risposta sar no. Viene allora la seconda: pu diventarlo? E su questo la mia risposta sar S, ma solo a certe condizioni. Fare i soldi con i soldi non solo contrario alla fertilit delle specie, ma anche un obiettivo contrario al bene comune. Noi esigiamo una libert privata quasi illimitata, tuttavia lideale del bene comune e della giustizia resta quello definito da Aristotele. Letica si trasforma, lutile diventa il criterio per eccellenza del buono, perch il misurabile identificato con il benessere. Allora, come potrebbe leconomia divenire morale? La risposta sta in due parole: mettendo letica sulletichetta. tempo ormai di cominciare a decolonizzare il nostro immaginario. Docenza di venerd 26 marzo 2004 Letica della ragione e della ragionevolezza Il filosofo Emanuel Levinas dice che loggetto principale della giustizia pu essere solo luguaglianza economica, soprattutto in uneconomia globalizzata, la quale non altro che leconomicizzazione del mondo. Perch in un mondo dove tutto economicizzato se la giustizia non dentro leconomia, la giustizia non c pi. Evidentemente c una grande differenza tra una redistribuzione equa delle ricchezze su scala mondiale e unoperazione di bombardamento a tappeto senza limiti nel tempo, come in Afghanistan. Cosa significa fare giustizia in uneconomia globalizzata? Chi si pu dire vittima di uningiustizia? E come si potrebbe porre rimedio allingiustizia globale? I sintomi dellingiustizia globale La mondializzazione tecno-economica, vale a dire quella dei processi compresi di solito in questa espressione, lemergere dominante delle imprese transnazionali, la sconfitta della politica e la minaccia di una tecnoscienza incorporata. La mondializzazione trascina con s, quasi automaticamente una crisi morale. Cause e conseguenze della mondializzazione dei mercati, le multinazionali si presentano come i nuovi signori del mondo. Si tratta di dirigenti impreparati al loro duro ruolo, appena coordinati da un sistema internazionale incapace, che non si trovano ancora di fronte n nella societ civile mondiale, n significativi contro il potere. Il potere 1 finanziario d i mezzi per comprare e mette al proprio servizio gli stati, i partiti, le chiese, i sindacati, le Ong (Organizzazioni non governative), i mass media, gli eserciti, le mafie. Da ci sorge la necessit di codici di buona condotta, codici fondati su una morale universale minima da definire, si pongono al comportamento di questi giganti nei rapporti tra loro stessi e soprattutto verso gli altri. Ma come si sa la prima cosa che ha fatto Kofi Annan quando stato eletto al segretariato delle Nazioni Unite ha deciso di chiudere la commissione dellOnu che lavorava su questo problema. Ha detto che questa commissione non lavorava bene, ma almeno esisteva. Le ingiustizie pi evidenti sono le ingiustizie sociali e ecologiche. La mondializzazione sotto lapparenza di una constatazione neutra del fenomeno anche uno slogan. Uno slogan che incita ed orienta ad agire in vista di una trasformazione considerata come auspicabile per tutti. Ma il termine, che non affatto innocente, lascia anzi intendere che ci si trova di fronte ad un processo anonimo e universale benefico per lumanit E non invece che si trascinati in unimpresa auspicata da alcune persone per i loro interessi, impresa che presenta rischi enormi e pericoli considerevoli per tutti, particolarmente per i popoli del sud del mondo. Pi che di mondializzazione dei mercati per questa impresa si tratta di mercatizzazione o mercificazione del mondo. Ed proprio questo che nuovo e pericoloso. Come il capitale, al quale intimamente legata la mondializzazione, un rapporto sociale di dominio e di sfruttamento su scala planetaria. Un buon conoscitore, nel giornale Affluenza, si chiede: Ma che cos la globalizzazione? La globalizzazione non che il nuovo nome della politica egemonica degli Stati uniti. Le disuguaglianze crescenti tanto tra il nord e il sud, quanto allinterno di ciascun paese, sono sintomi dellingiustizia globale. La polarizzazione della ricchezza tra le regioni e tra gli individui raggiunge livelli insoliti secondo gli ultimi rapporti del programma della nazioni unite per lo sviluppo. Se la ricchezza del pianeta si moltiplicata di 6 volte dopo il 1950, il reddito medio degli abitanti di 100 dei 174 paesi censiti in piena regressione, anche una cosa nuova laspettativa di vita, che salita, oggi alta in molti paesi. Le tre persone pi ricche del mondo hanno una fortuna superiore al prodotto interno lordo totale dei 48 paesi pi poveri. Il patrimonio dei 15 pi fortunati supera il prodotto interno lordo di tutta lAfrica subsahariana con i suoi 6/700.000.000 di abitanti. Infine i beni delle 84 persone pi ricche superano il prodotto interno lordo della Cina con il suo miliardo e trecentomila abitanti. Lo scarto tra nord e sud come ha stabilito lo svizzero Paul de Roc, ha pi o meno dimostrato che fino al settecento non cera differenza importante tra i paesi del nord e del sud, il tenore di vita era pi o meno uguale, ma gi alla fine del settecento la differenza era pi o meno 1 a 2. Allinizio del novecento 1 a 3. Poi negli anni 50 1 a 30, negli anni 70 1 a 60 e oggi 1 a 80. Le disuguaglianze non sono meno forti o meno problematiche su scala nazionale anche nel nord o dentro le imprese. Un giornalista francese del giornale Le Monde scriveva: il lavoro di un uomo padrone o quadro di valida competenza vale 13000 volte di pi che il lavoro di un altro uomo. Il denaro rende folli. Ed ecco che il capitalismo di imprese divenuto completamente folle costruisce nella dismisura, nellindecenza, nel cinismo la fortezza dei benestanti. Scavando allinterno delle imprese una societ a due velocit. Due universi: gli azionisti, coloro che hanno delle stock option, e gli altri. Gli speculatori e i salariati di base. Cos ci vorrebbero 554 anni di lavoro perch chi riceve un salario minimo raggiunga il reddito medio del 2001 dei padroni francesi le cui societ sono quotate in borsa. 2 Pi modesto Phil Knight, padrone della Nike si accontenta di 20.000.000 di dollari, cio pi di quanto guadagnano in una vita i 30000 operai indonesiani che lavorano per la sua ditta. Dovrebbe essere considerato indecente in qualsivoglia istanza umana sbandierare pretese simili. E tutto questo molto recente. Fino agli anni 60 lo scarto era molto pi limitato. Non sono meno gravi le ingiustizie ecologiche. George W. Bush dichiarava il 14 febbraio 2002 a Sylver Plane davanti ai responsabili della meteorologia, per giustificare il fatto che gli Stati Uniti non avessero firmato il protocollo di Kyoto, che poich questa la chiave del progresso ambientale, poich questa fornisce le risorse che permettono di investire sulle energie pulite la crescita la soluzione, non il problema. Noi invece affermiamo che lo sviluppo economico costituisce la sorgente del male, e deve essere analizzato e denunciato come tale. La nostra sovracrescita economica supera gi largamente la capacit di carico della Terra. Se tutti gli abitanti del mondo consumassero come lamericano medio, ma anche come litaliano medio, il francese medio, i limiti fisici del pianeta sarebbero largamente superati. Se si prende come indice del peso ambientale del nostro stile di vita lImpronta Ecologica di questo sulla superficie terrestre necessaria si ottengono risultati insostenibili sia dal punto di vista dellequit rispetto ai diritti sulla natura, sia da quello della capacit di rigenerazione della biosfera. Se si considerano i bisogni di materiali e di energia necessari per assorbire i rifiuti e gli scarti della produzione e dei consumi, e se a ci si aggiunge limpatto ambientale delle infrastrutture necessarie i ricercatori che lavorano per il world welfare hanno calcolato che lo spazio bioproduttivo dellumanit di 1.8 ettari a testa, mentre un cittadino degli Stati Uniti consuma in media 9.6 ettari, un canadese 7.2, un europeo medio -e un italiano un europeo medio-, 4.5. Siamo dunque molto lontani dalluguaglianza planetaria, e pi ancora da uno stile di civilizzazione sostenibile che dovrebbe limitarsi a 1.4 ettari, ammesso che la popolazione attuale resti stabile. Gi il nostro sistema non pi globalmente sostenibile. Allora com possibile che funzioni ancora? possibile per due ragioni. Primo perch divoriamo il capitale. E poi perch ci sono popoli, come gli africani, che accettano, per amore o per forza, di accontentarsi soltanto di 1/10 del capitale che sarebbe nel loro diritto. Dovrebbero ancora restringersi di pi affinch noi continuiamo a funzionare. Se continuiamo cos fra 20/30 anni ci vorrebbero 30 pianeti. A questo punto non pi possibile, non sar pi possibile. Queste cifre si possono discutere, ma esse sono sfortunatamente confermate da un numero considerevole di indici sullenergia, sullacqua, lagricoltura. Cos, perch lallevamento intensivo in Europa funzioni bisogna che ci sia unarea per quelle che si chiamano colture a fasce equivalenti a 7 volte quella di questo continente, che andrebbe impiegata in altri Paesi per produrre lalimentazione necessaria per gli animali cos allevati su scala industriale. Insomma, una forma di decrescita non soltanto unesigenza per la sopravvivenza del pianeta, anche unesigenza di giustizia. Il punto limmoralit delleconomia. Cos letica continua ad apparire sempre di attualit, come aspirazione, nostalgia, o necessit. Per tutte queste ragioni di moda. Cattedre universitarie e convegni sul tema si moltiplicano e largomento viene trattato in tutte le salse. Letica dellimpresa, letica della vita politica, le commissioni di etica eccetera. Ci sono nei campus americani pi di 500 corsi di business ethics che vengono proposti, spesso sponsorizzati da grandi imprese. Cos la mondializzazione pone in termini nuovi la questione 3 delletica del capitalismo e lantichissima questione delletica in economia. La mondializzazione delleconomia di fatto la forma pi spinta delleconomicizzazione del mondo. Si tratta di far entrare nella sfera dello scoppio mercantile la totalit della vita senza restrizione alcuna di spazi o di ambienti. La questione etica delleconomia si riduce semplicemente a sapere se leconomia sia una buona cosa. Leconomia vita economica, divisione del lavoro, scambi nazionali ed internazionali, concorrenza, leggi di mercato, crescita e sfruttamento illimitato delle risorse naturali e delle capacit umane o sviluppo illimitato delle forze produttive, dellaccumulazione del capitale eccetera. Tutto ci fa o non fa parte del bene. Si pu riassumere lenorme letteratura su questo argomento nella domanda Leconomia o non morale? A questa domanda la mia risposta sar no. Viene allora la seconda: pu diventarlo? E su questo la mia risposta sar S, ma solo a certe condizioni. Perch leconomia immorale? Perch suscita, provoca, o favorisce quella che Hanna Arendt, la filosofa ebreo-tedesca, chiama la banalit del male. Come potrebbe diventare o ridiventare morale? Direi ritornando ad essere politica, economia politica, cio reintroducendo il problema della giustizia nello scambio economico. Lo scambio economico un elemento centrale del rapporto o del commercio sociale, e va reintrodotto nellorizzonte del bene comune. Gli interrogativi cos sollevati sono, come si vede, di grande ampiezza, sono quelli del bene e del male, della giustizia e dellingiustizia. Senza parlare dei problemi terminologici, qui non parleremo delle differenze tra etica, morale, deontologia, assiologia, equit e giustizia. Per capire questo giudizio di immoralit delleconomia bisogna ritornare allantica maledizione formulata contro di essa da Aristotele e poi esaminare il tentativo di uscirne e analizzare il fallimento di quel tentativo. Si sa che Aristotele, nonostante alla sua epoca (IV secolo a.C.) lattivit economica fosse ancora allo stadio embrionale, condanna con il nome di crematistica economica [Politica, 1253b 1-23] le ricchezze, larte di arricchirsi, quello che per noi costituisce lessenza delleconomia, cio la ricerca del profitto, grazie e attraverso le relazioni commerciali. Il rapporto di scambio naturale di merce, denaro. Vendere una merce per comprarne unaltra di cui si ha bisogno, ossia la vendita del surplus per acquistare quello di cui abbiamo bisogno si corrompe in un rapporto di scambio di denaro-merce-denaro. E naturalmente comprare una merce al prezzo pi basso possibile per rivenderla al prezzo pi alto possibile e fare profitto. Questo capovolgimento gli sembrava condannabile a pieno titolo, non solo come contrario alla natura, ma ancor pi come contrario alla civilt. Fare i soldi con i soldi non solo contrario alla fertilit delle specie, ma anche un obiettivo contrario al bene comune. Un mondo di persone che guadagnano non compatibile con la cittadinanza, e lo ancora meno con lisonomia, questa parola greca che significa pi o meno luguaglianza cittadina, e beninteso non compatibile con la giustizia. Questo il punto di vista di Aristotele. Non c dubbio che il bene, secondo Aristotele, non pi il nostro. Noi non abbiamo pi il senso comune che fondava la sua etica. Letica di Aristotele si inserisce dentro la politica. Noi in particolare esigiamo una libert privata infinitamente maggiore, tuttavia lideale del bene comune e della giustizia resta lo stesso. Lintero problema della genesi della scienza economica stato quello di risolvere la quadratura del cerchio. Come riconciliare la vita morale e la vita degli affari. O per dirla alla francese, come il nostro ex presidente Mitterand, come riconciliare i francesi con il denaro tre secoli dopo gli anglosassoni. E potremmo anche dirlo con Berlusconi e la sua idea di impresa italiana: le tre I di impresa, inglese e internet. Che si potrebbe 4 tradurre con immoralit, incultura, incivilt. Si tratta di scongiurare la maledizione che evoca Aristotele e San Tommaso dAquino e pesa in occidente sul mondo economico. La crisi scoppia nel diciassettesimo secolo nellambito del mondo commerciale puritano con un autore famoso: Bernard de Mendeville, un olandese che viveva in Inghilterra, e la sua celebre favola delle api. La prosperit e la virt per questautore sono rigorosamente incompatibili. O lalveare prospero ma vizioso, o lalveare virtuoso ma povero. Come riuscire a scollegare il business dalla morale? Questa la sfida che si pone la nascente economia politica. Adam Smith vi si dedicher con successo grazie a due artifici. Primo: separare arbitrariamente una sfera privata, che sarebbe il terreno della vita morale, e una sfera economica, che sarebbe una sfera senza morale. Gli affari sono gli affari. E questo loggetto della teoria dei sentimenti morali del 1759. E secondo artificio esonerare la sfera economica dal sospetto di immoralit, mostrando che normalmente il proseguimento per interesse personale genera il bene comune attraverso la famosa mano comune. E questo loggetto della ricchezza delle nazioni del 1776. Il risultato mette capo in qualche modo allinversione dellonere della prova e al rovesciamento del peso del sospetto. Guadagnare denaro mediante il commercio in senso ampio, comprese lindustria e la speculazione, non ha nulla di immorale, salvo prova del contrario. Distruzione criminale, traffici notoriamente illeciti, inganno eccetera. Cos la giustizia dello scambio e del commercio allo stesso tempo affermata e messa fuori causa. Questa doppia conclusione contraddittoria perch eccessiva forma il problema. Non di meno sar ulteriormente rafforzata con lultimo dei neoclassici. Purtroppo i due artifici del dispositivo di Adam Smith non reggono, o non reggono pi oggi. La mondializzazione attuale rivelando e insegnando in pieno la mercatizzazione del mondo manda in pezzi la prima barriera. La sfera mercantile conquista la vita intima delluomo: tutto ci che oggetto del desiderio umano fa di diritto parte delleconomia. Leconomia del credere, leconomia del matrimonio, leconomia del divorzio, leconomia dellavvento dei bambini ecc. Per altro verso laffievolirsi naturale dellinteresse, che regge la mano invisibile, unevenienza felice che si produce solo in contesti molto particolari, ma non generalizzabile. Comunque lintenzionalit, elemento essenziale della vita morale ma anche gi nella concezione aristotelica, messa fuori causa nel gioco economico. Il paradosso della doppia affermazione della neutralit e della moralit nello scambio e nella vita economica rivelatore di questo fallimento. Da un lato lattivit economica normale detta neutra quanto ai valori, poich si tratta di unazione razionale. In perfetta colleganza con questa visione un altro Premio Nobel, Friedman, dichiara che lunica responsabilit dellimpresa consiste nellutilizzare le sue risorse e nellimpegnarsi in attivit destinate ad aumentare i profitti, purch rispetti le regole del gioco. Cio quelle di una competizione aperta e libera, senza imbrogli e frodi. Massimizzando la propria ricchezza limpresa massimizza il benessere sociale di tutti. Se leconomia esce cos dalla morale lo fa per mero adempiere ai suoi imperativi. In effetti lattivit economica ritenuta allo stesso tempo essere buona, perch si afferma come efficiente, (ci si pu molto discutere), e perch nella societ moderna lefficienza identificata col bene, o almeno come condizione del bene, cio il pi grande benessere per il maggior numero, la massima felicit divisa tra il massimo numero. Ma come pu essere insieme neutra e buona? C in questo una strana confusione tra giudizio di fatto e giudizio di valore. Si pu verificare questo problema concretamente con questo aneddoto: alcuni anni fa 5 unimpresa francese di assicurazione, Axa, ha deciso di raddoppiare il prezzo delle polizze di assicurazione per gli handicappati, perch gli handicappati costano troppo, e allora c una grande contestazione. Non sono un benefattore dellumanit, faccio degli affari, dei profitti, ma al medesimo tempo cos alla fine la responsabilit dellimpresa, la responsabilit sociale? Tant che ha dovuto innestare la retromarcia perch doveva fare al medesimo tempo profitto ma anche rispettare il bene comune. Insomma il pericolo della relazione economica fondamentale, denaro-merce-denaro, non viene tanto nel guadagno illecito, nella giusta o ingiusta misura degli uomini denunciati da Aristotele, quanto nellineluttabile inclusione dentro la logica della mercificazione. In questa situazione si trovano gli uomini, luomo, luomo come salariato, e si trova la natura tutto il mondo si incorpora in questo. Specialmente con leconomicizzazione del mondo e la mondializzazione. Si tratta della strumentalizzazione dellessere umano nel mondo come merce, dipendente, utente, consumatore, materia prima. Luomo e il mondo sono legati come rotelle e ingranaggi della mega macchina tecnoeconomica. Ma ci significa per luomo che la sua condizione di cittadino e la sua umanit sono messe fra parentesi, e per la natura la negazione del suo insondabile mistero e loblo della solidariet cosmica. Dietro lo scambio di merci vi sono sempre degli uomini che si incontrano e si misurano. Man mano che il denaro penetra i bordi della societ letica e la questione della giustizia nello scambio -e quindi nei rapporti tra gli uomini- che viene eliminata, esclusa. Allora di sicuro la nostra societ non la prima e la sola a strumentalizzare luomo e la natura. Le societ del mondo antico con la schiavit spingevano la questione ancora pi lontano. Ma in ogni caso avevano il buon gusto, diciamo, di classificare lo schiavo al di fuori dellumanit, precisamente tra gli strumenti. Nel vecchio Catone i lavoratori sono instrumento vocali, strumento che parla. Arisotele precisa che gli animali e gli schiavi non partecipano alla filia parola che significa pi o meno amicizia. Che unisce i cittadini. Anche se raccomanda di trattarli bene. La mega macchina moderna, grazie alla mediazione monetaria e mercantile, generalizza sistematicamente la trasformazione delluomo in rotella o in materia prima. Si pu dire che abbiamo generalizzato una schiavit a una schiavit soft, che non ---. Diventando una tecnica pura leconomia partecipa alluniverso tecnico. La tecnoeconomia la forma nella qual e si incarna al meglio limmaginario del progresso, oppure se questultimo gioca un ruolo strutturante della modernit questo contribuisce pienamente allimpostura dellefficienza. Letica, allora, si trasforma impercettibilmente. Lutile diventa il criterio per eccellenza del buono, in quanto il misurabile identificato con il benessere, forma sensibile della fortuna. Ma lutile precisamente ci che le tecniche consentono di fabbricare o di archiviare e che leconomia permette di vendere? E si assiste a uno slittamento dei valori. Emergono come priorit i valori che la tecnoscienza pu servire, questi vanno a prendere il posto dei vecchi valori o sovvertire il loro contenuto da dentro. Il dato finale della strumentalizzazione monetaria e mercantile altro non che rimettere in questione lo stesso umano e precisamente in questo momento con le tante tecnologie un progetto che si mette in moto. La possibilit di migliorare la specie umana spettacolarmente aperta dalle pi recenti scoperte dellingegneria genetica la necessit di far fronte alle minacce che la stessa mega macchina tecnoscientifica fa gravare sullecosistema del pianeta, hanno come esito finale le mutazioni che toccano sempre pi da 6 vicino lintegrit biologica e lidentit della specie umana. Gi adesso luomo un animale manipolato tecnologicizzato che vive con un numero sempre maggiore di protesi artificiali, estranee al proprio corpo biologico. Il pi grande crimine contro la specie umana non forse quello di distruggerla, annientarla, con il pretesto di farla evolvere, progredire? Luniversalismo dei valori sparisce davanti alla logica amorale del pensiero unico, centrata sullestorsione a livello mondiale delleconomia di mercato, autoregolantesi, che caratterizza lattuale mondializzazione. Il dominio della natura, compagno e complice della ricerca del profitto lelemento centrale della modernit ed sicuramente allorigine di questo tipo di strumentalizzazione degli altri. Si comincia separando la natura dal regno umano, e successivamente si scivola verso una naturalizzazione delluomo. Una recente dichiarazione del barone del Presidente del Medef, che la confindustria francese illustra bene questa strumentalizzazione. Lui dice che ci sono paesi senza sindacati, come gli Stati Uniti, o la Nuova Zelanda, dove si riusciti a trasformare il lavoro in merce. Non una stupidaggine visti i risultati ottenuti in materia di impiego e di crescita. Da ci la quasi impossibilit di distinguere ci che appartiene alleconomia normale e alleconomia criminale. Le frontiere tra il lobbying e la corruzione, tra il fiuto dellabile speculatore e il delitto dellindiziato, sono sempre pi esigue, come sono sempre pi esigue le frontiere tra salariato nel sud e schiavit, o tra turismo di piacere e turismo sessuale. Come scrive un magistrato francese che fa parte di una commissione sui paradisi fiscali la finanza moderna e la criminalit organizzata si rafforzano a vicenda. Entrambe hanno bisogno per svilupparsi delle regolamentazioni e dei controlli statali. Se non stiamo attenti passeremo da uneconomia con una componente criminale a una economia criminale. I paradisi fiscali, tollerati da tutti i governi sono gli strumenti di questo passaggio. Verificato con gli scandali recenti di Enron, Parmalat e molti altri. Come scrive Bauman, che so che domani sar qui da voi, nel suo libro Il costo umano della mondializzazione, rubare le risorse di nazioni intere per fare della promozione della libera impresa, rubare per il guadagno il pane di famiglie e di comunit intere, questo si chiama regresso. O razionalizzare questi due furti che non si trovano evidentemente registrati nellelenco degli atti criminali per cui si prevede sanzione. Il clima di concorrenza esagerata che si sviluppa nella tarda societ moderna genera, daltro canto, unautomutilazione, che acuisce la strumentalizzazione, la sofferenza muta o inespressa dei guerrieri puritani, secondo la parola del sociologo francese Lejune . La paura della vergogna di non corrispondere allimmagine del combattente. Questa sofferenza rende insensibili alla sofferenza degli altri in particolare, agli esclusi dalla riconoscenza collegata al lavoro. La strumentalizzazione di se stessi rende complici e insensibili alla strumentalizzazione del mondo e degli altri. E questo sociologo ha scritto un bel libro che si chiama La sofferenza in Francia e sottotitolo la banalit dellingiustizia sociale. E lui fa anche il confronto con il periodo nazista e la banalit del male. Come scriveva Hannah Arendt nel suo libro, il cui sottotitolo rapporto sulla banalit del male, non bisogna escludere che se Adolf Heichman avesse potuto dire che non era lui a organizzare i convogli che portavano gli ebrei ai forni crematori ma un plotone di computers obbediente agli ordini non gli si sarebbe mai potuto chiedere di rispondere delle sue azioni. La tecnoeconomia attuale contribuisce massicciamente alla banalit del male in epoca moderna. Naturalmente non sono gli strumenti stessi, o il denaro in s ad essere colpevoli. Un coltello pu tagliare il pane o pu uccidere. Un raggio laser pu guidare un missile ma pu anche salvare un occhio. Il denaro 7 permette molte azioni utilissime, tuttavia non sono lo strumento o il denaro che costituiscono la categoria pertinente. Le invenzioni fanno la loro comparsa in seno a una organizzazione sociale, un laboratorio, una fabbrica, una societ, e infine una mega macchina universo dominata dal mercato. La mega macchina moderna davvero particolare. Sarebbe dunque eccessivo affermare che ignora letica, che letica scomparsa. In essa regna unetica anche molto pregnante, ma unetica di seconda categoria, unetica tecnica, che un po un ossimoro. Si tratta di unetica che insiste sui mezzi e non sui fini. Si tratta del perfezionismo, della ricerca dellefficienza per lefficienza. Lo sviluppo dellingegneria genetica, con i semi transgenici costituisce un esempio calzante di perfezionismo e di oblio dei fini. Indipendentemente dallinnegabile fascino della prodezza tecnoscientifica, difficile trovare in essa un obiettivo diverso dal guadagno attraverso questimpresa. Ancora su questo punto J acques Venu ha scritto delle tragedie bellissime. La morale della tecnica, la morale dei comportamenti, escludendo la problematica morale. La morale immorale si pu dire. Non esiste alcuna differenza di fondo tra la criminalit della scienza hitleriana o staliniana e quella della ricerca dei laboratori di . Ma questa ricerca gestita da quei bravi padri di famiglia che Hannah Arendt definisce filistei. Ricordiamo che pi di 6000 studiosi nazisti che lavoravano nei laboratori nazisti per fabbricare V2, in particolare utilizzando gli schiavi del Reich sono stati recuperati dagli americani, dai sovietici, dagli inglesi e dai francesi. Ne sono usciti a mani pulite, senza palesare emozione alcuna. Ma il loro unico crimine non era forse quello di aver svolto coscienziosamente il loro compito? Quando ho letto questo libro ero scandalizzato, ma dopo ho trovato la corrispondenza tra Bayer, limpresa tedesca chimica e lorganizzazione dei campi di concentramento e i campi di sterminio. E allora due passaggi sono rivelatori.: In vista di sperimentare un nuovo sonnifero ci piacerebbe che voi forniste un certo numero di donne, abbiamo ricevuto la vostra offerta ma noi stimiamo che 200 marchi a donna un prezzo eccessivo. Non abbiamo intenzione di pagare pi di 170 marchi a testa, se questo va bene a voi siamo pronti a prendere possesso di queste donne. Ce ne servono pi o meno 150. E la lettera successiva: i test sono stati fatti, tutti i soggetti sono morti. Ci metteremo in rapporto con voi per un nuovo ordine. Come scrive un filosofo J ean Pascal Gotthard nel suo libro sulla societ postmoderna il principio che rende gli uomini superflui come persone giuridiche, morali e particolari risiede negli atti stessi della vita regolamentata e fa il vuoto negli spiriti che essa amministra. Questo principio si chiama SVILUPPO. Si tratta di unentit non meno astratta della natura o della storia, che massimizza leffetto scritto dalla Arendt, la messa in movimento, la totale mobilitazione delle energie. Non sono indispensabili nellorganizzazione politica strutturata a livelli, n luso del terrore per infrangere la legalit e il diritto della nascita. Al contrario come gi Hersung sapeva dal 1930 la legge dello sviluppo trova nella forma democratica e nella gestione incessante della legalit ai fini del benessere al tempo stesso un mezzo, una maschera molto pi potente e accettabile dai filistei rispetto allorganizzazione totalitaria. La propaganda brutale ristretta e lascia spazio allinoffensiva retorica dei media. E la mondializzazione non si fa con la guerra, ma con la competizione tecnologica, scientifica ed economica. I nomi storici di questo totalitarismo bravo ragazzo non sono pi la Normandia e meno ancora Auschwitz, ma piuttosto lindice Dow J ones a Wall Street e lindice Nikkei a Tokio. 8 Allora, arrivo alla terza parte, come potrebbe leconomia divenire morale? La risposta sta in due parole: mettendo letica sulletichetta. Cio riponendo il problema delletica nello scambio mercantile nelle finalit del bene comune. Si pu dire che si tratta di ritornare dalla triangolazione denaro-merce-denaro a quella merce-denaro- merce o ancora di ritornare all oikonomia, la gestione del denaro, la gestione familiare, casa nel senso di patrimonio. C un paradosso per la giustizia dello scambio nelleconomia normale. Lo scambio e i prezzi sono quel che sono, ma perci spesso sono detti giusti, allo stesso tempo la giustizia viene affermata ed eliminata. Ci appare chiaramente dalle dichiarazioni di alcuni economisti, che rappresentano bene lunit della professione. Viene matematicamente dimostrato come lequilibrio generale dei prezzi nella pura teoria corrisponda alla condizione ottimale. Allora il valore cos desunto non soltanto sar il giusto prezzo, ma non pu neppure esserci altro giusto prezzo che quello. Ma immediatamente dopo aver scritto questo cambia la nozione stessa di giusto prezzo. Siamo convinti che lopinione pubblica e il pensiero economico segnerebbero un progresso reale se finalmente si decidessero a escludere dal novero delle nozioni economiche il concetto plurisecolare del giusto prezzo. Concetto morale dai contorni necessariamente imprecisi. Tale nozione non ha alcun significato scientifico. Di conseguenza una volta smantellati i monopoli e abolite le rendite di posizioni acquisite se lo scambio mercantile genera miseria e povert la causa sar necessariamente da ricercarsi nellinsufficiente produttivit delle vittime. Sicch non rimarrebbe che ricorrere alla carit privata, se possibile, per correggere quanto pu apparire come una debolezza del mercato. Market failure si dice. Nei riguardi delle aspirazioni umanitarie a una migliore suddivisione della ricchezza. Ed cos che Rodan William e Margaret Thatcher hanno ampiamente fatto appello alla generosit dei loro cittadini per contribuire alla sovvenzione del welfare. E il capitalismo compassionale di George W. Bush? Voleva fare la medesima cosa, ma si verificato che negli Stati Uniti il capitalismo compassionale non funzionava bene, perch se ci sono delle fondazioni, degli sponsor, queste fondazioni sono pi orientate a comprare quadri di pittori per le collezioni dei musei americani, che per aiutare i poveri negri del ghetto. E le ong caritatevoli sono invitate a fare la stessa cosa a livello internazionale. Secondo Frederich Hayek, famoso teorico del liberalismo, ogni mediazione politica delleconomia sarebbe fondamentalmente immorale e ingiusta. Il pensiero unico riuscito a imporre lidea che lefficienza ha il primato sulla giustizia e in ogni caso la condiziona. Da questo punto di vista questa teoria ma anche famosa fra gli economisti quella di Colmar Multiasset non sfugge del tutto allo spirito del tempo, non pi della filosofia che ispira i vari governi socialisti europei. Dal momento che si suppone che la questione della giustizia nelleconomia sia stata regolata una volta per tutte nessuno osa pi sollevare il problema. Bisogna affermare contro questo positivismo amorale che il prezzo pi giusto non necessariamente il giusto prezzo. Ricordiamo che i teologici scolastici definivano il giusto prezzo come quello che permetterebbe a ciascuno di mantenere il proprio rango grazie a un profitto ragionevole. Se ne trova ancora leco allarticolo 23 comma 3 della Dichiarazione dei Diritti dellUomo del 1948 : ogni individuo che lavora ha diritto a una remunerazione buona e soddisfacente, che assicuri a egli stesso e alla sua famiglia unesistenza conforme alla dignit umana, ed integrata se necessario, da altri mezzi di protezione sociale. 9 Si tratta di smascherare il feticismo della merce, cio di ritrovare i rapporti fra gli uomini, mascherati dai rapporti fra le cose. Il commercio equo e solidale con i suoi tre termini (commercio-equo-solidale) evidenzia tutta una serie di problemi teorici e pratici, di cui alcuni hanno antichi e profondi legami con la storia della filosofia. Laggettivo solidale rimanda al concetto di carit e a tutta una tradizione cristiana, anche se in seguito laicizzata con il solidarismo. Lequo rimanda alla giustizia, e il termine commercio naturalmente alleconomia. Il successo per giustificare la spilorceria degli ufficiali americani e al contempo opporre alla pratica europea del dono e dellassistenza un approccio pi realistico in uneconomia mondializzata. E vero che il rapporto mercantile sembra riconoscere nellaltro un partner commerciale a pieno titolo, costituendo cos, in un certo qual modo, il versante economico del faccia a faccia democratico, mentre invece laiuto, e particolarmente laiuto al terzo mondo, non esente da paternalismo e da corruzione. Lo slogan di Clinton ne riecheggia un altro giustizia, non carit. Secondo il pensiero unico leconomia di mercato sarebbe di per s portatrice di giustizia. E risaputo come i filosofi anglosassoni siano inesauribili sulla questione della giustizia. Ma si pu veramente considerare conforme alla giustizia il fatto che le disuguaglianze diventino sempre pi vistose, al punto che secondo le statistiche, che ho detto allinizio, del programma delle nazioni unite per lo sviluppo, il prodotto interno lordo di tutta lafrica pesa meno di quello di questo paese. E incontestabile che esigere un fair trade, cio un commercio veramente equo e leale molto meglio di tutto laiuto e di tutta lassistenza con le loro conseguenze perverse. Ma quando il dipartimento di stato degli Stati Uniti riprende liniziativa si capisce bene che justice significa soprattutto just us, soltanto noi. Il recente dibattito a Cancun sul prezzo del cotone, e il mercantaggio nei paesi africani, ne illustrazione perfetta, hanno anche messo un paese come il Mali in una situazione terribile per alcuni dollari in pi o in meno per il prezzo del cotone, che sovvenzionato. Dietro lo scambio di merci vi sono sempre degli uomini che si incontrano e si misurano. Non necessariamente uno scontro se i protagonisti hanno degli statuti fissati e riconosciuti. In queste condizioni lo scambio equo sar quello che assicura a ciascuno la persistenza e la riproduzione del proprio statuto. In altre parole, per riprendere un esempio celebre di Aristotele allorch larchitetto si misura col falegname nello scambio, il rapporto tra un prezzo di un preventivo che rappresenta unora di lavoro, e quello di un mobile, che rappresenta un tempo uguale, devessere tale da permettere al falegname di continuare a vivere come falegname, e allarchitetto di vivere come architetto. Se gli statuti non sono garantiti e riconosciuti lo scambio pu trasformarsi in scontro e in tal caso viene richiesto lintervento deliberativo del gruppo. Allora il feticismo della merce smascherato, la trasparenza del rapporto sociale mediata dalla societ. Riaffiora cos lintuizione, purtroppo con molto seguito dalleconomicismo, dei primi socialisti. Uno di questi, Pierre Loru, scriveva: non possibile dissociare la politica e la scienza sociale nella sua totalit, cos come non si pu fondare una scienza economica al di fuori di ogni problematica politica. Ciascuno ha diritto alla sua parte di dignit che il mercato gli rifiuta Evidentemente la trasposizione a livello di rapporti e di scambi economici mondiali non semplice. Come ho preso questa parola commercio equo e solidale, possiamo prolungare questo esempio. Comprare del caff etichettato Maxafl o Transfer che sono le due pi conosciute imprese di certificazione, piuttosto che una 10 marca del grande commercio ordinario, come Lavazza, forse un atto civico. Scegliere un acquisto equo piuttosto che lasciarsi vendere un prodotto non equo al prezzo di mercato, equivale ad affermare la mediazione politica dello scambio commerciale, equivale dunque ad affermare la solidariet con partner lontani e sconosciuti, senza negarne lesistenza e essere indifferenti alla loro sorte. Purtroppo non facile per il consumatore comportarsi da cittadino, e questo sia soggettivamente che oggettivamente. Soggettivamente perch attraverso la pubblicit e leccessificazione della grande distribuzione quasi totale c la manipolazione dei gusti e dei disegni dei suddetti consumatori. Oggettivamente perch anche se fosse deciso ad adottare un comportamento civico ed etico il nostro consumatore non avrebbe scelta. Comprare ecologicamente, politicamente, ed eticamente corretto, rientra per lo pi nel campo della militanza e dellegocentrismo, senza una vera garanzia di risultato. Per la maggior parte dei prodotti non esiste una possibilit di scelta. Dove trovare lautomobile equa? Probabilmente non esiste e non esister mai, perch la macchina equa un ossimoro. Dove trovare il frigorifero etico, la lavatrice solidale? Gi ci consideriamo fortunati se la tracciabilit spinta abbastanza lontano da permettere di procurarci un abito che non sia confezionato in una sorta di penitenziario per donne o bambini del sud est asiatico. Diamo davvero il nostro voto per la schiavit dei bambini pakistani quando compriamo un paio di scarpe di una grande marca transnazionale: davvero difficile pensare di poter fare societ con il piantatore di canna da zucchero o di caff venezualano, con il senegalese che coltiva le arachidi, con il contadino camerunense produttore di banane oppure con lartigiano keshua. Non esiste una societ mondiale, non sicuro che ce ne sia mai stata una e neppure che ci sia augurabile. E possibile misurarsi soltanto con i propri vicini e lo scambio sociale necessariamente locale. Anche se il sito pu entro certi limiti essere virtuale. I principali problemi vengono dal fatto che non ci sono pi delle vere e proprie societ locali, e non esistono pi molto semplicemente perch le abbiamo distrutte e continuiamo a farlo. La questione non si risolve automaticamente, anche se per miracolo i nostri fornitori del sud vendessero la loro produzione allufficio acquisti di ----. In che modo fare societ con i nostri partner? Come non essere partecipi del movimento di distruzione dei vincoli sociali, fonte ultima dellimpoverimento economico? Come non essere complici di fatto dellimmane bazar mondiale? E questa la grande sfida del commercio equo. In un certo qual modo esso dovrebbe avere come obiettivo la propria distruzione, nel senso che il suo compito sarebbe quello di contribuire alla ricostruzione delle societ del sud ormai andate in frantumi, e per esempio incoraggiare la riconversione delle colture speculative consegnate al commercio mondiale, nelle colture alimentari necessarie al sostentamento delle popolazioni locali affamate. La sfida dovrebbe convincere lartigiano a rispondere ai bisogni di una clientela a lui prossima, invece di esportare paccottiglia per occidentali in vena di esotismo. La questione evidentemente delicata e non pu essere risolta in modo pragmatico dalloggi al domani. Ma questa non una ragione per non affrontarla. Qui la giustizia indissociabile dalla solidariet, va al di l del problema del prezzo e non cerca il bene comune. Il giusto rapporto di scambio va ricercato pensando che noi facciamo societ con i nostri partner, e che i loro problemi sono anche i nostri e viceversa. Non di meno la deliberazione del popolo, in questo caso 11 virtuale per forza di cose, deve per questo mediare la determinazione del prezzo. La riflessione sulla giustizia dello scambio, se non offre una soluzione immediata, deve tuttavia costituire una guida per lazione. Allora per concludere devo dire che non si rifar il mondo dalloggi al domani, e neppure si canceller con un tratto di penna la manipolazione delle potenze economiche di cui impossibile disconoscere il peso, e bisogna ben guardarsi dal sottovalutare. Non di meno lobiettivo quello di rifare il mondo. E il mezzo proprio quello di contrastare la manipolazione e il lavaggio del cervello a cui siamo sottoposti. E tempo ormai di cominciare a decolonizzare il nostro immaginario. Per questo necessario avere questo come orizzonte, unitamente allideale di un giusto scambio, vale a dire di economie e di mercati liberati dal sociale e dal politico. DOMANDE 1) HA PARLATO DEI GRANDI GRUPPI NAZIONALI E INTERNAZIONALI. SEMPRE Pi SI STA SVILUPPANDO IL CONCETTO DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE COLLEGATO ANCHE A DELLE AZIONI DI MARKETING ETC. COME GIUDICA QUESTO ATTEGGIAMENTO? 2) MI AVEVA COLPITO LEGGENDO IL SUO LIBRO LA SUA OPINIONE NEL SENSO DI LIBERIAMO LIMMAGINARIO. LIMMAGINARIO COLLETTIVO. HO UN MIO PESSIMISMO. SECONDO ME IN QUESTO PERIODO LA FORBICE SOCIALE SI STA ALLARGANDO. TRA I GIOVANISSIMI SPESSO FACILE TROVARE QUESTI RAGAZZI STRAORDINARI, PARLANO DIVERSE LINGUE, HANNO VIAGGIATO SU TUTTO IL PIANETA E HANNO UNA CULTURA NOTEVOLISSIMA, ACCANTO A QUESTI ELEMENTI CE GENTE DI 18/20 ANNI, Et IN CUI DOVRESTI ESSERE ESPRESSIONE DELLA POTENZA E INVECE DEVI SFRUTTARE IL MONDO. COME PENSIAMO DI POTER DECOLONIZZARE LIMMAGINARIO CON QUESTA FORBICE CHE SI FA SEMPRE Pi GRANDE, CON QUESTA MINORANZA SEMPRE Pi EMANCIPATA E QUESTASSENZA TOTALE? COME CONCRETAMENTE SI PUO FARE? 3) DI FRONTE A QUESTA GLOBALIZZAZIONE MODERNA, CHIAMIAMOLA COS, MI VIENE FACILE PENSARE CHE CORRISPONDE IOGNI NAZIONE LA RISCOPERTA DI QUEL RANGO SOCIALE SEMPRE Pi NETTO E Pi DISTINTO CHE CORRISPONDE UN POCHINO ALLA CLASSIFICAZIONE ALLA CATEGORIA DELLE NAZIONI. SECONDO IL PENSIERO FORTE QUESTO CORRISPONDEREBBE ALLE DIVERSE ATTITUDINI, ALLE DIVERSE CAPACITA DEGLI UOMINI DI PRODURRE, DI ESSERE ESSERI ECONOMICI. NOI RISPONDIAMO GLI UOMINI SONO TUTTI UGUALI PER IMPARIAMO CHE NON COS. QUINDI SIAMO DEBOLI NOI NEL DIRE GLI UOMINI SONO TUTTI UGUALI, COME SONO DEBOLI QUELLI DEL PENSIERO FORTE NEL DIRE LUOMO CALVINISTA, LUOMO RICCO LUOMO ABILE E LUOMO POVERO LUOMO INETTO. COME SI POSSONO CONCILIARE QUESTE DUE COSE? COME LA DIFFERENZA DEGLI UOMINI Pu ESSERE COERENTE CON LA GIUSTIZIA SOCIALE? Cominciamo dalla domanda sullo sviluppo sostenibile. Lei sa che ho fatto una critica allo sviluppo sostenibile. Perch un ossimoro, lo sviluppo non sostenibile. Naturalmente si pu parlare di uno sviluppo ideale, ma lo sviluppo realmente esistente non sostenibile, e le cifre che vi ho dato sullimpatto ecologico ne sono una 12 dimostrazione. Allora si deve parlare, come fanno alcuni, di FUTURO SOSTENIBILE. Il futuro sostenibile ha senso nella parola sostenibile, che una parola bella e che non si pu trascurare. Dobbiamo costruire una societ sostenibile, ma per questo bisogna cambiare molte cose, perch naturalmente sarebbe uninclinazione naturale che tutti vorrebbero avere, come si dice in francese il burro e il denaro del burro. E questo non possibile. Allora lo sviluppo sostenibile serve ad avere il burro, lo sviluppo il denaro del burro, e la rivoluzione della persona. Dobbiamo scegliere, non possiamo al medesimo tempo avere la macchina e laria pulita. Naturalmente pone un grosso problema agli industriali, perch sicuramente essere a capo dellindustria e avere un gusto per la natura e per laria pulita.allora hanno fatto questo gruppo che il world business council, gi da molto tempo, gi da quando la parola sviluppo sostenibile diventata popolare negli anni 80. Allinzio era un gruppo di 200 industriali, oggi sono pi di 3000. Allora il loro discorso che possibile allungare, continuare a fare delleconomia, della crescita, e preservare lambiente, grazie a due o tre cose. Sono le coefficienze che la riduzione del consumo delle materie prime, del consumo dellinquinamento, e lesempio pi conosciuto la macchina. Le macchine oggi consumano meno petrolio, ma anche incorporano meno acciaio, meno tutto. Solo che c il climatizzatore che fa che il consumo di petrolio aumenti del 30%. Allora tutto inutile. Ci sono sempre pi macchine e le macchine fanno ancora di pi. Allora se c una riduzione effettivamente dellinquinamento delle risorse naturali per unit il risultato globale un aumento terrificante delle unit. La prima volta che i problemi sono stati identificati bene la conferenza di Stoccolma del 1972. Non se ne parla molto, perch se se ne parla si dovrebbe dire che non solo abbiamo fatto poco, ma il risultato terribilmente negativo, le cose sono peggiorate. Un secondo argomento che non viviamo pi nel capitalismo di una volta. Oggi viviamo un capitalismo cognitivo, che impone sulla produzione di beni materiali -----. Questo non falso, vero che c uno sviluppo dei beni materiali, ma la produzione di questi beni in mezzo a noi non fa diminuire la produzione di altri beni. C un rallentamento della crescita, ma continua a crescere e il funzionamento dei beni materiali, e il risultato finale ancora mediato, da tutto questo si vede che lo sviluppo non sostenibile, dobbiamo riorganizzare completamente il sistema. In modo provocatorio in Francia abbiamo fatto un gruppo che ha preso come parola nobile la DECRESCITA, e abbiamo fatto un giornale La decrescita, il giornale della gioia di vivere Perch il temine che abbiamo preso in prestito. Vivremo molto bene se viviamo altrimenti. Cambiare modo di vivere non soltanto perch una necessit ecologica, ma perch una condizione per vivere meglio e sviluppare idee razionali eccetera. La seconda domanda. Pessimismo, come decolonizzare? Se vedete non sembra un personaggio troppo pessimista, e anche abbiamo fatto questo giornale che sottotitolato il giornale della gioia di vivere. Allora naturalmente sono un po come Gramsci, c il pessimismo della ragione, perch tutte le analisi dimostrano che andiamo direttamente contro il muro. Ma possiamo conservare un ottimismo nel cuore e nella volont, e forse il peggiore non necessario, si pu sempre avere una speranza. Io ho preso anche come orientamento la parola di Guglielmo Il taciturno, che ha fatto lindipendenza dei paesi bassi, che dice: non bisogna sperare per intraprendere, n riuscire per 13 perseverare. E a lui riuscito bene, si poteva credere che un piccolo paese come lOlanda riuscisse a liberarsi. Allora ci che possiamo fare che lottimismo si trova dentro di s. La tua mente, quando si legge il giornale tutti i giorni, disperata. Ma sempre cos, forse sempre stato cos. Allora meglio tentare di vivere con ottimismo, fare quello che si pensa. E precisamente letica la cosa che si dice che si deve fare quel che si pensa che giusto. E allora come decolonizzare? La decolonizzazione dellimmaginario non una cosa che si pu fare completamente e coscientemente e con decisione. E in pi non possiamo pensare che una cosa che si pu imporre agli altri. un processo con cui dobbiamo prendere coscienza delle cose, tentare di cambiare, di dare un esempio, ma penso che un processo storico, che dobbiamo aiutare. Il minare con il pensiero la riflessione filosofica, quello che stiamo facendo con Firenze, ma prima di tutto, come la conclusione, come alcuni di voi hanno letto sul Manifesto, la traduzione del mio articolo, per una societ di decrescita, dice che alla fine tutti gli argomenti fanno meno che il fatto della canicola dellestate scorsa. E questo chiamata la pedagogia delle catastrofi. E ho scoperto che un ecologista svizzero: Tonino Buscheron, che abbastanza famoso e ha scritto un libro la morte delloccidente, aveva scritto un po di anni fa che il venire delle catastrofi organizzate dalle nostre cure vacillanti, che facciamo di tutto per produrre catastrofi. Se queste catastrofi non sono troppo gravi, al punto di distruggere la specie umana, ma abbastanza gravi per far riflettere la gente e cambiare di rotta, allora potrei chiamare queste catastrofi pedagogiche, e penso che le cose molto spesso cambiano. Se gli uomini sono cos determinati a rifiutare gli organismi geneticamente modificati, perch abbiamo vissuto il dramma della mucca pazza. Se gli italiani hanno rifiutato le centrali nucleari per quella cosa di Chernobyl. E allora il mio ottimismo proviene dal pessimismo della situazione, e sono convinto che le catastrofi che abbiamo davanti, le catastrofi sempre pi terribili degli anni prossimi, queste catastrofi sono occasioni per rimettere in discussione, di cambiare coscientemente o incoscientemente il nostro immaginario. E questo vale anche per la nuova generazione. ANCHE PER IL TERRORISMO ISLAMICO RISPETTO ALLA GUERRA? S. Naturalmente di fronte alla catastrofe ci sono due possibilit. Una possibilit di modificare. O una possibilit di ripiegarsi, e allora di sicuro ci saranno delle esperienze verificate nei tenori di vita e nei modi di vivere. Ma anche, si vede bene, tentativi di totalitarismo, di ripiegamento, si pu avere un totalitarismo ecologico eccetera. Dobbiamo fare di tutto perch le cose vadano per il meglio, non per il peggio. La terza domanda. Nella mia opinione non c una teoria astratta, transistorica, della giustizia. La giustizia una cosa contro cui si deve sbattere in ogni contesto. E di sicuro la giustizia non di questo mondo, il problema non di realizzare la giustizia, il problema di diminuire lingiustizia. Perch ad un certo punto lingiustizia enorme e problematica, e allora oggi viviamo un momento dove, come abbiamo cacciato la giustizia delleconomia, e che leconomia diventa pi o meno la cosa pi importante della vita, abbiamo finalmente cacciato la giustizia del nostro mondo. Ma lingiustizia che si sviluppa diventa talmente forte che 14 pone problemi. Il terrorismo islamico in fondo il ritorno del cacciato, e ci sono problemi sociali di ogni sorta. E ci obbliga a riporre il problema della giustizia e a riporlo dove si deve riporlo oggi. Due anni fa ero stato invitato Francoforte da un gruppo filosofico, e il collega diceva Francoforte capitale intellettuale della scuola di Francoforte, e cerano due torri, la Banca Europea e la Deutsche Bank, no non la Deutsche Bank, ma una torre ancora pi grande. Ma Francoforte oggi prima di tutto la citt delle banche, e visitando ci che rimaneva della vecchia citt c ancora una parte del palazzo imperiale, davanti c una piazza e al centro della piazza c una statua, la statua della Giustizia. E va detto che nelle citt vecchie mettevano nel centro della citt mettevano la statua della giustizia. Vedete questo a Venezia, in piazza San Marco c la Giustizia veneziana. Allora non va detto che queste citt erano giuste, si sa che cera molta ingiustizia, ma era la giustizia come orizzonte, non si poteva immaginare che la citt potesse sopravvivere senza avere questo ideale. E lideale che fa tenere insieme tutti questi cittadini, che naturalmente sono nelle situazioni diverse, alcuni molto ricchi, altri poveri. E il fatto che la citt deve rendere giustizia a tutti. Naturalmente non lo fa, ma si sa che c un limite allingiustizia. Non c un limite di quello che si pu fare alla borsa, ma c un limite, se la citt diventa troppo ingiusta, allora a un certo punto esplode. 4) LAPPROCCIO TRADIZIONALE QUELLO DI OCNSIDERARE IL PROFITTO PRODOTTO COME UN MISURATORE DELLA RICCHEZZA DELLE IMPRESE E INVECE UNIMPRESA PRODUCE Pi DI QUELLO CHE VIENE MISURATO DAL PUNTO DI VISTA MONETARIO. HA EFFETTI DI ALTRO TIPO CHE NON VENGONO MISURATI, GLI EFFETTI SOCIALI. ESISTONO DEI TENTATIVI DI AFFRONTARE QUESTO PROBLEMA, DI MISURARE IN MODO UN PO Pi COMPLETO GLI EFFETTI SOCIALI DELLE IMPRESE? S, esistono. Recentemente uscito in Francia un rapporto, che diventato anche un libro, che si chiama Riconsiderare la ricchezza, di Patrick Viveret. Ma c una contraddizione del fatto che il discorso gira su un punto che dobbiamo introdurre dentro la ricchezza, statisticamente le cose che non sono valutate. C un po di contraddizione perch le cose che non sono valutate non sono valutate perch non sono valutabili, molto interessante fare le statistiche delle valutazioni, per dimostrare che il PIL per esempio non ha un grande -----, ma se pensiamo che dobbiamo uscire dallossessione quantitativa del contare il PIL, allora la questione non misurare ci che non misurabile, di decolonizzare il nostro immaginario, e ripensare a una realt che non pi necessario quantificare, anche se dobbiamo separare luso etico della quantificazione alternativa, di un uso che sarebbe positivo, mi sembrava un po contraddittorio. Non so se vi fa capire bene, un po difficile spiegare queste cose. Per esempio molto interessante ci che hanno fatto due ricercatori, un ex economista della banca mondiale, Armand Deli e Robert Putnam. Deli ha fabbricato un indice che si chiama indice del Genuine Progress a partire da 10 indici su indicatori ecologici, e il PIL. Si sa che il metro linquinamento, che fa salire il prodotto e la distruzione ambientale. Allora lhanno calcolato per gli Stati Uniti e molti altri paesi. La cosa interessante che fino agli anni 70 il PIL tendeva sempre a salire e lindice genuine progress era pi o meno alla medesima posizione, e a partire dagli anni 60 comincia a salire, e ha fatto la medesima cosa con lindice del social benessere; allora non le cose 15 economiche, ma le cose sociali, come il grado di disoccupazione, la copertura sociale, la medicina I risultati sono identici. Allora a questo punto interessante concludere che la cosa che dobbiamo fare fare salire il benessere e forse rovesciare la forbice, dobbiamo per molte ragioni far decrescere il prodotto interno lordo e aumentare il benessere. E naturalmente questo impossibile. Allora molto interessante fare un calcolo cos, fare la critica del prodotto interno lordo e della logica del sistema. Invece non penso che in questo indice non c una valutazione di un altro problema, in realt fatto con indici che sono falsi indicatori. In un mondo mercantile non si pu far funzionare unaltra ricchezza che non la ricchezza mercantile. A questo punto usciamo dalla logica del pensiero. 5) NEL SUO MODELLO E IN PRIMO PIANO LA MERCE RISPETTO AL DENARO. MI RISULTA ABBASTANZA SEMPLICE PENSARLA TRA DUE SOGGETTI, DUE PERSONE, COME SI RIESCE AD APPLICARE LO STESSO MODELLO A UNINDUSTRIA, UNIMPRESA? COME APPLICO QUESTO MODELLO DI SCAMBIO DI MERCE GIUSTO SE SONO UNIMPRESA, UNINDUSTRIA? Non si pu farlo immediatamente, ma si deve pensare a questo come guida. Si deve sognare a pensare che dietro lo scambio mercantile ci sono delle persone che esistono e che si deve fare un po di pi. Ci sono gi alcune esperienze. Ci sono le esperienze delle cooperative di produzione su scala abbastanza grande. Al di l di un certo punto unimpresa non pu diventare, necessariamente non pu funzionare eccessivamente in modo ingiusto. Dobbiamo anche, come ho fatto nella conclusione di questo libro, uno studio su lopposizione fra mercato con la M maiuscola, che il mercato astratto e i mercati. I mercati sono dei luoghi concreti di sociabilit, dove naturalmente coloro che vengono voglio avere benefici, ma c un rapporto umano. Non esiste ancora un mercato totalmente astratto come il mercato della teoria, ma tutto il movimento attuale delleconomia va in questa direzione, sbagliata. Impedire linterdipendenza, invece di accrescere linterdipendenza dei mercati, invece dobbiamo impedire questinterdipendenza. Precisamente il processo di globalizzazione stato un passo molto grande per linterdipendenza dei mercati, a questo punto non pi possibile porre il problema dello smascherare il feticismo dello scambio, perch diventa totalmente anonimo, totalmente impersonale, siamo tutti presi in una mega macchina infernale di ingranaggi. Allora a questo punto questa mega macchina dobbiamo romperla. 6) [Bonsignore] SAI CHE QUESTO CORSO HA LOBIETTIVO DI CONTRIBUIRE A FORMARE UNA FIGURA PROFESSIONALE CHE DOVRA CONFRONTARSI E MISURARSI CON LETICA NELLE AZIENDE E NEGLI AFFARI. QUINDI UNA SITUAZIONE DI GRANDE DIFFICOLTA E DUBBI. A ME SMEBRA DI AVER CAPITO CHE IL LAVORO CHE CI ASPETTA HA ANCHE DEI CONTENUTI POLITICI. HAI DETTO CHE CE DA FARE UN LAVORO DI ECONOMIA LEGATO ALLA POLITICA. PUOI SINTETIZZARE IN UNULTIMA VALUTAZIONE COME VEDI I RESPONSABILI DELLETICA AZIENDALE, UNA SINTESI CHE CI PUOI DARE ALLA FINE DELLINTERVENTO. CE UN FUTURO? LE AZIENDE SONO PRONTE A CAPIRE QUESTESIGENZA E QUINDI A DARE SPAZIO A UN MANAGER ETICO? 16 A questo punto letica una questione personale, ciascuno ha il suo senso della giustizia, il suo vissuto, naturalmente ho presentato una teoria un po schematica, ma si deve usarla in un contesto concreto,in funzione di un contesto concreto. Dico sempre che siamo al centro di un triangolo. I tre vertici sono la sopravvivenza, la resistenza e la dissidenza. Dobbiamo fare un arbitraggio tra questi tre, e ciascuno lo fa in modo diverso. SOPRAVVIVENZA, RESISTENZA, DISSIDENZA. Ciascuno pu essere in un punto diverso. Dipende dalla loro etica. Ma dobbiamo tutti fare questo arbitraggio. La sopravvivenza che cosa significa? Significa che il mondo va male, la banalit del mondo insopportabile. Allora di sicuro non si pu cambiare il mondo, dobbiamo fare i conti con il mondo. Non si pu vivere senza fare compromessi. Senza compromessi non possibile sopravvivere, allora bisogna trovare qualcosa, una scelta personale. Ma dobbiamo fare compromessi pratici, ma dobbiamo anche decolonizzare limmaginario. Significa anche non fare compromessi col pensiero, allo stesso tempo si pu fare qualcosa. Di giorno lavoro in unimpresa e di notte lavoro in una Ong che fa la critica di ci che faccio di girono. La resistenza si pu farla a Seattle, a Cancun, si pu farla ovunque. Pi o meno. Ci sono quelli che fanno molta resistenza, che sacrificano la sopravvivenza alla resistenza. Ma se pensiamo che domani sar un altro giorno, ci sar un altro modo di funzionare, ci sono gi quelli che pensano alle alternative, e questa la dissidenza. Questi giovani sono delle cose alternative, un mondo alternativo. Ma la dissidenza non pu sopravvivere se non c una resistenza. La resistenza serve a proteggere le esperienze. Tutto questo per dire che dobbiamo situarci dentro queste tre dimensioni, pi o meno. Al momento ci sono dei punti nella storia, e nella storia personale, dove non si pu pi accettare si deve entrare in resistenza o entrare in dissidenza. Non c una soluzione, non un diritto di dire fate cos, non fate cos, se questa una questione di etica. Come non c il senso della differenza fra morale ed etica. Perch la morale laspetto oggettivo. Si parla di regole morali. Letica il modo in cui vissuta la morale. C interdipendenza, ma sono due cose diverse. 7) MA UN CONFORMISTA DOVE SI POSIZIONA L NEL TRIANGOLO? ALLAPICE DELLA RESISTENZA? Questa una cosa interessante. Anche nelluomo pi conformista c un che di sovversivo, che appare. Perch luomo non tutto di un pezzo, ci sono delle cose che ogni tanto possono emergere. Non siamo sempre cos. Cera un uomo che sembrava preso solo dal suo lavoro, in realt era un fanatico delloper. E come diceva Adorno, anche larte pi conformista ha una funzione critica. E direi anche una funzione etica. Allora siamo pieni di contraddizioni, fortunatamente. 17