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Le Olimpiche di Pindaro Author(s): Carlo Odo Pavese Reviewed work(s): Source: Quaderni Urbinati di Cultura Classica, No. 20 (1975), pp. 65-121 Published by: Fabrizio Serra editore Stable URL: http://www.jstor.org/stable/20537738 . Accessed: 01/02/2013 10:19
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Le Olimpiche di Pindaro
di Cario Odo Pavese
Premessa.
Atti delVIstituto V?neto 132 (1974), dove sono spiegati i criteri e gli
seguito qui.
O.
1. A Hieron
di Siracusa,
col cavallo
montato
ic ars a I do
cu c De
a cantare Zeus, argomento alia casa di Hieron, ed in Sicilia, coglie il flore ? m?sico nel ban
I*
h III vi
mu ro
f Praepx Vi
mo
c! L Eq
dee v l h
prend? la d?rica cetra, poich? Pisa e Pherenikos mi fanno cantare, quan lungo l'Alfeo e con la vittoria al re di Siracusa. si lancio famoso nel P?loponn?se
do egli quisto
fL
5
Egli
? ora
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66
C. O.
Pavese
e De form mi me fa C me
Di
s'innamor? Poseidon, Pelops ch? egli aveva dalla nascita una sono molte meraviglie,
poi spalla le
d'avorio.
Vi
circa
quali la credenza
fu t eu
menzogneri ingannano degli uomini. II canto, donando duetto, spesso rende il tempo credibile anche l'incredibile,
racconti
ne ? il giudice migliore (il tempo ne conviene comunque par giudicher?); lar bene degli dei. -ant c dir? di te al con Figlio di T?ntalos, trario degli antichi, che Poseidon nel offerto da tuo padre agli banchetto, di te, come dei, ti rapi, innamoratosi
conn
He!
co rap e rap = He
-inv
i vie
pi? tardi fu di Ganymedes. E gli invidiosi vicini dissero fosti imbandito Ma che io non
che
tu
agli dei. posso dire gli dei voraci, non ? profittevole. la maldicenza era onorato seppe dominare
smoderatezza busco
T?ntalos non
per
d?a
fur so
la pietra
priva vita tormentosa, poich? tare agli dei e lo diede sup expe
cone
sospesa sui suo capo che lo ed ha una d'ogni allegrezza, rub? il net ai compagni. di sottrarsi agli dei.
ado
pr
exau
dix
pr v nee
dif di inff ce
ev pr
il figlio suo tra gli uomini. Quando giunse in al et?, chiese in sposa Hippodameia Invoco che Poseidon, padre pisatide. " Se v'? gli apparve, ed egli gli disse: dam per i doni d'amore, gratitudine mi la vittoria ucciso mento col carro, che quello ha tredici pretendenti. II gran ci non sceglie un codardo; se uno a che vivere una vita si presenta questa inglo pro va:
Sbaglia Perci?
? mortale,
riosa? A me
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Le Olimpiche exau
di Pindaro "
67
dix
dammi
Cosi
disse
h v conefi h
furono carro
vane, e cavalli
il dio
Oinomaos
sei valorosi
libazioni
ed ? sepolto
f L
ce ce
La fama delle Olimpiadi splende tana nello stadio di Pelops. Il vincitore gare. Il bene riporta felicita
t<?i
v fu lae l
eph su de l mo u c
quotidiano per i mortali. (raggiungibile) Io devo cantar lui al modo canto eolico: cantare pi? sono
af hos ce pot
con un
persuaso
?questre di
esperto
?i
d se I eu Ce se v+ vc a L
prese e pi? potente. Un dio protettore t'ispira questa cura Se non cessera, (agon?stica), Hieron. spero pi? di cantare col una vittoria venendo ancor gradita Il m?o Olimpia. ad carro, canto ne ? capace. audacis in vario desiderare tutta la
f Praepx
ac
va
?i Pi Pa
su h su
i re stanno
prf
v cf ubi ars
vincitori, tutta la
f Praetm \ Mx \ gm
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C. O.
Pavese
di bronzo
482 Hieron
f. di Deinomenes di Siracusa keleti a Delfi Pyth. 26 (vittoria riferita da Bacch. 4,4). 478 Hieron keleti a Delfi Pyth. 27 (keles Pherenikos, Pind. P. 3,74). Polyzalos f. di Deinomenes di Gela col carro a Delfi (gruppo con l'auriga a Delfi e base con iscrizione). 476 Hieron keleti a Olimpia 01. 76
(keles (vittoria Pherenikos, celebrata vittoria da Pind. celebrata P. da Pind. 0.1 e Bacch. 5).
472 Hieron keleti a Olimpia 01. 77. 470 Hieron col carro a Delfi Pyth. 29 (vittoria celebrata da Pind. P. 1 e Bacch. 4). 468 Hieron col carro a Olimpia 01. 78 (vittoria celebrata da Bacch. 3). Chromios cognato di Hieron col carro a Nemea (Pind. N. 1 c. 476?). Chromios col carro alie Pythia di Sikyon (Pind. N. 9 c. 474?).
Da questa lista risulta e 1 col furono Gelon stato che Hieron vinse a Olimpia 3 volte (476, tebane. e
472, 468; 2 col cavallo e 1 col carro) e a Delfi 3 volte (482, 478,
470; 2 col cavallo Le prime vittorie fratello dopo. maggiore era Gelon carro), ottenute vincendo comandante pi? 1 volta da Hieron col della carro nelle Herakleia col cavallo montato 20 anni
soltanto nel 470 e nel 468 egli vinse col carro. Egli uguagli?
ad Olimpia cavalleria
suo
tiranno
per
per i cavalli.
di (hipparchos) era un di Gela, allevatore di probabilmente sua ? naturale che nella fiorisse questo famiglia
Tra queste vittorie (3 + 3 + 1), furono celebrate da epinicio 2 vittorie olimpiche (476 col cavallo e 468 col carro), 2 vittorie piti che (478 col cavallo e 470 col carro) e la vittoria tebana (475 col
La prima vittoria pitica col cavallo 482 e la seconda vittoria non col cavallo 472 celebrate furono da di Pindaro ol?mpica epinici o di Bacchilide che noi abbiamo che siano state cele (? possibile carro).
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di Pindaro
69
brate
inni
conservati).
La
vittoria
ol?mpica
col
cavallo 476 fu celebrata da due epinici (Pind. O. 1 e Bacch. 5) e parimenti la vittoria piuca col carro 470 (Pind. P. 1 e Bacch. 4). Probabilmente Hieron commission? due epinici per ciascuna di queste due vittorie, poich? la prima era la prima vittoria olimpica
da lui ottenuta, cio? ottenuta, Bacch. 4 e la seconda entrambe ? un breve era avevano epinicio col carro la prima vittoria un particolare valore. che fu probabilmente da lui a
cantato
Delfi dopo la vittoria (vv. 2,4,14), Pind. P. 1 fu invece cantato nella festa pubblica che Hieron diede a Aitna o a Siracusa (in questa
vittoria Hieron fu proclamato 5 fu cantato Aitnaios v. nella 31s., festa ed ? celebrata la
Un antenato di Hieron, Telines dell'isola di Telos, fu tra i fon datori di Gela (con Antiphemos di Rodi e Entinaos di Creta 685).
Da lui discendeva Deinomenes, sacerdote ereditario di Demeter e
Persephone, che ebbe quattro figli Gelon, Hieron, Thrasyboulos e Polyzalos. Gelon divenne tiranno di Gela 491 e di Siracusa 485. Sconfisse i Cartaginesi a Himera 480. Hieron succedette a Gelon
478. Combatte contro Theron a causa di rivalit? con suo fratello
Polyzalos 478-76. Fondo Aitna 476. Sconfisse gli Etruschi a Cuma 474 (elmo etrusco con iscrizione dedicato a Olimpia). Mori a Aitna
467. Gli successe il fratello dei Deinomenidai minore Thrasyboulos a Siracusa 466. e fini la tirannide
" 8. octxcpi?aXXsTou (T09&V [Lr?T?zGGi: ? lanciato dei poeti ". " 18. Il?aac ts xai Ospsvbcou x<*pt.? gloria ", ts xa? x?ptv div f formano una fissa. coppia 20s. La gara ? qui r?pidamente descritta,
2,11
raramente
Pindaro e talvolta in Bacchilide. 26s. Poseidon s'innamor? di Pelops, perch? Klotho lo trasse dal lebete ornato di una spalla d'avorio. Spesso il fatto principale
? espresso dal participio, la circostanza concomitante dal verbo prin
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70
C. O.
Pavese
a cui allude
poi
ai w.
48-51,
secondo
cui Demeter
uotocto? "ultimo ", T 51 aux?p ? Se? corne awerbio, TaTo? ^XS-sv ?va? ?vSp<ov 'AyajAspcav. Nom. plur. " e da ultimo ", cf. Sstaepa. La lezione di Ateneo sembra ?[A<piSeupa presupporre Se?Tspa. 55. xaTa7u?^ai "digerir?", cio? dominare.
xapTspov Xifrov, cf. xapTspov sXxo? II 517. " ocTav u7c?po7uXov soverchiante alla difesa ", superiore sciagura " delle armi, di s?lito insolente, ", ?fo) Hes. Th. 516 etc., presuntuoso 120. ?Taa^aXiv) Orph. fr. a Pelops ogni anno e d?rica beotica per a?fxaxoup?at, parola (Paus. 5.13,1-7). varie secondo da col testimonianze, ev<xY?cr[xaTa xop?wufxi (saziare rec. 146 tutto Secondo schol. i di il si ragazzi Peloponneso sangue). 90-93 II Pelopion. Un ariete veniva sacrif?cate ?ero
fustigavano sulla tomba di Pelops, finch? il sangue colava come libazione per l'eroe. II Pelopion e il culto di Pelops esistevano a Olimpia fin da ?poca micenea. Pelops ? chiamato lidio da Pindaro (O. 1,24, O. 9,9) e frigio da Bacchilide (Bacch. 8,31), come i Cirenei
suo padre T?ntalos un hanno re di nome che un lidio potesse ed ? improbabile diventare greco, a una sec. Pelops Pisa alia fine del XIV che greca gente appartiene e rientrando si era stabilita sulla costa anatolica, in Grecia occupo erano chiamati libici. Sia Pelops che
conquistare non
come
II?Xo7ro? a7roix?qc la comincia. X?fXTTsi S? o? xXso? ?v eu?vopt AuSou serve a dimostrare 11 mito che la gloria da Hieron conquistata
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Le Olimpiche
di Pindaro
71
97ss.
quotidiano,
"
Qui
aver
il motivo
desideri
eph "bisogna
(bisogna
contentarsi
pagno; chi ottiene la vittoria ha ottenuto il massimo possibile e deve considerarsi felice (motivo su). Qui perci? lo sviluppo topolo
Altrove si ha solo il primo elemento, gico ? completo. su sione ? impl?cita. 104. f ?fxa xai 8?va[uv xupic?Tspov : ?XX? Hermann,
sen.
106. ai tuoi
"
Un
dio
Xlo?
stnqaaTo i>[uv xuSo?... a "progett?, vicino stabilmente di cantare ", una come vitto
mostra
vale "continuamente, sxcov: il participio si Se \?\ Ta^? X?tcoi. " 111. 7rap5 suSs?sXov ?X&covKptmov: spero
ria olimpica, venendo ad Olimpia ". Qui il coro, ripromettendosi di cantare una vittoria olimpica di Hieron, dice che si recher? al luogo della vittoria. Altre volte il coro dice d'esser giunto (o invita leMuse o le Grazie a venire) dal luogo della vittoria alla casa del celebrato. ? questa una convenzione dell'epinicio (il coro finge
una partecipazione luogo), per significare owero un alla vittoria stessa, pi? rispecchia costume reale nel senso che il coro impersona il corteggio d'amici, aile gare (es. coetanei che hanno Patleta accompagnato compagni, d'esser stato amichevole sul presente e calorosa
N. 9,1s. xtojx?aofjisv 7rap' 'AtcoXXcuvoc Oxutov?frs, Motaai, Tav vsoxt?
a 18ss. il coro
dice di essere
stato
una ? sana. Manca t aXXoiat 8' ?XXoi [xsy?Xoi: la frase con <in >, conget che pu? essere restituita sillaba breve all'inizio, tura bizantina.
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C. O.
Pavese
vi fat div f vi
dopo aver durato fatica, occu le sponde del flume e furono parono il desti il flor di Sicilia, e li attendeva no, portando loro virt?. ricchezza ed onore aile
De! L
lae c se
dei Ors?, Zeus, signore d'Olimpo, e massimi allietato dell'Alfeo, giochi dal canto, salva le terre avite a loro ed ai loro discendenti.
I fatti compiuti, giusti od ingiusti che nemmeno il tempo padre di siano, non tutto pu? fare che siano compiuti. Ma nella lieta sorte crudele sono dimenticati. suo mal il destino II male ? domato
II detto meno
s'adatta
ca sol fo
-mor
soffrirono:
fa
-mor
ed ? amata dal fulmine, e da suo figlio da Zeus che Ino abbia vita Dicono con le Nereides.
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Le Olimpiche
di Pindaro
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te
inc
eph va
Agli uomini non ? fissato un termine un n? quando di morte, compiranno felice. totalmente giorno Diverse e fatica con gioia uomini. vengono agli che conserva ereditario Cosi laMoira, vicende il felice destino fortuna, ritornante ucciso anche dal di costoro, qualche tempo porta, colla fu dolore, in cui Laios
fatfo
ca fr
\Mt
Tan
ce be se
dall'acuta vista lo vide ed L'Erinys uccise i suoi figli guerrieri. Ma soprav visse Thersandros al caduto Polynei ram onorato in kes, gare e battaglie, pollo
casa.
della Adrastide
a soccorrere
la
\ Praepx
maj de I co
convien
che
VJC,
L v L fr L Ce
te
ev di
la sol div
va cu
vi
la prova dopo ripaga le vera luce della ricchezza, vita, ornata di virt?, porta vari risul le aspirazioni tati, stimolando agoni stiche. Se uno che ha ricchezza cono sce anche il futuro ? che, dopo morti, laggi? e le colpe i cattivi commesse sono puniti qui sono I rigore. in eterna la terra n? da i gli
II successo fatiche. La
\M.
-pi
pun
lae pi
inferi con negli giudicate senza fatica buoni vivono senza primavera, andar? per mare lavorare per che
procurarsi
pi la
lae
mangiare; giuramenti
coloro vivono
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C. O.
Pavese
JUS
travaglio. capaci di astenersi da ingiustizia per tre vite in questo e tre nelPaltro, vanno per la mondo Coloro che furono via di Zeus alla torre di Kronos. rinfrescate L? dal sono d'oro le isole dei Beati
altri
hanno
insostenibile
mer
dpar jus
l'aria dell'Oceano; vi splendono fiori con cui sulla terra e nell'acqua, il essi intrecciano secondo ghirlande, Radamanthys, a Kronos. e Kadmos e sua madre sono nel di ehe siede
volere He He
nec
presso Peleus
loro nu
lo cogn ars
vi porto Achilleus mero, averne pregato Zeus. Egli uc dopo e Memnon. cise Hektor, Kyknos Io ho molti dardi nella mia faretra, a chi sa comprenderli. parlano Ma hanno bisogno di interprets cose per ? colui che sa moite Poeta che an! natura za). vano Mira Chi (naturalmente, Chi ha imparato, con naturalez gridi pure in come i corvi contro l'aquila. al bersaglio, suvvia, animo mi?!
ars n dis
vc af
Parco v'?
Theron.
am H I
coi dardi? Tendendo colpiremo verso Agrigento, dico sotto giu ramento con animo veritiero, che non stato uomo agli in cento e pi? anni liberale amici pi? di
benevolo
s -ve
Ma lo lo am
la Iode incontra
stu
inop ev (pri.'su)
stolta, oscuri le imprese dei vir loquacit? corne la sabbia non si tuosi. Poich?, non si possono contare, fatti da costui. piaceri pu? dire i
sta, ma
|| f G1
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Le Olimpiche
di Pindaro
IS
Gli Emmenidai.
tebani. La genealogia Labdakos, 2,38-43), Polydoros, (Pind. O. chos O. 2,82d,
(lacuna), O.
Thersandros
un oracolo lasci? Tebe e si uni ai Dori. Suo figlio Theras colonizz? l'isola di Thera con iDori da Sparta (Her. 4,147-148, Paus. 9.5,15) \ Argeia figlia di Autesion spos? Aristodemos f. di Aristomachos, da cui ebbe Eurysthenes e Prokles. Samos figlio di Theras ebbe Kly
tios (che rimase a Thera) e Telemachos (lacuna). Secondo questa
genealogia da Thersandros (?poca della guerra di Troia c. 1250) a Telemachos vi sono 5 generazioni (=150 anni). La genealogia di
Thersandros corrisponde a quella di Hyllos. Argeia 3 generazioni
dopo di Thersandros spos? Aristodemos 3 generazioni dopo di Hyllos (c. 1160). Dunque Telemachos 2 generazioni dopo visse
c. 1100.
Nello
lacuna: CixsX?av
il nome di Telemachos
< XXs?a?
c'? una
?^?V
scolio non dice (come Boeckh 115 suppone) che Telemachos figlio di Theras (c. 1100) ando in Sicilia. Ma dopo Telemachos devono
mere cadute schol. O. nella lacuna moite molte generazioni.
(Pind. fr.
essi andarono con generazioni e con Telines di Lindos, di Creta di Telos Antiphemos = a. a fondare di Gelon) Gela 689, schol. O. (Ol. 22,3 (antenato e Pysti con Aristonoos E da Gela essi andarono 2,16b, Her. 7,153). = a. los a fondare Nella di fondazione Akragas (Ol. 49,3 582). le rodio fu monete di l'elemento Akragas Akragas prevalente, poich? a Gela, cretese la rosa, mentre le cui l'elemento rimase portano monete hanno O. il Minotauro. Telemachos era evidentemente un discen
1 Oiolykos
f. di Theras
rimase
a Sparta
e gener?
Aigeus,
da
cui
il ramo
degli
Aigeidai
(Her. 4,149).
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C. O.
Pavese
Telemachos
c. 1100.
I e Telemachos
II paree
siano cadute nella lacuna oppure facile a causa dell'omoioteleuto. Telemachos II al 560, la d? Tele
e datato
rimanente machos,
genealog?a
Ainesidamos, o Emmenides,
darsi che Chalkiopeus fosse un fratello o un figlio di Emmenides. Her. 7,154 d? Ainesidamos figlio di Pataikos. La genealog?a pi?
completa kiopeus, ? dunque: Pataikos, Telemachos Ainesidamos, II, Emmen?s cio? Theron, o Emmenides, Chal 4 o 5 generazioni tra
Telemachos 582 e Theron 488. II nome di Emmenidai fu assunto dal genos durante il periodo agrigentino. (Boeckh 116, non rico
noscendo in errore err?neamente che lo scolio due Telemachoi, sia suppone e crede err?neamente fosse contempor?neo che Telemachos e Theron O. siano state omesse
? pi? 6 generazioni della di guerra prima intermedie furono alcune generazioni contare 7 generazioni fino a Thersan fino a Theron. Dalla ricostru
conta
15 oppure se antico
gli mando
divenuto
Himera (480). Diede la figlia Damareta in moglie a Gelon, che morendo (478) affid? lei e suo figlio a Polyzalos. Theron spos? una
a suo fra divenne figlia di Polyzalos. Polyzalos Quando sospetto e Hieron si fronteggiarono tello Hieron, al fiume Gelas. Theron a rivelare a Theron fu mandato da Hieron Ma che i suoi Simonide
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Le Olimpiche e fece
di Pindaro
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stavano
per
tradirlo,
pace
tra i due
tiranni.
Hieron
spos?
la
figlia di Xenokrates, fratello di Theron. Theron puni i ribelli a Himera e esili? i cugini Kapys e Hippokrates (478-476). Mori 01.
76,4 = a. 473, e fu eroizzato. Gli successe il figlio Thrasydaios e
ad Akragas
(472).
allTstmo,
auriga Nikomachos
2,19s.).
476
I poeti
i tiranni.
Gli epinici per i tiranni siciliani Hieron e Theron e per il re di Cirene Arkesilas (cio? per tiranni potenti e capi di stato) non diffe
riscono molto essi gli sono sono altri usati dagli epinici con Sotto motivi per gli persone stessi private. terni e con Essi non sono
gli stessi motivi si soltanto questo aspetto pu? notare o non sono cosi si trovano, che non
prominenti, in altri epinici. Nella O. 1 Pindaro dice che Hieron ? re in Sicilia, che ? la somma di ogni virt?, che ? un ospite ?nico al mondo ed ? potente (h Vi u hos pot). Nella O. 2 Theron ? la salvezza di Akragas, il fiore di illustri antenati, la sua stirpe ? il flore di Sicilia, ? ricca e famosa (se no vi divf). Theron ? benevolo
e generoso verso gli amici sono ricordate le battaglie come nessun e altro di Hieron P. 1 (u am li). Nella che con esse egli la gloria
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C. O.
Pavese
si conquisto (be uf). Deinomenes ? re di Aitna (h). Aitna fu fon data secondo le leggi di Hyllos (gu). Deinomenes e forse Hieron sono chiamati re (h). Sono ricordate le vittorie di Gelon a Himera e di Hieron a Cuma (pu). Nei cosiddetti consigli a Deinomenes
(che sono in realt? una signore di molti, giusto, corne lode di lui Lfi), Deinomenes ? cantato molto diverso dal tiranno ver?dico, liberale,
Phalaris (h jus ve li). Nella P. 2 Hieron ? cantato corne liberatore di Lokroi (se), in giovent? coraggioso e famoso nelle battaglie (be f), da anziano saggio nel consiglio (sa). Nella P. 3 Hieron ?
chiamato P. 3 fu re di ospite, commissionata Siracusa, a Pindaro amico per dei buoni celebrare La (hos h am). le vittorie pitiche
col cavallo 482 e 478, quando Hieron soffriva di calcoli. Perci? Pindaro vi tratt? la leggenda del medico Asklepios (v. ad P. 3). Nella O. 2 per Theron nel Mito sono cantate le figlie di Kadmos e i suoi
Theron discendeva da Kadmos discendenti, perch? (v. ad 0.2). ha spesso un riferimento E cosi via nelle altre odi il Mito personale non awiene 2. Tuttavia soltanto al cantato questo negli epinici per i signori, i lirici sono ma anche usano in quelli per che sono per vincitori privati.
a differenza
di persone private, con la loro posi connessi enf?ticamente, ? stata spesso anche solle
8 A committente, particolare
questo
' B. Gentili, importante Aspetti lirica c?rale Studi Urb. greca ', 84.
del 39
rapporto (1965)
poeta, 70-88, in
sul mito
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Le Olimpiche
di Pindaro
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l'epinicio.
Nell'atto
del
nell'impresa quistata brare questa fama, L'amore vincitore. cui essa tori. veva sieme era vissuta, uno Quando era un canto
era
la fama
con
e ci?
per cele del potere politico e Patmosfera eroica in a i tutti vinci imparzialmente un ci? che canto, naturalmente rice in
divisata
di che
celebrava
al suo genos e alie dal timor? che il suo potere personale sacro degli agoni. di fuori dell'ambito l'agalma, pagato al poeta: era proporzionato alla il committente pi?
indipendentemente poteva ispirare nella vita al il canto, come Naturalmente somma aveva che il committente pagava, e pi? esteso era il canto.
Ma gli epinici per i tiranni siciliani non sono pi? lunghi di altri epinici lunghi per uomini privati, e uno di essi (Bacch. 4 cantato a Delfi) ? addirittura brevissimo. Soltanto la P. 4 per il re di Cirene supera di molto la misura degli altri epinici (w. 299 in 13 triadi,
tempo normale. di esecuzione un'ora abbondante). Per questo epinicio Ar
kesilas dovette probabilmente pagare una somma tripla di quella Pi? tardi poeti cortigiani tributarono elogi sperticati ai loro patroni. In questi elogi cortigiani la lode del sovrano si fonda su
due o tre motivi a cui viene dato ampio sviluppo (cosi fanno Teo
Negli "
co
vittoria di Theron con la quadriga a Olimpia. morte di Theron. L'epinicio fu quindi composto tra il 476 e il 473. 476 473 1-5 6s.
8-15
Inizio a forma di priamel ? Nome e vittoria. Ospitale, sostegno della patria, di nobile lignaggio.
Stirpe &?Xoc). (xajxovTsc ... SixsXia? ?aav ocp&aXjx?c, cf. 'ASpaax?Sov
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80
C. O.
Pavese
12-15
16-45. 16-22
La vita degli uomini ?mescolata di gioie e di dolori (tc?vwv), cosi anche il destino di questa stirpe, retaggio dell'errore di Oidipous, ma a Polyneikes soprawisse
Thersandros.
Da cui discendendo, conviene lodare il figlio di Ainesidamos. Vittorie dei due fratelli Theron e Xenokrates.
Vittoria Ricchezza ripaga fatiche (Suo^povav 7capoX?ei, cf. Xtkpov). reca l'una e l'altre unita a virt? (cio? ricchezza
alla fine la
56 57-60
61-74
Se chi ha ricchezza conosce il destino degli uomini ? che, morti, laggi? i perversi pagano il fio
1. a7rov?aTspov saXo? Ssxovtoci ?ioxov TOI S' ?7CpOa?p<XTOV OX^SOVTl 7C?V0V ...
75-83 78-83
83-88
2. isole dei beati, descrizione d'un paradiso, dove sono molti nobili eroi ? (egli ha raggiunto il sommo).
dardi, ma hanno bisogno (ouvstowiiv, d'interpreti La corvi <pu? ? meglio (asindeto spfxavscov). awersativo), opposti all'aquila (cf. N. 3,80). lo ho molti
89-90
90-5 Lo xal
tc?v Se 7ue7rpaY(x?vcov ?v Sixqc ts O. 2,15-22 aile vicende alterne della stirpe dei Labda
kidai, da cui Theron discendeva, oppure ai conflitti che Theron ebbe con i suoi parenti (478-476). Le leggende che Pindaro sceglie, le figlie di Kadmos (w. 22-30), i Labdakidai (w. 38-45) e di nuovo
Kadmos di Theron, (v. 78), sono particularmente che discendeva da Kadmos. ho scritto Atene adatte ad illustrare il genos
Per
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di Pindaro
81
ricchezza
la ricompensa la mas (ha raggiunto a su, si ? convenzionale Il motivo per arrivare si ? conti il motivo volte nell'epinicio. Qui anche ai virtuosi
secondo
n?ate dalla descrizione del destino dei trapassati (w. 57-77 dinf e dpar), e dopo di questa l'apodosi (su) ? dimenticata o meglio ? lasciata sottintesa. Nello sviluppo topologico il motivo su ? spesso
sottinteso. Gli stessi motivi dinf e dpar si trovano spesso nei Thre
noi di Pindaro, per dire quanto sia felice colui che conosce i misteri (myst). In essi ? ripetuta pi? semplicemente la costruzione di
0.2,56-70: Thr. 1 fr. 131a ?X?iot, 8' arcavTs? a?aqc Xuat7r6vo>v tsXstSv,
fr.
a O. 2,56 si 8s vw s'xcov Tl? ?^?v {^sXXov. eleusini) corrispondono " o un A "felice motivo simile segue la ricompensa dai promessa misteri la La costruzione ? Anche descri an?loga. l?gica (su myst).
zione della vita nell'aldil? riservata ai buoni e ai malvagi si trova a Thr. 1 fr. 129 (dpar), fr. 131a (myst), fr. 130 (dinf): tre vie si
aprono eroi tare alie anime dei morti: una conduce conduce agli dei, la seconda all'erebos. ad Da
un luogo paradisiaco
(dpar e
= O. 2,70-80),
ci? si deduce che imotivi dinf e dpar hanno la funzione di conno "
manda zione anni sviluppare le anime (= colpa il motivo coloro di myst. da cui A fr. 133 (myst) Persephone riceve ammenda dell'antica a?fii commessa nell'aldil?), collegare 11,53). in vita) di nuovo sopra la terra dopo nove e da quelle i re, i anime provengono questo Questo threnos threnos con la eroizzazione una dottrina coloro miste che di
forti e i sapienti, ed essi sono chiamati eroi dagli uomini per il futuro
(sembra Theron, riosofica espone a 0.2,61-70: si mantengono
per puri da colpa, che per nove invece coloro Nel threnos dei Beati. sono mandati scontato la pena nell'aldil? da Persephone la dottrina A O. 2,68-70 per essere re, forti e sapienti. reincarnazioni, nel threnos invece si parla
"Time [x?pcipioc per predicativo: il significato fondamentale s^sto: frase sembra essere l'inverso
fol di della
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82
C. O.
Pavese
frase
che un P.
7u?t(jiov bn?Giva, atc?v fatale li incontr?; il destino viene agli uomini, 6,33 "metteva mano monte
omerica
? oX?&piov ?j(zap ?tz?gtzj?, etc. L'idea come il tempo viene agli eventi, cosi non al destino. gli uomini hy?%iu:
lancia ", cf. II 732. P. 1,30 "che alia " Th. 366. P. 4,294 Hes. cf. ", questo frequentando frequenti " il costume i simposii ", cf. Arch. di Philo 13. P. 1,50 seguendo " " il loro destino li incontr? ". P. 4,133 essi ub ktetes ". O. 2,10 bidirono 20. ", cf. y 215. " TcaX?yxoTov predicativo " resistenza (Gildersleeve). a wheel suo malgrado, malgrado la sua
nozione di "distacco ". %?\nzziv non ha la stessa il nostro "mandare" (Gildersleeve). " di costoro 36. tcovSs ", s'intende per gli Emmenidai, siano 43. 47. stati nominati. v?oL? sv ??&Xotc
quanto
non
"in "? cf. N. 9,12. gare di giovani ts O. 13,29 syxco[x?o)v fxsX?cov. eyxc?>[juoc: arscp?vcov syx?>[JUov " the law of praise for prizes won ", non, come traduce LSJ, ts&^?v " ma la festa rituale, il rito festoso, cio? ricevi ". per le vittorie syxio[XLo? ? v. /. in Hes. Op. 344 per eyx<?>pioc. Si trova poi in Pind. " il senso di dove non ha mai encomi?stico, ", ma ancora elogiativo " sta di al che nel si x?ojjloc, appartente quello primario x&fjio? ". Non e negli altri lirici. Pind. O. 2,52, O. 10,77, O. 13.29, trova in Bacch. a Ar. Nub. P. 10.53, N. 1.7. lyxc?(juov ? canto ?W 1204s. d'elogio " non lo supe 19,16 ?v [/.sXsscjctlv Hy. l'usignolo (x?Xo?, (??Xy) suona la ". 761 rerebbe, quando egli (Pan) siringa Theogn. cp?p[juy? " S' a5 9&?yyoifr' ispov (xsXo? yjS? xa? a?Xo? emetta sacri accordi ". " frase musicale, jasao?, sing, o plur., significa etimol?gicamente in frasi, melod?a m?sica articolata ". = 57. a7i:?Xa(jLvot cio? che usano cattivi xaxo7r?Xa[xvot, consigli, = corne non impiegano i loro mezzi cf. N. nobilmente, 7,103 arporco? Horn.
8uaTpo7uo?. st? sjjlocutOv xa! tov ul?v toutov? | en suTU^iatatv aaTsov [xouyxcofjuov.
la via stabilita da Zeus alla fortezza di Kro Compiono " e una tre cf. 130 le 129 al di cui conduce ", vie, fr. paese dei " = " Isola dei Beati. fortificato torre, fortezza, ", -rupai? pii palazzo corne erano Tiryns e i palazzi micenei. 83-6. 7uoXX? [loi ... ?p(xav?cov xaT^?t> ? commentato da Eur. Phoe. 469s. ?rikou? ? (xu&o? ttj? ?Xvjiteia? e<pu | xou ?uolx?Xcov Sst tocv nos
70.
"
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Le Olimpiche Six' sp[X7]vsu[x?Tcov. Io potrei rate, ma una lode semplice lodare (90a)
di Pindaro
83
Theron ? pi?
11 (1966) 176 s.
S7ii toi tendendo Tav?ciaic, se. t??ov: 'Axp?yavTL = vc. verso Akragas 95ss. ?XX' alvov srcs?a xopo? ou 8txa auvavTOfxsvo?, ?XX? 90s.
[x?pycov to XaXay?jcrai &sXcov xpu?ov Tta>s(isv saXcov xaXo?? spyoL?: mr'?vSpcov, S-sXcov codd., che la loquacit? sogg. xopo?. Saziet? (xopo?) desiderosa to faccia aile imprese buio dei virtuosi. S?xq: giustizia elogiativa. " non diffondersi nelle ciance ", lodi, XaXayvjaat: "loquacit?", " si cf. 0.9,40. oscurit? cf. Emp. sciocchi ", 27,3. Gli xpu9<Sv annoiano oscurino a sentir le belle lodare imprese i meritevoli, dei virtuosi, e vogliono che le troppe lodi " il troppo cio? stroppia ".
O. 3. A
Theron
di Akragas
col
carro
He V1 [ Praepx
pi He III c pr I L v c Ce
ai Tyndaridai, e la vittoria
di
I de L ar prm
c ic
accordo) della festa. d?rica al canto, ornamento Devo cantare il figlio di Ainesidamos e Pisa. La fronda dallTstro. d'olivo, che Herakles aveva
\MX
porto fondato i gio Egli cerva la vide Cacciando chi olimpici. l'olivo e lo porto a Olimpia.
iter mi
He ar
cond fe
ce ce
Ed
ora viene a questa festa coi figli di Leda, a cui affid? gli agoni ginnici ed ippici.
t Praepz-i
ve II I f
gHe u hos pi
dire che
e di Theron
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84
C. O.
Pavese
\ G*
(pri:su) vi I
inc praet
di loro ha
imperscrutabile,
\ Pi Vx \ Praepx \ Ml
Praep2-X ? quasi V2-x
|| f Praep^
L2 J G2
1. v.
e Helene
avevano con
un culto
pubblico
ad Akragas
oppure gentilizio
39s.).
(come
sembra da
da Argo lac a
Emmenidai 39s.
a Thera
(da
Aristarco e da Didimo), 1'epinicio fu cantato nelle Theoxenia, in cui iDioskouroi erano invitati a banchetto. I Dioskouroi sono detti " ospitali ", perch? essi stessi offrirono theoxenia agli dei. Insieme ai Dioskouroi era invitato anche Herakles, poich? egli andando in Olimpo affid? ai Dioskouroi le Olimpiadi da lui fondate (w. 33-38).
Ad Akragas c'era un tempio di Herakles a un nella eroe che (Cic. Verr. II 4,43) locale. e una O. 2 fu
tribu Hylleis.
Perci?
fa onore di Theron
O. 5,1 il racconto ci sono due epinici essi per la stessa vittoria, Quando Olimpia). e l'altro per la festa pubblica sono spesso uno per la festa privata 5, O. 10 e 11, O. 13 e (v. O. 2 e O. 3, O. 4 e O. 5, O. 1 e Bacch. e 4 P. 122, 5, etc.). fr. " 5. ?copicp 9cov?v ?vap[xoS;at tceS?Xco ?yXa?xcojjiov adattare la voce, ornamento nelle negli sue della festa, componenti, allusioni bene ? rappresentata qui si vede, non mancano alla danza che stanno (motivo cho), espressioni ad un coro. in bocea voce e danza. Come la fine di N.l "ripetere l'elogio sarebbe alla danza ". L'esecuzione
probabilmente e O. 3,13-34
epinici
s?Yjv: cf.
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Le Olimpiche
di Pindaro
85
0.4.
Psaumis
di Kamarina,
con
le mule
De!
hor c a
O Zeus
t l
hos ev eu
tonante, la stagione dei tuoi giochi mando la cetra e col canto me spettatore
con dei
De!
L v re gDe
giochi. i successo, Quando gli ospiti hanno buoni tost? si rallegrano alia notizia. che tieni l'Etna, accogli O Zeus, il vincitore zie alie ol?mpico Charit?s e questa (canto) festa, gra durevole
co f vi
I a Ce v L
gloria alla virt?. Essa viene per il carro di Psaumis, che e vuole onorare vinse ad Olimpia
Kamarina.
h3 pr fu
c ce hos pax ve di h ce v dix
prm ce ro -e
Un
dio
sia propizio
alie
future
? dedito
ospitale, pacifico. sono mendace, la prova uomini. gli Erginos fu liberato dal disprezzo donne armata,
la corona:
di Lemnos disse
" Cosi
e vincendo
io sono nella
la corsa
a Hypsipyle,
prendendo
corsa,
" pari ? la forza ed il coraggio. Anche i giovani hanno talora capelli bianchi prima del tempo.
t PraePl
Px-Vx
Vx Ax Lx
\ M,
\\
Psaumis di Kamarina
82 = mule, vinto 452. con La vittoria con e non
vinse ad Olimpia
celebrata
nominare
a meno quindi
prestigiosa
Si deve
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86
C. O.
Pavese
nere
che
la vittoria erano
di Psaumis una
con
le mule
fu ottenuta
prima
della
una probabilmente in rilievo. scolpita 2. uto 7roixiXo90p(juyyo? ?oiS??... di Zeus \l S7ts(x^av: la stagione con cetra e con canto me uno dei indica mando giochi. spettatore se come canto il che la lira ed accompagnare, pi? sospin 1'agente, a?v Aiay?pa xaTs?av. Con il coro: cf. O. 7,13 vr? ?^oTspcov gessero a cantare il coro ritorna cetra e canto, pronto in patria, l'impresa, aver assistito ai giochi. dopo ad l. Non si deve 3. (x?pTup5?s9Xa>v : v. Gildersleeve credere
In questa occasione Psaumis e la corona la vittoria cio? (O. 5,1-3), con corona iscrizione la agon?stica olimpica
il poeta sia stato presente alle gare e sia In questi passi il coro afferma alia premiazione. di essere presente casa N. N. del O. nella celebrato 1,105, 1,19, (es. 9,1-3) o di presente esser stato presente sul luogo della vittoria qui, O. 1,111, (come a credere che queste affer v'? difficolt? JV. 9,1, O. 8,9, P. 6,3). Non da queste affermazioni che mazioni riproducano la situazione reale della " questa accogli dei servigi delle cerimonia (v. ad O. festa Cha 1?1H). 9s. Xap?Tcov IxaTL non dipende da 8??at non aile festa la Charit?s ": ha grazie bisogno ammettere sogno senza del va che
rites (cio? del canto) per farsi accogliere da Zeus (se pure si pu?
il canto renda a lui pi? gradita la festa). Ne ha bi " dure vole gloria della virt? ". La festa per essere una e la virt? ha bisogno il canto non ne propagherebbe la gloria; canto per essere duraturamente La famosa. virgola dopo xcojxov e questa alie soppressa: festa, "accogli l'olimpionica grazie invece durevole 18. Si?TOipa, O. 6,73s. gloria cf. N. delle 3,71 sue sv virt? ". tsXo? 8ia9a?vsTat xtX., 8s ra?pa etc.
Charit?s
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di Pindaro
87
figlio
Klymenos,
argonauta,
fu
ridicolizzato
dalle donne di Lemnos (cf. P. 4,252) perch? bianco di capelli, quando si prov? nella corsa armata ai giochi funebri di Thoas, indetti dalla figlia Hypsipyle; ma vinse i veloci Boreadai Zethes e Kalais.
O. 5. A
Psaumis
di Kamarina,
con
le mule
vi v L III! Ce re I
Le
virt?
e la corona
ol?mpica ricevi doni di Kamarina, la vittoria con le mule. e i sei duplici bovini e con gare colle mule Akron e la
h3 III! pi
fe ce Ce
v h3 hP
a L De! div po c
Vincendo
nuova
onor?
patria.
il padre
dalle dimore di Oinomaos o Pallas e di Pelops, poliade, egli il fiume Oanos, celebra il tuo bosco, il lago e i bei canali, coi quali il e mette le in bagna genti Hipparis sieme una foresta questo di case, pop?lo. togliendo d'impaccio
Venendo
vi la sum ev di ev eu ci De! mo 3
e fatica combattono il per Spesa di ri awolto successo, per quanto schio. Chi ha successo ? saggio anche per i concittadini. e che abiti Olimpia Zeus salvatore, ac l'antro Ideo, ti supplico cantando dai flauti lidii, conced? a compagnato e a te, Olim citt? questa popolosit? a di felice vecchiezza giungere pionica, dilettandoti di cavalli circondato di figli, o Psaumis.
pr be 2 ce lae
fii
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88
C. O.
Pavese
iG1
si val div f
pos
Se uno ha chezza,
|Gi
III
come Bacch. 2 e 6 (che son? epinici
le mule
e con
la corona
che
Psaumis dedic?
Psaumis
a Kamarina omonimo.
2. Kamarina
lago
? figlia di Okeanos,
5s. Psaumis onor? i sei altari (dedicati ciascuno a due dei) di Olimpia durante le Olimpiadi con sacrifici di buoi e con le gare alle quali partecip? durante i cinque giorni delle Olimpiadi. Psau
mis alla corsa dei carri, partecip? ma con le mule. vinse soltanto tato, txcov xtX. II vincitore 9s. (come 10-14. Atena era a Gela delle mule e del cavallo mon
spesso
il coro)
? rappresentato
il lago Kamarina. aveva II Hipparis presso cui furono fatte scendere le legna per costruire molti canali attraverso la citt? fu ripopolata le case della da Gela citt?, quando (xoXX? foresta "mette insieme un'alta di ben fatte case "). Kamarina fu
fondata da Siracusa
(599).
Spopolata
da Gelon
da abitanti di Gela ripopolata (461), cf. v.8. " 15s. npo? spyov xlvS?vo) xsxaXufAjiivov awolto di rischio ", molto rischioso. Sui motivo di rischio cf. O. 6,9s. (dove pure rischio e fatica son? vicini).
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Le Olimpiche
di Pindaro
89
O. 6. A Hagesias
di Siracusa,
con
le mule
(sim)
sig
Come una
colonne all'entrata poniamo conviene che l'inizio casa, sia splendido. ? olimpionica, indovino ad Olimpia, colonizzatore
di di di di
si L v h L
h III de ci -i
Siracusa, qual canto non gli ? dovuto dai cittadini non invidiosi? af summ I II figlio di Sostratos condizione. si trova in questa
di vi -om f mem la ev
non ma
I de ex He
rammentano, per bella impresa. a te va la lode che giusta Hagesias, mente Adrastos rivolse all'indovino Amphiaraos, che fu dopo dalla terra. inghiottito Consunte le sette pire, disse il Talaio " il buon nides in Tebe: Rimpiango indovino e il buon guerrier o ". Questo questa detto conviene festa. Ci?
mor be
de III co ve
af cu C
al signore di affermo, non da liti anche sotto giura gioso o ambizioso, e Muse le mento, l'approveranno.
Au eq a 2
le mule, perch? O Phintis, aggioga via il carro per splendida guidi anche alia stirpe. giunga Esse sero sono le pi? adatte, poich? Bisogna l'Eurotas, in Olimpia. cantarle.
io e
v L de III de a
conc
vin ar che
fi comm
conc ora
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90
C. O.
Pavese
fi vict
ora dix
-inve
in Arca signore di Phaisana pytos), dia. L? ella s'uni ad Apollo. Ora ado and? a consultare l'oracolo a Aipytos Euadne Delfi. genero Iamos, che fu nutrito da due serpenti con miele. Ai pytos ritorn? col responso che Iamos sarebbe divenuto un grande indovino. av nella macchia, Egli era nascosto volto Iamos invoco da viole. dalla da Fu madre, suo avo, e da Poseidon, il Apollo signoria di genti. Risp?se " voce ". la mia Giun Segui padre: sero al Kronion. L? gli diede duplice quando vittime divinazione, d'interpretare fondo Herakles sull'altare Ne di Zeus. la stirpe degli ed essi ricchezza, sono impresa. famosi; lo allora fu famosa segui le virt? loro le voci i giochi, e, le chiamato perci? e giunto in et?
iter ora
f ubi II div vi f t
Da
ogni
t<?a
i Ce
v e
degli
invidiosi
s'apprende la Grazia
^2-1
III I ma
Pi (fe) Ifo
i tuoi zii materni di onorano Hermes, protet Stymphalos tore delle gare e dell'Arcadia, il dio e suo padre, o figlio di Sostratos, com Se, Hagesias, piono la tua fortuna.
f Praepz ?3
ic
ic maj
Sent? M'attira
sulla
III He
be c
ic 2
correnti
lingua una stridula cote. di lei) alle sue (a cantare la mia ava Stymphalis, Me
tope, madre di Thebe, di cui bevo le canto uomini guerrieri. acque mentre
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Le Olimpiche
di Pindaro
91
\Praepiihy)
c! so IV De
cogn ex ve
a cantare i compagni, Aineas, se con Parthenia ed a conoscere a verit? abbiamo di scrofa reci e Or
ingiuria
nun
ve
mu
beotica; che tu sei messaggero piente di canti. Io promisi tygia, che ? di cantare
de III
?5 V pi sa
Pi (fe)f
iVi
se te div am I re co do
da Hieron, devoto di e e Demeter Zeus etneo. Persephone Lo conoscono la lira ed il canto. Non la sua ricchezza. venga meno la festa di Ha amicalmente Accolga gesias tr?poli In una tornano che viene d'Arcadia. notte utili. due ancore tempestosa II dio dia fama a questi una navigazione da Stymphalos, me
retta
III a se 2 f pr
De! pr
IP*
4 pr
il mi?
canto.
f PraepxVx-Lx^ \ Gx\ Praep1M1L1\\ t Praep2Leq $ Praep2 \ M2L2\\ III f Gx L2-i || t Praepi L3 || f Praep^ L4 L3U P5-1 ^2 *i ^4
8. sv come al canto
si
trova
simile
sono motivi rari). piuttosto Adrastos ad 12. sv S?xqc: la lode che con giustizia pronuncio " e senso 8?xa ano di nel simili giu yXc?craac 9&sy?;aTO. Amphiaraos, " P. 8,71, N. 7,49, Bacch. stizia 14,11 5,6 (op&?oc), Bacch. elogiativa con Snell c'? ragione Non di correggere (= senso d'opportunit?). sv S?xa c'? fine di periodo, cf. 33. svS?xac arc? yXc?aaac. Dopo era 15. s7TT?... 7iupav vsxpcov TsXsa&svTC?v. Questo i grammatici antichi. anche conclamatus per Comunque possa leggere (v. sotto), Pindaro parla qui delle sette un locus esso pire si in cui
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92
C. O.
Pavese
furono bruciati i Sette contro Tebe. Ma Adrastos fu salvato dal suo veloce cavallo Arion, Amphiaraos fu inghiottito dalla terra a
e Polyneikes non fu sepolto, le pire non potevano sicch? e Hippo sette, ma quattro Parthenopaios (Tydeus, Kapaneus, a N. 9,25 eTcx? stessa Pindaro incorre nella medon). imprecisione non c'? che egli in SaiaavTo dove dubbio 7cupai vsoyuiou? 9&Ta?, y?p Oropos essere tende dere i Sette eroi e non le loro sette schiere Secondo Aristarco schol. 0.6,23d). TouToi? ?>? xa? ?v aXXoi?. Ma probabilmente in "errore" dalla il numero tradizione: con loro quanto cordato sleeve la leggenda dei le chiam? pire una nota di inten (come propone Pindaro ISi?Csi xa? ?v Pindaro sette era ? stato cosi tratto connesso
che Pindaro Sette contro Tebe, le nominando " sette ", dove sette non ? tanto un numero della tradizione, quasi formulare.
evocativa
Un'altra
con
con 7rup?v. Sono state proposte varie congetture (v. Gilder con un nome ad /.). Tuttavia la desinenza maschile concordata e Hera), 0 455 7cX7]y?vTe (Atena Hes. femminile pu? essere difesa; Aesch. Op. 786 (v)[iip7)) apfxevo?, Hes. fr. 335 Sa??ojxsvoio 7uoXy)o?, Ag. Studi 69, n. 5). Se non si vuole Spocrot... TL&?vxe? (v. Pavese, non aveva una ci? Pindaro realt? in (poich? esigenza usare -ft?vrcov la m?trica desinenza invece di quella maschile per 561s. accettare femminile si pu? correggere -&sia?v, che ? isometrica), rcupav vexpcov Ts Xsx&svt6>v (Moritz cf. schol. 23f o~uvax&?vT<?v : "raccolti Schmidt, i sette corpi e (fatte) le sette pire ", con uno zeugma). Se poi non si vuole n? accettare la desinenza il testo, n? correggere maschile, e si pu? forse pensare ad un asindeto m>p?v vsxp&v "pire corpi ", a O. 6,78 Xixa?? u-dg?cli?, P. 4,217 Xixa? x ?7raoiSa? (secondo ma RPh ? aggettivo, Chantraine sostantivo 16, Xitoc? non (1953) senza congiunzione). unito arcaicamente Ci? ? possibile in un'espres corne forse sione rituale. 17. ?fi/p?xepov ha [xocvtlv t ?ya&?v xa? Soup? ?x?pvaa&ai : Pindaro un esametro della sostituendo Tebaide, riprodotto ?pico [x?xe<7&ai con [x?pvaa^ai, cf. T 179. 19. Suo-yjpi?: la forma della madre A?cTTjpLc nome Simonide, ma Plat. Sim. 23. 864a Secondo ha sembra pi? antica allungata un patrono di Antiochos, Moeris 129 Sucnqpi? ? una del Suaspi?. tessalico di forma attica, di
Leg. S?aspic X?yoc. 22. II carro delle Muse ? una met?fora " " mento ? una via (otpiq, x?Xsu&o?, etc.)
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Le Olimpiche
di Pindaro
93
/. 7,62, fr. Sim. 145,4. 124,1, 7.2,2, 148,10 B., v. 27 Al "le canti dei cf. Bacch. ", 1,5. porte Choirilos/r. fr. 5,3 ?ppY)T<ov s7c?cov 7uuXa? s?si>ps?v. ... 8s? non ? il luogo 28. TCpo? ?ir?vav aajjispov ?x&s?v. Pita?a a Stymphalos. La ? cantato. dove celebrazione ha l'inno luogo 0.9,87, P. 10,65,
Il motivo
degli
"
arri
".
la stirpe
Iamidai Euadne.
da Poseidon
dusse Iamos a Olimpia e gli insegn? la divinazione per mezzo di voci e per mezzo di animali sacrificati sull'altare di Zeus (w. 66-70).
La vino col stirpe degli Iamidai fu famosa in tutta accanto Yextipicium. la Grecia. v'era un Paus. cane 6.2,4s.
s? ?S...,
83-86. Nella
ed ebbe moite
Stymphalos"; v. schol. 147d & ttj? in prima persona, ?fAYj? TiaTpiSo? 'ApxaStxTj? Mstc?>7C7]. La citt? natale o patria del cantato e 19, P. 8,98, TV.5,8, o del coro ? chiamata v. 0.9,14 "madre", etc. I. 7,1, Pae. 2,29, Sim. 93 D., Pae. Se dunque 23, Stym Isyll. (femminile dell'eroe corne arcadico citt?, maschile Stymphalos corne eroe) d'altra ? la citt? non natale atte
phalos madre
di Metope),
stata), oppure in quanto fondatrice della citt? di Stymphalos (cio? o dal paese Stymphalos fu fondata da genti provenienti dal fiume " "
cf. Pae. 2,29 fxaTpo? 8s fxaTsp' sfx??, dove mia madre
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94
C. O.
Pavese
? Abdera, e
"
"
? Teos metr?poli
di Abdera
(v. Radt 37s.). ? ?yj?av sTtxTsv pu? essere puramente ornamentale, per ampliare son? celebri associati l'uno la gloria di Metope. alPaltro, Luoghi a Thebai, e D?los /. 8,16s., Bacch. associa /. 1,1-9 Keos 9,53ss.
Thebe ad Aigina.
na, etc.) serve ad
(Thebe, Aigi
per un atleta
di Phleious (Asopos nella Sikyonia). La situazione ? la medesima: l? il vincitore viene dalle rive di Asopos, qui di Metope (ed entrambi non hanno niente a che fare con Thebai). L? Thebe illustra la gloria di Asopos, qui quella di Metope.
sTixTsv descrittivo
" era madre ? ", altre volte l'imperfetto imperfetto v. 41, P. 4,46 = T?^sa&at, sfxsXXsv (Gildersleeve ad v.41). essa era la ninfa di un ? chiamata Stymphalis perch? 1,26) oppure o di una perch? fonte nella che si trovava locale nel territorio era la tradizione essa
madre
Elatos
o figlio di
caso di ap
In questo aggettivo
partenenza. ? una ninfa "le 7rvoaL?: Metope fluviale, xaXXipoa?ai perci? " e a v. non nota lei alla la mia correnti cote, appartengono in Esiodo ? il nome di una Oceanina 16 (1964) 307s. Kallirhoe Maia e 7coTa[xoto ... xaXXtp?oio in Omero. corne le Oceanine, i fiumi, Anche fare punto sono figli di Okeanos. ?xova? e Bisogna dopo dunque e non come relativo. ? come pronome A dif intendere anaf?rico, belle ferenza dei moderni,
7toXl? ...
cosi
7cpoa?Xxsi
intende
[xe
anche
?xovTa
lo schol.
?v xaXAipooi?
144g:
r?Mstc?tcy]
yjyouv
7] 'ApxaSt-XY)
Tcvoa??,
aou x?>p<x?. to a?XsLV xa? ujjivscv ttjv 'ApxaSiav ttjv [AYjTpo? Tzpb? a Thebe. S'intende 85s. T?? ?paxsivov uSop mofxa^. T?? riferito ehe beve le acque sia Pindaro, il preconcetto che il soggetto Soltanto Contro la frase a questo modo. questa pu? far costruire va notato; essere dimostrativo. 2) Thebe 1) Ta? qui pu? non ? una fonte, e perci? Pindaro non pu? dire di bere le sue acque, se le di Dirke ma, xtX., P. 9,88 mai, acque (/. 6,74 merco ayz Aipxa? viv ftp?^ocvTo xa? T9ixX?a). as T? uSdcTtov 3) Pin Aipxaitov (jti[xvaTat, di Thebe, costruzione daro starebbe trasferirebbe (87 componendo subito dopo Irmpou?). Pinno a Thebai a Stymphalos Ci? farebbe 7rX?xcov), e si (86 mofxai... al momento delPesecuzione della composizione
oTpuvov vuv
tutt'uno
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di Pindaro
95
una
sequenza
che
? contraria come
alla
realt?
anaf?rico
il soggetto Metope. prende v. 83 e in tutto il passo w. 82-7. spaTsivov uScop richiama xaXXip?aicrt e come si riferisce alie fonte o fiume 7rvoat?, acque di Metope, quelle arcadico sulle cui sponde il coro canta la gloria degli antenati di Anche schol. 145b intende di ad Tac Hagesias. Metope. Mezger " stixtsv v. 85 annota zu machen, hinter brevemente ist ein Punkt = se. tuttavia mantiene la s?lita inter T?? Ta?Tac, Mstcotctq? ". Egli vv. dei 82-7. pretazione o 87. oTpuvov vuv sTaipou?, A?vsa: il coro dice al suo corego " istruttore di incitare, di guidare con il proprio com canto. Oppure " il coro non indica se stesso, ma i suoi amici che compon pagni subito gono un altro coro, il quale cantera un inno a Hera Parthenia dopo. L'istruttore del ma coro non era al coro, partecipava nata: 2 Pagondas, 1 Hagesichora, Parth. Alcm. 7.2,47 Nikasippos, v. Quad. Urb. 4 (1967) 128 s. Schol. 148a A?vsa? y?p oSto? x?PoSt " a causa usava sua voce che Pindaro della debole ". S?axaXoc, era l'istruttore Aineas del coro o corego. Egli ? chiamato pi? sotto " " esatto messaggero canto esattamente il che gli ha (perch? ripete era una il compositore del canto e non terza persona che talora ? nomi
consegnato il poeta),
il canto (perch? da lui trasmesso). 6.2,4), (v. Paus. stessa
"
"
? quasi scritto e contenuto era usato Il nome Aineas ed ? possibile che questo "
ed ? alla
a ? un breve hyz. Anche ? con accento 85 7cX??i7?Tcov 0v)?av stixtsv, riferito a Metope, risuona v. sopra. Hera Parthenia ? una dea stinfalica, dove Hera innodico, era venerata sotto tre aspetti: TsXsia come la vergine, la nati? come Parthenia sposa, recente una e xr\poL come la vecchia (Paus. 8.22,2). " ad I.) alcuni dicono (citato da Boeckh statua di Hera ". " e a riconoscere 89s. yv&va? t' sTcsiTa xtX. ": incita i compagni Aineas, a riconoscere o a giudicare a cantare la bravura Secondo uno scolio dedic? evi che Hagesias che abbiamo Hera nostro
Sembra pi? probabile che questi compagni non siano i membri del
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96
C. O.
Pavese
a questo canto alla festa assistono coro, ma gli amici che partecipando e ne cantano un altro a Hera Parthenia, cf. i v?oi a N. 3,3-5 e /. 8,1-4. ?Xa&?aiv X?yoic "con detti veritieri ", cio? se abbiamo cantato corne v. verit? secondo O. 2,101 egli si m?rita (motivo Hagesias ve), auS?cTO[Jiai ?v?pxiov X?yov ?Xao-s? v?cp, O. 13,98 ?Xa?Wjc ts ?xoi s'?opxo?, O. 1,28 U7t?p Tov aXa&yj X?yov etc. " era proverbiale BoicoT?a 5? "scrofa beotica per dire rozzo e Il detto da un gioco di parole sui nome incivile. "YavTs? origino
Se (jiejjiv?a&at, im ". Oppure di ricordarmi promisi " sfo?v ricor accolto da ordina di Boeckh, di', Stephanus, perativo sirca a Sim. dell'aor. 154 B., Theocr. darsi ". L'imperativo 14,11 ? accentua. tramandato sempre slrcov, e cosi Gow Cupa (ASfxv?cf&ai esto xocraav : il verbo ? rapsodico, xa? xa? ocXXtj?[lv??gq[i ?oi auT?p sy?) Herrn. etc. Dem. 580, 495, Ap. 546, [xsjxvacrSm rapsodico Syj? Hy. a N. 7,80 Al?? Ss (jisfjivajxsvo?. ? pregato 98s. Hieron d'accogliere a Siracusa la festa che viene
(pi? sopra
? dunque un coro di Stinfalici l'esorta lei ispirato), (v. anche a una cantare Hera zione dea stinfalica, Paus. Parthenia, 8.22,2), a Stymphalos e che l'ac Sembra dunque che l'ode sia stata eseguita che si spera da parte di Hieron il futuro rientro coglienza riguardi a Siracusa. Si pu? ammettere che l'ode fosse di Hagesias anche a un coro ma ci? ? pi? complicato. Siracusa da di Stinfalici, eseguita a O. 7,4. 99. o?xo&sv o?xaS(s) la stessa espressione ? ripetuta
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Le Olimpiche
di Pindaro
97
di Rodi, pugile
colui che dona un'aurea
Come al
L L V
coppa e lo rende invi genero giovane diato tra gli amici, anch'io mandando mi delle Muse agli atleti il nettare
fof
v C mo I c a c
chi ha buona
fama. or
Grazia
giungo
III 1 L v c
Ce sol L P jus
/// hab I
Rodi, per tore ad Olimpia ed a Delfi a compenso ed il padre Damage del suo pugilato, l'isola dalle tre citt? tos, che abitano
con possa argiva.
vc II
com
nun
IIImaj
una cantare storia comune Voglio alla stirpe dall 'inizio, da Tlepolemos, di Herakles. scendono In linea maschile di da Zeus, in linea femminile
er
ine
sono Amyntoridai da Astydameia. La mente degli uomini ? tratta in er rore. ? difficile riconoscere ci? che ? meglio. II fondatore di questa terra colpl Li fratello spurio d'Alkmena.
nec
er
et ora cond
\por
kymnios, L'ira travolge anche il saggio. Apollo gli ingiunse di navigare a Rodi, dove inond? la citt? d'una pioggia Zeus Atena d'oro, quando nacque dal capo del padre.
\pi
cond
Allora
l'urgente debito, di sta d'adempiere bilire per primi un altare ed un sacri ficio alla dea ed a suo padre.
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C. O.
Pavese
e gioia.
Ma
dimenticanza
porta la salita
a sba
Istituirono
sulla cima un
tuario per sacrifici senza fuoco. Zeus oro e Atena fece piovere diede loro nelle arti. Le vie porta immagini simili ad esseri viventi. La fama era grande. ? Per chi sa anche un'arte superiore e senza inganno. Rodi, quando Zeus Peccellenza vano si divisero la terra, non gli immortali era ancora affiorata. Il Sole allora era assente, e fu lasciato senza la sua che Zeus tirasse parte. Ma di nuovo le sorti, perch? aveva visto del mare una emerger? dal profondo e greggi. In ricca per uomini di giurare che que giunse a Lachesis stata sarebbe sta, emersa dal mare, terra Si compi il detto. L'isola crebbe dal mare e fu del Sole. Unitosi cola a Rhodos, gener? sette figli saggissimi, dei quali uno Ia gener? Kamiros, e terra che si divisero la Lindos, lysos in tre parti. L?, a compenso della sua a un sa sventura, si offre Tlepolemos crificio ed una gara atletica. sua. non volle
ars
ve
fa er
-inve
L I v nu L nu v L nu L v nu L nu
In cui Diagoras vinse due volte, quat tro volte all'Istmo, due volte di se ad Atene, ad Argo, guito a Nemea, a Tebe, a Pel in Arcadia, in Beozia, sei volte a lana, sei volte a Egina,
Megara.
L prm t L L L
L L
De!
pr c 1 pr omn
onora vittorioso
l'inno
olim
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Le Olimpiche sa os
di Pindaro
99
?i
mod
co ci
Maj II v
e conosce i egli ? moderato mostra dei la virt? precetti padri. Egli della stirpe di Kallianax. Per la glo in ? ria degli Eratidai festa anche la poich? citt?. In breve ora il vento cambia.
i G,
va
Ci
-P4-1 Lx
il coro fa parte (o finge di xaTs?av: che lo ha accompagnato ad Olim far parte) del corteggio delPatleta, e a v. ora O. rientra a? 4,2. Rodi, pia " ? soggetta ad errori ", il motivo La mente 24s. degli uomini er ? prominente un errore nasce un bene. in O. 7, cf. O. 12,5s. Da " narrare una storia comune ai discendenti di Tlepo 20s. Voglio toutiv inb alia di Herakles", ?\ ?px&? lemos, TXarcoXsjAou stirpe ? sostantivante 0.13,101 Cuv?v, Particolo (cf. N. 10,4 Ta Ilspaso?, Ta S' 'OXup?a auTwv, O. 2,51 tov A?vTjcriS?fxoo) e dipende da ?ov?v. 13. xa? Oppure come P. 2,36 tot? xa? tov ? dimostrativo (solitario sv tolgiv ts e di xa? ?XsyovTai) ?xovt(o), 0.2,86 IIyjXs?c K?Sjxoc " a una narrare comune storia dal loro pende da ?yysXXco: vog?o l'inizio, da Tlepolemos. " " a tutta la stirpe, cf. /. 7,24, P. 6,15, P. 5,102, comune Cuv?v: e la colonizzazione di Rodi. l'antenato perch? Tlepolemos riguarda Toiaiv II motivo com senz'altra specificazione (alia stirpe) ed alla citt? (la vittoria, anche ad onore della citt?)3. ridondano ha alcuna specificazione, significa che significa il canto comune son? al vincitore comuni perch? non Quando l'espressione essa ha riferimento locale e
che il poeta si pone dal punto di vista del coro locale. Altrimenti
?? x<*pw. OK?j. ts xotv?v cp?Xav isfoopisv X?yov xaX?v. ?rco? e?7r?vT' ?yaB?v ?uv?v ?p&coaai 1,46 " a bene che tornano virt? comuni P. 9,54 TSTapiai ", ?ova?ai ?^?' ?psTat? attico ficio di tutti, 8y)fji?aiai. P. touO' ?fAST?pa? ??c6 y^aaa? /. 6,69 ?uvov ?arsi sep ^pod?ycov, 3,2 x?a^xov non ha accezione la xoiv?v altri stcoc. su?aa<9m parola specifica. Negli passi O. 10,11 /.
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C. O.
Pavese
mann bilmente
preveggenza impersonate qualit? v. P. 5,27 sono proverbiali ad indicare un certo carattere, Epimetheus Il T?v yEnnL<x,&?o<; del Prometheus passo o^iv?ou fruyax?pa np?9aaiv. da un gioco di parole. ? un caso particolare suggerito " " ti xai ?7ci dimenticanza 45. Xa&a? aTsxfjiapTa VS90? [??v ?aivsi come er. motivo in quest'ode ob, prominente " e le loro sedi furono dal chiamate 76. x?x?Y)VTai Ss acpiv sSpai loro nome ", C791Vdativo d'agente. 80. mito ?[X9* ?s-9-Xoi?. t?v av&sai: il pronome, relativo o dimostra
thaimenes argivo ?ip?te di T?menos (c. 1090, T?menos c. 1150) condusse i Dori a Creta e a Rodi (Strab. 10,481). II nome di un
re di Argo 2.36,5). Kallianax Eratidai otto Gli era dopo generazioni Eratidai dunque il nome di Herakles. alia stessa T?menos erano (c. 910) probabilmente di Diagoras, Damagetos stirpe. (Paus. figli. Da della re di era Eratos (Paus. Herakleidai. stirpe Ialysos degli che
di un antenato
discendenti
figlio e cinque dita (m. 1,90 c, secondo soltanto ad Herakles (schol. Inscr. c). I suoi figli Damagetos, e Peisirodos e i furono tutti olim Akousilaos Dorieus, nipoti Eukles e nel pancrazio. nel pugilato pionici nell'Altis (schol. Inscr. a e Paus. 6.7,1), Le dove loro sono statue stati si trovavano trovati
I Rodii dicevano leggendario. (schol. Inscr. a). Egli era alto quattro v. 15TOXc?piov ?vSpa), ed era ritenuto
fram
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Le Olimpiche
di Pindaro
101
e Akousilaos
vin
e il pugilato e por a Olimpia il pancrazio nello stesso giorno tarono il loro padre sulle spalle, che ricevette folla la dalla phyllo uno Spartano si congra bolia e il makarismos. In quelPoccasione "
dicendogli
Muori,
Diagoras,
Un
perch? tu non
in 1.46,111). complimento potrai (Cic. tante il stile lac?nico, che anche Pindaro volte che esprime motivo " non "hai il di sommo, puoi aspirare pi? raggiunto adopera: (su), v. Pind. P. 10,28 ? x<*Xxso? oupavo? o?tcot' ajx?aToc a?TO), etc.
in cielo"
Tuse.
O. 8. Ad Alkimedon
Pi-hy L! ve ora
v la sol L! exau pi pr co v re
sono di chi
di Pisa,
corona.
accogli
t G/r-l
v va
Grande
gde
? la gloria di colui a cui va toccano B?ni diversi la tua vittoria. sono le vie della moite agli uomini,
felicita.
Vfr-!
Fr fat L v I L v
il destino riserb? voi a Timosthenes, ch? tu vincesti a Ne Zeus genitore: mea, Alkimedon bello onor? Themis e Egli, lotta, dove
onore.
ro h v
la in
Ce III
Lz
Aigina,
t G3 L*
Ci?
mal si pu? giudi che ? mutevole, ma care; per legge divina quest'isola ? colonna per gli ospiti
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102
C. O.
Pavese
di
jM3
e Poseidon a costrui Egli aiut? Apollo re il muro di Ilion, giacch? era destino distrutto. Tre che andasse serpenti balzarono sui muro appena costruito, due caddero, uno lo sormont?. Apollo il prodigio: sar? rivel? "Pergamos e tua della mano; presa per opera e terza tuoi ai della grazie figli, prima ". Cosi detto, il dio mosse generazione alia volta del Xanthos, delle Amaz e dellTstro. zoni Poseidon ando a riportare
stmo.
Aiakos
ed
a visitare
1T
fG*
'in
inc
Non Se v ae Ce
In ae v c -i L
non mi colga invidia: egli Melesias, e poi il pan a Nemea, vinse anche crazio degli uomini. Chi fanno sa pu? insegnare, facile. la
dis pro
di
gli
inesperti il modo
(dis) ce f v I nu
gde ro nuad ae ad a
-lae -/ -os maj
Egli
sa meglio altro d'ogni per riportar fama dai giochi. lo onora con
la tren
lae sen
sol
del coll'ahito Egli, dio e grazie al suo coraggio, impose a il triste il fanciulli ritorno, quattro disonore l'avo e le vie segrete, e consol? felice. della vecchiaia; l'Ade l'uomo
JG,mai
(thr )
mor
ob lae
dimentica
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Le Olimpiche
di Pindaro
103
de Ce II v nu
Y ^maj (thr
Ora siadai
sesta.
dire lotta,
la vittoria
di cui questa
dei Blep ? la
mor
h mor
Anche tomba
hanno li priva
congiunti.
Vi
Maj
nun P
la Novella ha dato
v L h2
2-3 pr val -i -ca
Voglia
2 pr 3
i malanni. bene, allontani Prego al bene non aggiunga un avverso una vita stino, ma accordando e aiuti loro la citt?. ne,
inden
\\ ? Gin Cin || Vx
d'un L3 racchiude G3 e ?3: esattamente L3 G3 L3 P3 L3 (spezzettamento tema e incastro). ? in modo molto discontinuo. Quest'ode composta ma nello stesso tempo f hy fa parte di Px (non ? un tema indipendente), introduce Px-Vx
cf. tcoijxsvs? avSps?, etc. [x?vTisc avSps?, frase ?pica, " " 9ss. questa festa e questa corona Accogli, Olimpia, significa " " che l'epinicio fu eseguito ad Olimpia, cf. Kamarina accogli, a Kamarina. O. 5,1-3 per un epinicio cantato Nella maggioranza
2.
(v) ? una se
15. Il destino vi fece vincere nei giochi di Zeus, che ? il geni tore della vostra stirpe. II genos dei Blepsiadai discendeva dunque
da Aiakos. 23.
mente".
6 ti
y?p
tcoX?
xa?
noKkq. peny
"ingentemente
e frequente
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C. O.
Pavese
?Xispxsa oppure
x?>Pav Aigina
cinta da
30. Aigina
",
"posseduta
"posseduta e Peleus
Aiakos ". Ci? non ? a rigore corretto. Dei tre figli di Aiakos, Pho
fu ucciso e Telam?n abbandonarono Aiakos senza re. Essa l'isola rimase mon, se awenne al ci? tempo di Aiakos, argivo: se essere vano dorici, pi? tardi non si pu? l'isola Aigina da Aiakos. e Ma Pindaro, eginetiche, nell'intento sorvola a le famiglie Quando Aigina. fu occupata da Triakon non pote gli occupanti dire che essi ricevettero di che lodare c'? tra encomi?stico sulPintervallo
Aiakos
come fosse
corne gli Herakleidai i Dori, nel Peloponneso. e Telam?n Troia nella prima fu presa da Peleus genera terza E che Aiakos. nella da generazione, dopo Neoptolemos chiama quarta, " Cosi detto, e serve solo includendo il dio anche si mosse, etc. Aiakos. " ? del tutto estraneo
a completare il racconto d'un elemento che ? consueto nelle storie divine (motivo iter). servono ? simile a 23s. (motivo 53. La sentenza inc); entrambe " a introdurre una lode. Bundy I can't please I, 16 intende: every body, I know, yet I hope that no one will criticize me for eulogizing ". Tsprcv?v S' sv ?v<9-pc?7uoL??crov saorsTat ouSsv sarebbe dun Melesias " una sono le vie delParte forma del motivo "moite que (motivo e hanno va e inc sono intercambiabili la stessa spesso va). I motivi funzione.
O. 9. Ad
Epharmostos
di Opous,
lottatore
30 = a. 466)
Il canto linico,
(Ol.
78 =
a. 468,
Pyth.
Vi
Poe
co so
c L
v L
c! L
conc
Epharmostos cogli amici; ma ora canta Zeus ed Olimpia, che ebbe in dote da Pelops Hippodameia.
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Le Olimpiche ve III c 3 1
di Pindaro
105
pitica. Non cantando del della dirai lotta citt? e
Vx
c! L ae
la vittoria caduca
ce mo
in onore
gu ce
(Themis
e Eunomia) illustrano la
L L v h III
f Praepz
la citt?, pi? Io, cantando cavallo e di nave mander? nuncio, Charit?s. se sono ben
veloce
di
t<?3 \Mg
lae ro c gde pu
danno
valorosi
sono la gioia. Gli uomini ed esperti grazie ad un dio. altrimenti Herakles avrebbe po a Pylos con Poseidon, battersi
t Praetm
praet praet
e Hades. Apollo tralascia questo discorso; Ma oltrag giare gli dei, menar vanto inopportuno ? da pazzi. dagli dei. Lascia le contese citt? lontano di Proto di la una i fu
t Praep8
el III
cond
Parla
piuttosto
della dove
tM3
fi c!
nov
fa maj h
por
Apri
vecchio, la terra
rap conc
commfi mi ma
form ro h
inondata, ma tosto riemerse. I vostri antenati discesero da loro (Deukalion e Pyrrha), figli di una tonis e di un Kronides, pre figlia Lokros, re, finch? dell'Epeo privo Zeus Opous di figli, fanciulla e furono Iape sem
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106
C. O.
Pavese
a pu
ospiti da Argo, da Tebe, dall'Arcadia e dalla Pisatide, tra tutti predilesse Menoitios, figlio di Aktor e di Aigina. fu il solo con Suo figlio Patroklos a tener testa a Telephos, Achilleus dando prova del suo coraggio; perci? Achilleus
pre accanto
l'esort?
a se.
a combatiere
sem
ars ac
Possa mi?
e
vigore.
hos
vi a L Fr
Son della
vindice di
Lampromachos
1'Istmo,
1fr v (nu)
nu L L L
L -v
v v ae ae
ae ae prm
entrambi vinsero una vittoria quando in un giorno; Epharmostos ebbe altre due vittorie ail'Istmo, altre a Nemea, ad Argo ad Atene, giovani, avversari, adulti, negli e a Maratona, adulti: negli attravers? nei ragazzi escluso dai
L tL L v
abbattuti
se pur pi? di tutto, con virt? apprese; molti cercano fama ma senza l'aiuto del dio, ? meglio La natura val sono le d'ogni impresa. Varie non stesso tutti lo stu coltiviamo vie, ma ? difficile. dio, ogni eccellenza tacere
ce
ac!
1 gde
ce ro
Pi (Je)
questa vittoria, grido ar che quest'uomo per grazia ? abile, forte, ed ha incoronato il tuo altare, o Aias Iliadas.
festa
\ Praetm
elaborato
\ Praepz
e contiene
f M3
anche
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Le Olimpiche
di Pindaro
107
1-4. Nella festa che Epharmostos fece con gli amici a Olimpia
dopo Herakles, (la voce Arch. la vittoria compose per tre volte in cui Pephymnion ryjvsXXa xaXX?vixs ritornava il suono della cetra che mancava), imitare TYjvsXXa voleva era 324 W. Herakles Nell'inno chiamato xaXX?vixs, qui ? u??v onorando e suo figlio ": la citt? Opous si considerare a?vvjaai? pu? parti aor. resultativo, a?v^aai? Gildersleeve), fu cantato l'inno che Archilochos
(sXsXi?cov il processo, e considerarlo ottativo far punto davanti c\ oppure (Dissen): accom 25. 7t:s?x^co: tzz\ltz<? nella l?rica c?rale vuoi dire mandare non mandare a destinazione, da lontano pagnando (numerosi esempi), esser cantato dal coro, come del poema detto dell'inno perci? pu? composto in fuga dicendo dal poeta.
29-35. Non
e Hades a Pylos. Sim. 4 loda un pugile Poseidon, Apollon e Herakles che neanche gli avrebbero Polydeukes potuto " " ? un'iperbole resistere. Pi? forte d'un dio La encomi?stica. e ma lirica c?rale non ? una poesia elementi celebrativa, religiosa, gli
"
scrivere
accento.
S' sxa Xao? "pietra ", cf. Xaa?): sx Ss Xifrwv ?ysvovTO ?poToi, AAOI ex S' AAOTC Hes. Xsxto?? Xouvto, yai7]? 234,3 fr. rc?ps Asi>xaX?<ovi, oaoi ysv?{xsa^a 496 AAOI ad /.). Call. fr. AsoxaXicovo? (v. Pfeiffer " S7TSCOV un una il nuovo via di canto ": 46. poeta canta o?fxov tema Herrn. del o argomento, 451, la leggenda di Protogeneia. & al Si riferisce 74,480, /347. oL\xr? cio? alla leggenda locrese che segue. da Deukalion e da Pyrrha. ol^o? ?oiSyj? Hy. tema o contenuto
canto,
di Prometheus e Pyrrha di Epimetheus. Questi ultimi erano figli di Iapetos. Protogeneia era figlia di Opous Epeios della stirpe di
Deukalion. Essa fu presa da Zeus materno. e genero Egli un figlio che fu affidato e re della citt?
di Opous. Dunque
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108
C. O.
Pavese
= sono poetici: di Kronos I plurali rcp?yovoi (Zeus). = = Zeus. xopav KpoviS?v apparte Opous, Epharmostos Protogeneia, neva a un genos reale (basileion) locrese che discendeva da Opous della stirpe
Non
").
discendenza madri
Pyrrha
I Opous Epeios I
Protogeneia - Zeus
I Amphiktyon
(affidato a) 4 F
Lokros O. 9,62a) e
era figlia di Deukalion. Non credo si deva 1.7,2 Protogeneia e una pi? in Pindaro due Protogeneiai antica (una pi? ma o i Locresi ponevano recente), egli semplicemente Protogeneia due generazioni dei mitografi. pi? tardi che non la versione Questa
genealog?a presuppone rapporti traOpous in Elide e Opous in Locride verso il XV sec, e probabilmente ? pi? au (due paesi "eolici")
tentica. 57s. 58. connota 7cp?v pu? essere awerbio che "prima" o congiunzione "fin
ch? ". Zeus rapi Protogeneia figlia di Opous dal paese degli Epei.
mostra sxaXo? [a?x&?? " il motivo lieto ", sxaXo? (e sinonimi r?cvxoc, etc.) /. 7,41 ?ri Tsprcv?v lep?pispov Sic?xcov /. 3,8 ?yavo? Verglei (v. J. Pokorny, v. Sprachen [1927-32] 2,461,
aver a Zeus Aiakos Aigina generato dopo e si spos? con Aktor, da cui ebbe Menoitios. Me a e dalla Tessalia si stabil! gener? Patroklos Opous
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Le Olimpiche
di Pindaro
109
(schol). Questi in una lite sui dadi uccise Kleitonymos, fuggi con suo padre, fu ospitato da Peleus e divenne amico di Achilleus (Apoll.
to Ss 9uqc xpdcTiaTov Stoxv: per tutto il passo cf. O. 2,86 ? 7roXX? dire che una lode fatta con 90$, s?Scb? 9ua, etc. Vuoi G09O? con cio? una lode naturale, ? migliore di una naturalezza, espressa con mille lode elaborata artifici (SiSaxTa?? ?psra??). " senza l'ispirazione Ma 103. del dio (cio? con una lode arti cosa non anche se taciuta ". Fuori diventa ficiale) ogni pi? brutta, 3.13,8). 100-107.
di litote: con l'ispirazione del dio, ogni cosa diventa pi? bella, quando
se ne parla. " " i canti, senso 107. [xsX?ra studio in questo nel comporre " " art?stico O. 14, 18, N. 6,62, I. 6,66, I. 5,28 (xsX?rav Ss o^icrra?? = latino Ai?? sxaTi 7rp6o?aXov as?i^ojxsvai ( meditatio, (gli Aiakidai) II fu ereditato dalla termine d'arte. prosa meditari). " Ss 7ipo(79sp<ov ocs&Xov, 108. touto offrendo cimento ". questo II linguaggio agonistico ? trasferito ?[x?x&<?>xapS?a ^poo^spcov T?Xfjiav (qui alia fatica esibendo ". coraggio 112. Epharmostos diede una cf. N. 10,30 ouS' cantore, " con animo disposto l'atleta) con banchetto presso l'he al
festa
roon di Aias Diadas, eroe locale dei Locresi. Nella festa egli dedic? la sua corona olimpica sull'altare di Aias (dedica di corone a Olim
pia e in patria, v. 0.4,1, etc.).
O.
10. Hagesidamos
di
Lokroi
Epizephyrioi,
ragazzo
pugile
a lungo a pagare il mio de dugiato usura. Ora come bito; ma lo ripago ad Ponda lava via la ghiaia, cos? paghe remo all'amico un inno comune.
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C. O.
Pavese
jus be
III mu
I Locresi cali,
Zephyrioi
sono
retti, musi
\ M1
pugna Ce L
et v am
Anche duello
In I = i Gin dis n f
gde-la ra su
(He)
lae
Chi ha innato valore pu? essere istrui to coll'aiuto del dio a conquistarsi la gioia senza gloria; pochi colgono fatica, ci? che ? meglio di tutto.
\ M1
ic cond nec
nec pet
nec
i giochi che ispira a cantare istitui con sei gare presso la di Pelops, dopo ehe ebbe ri il compenso da Augeas ed in imboscata iMoliones Ktea di gli avevano re in Elide. Il degli la sua citt? messa a ferro e che
del
sup
nec
cond
si sfugge ail'ira dei forti. E cosi egli alla fine fu preso ed ucciso. raccolta la preda e l'eser Herakles, del cito in Pisa, tracci? il santuario l'Altis in luogo puro, padre, delimito e uso il piano all'intorno per il riposo tra i dodici onorando l'Alfeo serale, dei. E chiam? Kronion di il colle che ai tempi prima, senza nome. Al le Moirai rit?. bottino istitui Esso era Oinomaos, rito erano present? giudice di ve il egli diviso
fat
t ve te ve t cond r? v Ce f eu ev Ce v dee He He a Ce He h3 HevCelIIhabCelII vHe Ce v dee
e come ne dedico le primizie la prima Olimpiade. Chi furono i primi vincitori? di Midea Oionos
vinse
He Ce He
lo stadio, Echemos di Tegea la di Tiryns il pugilato, lotta, Doryklos di Mantinea Samos la quadriga,
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Le Olimpiche
di Pindaro
111
Nikeus luna il lan di
il giavellotto, La pietra.
illuminava risuonava
il santuario
ora, seguendo questi inizi, can teremo in onore della vittoria il dardo il fulmine Il canto potente. dal flauto s'unira alla a Tebe,
dil (sim)
di Zeus,
div pe mor
?Gi
v -c I mor
la -lae
per cara giunse come un figlio al padre che invec senza erede. chia, ch? ? brutto morir? un uomo Cosi vittorioso, quando
?i ?3 Vi
mo c f C
eu III I c t v c
muore senza canto pro Hagesidamos, cura poca gioia alla sua fatica. Te onorano la cetra e il flauto, nu trono le Muse. Ed lodo un io col loro aiuto l'amabile lodo i Locresi, di Archestratos, figlio il pugilato ad Olimpia
che fu reso
immor
6. "il
recato
tempo ragione. qualche fr. 15,1 o?x sSpa? ?pyov ouS' ?(j$oXa?. " nei Rettitudine 13. 'ATpsxsia ", correttezza leggi, etc.
rapporti,
nelle
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C. O.
Pavese
si trovo corne
in difficolt?
19 e 21 = Stes. 30).
19. Come Patroklos a lias. Nella 20s. Pindaro esser Dove tradizione si fu grato non
l'incontro,
Herakles
nel duello
grato
a Achilleus, cosi Hagesidamos sia era pi? giovane omerica Patroklos nelle lodare massime. del " Chi ha innato a conquistare fa onore all'in
di Achilleus
valore la gloria pu? ".
dio
l'allenatore, la virt?. Dove l'insegnamento "aguzza" lodare 1'atleta, ha in dispregio per dar l'insegnamento O. 9,100ss. "La virt? natura val pi? di tutto: innata: e dice
tentano di conquistar pure molti gloria con virt? imparate; ma senza " a l'aiuto del dio, etc. (" contro Bacch. fr. 5 ?rspo? s? sTspou G09O?). " ? ?'pyov izpb toxvtcov ?iOT<p 9<xo?. Cosi a 22 s. "La gioia senza fatica il poeta esprime Se si guarda al valore obiettivo della sentenza, altrove v. P. 8,73 s. "Se uno conquista successo senza il par?re opposto, esser un saggio tra quanti, (gli sciocchi) lunga fatica sembra a molti e toccare si massima felicita nella vita. danno la gran pena, stolti, Ma ci? non ? dato ma sono obiettivo, come il mito, la gn?mica, dinata volte all'intento invece non " 22s. Pochi ". Le agli uomini relative all'oggetto non sentenze non hanno s?, ma un valore Anche ? subor che vogliono in se e per illustrare.
ha valore
a volte Cosi ? bene provarsi, altre celebrativo. essersi provati N. 11, fine). (v. " senza fatica la gioia ? la gnome colgono perti senza nente all'assunto faticoso "ci? (cio? processo d'istruzione); " o che ? meglio ? fuori tema, ? un'aggiunta di tutto ornamentale cosi del motivo tem?tica, dire, per gioia-fatica. un'appendice 76s. ?s?SsTo ... tov syx(?{jiiov ?(X9i Tp?rcov: anche nella descrizione scena estranea d'una la consueta a?fiora al contesto occasionale ?s?SsTO Ss 7r?v tsjasvo? Tsprcvaiai ftaXiai? t?v sy S-aXiai? e syxa>(Jiiov, canto ?s?frsTO e Tp? xc?>(xiov ?fjwpi Tp?TOv: festa 7cov: i due elementi sono fusi. coppia canto-festa.
85ss. Il motivo
vv. nota: 85ss.
dell'indugio
xp?vcp jxsv, ed il paragone "... il canto che fu composto al vecchio padre ".
ma
(esso giunge pi? gradito) come un figlio nato tardi giunge pi?
gradito
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di Pindaro
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Poich?
e cosi
senza che ha propriet? ? brutto morir? uno che belle ha ? pure per compiuto imprese senza canto. uno sviluppo 88-90 introduce gn?mico
la
(non cantero,
O. 11. A Hagesidamos
su
Id
(pri:su) la ev c fu fa
af vi
f Praepi cop L cop gde v ve ars
? fonte della
sua grande virt?. elogio ? tributato copioso agli Questo lo voglio trib?tame uno, Olimpionici. con l'aiuto ma l'arte umana fiorisce c del dio ugualmente. Ha Sappi ora, figlio di Archestratos, corona cantero tua la gesidamos, d'olivo, lodando i Locresi Zephyrioi. Qui v'assicuro venite alia festa, o Muse; che visiterete un pop?lo ospitale, dedi Non to alie gare, musicale cambino volpe e guerriero. e leone la loro
Vx
cogn
I Ce prm
III
c co af C! mu ce hos be a
n (sim)
natura.
f Gx f Praepx Vx Lz
di nei discorsi inni si ripercuotono ss. a stesso P. Lo motivo coloro 6,16 X?yoici sar? dif II canto Swtcov suSo^ov ?pjjiaTi v?xav ... (l'inno) ?7rayysXsu udito P. 10,54s. fuso, cio? sar? cantato di nuovo da coloro che l'hanno 4s. ucjTspov ?px? X?yov che li hanno uditi. : gli
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C. O.
Pavese
'E9upa?(ov 07u' ?(x?L IIyjvsiov yXuxs?av Tcpoxs?vTcov sjji?v. Il canto poteva essere diffuso sia da chi ne parlava, sia da chi lo cantava di nuovo, non averne la prima esecuzione. Talora soltanto udito 1'atleta, dopo v. a lui anche ma Her. diventava insieme 5,102 famoso, l'epinicio " e tra i Persiani uccisero molti uomini anche Eual famosi, questi kides di Eretria, stratego G,TS9avY)90pou? ts ay<ova? ?vaipvjx?Ta xai urce Ci(xcoviSou tou K?jiou 7ioXX? a?vs&svTa. Da ci? si indovina che i non sono cio? altrove scrittori, X?yioi, agli ?oiSo?, opposti prosatori " a poeti. o "parlatori Essi sono "narratori ", non per? opposti e sono coloro letterario del termine: nel significato che, parlando ne diffondono e ne traman le imprese, raccontandosi l'un l'altro dano fama la fama. delle " chiamiamo 7s. la vox populi, ci? che X?yoi, 9<xtis?, etc. sono la saga, che da tempo tramandava immemorabile alla poesia. imprese parallelamente elogio (di canto, come noi la
Questo
? tributato
copiosamente agli olimpionici ? predicativo: outo? a?vo? a9&ovY)To? ?yxsiTai 5OXi>fji7riovixai?. " La mia 9s. 7roi{jiaivsiv xtX. vorrebbe lingua pascolare dere, governare) quel gregge (Ta (?sv: cio? "1'elogio
copiosamente
brilla ugualmente Ci? significa: poeta bene"). (cio? "altrettanto " tutte le sue virt?, ma un elogio sem io vorrei passare in rassegna le illustrare bene". altrettanto ed 7uoijjia?vsiv: ispirato pu? plice cf. N. 8,6 (gli amori) 7roi(xsvs? ?(ji9?7t?XY)crav il letto di Zeus e di Aigina, " /. 5,12 S?o Se toi ?coa? acoTov (xouva 7roi(jiaivovTi tov oXtcvigttov due COSe attendono Eur. Hipp. ? musicale, felicita Eum. della vita ". Altri 91, esempi Aesch. 153. ?(jio?cac: lo scolio intende "per volere divino l'uomo cosi corne tu per volere divino sei vittorioso ". Bundy I 17s. cf. P. 9,81 6 Ss xaipo? ?jjio?ox; 7ravTo? s^si xopi>9av "by judicious selection and treatment the spirit (xaip?c) I can convey (xopi>9?v) " as vv. ". Cosi Bounteous is well 7-10: the laid up just qui praise for Olympian but while those tend would flocks victors, my tongue prompting brings my thought " la mia ?jxo?oc riferito a ?fr?Xsi: Che, idea, non = naturale gde elogio gde ars cf. O. 9,29. come ? un ed gran ispirato, to surer bloom ". lingua che. v. P. 1,41, etc. ? desiderosa, alla
of
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di Pindaro
115
non
e il leone come la volpe compendiosa: la cosi i che Locresi loro natura, cambiano conservino prego si augura le loro belle qualit?. Nella il persistere sempre preghiera v. 0.13,25s. di una situazione che ? durata finora, ?<p&? positiva similitudine vy)to? stcsctctw ysvoio xP0V0V a7uavTa (P3). Non sono necessarie n?
0.12. ^3 hy
= a. (01. 77 472).
figlia Himera. di Zeus
Fortuna,
Tu guidi e le assem
\GX
Le
incontrando vari speranze umane, e fluttuano Il l?. futuro qua errori, ? oscuro. spesso Chi s'aspetta gioia ottiene il contrario, per altri le scia tosto in bene. cambiano anche sarebbe la tua bra
(sim) do
ce exil III
come
V-Cx
v nu L L
h3 hab do
e due volte ad Olimpia Ora, vincitore a Delfi onori i tepidi ed allTstmo, nei tuoi delle Ninfe (Himera) bagni propri possedimenti.
2-5. Hekate
corne hy dice le virt? di Tyche: essa ? utile sulle navi, in guerra questa di Ergoteles. volta ? particularmente da Egli fu esiliato
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C. O.
Pavese
Knossos avrebbe
ed
emigro
a Himera. ai
Se
egli
fosse
rimasto
potuto
quella che non esce dal circoscritto di un gallo da combattimento, ?mbito Eum. 867 ?voixiou S5 opvi&o? ou cTspyco (i.?xv]v. Cosi locale, cf. Aesch. la Iode: Llb. di Ergoteles costituisce questa volta la vicenda biogr?fica erano degli I Cretesi v. della corsa, specialisti Sp?pc ="gin " a Creta, Xen. e Spo^su? =" atleta nasio adulto" Anab. 4.8,27 s&sov. ? strano che malgrado S?Xixov Ss KpYJTsc tcXs?ou? ?j s^xovTa Pindaro. come si deduce ai giochi panellenici, da partecipassero ai attivamente Nemmeno gli Spartani partecipavano gio chi panellenici Forse nel V sec. Non essi, corne perch?. sappiamo ci? essi non
? menzionata
dall'epigramma vittoria
Kunze,
Bericht
la seconda vittoria 19.
e la vittoria nemea sono olimpica celebrata in questo epinicio. L'epinicio cio? fece onori: sprizzare motivo
O.
13. A Xenophon
di Corinto,
stadiodromos
= a. 464) (01. 79
Lodando nica, la gente ai benigna
e pentatleta
V2-L2
nu L
v c 2 bene
olimpio (benefat
hos a III
L*
po gu jus
conoscer? Corinto; trice) e ospitale, essa ? ben governata, e pa giusta cifica, e rifugge da violenza. glorie da dire, e ardisco di non si nasconde 1'innata natura. dirle; o A voi, le Horai diedero Corinzi, an moite vittorie nei giochi, e moite Ho moite tiche invenzioni; ilm?rito d'ogni opera
\ Praepz L,
vc n
ac
os
III
sa
ce
r?
r? mu
be
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Le Olimpiche
di Pindaro
117
Dove trovo fu inventato il morso Corinto ed ? mu il il
chi
templi? e guerriera.
De! pr
-/ se I re co
Zeus
a L Ce [nu]Ce v
non esser signore d'Olimpia, e della invidioso Iode proteggi questo e Xenophon; ricevi la sua pop?lo festa, dove
suno.
che
vinse
finora
Ci
volte
all'Istmo
ed altret
a Nemea.
Suo padre Thessalos vinse la corsa ad a lo ed il diaulos Delfi stadio Olimpia, in un vinse sol giorno, e nello stesso mese tre gare di corsa in un sol giorno e sette nelle Hellotia (a
ad Atene Corinto).
"mai
lungo sarebbe il canto delle istmiche di suo padre Ptoio e di Eritimos. di Terpsias e nemee, la ghiaia marina. in ogni cosa che ? delfiche
c2
L vL
t lo op
l Praet
aile vittorie Quanto non si pu? numerare V'? una misura opportuno
conoscere.
com
sa
Cantando senno
io privato
be ve III sa be
su Corinto,
e lo spirito
guerriero degli avi, e Pintraprendente Sisyphos e coloro che a Troia combat entrambe e contro. le parti, cogli di Licia Glaukos corinzio,
da
M?
la juv
somn
dix
somn juv
dix
sogno disse:
Pegasos, il il Pallas morso; gli porto dea la tost? divenne realt?, re Aiolidas? Prendi
"Dormi,
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C. O.
Pavese
por
ora
la vergine nella notte; egli in piedi e narro il fatto all'in suo ordine della dea. avesse dormito
per sull'altare
ad Atena
danz?
la
danza Amazzoni ed
armata.
uccise
I Praet?
praet
-mor
Taccio la sua fine; il cavallo colto nelle stalle d'Olimpo. Conviene oltre
f Praep2
c op de vc II a
cop
L L br ve af nu nun
ch'io non getti molti dardi a il segno, ch? io sono venuto celebrare gli Oligaithidai. e a Nemea Le loro vittorie all'Istmo dir? torie in breve sessanta Delle tutte insieme, che furono i luoghi. Le vit in entrambi ho gi? detto. olimpiche dira future, allora; ho per ora
L sig
fu praet gde fat spe gDe
dal speranza, ma il successo dipende dio. Se il destino della stirpe avr? il suo corso, ci? dipender? da Zeus e da Enyalios. Le vittorie ad Argo delfiche ed furono sei. Moite nelle
nu L
cop
L cop L te De L L L L L L L L
a Tebe.
Moite
a Pellene, a Si arcadiche, Lykaia a a ad Eleusis, cyon, Aigina, Megara, a Marathon, nelle citt? sotto l'Aitna (Aitna E per e Siracusa), in Euboia. non si potreb tutta la Grecia
l Praet,
ubi
lo praet
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Le Olimpiche
di Pindaro
119
bero
abbracciare.
Ors?, dammi
scansati onore
con
?>4
Delfprfo
ed una
V-L2 Lz
l Praepz
L3 Pz?x
J,Praetc
|| L3 Cm Mz
|Praetm
1. La famiglia di Xenophon
Xenophon vinse nella non vinse nello corsa 01. " 3. yvaxjofxai vedr?, pu? dire altrettanto, stadio e nel 69 = a. 500. visitero a meno
perch?
Thessalos
a Corinto. II verbo tuttavia gesse andato, non abbia mai visto prima Corinto. II coro presumibilmente = scere (yv&vai condo coro si Boeckh che arriva composto valere [xa&s?v) pu? 162 ? causativo "far (parimenti le Muse da amici corinzi
il coro, poich? Pindaro o fosse andato, si fin non significa che il coro canta a Corinto ed ? Cono (se del op
da,
' Terracotta sculpture (Weinberg, 289 s.), v. Plin. N. H. 35, 151-153. 25. ?9&?vY)Toc s?cscjaiv ysvoio Iode ". 36ss. Thessalos vinse due
parte
esser
e nello a Delfi, gare in un solo giorno stesso mese tre gare nelle Panathenaia: motivo vinse [nu], 39. Il v. Bacch. corne 1'aurora delle incoronatore Giorno 7,1-11, gare corne come testimone 9Al il sole testimone Bacch. K., 5,40, Epigr. Alcm. 1,41-43, Sim. 84,4-7B., Bacch. 11,22 (v. Pavese, 'Alcmane',
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C. O.
Pavese
41.
Ptoiodoros
e Terpsias
erano
fratelli.
Thessalos
era
figlio
di Ptoiodoros e Eritimos figlio di Terpsias. Xenophon era figlio di Thessalos. Sono nominati il padre, il nonno paterno, il fratello
e il prozio di Xenophon. paterno oux ?v s?Ss?yjv Xsysiv TOVTiav ip?cpcov cf. O. 2,98 sus? ?pto-jx?v, " " ? la marina s?mbolo d'un ghiaia (p?fjifxoc ?pi&[x?v 7rspLTcs?suysv, numero al conto :motivo lo. A O. 2,98 tanto grande che sfugge usata i il cata benefici di ? Theron, per per qui l'immagine preterir? del nonno 46.
7I0TS cpa?vsTai l[X[Xsv a7uorov il motivo il mito, conclude qui di esso infatti il racconto alla conclusione. s'awia Dopo prelude
O.
14. Ad Asopichos
di Orchomenos,
nello
stadio
dei
ragazzi
De!
exau pr
che
ab?tate
\hy
gDe
lae
sa form
ogni
f gDe fe h h pi
gioia, avete
degli in cielo, sedendo accanto dei; ministre esse venerano Zeus. al trono d'Apollo,
Pi
De! De!
De!
exau v
Aglaia,
re co
e Thalia, figlie di Euphrosyne udite vedendo fie ora, Zeus, questa muover sta per la vittoria leggera; ch? venni a lidia cantar e con Asopichos versi, grazie con poich? a te.
I eu v III
m?sica
Orchomenos
? olimpionica
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di Pindaro
121
ora, Echo, agli infer? a portar al che suo Pannuncio padre Kleodamos ha vinto ad Olimpia.
figlio
Pi t hy Px Vx
5s. Le Charit?s: a?>v y?p ujx?v xsivai Ta <ts> Tsprcv? xai Ta yXoxs' avs cSrcaaav Ta Tsp7Tv'. ?yafro? " artista ". La saggezza
Tai 7i?vTa ?poTOic, cf. O. 9,27 y?p Se xai (70901 xaT? Sa?[Xov' ?vSpsc sysvovT(o). " 7. (7096c significa saggio ", non qui P.
simile
l,41s. sx &S?V y?p ... xai 0-0901, xai X?PaLV ?iaTai 7rspiyXcoaco? t5 I9UV, sono chiaramente dove intese le virt? civiche del senno, della forza e del saper parlare. Le qualit? dalle Charit?s prodotte corrispon dono ai loro nomi: 17. Asopichos bello-Thalia, glorioso-Aglaia. saggio-Euphrosyne, su formato della 'Aaco7c6?, fiume antroponimo
pianura tebana.
in
antroponimi familiari
Form. fino 404). nell'Ade.
Postilla e raccogliere i terni I simboli sono necessari per poter identificare e i motivi. Non di per ovvie potendo ripetere ragioni spazio qui la ' a di ? Semantematica' il lettore riferirsi dei simboli, pregato spiegazione op. cit. 397-417, dove essi sono elencati il volume di Indici nel libro pubblicato Altri e spiegati. Ci? in attesa sulla l?rica c?rale. che sia
articoli simili a questo: il Partenio del Louvre', 'Alcmane, Quad. Urb. 4 (1967) 113-133. < V?neto 132 (1974) 299-328. Atti 1st, Gli Epinici di Bacchilide ', ' La decima e la und?cima Pitica di Pindaro ', Studi Stella (Trie di Pindaro ', in pubblicazione.
Universit?
di Venezia
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