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Ash Ketchum, il protagonista ideale

Articolo scritto da IvanAipom93 in data 10 gen 2014 • Categoria: Pokémon Talk!, Serie tv • Commenti presenti: 38

Il nostro Ash Day raggiunge il suo picco, dopo la pubblicazione di tutte le sezioni che potete visitare a partire
da questa news, con un Pokémon Talk che vi farà discutere molto! Mi raccomando, i vostri commenti sono
la cosa che più desideriamo, ma esprimete la vostra opinione sempre in modo educato e composto, e
rispettando i pareri degli altri.

Ash Ketchum è senza dubbio uno dei personaggi animati più conosciuti del pianeta e protagonista di uno
tra i brand, ugualmente, più conosciuti del mondo. Già superati gli 800 episodi e i 16 film di animazione, la
figura del ragazzo di Biancavilla ha dovuto realizzare un’impresa riservata solo ai migliori: reggere sempre e
comunque, rimanere amato, fare sempre un gran successo ed essere sempre lì, a capo di Pokémon...

Gli anime sono una questione complicata: ogni anno in Giappone ne nascono tantissimi, la maggior parte dei
quali rimangono sconosciuti o relegati ad una stagione da pochi episodi. Per un mangaka (disegnatore di
manga o anime) fare carriera non è per nulla semplice, perché per prima cosa bisogna conquistare il pubblico
con una formula che funzioni davvero. Le serie molto lunghe, che cioè continuano a tenere gli spettatori
incollati alla TV anche molti anni dopo il loro inizio, si contano sulle dita delle mani: Doraemon, Naruto,
One Piece, Dragon Ball, Yu-Gi-Oh!, BeyBlade e forse qualcun’altra. Fidelizzare e mantenere gli spettatori è
difficile, specie perché, molte volte, il personaggio principale di questi anime è soggetto a critiche a lungo
andare; alcuni lo cambiano quando avanzano tra le saghe/generazioni, altri lo mantengono non senza
conseguenze sulla qualità.

Ash Ketchum è a capo di una serie, come detto, che prosegue da 17 anni, da 800 episodi e 16 film. Se non
avesse assicurato il giusto successo, i produttori lo avrebbero sostituito, o fatto crescere radicalmente, o
peggio avrebbero interrotto l’anime. Invece nulla e come nel 1997, anche nel profondo 2014 c’è sempre il
campioncino di Kanto lì in cima! Ci sono alcuni elementi che lo rendono sempre nuovo, fresco, simpatico e
davvero umano agli occhi di chi lo guarda. Il primo è il realismo. Signore e signori, vi annuncio che un
personaggio che vince tutto, domina ogni torneo, trionfa sempre e si dimostra superiore a chiunque altro,
oltre che inefficace è pure finto. Nel mondo non esiste a parte eccezioni microscopiche. Quasi nessuno può
identificarsi in chi vince sempre: la vita ci mette di fronte a trionfi e sconfitte, soddisfazioni e delusioni,
tante cose diverse e non certo ci rallegra costantemente. A volte sento ancora dire che dovrebbero fare una
nuova serie, o stagione, con Rosso protagonista – povero Rosso, ROVINATO da queste frasette fatte, come
se fosse solo una schiacciasassi –, che cattura 150 Pokémon nella prima generazione e sconfigge Lega,
Super4 e Campione di Kanto. E penso, ma sul serio? Cosa ci sarebbe di divertente nel guardare una
persona superiore, che non ha bisogno di mettersi in gioco, che non cresce, che non sente la sfida, che
trionfa già conosciutamente? Diamine, sarebbe una noia. L’anime perderebbe il novantanove per cento dei
suoi spettatori, non farebbe ascolti e soldi, sarebbe sospeso e rimosso.

Fortuna che i produttori di Pokémon sanno fare bene il loro lavoro e hanno centrato in pieno l’obiettivo:
produrre una serie di una qualità tale da poter reggere 17 anni ancora sul tetto del mondo. I recenti dati di
ascolto delle TV giapponesi ci mostrano la serie sempre in cima alle classifiche. Bambini, ragazzi e
soprattutto adulti (lì il target è ben più alto) del Sol Levante sono impazziti? Per nulla.  Ash conquista. E no,
non sto parlando delle sue ipotetiche conquiste amorose (che pure non sono male!), ma
dell’identificazione che ognuno può vedere in lui. Come avete letto nelle sezioni oggi pubblicate, parte per il
suo viaggio con un grande sogno, ma zero esperienza. Affronta tante sconfitte, smacchi, anche sberleffi da
parte per esempio del “superiore” Gary. Immagino che tutti abbiano avuto in passato un compagno di classe,
o di calcetto, o di giochi o di sport o di qualunque cosa, uno più bravo che ci faceva sentire inferiori o ci
prendeva in giro. Magari pure uno con più soldi, mettiamo caso! Ash parte dal basso come tanti di noi. Deve
migliorare e lo fa con voglia di vincere, con determinazione. La sua crescita è lenta e graduale, e dura
molti episodi: in ogni saga trovi nuovi aspetti del suo carattere. E non venitemi a dire che è un male; il vostro
carattere si è definito tutto nello stesso momento? No, avete passato come me e come Ash tante esperienze,
tante giornate, avete incontrato un sacco di persone diverse. Questa è la vita, e Ash ce la mostra in modo
cristallino. Lui perde. Perché perdere è naturale. Tutti perdiamo, un giorno sì e un giorno no. È
l’atteggiamento di fronte alla sconfitta che lo rende un vincente, e un grandissimo. È la voglia di tornare in
campo il prima possibile, di “diventare più forte”, di “diventare fortissimo”. Solo così la vittoria sarà molto
più soddisfacente.

Possiamo rivederci anche nel suo comportamento nei confronti dei Pokémon. Pensiamo a loro come degli
animali ma anche come degli amici e vediamo che Ash fa principalmente le cose giuste. Raramente cattura
un Pokémon per spirito da allenatore che vuole completare il Pokédex: quella è una cosa che
GIUSTAMENTE si deve fare nei giochi, perché lì il giocatore deve vincere ed è coinvolto in prima persona.
Acchiapparli tutti sarebbe peraltro controproducente per un anime, visto che gli episodi sarebbero usati solo
per quello. Ash tratta i Pokémon come faremmo noi. Non li utilizza come macchine da guerra o da vittoria
di un gioco, ma come amici. L’allevamento è diverso da quello di un videogame, perché qui vediamo
qualcosa di realistico: un ragazzo che si rapporta ai propri amici. Alla fin fine, il PokéIo&Te non è una sorta
di sviluppo dell’anime in versione videogioco, un po’ come il Rosso di Versione Oro e Versione Argento?
Quando interagisce con loro, Ash non vuole forzarli – e chi forzerebbe un amico? Non ordina loro di
evolversi, né di imparare una certa mossa, ma cresce assieme a loro. Quando il Pokémon è pronto ad
evolvere – e solo se lo vuole, come Gligar che desiderava diventare Gliscor – asseconda la sua volontà. Un
modo questo di dire che Pikachu sarebbe molto più forte in forma di Raichu, ma non è mai stato persuaso in
ciò da Ash. Idem per quando uno dei suoi amici prende una strada diversa: l’allenamento di Charizard, i
pompieri di Squirtle, il ping pong di Ambipom, la fidanzatina di Butterfree, lo stormo di Pidgeot. Tutti amici
che Ash è costretto a lasciar andare. Non vorrebbe, perché è felice di rimanere con loro. Ma c’è una cosa per
lui ancor più importante: la felicità dei Pokémon stessi, che devono seguire la loro strada e i loro
desideri. Ash antepone la felicità dei propri Pokémon alla sua ed è questa la dimostrazione del suo
perfetto altruismo. È lo stesso meccanismo dei veri amici!

Le sensazioni, i sentimenti, i modi di fare e di allenare Pokémon del nostro protagonista,  sono realistici e
soprattutto umani. Ecco come fa lo stesso personaggio a reggere da ormai 17 anni una serie che viene
sempre amata – perché ricordate che il mercato funziona così: se non facesse apprezzamento e quindi
successo, sarebbe sospesa e cancellata. Pochi altri al mondo possono farsi apprezzare per così tanto tempo.
Ash può, Ash ci riesce. E il motivo è che ci fa emozionare ogni episodio coi suoi gesti semplici, spontanei e
naturali. Perché è proprio come noi.

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