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Vincenzo Franciosi*
Abstract
The great xoanon from the sanctuary of Mephitis in the Ansanto Val-
ley schematically shows a female figure dressed in a long tunic with
the characteristic St. Andrew’s cross pattern on her chest. Recent mi-
croscopic and dendrochronological analyses suggested that the wooden
statue, representing undoubtedly the goddess Mephitis, was carved in
an oak trunk of about half a century. The oak is the quintessential im-
age of the World Tree. It manifests its axial and mediumistic role by
connecting the three levels of the cosmos: the infernal, with the roots;
the terrestrial, with the trunk; the celestial, with the branches. The same
mediumistic character is expressed by the goddess Mephitis, “the one
who is in the middle”, mediating between the world of the living and
the world of the dead.
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Gli xoana, come tanti altri oggetti di natura diversa, furono de-
positati o, probabilmente, gettati6 nel corso d’acqua (un affluente del
Fredane, chiamato oggi Vado Mortale) quali offerte alla divinità che, in
questo caso, mediava tra il mondo dei vivi e quello dei morti7.
Fig. 5. Cadavere di una nutria nel Vado Fig. 6. Cadavere di un cane nel Vado
Mortale. Rocca San Felice, Avellino. Mortale. Rocca San Felice, Avellino.
Eliade 1984, pp. 377-398; Jung 1992, p. 272; Eliade 2004, pp. 19-31; Guénon 2006, pp. 63-113;
Eliade 2006a, pp. 9-27; 2006b, pp. 19-46; 2007a, pp. 29-54; 2007b, pp. 21-29. Sull’Ansanto quale
accesso agli Inferi, Verg. Aen. VII 563-571: Est locus Italiae medio sub montibus altis, nobilis et fama
multis memoratus in oris, Amsancti valles: densis hunc frondibus atrum urguet utrimque latus nemoris,
medioque fragosus dat sonitum saxis et torto vertice torrens. Hic specus horrendum et saevi spiracula Ditis
monstrantur, ruptoque ingens Acheronte vorago pestiferas aperit fauces, quis condita Erinys, invisum numen,
terras caelumque levabat; Plin. NH II 208: Spiracula vocant, alii Charonea, scrobes mortiferum spiritum
exhalantes, item in Hirpinis Ampsancti ad Mephitis aedem locum, quem quem quem qui intravere
moriuntur). Per una esaustiva raccolta delle fonti letterarie sul culto mefitico: Carfora 2008.
6 Mustilli 1960, p. 205.
7 Sul ruolo di Mefite quale mediatrice: Falasca 2002; Poccetti 2008. Sul significato del nome
Mephitis, Prisc. Inst. III 328,5: ‘Mephitis’ quoque, quod proprium est a Graeco μεσῑτις, ut quibusdam
videtur mutatione σ in φ translatum, rationabiliter in ‘im’ fecit accusativum. Virgilius in VII: saevamque
exhalat opaca Mephitim.
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Per le analisi del reperto 1499, il grande xoanon, sono state eseguite
tre campionature: un pezzo del legno originale (nero); un pezzo di legno
di colore differente (marrone), probabilmente la pasta di legno utilizzata
nel restauro di Augusti; un pezzo del ‘braccio’ destro della scultura.
Mediante analisi al microscopio è stato determinato il tipo di le-
gno. Si tratta di legno di quercia (quercus robur), albero a foglie decidue
abbastanza diffuso nella regione in epoca moderna e, verosimilmente,
anche in antico.
Il campione pertinente al ‘braccio’ del grande xoanon è stato ri-
conosciuto quale legno di un albero a foglia larga, tuttavia non ancora
identificato. A differenza di quanto affermato da Augusti, non fu usa-
to, quindi, per il restauro, lo stesso legno della scultura. La presenza
di materiale moderno utilizzato per il restauro
(colla, pasta di legno, inserzioni di legno diffe-
rente per le braccia), rappresenta un problema
per analisi quali le misurazioni del radiocar-
bonio, dal momento che viene a contaminare
la concentrazione di 14C del legno originario.
Riguardo alla dendrocronologia, sul reperto
1499 è possibile contare circa 40 anelli11. Si
tratterebbe, quindi, del tronco di una quercia
di circa mezzo secolo utilizzato per intagliare
la figura rappresentante, con ogni probabilità,
la divinità stessa.
Delle 15 figure xoaniche, soltanto una
viene solitamente indicata come femminile,
la 1231, di carattere sub-dedalico (Fig. 8), tre
come maschili (1237, 1238, 3304. Si presen-
Fig. 8. Xoanon femminile
ta, in questa sede, la 1238, caratterizzata da (inv. 1231). Avellino,
un’evidente barba: Fig. 9), le altre vengono Museo Irpino.
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definite asessuate12. Tra queste ultime viene compreso anche il grande xoanon.
Ora, ad una attenta osservazione, la figura presenta caratteristiche pret-
tamente femminili: vita stretta, glutei pronunciati, profilo sinuoso (Fig. 1).
Sul petto di notano due incisioni a croce di S. Andrea, riguardo
alle quali si tornerà a breve.
Il volto è ribassato sotto la linea della fronte, dalla quale si diparte
il naso triangolare; gli occhi ovali, disposti orizzontalmente, presentano la
pupilla incisa; la bocca è costituita da un breve segmento orizzontale, posto
immediatamente sotto al naso; il mento è sfuggente. Il contorno della ca-
pigliatura passa sopra le orecchie e si riunisce a punta sulla nuca (Fig. 10).
Tornando alla misteriosa croce di S. Andrea, come pure è stato
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Fig. 13. Statuina fittile Fig. 14. Statuina fittile Fig. 15. Statuina fittile
muliebre (inv. 1463). muliebre (inv. 1464). muliebre (inv. 1465).
Avellino, Museo Irpino. Avellino, Museo Irpino. Avellino, Museo Irpino.
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Riferimenti bibliografici
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Eliade 2007b = M. Eliade, Il mito dell’eterno ritorno, tr. it. Roma 2007.
Il culto della dea Mefite = A. Mele (a cura di), Il culto della dea
Mefite e la Valle d’Ansanto: ricerche su un giacimento archeologico e cul-
turale dei Samnites Hirpini (Primo Convegno di Studi su cultura e
tradizioni delle popolazioni sannitiche. Avellino - Villamaina - Rocca
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Jung 1992 = C.G. Jung, Psicologia e religione, tr. it. Torino 1992.
Jung 2007 = C.G. Jung, L’albero filosofico, tr. it. Torino 2007.
deposito votivo del santuario di Mefite, «NSA» s. VIII, 30, 1976, pp.
359-524.
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