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Impara l’arte
giapponese del kintsugi, per valorizzare
ferite e fragilità
Le 6 tappe del lento cammino da seguire per una completa guarigione
Fase 1: la rottura
Fase 2: assemblare
Nella vita come nell’arte del kintsugi, a volte è necessario prendersi del tempo per
valutare la situazione, porsi le domande giuste, ricostruire il puzzle del proprio
percorso. Questa fase vi invita a conoscervi meglio: identificando gli schemi che si
ripetono nella vostra vita, i problemi o le tematiche ricorrenti. E poi apritevi agli altri,
al cambiamento. Provate qualcosa che non conoscete, lasciatevi sorprendere.
Fase 3: pazientare
Anche nella vita, per andare avanti alla meglio, dobbiamo prenderci del tempo per
sbarazzarci del superfluo che ci intralcia, fisicamente e mentalmente. Qualunque sia il
vostro eccesso - materiale (troppi oggetti accumulati, troppe spese) - fisico (chili di
troppo...) - mentale (troppe responsabilità, troppi obblighi) - dovete fare spazio, così
da vedere con maggior chiarezza. Tornate all’essenziale. Quindi concentrate tutti gli
sforzi sul raggiungere un unico obiettivo alla volta e restate focalizzai su questo per
almeno un mese.
Fase 4: riparare
A poco a poco rimuoviamo strati di emozioni che, come un’armatura, abbiamo usato
per proteggerci dagli altri e da noi stessi. Raggiungiamo gradualmente il cuore del
nostro essere, il nostro vero io. Il nostro cuore ora è messo a nudo, ma forse per la
prima volta, dopo tanto tempo siamo finalmente autentici.
Fase 5: rivelare
Fase 6: esaltare
Come l’oggetto trasformato dall’arte del kintsugi rivela tutto il suo splendore, anche
voi vi renderete conto di essere finalmente guariti e trasformati. Fate un passo
indietro, osservatevi, avvertite in ogni cellula il senso profondo di questa nuova
integrità. Ora sapete di essere dei sopravvissuti, e di non essere più ridotti in mille
pezzi.