dicono di essere sommersi dal grande numero dei
loro impegni. Questi affari vi concedono di trascorrere in modo improduttivo così tanti giorni di
ogni mese, e questi affari vi permettono di stare a Dafne, di divertirvi e di divertirvi in modo
malvagio. Oppure voi direte che anche in quei momenti riscuotete il denaro dai debitori? Ma per
questo primo motivo voi onorate quella eccessiva libertà in tutti i comportamenti che c'è a Dafne, e
la festa consiste in ciò,nel non astenersi da nessuna delle azioni vergognose. E dunque,o imperatore,
i magistrati gradiscono questa festa per questo motivo, perché certamente in quel tempo di festa
dimenticano completamente quei denari che sono dovuti ai tuoi tesori. 45,24. La cosa più assurda di
riscossioni per scusarsi. Infatti sappiamo da quali persone sono svolte tali attività, il compito del
magistrato è dire ciò che si deve fare, elogiare chi fa il proprio dovere e colpire chi non lo fa, tu non
parli di questa mancanza di tempo libero ai famosi organizzatori di banchetti, e non dici che non
potresti bere stando sdraiato per una parte così grande del giorno, e forse tu non sbagli se dai ascolto
ai tuoi amici in tali cose; ma se uno degli affari più importanti richiede una tua decisione, tu non hai
tempo libero, ma sei sommerso dal lavoro, e il peso delle altre attività ti ha sopraffatto, come quelle
attività che tu dici danno le bevande ad alcune persone,ma tolgono ad altre persone la loro salvezza.
45,25. Io voglio raccontarti qualcosa della pigrizia di questi magistrati riguardo a tali attività. Un
uomo è stato ucciso in campagna di notte, con un coltello, quelli che lo hanno ucciso hanno potuto
sfuggire agli schiavi, che durante l'aggressione si sono nascosti sotto il letto e hanno ritenuto che per
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loro fosse sufficiente salvare se stessi. Dunque quest'uomo è morto senza figli, e quelli che lui ha
lasciato come eredi dei suoi beni nel suo testamento, secondo la legge non devono tralasciare
nessuna di quelle attività grazie alle quali è possibile sperare che ci sarà una condanna. Dunque
alcuni individui sono stati arrestati, perché gli abitanti del villaggio dicono che,sebbene non abbiano
nessuna prova sicura,sospettano che l'omicidio sia stato fatto da loro. 45,26.Dunque gli eredi si sono
fatti avanti e hanno chiesto molte volte che il magistrato che era in carica facesse un'indagine
riguardo all'omicidio, ma i magistrati hanno detto loro che erano stupidi a non lasciare il tribunale a
quelli che avevano controversie sul denaro. Sono passati sette mesi,e quelli che avevano l'obbligo di
preoccuparsi dei beni del defunto hanno insistito con il magistrato e il magistrato ha considerato il
portico davanti al tempio di Dionysos come il suo tribunale. Quando il processo stava per iniziare, il
magistrato ha sentito i canti dei monaci, gli abitanti delle grotte,che in quel momento erano andati in
città, cosa che essi fanno abitualmente in estate, lui è saltato in piedi dal suo sedile ed è andato via il
più velocemente possibile, dicendo che non era giusto fare una delle cose giuste, quando i monaci si
facevano vedere; e dopo che è andato via, non ha rivolto la sua attenzione a quelle persone che
facevano delle accuse, ma è stato responsabile del fatto che alcune di quelle persone hanno perso il
loro patrimonio, perché in quel lungo periodo di tempo sono state indotte a prendere un po' dei
prodotti di quella terra,e il magistrato è responsabile anche del fatto che cinque di quegli uomini che
erano sospettati sono morti, ed essi non sono stati condannati, e uno di loro avrebbe potuto salvarsi,
se fosse stato condannato ingiustamente, e forse si sarebbero salvati tutti. O imperatore, tu devi
ritenere che siano molti gli errori simili che vengono compiuti ogni anno. 45,27. Ci sono alcuni che
con ogni mezzo ottengono di arrivare a un incarico di magistrato, e dopo che lo hanno raggiunto,
dicono che non è adatto alla loro indole naturale interrogare un essere umano con la tortura delle
frustate sui fianchi, né il consegnare un essere umano alla spada del carnefice. Io direi a questi
magistrati che essi avrebbero dovuto conoscere se stessi e fare i privati cittadini, e non avrebbero
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potere fare anche queste cose, ma essi hanno ammesso chiaramente che non sono capaci di
esercitare il potere. Infatti se gli incarichi richiedono entrambe queste azioni, sia il torturare, sia il
condannare a morte, colui che eviterà entrambe queste attività, come potrebbe essere detentore del
potere se non fa ogni funzione propria del potere? Infatti in molti casi soltanto con la tortura si
potrebbe trovare la verità, e con la condanna a morte dei colpevoli qualcuno dei malvagi potrebbe
diventare più buono. 45,28. Questa è la funzione del magistrato: mandare a morire colui che non è
degno di vivere,e trattenere gli altri dal compiere azioni simili mediante la paura. Infatti è opportuno
che chi ha il potere faccia una guerra contro ogni individuo che fa azioni contrarie alla legge, e aiuti
colui che è rimasto fedele alle leggi. Se tu hai i piedi lenti non potresti partecipare a delle gare di
velocità, perché sai <che> questa attività non è adatta ai tuoi piedi, tu non eserciti forse il tuo potere
per portare alla luce le ingiustizie e per dare la tua voce agli ordini della legge? Poi se tu ritieni che
sia una cosa terribile che qualcuno muoia giustamente dopo che tu hai ordinato questa condanna,
non ritieni che sia una cosa terribile se a causa del tuo silenzio molti uomini muoiono in un modo
non giusto? 45,29. O imperatore, concediamo pure a questi uomini inadatti al potere che avere
simili timori sia una reazione normale.Ma quando degli uomini fanno scorrere torrenti di sangue nei
tribunali a causa delle frustate, fanno picchiare dei corpi senza vita, oltraggiando una terra muta, e
spingono alcuni a morire nei fiumi e altri a morire nei lacci dell'impiccagione a causa della paura,
quando questi uomini mandano nelle carceri moltissime persone, spiegano che a loro non
interessano le leggi sulle carceri, e si dedicano ad altre attività, per dare l'impressione di essere
benevoli, chi potrebbe non sentirsi male per questi comportamenti? 45,30. Io ritenevo giusto che
questi uomini conoscessero l'azione di un uomo della Fenicia e la imitassero, ed essi la conoscono
bene, ma non vogliono imitarla. Dunque qual è stata l'azione di quell'uomo? Lui in Palestina ha
punito alcuni detenuti e ha liberato gli altri detenuti, seguendo in ogni cosa ciò che è giusto. Poi in
ogni <carcere> ci sono stati dei banchi, dei vasi, delle bevande, e i detenuti hanno bevuto e cantato.
Lui ha trovato una soluzione veloce a ognuno dei problemi che si presentavano, cosicché non ha
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avuto più bisogno del carcere. 45,31. Dunque uno dei magistrati che ci sono adesso verrà e dirà che
anche lui ha fatto questa cosa e ha fatto entrare i flauti in carcere. E i flauti sono entrati, ma lui ha
fatto un'imitazione così ridicola che i detenuti sono stati in condizioni molto peggiori di prima.
Infatti lui non ha dato ai detenuti un sollievo dalla sofferenza, ma ha solo cambiato il loro posto, e la
loro detenzione è continuata. Lui ha mandato i detenuti nel carcere del suo vicemagistrato e ha
aggiunto molti corpi ad altri corpi, cosicché i detenuti sono morti calpestandosi a vicenda. In tali
modi gli sventurati detenuti hanno goduto di questi bei flauti. Poi, non molti giorni dopo, il carcere
conteneva più detenuti di quelli che c'erano prima. E queste cose non sono state ignorate da
quell'uomo, ma sono state decise da lui. 45,32. E in questa cosa, o imperatore, deve apparire ciò che
è proprio della tua benevolenza. E io so che tu hai istituito una legge che porta un aiuto ai detenuti
nella durata della detenzione, e questo provvedimento è per la loro salvezza. Tuttavia io so anche
questo, cioè che questi fatti avvengono anche dopo che la legge è stata scritta, come se essa non
esistesse. Infatti se non ci sono dei giudici che vogliano applicare queste leggi, esse sono soltanto
delle lettere e non aiutano le vittime dell'ingiustizia rendendole più forti di quelli che le hanno
oppresse grazie agli effetti che derivano da esse. 45,33.Ma quando tu, o nobile imperatore, stabilisci
delle leggi giuste, e gli incaricati di amministrare la giustizia hanno poca considerazione di queste
leggi, e applicano la loro volontà invece delle cose che sono state decise da te, non è giusto che tu
non sappia questi fatti, né è giusto che tu, dopo averli saputi, li sopporti facilmente, e tu devi
considerare tali individui come ribelli contro il tuo potere, e devi odiarli, come odi quei ribelli. E
infatti essi, per quanto sono capaci di fare, ti tolgono le tue prerogative,disonorano le opere di quelli
che vivono e lavorano nelle province, e con le loro azioni vanificano le opere di quegli uomini. Se il
primo che avesse osato fare questo reato fosse stato punito dal legislatore, le leggi sarebbero state
applicate .45,34. E nondimeno io ho anche questa opinione, cioè che coloro che dicono che
renderanno belle le città dovrebbero mostrare di avere cura anche delle carceri. E nelle carceri
sarebbe possibile ottenere un grande beneficio con poche spese, perché quelli che vogliono mettere
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in carcere il numero maggiore possibile di detenuti, certamente non dovrebbero trascurare i luoghi
che accoglieranno i detenuti; infatti coloro che non sono detenuti non hanno bisogno di belle mura,
così quelli che sono in carcere hanno bisogno di sopportare le loro sventure in un luogo spazioso.
aveva ottenuto un incarico tanto grande in giovane età,dopo che io avevo molti modi per
avvicinarmi a lui. Infatti io sono passato attraverso tali numerosi cambiamenti non per la mia
malvagità, ma per la malvagità di coloro che non hanno voluto restare nelle condizioni in cui hanno
mostrato di essere. E io non mi vergogno di rimproverare colui che in precedenza io avevo lodato,se
vedo che costui è diventato diverso da prima. Infatti l'azione contraria sarebbe vergognosa, se quegli
individui, dopo essere cambiati, non fossero coerenti nelle loro azioni, ma quest'uomo è cambiato e
non è più lo stesso. 46,2. E ciò è accaduto anche adesso. Infatti finché io ho visto che questo
Florentios è stato clemente nei confronti dei suoi sudditi, ho ritenuto che lui fosse ottimo e degno di
lodi. Ma ho visto che lui è diventato aspro e spietato, e non è diverso in niente da quelli che sono
superbi, e ho pensato che lui avrebbe fatto bene a evitare di arrossire se avesse mostrato di essere
benevolo. 46,3. O imperatore, tu devi sentire in quale modo è avvenuta questa cosa. Gli avvocati
difensori sono arrivati dalla Cilicia prima di Florentios. Allora io sono andato e ho chiesto loro se
lui si ricordasse delle parole dette da Homeros riguardo a Odysseus, e a come Odysseus si sia
comportato nei confronti degli abitanti di Itaca. Ed essi hanno detto che Florentios se ne ricordava
bene, e che non incarcerava e non picchiava volentieri. Io mi sono rallegrato di avere ascoltato
queste parole e ho pregato che lui fosse così fino alla fine, ma cercavo delle cose impossibili, come
ho saputo dopo questi fatti. Infatti subito Florentios ha fatto incarcerare uno di quelli che
amministravano la nostra casa mettendo fine alle accuse portate a quest'uomo, che non mancava di
garanti, e se questi garanti fossero stati presenti, non ci sarebbe stato il carcere per delle accuse non
gravi, come erano quelle di quella volta. E quando io con fatica gli ho chiesto di liberarlo,Florentios
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ha detto che lo avrebbe liberato. E dopo avere detto ciò, ha lasciato che quell'uomo fosse arrestato
cosicché quell'uomo ha avuto bisogno di un altro aiuto. 46,4. Poi Florentios ha allontanato
dall'attività di avvocato difensore uno degli avvocati famosi,lo ha mandato a lamentarsi delle misure
della terra, perché lui in passato faceva discorsi a favore di quelli che gli davano dei compensi e non
tralasciava nessuna di quelle cose che riteneva utile che fosse detta. Così Florentios ha ritenuto
giusto servirsi delle possibilità date dal potere. Infatti Florentios quando non poteva fare del male a
qualcuno in altro modo, perché non ne aveva la possibilità, si serviva del suo seggio contro costui.
46,5. Dunque c'era un uomo che era diventato molto abile e pieno di conoscenze dei libri, che ha
amministrato moltissimo potere e poiché non è diventato diverso da così,ha reso migliore il mercato
in tutte le cose sia per la sua esperienza, sia per la sua giustizia,Florentios ha consegnato quest'uomo
eccellente, che era stato offeso in teatro da quelli che si erano venduti ai suoi nemici, ai nemici
dissoluti di quell'uomo con comportamenti e parole contrari alle leggi. Ma Florentios dovrebbe
seguire gli esempi di magistrati onorati ed essi sono: arrestare gli autori delle offese, indignarsi
contro di loro, imporre una punizione per la loro arroganza alle persone che sono nutrite dalla
prostituzione dei danzatori, non ritenere che i loro insulti siano molto credibili. Tuttavia se anche c'è
stato qualcosa di giusto nelle parole che sono dette contro di lui,il teatro non era un posto per queste
accuse giuste, noi sappiamo dove tali cose sono esaminate. Colui che ha intentato un processo a
quest'uomo avrebbe dovuto andare a dimostrare la sua colpevolezza, e quelli che mostrano di
ritenere che il condannato sia malvagio per il suo reato dicono delle falsità quando chiedono un
nuovo processo per la calunnia. 46,6. Florentios ha ritenuto che gli accusatori fossero degli Aiaci,
molto forti, per le loro accuse inconsistenti, e che l'accusato fosse malvagio come Euribatos, non ha
chiamato nessuno, non ha fatto domande, e non ha giudicato, ma ha espulso il migliore dei membri
del consiglio cittadino dalla posizione in cui era, e questo consigliere municipale aveva superato
molti prima di lui, e riteneva che Florentios fosse un amico avendo conosciuto anche il padre di
costui che si era rivolto a lui che governava la città. Florentios non ha avuto rispetto per nessuna di
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ueste cose, ha adulato gli individui malvagi del popolo, e ha deciso tutto quello che volevano loro.
46,7. Dunque questi fatti mi hanno esortato a guardare a Florentios da lontano e a ritenere che fosse
un danno la relazione con quest'uomo che ha trascurato la virtù, e lui ha aggiunto a queste decisioni
alcune altre decisioni che avevano la stessa intenzione. Infatti Florentios ha riunito per mezzo delle
guardie quegli uomini infelici che vivono dedicandosi all'acquisto e alla vendita delle merci, e
questa azione è stata un guadagno per ognuna delle guardie: fare in modo che qualcuno fosse
arrestato, infatti se essi non avessero sopportato questa cosa, sarebbero stati torturati, dunque
Florentios ha trascorso la notte nel valutare che cosa dovessero patire quelli che erano stati arrestati,
e ha fatto in modo che il loro giorno fosse pieno di frustate, e che ci fossero tutte quante le frustate
possibili contro ciascuno di quei quindici giovani, mentre colui che introduceva il primo, si stancava
a presentare quello successivo. Infatti Florentios riteneva, e anche suo padre faceva la stessa cosa,
che le schiene di coloro che venivano picchiati fossero di ferro.46,8.E Florentios per primo ha osato
causare la morte per mezzo delle frustate, e ha avuto Tatianos come suo allievo in questa pratica, e
quest'ultimo ha avuto come allievo in questa pratica suo figlio. E io credevo che costui si sarebbe
vergognato delle azioni fatte da loro e che lui non avrebbe seguito nessuno di questi due, e che lui
non sarebbe stato un animale feroce invece che un essere umano, ma certamente lui ha ritenuto che
non sarebbe diventato un magistrato se non avesse fatto tali azioni. Dei figli di medici sono stati
chiamati dai loro familiari a vedere questi fatti, hanno visto quelli i cui corpi erano stati scavati dalle
frustate e hanno saltato le fosse, perché non erano capaci di fare niente e non potevano fare niente.
E quest'uomo mirabile ha ritenuto di comandare davvero, quando ha saputo queste cose. Infatti, a
quanto pare, Florentios ha ritenuto che fosse una cosa vergognosa essere benevolo ed essere
chiamato in questo modo insieme a te. 46,9. Dunque noi non definiremo Florentios un omicida,
anche se a causa sua molti uomini sono morti,perché non ha compiuto questa azione con una spada?
Ma questo è lo stesso effetto ed è la cosa più terribile. Infatti chi, tra quelli che sono condotti a
morire non preferirebbe morire in questo modo, con la spada, invece che nell'altro modo, con la
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tortura? Ogni persona preferirebbe morire in questo modo, con la spada, a meno che qualcuno non
ritenga che la permanenza sotto le frustate sia più sopportabile di un unico taglio veloce. Io ritengo
che anche per gli assassini di strada siano più sopportabili le morti tramite la spada e non quelle che
avvengono tra lunghi dolori. Chi uccide queste persone, che la legge consegna a lui, e non ritiene di
essere omicida, perché non usa il ferro, deve sapere che fa un torto alla legge in modo doppio,
perché lui priva qualcuno della vita, e lo fa nel modo più doloroso. I Romani sono migliori dei
Persiani per molti altri motivi e anche per il fatto che hanno trovato un modo di morire veloce e che
non si prolunga per molto tempo. Tu non hai ucciso con una spada colui del quale hai provocato la
morte con le frustate, e dici di esssere puro da colpe? E chi sopporterà questa cosa? 46,10. Si dice:
“gli osti hanno commesso dei torti nei confronti dei bevitori riguardo alle misure delle bevande”. O
imperatore, gli osti hanno patito dei torti da parte dei bevitori e in tutte le cose, non in poche cose.
Dunque se loro hanno fatto delle ingiustizie senza essere vittime di altre ingiustizie, meritano di
essere puniti. Ma se essi hanno agito così perché sono stati trattati male, chi potrebbe non
perdonarli? Infati questa loro azione non è avvenuta perché loro l'abbiano voluta, ma perché sono
stati costretti. Quelli che hanno come via di scampo la supplica, non devono essere uccisi. 46,11.
Dunque o imperatore, vuoi sapere perché essi subiscono un'ingiustizia? Ci sono molti incarichi, c'è
una falange di persone in ciascun incarico, e in ciascuno di questi incarichi ci sono degli araldi, dei
corrieri, dei torturatori, ma ci sono anche altre azioni che producono dei titoli. Sono un grande
numero questi uomini che si precipitano spesso nelle osterie, e in ogni giorno essi bevono quanto
potrebbe provocare un'ubriachezza, non soltanto vino, ma anche tutte quelle bevande che sono in
mescolanza con il vino. Nessuno conta le loro coppe, né un marito, né una moglie, né un figlio, né
una figlia, ma è necessario che essi o tacciano o muoiano. Infatti essi dicono che usano quelle cose
che appartengono a loro, e dicono di essere padroni delle botti, e similmente di ciò che le botti
contengono. 46,12. Dunque alcuni di loro che sono più moderati, depongono la loro tazza, e, dopo
avere detto che guardano a del vino migliore, vanno via, mentre altri continuano nelle stesse bevute.
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Altri non pagano neanche un obolo, ma l'oste compra il vino, gli altri si riempiono e non pagano
niente. Poi alcuni di loro vanno via, altri arrivano. Devono essere preferiti quelli che fanno paura e
che bevono gratis. E anche se la loro borsa non è stata consumata, ciò che loro bevono è molto.
Infatti lo stesso individuo non beve da solo, ma lui porta talvolta un amico, talvolta un parente.
46,13. O imperatore, tu dovresti contare questi individui, quelli che sono al di sotto di colui che
governa una provincia, quelli che sono al di sotto di colui che governa una provincia più grande,
quelli che sono al di sotto di un comandante militare, e non devi tralasciare i due magistrati che
bevono, e tutte le osterie sono per loro quasi come le loro proprietà agricole. Infatti tutti quelli che
vendono prendono qualcosa da loro, e al contabile si aggiunge l'avvocato difensore. Cosa pensi
dell'agguato che è in attesa? Pensi che loro si accontentino del nutrimento che è dato a loro da te? E
chi non sa del furto che il venditore non tenta di impedire, non lo esorta, ma chiede che questi furti
diventino minori? Questi soldati assalgono tutte le cose semplicemente tirandole a sé, e se non c'è
della carne, o qualche altro cibo simile,essi portano via del denaro. 46,14.Non soltanto i combattenti
accumulano dei beni, ma li accumulano anche quelli che hanno come loro sostentamento il fare
ridere questi combattenti. Sono sufficienti per rendere minori le ricchezze di quegli sventurati sia un
leone addomesticato, sia un orso, sia un leopardo, sia un cane di grandezza eccezionale, e ormai
anche una scimmia. E uno di loro riscuote il denaro suonando il flauto, un altro viene con una
siringa, un altro si presenta come Pan, un altro si presenta come Silenos,un altro come una baccante.
E se non ci fosse nessuna di queste cose, il corno sarebbe sufficiente, e il suo labbro sarebbe onorato
dal denaro. 46,15. E l'altra cosa è che la spia, le sue orecchie e i suoi sguardi hanno una maggiore
necessità di ricevere delle dazioni. E anche se uno non ha fatto niente di sbagliato, lui ha sbagliato
tutto se questa spia vuole così. E anche se uno è misurato, è arrogante. E anche se per qualcuno è
facile eliminare le accuse,a lui non è permesso di parlare. E quelli che vogliono ricevere i loro amici
con una tavola sibaritica,non vogliono spendere il proprio denaro e organizzano dei banchetti grazie
alle sventure delle altre persone. Poi alcuni fanno pranzo, altri ritornano a casa loro e rivolgono
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contro le loro mogli le spade e il discorso riguardo alla paura che li ha costretti a fare tutte quelle
azioni. 46,16. Ed era necessario che ciò avvenisse in presenza di una spia, ma adesso ognuno, da
qualunque condizione provenga,partecipa ai poteri imperiali, e costui ritiene giusto usufruire di quei
poteri, e questi individui sono tanto più giusti delle spie, in quanto essi dicono che daranno qualcosa
in futuro, anche se quelle promesse sono false. E riguardo a queste persone io so di numerose ferite
e lacrime che ci sono state, perché la via stretta che si trova nella sala del consiglio mi dà queste
informazioni. E molti discorsi sono stati interrotti dai lamenti di coloro che erano picchiati. Dunque
che c'è di strano, se in seguito a tali furti gli osti hanno fatto un furto simile riguardo ai pesi e una
tale cosa non sarebbe stata possibile, se essi non avessero patito queste sofferenze? 46,17. Ma da
questo comportamento derivano delle clamidi, dei pantaloni, e il nome dei nemici, se non anche un
desiderio dei pericoli, chi potrebbe sopportare le pance di questi parassiti che per la loro pigrizia
mangiano grazie alla fatica degli altri? Chi sono questi uomini di cui io parlo? La loro attività
consiste soltanto in questa cosa: dire gli elogi di quelli che vincono quando parlano nei teatri. Infatti
nei teatri queste persone hanno la loro forza perché hanno il dominio sulle persone volgari grazie
alla potenza delle loro voci.E questa stirpe scaglia fulmini nei modi in cui questi individui vogliono,
ed essi sia gridano, sia convincono, e gli altri si trovano nei guai. E ciò che è stato detto male è
terminato. Bisogna onorare costoro o morire. 46,18. In cosa consiste l'onorarli? Nel chiedere e nel
prendere; nel chiedere nuovamente, e nel prendere nuovamente, ed essi o mandano alcune persone a
fare ciò, oppure verranno loro stessi a farlo. E se qualcuno accusa una mancanza di denaro, si
addolora perché non prende denaro in prestito; per questi individui che si sono addolorati c'è una
punizione che avviene nei teatri. Questi luoghi sono aperti a molte persone. E dei soldati corrono a
spegnere il fuoco, gettano del legname, e non permettono che niente resti in piedi, distruggono tutto.
Chi potrebbe sopportare quattrocento lupi? O imperatore, in che modo è possibile anche per gli osti
eseguire gli ordini e non sconvolgere nessuna delle altre cose? Infatti chi pensa che coesistano
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camminare. 46,19. Ma anche se qualcuno negasse queste cose, non è possibile negare quella cosa,
perché i fatti la gridano. Un albergo è indicato a quelli che vanno a cavallo per una strada che o è
lunga, o non è lunga. Questo albergo, io credo, ha bisogno di alcuni letti che devono essere stesi, di
alcune tavole, di alcuni bicchieri sopra queste tavole, di alcuni cuochi, di coloro che scioglieranno i
calzari, di quelli che laveranno, di quelli che porteranno delle prostitute, di quelli che porteranno dei
medici, se ce ne sarà bisogno. Chi saranno quelli che forniranno tutti questi servizi e anche di più?
Questi uomini, gli osti, che vengono frustati. E se qualcuno di costoro cade, o se qualcuno ruba
qualcosa, devono essere loro a pagare.E molti servi sono morti perché si sono imbattuti nella collera
ingiusta di quelli che alloggiavano là,e c'è bisogno di qualcuno che convinca con il denaro i genitori
di costoro ad essere salvati. O imperatore,questo albergo è pagato tutto alle spese degli albergatori e
la maggior parte del reddito che la taverna potrebbe produrre se ne va in quelle spese. Infattti oltre
agli altri beni dei quali essi dicono di essere stati privati, essi non hanno patito nessun danno simile,
e tramite dei lavoratori prezzolati essi vanno dagli albergatori e li picchiano. 46,20. O imperatore,
questo è il momento opportuno per menzionare quelle cose che accadono nelle successioni dei
comandanti militari. Dunque qual è il loro danno? Tavole vuote, botti di vino <vuote>. Il magistrato
che cessa dall'incarico vende alcuni beni, che lui aveva acquisito con un furto, e colui che gli
subentra nell'incarico si impadronisce di questi beni, e rivolge lo sguardo al giorno nel quale lui
stesso restituirà questi beni. 46,21. A queste cose io potrei aggiungere l'aiuto ai mendicanti, e questo
aiuto avviene molte volte in ogni mese; e anche se esso consiste in una spesa, è una spesa volontaria
e che porta gioia a quelli che la fanno. Infatti i comandanti non maledicono quei mendicanti che
prendono qualcosa, ma si rallegrano di dare qualcosa alle mani destre che, per così dire, li guardano,
e alle mani destre di quelli che non li guardano e che vagano per avere questa elemosina. Dunque io
non penso queste cose, ma neppure loro le hanno mai pensate; chi non sa che le colonne nuove
vengono messe al posto di quelle vecchie a danno di queste persone, oppure con delle torture più
crudeli? Infatti entrambe le cose sono di quegli uomini ed è necessario o che essi si trasferiscano in
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quel luogo per le loro attività, oppure che essi,se restano dove sono,facciano ciò pagando un prezzo.
E una cosa molto peggiore di questa avviene per gli acquedotti che ottengono la propria ampiezza
grazie a quegli uomini. E non pochi di loro quando scendono sono vivi e quando sono tirati su sono
morti, e quello che non muore deve rischiare stando sul corpo di un altro, e di nuovo deve ottenere
un compenso grazie al corpo di un altro.46,22.Dunque si deve dire ciò che ha superato anche tutte le
altre sventure. Questa cosa è il tributo insopportabile che viene pagato, denaro e oro, ed esso fa in
modo che le terribili feste quinquennali facciano paura quando arrivano. Infatti il loro nome è bello
per i commercianti che hanno questo mezzo per guadagnare,ma quegli uomini le cui mani a fatica si
procurano il pane, si servono del mare per fuggire e muoiono. Neppure il calzolaio sfugge a ciò. Io
ho visto molte volte questi calzolai che sollevano il loro coltello verso il cielo e giurano che tutte le
loro proprietà risiedono in quel coltello. Tuttavia questa azione non li allontana da quelle persone
che insistono e abbaiano soltanto, ma non mordono. 46,23. O imperatore, questa circostanza rende
più grande la schiavitù perché allontana dalla libertà quelli che sono venduti dai loro genitori, non
affinché la loro cassa riceva il prezzo, ma affinché essi vedano questa cassa che va verso la mano
destra di colui che li incalza. E nessuno deve pensare che io dica questa cosa, cioè che essi non
dovrebbero prendere niente, perché la guerra richiede del denaro, grazie al quale è possibile sia
prevalere sui propri nemici, sia salvare i propri sudditi, ma dico che bisogna guardare quelli che
portano questo denaro, e bisogna guardare anche da dove essi portano questo denaro. Ed è
opportuno che colui che riscuote il denaro guardi anche se può fare qualcosa in modo che gli
oppressi sopportino la riscossione; come colui che rivolge e controlla le misure fa questa cosa
riguardo al tributo. O imperatore, colui che si occupa della guerra non dovrebbe cercare con molto
impegno di reclutare uomini che hanno più fame che forze. 46,24. Dunque quando c'è un simile
compenso non bisogna cambiare niente, ma non bisogna permettere gli altri danni. Tu troverai che
quel danno che dirò è il più ingiusto di questi danni. Infatti come potrebbe essere giusto che coloro
che hanno il potere siano ospitati a dei banchetti e paghino la metà del prezzo, e che il ricco riceva
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quei beni che sono del povero, e renda se stesso più felice della condizione in cui si trova, renda il
povero più infelice, rivolga al suo patrimonio i beni dati da te, mangi le carni delle persone umili,
dorma dopo un tale pasto e chiami degli amici a godere dei beni che sono di altre persone? 46,25.
Poi a un ladrocinio tanto grave, e a questi mali essi hanno dato un nome di servizio, come se
togliessero una parte del danno a quelli che sono danneggiati in questo modo, come se qualcuno
definisse amicizia l'adulterio. Ed essi non si nascondono quando si informano riguardo a questi
guadagni dai cuochi. Se qualcuno accusa pubblicamente un privato cittadino di volere ottenere
questi vantaggi, il giudice dovrebbe respingere queste parole, definendo il caso come un abuso. E
tuttavia essi non potrebbero imporre una punizione per queste cose, ma osano compiere queste
ingiustizie e dicono che correggono gli altri. 46,26.Dunque, o imperatore, cosa viene dimostrato da
tutte queste parole che io ho detto? Viene dimostrato che quest'uomo eccellente che ha visto molte
volte il Tevere,e che ha bevuto dalle sorgenti di Roma,non avrebbe dovuto toccare le misure prima
di liberare gli osti dall'attacco. E Florentios avrebbe dovuto chiamare gli osti e avrebbe dovuto
apprendere da loro, che piangevano, gli attacchi che erano stati fatti, non alle loro vigne, questa fu
l'azione degli Spartani, ma anche al loro vino e alle loro botti. Lui ha evitato di fare ciò che sarebbe
stato giusto, mettere fine a quei danni, poi controllare gli osti, ma lui è arrivato al secondo
provvedimento, dopo avere tralasciato il primo. 46,27. È facile dire: “tu devi picchiare, e un altro
deve fare la stessa cosa,e un terzo, e un quarto, e un quinto devono fare la stessa cosa” e fare il male
di quindici braccia. Ma Florentios avrebbe dovuto presentare delle lettere e dichiarare queste cose,
cioè che gli osti non dovevano fare ciò che facevano in quel momento, dopo alcuni giorni avrebbe
dovuto chiamare di nuovo quelli che erano stati danneggiati, e avrebbe dovuto sapere da loro come
era stato il loro tempo dopo quelle lettere, e se qualcuna di quelle azioni colpevoli che erano state
compiute era stata corretta, e così avrebbe fatto rispettare le regole in modo preciso e avrebbe
ritenuto cattivi quelli che si erano comportati male senza avere sofferto nessun dolore. 46,28.Tu
devi evitare che quelli che disprezzano le leggi compiano delle ingiustizie impunemente, devi
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sottoporre alla punizione coloro che non hanno permesso di onorare le cose giuste, e tu devi
aggiungere alla natura quelle cose che sono proprie della necessità, e le frustate e le azioni ingiuste
dei bevitori devono avvenire lo stesso giorno. In queste ingiustizie sono stati coloro che hanno
frustato e che sono andati verso simili coppe. E le loro mogli hanno pianto, mentre loro ordinavano
di versare di nuovo del vino. Così le tue frustate non avevano senso; infatti tu ti sei indignato perché
non hai dato nessun aiuto e non hai reso migliori quegli individui. 46,29. Ma le frustate per te sono
un prologo. Infatti si dice: “Florentios si è difeso facendo delle accuse e quando gli è stato chiesto
che cosa ha causato le grida, ha detto: “il comportamento di quelli che hanno gridato: tra loro sono
quei rivoltosi che attraggono anche quelli che sono capaci di comportarsi bene”. E che c'è di strano
nel parlare di coloro che provocano questi sconvolgimenti? Tu chiedi: “da dove è cominciata la
rivolta?”. Ed essi hanno risposto:“da quelli che amano le rivolte”. E se tu chiedi a qualcuno: “come
fu conquistata la città di Ilion?”, sentiresti parlare delle prodezze di coloro che hanno fatto una
spedizione militare contro di essa, e se tu chiedi: “Per quale motivo Sparta era onorata?”, sentiresti
parlare delle leggi di Likurgos, e del fatto che Xerxes avrebbe gradito, se si fosse salvato, avere gli
Ateniesi e la loro flotta. Se qualcuno ha detto queste cose riguardo a Lesbo, e anche il proverbio le
ha dette,deve essere picchiato?Se ha detto qualcosa riguardo a Sifno,ci sarebbe bisogno dei bastoni?
E adesso non sarebbe giusto lodare coloro che si sono mossi in modo disordinato e hanno rovinato
la grazia del teatro come se essi avessero visto uno spettacolo in modo onorevole. Dunque non è
stato neppure costui che ha dato un nome non adeguato, ma questo nome è nato in seguito a questi
fatti. 46,30. O imperatore,io vorrei che la reputazione della città diventasse migliore per tutte queste
cose e che non fosse possibile con nessun mezzo evitare questa cosa,il dare l'impressione di ricadere
nelle rivolte. Nessuno potrebbe cancellare né Dometianos, né Theophilos, né tutte quelle cose meno
importanti che riguardano noi.E tu sei diventato più glorioso grazie a questa cosa,ma noi Antiocheni
siamo stati danneggiati nella nostra reputazione, e noi ringraziamo che la nostra città non sia stata
distrutta. Quell'imperatore della Pannonia che ha torturato molti uomini con molte frustate quale
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fama ha dato alla plebe? E non è la fama dovuta all'insubordinazione della plebe? 46,31. Alcuni
ritengono che i danzatori siano una sventura per la città, perché a causa dei danzatori molti uomini
diventano pigri, molti diventano dissoluti, molti diventano uccisori dei loro padri, molti ritengono
felici <se stessi> se essi possono giacere con questi danzatori vicino alle porte, e se essi sono
collocati nelle condizioni degli schiavi, dunque coloro che definiscono come una ferita della città
quegli affetti nei confronti dei danzatori, dai quali provengono delle parole scellerate, pensano le
cose più giuste riguardo a loro oppure pensano le cose più spiacevoli? Io credo che pensino le cose
più spiacevoli. Dunque in che modo questa cosa non ha provocato la rovina dell'oste? Oppure qual è
quella legge che impedisce che le sventure danneggino soltanto l'oste? 46,32. Io mi meraviglio se lo
stesso Florentios definendo “rivolta” quel movimento di allora ha sbagliato la parola, e lui ritiene
che colui che ha parlato abbia fatto ribellare quelli che in quel momento erano nel teatro e non
hanno avuto nessuna esitazione a ribellarsi. E non c'è stato nessun discorso da parte di costui che
abbia esortato quegli individui, ma lui sarebbe stato arrestato, e c'erano queste attese per lui se
avesse fatto delle accuse. Dunque tu hai ritenuto che quell'uomo fosse un traditore di se stesso,
affinché nessuno sentisse parlare male di quelle notizie che erano vere riguardo a coloro che hanno
causato la rovina della città? 46,33. E che c'è di strano nell'accusare un imputato e nell'accusare un
uomo che è sottoposto a un processo? Infatti già in passato qualche timoniere ha tolto il sonno a un
marinaio con una ferita, è stato coinvolto in un processo, e ha avuto come sua unica difesa l'accusa
e il dire questa frase: “lui non stava spingendo,il suo remo non faceva nessuna azione, e la sua mano
stava nella presa in modo inutile, la sua mano accompagnava la nave, ma lui russava senza dare
nessun contributo”. Queste parole sono state il discorso di difesa del timoniere. 46,34. E già in
passato un comandante militare ha ucciso un soldato vile, dopo averlo sorpreso, perché questo
soldato rendeva gli altri soldati peggiori del comandante e simili a se stesso. E pertanto il
comandante se fosse stato processato avrebbe potuto fare un lungo discorso contro quel soldato che
era morto dicendo il suo colorito,la sua paura, il suo tremore, il suo non fare niente, il suo ostacolare
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gli altri, il suo dare gioia ai nemici, il suo essere un impedimento, e il fatto che la sua morte sia stata
un incitamento per gli altri. Chi potrebbe biasimare il comandante militare che avesse fatto questo
discorso di difesa? Chi potrebbe non elogiare il suo omicidio? Chi potrebbe dire che non ci sia forza
nelle parole dette da lui? Dunque che altro sarebbero state queste parole, se non un'accusa? 46,35.
Orestes uccise sua madre, e in quale modo avrebbe potuto fare un discorso di difesa migliore,se non
accusando Klytaimnestra perché lei aveva distrutto i comportamenti giusti del matrimonio e aveva
scelto come amante un ragazzo insolente al posto di un simile marito, come se Agamemnon dovesse
essere punito per quelle sofferenze che aveva patito? 46,36.Tu vorresti che l'oste cercasse una difesa
migliore di questa? Quale difesa? Da dove potrebbe apparire questa difesa? Lui ha cominciato
avendo questo unico discorso di difesa, tu invece di odiare quelli che sono stati còlti nell'essere
malvagi, hai ritenuto necessario che non ci fosse colui che non avrebbe potuto dire niente di bello
riguardo a loro. Infatti lui viene salvato dalla benevolenza degli dei, ma la folla delle persone
peggiori non ha voluto questa cosa. 46,37. Qualcuno dice:“a me è sembrato terribile che una città
intera sentisse parlare male di se stessa a causa di un oste”. Ma se queste cose fossero vere,dovrebbe
sembrare terribile il fatto che la città intera si comportasse male invece che il fatto che qualcuno
biasimasse la città. Infatti il danno più grave è stato il fare quelle azioni che non si dovevano fare e
non il fatto che ci fosse qualcuno che dicesse questa cosa. Pertanto lui ha anche detto che l'accusa
non era a tutta quanta la città, e lui parlava non di tutti gli abitanti, ma solo di coloro che erano nel
teatro. Infatti la parte dei cittadini che non erano in teatro era molto più grande di quelli che c'erano,
e una piccola parte di quelli che non vedevano il teatro era andata al teatro, cosicché qualcuno che
fosse venuto da un altro luogo e avesse visto per la prima volta la città e la sua parte di abitanti che
era seduta insieme per vedere quegli spettacoli che avvenivano sulla scena, probabilmente non
avrebbe detto che la città era molto popolosa. Così se quella espressione è stata detta contro tutti
coloro che erano nel teatro, non è stata usata contro tutta la città. 46,38. Si dice che costui abbia
chiaramente evitato la maggior parte dell'accusa perché ha detto:“alcuni”. Infatti ha detto che queste
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cose avvengono quando alcuni vivono in modo disordinato. Eppure quando lui è stato preso da
quelli che lo hanno arrestato era notte e lui piangeva. Così quelle parole che non sono state dette
sono state dette riguardo a coloro che sono stati malvagi. Infatti lui non è stato visto dal giudice, e
non gli è stata fatta nessuna domanda, cosicché lui è rimasto tra quelli con cui si trovava e ha taciuto
su quelle azioni che riguardavano le misure. Infatti alcune frustate stavano per rendere evidente la
collera dalla quale lui era stato preso. 46,39. Questo è il segno più grande del fatto che questa cosa è
stata così. Infatti a loro non è stato chiesto niente, e loro non hanno risposto niente, hanno dato un
compenso ai medici a favore di loro stessi,hanno ottenuto dei lamenti uguali e hanno detto a mogli e
figli: “andate via, la morte è attesa”. Ma, io credo, Florentios ha adulato la parte peggiore di quelli
che abitano nella città, e ha ritenuto che fossero una dimostrazione di un'ottima carica pubblica le
lodi che sono date dagli individui peggiori, affinché essi dicessero tali lodi ad alta voce. Florentios
ha detto che si sarebbe mosso a favore di queste persone e ha detto che avrebbe ucciso colui che
non credesse che quegli individui fossero simili agli dei. 46,40. E Florentios dice: “Io voglio bene
alla città”. Certamente, e lui lo ha dimostrato con il disonore che ha dato al consiglio cittadino, e ha
ritenuto che ci fosse uno stadio di distanza tra se stesso e il salutare quei consiglieri cittadini, non ha
accettato di fare questo saluto fatto da molti eccellenti governatori che, quando hanno guardato il
consiglio cittadino in questo luogo, si sono alzati in piedi molto velocemente nonostante le mani di
quelli che volevano trattenerli a terra, e nessuna di tutte quelle cose che vengono dall'alto li ha
trattenuti, né la pioggia,né la neve, né il fango,né il rumore dei tuoni, né la luce dei lampi, né la cosa
più importante, le ombre dei piedi che essi avevano al posto dei loro piedi, rovinati dalla podagra.
46,41.Questo non è il comportamento di uno che voglia bene a noi Antiocheni, e anche le azioni che
Florentios ha fatto contro la legge riguardo ai cavalli da corsa non sono state di chi ama noi
Antiocheni, e Florentios ha causato una fatica nel godimento dell'erba, quando i cavalli la
desideravano di più a causa della stagione, a causa tua, Florentios, c'è una privazione, da questa
privazione deriva una rovina. Da questo fatto deriva una povertà per colui che fa dei servizi
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pubblici, la comunità percepisce la punizione per la sua parte. 46,42. La prima azione di chi ama noi
Antiocheni non sarebbe stata il rendere il tribunale più difficile togliendolo a quelli che sono
coinvolti nei processi. Infatti chi potrebbe sopportare le bocche di tanti collaboratori che sono
peggiori delle bocche dei lupi? Essi ritengono giusto ottenere tutte le cose, nessuna misura è
sufficiente per loro, cercano di avere sempre di più, e per loro nessun limite tra quelli che sono stati
collocati in passato resta fisso,ma la follia dei modi in cui si procurano i loro guadagni ha sommerso
quelli che chiedevano le loro decisioni, e il capo dei predoni ha fatto in modo che una persona
diventasse quattro persone. Dunque alcuni banditi sono andati via con le mani piene di stateri e
hanno celebrato costui, ma lui ha usato la clamide per prendere gli stateri, ed è andato via avendo
ancora sete. E a me sembra che tu abbia partecipato a questa raccolta; infatti non si potrebbe
sopportare un misfatto tanto grande, se non ci fosse una condivisione. 46,43. Noi abbiamo un tale
insegnante degli osti, Florentios,che vede alcune cose piccole, ma non vuole vedere quelle cose che
sono più grandi. E se lui avesse ignorato l'empietà riguardo a queste cose, anche così avrebbe
sbagliato perché non avrebbe saputo quelle cose che avrebbe dovuto sapere,ma forse lui riceverebbe
anche un perdono; adesso invece sono presenti coloro che gli hanno parlato, gli hanno fatto
descrizioni dettagliate, lo hanno esortato a prendersi cura di se stesso, gli hanno detto di aiutare il
tribunale, e gli hanno detto che sono più crudeli di quei malvagi monaci che stanno in luoghi deserti
coloro che sono presi tra quelli che arrivano qui per i processi e intendono combattere anche dopo il
verdetto. Florentios, dopo avere ascoltato queste cose, ha inventato un racconto, ed esso è così privo
di credibilità che non potrebbe convincere neppure un bambino. E lui dice che queste azioni non
sono sue, ma di coloro che gli hanno dato degli ordini. 46,44.Io non potrei accettare questo discorso
neppure riguardo ad Aristeides figlio di Lisimachos, e costui accusa una necessità inesistente. Infatti
lui non avrebbe neppure sopportato un simile ascolto. Senza dubbio in qualche modo si potrebbe
dire: “ma i portici mostrano che cosa pensa di fare quest'uomo che vuole bene alla città”. E neppure
i primi portici sono stati di coloro che hanno voluto bene alla città, ma per loro ogni portico è
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diventato una fonte di denaro, e ogni portico per loro è diventato anche una fonte di spese. Infatti le
prime fasi dei portici sono state le distruzioni di alcune case che avevano ospitato molte
generazioni, cosicché essi hanno avuto invece di un'abitazione le ricchezze di quelle pietre. Lo
stesso pensiero porta anche Florentios a queste azioni. E il suo discorso è stato che lui avrebbe reso
più larga questa stessa via attraverso i portici, affinché essa diventasse più larga di un palmo, ogni
tomba è stata scoperta, ogni tomba è stata violata, sono state gettate via le ossa di coloro che hanno
abitato la città in passato, e non c'è stato nessun rispetto per i cadaveri di uomini eccellenti. 46,45. O
imperatore,tu devi opporti a questa cosa, e tu devi avere compassione anche di coloro che giacciono
morti, tu devi fare mantenere a ciascuno di loro le proprie ultime condizioni. Infatti forse non è una
cosa sicura se così tante anime combattono contro la città, e rendere ostili queste anime con
rallegri per quei beni che riguardano i tuoi sudditi, e se io non avessi visto che tu non vuoi che
nessuno subisca nessun torto da nessuno, forse io avrei esortato me stesso a stare tranquillo,e io non
avrei dato un dolore e un fastidio a colui che non mi avrebbe ascoltato volentieri; ma io ho delle
speranze perché il tuo comportamento me le fornisce, e tali speranze sono che tu gradirai quelle
parole che io dirò, e che io ti convincerò e otterrò una reputazione di benevolenza, e io sono venuto
a portare il mio consiglio con gioia e con sollecitudine,e questo consiglio sembra essere tuo, più che
mio, perché tu dai forza alle parole che vengono dette aggiungendo la loro realizzazione, e senza
questa cosa, il discorso sarebbe inutile. 47,2. Dunque o imperatore, io so che alcuni si adireranno,
questi individui sono quelli che rendono più grandi i loro vantaggi grazie alle sventure delle altre
persone, essi sono numerosi e hanno potere, io credo che essi si arrabbieranno, cercheranno una
vendetta su di me, ma non la avranno, perché la tua persona è protetta dagli dei che ammirano la tua
vita. Infatti tu non vorrai tradire il tuo consigliere, e se tu tenterai di aiutarmi, sarai capace di farlo.
Dunque per quale motivo io dovrei tacere, essendo spaventato inutilmente in una sicurezza così
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grande? 47,3. Io vorrei che stessero bene sia i comandanti di tutti gli eserciti, sia i comandanti dei
reggimenti che sono sottoposti ai primi generali, spero che sia gli uni che gli altri vivano con
serenità, ma non ottenendo dei vantaggi illeciti, né essendo responsabili del compiere tutti i misfatti
alle altre persone.Tali misfatti vengono compiuti adesso in grande numero. O imperatore,tu dovresti
ascoltare e apprendere. 47,4. Ci sono dei grandi villaggi e ognuno di essi ha molti proprietari.Questi
proprietari si rivolgono ad alcuni soldati che sono stanziati in quei luoghi, non per non subire
maltrattamenti, ma affinché essi possano trattare male gli altri. E il loro compenso consiste nei
prodotti della terra: grano, orzo, i frutti degli alberi, oppure oro e il prezzo di una moneta d'oro.
Dunque i proprietari che pagano vengono protetti dalle mani di questi soldati e comprano la libertà
di fare tutto ciò che vogliono. E adesso i proprietari causano delle sventure e delle difficoltà ai loro
vicini, prendono la loro terra, tagliano i loro alberi, rubano, fanno dei sacrifici, uccidono gli animali
e li mangiano. E quando coloro che erano padroni di questi beni piangono vedendo queste violenze,
i proprietari dei villaggi li deridono e gozzovigliano e sono così tanto lontani dal temere che
qualcuno venga a sapere queste cose, al punto che aggiungono delle minacce ai loro misfatti, e
dicono che non rinunceranno a fare altre scelleratezze. 47,5.O imperatore,a te queste cose sembrano
essere terribili, ma non hai sentito le colpe più gravi, se le figlie sono più importanti di capre e di
pecore, e i proprietari dei villaggi non si tengono lontani neanche dalle figlie. Dunque che bisogno
c'è di parlare di percosse, di offese e del fatto che alcune donne trascinino altre donne tenendole per
i capelli? Che bisogno c'è di dire che gli abitanti dei villaggi rendono alcuni pozzi inutili per coloro
che li possiedono per le cose che vi gettano dentro? Che bisogno c'è di dire che gli abitanti dei
villaggi privano i proprietari dei fiumi e tramite i fiumi li privano dei giardini? Alcuni villaggi
mantengono dei soldati in un numero maggiore,altri mantengono dei soldati in un numero minore, e
questi soldati stanno in mezzo ai villaggi per la maggiore parte del loro tempo, e dormono dopo
avere bevuto molto vino e avere mangiato molta carne, e se qualcuno di coloro che hanno patito
ingiustizia essendo addolorato cerca di vendicarsi, se una sua percossa colpisce il soldato,poi questa
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cosa è una rovina per chi ha picchiato il soldato, e lui non ha nessuna giustificazione da nessuna
parte. Lui deve sottomettersi a un soldato completamente ubriaco, e deve sopportare tutte le offese,
ed è necessario che in questa circostanza le leggi non abbiano nessun valore. 47,6. Questo è ciò che
ha trasformato anche degli agricoltori in banditi, ciò ha messo nelle loro mani un ferro e non il ferro
che è amico della terra, ma quello che uccide. Infatti il loro potere aumenta grazie ai soldati che
risiedono là, e la loro audacia riceve un'aggiunta perché le guardie di quel luogo, come dice il
proverbio, vedono e non vedono tali persone, infatti sanno che, se aiuteranno quelli che giacciono,
ciò costerà caro a loro a causa del protettore. E infatti viene dato questo nome a quegli individui
malvagi tanto numerosi, e io credo che questo nome di protettore sarebbe adatto a quelli che con
degli aiuti giusti portano alla sicurezza i deboli che subiscono delle ingiustizie. 47,7. Questa
protezione fa tutto il contrario. Dà forza a quelli che fanno male agli altri. Tra costoro ci sono quelli
che riscuotono il tributo. E io vorrei che qui essi mi aiutassero nel gridare le sofferenze che essi
hanno patito. Certamente questa cosa accadrebbe con le lacrime di quegli uomini che sono diventati
poveri mentre prima erano ricchi. E tu, o imperatore, chiedi di sapere: “In che modo queste cose
sono avvenute?”. Quelli che hanno questo lavoro e questo servizio vanno a riscuotere il tributo in
questi villaggi che sono difesi dai comandanti militari. Poi essi chiedono il tributo la prima volta in
modo gentile e a voce bassa, ma quando vengono disprezzati e vengono derisi essi parlano con
indignazione e a voce più alta, come è normale che facciano quelli che non ottengono delle cose
giuste. Poi essi minacciano i capi dei villaggi,ma fanno questa azione invano perché essi sono meno
importanti di quelli che sfruttano i villaggi. Poi gli esattori mettono le mani addosso ai capivillaggio
e li arrestano. Ma i capivillaggio mostrano che hanno delle pietre dalla loro parte. 47,8. Dunque gli
esattori ricevono delle ferite, invece che dei guadagni, tornano in città, e mostrano quello che hanno
sofferto con il sangue che è sui loro mantelli. Ed essi non hanno nessuno che si adirerà in loro
favore, infatti il potere di colui che ha preso il compenso della protezione non permette ciò, ma gli
sventurati si sentono dire che essi devono pagare oppure devono essere frustati finché cedono. Essi
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hanno l'obbligo di fare ciò, rinunciano alle rendite delle loro proprietà agricole, hanno paura di altre
ferite, e poiché non hanno né oro, né argento, vendono le loro schiave lamentandosi, vendono i loro
servi, i figli delle loro nutrici, prendono le ginocchia del venditore per supplicarlo. 47,9. Gli esattori
vanno nei campi, non come prima insieme ai loro figli, ma per vendere i campi insieme a coloro che
li compreranno. E viene allestita una tavola comune per loro, e colui che vende vede il prezzo della
sua terra diventare la tassa che deve pagare. Lui va via dai possedimenti di suo padre, talvolta dei
suoi nonni, rivolge il suo sguardo alle loro tombe e li onora con dei baci dati per mezzo delle mani
e lui se ne va ritenendo di avere ottenuto il loro perdono. Poi la sua preoccupazione riguarda il suo
sostentamento, quello di sua moglie e dei suoi figli, e se lui non ha un reddito da nessuna parte, ha
la necessità di chiedere l'elemosina. 47,10. Così un decurione viene cancellato dal consiglio
cittadino, non perché una spugna cancella le sue lettere, ma perché lui non ha più un patrimonio.
Queste cose rendono i consigli cittadini più piccoli invece che più grandi, queste cose li rendono
meno numerosi al loro interno, invece che più numerosi. Queste cose sono un danno per un'intera
città. E se la città va bene riguardo a tutte le sue condizioni,ma zoppica in questa parte, tutti gli altri
successi sono piccoli e danneggiano anche le condizioni dell'impero. Infatti grazie ai suoi sudditi
quell'impero crescerà e avverrà anche la cosa contraria. Certamente i consigli cittadini sono
danneggiati da quelle belle protezioni, le città sono penalizzate dai danni dei consigli cittadini, e di
nuovo i soldati sono penalizzati dai danni di questi consigli cittadini. O imperatore, tu non dovresti
trascurare questi soldati, grazie ai quali è possibile sia vincere, sia non essere sconfitti,sia fare paura
agli altri, sia non avere paura. Tu devi eliminare tali protezioni, e i nostri nemici vorrebbero che
queste protezioni ci fossero. 47,11. Il cercare un protettore non è proprio soltanto di quelle tenute
agricole che appartengono a molti proprietari, ognuno dei quali possiede una parte non grande, ma
anche di quelle tenute agricole che hanno un unico proprietario. E queste tenute si procurano un
soldato mercenario per danneggiare il loro padrone, forniscono al mercenario il suo compenso, e gli
danno quelle cose delle quali esse privano i loro padroni. E anche i villaggi appartengono a uomini
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illustri, e questi uomini sono capaci di rivolgere la loro mano per aiutare quelli che soffrono. Ma, io
credo, essi comprano le forze di alcuni soldati perché cercano di fare del male, non per evitare di
subirlo, si servono di queste forze per un tempo molto lungo, anche contro i loro padroni, sebbene
la loro terra esiga di essere lavorata, ed essi guardano in modo ostile i loro padroni, lavorano la terra
secondo la loro volontà, come se non avessero nessun obbligo, e non toccano la terra se i loro
padroni non li convincono. 47,12. I primi che hanno osato fare queste cose hanno avuto presto molti
individui che li hanno seguiti e sono diventati imitatori di un cattivo esempio. Poi alcuni fanno delle
denunce e delle accuse, ma altri hanno dei protettori che li aiutano con le parole e con le azioni. E il
loro protettore ha un potere maggiore delle leggi, e ciò che si vede è uno spettacolo degno di
compassione. Qual è questa cosa? Le grida dei proprietari per la loro terra, delle lingue arroganti, un
grande numero di avvocati, discorsi giuridici, processi, e vittorie. E il proprietario va via con la testa
china verso il suolo,altri lo seguono deridendolo. Una tale cosa è avvenuta anche a me,o imperatore.
47,13. Alcuni Giudei lavorano la mia terra da molto tempo, essi fanno questa cosa da quattro
generazioni, ed essi hanno desiderato non essere più ciò che erano, si sono liberati del loro antico
giogo, e hanno ritenuto giusto decidere loro il modo in cui io avrei dovuto utilizzarli. Io non ho
sopportato queste ribellioni e mi sono rivolto al tribunale. E il giudice che sedeva a giudicare, dopo
avere saputo chi erano quelli che facevano questi oltraggi, quale persona essi oltraggiavano, e in
quale persona essi riponevano le loro speranze, ha messo in prigione alcuni di costoro con una
doppia detenzione, sia in carcere, sia in catene, e ha ordinato che altri tra loro fossero portati da lui
per spiegare come stavano le cose. E il giudice dopo avere detto queste parole, si è adirato con me
che parlavo di una loro liberazione, è andato via recandosi altrove, ma i coltivatori giudei hanno
fatto ricorso all'espediente usato da molte persone, sono andati alla casa del comandante militare,
che è stata anche lo scudo opposto contro le cose giuste. E hanno dato sia orzo, sia grano, sia anatre,
sia foraggio per cavalli. 47,14. Il comandante militare ha ordinato di rilasciare quelli che avevano
lasciato il proprio posto, e il giudice ha obbedito a lui e gli ha fatto questa promessa. E il giudice è
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diventato quello che non era, e non è stato più quello che era, è diventato un avvocato difensore
invece che un giudice. Dunque lui ogni giorno mi trascinava in un tribunale con la sua sentenza,
mandando un messaggero dopo l'altro, voleva che io fossi già lì,mi biasimava perché non ero ancora
andato, si è affrettato a fare un favore che era ostile agli dei. E in questo modo era chiaro che lui
trascurava la giustizia per il favore ingiusto, cosicché quelli che andavano da lui di notte hanno
detto ai miei amici quando li incontravano che il mio processo era già stato deciso, e che la vittoria
sarebbe stata dei miei avversari. 47,15. E nel giorno successivo si è dimostrato che questa situazione
era così. Infatti gli avvocati che erano dalla mia parte si sono sentiti dire che essi dovevano tacere
anche se avevano molte argomentazioni valide, mentre gli avvocati che erano con i miei avversari
non avevano nessun punto debole,anche se le loro argomentazioni erano deboli come ombre. È stato
emesso il verdetto,ed è stato quello che volevano l'elmo e la corazza, colui che ha emesso il verdetto
ha accusato se stesso, infatti la sua coscienza non gli ha permesso di stare tranquillo, e a quelli che
andavano da lui, anche se non gli facevano nessuna accusa, lui giurava con tutti i suoi giuramenti
che senza dubbio era stato emesso il verdetto corretto. Infatti lui ha ritenuto che fosse un male
minore l'empietà verso gli dei e non il dire qualcuna delle cose che il comandante militare voleva
che fossero taciute. 47,16. E io ritenevo che il comandante militare dovesse temere il danneggiare
la giustizia, più del fatto che alcuni sapessero che era stato lui a ordinare queste cose. Ma se queste
cose sono giuste perché lui si dovrebbe vergognare per esse? Se esse sono ingiuste, perché lui le
desidera? Ma se ciò che è giusto non è stato mantenuto riguardo a me che ho faticato moltissimo
negli studi di retorica, che sono stato onorato dalle lettere mandate da te, e che avrò il supporto
derivante dal dolore dei miei ex allievi, cosa bisogna pensare che avverrà alle altre persone, che non
hanno nessuna di queste cose? 47,17. Dunque io ho detto queste parole per dimostrare che molte
famiglie sono state scosse da queste defezioni dei contadini. In ogni città ci sono tali contadini, tali
porte, tali compensi, tali accordi, tali guadagni, tali punizioni, tali gioie, tali tristezze. E infatti quelli
che non possono compiere simili soprusi vanno via da altri campi, non pochi di essi lasciano le loro
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mogli e i loro figli e vanno da quelli che li proteggono, e questi protettori sono simili a torri, per
usufruire del loro potere contrario alla legge. E se l'accusatore diventa uno dei seguaci del
comandante militare, il comandante militare gli dice che si prenderà cura di colui che è stato
accusato, e se ne va dopo avere abbattuto l'accusatore. 47,18. A chi spetta il mettere fine a questi
sotterfugi? A chi spetta il mantenere le proprietà agricole a coloro che le hanno ricevute? È compito
tuo, o imperatore. È opportuno che questo dono venga da parte tua. È un tuo compito anche il patire
qualche dolore, il curare questo dolore e non trascurare l'invidia che avanza. Questa cosa è stata
trascurata per molto tempo in un modo anche troppo grande, ed è necessario mettere fine ad essa in
qualche modo. 47,19. Dunque qualcuno mi farà una domanda riguardo ai contadini, se essi potranno
procurarsi degli aiuti. Io direi che i contadini potranno procurarsi gli aiuti che non sono ingiusti, ma
non potranno procurarsi gli aiuti malvagi. Gli aiuti giusti sono dati dagli dei, ed essi si possono
ottenere tramite preghiere e onori; poi ci sono gli aiuti ingiusti, quelli che avvengono per mezzo
dell'acqua che, se viene respinta, causa dei danni, e se viene ricondotta al suo alveo potrebbe essere
utile. I contadini potrebbero rendere i loro proprietari più benevoli verso di loro cosicché i
proprietari tralascino alcuni debiti che i contadini hanno, e i proprietari diano altri beni ai contadini,
e se i contadini in qualche modo hanno bisogno di un processo tra di loro,possono andare dal loro
proprietario, a meno che non ci sia bisogno di un'autorità maggiore. 47,20. Non bisogna fare ricorso
a tutti gli aiuti, se gli aiuti non sono conformi alla legge e se gli aiuti fanno in modo che io non sia
più padrone dei miei beni. O imperatore, noi abbiamo delle città vicino ai confini con i barbari.
Dunque se una città è danneggiata da una discordia e da una litigiosità, e chiamerà come alleati i
barbari che sono vicini ad essa, farà un'azione insopportabile,<o> farà un'azione bella, degna di lodi
e non di una punizione? A me sembra giusto anche distruggere questa città, e mi sembra giusto che i
suoi cittadini abbiano in essa una tomba, affinché non ottengano simili vittorie. Infatti se la città
doveva vincere con qualche sostegno,questo sostegno doveva venire da dentro la città e doveva
essere dato dai suoi cittadini.47,21.Infatti non è neppure giusto che uno schiavo,se ritiene opportuno
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esigere una punizione per i maltrattamenti che lui ha patito, rivolga il suo sguardo a un certo
individuo o a un altro individuo, e vada a supplicare uno che non è il suo padrone, tralasciando il
suo padrone Infatti non è che uno schiavo può appartenere al suo padrone e attribuire un'importanza
non piccola a colui che gli ha dato un aiuto, suddividendo in parti la sua benevolenza, suddividendo
in parti i servizi del suo corpo. E infatti è necessario che lo schiavo ottenga giustizia, ma deve
ottenerla tramite il suo padrone; se la ottiene tramite qualcun altro, spesso è un modo per privare il
padrone del suo schiavo, e il padrone viene disprezzato perché l'aiuto viene dato allo schiavo da un
altro individuo. 47,22. Si dice: “dunque cosa succede se colui che possiede il campo è incapace di
fronteggiare la situazione difficile, e se c'è bisogno di un uomo più forte?”. Il contadino deve parlare
con il padrone, il padrone deve parlare con l'uomo più forte. Tu, contadino, sei di quel padrone, e
quel padrone deve fare la richiesta. E in questo modo tu otterresti un vantaggio, e quel padrone non
sarebbe danneggiato, perché l'ordine riguardo a queste cose resterebbe fissato. Infatti se fosse così, i
militari che stanno vicino alla terra non ascolterebbero e non collaborerebbero con questi contadini
che vivono lontano dalle città e vivono insieme ai buoi, non presterebbero attenzione ai padroni di
quei contadini, e non riterrebbero giusto ricevere qualcosa dai contadini e qualcos'altro dai loro
padroni, e ciò non sarebbe giusto anche se questi beni fossero la stessa quantità. Non è la stessa cosa
se i padroni danno qualcosa a uomini potenti a favore dei loro lavoratori, oppure se i lavoratori
danno qualcosa contro i loro padroni. Infatti la prima azione rafforza i possedimenti dei proprietari,
mentre la seconda azione non permette che essi siano fiduciosi, come se i loro fondamenti fossero
incerti. 47,23. Eppure non pochi di questi proprietari terrieri hanno il potere grazie al quale possono
aiutare altre persone. Dunque come è possibile che questo loro potere non sia sufficiente per aiutare
sia i contadini, sia le loro attività, e i comandanti militari hanno ottenuto la loro preminenza grazie a
questi contadini? Infatti, se i contadini ottenessero l'aiuto tramite i loro padroni, i contadini non
penserebbero di avere in futuro i beni dei loro padroni anche contro questi padroni. Ma è stato
possibile per i contadini, quando lo hanno voluto, agire contro i primi cittadini, poi contro altri
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innumerevoli cittadini, nei modi che ho raccontato prima. Per questo motivo essi ritengono che
quelli che hanno un potere giusto, ma privo di armi, siano delle nullità. 47,24. Si dice: “Non c'è
niente di terribile se i contadini si procurano dei protettori”. E però non è questa <la cosa che> è
stata dimostrata nel discorso che ho fatto riguardo agli schiavi. Io devo dire questa cosa anche
riguardo ai contadini. Infatti se ai loro padroni viene tolto il potere su di loro ad opera della divinità,
è meglio che i contadini vivano nella loro debolezza e sopportino la propria sorte, invece che essi
traggano dei vantaggi da questo potere e critichino i loro padroni, perché anche una donna che
appartenesse a due uomini sarebbe più potente, ma non si potrebbe approvare una donna che avesse
un uomo per il matrimonio e un altro uomo per l'adulterio. E spesso avviene che l'adultero sia anche
molto più ricco e da parte di costui quella donna potrebbe ottenere una quantità di beni molto
maggiore di quella che proviene da quel marito che l'ha sposata con un matrimonio legittimo.
Dunque forse noi sopporteremo che la donna dica che non è la stessa cosa avere un marito o averne
due, né avere un marito grande e uno piccolo, né avere un marito bello e uno brutto? Così sarà
distrutto il legame più importante che tiene insieme la vita, la legge che riguarda i matrimoni. 47,25.
E qualcuno di quelli che adulano i comandanti militari farà un discorso simile a questo, e dirà che i
comandanti militari avranno dei redditi inferiori, se si metterà fine a questo flusso di denaro. E cosa
c'è di terribile se finiranno i guadagni che ora arrivano in modo ingiusto? Infatti non bisogna
considerare questa cosa, se i comandanti militari riceveranno dei redditi in quantità minore, ma se
quella cosa è più giusta di ciò che accade ora, e se quella cosa allontana da una cattiva reputazione
quelli che comandano l'esercito.Infatti sarà un vantaggio sia per quelli che commettono l'ingiustizia,
sia per quelli che la patiscono, questi ultimi smetteranno di subire un'ingiustizia, e i primi non
faranno più l'azione ingiusta. 47,26. Si dice che i comandanti militari saranno tristi se sarà impedito
a loro di raccogliere queste ricchezze. E anche i ladri, gli scassinatori, i borseggiatori e quelli che
rubano i beni dalle tombe e quelli che rubano le ricchezze dei templi si indignano per le punizioni
che vengono date a ciascuna di queste azioni. Anche se loro si indignano, le leggi dicono a voce alta
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quali punizioni subiranno i ladri se saranno colti in flagrante. E anche se le leggi non eliminano
completamente il reato, tuttavia eliminano una parte non piccola del reato. E nessuno è così stupido
al punto da osare dire: “o imperatore, noi dobbiamo eliminare quelle leggi che impediscono queste
azioni ingiuste, per non dare dolori a quelli che ottengono la possibilità di diventare ricchi grazie a
queste azioni ingiuste, e affinché noi non diamo l'impressione di invidiare ad alcune persone la loro
ricchezza”. 47,27. Pertanto non deve essere aperta neppure ai comandanti militari una strada per
avere dei guadagni illeciti, e non dobbiamo guardare all'interesse di questi comandanti e trascurare
il gruppo di quelli che hanno piccole proprietà, infatti questo comportamento non protegge la forza
dei Romani e non fa paura ai nemici, se sia di notte sia di giorno c'è bisogno di nuove casse per i
comandanti militari a causa della ricchezza che affluisce a loro, infatti un comandante militare non
potrebbe diventare più bravo per la sua ricchezza, ma per la sua virtù,per la sua capacità, e per il suo
desiderio di gloria e per il fatto che lui teme il biasimo più che la morte. 47,28. E colui che gestisce
questo potere non dovrebbe essere uno che conta un grande numero di talenti, ma dovrebbe essere
uno che ha dei bottini di guerra, che ha dei prigionieri, che ha i trofei, e i nostri padri potevano
vedere uomini simili a questi. Uno di questi comandanti militari, dopo avere guidato moltissimi
soldati per moltissimo tempo, ha comprato con fatica una sola proprietà agricola,e non una di quelle
proprietà agricole che erano lodate, ha avuto undici schiavi, dodici muli, tre cavalli, quattro cani
della Laconia, ma le anime dei barbari avevano paura di lui. Lui ha sposato mia zia, lei gli ha dato
una grandissima dote, e il dono nuziale di quel comandante militare è stato la sua gloria. Lui dopo
essersi sposato non si ubriacava neppure durante la cena, e non si ubriacava neppure quando
comandava i soldati, né invitava gli altri a ubriacarsi, né riceveva questi inviti, ma lui esercitava il
controllo sul suo ventre, non meno che sui suoi soldati. Anche questa cosa rovina i comandanti
militari di adesso, il fatto che essi vivano tra dei beni tanto grandi, e ciò fa in modo che quegli
uomini siano amanti della propria vita, invece che essere amanti del proprio onore e li convince a
fuggire da quei pericoli che sono onorevoli e a ricorrere a quei comportamenti che consentono di
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vivere nel lusso. 47,29. Per questo motivo sarebbe necessario che tutti voi non forniste dei motivi di
ricchezza ai comandanti militari, ma che voi rendeste costoro desiderosi di fare grandi imprese. Ora
i comandanti militari guardano a una sola cosa, le ricchezze, e ogni pretesto che può dare questa
cosa viene preso velocemente da loro, e simili montagne d'oro e d'argento crescono nelle loro case
con oggetti d'oro e d'argento che si sono accumulati gli uni sugli altri, cosicché quando i comandanti
militari ascoltano quelli che sono addetti a questo loro patrimonio non credono di avere una
ricchezza così grande. Ma nei vostri tesori, che, essendo quelli dell'impero, dovrebbero essere più
pieni dei tesori di coloro che li amministrano, si vede quasi tutto il pavimento vuoto, e una piccola
parte di esso è coperta. Voi vedete entrambe le cose e non prendete da quelle persone niente per le
guerre, ma state lontani da quelle loro ricchezze che giacciono,anche se c'è un pensiero che vi esorta
a prendere quelle ricchezze. 47,30. Io chiederei volentieri ai comandanti militari di fronte a questo
tuo trono che cosa vogliono fare con quella loro grande quantità di ricchezze e quale sia il senso di
quei cumuli di ricchezze. Infatti essi non potrebbero dire niente né delle loro figlie, né dei loro figli,
né dei matrimoni delle loro figlie, né dei matrimoni dei loro figli, né potrebbero dire un'occasione
che li porti a essere consoli, né potrebbero dire nessuna altra spesa che sia irreprensibile. Dunque
deve essere costretto a fare quella spesa anche colui che non la vuole, e non penserebbe questa cosa
neppure in sogno, se fosse al sicuro. Così se qualcuno ritenesse che voi imperatori siate poco
importanti, sarebbe un benefattore più che se lui desse tutte le sue ricchezze. 47,31. Ma se i
comandanti militari non possono non prendere queste ricchezze, ed è inevitabile che loro facciano
cose sbagliate,molti fiumi di denaro vanno verso di loro,partono da molte sorgenti e spesso le azioni
di questi fiumi di denaro fanno diventare ogni comandante ricco come Midas e come Kinyras. È
tanto grande il denaro che proviene dai collaboratori dei comandanti che lo danno ai comandanti,
cosicché i comandanti possono prenderlo, altrettanto è il denaro che proviene dal cibo dei
battaglioni. I comandanti militari possono fare in modo che colui che è morto torni a essere vivo e
possa mangiare con loro a nome di colui che è morto. 47,32. Ci sono ricchezze grandi come il fiume
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Pattolo che sono maggiori di queste altre ricchezze, che pure sono grandi, quel denaro potrebbe
giustamente restare nelle mani dei soldati, ma esso si trasferisce in quelle dei comandanti militari, e
per questo motivo il combattente diventa povero e più triste e porta delle scarpe a pezzi e un
simulacro di mantello. Spesso il suo pagamento viene dal suo ventre, cosicché i soldati portano in
battaglia dei corpi che sono affamati. 47,33. Sono stati trovati anche altri espedienti che non sono
peggiori di una miniera d'oro. Il consiglio cittadino tarda nel fare un pagamento che non è antico, e
tuttavia va avanti da un po' di tempo, poi questa cosa causa una collera, poi ci sono riconciliazioni
con il denaro.E del denaro viene anche da questa vicenda; un soldato provoca un commerciante, lo
schernisce e lo insulta con le parole, lo prende, lo trascina e lo maltratta. Poi forse anche il
commerciante tocca il soldato in qualche modo,ma le azioni che vengono fatte non sembrano essere
uguali, infatti in simili circostanze il commerciante non può rivolgere né una voce né una mano
contro un soldato, e colui che è costretto a soffrire viene arrestato, sta nelle carceri, e compra la
possibilità di non essere picchiato fino a morirne. Molte cose simili vengono seminate e vengono
raccolte ogni giorno, ma sono piccole in confronto a quella che sarà detta adesso. Ed essa consiste
nelle vendite degli incarichi pubblici, nell'argento, nel carico trasportato da alcuni cammelli. E io
tralascio quelle ricchezze che ogni anno passano dalla tua casa imperiale alle case di quegli uomini.
47,34. Dunque che bisogno c'è, dopo una pioggia tanto grande di guadagni, di rendere sventurati
degli uomini che non hanno niente se non le loro proprietà agricole? Che bisogno c'è di collaborare
con quelli che rendono più grandi le proprie ricchezze con un espediente empio? E anzi molti sono
ingiusti, infatti neppure quelli che provengono dagli eserciti sono giusti, ma costui è molto più
ingiusto. Mio padre o mia madre, o i genitori di questi miei genitori, mi hanno lasciato una proprietà
agricola, oppure io stesso ho comprato questa proprietà agricola, e in essa ho avuto dei coltivatori
che si sono comportati bene e hanno onorato la Sorte per gli atti di benevolenza fatti da me. Poi tu
dopo avere preso costoro li rendi furiosi, susciti delle guerre inattese, e fai in modo che degli uomini
rispettabili diventino poveri. 47,35. Ma questi comandanti militari non metterebbero mai nessun
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freno alla loro insaziabilità di propria spontanea volontà, o imperatore, la faccenda ha bisogno della
tua saggezza e della tua posizione; infatti soltanto tu potresti essere un medico di questa ferita che
non è sopportabile. E tu non pensare che sentirai parlare da parte mia di una legge che tratterrà
alcuni e porterà un aiuto ad altri. Infatti questa legge esiste, ed è stata scritta, è vigente, e ha come
legislatore colui che ha eliminato un'usurpazione, e ha spento la fiamma degli Sciti, e la mia parola
più importante di fronte ai misfatti che sono stati compiuti,è che l'imperatore “simile a un dio”,come
direbbe Homeros, parla a favore del mio discorso per mezzo della sua legge, e l'imperatore è simile
a un dio nell'anima più che nel corpo. 47,36. Dunque per quale motivo io adesso mi sono dato tanto
da fare, quando c'è una legge riguardante questi argomenti, e questa legge esiste da molto tempo?
Perché è una cosa ridicola non l'avere fatto una legge, ma il fatto che essa sia stata scritta invano.
Infatti essa è stata scritta invano,invano, o imperatore,se ci sono quelli che vanno dai loro protettori,
e i loro protettori li ricevono, e se ci sono quelli che non cercano dei protettori che combatteranno
insieme a loro, e ci sono altri che fanno questa cosa. E le azioni che sarebbero fatte,se nessuna legge
diffusa, e il suo nome è presente ovunque. 47,37. Io ti chiedo di applicare la legge punendo quelli
che non la rispettano. Oppure qual è il vantaggio di quelle lettere della legge, se esse non sono
affatto diverse dagli uomini raffigurati e dai quali non potrebbe venire nessuna azione? Questa cosa
è un danno per i sudditi degli imperatori,ma non è una bella cosa per l'imperatore che ha istituito la
legge,se questa legge sembra essere priva di validità. Ma colui che trasgredisce la legge di qualcun
altro sarà punito, e colui che violerà la tua legge ne esce indenne? Il trasgressore rispetta altre tue
leggi, ma sarà più forte di te riguardo a questa tua legge, anche se tu hai questa tua opinione, e hai la
porpora? 47,38. Tu devi applicare la legge, e devi fare in modo che la legge sia davvero tale e non
sia una mera definizione. E se tu non vuoi questa legge, dovresti cancellarla. Infatti è meglio se una
legge non esiste per nulla invece che se essa esiste e viene disprezzata. E forse io non potrò mai
vedere che ciò avvenga, ma spero che questa legge resti immortale insieme alla tua stirpe e spero
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che con la punizione di quelli che hanno commesso dei torti gli avvenimenti futuri diventino
migliori.
con quanti discorsi a vostro favore io mi sia rivolto durante tutto questo tempo e a quante persone,
non soltanto a quelli che hanno degli incarichi pubblici che sono inferiori agli imperatori, ma anche
al migliore di quegli stessi imperatori. E se io ho dato un dolore ad alcuni uomini potenti con le
parole che ho detto in modo sincero, tuttavia mi è sembrato che la sicurezza che avrei ottenuto con
il silenzio sarebbe stata più terribile del male che avrei sofferto dicendo delle cose giuste;ma poiché
la circostanza richiede che io parli a voi a favore di voi stessi, io non tralascerò questo compito, e
penso che sia da stupidi il credere che altri uomini facciano del bene al nostro consiglio cittadino, e
non convincere questo consiglio cittadino a provvedere alle sue stesse esigenze. 48,2. Io mi aspetto
che voi sarete infastiditi da me, anche se io sono venuto a portare un'opinione che contiene qualche
utilità. Infatti gli esseri umani per loro natura preferiscono quei complimenti che portano un danno e
non le parole che sono utili e che contengono dei rimproveri.Ma io non mi sono comportato così nei
confronti degli altri, e adesso non mi comporto così verso di voi, e questo atteggiamento sarebbe
proprio di uno che è odiato e che vuole ottenere delle punizioni, mentre il mio atteggiamento è di
uno che ha ottenuto giustamente degli onori e che potrebbe restituire dei compensi in cambio di
questo onore. E io spero che gli dei, che abitano la nostra città possano concedere che ci sia qualche
utilità nella mia esortazione, e che coloro che la ascoltano siano convinti a obbedire a me e si
prendano cura di quelle cose che loro hanno trascurato. Dunque se voi dimostrerete che il consiglio
che io vi do è inutile, per me sarebbe un vantaggio sufficiente l'avervi dato il mio consiglio. 48,3.
Quando il consiglio municipale della nostra città era grande, esso aveva seicento uomini. Questi
consiglieri facevano dei servizi pubblici con i loro patrimoni, ed erano altrettanti quelli che
eseguivano ciò che era stato ordinato mediante i loro corpi. Questa situazione lodevole è rimasta
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intatta nella nostra città fino al regno di un certo imperatore, dopodiché non è più stato così, molte
distruzioni provenienti da molte origini hanno danneggiato il nostro consiglio cittadino. Dunque
ogni anno è passato togliendo sempre qualcosa alla popolazione del consiglio cittadino. Ed è stato
possibile vedere che altri individui hanno coltivato le proprietà agricole di questi consigli cittadini e
la parte restante del consiglio cittadino è diventata più debole per due motivi: perché esso non è più
tanto grande come era in precedenza nel suo numero e perché le ricchezze dei suoi membri sono
diminuite. 48,4. E che bisogno c'è che io stesso riferisca quelle cose che sono state dette spesso da
voi nei tribunali? Questo lamento di molte bocche è stato ritenuto giusto. Voi avete parlato in modo
solenne e non sbagliato di tali sventure, ma riguardo alla correzione di queste situazioni difficili io
trovo che voi non abbiate avuto un impegno e uno zelo adeguati. Infatti dopo che avete detto: “noi
siamo morti, siamo rovinati, eravamo seicento, oppure per Zeus, un numero doppio di seicento,
adesso non siamo neanche sessanta”,qualcuno ha aggiunto poche sillabe riguardo al fatto che alcuni
membri del consiglio cittadino devono essere indicati dal governatore, voi siete andati via, e avete
dato a molti la possibilità di dire di voi in modo opportuno: “essi si liberano della loro
responsabilità, e dicono di avere bisogno di un'aggiunta, ma agiscono affinché questa aggiunta non
avvenga, ed essi vogliono che resti il motivo dei loro lamenti, affinché essi abbiano un perdono
anche quando fanno azioni ingiuste, e al contempo essi temono di avere delle persone che
condividano i loro guadagni oppure hanno paura del fatto che alcuni mostrino di essere più capaci
di loro, e ottengano un potere maggiore del loro”. 48,5. Io non sono d'accordo con questo discorso,
ma so questa cosa, che la pigrizia, se non anche la malvagità, ha fatto in modo che gli aiuti fossero
pigri. Voi direte: “Noi abbiamo parlato spesso di questi argomenti, ma non abbiamo mai avuto
nessuno che ci abbia dato ascolto”.Ma voi non avete parlato di un simile argomento nel modo in cui
avreste dovuto parlare, né con tutta la vostra energia, né con tutta la vostra forza, voi non avete
neppure alzato la voce, non vi siete gettati in ginocchio, non avete versato delle lacrime e non avete
reso evidente con le vostre risposte che voi non avreste sopportato queste cose, e avreste percorso le
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strade di altri.Noi sentiamo dire che questi Galati hanno fatto molte cose simili a queste,quando essi
non hanno potuto convincere Konstantios con le loro parole, si sono gettati per terra, hanno pianto e
al contempo lo hanno tirato per i piedi e gli hanno fatto delle richieste,e hanno fatto queste cose fino
a quando essi hanno avuto ciò per cui erano venuti. 48,6. Voi quando poco tempo fa avete mandato
un'ambasceria non avete neppure parlato di questo argomento, il vostro ambasciatore ha portato
delle lettere riguardo a cavalli, denaro, terra, e grano, e alcuni argomenti come questi, e queste cose
sono state una parte non piccola del suo carico, ma riguardo al fatto che la sala del consiglio si sia
quasi svuotata e riguardo al fatto che non ci sono persone giuste per fare i decurioni, il vostro
ambasciatore non ha detto neanche una parola. Eppure quale fatica avrebbe fatto l'ambasciatore ad
aggiungere questo argomento ai suoi molti argomenti? Chi avrebbe ritenuto che voi avreste fatto
un'azione ingiusta, se aveste rivolto le vostre mani in aiuto dei consigli cittadini. 48,7. E, io credo,
voi vi preoccupate poco di queste cose, delle quali invece dovreste preoccuparvi molto. Per questo
motivo ogni pretesto è sufficiente per quelli che vogliono liberarsi dei servizi pubblici. Qualcuno è
un soldato, e di lui non si parla. Un altro porta gli ordini imperiali, e nessuno lo tocca. Un altro è
eloquenza a quelli che sono coinvolti nei processi. Lui è uscito dalla posizione del padre. E quelle
persone che si preoccupano di queste cose devono arrabbiarsi con lui.48,8. E cosa c'è di terribile
nell'attaccare un nemico per uno che fa le azioni giuste verso la propria città? Per quale motivo tu
temi la collera di quegli uomini, ma non hai paura di questa ingiustizia? Oppure se tu vedessi tua
madre che venisse picchiata, tu non ti dedicheresti a difenderla in nessun modo? Tu non ti alzeresti
per difenderla, per fare piacere a colui che la picchia? Allora tu decideresti di sottoporre te stesso al
pericolo più grande, quello che è dato dagli dei, evitando il pericolo più piccolo, quello che è dato
dagli esseri umani. 48,9. Voi avete dimostrato spesso di non avere paura di questo pericolo, e queste
cose sono avvenute in situazioni molto meno importanti di queste. Infatti voi quale parola non dite
per avere un cavallo al posto di un altro cavallo e un auriga al posto di un altro auriga, e affinché sia
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dato più denaro a coloro che si prendono cura degli anziani, e affinché il compenso delle guardie
resti presso i giudici di pace? Cosa non si sente dire? E per voi non è niente di terribile se un
consigliere municipale deve essere espulso, e se deve andare in carcere e restarci. E io so che
talvolta ci sono state alcune frustate. Poi voi avete questa paura inutile in questioni meno importanti
e questa paura è insopportabile riguardo a quelle cose che sono più importanti? E che senso avrebbe
questo comportamento? 48,10. Ma, a parte questo,quando voi dite queste parole, parlate anche della
malvagità dei vostri governanti. Noi siamo stati fortunati, come tutti sanno, perché abbiamo avuto
governanti eccellenti che si sono rallegrati per la sollecitudine dei consiglieri a favore del consiglio
cittadino. Essi certamente non si sarebbero adirati con voi che avete deciso di aiutare il fondamento
dello Stato. Ma voi non siete simili a coloro che comandano su di voi in argomenti simili, voi siete
pigri. E voi deridete quelli che usufruiscono di questa esenzione, ma ognuno di voi vuole dare
pubblico, e, dopo avere nominato un garante, è fuggito. Dunque voi come vi siete comportati? Voi
avete fatto arrestare il garante, che non aveva fatto niente di male ed era stato ingannato, e lo avete
rinchiuso in carcere, e avete avuto una grande collera, e avete fatto delle minacce terribili, e ci sono
stati alcuni che hanno detto: “noi dobbiamo fare a pezzi quell'uomo”, e poco tempo dopo noi
abbiamo sentito dire che l'imputato, libero su cauzione, aveva comprato una carica pubblica
vendendo la casa paterna e aveva aggiunto alla sua proprietà un campo e ne pagava il prezzo con i
misfatti compiuti durante il suo incarico pubblico. 48,12. Dunque cosa avete fatto voi, che scuotete
tutte le cose e che ritenete che il garante sia meritevole anche di una pena di morte? Voi avete
mantenuto un atteggiamento pacifico verso colui che ha commesso un reato e ha fatto un salto così
grande dal consiglio cittadino al seggio di magistrato! E l'imperatore non ha sentito dire nessuna di
queste cose, non le ha sentite dire il prefetto, né nessun altro tra coloro che detengono il potere, ma
voi vi siete comportati come se voi aveste pregato moltissimo per quelle cose che sono accadute.
Qualcuno ha anche detto che lui era stato intelligente. 48,13. E prima di questo avvenimento c'è
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stata un'altra fuga attraverso il mare, ed è stata una cosa stranissima. Un uomo è salpato da Seleucia
per esercitare il comando sugli abitanti della Ionia. E io credo che a lui non mancasse un carro, ma
lui ha avuto paura della terra. E dunque costui che sembrava avere fatto delle azioni terribili e
sembrava avere fatto azioni ingiuste verso il consiglio cittadino, è tornato come un vostro amico e
non ha avuto paura di nessuna delle vostre azioni, infatti non c'è stata nessuna azione contro di lui.
Nelle botteghe la sua fuga è stata commentata negativamente, ma quelli che avrebbero potuto dargli
una punizione hanno trascurato di farlo. Lui è entrato nel consiglio cittadino in modo molto solenne.
48,14. Sono tali le azioni fatte da voi verso il consiglio cittadino, e voi avete imitato le azioni dei
vostri vicini. E infatti i decurioni di Apamea hanno fatto molti favori simili, ed è meglio dire così
invece di dire che hanno venduto questi favori. Essi dicono che onorano Zeus e che inoltre temono
Zeus che vede da vicino tutte le cose, ma non si vergognano di danneggiare la città della divinità. Io
posso dire qualcosa di simile anche riguardo a coloro che fanno i decurioni a Cipro. E infatti costoro
hanno fatto diventare ricco come Mida un uomo malvagio, astuto, e simile a una volpe grazie a
un'esenzione ingiusta e con gli stessi interessi che sono stati dati da quelli che lo hanno reso esente
lui è cresciuto nella sua ricchezza. Io ritenevo che voi Antiocheni foste delle guide riguardo a ciò
che è giusto per i vostri vicini più di quanto voi seguiste i vostri vicini, soprattutto riguardo ad
argomenti così importanti. 48,15.E tuttavia io sento che qui viene detta spesso questa cosa, che c'era
una legge di un imperatore gloriosissimo per la quale tutti coloro che avevano dei nonni che erano
stati decurioni dovevano obbligatoriamente essere inseriti nel consiglio cittadino, anche se erano
nella discendenza femminile.E voi giurate che questa legge esiste e aggiungete anche in quale luogo
si trova questa legge, e io mi fido di voi riguardo a questa cosa. Dunque per quale motivo questa
legge non è stata mostrata? Per quale motivo essa non è stata resa pubblica? Per quale motivo essa
non è stata letta? Per quale motivo essa non ha riempito il consiglio cittadino di membri? Infatti se
c'è la legge, voi avete delle lingue, i magistrati hanno delle orecchie, qual è la cosa che impedisce
che il consiglio cittadino ottenga quelle cose che sono proprie di esso? Io direi il fatto che la povertà
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del consiglio cittadino non causa dolore ad alcuni di voi, dà gioia ad altri tra voi, ed è utile ad altri
tra voi. 48,16. Per questo motivo molti giovani abbandonano questo consiglio cittadino, fanno un
servizio pubblico in altri luoghi, poi se tornano qui hanno un'esenzione grazie alla piccola spesa che
hanno fatto, ed essi non solo ritengono che il consiglio cittadino sia meno importante delle loro
persone, ma diventano anche padroni dei vostri figli senza nessun motivo giusto, infatti per quale
motivo coloro che hanno fatto ingiustizie devono essere padroni di coloro che hanno fatto delle
azioni giuste? E per quale motivo quelli che hanno fatto delle spese piccole devono essere padroni
di quelli che hanno speso molte ricchezze? Ma essi sono padroni a causa delle vostre decisioni
sbagliate le quali hanno prevalso,ed essi nei tribunali stanno seduti e vedono i vostri figli che stanno
in piedi. Perciò non potrebbe avvenire nessuna di queste cose, se qualcuno di voi volesse applicare
la legge, e adesso la legge giace inapplicata, e alcuni vivono in modo dissoluto. 48,17. Voi dite che
ci sarà un tempo che restituirà ai consigli cittadini quei beni che sono dovuti a loro. Ma perché
bisogna aspettare questa cosa, mentre è possibile averla adesso? Tuttavia alcuni si difendono e
menzionano l'impero di Iulianos nel quale hanno iscritto alcuni membri nel consiglio cittadino. Ed
essi dicono:“noi non siamo stati colpevoli di pigrizia quando abbiamo avuto un potere”.Io tralascerò
il fatto che anche in quel tempo i favori ingiusti prevalevano e non pochi individui che sarebbero
stati iscritti giustamente nel consiglio cittadino si sono sottratti a esso. Ma chi non sa questo, cioè
che se anche alcuni avessero voluto fortemente non iscrivere nessuno nel consiglio municipale, ciò
non sarebbe stato possibile? Infatti se l'imperatore avesse concesso questa cosa come un grande
favore, e se nessuno avesse ritenuto giusto ricevere questi benefici, questo comportamento sarebbe
stato un reato, e degno di una punizione, e sarebbe stato un evidente tradimento, e avrebbe dovuto
essere punito. 48,18. Dunque tu non dovresti attribuire alla paura di una punizione queste cose che
sono dovute alla tua opinione. Infatti chi avrebbe potuto sopportare la giusta collera di Iulianos, se
l'elemento principale della sua virtù era il sostenere i consigli municipali, e se qualcuno avesse
ostacolato questa cosa, e avesse fatto in modo di impedire il suo merito più grande e per il quale lui
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avrebbe potuto ricevere il massimo onore? Dunque non devi parlarmi di un obbligo, invece che di
una scelta. A parte la situazione di adesso, quando l'essere pigri è sicuro, questa pigrizia è praticata
da te. 48,19. Si dirà “qual è il vantaggio, se l'imperatore darà il suo assenso, ma ci sarà qualche
impedimento che si opporrà a ciò, e la decisione di costui sarà eliminata?”. Io so da dove deriva
questo discorso. Voi pensate ad Apronios, che esercitava il suo potere da Calcedone fino ai territori
della Cilicia, e voi pensate al fatto che lui ha avuto compassione dei consigli cittadini, ha rivelato
all'imperatore la loro condizione, ha chiesto la loro guarigione, ha convinto l'imperatore con le sue
parole, ma è successo qualcosa che ha fatto cambiare opinione all'imperatore. 48,20. Ma in primo
luogo entrambi hanno un onore non piccolo, sia i consigli cittadini, sia Apronios, i consigli cittadini
perché non hanno taciuto, Apronios perché ha condiviso il loro dolore. Poi bisogna ritenere che
alcuni di quelli che progettavano la fuga sono rimasti perché hanno capito che i consigli cittadini
non erano stati completamente trascurati dall'imperatore. Anche se questa cosa non è avvenuta, sono
state mantenute le prerogative dei consigli cittadini grazie all'impegno che c'è stato per loro, sono
arrivate alla corte imperiale alcune lettere che hanno cercato un aiuto grazie a quei discorsi. 48,21.
Ci sono alcuni che dicono che Iulianos abbia lasciato perdere ciò che voleva fare inizialmente, e
abbia voluto difendere i consigli cittadini per mezzo delle decisioni prese da Balentinianos, ma la
questione non sarebbe ancora in sospeso se i consigli cittadini avessero imitato in modo generale le
decisioni di alcuni di essi. Infatti se fossero arrivate delle lettere una dopo l'altra chiedendo queste
stesse cose, e se l'imperatore avesse visto che era stata danneggiata la radice di ogni città, e se la
terra e il mare avessero fatto questi stessi lamenti, ogni opposizione sarebbe stata sconfitta dal
grande numero di coloro che avrebbero fatto delle suppliche. Adesso invece quelli che fanno delle
richieste sono stati danneggiati da quelli che non hanno fatto le richieste. Dunque è verosimile che
quelli che abitano vicino al Ponto facciano dei rimproveri a noi perché essi non hanno avuto da
parte nostra quegli aiuti di cui avevano bisogno e ancora di più da noi che da altri, quanto più il
nome famoso di Antiochia ha una maggiore importanza. 48,22. E oltre a queste accuse si potrebbe
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rimproverarvi anche questa cosa, il fatto che ogni primavera voi vedete che i figli degli attuali
consiglieri cittadini o degli ex consiglieri cittadini navigano, alcuni verso Berito,altri verso Roma,e
voi non vi arrabbiate,non vi indignate, e non andate dai magistrati a dire quelle parole che sarebbero
opportune. Eppure chi è così lento di comprendonio, o che sia molto giovane, o che sia vecchio
come Kronos, che non possa capire qual è lo scopo da questi individui con il loro navigare? Infatti
essi navigano verso la Fenicia non a favore della giustizia, non per evitare di fare una cosa contraria
alle leggi,e navigano verso l'altra meta, Roma, non affinché essi possano fare qualcosa di utile per il
loro consiglio cittadino mediante le due lingue, ma affinché essi possano conoscere le leggi, come
un modo per sfuggire al loro consiglio cittadino.Ed essi non sono stati ingannati nella loro speranza.
E noi sappiamo dove essi dovrebbero stare secondo la giustizia, e dove invece stanno adesso. 48,23.
Dunque sarebbe necessario che voi, sapendo che queste azioni sono dannose per il consiglio
cittadino, portaste un aiuto a esso. E si dice: “Quale discorso dignitoso potrebbe essere fatto da
coloro che si oppongono a quelli che possono dire: “perché tu, caro signore, dai delle leggi riguardo
alla mia istruzione? Infatti ci sono molte strade per avere questa istruzione, e io percorrerò quella
che vorrò?”. Sarebbe possibile risponderti dicendo che colui che percorre queste strade non fa altro
che gridare che queste strade sono un modo per scappare dal consiglio cittadino.Infatti per colui che
fa il consigliere della propria città ognuna di queste due strade è inutile, oppure se non è inutile, è
poco importante. Lo hanno dimostrato ampiamente quelli che hanno un grande onore e sono arrivati
alla fama senza passare per nessuna di queste due vie. Ma da quali vie sono passati? Sono passati
attraverso quelle vie che adesso sono offese e insultate, ed esse non sono diventate peggiori per la
loro natura, e come potrebbe avvenire questo? Ma sono peggiorate a causa di questi individui
presuntuosi che non ritengono giusto conoscere le loro città. Dunque chiunque si dirige verso gli
studi giuridici, e io potrei dire queste parole anche per altre persone,costui grida che non ama quegli
studi, ma ama i vantaggi che sono generati da essi. 48,24. Certamente tu devi pensare a come tu o
chiuderai quelle strade, oppure tu farai tornare di nuovo queste persone nella sala del consiglio. Le
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considerazioni potrebbero trovare molti modi. Dunque il modo più facile è che il padre o il tutore, o
il ragazzo stesso vada in tribunale e dichiari che se lui arriva al vertice in entrambe le attività, non
priverà la città di ciò che è dovuto a essa. Per quale motivo voi avete fatto una cosa simile, e anzi
voi avete voluto farla? 48,25.Si dice che un consiglio cittadino della Fenicia ha portato via da Roma
alcuni giovani sottraendoli alle mani dell'insegnante per tenerli tra coloro che fanno dei servizi
pubblici, cosicché essi si pentono della loro navigazione e dei soldi che hanno speso sul Tevere.
Questa cosa sarebbe potuta accadere in molte città, in tutte quelle città in cui c'è stata un'attenzione
del magistrato che ha collaborato a queste azioni. Ma essi non hanno voluto fare ciò, come neppure
voi avete voluto. Infatti voi avete rispetto per l'eloquenza.Non avete rispetto per la vostra città? Non
avete rispetto per il vostro consiglio cittadino? Non avete rispetto per quella terra che vi ha accolto
quando siete nati? Non avete rispetto per questa sala del consiglio che è sventurata per colpa vostra,
e in questa sala un tempo seicento uomini facevano i consiglieri cittadini? 48,26. Voi dite: “esistono
alcune leggi, che sono a favore degli avvocati, e se qualcuno va contro queste leggi fa una cosa
molto ridicola”. Voi non dovete violare quelle leggi che sono in vigore, ma dovete dimostrare a
coloro che hanno la capacità di cancellarle che loro devono istituire delle leggi migliori di queste,
cioè delle leggi che vorranno che diventino più grandi le città, e non le case di alcuni. Già in passato
molte leggi riguardo a questa provincia sono state istituite e sono state abrogate, e non c'è niente di
terribile se,come sono state abrogate delle leggi che erano state istituite a favore delle città, anche le
leggi contrarie alle città subiscano lo stesso trattamento. 48,27. Si dice: “quell'uomo ama la nostra
città, e dice di essere stato danneggiato dal fatto che non è ancora venuto qui. Pertanto lui vorrà
onorare la nostra città istituendo una legge che salva i consigli cittadini, e ha ricevuto da noi il
motivo per fare ciò”. Allora dovete mandare un'ambasceria. Certamente tra di voi, anche se siete
pochi, ci sono alcuni che sono adatti a questo servizio. Ma voi non sceglierete degli ambasciatori, e
non li manderete. Infatti ci sarà la malattia di quelli che vorrebbero andare, se davvero alcuni
vorranno andare. 48,28. Adesso io vengo al peggiore dei mali. Quelli che per il cambiamento in
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meglio che è avvenuto alle loro condizioni giustamente dovrebbero onorare il suolo della città,
dovrebbero in ogni modo rendere più grandi i beni di questa città, dovrebbero difendere i pochi beni
che essa ha, dovrebbero tentare di ottenere in aggiunta quei beni che essa non ha, e non dovrebbero
essere inferiori ad Erectheus in simili circostanze, essi stessi consigliano ai decurioni di mandare i
loro figli a Roma. Questi ragazzi scendono al porto mentre quegli uomini sanno cosa succede,danno
delle esortazioni, degli incitamenti, delle lodi a quelli che partono,forse aggiungono anche una certa
quantità di denaro a quello che è stato dato dai genitori dei ragazzi. 48,29. Poi essi domandano a
quei mercanti che tornano dal mare se i ragazzi andati a Roma siano famosi, se siano onorati, se
coloro che comandano a Roma siano diventati loro amici, se gli incarichi politici arriveranno ai
giovani per mezzo di quegli uomini.E se sentiranno dire qualcosa che sarà tale quale vorrebbero che
fosse, ci sarà da parte loro gioia e applauso, ed essi si sentiranno più felici. Se è chiaro a quelli che
hanno i loro figli nel consiglio cittadino che i loro figli saranno inferiori a quegli studenti che sono
andati a Roma, e aduleranno i figli di padri che erano stati schiavi dei loro padri, essi fanno sacrifici
agli dei e si compiacciono di loro stessi, di quelli che hanno mandato i figli a Roma, e dei figli che
sono stati mandati a Roma, e dicono chiaramente che quando i loro figli torneranno saranno temibili
per il consiglio municipale. 48,30. E coloro che hanno anche delle figlie, fanno sposare queste figlie
ai soldati, e nessuno di voi fa nessun rimprovero a questi matrimoni, e le schiave generano i figli dei
membri dei consigli cittadini. Poi il patrimonio del consiglio cittadino svanisce grazie a quei
matrimoni e grazie a Roma. Quel padre che ha fatto simili azioni è degno di onore per i mariti delle
sue figlie e per le sue speranze. Ma lui meriterebbe di essere tormentato da tutti i carichi e
bisognerebbe che nessuno di quelli che hanno subito un torto da lui gli permettesse di prendere
fiato, sia come punizione, sia affinché lui diventi un esempio per coloro che non hanno ancora
danneggiato il consiglio cittadino. 48,31. Dunque già qualcuno di voi ha risposto qualcosa di simile
a queste osservazioni, cioè che non c'è niente di male se qualcuno si dirige verso una condizione
migliore. Questa è l'azione di quelli che distruggono l'ordine sociale nel quale viviamo. Infatti se
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qualcuno che è stato collocato dalla legge in una certa posizione, lascerà questa posizione, cercherà
qualcosa di meglio, e non farà niente di sbagliato con questa ricerca, il soldato avrà la posizione del
tassiarco, e il tassiarco avrà la posizione del comandante militare. Il marinaio sarà al posto del
timoniere, il danzatore sarà al posto del suo insegnante, il coppiere getterà via la coppa, si sdraierà e
berrà insieme al suo padrone. 48,32. Per quale motivo i comandanti militari uccidono a frustate i
soldati che lasciano il loro posto? Infatti è facile per i disertori dire che è meglio non combattere
invece che affrontare un pericolo. Noi sappiamo che coloro che insorgono e combattono una guerra
contro gli imperatori devono essere puniti con la pena di morte. “Per quale motivo?” potrebbe dire
colui che salta dal consiglio cittadino a un incarico pubblico; infatti l'avere potere è preferibile
all'essere comandati,e il dare ordini è preferibile all'eseguire ciò che è stato ordinato. 48,33. Dunque
mantenere la posizione nella quale si è, qualunque essa sia, e diventare famosi in essa è una cosa
onorevole e felice, ma il ritenere che sia un motivo di gloria l'ingiustizia fatta nei confronti delle
leggi come potrebbe essere una cosa onorevole? Infatti ciò che è stato ottenuto con un'ingiustizia
come potrebbe essere giusto? È inevitabile che il frutto sia simile alla sua radice. Colui che si
comporta in modo ingiusto perché non fa il consigliere cittadino e arriva al potere grazie al fatto di
evitare questa funzione di decurione deve sapere <che lui ha> questo bel titolo come un male
perché l'ha ottenuto in modo illecito. 48,34. Orsù, se qualcuno non ritiene giusto sedere accanto alla
madre povera e malata che ha in lui il suo unico rifugio, e lui va tra gli alberi, i giardini e i fiori, e
trascorre il suo tempo vivendo comodamente in quel luogo, viene giudicato cattivo nei confronti
della madre che lo ha generato, dimmi, costui sarà forse salvato dal fatto che questa sua permanenza
era più gradevole di quell'assistenza? O tu che sei il peggiore degli uomini, tu hai visto soltanto
questa cosa, il tuo divertimento, e tu non hai visto le ingiustizie che hai commesso, e non hai visto
che era meglio il prendersi cura della propria madre malata invece che aggirarsi tra i fiori. 48,35.
Non bisogna fare attenzione a questa cosa, se il non fare il consigliere cittadino è meno faticoso del
farlo, ma bisogna valutare se il fare il consigliere cittadino sia un'azione più giusta del non farlo. Se
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questi uomini sembrano dire qualcosa di giusto, per quale motivo noi non ammiriamo i banditi, che
fanno chiudere le strade con le loro stragi, e noi abbandoniamo l'attività che facciamo adesso,cioè il
valutare qual è il modo grazie al quale ci sarebbe una sicurezza per i viandanti? E noi dovremmo
dare a questi banditi la possibilità di aumentare i loro possedimenti in questo modo, perché i loro
pugnali li tengono lontani sia dai buoi, sia dall'aratro, sia dalla semina, sia dalle altre fatiche che
riguardano la terra, e portano rapidamente la ricchezza? 48,36. Ma noi sappiamo che quel villaggio
e il popolo che era in quel villaggio sono stati distrutti insieme ai suoi figli che erano dei lattanti,
quando il fuoco è andato contro di loro, e io credo che l'imperatore di allora abbia provveduto
affinché non risorgesse di nuovo quella terribile stirpe. Per questo motivo le madri che portavano i
loro figli nelle braccia sono state spinte nel fuoco con rabbia dalle mani dei carnefici. Se costoro
avessero fatto ciò che era la loro funzione e se avessero coltivato la terra, non avrebbero ottenuto la
ricchezza in modo ingiusto e non sarebbero stati condannati a morte. Così è anche riguardo alla
situazione attuale. Uno può essere felice se è giusto, ma se lui ottiene la sua forza comportandosi in
modo ingiusto deve sapere che deve essere punito per la sua forza, e se non fosse punito per questo
suo essere potente, lui sarebbe sventurato più di quanto sarebbe se sopportasse questa punizione.
48,37. È giusto non tralasciare neppure quella cosa che contiene una grave accusa. Voi non portate il
vostro aiuto a quelli che ne hanno bisogno, anche se voi avreste questa possibilità. E alcuni vendono
i propri stessi beni, perché non hanno degli alleati, ma voi sopportate volentieri tali vendite, come se
esse non avessero in sé niente di male, e questa cosa non è neppure la peggiore, ma la cosa peggiore
è che in alcuni casi voi stessi pagate il prezzo, in altri casi voi proteggete coloro che hanno un certo
potere, e voi adulate le tavole di quegli uomini con i possedimenti di coloro che sono consiglieri
cittadini. E se qualcuno di loro ammira la proprietà agricola di un consigliere cittadino, e per il suo
vendere e l'altro individuo è pronto a comprare. 48,38. Coloro che hanno fatto questa azione
ritengono di essere stati bravi e di avere cinto a loro difesa un grande muro, cioè il favore delle
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persone che sono state corrotte da loro. Poi essi vanno ogni giorno alle porte di quegli uomini, li
accompagnano fino alle mangiatoie dei cavalli, e sono contenti se ricevono l'ordine di fare quei
servizi che sono propri degli schiavi. I compensi di costoro sono il mangiare, il bere, l'ubriacarsi, il
fare violenze ai poveri. E se la Sorte porta fuori dalla città qualcuno di quei potenti, essi cadono in
ginocchio, chiedono ai potenti di restare e privano la città di quelle cose che sono state date a essa
dalla Sorte. Ed essi li esortano a costruire edifici rapidamente. E, come la cagna imita la padrona,
anche loro costruiscono una casa. Questa attività è una grande quantità di mali per tutte le
professioni. Le consolazioni che sono date alle città dai giardini vengono rovinate, e dappertutto ci
sono pietre, legname e muratori. 48,39. Poi voi vi stupite che i magistrati, se sanno queste cose, vi
offendono? Cosa mai dovrebbero fare? Essi dovrebbero forse rispettare e onorare coloro che hanno
umiliato se stessi? Vedete che voi avete distrutto gli onori che venivano dati ai consigli cittadini.
Infatti per quale motivo colui che è magistrato dovrebbe rispettare un uomo che è adulatore di
qualcun altro, un uomo che ha venduto gli alberi dei suoi colleghi, un uomo che combatte contro il
consiglio cittadino nel quale anche lui stesso era stato collocato? 48,40. E nessuno potrebbe vedere
volentieri un toro che danneggia le vacche con le sue corna, e neppure un ariete che distrugge gli
agnelli con la sua testa, né potrebbe vedere volentieri un gallo che attacca i suoi piccoli per la loro
debolezza; pertanto neppure nel consiglio cittadino dovrebbe avvenire che i primi in esso
danneggino coloro che sono secondi e terzi. Ciò che è male per coloro che vengono traditi è male
anche per coloro che fanno questo tradimento. Infatti il danno è presente anche in quelle cose che
sembrano essere dei vantaggi. Oppure per quale motivo voi credete che il popolo si sollevi e sia così
insolente e oltraggioso? Io lascio perdere le altre cose. Ma poco tempo fa quali parole i popolani
hanno pronunciato nel teatro, dopo che un attore sgradevole non ha avuto subito il compenso per la
sua tragedia! Infatti loro si aspettavano che voi, consiglieri cittadini, avreste sopportato in silenzio
queste cose, e non a torto speravano di ottenere questi benefici. Voi non avete detto niente. 48,41.
Dunque voi, consiglieri cittadini, dovete diventare migliori di voi stessi e simili ai vostri padri, che
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avevano la capacità di terrorizzare i potenti. Voi dovete essere come dei porti per quei decurioni che
sono più poveri, dovete cercare quelle cose che sono utili con una decisione unanime e dovete farle.
E ciò che è il bene di uno solo deve essere considerato come un bene comune, e ciò che è dannoso
deve essere considerato in questo stesso modo. Adesso invece noi ci rallegriamo uno contro l'altro, e
alcuni tormentano, altri fanno delle maledizioni. Per voi niente, nemmeno la morte, deve essere più
spaventoso del fare del male alla vostra patria. 48,42. Ma qualcuno deve essere portato a fare il
consigliere cittadino, anche se ciò darà un dolore alla borsa di qualcuno. Voi non vedete Letoios che
racconta spesso delle belle cose riguardo a lui stesso, Makrentios, Maternos, Iulianos, e molti altri?
Non vedete le loro battaglie con i comandanti militari a favore di loro stessi, e queste battaglie non
sono prive di danni, ma Letoios le ha ritenute belle anche così? Quale esempio simile avete che vi
sprona a un onore? Di quale dei vostri meriti parlerete nei vostri incontri? Qual è la cosa che voi
menzionerete per dare l'impressione di essere migliori? Voi non direte le vittorie nei giochi olimpici,
né i prigionieri, né i bottini di guerra; ma se voi non citerete né le une,né le altre cose,a quale merito
voi farete ricorso? 48,43. Voi non dovete,non dovete rimanere nei vostri errori per tutto il tempo,ma
quando è troppo è troppo, dovete liberarvi di questa grande dissolutezza, e dovete fare diventare il
fatto che i consigli cittadini tornino alle loro condizioni precedenti, e abbiano il loro numero
completo, ma è stato impedito che questa cosa si realizzasse da quelli che in questo momento sono
consiglieri cittadini, cosicché tutti noi potremmo elogiare giustamente te e il prefetto, potremmo
odiare quei consiglieri cittadini, potremmo ritenere che essi siano malvagi e vedremmo volentieri
che essi fossero puniti. Infatti se ciò avvenisse, la punizione potrebbe forse mettere fine a queste
opposizioni che ci sono adesso all'aiuto che tu hai dato ai consigli cittadini. Dunque per questi
motivi, e affinché tutti sappiano che è giusto fare subito quelle cose che tu hai deciso, tu dovresti
dimostrare di ricorrere a una collera opportuna contro coloro che non ritengono di essere tuoi
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sudditi. Io farò il mio racconto cominciando da ciò che è avvenuto poco tempo fa e dicendo che
l'azione malvagia di quegli uomini potrebbe essere evidente a te. 49,2. In un passato lontano i
consigli cittadini erano fiorenti in tutte le città, la terra dei decurioni era fiorente, e ognuno di loro
aveva le case migliori e le ricchezze, essi si sposavano tra di loro, ed era una cosa felice l'essere
membri del consiglio municipale. Poi un certo imperatore ha ricevuto i consigli cittadini che erano
in queste condizioni e ha fatto in modo che essi diventassero peggiori, sia con non pochi
provvedimenti, sia con quella città che lui stesso ha costruito. E dopo che Konstantinos è morto e
aveva già preparato la guerra contro la Persia, le vicende riguardo a questa guerra hanno
danneggiato i consigli cittadini e li hanno portati a una condizione sempre peggiore ogni anno,
perché i loro membri sono stati mandati sul Tigri e hanno venduto i beni delle loro famiglie per i
danni che hanno patito in quel luogo. Io non so da dove siano venuti quelli che li hanno comprati
perché essi coltivavano facilmente i beni imperiali. 49,3. L'imperatore Iulianos ha pregato di
eliminare questo male, e lo ha eliminato quando ha avuto il potere, perché in ogni città ha reclutato
tra i decurioni persone che avevano delle ricchezze, tranne che in pochissime città. Dunque la morte
di Iulianos ha riportato i consigli cittadini di nuovo a queste condizioni, e anzi a condizioni molto
peggiori, perché è diventato più grande l'allontanamento dai consigli cittadini verso altri stili di vita,
le città sono state umiliate, e le altre persone hanno seguito l'atteggiamento dei consigli cittadini, tu,
o imperatore hai provato dolore giustamente per questa cosa, e tu hai ritenuto necessario mandare
Kynegios, che era addetto alle suppliche, con questo unico compito: risanare la situazione, ma
prima che ciò avvenisse, lui è diventato prefetto del pretorio, e tu hai ordinato che lui andasse fino
al Nilo e avesse questa attività nel suo programma: non esentare dal consiglio municipale nessuno
per il fatto che aveva avuto un incarico amministrativo. E Kineghios è apparso inferiore alle attese,
ha fatto delle grandi minacce, ma ha mostrato dei risultati che uno si vergognerebbe se dovesse
dirli, e durante il viaggio lui si è dedicato a questo problema, ma si è trovato coinvolto in tumulti
inutili, così lui ha visto il Nilo, e così ha visto di nuovo il Bosforo, e anche se lui pensava di avere
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fatto qualcosa, lui non ha fatto niente. 49,4. E si potrebbe rimproverare a lui la sua pigrizia, ma cosa
si potrebbe dire dei consiglieri municipali, che erano pochi e non hanno voluto essere di più? Infatti
quale sarebbe stato il comportamento di quelli che volevano questa cosa? Supplicare, piangere, fare
richieste, cadere in ginocchio, gridare le parole di coloro che patiscono ingiustizie, e il dire che essi
sarebbero rimasti là, se nessuno li avesse cacciati trascinandoli via. Nessuna di queste cose è stata
fatta da quei pochi uomini, ma quando qualcuno veniva chiamato a fare il decurione, arrivava subito
un avvocato, che diceva non molte parole, seguiva l'esenzione e costoro stavano muti. 49,5. Inoltre
prima di questa circostanza i consiglieri cittadini hanno lasciato andare molti loro alleati, e ne hanno
lasciati andare molti anche dopo questa circostanza, anche se, o imperatore, sono arrivate tante tue
lettere che hanno tolto le giustificazioni a quelli che evitano ingiustamente i consigli cittadini. Una
lettera dice queste parole: “tu hai avuto un incarico, e per questo motivo non ritieni giusto fare dei
servizi pubblici? Certamente tu puoi dormire, ma devi compiere i tuoi doveri per mezzo di tuo
figlio. Ma tu non sei padre, o hai soltanto figlie femmine? Allora convinci un uomo a subentrare a
te, ad assumere il tuo titolo e la tua funzione, tu puoi dormire, e fornisci alla città soltanto questo
servizio, il fare delle spese”. Queste parole sono presenti in molte tue lettere e in altre lettere ci sono
altre parole più belle di queste, che contengono una dimostrazione più grande dell'impegno che tu
hai avuto riguardo ai consigli cittadini. 49,6. cosa dicono queste lettere? “Se anche tu sei passato
attraverso numerosi incarichi come magistrato, e ti hanno preceduto gli araldi e i littori, le guardie
armate di fruste, i corrieri e i soldati e tu hai avuto uno stipendio dalla casa dell'imperatore, tuttavia
tu vai ancora dove ti collocano tuo padre, tua madre, e i genitori di costoro. E se tu parli degli
incarichi pubblici, invochi un aiuto che non ha nessuna utilità”. 49,7. E alcune cose simili sono state
fatte da voi imperatori, e altre sono state fatte dai consiglieri cittadini, invece di mandare delle
persone a dare delle corone a chi si è preso cura in questo modo dei consigli cittadini, invece di
richiedere immediatamente quelle cose che sono state restituite a loro, invece di non permettere ai
governanti di indugiare, né di favorire con alcuni ritardi quelli che sono stati oggetto di una ricerca
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da parte delle lettere, invece di costringerli ad attenersi a quelle decisioni che sono state prese
giustamente da voi imperatori e invece di incutere in loro paura per la pigrizia riguardo a queste
azioni, invece di fare tutte queste cose e anche di più, i consiglieri cittadini hanno permesso che
alcuni vivessero negli stessi modi in cui vivevano in passato, ad altri non hanno detto una parola, né
grande, né piccola anche se essi avevano dei buoni motivi per parlare in modo libero. E se questi
benefici non avvengono, i consiglieri cittadini si lamentano con voi, ma non hanno voluto tenere
questi benefici quando ciò era possibile, e se voi non date niente costoro dicono che patiscono dei
trattamenti terribili, ma quando voi avete dato dei benefici, loro non li hanno utilizzati, e hanno
respinto questi benefici quando essi andavano nelle loro mani. 49,8. E ciò che io ho detto è strano, e
il mio discorso non è diverso, i consiglieri cittadini fanno una cosa simile,come se un povero chiede
a Zeus un tesoro, poi il povero scava la terra, trova un tesoro e rifiuta questo dono. Qual è il motivo
di questi comportamenti? O imperatore, tra questi pochi decurioni ci sono alcuni molto potenti, e
questi potenti guidano e conducono i più deboli, imponendo ai più deboli i loro carichi, e i vantaggi
rimedio a quelle cose che sono trascurate,perché non sono molti quelli che sono consiglieri cittadini,
e quelli che lo sono fanno una supplica. Ed è lungo il loro lamento che avviene ogni giorno e dice:
“tu vedi che noi siamo diventati molto pochi,siamo dodici mentre prima eravamo milleduecento? Il
consiglio cittadino è questo. Le persone che sono state portate a compiere queste attività sono solo
queste. Grazie a noi ci sono i servizi in città, grazie a noi ci sono i servizi in campagna, grazie a noi
avvengono i servizi più grandi, grazie a noi avvengono i servizi più piccoli, grazie a noi avvengono
i servizi più leggeri, grazie a noi avvengono i servizi più pesanti. Per questo motivo tu senti dire gli
stessi nomi”. 49,9. I tribunali accolgono questo lamento, danno un perdono a quelli che sono
disprezzati e a quelli che sono stati trattati male. I consiglieri cittadini vogliono usufruire di questa
risorsa, vogliono che quei guadagni siano riservati soltanto a loro, e temono che i consigli cittadini
ottengano qualcuna delle loro antiche prerogative, essi chiedono a voi che i consigli cittadini
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risorgano, ma agiscono affinché essi siano umiliati per sempre, anzi questi individui fingono di
cercare la prima cosa, ma in realtà vogliono la seconda cosa. 49,10. C'è bisogno di fuoco per coloro
che si laveranno nei bagni pubblici, i decurioni potrebbero andare da un tale individuo o da un altro,
ma non vogliono. C'è bisogno di qualcuno che allevi cavalli che daranno divertimento alle corse. Ci
sono alcune persone alle quali potrebbe essere assegnato questo servizio pubblico, ma i decurioni
nominano se stessi e a viso aperto. Poi essi accusano il momento presente di avere fatto decadere i
consigli cittadini,ma loro stessi li hanno fatti decadere, li hanno fatti affondare e hanno impedito che
tornassero a vivere. Infatti tu hai voluto quest'ultima cosa, ma costoro hanno voluto il contrario.
49,11.Essi hanno reso il momento attuale pessimo per i consigli cittadini,cosicché se si deve pensare
che qualcuno è ostile ai consigli cittadini,bisogna pensare che loro difendano se stessi fino a quando
il loro guadagnare continuerà. Essi hanno tradito le loro città, quando hanno tradito i consigli
municipali,hanno tradito quegli aiuti che voi imperatori avete pensato a favore dei consigli cittadini.
Quelli che fanno del male alle loro patrie come potrebbero non fare del male ai loro genitori? Quale
cosa questi uomini risparmierebbero ai loro genitori? Chi potrebbe essere amico di questi individui?
Quelli che hanno tali comportamenti riguardo alle ricchezze da quali offerte votive si terrebbero
lontani? Da quali tombe? Se questi individui facessero una strada insieme a un amico, e se costui
avesse del denaro, e se ciò fosse possibile, essi non ruberebbero il denaro a questo amico dopo
averlo ucciso? 49,12. E questo male, o imperatore, è comune, sia se tu dici Palton e la città di
Alessandria che mostra il cadavere di Alexandros, sia se tu dici Balanae,sia se tu dici la nostra città.
Infatti sono città diverse per la loro grandezza, ma la stessa malattia è presente ovunque. 49,13.
Eppure i consiglieri cittadini diranno che loro hanno detto ai governanti un elenco di quelli che sono
fuggiti e di quelli che in molti modi hanno reso se stessi esenti dal servizio. Ma questa funzione non
è dei consiglieri cittadini, bensì dei governanti e dei loro collaboratori addetti alle lettere, e i
governanti con le minacce non permettono di nascondere nessuno, mentre i loro collaboratori
rendono pubbliche tutte le cose suscitando paura. Questi uomini eccellenti, quando la vicenda
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giunge a un processo, talvolta con un silenzio, talvolta con il loro non volere dire niente di valido,
collaborano con quelli che fanno dei torti al consiglio cittadino e combattono insieme a loro in
modo debole, cosicché la loro azione non è affatto diversa dai sogni. Essi hanno seminato tali favori
nei tribunali, poi vanno via, raccolgono e ricevono i compensi del loro tradimento, e ridendo dicono
ai decurioni fuggitivi che hanno fatto degli ottimi tradimenti.Essi stanno adesso come stavano prima
e ognuno di loro favorisce il proprio ventre, e hanno la loro esenzione ancora più confermata dal
verdetto. 49,14. Tu potresti sapere che io dico cose vere, perché tre decurioni si dedicano al
consiglio cittadino, dei cento che erano stati assegnati a esso, e quale persona tra coloro che pensano
in modo giusto potrebbe non indignarsi per questa cosa, per il fatto che i decurioni sono tre, mentre
prima erano così tanti? L'essere consiglieri municipali è di questi tre, e anche loro si sono liberati di
questa funzione perché sono stati aiutati da uomini ricchi e che non hanno avuto figli e per questo
motivo essi hanno potuto ricevere tali favori. Poi come si è comportato il magistrato verso di loro?
Lui giustamente è stato duro con quelli che sono stati esentati,vedendo l'ingiustizia delle circostanze
in cui essi hanno ricevuto questa esenzione. 49,15. Si dice:“è giusto sospettare il potere di quelli che
hanno aiutato costoro”. Ma se ciò è vero, loro non possono dire quell'altra cosa, cioè che loro
abbiano reso noti ai governanti i nomi di quelli che sottraggono illecitamente se stessi. Infatti se la
procedura non era senza pericolo, quelli che si sono preoccupati di queste cose non dovrebbero dare
un dolore a quelli ai quali hanno fatto paura. Infatti non è che nelle seconde azioni essi abbiano fatto
cosa gradita ai loro alleati più di quanto abbiano dato loro dei dolori nel momento iniziale. Dunque
se essi si ritenessero i responsabili della lista di nomi si ingannerebbero. E tuttavia, se dicessero che
hanno avuto paura della forza di coloro che non volevano queste cose, dichiarerebbero che essi sono
stati manchevoli nella loro forza. Infatti essi non dimostrano che non hanno fatto niente di male, ma
dicono la causa per la quale si sono comportati in modo ingiusto. 49,16. Anche i vigliacchi che
lasciano i propri posti, o che non prendono i loro posti, quando vengono processati possono dire
simili parole: “mia madre mi ha generato vigliacco e io non ho potuto prendere le armi”. Un altro
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dirà che ha fatto questa cosa, si è schierato insieme agli altri soldati, ma non ha sopportato l'azione e
le sofferenze che derivano dalla battaglia. E anche tra quelli che attaccano le ricchezze sacre e le
tombe, nessuno sarà privo di una ragione, per la quale è arrivato a tali crimini, ma essi si lamentano
per la propria povertà, come fa anche il traditore. Nessuno però viene salvato da simili difese, e
quando lui subisce la punizione saprà che l'unica salvezza consiste nel confutare l'accusa. 49,17. E
adesso l'accusato non deve parlarmi della sua paura, ma deve dire se lui ha trascurato il consiglio
cittadino oppure no, e deve dire se ha dimostrato di non essere cattivo. Infatti anche se lui fosse sul
punto di dare un dolore a qualcuno, e sul punto di sperimentare qualche conseguenza spiacevole, lui
dovrebbe ritenere che la giustizia nei confronti della sua patria sia più importante anche della sua
vita. E molti uomini molte volte sanno che se combattono moriranno, e tuttavia essi combattono e
morendo con innumerevoli ferite lasciano la vita con gioia. Ma tu quale lancia o quale dardo o
<quale> fionda o quale scudo hai temuto quando hai lasciato il posto che era della giustizia? Tu non
hai avuto paura del rimprovero e di poche parole? Ammettiamo pure che tu abbia avuto paura della
morte, dunque che significa? Una simile morte non è forse un vantaggio? Oppure tu non sai che
sono gloriose quelle morti che avvengono a favore della propria patria? 49,18. E io ho detto queste
parole perché la difesa della giustizia potrebbe portare anche qualche pericolo. Ma questa situazione
non potrebbe essere così. Infatti mio nonno non ha patito niente di male quando ha fatto in modo
che Arghyrios diventasse membro del consiglio cittadino, ed Arghyrios era giovane, straniero e
aveva poche ricchezze, mio nonno ha fatto un'azione che è stata spiacevole per chi governava la
città in quel momento, ha fatto un'azione spiacevole per colui che era insegnante di retorica in quel
momento, e questo insegnante guidava la città con i suoi cenni, ma mio nonno non ha ceduto a
quelli che gli chiedevano un favore, non ha avuto paura di quelli che facevano delle minacce, ma
Arghyrios ha fatto un servizio alla città, e mio nonno non ha subito nessun danno da nessuna parte.
49,19. Sia pure così. Quella vicenda è antica, però questo Letoios, quando era consigliere cittadino,
e si potrebbe dire che lui lo è anche adesso tramite i suoi due figli,non ha forse fatto in modo che tre
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individui che erano fuggiti fossero di nuovo consiglieri cittadini,ed erano uomini che avevano
comandato dei battaglioni e avevano disposto in battaglia dei soldati e con i soldati essi avevano
percorso un grande spazio di terra obbedendo a quelle circostanze che li chiamavano? E Letoios
quando ha fatto queste cose sapeva che avrebbe mosso contro se stesso un comandante militare che
sarebbe stato schiavo della sua collera e sarebbe stato pieno di impeto. E tuttavia quel generale
aveva con sé quei decurioni che avevano fatto male il loro servizio pubblico, aveva le loro lettere,
ma non ha potuto ottenere nessun risultato perché non aveva le lettere di Letoios. Il generale però
sperava di placare Letoios mediante una bevuta e una tavola. E il generale gli ha offerto la coppa
dell'amicizia e il documento che richiedeva il suo aiuto, Letoios ha bevuto, ma non ha accettato di
concedere ciò che non era giusto, e ha continuato a essere odiato, ma non ha patito nessun danno.
49,20. Adesso questi comportamenti sono stati accettati, non per paura, né perché si ritiene che
qualcuno morirebbe se non danneggiasse i consigli cittadini, ma perché le persone sanno che è un
loro vantaggio privato il fatto che i consigli cittadini siano nelle condizioni in cui si trovano adesso.
49,21. Dunque essi fanno anche un discorso simile a questo,dicono che se anche essi costringeranno
violentemente questi individui a fare i consiglieri cittadini,c'è un modo che li libererà e concederà di
nuovo a loro la possibilità di non fare i decurioni, cosicché per loro è ridicolo impegnarsi in questa
attività. Questo discorso è una menzogna completa. Infatti che cosa potrebbe liberare colui che è
stato preso con le procedure giuste per fare questo servizio, e che è diventato decurione per un
giudizio e per un decreto del consiglio cittadino, e,questa cosa è ancora più importante, per le vostre
leggi? Io credo che niente potrebbe liberarlo. 49,22. Ma se bisogna ammettere che con il denaro si
potrebbe fare tutto, questi uomini potrebbero mantenere un atteggiamento corretto verso il consiglio
cittadino, se quelli che loro hanno iscritto nel consiglio cittadino fossero cancellati da un'altra parte.
Tu stesso devi andare a caccia di questi individui, devi prevalere su di loro, devi attribuire al
consiglio cittadino quei beni che gli sono dovuti, tu devi onorare il tuo debito. Se qualcun altro si
comporta male,la tua condotta non è sottoposta a nessuna accusa. Infatti se uno è malato ed è chiaro
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che lui è certamente moribondo, non è che viene trascurato dai medici, non è che viene trascurato
dai suoi parenti, ma essi faticano per lui, lo curano, lo vegliano, e gli danno farmaci, e anche se essi
sanno che non c'è nessuna utilità in queste azioni, però essi fanno ogni cosa giusta prima della sua
morte. 49,23. Noi vediamo che anche quelle città che sono più deboli fortificano se stesse, e sanno
che la prima cosa che sarà abbattuta da dei nemici più forti di loro sono le mura. Forse che queste
città vivono senza mura per questo motivo? Per quale motivo i padri di figli che sono incapaci per
loro natura, e in questi figli non ci sono speranze, mandano i loro figli a scuola e spendono delle
ricchezze, anche se non riceveranno niente? Qual è il motivo che li convince a fare così? Il fatto che
essi non vogliono dare l'impressione di avere disprezzato le leggi della natura, e non vogliono dare
un'occasione a coloro che li rimproverano volentieri, perché non hanno fatto ciò che era il loro
dovere e non vogliono dare l'impressione di <non> avere fornito quelle cose che essi avrebbero
potuto fornire. 49,24. E noi frustiamo quegli schiavi che hanno imparato a rubare e sappiamo che
quando le loro ferite si saranno risanate, le mani di questi schiavi si comporteranno nello stesso
modo. Il padrone,anche se non ha cambiato lo schiavo,ha reso se stesso privo di ogni biasimo con le
frustate che lui dà per ciascuna di queste colpe. Per quale motivo quelli che picchiano gli asini per
farli andare veloci li picchiano anche quando rimane costante la loro lentezza, e tuttavia essi evitano
di dare l'impressione di essere carenti nelle loro funzioni? 49,25.E tu stesso dovresti essere un uomo
alcuni che non permetteranno che questi risultati restino intatti. Ma forse neppure questa cosa è
inutile, considerandola in modo accurato, se c'è un vantaggio nel fatto che tu compia la tua fatica. Si
può vedere che fanno una cosa simile quelli che muoiono in una tempesta. Essi sanno che la
tempesta prevarrà e farà affondare la nave sotto il mare, e nessuna capacità tecnica potrà salvare
questa nave, ma essi non cessano di aiutare la nave facendo tutto ciò che possono. E tuttavia le api
non smettono di fare la loro attività, perché i fuchi attaccano i prodotti delle loro fatiche, ma i fuchi
mangiano e le api costruiscono. 49,26.Tuttavia le diminuzioni dei consigli cittadini non sono dovute
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a costoro, ma ai consiglieri cittadini stessi. Infatti se questi ultimi non avessero gli altri come loro
collaboratori, i loro aiuti produrrebbero solo un'ombra di un'aiuto. Dunque il potere di Philippos è
dovuto a Lasthenes e a Euthykrates, a tutti quegli uomini che hanno reso le loro patrie schiave di
di Philippos grazie alla corruzione, senza che Philippos facesse la guerra con le armi, la corruzione
convince costoro ad agire in modo ingiusto, e se la loro impunità arriva fino a questo punto,essi non
smetteranno di raccogliere i frutti. 49,27. Pertanto tu devi renderli migliori con la frusta, e Homeros
dice che Zeus ha fatto questa cosa, ed essi devono fare il bene dei loro consigli cittadini, in modo
contrario alla loro volontà, se non lo fanno volentieri. Tu risollevi questi consigli cittadini, ma altri
individui si oppongono ad essi e danno molta attenzione al fatto che un cavallo vinca su un altro
cavallo, che un auriga vinca su un altro auriga, e che un danzatore vinca su un altro danzatore,
prendono decisioni su questo argomento, e fanno ricorso a ogni parola e a ogni azione su questo
argomento, e lasciano che le condizioni dei consigli cittadini crollino, ed essi temono che tu metta
fine alla situazione sventurata dei consigli cittadini, elogiano delle navigazioni dannose per gli
infelici consigli cittadini e che portano i giovani di quelle famiglie che erano parte dei consigli
cittadini alcuni in Fenicia, e altri in Italia, e i genitori mandano i loro figli in quei luoghi non perché
là ci siano delle cose più belle di quelle che ci sono da noi, ma essi non ignorano l'origine illustre di
queste famiglie, e vedono in questi comportamenti un modo per allontanarsi dal consiglio cittadino.
49,28. Per questi motivi nessuno di questi individui dice: “o Terra, o Helios!”, e nessuno impedisce
ai giovani di scendere al porto, e nessuno di loro dice quelle parole che sono proprie di persone che
hanno compassione per i consigli cittadini, ma si congratulano con loro, fanno loro gli auguri, e li
accompagnano. E per loro tutte le ambascerie sono una preoccupazione di scarsa importanza, e per
cose che sono così importanti loro non hanno nessuna preoccupazione. 49,29.Tuttavia,o imperatore,
non sarebbe una cosa indegna della tua indole istituire una legge per la quale tali uomini non
imparino a fare tali cose,grazie alle quali essi fanno in modo di essere fuori dai consigli cittadini,ma
grazie a questi studi essi percorreranno la strada che è stata dei loro progenitori, per i quali era
701
un'ambizione sufficiente l'aiutare in modo onorevole le loro patrie grazie alla loro eloquenza nella
lingua greca. E quel famoso Phasganios non ha patito niente di terribile quando ha parlato con i
magistrati per mezzo di alcuni interpreti,e non è stato visto in difficoltà.E neppure i capi dei Romani
hanno mai detto che l'amministrazione della città di Antiochia sia diventata peggiore per questo
motivo, perché non hanno trovato in Phasganios la lingua degli Italici, il latino, ma Phasganios ha
sostenuto in questo modo il consiglio municipale e la città, e con il passare del tempo lui è diventato
sempre più famoso ogni giorno, al punto che tutti i magistrati volevano essere Phasganios più di
quanto volessero essere se stessi. E infatti quelli che erano tornati ammiravano lui più di quanto lui,
che era rimasto, ammirasse loro. 49,30. Pertanto o imperatore, questi uomini devono essere puniti
per la loro grande furberia e devono imparare a non accrescere le proprie ricchezze in modo
ingiusto, e devono imparare ad accrescere in modo giusto le ricchezze pubbliche delle città. Infatti
essi adesso agiscono in modo illecito in tutta sicurezza e combattono contro gli interessi delle loro
patrie, ma se essi saranno puniti smetteranno di vendere tali beni. 49,31. Recentemente qualcuno mi
ha detto che in una piccola città lo stesso uomo amministra sia i servizi che sono dentro le mura, sia
quelli che sono fuori dalle mura, e lui ha molte posizioni e molti titoli, riscuote le tasse, e consente
agli abitanti di quel luogo di lavarsi grazie alle spese di lui stesso, ed è lui stesso che prende le
anfore e diventa bagnino, e per il magistrato è una cosa stupefacente il vedere che quel decurione
sopporta questa situazione e fa anche queste attività.Costui avrebbe dovuto avere non pochi colleghi
in questa attività, e oltre a ciò lui avrebbe potuto evitare questi servizi nel bagno pubblico se per lui
non fosse stato un vantaggio l'essere lasciato solo. Adesso il magistrato ride, ma il male rimane, la
città è decaduta alla condizione di villaggio. Perciò io posso elogiare costui, che è prefetto adesso,
che ha trasferito tre uomini <dai > loro seggi di giudici al consiglio cittadino, ma io non elogio tutto
il suo comportamento. Infatti la fine non è stata conforme all'inizio. Se lui avesse combattuto a
favore della giustizia, non avrebbe visto solo tre consiglieri municipali, ma ne avrebbe visti così
tanti che non si possono dire. 49,32. Pertanto tu, o imperatore devi essere tutte le cose per i consigli
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cittadini, ed essi sono degni di una premura non inferiore a tutta quella cura che c'è per gli eserciti.
Infatti gli eserciti portano la salvezza alle città, ma i consigli cittadini fanno in modo che ci sia
qualcosa che meriti di essere salvato. Ma quando i consigli cittadini sono nelle condizioni che io ho
indicato non c'è niente per cui sia onorevole correre un pericolo. Per questo motivo una bruttezza
tanto grande si è riversata sulle città, perché il degrado che deriva dai consigli cittadini si è esteso a
ogni cosa. Tu devi rendere di nuovo gloriosi i teatri con il grande numero di coloro che fanno lì i
loro discorsi, con questa azione devi rendere gloriose le declamazioni dei discorsi, perché adesso
alcuni vanno in giro a lamentarsi perché non hanno detto niente,altri fanno dei rimproveri a se stessi
per ciò che hanno detto, e tuttavia la cosa più importante di tutte è la forza della retorica, e grazie ad
essa viene trovato ciò che è opportuno fare e viene lodato ciò che è stato fatto. Pertanto è successo
alla retorica che essa sia andata in rovina e sia stata distrutta insieme ai consigli municipali, come,
quando tali consigli erano grandi essi venivano onorati insieme alla retorica ed essa aveva numerosi
appassionati. 49,33. Io vorrei che il tuo impero fosse onorato non solo dalle spedizioni militari,dalle
battaglie, e dai trofei, e dalle vittorie, ma anche dall'educazione e dagli studi di retorica, dei quali è
madre la Grecia, oppure, se vuoi, i figli della Grecia sono padri di questi discorsi. Dunque tu con il
tuo aiutare i consigli cittadini darai un aiuto anche ai libri letterari che adesso sono abbandonati, e tu
punendo coloro che hanno uno scarso interesse per quelle cose che sono giuste, devi dimostrare che
entrambe queste cose hanno recuperato la loro forza, sia le sale cittadine, sia le scuole.
io penso che a te sembrerà che io parli riguardo ad argomenti che non sono poco importanti perché
ogni cosa che è giusta è ritenuta importante da te. Queste cose di cui tu sentirai parlare avvengono
oggi,e probabilmente questa argomentazione anche da sola potrebbe convincerti. Ciò che rende più
grande la mia speranza è che questo argomento è utile anche a te. O imperatore clementissimo, per
te sarà possibile sapere che io dico delle cose vere grazie anche ai fatti che avvengono. 50,2. O
persona divina, molte attività producono delle macerie nelle città, le case in rovina che crollano,
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altre case che sono distrutte dal lavoro dei muratori, le fondamenta che vengono poste nelle case
nuove, e queste stesse cose avvengono riguardo agli edifici pubblici. È necessario che le macerie
siano portate fuori dalle mura, affinché questo luogo su cui si trovava la costruzione precedente
possa accogliere un edificio privato o pubblico. 50.3. E sarebbe giusto che questa parte della spesa
delle macerie fosse considerata all'interno della spesa con la quale si costruiscono gli edifici
pubblici. Infatti se è giusto che la città non sfugga alla spesa che riguarda il legno,le pietre,le tegole,
gli operai, i muratori, insomma tutte quelle cose grazie alle quali o si può costruire un edificio che
ancora non esiste, o si possono restaurare degli edifici pericolanti, questa stessa cosa giusta deve
essere valida anche riguardo alle macerie. Se le cose che avvengono adesso riguardo alle macerie
sono giuste,per quale motivo questo comportamento non si estende a tutti quelli che costruiscono un
edificio pubblico? Ma se questa cosa è crudele, anche l'altra lo è; se essa non è terribile, nemmeno
l'altra lo è. 50,4. O imperatore, è una cosa terribile, ingiusta, malvagia, e priva di ogni senso di
giustizia. Tu che ne dici? Io ho pagato il prezzo dei muli, degli asini o dei cammelli, io ho pagato
quelli che si prenderanno cura di ciascuno di questi animali, e da questa attività viene il reddito per
me, per mia moglie, e per i miei figli. Ma tu prendi e trascini via questi animali, e fai in modo che
ciò che è mio diventi tuo, e gli animali devono lavorare per te e io devo guardare e tacere.O
imperatore, vedi che non è propria del potere imperiale questa cosa, cioè che un magistrato vada
contro ciò che è una mia proprietà. Infatti se una sentenza mi priva del mio patrimonio, e questa è
una punizione per i miei reati, tutti i miei beni devono essere confiscati dalla città; ma se non è stata
decisa nessuna di queste sentenze, per quale motivo tu non permetti che io abbia quelle cose che
possiedo in modo conforme alle leggi? 50,5. La città possiede delle proprietà agricole che sono state
date ad essa dai testamenti di uomini antichi. Queste proprietà agricole sono lavorate a favore della
città e il loro reddito è della città che le possiede. In queste proprietà agricole ci sono questi animali
che io ho detto ora, muli, asini e cammelli. Per quale motivo i magistrati ignorano questi animali, si
rivolgono ad altre persone, e danno un'esenzione totale a quelli che dovrebbero fare la fatica, e
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attribuiscono il lavoro di costoro a persone che è ingiusto disturbare? Infatti se questo lavoro è al di
fuori degli obblighi di quelle persone, è anche al di fuori dei nostri obblighi. 50,6. Certamente
nessuno potrebbe dimostrare che in una tua legge, o in una legge di qualche altro imperatore anche
questo lavoro sia tra i servizi civici. Neppure nelle lettere che vengono mandate ogni anno e nelle
quali ci sono i tributi che bisogna portare, da nessuna parte è stato scritto che i magistrati hanno la
possibilità di fare questa azione riguardo alla quale è il discorso di adesso, ed è possibile per loro
fare in modo che quegli asini che non sono della città diventino della città. Ma se anche questa cosa
fosse stata definita da una legge, essa dovrebbe avvenire secondo l'applicazione della legge, non
senza il sopportare con difficoltà, ma forse ci sarebbe una qualche consolazione per il fatto stesso
della presenza di una legge. Adesso non c'è nessuna legge, ma questa pratica è molto diffusa. 50,7.
Quando io dico questa pratica intendo un misfatto. Io chiederei volentieri a loro per quale motivo
essi non portano via dalle case anche schiavi, ancelle, tappeti, mobili, e carri a vantaggio della città.
Se essi diranno: “Questo non si può fare”, neppure queste altre cose sono lecite. Dunque per quale
motivo essi onorano il fatto che alcune azioni non siano lecite e si tengono lontani da queste azioni,
ma offendono questo stesso principio con le azioni che fanno? E tuttavia io so che essi attraverso
alcune lettere fanno domande a voi imperatori riguardo a molte cose e chiedono se si debba fare una
certa azione, perché non è lecito fare ciò che non ha un tale permesso. Dunque come è possibile che
essi non facciano a voi una domanda anche riguardo a queste attività e che essi non aspettino le
disposizioni date da voi imperatori e in questo modo o facciano queste azioni o non le facciano? Ma
adesso con il loro stesso evitare di fare domande hanno dimostrato che la loro azione non è tra
quelle giuste. 50,8.E inoltre,se questa azione fosse tra quelle che sono state decise da voi imperatori,
questa pratica sarebbe comune a tutte le città che sono sotto il vostro dominio, come anche le altre
vostre decisioni. Ma adesso una diffidenza si impadronisce di quelli che arrivano nella nostra città
provenendo da altri luoghi, quando essi sentono parlare di una tale pratica, e quando la vedono.
Infatti essi vengono da città nelle quali questa attività non esiste, ed essi non ritengono che le loro
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città non abbiano una cosa che dovrebbero avere, ma ritengono che nella nostra città ci sia una cosa
che sarebbe meglio se non ci fosse. 50,9. O imperatore, tu potresti vedere che anche gli stessi
magistrati con le azioni che non fanno accusano quelle azioni che fanno. Infatti questi magistrati
rispettano gli asini e gli altri animali di quelli che sono stati comandanti militari e che hanno guidato
degli eserciti e i loro guidatori di asini passano davanti alle macerie con le sopracciglia alzate e
tenendo i loro colli ritti,e se qualche persona prende qualche animale che passa,non rispetta la legge.
Alcuni tra gli altri con fatica salvano i propri animali, e se oseranno fissare lo sguardo su di loro,
saranno picchiati e impareranno che è meglio subire il maltrattamento in silenzio. Dunque il fatto
che non tutti compiano queste fatiche è un segno del fatto che questi contadini sono oppressi
ingiustamente. Infatti se nessuna legge viene violata da quelli che non fanno queste fatiche, neppure
questi uomini vengono costretti da una legge a fare questa azione. 50,10. Dunque si dirà: “anche se
questa cosa non è stata scritta,essa è diventata una consuetudine”. Se tutte le consuetudini restassero
immutabili, sarebbe opportuno che questi contadini soffrissero e fossero schiavi delle consuetudini;
ma se molte consuetudini sono state cancellate nel corso di ogni tempo perché le cose peggiori
hanno ceduto il passo ad altre cose migliori di esse, essi non devono rifugiarsi nel dire che questa
azione è stata fatta spesso, evitando di parlare della natura di questa pratica. E il fatto che questa
cosa sia avvenuta spesso dovrebbe essere causa di indignazione, ma non del fatto che per questo
motivo si continui in queste usanze. 50,11. Ci sono stati alcuni che hanno introdotto una festa
disgustosa a Dafne. Durante questa festa era possibile fare azioni sconvenienti, un imperatore giusto
e saggio ha visto questa cosa e ha provato vergogna per le azioni che venivano compiute, si è
addolorato a favore di quel luogo e ha posto fine alla riunione che si faceva per tali scopi e ha
ottenuto un onore perché ha posto fine a questa cosa. E nessuno gli ha parlato degli anni della festa,
né ha detto che quelle cose che sono state in voga devono prevalere fino alla fine. Ma questa
malattia è stata espulsa da Dafne per molto tempo, finché alcuni uomini che avevano vissuto in un
modo degno di quella festa l'hanno reintrodotta. 50,12.Le percosse che sono state date ai consiglieri
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cittadini per la malvagità dei governanti sono diventate un'abitudine. Tu hai eliminato questa cosa
per mezzo di una legge e tra gli elogi che riguardano te, questo è uno di quelli importanti. In passato
qualcuno è stato indotto con alcune costrizioni a fare dei servizi pubblici che riguardano gli animali
feroci. Tu hai fatto in modo che questo servizio fosse volontario, e non hai impedito di fare questo
servizio a coloro che volevano farlo, e non hai costretto a farlo coloro che non volevano. E tu non
hai ritenuto di fare delle azioni ingiuste combattendo contro una consuetudine e non hai fatto
nessuna ingiustizia. Tu hai scritto: “Non devono avvenire matrimoni tra cugini”, quando questa
pratica era molto diffusa. E il tempo di queste azioni non è stato più forte di quelle decisioni che
sono sembrate giuste a te. Coloro che governano questa città dovrebbero guardare a questi esempi e
non dovrebbero onorare il tempo delle azioni ingiuste più del fatto che è giusto che questi misfatti
finiscano. 50,13. Tuttavia, o imperatore, quanti discorsi io ho fatto a ognuno riguardo a questo
argomento! I governanti della città non hanno potuto biasimare questi discorsi dicendo che non
erano giusti, ma non hanno voluto metterli in pratica, non affinché la tua casa imperiale avesse
qualche vantaggio, perché non sarebbe un vantaggio neppure se tu ottenessi un po' di denaro in
questo modo, infatti tutto ciò che non è guidato dalla giustizia è un danno, e anche questa pratica
non è derivata dalla giustizia, ma la fatica di alcuni è stata il compenso di altri dei quali non voglio
parlare. 50,14. E, come ho detto, io molte volte ho rimproverato i governanti cittadini perché
trascuravano tali questioni, ma io non ho mai ottenuto nessun risultato. E la cosa che mi restava da
fare era parlare a te, o imperatore, e portare un aiuto per mezzo della tua decisione a coloro che
hanno patito un torto, e a te, o imperatore, o nessuno oserà menzionare la consuetudine, oppure la
menzionerà invano. Infatti tu respingi i tuoi nemici,e fai del bene ai tuoi sudditi per mezzo di alcune
nuove leggi. E ognuna di queste leggi elimina quella legge che era vigente da molto tempo e
verosimilmente dimostra di essere certamente migliore dell'altra. 50,15.Se tu cancelli delle leggi che
sono state scritte in passato, perché il tuo pensiero ti convince a farlo,tu come potrai indugiare a fare
questa cosa per usanze che non sono state scritte, se esse sono sottoposte alla stessa accusa?
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Certamente noi vediamo che anche i medici fanno questa azione, respingono le malattie che sono
presenti nei corpi e quei medici che sono stati capaci di fare questa cosa nei confronti di malattie
che hanno prevalso per lungo tempo ricevono maggiore onore. E adesso quanto è più grande il
numero degli anni in cui si ricorda questa pratica, tanto maggiore è la gloria che proviene dalla cura.
50,16. Soprattutto gli edifici pubblici devono avere inizio in modo giusto, con le tegole. Dunque se
bisogna che gli asini siano usati in modo ingiusto riguardo a questi servizi, le ingiustizie dovrebbero
essere soltanto queste. Ma adesso,o Ghè,o Helios,e tutti gli dei e le divinità, chi potrebbe sopportare
questa illegalità? O imperatore, questi servizi sono stati dati e vengono dati ai cittadini privati. Essi
si avvicinano,chiedono quale sia una porta,chiamandola per nome,qualcuno ne chiama una, qualcun
altro ne chiama un'altra, un altro ne chiama una terza, con questa loro espressione essi ritengono che
avranno la requisizione di tutti i beni che passano lì, e i magistrati, come se fossero i padroni di tutte
queste cose, velocemente concedono queste poche lettere. Ma in queste poche lettere ci sono molti
asini,molti muli, molti cammelli. E gli schiavi di coloro che ricevono il favore prendono gli animali,
li portano verso le macerie picchiando quelli che li guidano, come fanno i collaboratori dei
magistrati. 50,17.Ma se non bisogna concedere questi favori ai comandanti militari che costruiscono
degli edifici,come si potrebbe dare questi favori a voi che avete come uniche preoccupazioni i vostri
interessi e nessuna altra cosa? O tu che sei il peggiore degli uomini, io ho comprato questi animali,
io do loro da mangiare, io chiamerò il veterinario per quegli animali che zoppicano, io pagherò lo
stipendio di questo veterinario, e quando gli animali cammineranno e useranno le loro zampe, lo
faranno non più per me che per te? Quale cosa è più illegale di questa? Quale cosa è più terribile di
questa? Quale cosa è propria del comportamento dei tiranni se non questa, il togliere qualcosa a
qualcuno per darla a qualcun altro, fare un torto al primo e fare un favore al secondo per mezzo di
questa stessa azione, e fare in modo che il danno del primo diventi un vantaggio per il secondo? E
adesso se io volessi esporre i nomi di coloro che hanno ricevuto questo favore, quest'azione sarebbe
lunga da fare e fastidiosa. 50,18. Essi diranno: “tu impedirai al magistrato di fare qualche favore?”.
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Certamente gli impedirò di fare quel favore che è ingiusto. In un certo modo è chiaro a ogni persona
che in questo favore non è presente la giustizia, e ciò è chiaro sia a quelli che concedono il favore,
sia a quelli che lo ricevono. Oppure per quale motivo sia i primi sia i secondi hanno avuto paura per
le minacce che io ho fatto, e hanno detto che tu non avresti ignorato queste cose, ma ci sarebbe stato
qualcuno che te le avrebbe rivelate? 50,19. E tuttavia qualcuno dirà che è necessario che i magistrati
possano fare qualcosa. Io dirò di nuovo questa cosa, che la giustizia produce il loro potere, e quelle
cose che sono al di fuori della giustizia sono state vietate a loro. E pertanto anche questa pratica non
è tra quelle che sono giuste. Ma questi individui si sono comportati mettendo essi stessi al posto
delle leggi e hanno occupato le acropoli con le loro guardie ed è stato sconvolto l'impero dei
Romani, loro chiamano così il loro potere, anche se essi sanno che neppure a te, o imperatore, sono
possibili tutte le azioni. Infatti il potere imperiale consiste proprio in questa cosa, nel fatto che non
tutte le azioni siano lecite per coloro che sono incaricati di questo impero. Ma se noi diamo questa
possibilità al potere, noi non faremo nessuna accusa e non faremo nessun rimprovero neppure se le
decisioni del potere saranno in contrasto con le leggi, e neppure se i potenti porteranno a un onore
elevato degli individui che sono peggiori prima di quelli che sono migliori. Infatti noi sentiremo
dire ovunque: “io ho il potere”. 50,20. Si dice: “gli amici dovrebbero avere la possibilità di ricevere
qualcosa da un loro amico”.Va bene. Tu hai dell'argento, dei vestiti, del denaro, degli schiavi, del
bestiame e della terra. Se vuoi puoi dare agli amici qualcuna di queste cose e se vuoi, puoi dare
anche tutte queste cose. Infatti non ci sarà niente che te lo impedirà. Ma tu non devi rendere un altro
individuo padrone di quelle cose che sono mie. E se qualcuno arriva o sta seduto oppure sta vicino a
te e ti parla di quel favore delle macerie e degli asini tu devi dirgli: “carissimo, io ti voglio molto
bene, e vorrei che tu avessi una casa grande e bella, ma è giusto non dare quelle cose che non è
giusto dare”. 50,21. Nessuno di coloro che hanno patito questo danno si è rifugiato presso le statue
degli imperatori,ma è giusto temere che ciò avvenga. Dunque tu cosa dovresti fare? Tu hai del
denaro, noi vediamo che gli asini sono in vendita ed è facile comprarli. In questo modo il tuo
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costruire diventerebbe migliore. Io ti esorto a evitare che la tua attività edilizia diventi oggetto di
maledizioni, cosa che succede adesso. In questo modo si comporterebbero i veri governanti, quelli
che non tormentano le persone, danno consigli ad altre persone, ed evitano che le prime persone
subiscano un cattivo trattamento, e che le seconde persone facciano questo cattivo trattamento.
che non è nell'autorità dei magistrati il concedere tali favori, ed è chiaro perché in passato c'era stato
qualcuno che aveva ottenuto questa concessione da parte dell'imperatore.E che bisogno c'era di dare
fastidio all'imperatore se una cosa poteva essere data in un modo giusto dal magistrato incaricato di
amministrare la giustizia? E, io credo, lui sapeva che anche se lui avesse ricevuto il favore dai
magistrati, ciò non sarebbe stato con un aiuto alla giustizia. Lui ha paura di questa cosa, e non può
essere tranquillo sul fatto che in futuro non ci saranno delle indagini su tali fatti, ed è venuto a
portare una lettera dell'imperatore. Io non posso elogiare questa lettera,ma dico che essa è una prova
del fatto che neppure a questi magistrati è lecito fare simili azioni. 50,23. E si dice: “cosa c'è di
strano,se l'asino che dovrebbe uscire dalla città non avendo nessun altro carico,esce portando questo
carico?”. Io direi che è terribile questa stessa cosa,il fatto che l'asino sia costretto a portare un carico
quando sarebbe possibile che esso non ne portasse nessuno. Infatti come per un essere umano il
portare qualcosa è più gravoso del non portare niente,io credo che sia così anche per un asino. E per
questo motivo il viaggio che gli asini fanno dalla campagna alla città è più sopportabile di quello
dalla città alla campagna perché nel secondo viaggio ci sono dei carichi, ma nel primo viaggio
questo carico non c'è e gli asini hanno una libertà dal peso. Il contadino quando siede sull'asino non
è così molesto e spesso risparmia l'asino accompagnandolo a piedi. 50,24. Ma questi individui
rendono se stessi padroni di quelle cose che per legge non appartengono a loro, privano questi
sventurati di questa consolazione e pongono sulle schiene degli animali queste grandi quantità di
macerie. E gli agricoltori devono andare a prendere queste macerie e alcuni di coloro spingono
l'asino, e spesso quella porta da cui l'agricoltore deve passare per andare in campagna è vicina, ma
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lui deve prendere le macerie dal centro della città o da un'altra estremità della città, deve percorrere
di nuovo la stessa strada per raggiungere in questo modo la porta. 50,25. E la cosa che è ancora più
terribile è che c'è una competizione per il carico di macerie tra quelli che subiscono questa
ingiustizia, e ognuno di loro si affretta a prendere il carico prima di un altro. E questo male, o Zeus,
e dei, viene venduto e comprato. E uno dà il denaro che riceverà dalla vendita del formaggio e va
via,un altro che non può fare questa cosa rimane in piedi piangendo, ma nessuno ha compassione
per lui. Eppure quale cosa è più degna di compassione di queste persone, la cui lentezza è derivata
dalla loro povertà? Alcuni di costoro hanno preso delle macerie <nel pomeriggio>, altri le hanno
prese quando il sole stava per tramontare, altri le hanno ricevute dopo che il sole era tramontato, e
loro avrebbero dovuto essere a casa propria prima di mezzogiorno. 50,26.Dunque la notte raggiunge
gli uomini che patiscono queste sventure quando sono in strada, loro cosa possono fare? Oppure da
dove viene un rimedio per la loro sventura, se non hanno nessuna borsa che li faccia entrare in una
locanda? E come potrebbe avvenire questa cosa se essi non hanno nessuna borsa? I malviventi
rendono pericoloso il loro viaggio di notte insieme al fatto che non c'è cibo, né per queste persone,
né per i loro asini. E pertanto è verosimile che malattie e morti siano accadute spesso a loro per una
tale situazione, e anche se non sono accadute queste cose ci sono stati dolore e lacrime sia per questi
stessi individui sia per i loro parenti che piangono perché non li hanno con sé. 50,27. E queste cose
sarebbero terribili, se fossero state fatte dai nemici, e sono ancora più terribili se vengono fatte da
persone mandate da voi imperatori per dare una salvezza e un aiuto. O imperatore, avvengono delle
percosse che vengono date dai soldati che sono preposti a queste persone. E questo è il motivo: “tu
fai tutte queste azioni in un modo non veloce, ma sei pigro e lento”, ma la vera ragione è questa: “tu
non hai denaro,e io non posso ricevere denaro da te. Perciò tu devi essere punito per la tuasventura”.
50,28. O imperatore, se i contadini hanno dei sacchi di grano o di orzo, o portano qualche prodotto
simile che proviene dai campi,il male è minore; ma quelli che portano del foraggio hanno un uguale
obbligo di eseguire questi servizi, e poiché loro non hanno sacchi, il mantello di colui che lavora la
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terra viene usato al posto dei sacchi, e si consuma, sia se è lacero, sia se non è lacero. Eppure come
potrebbe un agricoltore sopportare questo danno, e costui non può chiedere nessuna altra cosa a sua
moglie, né ai suoi figli che sono privi di vestiti? 50,29. Dunque a causa del portare via le macerie in
questo modo il mantello di quell'uomo si logora più velocemente di quanto sarebbe necessario,
tuttavia esso resta a lui. E ci sono i furti dei guardiani delle porte, è poco parlare di briglie rubate, di
altre cinghie, delle corde, del pane che è stato nascosto ed è stato cercato, ma se il guardiano della
porta non toglie al contadino la sua tunica, ritiene giusto essere considerato molto benevolo. I
guardiani delle porte fanno queste azioni al contadino quando entra in città, e dicono che, se lui si fa
vedere mentre porta le macerie, essi gli restituiranno quelle cose, ma quando il contadino torna, essi
si nascondono, lui si lamenta, si colpisce il viso con la mano e si allontana. E quegli uomini
sventurati subiscono una guerra in tempo di pace e loro hanno bisogno della città,ma si sentono dire
dalle loro azioni che bisogna evitare la città. 50,30. O imperatore questa situazione è dura, e diventa
ancora più dura quando riceve un peggioramento a causa della circostanza ed è prolungata fino
all'inverno dai magistrati. In passato quando l'inverno arrivava metteva fine a questa ingiustizia. Ma
adesso ci sono freddo, fango, e pioggia, e ognuna di queste cose è abbondante, da nessuna parte
proviene nessun sollievo. Non è possibile neppure ottenere delle tregue, ma quelli che vedono le
fatiche dicono che queste cose non sono conformi alla legge,tuttavia le macerie vengono portate via,
e anzi il fango viene portato via, e la melma di questo fango viene portata via. A causa di entrambe
queste cose i sacchi sono inutili a coloro che portano il grano, e se tu porti il grano mettendolo in
sacchi che sono fatti in questo modo, tu lo rovini. Per questo motivo il danno si estende al pane, chi
porta il grano subisce un danno nel prezzo del grano. 50,31. Questi patimenti hanno prolungato la
sventura della città che riguarda il suo sostentamento, e si è aggiunto un quarto male. E adesso noi
insegnano a quelli che le patiscono a rifuggire la città come un baratro e a cercare un luogo dove
non patiranno queste sofferenze. Dunque coloro che non hanno un'assoluta necessità di venire qui,
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vanno altrove,ed esortano quelli che incontrano a tornare indietro. 50,32. E si potrebbe fare qualche
altra accusa riguardo ai difetti in questi comportamenti, ma si potrebbe rimproverare a buon diritto
anche i favori fatti dai potenti.Se tu non punirai questi favori darai l'impressione di non preoccuparti
molto delle città, se tu salvi queste città con le armi e le cedi alla malvagità dei governanti. Essi non
sarebbe minore, se la povertà di quelli che ricevono il favore togliesse un po' di odio. Adesso i
potenti non conoscono quei poveri, ma grazie ai pochi averi dei poveri restaurano le proprie case, e
coloro che hanno tutti i beni in abbondanza, e per loro le ricchezze di Ghyghes sono una cosa
ridicola, costruiscono degli edifici in questo modo con l'aiuto dei potenti, e i potenti hanno
innumerevoli cammelli, numerosi muli, e carri, un grande numero di cavalli che vengono adornati
dalle mani dei loro allevatori, ed essi potrebbero collaborare con i loro padroni in tali attività in un
modo più giusto di quanto facciano gli asini che sono poco diversi da dei cadaveri. 50,33. E quegli
animali vivono nel lusso e nelle loro mangiatoie, sono arroganti e sono serviti, ma i poveri, che
hanno il loro sostentamento grazie agli asini, perdono l'unico bene che essi hanno. Noi vediamo con
i nostri stessi occhi l'afflizione che è nei poveri, e ci indigniamo per l'insolenza dei potenti, e quando
noi diciamo quelle parole che è normale che siano dette da coloro che provano dolore, parliamo a
vuoto. Infatti non c'è nessuno che darà ascolto alle nostre parole, e non ci sarà nessuno che obbedirà
alle nostre parole. Ma spero che ci siano queste azioni da parte tua, o imperatore che sei
clementissimo, e tu dovresti dimostrare di prenderti cura non soltanto delle città, ma anche delle
campagne, e delle campagne anche di più delle città. Infatti le campagne sono le fondamenta delle
città. 50,34. E si potrebbe dire che le città sono sorte sulle campagne, e che le campagne sono un
fondamento per le città, dalle campagne provengono grano, orzo, uva, vino, olio, nutrimento per gli
esseri umani, nutrimento per gli altri esseri viventi. Se non fossero esistiti i buoi, né l'aratro, né le
semine, né le piante, né le greggi di bestiame,le città non avrebbero mai avuto inizio. E le città dopo
essere nate hanno avuto una dipendenza dalla condizione delle campagne, e il loro stare bene o il
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loro stare peggio dipende dalle campagne. 50,35. E quando il raccolto delle campagne è stato
danneggiato, ha causato anche questa situazione sfavorevole che c'è adesso, e ora tutte le città sia le
più grandi, sia le più piccole fanno delle preghiere per potere usufruire dei prodotti della terra, e
affinché le Stagioni siano benevole con loro. Noi sappiamo che la terra ha una carenza di persone
che la lavorano, e bisogna ritenere che tutte queste persone siano dei discepoli di Keleus. Dunque
chi combatte contro gli interessi dei lavoratori della terra, e tra essi ci sono anche gli asini, costui
combatte contro la terra, e chi combatte contro la terra combatte contro le città, e,per Zeus,combatte
contro coloro che navigano, perché anche questi naviganti hanno bisogno dei prodotti dati dalla
terra. E infatti se il rendere più grandi i possedimenti dei naviganti proviene a loro dal mare, il fatto
stesso che essi possano vivere è dato dalla terra. 50,36.E il tributo arriva a te dalla terra. Tu nelle tue
lettere parli alle città del tributo, e le città grazie alla terra hanno la possibilità di pagare a te questo
tributo. Dunque chi dà un aiuto ai contadini favorisce i tuoi interessi, e chi oltraggia i contadini,
agisce male contro i tuoi interessi. Dunque, o imperatore, tu dovresti mettere un freno a questo
oltraggio con una legge, con una punizione, con le tue lettere e con il tuo impegno riguardo alle
cose che hai sentito dire adesso,tu devi incitare tutti quanti a parlare a favore dei contadini. 50,37. Io
credo che sia opportuno per te non ritenere che sia sufficiente se non avverrà niente di simile, ma
credo che sia opportuno per te che tu voglia anche dare una punizione per tale azione.Una punizione
adeguata sarebbe che i costruttori debbano dire la quantità di tutte le macerie e di tutti i materiali
che devono essere portati via, e il loro costo, e che tu riceva questo denaro come una parte della
spesa dello Stato, e coloro che pagano il tributo devono essere entrambi, sia quelli che danno questo
Orazione 51. Discorso all'imperatore contro quelli che siedono accanto ai magistrati
51,1. O imperatore, io ho fatto a te molti discorsi, riguardo ad argomenti importanti e seri, e in ogni
anche adesso io sono venuto a presentare i miei discorsi su argomenti che sono degni della tua
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attenzione, e che non sono per niente inferiori a quelle precedenti. Io chiedo agli dei che io abbia la
capacità di illustrare in modo adeguato queste cose e che io possa andare via da qui dopo averti
convinto e dopo avere dato l'impressione di avere pensato bene. 51,2. Io credo che tutti potrebbero
riconoscere che queste due sono le cose più importanti tra quelle che costituiscono il vostro potere
imperiale, la forza delle armi e quella delle leggi. Di queste la forza delle armi fa in modo che voi
vincete sui vostri nemici, mentre grazie alle leggi è possibile ottenere quelle cose che sono giuste.
Queste stesse leggi hanno bisogno di giudici, che faranno quelle cose che sono dette dalle leggi.
Infatti le leggi non hanno né mani, né piedi, e anche se qualcuno le chiamasse, esse non potrebbero
ascoltare lui che grida, e non potrebbero andare ad aiutarlo. Le leggi portano il loro aiuto per mezzo
di coloro che applicano la giustizia. La paura fa in modo che alcuni uomini siano giusti,e la paura di
essere puniti rende migliori altri uomini. 51,3. Dunque quando i nemici sono sconfitti, e quando le
leggi prevalgono, voi imperatori siete felici; ma se le leggi perdono a causa di quelli che vincono
contro i nemici e le cose giuste sono sconfitte da quelle ingiuste, questa è un'altra guerra tra persone
della stessa famiglia, perché quelle vittorie che derivano dalle armi sono un guadagno scarso.
Dunque se fosse possibile che i vostri corpi fossero ovunque, non ci sarebbe nessun bisogno di
questi magistrati, che sono mandati da voi imperatori nelle province e voi vi servite delle decisioni
che vengono prese dai giudici, come vi servite della luce del sole. Ma poiché ciò non è possibile,voi
avete provveduto a queste funzioni in altri modi, e voi stabilite le vostre decisioni attraverso la
mente di quegli uomini. E anche se questi magistrati fossero ottimi e se volessero difendere ciò che
è giusto, c'è qualcosa che impedisce loro di fare ciò, e che toglie loro la diligenza. Qual è questa
cosa? 51,4. Molti individui ritengono che le residenze dei magistrati siano aperte a loro, ed essi
lasciano le loro stesse case e soggiornano in quelle residenze, e subito dopo avere fatto pranzo,
vanno nelle case dei magistrati per svegliarsi da quel sonno che è causato dall'avere pranzato. E
alcuni di loro, dopo essere arrivati,mentre i magistrati stanno pranzando,si siedono al piano inferiore
e parlano in un modo tale per cui i magistrati si accorgano della loro presenza. Questa cosa consiste
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o nell'alzarsi prima della fine, oppure nell'andare via alla fine, ma con fastidio. E si aggiunge una
privazione del sonno. I magistrati possono ricevere un po' di sonno,ma si svegliano da questo sonno
per le grida delle persone che arrivano più di quanto i bambini siano svegliati dai loro precettori. In
questo modo la vicenda è stata illuminata e il comandare appartiene a quelli che sono dei sudditi.
51,5. Vengono la sera e le lucerne, e quegli uomini non se ne vanno affatto, ma anche il bagno dei
magistrati è condiviso da questi uomini, cosicché i magistrati non possono fare neanche una di
quelle cose che sono necessarie. Poi all'alba quegli uomini vanno dai magistrati con il pretesto di
fare un saluto, ma in verità essi vanno per rendere ciò che è utile a loro più forte di ciò che è giusto.
Essi vengono per richiedere queste cose, a favore delle quali hanno parlato nella sera del giorno
precedente. 51,6. Pertanto, o imperatore, tu dovresti ritenere che tutte queste entrate siano contrarie
alle leggi, e che a causa di queste entrate molti di quelli che fanno delle accuse in modo giusto
vengono sconfitti, e molti che fanno delle accuse in modo ingiusto vincono. Essi ottengono dei
pascoli, degli schiavi, della terra, dei prestiti di denaro, delle detenzioni,delle liberazioni dal carcere.
E infatti se qualcuno dei magistrati è capace di onorare ciò che è giusto, un uomo che siede per
molto tempo accanto a lui potrebbe fare molte cose, e canta lunghi incantesimi, tocca le mani e le
ginocchia del magistrato, gli promette delle lodi, e lo minaccia di parlare male di lui. Poi il
magistrato in pubblico siede come giudice in modo conforme alla legge, ma altri individui sono
vicini a lui da una parte e dall'altra e dentro la stanza non permettono che lui sia giudice. Infatti lui
come potrebbe essere giudice se viene punto da una parte e dall'altra affinché il suo favore abbia
una forza maggiore della legge? 51,7. Avviene qualcosa di simile anche in tali situazioni, o
imperatore. Alcuni non dicono al giudice niente di simile, ma dicono che l'hanno detto in passato, e
il compenso viene accordato. Poi uno dopo essere andato dice di avere detto qualcosa, siede accanto
al giudice e aspetta la sua decisione, questa decisione viene emessa, ed è conforme a ciò che è
giusto, lui reclama un compenso per una decisione giusta anche se non ha fatto nessuna fatica e non
ha detto nessuna parola. 51,8. E questa cosa è terribile, ma non come l'altra,il ritenere giusto vincere
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anche contro ciò che è giusto per quelli che combattono insieme a qualcuno. E chi siede accanto al
magistrato gli dice: “se tu non mi dai questo favore tu non sopporterai quei dardi che saranno
mandati dalla mia bocca”. Certamente la piazza è un luogo molto adatto per quelli che scaglieranno
tali frecce. Poi da tali minacce provengono dei favori ingiusti, delle decisioni ingiuste, delle tavole
splendide, per quelli che sono mandati da coloro che hanno avuto potere; infatti essi vivono nel
lusso, ma non spendono denaro. E lo spazio vicino alle loro prime porte è pieno di pesci, di
stoviglie, di uccelli, di tutte quelle altre cose che possono costituire un banchetto. Vengono portate
molte cose che provengono da molti luoghi, alcune provengono dalla stessa città, altre provengono
da altre città alcune delle quali sono nei continenti, altre sono nelle isole. E i cammelli gareggiano
con le navi da carico. 51,9. E tali favori dovrebbero essere soltanto per il grano, per l'orzo, per i
vestiti e per il vino, ora invece c'è molto argento e molto oro. Per questi motivi i bagni dei potenti
sono ritenuti migliori di quelli che sono comuni a tutti, e sono grandi. Molte richieste potrebbero
essere fatte anche da persone nude e da persone che si puliscono in ogni stanza che riceva dell'acqua
calda e dell'acqua fredda. Altri individui fanno delle richieste ai magistrati quando essi sono nel
bagno pubblico e in questo modo aspettano la loro uscita e li accompagnano per sentire dire
qualcuna di quelle cose che sono utili a loro quando fanno delle preghiere. I magistrati mostrando
con il loro volto che ciò che fanno è effetto di una fatica non piccola, concedono di sperare,e i sogni
sono piacevoli per entrambi, i magistrati hanno il potere, i supplici ricevono il compenso. 51,10. O
imperatore, ci si potrebbe indignare anche per questo motivo, per il fatto che coloro che si alzano
all'alba tralasciano le loro altre preoccupazioni, ed esse non sono poche, e riguardano loro stessi,
vanno subito al tribunale. Le botteghe dei barbieri, gli ambulatori medici, e negozi dei profumieri
non sono forse capaci di ospitare sia dei discorsi, sia degli incontri? Dunque per quale motivo voi
trascurando queste cose, vi recate in un altro luogo, e preferite la sgradevolezza che c'è nei tribunali,
invece che l'inattività? Ma questi uomini non diranno questa cosa, io invece la dirò o imperatore:
dirò che essi hanno bisogno della voce dell'araldo, e quando loro entrano dopo questa voce, l'araldo
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permette loro di passare davanti alle porte. Infatti tutti quelli che lo hanno ascoltato si rifugiano
presso la forza di quegli uomini. È utile a loro che ci siano quelli che chiedono queste cose. 51,11.
Dunque le entrate di queste persone sono dannose alle città, sono dannose anche le lettere di coloro
che non sono andati. E, per Zeus, sono anche più dannose. Ciò a cui essi non arrivano è un grande
incarico, e grazie a questo grande incarico essi possono non fallire in nessun loro scopo .Infatti
talvolta un documento con due entrate ha più potere di discorsi numerosi e lunghi che sono detti da
vicino. Questi discorsi qualche volta arrivano e altre volte non arrivano affatto, arrivano a quelli che
sono in una posizione più importante, e non arrivano a coloro che sono in una posizione meno
importante. 51,12. Pertanto, poiché queste cose sono tanto importanti, io dico che è necessario che
entrambe le cose, sia le lettere, sia i viaggi siano impediti, perché a causa di questi comportamenti
nessuna di quelle decisioni che sono state prese può restare valida. Infatti avverrebbe subito una
corsa verso questi magistrati, se questa corsa fosse permessa, anche di quelli che hanno avuto una
sentenza sfavorevole a loro, e se non loro,la corsa sarebbe dei loro amici, alcune decisioni sarebbero
cancellate e altri potrebbero prendere altre decisioni. Colui che detiene il potere prende ordini da
quelli che non hanno nessun potere. Infatti come è possibile che ciò non avvenga se c'è qualcosa
che è più forte dei verdetti che sono stati emessi? Pertanto coloro che hanno ordinato queste cose
sono padroni di quelli che sono stati mandati come loro superiori, e questi ultimi non possono
opporsi ai desideri dei primi. 51,13. O imperatore, c'è anche un'altra schiera di persone che dà
fastidio ai magistrati. Qual è questa stirpe? Sono quelli che hanno avuto l'incarico di sorvegliare i
giovani riguardo ai loro libri e ai loro studi di retorica. Essi trascorrono la prima metà del giorno,
quella fino a mezzogiorno presso quei magistrati, e fanno delle richieste di alcune punizioni e di
innumerevoli altre cose. E si potrebbe riconoscere questi individui da lontano dal loro volto, sia
quelli che hanno convinto il magistrato, sia quelli che non l'hanno convinto; infatti i primi sono lieti
per il primo motivo, i secondi sono avviliti per il secondo motivo.Infatti questi precettori sembrano
preoccuparsi per altre persone,ma si preoccupano per se stessi. 51,14. Per questo motivo chi entra
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dal magistrato è più ricco di quelli che non entrano. Infatti le ricchezze che provengono dalla scuola
non sono meno importanti di quelle che provengono dai tribunali.E se tu volessi passare in rassegna
quegli insegnanti che sono diventati ricchi, tu troverai che sono diventati ricchi grazie a questo
mezzo di arricchimento, a meno che la Sorte abbia dato a qualcuno le eredità di alcuni parenti,
poiché l'insegnante non è capace di fare soldi grazie ai suoi allievi, ma noi sappiamo bene quanto
riceve dai suoi allievi. 51,15. Dunque alle punizioni con le quali i precettori danneggiano alcune
persone si aggiunge anche qualcos'altro? È il fatto che essi provocano il danno di quelle scuole.
Infatti l'insegnante peggiore spesso sta meglio dell'insegnante migliore. Infatti il successo viene
giudicato dal numero degli allievi, e ottiene un numero maggiore di allievi l'insegnante che ha
ottenuto il favore del potere politico, perché i padri consegnano i loro figli agli insegnanti non per la
qualità dell'insegnamento di retorica, ma proprio per questo potere. 51,16. E se tu andassi dai padri,
e dicessi loro: “caro signore, consegna a me tuo figlio. Non vedi che questo insegnante attribuisce
un impegno maggiore a quelle attività che avvengono nei tribunali, e lui prende il suo nome da
questa attività? Non vedi che lui considera l'insegnamento una cosa secondaria? Tu non vedi che il
suo reddito maggiore proviene da un'altra attività? Dunque non bisogna meravigliarsi se lui cura di
più questa sua attività principale”, dopo avere ascoltato queste parole, il padre potrebbe rispondere
che lui non sa niente di queste cose,ma lui ottiene dei grandissimi guadagni danneggiando suo figlio
e facendo facilmente tutte le cose che possono essere concesse solo da chi ha il potere. 51,17.Questa
cosa, e non l'eloquenza, rende più grande il gregge di questi docenti. Poiché gli impegni riguardo a
queste attività potrebbero anche cancellare quelle conoscenze di eloquenza che ci sono già. Infatti
non è possibile occuparsi nello stesso tempo delle prime cose e delle seconde cose. Ma qualunque
insegnante che abbia dedicato se stesso a quelli che hanno un incarico di potere, ha allontanato se
stesso da quelle fatiche che sono necessarie agli studi di eloquenza. E poiché coloro che ritengono
giusto insegnare a te o imperatore, diventano peggiori, come è possibile che quegli allievi che
vengono istruiti da loro diventino migliori? Infatti se è malvagio ciò che viene dato, come può
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essere buono ciò che viene preso? O imperatore, tu dovresti preoccuparti del fatto che abbiano il
potere molti uomini capaci, tu potresti fare ciò, se costringessi gli insegnanti a fare quelle cose che
sono loro proprie. E tu potresti fare una costrizione, se tu con una legge chiudessi le porte dei
magistrati a quegli individui. 51,18. Tu potresti dire: “quelli che hanno degli incarichi, se essi
volessero, non potrebbero fare questa cosa anche senza nessuna legge?”. Potrebbero. Ci sono alcuni
uomini, e sono molto pochi, che hanno fatto questa cosa, e io spero che essi ricevano molti beni
dalla Giustizia che siede accanto a Zeus. E quelli che hanno fatto questa cosa hanno sentito parlare
male di sé da quelli che sono stati privati della frequentazione con quegli individui, e quando io dico
frequentazione, io dico l'entrata, tuttavia essi non sono stati colpiti nella loro anima, e non hanno
cancellato la loro decisione a causa di tali discorsi. 51,19. Tuttavia non si potrebbe trovare un simile
coraggio in tutte le persone. Ma qualcuno in questo ruolo è vile, come avviene in un esercito, e per
lui il ferro è spaventoso, per un altro è un insulto, e non è sufficiente il sapere di non avere fatto
niente di male. Dunque questa attività è stata impedita dalle lettere dell'imperatore, affinché la legge
abbia il suo grande valore e non abbiano valore gli accessi, affinché questi uomini non entrino e
affinché i magistrati non sentano parlare male di se stessi. 51,20. Si dice:“Per Zeus, è possibile non
dare nessun favore anche se questi individui sono presenti e fanno le loro richieste”. È possibile, ma
non è facile. Infatti le loro richieste contengono dei vincoli che sono grandi,come anche il toccare le
mani o la barba dei magistrati e il loro essere avviliti. E qualcuno sarebbe capace di versare una
lacrima. Ma quell'uomo minaccerà di restare là. Infatti per lui non è possibile andare via senza avere
ottenuto ciò che vuole. Lui sta là davanti alle porte a supplicare, per onorare le sue speranze. Spesso
il giudice viene sopraffatto da questi individui. Per questi motivi il giudice concede delle cose che
non vorrebbe concedere. 51,21. Pertanto nessuno deve entrare dal magistrato, nessuno deve stare
insieme a lui, nessuno deve parlare con lui, nessuno gli deve fare nessuna supplica, e nessuno deve
ritenere che sia giusto ricevere qualcosa da lui. Infatti in questo modo non ci sarà nessuno che darà
niente. Infatti il supplice non manderà delle lettere attraverso le finestre facendo delle richieste con
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delle frecce. Dunque se qualcuno respingerà la loro richiesta, di quanti discorsi lui ha bisogno, di
quanta astuzia ha bisogno, di quanto tempo ha bisogno? Questi comportamenti sono un danno non
piccolo, se la mente del giudice viene distratta dalle sue occupazioni e viene attratta verso questi
comportamenti. 51,22. Si dice:“ma alcuni di quelli che entrano fanno soltanto un saluto”. Ma io non
so se un uomo così sia uno solo, oppure se vuoi, sono due, e ce ne sia anche un terzo. Dunque quale
delle due opzioni è meglio, impedire che entrino insieme a quelli che sono così moderati anche
questi individui malvagi, oppure aprire quelle porte che dovrebbero essere chiuse a quelli che
sfruttano i tribunali e che entrano insieme a questi individui malvagi? Se i buoni non entrano non c'è
nessun danno, ma se i malvagi entrano fanno dei danni. Tu troverai che i buoni sono pochi, non si
sono adirati contro questa legge, e nessuno è stato rovinato da loro, mentre i cattivi sono molti,
hanno sofferto per questa legge, e molti sono stati rovinati da loro. Dunque che bisogno c'è di dare
ad alcuni un onore con vantaggi tanto grandi e contrari all'interesse della giustizia? 51,23. Si dice :
“grazie a quelle persone che vanno dai magistrati si potrebbe sapere qualcuna di quelle informazioni
che sono necessarie”. Si potrebbe sapere qualcosa di male da quelli che vanno dai magistrati. Il
discorso di un uomo che ha ottenuto una buona reputazione per la sua sapienza dice che i cattivi
sono la maggioranza. Certamente le lingue malvagie saranno più numerose di quelle buone.
Certamente nei nostri confronti il magistrato sarà più malvagio che buono. Noi abbiamo visto che
quei governanti che hanno chiuso le loro porte hanno ricevuto un onore, hanno dato dei consigli a se
stessi e nessuna delle cose utili è sfuggita a loro durante il periodo in cui non sono stati guidati dalle
opinioni di questi visitatori. 51,24. Io credo che sia questo il motivo che convince questi uomini a
prendere degli incarichi pubblici,il dare a te l'impressione che loro siano intelligenti. Infatti tu
mandi degli uomini istruiti per fare la felicità delle città, ma non li mandi affinché essi siano istruiti
in futuro. Ma se essi chiederanno ad altre persone di spiegare a loro che cosa bisogna fare,qualcuno
potrebbe accusare te, o imperatore, di causare in loro il timore che tu dia gli incarichi a quei
visitatori invece che a questi magistrati. 51,25.Si dice:“Molte azioni sbagliate sono state compiute a
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causa dell'ira ed è necessario che siano presenti coloro che tratteranno i magistrati dall'ira”.Ma molti
visitatori, dopo avere trovato i magistrati adirati, li hanno fatti diventare ancora più furiosi ritenendo
che la collera sia una virtù del governante,e dicendo che il magistrato deve essere terribile per i suoi
sudditi, e deve spaventarli moltissimo essendo in preda all'ira. Essi hanno incitato quell'ira che era
causata da un altro motivo. Essi stessi sono stati autori di questa cosa, perché hanno fatto arrabbiare
dei magistrati che hanno ceduto a loro in tutte le cose.Dunque il fatto che sia possibile a tutti entrare
presso i potenti, e parlare riguardo agli argomenti che vogliono, non può mettere fine alle collere dei
potenti e anzi le rende più grandi, e suscita in loro altre collere. O imperatore, è un tuo compito
liberare i magistrati da queste due cose. Essi spegneranno da soli la loro collera senza questi
visitatori con i canti e con le briglie messe dai loro assistenti. 51,26. E si dice: “allora essi diranno
che avvengono dei favori che non contengono niente di contrario alle leggi”. Se queste cose sono
conformi alle leggi, bisogna chiamarle in un modo diverso, non favori. Se io ottengo delle cose che
mi sarebbero concesse dalle leggi, come potrebbe questa cosa essere ancora un favore? Oppure per
quale motivo viene dato questo nome a questa cosa? E tuttavia colui che riceve un favore è tenuto a
dare un contraccambio a chi gli dona questo favore, un favore non sarebbe dovuto da parte di un
giudice che abbia rispettato le leggi. Infatti lui ha fatto ciò che doveva fare perché era obbligato a
fare così. 51,27. Pertanto io dico che nessuno deve parlare al giudice riguardo a questi argomenti in
nessuno dei due modi, né se le leggi permettono di dare favori a quelli che li chiedono,né se le leggi
non permettono questa cosa. Infatti è necessario o che queste cose avvengano grazie alle leggi e
anche se i visitatori tacciono, oppure, se i visitatori parlano di favori che non avverrebbero in modo
lecito, essi hanno ricevuto dei favori che non sono stati giusti. 51,28. Ma se qualcuno mi parla di
carceri, di condanne, e di una liberazione dalle carceri e dalle condanne grazie a coloro che entrano
presso i magistrati, sappia che quelle decisioni che dovevano essere eliminate sarebbero state
eliminate anche se essi non avessero fatto quelle entrate, come in quei casi nei quali non ci fosse
stato nessun accesso, ed era necessario o che queste decisioni restassero in modo completo oppure
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che esse restassero per un tempo più lungo, e a causa di quelli che fanno queste entrate sono state
rimosse o completamente o più velocemente delle decisioni giudiziarie che sono state cambiate
ingiustamente. O imperatore,tu dovresti eliminare questi favori dai tribunali. E colui che amministra
la giustizia non deve rivolgere lo sguardo a un uomo, ma alle leggi, e sia nelle cose più importanti,
sia in quelle meno importanti, alcune azioni devono essere compiute e altre non devono essere
compiute in questo modo. 51,29. Si dice: “tu non sei forse tra coloro che hanno fatto queste
entrate?”. Lo ammetto, eppure io non sono tra quelli che hanno fatto queste entrate. Infatti io
desideravo fare così,ma sono stato costretto a fare diversamente,io ho evitato questo comportamento
per quanto mi è stato possibile, ma sono stato sopraffatto dal grande numero degli inviti e dalla loro
frequenza. Alcuni magistrati sono venuti da me, mi hanno invitato, hanno visto i medici che erano
attorno al mio corpo, quando io stavo male e quando non stavo male e loro mi hanno convinto
dicendo che non sembrava possibile né incontrarmi fuori casa, né trovarmi dentro casa mia, ma io
non potevo fuggire sempre. Una prova del fatto che io disapprovo tali entrate è che io chiamo miei
benefattori quei magistrati che non mi hanno invitato presso di sé. Ad alcuni di loro io ho dato
l'impressione che essi avessero sbagliato a non invitarmi, ma a me sembra che loro abbiano fatto le
azioni opportune e che abbiano collaborato alla mia attività oratoria. 51,30. E io ritengo che per me
i tempi più piacevoli siano stati quelli completamente dedicati agli studi di eloquenza. E quando io
dico queste parole ragionevolmente dovrei essere creduto. Infatti Aristeides, figlio di Lysimachos,
non prese neanche un obolo dai tributi e io non ho preso niente dalle ricchezze che erano presso
quell'imperatore eccellente e magnifico sia per le azioni fatte in vita sia per la sua morte. Ed è bello
il non prendere, ma è ancora più bello il fatto che io non abbia recuperato neanche questi beni che
quell'imperatore mi ha incitato a recuperare perché la confisca dei beni che appartenevano a mio
nonno non era stata completamente cancellata, ma io ho evitato questa cosa e ho detto: “affinché io
non ottenga nessun guadagno di tal genere in nessun modo”. 51,31. Per quale motivo io ho
raccontato queste cose? Affinché sia credibile per tutti che io mi sono rallegrato per non essere stato
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invitato più che per simili conversazioni. Se io non ho fatto soldi perché non ho ritenuto giusto
ottenere simili guadagni e io ho dato a me stesso difficoltà e fatiche invece che tranquillità, e
difficoltà e fatiche mi hanno distolto dagli studi di eloquenza, come potrei io apprezzare i motivi di
queste difficoltà e fatiche? 51,32. E si dice: “Ma tu avresti potuto fare del bene a molte persone
grazie a queste entrate”. Qui io mi ricordo di nuovo delle leggi. Se le leggi fossero applicate dai
potenti, le persone potrebbero ottenere questo aiuto da quelle leggi che sono buone, i sudditi non
avrebbero nessun bisogno né di me, né di quel magistrato. Io ammetto che ho fatto delle entrate
presso i magistrati. Questa cosa non sarebbe accaduta, se ci fosse stata una legge che la avesse
vietata. Pertanto si faccia pure una legge, affinché non sia possibile fare quelle entrate neppure per
quelli che le desiderano molto, e grazie a questa legge gli animi dei magistrati avranno tranquillità,
perché io ritengo che anche i medici parlerebbero con i magistrati soltanto delle loro condizioni di
salute. 51,33. O imperatore, è opportuno che sia detta anche questa cosa, e che essa sia una parte
della legge, e se questa cosa sarà trascurata darà la possibilità di essere fatta a colui al quale sembra
che essa sia stata impedita. Tu vuoi ancora sapere qual è questa cosa? Nessun magistrato deve
ospitare nessuno a un banchetto, né deve andare da un altro per fare un banchetto. E questa azione
adesso avviene in modo frequente. E io tralascio l'altra vergogna di quelli che sono sobri e vedono
l'ubriachezza che è presente tra quegli uomini, e non possono non ridere. Sono tali le loro guance,
sono tali i loro occhi,sono tali le loro lingue. Quelli che sono a cavallo sono più ridicoli di quelli che
sono sul carro. 51,34. E io adesso tralascio queste cose, ma è giusto temere i simposi per i discorsi
che avvengono nei simposi, e in questi discorsi è possibile promettere dei favori che sono come
quelli dei quali ho parlato poco fa.A colui che ospita il simposio,al magistrato che può dare qualcosa
in questo modo e che offre da bere ai suoi commensali, sembra irregolare non aggiungere al vino in
ogni coppa anche il favore. Alcune sventure per loro natura avvengono a molte persone a causa dei
simposi. Poi quelli che non fanno niente di ingiusto né in privato, né in pubblico, non si stupiscono
se a causa dei simposi le loro situazioni si trovano nei guai e nelle sventure. 51,35. O imperatore, tu
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devi porre un freno a tali bevute. Infatti tu impedirai gli inizi di disgrazie numerose e terribili, e
derivano dei danni dalla speranza di queste persone quando ancora non sollecitano i magistrati e
non li toccano. Questa legge quando sarà istituita darà anche agli altri la possibilità di essere forti,
se non avverranno a loro quelle cose a causa dalle quali essi sono diventati deboli.
Orazione 52 all'imperatore, introduzione di una legge contro quelli che entrano nelle residenze dei
magistrati.
52,1. O imperatore, io vengo per dare un aiuto alla giustizia,e tu mi hai ritenuto degno di una grande
attenzione in questa attività da molto tempo e in innumerevoli faccende. E io non temo che adesso ti
sembrerà che io ti dia fastidio riguardo ad argomenti che non sono seri, ma temo che a te sembrerà
che io ti abbia portato questa mia opinione in ritardo. Infatti io so che se a te sembrerà che questa
mia opinione sia utile, tu mi rimprovererai il fatto che io non ti abbia portato queste opinioni molto
tempo prima. E una paura mi ha trattenuto nel tempo precedente, adesso questa paura non è stata
eliminata, ma resta ancora, tuttavia, anche se resta, è stata sconfitta, io penso che sarebbe una cosa
strana, se io non ritenessi che i tuoi interessi siano più importanti anche della mia sicurezza. Infatti
se io potessi risanare qualcuno di questi problemi, per me ciò sarà sufficiente come consolazione
anche se io ne riceverò un danno. 52,2. Dunque qual è la cosa che necessita di una cura? Due guerre
colpiscono la vita degli esseri umani. La prima di queste guerre avviene con le armi e con il ferro
contro i nemici che vengono da fuori, l'altra guerra è contro le azioni ingiuste che avvengono in
modo reciproco tra alcune persone anche dentro alla città e queste persone non rispettano l'abitare la
stessa città, né il chiamarsi vicendevolmente concittadini. Pertanto nelle prime guerre è stato deciso
di risolvere il conflitto con gli eserciti e con le forze militari, nelle seconde guerre si decide con i
tribunali e con le leggi. Ci si potrebbe difendere dai nemici esterni più facilmente di quanto ci si
potrebbe difendere da questi concittadini per i quali è più facile stare nascosti. 52,3. Dunque è molta
la cura riguardo a queste cose e c'è un grande numero di leggi antiche e di leggi nuove che sono
state istituite di volta in volta da coloro che hanno avuto il potere. E c'è un rifugio per quelli che
subiscono delle ingiustizie, esso consiste nella denuncia, nelle accuse, nella condanna, e nelle
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punizioni. E la cosa migliore sarebbe stata se non fosse avvenuta nessuna ingiustizia, ma la seconda
cosa migliore è punire l'ingiustizia, e grazie ciò difficilmente una vittima potrebbe smettere di
soffrire. O imperatore, questo soccorso è così bello, adeguato e caro agli dei, gli dei che non
permettono che alcuni siano salvati da quelli che fanno delle richieste. Sarebbe opportuno che loro
cessassero di fare queste cose sia per la tua legge sia per la tua collera. 52,4. Chi sono questi
individui? Sono quelli che siedono vicino ai magistrati che giudicano nei processi, e che si
spartiscono le orecchie di coloro che amministrano la giustizia, ed essi costringono quei giudici ad
ascoltare loro più degli avvocati, e talvolta uno di questi individui trascina se stesso dal giudice,
talvolta il giudice trascina lui, ed essi non permettono di vedere ciò che è giusto, ma fanno una
politica opposta alle leggi, e se non convincono il giudice, minacciano di incalzare quel giudice che
non ha concesso questo favore,e alcuni sono più audaci in queste azioni e occupano anche il seggio,
offendono l'aspetto del tribunale, offendono il processo, offendono colui che dà il nome al processo,
altri riempiono la residenza del magistrato di sera, sono più moderati dei primi perché si tengono
lontano dai tribunali,ma non sono giusti neppure questi uomini che ritengono che tali entrate,fatte in
modi non giusti, convincano il giudice quando le circostanze non possono fare questa cosa. 52,5.
Dunque i primi fanno l'azione che è propria dei secondi, e i secondi non osano fare l'azione che è
propria dei primi. Ma i secondi, dopo avere fatto la loro richiesta, vanno via e affidano alla memoria
il favore, gli altri seguono con la loro presenza quelle cose per le quali hanno fatto le loro richieste e
quelli che hanno promesso gli aiuti fanno cenno di essere fiduciosi a coloro che partecipano al
processo. Dunque qual è questo tribunale dal quale l'amministrare la giustizia viene respinto? E tu
non devi ritenere che siano soltanto due gli uomini che fanno questa azione e che condividono il
seggio con il magistrato, ma essi hanno una base solida in ciascuna delle loro mani, una base solida
che si unisce a un'altra base solida in ognuna delle due parti. E riguardo a questi fatti tanto gravi, i
nemici delle leggi cercano cose che sono al di fuori della legge, saltano in piedi, gridano, e
nascondono i motivi per i quali essi sono andati dai magistrati. 52,6. Dunque questi individui che
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sono meno temerari confluiscono insieme nelle residenze dei magistrati, prevalgono sul loro sonno
che avviene dopo il pranzo, e interrompono il sonno di quei magistrati. Ed essi non fanno questa
cosa con un grido, e non chiamano il magistrato per nome, infatti come potrebbero fare ciò? Essi
parlano e chiacchierano in un modo tale che non sarebbe possibile dormire nemmeno volendo
fortemente dormire. Allora i magistrati si svegliano, si arrabbiano e nascondono la loro ira sotto un
sorriso. E loro passano la parte restante del giorno nel discorso che riguarda i favori, ma le lettere
che sono dovute ad altre lettere e sono scritte dalla mano dei potenti non si trovano in nessun luogo,
e quelli che hanno bisogno di queste lettere hanno fame mentre stanno vicino ai magistrati. 52,7. Io
vorrei dirti cosa è successo una volta in una residenza. Un magistrato ha rifiutato di concedere dei
favori, e gli ultimi di questi favori sono stati in un bagno, un individuo che non aveva ottenuto ciò
che voleva,ma voleva ottenere questa cosa dal magistrato anche quando era spogliato,si è spogliato,
ha portato il documento in bagno, ha portato dell'inchiostro e un calamo, non è andato via senza
avere avuto nessun risultato tra le risate, ma ha portato via delle lettere insieme al sudore. 52,8. O
imperatori, queste entrate hanno eliminato la forza della giustizia, hanno dato forza all'ingiustizia e
hanno liberato alcuni da una punizione e hanno privato altri di una giusta punizione. Queste stesse
entrate hanno sottratto molti assassini alla condanna a morte, hanno sottratto molti adulteri alla
condanna a morte, hanno sottratto molti ladri di tombe alla condanna a morte, hanno sottratto alla
condanna a morte molti autori di reati contro il patrimonio,alcuni che non hanno restituito i depositi,
alcuni che non hanno restituito i prestiti, alcuni che hanno fatto dei furti, alcuni che hanno colpito
con i pugni, alcuni che hanno dato dei calci, altri che hanno offeso se stessi con degli insulti e hanno
offeso i loro padri che sono morti, e queste entrate salvano quelli che sarebbero stati puniti
giustamente dalle leggi perché hanno commesso ogni tipo di ingiustizia,e queste entrate collaborano
con questi malfattori e fanno in modo che essi possano deridere la punizione. 52,9. E se qualcuno
dei tuoi uomini ruba qualcosa e dopo essere stato arrestato viene portato a un processo, a lui non
mancheranno quelli che impediranno che avvenga la sua punizione, ma nello stesso tempo viene
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rivolta un'accusa per qualche motivo, e c'è una corsa di colui che ha paura verso qualcuno che lo
difenderà, e quest'ultimo fa un'altra corsa verso colui che amministrerà la giustizia, e il primo fa
delle calunnie, anche se non fa delle calunnie, e l'altro, anche se è cattivo, è buono. I magistrati
ingiusti salvano molti individui che sarebbero degni di essere puniti e causano la rovina di non
meno uomini che erano degni di vivere e vivevano in modo conforme alle leggi, e i magistrati
ingiusti continuano a farli diventare poveri, mentre prima erano ricchi, e continuano a farli diventare
miseri, mentre prima erano famosi, e hanno restituito alle loro case alcuni uomini che erano stati
colpiti da una condanna, alcuni che erano stati colpiti dal piombo, altri che erano stati colpiti da
entrambe le cose. 52,10. Ciò che determina le loro rovine non è giusto, e per te, o imperatore, è
opportuno e anche facile mettere fine a queste salvezze che non sono giuste. E dire questa cosa è
ancora più facile. Dunque tu devi liberare le anime di coloro che sono sottoposti a dei processi di
un timore (lacuna in testo greco) causato da quelli che danneggiano ciò che è giusto. E per questo
motivo questi uomini si privano anche del dormire e sorvegliano gli ingressi di coloro che sono
migliori, e a causa di questi ingressi neppure colui che è molto fiducioso nelle proprie azioni può
stare tranquillo. Dunque arriva la notte, e gli porta una di queste due cose, o una veglia o un sonno
con dei brutti sogni, e questi incubi contengono i discorsi fatti al magistrato contro lui stesso,e fanno
saltare i corpi di quegli uomini che sono stati sconvolti. Lui, dopo avere avuto un giorno simile a
quello, accoglie con dolore il giorno successivo, e la paura causa una ferita nella sua anima. O
imperatore, è necessario che i sudditi sia abbiano paura, sia non abbiano paura,e devono avere paura
se hanno commesso delle azioni ingiuste, e non devono avere paura se non hanno fatto niente di
male,ma non a causa di un certo individuo o a causa di un certo altro individuo. 52,11.O imperatore,
questa cosa renderà migliori anche le tue decisioni. Infatti adesso quelli che hanno messo davanti a
sé questi scudi hanno onorato il vivere piacevolmente più che il vivere in modo giusto; ma se essi
non avranno delle lingue che li accompagnano in tribunale, avranno le loro speranze nelle azioni
che hanno fatto. Io credo che questa cosa sia un vantaggio anche per loro, per quelli che vivono in
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modo onorevole, se quelli che sono buoni vengono elogiati e non adulano coloro che dicono
menzogne, ma ottengono un onore con le loro azioni e non chiedono delle lodi, ma le ricevono per
quelle azioni che essi fanno ogni giorno. 52,12. La stessa cosa rende peggiori quei battaglioni che
sono migliori, oppure, se vuoi, rende peggiore l'esercito. Infatti questi battaglioni che hanno scarsa
stima degli interessi dei loro vicini, causano le sventure di quei magistrati che non sopportano le
entrate frequenti. Non c'è niente di strano nel fatto che questa vicenda vada a processo, perché ci
sono quelli che renderanno mite colui che si adirerà. Ma se un soldato si comportasse bene, ci
sarebbe un onore anche per il giudice, lui vivrebbe con il cuore tranquillo, e non avrebbe da nessuna
parte un testimone delle sue azioni che lo minaccia.52,13.Tuttavia il bene più grande per un giovane
è la sua istruzione, ed è meglio per lui frequentare un insegnante bravo invece che un insegnante
ignorante. E dunque questa capacità è resa poco chiara da tali entrate, che rendono colui che è il più
ignorante il più sapiente nei discorsi, e fanno in modo che colui che è più sapiente sia inferiore a lui.
Se chi ha visto queste cose le segue e dice le parole dell'inganno,il nome della carica pubblica rende
grande la sua decisione e ha una forza più grande della verità, e gli interessi degli studi di retorica
sono danneggiati. 52,14. Pertanto questi uomini che hanno scelto quelli che sono ingiusti non
faticano invano contro quelli che obbediscono <alle> leggi, ma, come gli agricoltori fanno le fatiche
che riguardano la terra, e hanno gioghi, carri, buoi e un aratro, e mietono la terra arabile, gettano il
seme, fanno le altre azioni di quelli che vogliono mietere e raccogliere, così questi individui fanno
le azioni di quelli che vogliono mietere e raccogliere.E questo raccolto che va da loro è abbondante.
Quando loro arrivano, i prodotti forniti dalla terra e dal mare rendono ricche le loro tavole, gli altri
loro beni consistono nella ricchezza, nell'oro,nell'argento, nei vestiti. Ed essi hanno alcune cose, ne
ricevono altre, e stanno per averne altre ancora. Loro non elogiano niente di ciò che merita di essere
elogiato, ma ciò che sembra piccolo rimane, loro cercano un'altra cosa e non è possibile non dare
qualcosa alla considerazione di colui che indugia, affinché ci sia qualcuno che permetterà questa
cosa, se essa è necessaria. 52,15. O imperatore, in che modo tu credi che quelli che hanno lasciato la
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povertà che era loro e della loro famiglia, ed erano arrivati tra noi con le scarpe rotte, altri non
prestano del denaro, parlano sempre degli interessi, lasciano grandi eredità ai loro figli? Tutti questi
individui hanno un'unica fonte di ricchezza, cioè i tribunali e il fatto che alcuni siano sconfitti e altri
vincano, ed entrambi in modo ingiusto. Essi hanno ottenuto forza dagli studi di retorica e grazie a
questa forza hanno ottenuto la loro forza nella città. E ogni vedova possiede il suo patrimonio non
per se stessa, ma grazie a questi individui. 52,16. I lavoratori manuali vedendo il loro grande potere,
si sono sottomessi a questi uomini, e anche agli schiavi di costoro. E infatti costoro hanno il potere
di dare frustate, di chiedere, di spingere, di abbattere, di maltrattare una tunica. E le merci che sono
vendute hanno tali individui come decisori dei prezzi, sia gli schiavi, sia i padroni. Essi in passato
hanno pagato un piccolo prezzo, altre volte non hanno pagato niente. Poi alcuni di loro hanno avuto
la preoccupazione riguardante il pane, altri hanno avuto tutti i beni in abbondanza. E loro non hanno
avuto dei costruttori,ma se avessero avuto bisogno delle mani, le avrebbero ottenute. 52,17. Dunque
come bisogna ritenere che siano tali individui e come bisognerebbe chiamarli se non tiranni, non i
trenta tiranni che vissero un tempo ad Atene, ma tutti quelli che non si potrebbe nemmeno elencare?
Infatti anche se essi non si impadroniscono delle acropoli, e non sono difesi dalle guardie del corpo,
anche se essi portano il vestito dei sudditi, anche se essi non sono superiori alle leggi, essi sono
d'accordo con alcune di queste leggi, e si oppongono ad altre leggi, se tutte queste azioni non sono
di persone che le conoscono e le vedono. Eppure cosa hanno di più le tirannidi? Tu, o imperatore,
farai la guerra, e odierai non il nome dell'azione, ma l'azione stessa e i mali che derivano da questa
che rende questi uomini dei tiranni, ma il fatto che essi guidino i magistrati, e il fatto che questi
magistrati, che sono stati mandati dalla tua persona per svolgere questo compito, collaborano con le
volontà di questi individui. Essi spesso hanno anche fatto ribellare un villaggio che è stato
danneggiato da un villaggio più grande perché il compenso maggiore è quello che proviene dal
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villaggio più grande. Tu devi venire e devi estirpare queste tirannidi da noi. Non c'è nessun bisogno
che tu percorra un grande spazio di terra, né che tu attraversi delle montagne, né che tu sconfigga
alcuni con le armi, e altri con la tua ragione, ma se tu ritieni giusto che le porte dei magistrati siano
chiuse, questi individui saranno rovinati. 52,19. Si potrebbe dire: “eppure queste entrate sono
conosciute da molto tempo”. E infatti questo stesso tempo conosce le ingiustizie che sono avvenute
a causa di queste persone. Pertanto non bisogna permettere a loro di fare queste entrate a causa di
questo tempo, bisogna invece ostacolarli a causa di quelli che hanno patito delle ingiustizie. Colui
che ha fatto riferimento al tempo, come se fosse un'argomentazione valida deve rispondere a questa
obiezione, se qualcuno degli dei o anche degli uomini promettesse a noi di eliminare una lunga
pestilenza,non farebbe a noi un dono per la lunghezza di quella malattia? Dunque al contrario la sua
lunga durata sarebbe un'esortazione a fare presto, e a non indugiare, ma a prendere rapidamente ciò
che è buono. 52,20. Dunque se io dico menzogne nelle parole che dico riguardo alle entrate, e se
non c'è niente di dannoso in esse, esse restino pure; ma se esse hanno evitato molte delle cose che
sono state dette, è ancora più giusto provare dolore per il fatto che esse non siano state eliminate
molto tempo fa, invece che mantenere queste entrate fino a ora per un tempo così lungo. Noi
sappiamo che in questo tempo alcuni magistrati hanno chiuso le loro porte e sono stati ritenuti
molto migliori di quelli che non hanno fatto questa cosa. Ma se in passato si è ritenuto che il
chiudere le porte fosse meglio del non chiuderle, per quale motivo noi non riterremo il tempo
successivo a questo mio discorso migliore del tempo precedente? 52,21. Che significa? Al tempo
dei primi potenti questo comportamento non era proprio di un uomo anziano [e] che cenava con
loro, e questo anziano si preoccupava di ogni tipo di virtù e anche durante la cena citava gli antichi
retori e poeti, e non era senza pericoli l'andare fuori da questi argomenti. Una volta è arrivata anche
la schiera di filosofi da Apamea, e il capo di costoro era simile agli dei, e dopo essere stato insieme
a loro per poco tempo è ritornato. Sarebbe stato necessario che anche loro avessero fortuna in un
modo simile, e avrebbero esortato a ottenere un vantaggio anche con le ambascerie. 52,22. Ma essi
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ammettono che ci sono alcuni che chiedono delle cose che non bisognerebbe chiedere, certo non
chiedono a loro di avere queste cose immediatamente. Ma se degli uomini eccellenti avessero avuto
degli incarichi sopportando ogni cosa per la loro reputazione, forse a qualcuno sarebbe sembrato
giusto dire qualcosa; se invece noi sappiamo chi sono quegli uomini, di chi sono figli, da dove
vengono, e in che modo hanno preso gli incarichi che detengono, che c'è di strano nel fatto che essi
si dedichino a quelli che fanno delle proposte? Ci sono quelli che, anche se non convinceranno la
prima volta in cui diranno ciò, fanno queste cose insistendo, baciando la testa e gli occhi dei
magistrati, toccando le loro mani, onorando le loro ginocchia, dicendo tutte le loro parole, e dicendo
la frase di Satyros, cioè “ti prego, dammi qualcosa”. La natura delle loro parole ha avuto un
grandissimo potere, di suscitare una collera e di porre fine a essa, ed entrambe queste cose possono
convincere a scegliere dolore e guerra invece che pace, e possono convincere quelli che corrono gli
uni contro gli altri a deporre le armi. E non ci si sbaglierebbe a definire un ciarlatano colui che porta
a un banchetto un lutto che non è sopportabile. 52,23. E dunque a questi uomini non mancano le
parole che convincano a cedere. Tra queste parole sono quelle che promettono delle ricompense e
quel finale che è più spaventoso della Gorgone, quello che minaccia i fiumi di dare loro dei biasimi.
La loro lingua è resa aguzza da alcune parole ed essi le chiamano coltelli. E nelle altre attività essi
non sono spregevoli perché tentano tutte le azioni, perché non hanno nessun indugio, e perché
ritengono che il pudore sia una pigrizia. Dunque se un magistrato è ambizioso,ed è sconfitto a causa
della sua ambizione se vuole ottenere dei guadagni illeciti, comincia ad avere paura. 52,24. Dunque
se qualcuno va dal governante, lui potrebbe arrestarlo; ma se uno si tiene lontano dal governante,
come potrebbe il governante attaccare costui? Dunque colui che [potrebbe] esercitare male il suo
potere farà delle azioni malvagie anche se nessuno entra a parlare con lui, ma se molte persone
entrano a parlare con lui, lui concede alcune cose a loro, e concede altre cose a se stesso, e queste
cose non sono uguali a quelle che avvengono tramite quelle persone. Così non è possibile che non
segua qualche danno dopo le entrate di quelle persone. 52,25. Eppure si dice che c'è qualche utilità
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nelle argomentazioni indicate da quelli che fanno quelle entrate, perché il magistrato senza di esse
non potrebbe conoscere bene quegli argomenti. E qual è questa utilità? Come potrebbe questa utilità
restare nascosta? Come potrebbe questa utilità non essere evidente, quando alcuni si mettono
d'accordo da lontano su questioni che riguardano le tasse, su questioni che riguardano i processi, su
questioni che riguardano l'invio di ambasciatori, altri senza accordi precedenti gestiscono le vicende
con delle spie e hanno la loro informazione da molte fonti. 52,26. Ma se è giusto che il magistrato
abbia qualcuno che condivida in modo continuo tutte le sue attività, colui che lo frequenta riceve
necessariamente una certa benevolenza per i suoi affari; infatti negli insuccessi lui è il primo che li
conosce e che ne dà una spiegazione. Dunque se la carica pubblica è governata da due opinioni, che
bisogno ci sarebbe di altre opinioni? E infatti colui che è cresciuto insieme al governante potrebbe
aumentare la sua gioia e potrebbe placare la sua tristezza. 52,27. Dunque ancora, se questi uomini
intendessero fare questi incontri per un motivo giusto, e gli indovini avevano predetto questa cosa,
useranno male le loro frequentazioni con i magistrati, io dico che è necessario che questa cosa
avvenga, ma spetta a te, o imperatore, decidere che questa cosa avvenga. 52,28. Ammettiamo pure,
se così pare, che non tutti questi incontri siano così, ma che alcuni incontri siano anche utili.
Certamente se essi fossero più numerosi, sarebbero peggiori, allora avverrebbero con un danno
maggiore. Dunque se è vero quel discorso di Theognis e “l'uomo buono è maestro di altri uomini
buoni, l'uomo cattivo, anche se trova qualcuno che è dotato di intelligenza, lo respinge”, quando
avvengono queste entrate, il generare malvagità nei governanti è l'effetto più forte,quanto più questo
comportamento è frequente. Allora è meglio che non avvenga nessuna frequentazione da parte di
nessuno invece che avvenga questa frequentazione da parte di persone buone e persone cattive.
Infatti quelli che si comportano bene potrebbero essere a malapena due, e invece quelli che fanno
adulazioni sono indicibilmente numerosi, e nessuna delle loro azioni otterrà molte lodi, e loro
diranno a quel magistrato che solo Zeus gli ha dato questo potere, cioè di occuparsi delle città in
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questo modo. 52,29. Si dice: “tu non fai aprire le porte agli insegnanti?”. No. “per quale motivo?”.
Perché io so che anche gli insegnanti faranno queste cose, faranno delle alleanze con alcuni, faranno
delle guerre con altri, e agiranno male in ognuna di queste due azioni. Infatti io vedo che anche essi
hanno questa malattia che riguarda le ricchezze e ritengono che siano felici solo quelli che vivono
nella ricchezza, e ritengono che Kroisos sia stato più felice di Solon. Io ho sentito in passato
qualcuno di questi insegnanti, che ha invidiato la fine di Midas. Infatti lui ha ammesso che il Frigio
è morto di fame,ma ha detto che quella sua fame era un effetto dell'oro. E queste cose non sarebbero
potute accadere ai padroni di Satyros, se essi le avessero chieste,ma le loro preghiere al sole all'alba,
e le loro preghiere alla notte quando essa comincia,sono che loro abbiano tutte le ricchezze che sono
insieme ai loro incarichi, e le loro preghiere non sono affatto che la loro moglie e i loro figli stiano
bene e siano felici. Essi non permettono che noi facciamo delle congetture, ma sanno bene questa
cosa quelli che hanno reso visibili delle grandi ricchezze grazie al fatto che essi non hanno percorso
la strada dei loro insegnanti, ed essi hanno eguagliato alcuni, e hanno anche superato altri individui.
52,30. Dunque, o imperatore, in questo modo tu devi porre un freno a coloro che fanno queste
entrate. Ed essi non devono convincerti dicendo che queste entrate sono i compensi degli studenti,le
fatiche, e le lezioni che riguardano l'eloquenza. Infatti se questa cosa fosse così, tutti quelli che
fanno delle entrate lo farebbero per i giovani studenti e per le loro lezioni, infatti io credo che queste
entrate siano fatte da tutti, e tuttavia i poveri non vanno dai magistrati, e sarebbe un grande
vantaggio per loro mangiare a casa di un altro, ma altri sono nella lista dei ricchi. A loro la legge
dovrebbe dire di non cercare maggiori ricchezze, ma di accontentarsi, se nessuno toglierà a loro le
ricchezze che hanno. 52,31. Se bisogna porre un freno a quell'entrata dopo che essa è avvenuta,
come si potrebbe permettere quelle entrate che non sono ancora avvenute? Noi che biasimiamo
quegli insegnanti che stanno vicini alle ginocchia dei governanti, come potremo accusare quelli che
non hanno ancora fatto questa cosa, che la faranno e che invece dei lavori in miniera, otterranno gli
incarichi e non saranno simili ai loro insegnanti? Poiché colui che si oppone alle correnti del nostro
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problema, non permetterebbe che questa pratica possa crescere a tal punto, il ritenere che essa sia
una grande prepotenza è e sarà l'inizio. E non c'è stato soltanto un danno all'eloquenza, ma c'è stato
un pericolo anche nel cambiamento dei poteri dello Stato, i possedimenti di qualcuno sono stati
sconvolti e lui ha dovuto percorrere una lunga strada,rendersi ridicolo e restare in quei possedimenti
che aveva, guardando all'indole naturale del magistrato. 52,32. Si dice:“ma se tu impedirai l'accesso
a tutti, cosa dirà la legge per i medici, se quel magistrato ha bisogno dei medici? Infatti tu ordinerai
di non ammalarsi a quelli che hanno degli incarichi”. Allora la legge dirà: “Tu, medico che hai la
capacità di salvare la vita, puoi andare, e puoi dire qualcosa stando seduto, e puoi sentire che cosa
dice il magistrato, ma ogni parola che viene detta deve riguardare la malattia,tu devi rivolgere la tua
attenzione che può abbattere e fare scappare, a rendere privo della malattia colui che ti ha chiamato,
ma non deve esserci nessuna menzione né di un processo, né di una vittoria, né di una sconfitta, né
di un verdetto, e non deve esserci nessuna parola a favore di un uomo cattivo, né a favore di un
uomo che non fa nessuna cosa ingiusta, e non deve avvenire che qualcuno renda il magistrato
favorevole a sé stesso, né che un altro lo renda ostile”. 52,33. Io lo so. Molte parole sono state dette,
molte cose sono state fatte da quel medico che vince sulle malattie, che prevale sui magistrati, e lui
non usa in modo giusto questo suo potere. E del fatto che non lo abbia usato in modo giusto è
testimone la ricchezza che fa diventare poveri <alcuni> di quelli ai quali erano affidati moltissimi
beni imperiali. Infatti il consiglio cittadino aveva della terra, il medico la coltivava, fissava dei
prezzi adeguati, e forse anche troppo grandi, così facilmente,come se lui fosse portato a dei tesori da
alcuni sogni. E le sue ricchezze non sono state un prodotto dei sogni, ma sono stati i favori di
magistrati che obbedivano a lui in tutte le cose. Quell'uomo vendendo questi favori, ogni volta ha
comprato e posseduto qualcuna tra le cose che erano vendute da coloro che vendono le tombe. E le
ricchezze di qualcuno sono aumentate,ma è aumentata anche la vergogna dei giudici. 52,34. Dunque
deve essere presente il medico che cura il magistrato, se è malato, ma il medico potrebbe fare questa
azione anche in silenzio, potrebbe fare anche con poche parole quelle cose che non potrebbero non
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essere dette. Ma se il medico fa lunghi discorsi, e va per fare delle azioni che non sono conformi
alle leggi,con il suo volto deve rendere chiaro ai presenti ciò che è necessario secondo l'arte medica,
cioè l'unico motivo per cui un medico può entrare è vedere il malato. È giusto che sia vicino colui
che abbellisce la residenza, e colui che si preoccupa delle cose che avvengono dentro questa
residenza ed è giusto che lui con questa sua attività costringa il medico, che è tale, a restare
all'interno dei suoi limiti. 52,35. E tu, o imperatore, potresti sapere che non è giusto che una dimora
di un magistrato riceva simili incontri anche da questo aneddoto: io dirò poche parole, e grazie ad
esse tu proverai una gioia. Una volta governava la provincia di Siria e alcune altre province un
uomo, era figlio di un siriano, ma lui era un romano, e gestiva il potere con la paura, non con il
sangue. Quando quest'uomo stava esercitando il suo incarico, un flusso si è mosso dalla sua testa, è
corso attraverso la sua gola, ha causato altri danni e gli ha tolto la voce. Per il suo malessere è stato
chiamato un medico, e questo medico era tra quelli che erano molto elogiati,e quando è stato chiesto
al magistrato che cosa lo trattenesse, il magistrato ha risposto niente con la sua voce, anche se lui
aveva tanta voce dentro di sé, ha aperto la bocca, e ha indicato ciò di cui aveva bisogno dall'arte
medica, affinché il medico andasse via senza averlo sentito parlare nemmeno una volta e non
riportasse niente della lingua di quel magistrato. 52,36. Allora i governanti avevano una paura tanto
grande delle entrate che sono state dette. Ma adesso non sono le malattie che fanno entrare i medici
presso coloro che hanno degli incarichi pubblici, ma i magistrati stanno bene, i medici stanno seduti
vicino a loro, e il loro discorso non riguarda il corpo, né riguarda il modo in cui quegli uomini
possano passare il loro tempo in buona salute, ma riguarda il loro aspetto e cose simili. Dunque io
non priverò i magistrati dei medici, non potrei mai essere così stolto, ma riterrò giusto mettere sopra
le loro bocche un medico che farà soltanto quelle cose che è necessario dire. 52,37. Si dice: “dunque
noi rifiuteremo di concedere alla fatica dei governanti la consolazione che è presente in quelle
entrate?”. Di quale consolazione parli? La loro fatica è resa più grande da quelle entrate perché il
tempo delle lettere e delle cose necessarie viene dedicato ad altre attività, e il loro tempo diventa
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poco, non diventa di più per le persone che li sollecitano,cosicché spesso è ora di cenare e loro sono
impegnati a scrivere le lettere. 52,38. Io mi stupisco se, dopo un banchetto doppio come quello, essi
sembrano avere bisogno in qualche modo di riposo, e sembra che essi non potrebbero vivere se non
avessero questo riposo, perché essi non <avrebbero> delle pause tra i cibi. Tutti i magistrati, sia
quelli del passato, sia quelli di adesso hanno avuto delle pause per allentare la tensione, e le gare di
cavalli e di carri hanno avuto questo effetto, le bellezze presenti nei teatri hanno avuto questo
effetto, le lotte degli uomini contro i denti degli animali feroci hanno avuto questo effetto, e i canti
di giovani dalle belle voci mescolate alle bevute hanno avuto questo effetto. Non è stato proibito il
flauto, non è stato proibito il flauto di Pan, né è stata proibita la lira. È possibile anche un
passatempo con i dadi ed esso porta collera insieme a qualche gioia. Ma se il governante chiede
ancora un'allegria migliore, c'è la musa dei poeti, c'è la corsa dei retori. Lui può ascoltare qualcosa
dai poeti e dai retori, riguardo alle sue virtù, o di quelli che dicono cose vere, o di quelli che dicono
cose non vere, e tuttavia tali parole lo liberano dalla fatica che deriva dalle sue attività. Così quelle
entrate non potrebbero avvenire in modo ragionevole neppure a causa di questo motivo. 52,39.
Allora essi credono di avere questa argomentazione che sia la più importante a favore della loro
opinione e dicono:“anche tu stesso sei stato tra quelli che hanno fatto queste entrate”. Ed è vero. Ma
sia allora sia adesso io le ho fatte contro la mia volontà e non perché le volessi, ma dicendo “Per
Herakles”, e ritenendo che questa cosa fosse un danno per me, e guardando con ostilità colui che era
stato mandato per invitarmi, e talvolta io non ho obbedito in modo deliberato, talvolta io ho
comprato le parole per non farmi trovare. E sono testimoni di queste parole quelli che le hanno
ricevute. Dunque chi è così stolto da comprare ciò che è il contrario del suo desiderio e al punto da
volere fare delle entrate e da pagare del denaro al fine di non fare nessuna entrata? 52,40. E
certamente nessuno potrebbe indicare me come un uomo privo di inviti presso un magistrato fin
dall'inizio, quando il magistrato che ha fatto il viaggio la sera, ha ottenuto il suo incarico pubblico,
ed è arrivato. Qualcuno ha mandato a chiamare, e qualcun altro non ha voluto venire. Dunque che
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cosa ho fatto io? Io sono andato da un governante, e non sono andato da un altro governante. Infatti
poiché io non voglio dare fastidio, ho ritenuto che sarebbe stata una cosa vergognosa se io fossi
andato a bussare alla porta del magistrato. Certamente nessuno potrebbe dimostrare che io sono
colpevole di avere fatto tale strada verso il magistrato di mia spontanea volontà, neanche quando
sono andato da Kyneghios, e lui mi ha visto per la prima volta ed è sceso, e non c'è nessun esempio
di ciò. Io potrei elencare non pochi governanti che non hanno costretto nessuno e non sono stati
costretti da nessuno. 52,41. Si dice“tu potevi stare seduto presso un magistrato che ti aveva invitato,
ma tu ti sei alzato e lo hai seguito”. Come potevo io non andare quando un magistrato mi chiamava,
e quando lui riteneva che questa cosa fosse importante? Infatti se io non fossi andato non era
possibile che io non patissi qualche danno. Infatti non soltanto è grande l'ira di coloro che sono
imperatori, ma non è facile sopportare neanche le collere delle cariche meno importanti di quella
dell'imperatore, e molti uomini sono morti per queste collere. È facilissimo per un calunniatore
attribuire una falsa accusa, convincere dei testimoni a testimoniare il falso,rendere se stesso padrone
della decisione, e consegnare qualcuno al carcere e a qualcuno che in quel luogo può ordinare
qualcosa per mezzo della forza. 52,42. E io ho avuto come maestro di questa paura, che ho potuto
evitare a fatica, un altro mio parente che era sacerdote di una filosofia e non ha potuto evitarla.
Dunque io sono stato ammaestrato dai dolori che ho patito e ho evitato opportunamente la collera di
ogni carica pubblica. E se io stesso fossi stato irraggiungibile per loro, avrei avuto altri che mi
avrebbero colpito, e alcuni di essi sono all'interno delle mura, altri sono dispersi nelle campagne, ed
essi sarebbero rimasti lontani da me, per quelle azioni con le quali io avrei potuto causare loro dei
dolori. È doloroso il non potere portare un aiuto ai propri amici, il vedere che essi sono dilaniati, e
non potere dare nessun contributo, se non il proprio dolore. 52,43. Io pensavo queste cose tra me e
me e ho sentito alcune persone che erano spaventate e chiedevano di non gettarle in un precipizio
senza scampo; infatti era chiaro il secondo tentativo ed era chiaro che, mentre io facevo resistenza,
gli interessi di quelle altre persone erano colpiti. Dunque io ho difeso questi miei amici, mi sono
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preoccupato per loro e ho ritenuto opportuno dire delle cose giuste, sono stato sconfitto dalla forza
maggiore che è insieme agli dei, sono andato là, anche se ero triste mentre ci andavo. 52,44. Oltre a
queste cose ho visto dei padri che mi hanno affidato i loro figli dicendo che avevano bisogno di tali
entrate, e anche se ritenevano che la giustizia fosse molto importante, però sarebbero state pesanti le
altre alleanze che erano a pagamento. Se qualcuno li respinge dicendo che lui ha qualcosa contro
questa pratica, alcuni insegnanti non dicono queste parole a quelli che fanno queste richieste;dunque
le mie condizioni sarebbero diventate non buone a causa di queste scelte. Per questo motivo io ho
fatto delle cose che non avrei voluto fare. Io non avrei voluto farle, sia per la difficoltà che deriva da
questa pratica, sia perché la vita fatta di tali guadagni è lontana da me. Almeno nessun nemico ha
emesso questa voce contro di me, ma tra le numerose menzogne che i miei nemici hanno detto, non
hanno osato dire questa menzogna. Pertanto per colui che è il più incorruttibile che bisogno ci
sarebbe di questo motivo? 52,45. Una grande testimonianza delle cose che io ho detto è ciò che
avviene adesso. Infatti se io avessi apprezzato quelle entrate, io non avrei chiuso con una legge
quelle porte che accolgono delle persone. Infatti come questa legge, che causa un dolore, è una
grande confutazione dell'accusa che io ami queste entrate, così per me è un segno del mio biasimare
quelli che aprono le porte il mio ricercare tali comportamenti da parte dello scettro. 52,46. Parla a
mio favore anche Kyneghios che è morto e che è stato incoronato dagli elogi che sono stati fatti da
te. Lui si è collocato in quello schieramento della giustizia, che è stata tagliata ed è stata ferita, e lui
ha potuto, non so come, apprendere queste cose, lui con alcune sue lettere ha fatto chiudere le porte
dei magistrati, ma non è andato fino alla fine alla maniera di Diomedes. E in quelle lettere c'era
un'altra cosa, ed era che le altre decisioni fossero tue, e queste decisioni fossero come una legge.
Infatti lui non avrebbe potuto sopportare queste decisioni nello stesso modo in cui aveva sopportato
le prime. [esse non avrebbero potuto essere eliminate]. Ma nel momento stesso in cui Kyneghios è
morto queste sue pratiche sono diventate un nulla. 52,47. Dunque, o imperatore, tu ritenendo che
questo mio discorso sia di tutti e due, portando un aiuto con i fatti, e onorando un amico, devi
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istituire una legge che non sia meno onorata di quelle che sono state istituite da te in passato. E tu
dovresti offrire la possibilità di vincere soltanto a quelle persone sottoposte a processo che hanno
avuto la loro vittoria grazie alla verità. La legge deve comprendere tavole e bevute, e il detentore di
un incarico non deve dare ospitalità, e lui non deve neanche correre se viene invitato da qualcuno. E
ognuna di queste due cose è un danno alla giustizia. Infatti colui che riceve una coppa dell'amicizia,
al contempo chiede un favore con il suo porgere la mano, ma quel governante che onorare la coppa
sa che farà delle cose non giuste, tuttavia lui dà il suo assenso. Le stesse cose avvengono a un
secondo magistrato e le stesse cose avvengono a un terzo magistrato, e le stesse cose avvengono a
ognuno di loro. E la coppa passa attraverso tutti e porta con sé un guadagno. E chi beve mentre beve
potrebbe dire qualcosa di simile ed è possibile che questa cosa avvenga anche da parte di colui che
mangia. Anche il piacere dato dai cibi non è inferiore a quello dato dalle calunnie, e Dionysos fa
delle porte con tutte le parole, e l'occasione del banchetto porta delle sventure a molti individui,
mentre colui che ha il seggio è legato dalle parole. Pertanto lui non deve invitare nessuno, e non
deve ospitare nessuno, e non deve essere finanziatore di questi individui pagati sia per dire, sia per
fare quelle cose che essi vogliono. 52,48. Io nascondo a me stesso l'altra cosa, anche se la penso. Un
magistrato viene trasportato su un carro per la sua cintura che è così importante, viene
accompagnato dai sudditi non affinché lui cambi qualcuna delle cose che non vanno bene, ma
affinché lui faccia pranzo, e si riempia di vino e di carne. E tutti quelli che lo vedono sanno questa
cosa [che lui pranzerà],e tra loro non c'è più il rispetto quanto ce ne era prima, e quando i governanti
ritornano non c'è più rispetto per niente, ma essi sono ridicoli e sono diversi dagli otri soltanto per
questo motivo, perché gli otri non parlano e non si comportano in modo sconveniente. In questi
uomini la loro lingua non può stare tranquilla, e il movimento continuo di questa lingua è una cosa
ridicola. E c'è una battaglia del magistrato che tende al sonno, e lui perde la battaglia quando va via,
e per lui è notte prima che si faccia notte. O imperatore,come tu pensi che siano i sudditi dopo avere
visto tali cose? Come potrebbero essere saggi quelli che sono governati da uomini ubriachi? Come
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potrebbero verosimilmente essere i discorsi di tali individui che ospitano altre persone? Quale cosa
rimane segreta per loro ? 52,49. Tuttavia non erano tali i comportamenti dei primi governanti, ma il
loro unico pranzo fuori casa era quello presso l'imperatore, e gli altri loro pasti dovevano vedere il
tetto della loro residenza. Nessuno per nessuna grande quantità di denaro poteva attirare nessuno dei
magistrati a una tavola e neppure un governante che avesse una carica più importante. Ma adesso
questa cosa è possibile anche per i privati cittadini e colui che è invitato <sia> è onorato, sia dà
onore ad altri. Colui che non ha nessun incarico pubblico è un privato cittadino, anche se in passato
ha avuto numerosi incarichi. Chi accoglie un magistrato in questo modo, prima indebolisce il valore
di quella carica, poi rende il magistrato soggetto a lui, e lui può promettere ogni cosa. Pertanto il
governante può parlare con il suo cuoco riguardo alla zuppa fatta dal cuoco, e può dire se essa è
buona, o se è sgradevole. Se lui ha anche moglie e figli, ha dei commensali, se non ha ancora dei
figli, ha la moglie. Se il suo incarico viene prima del suo matrimonio, lui ha il suo assessor che dirà
qualche parola e sentirà qualche parola. 52,50. Io credo che coloro che hanno avuto degli incarichi
non ritengano che la loro carica sia stata una sventura per loro a causa del frequentare molte
persone. Dunque neppure questi magistrati devono essere tra quelli che lo pensano,né devono essere
quelli che dicono di sostenere i tuoi interessi, ma non fanno in nessun modo i tuoi interessi, ma essi
che sono diventati felici grazie a te, devono dare a te questa possibilità, devono permetterti di
istituire una legge che sia utile a tutte le leggi. Pertanto tu dovresti fortificare le cariche, dovresti
spegnere le richieste di quelli che non hanno degli incarichi pubblici, dovresti spegnere le minacce
di chi parla male e dovresti eliminare chi non obbedisce. E tu devi credere che da parte della
Giustizia, che è una grande dea ed è di nuovo fiorente, arriveranno a te dei compensi gloriosi.
tradizioni sono state eliminate da alcune pratiche nuove, e questi eventi sono avvenuti nelle tavole
che contengono un onore per Zeus. E io biasimo queste pratiche da molto tempo parlando con i miei
amici ogni volta che loro vengono da me, ma adesso io non ho sopportato il fatto che il discorso non
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faccia queste cose. Tuttavia io mi stupirei se io convincessi qualcuno con le mie parole. È un
vantaggio per colui che parla il dire qualcosa riguardo a quegli argomenti che hanno la giustizia
dalla loro parte, anche se nessuno sarà convinto da lui; infatti la prova del non avere parlato bene
non è il fatto che gli ascoltatori non mettono in pratica ciò che è stato detto. 53,2. Dunque noi
Antiocheni ci vantiamo per una cosa, cioè i Giochi olimpici, che hanno ottenuto un impegno tanto
grande quanto nessuna altra cosa, né in altre città, né da noi, cosicché anche gli stessi Elei vogliono
vedere i giochi che avvengono qui e fanno domande riguardo ad essi. Qualcuno che ha condiviso
con noi la nostra gioia per questa cosa, potrebbe condividere il nostro dolore per il fatto che molte
delle consuetudini sono state sconvolte. Io provo dolore per tutti questi fatti, al contempo vedo che
non è facile parlare di tutti questi eventi e accusare sia quelli che si compiacciono per questi eventi,
sia quelli che non si arrabbiano per essi, io mi accontenterei se io mostrassi quelle azioni sbagliate
che sono compiute adesso nei confronti degli invitati. 53,3. Dunque chi sono questi invitati? E quali
persone invitava colui che era a capo dei giochi? Gli anziani, quelli che erano nella maturità degli
anni, chi era uscito dall'infanzia e forse qualcuno che stava per diventare padre, o che lo era già, e
aveva mostrato se stesso nei tribunali. Un fanciullo che frequentava la scuola per apprendere le
conoscenze della retorica e mostrava appena la prima crescita della barba, o non aveva neppure
questa cosa, stava lontano dal banchetto e sapeva le cose che lo riguardavano per sentito dire, se era
parente di qualcuno che faceva questi servizi pubblici. 53,4. Il mio bisnonno testimonierebbe queste
cose, se fosse possibile per lui parlare e molti uomini prima di loro hanno avuto questa corona, e
molti uomini ci sono stati dopo costoro, e sarebbe possibile vedere nelle lettere di costoro <i> loro
nomi che sono presenti anche nella memoria di non pochi individui. Io stesso potrei essere ritenuto
credibile anche se non sono tra coloro che sono stati invitati. Tuttavia Panolbios ha organizzato i
giochi olimpici per quattordici anni, e lui era fratello di mia madre, e per diciotto anni Arghyrios ha
organizzato questi giochi, e lui era amico di mio padre, ed è corso a nascondere la mia condizione di
orfano. E tuttavia lui che faceva volentieri queste fatiche e mi dava volentieri questi aiuti, non mi ha
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però permesso questa cosa, essa era un beneficio che non era abituale. Dunque Arghyrios ha
organizzato i giochi altre quattro volte e per due volte mi ha invitato, quando io avevo venti anni, e
la corona è stata di Phasganios,e anche quest'ultimo era mio zio, come Panolbios. Phasganios mi ha
invitato a una cena e io ci sono andato,e io avevo ormai una certa notorietà anche per il fatto che ero
molto morigerato. 53,5. Certamente non si può dire che io mi trovassi in questa situazione perché
ero stato trascurato e perché mio padre non era più in vita. Infatti neppure quando io sono stato
invitato, né io stesso,né mio fratello maggiore (crux nel testo greco). Nessuno per nessun motivo era
invitato,non c'era niente che potesse procurare l'invito a queste feste prima di quando era opportuno,
né la famiglia, né la ricchezza, né una grande forma di amicizia, e nessuna altra cosa produceva
questo effetto. 53,6. Adesso invece tutti i padri che sono invitati portano con sé i propri figli, sia i
figli di costoro, sia tutti i loro figli in generale, anche se il loro figlio ha dieci anni, o ne ha meno, e
se il padre di questo bambino è morto, lo zio di costui si sente dire che deve portare con sé il
nipotino. E un educatore, un precettore, e uno schiavo restano fuori dalle porte, e il bambino si
aggira tra gli uomini che bevono e gli viene insegnato a bere, o perché obbedisce, o perché un uomo
in modo forzato gli porge la coppa. E quando la situazione va avanti e rende sia l'uomo sia il
bambino pieni di vino è chiaro a quale conclusione essa conduce. 53,7. E tuttavia se questa coppa
fosse offerta in silenzio, quanto grande bisogna credere che sarebbe la sgradevolezza? Ma se questo
bambino volesse essere anche tra quelli che parlano, certamente lui avrebbe bisogno di una grande
impudenza. Infatti a lui si addice il silenzio, e l'arrossire quando incontra i più anziani, e come è
probabile che diventerà questo bambino, se lui non solo mangia e beve insieme agli uomini, ma non
vuole obbedire neppure riguardo alle cose che lui vede? 53,8. Non è forse vergognoso che un
bambino di quell'età sembri desiderare i cibi che sono messi davanti a lui? E non è vergognoso che
lui prenda con cura il cibo e lo consegni alla sua bocca? E non è vergognoso il fatto che gli uomini
abbiano la possibilità di tendere ognuna delle loro mani dove vogliono? È non è vergognoso
stendere la mano sulla parte posteriore della schiena? Spesso la mescolanza delle persone è capace
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di fare concludere così questa situazione. E anche se ciò non succede, tuttavia quando si parla da
così vicino è facile sia chiedere e promettere grandi cose, sia convincere e costringere qualcuno con
dei giuramenti e gettare una base di questa relazione su cui costruire dopo questi eventi. E in un
altro luogo non è facile che un uomo parli a un fanciullo di queste cose, ma ci sono il sospetto e il
subire una cattiva reputazione, e il discorso non avviene durante l'incontro, ma le persone che
mangiano agli stessi tavoli hanno un'impunità per tutte le loro parole, e sarebbe stolto chi impedisse
questa impunità. Per quale motivo qualcuno non parlerà al suo compagno di bevute? Anche io so
che qualche padre viene celebrato per la sua tolleranza totale verso questi comportamenti dei suoi
due figli. 53,9. Ma se qualcuno pensasse ai tempi, troverebbe che anche in questa cosa i padri dei
bambini sono diventati peggiori. Infatti l'essere rispettoso era il bene più grande per quelli che
avevano quell'età e questo rispetto è stato cacciato sia da tali pranzi sia da tali cene. Questo aspetto
del servizio pubblico rende anche agli organizzatori più difficile la loro funzione, la rende più
pericolosa, e al contempo tutti ritengono che l'essere ospitati a banchetto sia degno di paure anche
più grandi, cioè che in questo modo gli organizzatori invitino a un disonore, e le loro ricchezze e
quelle dei loro collaboratori vengono rimproverate nel modo più grande, quanto più questa
situazione avviene ai bambini, ma danneggia la spesa in un modo che non è onorevole. 53,10. Così
le aggiunte dei bambini sono una sventura per colui che organizza questo servizio pubblico; infatti
in precedenza colui che era invitato si sentiva dire che soltanto lui stesso era invitato, adesso invece
si sente dire che è invitato insieme ai suoi figli. E lui arriva portando con sé la schiera dei suoi figli.
Io ho detto una schiera, perché un padre è arrivato e aveva con sé sette figli, e il più giovane aveva
sette anni, cosicché soltanto loro avevano bisogno di un tavolo a parte. Io credo che se fosse
permesso anche al genere femminile di partecipare a questa festa, quell'uomo avrebbe portato anche
le sue figlie femmine e anche le altre figlie femmine che altri avevano. Già in passato qualcuno che
era debole ha riempito il ventre del bambino, questo è stato un altro malvagio come Phrynon, e
sapendo che adesso quella malattia è molto diffusa tra i maschi, mette un veleno tra i ragazzi che
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non sono ancora capaci di obbedirgli, dicendo che <una> tra le forme di dissolutezza è da preferire.
53,11. A me sembra che sbaglino anche quelli che invitano delle persone e non lo dichiarano
nemmeno a se stessi, se essi trasferiscono altrove con delle lettere coloro che si sono comportati in
un modo vergognoso e agiscono in modo che altri subiscano in futuro le stesse cose che loro hanno
subito, e agiscono in modo che anche i figli delle persone più conosciute subiscano queste cose.
Dunque anche lo stesso organizzatore del banchetto <potrebbe> essere accusato giustamente, e io
vedo che è maggiore l'accusa contro quelli che obbediscono quando hanno anche la possibilità di
non obbedire. Infatti coloro che fanno gli inviti non avrebbero bisogno di coloro che ritengono che
l'invito sia limitato soltanto ai padri, e hanno sofferto per [il fatto di essere invitati anche insieme ai
propri figli], ma sarebbe possibile per loro rispondere <all'> essere stati invitati insieme ai loro figli,
dicendo: “Noi onoreremo i giochi olimpici, con il fatto che quei bambini che trascorrono il proprio
tempo ancora sotto la guida degli educatori non sperimentino una cattiva libertà, e non si uniscano
nei banchetti a dei comportamenti che sono inopportuni rispetto a ciò che è giusto per la loro età”.
53,12. Si dice: “Ma questa pratica è diventata una consuetudine, ed è arrivata a questo punto, e
numerose olimpiadi hanno ospitato tali azioni”. In realtà sono ancora più numerose quelle olimpiadi
che non hanno ospitato tali azioni. Dunque quale dei due tempi merita di prevalere,quello più lungo,
o quello più breve? E quale è la città che ha una gloria maggiore, quella in cui i giovani sono stati
invitati, o quella in cui i non sono stati invitati? Dunque io faccio questa esortazione tardivamente,
ma ciò non rende migliore la pratica, però se c'è qualche accusa contro di me per questo motivo, il
comportamento non è meno cattivo, anche se esso è diventato una consuetudine. Io dico che molte
cose che sono diventate un'abitudine sono malvagie, e che molte cose che hanno cessato di esistere
erano degne di restare ancora in vita e di prevalere. Dunque è una cosa sfortunata il non opporsi alle
avversità nelle loro prime fasi, ma colui che non prevede la propria sorte quando la guarda, è un
esempio di estrema stoltezza. 53,13. A me sembra che sia stato autore di questa pratica colui che è
stato anche autore di non poche altre cose, e ognuna di queste ha danneggiato la città. E questa
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pratica è entrata in città mentre io ero assente da essa, e coloro che erano presenti e vedevano questo
comportamento hanno ritenuto che esso fosse un elemento favorevole alla festa, certamente sarebbe
stato opportuno che essi si opponessero a tale pratica, la impedissero, combattessero contro di essa,
e non mantenessero la calma in una situazione che richiedeva un grido e un'indignazione. Infatti
come se qualcuno ritenesse giusto rubare dei possedimenti, bisognerebbe ritenere che questo
comportamento fosse terribile, così bisognerebbe sopportare con ostilità delle aggiunte illecite.
Infatti io credo che in ognuna di queste due azioni prevalga ciò che non è legale. E coloro che
combattono contro una cosa quando essa è agli inizi e la tengono lontana, potrebbero vincere molto
più facilmente di quelli che fanno questa stessa azione quando questa cosa ha ormai messo radici.
Almeno in passato non era possibile per me dire che questa cosa era accaduta spesso, come avviene
adesso. 53,14. Io non potrei essere sconfitto giustamente neppure da questo discorso, cioè che
innumerevoli altre cose peggiori hanno prevalso, il fatto che esse abbiano vinto non cambia la loro
natura, ma se la loro natura è cattiva, essa continua ad essere così. Infatti il fuggire non è l'azione
migliore neppure per un esercito che si è salvato spesso mediante la fuga per la necessità di non
mettere fine alla sua fuga, e neppure per un capopopolo che è diventato ricco mediante il furto il
fatto che lui abbia rubato molte volte lo porta alla necessità di rubare sempre. 53,15. Dunque io
quando sono tornato mi sono vergognato perché ho trovato che molti comportamenti erano cambiati
in un modo tanto grande, e questo che riguarda i giovani è soltanto uno di questi comportamenti, io
ritengo che avrò la mia capacità di persuadere nella mia vecchiaia più che nei miei ragionamenti, e
ho aspettato questo tempo per fare qualcosa in questo modo. Io spero che, se gli dei vogliono, darò
altri consigli riguardo ad altri argomenti. Infatti ci sarebbe bisogno di numerosi farmaci per
numerose ferite. 53,16. Ma se qualcuno sceglierà di provare dolore per quell'aggiunta che è stata
fatta e di parlarne spesso in modo solenne, deve pensare che le cene del passato erano così ed erano
prive dei doni, in seguito sono stati introdotti dei doni e l'invitato andava via portando qualcosa a
casa. E questa usanza grazie a numerose olimpiadi è arrivata a dare l'impressione di essere così
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consolidata,al punto che neppure nessuno tra gli dei avrebbe mai potuto sconvolgere questa pratica,
e tuttavia essa è stata eliminata, è cessata, e ha ceduto il passo. Per questo motivo è stato possibile
per la città essere tranquilla sul fatto che essa non avrebbe mai trascurato colui che avrebbe fatto un
servizio pubblico in onore di Zeus. Infatti la cosa che ha oppresso di più è stata questa, e non quella
che risaliva ai tempi antichi, quando il dio era onorato in modo ordinato e con moderazione più che
con delle spese eccessive e con il fatto che i bambini bevessero insieme agli adulti, come se colui
che farà quel servizio pubblico (crux nel testo greco) è stato cancellato il fare del bene in due modi.
53,17. Si dice: “è un onore piacevole per i padri il fatto che i loro figli partecipino al banchetto in
questo modo”. Ma è stato dimostrato che questa cosa avviene in un modo che non è legale, come
potrebbe non essere malvagia una cosa che diventa migliore di ciò che è giusto perché essa è
piacevole per i genitori?Infatti non onoriamo con molti onori neppure coloro che sono stati migliori,
ma quelli che nessuno potrebbe rimproverare. Se qualcuno disonorasse Zeus per onorare un essere
umano, come potrebbe non commettere delle colpe gravissime? 53,18. E certamente adesso noi
dimostriamo che anche l'usanza precedente è un danno, e questa pratica riguarda i figli, ma il danno
è anche per i padri, se gli interessi dei figli sono anche quelli dei padri. La vergogna dei figli è un
male, il comportamento per il quale essi hanno avuto questa vergogna è forse un bene? Ciò che
contiene una punizione come potrebbe essere definito a buon diritto un onore, quando tale cosa
porta un disonore a coloro che sono onorati? E tuttavia io ho sentito dire che qualcuno si è
innamorato di un altro, che era bello, e non poteva anche parlargli perché non aveva un modo per
incontrarlo. Dunque l'innamorato ha detto agli amici e a se stesso: “verranno i giochi olimpici che
faranno spogliare gli atleti, e che faranno spogliare anche quel giovane davanti a non pochi
commensali. Quando lui sarà distante solo per il piccolo spazio della tavola, sarà possibile rivolgere
uno sguardo alle sue gambe mentre lui tende il suo corpo,oppure sarà possibile guardare quelle parti
che stanno davanti”. Noi abbiamo sentito dire qualcosa di simile anche quando Demosthenes
raccontava che un giovane si aggirava in alcuni banchetti e tra uomini che avevano bevuto, e diceva
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che si era servito di questa testimonianza più importante riguardo alle esperienze di vita di
Aischines. 53,19. Dunque io direi che non c'è nessun onore per colui che ha un danno così grande,
(crux nel testo greco) come è possibile che lui dia facilmente la mano al dio e la trattenga? Come è
possibile che colui che ha ricevuto una cosa simile sia onorato da essa? Io non potrei negare che
qualche gioia sia arrivata ai padri da questo fatto.Ma per noi è un discorso non bello il ritenere che il
piacere di alcuni sia più importante di ciò che è utile alla città. Infatti se noi guardiamo soltanto a
questa cosa, e valutiamo soltanto questa cosa, il piacere di alcune persone, e noi non valuteremo,
oltre a ciò, se una persona diventerà migliore o peggiore, quale motivo impedirà di portare anche le
mogli a partecipare a queste cene, e a portare anche le schiave e le altre donne, e quelle che
provengono dai mulini. E ci manca poco a dire di invitare gli schiavi, i quali potrebbero dire che
essi in questo modo sarebbero molto contenti e ringrazierebbero, e gradirebbero i giochi olimpici, se
anche per loro fosse possibile partecipare ai banchetti. Io elogio alcuni piaceri che sono migliori, ma
io non potrei parlare male di quei piaceri che sono peggiori? 53,20. Pertanto voi non dovete
concedere tutte le cose, non dovete dare tutti i favori, e non dovete preoccuparvi di quale sia la cosa
facendo la quale voi darete dei piaceri a costoro. E certamente se i padri non ritengono che questa
cosa sia importante, per quale motivo noi dovremmo concederla? Ma se questa cosa ha un grande
valore, essi non fanno un'azione che è propria di persone molto assennate. Non bisogna ritenere che
persone così abbiano una grande cura di ciò. Ma essi saranno tristi perché i loro figli non sono stati
invitati, non ci sono dei biasimi per questo motivo. A loro sarebbe più utile essere tristi perché non
hanno vergogna,oppure essi dovrebbero trascorrere il loro tempo insieme a questa vergogna ridendo
e rallegrandosi. 53,21. Quelli che vengono puniti sono tristi,ma ricevono un insegnamento dalla loro
punizione. Colui che elogia un omicida lo manda con gioia a fare altre uccisioni.Certamente è felice
conseguenza terribile potrebbe venire dalla tristezza di quegli individui? Essi parleranno male
dell'organizzatore dei giochi? Ma è una buona cosa se i malvagi parlano male di lui; essi non
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andranno alla cena? E qual è il danno che verrà al simposio da questa cosa, se forse coloro che sono
pieni di stoltezza staranno lontani da esso? 53,22. Ma anche per i giovani questa cosa è un dolore? È
un dolore utile e migliore di molte coppe. E il giovane anche se sarà addolorato adesso, in futuro mi
elogerà, quando lui potrà dire questa cosa nei suoi discorsi riguardo alla sua virtù,che quando lui era
bambino non è mai stato visto da quelli che erano fuori dalla sua casa, né mentre beveva, né mentre
mangiava, né in nessuna altra occasione, né nei giochi olimpici. Questa cosa manterrà intera la
libertà di parola di quel giovane. Per questo motivo lui dirà alle cariche pubbliche delle parole che
saranno prive di sospetti a favore di ciò che è giusto, non subirà nessun danno nella sua anima, ed è
probabile che patisca un simile danno colui che vede alcuni di quelli che in passato sono giaciuti
insieme a lui. 53,23. Ma non c'è niente di strano se voi sarete utili ai bambini causando loro un
dolore, perché voi fate questa cosa anche per mezzo dei pedagoghi, e per Zeus, questa cosa viene
fatta anche dagli insegnanti. Ci sono minacce, percosse e molte azioni dolorose, perché quelle cose
sono date anche dai genitori. Ma per natura è proprio dei genitori il prevalere e l'avere potere. E
pertanto a quei bambini ai quali è stato impedito di cenare in questo modo, e che si sono addolorati,
in futuro avverrà che tali eventi daranno loro forza, cosicché questi dolori saranno oggetto delle loro
lodi. 53,24. Ma il bene più grande per colui che è malato è l'allontanamento della sua malattia.
Pertanto per tale persona chi sarebbe il bene più grande? Un medico. Dunque in che modo i giovani
vedono il medico che detiene questo potere e fa il suo ingresso? In che modo lui comincia? In che
modo lui ricorda la sua mancata partecipazione a quella cena? Ma se essi avessero bisogno di un
taglio o di un fuoco, per Herakles, chi potrebbe essere più doloroso di un medico? Chi potrebbe
essere più ostile? E se non è possibile fare dei bagni e avere ogni cibo e bevanda disponibile, ma per
lui un medico è più importante anche dei suoi genitori. 53,25. E adesso verrà prima uno sconforto,
ma poi verrà una gioia. Loro abbandoneranno queste parole prima dei loro frutti, ma deve essere
breve il nostro discorso sia al consigliere, sia a coloro che riceveranno l'esortazione, se essi la
riceveranno. Infatti quelli che sono così giovani non potrebbero ancora ottenere una buona
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reputazione. Io non dico solo che i fanciulli devono stare lontani da queste tavole, ma dico che essi
devono stare lontani completamente da tutte quelle tavole simili a quelle,infatti anche altri individui
rendono tali quelle tavole. 53,26. Tuttavia i giochi olimpici sono una festa estiva e il fatto che non
sia possibile nascondersi a numerosi occhi provoca qualche indugio alle dita, ma l'inverno accoglie
alcuni matrimoni non meno della bella stagione, e in inverno il freddo fa in modo che gli invitati
stiano sotto dei mantelli che vengono messi su di loro. E per questo motivo avvengono due
modo furtivo e in modo contrario alla legge. Pertanto nessun padre, né dello sposo, né della sposa
deve invitare i giovani a quella cena, perché lo inviterà a una cena non più che a quelle feste che io
ho detto prima. 53,27. E qualcuno crederà che il mio discorso sia riguardo a quelle cene, ma esso è
a favore della città, se lo si vuole valutare in modo corretto. Infatti la salvezza dei giovani viene
dalla virtù di quelli che amministreranno il potere pubblico, ma è una rovina se un biasimo li
accompagna a partire dalla loro prima età. Infatti se ci fosse qualcosa che impedisse ai giovani di
concorrere per gli affari pubblici, e se fossero valide quelle decisioni che sono prese dai magistrati,
anche se essi sono corrotti, come potrebbero questi fatti non essere un danno grandissimo per la
città? È necessario che una cura grandissima sia data ai bambini, affinché essi partendo da un ottimo
punto di partenza e andando verso le altre età della loro vita possano fare un uso pubblico della loro
eloquenza in modo libero. 53,28. Si dice: “Coloro che non mangeranno a queste cene odieranno
l'organizzatore dei giochi”. Ma gli dei vorranno bene a un uomo che ha reso la festa più bella e più
pura. Si dice: “parleranno male di costui”, ma se faranno ciò penseranno in modo sbagliato, e in
futuro essi condanneranno quelle parole che dicono adesso e diranno altre parole. 53,29. Non ci
sarebbe nessun bisogno di questi discorsi, se i padri volessero essere davvero dei padri. Infatti ci
sono stati dei padri che non hanno portati i loro figli alle cene, ma altri li hanno mandati, e se non ci
fossero quelli che fanno delle cene, non ci sarebbe neppure ciò che causa l'esortazione a questo
comportamento. Adesso ci sono alcuni padri che dicono ai loro figli che andranno a quelle cene:
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“suvvia, suvvia, tu va' a quelle cene affinché tu mangi in modo eccessivo, affinché tu possa
aggiungere delle carni a sazietà, suvvia, affinché tu non sia inferiore in nessun modo a quelli che
sono onorati per la grandezza della loro pancia”. Poi i figli a causa di queste esortazioni tornano
dalle cene essendo pieni di germi che per loro natura causano varie forme di malattie (crux nel testo
greco) oppure la loro capacità e tutto ciò che fa parte di questa capacità fa in modo che le cose più
fredde possano scendere. Queste cose sono numerose, ed essi non si vergognano di dire e di
raccontare ai medici da dove provengono queste cose. 53,30. Dunque io sono tra quelli che non
insegneranno a fare tali cene, non dirò da dove venga il mio bene, e quale sia il mio bene, ma so che
qualcuno ha fatto queste cose per me,e a lui non è successo niente altro di buono, ma se nessuno me
lo impedirà, io vorrei che quelli che hanno fatto le azioni contrarie pensassero qualcosa di meglio,
suvvia, se io espongo anche agli altri in che modo si è comportato un individuo nei miei confronti,
convincerò questi giudici che sono eccellenti e sono miei amici che io sono stato disprezzato più di
quanto io abbia disprezzato. 54,2. Io riprenderò tra poco. Io non dico alcuni eventi di ogni tempo,
ma dico alcuni degli eventi avvenuti quando Eustathios aveva l'incarico che riguarda il reddito
imperiale. Dunque lui si dedicava a questa attività durante le notti, e suddivideva il giorno tra questa
attività e l'incontro con me. E talvolta lui attribuiva un'importanza maggiore a questo i
ncontro con me, facendo dei discorsi, componendoli e ritenendo che io fossi il giudice di essi e io lo
lodavo. E io gli facevo degli elogi affinché lui andasse via essendo più lieto che addolorato. Infatti
credevo che lui partendo da un tale inizio sarebbe andato avanti verso un risultato migliore. 54,3.
Eustathios per questi favori ha baciato le mie ginocchia, mi ha pregato di vedere suo figlio tra i miei
allievi e ha detto che, se suo figlio avesse preso questo incarico che lui aveva in quel momento, e le
sue speranze derivavano dalle cose che lui aveva dato a persone che erano state capaci di riceverle,
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dunque lui ha detto che i grandi onori che lui mi avrebbe dato in futuro avrebbero fatto sembrare
piccoli tutti i suoi benefici precedenti, e avrebbero fatto sembrare quelli che avevano avuto degli
incarichi in precedenza incapaci di onorare un insegnante di retorica, che cosa avrebbe fatto lui
quando sarebbe arrivato a un incarico pubblico? 54,4. Questa frase veniva detta da Eustathios a
Olympios in Fenicia ogni giorno: “quando io vedrò quell'uomo? Forse io gli dirò qualcosa? Io lo
ascolterò quando lui parlerà? Lui starà a casa sua avendo pochi beni, ma io avrò molti beni, e io lo
convincerò a fare questa cosa, oppure lo costringerò”. E nella sua bocca non c'era nessun argomento
che fosse tanto frequente quanto me stesso. Olympios quando è tornato mi ha comunicato queste
notizie. E ciò ha fatto in modo che molti venissero da me, affinché, se essi in futuro avessero avuto
bisogno di un incarico pubblico, ottenessero questo vantaggio grazie a me, ed essi potessero
ricordare gli eventi che sono avvenuti a me. 54,5. E quando c'era l'attesa che io sarei stato chiamato
da Eustathios per mezzo dei corrieri che si incontrano <e alcuni di loro arrivano e altri> tornano
ma io non sono stato chiamato per mezzo di nessun corriere in quel giorno, né all'inizio del giorno,
né alla sua metà, né nel tardo pomeriggio, né quando si accendono le lucerne. 54,6. Io non avevo
trascorso nessuna parte della notte dedicandola a discorsi, né a quelli seri, né a quelli che
contenevano degli scherzi. Ma queste parole venivano dette a qualcuno e a qualcun altro ogni
giorno. E spesso quando queste parole entravano mentre Eustathios stava facendo le sue attività,
subito esse erano gettate e sono rimaste a terra, e altri individui hanno riempito le orecchie di
Eustathios di parole ingiuste, e lo hanno esortato ad agire contro persone oneste, e lo hanno reso
benevolo verso degli individui che meritavano di essere puniti. 54,7. E la cosa più importante, e
nella quale si potrebbe vedere l'offesa, io ho un figlio che si vergogna, e non ha perso questo suo
atteggiamento pudico per la sua attività di avvocato, e lui non è scarso nel parlare, ma ha avuto
meno di coloro che non sapevano parlare. Eustathios conosceva questo mio figlio, lo elogiava, e ha
promesso che lo avrebbe reso importante, se avesse ricevuto questo seggio. Dunque io ritenevo che
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Eustathios, se avesse ricevuto questo incarico, avrebbe confermato quelle promesse, avrebbe
chiamato subito mio figlio,e gli avrebbe dato la possibilità di avere alcuni redditi e avrebbe esortato
il comandante dell'esercito a ricevere questo mio figlio, e avrebbe detto a tutti gli avvocati che lui
voleva che ognuno collaborasse con mio figlio in ciò che poteva, e questa cosa sarebbe stata oggetto
delle loro competizioni. 54,8. Ma non c'è stato niente di simile, né di più, né di meno. Eppure
Eusthatios avrebbe dovuto mandarmi una lettera, e mettere in qualche modo mio figlio in questa
lettera, e se non ha fatto questa cosa, dopo quella lettera avrebbe dovuto esortare a chiamare mio
figlio e a cercarlo, se non c'era tra quelli che lo avevano incontrato e avrebbe dovuto cercarlo di
nuovo se mio figlio non era apparso durante i processi. Oppure se Eustathios aveva molti impegni
avrebbe dovuto dire: “dove è quell'uomo?”. Eustathios lo ha detto? Ma dopo questi fatti lui non mi
ha mai detto nessuna parola che fosse simile a questa. 54,9. Io credevo che mio figlio sarebbe stato
chiamato dentro, mentre tutti avrebbero ascoltato, credevo che sarebbe entrato con un secondo
invito e sarebbe stato vicino a Eustathios,avrebbe pranzato e cenato con lui.Infatti queste azioni non
avrebbero comportato l'obbligo di ospitare tutti gli avvocati, e non erano dovute alla capacità di mio
figlio, ma alla promessa di Eustathios,quando lui mi aveva detto che lui mi avrebbe onorato in modi
superiori a quelli di chiunque altro e questa sua promessa ha avuto questo effetto cosicché non era
possibile per nessuno meravigliarsi, se io ritenevo che avrei ottenuto adesso da lui questi favori che
non ritenevo possibile ottenere da nessun altro. 54,10. Eustathios dice: “tuttavia io avevo chiesto di
mandarmi il motivo per il quale era stato impedito a tuo figlio di fare l'azione che è propria
dell'avvocato”. Ma non sei tu colui che ha mandato questa cosa. Per quale motivo? Perché tu non
avevi in mente il nome di mio figlio, e non era neppure tuo compito ciò che non spettava a te. Infatti
come poteva essere tua una cosa che tu non hai pensato? È chiaro da dove essa venisse; già in molti
giorni, da quando tu sei arrivato, non hai fatto domande sui processi e su quelle cose e hai evitato di
fare delle domande riguardo a mio figlio, che non si faceva vedere. Ma un uomo che avesse rispetto
per il suo insegnante riguardo a quegli errori che tu hai commesso direbbe che tu avresti dovuto
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mandarmi mio figlio e tu avresti dovuto informarti riguardo a queste cose, e riguardo al fatto che lui
non si sia allontanato da te perché tu non hai fatto questa cosa. Dunque tu non lo hai mandato
volentieri, ma hai fatto questa azione come quelli che sono costretti. 54,11. E tu sei testimone contro
te stesso del fatto che queste cose siano così.Infatti mio figlio non ha obbedito,perché aveva qualche
motivo dovuto al suo corpo,e il suo scoraggiamento ha fatto il resto,tu non potresti dire una seconda
domanda riguardo agli stessi argomenti per mezzo di una seconda persona. 54,12. Eustathios dice:
“eppure anche per mezzo di alcune lettere io ho invitato tuo figlio, agitando davanti a lui come un
ramoscello il denaro che viene dato per i processi e al contempo ho chiesto se il motivo fosse che
tuo figlio ha disprezzato il compenso che veniva da questa attività perché poteva ottenere un reddito
maggiore da un'altra attività”. Pertanto io ho questo stesso discorso e anche qui esso porta la prova
con la stessa forza. Infatti queste lettere non sono state di colui che le ha mandate, ma di colui che lo
ha convinto a mandarle. 54,13. Chi è quest'uomo? È stato il retore Herakleios che ha fatto un
matrimonio con una donna della nostra famiglia, e vedendo che noi siamo stati trascurati, ha visto la
negligenza e ha messo in una condizione di disonore colui che ha fatto questa negligenza. Pertanto
Herakleios ha parlato con qualcuno di coloro che erano dentro, ha detto il grande numero delle
persone che accusavano questo fatto e ha detto che non c'è stato nessun discorso da parte sua a
quelli che facevano delle accuse, ma lui ha ricavato queste poche parole da quell'uomo. 54,14. E per
questi motivi di nuovo ciò che è stato detto è ritenuto credibile da me, ed è il fatto che certamente è
stato Herakleios colui che lo ha scritto. Infatti Kimon non ha obbedito perché non poteva sapere
come fosse questa situazione, e non ha mostrato né dolore, né collera, né che lui non avrebbe
accettato che fosse finta una malattia. Bisognava chiamare dei medici e mandarli da mio figlio, e
cercare se lui era stato assente dai processi in modo volontario, o in modo involontario. E io credo
che sarebbe stato giusto anche inveire contro mio figlio, minacciarlo e arrivare quasi a picchiarlo.
Infatti chiunque lo avesse minacciato avrebbe dimostrato a tutti di essere un suo amico, e chi si
fosse spaventato per queste stesse cose si sarebbe anche rallegrato vedendo la benevolenza del
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giudice tra quei tumulti che c'erano stati. Ma io credo che Eusthatios quando ha invitato mio figlio,
ha pregato che il suo invito fosse inutile e che quelli che erano stati mandati da lui tornassero senza
avere ottenuto nessun risultato, affinché lui sembrasse essere buono perché aveva fatto l'invito, e
avesse un vantaggio nel non vedere altre volte una persona che lui non voleva vedere. 54,15. Inoltre
il servo che ha parlato dei pagamenti e ha detto che Kimon aveva qualche debito ha mentito, perché
Kimon giaceva a terra, e quando il servo ha detto il suo nome c'era un tale obbligo, quello di dire:
“Dove è quest'uomo?”, il dire: “come è possibile che costui non difenda coloro che sono sottoposti
a un processo?”. Ma Eustathios ha ritenuto che mio figlio non fosse degno neanche di una parola,ed
è andato a fare un'altra cosa. Così fortemente lui ha cercato il modo per farmi un favore. 54,16. E
che bisogno c'è di stupirsi, se noi siamo stati trattati così per quanto riguarda i pagamenti? Ieri
Eustathios mi ringraziava riguardo a mio figlio, e diceva che in non molti giorni aveva fatto molti
progressi… (lacuna nel testo greco) neppure il vedere mio figlio davanti a suo figlio, né per quelle
cose che sono avvenute a suo figlio grazie a me, il fatto che niente è stato dato a mio figlio da
Eustathios, e lui ritiene che sia giusto che i suoi interessi siano più importanti dei miei. 54,17. Quel
giudice è arrivato fino a questo punto di giustizia nei miei confronti.E lui non potrebbe neppure dire
quella cosa: “o uomo,tu hai come compenso per le tue fatiche riguardanti gli studi retorici le monete
che tuo figlio dà alla tua mano e il denaro che va ai piedi di un educatore”. Tuttavia noi sappiamo
che innumerevoli insegnanti hanno ricevuto un compenso da molti governanti a favore dei propri
figli, con la gioia dei governanti che hanno dato questo compenso e che, come è naturale, spesso nei
templi hanno pregato che venisse quel tempo che avrebbe causato questa loro spesa. Ma Eustathios
invece di costringere colui che fuggiva a prendere… (lacuna nel testo greco) ha ritenuto giusto
approfittare del suo potere anche in questa cosa. 54,18. Ma anche se Eustathios non mi ha mandato
oro e argento, e queste ricchezze vengono raccolte nella terra degli abitanti di Tiro, lui mi ha
mandato qualcosa, con la quale mi ha reso schiavo? Non mi ha mandato neppure una coppa né di
vino, né di olio. Dunque Eusthathios non potrebbe neanche rifugiarsi nel fatto che mi ha dato un
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compenso per non essere in debito nei miei confronti. 54,19. E in lui c'è tutto il suo odio antico che
è stato nascosto nel tempo precedente, ma si è manifestato nel tempo del suo incarico pubblico.
Oppure per quale motivo Eusthathios non mi ha fatto nessun rimprovero perché non sono andato da
lui in tutti quei giorni nei quali io sono andato da altri e lui non ha detto: “tu mi fai un torto se non
vieni spesso da me, e se tu fai a coloro che non sono affatto simili a me tutte quelle cose che sono
utili per te?”. Lui non ha detto niente di simile a questo, ma avrebbe detto volentieri, se fosse stato
possibile : “o vecchio, era meglio per te restare a casa oppure che tali visite fossero rimosse”. 54,20.
Eustathios ha dimostrato con le parole che ha detto che era addolorato per il fatto di essere privo di
voce. Lui ha aggiunto la dazione degli stateri a quel poeta che aveva offeso la mia schiera di amici
con i suoi versi, e ha dato le stesse monete dopo l'usurpazione e oltre a queste cose lui sapeva che
quei versi avevano una pessima reputazione, e ha detto che il poeta in questi versi aveva superato se
stesso e guardava soltanto a me tra tutte quelle persone che erano sedute, e mi sfidava a una contesa,
come se lui volesse sconfiggermi immediatamente. 54,21. Poi Eustathios ha detto che voleva dirmi
qualche parola riguardo a molti argomenti, e voleva ascoltarmi quando non ci fosse stato nessun
altro presente,io mi sono alzato per andare via,e quando lui è stato da solo con me non è stato simile
a se stesso nel suo atteggiamento, nel suo sguardo, nelle sue parole riguardo a un tale argomento e
lui riteneva che fosse lungo il piccolo indugio che io avevo avuto nel portare il mantello nella
maniera necessaria. Dunque lui aveva guardato in modo favorevole a me, quando io ero assente,
diceva che voleva vedere seduti con lui coloro che lo aiutavano in queste attività e diceva che
voleva vedere la nostra città in Fenicia, non per usufruire degli altri suoi beni, ma per usufruire della
mia presenza. 54,22. Anche quella cosa è un prodotto della sua stessa anima.Si è parlato di Iulianos,
un uomo tra quelli che avevano sopportato un servizio pubblico pesante, quello che viene fatto con i
carri, e aveva venduto quell'unica proprietà agricola che possedeva,e aveva fatto piangere suo padre
in modo continuo, e suo padre era anziano, era arrivato ai cento anni, e quando qualcuno ha detto a
questo Iulianos che Lukianos portava le decisioni che erano state prese dal giudice, Eustathios ha
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consegnato Iulianos al carcere, non lo ha mandato a chiamare, non ha fatto una valutazione
dell'accusa, non ha aspettato la dimostrazione della sua colpevolezza, non ha dato a lui nessuna
possibilità di difendersi, ma ha ritenuto che fosse sufficiente dire che qualcuno di coloro che erano
ostili a lui faceva azioni sbagliate. Poi dopo averlo messo in prigione ha lasciato che fosse detenuto,
ed era trascorsa una parte non grande del giorno, la notte non era ancora arrivata, non aveva avuto la
sua fine, e non era arrivato il secondo giorno, Eustathios ha posto fine a questo male, e queste azioni
sono proprie di un uomo che era amico di Iulianos ed essendo privo di sospetti aveva scritto molte
cose a molte persone e aveva consigliato di interrompere quelle cose che non dovevano neanche
essere cominciate. 54,23. Dunque in apparenza una sola persona ha patito un torto, ma in realtà
insieme a quella persona anche le leggi hanno patito un'ingiustizia. E le leggi ritengono che sia
giusto che il verdetto sia successivo alle accuse, e che la punizione sia successiva alla condanna, se
le parole dette dall'accusatore prevalgono su quelle che sono dette dall'imputato. Adesso però le
leggi non hanno vinto. Infatti come avrebbero potuto vincere su alcune parole che non sono neppure
state pronunciate? Come avrebbe potuto parlare Iulianos che era assente? Poi se lui fosse stato
presente e avesse ricevuto l'ordine di tacere, sarebbe stato vittima di un'ingiustizia, ma lui è stato
condannato quando era assente. 54,24. Noi valuteremo anche la misura della sua punizione. La
punizione di Iulianos era il carcere e lui avrebbe dovuto giacere in mezzo a uomini che avevano
commesso le azioni più terribili, e avrebbe dovuto soffrire per gli odori provenienti da quegli
individui, e per i rumori delle loro catene,e lui avrebbe dovuto piangere e sentire parlare dei lamenti
di sua moglie tramite i suoi familiari. Infatti non sarebbero stati sufficienti, né un grido, né una
minaccia, né il dire: “lui non deve entrare in carcere, perché entrerebbe in carcere il consiglio
cittadino”. Io so che anche la punizione che riguarda il denaro è stata giudicata meno efficace del
carcere per dare a lui un dolore da quelli che pensano in modo non giusto. 54,25. Si dice: “Ma era
certamente necessario che Iulianos fosse detenuto”. Va bene, ma soltanto per un'ora, oppure per due,
oppure se tu vuoi per un tempo due volte più lungo di questo, e questa cosa avveniva nei tempi
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precedenti, se in qualche modo avveniva che qualcuno tra i governanti patisse un dolore,e sembrava
che un tempo di questa durata fosse lungo, e molte volte prima delle carcerazioni sono avvenute le
liberazioni di coloro che hanno impedito in anticipo le entrate in prigione. 54,26. E ciò riguarda le
azioni ingiuste, ma che cosa si potrebbe trovare su questo argomento? Niente. Infatti questo
Eustathios è stato colui che ha rivelato a Lukianos moltissime delle cose che sono state dette o fatte
nel tribunale, lui non ha reso pubbliche delle cose segrete, né delle cose che era necessario tacere,
ma ha fatto in modo che tutti sapessero ciò che i segretari dicono nel tempio. 54,27. Ed Eustathios
ha fatto queste azioni e ha violato le leggi non perché odiava Iulianos perché era cattivo, non perché
quell'uomo era cattivo verso di lui, ma perché quell'uomo era buono verso di me, e superava la cura
degli schiavi. 54,28. Grazie a questa sua cura, anche se Iulianos non è stato del tutto irreprensibile,
sarebbe giusto che lui ottenesse ciò che è equo da Eustathios. Infatti Eusthathios sapeva che Iulianos
era insieme a me e che era degno di attenzione. Ed era possibile anche che lui fosse tra quelli che mi
hanno fatto del bene,in modo tale che mio figlio non fosse costretto a ritirarsi perché Eustathios non
sapeva della parentela che mio figlio aveva con me. Infatti Eustathios è stato colui che ha
rimproverato il favore che lui mi aveva fatto per l'aiuto che mi aveva dato prima di offendermi, e ha
detto queste parole non a un altro,ma parlando con me di persona. 54,29. Eppure anche Callimachos
vive in questo consiglio cittadino, è stato infastidito da quel Senato che è più importante, ha chiesto
di non patire questo fastidio, infatti non è la legge a ordinare questa cosa, ma quando Eustathios ha
avuto la possibilità di mettere fine all'ingiustizia per mezzo di una lettera non ha voluto farlo, perché
io volevo molto questa cosa. Infatti questo Callimachos è uno di quelli che sono stati miei studenti
ed è onorato per la sua capacità di parlare bene. Dunque Eusthathios per evitare delle azioni con le
quali avrebbe potuto dare gioia a me, ha fatto quelle azioni con le quali sapeva che mi avrebbe
causato un dolore. 54,30.E che bisogno ci sarebbe di soffermarsi su queste cose? Ma la mia malattia
alle articolazioni si è abbattuta su di me, io ho subito un taglio a una vena, non ho mai il sonno, e
questo è un male che non è più piccolo della malattia. E anche Eustathios non ha ignorato questa
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cosa. Infatti come poteva ignorarla, quando suo figlio era presso di me per gli studi di eloquenza, e
suo figlio aveva una grande necessità di spiegare a lui quali cose fossero state fatte ogni giorno?
Certamente suo figlio avrebbe dovuto dire il motivo per cui non aveva ricevuto nessun
insegnamento, ed Eustathios avrebbe dovuto ascoltare questa cosa. 54,31. Dunque chi è stato colui
che ha ascoltato questa cosa? Eustathios ha forse fatto il grido delle persone che provano dolore e
ha mandato uno dei corrieri a sapere in quali condizioni io mi trovavo? Ma costui non ha mandato
nemmeno nessuno dei suoi schiavi, né nessuno di quelli che portavano i libri a suo figlio. La
malattia mi ha permesso di ritornare alle mie attività oratorie dopo che sono passati otto giorni, ma
lui non si è comportato meglio in nessun modo, e neppure quando io sono tornato di nuovo a fare le
lezioni, Eustathios ha mandato qualcuno a dire che si rallegrava. 54,32. Si devono osservare anche
dei fatti successivi. Quali sono questi fatti successivi? La mia mano destra è stata colpita da questa
stessa malattia più di prima, cosicché i medici sono stati lontani dal tentare di portare un aiuto a me,
si sono guardati a vicenda e sono stati tristi, Eustathios sapeva come era la situazione dei miei mali,
come prima, ma non ha mandato nessuno. Quando alcuni si sono rivolti a lui gli hanno fatto delle
accuse e hanno detto che lui sbagliava mostrandosi così in tali circostanze, Eustathios è stato spinto,
è stato punto e ha fatto delle cose che non voleva fare. Lui ha mandato suo figlio a dire tutte le cose
invece di quelle cose che sono accadute realmente. Poi suo figlio non è arrivato, e non è arrivato
nessuno di quelli che hanno come funzione il correre, i corrieri. 54,33. Tuttavia molti hanno portato
i loro piedi sui piedi di molti altri che mi hanno invitato ogni giorno, e hanno accusato il suo non
venire, e queste azioni non avrebbero reso più breve il suo incarico, ma se qualcuno fosse stato
mandato da me, lui sarebbe stato subito abbattuto, sarebbe stato calpestato e non sarebbe stato dove
lui è stato. 54,34. Tuttavia Eustathios dice: “io volevo venire da te, ma sono stato ostacolato da te”.
Ma lui ha detto che non ha voluto venire da me. E le sue azioni mancate e di gran lunga insufficienti
sono la prova che lui non ha voluto venire. Infatti colui che ha ritenuto che io non fossi degno
neppure di quelle attenzioni come potrebbe ritenere che io sia degno di altre cose così importanti?
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Pertanto spesso Eustathios è andato all'ippodromo per le corse dei carri, è passato davanti alle mie
porte e al contempo guardando il tetto che è sopra le colonne,mi ha visto quando ero steso, gemevo,
ed ero lontano dai cibi e da quelle cose che sono a me più care, gli studi di retorica, lui non ha
ritenuto opportuno fare qualche domanda adeguata a un amico riguardo a un altro amico e ha
pregato di non sentire niente di più bello su di me. Eppure se lui avesse fatto cinque passi, sarebbe
arrivato da me. Ma lui non ha voluto che la città sapesse questa cosa, e non ha mandato né una cosa,
né una persona tra quelle che erano più onorate, né quelli che avevano delle fruste nelle loro mani.
54,35. Dunque Eustathios dopo avere lasciato passare tre giorni ha mandato un documento di quelli
di avorio, ritenendo che lui sarebbe andato da me se ne avesse avuto la possibilità, lui sapeva che io
non avrei permesso questa cosa, ma voleva dare l'impressione che lui avrebbe fatto questa azione.
Io non ignoravo ciò che lui pensava e, attenendomi alle mie regole, non gli ho permesso di venire.
54,36. Tuttavia io non ho ignorato quella cosa, cioè che Eustathios sarebbe venuto anche se nessuno
lo avesse chiamato. Infatti se lui avesse voluto, che bisogno ci sarebbe stato di scrivere tali parole?
E lui era padrone di fare queste cose che cercava di sentirsi dire da me, se questa azione doveva
essere fatta da lui? O forse lui aveva il timore che le forze dei suoi soldati sarebbero state inferiori a
quelle del guardiano della mia porta? Muselios sa qual è l'opinione che io ho riguardo a tali
argomenti e sa che per me è fastidioso il ricevere degli onori per tali comportamenti. E tuttavia
Eustathios è venuto senza dire niente prima, e ha usato le azioni invece delle parole, infatti lui
voleva andare, ma non ha detto che lo voleva. 54,37. Ma, io credo, questa vicenda è stata tutta uno
scherzo e un motivo di risate per quelli che trascorrono la maggiore parte della notte insieme a lui in
favori gentili e ingiusti, nei quali è necessario che qualcuno sia trattato male. Si potrebbe sapere che
questa cosa è così anche per questo motivo.Infatti Eustathios è andato via e ha sentito le parole dette
da una declamazione, poi ha saputo che mi ha trascurato quando io mi godevo un raggio di sole nel
freddo e mi trovavo in un luogo vicino a lui, ha detto di avere patito un torto da parte di quelli che
non gli hanno comunicato immediatamente questa cosa; ha detto che sarebbe sceso dove io mi
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trovavo ed ero seduto,e che non avrebbe trascurato quell'onore derivante da questa cosa. Ma
Eustathios anche se aveva detto queste parole, poi ha ascoltato un retore ed è andato via, e non ha
cercato colui che in passato era stato offeso da lui, perché non lo ha visto. 54,38. Ma Eustathios dice
che mi vuole bene, e che io non gli voglio bene. Certamente sono azioni proprie di uno che vuole
bene quelle che riguardano quell'infelice Domninos che è stato rovinato, è stato detenuto, è stato
privato delle cose che erano date a lui dalle leggi, e in queste vicende lui è stato anche avvocato. Il
numero dei suoi anni non gli permetteva di essere parte di un processo,e tuttavia è stato condannato,
è stato trattenuto,ha patito una riscossione,e ha invocato le leggi, ma invano. Dunque alcune persone
hanno avuto compassione per questo giovane, e hanno chiesto a Eustathios di spegnere la sua
collera, ed è stato lui stesso a fare questa promessa. Altre promesse sono state di quelli che sono
stati ingannati, e hanno saputo che la sua collera non si spegne così. Ma il motivo era che Eustathios
sapeva che io volevo che quell'orfano fosse salvato e che io gli volevo bene come se fosse stato mio
figlio e lui era un allievo non pigro. 54,39. Dunque io ho aiutato Romylos, che è un mio coetaneo ed
è diventato povero anche se proveniva da una famiglia che in passato era ricca e prospera, affinché
lui non subisse una mancanza rispetto a quelle cose che erano consuete per lui, e io ritenevo che
Eustathios fosse tra i primi magistrati in questa azione, ma Eustathios prima mi ha obbedito in
questa cosa, e mi ha concesso questo favore che era giusto, poi è passato dall'altra parte, ed è stato
insieme a quelli che hanno fatto delle guerre contro Romylos, ha chiesto il processo riguardo a
quelle accuse che lui ha fatto, e ha ordinato ai suoi collaboratori di spingere Romylos, e di farlo
vedere steso per terra, essi sono stati più benevoli, e hanno fatto la prima azione, lo hanno spinto,
ma non hanno aggiunto la seconda. 54,40. E tuttavia Eustathios ha ritenuto giusto dare l'impressione
di avere superato con gli onori fatti a me quei benefici che io avevo avuto dai magistrati del passato.
Romylos non può mandare nuovamente del grano sulle navi, anche se è costretto a farlo, e lui non
ha potuto farlo perché la povertà lo opprimeva. Tuttavia lui ha sentito dire chiaramente che l'obbligo
riguardo a questa cosa non avrebbe mandato il grano in una quantità maggiore, ma avrebbe portato
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me in Italia con un disonore grandissimo, io sono stato calunniato, si è detto che io ho utilizzato
l'arte divinatoria contro la famiglia imperiale, e che io ho voluto sapere delle cose che sarebbe stato
giusto non sapere. E lui ha aggiunto che, anche se io mi fossi salvato, quel viaggio per me sarebbe
stata una cosa più terribile della morte. 54,41. Pertanto io ritenevo giusto che Eustathios seguisse
degli esempi, tutti coloro che hanno risparmiato Romylos a causa della sua povertà eccessiva.
Eustathios ha ceduto a fatica,ha posto fine alla riscossione che era fatta con violenza,ha fatto cessare
quelle difficoltà e le ha reintrodotte di nuovo immediatamente nel giorno successivo come se lui
usasse la notte come suo consigliere. E le sue azioni successive sono state molto peggiori delle
precedenti. Infatti le prime sono state l'ascoltare le minacce dei suoi collaboratori,mentre le seconde
sono state il presentarsi in tribunale, il fatto che Romylos sia stato colpito dalle grida del giudice e
abbia avuto la schiena nelle mani dei torturatori. 54,42. Un altro fatto è avvenuto prima di questo, e
in esso sono presenti di nuovo i torturatori. Un attore del mimo voleva diventare temibile per coloro
che vendevano le verdure, affinché lui potesse prendere del denaro da loro quando lo chiedeva, ha
detto una parola cattiva a questi venditori. Eustathios ha usato questo mimo come informatore
riguardo a queste vicende come se quel mimo spregevole fosse uno degli uomini buoni e bravi, ed
Eustathios ha fatto fare una caccia notturna contro i venditori di verdure e ha concesso ai soldati la
possibilità di picchiarli. E colui che comandava i soldati era un uomo del consiglio municipale, mi
ha chiamato, e io sono andato a portargli un aiuto. Come avrei potuto non essere intenzionato a fare
ciò, quando non c'erano dei reati, anche se io avessi fatto un piccolo errore, e quando la circostanza
conteneva l'accusa? 54,43. Dunque quelli che erano alle porte speravano che io, con la mia sola
apparizione, avrei posto fine immediatamente alla paura, ma Eustathios, che era già dentro, ha fatto
entrare quell'uomo che era del consiglio cittadino con parole che scuotevano il cuore. E le mani dei
torturatori sono state di nuovo sul suo collo. E questa cosa è nuova, ed è avvenuta per la prima volta
a causa tua, se fosse arrivato qualcun altro a portare un aiuto, ma colui che ha provocato quella
collera sono stato io che ho ricevuto degli onori. E quando quell'uomo era seduto, tu hai fatto
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mostrare il petto, le spalle, la schiena e il ventre di quelle persone sventurate, e tu dopo avere messo
sotto uno di costoro lo hai picchiato con le fruste, e questa cosa per me è insopportabile anche nei
sogni, cosicché io sono stato sconvolto, il cuore mi è balzato nel petto e io ho messo la mano destra
davanti a me. 54,44. Tali favori sono stati dati ai miei occhi e alle mie orecchie e quando io sono
stato portato via Eustathios ha detto contro di me delle parole che contenevano una grande
maldicenza ed essa gareggiava con la maldicenza che c'era stata prima che io arrivassi. Riguardo ad
entrambe queste cose io le ho sapute poco fa da uno dei miei amici, il quale mi ha rivelato questa
informazione, e mi ha esortato a non andare spesso presso di lui,e a non credere di ottenere qualche
cosa. 54,45. Dunque io ho continuato a prendermi cura di Iulianos, le azioni che hanno eliminato
lui, come avrebbero potuto non eliminare anche le mie attività per il fatto che esse non potevano più
essere utili?Infatti certamente era chiaro a tutti ciò che queste azioni volevano. Quest'uomo ha speso
il piccolo patrimonio che possedeva nelle corse dei carri, è diventato curatore di alcune attività per
un suo incarico non oscuro,e alcune di queste attività erano in città,altre avvenivano nelle campagne
ed era necessario onorare questi meriti, invece Eustathios ha mandato via Iulianos non perché degli
accusatori abbiano fatto delle denunce, né perché ci siano stati dei fatti al posto della voce di quegli
accusatori, ma perché in passato Iulianos non ha taciuto di essere stato trattato male da Eustathios.
Ed Eustathios non ha pensato dentro di sé che io non avrei sopportato facilmente tali cose, e non ha
pensato che io gli avevo detto che avrei voluto che quell'uomo fosse trattato bene. 54,46. Dunque io
sono stato forse onorato da queste cose? Oppure io sono stato onorato da quei fatti che riguardano il
figlio di Byzos? Qualcuno lo ha offeso a causa della collera, e quando è stato sobrio lo ha
rimproverato e si è servito del potere concesso dalle leggi per delle decisioni indicibili, ha chiesto di
lasciare perdere l'accusa e ha chiesto che non ci fosse nessuno che lo costringesse a fare delle
accuse. Ed Eustathios ha detto: “invece l'accusare sarà doppio, anche se tu non vuoi”, e ha voluto
prendere il giovane per mano. Allora che cosa io non ho detto? Quale parola io ho tralasciato di
quelle che portano a fare delle richieste, non per salvare l'autore di un reato, ma affinché il figlio di
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Byzos non fosse maltrattato ingiustamente? Eustathios ha continuato a combattere con la legge e a
ritenere che il suo desiderio fosse più importante della benevolenza di quella legge. 54,47. È bello
anche quell'onore che si è aggiunto a questo. Io ritenevo giusto liberare il figlio di Byzos dal
trasporto del grano, e quel filosofo simile agli dei, e che parlava con gli dei, ha chiesto di non dare
la nave e il favore che avveniva tramite me, e, in nome degli dei, lui aveva promesso questo favore.
Grazie all'abbondanza di navi questo favore era stato fatto da Eustathios a molte persone che non
erano migliori di me in tutti gli aspetti. Ma questa nave portava la salvezza sia all'imperatore, sia ai
soldati, sia alle città che erano più importanti delle altre. E il pericolo per lui era non avere più la
testa. Infatti non era necessario che io chiedessi l'esenzione, ma che ci fosse un altro di quelli che
tenevano in pugno Eustathios come uno schiavo grazie alla loro adulazione. 54,48. E infatti questa
azione avrebbe potuto rendere valido quell'onore che era stato decretato al sofista Domninos dai
suoi concittadini, abitanti di Calcide. E quell'onore sarebbe stato giusto, bello e ragionevole, e
avrebbe ottenuto la benevolenza di ogni persona, invece l'azione di Eustathios è stata ingiusta,
vergognosa e non ha avuto nessun motivo, se non quello di non darmi una gioia. 54,49. E si
potrebbe sapere da questa cosa che io faccio una congettura non sbagliata. Una volta alcuni hanno
aperto un varco in un carcere con il ferro che era attorno ai loro corpi, quando la notte li aiutava, e si
sono dedicati al brigantaggio. Alcuni di loro hanno aggredito i viandanti, e il magistrato ha rivolto la
sua accusa a quelli che erano a guardia della porta. Essi hanno dimostrato che erano innocenti,
hanno dimostrato che non c'era nessuno spazio per nessuna punizione. C'è stato un altro magistrato,
c'è stato un altro processo ed è stato riconosciuto che il reato non era stato commesso con l'aiuto
delle guardie carcerarie. 54,50. Questo Eustathios è arrivato come terzo dopo le decisioni che erano
state prese in precedenza, e ha fatto una cosa senza avere alcuna autorità per farla, come non aveva
fatto neppure il secondo magistrato. Quelli che ritenevano che io fossi importante per Eustathios, e
che erano andati lì per i loro corpi, sono venuti da me a supplicarmi e immediatamente io ho fatto
una supplica a Eustathios. Ed Eustathios ha parlato in modo enfatico di quella evasione, e delle
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azioni compiute da quegli uomini e ha detto che quegli uomini avevano fatto azioni insolenti con
alcune lettere e che la loro fuga era stata opera di quei soldati scellerati. Dunque, dopo che è stata
dimostrata la mia impossibilità di agire, essi si sono rivolti a un altro. Costui non ha avuto bisogno
di numerose parole,la paura è stata eliminata,e i banditi hanno allontanato se stessi da quelle guardie
che non sapevano niente. 54,51. E tuttavia si dice che Eustathios mi abbia reso grande. Come mai?
Quando lui ha fatto morire Monimos che era consigliere cittadino, ed era stato un mio allievo, era
padre di un mio allievo, con le percosse date con il piombo? Dunque tu mi hai reso grande e
invidiabile con queste azioni,tu che hai usato le percosse per il mio dolore. Per te non era necessario
mantenere i corpi dei decurioni privi da queste percosse. Per queste percosse io mi sono nascosto e
sono andato via ritenendo che io avrei ricevuto quelle percosse, se anche Monimos è stato portato
dai medici al bagno pubblico. Non c'è bisogno di un alleato per coloro che curano tali cose. 54,52.
Si dice: “Per Zeus, ma in quelle parole dette all'insegnante di retorica Eusebios, che non è meno
degno perché io lo chiamo docente di retorica, Eustathios si è scusato riguardo agli eventi accaduti a
Monimos”. Ma anche se le azioni che riguardano Monimos non fossero malvagie, con queste parole
di nuovo a un inizio quelle vicende che avevano avuto una conclusione, incitando a una battaglia
riguardo a questioni che non avevano affatto bisogno di nessuna lotta. Tuttavia Eustathios avrebbe
dovuto fare una lettura delle lettere più importanti, e avrebbe dovuto sia chiedere a me riguardo alla
capacità che era in Eusebios, sia chiedere a quegli uomini se essi fossero a conoscenza di quei
quattro decreti che essi hanno scritto riguardo a lui. 54,53. Dunque che bisogno c'era che essi
indicassero per quali motivi intendevano rinviare il compimento di queste cose? Che cosa rende
ridicolo me e quell'uomo? Oppure questa stessa cosa è anche ciò che è stato preparato, cioè che noi
diventiamo ridicoli? Dunque qualcuno riterrà che ciò sia un onore? E che dire di quell'altra cosa, il
cacciarmi dal tribunale con derisione è un onore? 54,54. Eustathios voleva che io me ne andassi
perché lui non non mi vedeva di buon occhio, ma evitava di dire chiaramente questa frase: “gradirei
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che tu te ne andassi”, e ha usato come pretesto il viaggio e il fatto che avrebbe trattato subito la
questione, e mi ha spinto a invocare delle mani che mi avrebbero portato via, e lui avrebbe potuto
onorarmi fuori dalle porte, e quelli che sono in una condizione simile alla sua hanno questa
consuetudine. Eustathios invece ha fatto pranzo, ed è rimasto lì, e dopo avere bevuto è andato a
dormire. Io ero affaticato, ma Helios non era lontano dalle correnti di oceano. Dunque dopo che io
ho opposto dei rifiuti a quegli schiavi che a loro volta avevano opposto dei rifiuti, io gemevo, prima
che qualcuno avesse compassione per ciò che stava accadendo e lo dicesse sia nel pranzo sia nel
sonno. Così io sono andato via e non ero molto in salute. 54,55. Ma nelle vicende che riguardano
Diphilos figlio di Danaos, un insegnante elementare che ha educato numerosi giovani, questo
Diphilos fa la stessa attività di suo padre ed è superiore a suo padre perché è anche un ottimo poeta,
dunque io sono stato onorato da queste vicende? E io tralascerò queste cose, il fatto che Eustathios
abbia portato Diphilos via dalla Palestina, mentre lui non aveva affatto chiesto questa cosa, ed
Eustathios gli ha promesso i teatri e il denaro che proviene da essi, gli ha promesso che lo avrebbe
portato in Cilicia e lo ha fatto ritornare senza che avesse ricevuto nessun aiuto da parte sua, e
Diphilos è stato in silenzio, ha elencato le città, e ha sofferto per la spesa che faceva ogni giorno.
54,56. E una volta io sono andato da Eustathios di sera, gli ho parlato della tristezza di quel poeta, e
mi sono sentito dire da lui che lui riteneva che non ci sarebbe stata nessuna ingiustizia, né se
Diphilos avesse dovuto restare, né se Diphilos avesse dovuto andare via, inoltre a lui non mancava
una giustificazione per queste situazioni, e chiaramente lui faceva un'ingiustizia, ma diceva: “io farò
in modo che costui sarà una parte della festa ed avrà il Musagete come suo ascoltatore a Dafne”.
54,57. Dunque anche questa cosa è dolorosa per Diphilos, avere il sobborgo, invece che la città,
tuttavia lui ha obbedito a me nel sopportare e si aspettava degli inviti tramite una lettera ad andare a
Dafne, dopo essere andato a Seleucia. Invece Eustathios ha deriso Diphilos, ha deriso me, e ha
dedicato se stesso a parole diverse da quelle che aveva evitato prima. Per lui Diphilos non esisteva
affatto e neanche io esistevo. Infatti Eustathios ha ritenuto che sarebbe stata una cosa terribile se
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fosse stato possibile a Diphilos dire alla Palestina che io avevo un potere tale da rendermi utile a un
mio amico. Dunque Eustathios è andato via dicendo che non avrebbe trascurato la punizione che lui
sapeva che avrebbe dovuto scontare,ma per me è sufficiente il dimostrare a tutti gli esseri umani che
io sono stato disonorato anche in queste cose. 54,58. Non è necessario che nessuno apprenda da me
altre cose oltre a queste, perché nessuno le ignora. Infatti in che modo i suoi misfatti avvenuti in
pubblico sono stati mostrati e sono stati detti a voce alta? I suoi misfatti avvenuti in privato sono
peggiori di quelli pubblici, perché in privato lui ha avuto un potere maggiore. Per me è meglio
tacere questi misfatti. 54,59. E tuttavia Eustathios dice che mi vuole bene e giura questa cosa, e dice
che non è inferiore a nessuno in questo suo affetto, non è inferiore neppure a coloro che sembrano
volermi molto bene. Se lui è davvero tale nel suo affetto, quale bisogna ritenere che sia il suo odio?
Io so che gli amici renderanno più grandi <i beni dei propri amici, ma> non elimineranno questi
beni, e so che gli amici tenteranno di rendere grandi questi beni, se essi erano piccoli, ma non che
renderanno piccoli quei beni che prima erano grandi, ma Eustathios non è affatto inferiore a quelli
che portano un contributo a questa situazione. Lui aveva la possibilità di ottenere dagli dei tutto
quello che voleva, ma ha dimostrato chiaramente che voleva più di tutto ciò che poteva fare. 54,60.
E tuttavia Eustathios dice che mi vuole bene più di tutti gli altri e dice che supera la natura in questo
suo atteggiamento, aggiunge dei giuramenti, e fa un'azione che per lui è antica, fa degli spergiuri,
cosicché gli dei si allontanano moltissimo dalla terra e non sanno niente delle azioni che vengono
fatte sulla terra, e delle parole che vengono dette sulla terra. Da ciò si potrebbe sapere che queste
situazioni stanno così.54,61.Da quando è arrivata la legge per la quale non è lecito alle altre persone
andare alle residenze dei governanti, e questa legge è vigente e impedisce quelle entrate, alcuni
documenti degli altri vengono portati in quelle residenze ogni giorno, e ci sono delle lettere al posto
della lingua, ma il mio documento non c'è mai. Il motivo di ciò, ed Eustathios lo ha detto ad alcuni,
era che lui doveva mandare documenti e prevalere sulla legge, ma non doveva mandarli a me.
Dunque, se qualcuno non obbediva alle sue prime parole Eustathios doveva costringerlo con le
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seconde e con le terze parole, e doveva prolungare fino alla fine la sua sollecitazione che conteneva
qualche minaccia, oppure poteva derivare da un'amicizia. Adesso mi sembra che Eustathios
rimproveri la legge nelle sue altre parti, e ammiri la legge per quella parte che riguarda me. 54,62.
Eustathios dice che mi vuole bene, ma agisce in un modo contrario, lo dimostra Romylos che è stato
nuovamente trascinato. Ed Eustathios sapeva che Romylos dopo essere stato nuovamente trascinato
avrebbe insistito di nuovo con me. Ed è un'azione da amico il non risvegliare un male che dorme,ma
calmare il male, se qualcun altro lo ha risvegliato. Adesso invece Eustathios è circondato da quelli
che lo affliggono, come lui ha afflitto me. E questa cosa viene fatta molte volte ogni giorno perché
lui non ha abbandonato la frequentazione con i giovani e l'andare da loro in modo ordinato. 54,63.
Ma dimmi, è l'azione di uno che vuole bene l'evitare di giudicare il processo nel quale Eustathios sa
che dovrebbe schierarsi dalla mia parte a causa della forza delle mie giuste argomentazioni? Eppure
anche prima Eustathios mi esortava ad andare da lui, criticava il mio indugiare e diceva che le leggi
erano dalla nostra parte. 54,64. Ma quel comportamento era proprio di chi fa qualcosa per se stesso,
mentre questo comportamento è proprio di uno che ha contribuito all'odio verso di me. Dunque
Eustathios cercando quel comportamento ha fatto un inganno, non mi ha permesso di avere questo
risultato,ma ha tramato contro di me e mi ha privato della vittoria che certamente sarebbe seguita a
me, perché lui ha fatto un favore agli adulatori, ha condotto il processo in questo modo, cosicché
esso è stato messo a tacere per un mese. 54,65. Eustathios ha sentito dire dire che era opportuno
liberare qualcuno che era detenuto in modo ingiusto e che stava per fare qualcosa di utile al
consiglio cittadino. Eustathios non lo ha liberato. Per quale motivo? Perché sono stato io quello che
ha menzionato il detenuto. E se queste stesse parole fossero state dette da un altro, il detenuto
sarebbe stato liberato, e non sarebbe stato inutile uno che avesse parlato delle azioni di Eustathios,
come faccio io. 54,66. Ma c'era un favore, o almeno così riteneva Eustathios, anche in quelle
minacce che lui ha fatto a Thalassios,dicendo che lui sarebbe stato decurione. E il pretesto era molto
giusto, ed era che Thalassios,quando era padrone di quei discorsi che erano stati pronunciati da me,
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non li aveva dati a Eustathios, quando lui li aveva chiesti, e aveva prolungato la sua sete. Eustathios
non aveva affatto sete di questi miei discorsi, ma voleva dare l'impressione di averla, forse perché
riteneva che avrebbe avuto un vantaggio nella sua reputazione, e una tale cosa sarebbe accaduta
anche a suo figlio. Eustathios diceva che una volta lo avrebbe portato, lo avrebbe mandato a
chiamare, lo avrebbe mandato alle migliori correnti dell'eloquenza, ma lo ha tenuto a Tiro, tra i
discorsi peggiori, come lui stesso diceva, prima che l'incarico di magistrato chiamasse quel giovane
qui ad Antiochia insieme ai suoi fratelli. 54,67. E tuttavia se anche Eustathios avesse ottenuto i miei
discorsi, lui non era assetato di quelli, a quanto dice il suo stesso discorso, e se lui non ha ottenuto i
miei discorsi, è perché non li ha desiderati. Infatti come avrebbe potuto non riceverli, se li avesse
voluti? Dunque che bisogno c'era che Eustathios scherzasse e che fingesse di amare quelle cose che
invece ha disprezzato?E che bisogno c'era che lui offendesse con una minaccia un uomo che rispetta
gli dei, che è rispettoso dei suoi amici, che è giusto, morigerato, che controlla la propria lingua, che
controlla i propri piaceri, che ha compassione per gli adulatori, anche se è molto lontano
dall'adulazione,combatte in silenzio coloro che si guadagnano da vivere con il loro insultare? 54,68.
Tu hai chiesto un testo scritto non per potere fare una copia dei suoi contenuti, ma per avere quello
stesso testo. E non è di una persona che vuole bene nemmeno questa azione, l'onorare le cose amate
con una moneta. Dunque in che cosa si è comportato male uno che non ha dato qualcosa a chi non
avrebbe restituito questa cosa? Infatti sarebbe il comportamento di ogni persona il volere ottenere in
questo modo delle cose che hanno un valore non piccolo. 54,69. Il modo in cui tu ti sei comportato
verso di me è stato reso evidente dalle parole che io ho detto, e se anche molte cose sono state
tralasciate, ciò sarà evidente anche da questa cosa. Infatti tu convivi con degli uomini malvagi che
sono stati dimostrati colpevoli di avere corrotto i comportamenti giusti nei confronti del loro
insegnante, tu sei insieme a costoro, ti trattieni con loro, li frequenti, fai cena con loro, fai pranzo
con loro, bevi con loro, fai colazione con loro, anche se essi volessero dormire a casa tua,è grande il
loro potere e non c'è niente che li ostacoli. I discorsi che sono presenti in ciascuna di queste azioni
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non hanno niente di sano, ma contengono un grande potere per entrambe le persone, per quelli che
dicono delle menzogne, e per colui che le ascolta. 54,70. Ed è necessario che prevalga ciò che
sembrerà essere giusto a loro anche se io voglio le cose contrarie. Infatti quegli uomini non hanno
figli, ma hanno molto denaro ed esso è frutto della malvagità dei loro padri, ma la Moira, il destino,
è capace di portare via coloro che sono più giovani prima di coloro che sono più anziani. Dunque
uno comprerà un testamento che sarà utile a lui con questa cura. Per un tale cacciatore, che ritiene
che tutte le cose abbiano un valore inferiore alle ricchezze, è verosimile che la mia condizione non
abbia nessun valore. 54,71. Dunque per quale motivo Eustathios non dichiara queste cose e non si
giustifica in questo modo, ma ritiene giusto convincere offendendomi in un modo evidente, dicendo
che non ha smesso di onorarmi? Eustathios,mediante il portinaio che è suo complice in molte buone
azioni ieri ha fatto questa stessa azione, imitando il suo maestro. Infatti quando il ladro ha preso le
mie lettere, che rimproveravano la detenzione ingiusta di una madre e di una fanciulla, Eustathios
ha mandato via colui che aveva dato le lettere dicendo che queste lettere non erano mie, ma erano di
colui che gliele aveva date. 54,72. Eustathios ha fatto diventare tali i miei collaboratori calunniando
la mia vita con le sue parole in seguito alle azioni vergognose di quelle persone sia se io conoscessi
quelle azioni, sia se io non le conoscessi. Eppure l'inventare tali falsità non è l'azione di chi intende
eliminare un male. Tuttavia ciò è stato fatto da colui del quale si è parlato, e nello stesso tempo
Eustathios si è addolorato per le ingiustizie che sono state fatte ed è stato colpito dalle ingiustizie di
quelle persone non meno di quelle persone. 54,73.All'anziano Eusebios è stato detto molte volte che
domani avrà l'esenzione, ma non l'ha ancora ottenuta in pratica, secondo te lui che cosa dirà? Non
dirà che i miei discorsi a suo favore sono stati un danno per lui, mentre altre persone hanno ricevuto
l'esenzione andando da altri individui, e gli schiavi di costoro vanno là portando dei canestri e dei
cesti, <e questi recipienti> contengono dei pesci e dei frutti degli alberi per colui che è il più giusto?
54,74. Dunque c'è un'altra cosa che non è affatto meno importante. Infatti Eustathios è andato nella
sala del consiglio per rendere più grande il consiglio cittadino secondo la legge che c'è adesso, lui
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non mi ha chiamato da vicino, anche se sapeva che io mi trovavo vicino in un altro luogo, e questi
fatti sono avvenuti dopo che un lungo tempo ha visto questa condivisione dei magistrati, se lui
avesse dormito, i magistrati avrebbero svegliato il consiglio cittadino. Dunque bisognava sfruttare
questa situazione, e ricondurre in città quella parte del consiglio cittadino che non era stata difesa,
ma ci sono state numerose e belle parole di Eustathios,che voleva fare qualcuna di quelle azioni che
sono giuste. Adesso similmente lui ha creduto che fosse opportuno stare lontano da me che posso
elencare innumerevoli miei antenati che hanno fatto dei servizi alla città, a favore di persone che
non so da dove provengano. E mi sembra che lui chiami alcuni di questi individui e che trascuri
volentieri me, se non ha paura dell'eccesso della sua offesa. 54,75. Dunque Eustathios ha chiesto di
nuovo questo stesso favore che ha promesso molte volte e non ha mai concesso, ma in modo saggio,
almeno così lui credeva, ha evitato di chiedere in cambio i miei discorsi,e forse gli elogi a lui, infatti
sapendo che io non avrei parlato per molti motivi, ha dato un onore a colui che non ha mai concesso
il favore che è stato disonorato molte volte, e ha reso se stesso amante dei miei discorsi a parole,
perché in verità per lui i miei discorsi non avevano nessun valore. Se i miei discorsi avessero avuto
valore per Eustathios, lui avrebbe passato dieci mesi dedicandosi ad essi, ma si è dedicato a quelle
persone che tutti conoscono. Nelle ginocchia di costoro e nelle mani di costoro è presente
continuamente quel frutto, cioè quei beni che sono stati mostrati, e lui ama queste cose più di quelle
di Platon. 54,76. L'altra cosa è questa di adesso, il suo grande affetto e il suo soffrire perché non può
ottenere di parlare, non è un vero affetto, ma un uomo che ha un grande valore per quelli che sono
coinvolti nei processi per la forza della sua arte, ha sposato una donna proveniente dalla famiglia di
costoro, ritenendo opportuno fare del bene a queste persone, vedendo che lui viene portato in un
qualche altro luogo, e lui ha trascurato delle cose che non doveva trascurare, ha spinto a dire queste
parole uno che non voleva affatto dirle: “io devo ottenere un discorso, anche perché io patirei delle
conseguenze terribili, se non lo ottenessi”. 54,77. Dunque Eustathios voleva dire quelle altre parole,
ma è stato costretto a dire queste parole. Non è giusto ritenere che esse siano sue, più che di colui
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che lo ha costretto a dirle, tranne nel caso in cui Eustathios potesse convincere di questa cosa, cioè
che lui abbia dormito per tutto il tempo. Ma lui non ha dormito. Lui era nelle attività in cui era, e in
pubblico ha preso la decisione che tutti i miei discorsi fossero smentiti. 54,78.Ed Eustathios dirà che
soltanto questo avrebbe potuto salvare Romylos. Per quale motivo? E infatti se questa cosa non
fosse successa a te, forse sarebbero accaduti degli eventi diversi. Uno di questi eventi è che tuo
figlio ha ricevuto da me e conserva dei beni che sono grandi, che sembrano tali anche a te, e che
spesso ti fanno alzare dal letto. Dunque non era necessario che fosse dato questo favore a queste
persone, se anche non era possibile rimproverare niente? Oppure tu potresti dire queste parole anche
a un uomo eccellente che menziona un dono, cioè che lui riceverà questo dono, dopo la sua seconda
prova di eccellenza e che ciò che lui ha già fatto non è degno di nessun onore? 54,79. Tu concederai
il dono a chi ha parlato. Dunque che significa? Io non l'ho già detto?Oppure le parole che sono state
dette allora non avevano nessun valore e le azioni che sono state fatte a causa delle parole che sono
state dette hanno oscurato ogni frenesia bacchica di tutti i teatri? Tu in quell'occasione hai detto che
nessuno era stato onorato con onori come quelli, ma adesso dici che tu darai degli onori come non è
avvenuto a nessuno se tu li darai,ritieni di averli ricevuti prima se intendi darli in futuro. Certo, se tu
hai una gratitudine per quegli onori,devi andare a ricambiare il favore, ma se ritieni che quegli onori
siano piccoli e non valgano niente, non c'è niente di strano se tu penserai che neppure questi onori
siano qualcosa di importante, cosicché io non mi stupirei se tu non darai niente, anche dopo che hai
preso qualcosa. 54,80. Ma tu stesso hai tolto credibilità ai tuoi giuramenti per il grande numero dei
tuoi giuramenti che tu hai disprezzato, cosicché anche colui che otterrà qualche vantaggio da te
quando tu giuri una cosa giusta, non può stare tranquillo, ma ha la paura che alle cose che sono state
giurate non seguirà il loro compimento.Dunque per questo motivo c'è il timore che tu stesso eviterai
di dare ciò che hai giurato,e dopo avere ricevuto qualche cosa e averla tenuta, la deriderai. 54,81. Se
bisogna dire anche un'altra cosa, in cambio della quale sarebbe stato opportuno che io ricevessi
qualcosa da Eustathios, per le parole che lui ha scritto, e le altre cose sono una sciocchezza, io ho
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sentito dire che molte persone sono state torturate prima dell'incarico di Eustathios, e molte persone
sono state torturate durante questo incarico, e lui esercitava il potere con questi comportamenti. Le
mie orecchie sono state ferite da questi misfatti, ma ho dovuto sopportarli, e, questa è la cosa più
terribile, ho dovuto anche lodarli. Dunque non c'era nessun bisogno di chiedere un'altra delle azioni
che sono state fatte da me e che sono degne di un favore. 54,82. Ma niente di buono è stato dato a
me né prima, né dopo, poiché anche in quel processo che se fosse stato deciso mi avrebbe permesso
di evitare una punizione ingiusta, Eustathios non ha introdotto il processo, e non ha dato nessun
verdetto, dopo avere visto il numero e la qualità degli avversari. Essi non avevano niente di giusto,
ma erano numerosi. Il fatto che essi fossero numerosi era temibile per un incarico che è stato malato
in passato, e non è in buona salute neanche adesso. E al contempo non c'è stato nessun mio discorso
rivolto a Eustathios che era convinto di fare dei bei discorsi. 54,83. Quest'uomo nobile si è
comportato così nei miei confronti. Ed Eustathios si indigna perché io non mi sono precipitato a
piangere dopo che la sua carica è finita. Ma, come pare evidente, io avrei dovuto fare questo pianto
al contempo tu percepisci che alcuni di coloro che sono qui fanno queste azioni scritte nelle lettere,
io credo che tu debba fare quelle azioni che ti faranno stare meglio dopo che tu le avrai decise.
Infatti forse ci sarà qualcosa anche per me che ti do il consiglio, ma il vantaggio sarà maggiore per
te che sarai convinto e non per me che ti convincerò. 55,2. Dunque alcune informazioni sono state
comunicate adesso riguardo a tuo padre a causa del tuo viaggio verso di me, alcune con le azioni,
altre con le parole, e ognuna di esse contiene un dolore non piccolo per te che lo patisci e potrebbe
addolorare giustamente anche me.E tu non devi pensare che io voglia darti l'abitudine di disprezzare
colui che ti ha generato. Infatti io so che cosa dicono le leggi, e oltre a queste leggi che sono istituite
da alcuni esseri umani, non ignoro la legge della natura e io so che dopo gli dei questa legge è
degna di onore e so che noi abbiamo grandissimi debiti verso questa legge e abbiamo dei debiti non
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inferiori verso le nostre patrie, e io so che chi si comporta male verso queste leggi è peggiore degli
animali feroci. Infatti ogni azione ingiusta è meno grave di questa, e quando i nemici attaccano,
bisogna ricevere volentieri una ferita per difendere i propri genitori,bisogna ammirare chi muore per
questa ferita, e questo fatto diventa famoso e vive ed esiste per sempre. Io non potrei mai, né
volontariamente, né contro la mia volontà, alloggiare sotto lo stesso tetto e condividere la tavola con
uno che ha tradito il proprio padre e si è comportato male in tali contraccambi. 55,3. E nessun altro
può fare queste esortazioni meglio di me. Infatti ci sono due mie declamazioni, la prima riguardo a
mio padre, e la seconda riguardo a mia madre, la prima riguarda il fatto che io sono stato privato di
mio padre perché lui è morto presto, e penso che la seconda declamazione non sia stata fatta male,
cosicché io ho avuto degli imitatori, e la fama che io ho avuto mi ha portato a questo. 55,4. E adesso
se tu tornando a casa tua farai smettere quelli che tramano per farti del male, se tu eliminerai le cose
spiacevoli, e renderai la vita di tuo padre nuovamente calma e tranquilla, devi affrettarti, non devi
indugiare, devi andare via, e non credo che il dio Hermes potrebbe non elogiare questa tua azione;
ma se niente potrebbe cambiare colui che adesso ti è ostile, e costui non avrà nessuna gratitudine
per quelle cose che lui ti ha costretto a fare, e lui riterrà più importanti non le azioni che tu hai fatto
volontariamente, ma quelle che tu hai fatto contro la tua volontà, qual è il vantaggio nell'aggiungere
alle difficoltà che ci sono adesso il danno riguardante i tuoi studi di retorica? E tu stesso quando sei
arrivato hai dichiarato che eri venuto per avere il meglio.Infatti tu non sei venuto per vedere la città,
ma gli studi di eloquenza sono stati il motivo del tuo arrivo. Ma non è possibile avere nello stesso
tempo gli insegnamenti che si fanno da altre parti e quelli che si fanno qui. 55,5. Ma certamente tu
non hai nessun garante del fatto quell'uomo ostile, odioso e malvagio espellerà l'avversione dalla
sua anima, farà una tregua con colui che gli ha dato un dolore e non gli causerà problemi, se ci sarà
qualcuno di quelli che avrebbero dovuto essere suoi alleati che andrà contro di lui. Ma lui darà un
dolore a quell'uomo nei modi che usa adesso o anche in altri modi più numerosi, aggiungerà te a tuo
padre, e riterrà che la punizione di tuo padre debba essere pagata da entrambi, da te, perché tu
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desideri i miei insegnamenti, e da tuo padre perché lui ti ha concesso di fare questi studi. 55,6.
Tuttavia tu non devi ritenere che un uomo esperto negli affari sarà respinto e sarà trattato male, e
costui è tuo padre, devi pensare che tu puoi evitare il potere di quell'uomo, che da solo si è
impadronito della città e la possiede anche ora. Dunque se tu, essendo fermato da un'accusa falsa, o
distruggerai completamente il tuo calunniatore, oppure tu lo farai arrestare, sappiamo che molti
magistrati hanno concesso tali favori a molte persone, tu eviterai delle sventure a tuo padre, oppure
condividerai con lui le disgrazie che ci sono adesso? Io so che ad alcune persone la detenzione
dovuta a un complotto ha portato la morte, e tu non hai sperimentato questa cosa neppure in sogno.
55,7. Per Zeus, tu dirai che sarai buono e giusto nei confronti di tuo padre, e che tu non farai più
niente di simile. E quale giuramento sembrerà essere così spaventoso che sarà superiore alla slealtà
di quell'uomo? Infatti lui riterrà che il tuo giuramento sia un rinvio della decisione e che, se la
occupazioni e gli stessi studi di eloquenza. Certamente lui odierà il pensare tali cose, avrà te che lo
odierai, e tu sarai odiato da lui. 55,8. Essi hanno queste relazioni tra di loro, pascolano un unico
gregge, si rallegrano per le sventure altrui, fingono di rallegrarsi per gli eventi lieti degli altri, e
anche se ciò non è terribile per lui, potrebbe essere una cosa terribile per te che sei eccellente, giusto
e veramente libero. Infatti è inevitabile che tu viva con dispiacere sia perché tu ritieni di essere
malvagio, sia perché tu hai condannato le cose che fai, ma non puoi evitarle. 55,9. I luoghi degli
studi oratori non limiteranno le vostre relazioni, e non faranno tale cosa neppure i bagni pubblici, né
i luoghi di lavoro, né le strade sulle quali i magistrati vanno in alcuni luoghi e ritornano. Ma lui ti
inviterà anche a tavola, e molte occasioni faranno questa cosa, e anche senza queste occasioni,
spesso il comportamento farà questa cosa. Per molte persone ospitare è più piacevole dell'essere
ospitati. Dunque cosa farai tu in quel momento?Infatti il non accettare l'invito sarebbe proprio di chi
fa un'azione sgradevole, ma accettarlo sarebbe l'azione di un individuo stolto, e che non vuole
vedere ciò che è accaduto. E qualcuno potrebbe accusare anche tuo padre,dicendo di avere patito un
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torto da lui, e vede che suo figlio fa gli stessi torti. 55,10. E certamente se tu morissi prima di tuo
padre, tu moriresti con il dolore per non avere ottenuto quelle cose che tu desideravi; ma se tu
ricevessi l'incarico da magistrato dopo la morte di tuo padre, tu ti consumeresti cercando di ottenere
quelle cose che ti è stato impedito di ottenere. 55,11. Si dice: “Il padre di Anaxentios subisce un
torto perché tu lo hai ritenuto non bravo nell'insegnare”. Quanti altri padri sono stati danneggiati da
questa accusa, gli insegnanti si arrabbiano e dicono di essere stati offesi, vanno a punire gli allievi,
pensando che siano presenti, ma non possono trovare gli allievi che sono partiti? Se i padri degli
allievi sono morti, non sono forse le loro madri a trascinarsi in piazza, anche se non sono abituate a
questa attività, e a essere consegnate alla confusione e alle mani dei soldati? Gli allievi non vanno
né dagli uni, né dalle altre, né dai padri, né dalle madri, ma vanno dagli schiavi e nelle proprietà
agricole che appartengono a loro, tormentano quegli schiavi che a loro dovrebbero importare, li
opprimono e li costringono a inveire contro i loro padroni che sono andati altrove. 55,12. Io ho visto
che alcuni allievi sono fuggiti durante i loro studi di retorica,e hanno fatto questa azione all'insaputa
dei loro genitori, tuttavia i genitori non hanno avuto un vantaggio dal loro apprendimento, e gli
studenti non si sono liberati dai loro mali in questo modo, grazie agli insegnanti di retorica, ma gli
allievi hanno imparato,e i genitori sono stati trattati come nemici. E niente ha fatto ritornare nessuno
di questi studenti prima di quando fosse necessario. Infatti i loro padri non hanno fatto tali inviti, e
nessuno di questi giovani ha fatto un torto a se stesso in tali cose, ma i genitori con le loro stesse
fatiche hanno offerto ai figli che sono nati da loro di acquisire le capacità dell'eloquenza,e i figli non
si sono comportati male gettando via quegli studi inseguendo i quali sono venuti qui. 55,13. Dunque
tuo padre è stato infastidito? Non c'è niente di strano. Lui dice “tu restando qui avrai le conoscenze
della retorica?”. Anche questa è una delle cose consuete. Oppure tu mostrami dei figli che sono stati
strappati agli studi quando erano nel mezzo dell'apprendimento, e poi sono andati a casa e hanno
assistito i loro genitori aiutandoli soltanto con il loro disonore. Infatti che cosa essi potrebbero
aggiungere? Ma Roma non ha visto tali cose, né la città degli autoctoni, Atene, ha visto queste cose,
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né la città di Berito, che per natura fa dei divertimenti, ha visto queste cose, né la città a cui
Alexandros figlio di Philippos, o se vuoi figlio di Zeus, ha dato i suoi poteri, ha visto queste cose.
55,14. Pertanto noi sappiamo che questa cosa non è accaduta neppure qui per una tale causa, alcuni
hanno fatto questa azione per la loro condizione di orfani, e ancora di più quelli che hanno usato la
loro condizione di orfani per la pigrizia. Infatti essi hanno avuto un desiderio di istruzione, hanno
lasciato alcune cose ai tutori e alle leggi, ed essi hanno bevuto, le sorgenti delle Muse sono state tali
fonti. Tuo padre, anche se si è scontrato con un uomo malvagio, tuttavia è vivo, ha una voce, parla,
e non sente dire di sé nessuna di quelle cose che sono più sgradevoli più di quanto lui le dica di altri.
Forse lui anche se fosse picchiato potrebbe fare qualcosa di simile a quei pugili incassatori che si
fanno colpire perché sono capaci di sopportare quelli che li colpiscono e li costringono a stancarsi di
colpirli. E certamente, se voi foste ricchi,potreste resistere in questo modo; ma se le vostre ricchezze
sono poche, nessun vostro grande patrimonio andrebbe perso in questi attacchi. 55,15. Mia madre
aveva bisogno di alleati, ma nessuno le ha dato un aiuto. Io ero lontano dalla mia città,ma ho sentito
dire in quali condizioni si trovava mia madre. E tuttavia io non sono stato richiamato in città, e non
sono arrivato senza essere stato chiamato, infatti né a me, né a mia madre, sembrava che questa cosa
fosse opportuna. Ma alcune parti del nostro patrimonio sono andate perdute, e sono diventate di
coloro che hanno venduto le nostre proprietà agricole, ed era molta terra, che era coltivata da molte
persone. Tuttavia io sono rimasto dove ero, e ho ritenuto non soltanto che fosse un male il lasciare il
proprio posto in battaglia, ma anche che il mio posto fosse nello studio, sia che fossi stato collocato
lì da mio padre, sia che mi fossi collocato in quella posizione da solo. Dunque a quelle notizie io mi
sono chinato a terra per il dolore, e io non sono andato in giro a cercare un rimedio per il dolore, ma
avevo i libri vicino e sotto le mie mani,e mentre le proprietà agricole mi sfuggivano è stato possibile
per me ottenere in cambio di questi beni altri beni che a me sono sembrati più belli e di maggiore
valore.55,16.Ma neppure Demosthenes di Paian fu accanto a sua madre e si lamentò per l'ingiustizia
dei suoi tutori, per i loro furti e per le loro rapine, e anche se le sue malattie lo tenevano lontano
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dalle fatiche dello studio, tuttavia si dedicò a quelle fatiche, e grazie ad esse da adulto voleva
dimostrare ad Aphobos e agli altri che loro avevano fatto azioni disoneste in modi che non erano
privi di pericolo. 55,17. Orestes si sentì dire tutte queste cose quando era allevato nella Focide
riguardo alle azioni colpevoli che venivano osate a Micene da Aighistos, che dopo avere fatto un
matrimonio in modo così malvagio non lasciò che avessero un respiro di sollievo le figlie di
Agamemnon che dopo la guerra di Troia morì in una cena, e invece Orestes aspettò il momento
opportuno del ritorno, ma se fosse stato precipitoso, avrebbe dimostrato che lui voleva ottenere una
vendetta, e non avrebbe ottenuto niente di più di questo. 55,18. Tu devi ricordare anche colui che
andò a riscattare il cadavere di Hektor con alcuni beni. Priamos fece in modo che Achilleus avesse
compassione per lui mediante la sua menzione di Peleus, e dando questo inizio alle sue parole, disse
che Peleus era messo alla prova da vicini che erano fastidiossimi. E Achilleus non si oppose quando
sentì questa parte delle sue parole, perché sapeva che queste cose erano proprio così. Ma non per
questo motivo egli lasciò la guerra, e le attività della guerra, non tirò giù le navi, e non andò a Ftia
per rendere più sopportabile la vita di Peleus, e Achilleus, anche se odiava alcuni uomini, non si
allontanò dalle sue attività. 55,19. E io credo che Peleus e molti altri erano parenti di quelli che
assediavano Troia. Un testimone idoneo di tali sventure è Thukidides che dice:“il ritiro dei Greci da
Ilio fu lento, e causò molti cambiamenti”,cosicché non fu possibile ottenere la tranquillità per coloro
che ritornarono. E nessuno degli altri greci ritenne opportuno preoccuparsi di più delle cose di casa
propria, e neppure colui che aveva un motivo importante per andare via si sottrasse a quelle azioni
che riguardavano quel dono e quell'offesa. Non fece così neppure uno tra coloro che avevano fatto
un giuramento. Pertanto essi rimasero nell'attività della guerra, affinché un solo uomo riportasse a
casa la propria moglie. Infatti era il solo Menelaos che aveva patito un'ingiustizia,e una sola persona
era stata rapita, Helene. Tu non dovrai faticare per un altro, ma questa è la tua attività. Come
quell'uomo, Menelaos ottenne quella donna, così anche tu otterrai questa attività. 55,20. Dunque io
ho dimostrato in qualche luogo precedente che è impossibile che ci sia mai un'amicizia di un
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docente di retorica con voi dopo le cose che sono successe, ma ammettiamo che ci sia questa
amicizia e che essa sia ingente e grande,e tale da essere paragonata a quelle che sono state celebrate.
Voi non dovete pensare soltanto a questa cosa, ma anche a quella punizione che ci sarà come
conseguenza di ciò. Oppure voi, se vi viene impedito di ottenere un tesoro ritenete che sia una cosa
che non si può sopportare benevolmente, e se a voi viene impedito di raggiungere le conoscenze
della retorica riterrete di potere sopportarlo benevolmente? 55,21. Ma Midas è importante tanto
quanto Demosthenes? Kiniras è importante tanto quanto Isokrates? Il re di Lidia è importante tanto
quanto Lysias? Chi riterrà che la città di Tebe in Egitto sia vicina ad Atene? Chi riterrà che sia una
cosa uguale la ricchezza di ognuna delle due città, le ricchezze della prima, e la sapienza della
seconda? Suvvia, se qualcuno prendesse te che sei venuto qui e ti chiedesse: “qual è la cosa per
sapere la quale tu fai il tuo viaggio? E per quale motivo tu, trascurando quelle cose che hai, cerchi
delle cose che non hai?”. Se tu ti comportassi male in ciascuna di queste due cose, tu tenteresti di
dimostrare qualcosa di più nelle vicende successive? 55,22.Io preferirei vendere ogni mio bene in
cambio di un possesso tale che rende più gloriosi quelli che lo possiedono, non soltanto quelli che si
mostrano impegnati nei servizi pubblici, ma anche quelli che sono impegnati in battaglie, guerre e
comandi militari. Infatti quale uomo valoroso, quale comandante di un esercito non è meno
importante di un retore che parla della guerra e della pace nelle assemblee e porta a una delle due
il docente dell'arte retorica. Tralascerò il reddito che è ostacolato dalle malattie che riguardano la
terra e che sono dovute alle stagioni, ma il guidare dei giovani di nascita illustre, quanto è
importante? Il vedere che questi giovani si dedicano ai discorsi quanto è importante?Il vedere questi
giovani che percorrono le strade delle loro vite, quanto è importante? Gli onori che sono dati da
costoro, quelli che sono dati dai loro padri, quelli che sono dati dai concittadini, quelli che sono dati
dagli stranieri quanto valgono? Questi uomini sono degni di rispetto anche da parte dei detentori di
cariche pubbliche, sia di quelle maggiori sia di quelle minori, anche se tu dicessi persino gli uomini
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che hanno il potere imperiale. 55,24. E io dico che sono degni di rispetto sia gli insegnanti che sono
stati chiamati in passato, sia quelli che ci sono adesso, e per amore di costoro anche tu stesso sei
venuto qui da noi. Infatti ogni asino che è nascosto sotto la pelle del leone è più infelice se vive
esposto al rimprovero e alla derisione di quanto sarebbe se lui fosse capace di restare in silenzio e di
guadagnarsi da vivere portando le pietre a quelli che costruiscono degli edifici o facendo qualche
altra attività faticosa simile a questa. Si potrebbe anche avere compassione per alcuni di loro, ma
non si potrebbe concedere un perdono ad altri tra loro, infatti non si potrebbe perdonare Faethon,
per il quale sarebbe stato meglio non avere convinto suo padre e non avere ottenuto da lui un favore
tale, che ha avuto come conclusione il fatto che l'auriga sia caduto e sia giaciuto al suolo. 55,25. Ma
io ritorno su questo punto, sul fatto che in un teatro non c'è nulla che sia più luminoso di un retore
che si muove e assume quegli atteggiamenti appropriati, quando lui è paragonato a quelli che
esercitano il potere, io ritengo quel retore più felice di loro, perché la forza dei potenti risiede nei
corpi degli altri, mentre la forza del retore risiede nella sua anima. 55,26. Per questo motivo si
potrebbe sentire un padre dire che lui spenderebbe volentieri tutte le sue ricchezze affinché in suo
figlio fosse presente questo possedimento,anche se qualche altro bene potrebbe venire da altre parti.
Infatti questo possedimento che ci sarà al posto degli altri sarà molto più bello di essi e potrà fornire
in cambio dei beni che sono uguali a quelli delle attività che sono state abbandonate prima, e sono
anche più grandi di queste. E tuo padre potrebbe morire molto volentieri a favore di tale
possedimento per la giustizia della natura di quei beni che vengono aggiunti dagli studi retorici.
55,27.Perciò tu devi valutare quanto è grande il compenso che tu pagherai per un bene tanto grande,
una gloria immortale in cambio di un beneficio inutile. Ma se questa attività ha portato a tuo padre
qualche privazione per qualche tempo, non potrebbe sembrare opportuno che tuo padre si trasferisca
in altri luoghi durante questo tempo, invece che lui ti tolga un potere così grande? Tu dici: “questa
cosa comporta una fatica per lui”.E quale cosa tra quelle che sono belle non è così? La fatica dà una
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fatica dà al medico la capacità di salvare colui che è consumato da una malattia, la fatica consente
all'agricoltore di ottenere i prodotti che vengono dalla terra.Si dice che anche gli dei cerchino questo
onore da quegli uomini che sono buoni, le fatiche vengono fatte in cambio di denaro e oro. 55,28.
Una volta uno straniero mi ha consegnato i suoi figli e non se ne andava, ma è entrato nella scuola,
si è seduto lì, e sembrava che i suoi figli non avessero nessun precettore. Dunque io chiedo:“dove è
costui? E chi è?”. Io gli ho detto: “tu non darai questa libertà ai tuoi figli”, e quel padre ha detto che
lui stesso era il precettore dei suoi figli. E lui ha fatto così, e questo comportamento è andato avanti
per non pochi anni. E certamente lui facendo così ha trascurato gli affari di casa sua, e i suoi schiavi
malvagi hanno avuto l'impunità nel fare dei misfatti. E quando qualcuno è andato da quel padre e
gli ha detto queste notizie, quel padre ha detto che lui sapeva già le notizie che gli venivano dette, e
riteneva che il danno dovuto a quei misfatti fosse del tutto insignificante in confronto a questo
vantaggio. 55,29. Tu ritieni che anche tuo padre debba stare con te, e debba dedicarsi alla tua cura, è
una preghiera, io credo, per un padre assennato che ha un figlio a scuola,pagare anche le spese degli
schiavi, i danni che lui subirebbe stando assente da casa, [e] certamente queste spese non sarebbero
minori di quelle che ci sono adesso. Io credo che alcuni degli dei assisteranno tuo padre e gli
porteranno un aiuto, e credo che gli dei dell'eloquenza ricompenseranno in un modo non peggiore il
vostro impegno per i beni che sono dati da loro. 55,30. Io credo che anche alcuni degli esseri umani
mostreranno di essere non soltanto quelli che faranno delle accuse alle azioni che vengono fatte, ma
anche quelli che impediranno di parlare, perché non è opportuno che quell'uomo in questo caso
ritenga che la difesa della sua sedia di insegnante sia più importante del dimostrare agli allievi che
loro non otterranno altre sorgenti migliori di questa. Infatti l'insegnante che vince deve trattenere i
suoi allievi con i suoi discorsi, ma non con la paura delle conseguenze terribili che colpiranno i loro
padri, se essi non resteranno. E anche queste difficoltà che ci sono adesso potrebbero essere
eliminate, se un uomo più giusto con il suo subentro facesse in modo che colui che adesso concede
questi favori smetta di concederli.Forse potrebbe esserci da parte mia un'amicizia verso di lui.55,31.
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Pertanto tu non dovresti dire di no, né tu, né tuo padre dovrebbe dire di no, e non dovresti volere
essere peggiore di colui che è migliore, e invece di accusare queste scelte in futuro, tu devi pensare
adesso che esse siano belle, e non devi rimpiangere il tempo passato invece di utilizzare il tempo
presente, e non dovresti fare questo errore nel tuo comportamento,devi parlare a quelli che sono con
te invece di compiacerti con te stesso della forza che tu hai adesso. 55,32. Dunque Odysseus dice
che è vergognoso “restare a lungo e tornare a braccia vuote”, ma per te non è una bella cosa
mostrarti agli abitanti di Gaza prima di essere rimasto nella mia scuola per il tempo giusto. Infatti
gli abitanti di Gaza non ti vedranno volentieri se tu torni in questo modo, non ti saluteranno come
uno che ha ottenuto tutto il risultato, non penseranno a fare delle riunioni e alla valutazione che si
farà in queste riunioni, ma biasimeranno il tuo ritorno proprio per il tempo della tua permanenza
all'estero, non ti chiederanno conto del tuo tempo, e condanneranno il tuo comportamento perché
non ti chiederanno nessuna spiegazione. 55,33. Ma se tu rimani per tutto quel tempo che è giusto, e
se ottieni una parte sempre maggiore dell'arte oratoria, cosicché tu possieda quest'arte nella sua
interezza, e tu possa anche trasmetterla,tu manderai prima delle buone speranze riguardo a te stesso,
provocherai dei dolori a causa del tuo indugio, ma darai delle gioie quando apparirai. Tu e tuo padre
avrete delle lodi, tuo padre perché non ti avrà costretto a tornare prima di quanto fosse necessario, e
tu perché avrai sopportato allo stesso tempo il dolore per tuo padre e le fatiche per la retorica. Tu
dovresti opporti alle cose che sono dolorose per tuo padre e alle sue lacrime, io non fatico a credere
questa cosa, e lo stesso giorno porterà te fuori dalla mia scuola con delle lodi e ti porterà alla città di
Io, la quale fu trasformata in modo inevitabile da Zeus da bella donna a giovenca. 55,34. E sono
molte le prove del discorso, che io ho detto con poche parole, e soprattutto questo discorso non è
intero, ed esso sarà detto nella sua totalità da te quando farai l'elogio di questa città. Infatti è chiaro
da dove tu comincerai a celebrare per i suoi premi una città antica, che è stata a difesa dell'impero
dei Romani e vuole essere un luogo di produzione dei discorsi oratori.Tuo padre sarà partecipe degli
elogi del teatro che incoronerà anche lui. Allora tu riterrai che quelle cose che adesso ti sembrano
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dolorose e ostili ti saranno gradite e piacevolissime, allora tuo padre elogerà se stesso per il fatto di
avere sopportato tutte le sofferenze in modo nobile. 55,35. Io credo che questa cosa sia avvenuta
anche a Odysseus, quando lui era a Itaca ed esercitava con suo figlio e con sua moglie quel potere
che era tornato di nuovo a lui. Egli si è rallegrato del fatto di avere patito quelle sofferenze che
aveva patito e di essere andato attraverso il mare, e ognuna di quelle vicende che sembravano
spaventose, anche lo stesso Ciclope, la sua grotta, la sua porta, e il suo macigno, hanno procurato ad
Odysseus un motivo di festa. 55,36. Come ti comporterai tu quando sarai portato a un seggio di
volentieri il passaggio a una grande scuola? Come ti comporterai quando sarai invitato a una
vincerai? Come ti comporterai quando sarai annunciato? Invece chi ha paura e si ritrae dal suo
proponimento, cadrà e onorerà il migliore perché quest'ultimo non è decaduto dal suo titolo ed egli
sarà grato agli dei oppure, se sarà polemico, riterrà che sia un buon consigliere Hesiodos che non
permette di confrontare il peggiore con il migliore. 55,37. Tuo padre vedrà benissimo queste cose e
altre simili a esse, e dopo avere lasciato la vita in molte buone situazioni, morirà, e anche se non
arriverà per primo, non gli mancheranno molte persone che gli riferiranno queste notizie. Infatti
quelli che scendono di volta in volta in quel luogo fanno nei confronti dei morti la funzione che i
vivi hanno verso degli altri vivi. 55,38. Dunque, o Anaxentios, se tu sentirai dire da me delle parole
che ti esorteranno a fare delle cose contrarie a quelle che ho detto adesso, devi ritenere che queste
parole siano nemiche tue e di tuo padre, e ricordando ciò che io ti ho detto, tu devi dimostrare il
rimproverargli, ma perché io per tutto il tempo cho ho vissuto ho ritenuto che fosse più giusto
sopportare tali cose volentieri invece che desiderando delle vendette; ma poiché io ho sentito che
alcuni hanno accusato il fatto che non fossero presenti tutti quelli che si sono opposti a costui, io
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credo che sia necessario dimostrare che questa cosa, il fatto che essi siano così pochi, è avvenuta in
modo giusto e che non è stata concessa a quelli che ingannano volentieri le persone nessuna ragione
che fosse contro la città. 56,2. Dunque alcuni di questi individui che sono stati incaricati di fare
degli elogi e che hanno questa capacità si sono opposti a Lukianos e hanno preso quel posto che era
per loro consueto e grazie a Lukianos sono diventati più importanti di quanto avrebbero dovuto, ed
essi sono stati onorati da alcuni onori che sono stati contrari al consiglio cittadino, cosicché sono
stati esortati a fare uno scambio dai beni che hanno avuto;ma non c'è stato niente che abbia convinto
coloro che provenivano dagli incarichi pubblici a fare queste cose. Infatti ci sono stati tutti i tipi di
offese, Lukianos non ne ha tralasciato nessuno, e ha fatto in modo che soltanto quattro giorni del
mese avessero questo appellativo, ha vietato di andare da lui di pomeriggio neanche per una sola
volta, e ha costretto i membri del senato a ricevere degli ordini che non sono in nessun modo
opportuni per gli appartenenti al grande senato. 56,3. Dunque Lukianos ha ordinato che il giorno
non avesse più quelle entrate presso il magistrato che aveva di solito, e che avvenivano un po' più
tardi, ma lui si è separato dalla maggior parte delle persone e si è chiuso dentro. E quando degli
uomini di tale genere e di tanta importanza hanno fatto delle richieste a favore di persone sventurate
Lukianos ha concesso loro soltanto il favore di una parola. E certamente io direi che se lui fosse
stato presente quegli uomini non avrebbero dubitato di essere derisi da lui. 56,4. Dunque Lukianos
voleva togliere l'onore in modo illegale a quelli che avevano avuto il suo stesso seggio di
magistrato, poi, non potendo espellerli, si è sollevato sui cuscini, cosicché i senatori stavano sul
pavimento di legno, e lui era seduto, stava sopra di loro e aveva la sua spalla più in alto della testa
dei senatori. Il collocare davanti alle porte i senatori che erano venuti per vederlo, il fare
appositamente questo ozio davanti a una piazza piena, come potrebbe non esssere il comportamento
di uno che è eccessivo nell'offesa che avviene con queste azioni? 56,5. Dunque invece di dare un
disonore e un'offesa Lukianos avrebbe dovuto correre dai senatori che hanno patito questi
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queste non sono le azioni di quelli che odiano e che sono odiati, ma di quelli che sono in condizioni
opposte. Infatti il difendersi è proprio delle persone intelligenti, e di quelle persone che vedono gli
dei che si difendono, e anche la natura consiglia questo comportamento. 56,6. Dunque io non andrei
a fare quelle accuse, cioè che qualcuno non ha sentito, un altro ha sentito tardi, qualcun altro è stato
malato, un altro ancora aveva un impegno più importante. Io, pur senza accusare nessuna di queste
cose, definirò coloro che si sono opposti “di ferro”, e dico che cosa verosimilmente hanno provato
quelli che non si sono opposti. Infatti che cosa avrebbe potuto incitare questi uomini? Il fatto che
erano diventati schiavi invece che liberi? Il fatto che essi erano legati alle porte anche senza nessuna
catena? Il fatto che alcuni di loro avevano vissuto nella paura delle percosse, e altri le avevano
ricevute? Il fatto che essi erano stati portati innumerevoli volte nudi con pochi vestiti sotto le parole
aspre dei loro torturatori? Il fatto che essi si sono stesi per terra chinandosi per chiedere la salvezza
come una forma di compassione? Il fatto che essi vagano nella città davanti a un carro con i piedi
stanchi? 56,7. Ma il loro sonno su superfici durissime? Ma il fatto che la loro cena avvenga ogni
sera in modo pubblico? Ma la pioggia della condanna? Ma il fatto che i padroni siano pianti dai
loro servitori, che vedono che i loro padroni non hanno niente neppure per se stessi? Dunque da
quale cosa essi avrebbero dovuto essere incitati? Dal fatto che per Lukianos il dolore del consiglio
cittadino è una gioia, e la gioia del consiglio cittadino lo addolora, e la gioia di Lukianos consiste
nel dare dolore ai consiglieri cittadini, nell'impedire che ci sia gioia in loro e nel cacciare la gioia
quando essa è presente in loro? 56,8. Ma il fatto che Lukianos abbia fatto diventare tutti come dei
Tantali sotto la pietra? Infatti la paura deve essere definita da me come una pietra. Se i consiglieri
cittadini si fossero opposti a Lukianos con le clave e se lo avessero ucciso picchiandolo, non ci
<sarebbe> stato nessun biasimo né per la loro collera, né per le loro percosse, io credo, se anche essi
avessero ritenuto che Lukianos fosse come il maledetto Pentheus e se avessero disperso le sue
membra. 56,9. Poiché anche questa cosa, cioè il fatto che ci fossero alcuni che si opponevano a lui,
è stata opera della sua abilità. Infatti gli araldi spingono i cittadini a uscire, dicono il nome della
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carica pubblica. fanno degli inganni e diffondono una paura che non c'è ancora, cioè che Lukianos
se volesse potrebbe anche ferire qualcuno, questa azione è propria dell'avvocato che complotta, e la
vicenda potrebbe andare in questo modo se una persona escogita ogni espediente a favore di
Lukianos. 56,10. Ma il suo vestito ha rivelato altre informazioni, e io non potrei parlare degli eventi
che sono avvenuti davanti al carro, perché io sono stato portato via dagli araldi, ma potrei dire che
ho provato gratitudine più che se io avessi visto una visione piacevolissima, cioè Lukianos è
diventato debole,ha cercato l'incarico pubblico e non lo ha ottenuto, ha pensato cose che non doveva
pensare, a fare un'entrata furtiva nella notte, perché non era possibile per lui comprare da nessuna
parte l'anello di Ghyghes, oppure correre a prendere a noleggio la stregoneria grazie ai trucchi della
notte. 56,11. Questa era la cosa opportuna da fare, ma Lukianos, come se avesse vinto i giochi
olimpici, non solo si è spinto a guardare a testa scoperta e verso ogni parte, ma lui è stato sia
quale grazie alle conoscenze oratorie era potente nei processi e durante il suo incarico ha salvato le
città, onorandole, Lukianos ha disonorato l'uomo di Larisa con le leggi su questi argomenti, e questo
comportamento ha sollecitato ancora le paure del consiglio cittadino, e Lukianos ha parlato della
sua <canizie> e della giovane età di quei consiglieri cittadini, e ha detto che per questa giovane età
lui avrebbe comandato su di loro, e loro sarebbero stati sottomessi a lui. E secondo te quale profeta
Bakis,quale Anfilytos sapeva che tu saresti invecchiato e avresti comandato anche su di loro? 56,12.
Per quale motivo, se anche queste cose saranno così, tu non mantieni la tua opinione, ma tu già gridi
che trasformerai il potere legittimo in un'usurpazione, aggiungendo questa seconda usurpazione alla
prima? Infatti in quella prima usurpazione tu hai trattato male quelli che non si sono rannicchiati per
paura davanti alla tua usurpazione, e tu dici che li tratterai male anche adesso. Questa azione non è
al consiglio cittadino, dopo che hai ricevuto il tuo incarico? Infatti ammettiamo pure che il consiglio
cittadino abbia patito trattamenti peggiori degli schiavi e di quelli che parlano al consiglio cittadino
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a favore di una fuga nelle montagne, nelle grotte, nelle vette, e occupano questi luoghi in seguito
alle vicende riguardanti le statue degli imperatori, ed essi sono sorpresi dalla tempesta mentre sono
nei porti, mentre altri dicono che hanno dei luoghi che sono forti e delle tavole che sono degne di
onore per quelli che hanno potere, e cercano di ottenere con l'inganno che ci sia un'esenzione, ma
che non ci sia colui che la riceverà, essi hanno sentito queste cose, ed era possibile per loro vederle
anche prima di quando ne sentissero parlare, essi non hanno convinto se stessi e non sono stati
convinti da altri su nessuna di queste due cose, né a fuggire, né a prendere quelle statue degli
imperatori che sono state portate nei teatri, e a rifugiarsi in quei luoghi, e a liberarsi di quei mali
terribili, ma essi hanno preferito subire quelle cose che io ho detto invece che ottenere una tale
liberazione? 56,14. Dunque essi non hanno neanche informato mediante un'ambasceria il prefetto
che non era ignaro di queste cose, ma sono andati da lui che sapeva queste cose, e hanno sentito
quelle cose che hanno patito insieme a noi invece di chiedere di dirle. Giustamente hanno fatto così.
Infatti le ali della fama sono molto più veloci delle ruote che trasportano quegli individui. Essi non
hanno fatto una guerra contro di te per mezzo di lettere anonime, e queste lettere ottengono
innumerevoli vittorie, ed eliminano l'orgoglio dei potenti. Non è possibile che coloro che sono
tormentati non si lamentino. Ma se questa cosa per te è meritevole di una punizione, anche coloro
che sono oppressi dalla tirannide meritano una punizione da parte dei tiranni. E gli oppressi non
devono subire una punizione da parte dei tiranni, e neppure i consiglieri cittadini devono patire
nessuna punizione da parte tua, ma coloro che sono responsabili di un grido patiscono dolori degni
di questo grido. 56,15. Ma,per Zeus,le cose che avvengono dietro alla porta, sono forse più giuste di
quelle che avvengono davanti ad essa? Io non potrei dire che Lukianos non abbia avuto in
abbondanza coloro che lo hanno elogiato, ma chi erano questi individui? Erano uomini che avevano
come campo le parti basse dei danzatori, e anzi entrambe le parti, sia quelle alte, sia quelle basse. E
io dico tutto ciò che è avvenuto, anche se tutti mi impediranno di dirlo. 56,16. Lukianos prima di
venire qui ha distribuito del denaro, e con altri favori che sono stati ottenuti prima per mezzo dei
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danzatori lui ha spinto quegli individui a dire quelle parole, e io mi stupirei se queste parole non
provocassero un danno comune della città. Infatti i rivoltosi hanno cominciato dalle statue degli dei,
e dopo averle frustate,con le loro parole hanno commesso empietà contro l'eccellente Arkadios che
è stato esaltato dal suo impero sui Romani, essi non si sono tenuti lontani dalla coppia degli
imperatori, il padre e maestro, e il figlio e allievo, hanno mandato dei lupi contro i Lici, gli abitanti
della Licia. Dunque i rivoltosi hanno fatto cessare le attività,e hanno impedito a Lukianos che aveva
ricevuto il suo incarico di avvicinarsi alla città. 56,17. E Lukianos ha dato onore a questa follia, e i
rivoltosi hanno avuto onore. E dopo che queste cose sono state preparate da lui, quel nemico degli
dei, vantandosi per i suoi mantelli, è andato a lavarsi, si è gettato in mezzo ai rivoltosi di sera e ha
dovuto andare via dal bagno pubblico, è tornato a casa sua, e ha camminato essendo accompagnato
dalla sua insolenza così grande. E i rivoltosi hanno agito in modo insolente, ma Lukianos si
pavoneggiava, come se pensasse che per le azioni di quei rivoltosi lui sarebbe diventato migliore
invece che peggiore,o che loro sarebbero diventati migliori invece che peggiori. E affinché le azioni
offensive passassero attraverso ogni eccesso e affinché nessuna offesa fosse tralasciata e nessuna
offesa fosse taciuta, Lukianos ha reso maggiore la libertà di parola grazie all'oscurità, togliendo la
fiaccola. I rivoltosi senza il fuoco, né la luna che rivelasse la loro presenza, hanno fatto festa. 56,18.
Tuttavia alcuni sono stati arrestati anche così, per la loro voce, per le loro risa, e perché si
chiamavano a vicenda. E, se gli dei vogliono, essi saranno subito puniti. Lukianos ha evitato la
punizione in modo vergognoso e ha percorso delle strade indecenti, come si può sentire dire, è
andato nella nostra città ed è stato coinvolto in altre accuse. Infatti in tali misfatti, anche se la
maggiore parte dei cittadini si è comportata bene, Lukianos è stato accusato insieme a quelli che
sono stati folli, e anche se è stato calunniato, non è possibile che lui sia privo di un biasimo. 56,19.
Lukianos si gloria delle lodi di queste persone. E si potrebbe ricorrere giustamente a queste prove
del fatto che lui è arrivato alla forma più grave di malvagità. Dunque se qualcuno avesse detto
all'imperatore anche soltanto questa cosa, che per gli Antiocheni era una sventura il fatto che
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Lukianos fosse privato di quell'incarico,e che essi sarebbero stati onorati in un modo grandissimo se
avessero visto di nuovo quell'uomo nella stessa carica, anche in questo modo l'imperatore avrebbe
ritenuto che lui dovesse essere punito. 56,20. E tuttavia alcuni hanno ritenuto che anche quelli che
non si erano comportati così male avessero commesso i misfatti di questi colpevoli,e si lamentavano
dicendo che era finita una fonte di beni per la città. Invece Lukianos era una causa di sventure.
Queste sventure sono: disonori, percosse, debolezza delle leggi <e> della giustizia, gli avvocati
pubblici avevano paura, chi faceva dei servizi pubblici è stato nudo ed è stato disprezzato,
l'esenzione è stata impedita dalla paura, c'è stato orgoglio per delle cose per niente giuste, c'è stata
un'umiliazione delle cose molto importanti, il mimo è diventato importante, l'insegnante non ha
avuto nessun valore, ci sono state molte falsità, e molti spergiuri nella maggior parte di queste
falsità. 56,21. Queste azioni e quelle che non è facile dire hanno posto fine a un bene molto
benefattore Tatianos che, quando ha ascoltato queste cose, si è commosso, sono stati entrambi
benefattori per le lettere che hanno mandato di nuovo all'imperatore riguardo a questi argomenti e
che hanno voluto queste cose e che hanno detto queste parole, ma noi sbagliamo se ci rallegriamo
perché alcune ricchezze che sono state date in modo malvagio ritornano in un modo giusto, se le
abitudini più forti e più belle tornano dal luogo in cui erano state respinte, se ritornano delle statue
che sono ritenute uguali alle precedenti, se un assessor ha aiutato i soldati, alcuni dei quali hanno
lodato queste azioni, e altri le hanno proposte? Infatti se un imperatore avesse deciso di uccidere
Lukianos e di privarlo della sepoltura, noi non avremmo dovuto rallegrarci anche di questo, e
ricompensare l'azione con dei canti? Che cosa potrebbe essere più piacevole del fatto che un uomo
che è molto malvagio ed è una vipera, sia ucciso, sia bruciato, e sia eliminato? 56,22. Dunque sia
Helios, sia Themis potrebbero vedere queste cose e potrebbero vederle gli dei, i templi dei quali
sono stati collocati sui nostri monti da coloro che si sono trasferiti qui venendo dalla Grecia; ma per
quegli Antiocheni che sono sani di mente e che rivolgono delle accuse ai fatti che sono accaduti,
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tutto questo non deve essere sufficiente, e i membri dei consigli cittadini non devono soltanto
giurare di essere addolorati per le azioni malvagie che sono state fatte, ma devono dimostrare questo
con un'azione. Questa cosa consiste nell'eliminare in tutti i modi possibili coloro che hanno delle
lingue impudenti <e> nel consegnare costoro alle leggi, distinguere quegli stranieri che sono
migliori da quelli meriterebbero di essere sepolti e da quelli che restano nella città per divertirsi,
liberare la città da questi ultimi, cacciandoli, respingendoli, bandendoli. 56,23. Il giudizio è: alcuni
hanno una casa, una moglie, dei figli, e una professione, ed è giusto che costoro partecipino alla
città perché in questi loro comportamenti viene dimostrata la loro buona disposizione, e invece a
quelli che cercano i servizi dei danzatori, e non tutti questi beni, bisogna ordinare che essi cerchino
un'altra città portando i danzatori sulle loro spalle. 56,24. Non è vergognoso per noi chiedere
all'imperatore questo favore con il quale noi dimostreremo a lui che noi siamo migliori con il nostro
decreto, quando l'imperatore vedrà i comportamenti della città. Infatti nessuno deve credere che lui
metterà fine a queste cose con la spada e con delle condanne a morte, infatti le azioni che sono fatte
adesso non sarebbero motivo di condanne a morte, se pure un effetto così grande ci fosse nelle
condanne a morte. 56,25. Ma adesso nello stesso tempo gli Antiocheni parlano tra loro di quelli che
sono andati in teatro in questo modo e le prime cose sono state nascoste dalle seconde cose perché i
danzatori tolgono a quegli uomini la capacità di pensare, i danzatori hanno qualcosa di più di quelli
che detengono i poteri più importanti, e molti individui sono pronti a morire per questi danzatori.
56,26. Dunque io elogio la vostra collera di adesso, e il fatto che voi non sopporterete che si dica
che voi non otterrete una punizione; e io ho questa opinione riguardo a ciò che accadrà in futuro, io
credo che non sarò inferiore agli indovini. Infatti questi indovini sono i malvagi che si lavano e
fanno cena gridando: “o Terra, o Helios”, si procurano un lungo sonno con le loro bevute, e si
svegliano a fatica, e nessuno degli indovini dirà a se stesso o a un altro qualcosa riguardo a questi
argomenti, ma anche dopo che sono accaduti molti eventi, loro non dicono niente e nessun indovino
parla male di un altro indovino né sente parlare male di sé, ma dopo che è arrivata la fiamma o la
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nuvola o sono arrivate le onde, nelle bocche degli indovini si trova spesso la frase di Demosthenes:
“Per Zeus, era necessario sia il fare queste cose, sia il non farle”. 56,27. La causa di ciò è il fatto che
gli indovini si odiano a vicenda, e ognuno di essi invidia quei beni che appartengono agli altri, e se
qualcuno dice una opinione che è utile alla comunità, loro preferirebbero essere privati di un
vantaggio piuttosto che avere un vantaggio grazie alla saggezza di un altro. 56,28. E questo
atteggiamento ha distrutto anche il consiglio cittadino. E hanno reso il consiglio cittadino piccolo da
grande che era: il non pensare le stesse cose, il non andare d'accordo, il non desiderare le stesse
cose, il non stare insieme, l'essere divisi, l'essere feriti, il fatto che una opinione diventi molte
opinioni, il fatto che le parole di un consigliere cittadino che parla nei tribunali siano rimproverate
in silenzio da quelli che non parlano attraverso i loro volti,e il fatto che il magistrato arrogante abbia
un grande numero di persone che lo elogiano. 56,29. In passato le cose non andavano così, ma i
consiglieri cittadini andavano a compiere le loro azioni in modo concorde,e ciò che sembrava essere
utile era valido per le decisioni di tutti quanti, e quel governante che oltraggiava un consigliere
cittadino, dava l'impressione di fare questa azione nei confronti di tutta la città, e la posizione
comune aveva un'importanza maggiore delle accuse che i consiglieri cittadini si facevano in modo
reciproco, quelli che dicevano che avrebbero fatto una certa cosa la facevano, e quelli che dicevano
che non l'avrebbero fatta non la facevano. 56,30. Adesso invece cosa succede? Ieri io e quattro di
quei consiglieri cittadini siamo stati seduti insieme per qualche tempo a mezzogiorno, abbiamo
preso la strada all'aperto, e abbiamo fatto dei discorsi contro le azioni empie che sono state
compiute, e noi abbiamo detto che avremmo fatto delle cose terribili, se avessimo permesso queste
azioni. E a noi è sembrato opportuno convocare il consiglio cittadino nella sala consiliare, e scrivere
dei decreti grazie ai quali questo consiglio cittadino potesse essere il più lontano possibile dalle
accuse. 56,31. Queste cose sono state dette, queste cose non sono state fatte. Infatti nel giorno
successivo io sono andato al consiglio cittadino per trovare se stava deliberando la decisione, e due
consiglieri si sono opposti, non sono stati malvagi nei loro accordi, ma erano due consiglieri oscuri
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e che esortavano, io credo, anche gli altri a rendere oscuri se stessi. Un segno di ciò; infatti essi si
sono manifestati la sera, e hanno accusato gli altri consiglieri cittadini senza dirne il motivo. Poi
ancora i consiglieri cittadini si meravigliano se, non facendo nessuna di quelle azioni che sono
opportune per quelli che vincono, loro vengono sconfitti facilmente, e vincono quelli che sono
numerosi. 56,32. Dunque il consiglio cittadino non ha voluto portare un aiuto a se stesso anche se
ciò era possibile, e colui che è venuto per prendere il potere su di noi antiocheni riterrà che la
punizione di coloro che hanno fatto delle offese sia un prologo delle cose che avverranno qui, essi
prenderanno le ginocchia di coloro che adesso sono disprezzati. Non è giusto difendere costoro, ma
che ci sostiene, noi non abbiamo bisogno di nessun giuramento, ma abbiamo bisogno che voi
difendiate ciò che è giusto. Infatti voi avete trascorso tutto il tempo della vostra vita nel rispettare
quelle cose che sono giuste e nel difenderle, e il vostro comportamento potrebbe valere al posto dei
giuramenti, cosicché a voi sembrerà giusto attendervi che io non faccia nessuna azione ingiusta,
anche se la condizione della Sorte non è stata uguale per me e per i miei avversari nel processo.
57,2. Dunque io ritengo che il bravo Antiochos, anche se non è possibile accusarlo per le cose che
sono avvenute perché lui è vissuto sotto il potere di Seueros, è stato capace di sopportare facilmente
un cattivo trattamento, è stato capace di restare in silenzio, e in questo modo lui dà qualcosa a quelli
che sono giusti, anche se non dà niente a nessuno degli altri; ma poiché Antiochos dice molte cose,
mi fa dei rimproveri e vorrebbe che io cambiassi la mia convinzione e che io avessi di nuovo quella
opinione che avevo in passato, io l'ho pregato affinché lui si faccia convincere da me, e affinché
quella amicizia che esiste adesso tra di noi non sia danneggiata da nessuna di queste cose; dunque
anche se Antiochos soffre perché non può prendermi e portarmi presso Seueros, io riterrò giusto
perdonare me stesso, se io imiterò lo zelo che lui ha in altre cose, in quelle vicende che riguardano
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me stesso. 57,3. O giudici, voi dovete sopportare che io parli un po' partendo fin dall'inizio della
vicenda. Infatti voi saprete che io non faccio niente di sbagliato in quelle azioni che faccio adesso. Il
compensi e ha creduto che l'allievo che non pagava niente sarebbe stato trattato allo stesso modo
degli studenti paganti. Nel secondo anno il padre di Antiochos ha fatto confusione vicino alle porte,
è entrato di corsa, ha preso suo figlio, lo ha trascinato verso le competizioni oratorie, verso il
tribunale e verso i processi. 57,4. Io vedendo queste cose ho detto: “questo ragazzo che è così
giovane? Lui che è agli inizi dell'arte? Come potrà Antiochos presentare il proprio volto davanti al
giudice? Come potrà lui affrontare le azioni audaci degli avvocati? Come potrà lui sopportare anche
l'atteggiamento del tribunale? Il padre di Antiochos, sentendo queste parole, ha detto che io non
avevo detto niente di importante, e che lui non mi avrebbe creduto. Io non ho potuto prevalere sul
padre di Antiochos, ho chiesto agli dei che non ci fosse nessuna conseguenza negativa a causa di
quella decisione sbagliata con cui lui ha portato via il giovane. 57,5. E non erano ancora passati tre
anni, c'era un discorso molto diffuso secondo il quale Seueros aveva una grande forza nelle sue
attività di avvocato, poi si è detto che questa sua forza è diventata ancora più grande, poi si è detto
che lui aveva sconfitto tutti quelli che avevano l'abitudine di vincere. E ci sono stati alcuni che
hanno detto che Seueros ha dato del denaro a un mago riguardo a questa vicenda, e hanno detto che
ciò che avviene adesso è opera della sapienza di quel mago, non della sapienza dell'avvocato, ed
essi testimoniavano che non c'era niente di bello nei discorsi di Seueros. 57,6. Dunque io ho sentito
parlare con gioia delle vittorie di Seueros, ma non ho sentito con gioia queste notizie degli eventi
che sono accaduti in un secondo momento e in un terzo momento, infatti Seueros ha vinto, queste
informazioni sono state divulgate, e di nuovo io mi sono rallegrato per alcune di esse, ma mi sono
indignato per altre,facendo in entrambe le cose l'azione che è propria di una persona che vuole bene.
57,7. Dunque dopo queste cose è arrivata una corrente abbondante di quelle buone notizie, ed essa è
stata molto strana e ha dato uno spazio maggiore a quel discorso riguardante il mago, mentre alcuni
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che parlavano del mago hanno deriso l'attività oratoria ritenendo che tutte queste cose fossero una
bravura del mago, io non ho ignorato Seueros, e io ho provato gioia e sono stato onorato dagli onori
fatto tutte quelle azioni grazie alle quali lui credeva che avrebbe dato l'impressione di essere giusto
nei miei confronti, e ha definito se stesso amante della mia vecchiaia. Seueros ha avuto questi
incarichi pubblici di adesso, mi ha onorato con due lettere, e ha detto che sono stato io il motivo che
lo ha fatto venire qui. E molte conoscenze di tal genere gli sono venute dalla Tracia, e alcune
conoscenze gli sono venute dalla città di Tarso, che è divisa a metà dal fiume Cidno che vi passa in
mezzo. 57,9. Seueros ha detto tutte queste cose, ha ritenuto di avere patito un torto perché non mi ha
visto e si è affrettato a vedermi. E quando noi ci siamo incontrati per la prima volta, è sceso da
cavallo e aveva vicino a lui colui che era stato messo a capo di molte città dell'Oriente, e lui ha
salutato me e ciascuno degli altri presenti con dei baci, e questo saluto ha causato un indugio non
breve. 57,10. Dunque Seueros ha provocato sconvolgimento e paura a queste persone sia con il suo
arrivo, sia con il suo indugio, e costoro conoscevano i secondi eventi, ma vedendo i terzi eventi
speravano di avere come unica sicurezza, come unico scampo e come unico rifugio il rispetto di
Seueros verso di me, tutti insieme sono venuti da me e da queste mie ginocchia, e alcuni di loro
erano d'accordo con me, ma per altri non era giusta questa cosa, cioè il fatto che io avessi portato il
mio aiuto a molte persone quando io non sono stato il primo a essere trattato bene. E quando io sono
andato da lui la sera, e Seueros mi aveva permesso di andare immediatamente, ho riferito queste
notizie, sia la speranza di quelle persone, sia la loro corsa verso di me, sia il fatto che lui avesse il
potere di rendermi un benefattore dei miei concittadini e di rendermi più onorato. 57,11. Dunque
Homeros dice: “rivolse le sue suppliche a tutti gli Achei, soprattutto all'Atride”, io quando ho fatto
delle richieste a favore di tutti e soprattutto a favore di Malchos, l'ho fatto soprattutto perché i
pericoli di Malchos erano maggiori, provenienti da calunnie più gravi. 57,12. Seueros è stato bravo
in questi discorsi e ha detto che avrebbe onorato con la sua gentilezza Zeus protettore degli
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offerenti, cosicché Alexandros che era seduto lì, ha lodato la sua prontezza in queste cose. Ma quali
sono stati gli eventi dopo questi? Seueros ha esortato quelli che erano detenuti a stare tranquilli, e a
dire a lui tutte le cose che erano vere riguardo a questi argomenti, e dopo altri discorsi ha esortato
Malchos dicendo che lui avrebbe avuto il denaro. Il magistrato ha mantenuto queste promesse nel
giorno successivo, ma nel giorno seguente ad esso ha cambiato questa sua decisione. 57,13. La
divinità sa in che modo Seueros governerà gli altri; ma nelle vicende di Malchos, per Malchos
sarebbe meglio morire tre volte ed essere un pasto di Polyphemos invece che patire quelle cose che
lui patirebbe, se la nostra politica restasse tale, e se non cambiasse in futuro. Infatti potrebbe
sopportare senza piangere delle sofferenze che neppure delle persone di umile condizione hanno
mai patito, lui che ha dato questi ordini, potrebbe sopportare queste sofferenze lui che dal potente ha
ricevuto cintura, seggio e possibilità di fare il giudice, lui che ha dato questi comandi ai soldati, e
l'imperatore spesso gli ha scritto degli ordini tramite lettera. 57,14.Infatti Seueros non è stato capace
di nascondere il suo odio, né di sopportare la grandezza di questo odio, e ha riversato tutto quanto
l'odio che aveva dentro il suo cuore ed era poco lontano dalla follia. Lui ha detto: “gli si tolga la
clamide”, ed essa è caduta a terra, ha detto: “gli si tolga la sua prima tunica”, e la tunica è caduta a
terra, ha detto: “gli si tolga il terzo vestito di lino”, e anche esso è caduto dopo le vesti precedenti.
57,15. Dunque anche queste cose sono terribili, e non c'era nessuno che non fosse sconvolto, molti
credevano che Seueros a questo punto si sarebbe fermato, Malchos è stato sospeso a mezz'aria e
sottoposto a quelle percosse che ci sarebbero state, sono stati visti a terra dei fasci di bastoni. E
poiché alcuni torturatori erano sfiniti dalle percosse che davano continuamente, e venivano mandati
via, c'era bisogno di altri torturatori freschi. E questo avveniva anche a un uomo instancabile che
subentrava a un altro dei picchiatori, che era stanco, il decimo è stato l'ultimo. Di questi picchiatori,
sei hanno usato la loro forza sulla schiena di Malchos, quattro hanno svuotato i fianchi di Malchos,
perché Seueros aveva dato questo ordine, che i torturatori che avevano i bastoni si occupassero dei
fianchi di Malchos, invece che della sua schiena. Ed è stato abbondante il sangue che è scorso, sono
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state molte le carni umane che sono state sparse e tagliate dalle ferite di quel corpo,Malchos durante
le torture ha gridato fino a un certo punto, ma da quel momento in poi è stato picchiato ed è rimasto
senza voce, e la capacità di gridare gli è stata tolta dalle sue sventure. 57,16.Quale altra punizione si
sarebbe potuta aggiungere a queste punizioni? Tu gli hai tolto la tavoletta grazie alla quale lui
esercitava il suo potere, tu hai fatto spogliare alcuni, e non hai fatto spogliare altri, ma a tutti hai
fatto togliere i mantelli. Non sarebbe possibile enumerare le loro ferite. Tu hai lasciato scorrere
verso medici e parenti i torrenti di sangue del corpo, qualora medici e parenti in qualche modo
volessero riunire le parti dei corpi che erano state disperse.Seueros è andato avanti nella tortura fino
a un'altra cosa che è molto più dolorosa per colui che la patisce e suscita una compassione maggiore
in coloro che la guardano. Seueros ha concesso agli spettatori di riferire attraverso la città quel bello
spettacolo,le profondità che erano in quel corpo, e non c'è stato nessuno che non gemesse e che non
si colpisse il volto e che non piangesse perché le leggi erano state violate. 57,17. I pantaloni hanno
patito qualche danno, e ogni parte dei pantaloni che era al di sopra delle cosce è stata distrutta dai
bastoni, e la funzione dei pantaloni è stata rovinata, ed essi non potevano più coprire niente. Quando
Malchos ha chiesto qualcosa di simile a una copertura, Seueros davanti agli occhi ha finto di dargli
qualcosa, non ha guardato quelli che lo guardavano,non è stato lui a dare un vestito, molti avrebbero
dato volentieri questo vestito, ma la paura di essere visti ha impedito loro di agire. 57,18. E questa
stessa paura ha privato Malchos della cura adeguata dei medici, perché alcuni medici non si sono
avvicinati, altri medici non hanno usato tutte le capacità che avevano, perché sapevano che Seueros
avrebbe sentito dire molto volentieri che Malchos era morto.E verosimilmente loro si erano convinti
di questa cosa,che lo stesso Seueros nel discorso che c'era stato riguardo alla morte di Malchos
aveva testimoniato di avere questo atteggiamento, cosicché era stato visto anche saltare. 57,19.
Dunque Seueros ha fatto tutte queste azioni che sono state così contrarie alle mie richieste
favorevoli a Malchos, e Seueros ha detto di essere stato vittima di un'ingiustizia perché io non ero
andato da lui, e ha mandato Antiochos per convincermi a fare ciò che io avevo fatto in precedenza.
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O Antiochos, se tu puoi eliminare quelle azioni che sono state fatte, e se tu puoi fare in modo che
esse non siano mai avvenute, andiamo, andiamo, anche se la notte dice delle cose diverse, ma se
nessuno, neppure tra gli dei, potesse fare questa cosa, per quale motivo tu tenti di convincere colui
che condivide il disonore di Malchos, a disonorare se stesso, e a dichiarare a tutti che lui è stato
stolto, e che è stato capace di onorare quelli che gli hanno fatto violenza? 57,20. Seueros dice : “Io
ho fatto arrestare Malchos perché aveva commesso un reato contro il denaro dell'imperatore”. Io so
che Malchos ha commesso un errore di tale genere, perché è stato ingannato da uomini malvagi, e
da speranze piacevoli, che sono capaci di conquistare un essere umano. Ma questo fatto è stato
dovuto a un inganno e noi sappiamo che un inganno ha preso anche il più grande degli dei. Ma
questo reato deve essere completamente di Malchos e della sua volontà. 57,21. Dunque che dire? Se
io avessi pensato questo, tu mi avresti sentito dire: “tu dovresti salvare per me quest'uomo, che non
ha commesso nessun errore, ed è stato un difensore assolutamente vigile della giustizia?”. Ma se ciò
fosse così, lo stesso Malchos si sarebbe salvato da solo e avrebbe avuto la propria salvezza in
<quelle> circostanze. Io ho detto che Malchos aveva dei beni altrui, e aveva dichiarato questa cosa,
e li avrebbe restituiti,ma lui non doveva patire nessun danno più grave per alcune sue azioni che non
sono state onorevoli. E quando io dicevo queste cose, a te sembrava che io dicessi delle cose giuste
e tu dicevi che non avresti agito in un modo diverso da questo e io mi fidavo di te, e io ho
annunciato sia a lui, sia agli altri miei amici degli eventi benevoli, per i quali io ho elogiato te e mi
sono congratulato con Malchos. Tu non potresti dire che queste cose non sono così. 57,22. Eppure
Seueros avrebbe dovuto fare quelle cose che lui aveva detto che non avrebbe fatto, e non avrebbe
dovuto dire quelle cose che lui avrebbe fatto. E infatti sarebbe stato facile rispondere: “carissimo, io
voglio queste cose, la malvagità di Malchos impedisce il favore, ed esige delle percosse e le altre
punizioni che sono prima delle percosse e quelle punizioni che sono dopo di esse”. Infatti non c'era
la paura che io mi arrabbiassi e potessi mettere in prigione il magistrato, né che io divenissi ostile.
Infatti non c'è nessuno così stolto al punto da accusare la volontà di un governante che non concede
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questa cosa, invece che la natura della cosa stessa. Ma io sapevo che per lui sarebbe stata una cosa
piacevole il sentire la verità e il sentire che lui stesso non era stato ingannato, e che nessun altro era
stato ingannato. 57,23. Adesso c'è una grande vergogna; alcune cose sono state annunciate, altre
sono state fatte, e sono stati attesi alcuni comportamenti giusti, ma si sono manifestati dei
comportamenti crudeli, e la mia funzione è parlare male di essi, quelli che vogliono hanno avuto un
motivo per dire questa cosa: che io sono stato autore delle mie parole, ma che tu non sei stato tale e
hai ritenuto di rendere più grande la disgrazia di Malchos con un'attesa finta mentre lui guardava a
degli eventi migliori. E io sono un uomo anziano e rischio di ricevere un appellativo che non potrei
avere neanche per sogno, ciòè quello di essere giovane. 57,24. Seueros dice: “tuttavia Malchos
aveva ottenuto da me che io fossi benevolo con lui durante la prima sera”. Che significa? Io non ho
chiesto un giorno solo e le tue promesse comprendevano tutto il tempo. Infatti un giorno molto
benevolo che cosa può avere di più di un giorno crudele successivo a quello, e il primo giorno
risparmierà Malchos, e il secondo giorno cancellerà il primo? E neppure un medico che uccide
qualcuno il giorno dopo averlo salvato potrebbe menzionare giustamente il suo compenso per ciò
che ha fatto nel giorno precedente più di quanto lui potrebbe ottenere un odio per la seconda cosa. E
un bandito che cerca un uomo, e prima lo ospita, poi lo uccide, lo ha forse ucciso in modo meno
grave perché lo ha ospitato alla sua tavola? Noi sappiamo che anche i Dioscuri quando sono
benevoli verso alcuni individui, li accompagnano anche fino ai porti e al carico della nave, non è
che li salvano da una tempesta e li espongono a un'altra tempesta. 57,25. Dunque il giorno seguente
ha spento la gioia del giorno precedente, ma gli eventi del secondo giorno necessitano dell'aiuto dei
medici. Poi le cose del primo giorno sono state un'ombra e sono state un nulla, ma le cose del
secondo giorno sono state davvero potenti e grandi. 57,26.Seueros mi definisce ingrato perché io ho
ricevuto un grande favore. Grazie a me Malchos non è stato torturato con una tortura ancora più
spaventosa, e non gli è stata tagliata la testa. E chi è il maestro di questa tua azione saggia, o è il
maestro anche di altre tue azioni sagge, è l'uomo di Libia, Iros, o Midas? Lui quando uccideva
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qualcuno con una spada, riteneva giusto che i parenti del morto lo ringraziassero perché non
avevano visto la sua morte avvenuta con il fuoco, e se invece il fuoco causava la morte di costui, lui
riteneva di nuovo di meritare un ringraziamento perché il defunto non era stato privato della
sepoltura. 57,27. E tu percorri la stessa strada quando non vedi quelli che ridono di te. Infatti quale
bambino o quale uomo è così stolto, che non possa comprendere facilmente questo discorso? E tu
non sarai tra coloro che hanno concesso un favore se ogni volta trascuri qualcosa? E infatti se tu
avessi fatto tagliare la testa a Malchos avresti detto ciò che ha detto quello di prima; e se tu avessi
fatto tagliare Malchos pezzo per pezzo, avresti parlato della sua sepoltura. E se tu avessi dato il
cadavere di costui ai cani e agli uccelli, tu potresti dire: “ma io non l'ho messo nei lebeti, e non l'ho
mangiato dopo averlo cotto”. 57,28. Ma, io credo, ritenere che queste azioni siano un favore suscita
una grande risata. Oppure se tu avessi fatto cavare gli occhi a Malchos tu avresti ritenuto di dare
l'impressione di avermi fatto un favore, perché non gli sarebbe stata tagliata la lingua, come se
qualcuno facesse una confisca dei beni di qualcun altro e definisse benevolenza la sua decisione che
costui non fosse anche reso schiavo? Dunque queste azioni non sono state un favore, al punto che
Seueros non ha osato dire nel momento delle richieste che lui mi avrebbe dato la possibilità di
decidere se quell'uomo dovesse patire il supplizio oppure no,ma Seueros non mi ha detto nient'altro.
Eppure se ci fosse stato un favore,quale danno ci sarebbe stato per quel favore se esso fosse apparso
prima che fosse concesso? 57,29. E Seueros dice: “Malchos mi ha esortato con parole troppo
arroganti. Se lui non avesse detto queste parole, lui non avrebbe patito queste sofferenze”. Dunque
come è possibile che negli eventi precedenti a quando queste parole sono state dette, tu affermavi
che erano reati degni della punizione più grande? Quindi non possono essere dette entrambe le cose.
Ma se il danno che riguarda la casa imperiale richiedeva una punizione tanto grande,perché Seueros
ha menzionato quelle parole che sono state dette nel tribunale? Ma se era necessario che queste
azioni fossero punite in tali modi, bisognava allora tacere le vicende che riguardavano i soldi.
Seueros dice che non sarebbe stato possibile esaminare quelle parole che, quando Malchos le aveva
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dette, avevano provocato la sua collera. 57,30. Noi valuteremo anche queste parole che, come lui
dice, lo hanno ferito. Malchos ammetteva che aveva dei debiti e che li avrebbe pagati, ma diceva
che non poteva pagarli subito, e che gli servivano due mesi. Dunque queste parole sono degne di
collera? Queste parole sono degne di ira? Queste parole sono degne di asprezza? Queste parole sono
degne di crudeltà? Non è forse per questo motivo che gli esseri umani hanno la capacità di fare delle
riscossioni, e di essere debitori, e questo fatto contiene un aiuto per alcuni debitori che chiedono un
rinvio, mentre i creditori possono rifiutarlo, e se lo concedono con questa scelta danno ai debitori la
possibilità di prendere fiato? Infatti io non potrei pagare questo debito oggi, ma potrei pagarlo in
futuro. Chi ha prestato del denaro si trattiene,qualcuno per due mesi,qualcuno per tre mesi,qualcuno
si trattiene per un tempo dieci volte maggiore di questo, qualche creditore si trattiene per un anno,
qualcuno si trattiene per un tempo più lungo, se poi il debitore paga quello che deve pagare, il
creditore quando recupera il debito elogia se stesso e il proprio indugio, perché questo indugio con
la sua presenza gli ha restituito il suo denaro. 57,31. Già in passato alcuni creditori hanno vincolato
il debitore con degli obblighi insopportabili, lo hanno mandato a impiccarsi, e non hanno ottenuto il
recupero del credito per il quale erano venuti. Questa vicenda sembrava svolgersi in un modo così
umano, al punto che la legge faceva in modo che in tali casi il giudice potesse decidere anche
riguardo al tempo. Infatti se il debitore non ottiene nessun trattamento equo da quelli che riscuotono
il suo debito, lui fa ricorso a quel giudice e trova la possibilità di non pagare per il momento, e colui
che fa la riscossione non tormenta e non rimprovera il debitore. 57,32. Tu quando hai sentito che
erano passati due mesi hai fatto un salto contro Malchos. Per quale motivo? Questi debiti avrebbero
forse rovinato la tua cintura di magistrato? Ti avrebbero forse tolto qualcosa del tempo del tuo
potere? Questi debiti ti avrebbero forse portato alla povertà? Ti avrebbero forse reso più debole di
come i tuoi nemici avrebbero voluto che tu fossi? Questi debiti avrebbero forse fatto cambiare la
reputazione che tu avevi presso l'imperatore facendola diventare il contrario di come era prima?
Questi debiti ti hanno impedito di ottenere un incarico? Se fosse così, sarebbe possibile dire una
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cosa molto strana, cioè che due mesi avrebbero raccolto quel denaro che avrebbe tenuto insieme
l'impero romano? Ma, io credo, quei mesi sono un pretesto, la tua decisione era di picchiare insieme
a Malchos anche coloro che si prendevano cura di Malchos. Seueros non ha smesso di abbaiare
contro queste persone, ma Malchos ha trovato dei soccorritori e non ha esitato a fuggire da Seueros
e a saltare da un luogo all'altro. 57.33. E ammettiamo pure che lui abbia detto qualche parola troppo
crudele riguardo ai due mesi.Certamente bastava mandare via Malchos senza che lui avesse ottenuto
niente, e anche se lui doveva essere punito, non era la situazione opportuna per le percosse, e per
delle percosse tali e tanto grandi, né per il fatto che il suo corpo fosse nudo, né per il fatto che il suo
corpo fosse torturato al punto che nessuna sua parte fosse priva di ferite. La giustizia non è stata
molto presente nei trattamenti che Malchos ha patito; ma se qualcuno lo chiedesse, io stesso potrei
accusare di essere stato offeso in questo modo. 57,34. Antiochos dice: “Ma io sono andato perché
Seueros mi ha mandato e questa mia azione è di uno che cancella l'accusa”. Questa azione è di uno
che dichiara la sua accusa, e nessuno mi potrebbe dimostrare che questa azione cancella questa
accusa. Infatti ciò che è stato fatto è inutile,e fino a quando Seueros non dimostra di non avere detto
quelle parole che lui ha detto, non è possibile che io non sia stato ingannato. 57,35. Ma se noi
concederemo a quelli che fanno tutte le ingiustizie che vogliono di avere come amici coloro che
hanno patito dei maltrattamenti ordinati con poche sillabe,saremo noi ad avere dato a loro un grande
vantaggio,se essi oltraggiano quelli che vogliono, e non possono essere odiati da quelli che hanno
patito queste offese perché essi stessi hanno condannato quelle azioni che hanno fatto. Io credo che
sarà facile anche per chi ha parlato male di qualcuno, per chi ha bastonato e per chi ha causato un
danno a qualcuno, e per quelli che osano compiere delle azioni più gravi di queste per la condizione
umile di coloro che hanno cambiato idea, arrivare ad avere come amici quelli che avrebbero un
motivo per accusarli. 57,36. E infatti io non so in che modo io sono stato portato a essere favorevole
a coloro che dichiarano di essersi comportati male. Infatti Seueros non dice in nessun modo questa
cosa a noi, e in nessun modo Antiochos ha detto che lui abbia sopportato questa parola, e nessuno di
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noi ha sentito dire questa cosa. Dunque per quale motivo si potrebbe perdonare Seueros che dice
che né io né lui abbiamo fatto niente di sbagliato, ma lui ha fatto delle azioni che potrebbe fare un
dio? 57,37. Si dice:“Ma anche se non con queste parole, bensì con le sue azioni Seueros ha
dichiarato che era addolorato e che rimpiangeva la tua compagnia. Tu invece ti sei riconciliato con
molti, dopo che tu li avevi accusati di essersi comportati male con te”. Certamente. Ma ci sono
alcuni con i quali non mi sono riconciliato, e non ci sarà nessun tempo che vedrà questo evento,
neppure quel tempo che si trascorre con gli dei degli inferi, ma un'anima fuggirà le altre anime e
non parlerà con le altre anime, alla maniera di Aias di Salamina, quando Odysseus nell'Ade ha
criticato la sua vittoria. 57,38. Infatti io so quando bisogna mettere fine a questo odio,ma so anche
quali sono i casi nei quali non bisogna mettere mai fine all'odio. E io potrei dire che c'è stata una
tregua tra me e quell'uomo. Che cosa potrebbe convincermi a fare ciò? Se nessun danno irreparabile
fosse stato fatto a coloro per i quali io ho fatto le mie preghiere sotto il potere di costui. Qualcuno
ha chiesto un certo numero di giorni affinché arrivasssero alcuni redditi provenienti dalle sue
proprietà agricole. Il detentore del potere non glielo ha concesso. Io me ne sono andato, essendo
indignato. Il tempo ha placato la mia collera. Infatti lui non è stato trattato male, ma è stato trattato
bene riguardo alle cose delle quali io ho parlato. Io ho ritenuto giusto cancellare la punizione di un
altro uomo, perché la legge consente questa cosa, ma il magistrato non ha voluto. E questo fatto ha
generato un'inimicizia, che è limitata a un certo ambito, ma non riguarda ogni cosa. In un secondo
momento io sono andato dove andavo in precedenza. Infatti non era successo niente di sconveniente
riguardo a un mio amico, e nessun mio amico era stato disonorato per quello che aveva pagato.
57,39. Queste cose che sono avvenute adesso, quelle che sono state fatte da Seueros, e quelle che
sono state fatte a lui richiedono l'anima di Aischylos e di Sophokles. Seueros vuole che la mia
ostilità sia senza fine. E i fatti che hanno spinto una città tanto grande a fare un lamento mi faranno
uscire dalle porte da solo per gridare: “tu non deporrai la tua inimicizia? Tu non spegnerai l'odio?
Tu non onorerai un serpente? Tu non sarai malvagio nei confronti di un supplice che è diventato
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schiavo dei suoi stessi schiavi a causa delle ingiustizie che ha patito? Lui non può rimproverare gli
schiavi, non può accusare la pigrizia dei suoi figli, non può biasimare il sonno di sua moglie, ma è
stato privato totalmente del suo orgoglio e della sua libertà di parola dai bastoni, e da ciò che si è
aggiunto a questi bastoni”. 57,40. Antiochos ha parlato anche della sua carica pubblica e del suo
potere e di quanto sia grande questo potere, e ha detto che l'inimicizia di un potente non è priva di
pericoli. Io sapevo questa cosa già da molto tempo,tutttavia non ho mai tradito la giustizia per paura
del potere, e non ho neppure adulato quegli uomini più di quanto io non mi sia schierato insieme a
quelli che hanno patito ingiustizie. E un lungo tempo mi riconosce questi meriti, molte città, molte
province, molte persone e molti luoghi mi riconoscono questi meriti, e la cosa che è più importante
di tutte, gli dei mi riconoscono questi meriti, e gli dei sono stati per me come delle armi, come delle
cinte di mura, come delle mura difensive. E io non potrei dire di non essere stato vittima di
complotti, ma posso dire che mi sono salvato grazie all'appoggio degli dei, come quell'uomo che
conquistò la città di Troia per la benevolenza di Athena che collaborò con lui in tutte le sue attività,e
concordò con lui le situazioni di casa sua. 57,41.Dunque io mi sono convinto che io otterrò degli
alleati che non saranno affatto più pigri di quegli alleati divini, ed essi non mi abbandoneranno al
abbandoneranno nella sua vecchiaia un uomo che hanno ritenuto degno della loro attenzione
quando lui era giovane. Già in passato qualcuno ha avuto fiducia nel soccorso degli dei, e con un
unico compagno ha voluto dare una simile conclusione alla guerra di Troia. 57,42. Se noi in questa
circostanza ascolteremo totalmente la paura, in quale tra tutte le cose noi non cederemo alla paura,
al punto che noi saremo sicuri che Seueros non chiede nessuna di quelle cose che non sono
onorevoli? Infatti. suvvia, se Seueros mi ordinasse di andare alla scuola, dopo che io mi sono lavato
e dopo che ho bevuto, io forse gli obbedirò? Che significa? Se mi ordinasse di odiare qualcuno dei
miei amici, io gli obbedirò?Che significa? Se mi ordinasse di avere nelle mani i dadi invece dei libri
io gli obbedirò? Eppure ciò avverrà se io sopporterò ciò che avviene ora, a causa del suo potere su
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di me, e ognuna di quelle cose. Infatti se la paura ci insegue, non è possibile evitare nessun pericolo.
57,43. E si dice: “Ma molti uomini saranno privati di un aiuto, se tu non darai loro il tuo aiuto
andando da Seueros”. E che cosa vi convince che se io facessi questa azione eliminerei la sventura
di qualcuno? Infatti gli eventi che sono acccaduti non dicono questo. Secondo Isokrates, ciò che non
si vede riceve il suo giudizio da ciò che si vede. Se alcune persone fossero state trattate bene da
Seueros grazie a me, si dovrebbe ritenere che anche in futuro accadrà qualcosa di simile. Ma se
nessuno ignora le vicende di Malchos, è sciocco ingannare se stessi ed essere adescati da cose che
non avverranno mai. 57,44. A parte queste cose, io non vedo una scarsità di alleati, per coloro che
ne avranno bisogno. Gli alleati invece di aspettare le suppliche cercheranno loro stessi di attirare
quelli che avranno bisogno di loro. E ci sono dappertutto nella città persone che non si vergognano
affatto di fare queste azioni in cambio di un compenso. Dunque nessuno deve temere questa cosa. Il
fatto che innumerevoli uomini abbiano avuto un incarico pubblico ha fatto in modo che siano
diventati numerosi coloro che possono fare una difesa. Quegli uomini sia faranno dei favori, sia
riceveranno in cambio dei favori, o carissimo Antiochos, ed essi si sono asserviti a Seueros con le
lodi delle sue cattive azioni, e queste lodi sono state dette nei simposi. Infatti come se fossero dei
commensali di Aiakos, e non di un avanzo di piazza, essi non esaminano la natura delle azioni fatte
da lui, usano come prova che la giustizia sia presente nelle sue azioni il fatto che quest'uomo sia
colui che le ha compiute. Dunque chi si trova tra quelle tazze che contengono tali fiori diventa
veloce nel concedere un favore. 57,45. Tu devi alzarti in piedi e devi comunicare queste cose. Tu
forse dirai “con quali piedi io ritornerò?”. “Con quelli che usò Aias, con quelli che usò Achilleus”. Il
non soffrire non era tipico di quegli uomini, ma tali cose sono state di colui che ha offeso, e io credo
che tali cose sembrerano giuste anche adesso. Ma io andrò da Seueros, lo vedrò,e sarò insieme a lui,
e dormirò vicino a lui, e gli dirò le cose che sono proprie degli amici sapendo quali parole
seguiranno tali azioni? Che cosa diranno gli uomini? Che cosa diranno le donne? Che cosa diranno i
bambini? Che cosa diranno i giovani? Che cosa diranno i vecchi? Diranno: “quest'uomo pietoso?
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Quest'uomo compassionevole? Questo uomo ostile ai suoi nemici? Quest'uomo amico di coloro che
sono benevoli? Noi pensiamo che queste cose piaceranno al sole? Pensiamo che esse piaceranno al
giorno? Pensiamo che piaceranno alla notte? Pensiamo che piaceranno agli dei che sono presenti in
ognuna di queste due cose? Pensiamo che piaceranno alla Giustizia che vede tutte le cose? Poi se
Libanios elogia il vivere in modo libero, non si vergogna di compiere delle azioni che anche gli
schiavi compiono malvolentieri? Infatti lui non è andato a combattere contro Seueros e a confutare
tutte quelle ingiustizie che lui ha compiuto, ma tutto questo suo comportamento è di uno che si
rannicchia per paura, è spaventato,ed è capace di adulare”. 57,46. Caro Antiochos, tu vuoi che siano
dette queste parole riguardo al tuo amico? Tu vuoi che arrivino contro di me questi dardi? E tu come
credi che si comporteranno nei miei confronti gli altri magistrati, che potranno guardare a tali
esempi? Tu non credi che diranno a se stessi tali parole: “quest'uomo sa di essere disonorato e di
non essere importante quanto lo è il magistrato, ma fischia come se fosse importante”. 57,47. E si
dice: “se tu comincerai a mostrarti, Seueros bacerà <la tua> testa”. Certamente sì. E altre
innumerevoli persone. E io so che sono molto pochi quelli che non hanno ricevuto questo bacio.
Seueros non è amico di nessuno, e non vorrebbe fare del bene a nessuno tra gli esseri umani, ma fa
degli inganni con le labbra, e vorrebbe che ognuno pensasse di essere preferito da lui rispetto agli
altri. Infatti poiché lui sa che non otterrà degli elogiatori con le sue azioni, ha trovato questo
espediente, affinché i suoi onori arrivino a una condizione di disonore. 57,48. Seueros dice: “Ma io
odio ciò che è malvagio e la mia natura doveva prevalere anche in questo caso e ho ascoltato dei
discorsi che volevano portare un aiuto a Malchos”. Mareas non dice queste cose, né le dice il suo
assessor,e loro farebbero tutto per il denaro, per loro tutto è in vendita. Ed è abbondante la pioggia
dei guadagni perché l'accusatore dà qualcosa, e l'imputato dà qualcosa, alcuni guadagni sono di
persone che non si conoscono tra loro,altri sono dovuti alla stessa speranza. E quelli che sono stati
sconfitti non possono recuperare ciò che hanno avuto prima con alcuni giuramenti, quando la
vicenda è andata avanti. Niente è gratis, né un voto, né un'entrata, né un nome, né una sillaba, né
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una lettera. 57,49. E queste cose sono vendute in un modo così evidente e senza paura di nessun
occhio e di nessun orecchio, cosicché si pensa che quelli che le vendono, avendo avuto fiducia nelle
divinazioni, non abbiano avuto nessun indugio. Essi raccolgono tutti i guadagni affinché non
sconteranno nessuna punizione, mentre tutti gli abitanti della Siria dicono ad alta voce che tutti
quelli che sono diventati ricchi grazie a questi seggi sono poveri in confronto a Seueros. Certamente
è verosimile che quelli che comprano i magistrati che hanno gli incarichi più importanti, e che da
loro dovrebbero essere condannati a morte, se avvenisse qualcuna di quelle cose che sono giuste,
hanno questi magistrati sotto il loro controllo. Dunque finché non c'era Seueros, l'altro mangiava
quelle cose che, da quando è arrivato Seueros, mangiano loro due. Oppure che cos'altro potrebbe
mettere fine a quei tuoni e a quei fulmini? Niente. 57,50. Ma questo Mareas ha un parente, che è più
potente di ogni Medea. Ed è stata opera sua, se essi,cancellando ciò che è vero, hanno fatto in modo
che Biktor fosse il mediatore, mentre molte persone vedevano questa cosa. Lui non aveva ancora
liberato colui che non era ancora detenuto, ma Seueros, che odia la malvagità, ha mandato di nuovo
Mareas per mietere le stesse cose, per raccogliere le stesse cose, e per attaccare con la cera le stesse
cose, lo ha mandato verso le stesse fonti e verso le stesse sorgenti, l'oro e il denaro. Mareas, avendo
riunito questi beni a poco a poco, li ha portati a una certa grandezza. Infatti Seueros che lo ha
mandato a un simile cibo, sapeva che il banchetto era per due, per colui che era stato inviato, e per
colui che lo aveva mandato. 57,51.E cosa c'è di strano se Seueros è stato sopraffatto da dei guadagni
così grandi? Lui che ha superato anche gli esattori in quegli onori che l'imperatore concede alle
cariche pubbliche grazie alle quali arrivano a lui i prodotti della terra,lui costringe a comprare anche
quelli che non ne hanno nessuna necessità, e inoltre fa un'ingiustizia usando misure non conformi
alla legge. In questo modo costui faceva le sue vendite, gli acquirenti compravano a un cattivo
prezzo, e la loro povertà era costretta a produrre la ricchezza di lui. E tuttavia se tu non definirai
costui come un Aristeides, commetterai un reato. 57,52. O che Sorte,la quale fa ciò che vuole, e non
guarda se ciò che essa vuole è giusto oppure no, ma ritiene che le dimostrazioni del potere possano
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non salvaguardare ciò che è opportuno! Questa sorte ha dato la Sicilia a Dionysios, il quale
conosceva gli asini che suo padre guidava, questa stessa Sorte ha dato questa stessa isola ad
Agathokles, e il fatto che il padre di costui fosse un vasaio non ha impedito questa cosa. E che cosa
potrei dire io di Hermeias, che era un eunuco e fu signore di Atarneo? Ma Poros, che era stato un
barbiere, non diede forse degli ordini agli abitanti dell'India? Che cosa potrei dire del carbonaio
Bardylis che gli Illirici onoravano? Dopo questi uomini potrebbe sembrare una piccola cosa il fatto
che Orthagoras ebbe potere sugli abitanti di Sicione essendo un cuoco. 57,53. Dunque anche adesso
noi vediamo che questa sorte è una divinità. E la forma di queste dimostrazioni non è cessata, ma
alcuni uomini che erano sconosciuti anche ai loro vicini e avrebbero potuto giustamente pascolare
delle capre, oppure pascolare delle greggi o pascolare dei bovini oppure essere tra i guardiani di
maiali,sono in posizioni elevate e sono portati lì da quelle ali che vengono date loro dalla Sorte. Ella
sente parlare male di se stessa in tutti luoghi perché non conserva questi posti soltanto per le
persone virtuose, ma, fino a quando esisterà la stirpe degli esseri umani, essa farà quelle azioni che
ha fatto molte volte. E se tu vedi un guardiano di maiali che segue i maiali, tu non devi disprezzarlo,
e devi pensare che forse anche costui potrebbe essere onorato dalla Sorte. 57,54. Dunque anche
questa cosa è terribile,e non è affatto sopportabile che alcuni individui provenienti dai mulini e dalle
veglie che si fanno nei mulini vengano portati ai poteri e alle glorie degli incarichi pubblici,e questa
cosa diventa molto più terribile e insopportabile, se quelli che vengono trasportati a tali condizioni
non vogliono sapere da quali condizioni provengono e da quali persone essi siano nati, e se non
consentono che la loro anima resti nelle sue situazioni precedenti, ma se essi respingono le loro
condizioni precedenti e se fanno in modo che tutta la loro anima sia occupata dalle condizioni
successive. 57,55. Secondo me anche Seueros è così. E lui, che avrebbe dovuto combattere con gli
osti sul fiume Tigri per il letame, ha avuto il potere di sconvolgere una grande parte della terra
abitata. Ma, o dei, e dee, voi dovete convincere la Sorte <a fare> quelle azioni che sono opportune
riguardo a Seueros e allontanandolo dal suo irragionevole sforzo, voi dovete illustrare la cornacchia
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della favola.
malattia si è impossessata nuovamente dei miei allievi, e questa malattia è molto peggiore di quella
della quale alcuni allievi si erano ammalati in precedenza. Io vorrei che voi foste simili a quegli
allievi precedenti anche nella guarigione, affinché anche adesso la stessa terapia potrà avere gli
stessi effetti. Questa terapia consiste nel discorso, in un'esortazione e nel convincersi del fatto che il
comportarsi bene è più onorevole del vivere nella prepotenza. Dunque io ho evitato di tentare di
rimproverarvi per mezzo di percosse e di frustate, e ho visto che questi mezzi spesso producono
l'effetto contrario, ma io ho ritenuto che l'utilità che deriva dal consigliare <fosse> più vantaggiosa e
avesse una maggiore capacità di correzione, e io sono arrivato a questa decisione. 58,2. Dunque
poiché la situazione mi dà una dimostrazione adeguata di quegli errori che non sono ancora stati
cercato un rimedio diverso. Infatti io credo che voi non vorrete dare l'impressione di essere peggiori
di quegli altri studenti che sono stati convinti da queste argomentazioni e mi hanno portato una
buona reputazione e la gioia che deriva da essa. 58,3. Dunque tra le vostre azioni questa era giusta,
il togliere qualcuno dei mali che sono stati portati dalla situazione attuale alla lingua dei Greci, essa
si è scontrata anche con la violenza dei venti per quanto è stato possibile resistere ad essi; ma adesso
voi con le azioni colpevoli che fate, aumentate le cose terribili, e rendete più grandi le difficoltà in
un modo simile a dei marinai che, quando il mare è agitato, e quando la nave è sconvolta dalle onde,
invece di salvare la nave, con tutta la loro capacità aumentano il pericolo e le situazioni spaventose
con le loro stesse azioni. E dunque è assurdo che voi evitiate di difendere il ruolo di questi studi di
eloquenza che faticano e vengono colpiti a causa di quelli che agiranno per introdurre una cosa che
danno per me, se voi attaccaste alcune altre persone, e io parlo di coloro che sono fuori dal recinto
sacro delle Muse. Infatti un giovane che dedica il suo tempo all'istruzione non deve trattare male
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neppure un lavoratore manuale. Lo studente deve mantenere la pace verso quei lavoratori manuali,e
non deve privare se stesso nemmeno delle lodi di quelli che si guadagnano da vivere in quel modo,
ma deve invitare anche tali lingue a dire le lodi di lui stesso e deve essere tanto lontano dal fare un
insulto a qualcuno di quei tali individui, al punto che se una parola cattiva proviene da qualcuno di
quegli individui e va contro di lui, il giovane studente deve sopportarla e mostrare anche in questo
atteggiamento quanto è grande la distanza tra un uomo di bassa condizione e un giovane che è stato
ritenuto degno del sacerdozio di Hermes. 58,5. La cosa migliore sarebbe questa, ma se tu non puoi
essere completamente eccellente, tu dovresti comportarti male solo con queste persone, parlando
tessitore, maltrattando un commerciante, rivolgendo minacce a dei venditori di olio. Infatti non c'è
niente di buono in queste azioni, e non c'è niente che sia degno di quei templi nei quali voi andate
ogni giorno, ma le azioni che derivano dalla malvagità devono stare fuori da questi templi, e non
devono osare varcare la soglia dei templi. E anche questa cosa deve essere ritenuta empia e non
sopportabile, se un giovane studente che aggredisce un altro giovane studente combatte talvolta a
mani nude, talvolta usando il materiale scrittorio come una pietra. E se ci fossero delle ferite fatte in
questo modo, tuttavia voi avreste una consolazione che deriverebbe dagli esempi, e voi avete visto
alcuni di questi esempi, e di altri avete sentito parlare. 58,6. Ma ciò che avviene adesso è nuovo e
non è mai apparso prima in un luogo di cultura. Voi avete fatto una spedizione militare contro i
vostri educatori, che avreste dovuto rispettare. E voi avete offeso alcuni di loro, ne avete minacciati
altri e voi avete umiliato quel gruppo di persone che aveva un animo elevato,e alcuni educatori sono
umiliati per le sofferenze che hanno patito,e altri sono umiliati perché si aspettano trattamenti uguali
a questi. 58,7. Queste cose non avvenivano agli educatori quando io andavo a scuola, ma questi
educatori erano onorati insieme agli insegnanti, e i giovani studenti imitavano i loro insegnanti, e
anche da parte di questi stessi insegnanti c'erano degli onori per gli educatori, e questi onori erano
giusti. Infatti sono grandi, sono davvero grandi quei servizi che sono dati dai precettori ai giovani,
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le loro costrizioni, delle quali l'apprendimento ha bisogno, e la loro dote di gran lunga più bella, la
morigeratezza. Infatti questi educatori sono guardiani dell'età fiorente, questi educatori sono custodi
dell'età fiorente, questi educatori sono un muro difensivo, cacciano quelli che amano i giovani in
modo sbagliato, li respingono, li tengono lontani, non permettono che si avvicinino, respingono i
loro attacchi, sono come cani che abbaiano contro i lupi. 58,8, <E queste cose> non potrebbero
essere fatte da un padre per il figlio, né potrebbero essere fatte da un insegnante per l'allievo. Infatti
il padre, dopo avere messo un educatore accanto a suo figlio, si occupa della città,si preoccupa delle
sue proprietà agricole, si preoccupa degli schiavi e delle schiave che sono in quelle proprietà
agricole, e spesso accade un evento per il quale lui passa tutto il giorno in piazza; ma l'educatore ha
questo unico lavoro, il giovane e ciò che è utile per il giovane. E quando arriva la notte, il padre può
giacere nel sonno e aggiungere anche una parte al giorno, se gli pare opportuno; l'educatore
sottopone se stesso e il giovane alla lucerna, e prima sveglia se stesso, e va dal giovane, e fa
qualcosa di più dei galli,sveglia il giovane con la mano.58,9.Pertanto anche le azioni dell'insegnante
sono inferiori a queste stesse azioni, perché l'insegnante conosce il fanciullo soltanto fino a
mezzogiorno, dopodiché l'insegnante non vede il fanciullo, non sta insieme a lui, e non fa nessuna
fatica per questo giovane. E gli insegnamenti dati da questo insegnante al ragazzo sono difesi
dall'educatore. Infatti grazie a questi metodi potrebbe avvenire la difesa, se gli educatori insistono,
gridano, mostrano un bastone, agitano una frusta, riportano alla mente ciò che è stato appreso con
le fatiche di questo studio, alcune delle quali sono dolorose, e altre non causano dolore a causa
dell'esercizio. 58,10. Certamente durante le malattie degli allievi, anche se queste attività sono al di
fuori dagli studi di retorica, gli educatori gareggiano con le madri e sono anche superiori ad alcune
di esse. Definirli infermieri è poco. Alcune madri, rinunciando ad assistere i figli, invano ottengono
una comodità, ma alcuni educatori siedono accanto ai bambini e anche se sono stanchi forniscono
loro ciò di cui hanno bisogno, dicono loro alcune parole per aiutarli,e anticipano alcuni loro bisogni.
E quando avviene la morte dei fanciulli i lamenti degli educatori non sono affatto inferiori a quelli
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dei genitori, e i loro lutti sono anche più lunghi, al punto che alcuni genitori sono in lutto solo nel
tempo indicato dalla legge, e alcuni educatori, pur non essendo vincolati da una legge, tuttavia sono
in lutto. 58,11. Io so che alcuni educatori hanno fatto diventare loro case le tombe dei fanciulli che
sono stati educati da loro e parlano con i fanciulli da vicino e le loro bocche sono state attaccate alla
pietra, e alcuni di loro sono andati via anche se tardi, altri sono morti in quel luogo. Ma se il padre
del fanciullo è morto, io so che l'educatore diventa a volte un tutore che si comporta in modo giusto,
e toglie al bambino la percezione della sua condizione di orfano. 58,12. Un docente di retorica
migliore di me potrebbe raccontare molte cose tralasciando se stesso in questo argomento.E bisogna
ritenere che gli educatori rispettano tutte le cose che sono giuste e anche di più, se qualcun altro fa
degli inganni, essi impediscono questa azione ingiusta, più di quanto siano loro a farla. 58.13. E io
mi stupisco che i legislatori che hanno avuto cura dei padri,punendo quei figli che li trascurano, non
hanno ritenuto questi educatori degni delle stesse regole. Tuttavia, come se ci fosssero molte leggi
riguardo agli educatori, così io sia quando ero presente, sia quando ero assente,per correggere il mio
difetto, non ho speso niente per comprare altri educatori, ma ho dato ai miei educatori tutti gli altri
onori. 58,14. Io vorrei che anche voi alunni foste così e che voi foste visti così. Ma adesso che cosa
fate voi? Al contrario, voi fate ciò che è sbagliato. Voi offendete gli educatori,li insultate, voi portate
nel luogo delle Muse quelle azioni che sono state scoperte nei divertimenti dei dissoluti, e voi, che
avreste dovuto ritenere malvagi quelli che facevano una simile azione fuori di qui, avete introdotto
nel recinto della sapienza le azioni di quelle persone e voi siete stati tra quelli che le hanno fatte.
58,15. Poi qualcuno mi chiederà: “dunque tutti quanti gli educatori sono buoni, e sono onorati in
modo giusto, e nessuno di loro è malvagio e degno di una punizione?”. Io non potrei dire questa
cosa neppure riguardo a quelli che si dedicano ad altre attività, non direi che tutti sono eccellenti e
che essi non fanno nessuno sbaglio, né grande, né piccolo,e anche tra quelli che hanno il potere, tra i
loro sudditi, tra i consigli cittadini, tra i popoli, tra i giudici, tra gli avvocati, sia nelle città, sia nelle
campagne,sia tra gli stessi pastori che parlano con le pecore, in ciascuno di questi gruppi si potrebbe
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trovare qualcosa che è stato fatto male, ma non è lecito per delle persone che si riuniscono e che
sono dieci,o di più, o di meno, mettere le mani addosso agli educatori e picchiarli, non è lecito
neppure vendicarsi su di loro con parole e con ingiurie. Ma o bisogna perseguire in modo conforme
alle leggi quelli che fanno dei reati oppure bisogna starsene tranquilli. 58,16. Per questo motivo
spesso un uomo amministra la giustizia anche se deve scontare molte punizioni e condanna a morte
quelli che hanno fatto questi reati per lui, nessuno lo aggredisce, cacciandolo dal suo seggio, e
nessuno lo abbatte e picchia la testa di quell'uomo con i suoi piedi, ma il suo avversario o lo
accuserà, gli farà un processo e lo vedrà scontare una punizione, oppure se non farà ciò, terrà
entrambe le mani su di sé, senza muoverle. Noi abbiamo visto tali cose l'altroieri in quei magistrati
che si lasciavano corrompere. È arrivato un accusatore. Sono stati chiamati i testimoni attraverso i
quali il denaro è passato ed è arrivato nella camera di quel magistrato. Il denaro è apparso. Quando
non c'era stata ancora una negazione da parte sua, il magistrato ha subìto la riscossione, e sono state
fatte le cose decise dalle leggi.58,17.Dunque anche voi avreste dovuto fare tali azioni,una denuncia,
un'accusa, una dimostrazione di colpevolezza. E nessuno potrebbe accusare quelli che fanno delle
accuse nei processi, ma qualcuno potrebbe accusare coloro che si sono comportati in modo ingiusto,
e in un modo così evidente che per loro non è neppure possibile restare nascosti. Adesso voi evitate
quelle azioni, ma se ritenete giusto tiranneggiare gli educatori, voi non potreste dire che non avete
fatto dei reati, ma avete offeso gli educatori in altri modi, e nella maniera che è più insolente, io non
so da dove da dove siano venute per la prima volta queste argomentazioni, e dove esse siano andate
a finire anche prima. 58,18. Chi è quell'uomo? Una coperta viene stesa a terra dalle mani degli
studenti che la tengono su ogni lato, e a volte essi sono di più, altre volte essi sono di meno, a
seconda di come si dispiega la misura della coperta. Dunque i ragazzi, dopo avere messo in mezzo
l'educatore lo espongono a patire gli insulti più vergognosi, per tutto il tempo che è possibile e
questo è molto, con una risata. E questa risata è dei ragazzi che circondano l'educatore, mentre la
confusione sconvolge quest'ultimo e i ragazzi gridano mentre con un movimento rapido mandano
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l'educatore verso l'alto e verso il basso. L'educatore a volte va sopra la coperta e si salva, altre volte
sbaglia,cade per terra e se ne va dopo avere subito dei danni agli arti,cosicché nell'offesa non manca
il pericolo. E la cosa più terribile è che in questa cosa c'è la risata degli studenti. 58,19. Dunque
sarebbe necessario che questo comportamento, che vince per la sua insolenza, fosse escluso da tutta
la terra dei Romani, se non è così, sarebbe necessario che esso non andasse nel luogo di Hermes, e
io governo questi luoghi, e bisognerebbe che questo disonore, che adesso esiste, cessasse. O dei, se
questo disonore non esistesse adesso, esso c'è stato in passato e contro quali persone? Non è stato
contro gli schiavi, dai quali vengono portati i libri, ma è stato contro quegli educatori che hanno un
titolo importante, e le fatiche degli insegnanti hanno bisogno di loro. 58,20. Poi un educatore che ha
patito questa cosa se ne va fuggendo,un altro che non è capace di fuggire resta contro la sua volontà,
vive nascosto in qualche luogo, e le sofferenze che lui ha patito gli tolgono la possibilità di parlare o
di guardare in faccia i suoi nemici o i suoi amici. Infatti questa situazione è così piena di vergogna,
che l'educatore che è stato visto cadere nella coperta non soltanto viene deriso, ma ciò che avviene
nella mente di quelli che ascoltano arriva anche nelle orecchie di quelli che scrivono. Voi avete
rivolto tali armi contro i pedagoghi,offendendoli, distruggendo anche quelle attività degli insegnanti
che sono fatte dai pedagoghi, sia se gli insegnanti ignorano i vostri misfatti, sia se essi, pur
conoscendo tali misfatti, li sottovalutano. 58,21. Si dice: “questo educatore è stato còlto nel suo
comportamento cattivo verso qualcuno degli insegnanti nell'altra lingua, e lui stesso ha detto di
essere stato cattivo verso quell'insegnante”. E questa cosa, il fatto che qualcuno dica di qualcun
altro che è cattivo, non è ancora una dimostrazione di colpa, ma certamente è necessario anche che
l'accusatore dimostri che quell'individuo ha fatto un'azione sbagliata nei suoi confronti. Pertanto
quell'uomo deve rispondere oppure voi risponderete riguardo a quella cosa. Quali dei suoi amici
quell'uomo ha reso suoi nemici? Lui ha forse detto a coloro che lo elogiano delle parole che sono
contrarie e che contrastano con le parole elogiative? Lui ha forse impedito che quell'insegnante
avesse degli allievi? Lui ha forse tenuto lontani da lui quegli allievi che aveva già? 58,22. Si dirà:
813
“Lui voleva fare questa cosa,ma gli è mancata la possibilità di farla”.Lui dice che è stato calunniato.
Infatti lui non voleva fare questa cosa.Tuttavia è sembrato che l'educatore per il suo affetto verso gli
studi della nostra lingua greca abbia costretto i giovani allievi ad ammirarli e a non dare
un'importanza maggiore ad altri studi invece che agli studi della lingua greca. Lui, che insegna gli
studi della lingua greca, voleva che essi avessero una forza maggiore degli altri studi, e spesso ha
spostato gli studenti da alcuni libri ad altri libri. Dunque lui ha chiesto che fosse ottenuto ciò che è
utile ai giovani studenti, se è utile che loro abbiano le prime conoscenze insieme alle seconde, però
non è utile che siano privati delle prime conoscenze a causa delle seconde. 58,23. Si dice: “anche
costui doveva essere punito”. Certamente quell'insegnante doveva infliggere la punizione consueta.
Ed essa era allontanare dalla cura dei giovani il padre che aveva sofferto e che non era stato capace
di sopportare tranquillamente questo evento. Ma lui non è andato a dare questa punizione che
qualcuno e qualcun altro forse avrebbero dato, ha invece ordinato a voi studenti delle azioni che non
erano conformi alla legge. E queste azioni intendevano dare gioia a qualcuno e dare la peggiore
reputazione a voi. 58,24. E da quel giorno fino a oggi il discorso della coperta occupa la città, e sia
colui che ha patito,sia coloro che hanno agito provano compassione,e voi provate compassione per
colui che ha patito più che per quelli che hanno avuto simili comportamenti. Dunque se voi foste
stati assennati avreste dovuto ritenere un nemico colui che vi ha chiesto tali cose. Infatti per quale
motivo lui ha chiesto a voi delle cose che non ha chiesto a se stesso? Infatti se non era assurda
l'azione che è stata fatta con la coperta, lui avrebbe dovuto ordinare ad alta voce a quelli che erano
attorno a lui di fare sedere l'educatore sulla coperta per fargli patire ciò che era stato preparato per
costui; ma se lui aveva riconosciuto che questa azione era sbagliata,come si può pensare che lui non
si sia comportato male, lui che ha attribuito a voi questi misfatti ai quali ha ritenuto che non fosse
opportuno dare l'impressione di collaborare? 58,25. Voi avete reso voi stessi collaboratori di
un'azione che quell'insegnante indugiava a fare, e non vi siete vergognati. Un pedagogo è stato
offeso e grazie alla cura degli dei non è morto, ma la paura è comune agli educatori, perché negli
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eventi che sono accaduti c'è una minaccia che il male arrivi a tutti loro. Dunque non meravigliatevi
se un educatore ha assaggiato la coperta, ma altri educatori si sono esortati a vicenda, si sono riuniti
e hanno gridato. Infatti la paura comune ha causato la loro riunione e loro hanno ritenuto che fosse
meglio non sopportare invece che gemere sopportando. 58,26. Dunque c'è stata la corsa presso il
magistrato dei pedagoghi che avevano deciso in questo modo, hanno ritenuto che bastassi io in una
questione che mi riguardava, e hanno chiamato come giudice me, non voi. Infatti, a quanto pare,
questa azione è stata indegna delle azioni che appartengono a voi. E io ho spento la fiamma con dei
discorsi, ma voi, dopo avere detto addio a Sophokles, al parlare e al persuadere, siete passati
all'azione, e siete andati via pieni di un orgoglio maggiore per la vicenda della coperta, e il giorno
dopo voi siete venuti a scuola, mentre avreste dovuto stare seduti al buio a biasimare ciò che avete
fatto,e avreste dovuto fare questa azione che è comune tra quelli che compiono dei misfatti,accusare
la Sorte invece che se stessi. 58,27. Voi direte: “un solo pedagogo ha patito questo maltrattamento,
ma verso gli altri sono stati mantenuti i comportamenti adeguati”. E anche verso questo pedagogo
prima che lui patisse questo maltrattamento. E tuttavia lui è stato oltraggiato. E non è che per l'avere
patito in passato lui abbia ottenuto il non patire adesso. Dunque ognuno di questi educatori che non
hanno sperimentato la coperta, pensa che loro non hanno la sicurezza che non la patiranno in futuro,
e colui che è andato via non dà garanzie per il futuro, ma se si verificherà una collera, presto ci
saranno molti eventi simili. Voi avete riversato la vostra offesa su un educatore, e vi siete tenuti
lontani dagli altri. Dunque in questo modo voi non avete offeso colui che è stato offeso? Forse che
colui che ha ucciso un uomo non è un assassino, perché non ha ucciso tutti gli uomini? Lui non
dovrebbe essere punito giustamente per colui che è morto a causa di quelli che sono ancora vivi?
58,28. Ma, io credo, noi diamo le punizioni per due motivi, per dare un aiuto a quelli che hanno
patito delle ingiustizie, e a quelli che non hanno ancora patito queste ingiustizie, per consolare i
primi, e per salvare i secondi. Dunque fino a quando gli educatori vedono che uno di loro è stato
offeso in tali modi, convivono con la paura di patire offese simili. Pertanto essi sono offesi dalla
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stessa paura e in qualche modo tra quelli che hanno patito queste cose ci sono quelli che le
patiranno in futuro. 58,29. Si dice: “Per Zeus, colui che ha esortato a fare ciò è stato l'insegnante”.
Tu non mi dici ancora chi sia il responsabile. Eppure anche agli schiavi che si comportano male per
un ordine del loro padrone non è sufficiente dire che è colpa del loro padrone, né è sufficiente che
dicano le sofferenze che avrebbero patito se si fossero rifiutati di obbedire, ma loro, scontando la
punizione della sofferenza, imparano che non devono obbedire a tutti gli ordini dael loro padrone e
imparano che i comportamenti dei loro padroni quando sono adirati non sono più difficili da
sopportare di quelle punizioni che vengono date dalle leggi. 58,30. Si dice: “è stato un insegnante a
ordinare questa cosa”. Non bisognava forse dire a questo mirabile insegnante che noi faremo alcune
delle cose che lui ordinerà, quelle che si devono fare, ma non faremo tutte le cose che dirà, e non
faremo quelle cose che sono illecite? Infatti noi non picchieremo i nostri genitori, anche se gli
insegnanti ce lo ordinano, noi non rovesceremo gli altari, e non uccideremo quelli che sono ostili a
quegli insegnanti. Potrebbe esserci in qualche luogo un insegnante che ammira la bellezza di un
allievo e lo esorta a compiacere le sue richieste. Dunque noi saremo compiacenti anche in questo?
Ma sarebbe una cosa terribile. Infatti l'insegnante contemporaneamente ha cercato delle cose che
non doveva cercare e ha perso la sua autorità sul giovane studente. Infatti l'autorità dell'insegnante
derivava dalla sua utilità, ma se l'insegnante danneggiasse lo studente, diventerebbe un suo nemico.
La legge è: dare un dolore al proprio nemico, non dargli una gioia. Dunque questo insegnante
giustamente non dovrebbe avere degli allievi che gli obbediscono, se dice delle parole simili con le
quali odia voi allievi per quanto avviene tra gli educatori e fa scappare la morigeratezza dai giovani.
58,31. Ogni luogo della città contiene questo discorso, che gli insegnanti vogliono privare i giovani
della sorveglianza degli educatori, per poterli raccogliere con arroganza, poi, dato che non potevano
ottenere questo risultato in modo diverso, hanno aggiunto le azioni della coperta, affinché gli
educatori sappiano che o devono lasciare perdere quegli allievi che sono belli, oppure, se li aiutano,
si troveranno nei guai a causa della coperta. 58,32. E come voi credete che si comporterebbero i
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vostri padri, se sentissero queste cose? Credete che i vostri padri sarebbero felici? E come credete
che essi starebbero dopo avere sentito questa bella cosa? Voi siete figli di padri sventurati. Ma essi
proveranno dolore e piangeranno per avere generato dei figli così? Poi se voi siete responsabili di
un tale dolore e di tali lacrime dei vostri genitori, non temete le collere degli dei? Oppure per voi
anche questa cosa ha poco valore? Voi vivrete con delle belle speranze. 58,33. E certamente quelli
che hanno smesso di frequentare la scuola hanno l'abitudine di raccontare nelle loro conversazioni
le azioni che loro facevano quando frequentavano la scuola. Dunque forse voi direte queste cose che
accadono adesso e ve ne vanterete? Non odierete voi stessi in questo modo,ma vi nasconderete, e se
qualcun altro dice questa cosa, vi adirerete. Non sarebbe meglio se voi non faceste queste azioni,
delle quali voi vi vergognerete, dopo che le farete? 58,34. E allora, è giusto che l'allievo non dia
delle gioie al suo insegnante? Certamente. Dunque non è inevitabile che noi siamo tristi per le cose
che avvengono? Questa cosa in un certo qual modo è chiara a ognuno. Anche se una maledizione
segue questo evento, il dolore ha lo stesso effetto e agisce in silenzio. Bisogna ritenere che le Erinni
si occupino anche di questi allievi così come dei loro genitori. 58,35. Dimmi, voi non avete degli
educatori che hanno fatto queste cose? Sì, li avete. Pertanto se voi disonorate questi educatori, voi
siete del gruppo degli empi; ma se voi li onorate, per quale motivo tormentate gli educatori degli
altri?Infatti quegli educatori hanno fatto per i loro allievi la stessa cosa che i vostri pedagoghi hanno
fatto per voi, e portano un vantaggio a me quanto me ne hanno portato i vostri pedagoghi. E la legge
sarebbe stata violata se i vostri educatori fossero stati picchiati da altri, ed è stata violata adesso,
quando quegli educatori che si sono dedicati ad altri studenti sono stati offesi da voi. 58,36. Questa
offesa e la paura di trattamenti uguali a questi possono rendere più piccolo un gruppo di allievi che
in precedenza era più grande. Infatti chi non sopporterà queste offese se ne meraviglierà, calunnierà
gli studi che si fanno qui, consiglierà ai genitori degli allievi di mandare altrove i loro figli, ma il
pedagogo verosimilmente dovrebbe essere ritenuto credibile anche se finge di amare gli studi che si
fanno qui, e pensa che la cosa più importante sia ciò che è utile al giovane studente. Così voi dovete
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cercare una punizione che sia dannosa per le vostre azioni, per questa punizione è giusto che voi
preghiate gli dei a mio favore. 58,37. Ma tu devi lasciare un compito che spetta a me, se pare giusto
così. Noi valuteremo di nuovo colui che è stato gettato sulla coperta. Certamente lui cercherà di non
fare più questa attività di pedagogo qui, e non la farà perché si vergogna di quelli che hanno visto
ciò che lui ha patito, e in qualunque luogo vada lui è addolorato per queste sofferenze, troverà il
discorso riguardante gli oltraggi che lui ha patito. E,la cosa più importante per un educatore, gli sarà
tolto il rispetto degli allievi che gli saranno portati. Infatti se lui attacca quegli allievi che sono pigri,
avrà degli studenti che si opporranno a lui e che gli citeranno la coperta;dunque chi gli darà il pane?
Infatti lui non potrà dedicarsi neppure all'attività della lana, perché non conosce questa attività. Gli
resta la possibilità di chiedere l'elemosina piangendo. È giusto che voi siate diventati responsabili di
qualunque cosa per tali persone? E voi non temete la collera degli dei i quali odiano queste azioni, e
voi non temete il loro potere? 58,38. E certamente alcuni non sono arrivati ad avere la forza della
retorica, ma giustamente vorrebbero avere un onore per i loro comportamenti e vorrebbero che
coloro che hanno questo potere non facessero a loro un danno grazie alla reputazione che deriva da
quel potere, e il danno proviene da questa malvagità. Voi però non dovreste dare una gioia a coloro
che sono ostili a voi e fanno questa azione per la loro malevolenza. Qualcuno mi ha detto che questi
individui si divertono nel ricordo della coperta, e attribuiscono la colpa a me e alla mia gentilezza.
Infatti dicono: “se lui fosse stato capace di punire in modo aspro, queste azioni sbagliate non
sarebbero state fatte”. Io sarei più contento di rendere disciplinati i miei allievi con le parole e non
con le fruste, e io sarei più contento di rendere disciplinati i miei allievi con il rispetto più che con le
percosse. Forse qualcuno di voi potrebbe dire che non è corretto il rimprovero che è stato fatto
contro tutti gli studenti, anche se non tutti sono stati presenti nell'episodio della coperta. Io ritengo
che gli allievi che sono stati insieme a quelli che hanno fatto l'azione malvagia e non l'hanno
impedita siano molto più numerosi di quelli che l'hanno fatta. Infatti chi avrebbe potuto impedire
l'azione e non ha voluto impedirla, ha partecipato ad essa. Voi avreste dovuto o impedire quel
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misfatto oppure essere degli accusatori privi di insolenza dei fatti che sono accaduti. Voi non avete
fatto né la prima cosa,né la seconda,dunque se voi volete dare l'impressione di non avere partecipato
all'episodio della coperta in nessun modo, non potete farlo. 58,40. Dunque bisogna ritenere che il
mio discorso sia di quelli che lo hanno reso necessario, più che di me che l'ho composto. Io prego
gli dei che le vostre anime siano state colpite dalle parole che io ho detto, e che le vostre anime
diventino migliori.
due persone citate sotto, e va avanti fino a un certo punto con degli elogi comuni, ma si divide sulle
azioni belliche e su alcuni altri motivi di lode, di nuovo si ricompatta e diventa comune quando
arriva alla conclusione, come se soprattutto lì il discorso desse l'impressione di essere uno e di non
essere doppio. Il suo stile quando non insegue la grandezza tende a essere oscuro, e poiché non
59,1. Io stavo per, almeno così credo, avviarmi in modo spontaneo, e senza che nessuno degli esseri
umani mi spingesse a farlo, verso questo mio discorso, essendo spinto alla lode dalla giustizia
dell'argomento. Infatti sarebbe la prima delle cose più assurde, se gli imperatori non temessero per
la sicurezza delle loro stesse persone, loro che hanno ottenuto la sicurezza per noi; e se io non
dedicassi agli imperatori quella parte del mio discorso che io faccio riguardo alla sicurezza, io sarei
così lontano da ciò che è opportuno, cosicché io non comporrei un discorso lungo, e sarebbe logico
che questa cosa fosse presente per prima. 59,2. In secondo luogo io ho pensato che i peggiori
agricoltori offrono le primizie dei loro frutti agli imperatori, e quelli che dedicano il proprio tempo
alla cultura lasciano che il loro contributo arrivi agli imperatori e ritengono di avere scelto i loro
prodotti migliori e lo stile di vita più solenne di quegli agricoltori. 59,3. A parte queste cose, quelli
che non danno le loro lodi alle azioni migliori, contemporaneamente agiscono in modo sbagliato
verso quelli che hanno compiuto le azioni migliori e accusano se stessi, perché privano quegli
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uomini di quelle lodi delle quali costoro usufruirebbero in modo opportuno, e dimostrano che la
propria indole naturale non è capace di ammirare quelle cose che sono eccellenti. 59,4. Per questi
motivi, e per altri motivi che sono più numerosi io mi sono rivolto a questo argomento, senza
aspettare che fosse dato un segnale da altri; ma quando è seguito il comando che è osservato ancora
adesso, sia la mia intenzione sia l'esortazione sono state convergenti, io non ho creduto che ci fosse
spazio per la mia decisione, ma ho ritenuto che la circostanza mi inducesse a tradurre il mio
impegno in pratica, oppure io sarei stato il più pigro tra gli uomini, se avessi trascurato un motivo
così meraviglioso, e se io avessi cercato di fare un discorso, non su questi argomenti, ma riguardo al
mio silenzio, quando tre motivi importantissimi prevalevano. Infatti non solo io difenderò tutto ciò
che gli imperatori fanno nel momento presente, ma forse anche io stesso riceverò una reputazione
migliore, e io darò a chi propone questo argomento la possibilità di cercare onore. Infatti come nelle
competizioni ginniche una parte della gloria che proviene dalle corone va anche agli allenatori, così
colui che è corresponsabile del discorso condividerà l'onore che proviene da esso. 59,5. Dunque
quelli che tentano di lodare la capacità di qualcuno hanno l'abitudine di rimproverare la loro
capacità, perché essa è molto inferiore agli argomenti dei quali essi parlano, e di ammirare la
grandezza eccessiva dei loro argomenti perché essa è molto superiore alle loro parole; io invece,
anche se questa cosa non fosse stata detta da nessuno di quelli che hanno parlato in precedenza,
certamente ritengo che potrei trovare l'utilità che è presente nel mio discorso. 59,6. Infatti se fosse
possibile dividere il premio e assegnarlo in parte a ciascun imperatore, e se fosse possibile pagare il
debito prima all'imperatore più anziano, e poco dopo passare all'altra parte, neppure in questo modo
io sarei adeguato all'alto valore di questo argomento, tuttavia forse io non me ne andrei dopo essere
stato sconfitto in un modo tanto grave;ma poiché colui che ha proposto il tema ha avuto un uguale
amore verso entrambi gli imperatori e non ha considerato la mia capacità, ma il fatto che entrambi
voi due foste inclusi in un unico momento e il fatto che non fosse opportuno separare
completamente in queste lodi voi che siete stati insieme per la vostra natura, per la vostra mente e
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per le vostre virtù, come potrebbe non essere inevitabile che io sia così tanto inferiore alla
sufficienza tanto quanto sarebbe se noi tentassimo di misurare in un giorno soltanto la terra e il
mare? 59,7. Nondimeno, se ciò avvenisse nei modi più grandi, noi avremo molta gratitudine per
quelli che vincono. Infatti, poiché i discorsi rivelano le azioni, le prodezze dei potenti sono dei
vantaggi per i loro sudditi, e quelli che non possono dire tutto ciò che hanno provato certamente
mostrano in modo evidente a tutti che essi usufruiscono di una buona sorte che è più grande di ogni
parola, cosicché, se posso dire una cosa incredibile, soltanto in questo caso per loro l'essere sconfitti
è più utile del vincere. 59,8.A me sembra che sia molto difficile rendere la mia lode uguale alle virtù
degli imperatori. Infatti tutti coloro che sono giudicati degni delle corti imperiali e partono insieme
a quelli che fanno spedizioni militari, non sono privi di esperienza di quelle cose che si fanno ogni
giorno nei periodi tranquilli, per questi uomini è difficile il cercare quale sia la parola che bisogna
dire riguardo alle cose che loro hanno conosciuto, ma per noi, anche se noi abbiamo la conoscenza
di molte cose,sappiamo che sono molte di più le cose che non conosciamo. 59,9.Un pericolo doppio
mi minaccia, non soltanto il fatto che io non sarò all'altezza del grande valore di quelle cose che
sappiamo, ma anche che io tacerò la maggiore parte di queste cose. Dunque non bisogna pretendere
che io dica tutte le cose in ordine, né che io dica la maggior parte di tutte le cose, ma bisogna che io,
dopo avere approvato le cose che sono state dette, sia d'accordo con quelle che passo in rassegna,
anche se io non raggiungerò tutte le cose che so. 59,10. Dunque da quale cosa è opportuno che io
cominci? È chiaro che è opportuno che io cominci da quella causa che ha fatto in modo che questi
imperatori fossero eccellenti. Bisogna dire che la frase di Platon: “sono stati eccellenti perché sono
stati generati da uomini eccellenti” è adatta a questi stessi imperatori più che a quelli per i quali essa
è stata detta. Infatti come per i frutti, se un bravo agricoltore depone dei semi selezionati, ottiene il
prodotto puro, limpido ed eccellente nelle successioni delle stagioni; ma se uno è pigro nella semina
di quei semi che raggiugono la terra quando lui li getta su di essa, la cattiva qualità del seme viene
mantenuta nei suoi frutti, così anche nella natura degli esseri umani l'eccellenza dei genitori
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solitamente si trasmette ai loro discendenti,se l'invidia non ha una forza maggiore della buona sorte.
59,11. Mi sembra che il tempo abbia dato delle prove chiarissime di questo. Infatti non si potrebbe
dimostrare che un germoglio di imperatori sia venuto da una stirpe migliore, né si potrebbe
dimostrare che il germoglio si sia accordato con la radice in un modo migliore. 59,12. Dunque una
persona che ha in modo completo il contributo della giustizia, rende solido il possesso della
giustizia, e accompagna con la migliore speranza tutte le cose; un impero vuole avere un potere che
sia tanto più giusto di quello degli altri, in quanto per la sua grandezza e per l'eccezionalità della sua
condizione esso attira l'invidia e vuole andare avanti avendo un fondamento che sia molto sicuro.
59,13. E poiché queste cose stanno così, è giusto ammirare di più la giustizia del potere che c'è
adesso invece che la sua grandezza. Infatti coloro che hanno il potere imperiale adesso non sono
entrati in un'eredità altrui, cacciando quelli che avevano il potere prima, e non hanno comprato la
loro posizione onorando la moltitudine, come una delle merci che sono in vendita sul mercato, ma
come coloro che ereditano i patrimoni dei loro padri e dei loro nonni in ogni cosa sono chiamati
dalla legge ad avere questa eredità, così anche a questi imperatori il potere imperiale spetta fin
dall'inizio perché essi sono alla terza generazione di imperatori. 59,14. Dunque se noi rivolgiamo il
discorso al loro progenitore, e se esaminiamo il comportamento con il quale lui è arrivato a questa
attività, non è difficile trovare qualcosa che porta alla sua elevatezza, ma è possibile ottenere in
modo maggiore il tempo per un grande numero di racconti; dunque, dopo avere detto una cosa di
colui che mostrò di essere unico tra gli imperatori del passato, io passerò al figlio di costui, al
genitore di questi due uomini. 59,15. Infatti tutti gli altri che avevano il potere al tempo di
quell'uomo ritenevano che fosse un danno per loro il fatto che i loro sudditi passassero il loro tempo
essendo ricchi, ed essi hanno trasferito le ricchezze di quei sudditi nei palazzi imperiali e hanno
ritenuto che fosse il massimo della loro felicità, se essi avessero riempito di talenti i loro magazzini,
ed è avvenuto che i sudditi, che sono stati privati di questi beni, sono vissuti tra le lacrime e nella
povertà, ma per quelli che hanno preso i beni è stato inutile che la loro ricchezza sia rimasta
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giacente; ma quell'uomo che è stato migliore in tutte le cose in un certo qual modo si è schierato con
Demosthenes, ha preso da Demosthenes la sua legge, e ha ritenuto che le case di coloro che si erano
impadroniti di queste ricchezze fossero dei magazzini sicuri, infatti le ricchezze non avrebbero
potuto essere conservate in nessun luogo migliore; se lui avesse avuto una necessità di alcune spese,
a lui sarebbe stato sufficiente comunicare la sua necessità, e tutti i luoghi sarebbero stati pieni di
ricchezze, e avrebbero dato volontariamente le loro ricchezze ai loro vicini. Così l'onore si aggiunge
al fatto di dare le ricchezze volentieri; ma colui al quale è stato dato un obbligo, per sua natura non
obbedisce a questo obbligo in modo benevolo. 59,16. E infatti lui quando ha preso questa decisione
non ha patito questa stessa cosa da parte di altri, e non ha fatto questa cosa ad altri. Infatti lui non si
è servito delle sventure dei suoi sudditi per avere una gioia neppure per un breve periodo di tempo,
e in seguito lui sarebbe stato ucciso dai suoi uomini più fidati, ma in tutto il suo tempo lui è stato
difeso da una guardia del corpo fatta dai sentimenti di benevolenza dei suoi sudditi e quando lui ha
concluso il suo potere imperiale è stato possibile per lui trasmettere il suo potere a suo figlio. È tale
la radice del potere che è caro agli dei ed è un fondamento che è reso solido dalla giustizia ed esso
non potrebbe in nessun modo essere sconvolto dalle circostanze. 59,17. E lui trattiene dei figli che
sono incitati, e non ha nessuna preghiera che sia stata taciuta, a me sembra che non sia lecito evitare
di notare questa cosa. Infatti lui, avendo numerosi figli, sapeva che la difesa migliore del potere
imperiale sarebbe stata questa, e ha ordinato ai suoi figli di stare tranquilli e sapeva quale tra i suoi
figli era il più adatto, ha chiamato questo figlio al potere, e ha ritenuto che l'attenzione riguardo a
questa cosa fosse più importante rispetto al fatto che i suoi figli fossero chiamati in modo uguale a
lui. 59,18. Dunque Konstantinos,dopo avere ricevuto il potere per volontà di suo padre e per un
cenno divino,ha realizzato la preghiera omerica in tutte le decisioni che lui ha preso ed è riuscito a
superare il suo genitore. E la cosa più importante, lui ha vinto in modo maggiore tanto più in quanto
lui ha esaltato suo padre. Infatti la vittoria del figlio è stata una testimonianza del giudizio di suo
padre. E questo imperatore ha creduto che lui non dovesse stare seduto e vivere comodamente, ma
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subito, fin dal punto di partenza lui ha dimostrato di essere energico, e non ha usato le fatiche di suo
padre per la propria comodità,ma se lui non fosse sembrato erede delle fatiche di suo padre, avrebbe
ritenuto di comportarsi in modo ingiusto, e se nessuno andava da lui, lui riteneva che fosse un
vantaggio una tranquillità senza attività, ma se lui non avesse eliminato quelli che usavano il potere
in modo ingiusto, a lui sarebbe sembrato di condividere quei comportamenti ingiusti. 59,19.
Konstantinos detto tali cose a se stesso, si è fatto forza con tali pensieri e ha visto la temerarietà che
era innata nella grande città, che era soggetta a un potere a parole, ma nei fatti essa era devastata da
colui che aveva il potere, non sopportava neppure il magistrato, come se lui fosse un suo nemico, e
riteneva che non fosse sopportabile per essa, che mentre lui viveva e vedeva il sole, la vetta del
mondo abitato fosse vista mentre era mutilata dalla violenza di un tiranno. E lui non appena ha
potuto, ha indossato le armi e ha fatto una prima guerra per la cosa più importante dell'impero
eliminando le sventure con altri pericoli per se stesso. 59,20. Dunque Konstantinos andando in
questo modo alle mura, ha cacciato il tiranno contro la volontà di quest'ultimo, il quale si è nascosto
in modo vile, lo ha fatto uscire per forza, e poiché il tiranno non osava scontrarsi con lui, continuava
la lotta con disonestà, con il suo stratagemma sul fiume, affinché si scoprisse contro quali persone
era quell'espediente, l'imperatore non ha dato un dolore a quelle persone, ma a lui è bastata la morte
di chi aveva escogitato quello stratagemma, è accaduta la situazione del proverbio, l'usurpatore è
stato danneggiato dalle proprie macchinazioni, tutte queste cose e altre cose anche più numerose
sono state celebrate nel tempo antico da scrittori in prosa e da poeti in un modo adeguato, e anche se
io volessi intensamente dire questa cosa, il tempo adesso non me lo consente. 59,21. L'imperatore
Konstantinos ha allontanato la grande città da quella nuvola che incombeva su di essa, ha consentito
alla città di prendere fiato finalmente, ed egli ha trasformato le cose spiacevoli in una vita lieta, e
dopo essere partito da un azione così nobile ha percorso ogni luogo in quella città,ha purificato terra
e mare, ha bandito tutto ciò che causava un danno, ha introdotto ovunque la salvezza, ha combattuto
con i barbari,e non è stato ostile all'imperatore della sua stessa stirpe negli eventi che sono avvenuti.
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In questa cosa lui ha portato un segno di una doppia virtù. Infatti quando era possibile mantenere la
pace egli non ha desiderato fare la guerra, e non ha indugiato a fare la guerra quando essa è stata
necessaria, ma lui è si è comportato in modo attento nella pace e in modo coraggioso nella guerra,
cosicché un altro uomo ha sconvolto gli accordi, ma lui ha riportato la vittoria della guerra. 59,22. E
nessuno deve supporre che io mi sia lasciato trasportare fuori dalle proporzioni, né che io abbia reso
vuoto il discorso che riguarda suo padre. Doveva essere evidente a tutti che i figli non sono stati
inferiori a quegli esempi grandissimi. Infatti tutti coloro che sono nati da genitori di umile origine o
hanno superato coloro che li hanno generati, oppure hanno dato l'impressione di non essere inferiori
a costoro in nulla, e non c'è nessun motivo per il quale si dovrebbe apprezzare questi individui,
infatti non c'è bisogno di nessun impegno in una simile competizione; ma quelli che hanno avuto
degli esempi non ignobili dai loro genitori, costoro se sono stati vicini a quei genitori devono essere
molto ammirati, perché hanno rivolto la loro cura all'imitazione delle persone migliori. 59,23.
Quando io intendo passare alle generazioni felici degli imperatori, rivolgo un pensiero sia ad alcuni
poeti,sia agli eventi straordinari che sono nelle storie, e valutandoli trovo che quelli che sono stati
celebrati nei tempi passati sono stati onorati da racconti e da millanterie, tuttavia la capacità dei
racconti è inferiore alla verità che è negli eventi di adesso. 59,24.Dunque coloro che esaltano Kyros
dicono che ci sia stata una visione nei sogni di Astyaghes, e la visione era che da Mandane, la quale
sarebbe stata madre di Kyros, era germogliata una vigna e la vigna aveva preso tutta quanta l'Asia.
Alcuni hanno ritenuto che fosse vergognoso per Alexandros il Macedone se fosse stato considerato
figlio di suo padre Philippos,hanno fatto giacere un serpente con Olympias e hanno inventato questo
incontro per spaventare i ragazzini. 59,25. La prole dei nostri imperatori non ha avuto bisogno né di
racconti mitologici, né di sogni per avere onore,ma come i corpi più belli prendono il loro splendore
da dentro e non traggono da fuori la loro bellezza, così la generazione di costoro ha superato ogni
discorso portentoso e ha avuto soltanto se stessa per ottenere la sua solennità. 59,26. Se a qualcuno
sembra che sia una cosa importante l'essere nati con dei segni favorevoli e alcuni che sono amanti di
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questo destino potrebbero ritenere che sia una cosa molto importante l'avere ascoltato i presagi con i
quali è nata la prole, noi non permetteremo che questi individui cerchino ciò che essi desiderano, né
che essi realizzino il loro desiderio. Io non richiamerò nessun riferimento a un racconto mitologico
riportando il discorso a essere oscuro,ma io dirò quelle cose che tutti sanno. 59,27. Si aggiungerà un
po' di gloria a ciò che è molto noto. Infatti il padre divino di questi imperatori si dedicava sempre ad
alcune azioni, sia con le sue mani, sia con il suo pensiero. E si potrebbe dire che quando il giorno
non era ancora apparso e la notte non era ancora andata via, lui smetteva o di fare
contemporaneamente le due attività, o almeno di farne una delle due. E certamente non si può dire
che lui non abbia fatto tutte le azioni o che non abbia preso tutte le decisioni che siano arrivate al
massimo della virtù di un imperatore. 59,28. Dunque se è opportuno pensare così riguardo a questi
argomenti, io giustamente non esaminerei accuratamente se qualcuno nei tempi che hanno dato la
luce a questi imperatori ha ritenuto che un presagio fosse migliore dei dolori del parto, ma si può
dire semplicemente che quando gli imperatori sono nati non era possibile che si mostrassero dei
segni non favorevoli, se anche tutto il tempo successivo è stato pieno di segni favorevoli. 59,29.
Pertanto io dico con sicurezza che, quando un dolore del parto è finito, sia il primo sia quello
successivo al primo, o un esercito usciva per ottenere una vittoria o un esercito tornava dopo una
vittoria o il popolo degli Sciti era caduto, o il popolo dei Sarmati si era sottomesso, o qualche altro
popolo barbaro dava dei doni,o l'imperatore che era grande innalzava un trofeo con la propria mano,
o un carico di ricchezze dai patrimoni imperiali arrivava ai sudditi, oppure la lunga sventura delle
carceri era eliminata dalla benevolenza di colui che ha il potere. Riassumendo la cosa per dirla in
breve, o un pensiero riguardo a tutta la natura umana è cominciato nella mente dell'imperatore,
oppure ciò che era stato voluto da lui è stato tradotto in azione. Di quale vigna fiorente che appare
nei sogni non sono migliori questi segni? Di quale volo di uccelli non sono più forti questi segni?
Di quale visione di serpenti non sono più veri questi segni per la loro credibilità? 59,30. Dunque
questi imperatori, dopo che sono nati e che sono venuti alla luce, sono stati degni della natura di
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colui che li ha generati, sono stati degni della comune speranza, tuttavia nessuno pensi che sentirà
parlare riguardo a loro delle vette del monte Pelio, del corpo di doppia natura del Centauro, di un
cosa al figlio di Thetis, ma non può dimostrare che l'educazione presso Peleus sia degna di essere
imitata, ma i due imperatori sono stati educati nel luogo in cui sono stati generati, nei palazzi
imperiali, e neppure negli ingressi di questi palazzi, e chi cita l'antro di Cheiron deve correggersi,
essi non hanno poppato alla mammella di una lupa, come alcuni in passato hanno osato cantare
riguardo ad altri uomini, ma alle labbra degli imperatori sono stati portati dei cibi adeguati a loro,
perché nelle loro origini un nutrimento civile è venuto dopo un altro nutrimento civile. 59,31. Il
loro padre, quando ha dato la vita a quegli imperatori, non li ha portati su una pelle di un animale
feroce, ma su una ricca porpora. Forse anche delle cose più numerose e più divine potrebbero
contribuire all'educazione di un imperatore, e la maggiore parte degli uomini non hanno esperienza
di queste cose, e per quelli che le conoscono non è lecito comunicarle, perché esse sono segrete.
59,32. Perciò mi sembra che sia il momento opportuno per andare all'educazione, cosicché tutti
possano sapere che gli imperatori non sono diventati perfetti nella loro virtù per l'impulso di una
sorte casuale, ma essi hanno percorso questa strada sulla quale il loro esercizio li ha guidati da
lontano. 59,33. Una doppia forma di educazione ha tenuto in esercizio le anime degli imperatori.
Infatti con la prima essi hanno educato se stessi per l'amministrazione del potere imperiale,
un'attività tanto importante, ed essi sono stati formati dall'altro tipo di educazione nell'abilità dei
discorsi e nella forza della eloquenza. Infatti se qualcuno ha una di queste due cose, ma gli manca il
possesso della altra, è inevitabile che la virtù di costui zoppichi in una delle due cose, nella quale lui
di parlare bene appare troppo rozzo, anche se non è incapace di guidare l'impero, però non può farlo
in modo gradevole, e un imperatore che è molto bravo nei discorsi, ma che non ha ottenuto la
conoscenza della capacità più importante, quando si mostra loquace porta la dignità imperiale a
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un'eleganza volgare, e viene respinto lontanissimo dalla grandezza che è adeguata a quel potere
imperiale. 59,34. Ma entrambi i nostri imperatori sono abili nell'arte dei discorsi che sono adatti ai
Romani e hanno avuto i migliori insegnanti di quei tempi, ed essi non hanno cercato un maestro
della conoscenza dell'impero, ma avevano vicino a loro colui che li aveva generati, e lui non
intendeva nascondere le conoscenze opportune per invidia, infatti la loro parentela naturale è più
forte della malattia, e lui non intendeva danneggiare i suoi figli che sarebbero stati fuorviati dalla
loro inesperienza, infatti nessuno ha mai guidato l'impero essendo molto lontano dall'esperienza
imperiale. 59,35. Dunque molti credono che la misura della conoscenza si riduca a questo, a salire a
cavallo, a tendere l'arco, a centrare un bersaglio con una freccia, a colpire con una spada, a rendere
la propria mano destra capace di tirare una lancia, di resistere al freddo e di non stancarsi in nessun
modo per il caldo eccessivo, e anche queste capacità danno un contributo non piccolo all'istruzione
dell'imperatore; però altri imperatori non hanno avuto questo pilastro della loro istruzione. 59,36.
Ma ci sono stati anche questi esercizi quotidiani, e si è aggiunta un'altra parte molto più onorata di
questi esercizi.Quando i futuri imperatori smettevano di fare degli esercizi riguardo a queste attività,
il loro padre li educava dando loro dei consigli, introducendo la giustizia nelle loro anime, non
lasciando spazio all'ingiustizia, separando il momento della collera e quello della gentilezza,
mostrando che cosa avrebbe detto il potere dispotico e che cosa avrebbe detto il potere imperiale, e
mostrando che colui che cerca il potere dispotico perde quello legittimo. Nessuno potrebbe
raggiungere l'accuratezza con la quale Konstantinos ha governato i suoi figli ogni giorno. 59,37. E
io so quale cosa ho apprezzato di più di quella educazione, e dirò questa cosa. Infatti Konstantinos
ha guidato i suoi figli nella prima parte del potere imperiale,quando essi erano molto giovani e dopo
averli trasferiti dalla posizione di privati cittadini, ha fatto esercitare ai suoi figli i poteri imperiali.
Infatti lui sapeva che la magnanimità è la dote più appropriata per questa attività, senza questa dote
la maggiore parte della gloria scompare, e si genera nelle persone l'arroganza che deriva dalle
abitudini, qualsiasi esse siano. 59,38. Konstantinos ha voluto che i suoi figli vivessero insieme alle
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vesti più solenni e alle occupazioni più solenni fin dalla loro giovinezza e ha voluto che essi non
conoscessero in nessun modo la piccolezza, cosicché il loro pensiero non toccasse niente che fosse
di basso livello o malvagio, e cosicché essi guardassero alla grandezza in ogni decisione che essi
prendessero. Infatti io credo che se si porta una conoscenza nelle anime dei giovani che sono più
tenere, questa conoscenza si installa facilmente, e dopo che si è consolidata una prima volta, essa
resta immutabile, e chi è abituato alle cose più solenni, se incappa in una difficoltà, non lascia che il
suo pensiero si abbatta nel momento difficile perché lui è sconvolto, e chi è cresciuto insieme alla
bassezza, anche quando viene chiamato a fare imprese maggiori, non può rendere la sua mente
adeguata a queste attività, ma resta dentro ai limiti della sua antica consuetudine ed è simile a uno
che si è liberato della grandezza, e non è capace di sopportarla. 59,39. Dopo avere esaminato bene
questi argomenti e dopo avere appreso in modo accurato la potenza dell'educazione e della
formazione Konstantinos non ha voluto che i suoi figli ricevessero le cose più importanti nelle
condizioni peggiori,ma voleva che imparassero le conoscenze più solenni nella condizione migliore,
ha fatto indossare loro un vestito che era segno del potere imperiale, ha fatto un annuncio ai
combattenti e alle città dicendo che i suoi figli erano entrati nel potere imperiale per un suo
comando, e i combattenti dovevano onorare anche i suoi figli. 59,40. Konstantinos facendo queste
cose in anticipo ha fatto in modo che i suoi figli avessero degli eserciti, il loro onore, le loro
orecchie, i loro occhi, mantenendo in ogni modo l'imitazione vicina al modello originario, e ha dato
ai suoi figli un titolo migliore di quello che avevano prima, un titolo che era secondo dopo il suo.
Infatti c'è un rango più perfetto dell'incarico di imperatore, come si potrebbe dire. 59,41. E
Konstantinos ha fatto questa azione in questo modo così opportuno. Infatti non ha permesso ai suoi
bassezza della prima condizione e l'eccesso della seconda. Infatti se lui avesse cominciato a educare
i suoi figli in questo modo, lasciando che essi continuassero a fare parte dei privati cittadini, i suoi
figli avrebbero ricevuto il loro apprendimento senza coraggio, perché non avrebbero avuto nessun
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onore, se lui avesse portato subito i suoi figli al vertice del potere, essi si sarebbero comportati in un
modo troppo pigro nelle loro attività, perché avrebbero ottenuto tutto il potere già da prima. 59,42.
Konstantinos ha ritagliato per i suoi figli quella misura che era adeguata a loro e ha voluto dare loro,
insieme all'orgoglio, un desiderio di premura, e ha aggiunto un'altra cosa più grande. Infatti lui non
ha mandato i suoi figli subito lontani dai suoi occhi con i loro poteri, facendo in modo che le sue
fatte da loro alla maniera dei bravi insegnanti dell'arte dei timonieri, ed essi collocano alle sbarre del
timone quelli che da poco tempo si dedicano a quell'attività e li sorvegliano stando a poppa,affinché
se quelli governano la barca in un modo giusto, essi si congratulano con loro, ma fanno qualche
errore, essi portano un aiuto da vicino. 59,43. Dunque quando le circostanze sembravano essere
favorevoli alla condivisione del suo potere, come un'aquila che fa esercitare i suoi cuccioli nel volo,
così Kostantinos ha consegnato delle cariche pubbliche ai suoi figli, ha mandato uno dei suoi figli
nella zona orientale, e ha messo un altro figlio a capo della zona occidentale. 59,44. E Konstantinos
ha fatto questa cosa per tre ragioni importantissime. Infatti la prima ragione era che lui voleva che i
barbari, che erano insediati in ciascuna di quelle regioni fossero trattenuti in modo necessario dalla
paura di coloro che erano stati messi a capo delle loro terre. Dunque l'imperatore ha ritenuto che in
questo modo lui avrebbe dato una sicurezza a ogni cosa, se i confini dell'impero fossero stati
fortificati. La seconda ragione era che lui non riteneva opportuno che i suoi figli passassero il
proprio tempo in mezzo alla sicurezza, e che essi fossero privi di esercizio nell'attività della guerra,
ma riteneva giusto che essi avessero anche qualcosa di cui si prendessero cura. 59,45. La terza
ragione è anche la più importante, Konstantinos sapeva che avrebbe avuto la valutazione più
accurata dei suoi figli durante la loro lontananza. Infatti lui riteneva che tutto ciò che i suoi figli
avevano fatto durante la loro permanenza insieme a lui non fosse un prodotto della loro volontà e
dei loro comportamenti giusti, ma fosse più un effetto della necessità del loro stare con lui, e lui
pensava che i suoi figli quando avessero avuto la libertà che derivava dalla separazione avrebbero
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fatto la difesa della loro posizione, forse lui riteneva che in quel momento si sarebbe manifestata la
saggezza della loro indole naturale, e i suoi figli sarebbero apparsi migliori del proverbio, che vuole
delimitare il rispetto agli occhi. 59,46.L'imperatore ha mandato via i suoi figli con tali pensieri. Essi
volevano restare con il padre per il loro desiderio, ma poiché non osavano opporsi al padre, si sono
affrettati ad andare dove dovevano andare. E quando essi hanno preso le schiere che erano state date
loro, hanno offerto una prova di se stessi migliore di ogni preghiera, ed essi sono apparsi nelle
province che li avevano accolti come i loro padri, ed essi hanno fatto diventare ancora più
importante in ogni modo il loro padre che li aveva mandati, ed essi in quelle situazioni in cui si sono
trovati sono stati capaci di diventare più forti con i loro esercizi, e hanno ottenuto quelle conoscenze
che dovevano ricevere con le loro esperienze. Limitatamente alla loro età i futuri imperatori erano
ancora dei fanciulli, ma rivaleggiavano con i più anziani per l'acutezza della loro intelligenza,
trovavano ciò che si doveva fare meglio di ogni altra persona, e non portavano a termine nessuna
delle cose che avevano deciso prima di condividerle con il loro genitore, ritenevano che lui fosse
giudice delle loro decisioni, e mostravano di essere collaboratori delle decisioni del loro padre. Essi
hanno ottenuto un grande potere, ma non hanno abusato in nessun modo dei loro poteri, hanno vinto
i piaceri con la loro morigeratezza, essi hanno rafforzato i loro corpi con gli esercizi, e hanno offerto
al loro padre la possibilità di vantarsi più per loro stessi che per le sue stesse vittorie, e anche se essi
erano separati dal loro genitore da un ampio tratto di terra, ritenevano che il loro padre fosse
presente in tutte le azioni che essi facevano. 59,47. E per chi considera queste azioni in modo
semplice c'è soltanto un onore per quelli che le hanno fatte, ma in verità la gloria è comune di quelli
che hanno fatto queste azioni e del loro padre che li ha giudicati. Infatti questi figli di imperatore
sono onorati dalla dimostrazione delle loro azioni, e all'imperatore loro padre che ha fatto una scelta
in modo opportuno resta la gloria per il suo giudizio corretto, e avviene che sia l'uno che gli altri
abbiano onore in modo reciproco, i figli perché accolgono la decisione presa dal grandissimo
imperatore,e l'imperatore perché la sua decisione è stata rafforzata dalla virtù delle persone che sono
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state scelte da lui. 59,48. Dunque io ho sempre ritenuto che il timone dell'impero di adesso sia stato
nella mano dell'imperatore migliore, e molte cose che affluiscono da molte direzioni hanno dato la
dimostrazione di ciò, ma io credo che, se anche non ci fosse stata nessun'altra cosa che desse questa
opinione, ciò che io sto per dire certamente potrebbe portare a questa opinione. Infatti quando tutto
ciò è sembrato giusto alla divinità che è più potente,il padre di costoro dopo avere governato la terra
abitata, di nuovo è andato via, per essere insieme a colui che lo aveva mandato qui, quando è
accaduta una cosa così grave, le condizioni dell'impero non sono state sconvolte, e nessuno degli
eventi che sono avvenuti ha fatto cambiare gli eredi dell'impero, ma la situazione è rimasta nella
stessa posizione, è rimasta tale non senza una attività, e non senza che quelli che erano eredi
dell'impero usassero le loro mani per trattenere in modo saldo le decisioni che erano state prese.
59,49. Io mi congratulo per entrambe queste cose con i due imperatori soprattutto perché essi hanno
ricevuto il loro potere dal loro padre, e perché essi si sono dimostrati più forti di quello
sconvolgimento che si è verificato. In questa circostanza in qualche modo si sono uniti la giustizia e
il coraggio. Infatti se essi avessero preso il potere imperiale da soli, senza avere una decisione presa
dal loro padre, la loro presa del potere avrebbe avuto una dimostrazione di coraggio, ma il
contributo della giustizia non sarebbe stato presente negli eventi che si sarebbero verificati, e se il
loro padre avesse dato loro il potere non si sarebbe aggiunta nessuna difficoltà, ma loro avrebbero
potuto usufruire con molta tranquillità dei beni dati a loro, e si sarebbe detto che essi esercitavano il
loro potere in modo giusto, ma la gloria del loro coraggio non si sarebbe unita ai pensieri sulla loro
giustizia. Ma adesso il fatto che essi abbiano preso il potere con il favore della giustizia,e il fatto che
essi siano stati migliori di alcuni eventi terribili è un segno del loro grandissimo coraggio. 59,50.
Dunque è possibile osservare, per chi lo voglia, se io accuso la cura della divinità di avere dato dei
beni piccoli, e se l'eccesso delle situazioni convince a pensare in questo modo. Dunque chi potrebbe
indicare un impero migliore di questo che è stato conquistato dai loro antenati,che è stato ingrandito
dal loro padre,e che è stato rafforzato da quelli che lo detengono adesso? Quale persona che tentasse
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di paragonare i migliori imperatori che sono nella memoria a questi imperatori di adesso, non
darebbe l'impressione di ignorare la natura delle cose e la loro misura? 59,51. Dunque noi lasciamo
perdere Xerxes, se sembra giusto fare così, e lui patì sventure grandissime per la sua stoltezza, e
Kambyses che fu abbattuto nella sua follia; ma noi faremo una valutazione accostando Dareios, se
per qualcuno è un amico, e quel famoso Kyros, e l'ammirazione per costui ha dominato quasi tutti.
Dunque quando Kyros nacque fu decisa la sua condanna a morte, e queste cose furono fatte da
persone importanti, e se la presenza casuale della moglie di un bovaro non avesse salvato Kyros
quando era un neonato, Kyros non sarebbe mai esistito. 59,52. Kyros quando è diventato adulto ha
sconvolto i Persiani, ha aggredito i Medi, ha ucciso suo nonno, mostrando con questa azione un po'
di prepotenza, e altre sue azioni non sono state lontane dall'empietà, ma il fatto che lui abbia
cavalli, un cavallo imbizzarrito e la ricerca del guadagno hanno dato il potere regale a Dareios. I
nostri imperatori invece, subito da quando sono stati generati sono stati allevati dalle preghiere
comuni di tutti i loro sudditi, e dopo essere stati chiamati all'impero lo hanno ricevuto, e non hanno
fatto nessuna irruzione con la forza in un potere imperiale da cui sarebbero stati esclusi. 59,53.
Dunque io credo che alcuni desiderino vedere nel mio discorso che Alexandros è stato inferiore a
questi due imperatori. Non c'è nessuna fatica nel dare questa vittoria, pertanto essi hanno superato
subito Alexandros per il valore dei loro antenati. Infatti come potrebbero essere una cosa uguale o
simile Amyntas, un uomo soggetto al pagamento di un tributo, oppure Philippos, il quale rubava
delle città, e le virtù di padri che toccano la volta celeste? 59,54. Dunque quando Alexandros non
aveva ancora conquistato niente che fosse degno di essere amato, si è dedicato alla sua impresa più
grande, e ha considerato anche l'aggiunta ai territori che possedeva come una dichiarazione del
fatto che lui fin dall'inizio non aveva avuto niente di ammirevole, cosicché c'è stato un tempo nel
quale Alexandros non era glorioso; ma i nostri imperatori hanno avuto il loro primo inizio a partire
dalla grandezza e hanno mantenuto questa loro grandezza per tutto il tempo. A parte queste cose,
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quando Alexandros è diventato importante per il suo impero, ci sono stati alcuni che hanno detto di
avere patito dei torti da lui, infatti lui è diventato grande togliendo quei territori che erano di altre
persone, invece questi due imperatori sono i più grandi di tutti gli uomini, e non rovinano il potere
di altre persone. Infatti fin dall'inizio essi hanno un potere tanto grande quanto giusto e non hanno
bisogno di nessuna aggiunta. 59,55. Dunque se Alexandros, Dareios e Kyros mostrano di essere
inferiori alla gloria di questi imperatori nel giudizio che riguarda costoro, dove noi collocheremo il
restante elenco degli imperatori,quando rivolgiamo lo sguardo su costoro? 59,56. Il discorso sembra
andare avanti a poco a poco per introdurre quelle azioni che sono state compiute con alcuni pericoli.
E io vedo che su quelli che ne parlano incombe un pericolo più grande di quello che c'è per coloro
che sono stati schierati in battaglia. Così dire qualcuna delle cose grandissime non è peggio che
avere successo. Ma è giusto spiegare tutto questo. Infatti io non ho intenzione di comporre un'opera
storica che comprenda tutti gli eventi, né di prolungare un racconto semplice in modo che esso non
lasci niente al di fuori da se stesso, ma io ho intenzione di dedicare un elogio ai salvatori del mondo
abitato. 59,57. È proprio di chi compone un'opera storica passare in rassegna in modo ordinato tutte
le azioni che sono avvenute, ed è proprio di chi tenta di fare un elogio non tralasciare nessuna forma
di lode, tuttavia costui non passa in rassegna tutti i fatti uno alla volta. Dunque io ho fatto questo
riguardo all'educazione e all'istruzione di ognuno dei due imperatori, andando a memoria, non
menzionando tutte le cose una alla volta, e bisogna che io usi questo metodo anche riguardo alle
azioni avvenute nelle guerre. 59,58. Dunque se non fosse possibile ottenere ciò per cui io prego,cioè
che io abbia dieci bocche come quelle di Homeros, vorrei che per ogni imperatore mi fossero date
due lingue da chi è molto potente, affinché, come il discorso è andato avanti lodando gli altri aspetti
degli imperatori in coppia, così anche nelle azioni di guerra io possa mantenere un uguale
andamento; poiché è facile chiedere questa cosa con una preghiera, ma non è possibile ottenerla, il
discorso deve considerare la giovinezza degli imperatori in successione, e dopo avere onorato, nel
modo che è possibile, le imprese compiute in Persia dal più anziano di questi due fratelli, da quel
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luogo si deve passare all'occidente per incontrare delle imprese allo stesso tempo varie e
grandissime. 59.59. Bisogna dire poche parole riguardo al divino padre di questi imperatori, e io
credo che questa parte contribuirà all'elogio che io mi sono proposto non meno di tutte le altre.
Infatti quell'uomo dichiara con tutte le doti che portano un contributo alla sua virtù che lui ha
superato tutti gli imperatori che ci sono stati prima di lui, e poiché questa cosa è così chiara e non
ammette una doppia opinione, Konstantinos di nuovo dichiara che nell'eccellenza in guerra lui ha
superato se stesso tanto quanto ha superato gli altri imperatori nelle altre virtù. Infatti, io credo, lui
ha fatto molte guerre, alcune contro i suoi connazionali, altre contro i barbari,non c'è nessuna guerra
che non sia finita in modo conforme alla sua volontà, e in nessuna guerra lui si è pentito di averla
accettata,nessuna guerra lo ha mandato via senza dei bottini, ma come se Konstantinos considerasse
un'opera scritta alla Sorte più importante di una vittoria eterna,avendo una tale sicurezza, ha deposto
le armi, e ha ottenuto la conclusione che è stata concorde con le sue speranze. 59,60. Tuttavia contro
quell'uomo che era il migliore in tutto, che era abituato a vincere, e che era terribile nelle sue
ostilità, il popolo Persiano ha alzato le mani. E se qualcuno considera i tempi con avvedutezza,
troverà che l'inizio di quella guerra è stato precedente alla morte di Konstantinos, cosicché la guerra
è stata mossa contro di lui, ma la realizzazione della guerra è passata a suo figlio. 59,61. Dunque a
quale scopo io dico questo e qual è il motivo per cui io ho introdotto questa parte? Io voglio dire che
se i nemici avessero mantenuto quella pace che avevano avuto fino a quando Konstantinos era in
vita dopo che lui è morto, e loro sono corsi alle armi, avrebbero dato l'impressione di avere fiducia
in se stessi più che di disprezzare l'imperatore successivo a lui,infatti se essi avessero ritenuto che la
vita di Konstantinos fosse una misura della pace,avrebbero dimostrato questa cosa a tutti; ma poiché
essi hanno deciso di correre il pericolo della guerra con quello stesso imperatore, è evidente che essi
sono entrati in guerra perché hanno avuto fiducia nelle condizioni che c'erano in quel tempo,ma non
perché credevano che avrebbero eliminato nello stesso tempo la paura. 59,62. Pertanto io vorrei
spiegare quei motivi che hanno spinto i Persiani a gettarsi in un pericolo tanto grande. E a chi
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ascolta semplicemente non sembra ragionevole che i Persiani, che avevano amato la pace nei tempi
precedenti, senza che nessuno desse loro fastidio, e quando era possibile per loro mantenere la pace,
abbiano voluto fare la guerra cosicché è chiaro a tutti che essi sono arrivati a fare una guerra non in
base a una decisione presa in breve tempo. 59,63. E ciò che è stato fatto dai Persiani non era pace,
ma rinvio della guerra, non desideravano la tranquillità per non fare una guerra, ma preferivano la
tranquillità affinché potessero fare la guerra in modo degno della loro intenzione. Essi non evitando
il pericolo nemmeno una volta e preparandosi a grandi pericoli hanno mescolato in qualche modo la
pace alla guerra, e hanno finto un atteggiamento pacifico, ma avevano l'intenzione di quelli che
fanno una guerra. Infatti quando nei tempi passati essi sono stati duramente sconfitti dopo essere
stati còlti impreparati, non hanno biasimato il loro coraggio, ma hanno attribuito la colpa alla loro
mancanza di preparazione, e hanno fatto la pace per prepararsi alla guerra, e hanno continuato a
rispettare i trattati di pace con ambascerie e con doni, ma organizzavano tutte le cose con quella loro
intenzione. 59,64. I Persiani si sono forniti di tutti i beni, hanno perfezionato la loro preparazione in
ogni aspetto, i cavalli, gli scudi, gli arcieri, i frombolieri, si sono esercitati perfettamente dall'inizio
alla fine in quelle pratiche che erano consuete per loro, hanno importato da altri paesi quelle cose
delle quali non avevano la conoscenza, e non si sono allontanati dai loro comportamenti
caratteristici, ma hanno aggiuto una preparazione eccellente alle loro capacità preesistenti. 59,65. Il
re persiano sentendo dire che i suoi antenati Dareios e Xerxes avevano misurato una preparazione di
venti anni contro la Grecia, ha condannato il loro tentativo perché è stato insufficiente, e ha ritenuto
giusto prolungare questo tempo a quattro decadi di anni. In questo tempo così lungo il re Persiano
ha accumulato una massa di ricchezze, ha radunato un grande numero di persone, ha forgiato delle
armi forti. Il re persiano ha radunato anche la razza degli elefanti non per un semplice spettacolo,
ma per il loro utilizzo in futuro. Il re Persiano ha detto a tutti i Persiani che loro dovevano lasciare
perdere tutte le altre attività e dovevano dedicarsi alle attività belliche e che neppure gli anziani
potevano sfuggire dalle armi e anche i più giovani dovevano fare parte delle liste dei soldati, i
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Persiani hanno affidato la coltivazione della terra alle loro mogli, e hanno dedicato la loro vita alle
armi. 59,66. Ed è giusto rendere pubblica una cosa che quasi mi sfuggiva, il loro numero superiore a
molte persone. E infatti il re dei Persiani ha elogiato un aspetto della sua terra, ma ne ha criticato un
altro. Ha ritenuto che la sua terra non fosse seconda a nessun'altra per la produttività di persone, ma
ha accusato quel territorio, perché non dava armi alla forza militare di quegli uomini anche se
mostrava la produzione del ferro al suo interno. Insomma, lui riteneva di esercitare un potere su
alcuni uomini, ma pensava che il suo potere fosse zoppicante per la sua mancanza di strumenti.
59,67. Dunque il re dei Persiani dopo avere fatto queste valutazioni, si è adirato per essere rimasto
inerte per lunghissimo tempo, ha deciso di percorrere una strada astuta e ignobile, ha mandato
un'ambasceria, ha adulato come era solito fare, si è prostrato e per mezzo degli ambasciatori ha
chiesto una grande quantità di ferro, con il pretesto che questo ferro servisse contro un altro popolo
di barbari che abitavano vicino, ma la verità era che lui aveva deciso di usare il dono contro quelli
che lo avevano dato. Konstantinos non ignorava la causa più vera, ma l'indole naturale di chi
doveva ricevere il dono gli causava un sospetto, lui sapeva bene dove portavano i prodotti della
tecnica, e anche se era possibile per lui opporsi, ha dato il dono in modo sollecito, vedeva nei suoi
pensieri tutto ciò che stava per accadere come se ciò fosse già accaduto,si è vergognato di lasciare al
figlio dei nemici privi di armi, voleva che fosse tolta a loro ogni scusa, e ha rafforzato molto i
nemici, affinché essi fossero abbatttuti quando erano fiorenti in tutte le loro potenzialità. Infatti la
grandezza di quelli che sono sconfitti contribuisce alla gloria di coloro che hanno vinto. 59,68.
Konstantinos ha dato il dono prontamente per questa sua magnanimità e per le sue speranze come
se lui volesse dimostrare che anche se fossero state sfruttate le miniere dei Calibi, i Persiani non
sarebbero per questo motivo diventati migliori di quando si erano schierati in battaglia,perché erano
peggiori; ma secondo il re persiano la loro preparazione in quel momento era perfetta, sia per i beni
che essi avevano al loro interno, sia per i beni che si erano procurati dall'estero, e i primi erano
disponibili in quantità abbondanti, e i secondi che si erano aggiunti non erano inferiori al loro
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bisogno. 59,69. Frecce, asce, lance e spade e ogni strumento di guerra furono forgiati grazie alla
abbondanza di legname. Il re persiano, dopo avere investigato tutte le cose e non avendo lasciato
niente che non fosse esaminato, ha cercato di allestire una cavalleria che fosse, per così dire,
invulnerabile. Infatti lui non ha limitato l'armatura a un elmo, una corazza e degli schinieri, nella
maniera antica, e non ha messo il bronzo solo sulla fronte e sul petto dei cavalieri, ma ha fatto in
modo che quel bronzo fosse dalla testa alla punta dei piedi, e che l'altro bronzo dalla cima fino alla
punta delle armi fosse nascosto dalle difese, che fosse aperto solo uno spazio per gli occhi per
vedere le cose che accadevano intorno e che fosse aperto uno spazio per respirare affinché essi non
soffocassero. 59,70. Si direbbe che la definizione di uomini di bronzo fosse adatta a loro più che a
quei soldati che sono citati da Herodotos. Questi cavalieri dovevano guidare il cavallo,che obbediva
alla voce e non alle briglie, portando una lancia, ed era un'azione di entrambe le loro mani, essi
piombavano in modo inatteso sui nemici, e rivolgevano il loro pensiero solo a ciò che stavano
facendo, e avevano affidato il loro corpo alla difesa del ferro. 59,71. Dunque quando tutte le cose
sono state preparate, e quando l'esercito è stato allestito in tutte le sue parti, non era possibile che il
immaginando la speranza di una sorte migliore, ha mandato un'ambasceria per fare un contrasto
riguardo ai confini, affinché, se noi ci fossimo ritirati da quel territorio, lui avrebbe vinto senza
stancarsi, se noi non avessimo ceduto in nessun modo, lui avrebbe usato questo motivo per fare la
guerra. 59,72. Il grande imperatore quando ha sentito questo ha odiato quell'uomo per la sua
arroganza, ha detto che voleva dare le sue risposte. E la sua azione ha seguito le sue parole e quando
lui è partito, subito tutte le cose si sono mosse insieme. L'imperatore migliore, proprio quando ha
cominciato il suo viaggio, dopo essere stato in questa città, sapeva che il suo nome era stato iscritto
in numerosi trofei, e che quello tra i suoi due figli che era stato schierato contro i Persiani doveva
ottenere una distinzione per le sue vittorie contro i barbari, lo ha chiamato a sé in alto, dandogli così
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la gloria, e ha imposto all'altro figlio di portare la sua azione. 59,73. Dunque è facile intuire che ciò
che è accaduto ha spinto i Persiani a essere audaci, ed è facile intuire che essi ritenessero di avere
già conquistato le città nelle quali era stato lasciato come difensore “colui che era di gran lunga il
migliore” secondo Homeros, oppure,e questa cosa è più vera, lui non era secondo in niente. Tuttavia
in quella circostanza ci fu una necessità di due esigenze grandissime. Infatti da un lato la sepoltura
del padre faceva tornare indietro Konstantios, da un altro lato c'era il rumore della spedizione in
Persia. Konstantios doveva o scontrarsi con i nemici e trascurare la religiosità, oppure doveva
onorare la religiosità e aprire l'impero ai nemici. 59,74. Dunque che cosa ha fatto Konstantios? Egli
non ha ritenuto che il suo guadagno fosse più importante della religiosità, ma è andato a fare bene
nello stesso tempo entrambe le azioni,e lo scopo secondario del suo viaggio per lui non è stato meno
importante di nessuna azione. Infatti lui che era libero da incarichi si è affrettato a fare la sepoltura,
ma la paura ha trattenuto i Persiani nel loro territorio. E i Persiani si sono depressi o perché avevano
ricevuto questa paura dal cielo, o perché non sapevano niente del suo ritiro, ma pensavano che
avrebbero incontrato la mano destra dell'imperatore, ognuna delle due ipotesi è sufficiente a fare un
elogio in modo simile. Infatti la prima contiene un segno del fatto che Konstantios è stato benvoluto
dagli dei,la seconda cosa è un indizio della sua precisione nel gestire il suo incarico,se le circostanze
della sua assenza sono state nascoste ai nemici. 59,75. Konstantios, dopo avere portato a termine
tutte le altre azioni in un modo degno di essere ammirato, ha incontrato suo fratello, e quando ha
sentito dire che i nemici avevano lasciato la collina,come se fossero stati colpiti da una divinità, non
ha sopportato questa informazione che si diceva da molto tempo, lui non si aspettava che avvenisse
spontaneamente ciò che desiderava, e non ha ritenuto che il tempo successivo fosse da trascorrere
comodamente, ma ha pensato che tali circostanze necessitassero di azioni, non di una speranza, e ha
corso di nuovo per completare la doppia corsa, come se davvero corresse continuamente su e giù in
uno stadio, e come se non percorresse la maggior parte del mondo abitato. 59,76. Un'altra marcia
con le armi è venuta subito dopo il viaggio precedente. E Konstantios è andato contro i territori dei
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Persiani desiderando macchiare di sangue la sua mano, e non è stato lui ad ascoltare la sua collera,
ma i Persiani che, dopo avere iniziato la guerra fuggendo, hanno continuato la guerra non
spaventandosi a causa della lotta, ma evitando di lottare a causa della loro paura, e non sono fuggiti
da vicino, ma è stata sufficiente una diceria a farli fuggire. 59,77. Si potrebbe ammirare soprattuto
quella cosa; infatti Konstantios avendo ritenuto che né l'assedio, né il ritiro fossero una cosa eterna,
ha usato come quartiere invernale la città più grande tra quelle che erano in quella zona, e quando è
arrivata la stagione adatta, lui in persona è apparso in modo glorioso con le armi, e ha percorso una
parte della Persia tanto grande quanto il suo pensiero gli permetteva. Infatti lui ha ritenuto che
seguire interamente le vicende di quel luogo fosse una cosa umiliante, e ha ritenuto che fosse una
forma di pigrizia il non attaccare in un modo completo. 59,78. Perciò Konstantios ha limitato il
tempo dedicato alla spedizione militare, e ha dedicato un altro tempo alla decisione. La parte
principale della sua decisione era che lui non doveva dare l'impressione di avere vinto, ma doveva
dare l'impressione di avere convinto; infatti lui ha cambiato le attese dei Persiani così tanto che essi
si nascondevano e subivano dai Romani, che avanzavano, quei trattamenti che loro speravano di
infliggere ai Romani quando avevano scelto la guerra. 59,79. E nel tempo precedente era una cosa
così continua il fatto che i Persiani attaccassero, e noi abbiamo dovuto lasciare la terra perché loro
attaccavano,cosicché si sarebbe dovuto trovare che le città più antiche nel tempo erano quelle vicine
a loro, ma erano le più nuove per la struttura dei loro pavimenti e infatti i Persiani dopo avere dato
fuoco a queste città, andavano via e gli abitanti delle città quando tornavano, dovevano ricostruirle;
ma adesso la situazione è cambiata ed è diventata il contrario, cosicché molti abitanti della Siria
ritengono opportuno abitare delle città che sono prive di mura, e i Persiani rischiano di avere come
simbolo della loro vittoria il loro nascondersi e stare nascosti. 59,80. E nessuno deve credere che io
ignori i furti che i Persiani hanno fatto anche adesso, né deve credere che io ignori il fatto che essi
hanno potuto colpire qualche soldato da un luogo nascosto, e nessuno deve credere che io ignori il
fatto che essi hanno ottenuto degli accordi di tregua e hanno usato l'assenza di difesa dovuta ai
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giuramenti per fare una prepotenza,nessuno pensi che io non abbia una conoscenza precisa di questi
fatti, ma io li tralascio volontariamente. Infatti io sento così tanto il bisogno di vergognarmi per
queste cose, al punto che se nessuna di esse esistesse, anche allora mi sembrerebbe opportuno
vergognarmi. Infatti chi è tra gli sconfitti non può dire e non può menzionare niente che sia degno,
toglie la lode anche a quelli che hanno vinto. Infatti come nelle competizioni ginniche, quando la
sorte di chi è molto inferiore toglie merito al migliore, la vittoria è del concorrente migliore, ma
l'applauso che proviene dagli spettatori non segue la corona, così anche negli scontri della guerra
l'insufficienza di quelli che sono stati sconfitti danneggia la reputazione di coloro che hanno vinto.
59,81. Io ammetto che i Persiani sono capaci sia di rubare, sia di fare degli inganni, sia di non
negarlo nel modo più veloce, e per mezzo di uno spergiuro i Persiani potrebbero rubare molte cose
in modo facilissimo, e tuttavia loro che hanno trovato tanti modi per fare la guerra, non hanno
sopportato di tenere lo sguardo fisso sull'elmo dell'imperatore. È la prova più grande di entrambe
queste due cose. Infatti se i Persiani avessero sentito l'imperatore che si avvicinava, sarebbero
completamente scomparsi, ma quando hanno avuto una percezione della sua assenza, hanno
attaccato i Romani che si opponevano, dichiarando la loro paura con la loro prima azione, e
dimostrando la loro capacità con la loro seconda azione. Così essi hanno acquisito l'esperienza della
guerra,e quando l'imperatore è apparso,essi hanno cancellato il ricordo della loro esperienza a causa
della loro paura. 59,82. E la prova ha dimostrato che essi con questo loro comportamento hanno
usato le loro occasioni non in maniera irragionevole, ma in maniera saggia. Infatti quando essi non
hanno più potuto nascondersi in modo velocissimo, non si sono mostrati all'imperatore e sono stati
catturati quando si sono comportati come noi, alcuni di loro non si sono consegnati da soli, e altri
sono stati catturati dopo avere lottato, ma assolutamente tutti quanti loro hanno avuto paura in un
solo modo e hanno proteso le loro mani per fare una supplica. 59,83. E la popolazione di una città
non pessima è passata ai Persiani, come se i suoi abitanti fossero stati chiusi in una rete, la sua
popolazione è stata trasferita con tutte le loro famiglie maledicendo quelli che hanno portato la
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causa della guerra, piangendo l'abbandono della sua patria, e non avendo rinunciato affatto alle
speranze migliori per la clemenza del vincitore. Ed essi non hanno mentito. Io dico che già in
passato la decisione fatta dopo la scelta è stata molto migliore della scelta, a mio giudizio. Infatti
Konstantios non ha condannato a morte queste persone, dopo averle prese prigioniere, come fecero i
Corciresi con i Corinzi che provenivano da Epidamno, gli ostaggi non sono stati restituiti in cambio
dei premi della guerra come fece Philippos con gli abitanti di Olinto, ma Konstantios ha pensato di
servirsi di quelli che erano stati presi prigionieri come una stele e come un trofeo, e dopo averli
portati in Tracia li ha fatti insediare là, affinché essi rivelassero anche ai posteri ciò che avevano
patito. 59,84. E non è possibile non credere a costoro. Infatti noi abbiamo raccontato un'impresa che
non è cancellabile dal tempo perché la sua antichità aiuta a dire falsità, ma io credo che tutti abbiano
davanti ai propri occhi quella processione dei prigionieri che è avvenuta sia ieri sia l'altroieri. 59,85.
Io dico che questa cosa è stata più onorevole e più degna di un comandante del fatto di avere vinto.
Molte città spesso si sono sottomesse, ma di non molte città è stato possibile gestire nel modo giusto
le conseguenze derivanti dalla conquista. E noi vediamo quanti risultati Konstantios ha ottenuto con
questa sola azione. In primo luogo lui ha reso civile tutto il vastissimo territorio della Tracia, che era
selvaggio, dandogli degli uomini che lo avrebbero coltivato. Poi Konstantios ha trasmesso il ricordo
dei suoi successi a tutto il tempo con la successione delle generazioni e non ha permesso che la
dimenticanza prevalesse sulle imprese che sono state fatte. Come terzo risultato Konstantios ha
mostrato un segno della sua benevolenza e della sua magnanimità, è passato dalle lacrime alla
compassione, e ha abbandonato l'ira con il cambiamento della condizione. 59,86.Oltre a queste cose
Konstantios non ha trascurato i nostri uomini che sono stati insediati in un luogo lontano del
territorio dei nemici, ed essi festeggiavano solo per l'ascolto degli avvenimenti, ma egli li ha fatti
diventare testimoni oculari dell'impero, li ha riempiti di molta gioia e di un'ottima speranza, perché
essi hanno gioito per i suoi successi, e hanno intuito il futuro grazie a quelle azioni che sono state
fatte in passato. 59,87. Ma se bisogna dire anche qualcuna di quelle cose che sono state gradite da
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me, dopo pochissimo tempo Konstantios ha imposto una punizione a favore di quei Greci che sono
stati portati via dall'Eubea, al posto delle genti di Eretria, trascinando via questi che venivano dalla
terra di quelli. 59,88. Dunque sarebbe possibile anche che questa misura fosse sufficiente per uno
dei due imperatori, e non mancherebbe niente al suo onore, anche se non si potesse aggiungere
niente riguardo all'imperatore più anziano. Infatti Konstantios ha ritenuto che niente fosse più alto
della religiosità, e non ha perso la minima occasione per separarsi da beni così importanti, lui faceva
momento del suo ritiro,lui ha fatto muovere alcune città e ne ha fondate delle altre,come si potrebbe
non dire che lui sia passato attraverso ogni azione opportuna? Certamente non mancano argomenti a
chi voglia parlare di lui, ma sono rimasti i due argomenti più importanti, il primo è la sua ultima
battaglia, il secondo sono le altre sue azioni che forniscono una prova della sua estrema sapienza. È
possibile vedere questa cosa ovunque. 59,89. Tutti noi sappiamo questo, che i due più grandi popoli
dei barbari circondano questa regione dell'impero, e da una parte gli Sciti si sono riversati sul fiume
Istro,e dall'altra la popolosità dei Persiani è fastidiosa.E gli Sciti sono insolenti,ma non fanno niente,
i Persiani non si sono mossi fin dall'inizio. Dunque chi è così pigro e così indolente,che non ricerchi
molto volentieri la ragione di un comportamento così strano, in quale modo Konstantinos abbia
convinto gli Sciti,che sono molto sanguinari, dediti ad Ares e che pensano che la tranquillità sia una
sventura,ad amare la pace, e a deporre le armi e a ritenere che il nostro imperatore fosse sullo stesso
piano dei loro capi? Anche se lui era molto lontano dal fiume Istro, ha schierato gli eserciti in altri
luoghi. 59,90. Dunque qual è la causa di una cosa così importante? Il fatto che un imperatore che ha
avuto allo stesso modo coraggio e intelligenza, abbia usato prudenza in alcune sue scelte e forza in
altre sue scelte quando ha attaccato. Si potrebbe sapere questo se uno confronta gli attacchi
precedenti con la sicurezza attuale riguardo agli Sciti, e non era stato possibile affrontare gli attcchi
precedenti, e in essi era possibile salvarsi solo facendo una preghiera. Questa preghiera era che il
ghiaccio sul fiume Istro non si consolidasse in modo stabile, al punto che fosse possibile anche
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percorrerlo. E chi potrebbe ammirare la stabilità della pace, se sente parlare del desiderio
dell'alleanza? 59,91. Così non c'è niente che non aggiunga qualche meraviglia, e la cosa precedente
viene sempre oscurata dalla successiva. Infatti ciò che è piacevolissimo all'ascolto, e che non è stato
paragonabile a nessun fatto avvenuto prima,se però ad alcuni non è venuto in mente, e da altri non è
ritenuto credibile, quando tu lo paragoni a tutte le azioni di tutti, troverai che esso è niente, questo
atteggiamento è stato deciso, non è stato negato e si è affermato da molto tempo. 59,92. Un esercito
di Sciti è uscito, si è unito alle forze dei Romani, si è schierato contro l'esercito dei Persiani e ha
mantenuto immutato il potere dei Romani, ma ha distrutto il potere dei Persiani. E la cosa ancora
più importante è che i Persiani non hanno fatto la spedizione militare per evitare tutto questo, e non
sono stati visti mentre agivano male volontariamente per la loro utilità, e i Barbari quando hanno
visto degli altri Barbari che si avvicinavano non hanno cambiato immediatamente il loro ordine di
battaglia, e non hanno cambiato il loro atteggiamento a causa della loro visione, come in precedenza
hanno fatto i Tessali, ma come se lottassero per la propria terra con il loro impegno non hanno
cambiato nessuna delle azioni che li chiamavano in causa. 59,93. E bisogna ritenere che la causa di
questi comportamenti risieda non nei caratteri naturali di quei Barbari, ma nella sapienza
dell'imperatore, che li ha resi leali, mentre prima erano sleali, che li ha resi docili, mentre prima
erano indisciplinati, li ha resi costanti, mentre prima erano infidi, li ha resi alleati, mentre prima
erano nemici, e con una sola decisione ha dato delle truppe ausiliarie per combattere contro i
Persiani, ha svuotato una parte non piccola della Scizia, e ha spinto alla guerra i Barbari che erano
coinvolti nelle sue decisioni per la loro denominazione, cosicché per me non è facile giudicare se lui
sia degno di essere ammirato per il coraggio o per la sapienza della sua decisione. 59,94.Anche quel
merito supera la credibilità dello stesso discorso. Infatti mentre una guerra tanto grande veniva
sopportata dall'imperatore, è scoppiata una rivolta dall'interno in modi imprevisti, e un tumulto non
piccolo ha occupato la più grande delle città di questa zona, la città che è seconda soltanto a quella
che è la più grande tra tutte le città. E chi valuta questo evento in modo semplice riterrà che sia stato
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una sfortuna, ma chi è capace di considerarlo in modo adeguato, riterrà che ciò che è accaduto sia
frutto della più grande fortuna. Infatti come le forme più gravi delle malattie sono utili ai migliori
medici perché danno loro la possibilità di dimostrare la loro capacità, così le circostanze difficili
portano un vantaggio agli imperatori, se essi grazie alla loro prudenza le faranno finire nei modi
migliori, perché niente avrebbe permesso ad Aiakos di ottenere una testimonianza grandissima della
sua giustizia, se gli eccessi del clima non avessero messo i Greci nella condizione di avere bisogno
di lui, e se questi eccessi non gli avessero dato la possibilità di dimostrare qual era il suo modo di
essere. 59,95. Io mi congratulo con l'imperatore per questo suo rimedio,perché lui ha dimostrato che
ha imitato i bravi timonieri, che, quando una nave è sconvolta da molti venti provenienti da molte
direzioni,resistono nello stesso tempo a tutti gli attacchi più forti della tempesta e dimostrano la loro
capacità. E l'imperatore quando è stato in mezzo alla guerra e alla rivolta ed è stato circondato da un
grande numero di difficoltà, non è stato sconvolto nella sua anima dalla calamità, ma è stato capace
di fronteggiare entrambe le difficoltà come se lui avesse grande facilità da ognuna di esse. 59,96.
Allora quale cosa bisogna dire per prima oppure quale cosa bisogna dire per ultima?Oppure di quale
cosa bisogna fare menzione e quale cosa bisogna invece tralasciare?Bisogna dire che lui è arrivato e
partito dalla Persia disprezzando quelli che non erano apparsi in nessun luogo, o bisogna parlare
della velocità del suo viaggio con il quale ha superato gli Spartani, o bisogna parlare degli eccessi
dell'inverno o delle intense nevicate, o delle piogge continue? Lui ha riso di tutte queste intemperie,
come se lui fosse un uomo fatto di acciaio. 59,97. Ma quando Konstantios ha spento la follia dei
rivoltosi non appena è comparso? Ma quando lui ha attraversato lo stretto come se fosse stato
nascosto da una nuvola divina? E quando lui si è occupato di quelli che erano accusati? Ma quando
lui ha giudicato quelli che erano incolpevoli? Ma quando lui non ha ucciso nessuno, e ha punito
quelli che si erano comportati male? Ma quando lui ha dato al consiglio cittadino la possibilità di
fare un discorso, e lui è stato superiore in un modo grandissimo quando ha parlato? Ma è giusto
ricordare quando l'imperatore,dopo avere lasciato perdere tutte queste parole del consiglio cittadino,
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ha detto delle parole di risposta, con le quali ha abbattuto velocemente il comportamento più
terribile del consiglio cittadino in queste vicende? Ma quando lui non aveva ancora cominciato a
dedicato di nuovo ai nemici? 59,98. Così, come ho detto, si può discutere se sia migliore il possesso
del coraggio o dell'intelligenza, quale delle due doti si potrebbe ritenere che sia vincente, e sia
prevalente nell'imperatore. Tuttavia quando noi sappiamo che gli eroi eccellenti sono stati aiutati ai
loro inizi, mentre questo imperatore ha ottenuto entrambe le doti in modo grandissimo, quali uomini
è giusto collocare in questa stessa condizione? 59,99. Suvvia, ricorderemo anche la sua ultima
battaglia. E si può definire quella battaglia, ultima e grande, ed essa merita di essere definita grande
molto più di quella di Corinto, che è stata celebrata. Io prometto che mostrerò che l'imperatore in
questa battaglia ha sconfitto contemporaneamente i Persiani e le sue stesse forze. E nessuno prima
di ascoltare qualcosa deve essere diffidente verso i suoi eccessi,ma bisogna aspettare le
argomentazioni, così si può dare il giudizio. Ma io voglio cominciare da un po' prima. Infatti in
questo modo la valutazione di ogni cosa potrebbe essere più precisa. 59,100. I Persiani hanno
opposto resistenza agli attacchi dell'imperatore ed essendo stati danneggiati dalla lunghezza della
guerra, hanno accolto quella <condizione> obbligata, come un'esortazione ai pericoli, infatti la loro
vita non è piacevole, e per loro il morire non è una cosa dolorosa. I Persiani, che volevano fare
qualcosa anche a costo di patire, hanno reclutato gli uomini dalla giovinezza in su, non hanno esteso
l'esenzione del servizio militare a quelli che erano molto giovani e li hanno schierati in battaglia,
hanno radunato le donne, affinché fossero portatrici di bagagli per l'esercito. I Persiani hanno
convinto con la supplica vari popoli barbari vicini a condividere i loro pericoli,e hanno costretto con
la violenza altri popoli a collaborare con loro per il loro vantaggio, ad altri popoli hanno dato una
grande quantità di denaro, e quel denaro che era stato custodito a partire da tempi antichi, in quel
tempo per la prima volta è stato speso per gli aiutanti dei Persiani. 59,101. I Persiani, dopo avere
investigato tutta la terra in quel modo, hanno lasciato le città vuote, hanno affollato tutto lo spazio
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vicino con un grande numero di persone, hanno mescolato le esercitazioni al viaggio, sono andati
verso il fiume, l'imperatore ha saputo ciò che era avvenuto. Infatti in che modo uno sconvolgimento
così grande potrebbe essere nascosto quando si alza una nube di polvere, quando c'è un rumore
misto di cavalli, di uomini e di armi, e questo rumore non permette che dormano nemmeno coloro
che sono molto lontani, e le spie apprendono l'avvenimento con la loro vista e non intuiscono il
messaggio da una fonte esterna, ma ottengono questa conoscenza con la loro visione? 59,102.
L'imperatore ascoltando queste notizie che erano chiare non ha cambiato il suo colorito, come
qualcuno che avesse uno spavento nella sua anima, lui, cercando la decisione migliore nelle
situazioni che c'erano in quel momento, ha ordinato a coloro che erano adibiti alla difesa dei confini
di spostarsi nel modo più veloce possibile, di non essere sconvolti per il fatto che le sponde del
fiume erano state unite, di non frenare lo sbarco dei Persiani, di non impedire la loro attività di
che i difensori dei nostri confini costruissero un recinto e una palizzata e che occupassero prima dei
nemici i luoghi ricchi di corsi d'acqua e che prendessero prima dei nemici i luoghi che erano i più
propizi. Infatti se i Persiani dopo avere attraversato il fiume si fossero collocati lì, questa azione non
avrebbe causato nessuna paura, ma se essi fossero stati respinti la prima volta avrebbero còlto quel
pretesto per fuggire. Era necessario che i nemici fossero adescati dalla sicurezza di quello sbarco.
59,103. Dunque quando queste azioni sono state permesse, e da parte nostra nessuno si opponeva ai
Persiani, essi hanno fatto dei ponti sul fiume in tre punti e molti di loro hanno attraversato il fiume
ovunque. E dapprima essi collegando i giorni con le notti, non hanno cessato di fare il loro sbarco.
In un secondo momento essi hanno avuto bisogno di costruire delle mura, hanno innalzato subito la
cinta muraria in un modo più veloce di quanto fecero i Greci vicino alla città di Troia. Ormai tutti i
luoghi erano pieni di quegli uomini che avevano fatto l'attraversamento, sia la riva del fiume, sia lo
spazio largo delle pianure, sia le sommità delle montagne. Non c'era nessun tipo di guerriero che
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armi pesanti, né un cavaliere, né i combattenti corazzati in ogni parte. E mentre essi si dirigevano
dove volevano, l'imperatore è apparso e ha superato ogni immagine omerica con il suo fulgore, e si
è fatto vedere mentre portava le armi in ogni luogo. 59,104. I Persiani in quel momento hanno preso
una simile decisione. Essi hanno disposto arcieri e lanciatori di giavellotti sulle sommità delle alture
e delle mura, e hanno messo i guerrieri corazzati davanti al muro. Gli altri guerrieri dopo avere
ripreso le armi sono andati contro i nemici per provocarli. Ma quando essi hanno visto che quelli si
muovevano, subito sono fuggiti e sono scappati, portando quelli che li inseguivano dentro la portata
delle frecce, affinché essi fossero colpiti dalle frecce provenienti dall'alto. 59,105. Dunque
l'inseguimento ha occupato un po' di tempo e anche la maggiore parte del giorno, ma quando coloro
che fuggivano si sono imbattuti nel muro, allora la circostanza ha chiamato davanti alle mura gli
arcieri e i soldati che erano freschi, e di conseguenza l'imperatore ha ottenuto una vittoria non come
queste altre vittorie che sono consuete, e non come le numerose vittorie che sono avvenute sia ora,
sia in precedenza, e l'azione di questa vittoria non sta nelle mani e negli strumenti di guerra e in
questa vittoria non c'è bisogno di nessuna condivisione ed essa non avrebbe potuto essere fatta in
nessun altro modo, ma è possibile definire questa vittoria completamente propria di colui che ha
vinto. 59,106. Che significa questo? L'imperatore da solo ha trovato il senso delle azioni che sono
state fatte, soltanto a lui non è rimasta nascosta la decisione dello schieramento, l'imperatore da solo
con il suo grido ha dato l'ordine di non fare l'inseguimento e di non spingersi in un pericolo
evidente. Adesso io apprezzo ancora di più l'autore della decisione, con la quale lui ha detto che una
risoluzione dotata di sapienza è più forte di molte mani. L'imperatore prendendo questa decisione e
capendo tutte le cose in una volta sola, ha visto il futuro non meno bene degli eventi che erano
presenti e che si stavano svolgendo. 59,107. E lui ha fatto ciò in un modo molto opportuno. Infatti la
l'inseguimento nella mattina, si sono avvicinati alle mura nel tardo pomeriggio. L'imperatore ha
pensato a tutte queste cose, la fatica dovuta alle armi, la lunghezza dell'inseguimento, il caldo
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bruciante dovuto al sole, la sete eccessiva, la notte che incombeva, gli arcieri che erano sulle alture,
ha ritenuto giusto sottovalutare i Persiani, e obbedire alla circostanza. 59,108. Dunque se essi
avessero capito la sua intenzione,e se la loro collera non fosse stata più forte dell'esortazione, niente
avrebbe impedito che anche i nemici si trovassero come nella nostra situazione di quel momento, e
che loro vincessero e si salvassero; adesso invece quanto più si rimproverano i Persiani, tanto più si
esalta l'imperatore.Infatti quelli che hanno sbagliato a non obbedire hanno onorato il consiglio di chi
ha fatto loro un'esortazione. 59,109. Io chiamo vittorie degli imperatori anche quelle vittorie che
sono state ottenute in condivisione con altre persone, ma io ritengo che queste vittorie siano molto
più onorevoli di quelle per le quali non è possibile dire coloro che vi hanno partecipato. Dunque se
anche qualcuno contestasse fortemente il fatto che non tutte le vicende dei soldati siano andate
secondo la volontà dell'imperatore, niente potrebbe impedire il fatto che alcuni non hanno ottenuto
dei successi in tutte le loro azioni, mentre l'imperatore ha vinto in modo totale e ha deciso che
fossero primi quelli che erano migliori tra i soldati. 59,110. È giusto anche valutare l'eccellenza di
quelli che hanno combattuto ed è giusto rendere evidente a tutti quanto sono grandi le sconfitte dalle
quali i soldati sono partiti e come essi sono diventati. Dunque se essi si fossero scontrati prima con i
guerrieri corazzati che erano davanti alle mura, avrebbero trovato un modo di combattere più forte
della loro armatura. I fanti, evitando i cavalieri che li attaccavano, hanno reso inutile l'attacco della
cavalleria,e i fanti nella loro corsa colpendo le forze montate a cavallo con un bastone sulla guancia,
le hanno abbattute e hanno fatto il resto facilmente.Poi non appena i fanti hanno rivolto le loro mani
contro il muro, esso è stato completamente distrutto dai bastioni fino alle prime fondamenta e non
c'è stato nessuno che impedisse questa azione. 59,111. Io potrei ritenere che sia molto importante
anche dire chi per primo ha fatto a pezzi la cinta di mura e soffermarmi sulla sua prodezza, infatti
forse questa notizia non è più sgradevole da sentire del fuoco che ha distrutto la nave dei Tessali;
ma poiché il tempo non concede questa cosa, certamente non c'è bisogno di dire chi ha fatto una
corsa. 59,112. Dunque la cinta di mura è stata completamente rasa al suolo, alcuni uomini si sono
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riversati, hanno ritenuto che tutto ciò che era stato fatto fosse una piccola cosa, hanno strappato le
tende, hanno ottenuto da vicino i frutti di quelle fatiche che erano già state compiute in passato,
hanno ucciso tutti quelli che hanno trovato, solo chi è fuggito si è salvato. E poiché
quell'inseguimento è stato glorioso, quella azione richiedeva un giorno più glorioso, se in qualche
modo può esistere,per la perfezione di quei successi,ma quando si è passati a una battaglia notturna,
quegli uomini sono stati colpiti da frecce provenienti dalle alture, sono stati colpiti su due lati, da
piccole lance e da frecce che si spezzavano dentro ai loro corpi, la notte ha tolto loro la possibilità di
usare i propri corpi in tutta quell'oscurità, tuttavia i soldati sono andati avanti contro degli armati
alla leggera i quali erano forti da lontano e contro dei combattenti freschi, mentre i soldati, pur
essendo affaticati, hanno respinto quegli uomini valorosi, hanno cacciato i nemici da quel territorio.
59,113. Tuttavia chi avrebbe potuto sopportare il coraggio di quegli uomini che aumentava per il
pensiero degli ostacoli tanto grandi che avevano affrontato per essere ritenuti degni dell'onore più
grande dal quale non sono stati privati da nessuno? Infatti chi potrebbe non ritenere che i Persiani
siano stati sconfitti in un modo evidente, loro che avevano attraversato il fiume per ottenere una
vittoria sugli altri, ma che, nonostante le loro superiorità così grandi, sono andati via dileguandosi e
dopo avere perso le loro speranze? 59,114. Dunque se in qualche modo la cosa migliore viene fatta
conoscere dalla buona decisione, l'imperatore ha dimostrato di essere il migliore sia tra i nostri sia
tra i nemici per le decisioni che lui ha preso, e se per qualcuno è più piacevole valutare le sue
imprese come insignificanti, alcuni hanno lasciato l'esercito e sono andati su una zattera, alcuni dei
nostri soldati sono morti, ma hanno vinto con le loro anime, anche se hanno perso i loro corpi, altri
soldati sono tornati indietro, non prima che essi avessero purificato il territorio dei nemici. E io non
aggiungo che la natura di quel territorio ha causato un danno più grande di quanto abbia fatto la
forza dei nemici, e non aggiungo che i Persiani hanno preso parte al pericolo con le loro mogli, ma
la parte migliore del nostro esercito non ha partecipato alla battaglia. 59,115. Noi, dopo avere
stabilito tre limiti valutiamo quale giudizio dare su questa battaglia, un giudizio è quello precedente
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alla battaglia, il secondo riguarda le azioni della battaglia, e il terzo giudizio riguarda ciò che è
avvenuto dopo la fuga. 59,116.Certamente i Persiani hanno fatto il loro sbarco e hanno fatto il ponte
sul fiume non prevalendo su quelli che li ostacolavano, ma i Persiani hanno avuto la possibilità di
fare ciò perché i loro avversari non hanno voluto ostacolarli, i Persiani hanno fatto il loro sbarco e
dopo avere valutato attentamente con il loro giudizio hanno occupato i luoghi forti, ma non hanno
attaccato quelli che sembravano essere privi di armi. 59,117. Dunque la superiorità dei Persiani si è
limitata a queste cose, ma quando gli eserciti si sono scontrati, invece di ricevere quelli che
attaccavano e invece di fare una battaglia che era alla loro portata, i Persiani sono stati i primi a
fuggire. Essi si sono chiusi nella cinta di mura e non hanno combattuto per difendere le mura, ma
hanno perso la loro difesa,e hanno perso anche la ricchezza che avevano nelle loro tende. Quelli che
sono stati lasciati indietro sono morti senza nessun onore, ma hanno visto il figlio del loro re, il
successore del regno che è stato fatto prigioniero, è stato frustato, ed è stato torturato, e poco tempo
dopo è stato ucciso. Se anche i Persiani hanno fatto qualcosa di simile,ciò che è accaduto è stato uno
stratagemma, non una prova di coraggio. 59,118. Questi sono alcuni degli eventi accaduti durante la
battaglia, altri eventi sono avvenuti dopo la battaglia, i Persiani non hanno rimosso i cadaveri, si
sono affrettati a fuggire, hanno distrutto i ponti, e neppure in sogno sperano di rimediare alla loro
ferita. Quel re persiano che poteva fare azioni gloriose ed era bravo solo a fare minacce,
strappandosi i capelli ha distrutto quella chioma che prima onorava, si è colpito la testa molte volte,
ha pianto per la morte del figlio, ha pianto per la rovina delle sue liste di soldati, ha pianto per la
terra che era priva di agricoltori,e voleva tagliare le teste di quelli che avevano onorato la felicità dei
Romani in modo ingiusto. 59,119. Non è il mio discorso che stravolge questi eventi in modo
favorevole,ma i disertori esponendo i loro corpi riferiscono chiaramente la notizia. E non è possibile
non credere a loro. Infatti essi non si divertono a dire falsità riguardo ai pericoli. Dunque non è
oggetto di controversia il fatto che queste sono le cose che hanno causato la vittoria, come quella
vittoria di Tanagra, e per Zeus, quella vittoria degli abitanti di Tegea e di quelli di Mantinea a
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Orestis. 59,120. Io posso dire una cosa molto più grande di questa, e credo che neppure il re dei
Persiani in persona potrebbe smentirmi. Entrambe le parti hanno dichiarato che quelli che erano
rimasti sono andati via nella battaglia notturna: se questa cosa è così, necessariamente è vera una di
queste due opzioni, o gli sconfitti sono fuggiti, oppure i Persiani, nonostante la loro vittoria, sono
stati molto cauti in attesa di ciò che stava per accadere. Dunque se noi riteniamo vera la prima
affermazione, certamente la vittoria è stata chiaramente dalla nostra parte; ma se i Persiani dopo
avere avuto la meglio nella battaglia notturna, non hanno avuto il coraggio di compiere le azioni
restanti, la vittoria è del nostro imperatore in un modo molto più grande. Infatti se i Persiani dopo
avere vinto contro i nostri soldati che si erano scontrati con loro, non si sono opposti alla mano
destra del nostro imperatore, certamente hanno reso chiaro a tutti che l'imperatore aveva ottenuto la
propria forza non grazie ai propri seguaci,ma grazie alla propria natura. 59,121.Dunque Konstantios
è tale nelle guerre, e non è che nelle altre cose non abbia fornito nessun motivo per dargli una lode,
ma lui è così glorioso nelle armi e migliore nelle altre attività di come lui sia nelle armi, cosicché è
possibile dire:“è un buon imperatore e un forte guerriero”. Infatti lui non ritiene di apparire migliore
degli altri per questa cosa,per il farsi vedere adirato,ma se apprezza la clemenza più delle altre virtù,
lui prevale in tutte le altre virtù in un modo che non è affatto minore. 59,122. Konstantios non pensa
che sia proprio dell'imperatore uno sguardo inquietante, ma ritenendo che questa cosa sia propria di
una follia, la annovera tra le malattie, e crede che la durezza negli incontri sia una cosa da tiranni,e
avendo aggiunto l'affabilità dei comportamenti al destino di chi ha il potere, lui è orgoglioso non se
governa l'impero per mezzo della paura, ma se lui è difeso dall'affetto dei suoi sudditi,e se è capace
di ricambiare la benevolenza, di concedere il perdono a un errore, se lui è più forte della litigiosità,
se è migliore di una collera, se è superiore al piacere,infatti Konstantios crede che non sia opportuno
dominare alcune città ed essere schiavo delle sofferenze dell'anima, e ritiene che chi si comporta in
questo modo non debba essere definito padrone, ma schiavo, Konstantios è invulnerabile nella
bellezza del suo corpo, non è mai soggetto a una collera inopportuna, e quando lui prende delle
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decisioni, rende pubblico il senso di queste decisioni,lui non disprezza con arroganza i consigli delle
ersone a lui vicine, ma conferma nei fatti il discorso antico, secondo cui la saggezza consiste in
questo, nell'essere capaci di dare la decisione a quelli che sono migliori, Konstantios non declama
lunghi discorsi inutili, ma racchiude argomenti importanti in parole concise, non scrive in modo
avventato una lista dei suoi amici, ma non è capace di cancellare quelli che lui ha registrato una
volta come suoi amici, lui non consuma il suo affetto con il passare del tempo, ma aumenta il suo
amore nella conoscenza intima, Konstantios non ha nessun indugio nell'affrontare dei pericoli a
favore di ciò che è giusto, è il più incapace di tutti di suscitare una guerra per il desiderio di avere
qualcosa di più, è veloce nel fare le azioni di beneficenza, temporeggia quando deve dare delle
punizioni,è capace di dare compassione ai poveri,ma non è capace di rivolgersi con ostilità ai ricchi,
non ricerca delle punizioni per quelli che hanno commesso delle ingiustizie, ma si allontana con
impegno dalle ingiustizie, esercita la moderazione così tanto che prova vergogna anche solo per il
nome dell'intemperanza, Konstatios è così lontano dallo spergiuro al punto che rispetta
scrupolosamente i giuramenti fatti in buona fede, egli ritiene che il non abituare il ventre alla fame
sia non lontano da una forma di viltà, lui ha ottenuto sempre dei successi grandissimi, ma non ha
mai detto nessuna parola ad alta voce, obbedisce velocemente ad alcune circostanze, ma non ritiene
che la velocità vada insieme alla confusione, non è sicuro della vittoria per il grande numero dei
suoi soldati,ma si aspetta gli eventi migliori dalla consapevolezza della sua religiosità, non è carente
nell'accuratezza della preparazione, ma ha fiducia nel favore divino più che nelle armi per ottenere
la vittoria, non evita mai nessuna impresa, ma preferirebbe portare a termine quelle più facili,
Konstantios se anche per caso viene sconfitto, non è avvilito per il dolore, e non è meschino per una
gioia eccessiva,ma elimina la visibilità di ognuno di questi due sentimenti, e dopo avere atteggiato il
suo viso a una forma equilibrata la mantiene, lui elogia le virtù di coloro che sono con lui, ma
corregge con il silenzio quei comportamenti che non sono virtuosi, e infatti ciò che altre persone
puniscono mediante un rimprovero, riceve la sua correzione per mezzo del silenzio di Konstantios,
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cosicché lui rende evidente ciò che è buono per mezzo dei suoi elogi, e cura ciò che è stato fatto
male in un modo che non è affatto peggiore, con il silenzio sulle azioni che sono il contrario della
bontà, ma lui evita l'atteggiamento fastidioso dell'ipercritico, e non trascorre i suoi periodi di
tranquillità nel sonno e nell'ozio, ma dedica i suoi riposi all'esercizio delle attività belliche, e
Konstantios non ha come passatempo l'insolenza che proviene dalla danza, ma incita la sua anima
al coraggio con la visione delle gare di cavalli, è il più veloce di tutti nel montare a cavallo,
nell'abilità di arciere ha una mira migliore degli uomini cantati da Homeros, lui ha liberato le anime
dei suoi sudditi in un modo grandissimo, ha fatto in modo che la misura del loro tributo fosse quella
necessaria. Dunque Konstantios dopo avere disposto il suo potere in un tale modo, ha continuato a
vivere con un potere maggiore di quello che voleva, ma con una sicurezza maggiore di ogni privato
potremo dire niente delle imprese compiute dall'altro imperatore. Bisogna allora rivolgere il
discorso verso l'occidente e bisogna tentare di scegliere alcuni argomenti tra i tanti fornendo delle
parole brevi, e bisogna tentare di parlare brevemente riguardo a quegli argomenti. 59,124.Dunque io
posso indicare sommariamente tutto il merito di Konstantes dicendo questo, cioè che Konstantes ha
confermato la sua uguaglianza con il fratello nell'indole naturale con l'uguaglianza della sua scelta e
ha fatto in modo che la somiglianza del suo titolo diventasse la somiglianza delle sue imprese,
permettendo di definire sorelle le sue imprese e quelle di Konstantios. Infatti come Konstantios ha
fermato ogni paura che veniva da un attacco dei Persiani, Konstantes ha costretto i popoli barbari
che si erano riversati ovunque nel territorio occidentale a stare tranquilli. 59,125. È stata certamente
opera di una divinità l'ottenere uno stesso risultato per ognuno dei due imperatori, e dare a ciascuno
dei due imperatori un comportamento che è cambiato in vista del risultato. Infatti Konstantios ha
frenato quei vicini che stavano avanzando, Konstantes non ha permesso che l'impero fosse
sconvolto, cosicché, sia se uno ritiene che la prima impresa sia degna di ammirazione, sia se uno
ritiene che la seconda impresa sia più gloriosa, sia se uno apprezza nello stesso modo entrambe le
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azioni, se non ci fossero state sia l'una che l'altra non ci sarebbe l'impero che c'è adesso. 59,126. Io
dico ora una piccola cosa imitando Thukidides. Infatti io non ho accettato senza fare verifiche ciò
che ho sentito dire, e io non ho evitato di affaticarmi nella ricerca della verità e io non ho fatto
ricorso a delle cose pronte, ma in modo faticoso e con estrema accuratezza mi sono soffermato sulla
faccenda, e non si potrebbe diffidare di me a buon diritto. 59,127. Quali sono i successi di
Konstantes? C'è una stirpe di Celti che si trova al di là del fiume Reno e che arriva anche fino
all'Oceano, ed è stata così ben recintata nelle azioni belliche di Konstantes, al punto che questi Celti
hanno preso il loro nome da queste azioni e si chiamano Fraktoi, i recintati, ma sono stati chiamati
Franchi da molte persone, cioè il loro nome si è corrotto a causa dell'ignoranza di molte persone.
59,128. Questi uomini superano ogni numero per la loro moltitudine, e superano l'eccesso del loro
numero con la loro forza. Per loro una tempesta di mare non è affatto più spaventosa di una
tempesta di terraferma, il freddo delle terre settentrionali per loro è più piacevole dei climi miti, per
loro una lunghissima vita inoperosa è una sventura, e le circostanze delle guerre sono il massimo
della felicità, e se uno di loro viene mutilato combatte con quello che gli resta, e l'inseguimento di
quelli che vincono non finisce se a loro succede di essere sconfitti, ma essi ritengono che la fine
della fuga consista nell'inizio dell'attacco. I Fraktoi nelle loro leggi danno un premio alla pazzia e
danno onori alla temerarietà. Essi ritengono che la tranquillità sia certamente una malattia.. 59,129.
Dunque in tutto il periodo precedente tutti quelli che hanno avuto il potere imperiale nella terra
vicina ai Fraktoi non hanno trovato le parole con cui potessero convincerli e non hanno avuto la
forza delle armi con cui potessero costringerli a stare tranquilli, e hanno dovuto mettersi vicini ai
Fraktoi continuamente, giorno e notte, per contrastare le loro sortite, non potevano prendere cibo
senza avere le armi, non potevano togliersi l'elmo per riposare in sicurezza, ma dovevano portare le
armi come se fossero nati insieme all'equipaggiamento militare alla maniera degli antichi abitanti
dell'Acarnania. 59,130. E questa stessa cosa avviene anche agli scogli, se il mare, spinto da vari
venti si solleva per le onde continue. Infatti come nel mare prima che la prima onda si infranga
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completamente sugli scogli, la seconda onda colpisce gli scogli immediatamente dopo, e la terza
onda di nuovo li colpisce e questa azione continua ad avvenire, fino a quando i venti cessano, così
anche i popoli dei Fraktoi, spinti alla follia dal loro desiderio delle attività belliche, hanno reso
frequenti i loro attacchi, e prima che la prima falange sia respinta in un modo adeguato, un secondo
esercito fa un attacco. 59,131. Ma era necessario che anche le onde di questi popoli prima o poi
Konstantes, il quale ha rivolto il loro desiderio insaziabile di guerre verso un desiderio di pace in
nessun altro modo, se non mostrando che il suo desiderio di pace era più grande del desiderio di
battaglie di quegli uomini. Certamente i Fraktoi avrebbero accettato di andare alla prova delle loro
forze, ma è stata sufficiente la paura a fare le azioni proprie della prova, e i Fraktoi non hanno
sollevato le loro mani destre per fare un lancio di dardi, ma hanno alzato le mani per chiedere una
tregua. 59,132. Ecco una prova di ciò; i Fraktoi hanno ricevuto da noi dei governanti come
sorveglianti delle loro azioni,hanno scacciato il loro furore animalesco, hanno accolto benevolmente
dei pensieri umani, hanno abbandonato la prepotenza e hanno onorato il rispetto dei giuramenti.
Certamente essi avrebbero apprezzato la tranquillità anche se non ci fosse stato il vincolo dei
giuramenti. In questo modo ciò che è peggiore solitamente viene frenato da ciò che è migliore.
59,133. E l'imperatore Konstantes dopo avere concesso, non all'indole naturale dei Fraktoi, ma alla
paura che loro avevano di lui, di rispettare gli accordi, ha preso delle decisioni riguardo all'impero
nelle città della Pannonia. L'attacco improvviso dei Fraktoi costringeva i governanti dei tempi
precedenti tempi a rivolgere lo sguardo a loro,e non permetteva ai governanti di vedere l'impero, ma
essi conoscevano i loro sudditi solo per sentito dire. Dunque se qualcuno gradisce una vittoria che
avviene senza fatica è troppo pieno dei propri desideri, perché non c'è nessuno che abbia accettato
la propria schiavitù per una semplice paura. 59,134. Dunque chi vuole, deve decidere, in base alla
propria condizione e alla propria natura, quale delle due opzioni sia meglio, se prevalere sui Fraktoi
dopo che hanno fatto una rivolta, oppure se sia meglio non dare loro la possibilità di fare nessuna
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rivolta, cosicché qualunque tra le due opzioni prevarrà, questa scelta sarà di entrambi. Infatti essi si
vantano in modo maggiore delle cose degli altri che delle proprie. 59,135. Dunque i Fraktoi hanno
subito un tale giogo di schiavitù, e infatti per loro il non poter saccheggiare altri popoli è una
schiavitù;ci sono anche numerosissime altre tribù di barbari che sono cresciute in molti luoghi come
animali selvatici e hanno circondato l'impero, alcune di queste tribù sono più grandi, altre sono più
piccole, ma tutte sono difficili da combattere in un modo simile. Riguardo a queste tribù che cosa si
potrebbe dire di più se non che esse superano il catalogo di Homeros per il numero dei loro popoli?
59,136. Questi uomini hanno fatto alcune devastazioni e alcuni saccheggi nei tempi precedenti, e
hanno causato una Iliade di sventure a quei Romani che vivevano vicino a loro, hanno avuto troppa
fiducia in se stessi e si sono alleati tra loro, ma dopo che essi hanno visto la cosa più importante si
sono inchinati al giogo, e loro, che erano abituati a disturbare gli altri, si sono spaventati, hanno
seguito il giudizio che è dato dalla paura e dopo essere stati richiamati con un avvertimento, hanno
eliminato i loro attacchi. Tuttavia cosa potrebbe mai fare un tale uomo che è arrivato alla necessità
di uno scontro fisico, e che aspettandosi questa cosa, ha umiliato gli uomini più pazzi? 59,137.
Dunque non è giusto passare sotto silenzio neppure la navigazione di Konstantes verso la Britannia,
che è una isola, perché l'isola è ignorata da molti. Ma quanto più essa è sconosciuta, tanto più essa
sarà citata, in modo che tutti quanti sappiano che l'imperatore Konstantes ha indagato anche
quell'isola che è fuori dalla terra conosciuta. Io penso che la sua navigazione apparirà non peggiore
del più grande trofeo. Dunque Herodotos che ha esaminato un numero di cose più grande di quelle
che erano necessarie, sostiene chiaramente che non esiste quell'oceano molto famoso, ma dice che
esso è stato un'invenzione di Homeros o di qualche altro poeta, e così il suo nome è stato introdotto
in un poema, altri credono che in qualche luogo esista l'Oceano, però sono incerti riguardo al suo
nome;ma Konstantes è stato così lontano dallo sperimentare una condizione simile a questa al punto
che lui, anche se non sapeva queste cose, ha messo in mare una nave e dopo essersi imbarcato ha
viaggiato, ha gettato l'àncora nei porti della Britannia e ha ritenuto opportuno tralasciare l'attività
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più importante tra quelle adatte a lui. 59,138. C'è un discorso che ha dei testimoni oculari secondo
cui per Konstantes era più importante mandare in una situazione pericolosa una nave commerciale
tonda su quel mare invece che fare una battaglia navale altrove. Sono così grandi le burrasche che
curvano le onde verso il cielo, i venti spingono alla deriva, prendono e portano via verso un mare
infinito. E la cosa più strana è che, se il timoniere oppone la sua arte a tutte le altre avversità, il mare
improvvisamente si calma,e infine si vede che la nave da carico, che prima era in alto sopra le onde,
poi giace sulla sabbia sottile. E se il mare manda avanti e indietro velocemente il riflusso dell'acqua,
riprende di nuovo la barca; e se tu indugi nel ritorno, la barca affonda poco a poco perché la sabbia
cede per il carico. 59,139. L'imperatore Konstantes non ha considerato nessuna di queste cose, ma
anche se avesse saputo chiaramente tutte le informazioni non avrebbe indugiato, ma tanto più si è
affrettato alla partenza, quanto più lui ha saputo che quel pericolo era celebrato enfaticamente. Ed è
ancora più importante questa cosa, infatti Konstantes non è rimasto a sedere nella parte orientale
dell'impero, in modo che, all'arrivo della bella stagione, l'oceano ammansisse la tempesta, ma è
partito non appena lui ha potuto farlo, quando l'inverno era al suo culmine, e quando tutti gli
elementi naturali, le nuvole, il gelo, le onde, infuriavano in modo estremo, Konstantes non ha detto
prima alle città di quell'isola che lui sarebbe andato, non ha annunciato la sua partenza, non ha
voluto essere ammirato per l'intento dell'impresa prima di avere compiuto l'impresa, ha fatto
imbarcare cento uomini, a quanto si dice, e dopo avere sciolto le funi ha attraversato l'oceano,e tutte
le cose immediatamente sono cambiate in direzione della pace. L'oceano ha calmato la sua onda che
è diventata liscia e ha offerto se stesso all'imperatore per farsi attraversare, allora quel continuo
ritirarsi del mare ha perso la sua consuetudine e ha difeso il territorio. 59,140. Dunque non è che
l'attraversamento verso quell'isola sia avvenuto in un modo così pacifico, e che il ritorno sia andato
in un modo diverso, ma sono avvenuti degli eventi successivi migliori di quelli precedenti e hanno
confermato il proverbio, cosicché non c'è stata nessuna lite sul fatto che queste azioni siano state
fatte con avventatezza giovanile, ma non senza una divinità. 59,141. Dunque se questa isola si fosse
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ribellata, se i suoi abitanti avessero fatto dei rivolgimenti politici, se l'impero fosse stato distrutto, se
la notizia fosse arrivata, e se Konstantes, dopo essere stato preso dalla collera avendo sentito la
notizia, avesse tentato la fortuna con la sua navigazione, non sarebbe possibile attribuire la sua
azione temeraria a un intento ambizioso, ma la necessità imposta da coloro che si sarebbero ribellati
gli toglierebbe la maggiore parte della gloria; ora invece, per come si erano messe le cose in
Britannia, se c'era una sicurezza data dalla terra di godere delle meraviglie dell'oceano, se nessuna
paura costringeva Konstantes a salpare, se non c'era una grande paura che se Konstantes avesse
indugiato a fare la navigazione avrebbe dovuto patire un danno, se queste cose stavano così,e se non
intraprendere tutte le imprese, lui si è esposto volontariamente ai pericoli più grandi, e pensava che
sarebbe stato danneggiato nei modi più grandi,se non avesse affrontato i pericoli più grandi. 59,142.
Anche se queste azioni sono meravigliose, è molto più grande il pensiero che è prima di queste
azioni. Infatti quell'imperatore pensa che l'anima non si separi dal corpo prima che abbia voluto
questa cosa l'essere superiore, e pensa che anima e corpo non possano rimanere insieme più a lungo
se l'essere superiore vuole che essi si separino, e pensa che nessuno potrebbe vivere di più grazie a
una sua sorveglianza e pensa che nessuno possa vivere di meno a causa del suo essere temerario.
Dunque è possibile che Konstantes viva il suo tempo seguendo i pensieri degli immortali. 59,143. E
che bisogno c'è di ricordare due o tre cose che sono state dette e sono state fatte da Konstantes in
modo virtuoso, come se anche le altre sue azioni non segnalassero allo stesso modo la sua bravura?
Affinché io non dia l'impressione né di essere troppo pigro, né di intraprendere delle azioni
impossibili, io non farò la menzione di tutte le cose nel loro ordine,e non mi limiterò a poche parole.
59,144. Dunque il giorno di Konstantes è impegnato nelle sue attività e la sua notte è come i suoi
giorni. Lui respinge l'ubriachezza, e il suo essere sobrio avviene in modo continuo, per lui ogni
individuo pigro è pessimo, ogni individuo vigile è suo amico. Konstantes non ha una guardia del
corpo fatta dalle sue guardie del corpo, ma lui fa la guardia alle sue guardie del corpo, se si accorge
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che le sue guardie sono prese da un grande sonno,permette loro di fare un riposo imperdonabile, ma
lui stesso, come se si opponesse alla sua natura, prende la lancia e diventa una sentinella del palazzo
imperiale. La sua fatica continua è prolungata per tutto il tempo di un anno e per tutti quei momenti
che sono opportuni. 59,145. Dunque Homeros dice da qualche parte parlando degli Achei: “poiché
la loro pelle non è né pietra né ferro”. Se Homeros per caso fosse stato con questo imperatore,
certamente non avrebbe disdegnato di fare un paragone tra lui e l'acciaio per la durezza del suo
corpo. Infatti Konstantes non è indotto alla debolezza dal caldo dell'estate, non è ridotto al torpore
dai freddi dell'inverno, non è portato dai benefici della primavera alla fruizione del piacere, e non è
trascinato alla dissolutezza dai doni dell'autunno, ma egli ha un unico lusso, un'unica festa, il fatto
che i suoi sudditi siano resi morigerati, il fatto che gli stranieri siano spaventati, il fatto che lui sia in
competizione con gli uomini che sono stati celebrati,il fatto che lui aggiunga qualcosa alle leggi che
sono state istituite, il fatto che lui dia un ordine all'impero invece che essere trasportato da esso, il
fatto che lui trascorra la sua vita facendo delle azioni giuste,ma non nel godimento dei suoi successi.
59,146. Dunque Konstantes rifiuta nello stesso modo teatri, derisioni, risate e ogni genere di
prestigiatori come delle cose infami, lui ha sobrietà in ciò di cui si occupa, sia nella sua propensione
alle fatiche, sia nella sua buona disposizione verso le virtù, e lui ritiene che ogni cosa virtuosa sia tra
quelle più importanti. Ogni bellezza femminile viene sconfitta. Chi porta dei doni non è più onorato
di nessun altro per questa dazione, ma viene ammirato di più per la sua benevolenza se dà una prova
del suo atteggiamento. 59,147. Ogni impresa di Konstantes rimane nascosta. L'unico che la conosce
in anticipo è lui che l'ha decisa. Niente di ciò che lui ha deciso non viene compiuto. La velocità
alternata dei suoi attacchi e delle sue ritirate trae in errore le attese della maggior parte delle
persone. Quando si pensa che Konstantes si trovi nel palazzo imperiale, lui valica le cime delle
montagne e quando si pensa che lui sia in viaggio, lui prende delle decisioni nel palazzo imperiale.
Sembra che Konstantes navighi nel mare, e invece avanza andando a piedi. Si immagina che lui
vada a piedi, e invece lui, perdendo di vista la terra, viaggia sul mare. 59,148. E Konstantes ha
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percorso questi spazi che sono tali e tanto grandi non per procurarsi un onore come consolazione
per le sue fatiche, né per mettere la moltitudine di un esercito a guardia di se stesso, ma ha trovato
pochi uomini nei quali ha avuto fiducia, affinché lo accompagnassero nella sua velocità, ha detto
loro di seguirlo dovunque lui li conducesse, e come se a lui fossero cresciute le ali, e come se lui
avesse dato le ali a coloro che lo seguono, lui va ovunque più veloce del pensiero. 59,149. E che
cosa si potrebbe cercare di meglio? Infatti Konstantes quando non ha dei nemici con i quali
scontrarsi indossa le armi contro gli animali feroci, e se lui non trova l'occasione opportuna per
mostrare il suo coraggio nelle guerre, dimostra il suo coraggio contro delle immagini, ed esercita il
suo corpo sotto un sole pieno, e lui ritiene che quelli che fanno esercizi quando l'ombra si mescola
al sole tendano a essere molli. Certamente l'imperatore Konstantes vuole farsi un nome per il suo
eccesso di virtù più che per il fatto di essere migliore per la sua condizione. 59,150. Si potrebbe
ammirare quella capacità di entrambi gli imperatori, il fatto che essi abbiano adattato l'accordo della
loro anima in modo armonioso con il comportamento dei loro sudditi. Infatti come quei medici che
sono eccellenti e che confermano il nome della loro arte non usano un solo tipo di farmaco per tutti
i corpi, ma vedono la differenza e a partire da essa scoprono la qualità propria dei farmaci, e le
circostanze della salute avvengono perfetto soprattutto quando viene conservato l'accordo tra
entrambe le cose, farmaci e corpi, così anche l'impero quando procede con sapienza nella sua guida
fornisce la sua moderazione all'atteggiamento dei sudditi. E se ci sarà bisogno di farmaci più forti o
di farmaci più miti, il potere imperiale non ignorerà il momento opportuno per gli uni e per gli altri.
Dunque se avvenisse ai due imperatori di fare uno scambio di poteri tra loro, certamente essi
condividerebbero anche i loro accordi reciproci. 59,151. Mi sembra che io dia l'impressione di dire
delle cose grandissime, ma mi sembra di non avere detto finora la cosa più importante. Infatti in
precedenza l'ostilità era inclusa in tutti quanti i poteri imperiali, e quelli che avevano gli incarichi
più piccoli complottavano contro quelli che avevano ottenuto i poteri più grandi, e quelli che
avevano i poteri più grandi erano ostili a quelli che avevano gli incarichi piccoli anche nelle cose
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meno importanti. Ma certamente le uguaglianze dei poteri imperiali hanno alimentato la malattia in
un modo molto più grande, e una legge di natura è stata ritenuta inferiore al desiderio di un tiranno,
e ogni cosa di proprietà era ritenuta piena di squilibrio in se stessa. E sono state dette spesso le
sventure grandissime che sono avvenute riguardo ai poteri imperiali. A me sembra che i poeti siano
stati esaltati da questa attività, e mi sembra che essi abbiano portato quei complotti fino alla volta
del cielo. 59,152. Adesso ogni tempo antico è stato sconfitto, ogni occhio ostile di invidia è stato
eliminato, e un legame intatto di amicizia tiene insieme le anime degli imperatori. Il loro potere è
diviso nei luoghi, ma è collegato dalle loro benevolenze. E il nome della loro familiarità è
confermato dalle loro azioni. Infatti gli imperatori sono così lontani dal provare dolore per i beni
che appartengono all'uno o all'altro, al punto che ognuno dei due si tiene lontano dai beni più
importanti dell'altro. Cavalli e quadrighe che ogni giorno aumentano la velocità nei loro
ognuno di quelli che sono stati mandati dagli imperatori arriva nella parte dell'impero dell'altro con
un'uguale autorità, non è la continua permanenza inerte di alcuni eserciti a sorvegliare il luogo in
cui le parti dei loro imperi si mescolano, ma è la forza immutabile di una lealtà priva di inganni che
fa questa sorveglianza. 59,153. E che bisogno c'è di cercare lontano la dimostrazione del fatto che
questi imperatori abbiano ottenuto tutti i poteri in modo comune e del fatto che essi siano ritenuti i
padroni comuni da parte di tutti quanti? Infatti di quale cosa ciò che avviene adesso non è migliore
per dare una testimonianza di questo fatto? È stato presentato un discorso comune per una lode di
entrambi gli imperatori, e questo discorso è stato fatto in modo comune per entrambi gli imperatori,
perché non è pericoloso se qualcuno ammira entrambi gli imperatori allo stesso modo, e ancora di
più perché non sarebbe lecito se qualcuno non ammirasse entrambi gli imperatori nello stesso
modo. 59,154. Dunque certamente essi fanno la guardia l'uno all'altro invece che invidiare i loro
reciproci successi e hanno affidato alcuni incarichi ad alcune persone dalle quali sono stati coinvolti
in alcuni pericoli, e si dice che tali eventi siano accaduti spesso in precedenza a causa di grandi
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ricchezze,perché alcuni individui hanno usato i loro comandi militari per fare una rivolta? Ma anche
questo comportamento è eliminato da quei comportamenti che ci sono adesso. Infatti non c'è
nessuno che non preferirebbe morire invece che comportarsi male verso chi si è fidato di lui, e non
c'è nessuno che non preferirebbe affondare i propri averi invece che finanziare dei rivolgimenti
politici. 59,155. Tuttavia quelli che in passato portavano un aiuto con le loro ricchezze erano meno
ricchi di quelli che adesso sono in una condizione intermedia nella loro agiatezza, e coloro che
adesso sono in una condizione intermedia vivono in un modo più invidiabile di quelli che in
precedenza erano dei sovrani, e tuttavia l'aspetto eccessivo della loro ricchezza non porta il loro
atteggiamento verso l'arroganza. 59,156. Dunque qual è mai la causa della precedente stoltezza e
della saggezza di adesso? È ciò che una volta accadeva a Demosthenes e la paura del futuro era più
grande del beneficio del presente, le confische superavano i doni. Ciò che avveniva era simile ai
meandri dell'Euripo. Il dono ritornava a chi lo aveva dato,oltre a causare una sventura a chi lo aveva
ricevuto. Certamente la paura di ciò che sarebbe accaduto in futuro non permetteva che chi aveva
ricevuto il dono stesse tranquillo, ma l'unica speranza di salvezza consisteva nel distruggere colui
che aveva dato il dono. Adesso è molta la ricchezza che rifluisce dagli imperatori verso i loro
sudditi, e ovunque la sicurezza coniuga con l'onore, e quelli che ricevono qualcosa hanno la loro
gioia più grande non per il fatto di ricevere qualcosa, ma per il fatto di possedere questa cosa con
sicurezza. 59,157. C'è un'altra cosa ancora più importante di questa, e che estende il vantaggio a
tutti quanti. Infatti se qualcuno domandasse qual è la cosa più dolorosa che gli uomini sono abituati
a soffrire nella loro condizione di prigionieri, ogni uomo, anche senza fare nessuna considerazione,
direbbe la vergogna delle proprie donne. E questa cosa non è stata evitata negli imperi del tempo
precedente, ma come nelle leggi era ordinato di raccogliere i tributi, così anche le azioni del
rapimento delle donne erano diventate un'abitudine, e quegli uomini che tenevano lontani i nemici
mescolavano le sventure delle schiavitù con l'aspetto esteriore della libertà,e non erano affatto
diversi da quei cani che sono forti contro i lupi, ma che sono crudeli verso le greggi. 59,158. Adesso
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invece tutta la paura dei matrimoni è stata eliminata, una sicurezza accompagna con serenità le
successioni delle generazioni, i comportamenti morigerati non sono sconfitti dalla costrizione
tirannica, e avere la fortuna di una moglie bella è privo di pericoli. Ogni letto in ogni terra e in ogni
mare è privo di offese per merito di questi imperatori. 59,159. Dunque alcuni agricoltori pativano
delle ingiustizie, e avevano dei raccolti scarsi o di cattiva qualità, ma erano costretti a pagare molti
tributi e ciò avveniva a causa dell'eccesso degli addetti alla misurazione del terreno, e quando c'è
stata una grande difficoltà perché la contribuzione pubblica era pressante, ma la terra non era
sufficiente ad essa, i due imperatori sono andati in soccorso in queste sventure, con la precisione di
contabili diversi dai precedenti hanno eliminato il danno dovuto alla misurazione precedente.
59,160. E cosa bisogna dire riguardo agli agricoltori se non includerli, insieme agli stranieri, nel
numero di quelli che sono stati trattati bene? Infatti certamente i palazzi imperiali sono stati aperti
alle suppliche di tutte quante le persone provenienti da ogni parte, e né una stirpe, né una misura
dell'età, né un prestigio di una condizione sociale sono stati privilegiati nella fruizione della
benevolenza, ma quelli che sono in una posizione elevata dicono a tutti in modo simile di stare
esposta al disprezzo, saranno escluse dal soccorso comune, e dicono che la giustizia non sarà
danneggiata, che nessun giudice sarà ostile a loro, e che nessun loro avversario sarà forte, ma sarà
facile ottenere compassione per chi dirà la propria sventura. 59,161. E io, essendo impegnato in
questo ruolo, sono stato molto contento perché gli imperatori hanno ritenuto giusto prendersi cura
della benevolenza legale, e non hanno disprezzato quelli che hanno patito ingiustizie, non hanno
rifiutato neppure una volta le loro richieste, e non hanno mai collaborato con quelli che hanno osato
fare degli inganni fidandosi completamente di tutte le loro parole. Ma quando gli imperatori hanno
saputo che alcuni avevano avuto di meno a causa della loro debolezza, e hanno saputo che altri si
erano serviti delle suppliche per fare un inganno, hanno applicato la forza delle leggi alla loro
benevolenza e hanno trovato questo ostacolo ai raggiri, per compensare i primi con il loro aiuto, e
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per evitare l'inganno dei secondi. E avviene ovunque che gli imperatori diano il loro assenso alle
suppliche, ma non avviene mai che l'osservanza scrupolosa delle leggi sia danneggiata dalla loro
benevolenza. 59,162. Con questa intenzione gli imperatori hanno assegnato la decisione sulle
controversie ai prefetti. Infatti gli imperatori valutando questa questione hanno trovato che la forza
delle leggi è inferiore al potere imperiale, e l'anima di un imperatore cede alla vista delle lacrime.
Dunque essi temono di piegarsi alle suppliche e ai lamenti, e ritengono che le loro decisioni
sarebbero più benevole che conformi alle leggi. Eppure che cosa c'è di più grande del fatto che gli
imperatori, che sono padroni delle leggi, ritengano che le leggi siano padrone nei loro confronti?
59,163. Dunque alcuni imperatori in passato hanno ritenuto che tra i detentori degli incarichi
pubblici che venivano mandati nelle città quelli che erano più sanguinari fossero anche i più capaci
di comandare, cosicché distruggere un numero maggiore <dei> nemici era una cosa non meno
gloriosa di distruggere un numero maggiore dei propri sudditi. Adesso l'onore è completato dalla
spada, ma nelle anime dei prefetti risplendono le immagini della clemenza dell'imperatore. Non c'è
nessun bisogno di costrizione, né di uccisioni affinché avvengano quelle cose che sono necessarie,
ma è sufficiente che il magistrato spieghi queste cose,e il loro compimento avviene immediatamente
dopo. 59,164. Gli imperatori di volta in volta fanno riposare a turno i primi prefetti e mandano i
secondi prefetti negli incarichi amministrativi. E certamente fanno bene. Infatti se la gestione del
potere è faticosa, essi ritengono che non sia opportuno che gli stessi individui siano logorati da un
carico continuo, e se condividono qualche felicità, gli imperatori chiamano molte persone alla
condivisione di questa felicità. 59,165. Pertanto,vedendo anche quella cosa, cioè che gli onori per
loro natura rendono buoni gli individui, mentre le punizioni per loro natura puniscono gli individui
cattivi, gli imperatori hanno ritenuto che sarebbe stata una cattiva punizione se loro non avessero
impedito che alcuni fossero sempre consumati dalle punizioni, ma hanno ritenuto giusto eliminare
la punizione che avviene in modo continuo,e hanno ritenuto che se questa punizione fosse avvenuta,
sarebbe stata simile ai tagli delle teste dell'idra, e gli stessi imperatori occupando le menti di tutti
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quanti con le buone azioni hanno fatto in modo che essi in futuro avranno delle ottime persone più
di quanto dovranno punire quelli che compiono dei reati. 59,166. Dunque poiché una virtù tanto
grande è dimostrata in pubblico quale merito dei due imperatori deve essere considerato il più
grande tra tutti? Quale di queste due cose, la loro nascita illustre o la loro educazione? E quale tra
queste due cose, la loro giustizia, o la morigeratezza dei loro comportamenti? E quale tra queste due
cose, il loro coraggio contro i nemici, o l'accordo che esiste tra loro? E quale tra queste due cose, la
loro benevolenza in ogni cosa, o la loro intelligenza complessiva? 59,167. E i due imperatori non
hanno ritenuto giusto incoraggiare la speranza rivolta a delle azioni grandissime per mezzo della
divinazione, e a me sembra che essi abbiano fatto ciò non rivolgendo lo sguardo a ciò che è facile,
cosa che spesso viene mostrata da una persona meno capace, ma rivolgendo lo sguardo al fatto che,
se uno indaga il futuro nelle sue vicende più importanti, questa azione è un ostacolo a due capacità,
alla sua ambizione e al suo coraggio. Infatti se qualcuno sapesse in anticipo chi sono coloro che
saranno sfortunati, questo fatto non gli permetterebbe dare l'impegno migliore della sua condizione,
ma gli eventi peggiori rendono vili gli uomini se vengono mostrati in anticipo a coloro ai quali sono
riservati, e gli eventi fortunati tolgono alle persone la gloria per il loro coraggio. Infatti queste
persone danno l'impressione di avere avuto fiducia non nella loro virtù, ma nell'evidenza del loro
successo. Ma tutti quelli che in modo simile ignorano la fine degli eventi diventano uomini
eccellenti, e se essi hanno successo sono meravigliosi, e se essi falliscono e vanno in rovina sono
privi di biasimo. 59,168. Infatti se qualcuno vuole avere un pensiero adeguato riguardo a tutte le
cose, secondo me non deve valutare semplicemente il numero degli elogi, ma deve aggiungere l'età
in cui ognuno dei due imperatori ha compiuto le sue azioni. E presto troverà che la meraviglia più
grande consiste nella giovane età degli imperatori quando hanno compiuto le loro azioni, più che
nella grandezza di queste azioni. 59,169. A me sembra che anche la decisione di colui che ha creato
la terra abitata adesso sia salvaguardata molto bene. Infatti quando egli ha collocato la terra, ha
versato il mare, ha prodotto i fiumi, ha mostrato la posizione di alcune isole circondate dalle acque,
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nel mondo creato da lui sono stati messi tutti i semi delle piante, tutti gli animali, e veramente tutte
le cose delle quali delle quali la natura umana potrebbe avere bisogno in futuro. Tuttavia egli non
ha distribuito tutte le cose in tutte le parti, ma ha distribuito i doni secondo i luoghi portando gli
esseri umani a fare una comunità per la loro utilità reciproca ed egli ha fatto apparire i commerci per
portare a tutti il godimento comune dei beni naturali che nascono in alcuni luoghi. 59,170. Dunque
questa decisione benevola e questa salvezza in precedenza sono state eliminate e sono state distrutte
e le relazioni con altre persone sono state proibite, nello stesso modo degli omicidi, colui che era
sorpreso a fare queste relazioni veniva buttato in un precipizio. La forma della terra somigliava a
una forma divisa. Adesso invece si è congiunto e si è collegato ciò che prima era stato diviso, ciò
che prima era stato separato è stato riportato alla disposizione che era sua propria. 59,171. La
terraferma è una sola, il mare è uno solo, le isole sono comuni, i porti sono stati aperti, le porte sono
state spalancate. Le navi da carico sono dappertutto, portano merci provenienti da ogni luogo, e
riempiono i porti. Una festa comune è stata estesa a quasi tutta la terra che si trova sotto il sole, e
alcune persone vengono per avere un'informazione, altre vengono per altri motivi, e alcune persone
attraversano i mari, altre persone corrono attraverso la terraferma. Quelli che abitano l'Occidente
non sono privi della visione delle meraviglie del Nilo, e quelli che abitano sul Nilo non sono privi di
conoscenza delle bellezze che si trovano nella regione occidentale. Alcuni Fenici si trovano nei
porti della Sicilia, alcuni abitanti della Sicilia si trovano nei porti della Fenicia. La città di Atene
lascia entrare liberamente i mercanti di parole,la provincia di Bitinia lascia entrare liberamente
quelli che vogliono prendere qualsiasi cosa. 59,172. E che bisogno c'è di parlare in modo minuzioso
su ogni cosa? Ma basta dire che in tutti i luoghi si alza una sola voce, e dice che tutti i popoli buoni
del mondo abitato, come se fossero collocati in un coro, cantano insieme eseguendo una sola
musica, e due corifei concedono a loro il canto. 59,173.Dunque alcuni oratori in passato terminando
i loro discorsi hanno chiesto in modo opportuno di ottenere dei beni in una quantità maggiore, e a
me sembra che essi si siano trovati in una condizione simile a questa: essi hanno chiesto più beni di
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quanti ne hanno ottenuti; adesso invece non è possibile chiedere nessun bene che uno non abbia già
sperimentato in passato. Dunque anche questo potrebbe essere un merito notevole degli imperatori,
il fatto che essi non ci hanno lasciato niente che noi potremo cercare in futuro.
chiameremo più questa città né bella né grande (lacuna nel testo greco). 60,2. Il re dei Persiani, che
era antenato di questo re che adesso fa la guerra, conquistò la città grazie a un tradimento, le diede
fuoco, andò a Dafne, per fare la stessa cosa, il dio gli fece cambiare idea, e il re persiano dopo avere
gettato via la fiaccola, onorò Apollon. Così il dio calmò quell'uomo e gli fece cambiare idea con la
sua apparizione (lacuna nel testo greco)…60,3. Egli guidava un esercito contro di noi e credeva che
anche per lui sarebbe stato meglio se il tempio fosse stato salvato, e la bellezza della statua
prevaleva sulla collera dei barbari. Ma adesso, o Helios, o Ghè, chi è questo nemico,o da dove viene
questo nemico, che ha distrutto tutto con una scintilla e non ha avuto bisogno di armi,né di cavalieri,
né di alcuni armati alla leggera? (lacuna nel testo greco). 60,4. E quel grande cataclisma non ha
distrutto il nostro tempio, ma il nostro tempio è stato abbattuto quando il cielo era sereno, e quando
si avvicinava la nuvola (lacuna nel testo greco)… 60,5. Poi quando i tuoi altari avevano sete di
sangue, tu, o Apollon, sei rimasto un custode attento della località di Dafne, e sei stato inoperoso,ma
c'è un luogo dove tu, anche se sei infangato e mutilato, hai mantenuto l'ordine che era fuori; ma
adesso dopo molte pecore, molti buoi, tu hai ricevuto una bocca di un imperatore sul tuo piede, e
dopo averlo visto hai fatto una predizione, sei stato visto da colui che ha ricevuto questa rivelazione,
ti sei allontanato da una vicinanza spiacevole, perché un cadavere che sta vicino dà fastidio, tu ti sei
allontanato da quell'onore. Come potremo noi vantarci ancora di fronte a degli uomini che
menzionano templi e statue degli dei? 60,6. O Zeus, di quale riposo per una mente stanca noi siamo
stati privati! Perché Dafne era un luogo puro, senza tumulti, il tempio era ancora più puro, come un
porto che è stato fatto all'interno di un altro porto per la sua stessa natura, entrambi questi porti sono
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privi di onde, ma il secondo fornisce una tranquillità maggiore. Chi in quel luogo non ha eliminato
una propria malattia, chi in quel luogo non ha eliminato una paura, chi in quel luogo non ha
eliminato un lutto? Chi rimpiangerebbe le isole dei Beati? (lacuna nel testo greco)... 60,7. I Giochi
olimpici non sono molto lontani, la festa generale convocherà le città. Le città arriveranno portando
dei buoi in sacrificio ad Apollon. Noi cosa faremo? Dove ci nasconderemo? Quale degli dei renderà
distinta la nostra terra? Quale araldo, quale tromba non farà versare una lacrima? Chi dirà che i
giochi olimpici sono una festa, quando la caduta del tempio che è vicino causa un lamento? 60,8. La
tragedia dice: “dammi l'arco con le punte di corno”, io dico, affinché io ottenga un po' di capacità
divinatoria, che io con questo arco colpirò chi ha fatto ciò. O quale temerarietà empia,o quale mente
scellerata, o quale mano violenta! Quest'uomo è un altro Tityos oppure è come Idas, il fratello di
Lynkeus, non è grande come il primo, e non è un arciere come il secondo,ma ha saputo fare soltanto
questa cosa, il comportarsi in modo folle contro gli dei. O Apollon, tu hai fermato con la morte gli
Aloadi quando essi pensavano dei complotti contro gli dei;e a quest'uomo che portava da lontano un
fuoco non è andata incontro una freccia che volasse nel suo cuore? 60,9. O quale mano destra da
telchino, o quale fuoco ingiusto! Dove mai è crollata la prima parte del tempio? Qual è stata la parte
iniziale della sventura? Certamente quell'incendio che è cominciato dal tetto, si è spinto verso le
altre parti dell'edificio, verso quella testa, verso quel volto, verso quella tazza, verso quella cetra,
verso quella tunica che giunge fino ai piedi? Hephaistos, che è dispensiere del fuoco, non ha
minacciato colui che danneggiava Apollon con il fuoco,anche se Ephaistos era debitore di un favore
al dio Apollon per una rivelazione antica? Ma neppure Zeus, che governa le piogge, ha versato
dell'acqua su quel fuoco, lui che in passato fece queste azioni spegnendo la pira dello sventurato re
dei Lidi? 60,10. Che cosa ha detto a se stesso quell'uomo che faceva una guerra contro Apollon? Da
dove mai è venuta la sua temerarietà? Come ha potuto mantenere il suo impulso? Per quale motivo
la bellezza del dio non è stata rispettata da lui e non ha eliminato la sua decisione? 60,11. O uomini,
la mia anima è trascinata alla visione del dio e il pensiero presenta davanti ai miei occhi la sua
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statua, la gentilezza del suo aspetto, la delicatezza del suo collo di pietra, la sua cintura che
raccoglieva intorno al petto una tunica dorata, come se egli in alcuni momenti fosse seduto, e in altri
momenti si alzasse in piedi. La sua figura nel suo complesso di quale persona non avrebbe potuto
placare la collera furiosa? Infatti un canto è simile a colui che lo canta. E in qualche modo lo si è
anche sentito, a quanto dicono, Apollon mentre suonava la cetra a mezzogiorno. Felici le orecchie
che lo hanno sentito! Certamente il suo canto è stato una lode della terra. E a me sembra che in quel
luogo Apollon facesse delle libagioni con la sua tazza d'oro, quando lui nascose la fanciulla e lei
andò con lui contro la sua volontà (lacuna nel testo greco)… 60,12. Quando la luce del sole è sorta,
il viandante ha gridato, la cara Dafne che abitava lì e che era sacerdotessa del dio, è stata sconvolta.
Ci sono stati colpi sui petti, e un lamento acuto, dopo essere corso velocemente attraverso un luogo
denso di alberi, si è abbattuto sulla città in modo terribile e spaventoso, e lo sguardo del magistrato
che aveva appena gustato il sonno, si è alzato dal letto con una parola amara. Quell'uomo folle è
fuggito, cercando le ali di Hermes, nella sua ricerca è andato alla radice del male, bruciando dentro
di sé non meno di quanto bruciava il tempio, le travi sono crollate, portando giù il fuoco, hanno
distrutto tutto ciò a cui si sono avvicinate, e hanno distrutto subito Apollon, perché egli si trovava
poco lontano dal tetto, poi hanno distrutto le altre cose,le bellezze delle Muse,le statue dei fondatori,
i fulmini di pietra,la bellezza delle colonne. Una folla di uomini si è radunata attorno al tempio, loro
hanno pianto, ma non hanno avuto i mezzi per portare aiuti, a loro è successo come a quelli che
vedono un naufragio da terra, e il loro aiuto consiste nel piangere ciò che sta avvenendo. 60,13.
Certamente le Ninfe, dopo essere saltate dalle sorgenti, hanno fatto un grande lamento, e Zeus che
stava vicino ha fatto un grande pianto, come era naturale che facesse, dopo che lui ha dato tanti
onori a suo figlio, c'è stata una grande folla di innumerevoli divinità che vivono nel bosco sacro, e
non è stato minore il lamento proveniente dal centro della città, Kalliope per l'autore del coro delle
Muse, il quale ha patito un danno a causa del fuoco (lacuna nel testo greco)… 60,14. O Apollon,
vorrei che anche adesso tu fossi per me come ti fece diventare Chryses, quando maledisse gli Achei,
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cioè pieno di ira, e simile alla notte, cosicché noi possiamo restituirti i tuoi sacrifici, e tutto ciò che
ti è stato tolto; ma se noi ci opponiamo, l'oggetto di onore sarebbe tolto a noi prima del tempo, come
uno sposo che muore quando sono già state intrecciate <le> corone.
come se lui stesso fosse quello che l'aveva piantata e ne soffrisse,poi vedendo che era come se il suo
lamento si fosse esteso a una terra, Homeros canta per il germoglio. Io invece piangerò in silenzio la
città di Nicomedia, nella quale io ho aumentato le capacità retoriche che avevo, e nella quale io ho
acquisito una fama che prima non avevo, e Nicomedia era una città fino a poco tempo fa, adesso è
cenere, e ciò avviene a molte cose, oppure bisogna pensare che questa città condivide una parte del
merito per gli studi di eloquenza che essa ha fatto crescere? 61,2. Certamente, se per caso ci fosse
completato il mio lamento, lasciando perdere il modo in cui gli altri hanno potuto piangere con un
canto luttuoso. Ma spero di potere parlare come se fossero presenti gli dei e come se io portassi il
discorso sulla sventura al loro esame. 61,3. O Poseidon, tu non sei stato seduto in cielo insieme alle
altre divinità, disapprovando il muro che i Greci avevano costruito a Ilio per difendere le loro navi e
hai rivolto loro questa accusa gravissima,che loro hanno costruito le fondamenta trascurando gli dei,
e per questo motivo tu hai fatto bene, quando hai distrutto Ilio, e hai ritenuto che fosse necessario
anche eliminare il muro, e hai fatto facilmente questa cosa, ordinando ai fiumi che venivano dal
monte Ida di gettarsi su quel muro? 61,4. Qual è stata la colpa che tu hai rimproverato alla
fondazione di questa città, e per la quale tu hai preso una simile decisione? Il primo fondatore della
città che c'è adesso, e anzi di quella città che adesso non esiste più,non ha cercato di costruire questa
città in un altro luogo dalla parte opposta, ma ha cominciato dalla tua azione, ci sono state delle
vittime sugli altari e una folla è stata intorno agli altari, ma tu hai trasferito la tua attenzione su
quella collina con un'aquila e con un serpente? E l'aquila con le sue zampe ha preso la testa di una
vittima portandola via dal fuoco, il serpente è emerso dalla terra, ed era grande quanto quei serpenti
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che si dice che la terra degli Indiani nutra, l'aquila ha attraversato l'aria, e il serpente ha attraversato
il mare, sono approdati insieme sulla cima della collina, gli abitanti di Nicomedia hanno seguito gli
animali ritenendo di seguire degli dei che li guidavano. 61,5. Allora tutte queste cose sono state un
inganno. Nicomedia è stata sommersa una prima volta da un'onda di guerra. Questo può succedere,
è successo anche a Corinto, la città che tu, Poseidon, avevi, e alla terra di Kekrops che tu amavi. È
arrivato un secondo fondatore e lui ritenendo che soprattutto gli dei fossero delle guide per i re, ha
superato Kroisos per la grandezza dei suoi sacrifici e ha rimesso in piedi la città con il consenso di
voi dei. Per quale negligenza egli è stato punito, come la terra degli Etoli è stata punita per la colpa
di Oineus? 61,6. Dunque è un comportamento onorevole, o degno di voi dei che partecipate alle
opere degli esseri umani, distruggere queste opere con le vostre mani e imitare i comportamenti dei
bambini che hanno trovato questo giocattolo, il distruggere quelle cose che essi hanno fatto? O
Poseidon è bello quel tuo comportamento, l'andare a una contesa riguardo alla nascita di una città
dell'Attica che in quel momento non era ancora potente, e fare apparire un'onda impetuosa in una
città alta che era molto lontana dal mare, non perché tu avessi un desiderio di una città così grande e
così bella, ma per togliere a quella città le sue fondamenta? 61,7. Infatti quale città è migliore di
quella, e io non potrei dire più grande? Infatti Nicomedia era inferiore nelle dimensioni a quattro
città, e aveva trascurato la sua grandezza proprio perché stava per danneggiare i piedi dei suoi
abitanti, ma nella valutazione della bellezza era inferiore ad alcune città, era uguale ad altre città,
certamente Nicomedia non era inferiore nella capacità di ricevere il mare tra le sue braccia, ma
entrava nel mare nelle sue parti alte, avanzava sul suo molo, risaliva verso la sua collina, era divisa
da due coppie di portici che pervadevano tutta la città, era splendente per i suoi edifici pubblici,era
piena di edifici privati dalle sue zone pianeggianti fino alla sua sommità quanto i rami di un
cipresso sono distanti l'uno dall'altro, era attraversata da corsi d'acqua, era fiancheggiata da giardini.
61,8. Io ho visto sale cittadine, luoghi per l'attività retorica, un grande numero di templi, grandi
bagni pubblici, e il luogo propizio del porto, ma non sarei capace di illustrarli. A parte questo io dirò
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che spesso andavo a Nicomedia provenendo da Nicea, attraversando tutta l'altra città e io
componevo dei discorsi riguardo agli alberi e riguardo alla terra proprio su questo aspetto, sul fatto
che quella terra era ottima perché aveva generato alcuni miei cari amici e un'antica sapienza, e io
passavo vicino alle sinuosità dei monti, quando appariva la città, e questa cosa avveniva a una
distanza di centocinquanta stadi, dunque quando Nicomedia era splendente, io non dicevo niente
riguardo alle altre città, ma tutto il mio discorso riguardava quella città, Nicomedia. 61,9. E i frutti
che pendevano dai rami non attiravano verso se stessi, i campi di grano non attiravano verso se
stessi, i lavoratori del mare non attiravano verso se stessi,anche se per la sua natura in qualche modo
il pescatore attirava l'occhio dei viaggiatori quando muoveva il remo e gettava la rete e cercava di
prendere i pesci con degli ami da pesca, ma l'aspetto della città di Nicomedia aveva una maggiore
capacità di ammaliare. E quella città che dominava gli occhi per la sua bellezza, faceva in modo che
gli occhi si fissassero su un solo punto, cioè su se stessa. Era uguale la sensazione per chi vedeva la
città di Nicomedia per la prima volta e per chi era invecchiato nella città. 61,10. Così qualcuno
avrebbe mostrato al suo vicino un palazzo imperiale splendente sul golfo, un altro avrebbe mostrato
una sala per conferenze che brillava su tutta la città, un altro avrebbe mostrato altri splendori
provenienti da altri luoghi. Sarebbe stato difficile trovare quale splendore fosse superiore. Dunque
noi andavamo a Nicomedia come per venerare una statua di una divinità. Per chi andava a
Calcedone era inevitabile voltarsi indietro, fino a quando la natura gli impediva di guardarla e lui
era simile a quelli che hanno finito una festa. 61,11. Come avrebbe potuto non essere necessario che
tutta la schiera degli dei circondasse e sorvegliasse una città simile? E gli dei avrebbero dovuto dire
l'uno all'altro di fare attenzione affinché quella città non fosse consegnata a nessuna sventura.
Adesso invece alcuni dei hanno attaccato, altri si sono ritirati, ma nessuno ha difeso la città. E tutte
queste bellezze di cui io ho parlato esistevano in passato.Adesso non esistono più. 61,12. O divinità,
quale ornamento del mondo tu hai portato via!Come hai accecato il resto della terraferma cavandole
il suo occhio eccellente! Come hai riversato una terribile bruttezza sull'Asia, come se tu avessi
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tagliato i boschetti sacri che esistevano da moltissimo tempo oppure come se tu avessi mutilato un
naso che aveva una forma bellissima! O tu che sei stato il più ingiusto dei terremoti, perché hai fatto
questo? O città scomparsa! O nome che resti in modo inutile! O dolore che corre attraverso terra e
mare! O notizia che ha scosso il cuore di persone di ogni età e di ogni condizione sociale! 61,13.
Chi è così di pietra, chi è così di acciaio,che non abbia avuto una ferita nell'anima da questa notizia?
Chi è così più forte delle lacrime che non sia scoppiato in lacrime? O quale sventura ha mescolato le
innumerevoli bellezze della città di Nicomedia in un cumulo di macerie! O sfortunato raggio del
sole, come era la città quando tu l'hai raggiunta al tuo sorgere e come era la città quando tu l'hai
lasciata, al tuo tramontare? 61,14. Poco tempo prima si faceva giorno su una piazza piena di gente,
ma gli dei che erano custodi della città hanno abbandonato i loro templi, e la città di Nicomedia
andava avanti come una nave vuota. Il signore del tridente ha fatto muovere la terra, e ha sconvolto
il mare. E le radici della città non si erano ancora consolidate, ma le mura sono cadute sopra altre
mura, le colonne sono cadute sopra altre colonne, i tetti sono crollati e le fondamenta sono saltate
fuori. E tutto è stato sconvolto. La parte nascosta degli edifici è diventata visibile, e la parte visibile
degli edifici è stata nascosta. La scossa sismica ha mescolato in un'unica confusione quelle forme, le
articolazioni della città e la sua immagine complessiva che era fatta attraverso le sue parti. 61,15. Le
persone che erano impegnate nelle loro attività sono state colpite sia negli edifici pubblici, sia negli
edifici privati. Nel porto è avvenuta l'uccisione di molti uomini scelti ed eccellenti che erano
radunati intorno al magistrato. Il teatro è stato distrutto e ha abbattuto tutto l'edificio che lo
conteneva. E le persone si sono rifugiate ogni volta nella parte dell'edificio che non era ancora
crollata mentre le persone che erano dentro sono state coperte dalle macerie. Il mare, pressato dalla
terra, ha attaccato Nicomedia. Tutto il fuoco che si è diffuso in ogni parte della costruzione di legno
quella grande città è un grande mucchio di macerie. Alcuni individui, ma pochi, sono sfuggiti alla
catastrofe e sono stati trovati feriti. 61,16. O Helios, che vedi tutte le cose, come ti sei comportato
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quando hai visto anche questi eventi? Perché tu non hai trattenuto una città tanto grande che
scompariva dalla terra? Ma tu, che fai tutto il possibile per aiutare i naviganti che gridano quando
sono affamati, tu che minacci gli abitanti del cielo di consegnarti a Pluton, non hai avuto
compassione di Nicomedia che era lo splendore della terra, la fatica di molti imperatori, il risultato
di una lunga fatica, quando essa è stata portata via in un giorno? 61,17. O tu che eri la più bella tra
le città, sei stata consegnata per la prima volta a una collina sleale e malvagia, che ha imitato un
cavallo malvagio, che ha fatto cadere un bravo cavaliere dal suo dorso. Dove sono adesso i tuoi
vicoli? Dove sono adesso i tuoi portici? Dove sono adesso i tuoi viali? Dove sono adesso le tue
fonti? Dove sono adesso le tue piazze? Dove sono adesso le tue scuole di cultura?Dove sono adesso
i tuoi recinti sacri? Dove è quella tua felicità? Dove sono i tuoi giovani? Dove sono i tuoi anziani?
Dove sono i bagni delle Cariti e delle stesse Ninfe, e il più grande di questi aveva lo stesso nome
dell'imperatore che si è affaticato in modo uguale per tutta quanta la città? Dove è il tuo consiglio
cittadino? Dove è il tuo popolo? Dove sono le tue donne? Dove sono i tuoi bambini? Dove è il tuo
palazzo imperiale? Dove è quell'ippodromo che era più solido delle mura di Babilonia? 61,18.
Niente è stato al riparo dalla violenza,niente è stato inespugnabile. Tutte le cose sono state coinvolte
nella sventura. O numerosi corsi d'acqua, dove scorrete adesso? Vicino a quali case? In quali
sorgenti? Le tue condutture dell'acqua si sono rotte, e le vie delle tue acque si sono divise in tante
parti. Probabilmente l'attività delle sorgenti continua ancora, produce dei torrenti, e l'acqua rimane
stagnante nelle cavità. Nessuno attinge l'acqua e beve, né un essere umano, né gli uccelli. E infatti il
fuoco è spaventoso per questi esseri viventi, il fuoco che avanza lentamente dal basso e va ovunque,
e che se raggiunge i luoghi in alto, manda le sue frecce nell'aria. Dopo quel giorno nessuno abita
quella città, che era popolosa, e di notte la abita un popolo di fantasmi, e a me sembra che essi
Lemno e un'Iliade di mali sono celebrate, il ricordo di quelle sventure sarà interrotto, ma chi vorrà
indicare gli eccessi di eventi terribili partirà da questo avvenimento. Già in passato in qualche luogo
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un terremoto aveva distrutto qualcosa,ma aveva evitato di distruggere qualcos'altro, adesso invece il
terremoto ha raso al suolo questa città. Già in passato un terremoto aveva ucciso alcune persone, ma
non aveva fatto vacillare una città così grande. Infatti se Nicomedia fosse stata privata soltanto di
alcuni suoi cittadini uccisi da una pestilenza o di quelli che avevano fatto dei sacrifici in modo
contrario alla legge, all'esterno e davanti a tutti, e se Nicomedia non fosse crollata, non sarebbe
avvenuto necessariamente che tutta la città fosse cancellata; adesso invece entrambe queste cose
giacciono al suolo, e la sua condizione di città è stata eliminata per l'uccisione dei suoi abitanti.
61,20. Ogni isola deve piangere, ogni terraferma deve piangere, sia gli agricoltori, sia i marinai, sia i
villaggi, sia le capanne devono piangere, e tutto ciò che appartiene alla natura umana deve piangere,
e tutto il mondo deve essere occupato da un pianto simile a quello che occupò l'Egitto dopo la morte
di Apis. Bisognerebbe che versassero lacrime anche le pietre e gli uccelli per condividere il lutto.
61,21. O quel porto, nel quale salpavano delle navi che fuggivano tagliando in fretta <le> funi di
ormeggio! Quel porto che in passato era pieno di navi da carico adesso non ha nemmeno una
piccola barca che vi approda, ma per i mercanti esso è più spaventoso della residenza di Scilla. O
che sventura per i viandanti, che percorrevano la strada a forma di mezzaluna e ombrosa, che
portava gradevolmente all'estremità della baia! Adesso non la percorrono più, ma salendo su una
barca costeggiano la collina di macerie verso la quale in passato si affrettavano ad andare, ora
tremano di paura di fronte a essa come di fronte a Cariddi, e intuiscono nel mare quegli edifici che
in passato erano in piedi. 61,22. O città amatissima, tu hai abbattuto alcune persone con il dolore, tu
le hai terrorizzate con il tuo crollo, e tutto un popolo si è dedicato alle suppliche perché tutti hanno
avuto l'impressione che fosse stata decisa la fine del mondo. E infatti non potrebbe essere
risparmiato niente, dopo che è stata distrutta la cosa più bella. 61,23. Chi potrebbe portarmi lì a
Nicomedia dopo avermi dato delle ali? Chi potrebbe collocarmi nel punto più alto di quella città?
Sarebbe una visione dolorosa, ma conterrebbe anche una consolazione per me, innamorato di
Nicomedia, quella di farmi abbracciare con lo sguardo quella città a me cara, che giace al suolo.
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Orazione 62, Discorso a coloro che lo hanno schernito riguardo all'insegnamento.
62,1. In passato alcuni uomini ignoranti e completamente indegni, anche se essi si consideravano
molto importanti, hanno rivolto numerosi insulti a me e a quelli che hanno frequentato le mie
lezioni, e hanno insultato questi ultimi dicendo che essi non hanno imparato niente e mi hanno
insultato dicendo che io non sono capace di insegnare. 62,2. Ma fino a quando essi facevano questa
azione stando nascosti, nell'oscurità, e avevano paura che io venissi a saperlo, io pensavo di avere
ottenuto una punizione adeguata da costoro e tacevo il fatto che essi facevano queste azioni ingiuste
insieme alla loro paura; ma da quando essi sono arrivati a un tale punto di insolenza per arricchirsi
in modo illecito, cosicché ormai essi mi insultano apertamente quando ci sono molte persone in
piazza, io tenterò di portare aiuto a me stesso e tenterò di dimostrare a loro, a quelli che erano in
piazza, e a quelli che sono stati ingannati da loro, che io ho qualche esperienza della retorica. 62,3.
Io mi sono indignato contro questi individui, che non conoscono i loro stessi mali, e io direi che mi
indignerei soprattutto contro quelli che esaminano facilmente le anime degli altri per questo motivo,
perché mi inducono di nuovo a fare una lode di me stesso, e mi costringono a fare una cosa che io
cerco sempre di evitare, cioè dire qualcuna delle ottime cose che io ho fatto ad altre persone. 62,4.
Ma se fosse possibile che io eliminassi quelle accuse stando lontano da queste parole, io sbaglierei
se andassi avanti facendo la mia lode con continui elogi; ma poiché dicendo le cose migliori
riguardo a me si dimostra che quegli uomini non hanno detto niente di vero, voi dovreste perdonare
giustamente un uomo che non può rinunciare a essere sottoposto a una prova. E infatti è assurdo
temere chi dice delle lodi vere più delle calunnie che sono state fatte contro di me da ormai molto
tempo. 62,5. Alcuni individui, sia stando seduti, sia andando in giro, dicono che io sono bravo a
comporre dei discorsi e in questo sono migliore di molti altri, ma io non sono altrettanto bravo come
insegnante. Subito dopo essi chiedono: “chi è stato brillante nei processi tra gli allievi che sono stati
insieme a lui? Chi tra loro ha avuto un posto tra quelli che governano la città? Chi tra loro ha avuto
una cattedra di insegnante? Chi tra loro ha avuto un seggio tra i detentori degli incarichi pubblici?”.
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E danno in anticipo la risposta alla domanda che si sono fatti da soli, e la risposta è: “Nessuno”.
62,6. Tra poco io dimostrerò che ci sono alcuni dei miei allievi che hanno ottenuto una buona
reputazione grazie alla loro capacità di parlare bene; ma ammettiamo pure che sia vero ciò che è
detto da costoro, cioè che “nessuno” dei miei allievi abbia ottenuto questo. Dunque che significa? È
necessario che l'incapacità di altri diventi subito un'accusa contro di me? Infatti se io o non so
nessuna di quelle cose che deve sapere un insegnante o se io per malevolenza nascondo dentro di
me la mia capacità o se una pigrizia danneggia la mia attività di insegnante, e se io trasmetto scarse
conoscenze ai miei allievi invece di trasmetterne tante,o se io trasmetto tutte le conoscenze che sono
necessarie, ma gli studenti non vogliono apprendere queste conoscenze, e io non li ho rimproverati
per la loro pigrizia, chi parla male di me deve farmi delle accuse, deve biasimarmi, e anzi deve
portarmi in tribunale facendomi un processo e deve punirmi perché molte città sono state ingannate
da me, e hanno patito dei torti gravissimi attraverso i loro giovani studenti; ma se io ho delle
capacità retoriche, e se io trasmetto tutto ciò che so, e tutte quelle conoscenze che sono presenti in
me, ma gli allievi sono pigri, e alcuni di loro meritano le percosse, e per altri allievi le parole sono
più dolorose di una frusta, quanto è più giusto e più umano cercare altrove la causa di questa
situazione invece di calunniare uno che non fa niente di male? Ma poiché voi non volete vedere che
sia reso pubblico il motivo di queste cose, adesso vedrete che esso diventerà pubblico perché io lo
rendo evidente. 62,7. È grande l'influenza delle circostanze in ciascuna delle attività. E se queste
circostanze sono favorevoli, tutto potrebbe andare rapidamente e bene; ma se le circostanze sono
contrarie,l'impegno di quelli che cercano di intraprendere delle attività sarebbe inutile. Infatti quale
vantaggio hanno i naviganti, se i venti sono contrari a loro,oppure quale vantaggio hanno quelli che
seminano la terra,se l'aria è malata? E se la circostanza è molto buona,è un'alleata per il comandante
militare, per il medico, per l'ambasciatore, e insomma per tutte le attività e per tutte le occupazioni.
Una circostanza che non si era mai verificata in precedenza, dice Thukidides, fece muovere gli
Spartani contro l'Attica. Io mi sono trovato in una terribile situazione sfavorevole, perché una
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necessità mi ci ha spinto, e adesso non è il momento opportuno per dire quale sia questa necessità.
62,8. Qualcuno chiederà:“qual è la situazione sfavorevole della quale tu parli?”. Konstantios e il suo
impero.Costui ha ricevuto da suo padre una scintilla di sventure e ha spinto la situazione a diventare
un grande incendio. Infatti Konstantinos ha privato gli dei della loro ricchezza, Konstantios ha
distrutto i templi, ha eliminato ogni santuario,ha fatto una legge e noi sappiamo in quali modi questa
legge ha esteso il disonore dai templi all'attività retorica. È logico. Infatti, io credo, queste due cose
sono simili e parenti tra di loro,i templi e l'attività retorica. 62,9. E Konstantios non ha mai chiamato
alla sua residenza imperiale né filosofi, né retori, né coloro che si dedicano al culto di Hermes e
delle Muse, non ha visto nessuno di loro, non ha elogiato nessuno di loro, non ha detto niente a loro,
non li ha ascoltati parlare, ma egli ha amato, ha tenuto presso di sé e ha considerato come suoi
consiglieri e suoi insegnanti degli uomini barbari, degli eunuchi che sono stati una peste.
dato loro il nome, e la veste imperiale è stata di Konstantios, ma il vero potere è stato di questi
individui. 62,10. Essi hanno perseguitato in ogni modo la cultura degli studi di eloquenza, rendendo
poco importanti quelli che si sono dedicati a questa cultura, e si sono esortati reciprocamente a fare
in modo che nessun uomo sapiente neppure di nascosto potesse diventare amico di quell'imperatore,
e hanno introdotto degli uomini pallidi e nemici degli dei, uomini che vivono intorno alle tombe, e
per i quali è onorevole schernire Helios, Zeus, e quelli che esercitano il potere insieme a questo dio,
e quegli uomini hanno portato di nuovo negli incarichi i segretari, i quali non erano affatto migliori
neppure dei loro schiavi, né nelle loro anime, né nelle loro mani, e anzi essi sono anche peggiori,
alcuni sono peggiori in una di queste due cose, e altri sono peggiori in entrambe queste due cose.
62,11. E il loro cambiamento è stato molto veloce, il figlio di un cuoco, il figlio di un cardatore, uno
che si aggirava nei vicoli, uno che riteneva un lusso il non avere fame, costui all'improvviso va su
numero di schiavi al seguito, ha una grande casa, ha una grande quantità di terra, ha degli adulatori,
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fa dei simposi, ha molto denaro. E se anche qualche retore ha ottenuto qualche incarico, perché
costoro glielo hanno concesso, ha ricevuto un compenso per la propria adulazione. Per costoro, se
essi si fossero comportati bene, sarebbe stato meglio se fossero stati più umili invece di essere
sollevati in quei modi. Gli eunuchi, spregevoli e ubriaconi, sono arrivati a un tale livello di
insolenza, e sono stati così offensivi, al punto che hanno portato i propri segretari al seggio dei
prefetti, e li hanno fatti sedere in quel seggio. E l'ottimo Konstantios si è rallegrato come se lui
avesse trovato in modo onorevole l'unico mezzo con il quale lui avrebbe salvato lo Stato. 62,12.
Dunque tu non credi che quei giovani studenti nelle scuole abbiano detto spesso a se stessi: “qual è
per me l'utilità di queste innumerevoli fatiche, nelle quali è necessario che io passi attraverso molti
poeti, attraverso molti retori e attraverso varie altre opere letterarie, e se ci sarà una fine delle mie
fatiche, questo mio girovagare sarà privo di onore, e un altro sarà felice?”. 62,13. E cosa dico io ai
miei giovani studenti? I loro padri, uomini che hanno faticato studiando la retorica, con tali
ragionamenti hanno offerto loro questi studi, e hanno allevato i propri figli rispettando la bellezza
degli studi di retorica,ma vedendo la forza che c'è in un'altra preparazione. Dunque gli studenti sono
stati danneggiati in quegli studi per mezzo dei loro genitori, e li hanno portati a essere tristi perché
non sono stati capaci di essere felici attraverso gli studi oratori. 62,14. Si potrebbe vedere meglio il
danno che proviene dalla circostanza presente, se si considerassero i soldati provenienti da Atene.
Infatti dopo che essi hanno studiato il mantello da filosofo, il Liceo, i discorsi e i prologhi e, per
Zeus, Aristoteles, essi indossano pantaloni e cintura e fanno i messaggeri delle lettere degli
imperatori, e queste lettere devono essere portate dai palazzi imperiali a ogni luogo della terra.
62,15. Questo male ha colpito gli abitanti di Atene e ha colpito in modo più forte gli studenti che
stanno con me, e ha causato dei danni in un modo maggiore a loro, perché non era una situazione
uguale, né era una situazione simile insegnare in Egitto, in Palestina e ad Atene e dove insegno io.
Infatti come può essere una cosa uguale sentire parlare del successo dei segretari, e vedere costoro
che sono presenti? E ascoltarli quando raccontano delle loro entrate gloriose e delle loro uscite che
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avvengono alcune all'alba,e altre di sera, ed essi stessi sono tra quelli che possono raccontare queste
cose? Di certo una cosa è la situazione di quelli che sono stati lontani e che hanno avuto il danno
minore, una situazione diversa è stata in modo simile in tre città, a Costantinopoli, a Nicomedia, e
ad Antiochia, questa grandissima difficoltà mi ha ostacolato, e ha indebolito gli slanci dei miei
giovani allievi, ed è il fatto che non ci siano dei premi per le loro fatiche, dei premi che li
convincano a sopportare la fatica, e questa è una cosa che Platon ha detto da qualche parte, e io
avrei saputo ciò che lui dice anche se lui non lo avesse detto: “ciò che è sempre onorato è tenuto in
esercizio, ma ciò che viene disonorato è trascurato”. 62,16. Pertanto se l'attività degli studi retorici
fosse stata tra le cose onorate da Konstantios, l'insegnante avrebbe fatto un cattivo uso di una
circostanza favorevole; ma se nessuno tra i più sapienti è stato amico di quell'imperatore, e neppure
i retori sono stati suoi amici, ma coloro che sono rapidi nello scrivere mentre qualcun altro parla
hanno ottenuto degli onori grandissimi, cosa c'è di strano, se un certo torpore ha trattenuto i giovani
nei loro studi di retorica? 62,17. Questo è il male, e l'imperatore Iulianos ha eliminato questa nuvola
e lui portava in mano nello stesso tempo armi e libri, ha fatto trasportare questi carichi da molti
cammelli, e i carichi non erano vino, profumo e morbidi tappeti, e quelle cose che in grandissima
quantità seguivano il precedente imperatore. E per i giovani studenti la fatica era più piacevole della
pigrizia, come per gli Achei la guerra era più piacevole della navigazione dopo lo slancio che essi
avevano ricevuto da Athena. 62,18. Ma un ferro ingiusto in Persia ha fatto in modo che quella sua
correzione fosse di breve durata, e si è opposto di nuovo ai giovani studenti. Ma se un dio malvagio
non fosse stato ostile alle città, le attività degli esseri umani che riguardano gli studi retorici
sarebbero cresciute in tutti i loro aspetti e avrebbero avuto in modo grandissimo la loro perfezione.
62,19. Certamente Konstantios nel corso del suo lungo impero ha fatto una guerra agli studi di
retorica, mentre Iulianos ha onorato la retorica quando è apparso, e dopo che lui è morto, un qualche
indugio si è diffuso tra i giovani studenti, e ammetto di essere stato anche io responsabile di un
danno così grande. Infatti la stessa cosa ha portato a me gloria per la mia eccellenza, ma ha portato
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pigrizia agli studenti che frequentano la mia scuola. Qual è questa cosa? Il fatto che ogni studente
possa decidere se pagare un compenso e se non pagarlo. Ed è apparso piacevole a quegli studenti
che avevano la possibilità di pagare questo compenso il non pagarlo. E la scelta consapevole dei
ricchi ha imitato lo stato di necessità dei poveri, e anzi, tra i ricchi alcuni hanno sopportato questa
cosa, altri non la hanno sopportata. 62,20. Poiché è stata maggiore quella parte di studenti che non
pagava questo compenso, ed è stata molto pigra in questo pagamento, il fatto che sia possibile
ottenere una cosa gratis non costringe a ottenere questa cosa con impegno, infatti se qualcuno di
questi studenti non paga la tariffa, uno studente non abbiente non è addolorato da queste spese,
perché, come ho già detto, alla gran parte degli studenti che si trovano in difficoltà economica viene
concesso di non pagare il compenso. E anzi questi studenti sono stati indotti a essere pigri da quegli
altri studenti, più di quanto quegli studenti siano stati resi migliori da questi studenti, io credo che
sia una cosa più facile e più piacevole il non fare niente invece che faticare, cosicché anche per
questi studenti paganti il vantaggio del loro pagare è diventato piccolo. 62,21. C'è stata anche una
terza rovina dell'attività retorica. E questo impedimento sia pure una cosa onorevole, sia pure
oggetto di lode, se pare giusto fare così,tuttavia è stato un ostacolo grandissimo alla forza degli studi
di retorica. Infatti in tutto il tempo passato si poteva vedere che i giovani provenienti dai luoghi di
lavoro, e che avevano come loro preoccupazione il loro necessario sostentamento andavano in
Fenicia per apprendere le leggi, mentre i giovani che provenivano da famiglie ricche, che avevano
una stirpe illustre, delle ricchezze e dei padri che avevano avuto cariche pubbliche rimanevano nelle
nostre scuole. E sembrava che l'apprendere le leggi fosse una attività propria di una condizione
inferiore,e il non avere nessun bisogno di queste conoscenze giuridiche sembrava esssere il segno di
una condizione migliore, adesso invece è grande la corsa di molte persone a quello studio giuridico,
e alcuni giovani che sono capaci di parlare bene e che hanno la capacità di commuovere il loro
uditorio corrono a Berito come se per loro fosse possibile prendere qualcosa in quel luogo. 62,22.
Ma loro senza accorgersene danneggiano se stessi, invece di fare progressi. Infatti loro non
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mantengono la prima conoscenza che hanno, e la seconda conoscenza entra in loro, e forse questa
seconda conoscenza entra in loro, <ma non è possibile che la prima conoscenza non esca da loro>,
infatti non è possibile che la mente sia capace di fare nello stesso tempo l'acquisizione delle seconde
conoscenze e il mantenimento delle prime conoscenze,ma chi dedica la propria attenzione al primo
studio lascia perdere il secondo,e sarebbe stato meglio per loro se avesssero dedicato tutto il proprio
tempo agli studi giuridici invece che sprecare la maggiore parte di questo loro tempo inutilmente.
62,23. Dunque io credo che non ci sia nessun bisogno di valutare se essi fanno questa cosa
inseguendo le conoscenze giuridiche come se esse fossero la cosa più utile per loro, e oggi non è
possibile fare un'azione giudiziaria contro gli studi giuridici a favore degli studi retorici, ma mi
basta mostrare la seconda cosa, cioè che è inevitabile che quelle conoscenze oratorie che sono state
inserite dai primi studi siano espulse dai secondi studi, e una delle due conoscenze prevale e l'altra
conoscenza viene cancellata, in alcune persone completamente, in altre persone in una sua parte non
piccola. 62,24. Dunque oltre alle cose che sono state dette, e che sono molto importanti, c'è anche
un'altra cosa, che io tralascerò, per non dare l'impressione di essere invidioso, ma io passo a quella
che è la principale tra le cose dannose. Infatti alcuni figli non hanno dei padri che li minacciano, né
che impediscono loro di trascurare la tavola e i bagni pubblici, e alcuni hanno dei padri che non li
puniscono, ma li minacciano, dicono che essi li cacceranno, che essi li diserederanno, che essi
lasceranno a un altro la loro eredità, e non possono lodare i loro figli, ma non osano biasimarli. E i
figli hanno dato ai padri il loro posto,e hanno dato a se stessi il posto che era dei loro padri, cosicché
alcuni padri guardano con rabbia ai loro figli,altri si inchinano a loro. 62,25. Alcuni giovani studenti
hanno ricevuto questa eccessiva libertà, dormono, russano, bevono, si ubriacano, fanno baldoria,
mostrano ai loro insegnanti questo comportamento, e se gli insegnanti non sopportano tutte queste
azioni, gli studenti andranno da altri insegnanti, e il loro padre non impedirà loro di fare ciò. Altri
padri sventurati desiderano per i figli la sorte di Andromaca. E già in passato qualche padre ha
elogiato il proprio figlio il quale stava per avere delle relazioni illegali, e ha ammirato il proprio
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figlio che riempiva la scuola sia di percosse, sia di sconvolgimenti, e ha detto che questi
comportamenti, per i quali sarebbe giusto che il padre lo strozzasse, avrebbero dato a lui il potere
sugli altri uomini. 62,26. Bisognerebbe che vedessero queste cose quelli che mi rimproverano,
bisognerebbe che essi pensassero queste cose, che mi facessero queste accuse, cioè che i miei
giovani studenti non sono arrivati al punto più alto delle conoscenze retoriche, e per Zeus, essi non
dovrebbero tralasciare delle accuse se esse esistono, ma non dovrebbero inventare delle accuse
inesistenti, e non dovrebbero tralasciare alcune accuse vere, ma non dovrebbero declamare
solennemente altre accuse che sono false, e non dovrebbero abbandonare ciò che è giusto in due
modi sia nelle cose che essi tacciono, sia in quelle che essi dicono. 62,27. Dunque delle difficoltà
tanto gravi ed altre più gravi di queste mi hanno impedito di produrre quei discorsi che avrebbero
dovuto crescere tra i giovani studenti,e tuttavia come ha detto Demosthenes da qualche parte, io non
mi vanterò di queste sconfitte che sono così grandi, e non dirò niente che sia più grande delle cose
vere, e dirò che io ho riempito di retori i tre continenti, e tutte le isole fino alle colonne di Herakles,
ma io dirò tutto ciò che potrei anche dimostrare, cioè che i miei allievi per me sono come dei figli,
infatti è bello chiamare così gli studenti che hanno seguito il mio insegnamento,e alcuni di loro sono
in Tracia nella grande città, altri sono in Bitinia, altri sono nell'Ellesponto, e in Caria, e in Ionia, e
potresti trovare dei miei allievi anche in Paflagonia, e se tu volessi, anche in Cappadocia, là non ce
ne sono molti, infatti non sono molti quegli studenti che sono arrivati da me provenendo da quel
luogo, però se ne potrebbero trovare alcuni. 62,28. Tuttavia si potrebbero vedere molti miei allievi
nelle città della Galazia, e non pochi di questi allievi anche in Armenia. Più numerosi di questi sono
quelli della Cilicia,e i miei allievi originari della Siria sono molto più numerosi di questi ultimi. E se
tu andassi sul fiume Eufrate, e se attraversassi questo fiume, e se tu andassi in quelle città che sono
lungo quel fiume, potresti incontrare alcuni dei miei amici,che forse non sono cattivi. Sia la Fenicia,
sia la Palestina hanno un qualche favore nei miei confronti, e dopo questa regione, l'Arabia,
l'Isauria, la Pisidia e la Frigia. 62,29. E io dico queste cose non perché tutte le conoscenze oratorie
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che io ho diffuso ovunque mi abbiano fatto ottenere qualche potere,ma perché ogni terra ha ricevuto
alcuni retori da me. E io non parlo di quei miei allievi che sono morti, e se io parlassi anche di loro
il mio onore sarebbe grandissimo, e credo che non darei nessun dolore a quei miei allievi che sono
vivi. Alcuni di loro sono miei concittadini, due di loro hanno lo stesso nome e vengono dalla
Galazia, l'anno scorso c'erano allievi dalla Cappadocia, non molto tempo fa c'era un allievo della
Cilicia e oltre a quelli c'era uno studente Fenicio. Anche soltanto i miei allievi che sono arrivati alla
vecchiaia sarebbero sufficienti a darmi una corona per la mia gloria. 62,30. Si dice: “quali di questi
tuoi allievi si sono dedicati all'insegnamento? Nessuno”. Essi non hanno voluto fare questa attività,
ma se avessero voluto farla, certamente avrebbero potuto farla molto bene. Dunque tu dovresti
dimostrare che i miei studenti non ne hanno avuto la capacità; e se essi, pur avendo quella capacità,
hanno preferito dedicarsi ad altre attività, il loro non avere voluto fare questa professione non
sarebbe un segno del fatto che essi non sarebbero stati capaci di farla. Infatti io ho evitato molte di
quelle attività che avrei potuto fare se io avessi voluto farle, e io non ne ho fatte alcune, perché
nessun pensiero mi ha convinto a farle, e non ne ho fatte altre perché un qualche pensiero me lo ha
impedito. 62,31. Quanti uomini, pur avendo una grande forza, non sono diventati degli atleti?
Moltissimi. Quanti uomini che hanno avuto dei caratteri bellicosi non sono diventati dei soldati?
Quanti uomini adatti al comando hanno accettato di essere comandati da altri e di non comandare le
città? Io lascio perdere gli altri, ma quel mio zio più giovane, che non era affatto inferiore al mio zio
più anziano per la sua eccellenza in queste cose, in qualche modo dopo avere evitato numerosi
incarichi, ha mantenuto il posto di consigliere cittadino, e ha ritenuto che questo posto fosse più
importante dell'onore di quelli che hanno degli incarichi pubblici. E io potrei dirti di molti che
hanno fatto i consiglieri cittadini, e che continuano a fare questa cosa anche se da molto tempo loro
avrebbero potuto passare da un incarico pubblico all'altro e pavoneggiarsi come alcuni di quelli che
avanzano fieri, pieni di orgoglio,dopo che hanno avuto una carica da magistrato.62,32. Dunque cosa
c'è di strano se, come ad altri è sembrato più utile essere comandati da altri, anche se essi erano
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capaci di comandare, così ad alcuni individui che potevano insegnare è sembrato meglio non
percorrere questa strada? Se bisogna che io dica le accuse riguardo a queste cose, io non potrei dire
niente di complesso, ma potrei dire cio che è chiaro anche a un bambino, cioè che i miei studenti
hanno visto che l'attività dell'insegnamento è stata disprezzata, ed è stata sepolta, e che questa
attività non ha nessuna gloria, non ha nessun potere, non ha nessun guadagno, e invece di questi
vantaggi contiene una schiavitù faticosa, e sono molti i padroni degli insegnanti, i padri e le madri
degli allievi, gli educatori, gli stessi giovani studenti,i quali si trovano in una situazione stranissima,
perché credono che l'insegnante che trasmette le conoscenze della retorica abbia bisogno dell'allievo
che le riceverà, e credono che il danno sia per l'insegnante che dà la conoscenza se l'allievo non la
riceve, ma non credono che il danno sia dell'allievo che non la riceve, vedendo la situazione,evitano
Ma chi guardando me desidererà questa attività? Io sembro essere felice, ma vivo in un modo più
infelice dei carcerati, sopportando degli ordini, e sono costretto a odiare e a onorare gli stessi
individui, li odio per le offese che patisco da loro, e li onoro per non patire altre offese più numerose
e più grandi. Infatti i padri di adesso sono così. Fanno in modo che i loro figli diventino allievi di
alcuni insegnanti, e cercano di mandare in rovina questi insegnanti, e se non possono fare questa
azione, cedono alla loro ira parlando male di quegli insegnanti. 62,34. Pertanto quali parole nelle
declamazioni di persone assennate potrebbero convincere gli studenti a ritenere che l'insegnare non
sia una sventura? Infatti come un nemico che non è stato chiamato, se tu lo chiami, dai fastidio. E
non c'è nessun perdono per chi ha commesso un errore, anche se piccolo, ma c'è molta invidia per
chi ottiene un onore, e in entrambi i casi una persona sente parlare male di sé. Pertanto l'insegnante
che non riscuote del denaro non potrebbe riceverlo, ma l'insegnante che riscuote il denaro subisce
una guerra da parte di chi glielo ha dato. Quando gli studenti vedono che in questa attività ci sono
tali problemi e altri più gravi di questi e che sono spiacevoli e terribili, tu ti stupisci se le persone
dotate di intelligenza hanno paura di questi problemi? 62,35. Tuttavia, se io devo comunque
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dimostrare di essere un insegnante di un altro insegnante, tu devi rivolgere lo sguardo verso questo
Kalliopios, il quale si accontenta della sua seconda gioia, ma potrebbe avere anche la prima gioia,
se lui volesse. Io tralascio di mostrare questa cosa. Infatti quelle cose che adesso sono nascoste
diventeranno evidenti quando troveranno il momento opportuno. Molti studenti simili a Kalliopios
hanno dedicato se stessi ai processi e vedono lui che si lamenta per la sventura in cui ha intrappolato
se stesso e che lui sta sopportando. 62,36. Se qualcuno vorrà litigare con me e dirà che soltanto
Kalliopios ha avuto questa capacità di insegnare, ma intanto ammette che uno dei miei allievi ha la
capacità di insegnare, e concede il fatto che io ho la capacità di rendere alcuni miei allievi idonei
all'insegnamento. Infatti con gli stessi miei insegnamenti di retorica molti miei allievi avrebbero
potuto ottenere la capacità di insegnare, come con le stesse mani si potrebbe fare la semina di molti
iugeri. 62,37. Si dice: “quali sono i tuoi allievi che fanno i consiglieri cittadini?”. Molti. E si dice:
“per quale motivo essi non si distinguono dagli altri?” Ad Ancira, che è la prima e la più importante
città della Galazia,sono molto brillanti i figli di Aghesilaos che hanno superato il loro padre, l'ottimo
Aghesilaos per la loro gloria, non sono stati inferiori al loro zio, e non danno agli altri la possibilità
di rivaleggiare con loro, hanno ottenuto questo risultato non con le loro grandi spese a favore della
città, ma con la loro capacità di dire le parole migliori sugli argomenti che di volta in volta vengono
proposti. Si dice che anche un mio allievo della Cappadocia abbia la stessa forza e vediamo che i
miei allievi della Cilicia quasi guidano la loro regione con i loro discorsi. 62,38.E nondimeno anche
qui ad Antiochia sarebbe possibile mostrarti alcuni giovani che fanno i consiglieri cittadini meglio
di molti anziani, alcuni insegnanti di eloquenza che sono molto migliori di costoro non fanno i
consiglieri cittadini e degli individui molto peggiori di loro fanno i consiglieri cittadini e parlano
riguardo agli affari pubblici. 62,39. Come è accaduto ciò? Adesso chi fa il consigliere cittadino ha
bisogno di due cose, di capacità retoriche e di soldi, e innanzitutto di soldi. Infatti se tu non farai i
servizi pubblici più gravosi e se tu non spenderai moltissimo denaro, anche se tu fossi Nestor, anche
se tu fossi Perikles, anche se tu fossi Demosthenes, è assolutamente inevitabile che tu debba tacere,
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o volontariamente, oppure contro la tua volontà, se tu non vuoi, altrimenti tu non puoi avere ancora
delle speranze di fare dei servizi pubblici a causa della tua attuale povertà. Infatti chi non può
dimostrare che coloro che pensano in modo giusto dicono delle sciocchezze, se lui stesso è famoso
per i suoi servizi pubblici fa tacere quelli che cominciano a dire che loro non hanno fatto delle
spese. 62,40. È accaduto che alcuni individui che non erano molto abili <nel parlare> hanno avuto
la ricchezza, e che altri individui, che erano capaci di parlare bene, non hanno avuto nessuna
ricchezza, e così questi ultimi non hanno potuto dedicarsi agli affari pubblici, mentre i primi si sono
dedicati agli affari pubblici in un modo troppo debole. Se qualcuno degli dei unisse la capacità dei
due gruppi e desse agli istruiti le ricchezze di coloro che sono facoltosi, oppure se desse ai ricchi la
capacità di parlare bene degli istruiti, essi non potrebbero competere con Phasganios,io direi, perché
lui aveva qualcosa di divino e di superiore alla natura umana, ma essi potrebbero costringere molti
di quelli che adesso sono chiamati retori ad avere una bassa opinione di se stessi. 62,41.Dunque essi
chiedono un'altra cosa: “per quale motivo quei tuoi allievi che si sono dedicati ai processi per fare
gli avvocati difensori non hanno molti clienti che si rivolgano a loro?”. Perché, o carissimi, essi
hanno imparato da me, oltre al parlare, anche la capacità di essere rispettosi. Per questo motivo essi
non assumono degli intermediari, non portano via coloro che sono sottoposti a dei processi, non
adulano gli osti, non mandano delle lettere miserabili ai loro vicini, non sono schiavi dei
collaboratori dei magistrati, non si mettono d'accordo con i messaggeri pubblici per avere dei
vantaggi in futuro e non comprano gli accessi presso i giudici istruttori. Infatti adesso queste azioni
sono proprie dell'attività retorica, gridare, mentire, spergiurare, fare confusione, causare scompiglio,
promettere qualcosa, dare qualcosa. 62,42. Quelli che sono stati a scuola da me non vogliono fare
nessuna di queste azioni,e non possono fare né ciò che volevano,né ciò che non è mai stato possibile
per loro, o Zeus, ma essi restano nelle condizioni in cui sono adesso, portando un aiuto a quelli che
ne hanno bisogno e offrendo se stessi come un adeguato presidio, ma loro non si avvicinano ai
clienti, non li cercano, non li inseguono. 62,43. Dunque l'impegno dei magistrati nelle riscossioni, il
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loro dedicare una piccola parte del giorno ai processi, il loro tormentare i debitori, il loro tagliare i
discorsi lunghi e belli, hanno espulso i retori e hanno reso la loro attività davvero un fastidio, e se
uno parlerà in modo dettagliato e presenterà un discorso ben preparato, darà l'impressione di dire
sciocchezze e di sprecare il proprio tempo,mentre Kostantios ha fatto in modo che diventassero forti
questi individui che sono ignoranti e numerosi, e che non sono per niente migliori del popolino e
questi uomini si esprimono a gesti più che con un bel modo di parlare riguardo agli argomenti per i
quali essi vanno a parlare. 62,44. Ma se la situazione fosse rimasta conforme alle antiche abitudini,e
non è capace di farlo, tu vedresti tutti i nostri uomini che affluirebbero presso gli insegnanti,
chiedendo loro di aiutarli, e gli insegnanti non sarebbero sufficienti per il grande numero di coloro
che riterrebbero giusto avere il loro aiuto. Adesso è un motivo di prevalenza il non essere capaci di
parlare bene, ed è un motivo di accusa il parlare in modo eloquente e adeguato. Per questo motivo
avviene non che le tartarughe superino nella fama i cavalli perché le tartarughe si impegnano,
mentre i cavalli sono pigri, come nel racconto di Aisopos, ma che le tartarughe vincano proprio
perché sono inferiori nella velocità. 62,45.Nessuno dovrebbe giudicare colui che è più eloquente per
la misura dei suoi compensi,ma per il suo possesso dell'arte oratoria,e se farà così troverà che questi
uomini che guadagnano poco denaro sono migliori di coloro che sono ricchi. Se tu ritieni giusto che
io guardi al denaro che quei ricchi hanno, io ritengo giusto che tu guardi alle anime imbarbarite di
quei ricchi. Infatti quegli individui che noi abbiamo ritenuto ridicoli per i loro insegnanti, costoro
sembrano essere degli esperti di processi, e ogni giorno vanno via dopo essersi riempiti le mani di
denaro. 62,46. E questi individui, anche se erano inferiori nella forza della loro oratoria, hanno
cercato di impadronirsi di qualcosa, hanno dato un compenso prima di ricevere un altro compenso,
sono diventati parte di un gruppo e hanno condiviso una definizione migliore; un venditore di salsa,
che faceva questa attività attraverso il mare, Heliodoros era il suo nome, una volta per questo suo
commercio è andato a Corinto, quando un suo amico aveva un processo, e si è fermato ad alloggiare
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presso questo amico, e poiché il suo amico era malato, lui è andato a prendere il suo posto al
processo, ha ascoltato gli avvocati difensori, e ascoltandoli ha avuto la speranza che anche lui
sarebbe stato tra quelli che avrebbero dato un aiuto al suo amico, se si fosse dedicato ai processi, lui
avrebbe suddiviso il suo impegno tra la vendita della salsa e l'ascolto dei processi e in breve tempo
e all'improvviso Heliodoros sarebbe diventato anche un avvocato. 62,47. E certamente agli inizi la
capacità che derivava dalla sua impudenza non era piccola, dopo questi fatti la sua capacità è
diventata grande, e con il passare del tempo essa è diventata grandissima. E Heliodoros non ha
evitato alcune derisioni a causa della salsa, ma ha vinto su quelli che lo deridevano, si è comprato
una casa, degli schiavi, e della terra. E nel primo scontro in tribunale con quelli che combattevano
contro di lui, è stato Heliodoros a prendere lo scudo. In questo modo un uomo si fa onore perché
non indugia. Heliodoros ha percorso ogni grado del tribunale,alla fine è arrivato alla corte imperiale
dove ha detto quelle parole che doveva dire un uomo come lui, e ha avuto la sua vittoria anche
grazie a queste sue parole. 62,48. Heliodoros ha avuto come compenso molti poderi in Macedonia,
dei poderi ancora più grandi in Etolia e in Acarnania, oro, denaro, un grande numero di schiavi, di
mandrie di cavalli e di bovini. E con il suo discorso di difesa lui ha fatto in modo che una donna
diventasse padrona di questi beni, e lui ha avuto come premio la metà di questi beni. E lui ha
cominciato facendo con fatica le attività dei retori. 62,49. Così non c'è niente di strano, cari voi, se
l'ignoranza nei processi è diventata un motivo per una ricchezza. E io,anche se posso menzionare
molti fatti simili a questo, ho raccontato soltanto questo, perché pochi hanno conosciuto gli altri
fatti, e forse si potrebbe diffidare di colui che ne parla, invece riguardo a questo fatto io posso
chiamare molti testimoni provenienti da ogni parte.62,50.Ma i miei avversari contano gli allievi che
hanno avuto incarichi politici, un insegnante ne ha avuti dieci, un altro insegnante ne ha avuti di più,
un altro insegnante ne ha avuti venti. I miei avversari mi chiedono: “tu quanti popoli delle province
hai amministrato per mezzo dei tuoi allievi?”. Come se fosse una parte dell'arte retorica anche
l'arrivare a un incarico pubblico. Io ammetto che coloro che intendono esercitare il potere in modo
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giusto hanno bisogno dell'arte retorica, tuttavia io non dico che l'esercitare il potere sulle città sia
una dimostrazione del fatto di avere acquisito l'arte retorica. Infatti è possibile che qualcuno ottenga
un incarico, pur non essendo un retore, ed è possibile che uno che è un retore non ottenga nessun
incarico. E questi incarichi sono dei doni della Sorte,e non fanno parte della natura dell'arte retorica.
62,51. E questa cosa è sempre stata così, soprattutto durante l'impero di Konstantios, che ha preso i
nostri prefetti dalla stirpe dei segretari. E questi ultimi si sono seduti nei posti di potere e hanno dato
ordini,mentre i retori sono rimasti in piedi e hanno tremato di paura. 62,52. Ed è importante ottenere
delle lodi per un servizio, e non dare l'impressione di essere lenti, ma se noi attribuiremo agli
insegnanti tali meriti che sono propri degli dei, e il dare queste cose e il non darle, per noi
assurda anche quella cosa, il paragonare dei giovani e dei vecchi, e dei giovani che da poco tempo
hanno smesso di andare a scuola, molti di loro sono morti, ritengono giusto ottenere degli onori che
sono stati ottenuti a fatica da alcuni uomini anziani. Si deve aspettare anche l'età matura di questi
giovani, e si deve aspettare la loro vecchiaia. Forse il tempo nel suo andare avanti porterà loro
qualcosa, e qualcosa di simile, quando noi non saremo più in vita. Ma se le situazioni richiederanno
degli uomini, qualcuno darà anche a loro degli incarichi di potere e lo farà per convinzione, non
perché è stato adulato. Ma adesso alcuni sono vicino alle porte dei potenti. 62,54. E anzi già in
passato alcuni dei miei allievi hanno dimostrato le loro capacità nei loro incarichi, uno di loro,
originario della Paflagonia ha onorato i suoi sudditi mediante le sue fatiche al punto tale che i suoi
sudditi hanno pianto quando lui è andato via, un altro mio allievo originario della Galazia anche
adesso governa gli abitanti della Cappadocia in un modo tale che essi elogiano le azioni fatte da lui,
e non cercano niente di più. 62,55. Prima di loro un mio allievo di Eraclea ha governato la Licia, e
lui non aveva ancora venticinque anni, ha trovato quella provincia che era stata rovinata dai furti dei
governanti precedenti, lui ha maledetto alcuni, ha portato altri alla ricchezza e ha ritenuto che per lui
fosse sufficiente quello stipendio che gli veniva dalla corte imperiale, e ha ritenuto che fosse una
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grande ricchezza il fatto di lasciare ricchi quei sudditi sui quali lui esercitava il suo potere. In questo
modo lui rendendo migliori le condizioni dei suoi sudditi ha aggiunto alle preoccupazioni della sua
carica le azioni degli insegnanti onorando con il suo discorso le feste pubbliche di ciascuna città,
cosicché in quel tempo per gli insegnanti di Licia è stato possibile avere dei vantaggi dall'ascoltare
più che dal parlare. 62,56. Io non potrei menzionare senza lacrime il bravo Andronikos, e se io non
mi ricordassi di lui in un discorso sui miei amici, farei un grave errore, e ho avuto da lui un onore
non minore di quello che si dice che Achilleus abbia dato a Cheiron. Questo Andronikos ha
esercitato il suo potere sulla Fenicia che era una terra capace di dare alcune cose, ed egli ne è stato
custode in un modo più attento di quanto i padroni siano custodi di ognuno dei loro possedimenti. E
mentre quei sudditi portavano quei tributi che erani soliti portare,li definivano doni e chiamavano in
modo eufemistico un compenso con il pretesto della grande festa, Andronikos, poco dopo avere
preso i loro schiavi, ha arrestato queste persone, ha concesso loro questa possibilità, ha ordinato loro
di decidere la punizione futura, quale punizione avrebbe avuto il magistrato,e quale punizione
avrebbe avuto il corruttore. 62,57. Dunque Andronikos è stato l'unico dei governanti ad avere
bisogno di poche uccisioni dei suoi sudditi. Infatti in questo modo egli ha dimostrato di odiare
l'ingiustizia, cosicché la paura non ha permesso che fosse fatta nessuna azione degna della pena di
morte. Mentre coloro che avevano avuto grandi incarichi erano abituati a dare ordini al governatore
della Fenicia, alcuni tramite lettere, altri di persona con strepiti, con grida,con occhi feroci, correndo
nei tribunali e costringendo il giudice a considerare i loro desideri più importanti delle leggi,
Andronikos ha abbattuto tutto questo malgoverno, non con delle offese, né con delle grida, come è
possibile rimproverare a quegli uomini, <ma dimostrando> che lui non ha onorato nessun uomo più
di quelle cose che sono giuste. Gli altri hanno imparato ad andare da lui se i processi non erano
giusti, e hanno imparato a chiedere soltanto le cose che non è ingiusto ricevere. Per questo motivo
Andronikos, al punto da potergli togliere questo merito. 62,58. Dunque era necessario che costui
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restasse a casa sua e usufruisse delle bellezze che sono presenti a Tiro, e non avrebbe mai dovuto
esserci quella chiamata sventurata; ma poiché questa chiamata c'è stata, e poiché in Tracia sono
avvenuti dei rivolgimenti politici, colui che ha preso il potere imperiale subito ha nominato
Andronikos governatore, quando erano presenti molte persone, perché ha ritenuto che l'anima di
Andronikos fosse un solido muro, Andronikos contro la propria volontà,e quando il ferro delle armi
brillava da ogni parte, ha ricevuto questo incarico ed è stato utilissimo a colui che ha avuto fiducia
in lui, infatti non è stato un traditore, e non ha ignorato che loro avrebbero combattuto contro la
forza dei nemici che era molto maggiore della loro,e Andronikos ha condiviso un'attività pericolosa,
ma ha preferito avere delle speranze inferiori insieme al non diventare malvagio invece che
arricchirsi aspettandosi il biasimo degli abitanti della Tessaglia. 62,59. E Andronikos è stato un
governatore della Bitinia leale e laborioso, ed è stato molto migliore quando è stato inviato a
governare tutta la Tracia. E quando i nemici sono stati più forti, lui avrebbe potuto fuggire, perché si
vedevano dei porti, c'erano alcune barche, e c'erano molte persone che lo esortavano a fare queste
cose, Andronikos non ha ritenuto giusto vivere stando nascosto nelle grotte o nascondendosi in una
foresta, vivendo in un modo estraneo alla sua stessa natura, ma ha ritenuto che fosse una
giustificazione adeguata del fatto che lui aveva ricevuto degli incarichi pubblici la sua necessità di
non fare nessun tradimento, lui ha ritenuto che il tradimento a favore dei vincitori non fosse una
bella cosa, ed è stato privato di una vita più lunga, ma è morto concludendo la sua vita con la gloria
che lui aveva ottenuto. Colui che ha confiscato il patrimonio di Andronikos, il quale è morto avendo
poche ricchezze e dopo avere ricevuto una ferita, ha ammirato il suo comportamento. 62.60. È forse
giusto paragonare i vostri molti potenti con l'atteggiamento unico di Andronikos e con coloro che
sono stati governati dal suo atteggiamento? Ma è meglio essere considerato giustamente padre di
buoni figli per un uomo che è stato un buon padre oppure avere mogli figli malvagi? 62,61. Ma
Andronikos è morto dando gioia a voi con la sua morte, invece Kelsos è vivo e non somiglia per
niente a voi, e anche lui è un'opera delle mie fatiche. E lui è stato capace di gestire in modo corretto
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il potere sui suoi concittadini, sui suoi parenti e sui suoi amici, non ha violato le leggi per fare
qualche favore a queste persone care, e, cosa che è la più rara di tutte, ha difeso le sue amicizie
insieme alle cose giuste, e se tu vai da lui e gli chiedi: “Tu di chi sei allievo? E tu da chi hai appreso
la capacità di parlare in pubblico?”. Tu sentirai che lui ti parla di me e delle lezioni che lui ha
seguito presso di me. E Kelsos non esitava a dire questa cosa anche quando era ad Atene, e neppure
adesso lui nasconderà questa cosa. Infatti Kelsos è andato ad Atene essendo stato convinto da una
falsa credenza, ma la sua esperienza ha smentito questa credenza, e quando Kelsos si è trovato tra i
giovani studenti nel Liceo, lui ha detto che ha sperimentato quello che dice il proverbio, e che
davvero lui era passato dai cavalli agli asini, e lui ha criticato la città degli Ateniesi e ha costretto
quella città egemone a definirmi bravo con i suoi decreti, perché altrove ci sono delle conoscenze
oratorie migliori di quelle degli abitanti di Atene. 62,62. Dunque Kelsos quando è andato ad Atene
non aveva valutato la situazione per come era in se stessa, e dopo che lui è arrivato, ha valutato
quella opinione che lui aveva.Infatti tu troverai che Kelsos è proprio un figlio dei miei insegnamenti
e lui somiglia ai miei primi insegnamenti, e non ai secondi, e ciò potrebbe essere un segno del fatto
che i miei insegnamenti successivi sono stati sbagliati e che i miei primi insegnamenti sono stati
migliori. 62,63. Dunque tu biasimerai e parlerai male delle lezioni che sono fatte da me, mentre tu
non sai fare niente se non elogiare te stesso e insultare gli altri? Infatti tu hai riempito i luoghi di tali
parole: “Soltanto io sono ricco, soltanto io sono capace di parlare bene, soltanto io sono capace di
esercitare il potere, io subisco un'ingiustizia per il fatto di abitare la terra”. 62,64. Tu sei ricco, ma in
un modo ingiusto. Tu sei ricco grazie alla crudeltà dei tuoi guadagni, con i quali hai rovinato molte
famiglie, non hai avuto pietà per le vedove, non hai avuto compassione per gli orfani, non ti sei
piegato di fronte a una corrente di lacrime, ma hai gridato, hai urlato: “devi vendere le tue proprietà
agricole, devi vendere i tuoi schiavi, devi vendere le tombe dei tuoi padri, e se è possibile tu devi
vendere anche te stesso”. E dopo avere detto queste parole, lui si è seduto, ha preso il denaro da
donne e da bambini nudi. Poi quando i mendicanti sono andati via, lui dopo avere ricevuto il loro
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tributo, se ne è andato contento, definendo se stesso felice per i suoi guadagni che sono stati più
terribili di ogni mendicità. 62,65. Per simili guadagni lui ha ottenuto l'incarico, dopo avere lasciato
quell'incarico che aveva chiesto, per cinque mesi è stato assessor di un prefetto, non è andato via
prima di avere saccheggiato più di trenta famiglie, ed è stato un ladro invece di essere un creditore
onesto. Infatti una caratteristica di costui è il non risparmiare nessuno, mentre un'altra persona è
capace di concedere anche qualche favore. Lui ride di quelli che hanno preso del denaro in prestito
da lui e lui prima mostra un volto mite, ma nelle riscossioni è più crudele di un Ciclope e quasi
strappa le carni dei poveri. 62,66. Secondo me come Kroisos traeva la propria ricchezza dal Pattolo,
così quest'uomo trae la propria ricchezza dalla propria inumanità, lui pensa sempre ai guadagni, sia
quando è sveglio, sia quando sogna, è odiato da tutti, si rallegra per le sventure degli altri, e si
addolora molto per le fortune degli altri, lui ritiene giusto essere trattato bene, ma fa la guerra a
quelli che lo trattano bene, come se lo trattassero male, e lui ha paura che se lui ammettesse di avere
ricevuto qualche favore, sarebbe costretto all'obbligo di contraccambiare. Dunque come potresti tu
non diventare ricco se tu rubassi le ricchezze dei tuoi amici e se tu ritenessi che le disavventure di
quegli amici fossero un'occasione opportuna per i tuoi furti? 62,67. Si dice: “Per Zeus, ma lui ha
detto alcuni discorsi”. Certo, i discorsi degli altri. In questo modo si è sposato dopo avere ingannato
un uomo che era amante dell'eloquenza, il padre di sua moglie. Io so che il padre di sua moglie è
anche l'autore di quei sette discorsi che tu esibisci in giro, e io so che lui ha composto questi
discorsi, tu li hai comprati, e costringi gli altri a pensare che tu ne sia l'autore, ma tu sei un
declamatore, e in questi discorsi non hai niente se non una bella voce. 62,68. E il fatto che un
giovane compri dei discorsi come una delle altre merci che sono in vendita è vergognoso, o dei
dell'oratoria,e come potrebbe non esserlo? Anche se le altre tue colpe ottenessero un perdono,questa
tua colpa, il fatto che uno che si aggira nella corte imperiale e offre a un imperatore la propria
eloquenza nelle lettere da molto tempo compra i propri discorsi, come potrebbe costui non essere
degno di un grandissimo disonore? 62,69. Oppure tu credi che sia ignoto chi è stato colui che ha
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scritto riguardo all'armatura, la quale fa in modo che il cavaliere che combatte sotto questa armatura
sia illeso? Dunque quell'uomo non ha saputo tacere tali cose, ma lui che aveva già l'onore per il suo
discorso ha ottenuto in più l'onore di parlare a persone delle quali si fidava. Ma quelli che hanno
imitato quell'uomo hanno parlato in modo indiscreto ad altre persone, e anche tu spesso hai parlato
a persone che sapevano tutto, come se loro non sapessero niente, e hai detto delle cose che tu avresti
potuto sentire dire da loro, se loro avessero osato dirle. 62,70. Oh come è stata inopportuna la mia
benevolenza! Poco tempo fa uno di quelli che sono morti a causa dell'insaziabilità di costui riguardo
ai guadagni, aveva chiesto di ottenere un po' di equità, poi, non potendo ottenerla, lui aveva deciso
di riunire quanti più concittadini e stranieri possibili in un grande teatro per annunciare il segreto,ma
io gli ho impedito di farlo. 62,71. E adesso grazie a me quell'uomo mantiene la sua libertà di parola,
infatti se io in passato non avessi frenato quell'altro uomo, costui avrebbe vissuto tutto il tempo
restante della sua vita stando nascosto dopo essere decaduto in una condizione inferiore a quella
degli schiavi, ma io ho salvato la sua libertà di parola, e questo giovane ha usato questa sua libertà
di parola contro di me e contro i miei allievi e lui dice che da me non è nato nessun retore, e che lui
è il più sapiente di tutti. E lui è arrivato a un tale punto di ignoranza, e anzi a un'estrema pazzia, che
lui dice di non essere peggiore di Zeus in nessuna cosa, e dice che è giusto che lui allontani la
divinità dal potere su tutte le cose. 62,72. E lui, pur essendo istruito, non smette affatto di osare
quelle azioni e di deridere, ma lui cerca sempre qualche offesa più assurda delle precedenti e non si
accorge che mette in ridicolo se stesso. E per lui il suo vantaggio maggiore è stato il fatto di non
avere avuto dei figli, infatti se li avesse avuti lui avrebbe dimostrato di odiare anche i propri figli.
Adesso un male non piccolo viene evitato grazie alla Sorte, la quale ha cura degli esseri umani e fa
in modo che quest'uomo empio sia privo di figli ed essa salva le città da una discendenza malvagia.
62,73. Vedi che non è una bella cosa fare rimproveri in un modo facile? E tu potevi avere una
reputazione migliore di quella che adesso è adatta a te, ma quando tu hai spinto un uomo contro di
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Orazione 63. Discorso a favore di Olympios.
63,1. Io non potrei sopportare ancora questi individui che non sono capaci di mettere fine ai loro
insulti contro Olympios, e gli insulti sono stati rivolti a lui dopo che lui è morto e questi individui lo
hanno considerato con disprezzo perché lui non è più vivo. Ed è necessario che essi sappiano che lui
non è morto completamente, finché sono vivi i suoi amici. 63,2. E sarebbe necessario che io, che
sono il primo di questi amici e che ho usufruito del coraggio di Olympios più degli altri, dimostrassi
che non ho sopportato questi insulti. Infatti sarebbe una cosa terribile se, mentre Olympios non ha
evitato di compiere nessuna fatica per rendere migliori le mie condizioni, io non restituissi il favore
a lui mediante un mio discorso. Se quelli che parlano male di Olympios hanno ritenuto che lui non
sarebbe più stato presente in futuro, sappiano che hanno fatto una supposizione non corretta; ma se
io, pur facendo delle azioni giuste, scrivessi in modo vergognoso, io dimostrerei di essere peggiore
di quanto sperano i miei nemici. 63,3. Dunque io so che susciterò una guerra contro di me, infatti
non è possibile che coloro che avranno una dimostrazione della loro ingiustizia non decideranno di
fare qualche azione contro di me, e se essi potranno farla, la faranno; ma secondo me non è giusto
che io tema i complotti di costoro più del fatto di tradire i comportamenti giusti nei confronti di un
amico. Infatti se Olympios avesse patito questi insulti quando era vivo, avrebbe potuto portare un
aiuto a se stesso, anche in quel caso io non sarei stato lodevole se avessi taciuto, ma il biasimo verso
quell'unica cosa che hanno i morti, cioè <l'aiuto> che viene dato loro dai vivi contro quelli che li
accusano, io non potrei avere nessuna giustificazione adeguata,quasi come se io restassi impassibile
in mezzo a quelli che parlano male di Olympios, sopportando in silenzio quegli insulti che gli
vengono detti da loro. 63,4. Dunque io mi aspettavo che tutti quelli che abitano la città avrebbero
detto parole numerose e belle riguardo a Olympios, considerando le parole che erano state dette
prima di questa malattia, e considerando che ogni giorno nella città venivano spesso delle persone a
fargli visita e tentavano di superarsi a vicenda in queste cose. E infatti queste persone di notte
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prendevano una scala, salivano, scendevano, facevano di nuovo la prima azione, facevano di nuovo
la seconda azione, e poiché i medici non permettevano che loro entrassero dove Olympios giaceva
malato, loro sedevano vicino alle sue porte e stavano insieme alle ancelle. 63,5. Dunque io credevo
che,dopo che è avvenuta la morte di Olympios,quelle persone sarebbero state coerenti con se stesse,
e credevo che avrebbero detto delle parole conformi alle azioni che avevano fatto. Ma quelle
persone, come potrei parlare adeguatamente della loro incoerenza? Se loro avessero continuato per
tutto il tempo a fare quelle accuse a Olympios, se avessero patito un torto in queste cose, e se
avessero fatto un torto in altre cose, loro non avrebbero riversato così tanti discorsi di Olympios
andando attraverso tutta la città. 63,6. Qual è il motivo di questi discorsi? Alcuni dicono che i
testamenti di Olympios non si trovano da nessuna parte e accusano questo fatto. Suvvia, noi
dobbiamo parlare innanzitutto a questi individui. Dunque,o carissimi, come è possibile che tra tutti i
soldati, tra tutti gli avvocati difensori che facevano parte del consiglio cittadino, Olympios fosse il
primo a dare i suoi beni? Infatti neppure se lui avesse superato nello stesso tempo Midas, Kroisos e
Kinyras per la sua ricchezza e per i suoi patrimoni, lui sarebbe stato capace di realizzare questo
desiderio terribile di così tanti uomini. 63,7.E quale sarebbe stato il comportamento giusto di quelle
persone nei confronti di Olympios? Infatti loro non hanno fatto un lungo viaggio dopo che lui aveva
dato questo ordine, loro non hanno sopportato una navigazione lunga e difficile per quelle cose che
erano utili a Olympios e loro non hanno trascinato delle navi che potevano portare qualche danno. E
loro non hanno neppure trascurato se stessi per dare una gioia a Olympios in quegli incontri in cui
lui passava molto tempo durante il giorno. Ma loro non potrebbero dire neppure di avere condiviso
con Olympios la tavola, o i bagni, o gli scherzi, né potrebbero dire di avere dato delle ferite e di
avere ricevuto delle ferite scontrandosi con quelli che hanno trattato male quell'uomo oppure che
intendevano trattarlo male. Ma se tu prendi <qualcuno> di quegli individui, e se gli chiedi: “tu per
quale motivo ritieni giusto prendere i beni che appartenevano a Olympios?”, lui non potrà dire
nient'altro, soltanto questa cosa, cioè che un uomo è nato da un altro uomo e lui è stato uno di questi
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uomini che “mangiano il frutto della terra”. Io mi stupisco che lui non abbia avuto tra quelli che
parlano male di lui gli asinai, i mulattieri e coloro che portano a noi i prodotti provenienti dai campi
sui cammelli. 63,8. Così ieri un individuo venuto da chissà dove ha detto di avere patito
un'ingiustizia da quel testamento. Lui dice: “nessuno di coloro che sono nel consiglio cittadino ha
ottenuto niente, neppure la cosa più piccola, e ciò è avvenuto anche se loro avevano fatto alcuni
favori ad Olympios”. Infatti in cambio di quei favori che Olympios ha fatto sia pubblicamente al
consiglio cittadino, sia privatamente a ognuno dei suoi membri, lui ha avuto delle persone che gli
obbedivano in alcune cose e che non si opponevano a lui. 63,9. Infatti è stato Olympios quello che
ha impedito che il consiglio cittadino fosse arrestato, quando la città era scossa dall'attesa della
collera dell'imperatore, è stato lui l'unico a offrire se stesso come garante degli altri, che avevano
onorato il loro compito, è stato lui che ha chiamato quelli che si erano impegnati nei servizi pubblici
con le sue ricchezze personali e ha eliminato ogni loro paura, è stato lui che quello che ha fatto in
modo che i magistrati smettessero di essere adirati, è stato lui che li ha resi mansueti, è stato lui che
ha insegnato loro a non privare i decurioni di quegli onori che erano loro dovuti. Le azioni fatte da
Olympios a favore di queste persone sono state numerose e grandi, mentre le azioni fatte da queste
persone come contraccambio sono state piccole e poche, cosicché Olympios è morto dopo avere
lasciato quegli uomini che erano in debito verso di lui. 63,10. Dunque come è possibile che
Olympios dopo i benefici che vi ha dato, sia anche debitore a voi di un qualche compenso? È come
se qualcuno costringesse un medico che ha rimesso in piedi il malato a pagare del denaro al
paziente che ha evitato la malattia, oppure, per Zeus, è come se un timoniere fosse costretto a dare
dei soldi all'armatore perché ha salvato la barca, oppure è come se un insegnante di oratoria fosse
costretto a dare dei soldi all'allievo che ha imparato a parlare bene grazie a lui. Il consiglio cittadino
ha fatto in modo che avvenisse questa cosa che Olympios voleva, e Olympios ha fatto in modo che
avvenisse ciò che il consiglio cittadino voleva. 63,11. E riguardo a coloro che nei tribunali hanno
assistito quelli che erano sottoposti a dei processi e hanno dato loro degli aiuti, io dico questo cioè
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che essi ricevono un compenso per i loro aiuti che è maggiore di quello che era stato stabilito grazie
alla generosità di Olympios ed essi non sarebbero giusti se accusassero quel testamento per il fatto
che loro non sono presenti in esso, quando loro hanno dei beni che sono più grandi rispetto agli aiuti
che hanno dato. Infatti coloro che vendono i testamenti che hanno comprato non reclamano un
guadagno oltre ai prezzi che ricevono per ciò che hanno venduto. E chi ottiene un guadagno grazie a
costoro ha un altro motivo di guadagno. Io non trovo quale sia il vostro motivo di guadagno. Ma
quell'attività che è soltanto vostra viene fatta anche da un altro, adesso non è il momento opportuno
per parlare di questo. E tuttavia molte e offensive azioni sono state fatte da entrambi, sia dai
decurioni sia dagli avvocati difensori, ma continuano a farle e per loro è piacevole il parlare male
che prende la sua origine dal non fare niente. 63,12. E per questi individui che sono venuti a parlare
male di Olympios perché non hanno ricevuto niente da lui, sono sufficienti queste cose, ciò che
avviene adesso; ma ciò per cui ci si potrebbe indignare più giustamente e si potrebbero invocare sia
la terra, sia il cielo,sia il mare sia gli dei e i demoni che sono presenti in ciascuno di questi elementi,
è che questi stessi individui sono stati onorati e parlano male di Olympios, condividono il suo
testamento, e si comportano come se non avessero ricevuto nessuna parte di questi beni, e Olympios
dà loro i suoi beni in modo lodevole, e loro ricevono i suoi beni in modo biasimabile, non hanno
rifiutato la sua donazione, ma perseguitano Olympios, dovunque essi siano, a casa, in piazza, presso
i governanti, su un carro, e se sono seduti altrove, e se fanno una passeggiata. Io credo che essi
facciano queste azioni anche nei sogni. 63,13. E se un uomo è cattivo e malvagio e ostile agli dei,
per quale motivo tu non eviti i doni che provengono da lui? E se tu ricevi questi doni e pensi che
quest'uomo sia ottimo, perché tu calunni un uomo simile? Per quale motivo tu parli male di
Olympios dopo che hai preso i suoi beni, come se tu non li avessi presi? Qual è il motivo per cui tu
eviti di guardare ciò che ti è stato dato e parli male riguardo a ciò che non ti è stato dato? Uno dice:
“Olympios ha dato di più a una certa persona, e a me non ha dato altrettanto”. Un altro rimprovera il
fatto che Olympios abbia dato a una certa persona una quantità di beni altrettanto grande di quella
900
che ha dato anche a lui. Dunque cosa doveva fare Olympios, se non doveva fare né la prima azione,
né la seconda azione, e se sia il dare una stessa quantità di beni,sia il darne una quantità che non è la
stessa, ha causato un'accusa contro di lui? 63,14. Eppure noi sappiamo che anche alcuni padri si
sono comportati così con i loro figli. Hanno dato più talenti a un figlio, e ne hanno dati di meno a un
altro figlio,mentre noi sappiamo che altri padri hanno dato la stessa quantità di beni a ciascun figlio.
Talvolta è sembrata giusta la prima scelta, talvolta è sembrata giusta la seconda, e altri si
accontentano di queste cose. Talvolta entrambe queste scelte sono offensive, e qualcuno non ha dato
una parte altrettanto grande,ma ha dato di meno, e un altro invece ha dato una quantità altrettanto
grande, ma non di più. E qui loro non pensano a quei testamenti che sono stati scritti da uomini
senza figli e nessuno potrebbe dire che alcuni di questi testamenti sono stati giusti, e che questo
testamento di Olympios sia stato folle, e nessuno potrebbe dire che quei testamenti sono rimasti
all'interno dei limiti adeguati e che questo testamento di Olympios è stato sfrenato e non ha avuto
nessuna briglia. 63,15. E se bisogna fare un'accusa a Olympios, si potrebbe dire questo contro di lui,
che lui non ha messo delle redini al suo testamento, ma con tali disposizioni testamentarie ha
disseminato quei beni che lui aveva accumulato con fatica nel corso del tempo. Dunque loro dicono
una parola contro Olympios, ma tacciono altre cose per dare un vantaggio a se stessi,o per rispettare
i fatti che sono avvenuti secondo la verità? Dunque bisognerebbe forse sopportarli, anche se non
sarebbe facile, ma chi potrebbe non soffrire molto per le parole eccessive dette da loro contro
Olympios? Quegli individui dicono che i Cercopi, Sisiphos, Phrynondas ed Euribatos sono una
piccola cosa rispetto alle macchinazioni di Olympios, alle sue male arti, e ai suoi inganni. 63,16.
Dunque voi avete onorato questo Euribatos e Phrynondas per tutto questo tempo,e per tanti anni voi
lo avete onorato con i nomi bellissimi che sono dati ai semidei? Dunque quelli che erano amici di
Olympios erano invidiati da quelli che non lo erano, e quelli che non erano suoi amici facevano di
tutto per diventarlo. Infatti loro sapevano che in questo modo sarebbe stato possibile per loro evitare
un male e ottenere un bene. 63,17. E queste cose e altre più numerose di queste sono avvenute in un
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altro tempo, e dopo che la malattia ha tormentato Olympios e lui ha perso la vita, e fino a quando il
suo testamento era tenuto segreto, ognuno nelle sue speranze riteneva di essere il suo erede, ma
quando il coltello ha tagliato i legami e ha tolto i sigilli del testamento, e ha portato alla luce tutti i
suoi contenuti, quelli che vivevano aspettandosi di ottenere dei guadagni, quando hanno visto cose
diverse dalle loro attese, perché la situazione era cambiata, hanno detto: “Olympios, quel corruttore,
quel mentitore, quello spergiuro, quel pirata, quel ladro, quel nemico della giustizia, quell'individuo
che non rispetta gli esseri umani e non rispetta gli dei”. 63,18. Dunque quello stesso uomo è sia
malvagio sia buono, è sia nemico degli dei <sia loro amico>, ed è degno di alcune corone e di una
punizione, perché il suo testamento produce sia l'una sia l'altra cosa, la prima cosa prima che il
testamento apparisse, e la seconda cosa dopo che il testamento è apparso. E quelli che in precedenza
si insinuavano nel favore di Olympios, gridano che lui non era degno nemmeno di ottenere una
tomba, e loro sanno che è la cosa più facile di tutte per un uomo che è vivo infangare chi non è più
vivo. Certamente noi vediamo quali torti patiscono i cadaveri da parte di quelli che ritengono giusto
diventare ricchi grazie alle tombe. Se qualcuno degli dei all'improvviso facesse risuscitare
Olympios, come abbiamo sentito dire che hanno fatto risuscitare altre persone, i cuori di questi
insolenti uscirebbero fuori, e mentre costoro dicono le loro parole, afferrerebbero ogni volta le loro
mani e forse anche le loro ginocchia. Tanto grande è la preoccupazione che loro hanno di
accumulare ricchezze. 63,19. Essi dicono: “Olympios prometteva la sua eredità a ciascuno di noi”.
Per quale motivo? Quale forza lui vedeva in voi, quale debolezza lui vedeva in se stesso? Quali
uomini ostili lui voleva sopraffare tramite voi? Quale denaro? Quale terra? Quali proprietà agricole?
Se non queste cose, da quale pericolo Olympios ha ottenuto una liberazione grazie a voi? Qualcuno
ha presentato un'accusa scritta contro di lui, accusandolo di fare un torto alla famiglia imperiale,
erano vicine la sua condanna e la sua pena di morte, e voi eravate i soli a potere cancellare questa
condanna a morte, e Olympios doveva darvi la sua eredità come un compenso che gli avrebbe
portato la sua salvezza? 63,20. Lui non avrebbe fatto questo neppure se fosse stato giovane, famoso,
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temibile per la sua capacità di fare a pezzi gli altri, difficile da combattere, e abituato a fare scappare
gli altri più che a essere vittima di questa azione,e le vostre capacità sono grandi anche esse, ma non
sono forse inferiori a quelle di Olympios? Dunque come è possibile che le promesse fatte da voi
non siano state né più grandi né più piccole di quelle di quell'uomo, ma siano state altrettanto grandi
di quelle fatte da lui a voi? Voi dite: “Ma lui doveva dare a noi non la totalità dei suoi beni,bensì una
parte di un terzo, o di un quarto”. Ma anche così sono delle quantità grandi e che non hanno senso.
63,21. Poi a me non sembra giusto neppure dire qualcosa di simile a questo a colui che adesso
governa su di noi, e io so che lui è giusto, e so che lui lotterà stando dalla parte della giustizia, e so
che lui che si trova in tale luogo non avrebbe nessun bisogno di rumoreggiare per alcune ricchezze e
so che lui non esiterà a fare nessuna azione. Certamente c'era anche il timore che il magistrato non
parlasse, ma il magistrato,insieme a un grido,ha preso colui che aveva detto tali parole, e dopo avere
convocato gli uomini più famosi della città, ha detto di essere stato offeso, ha perseguito quell'uomo
per questa offesa e ancora di più per danneggiamento delle leggi e dei tribunali. 63,22. Ma se lui ha
detto davvero una cosa simile, e se ha sopportato di ascoltare una cosa simile, anche adesso lui si
indigna perché gli sono stati dati pochi beni, e lui dice a tutti: “Io non sono per niente diverso da
questi individui che sono stati condannati da me, che hanno vomitato dei guadagni ottenuti in modo
disonesto e che sono stati puniti da una punizione, ma io, che giustamente vengo punito insieme a
loro, li punisco perché, pur essendo uguale a loro nella mia mente, sono però migliore di loro per la
mia condizione”. 63,23. E quelli che dicono queste cose riguardo ad altri uomini che hanno
incarichi di potere dicendo loro di essere loro amici mi costringono a dire riguardo a loro che essi
sono passati attraverso numerosi incarichi grazie alla corruzione nella loro attività di giudici, sono
stati favorevoli alla necessità che loro prendessero qualcosa, e si sono messi d'accordo per prendere
qualcosa. 63,24. Io ritengo che non ci sia stata nessuna promessa di questo genere e che quell'uomo
non abbia detto nessuna menzogna. Ma anche se questa cosa fosse davvero così, io perdonerei colui
che ha ingannato dei magistrati disonesti, infatti altrimenti non sarebbe stato possibile in nessun
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modo ottenere delle cose giuste da un magistrato che aveva delle speranze di ricchezza. La
situazione richiedeva un inganno e richiedeva che Olympios lusingasse il magistrato con delle vuote
speranze oppure le cose sarebbero andate male per lui. Infatti non è possibile calunniare i processi e
non dire che è un effetto delle promesse il fatto che un altro uomo abbia patito un'ingiustizia. 63,25.
Si dice: “Ma Olympios ha sbagliato perché non ha mantenuto i comportamenti giusti verso quelle
persone, perché ha dato dei grandissimi vantaggi a degli individui indegni”. Ed essi citano il tale
individuo e il tale altro. Anche se lui avesse dato a costoro una quantità tripla di questi beni avrebbe
fatto delle azioni giuste, infatti lui avrebbe dato delle cose che erano dovute. Infatti chi non sa che
questi due uomini sono stati per Olympios come dei porti,sono stati un rifugio, una consolazione, un
motivo di serenità, un rimedio contro il dolore? 63,26. Così essi hanno trascurato se stessi e hanno
ritenuto che la loro vita consistesse nel servire gli interessi di Olympios, e certamente essi
rivolgendo il loro sguardo a Olympios hanno perso di vista tutti gli interessi dei loro genitori, tutti
gli interessi dei loro figli, tutti gli interessi dei loro fratelli, e inoltre gli interessi dei loro schiavi,
hanno faticato più di quegli schiavi,e per Olympios hanno fatto volentieri le azioni che sono proprie
degli schiavi, e si sono compiaciuti dei piaceri di Olympios più di quanto abbiano apprezzato i
propri piaceri, hanno anteposto le preghiere di Olympios alle proprie preghiere. 63,27. Dunque
vedendo queste cose, enumerando queste cose e rallegrandosi per queste cose ogni giorno, cosa
avrebbe dovuto fare Olympios? Avrebbe dovuto fare un torto a quelle persone nel suo testamento, e
avrebbe dovuto rendere quelle persone meno onorate di coloro che non avevano avuto lo stesso
atteggiamento verso di lui? Lui sarebbe stato giustamente collocato tra gli ingrati perché lui avrebbe
avuto una comodità grazie alle fatiche di queste persone, ma nel momento di restituire il favore
avrebbe volontariamente ignorato chi in modo più giusto avrebbe dovuto avere di più di altri. Infatti
in tali cose non bisogna guardare alla parentela, ma all'affetto, all'impegno, alla veglia e alla fatica, e
se qualcuno non ha uno splendore derivante da una carica pubblica, ma è stato più benevolo di un
altro, è stato più utile di un altro, il primo è considerato più importante perché ha condiviso le azioni
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che mettono alla prova le persone e mostrano come sono. 63,28. Un desiderio ha fatto in modo che
Achilleus piangesse e non gli ha permesso di dormire. Infatti non gli è venuta in mente la stirpe di
Patroklos che era morto, ma le navi e le guerre, le navi sulle quali lui e Patroklos avevano vissuto
insieme e avevano navigato e le guerre con cui essi hanno svuotato le città. Questi uomini invece
non hanno navigato insieme a Olympios e non hanno fatto delle guerre insieme a lui, infatti non c'è
stato niente che li costringesse a fare questo,ma uno di loro ha gestito la casa di Olympios, ed è stata
un'attività faticosa, e l'altro si è allontanato non poco dalla sua casa, per fare quello che gli veniva
ordinato da Olympios, obbediva velocemente ai suoi cenni come se fosse cresciuto insieme a lui, e
non gli dispiaceva essere chiamato neanche di notte, ha scacciato il dolore di Olympios, gli è stato
accanto, lo ha curato, stando sdraiato di fianco a lui invece di dormire. 63,29. Dunque se Olympios
avesse reso quegli uomini padroni di ogni cosa, lui sarebbe stato ammirato giustamente. Infatti il
comportamento è più importante di ogni legame di sangue nel generare affetto. Infatti nessuno, se
vuole bene a qualcuno, vorrebbe provocare un danno alla persona a cui vuole bene, ma già in
passato la mano di un padre ha ucciso il proprio figlio, e la mano di un figlio ha ucciso il proprio
padre. Infatti ci vuole poco a dire le diseredazioni dei figli e a dire tutti i figli che hanno costretto i
propri genitori a patire la fame. Un legislatore ritenendo opportuno che in tali vicende si dia un
giudizio guardando alle azioni delle persone ammette all'eredità anche gli schiavi meritevoli. In
questo modo lui dimostra di avere dato a una persona non più del necessario più che di avere tolto
qualcosa all'erede legittimo. 63,30. E certamente anche i comportamenti della madre di Olympios
sono stati così. Lei ha ritenuto che Olympios rendesse forte la sua famiglia, e che Mikkalos non
fosse simile a lui, basta dire questo, che la madre ha dato di più a Olympios, e ha dato meno a
Mikkalos senza aggiungere spiegazioni alla sua dazione e con questa azione non ha offeso Mikkalos
che ha ricevuto il suo patrimonio, ma ha respinto il modo in cui Mikkalos avrebbe voluto usare i
beni che gli sarebbero stati dati. Eppure la madre ha pregato che il suo figlio più giovane fosse
simile al suo figlio più anziano affinché rendesse <più grandi> i possedimenti del suo figlio più
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giovane grazie agli onori del suo figlio più anziano. 63,31. Dunque Olympios riteneva che suo
fratello Mikkalos fosse come un figlio per lui,ha tentato di renderlo migliore con i suoi avvertimenti
e lo ha onorato con due incarichi pubblici, ha potuto fare queste azioni quando lui era prefetto, ma
Mikkalos, dopo essersi allontanato dall'attività di consigliere cittadino, nei suoi incarichi si è
chiaramente comportato male verso il suo benefattore, ha cancellato dalla sua mente i favori di
Olympios e non ha mai detto a se stesso chi era lui, grazie a chi aveva quegli incarichi, e al posto di
chi li aveva, ma è diventato nemico di suo fratello Olympios, lo ha colpito, lo ha ferito, e non c'è
niente che lui non abbia fatto di quelle azioni che portano dolore a delle donne ignare di Aphrodites
che erano attorno a Olympios al posto di molte ancelle,Mikkalos ha parlato male di quelle donne, ha
detto che servivano ai piaceri vergognosi di Olympios e che erano capaci di compiere tutti i misfatti
con i veleni e con gli incantesimi,Mikkalos ha maledetto quelle ragazze che sono state allevate dalle
mani di Olympios per consolarsi della sua mancanza di figli e Mikkalos ha minacciato ognuna di
queste fanciulle dicendo che esse avrebbero visto le carceri, le torture, i trattamenti più terribili e
avrebbero visto quel giorno che sarebbe stato la fine di Olympios e queste cose. 63,32. E il fatto che
le sue minacce non siano state fatte in segreto, ma alla luce del sole e all'ascolto delle orecchie di
tutti ha reso più grande l'offesa. E giustamente Olympios ha provato dolore nell'anima a causa di
queste minacce, ha avuto paura del futuro, e a Olympios è stato impedito di andare da Mikkalos,
perché c'erano molte persone provenienti da ogni luogo che dicevano che Mikkalos aveva questa
unica attività, le parole contro Olympios, e molti dei presenti non sopportavano queste sue parole e
alcuni di loro sono andati via,mentre altri sono rimasti e hanno difeso Olympios. 63,33.Forse queste
azioni sembrano essere degne di alcune corone? Mikkalos ha continuato a fare queste cose e non è
stato più moderato anche se ci sono state delle persone che lo hanno esortano a mettere fine alla sua
accusa perché essa non era soltanto ingiusta, ma era anche dannosa. Ma Mikkalos è stato sempre
più violento nelle azioni successive, e ha continuato a ripetere questo unico canto dalla mattina alla
sera. Neppure i suoi frequenti bagni lo hanno fatto smettere, e lui non è stato molto tempo senza il
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piacere che otteneva dicendo tali minacce. 63,34. Dunque Olympios ha danneggiato Mikkalos non
più di quanto Mikkalos abbia danneggiato se stesso e Mikkalos ha impedito che Olympios fosse
gentile con lui, lo ha picchiato, lo ha colpito, lo ha percosso con le parole, lo ha fatto arrabbiare e lo
ha offeso con oltraggi meritevoli di una punizione. E infatti è necessario che quelli che sono colpiti
dai fulmini diano l'impressione di essere colpiti da loro stessi, perché essi stessi attirano verso di sé
il fuoco di Zeus con le azioni ingiuste che fanno, se loro avessero fatto delle azioni giuste, e se loro
fossero piaciuti agli dei, non sarebbero stati bruciati. E Mikkalos ha desiderato quelle sventure nelle
quali si è trovato, e le ha volute. 63,35. Ma qualcuno crede che Olympios, che era responsabile della
felicità di molte persone che non erano suoi familiari, abbia odiato volontariamente suo fratello?
Non è così. Ma Olympios ha voluto essere eccellente anche in questa cosa, mentre Mikkalos lo
attaccava. Dunque dopo che Mikkalos è morto compiendo queste azioni sbagliate, tutti credevano
che Olympios avrebbe trasferito la sua ostilità verso il figlio di Mikkalos, ma il figlio di Mikkalos è
stato ottimo e migliore di quanto ci si aspettasse, e ha mostrato di essere migliore di colui che lo
aveva generato. 63,36. Dunque ci sono alcuni che vengono da me e fingono di essere tra coloro che
si sono indignati a mio favore, e sono abituati a parlare scuotendo la testa, come se loro non
sopportassero l'ingiustizia che mi è stata fatta. Allora essi dicono:“Olympios non ha forse confuso le
cose giuste nei tuoi confronti, quando ti ha dato un titolo pieno di invidia e di difficoltà, e ha
permesso a qualcuno di ridere di te, mentre avrebbe dovuto fare in modo che altri facessero le cose
più difficili, e a te, se non altro, non poteva forse dare quella pace che deriva da una seconda
posizione?”. 63,37. Io ho avuto delle cose da Olympios quando lui era vivo, e queste cose sono state
giudicate come le più grandi tra tutte quelle che siano state date da chiunque,e le cose che sono state
date da Olympios quando lui ormai era morto, secondo la vostra valutazione sono state piccole, ma
sono più importanti di migliaia di proprietà agricole, e lui non avrebbe potuto causarmi un dolore in
modo molto più grande, perché la sua amicizia ha dato prova di sé, come sarebbe stato possibile, se
non perché Olympios ha fatto in modo che anche questa parte del suo testamento fosse motivo del
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suo non trasmettere nessun bene materiale alle mie mani, dicendo che lui era convinto che il suo più
caro amico, cioè io, non avrebbe cercato niente per se stesso? 63,38. E tuttavia se la situazione è
così, alcuni individui hanno sperato di provocare ostilità contro Olympios che è morto, e queste loro
speranze li hanno convinti a parlare di lui. Ma io ho un'amicizia verso coloro che sono morti, e non
permetto alla morte, che mi ha privato della frequentazione con loro, che essa mi tolga anche il mio
affetto per loro, e io apprezzo questo affetto più di quelli che portano i fiori sulle tombe, e se
qualcuno odia anche queste cose, dovrebbe sopportarle per paura della legge. Voi sapete quali sono i
miei comportamenti, e sapete che ognuno di quei miei amici che sono sotto terra abita nella mia
anima. E le notti sanno questa cosa anche di più. Infatti io trascorro il giorno nelle attività retoriche
per coloro che sono vivi,ma le notti contengono i miei incontri con quei defunti,e non sento nessuna
parola da loro, ma io parlo a loro. 63,39. Alcuni individui non sono stati capaci di comprendere il
mio comportamento, e queste cose sono andate avanti per tanti anni, ed essi hanno fatto la guerra
contro un uomo che era legato a me da un'amicizia forte come l'acciaio, e certamente essi ritengono
che la mia anima sia simile alle loro piccole anime, che sono malate e schiave del denaro. Io, se
qualcuno degli dei mi promettesse di fare apparire di nuovo Olympios tra i vivi in cambio di un
grande compenso, non parlerei a questo dio di soldi, infatti io non ho soldi, ma se quel dio indicasse
il mio corpo, io gli direi che può prenderlo se vuole, perché per me sarebbe più piacevole vivere
insieme a Olympios per il resto della mia vita invece che essere privato dello stare con lui in ogni
modo. 63,40. Voi dovete smettere di rivolgervi a me con tali parole e di tentare di sconvolgere
quelle cose che Olympios non avrebbe mai permesso. Non è in questo modo che si troverà se un
retore è stato bravo oppure se è stato un ciarlatano. Pertanto io domando sia a voi, sia a tutti gli
uomini in quale modo Olympios è stato cattivo,oppure quando è stato cattivo,e verso quali persone?
Molti processi dicono ad alta voce la giustizia di quell'uomo,la dichiarano ad alta voce molti giudici
e innumerevoli tribunali,e voi stessi che parlate male di lui dichiarate la sua giustizia per il tempo in
cui siete stati suoi amici. Infatti se Olympios fosse stato cattivo voi lo avreste evitato, non lo avreste
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inseguito, adesso invece date l'impressione di inseguirlo, ma non lo evitate. Così o Olympios era
buono con voi, oppure voi siete malvagi verso di lui. 63,41. Poi voi credete che facendo queste
azioni farete delle insolenze impunemente perché voi non siete visti da quelli che sono morti e
perché il prefetto non sente ciò che voi dite? Ma quelli che muoiono dopo i morti precedenti sono i
loro messaggeri e riferiscono loro ciò che viene detto e ciò che viene fatto qui. E il potere dei morti
è reso più grande proprio dal fatto che essi sono morti e se si arrabbiano si vendicano velocemente.
63,42. Dunque certamente io ho fiducia in quelli che possono perdere i figli che essi hanno adesso e
in quelli che non hanno figli maschi e non li avranno neppure in futuro, ma hanno delle mogli che si
uniranno a uomini diversi da quelli che hanno sposato, e hanno delle figlie femmine che si
sottometteranno a dei cuochi prima del matrimonio, e i loro figli maschi non saranno affatto diversi
dalle figlie femmine, e saranno ridotti a chiedere l'elemosina, e a non avere nessuno che darà loro
niente, e a causa di malattie lunghe, dolorose e piene di sofferenze sarà possibile per loro morire di
queste malattie. Queste cose avverranno, qualcuno vedrà questi eventi, questi eventi insegneranno
alle altre persone a non danneggiare i morti, pensando che essi non siano niente.
favorevole nei miei confronti la possibilità che i secondi siano felici e che i primi provino vergogna,
se io rendessi peggiore la reputazione della cosa che io, non so in che modo, mi accingo a difendere.
Ma se spesso nella vita molte cose, sia tra quelle che sono migliori, sia tra quelle che non sono tali,
hanno ottenuto una fama non adeguata a esse, e alcune cose sono state ritenute cattive anche se
avevano una parte buona, mentre altre cose che giustamente sarebbero da disprezzare sono arrivate
a essere onorate, si potrebbe giustamente rimproverare quelli che hanno preferito difendere quelle
cose che avrebbero dovuto accusare, ma poiché noi vediamo che il giudizio corretto non prevale
ovunque, non è strano portare un aiuto con le parole a persone che non sono biasimate in un
processo. 64,2. Dunque a queste persone sarebbe opportuno portare un aiuto anche maggiore, come
alle persone sotto processo che vengono calunniate,e chi ha evitato di prendere le loro difese perché
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ha ritenuto che questa azione fosse malvagia pensa che la difficoltà di parlare sia un motivo del suo
silenzio. Infatti le persone che sono ammirate e che godono di una buona reputazione non avrebbero
nessun bisogno di azioni in loro aiuto, ma bisogna portare aiuto alle persone che sono nelle
condizioni opposte, come alle persone più povere tra quelle che si conoscono. Ma se è opportuno
eliminare la cattiva reputazione di queste persone, e noi esiteremo a parlare a loro favore, perché
loro sono state accusate, noi elimineremo completamente il nostro parlare a favore di chiunque,
perché coloro che sono onorati non hanno bisogno di aiuto, mentre quelli che hanno bisogno di
questo aiuto ne sono privati dalla paura di quelli che dovrebbero aiutarli e che temono di dare
l'impressione di aiutare delle persone ingiuste. 64,3. Dunque non hanno molta ragione quelli che
hanno un atteggiamento ostile a me, e infatti se essi non avessero avuto questo pretesto, avrebbero
avuto in abbondanza altri pretesti, perché non c'è niente di più facile del parlare male, se uno pensa
che sia poco importante il sembrare malvagio; ma a quelli che mi conoscono e che sono stati turbati
io dico questo: voi in poco tempo dovreste cambiare l'opinione che avete adesso riguardo ai
danzatori, e voi dovreste accogliere il mio discorso con tranquillità, se io dimostro di dire qualcosa
di buono, e se i miei ragionamenti prevalgono sulle accuse, voi dovreste smettere di ritenere che sia
malvagia una cosa che non è tale; se invece il mio discorso non sarà capace di cambiare nessuna di
quelle opinioni che voi avete adesso, anche dopo l'ascolto nelle vostre menti resterà la stessa
opinione che voi avevate prima dei miei discorsi, allora in quel caso io direi che non ho preso una
buona decisione quando mi sono offerto come avvocato difensore di persone turpissime. 64,4.
Dunque il mio amore per Aristeides è noto a tutti, ed è noto a tutti che se fosse data a me la scelta o
di essere più ricco di Midas, o di arrivare in poco tempo a essere vicino all'arte di Aristeides io
sceglierei immediatamente la seconda opzione. E infatti sanno questa cosa quelli che mi hanno
sentito dire quali sono le cose che amo, anche se ciò che io dico potrebbe forse essere una
menzogna,ma loro sanno dalle mie stesse azioni,che sono la prova più importante,quanto sia grande
l'affetto che io ho per quel retore; infatti, quando io compongo i miei discorsi, seguo le orme di
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Aristeides e tento di rendere i miei discorsi più simili possibile a quelli di Aristeides, e io ritengo
che sia un vantaggio per la mia vita se qualcuno degli ascoltatori che sono presenti dice che io sono
simile a lui, e io credo che tutto ciò sia un segno molto grande del fatto che io considero quel retore
uno di quelli più elevati. 64,5. Anche questo comportamento è proprio di una persona che onora
Aristeides, il dire qualcosa di contrario alle cose che sono state dette da lui, se il seguire le leggi che
sono state istituite da lui contiene un onore per colui che le ha istituite. Infatti soprattutto chi dice
delle parole opposte a quelle che sono state scritte dai suoi predecessori li onora con questo
comportamento più che con altri comportamenti, e quest'uomo non ritiene che il tempo sia più
importante della verità. Dunque uno che evita di dire cose contrarie a quelle di Aristeides attacca
l'atteggiamento con cui Aristeides ha ritenuto giusto contraddire le cose scritte in precedenza, ma
colui che fa questo nei confronti di Aristeides fa la stessa cosa che Aristeides ha fatto nei confronti
dei suoi predecessori, e seguendo il suo esempio lui fa un'imitazione di Aristeides che è una lode di
quel retore. 64,6. Dunque se Aristeides convince gli Spartani ad allontanare questi danzatori, che
adesso sono presenti nella lettura delle leggi, Aristeides pone fine al suo discorso dicendo che
Lykurgos non ammette queste danze, e dicendo che queste danze non si trovano nelle leggi che
Lykurgos ha scritto, e che queste danze non sono una cosa tradizionale né legale per loro. Forse gli
Spartani avrebbero potuto anche contrapporgli questo discorso: “che cosa dici? Le circostanze sono
cambiate, una grande novità è arrivata in tutti gli ambiti, alcune abitudini sono scomparse, altre
abitudini sono state introdotte al loro posto, e la città di Sparta invece di comandare su entrambe le
città dei Greci obbedisce insieme alle altre città a coloro ai quali è meglio obbedire, e tu hai
ricordato le cose antiche, e le hai ricordate per aiutare coloro che adesso sono soggetti al pagamento
di un tributo e tu li esorti a vivere nei modi in cui vivevano quando loro detenevano il potere, li
esorti a fare queste cose nel momento in cui essi hanno preso la posizione di essere dominati?”.64,7.
E sarebbe possibile dire innumerevoli cose per chi tentasse di dimostrare che non è opportuno
seguire le leggi di Lykurgos. Infatti come potrebbe non essere assurdo introdurre Lykurgos nel
911
divertimento degli Spartani, ora che non ci si può più indignare con gli Spartani che non hanno lo
scudo e che non si può rimproverarli se essi approfittano di qualcuna delle opportunità che ci sono
adesso? 64,8. Nondimeno, se, come ho detto, Lykurgos avesse usato la forza soltanto in quelle leggi
che lui ha fatto contro i danzatori, io sopporterei questa cosa, ma non riterrei che essa sia un'accusa
contro l'attività dei danzatori. Infatti molte di quelle cose che sono onorate in modo evidente da
alcune città sono state espulse da Sparta dalle leggi di Lykurgos, ed è possibile che le accoglienze
ospitali degli stranieri siano una cosa onorevole ovunque, ma non siano una cosa onorevole per gli
Spartani. È una cosa sicura il confidare nelle mura,ma per gli Spartani è una loro legge l'essere privi
di mura. Le ricchezze hanno fatto crescere molte città e allo stesso modo tra i Greci e tra i Barbari
c'è una grande ricerca dell'arricchirsi,ma le leggi hanno convinto gli Spartani del fatto che la povertà
sia migliore delle ricchezze. 64,9. Io non potrei avere un atteggiamento ostile verso quell'uomo che
ha ritenuto giusto impedire mediante queste leggi che insieme alle ricchezze arrivassero a Sparta
anche i danzatori; ma poiché lui biasima completamente l'attività dei danzatori, la definisce una
malattia e una corruzione per quelli che la guardano, e lui aggiunge gli abitanti della Siria alla sua
calunnia, a me è sembrato che sarebbe stato un tradimento se io, che sono un abitante della Siria, e
che forse sono capace di parlare bene, avessi taciuto, e se io non avessi eliminato quei discorsi che
riguardano questo argomento e se non avessi allontanato ogni genere di accusa. 64,10. Forse non è
una cosa sbagliata valutare qual è il motivo per il quale Aristeides ha evitato di rivolgere la sua
esortazione a tutti, e ha parlato soltanto agli Spartiati. Pertanto a me sembra che sia stato opportuno
che nei discorsi che riguardano questo argomento lui non abbia guardato a quella abbondanza che
c'era ai suoi tempi, e si sia rivolto a Sparta e alle consuetudini della città di Lacedemone,affinché lui
nascondesse la povertà di quegli Spartani con le lodi degli ascoltatori e Brasidas fa uscire il discorso
dalla strettezza di quel luogo e lo porta in una pianura, rivolgendo su e giù sia Leonidas, sia
Lykurgos, sia Herakles, sia i Dioscuri, perché anche il fatto di mettere i mimi insieme ai danzatori
non è un'azione propria di uno che è molto convinto del suo discorso contro i danzatori. Infatti che
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bisogno c'era di portare in un unico argomento degli individui che sono separati dalle loro attività,
quando era possibile per lui arrivare in modo separato a ciascuno di loro e fare una divisione nella
sua esposizione? 64,11. Ma,io credo, Aristeides sperava che avrebbe reso peggiore la condizione dei
danzatori,che era migliore, grazie ai mimi che seguono ciò che sembra essere peggiore,e lui sperava
che la reputazione che è propria dei mimi si sarebbe estesa anche ai danzatori. Io penso che si dovrà
valutare dopo se qualche parte di queste sue parole potrà correggere il loro modo di vivere; ma non
mi sfugge il fatto che Aristeides è astuto nel mescolare atteggiamenti diversi,io ho voluto dimostrare
questa cosa e al contempo ho voluto rivolgere un'esortazione a quelli che mi ascoltano a difendersi
dalle insidie di quell'uomo. 64,12.E innanzitutto è giusto ammirare questa cosa,se riguardo alle altre
arti gli ascoltatori ammettono che il tempo sia una testimonianza di eccellenza, io non accetterò che
la danza sia onorata per questo stesso motivo. Dunque io lascio a coloro che si occupano dei corpi
celesti questi argomenti, cioè quando il mondo si è riunito in questo tutto,e quando da tutto questo si
è formato il cielo, e da quanto tempo ciò è avvenuto, e da quando il viaggio degli astri mantiene la
sua corsa con una certa armonia e gli astri procedono secondo una legge divina, da quel tempo
antico la danza è stata definita da coloro che sono più sapienti; ma chi tra quelli che appartengono in
ogni modo ai Greci, non sa che Hesiodos dice che le Muse sul monte Elicona creano dei canti e non
trascurano la danza? E dice anche: “esse danzano intorno alla fonte viola con teneri piedi”, io credo
che esse onorino con la loro danza la fonte che esse hanno ritenuto degna di essere un loro bagno.
64,13. A me sembra che quel gruppo di danzatori di Dionysos diverta la divinità in nessun altro
modo se non per mezzo delle danze, e questa è l'azione dei Satiri e non è diversa l'azione dei Pan,
ma consiste nel suonare un flauto e nel danzare. E se io tacerò riguardo alle Baccanti, voi le
aggiungerete. Ed era tanto grande la comunanza delle parole e della danza, che Pindaros componeva
il canto, e Pan danzava questo canto, e noi potremmo trovare che l'autore delle parole era anche
l'artefice della danza. 64,14. Dunque potrebbe essere disdicevole per le Muse danzare intorno a una
fonte, se questa attività fosse una di quelle che sono vergognose? Oppure Dionysos avrebbe ritenuto
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giusto che il suo gruppo di sacerdoti vivesse dedicandosi alla danza in modo conforme alla sua
volontà, oppure Dionysos avrebbe permesso la danza navale, se lui avesse visto qualcosa di male
nella danza? Quando Zeus stava per subire la stessa uccisione dei suoi fratelli, non è forse stata la
danza che lo ha sottratto alle mani di suo padre, quando i Coribanti, danzando attorno a Kronos, gli
hanno tolto la percezione? 64,15. Homeros dice che lo scudo di Achilleus era decorato da figure di
danzatori e quando elenca di nuovo sonno, amicizia, e danza, definisce la danza come l'eccellente
danza, quella stessa danza che tu costringi a fare le cose che sono vergognose. Noi vediamo che in
Homeros i Feaci sono sia danzatori che ospitali. E anche se l'avere un atteggiamento benevolo nei
confronti degli stranieri è proprio di coloro che onorano gli dei, l'altra cosa, il tentare di piacere agli
dei, è l'azione di persone che hanno esercitato la giustizia, tuttavia non è possibile che gli stessi
comportamenti siano giusti e che al contempo causino una corruzione, e certamente quelli che
amano la danza non hanno comportamenti malvagi, ma allo stesso tempo non è possibile che loro
evitino quella cosa, l'essere migliori. 64,16. Ma, se ciò sembra essere giusto, lasciamo perdere i
racconti mitologici e i poeti, e passiamo a quelle città che hanno avuto la fama di essere state ben
governate. Certamente si riconosce che i Cretesi abbiano avuto delle ottime leggi, e si dice che gli
Spartani o hanno ricevuto le loro leggi dai Cretesi, o hanno ricevuto queste leggi da Delfi da parte
del dio di Pito, come i Cretesi hanno ricevuto le loro leggi da Zeus, per mezzo di Minos. E ancora di
più, se davvero gli dei hanno dato le leggi sia agli uni sia agli altri, se l'eccellenza delle loro leggi ha
fatto in modo che si diffondesse la notizia che esse erano opera degli dei, per ognuno di questi due
motivi bisogna ritenere che le loro leggi fossero le migliori. 64,17. Dunque sembra che presso
entrambi questi popoli la danza sia stata oggetto di una grande cura, e non è che la danza non sia
stata impedita e sia stata concessa a quelli che la volevano fare, ma la danza era obbligatoria per
legge, al punto che abbandonare la danza era una colpa uguale al lasciare il proprio posto in
battaglia. E la cosa più importante è che a Sparta le altre attività sono state divise in base alle età,
ma il danzare è stato ordinato a tutte le persone,e questa attività ha incluso gli anziani e al contempo
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i giovani, e quelli di mezza età. 64,18. E Sokrates, che è stato l'uomo di maggiore valore nella sua
testimonianza e che è stato giudicato il più sapiente tra tutti gli uomini secondo una decisione della
divinità, anche lui riteneva che la danza fosse una delle attività opportune per lui, e lui diceva ciò e
si mostrava nel fare quella attività del danzare. Dunque questa attività antica, che è sembrata essere
così illustre e bella a uomini così illustri, noi in modo facile e sbagliato riterremo che essa sia una
delle cose illecite? 64,19. Si dice: “questa danza di adesso è diversa da quella di un tempo, ed essa
non è rimasta nelle stesse condizioni in cui essa era in precedenza”. Che significa? In nome degli
dei, altre cose sono forse rimaste uguali a come erano in passato? Le case, le armi, le navi, la
lavorazione del bronzo, la pittura, la retorica, la musica, la produzione delle statue degli dei, le
attività che riguardano la navigazione? Non è forse vero che le prime case non erano diverse da una
capanna, e non erano neanche case, nonostante fossero chiamate così? Non è forse vero che non si
poteva prendere lo scudo con la mano, e cambiarlo durante il suo utilizzo? Non è forse vero che nei
primi tempi il mare non era navigato? E non è forse vero che quando il mare era navigato non ha
ricevuto subito delle triremi? E quando il mare ha consentito delle lunghe navigazioni non ha forse
avuto dei navigatori che erano inesperti, cosicché era terribile per i Greci andare al di là di Delo?
64,20. Qual era la capacità di Glaukos di Chio agli inizi? Qual era la capacità di Zeuxis nei tempi
successivi? Quando gli esseri umani avevano paura che le statue degli dei usassero i loro piedi per
fuggire? Questa paura è stata opera delle mani di Daidalos. Pheidias è venuto dopo, e ha oscurato
l'opera di Daidalos più di quanto Daidalos abbia oscurato i suoi predecessori. E certamente noi
sentiamo dire che la poesia musicale fino ad Archilochos e fino a quei tempi era semplice e di
scarsa qualità, e con il passare del tempo è andata verso un progresso. 64,21.Sia pure così. Riguardo
all'attività retorica come diciamo che tu devi pensare? Sono forse la stessa cosa nei loro discorsi
Antiphon e quel famoso Menestheus che ha accusato Theseus? Oppure ancora questo Antiphon e
Demosthenes sono la stessa cosa? E tutttavia se ciò che è più antico è migliore, Demosthenes è
915
dichiarerebbe di non essere migliore di Menestheus, e non riterrebbe giusto essere considerato
sa di essere inferiore a Demosthenes e non di poco. 64,22. E tu stesso, Aristeides, in qualche modo
dici che l'arte oratoria è cresciuta in aspetti non piccoli e non poco numerosi, e io non sono ostile a
te, in nome degli dei, e non definisco il tuo atteggiamento come arroganza, ma dico che non è giusta
quella tua scelta di dire che i miglioramenti dati da te sono utili all'eloquenza, e tu non ammiri i
progresso, bisogna ritenere che il non cambiare le condizioni precedenti sia un segno di cattiva
qualità. 64,23. Tu, Aristeides, dici: “Gli uomini dei tempi precedenti danzavano in un modo
diverso”. E gli uomini del passato facevano delle battaglie navali in un modo non simile a quello
degli uomini dei tempi successivi, come Minos contro i Carii, Paris contro i Sidoni, Achilleus
contro gli abitanti di Lesbo, gli abitanti di Corinto contro quelli di Corcira, e se vuoi citare la
battaglia navale più antica, o se vuoi citare quella battaglia navale che essi combatterono vicino a
Epidamno. Dunque come erano quelle battaglie navali? L'azione delle navi non era molto
importante, i combattimenti dei soldati si svolgevano sul ponte della nave, e il mare stava sotto di
loro, le battaglie che si facevano sul mare non erano affatto diverse da quelle che si facevano sulla
terra. Certamente tu senti che Thukidides dice: “quegli uomini si erano preparati in un modo
piuttosto inesperto, alla maniera antica” e tu senti che Thukidides dice: “la battaglia navale è stata
dura, non in modo simile alla sua tecnica nautica, e la maggior parte di essa è stata simile a una
battaglia terrestre”. 64,24.Ma Naupatto non molto tempo dopo ha avuto prova di una tale
inesperienza delle battaglie navali, quando i Peloponnesiaci erano disposti in cerchio, gli Ateniesi
hanno fatto una navigazione attorno a loro e,dopo essersi disposti in un unico punto,si sono radunati
e in poco tempo hanno raggiunto una piccola parte dei nemici, e hanno suscitato sempre l'attesa di
un loro attacco, ma hanno rinviato l'esecuzione di questo attacco perché aspettavano che il vento
fosse favorevole.Pertanto quando il vento è arrivato,e i nemici sono stati sconvolti,è stato opportuno
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per gli Ateniesi fare il loro attacco. E in questo modo le venti navi degli Ateniesi hanno vinto contro
settanta navi peloponnesiache, perché la sapienza degli Ateniesi è stata più forte del grande numero
delle navi nemiche. 64,25. Pertanto (mancano due pagine di testo greco). 64,28. tanto più quanto
quegli uomini sono superiori a coloro che erano lì seduti.Poi noi riterremo che la loro prevalenza sia
stata una sconfitta? E loro che prevalgono in questa cosa, sembreranno a noi essere peggiori in
quest'altra cosa? E noi riterremo che i danzatori, che fanno nel modo maggiore le azioni che sono
proprie della danza,siano inferiori a quelli che sono difettosi nel muoversi? Forse sia il corridore più
veloce è inferiore a quello che è più lento, sia colui che uccide i nemici a destra e a sinistra è
inferiore a colui che scappa di fronte a uno dei suoi avversari? 64,29. Allora tu devi accusare gli
aurighi che sono presenti adesso per la loro grande esperienza, per la loro audacia, per le loro
insidie,per il loro indugiare, questi aurighi quando guidano i loro carri rivolgono le loro mani contro
i carri di quelli che sono superiori a loro per la velocità dei loro cavalli, tu devi accusarli perché essi
osano fare molte cose,e non sono inesperti della loro arte, ma non hanno ottenuto una capacità tanto
grande in questa arte. Tu devi accusare anche la Pirrica, la quale ha mostrato che la danza di adesso
ha qualcosa in più della danza antica e se tu non concedi alla Pirrica la grandezza del suo progresso,
tu devi anche impedire alle danze che verranno dopo di quella di trovare qualche miglioramento,
anche se esse potrebbero farlo. 64,30. I danzatori danzavano in modo diverso. Questa danza in
passato era molto onorata. Adesso si è aggiunto il movimento. Questa nuova danza deve essere
migliore. Oppure noi concederemo alle altre arti di avere fatto dei progressi nelle loro scoperte, e
odieremo questa arte, la danza, se essa ha trovato qualcosa di più sapiente? E noi non ascolteremo
chi dice che in queste arti quelle cose che sono venute dopo sono migliori? 64,31. Aristeides dice: “i
danzatori sono un danno per le città e per le famiglie, e chi rivolge a loro il proprio sguardo è
rovinato e il non tenersi lontani da loro è il peggiore dei mali”. Certamente questa è un'ottima
invettiva del suo discorso, è simile ai torrenti impetuosi, ed essa ha messo tutte le colpe peggiori
sulle teste dei danzatori, ma è l'argomentazione più forte oppure certamente non è quella più debole.
917
Dunque se è sufficiente definire pessima la danza, e la parola contiene in sé la prova di ciò, non c'è
niente di più scellerato dei danzatori, perché non c'è niente che quell'uomo abbia tralasciato nel suo
qualcosa e il parlarne male, questi danzatori hanno sentito parlare male di sé, ma non c'è nessuna
prova che bisogna credere alle parole che sono state dette contro di loro. 64,32. È giusto ascoltare
anche queste parole. Aristeides dice: “Io credo che se qualcuno facesse due parti di tutti quanti i
mali che capitano agli esseri umani, una parte con i mali che ci sono in questi danzatori, e un'altra
parte con i mali che ci sono negli altri uomini, non accadrebbe mai che altri mali darebbero
l'impressione di aggiungersi a questi”. Queste parole dimostrano un'ira molto grande, e il discorso
di Aristeides è stato danneggiato dalla collera. Poiché questo discorso è stato il prodotto di un
eccesso, ma non ha valutato la realtà, si è spinto al di là di ciò che è credibile. Infatti chi potrebbe
ammettere che tra tutte le azioni malvagie che sono fatte dagli esseri umani, le colpe dei danzatori
siano le più numerose e le più gravi? Infatti forse non è giusto, né è lecito collocare i danzatori tra le
persone migliori, e alcuni di loro hanno mostrato la loro indole naturale con le loro parole, altri
hanno mostrato la loro indole naturale con le loro azioni, ma non è neppure giusta questa cosa, il
ritenere che i danzatori siano i peggiori tra gli individui più malvagi. 64,33. Ma c'è qualcuno che
crede ad Aristeides sul fatto che questo danzatore che imita le abitudini degli dei fa dei misfatti più
gravi di quegli individui che rovesciano degli altari, di quelli che rubano le offerte votive, di quelli
che distruggono i templi, e di quelli che bruciano le statue degli dei? Che significa ciò? I danzatori
sono forse peggiori di coloro che tradiscono le proprie patrie o di quelli che hanno approfittato della
loro solitudine per fare degli omicidi, o sono forse peggiori di coloro che fanno dei furti nelle tombe
o di coloro che mescolano dei veleni? Ma i parricidi sono forse poca cosa in confronto ai danzatori?
E quelli che testimoniano il falso? E quelli che scrivono delle lettere false contrarie alla giustizia? E
quelli che hanno ucciso le proprie madri, e quelli che hanno ucciso i propri figli? Per quale motivo
ti è venuto in mente di ritenere che ogni persona malvagia sia migliore di un danzatore? 64,34.Vedi
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queste carceri? Queste carceri di quali persone sono piene? Di persone che hanno commesso questi
reati o di danzatori? Eppure quale discorso è diffuso nelle città riguardo alle persone che le
malfattori che hanno causato loro pochi danni, e le città raccolgono denaro e danno alcune risorse ai
danzatori, ma sono d'accordo a togliere la vita ai malfattori, quando tagliano loro la testa? Oppure,
per Zeus, le città patiscono dei reati da parte di alcuni individui e le loro colpe, che sono
insopportabili, diventano lievi, e una colpa che è lieve per la natura della persona che la commette
potrebbe diventare insopportabile perché un danzatore è cattivo? Oppure, anche un padre non
potrebbe sopportare che il proprio figlio compia un'azione ingiusta, ma quelli che vengono trattati
male dai danzatori li venerano come i Persiani venerano il loro sovrano? 64,35. Dunque per quale
motivo i danzatori non sono sottoposti a dei processi? Per quale motivo i danzatori non sono puniti
se sono superiori a tutti nella malvagità? Tu devi spiegarlo. Ma tu non potresti spiegarlo. Se no, per
Zeus, essi fanno delle azioni malvagie avendo il cane di Aides o l'anello di Ghyghes, e grazie a
queste cose essi rimangono nascosti. Tuttavia loro non sono sfuggiti alla tua attenzione, Aristeides,
tu che parli in modo glorioso e solenne delle azioni dei danzatori, se davvero queste azioni
appartengono a loro. 64,36. I magistrati, che sono i custodi delle città, mentre mandano i banditi nel
precipizio, fanno dei regali ai danzatori e stanno seduti nel teatro a guardarli, a te perché sembra che
loro si comportino così? A te sembra che loro apprezzino delle persone che non fanno niente di
male o ti sembra che loro onorino la malvagità? E a te sembra che loro puniscano e onorino le
stesse azioni? E anzi ti sembra che loro puniscano le colpe che sono meno gravi, e che onorino le
colpe che sono più gravi, se i danzatori sono più malvagi dei banditi? 64,37. E Aristeides dice: “I
danzatori vivono in modo vergognoso e inoltre rovinano quelli che li guardano e li attirano a fare
delle azioni che non sono le migliori”. Ad alcuni sembra opportuno dire qualcosa su questo
argomento, ma la verità vota contro al loro discorso. Io parlerò separatamente di ciascuno di questi
due argomenti, se posso ottenere dagli ascoltatori ciò che ho chiesto sin dall'inizio, cioè che non
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facciano rumore. 64,38. Infatti per quale giusto motivo tu dici che tutti i danzatori si prostituiscono?
E quali cose tu hai sentito dire dagli indovini che essi abbiano fatto? Oppure quale sentenza tu hai
visto che è stata emessa dai giudici? Oppure tu stesso hai sorpreso questi danzatori che
ammettevano questa cosa? E tuttavia se qualcuno intende schierarsi in modo indiscutibile contro
coloro che hanno fatto delle azioni ingiuste, lui deve presentare queste cose, un'accusa, una
testimonianza, una difesa, una dimostrazione di colpevolezza, un verdetto, e se non ci sono queste
cose, bisogna che ci sia una confessione. Così tu definirai qualcuno un assassino, così tu definirai
qualcuno colpevole di adulterio, così tu definirai qualcuno colpevole di tradimento. Senza queste
prove colui che chiama le persone in questi modi fa delle calunnie. Dunque come potrebbe non
essere terribile se qualcuno viene processato per alcune accuse, non viene còlto sul fatto e sembra
essere innocente, e per altre accuse senza che ci sia stato nessun accusatore, queste persone sono
sottoposte ai biasimi come quelli che sono stati condannati, e alcuni non ricevono nessuna accusa,
ma subiscono un danno alla loro reputazione, mentre altri,che non hanno ricevuto nessuna accusa in
tribunale, subiscono quei trattamenti che sono propri di coloro che sono stati còlti sul fatto? 64,39.
E tu devi ascoltare un'altra cosa. Ci sono alcuni individui che, stando seduti in una camera, hanno
fatto un cattivo uso della loro natura e non hanno rifiutato la definizione che deriva dal fatto che essi
hanno patito le cose peggiori. Questi individui sono stati percossi da chiunque, e, per Zeus, anche se
sono stati picchiati, non è possibile che essi corrano in tribunale, né che essi protestino, né che essi
invochino le leggi gridando, né che essi ritengano giusto punire altre persone. Giustamente. Infatti
in quello stesso giorno nel quale essi hanno commesso una colpa contro la loro natura,hanno privato
se stessi di queste cose. Dunque tu forse avrai il coraggio di picchiare il danzatore, e romperai il suo
vestito, oppure tu, dopo avere ferito la sua persona, ordinerai a lui di tacere? Dunque tu sai bene
quali trattamenti i danzatori ricevano dalle leggi, se quell'uomo va dal giudice e può dirgli cosa
hanno fatto i danzatori, sai quanti e quanti si arrabbiano, ma il giudice, che è responsabile della
decisione, punisce chi ha compiuto il reato? Dunque da quale motivo tu sei spinto quando attribuisci
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la prostituzione alla stirpe dei danzatori? 64,40. Aristeides dice: “tu sei sicuro che tutti i danzatori si
comportino bene?” No, non ne sono sicuro, ma non direi nemmeno che tutti i danzatori siano dei
prostituti. Dunque se è giusto dare un giudizio in base alle parole che sono state dette, è possibile
sentire alcune persone che dicono riguardo ad alcuni danzatori che essi non hanno difeso la loro
bellezza, ma ci sono anche alcuni che lodano molto i danzatori per la loro morigeratezza. Dicono
anche che un danzatore in Palestina abbia esercitato così tanto il decoro, al punto che lui è stato
presentato dagli uomini più illustri che c'erano nella città ai loro figli e alle loro mogli, e lui non ha
mai dato in nessun modo spazio a nessuna accusa. 64,41. E certamente va citato anche il danzatore
di Antiochia che è stato illustre in passato e aveva lo stesso nome di quel bovaro antico dal quale
furono giudicate le dee riguardo alla loro bellezza, un retore di Tyros, che con la sua lingua scuoteva
e agitava tutte le cose alla maniera di Poseidon, pianse in questo modo per questo danzatore che
giaceva morto e diede a lui un discorso funebre magnifico, cosicché io non so che cosa avrebbe
cercato di più, se avesse onorato un retore dopo la sua morte. E questo retore ritenne giusto fare
questo discorso per il danzatore. E lui scelse di deturpare se stesso facendo le lodi del prostituto.
64,42. Ma anche noi stessi vediamo che la maggior parte dei danzatori nella loro giovinezza sono
custoditi, alcuni dalle loro madri, altri dai loro padri, e alcuni di loro hanno avuto i fratelli al posto
dei loro genitori, e quelli che hanno cercato di fare queste azioni immorali hanno maledetto questi
custodi. Noi non vediamo forse che queste cose avvengono ai giovani danzatori? Il tempo che passa
allontana i danzatori da una tale custodia e porta dei pericoli. Ammettiamo pure che i danzatori, non
essendo più custoditi, abbiano un cedimento morale. Ma quei danzatori che sono sconsiderati hanno
il cedimento morale. Certamente è possibile che si comporti bene anche chi dedica la propria vita
alla danza. 64,43. Dunque come è possibile che tutti i danzatori siano prostituti? Infatti finché uno
che si dedica a questa arte mostra di comportarsi bene, non vuol dire necessariamente che il
danzatore venda la propria bellezza. Infatti se questo comportamento fosse unico per tutti quelli che
praticano l'arte della danza,e se non fosse possibile apprendere quest'arte senza oltraggiare il proprio
921
corpo, il biasimo sarebbe comune a tutti quelli che si occupano di danza. Ma se è possibile che
anche un danzatore si comporti bene e sia onesto e che anzi ancora di più la sua mente non sia
portata lontano dalla virtù e verso i piaceri, dunque quale noi pensiamo che sia la parte della danza
che è diversa dalle altre arti? Infatti non è giusto ritenere che i comportamenti malvagi di coloro che
praticano una certa attività siano delle accuse a queste attività. Già in passato qualche filosofo si è
fatto corrompere dalle ricchezze. Dunque questo filosofo è stato forse indotto dalla filosofia a
diventare schiavo delle ricchezze? E tuttavia la filosofia gli aveva insegnato a disprezzare ogni
ricchezza,per quanto grande essa fosse e diventasse. Se la malvagità della sua indole naturale è stata
nuovo un medico, al quale viene detto dalla sua arte di salvare le persone,ha ucciso volontariamente
un malato. Dunque è questo lo scopo della medicina, l'uccidere le persone? No, per Zeus, ma lo
scopo della medicina è salvare le persone. Quel medico si è comportato male nei confronti della sua
arte, Questo misfatto non è una malvagità della sua arte. Infatti non è così neppure se uno che
impara la retorica sceglie di prostituirsi, e se uno che fa l'auriga vende la sua bellezza ai suoi
innamorati, l'auriga calunnia il dono di Poseidon, l'oratore calunnia il dono di Hermes. Ma alcuni
individui sono malvagi, però le loro arti non perdono le loro virtù. Se un danzatore si è concesso a
coloro che volevano oltraggiarlo, costui è un malvagio e deve morire malamente insieme ai suoi
amanti, lui ha preso una decisione sbagliata riguardo ai suoi comportamenti, ma non è che un solo
individuo faccia diventare la danza una cosa malvagia. 64,45. Io posso dire anche che quella cosa è
sicura, e io ne sono convinto. Se tutti coloro che vivono dedicandosi ad altre attività diventassero
tutti uno dopo l'altro degli imitatori di Narkissos, e se rendessero i loro genitori felici e onorati per
stoltezza, e anzi sarebbe una follia opporsi a quelli che dicono che queste attività non sono
opportune; ma se il comportarsi bene non è delimitato ad alcune attività, e l'indole naturale prevale
riguardo a quale modo, tra i due possibili, in cui ci si può comportare, qual è il motivo per cui noi
922
odiamo la danza invece di odiare quei comportamenti? 64,46. Infatti io seguo l'opinione di Pindaros
riguardo alla natura, e questa opinione dice che la natura è la cosa migliore in assoluto, e io non mi
vergogno di seguire Euripides. Dunque per quale motivo Euripides dice riguardo a Helene che lei
risparmiò i propri capelli nel momento in cui doveva onorare la tomba di sua sorella? Euripides
dice: “o natura, come tu sei un grande male per gli esseri umani / e tu sei una salvezza per quelli che
hanno ottenuto una buona natura!” /. Lui dice che gli esseri umani ottengono dalla natura sia la virtù
sia la malvagità. 64,47. Ed Euripides in un altro brano chiarisce la forza della natura dicendo: “colui
che è malvagio non è nessuna altra cosa,se non malvagio, / ma colui che è buono è buono” / lui
vuole che niente sia più forte della natura, e vuole che niente abbia una forza tanto grande che possa
cambiare le condizioni di questa natura, tralasciando quella stessa frase di Sophokles. Infatti anche
lui dice: “tu non potresti mai eliminare ciò che la natura dà all'uomo”. Dunque invano applichi le
tue conoscenze per cambiare la natura. Infatti la natura ha dato una cosa, e questa cosa si è fissata in
modo molto solido, e le nature non cedono alle abitudini, ma la forza di queste nature è maggiore
delle abitudini. Dunque che significa il mio discorso? Che se uno per sua natura apprezza la
morigeratezza non potrebbe mai diventare un prostituto neanche se facesse il danzatore. E chi per
natura tende all'intemperanza non potrebbe dedicarsi alla morigeratezza neanche se fosse trascinato
verso di essa. 64,48. Per questo motivo già in passato alcuni <che> sono vissuti in mezzo a degli
educatori, e pur essendo circondati da numerosi occhi e da minacce presenti da ogni lato, da paure,
dall'attesa di percosse, e superando tutte queste mura hanno parlato con i loro amanti, ed è giusto
chiamarli così, per quale motivo? Perché è faticoso combattere contro la natura. Io stesso so che
alcuni giovani che erano più belli di Iakinthos, quando si sono allontanati dai loro genitori, e quando
sono stati liberi dagli educatori, e sono stati privi di persone che li seguissero, hanno attirato gli
sguardi verso il loro corpo, non hanno guardato mai nessuno, si sono trovati in mezzo a numerosi
cacciatori, e sono passati al di sopra di tutti, come se fossero stati alati. Io non potrei aggiungere la
morigeratezza di alcuni orfani,affinché nessuno supponga che io parli di me stesso. 64,49. Per quale
923
motivo anche questa cosa è così? Tu devi ricevere la risposta da Euripides, quando lui dice che una
donna morigerata non potrebbe essere corrotta neanche in mezzo ai baccanali. Tu dovresti smettere
di calunniare la danza, e se tu vedi un danzatore che è dissoluto, tu dovresti dire a te stesso questo,
cioè che costui sarebbe un effemminato anche se fosse un calzolaio o un muratore, e se tu vedi un
muratore che si comporta bene,tu devi dire di nuovo a te stesso che costui non corromperebbe la sua
temperanza neppure se facesse la danza. 64,50. Aristeides dice: “I danzatori curano le loro chiome
più di Phaidra”. Che cosa fanno di più grave dei Tessali che vivono sul fiume Spercheo, i quali si
fanno crescere i capelli? Perché anche i danzatori non si tagliano i capelli, ma lo fanno per il dio
Dionysos che è protettore dei teatri, come quei Tessali fanno questa cosa per quel fiume. Dunque se
lo stesso fatto di ammettere di portare i capelli lunghi è un'accusa, tu senti dire: “gli Achei che
avevano cura dei loro capelli”; ma se il dedicare cura alla propria chioma è un'accusa,tu vedi che gli
Spartani alle Termopili si sono pettinati, e insieme alla cura dei propri capelli essi hanno compiuto
l'azione più onorevole. Tuttavia se la cura della loro chioma avesse ridotto il loro coraggio, come
avrebbero potuto essi prendersi cura della propria chioma nel punto culminante delle loro battaglie?
Come sarebbe stato possibile che loro,andando in questo modo alla battaglia,si comportassero come
uomini coraggiosi? 64,51. E se qualcuno parla in modo dettagliato riguardo alle parti della testa, e
critica il farsi crescere i capelli nella parte posteriore della testa, in nome degli dei, coloro che hanno
navigato dall'Eubea a Troia non lo sopporteranno e non riterranno giusto offendere né costoro né se
stessi “come Abanti che spirano furia”. Infatti essi avevano una lunga chioma sui loro corpi. 64,52.
Dunque io non posso condannare la vita dei danzatori per il loro abbigliamento. E il fatto che l'oro
sia intrecciato al vestito corto dei danzatori non dovrebbe costringere a vergognarsi una persona che
sia migliore di questo oro, infatti noi potremmo vedere che in questo modo i sacerdoti sarebbero
classificati insieme ai prostituti,l'oro che è sparso nei loro vestiti onora i sacerdoti e i danzatori nelle
feste religiose, e anche se qualcuno dice che la loro veste che scende fino alle caviglie e il loro
atteggiamento tende all'effemminatezza, non è che la forma del loro vestito sia un segno
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incontrovertibile di prostituzione. 64,53. Infatti se le forme del vestito hanno una forza tanto grande,
e se il comportamento riceve i suoi cambiamenti dal vestito, sarebbe una fortuna inaspettata se i
danzatori nella loro stanza si vestissero alla maniera di Herakles, e cambiassero il loro stile di vita
con la pelle di leone e con la clava. Ma ciò non è possibile, come non è possibile che lo schiavo
cambi la sua condizione se indossa la veste corta del suo padrone, o di nascosto o perché il padrone
gli permette di fare questa cosa per scherzo. 64,54. Per questo motivo già in passato qualche atleta
che aveva corso a lungo, si era bagnato di olio, a causa dell'estremo cattivo odore si era tolto il
mantello, e anche se aveva queste vesti maschili, ha dato l'impressione di fare i gesti delle donne.
Tuttavia,in nome degli dei, che cosa c'è di strano, se, come il mantello da filosofo non ha trattenuto
quel filosofo all'interno del comportamento morigerato, così il suo comportamento ha fatto in modo
che questo danzatore fosse morigerato pur indossando tali vestiti? Infatti coloro che hanno ucciso
quelli che erano attorno a Megabazos in Macedonia, e dopo la cena Megabazos si era fatto
trasportare dalla sua ubriachezza verso un tipo di amore ingiusto, e coloro che hanno eliminato la
tirannide a Tebe, e in seguito hanno anche respinto la guarnigione degli Spartani, hanno dato
l'impressione di essere delle donne per il loro vestito, per qualche tempo sono stati simili alle donne,
ma erano uomini,come prima. Certamente niente di così tanto grande è stato fatto da loro in passato.
64,55.Dunque tutti ammettono queste due cose,sia che Achilleus era il migliore tra coloro che erano
arrivati a Troia, sia che lui ha fatto credere di essere una ragazza nascondendo la sua natura con i
suoi atteggiamenti. Tuttavia se tali comportamenti avessero avuto la forza di produrre dei danni,
sarebbe stato opportuno ritenere che Achilleus fosse l'uomo peggiore tra quelli che erano arrivati a
Troia. Ora, i Greci erano completamente dipendenti da quell'uomo che ha portato i vestiti delle
ragazze, e loro, che erano stati lontani dagli atteggiamenti femminili, hanno avuto bisogno di
Achilleus che ha indossato questi abiti femminili, come hanno avuto bisogno della saggezza di
Odysseus, dopo la sua finta follia. E quelle finzioni che sono state fatte da Odysseus riguardo al
carro non hanno danneggiato la sua intelligenza. Così né l'andatura, né l'espressione del viso, né la
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forma della veste, né il tipo di taglio dei capelli, né nessuna di tutte queste cose potrebbe mai essere
più importante della scelta di una persona. 64,56.Zeus non si è allontanato dalla sua natura nelle sue
trasformazioni delle quali sentiamo parlare, ma lui è rimasto lo stesso, anche se di volta in volta si è
adeguato alle circostanze. Si potrebbe dire la stessa cosa anche riguardo ad Athena e alle altre
divinità alle quali è avvenuto di assumere una forma diversa, si potrebbe dire che esse, pur
manifestandosi in forme inferiori, esse hanno mantenuto la loro eccellenza. E a me sembra che gli
dei siano i padri di questa danza perché essi, con le loro trasformazioni incitano i danzatori, abili nel
trasformarsi, a imitare tutte le loro azioni degli esseri umani. Infatti non è mai sembrato vergognoso
il fatto che i danzatori abbiano preso tutte le forme dopo che gli dei hanno fatto lo stesso. 64,57. E
io passo ora a quelli che guardano i danzatori, e io direi che questi spettatori non sono stati corrotti,
ma il tuo discorso dice che essi sono stati rovinati dai danzatori. A me sembra che questi spettatori
giustamente si oppongano a quelle tue prime parole. O Aristeides, noi abbiamo delle mogli, e
alleviamo dei figli, e noi amministriamo i nostri affari privati e gli affari pubblici, per avere un
riposo andiamo a teatro e ci sediamo a teatro per guardare se c'è qualche bellezza nelle azioni che
vengono mostrate, e per vedere se qualche piacere proveniente dalla danza entra nella nostra anima
attraverso gli occhi, e noi andiamo via dal teatro essendo più felici e di nuovo ci dedichiamo alle
nostre preoccupazioni faticose, alle nostre decisioni, ai nostri pensieri, ai nostri discorsi e alle nostre
azioni. Poi quando noi ci sentiamo oppressi da questi impegni torniamo di nuovo a quel
divertimento, andiamo di nuovo a osservare la posizione dei piedi dei danzatori, il movimento delle
loro mani, l'armonia dei loro gesti, e tu, Aristeides, parli male di queste cose, insomma della dignità
di ogni loro azione. 64,58. Quando noi siamo seduti e valutiamo una semplice danza non pensiamo
affatto a nessuna di queste cose, cioè se chi fa queste danze sia buono o cattivo, o duro, o gentile, o
sia capace di dominare i piaceri, o no, come quando noi vediamo dei pugili, non facciamo domande
riguardo alle loro ferite, non chiediamo da parte di quale pugile provengano le ferite più grandi, e
non chiediamo se costui si comporta bene verso i suoi genitori. 64,59. Dunque come è possibile che
926
noi siamo corrotti dalla danza? Tu dici “Il gesto dei danzatori è più efficace nel produrre una
corruzione che le macchine da guerra usate da altri individui per impadronirsi della città”. Perbacco,
quanto è grande la forza di quei gesti! Questi gesti sono più forti delle macchine da guerra degli
Spartani che essi hanno mandato contro le mura di Platea. Qual è la corruzione della quale tu parli?
È il fatto che essi fanno muovere verso se stessi coloro che li guardano? Oppure i danzatori tentano
quelli che li guardano? Se tu guardi queste cose, certamente è necessario esortare i giovani a non
danzare affinché gli spettatori non siano turbati dalla loro giovinezza e per non portare dei giovani a
essere spettatori della danza di alcuni uomini adulti e affinché i giovani evitino le azioni
intraprendenti dei danzatori. Infatti se sono presenti entrambi i gruppi di uomini, gli spettatori che
cercano un sollievo e i danzatori che offrono gli spettacoli, non c'è nessun pericolo per persone
adulte. Adesso però tu hai usato le parole di un nemico invece che quelle di una persona che si
preoccupa di qualcosa. 64,60. Dunque è la cosa più facile tra tutte il vedere che se i danzatori non
si flettono e non si piegano, questa cosa è un danno per coloro che li guardano. Infatti chi non vede
che noi trascorrriamo giorni interi nei teatri, guardando molti e vari spettacoli, e tra essi è possibile
vedere dei pugili, e alcuni uomini che fanno dei combattimenti a due oppure che combattono da
vicino contro degli animali feroci, e altri uomini che fanno delle acrobazie? Dunque forse noi
passiamo immediatamente da quella visione al diventare simili a coloro che sono visti da noi? E a
causa dei pugili noi diventiamo violenti, e a causa degli uomini armati desideriamo delle uccisioni?
I cacciatori stimolano in noi il desiderio di catturare un leone? Noi diventiamo forse più leggeri nel
saltare a causa di quelli che fanno delle acrobazie? E quale uomo o ha visto qualcuna di queste cose
in qualcuno vicino a sé oppure ha visto in se stesso qualcuna di queste cose? 64,61. E tuttavia, se
noi diventiamo simili a quelli che noi guardiamo, come è possibile che noi non riceviamo da loro
anche questa capacità? Ma se niente che proviene da quelle attività passa negli spettatori, non è
neppure verosimile che qualcosa sia trasmesso dai danzatori. Oppure alcuni di questi sono più forti
delle anime, mentre altri spettacoli non fanno questo stesso effetto? Dunque tu come puoi dire ai
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Greci che non deve esistere più il pugilato, che non deve esistere più il pancrazio, che loro devono
togliere gli atleti dalle gare ginniche, se gli atleti rendono più violenti coloro che li guardano? Il
picchiare colui che si incontra è proprio di un'indole troppo aggressiva, ma non c'è stato nessun
danno per i comportamenti che provenisse dai combattimenti, bisogna credere che questa cosa sia
vera anche riguardo agli spettatori che si rilassano e non hanno una buona indole naturale, nessun
danno viene fatto alla loro indole naturale dalla visione dei danzatori. 64,62. Aristeides dice: “i gesti
dei danzatori sono dannosi”. Evidentemente questi gesti sono simili a quelli delle donne. Infatti i
danzatori, se vogliono ottenere un onore, devono fare un'imitazione, e questo fatto, l'imitare bene,
consiste nell'essere il più vicini possibile alla verità. Certamente quei gesti che si possono vedere
quando sono fatti dai danzatori in una piccola parte del giorno e come un'imitazione, sono visti da
noi continuamente nella loro verità e per tutto il tempo. Infatti ogni casa è piena di donne, e se è
piena di donne, è piena di gesti. Infatti io credo che nelle azioni delle donne sia mescolato anche il
gesticolare. E infatti la donna dà ordini, fa richieste, fa promesse, esprime paure, dice insulti e
mentre procede in tutte queste azioni talvolta parla per mezzo dei gesti, talvolta fa dei gesti senza
parole. Per gli uomini non è possibile non vedere queste cose, con le quali è inevitabile che essi
convivano. E tutti coloro che hanno degli occhi, certamente hanno la visione dei gesti femminili.
64,63. Dunque certamente tutti quanti noi siamo stati corrotti dai gesti delle donne e sarebbe un
vantaggio per noi separarci da nostra madre, da nostra sorella, da nostra figlia, dalle nostre ancelle e
noi dovremmo evitare di vederle, se per caso esse appaiono. Infatti se l'imitazione è di molto
inferiore alla verità,e l'imitazione è capace di corrompere,come è possibile che coloro che rivolgono
i loro sguardi a questa stessa verità siano mantenuti immuni? Infatti come nell'insegnamento delle
attività belliche è preferibile che gli allievi vedano le battaglie nella loro realtà e che non si
rivolgano a quelle immagini che contengono dei simulacri delle azioni effettuate, così se i gesti
femminili sono dannosi, il movimento che viene fatto dai danzatori per ottenere un'utilità è ancora
più dannoso di ciò che viene fatto per scherzo. Ma tu, che non hai paura dei gesti femminili, fai una
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guerra contro i gesti dei danzatori perché essi causano dei danni. 64,64. E tu, Aristeides, non devi
pensare che io dica che in passato non ci sia stato nessuno che, dedicando attenzione alle donne,
abbia fatto diventare la sua mente come quella di una donna, e costui forse potrebbe avere subìto
qualche danno anche da parte dei danzatori. Ma noi non elimineremo le donne se qualche individuo
che si è comportato male è stato simile ai comportamenti di queste donne, e noi non riterremo che
sia un simbolo della malvagità dei danzatori il fatto che qualcuno dei loro spettatori è diventato
peggiore a causa loro. Tuttavia nei ragionamenti che sono stati detti poco fa è stato dimostrato che è
possibile per i danzatori comportarsi bene. Ma se l'imitare non corrompe per nulla quelli che fanno
queste imitazioni, come può esserci questa assoluta inevitabilità che lo spettatore dei danzatori sia
corrotto? 64,65. Io mi stupisco che Aristeides, se lui credeva che la danza fosse nociva attraverso i
suoi gesti, perché lui aveva visto chiaramente ciò che era dannoso, non abbia voluto vedere gli
effetti contrari a quelli dannosi, e questi effetti positivi avvengono nello stesso giorno di quelli
dannosi, e anzi questi effetti positivi e quelli dannosi avvengono in un periodo di tempo più breve.
Qual è la cosa di cui io sto parlando? 64,66. Se la danza trasmette tutti gli atteggiamenti che sono
propri della condizione femminile, ed evita quelli che sono opportuni per gli uomini, insomma se
Aristeides ha ritenuto che questa attività consistesse negli atteggiamenti femminili, e se ha ritenuto
che la danza fosse questo: imitare le donne, neppure se fosse così la danza potrebbe corrompere una
natura buona, ma forse le si potrebbe rimproverare giustamente il fatto che essa non comprenda
un'imitazione di ognuno dei due generi, il maschile e il femminile in questa arte, e il fatto che nella
danza ci sia una quantità maggiore di seduzione, e anche il fatto che essa dà l'impressione di non
onorare il genere maschile. Ma se la danza mostra a volte questi atteggiamenti femminili, altre volte
mostrare chiaramente la donna, si trasforma in un uomo, per quale motivo tu tagli la danza in due
parti, e tralasciando alcune cose, e rendendone evidenti altre, distruggi questa attività? 64,67. Il
teatro ha visto Deianeira, ma ha visto anche Oineus e Acheloos, e Herakles e Nessos. Il teatro ha
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visto Dafne che fuggiva, ma ha visto anche Apollon che la inseguiva. Il teatro ha visto Atalanta, ma
Hippolytos, un giovane temperante. Briseìs è stata portata via dalla tenda di Achilleus, ma da alcuni
araldi. Tu hai visto la donna, ma hai visto anche gli uomini. Tu hai visto un carro sul mare, dono di
Poseidon, che portava una sposa come premio di una corsa di cavalli. Nello stesso carro tu vedrai
anche Pelops. 64,68. La danza ti ha fatto vedere le molte vergini di Lykomedes, le azioni di queste
vergini, e i loro strumenti, l'asta del fuso, il fuso, la lana, il filo, e il tessuto, e ha imitato Achilleus
che fingeva di essere una fanciulla. Tu non avere paura. La danza non si fermerà lì, ma Odysseus va
verso le porte e Diomedes arriva con una tromba, e il figlio di Peleus mostra il modo in cui lui era
davvero invece del modo in cui appariva. E se tu chiedi al danzatore di mostrarti come era Achilleus
a Troia, tu vedrai Achilleus che uccide l'eroe, che scuote la lancia di faggio, che fa paura, che
sconvolge, che uccide Hektor, e trascina il suo cadavere e applaude lungamente le cinque gare.
64,69. Questo è ciò che tu maltratti, o Aristeides. E ci si potrebbe meravigliare anche di questa cosa,
che tu non espella dall'Olimpiade quelle azioni che sono compiute dai pentatleti, e le loro azioni
sono superiori a quelle dei danzatori, e tu ritieni giusto accusare le azioni dei danzatori. E il
proverbio dice: “riguardo alle cose che sono state fatte con cura” e ammira quelli che superano la
misura nel loro applauso, ma tu consideri una colpa proprio questo fatto, cioè che i pentatleti siano
superiori nel loro applaudire. Eppure quale motivo maggiore di questo tu potresti cercare, se
intendessi elogiarli? È così grande il potere della verità. Spesso la verità prevale sulla calunnia e fa
in modo che l'accusatore diventi, contro la sua volontà, un elogiatore di ciò che lui accusa. 64,70.
Ma io torno su questo punto, sul fatto che l'imitazione della danza si rivolge verso ognuno dei due
generi maschile e femminile, sia se i danzatori interpretano degli esseri umani, sia se i danzatori
interpretano degli dei. Infatti un danzatore interpreta Hera e Aphrodites, e questo stesso danzatore
interpreterà anche Kore, Zeus, Ares e Pluton. E se qualcuno dirà che il danzatore imiterà le azioni
dei matrimoni, e una festa e una danza, deve sentirsi rispondere citando la battaglia dei Lapiti contro
930
i Centauri, e Theseus che ha vinto contro i malvagi, sia contro il Toro, sia contro il Minotauro, ed
Herakles che ha prolungato le sue fatiche fino alle mele d'oro. Dunque quale delle due cose è vera,
che i danzatori causano una corruzione maggiore, per il fatto che essi imitano delle donne, oppure è
vero che i danzatori, per il fatto che essi imitano degli uomini, sono utili a quelli che li guardano?
Infatti se, quando i danzatori fanno le parti femminili, corrompono le anime, e quando interpretano
le parti maschili, risvegliano le anime, forse essi danneggiano le anime più di quanto le rendano
migliori? 64,71. E io non dico ancora questo, cioè che la caratteristica della danza è la sua capacità
di esortare allo zelo, mentre ciò che è estraneo alla danza è la debolezza, cosicché risulta inevitabile
che gli uomini seguano quegli atteggiamenti che sono maschili e non cedano a quegli atteggiamenti
che sono femminili. Ma io tralascio questa cosa, e ammettiamo pure che la danza resti la stessa in
ognuno dei suoi due effetti, e che essa sia un danno per qualcuno, e una salvezza per qualcun altro.
Dunque se i danzatori mostrassero soltanto o questi gesti, o questi altri gesti, o essi provocherebbero
vantaggio completo con i loro atteggiamenti maschili; ma poiché essi danzano mescolando i due
atteggiamenti, diciamo che a quei loro atteggiamenti che sono idonei a causare un vantaggio viene
impedito di recare giovamento dagli atteggiamenti dannosi, e quei loro atteggiamenti che sono
idonei a causare dei danni subiscono questi stessi effetti a causa di quei gesti che sono migliori,
cosicché i primi effetti benefici sono resi inutili a causa di quegli effetti che sono dannosi, e i
secondi effetti sono resi non dannosi grazie a quegli effetti che sono buoni. Dunque tu, Aristeides,
non devi accusare la danza di essere dannosa, e io non dirò che la danza conduce alla virtù, ma dirò
che l'azione della danza è capace di dare gioia a chi la guarda. Quel piacere privo di danni è molto
ricercato da coloro che pensano in modo giusto, e si ritiene che la danza sia tra quelle attività che
non è giusto che siano biasimate più di quanto esse siano elogiate. 64,72.Dunque io mi schiero dalla
parte di quei discorsi che sono favorevoli alla danza, e dalla parte dei poeti, Aristeides si schiera
dalla parte dei discorsi contrari alla danza, e confuta i poeti, e li critica, critica Homeros, Aischylos,
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Euripides, Sophokles, Menandros, molti altri. Per quale motivo? Perché tutti questi poeti imitano le
donne,e vengono lodati di più quando le imitano di più, e viene mantenuto da loro un atteggiamento
che è utile a ogni donna. E i poeti imitano anche più dei danzatori, in quanto un discorso composto
di parole imita più di un movimento privo di voce. E il discorso dei poeti entra nella mente e si fissa
in essa, ma per i danzatori è sufficiente il fatto che essi non siano inferiori nei loro gesti. 64,73. Tu
Aristeides puoi continuare a dire: “gli uomini del tempo antico erano corrotti dalla tragedia,ed erano
corrotti dalla commedia. Homeros ha rovinato la Grecia, e prima della Grecia egli ha rovinato se
stesso, imitando Briseìs che piangeva, e Penelopes e Aphrodites che era stata ferita”. Tu devi dire
che anche adesso bisogna escludere i poeti dalle scuole, che bisogna escludere gli attori dai teatri,
affinché l'attore tragico non possa presentarsi in scena e imitare Pasiphaes, la quale si è abbandonata
a un amore orribile, e affinché l'attore comico non interpreti quelle donne che generano dei figli, e
che sono presenti in Menandros e molte altre cose. 64,74. Infatti qual è la cosa che ha permesso a
questi attori di entrare in scena,e di imitare le donne in un modo doppio, sia nelle loro parole, sia nei
loro gesti? Oppure tu non sai questa cosa, cioé che chi non mette insieme i gesti con le parole,rovina
l'armonia, per una quiete eccessiva, se c'è una circostanza che richiede il movimento? Perciò molti
uomini che hanno una voce potente, ma che non hanno la capacità di muoversi bene danno meno
gioia, e molti uomini che sono inferiori nella loro eloquenza, per la loro prevalenza nel fare dei gesti
sono stati considerati migliori di quelli che sono bravi. Poi se un attore entra in scena interpretando
Plangon sia con il suo volto, sia con le sue vesti, e insomma con tutte quelle cose con cui si può
imitare una donna, non porta il teatro a dei piaceri vergognosi; se invece un danzatore muove la
mano, gli spettatori presenti se ne vanno essendo pieni di un atteggiamento da donna, e prima di
tu combatti contro Platon a favore della tragedia e a favore della commedia, tu necessariamente lodi
le loro danze. Certamente anche nelle tragedie e nelle commedie è possibile danzare il cordace; poi
non è strano che ci sia spazio per il cordace in un teatro e che non si faccia al cordace l'accusa che
932
esso corrompa coloro che vi assistono, e che riguardo alla danza, nella quale c'è una grandissima
cura che non ci sia in nessun modo la nudità, Aristeides ritiene che ci siano le colpe peggiori e lui
porta le altre persone a una simile opinione? 64,76. Ma noi non seguiremo le tue parole,o Aristeides,
seguiremo invece le tue azioni. E cosa dicono le tue azioni? Ancora di più tu devi rispondermi; forse
il comandare su delle città, il governare una provincia e il dare la felicità a molte persone nello
stesso tempo è l'azione propria di un'anima che si è comportata male, che è corrotta, che è piena di
piaceri, e che è appesantita dalla malattia dell'anima, oppure al contrario è l'azione propria di
un'anima che è stata educata, che si è comportata bene, che si è purificata, che è leggera, che ha uno
sguardo acuto, che è superiore ai piaceri, che ricerca ciò che è giusto in modo coraggioso,e agisce in
modo più forte dell'ingiustizia? 64,77.Io ritengo che niente più del potere sia una prova del carattere
di una persona, e credo che queste cose appaiano evidenti anche in un proverbio, che dice che
l'uomo mostra il suo modo di essere quando è al potere. Pertanto, o Aristeides, tra questi uomini che
hanno gradito la danza, alcuni di loro hanno avuto accesso a degli incarichi pubblici, se fossero stati
corrotti, come avrebbero potuto gestire le città? Vuoi che io ti faccia un elenco delle loro azioni?
Essi avrebbero disprezzato gli dei, avrebbero respinto la giustizia, avrebbero violato le leggi,
avrebbero svenduto le loro sentenze, avrebbero passato il loro tempo stando con i peggiori
fuorilegge, avrebbero fatto la guerra alle persone migliori, avrebbero rubato alcune ricchezze, ne
avrebbero rapinate altre, sarebbero stati inclini all'ubriachezza, avrebbero oltraggiato nello stesso
modo fanciulli e donne. 64,78. Ma tu, Aristeides, vedi che loro non hanno mancato di fare nessuna
delle cose che ci si potrebbe augurare per i propri figli e per i propri amici, alcuni di questi uomini
sono stati salvatori delle loro città, e hanno ottenuto la lode che è una corona più bella di quella che
avrebbero potuto ottenere a Pisa, loro hanno usato la paura, la persuasione e la punizione in modo
giusto e nel modo appropriato per ognuna di esse, hanno usato la paura contro gli incorreggibili,
hanno spinto con la persuasione quelli che potevano cedere, e hanno trattenuto con la punizione
quelli che altrimenti si sarebbero comportati male, nella loro povertà non hanno trascurato il
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comportarsi in modo morigerato, hanno sbarrato la strada alle ricchezze ingiuste, hanno respinto il
vino, hanno evitato la dissolutezza, hanno contrastato la forza del sonno, sono stati alleati della
giustizia nelle loro decisioni, hanno difeso le grandezze delle loro città, hanno cambiato le loro
piccolezze, ed essi hanno preso il potere e lo hanno lasciato con le stesse mani, senza arricchirsi. Io
non dico che questi danzatori sono eccellenti, ma dico che gli uomini eccellenti non sono stati
ostacolati dai danzatori. 64,79. E affluisce da ogni parte un grande numero di retori e di politici, e
nessuno di loro è stato, per così dire, privo della visione dei danzatori, e nessuno di loro potrebbe
accettare in silenzio il tuo rimprovero, Aristeides, cioé che lui è stato corrotto, ma lui ha la
testimonianza data dalle sue azioni che lui è sano. Per Zeus, Aristeides, tu stesso esponi volentieri i
tuoi discorsi a persone corrotte, sei ammirato anche da persone così, e tu trascorri il tuo tempo in
città che soffrono di tali malattie? Io tralascio il tuo soggiorno, infatti ci sono molte situazioni
obbligate, a causa delle quali una persona deve soggiornare dove non vorrebbe stare. 64,80. Ma non
è forse una cosa vergognosa l'andare a caccia di una lode da parte di individui corrotti? Dunque
quando tu, Aristeides, dici che lodi soltanto gli Spartani perché gli altri imparino da loro a
disprezzare il discorso, perché tu hai fatto discorsi numerosi e belli? In quali città tu hai letto il tuo
discorso? Dagli applausi di quali persone tu sei stato esaltato? Tu non hai ritenuto,almeno credo,che
Sparta fosse un luogo di produzione dell'arte retorica, e tu non hai lasciato che i tuoi discorsi
scorressero lungo il fiume Eurota, ma tu hai attraversato l'Ellesponto, la Ionia, Pergamo, Smirne,
Efeso, “quella terra che per prima ha generato il male”; come tu stesso dici, “l'Egitto”. Tu sei andato
anche a Roma, nella quale l'attività della danza è onorata. 64,81. Certamente tu, Aristeides, quando
accusi queste città, dici che esse sono corrotte, ma tu ammetti che le città nelle quali tu hai operato
si sono comportate bene. Tu devi scegliere una di queste due opzioni, o tu dai l'impressione di
desiderare delle città corrotte oppure tu accusi queste città in un modo che non è giusto. Io non so
cosa tu abbia sofferto prima, ma tu odi così tanto questi danzatori, che quando tu parli male
dell'attività di questi danzatori, tu accusi tutto il mondo abitato di prostituzione, e se alcuni si sono
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spinti così avanti nella loro malvagità, al punto che essi non sopporterebbero neppure il discorso
riguardo alla cessazione della loro malvagità, gli Spartani hanno accettato la corruzione per un
tempo molto lungo e l'hanno amata così tanto che hanno fatto delle azioni estranee alle leggi,
cosicché essi non potrebbero sopportare il volto di Lykurgos, se costui apparisse all'improvviso.
64,82. Poi, o Aristeides, non capisci che tu spingi la spada contro te stesso quando la rivolgi contro
gli altri? Infatti chi non ha mai fatto esperienza della visione dei danzatori non poteva certamente
essere capace di parlare così riguardo a questo argomento, ma tu dici che chi partecipa alla visione
della danza immediatamente ne riceve anche il danno. Dunque Aristeides, che per me è ottimo, non
sfugge al fatto di essere uno di quelli che sono stati corrotti. Tu dici:“ma lui sapeva questa cosa, non
è stato corrotto”. Va bene e io sono convinto di quello che tu dici. Dunque si deve ammettere che
anche le altre persone siano rimaste buone dopo avere visto la danza, e si deve ritenere che anche
altre persone abbiano avuto cura e attenzione della giustizia. 64,83.Aristeides dice “Questi danzatori
sono una rovina e un danno per le città”. Prima che ci fosse questa danza, dimmi, o Aristeides, tutti
quanti vivevano forse una vita simile a quella dei sacerdoti, e a quella dei profeti? E a causa dei
Philippos, Timarchos, e altri innumerevoli uomini? In che modo a causa di questi danzatori sono
stati educati a cercare l'elemento maschile Eumnestos, Thrasyllos, Laios, Aristogheiton, Pammenes,
Demokrates, Kabrias, Misgolas, Kallias, Kritias, Pausanias, Archidamos,i re di Sparta di quella città
che è stata elogiata? 64,84. E che bisogno c'è di elencare tutti questi uomini, sarebbe un'azione che
occuperebbe tutto un periodo di cinque anni, ma di non dire quella cosa, cioè che, se un amore
illecito venisse insieme a questi danzatori, le accuse del sofista Aristeides sarebbero opportune, ma
se questo amore illecito non era ancora diventato pubblico, e sono stati i danzatori a comportarsi in
modo ingiusto verso la natura, per quale motivo si potrebbe attribuire delle colpe così tanto
precedenti alla danza che è apparsa nei tempi successivi? È come se si dicesse che anche la febbre e
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le altre malattie sono state delle invenzioni dei danzatori. 64.85. Tu dici che anche Meneleos gettò
via la spada perché non poteva accusare di malvagità nessun danzatore, se non Meriones. Quale
danzatore ha fatto sembrare ai Beoti che fosse bellissima quella loro usanza pessima, di cedere al
proprio amante? Chi ha convinto la città di Elide a ricorrere a questi stessi comportamenti e ad
aprire la strada alla corsa verso i giovani a quelli che sono stati sconvolti dalle loro bellezze? E il
fatto che in passato non esistesse la danza non convinceva le città a regolare questa attività, e dopo
che la danza è stata introdotta, essa non ha condotto a un'insolenza, ma, come le altre cose, anche
queste seguono il proposito delle leggi,e sono impedite dalle leggi dure, ma sono esortate dalle leggi
miti. 64,86. Dunque quando la danza viene elogiata dalla legge, essa viene molto praticata, quando
la danza viene punita moderatamente, essa viene osata moderatamente; ma quando la punizione
della danza è grande, essa viene impedita in un modo adeguato; dunque per questo motivo per i
danzatori, io dico quelli di oggi, c'è la pena di morte per quelli tra loro che compiono tali reati.
Dunque se i Beoti non avevano questa paura, ciò ha fatto in modo che alcuni tra loro amassero e
altri fossero compiacenti verso questo amore, e il fatto che adesso incomba una paura grandissima
mantiene alcuni individui in una condotta morigerata, e non permette ad altri di fare delle azioni
sbagliate in modo sfrenato, perché il piacere non onorevole viene sconfitto dal desiderio di vivere.
Dunque quando i danzatori ancora non esistevano, c'era la possibilità della lussuria, ma nel tempo di
adesso, quando questi danzatori ci sono, c'è la pena di morte per quelli che fanno questa lussuria,
come è possibile che i danzatori siano all'origine di questa cosa, cioè il danno delle città? 64,87.
Infatti Aristeides rimprovera i canti e la danza, rimprovera la danza, non perché essa riunisce
insieme uomini non virtuosi e donne non virtuose, ma perché riunisce degli individui che hanno un
atteggiamento alquanto effemminato e causano un danno alla virilità, come se Aristeides e noi non
vedessimo volentieri un gruppo di danzatori che è molto bello, e come se noi non ascoltassimo
volentieri dei canti anche migliori. Come ci sarebbe bisogno della musa di Anakreon affinché
facesse i canti come emanazione di queste danze! Infatti ciò potrebbe rendere illustre la danza
936
grazie a questi canti,e potrebbe aumentare il buonumore nel teatro. Ma se i danzatori non conoscono
bene Sapphos, per questo motivo essi commettono un reato? È come se qualcuno biasimasse la
bravura dei guerrieri valorosi per la cattiva qualità dei portatori di bagagli.Io credo che sarebbe stato
meglio lasciare che la danza correggesse quegli errori che riguardano il gruppo dei danzatori invece
che eliminare la danza per le accuse rivolte contro i danzatori. 64,88. Dunque io non direi che i
canti siano precisamente adatti alla musica, ma io non sono capace di trovare il modo in cui essi
danneggiano coloro che li ascoltano. Tu Aristeides dici cose vere quando esamini la natura della
musica,ma dici cose diverse da quelle che sono presenti adesso. Infatti noi non andiamo ad ascoltare
dei bei canti, e a rivolgere a essi la nostra attenzione, e il non trattenere quelle cose che si sono
ascoltate non è un danno,noi chiediamo soltanto questo, che la voce collabori con i gesti. Infatti non
è la danza che viene completata dai canti, ma i canti sono inventati in funzione della danza. E noi
giudichiamo il giorno per la bellezza e per la bruttezza della danza, non lo giudichiamo per i nomi
dei canti, o per i loro ritmi, ma la loro importanza è scarsa, invece la valutazione è del navigatore,
del cacciatore, e del pastore. 64,89. O Aristeides, se tu dici che la musica si insinua nelle anime, tu
parli di quella musica che i giovani hanno appreso andando da un suonatore di cetra, andando da
Konnos, frequentando la scuola di Lampros, essi attribuiscono alla musica una cura maggiore di
quella che essi attribuiscono alle palestre, o agli studi di lettere, oppure, se vuoi, i giovani per
impadronirsi di quel bene che è costituito dalla musica dedicano alla musica una cura che è uguale a
quella per le palestre o per la letteratura, sia come tempo, sia come fatica,sia come studio. Perciò chi
impara questa cosa deride chi non la impara, e chi non è capace di muovere le sue mani sulla lira è
oggetto di derisione. Se chi corre a imparare potesse sentirsi dire la stessa cosa e se lui producesse
delle anime simili, allora i teatri potrebbero rendere simili a lui tutte le persone, se ci fosse questo
ascolto comune. 64,90.La situazione è così anche adesso, o Aristeides, se tu non dimostrerai che gli
autori di questi canti influiscono eccessivamente sugli allievi,guidano le loro membra e condividono
con questi insegnanti la loro stessa preoccupazione, nessun danno viene dalla danza alle anime che
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si sono rivolte a essa e che hanno ritenuto che il canto avesse un'importanza minore della danza.
Dunque questi uomini non “sono degenerati”, come dici tu, Aristeides, e non vanno via essendo
tristi in nessun modo, e io credo che il tuo “essere degenerati” porti a questo effetto. 64,91. Se i
canti non permettono che l'ira corra in ogni persona, le cose più grandi e che fanno del bene alla
terra abitata restano nascoste. Infatti quando i popoli godono dell'assenza di guerra, se la loro
irascibilità non viene calmata, poiché essa non può essere impiegata nelle guerre, fornisce al popolo
dei motivi per fare dei conflitti civili. Dunque se i canti incantano questi uomini come dei serpenti,
e preparano ad amare la tranquillità, le città, che sono salvate dai canti, trascurano quei poeti che
fanno a esse i benefici più grandi. 64,92. Così, Aristeides, anche se noi diciamo che tu dici cose
certamente vere, è opportuno il tuo discorso riguardo ai canti, cioè che essi non eliminano
completamente l'ira dall'indole naturale delle persone, e non liberano l'indole naturale dall'ira una
volta per tutte,e non è che ogni ascoltatore che assista ai canti sia indebolito da essi, questo è chiaro.
Infatti gli ascoltatori hanno propensioni diverse, e alcuni sostengono un certo cantante, altri
sostengono un altro cantante, e altri ne sostengono un terzo, essi sollevano un grido che è aspro, si
scontrano, litigano, e ognuno antepone il proprio beniamino agli altri, e ognuno alza le mani, e
quegli uomini che per se stessi potevano essere tranquilli combattono a parole per essere più forti, e
in quel momento insegnano a quelli che li guardano a non diventare troppo deboli a causa dei canti.
64,93. Dunque Aristeides diventa di nuovo uno di quei degenerati. Infatti lui dice:“chi ha sottoposto
le proprie orecchie ai canti è stato corrotto”. E alcuni schiavi collaborano con i loro padroni, vanno
in piazza e dalla piazza tornano a casa,e cantano con impegno attraverso i vicoli per mantenere nella
loro memoria ciò che devono ricordare con i canti, cosicché anche quelli che non vogliono sentirli
sono costretti a sentirli e anche in un modo continuo e talvolta il loro ricordo si consolida anche in
coloro che non vogliono sentirli. Dunque anche tu Aristeides sei stato corrotto. Oppure alla maniera
di Zamolxis tu hai passato il tuo tempo sotto terra e hai evitato la salsedine? Oppure tu sei andato in
giro, dopo avere messo della cera nelle orecchie e hai navigato vicino alle Sirene? Eppure tu accusi
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i canti. Tu non potresti negare di avere fatto questa azione in modo non giusto, se tu non hai
esaminato, a quanto pare, tutto il danno presente nei canti. Non è possibile fare ciò per uno che non
abbia mai ascoltato dei canti. Pertanto tu, Aristeides, sei stato ascoltatore di alcuni canti,e hai gettato
via lo scudo. 64,94. E che bisogno c'è di fare lunghi discorsi? Per quei motivi che io ho ritenuto veri
gli spettatori non sono stati corrotti dalla danza, e in questo passaggio io ho ricordato i detentori del
potere, queste considerazioni contengono anche la mia confutazione riguardo ai canti. Infatti se
alcuni hanno dimostrato di essere buoni anche se hanno condiviso i canti e la danza, testimoniano
che nessuna di queste due attività è causa di corruzione. Infatti se la danza non fosse un male, i canti
certamente sarebbero un male, e se quegli uomini non fossero stati corrotti dalla danza, sarebbero
stati corrotti dai canti. Ma questi uomini non sono stati corrotti. Dunque ognuna di queste due
attività è stata lontana dal danneggiare. Tu sei parli in modo più solenne di quanto sarebbe
necessario, e tu elimini le cose piacevoli della pace come se tu eliminassi le cose piacevoli di un
prato. 64,95. Dunque ciò che tiene in sospeso molte persone e ciò che moltissimi portano nelle loro
bocche, ed essi,anche se sanno che ammirano questa cosa, non sanno per quale motivo hanno questa
ammirazione, questa cosa è stata simile a una parola di un tiranno più che a una parola che abbia
credibilità. Infatti Aristeides, dopo avere menzionato i danzatori che mediante i loro piedi danno il
loro contributo a queste azioni quando esse vengono fatte, dice: “bisognerebbe togliere dai piedi
tutto ciò che rimane dal sandalo di costoro”. Per quale motivo, in nome degli dei? Oppure solo per
questo motivo, perché questa cosa è sembrata giusta a te? Poi tu, Aristeides, che hai la posizione di
un avvocato, e prendi per te stesso la posizione del giudice, eviti di dimostrare qual è la colpa che i
danzatori commettono, e tu dici quali pene essi dovrebbero subire se fossero còlti sul fatto? Tu non
hai dimostrato la loro colpa, ma devi dimostrarla. E infatti tu fai delle accuse, ma è un altro colui
che decide la punizione. Ma, io credo, Aristeides, non potendo dire che i danzatori facendo rumore
loro colpevolezza. 64,96. Aristeides dice: “i danzatori con i loro piedi fanno a pezzi la scena”.
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Dunque tu, Aristeides, ti addolori per degli oggetti di legno ed è questa la tua accusa? Ma tu non
sopporti il loro rumore? Allora quelli che fanno risuonare i loro scudi con le loro spade quando sono
schierati in battaglia e quelli che scuotono le menti con la paura meriterebbero giustamente di
subire il taglio delle mani per la grandezza delle loro spade? E alcuni onorano gli dei con i cimbali,
anche in questa attività spesso c'è un lavoro dei piedi, e quelli che placano la divinità con i timpani
quale pena meritano di patire? Quanto è grande la parte del loro corpo che sarà tagliata? 64,97. O
meraviglioso Aristeides, i danzatori hanno bisogno di fare un rumore molto grande, e questo rumore
avrà una funzione utile alle attività della danza e darà un contributo ai danzatori e alla loro armonia.
Questo danzatore con il suo piede leggero non potrebbe essere capace di fare questo rumore. Ci
sarebbe bisogno di una sbarra di ferro che si muovesse dalla scarpa, e questa sbarra sarebbe in grado
di produrre un rumore. E per questo motivo tu togli il piede a quelli che fanno la danza, e tu imiti la
crudeltà antica quando tu consigli di tagliare i piedi, come alcuni tagliavano le mani, e anzi tu
consigli di tagliare le mani dei danzatori per i loro pensieri e consigli di tagliare le loro teste, e tutte
le loro mani portano dei sonagli, perché i danzatori hanno cercato di fare un rumore più grande di
quello che essi potevano fare da soli,e tu consigli di tagliare le teste dei danzatori perché essi si sono
messi una testa di cagna e hanno alzato le loro creste per questa testa di cagna 64,98. O Aristeides,
tu devi rendere più bassi gli attori delle tragedie tagliando loro le ginocchia, perché essi quando
vanno in scena indossando i coturni cercano di essere più alti degli altri. A te Aristeides resta il
compito di seppellire il trombettiere da vivo, cosicché nessuna parte del suo corpo sia della stessa
misura della sua tromba,e anzi neppure tutto il suo corpo sia della stessa misura della sua tromba. Io
tralascio anche molte cose, l'arco, la freccia, il giavellotto, la lancia, la falce, l'aratro, tutte quelle
cose che mutileranno coloro che le useranno, se la tua decisione prevale. Infatti se è necessario che
gli uomini che hanno bisogno di alcuni strumenti subiscano un'amputazione del proprio corpo per
una parte tanto grande quanto è grande il loro strumento, alcuni riceveranno la morte di Ippolochos,
altri, se non vogliono scontare la punizione, devono essere grandi come i figli di Aloeo, in modo che
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sia possibile per loro subire una punizione anche per le macchine da guerra che essi applicano alle
mura. Vedi dove va a finire questa vicenda a causa della tua collera contro il sandalo? 64,99.Dunque
forse qualcuno penserà: “e se tu pensi di purificare la tua attività dal danno, per quale motivo tu
stesso stai lontano da questa attività, e impedisci ai giovani di praticare questa attività?”. Carissimo,
perché la mia situazione è tale che io ho a malapena il tempo libero sufficiente per le attività
necessarie. Infatti Hermes mi insegue e mi trascina via sia dalla tavola, sia dai bagni, e io devo
eliminare tutti i piaceri che vengono dalle attività esterne e devo essere inchiodato agli studi di
retorica. Per questo motivo a molti sembra che io sia intrattabile perché io ho degli impegni che mi
fanno stare chiuso in casa e che mi trattengono anche quando gli altri non pensano a questi impegni.
Io danneggio anche la mia salute a causa della mia insaziabilità nel fare fatica, e io, poiché non cedo
affatto agli avvertimenti dei miei parenti e dei miei amici, do l'impressione di delirare. Dunque per
quale motivo io dovrei avere intenzione di accettare questo spettacolo e dovrei dare ascolto ai
danzatori che mi chiamano mentre io sono trattenuto a casa mia da tali attività che io amo? 64,100.
Per un giovane sarà possibile osservare un danzatore in futuro, ma adesso ciò non è possibile, e il
giovane non farà un'azione sbagliata in seguito se sarà desideroso della danza, non farà bene se
seguirà la danza adesso. Per quale motivo? Il consiglio che loda il momento opportuno viene a te da
Delfi. Dunque il momento di adesso per che cosa è opportuno? È opportuno per le fatiche e per
l'apprendimento. E il periodo dopo queste attività per che cosa sarà opportuno? Allo stesso tempo
sia per alcune cose serie, sia per alcune cose divertenti. Dunque chi ha troppa fretta trasgredisce la
legge per la sua premura, ma viene punito per la sua intempestività. 64,101. Il mantenimento delle
occasioni opportune non è una colpa della danza. E infatti io ritengo che le corse dei cavalli, che tu
Aristeides non biasimi mai, siano una cosa dannosa per i giovani,se essi distraggono il loro interesse
dagli studi verso queste corse. Infatti l'occuparsi della propria città e lo sposarsi sono cose belle e
giuste, sono la sicurezza più grande della città e sono una salvezza, ma se queste azioni sono fatte
da persone che non sono ancora adatte a esse, se questi individui si sposano, si occupano della
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propria città, e se gli eventi che avvengono non sono consoni al tempo, ciò che per sua natura è
buono,se è privo del momento opportuno finisce per non essere più tale. Dunque il giovane studente
deve occuparsi degli studi retorici, come il marinaio si occupa del mare, se entrambi raggiungono il
loro porto, allora sarà possibile per quelli che esercitano entrambe le attività il divertire la propria
mente con le attività che provengono dalla scena teatrale. E chi prende come provvedimento contro
la danza il fatto che non sia stato permesso ai giovani di osservarla fa un'azione simile a quella di
chi parla male della danza dicendo che non è possibile osservare mentre navigano quelli che parlano
male dei mari. 64,102. Dunque sono queste le argomentazioni con le quali io ho potuto allontanare
questa attività dalla calunnia,e forse potrebbe esserci anche un aiuto più grande ai danzatori da parte
di un retore migliore di me; ma io mi vergognerei se io, dopo avere collocato la danza lontano da
qualsiasi biasimo, non dimostrassi anche che essa merita di ricevere una parte di elogi. 64,103.
Dunque in primo luogo non è che ogni corpo può permettere l'attività della danza, ma come per i
cuccioli e per i puledri e per quegli animali che possono essere utili agli atleti, gli esperti di questi
animali sono capaci di vedere ognuno di questi animali e di farne una valutazione, approvano alcuni
animali, cioè tutti quelli che rivelano dall'aspetto dei loro corpi la capacità che essi hanno di fare
quelle azioni, e allontanano dalle azioni i corpi degli animali che a loro non piacciono, in questo
modo bisogna anche chiarire che il ragazzo adatto alla danza deve raggiungere un'altezza adeguata,
non dovrà essere grasso. È necessario anche che lui abbia un collo dritto, uno sguardo che non sia
basso, delle dita che siano ben formate, e una bellezza complessiva, e questa è la più importante tra
le doti che riguardano gli dei, e questa dote soprattutto deve essere posseduta da un danzatore.
64,104. L'allenatore accoglierà il ragazzo facendogli fare dei piegamenti più numerosi e più
meravigliosi di quelli che lui farà fare a un lottatore facendogli mettere i piedi sulla testa e sopra la
schiena, e costringendolo inoltre a chinare il volto in modo da avvicinare i talloni ai gomiti. Quando
il danzatore trasformerà il suo corpo in un cerchio, come un giunco, si muoverà nella corsa come
una ruota, e correrà. E la corsa dei danzatori non è un danno per le loro membra, infatti da molto
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tempo ognuno di questi danzatori è stato educato a essere un po' flessibile perché l'allenatore separa
le membra dei danzatori le une dalle altre e nello stesso tempo mantiene le loro giunture e le tiene
distanti, cosicché il danzatore potrebbe muovere in ogni direzione sia le mani sia i piedi per
accompagnare la parte restante del corpo, come io credo che faccia la cera per sua natura. 64,105.
L'allenatore preparerà un tale corpo per il maestro, e il maestro, dopo avere preso l'armonia docile
delle membra, farà in modo che essa imiti ogni gesto. Non è piccola la fatica di entrambi, del
maestro, per dare delle spiegazioni, del danzatore, per ricevere queste spiegazioni. E una parte del
tempo contiene gli esercizi, e un'altra parte del suo tempo contiene la riflessione di coloro che si
sono esercitati. Infatti è necessario che il danzatore, anche dopo che ha smesso di fare un
movimento,conservi nella sua anima quelle azioni faticose che lui ha fatto. Dunque anche questi
danzatori sanno chiaramente che gli dei danno tutti i beni in cambio delle loro fatiche.64,106.Infatti,
come per quelli che vogliono apprendere la retorica, anche per i danzatori le fatiche sono un viatico
del loro desiderio, e non è possibile nello stesso tempo avere un corpo grasso e prendersi cura della
propria anima,così non è possibile che la danza e la pinguedine vadano insieme,ma è inevitabile che
chi aspira a una di queste due cose si allontani dall'altra. Dunque se tu ti trovi vicino a un danzatore
che fa cena e vedi che costui mangia in modo eccessivo, tu dovresti decidere che quell'uomo non è
molto migliore delle pietre; infatti la sua arte è rovinata dalla sua dissolutezza. 64,107. E si
potrebbero trovare dei discorsi virtuosi che sono stati composti con il vino più che una danza che è
stata mantenuta in un corpo dove il ventre non è stato tenuto a freno. Infatti non è possibile che
questa attività abbia inizio, se non per mezzo della temperanza, e per colui che intraprende questa
attività della danza, essa è una garanzia dei beni che ha ottenuto. Se il danzatore si lascia andare a
tavola, lui si trasforma in piombo, invece che in un essere alato. Dunque se la bellezza di Cipride è
nella sazietà, e non in una persona che ha fame, i danzatori che sono vicini alla vera danza sono
però lontani dai piaceri di Aphrodites,e in questo loro sono un esempio di un comportamento buono,
non di un comportamento degno di una punizione. Tale è l'accesso a questa arte e tale accesso è una
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difesa dell'arte della danza che è completamente inaccessibile a individui licenziosi e disgustosi,
come si potrebbe dire. 64,108. Tuttavia non si può dire che i danzatori sopportino delle fatiche in un
modo che non è utile ai popoli, ma mi sembra che loro fatichino per le cose più utili tra tutte quelle
che esistono adesso. Fa' attenzione, Aristeides. Io ritengo che i poeti abbiano gloria, ammirazione,
capacità di parlare e tutti i doni e ritengo che queste doti siano presenti in loro fin dall'inizio e che ci
siano anche adesso,non credo che i poeti abbiano allontanato dalle azioni quelle persone che si sono
dedicate all'ascolto dei loro versi, e non credo che i poeti abbiano trascorso inutilmente il tempo in
cui hanno cantato, ma io credo che i poeti abbiano istruito le assemblee con il ricordo di antiche
imprese, e che non permettano che prevalga l'oblio di eventi avvenuti in passato in coloro che
vivono adesso. 64.109. Infatti colui che è stato riempito della conoscenza dell'atteggiamento e della
sorte degli eroi diventa migliore nel suo gestire le situazioni grazie ai patimenti di quegli eroi e
corregge la propria vita. Infatti quando lui sente parlare di corpi, di ricchezze, e di desideri di poteri
tirannici che si sono conclusi in una disgrazia per coloro che li hanno ottenuti, e quando sente dire
che gli autori delle ingiustizie sono andati in rovina e che coloro che hanno patito delle ingiustizie
hanno prevalso, costui trova che la posizione di ciò che è giusto è quella più sicura ed esorta se
stesso a onorare la giustizia. 64,110. Infatti come è possibile che una persona non sopporti
quell'evento dal quale l'essere umano è addolorato di più, le morti dei propri figli, quando questa
persona vede che cinquanta figli sono morti sotto gli occhi dei loro genitori, e quando un padre ha
portato sua figlia a essere sgozzata come vittima sacrificale, e molti altri figli di nuovo sono stati
uccisi dalle mani delle proprie madri, talvolta a volte da parte di una madre che era impazzita,
talvolta da parte di una madre che era consapevole di ciò che faceva? 64,111.Anche la
sopportazione è una bella cosa nella vita. L'uomo di Itaca insegnerà a noi questa sopportazione,
dopo che lui ha sopportato molto mare, la grotta del Ciclope, e sua moglie che ha mostrato molte
facce durante il suo viaggio, e Odysseus ha sopportato a casa sua degli schiavi che lo picchiavano e
correvano contro di lui. E in generale noi o quando sentiamo parlare di imprese di uomini gloriosi,
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o quando sentiamo parlare degli errori di alcuni individui avventati, o quando sentiamo parlare di
grandissime sventure, siamo educati a imitare alcune azioni, e a tenerci lontani da altre azioni.
64,112. Dunque fino a quando è stata fiorente la stirpe dei tragediografi, essi nei teatri sono stati
insegnanti pubblici per i loro popoli, ma quando i tragediografi si sono spenti,la parte più ricca della
popolazione ha condiviso l'educazione negli studi letterari, ma la maggiore parte di essa era privata
di questa educazione, qualcuno degli dei ha avuto compassione per la mancanza di educazione della
grande maggioranza delle persone, ha introdotto la danza come un insegnamento alle masse delle
antiche imprese, e adesso anche l'orafo parlerà bene a colui che viene dalle scuole riguardo alla
famiglia di Priamos e riguardo alla famiglia di Laios. 64,113. L'arte della danza si occupa di rendere
sveglie le anime e spesso, dopo avere fatto tacere la voce del coro, per mezzo dei suoi gesti educa lo
e questo non è ancora un merito molto grande, ma la danza fa pensare a Poseidon per mezzo di
Athena, fa pensare ad Athena per mezzo di Hephaistos, fa pensare a Hephaistos per mezzo di Ares,
fa pensare a Zeus per mezzo di Ganimedes, fa pensare a Paris per mezzo di Achilleus, e facendo
queste azioni la danza non rende forse la mente acuta meglio di quanto fanno gli enigmi? 64,114.
Dunque se una persona è acuta in queste cose, è difficile che sia ingannata in altre cose. Questa
funzione della danza è utile sia alla gran parte delle persone, sia alle persone più esperte. Infatti la
danza può insegnare alcune cose a coloro che non le sanno, e ricorda queste stesse cose a quelli che
le sanno già. E se noi riteniamo che la mente di qualcuno sia troppo debole e che non sia capace di
capire alcune azioni, come potremo noi non dire che la mente, resa acuta dai danzatori, è capace di
gestire le azioni? 64,115. Aristeides, vuoi sapere in che modo renderai forte un'anima che è stata
immersa nel dolore affinché essa lo sopporti e abbia un sollievo? Tu, dopo avere preso un uomo che
sia stato privato delle persone che sono a lui più care, o delle sue ricchezze, o un uomo che sia stato
offeso, o che sia stato colpito, pòrtalo nel teatro, mostragli per mezzo di un danzatore quei regni
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antichi che sono stati distrutti, e tu gli darai sollievo. Tu distogli la mente di quell'uomo dai tiranni e
la porti verso le baldorie e le feste pubbliche, e forse tu vedrai che la sua tristezza andrà via, se non
tutta, almeno la maggiore parte. Dunque il danzatore non è di molto inferiore al retore nell'aiuto che
viene dato da loro alle persone che sono in lutto. 64,116. E tuttavia se il rivolgere lo sguardo alle
statue degli dei rende le persone migliori grazie a quella visione,questo danzatore dà a te,Aristeides,
la possibilità di vedere sulla scena le azioni di tutti gli dei non imitandole con la pietra, ma
rappresentandole in se stesso, cosicché anche il migliore scultore delle statue degli dei è inferiore ai
danzatori di migliore qualità nel giudizio che riguarda la bellezza di queste cose. Infatti quale
pittura, quale prato è più piacevole di una danza e di un danzatore che porta lo spettatore nei boschi
sacri a vedere uno spettacolo,che fa addormentare sotto gli alberi le mandrie di bovini, le mandrie di
capre, le greggi di pecore, e che fa fermare i pastori i quali si servono della zampogna per fare la
guardia ai loro animali, e altri pastori che suonano il flauto in altre azioni? Chi potrebbe non
diventare più mite anche facendo un pasto sia con sua moglie, sia con i suoi schiavi, quando viene
coinvolto da un simile spettacolo, perché un piacere è presente in modo grandissimo nella sua
mente? Quali sogni è verosimile che avrà colui che ha avuto un riposo grazie a questi spettacoli? A
me sembra che lui avrà dei sogni che conterranno un divertimento. 64,117. Quale uomo, anche se è
vecchio o se è pigro, il pigro per la sua natura, il vecchio per la sua età, non potrebbe diventare
migliore nel suo movimento, dopo che lui è stato esortato dai salti di quel danzatore? O forse è più
logico paragonare al danzatore le navi dei Feaci o i giri di queste navi che per la loro velocità sono
simili al pensiero e a un essere alato? Il vedere con precisione ognuno dei gesti compiuti dal
danzatore è impedito dalla sua velocità, perché il corpo del danzatore si trasforma spesso in quello
che il danzatore vuole. Ognuno di questi danzatori è un po' come l'egiziano Proteus. Si potrebbe
dire che i danzatori trasformano se stessi con il bastone di Athena, oppure prendendo la sembianza
di Odysseus, e assumono tutti gli aspetti, vecchi, giovani, uomini di bassa condizione, uomini di
condizione elevata, uomini che sono abbattuti, uomini che sono esaltati, schiavi, padroni. E se si
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esaminassero i piedi dei danzatori, essi non avrebbero forse la virtù di Perseus? 64,118.
Bisognerebbe ammirare di più la continuità del loro movimento circolare ripetuto molte volte o la
loro posizione improvvisamente ferma dopo questo movimento o la figura che è mantenuta da loro
nella loro posizione? Infatti i danzatori, quando si muovono come se fossero alati, finiscono la loro
danza in una posizione immobile, come se fossero stati incollati, la loro immagine si scontra con la
posizione ferma. Un'altra fatica maggiore dei danzatori è fare cessare la loro danza insieme con il
canto. È tanto grande l'importanza della misura nei danzatori. Grazie a questi danzatori le città
hanno un piacere che non è mescolato a nessuna cosa malvagia. 64,119a. Già in passato un lottatore
ha ucciso un altro lottatore, e un lottatore di pancrazio nel corso della sua fatica ha perso un occhio,
e un auriga ha ucciso il suo collega rovesciandolo, già in passato l'uccisione di un cavallo ha diviso
una città intera e ha incitato a usare delle pietre, a usare il fuoco, e a fare dei massacri; una danza
invece non ha mai generato niente di malvagio, e non potrebbe generare niente di malvagio.
Giustamente. E infatti la danza è generata da quel momento che è più pacifico e più allegro, quel
momento porta le falci verso i grappoli di uva, porta l'uva verso i tini, e trasforma il dono di
Dionysos in una festa. Perciò anche la fama dei danzatori proviene da quei salti che sono presenti
all'inizio nelle loro danze. 64,119 bis. Dunque il motivo più importante per dare onore ad alcuni
filosofi è il fatto che loro hanno eliminato alcune difficoltà delle loro patrie, anche un danzatore di
Priene viene onorato per questo motivo. Infatti lui era insieme al re Antiochos. Quando il re
Antiochos conquistò Priene, ordinò che fosse fatta una danza insieme a un canto, e il canto
significava la libertà. Ma quando il danzatore disse che lui avrebbe patito un torto se tali danze
fossero state eseguite in una città che era resa schiava, Antiochos fece in modo che Priene fosse
nuovamente libera. 64,120. Dunque, o Aristeides, tu ritieni che questa giustizia e questa libertà di
parola siano state generate da un'anima corrotta? Oppure tu definirai quel cittadino che è stato così
eccellente e ottimo e che ha ritenuto che fosse molto importante il portare aiuto alla sua patria, un
uomo corrotto che ha adulato un sovrano? Certamente tu, Aristeides, non darai l'impressione di
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essere privo di una certa ostilità.
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