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1 STORIA
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Oggi la Red Bull è un brand globale ma solo in pochi conoscono la
storia del talentuoso e creativo Dietrich Mateschitz. Dopo gli studi
universitari intraprese una carriera di successo nell'ambito
commerciale della Unilever. In poco tempo divenne direttore
marketing della filiale tedesca.
Nell’estate del 1982, durante un viaggio d'affari in Asia, egli lesse
una storia sui primi dieci contribuenti giapponesi. Rimase sorpreso
che il primo della lista fosse lo sconosciuto Mr. Taisho, il quale
introdusse un drink dai
50
poteri energizzanti in
40
Giappone. In una delle sport drink
tappe successive del 30
energy drink
proprio viaggio d’affari in 20
bevande base
Thailandia apprese, da un 10 frutta
proprio distributore locale, The pronto
0
che gli energy drink erano
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un prodotto conosciuto anno 2005 anno 2006
-2-
Così venne l’idea a Mateschitz di avviare un proprio business per
introdurre gli energy drink in tutto il mondo, riuscendo a realizzare
uno dei più grandi successi commerciali che si ricordino,
trasformando in business un prodotto “scoperto” durante una
pausa di lavoro.
Mateschitz chiese aiuto ai propri amici, i quali però pensavano che
avesse fatto un’ errore a investire i propri risparmi in una sfida così
difficile. Infatti la burocrazia austriaca non avrebbe permesso la
vendita senza dei test scientifici per i quali furono necessari più di
tre anni. Nel frattempo vennero disegnati la lattina e il logo e venne
inventato lo slogan “Red Bull ti mette le aliii”.
Tuttavia Mateschitz doveva ancora trovare un imbottigliatore,
perché tutti quelli che vennero contattati si rifiutarono non
credendo nel successo del prodotto. Solo Roman Rauch, il più
grande imbottigliatore dell’Austria, decise di produrre le lattine.
Nei due anni successivi, dopo molte azioni pubblicitarie le vendite
cominciarono a crescere, ma lo stesso andamento lo registrarono
anche le perdite. Nonostante quest’ultime ammontassero a quasi
1milione di dollari, Mateschitz non si diede per vinto e continuò a
finanziare il suo business senza capitale di terzi. Egli aveva capito
che il mercato austriaco non era sufficientemente ampio, quindi nel
1993 decise di espandersi prima in Ungheria e poi in Germania.
Negli anni l’aumento delle vendite di Red Bull ha permesso di
creare un mercato da 2 miliardi di dollari diventando un brand noto
a livello globale.
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vendite
1,8
1,6
1,4
1,2
1
0,8
0,6
0,4
0,2
0
1986 1989
1991 1993
1995 1997 vendite
1999 2001 2003 2005
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Il consumo crescente degli energy drink è identificabile quasi
esclusivamente con la crescita di Red Bull nel mercato mondiale; i
segreti che si celano dietro numeri e trend vanno ricercati in una
strategia di marketing molto mirata, studiata per garantire risultati
nel lungo periodo e supportata da investimenti a dir poco ingenti,
pari al 30% circa del fatturato annuo (fonte: Largo Consumo
5/2005).
La Germania è attualmente il principale mercato con il 26% circa
della domanda, a cui seguono l’Austria e la Gran Bretagna con il
20% ciascuno. In Italia la loro affermazione è stata ritardata dal
divieto alla commercializzazione, sancito dal Ministero della Sanità,
a causa dell’elevato contenuto di caffeina. Stabilita, poi, la non
nocività del prodotto e stimolati dal principio della libera
circolazione delle merci in ambito UE, gli energy drink sono stati
introdotti anche nel nostro paese, che tuttavia presenta consumi
molto limitati.
In Italia Red Bull detiene l’84% del mercato, contro una media
mondiale di circa il 90%; tale differenza può essere ricondotta ad
un’introduzione tardiva del prodotto rispetto ad altri paesi, che ha
favorito una pronta reazione dei concorrenti avvantaggiati da una
mancata identificazione nel marchio.
L’aumento dei volumi di vendita di Red Bull in Italia è rappresentato
sinteticamente nella seguente tabella.
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Tabella2:Variazione percentuale delle vendite
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Per sopravvivere in un mercato in cui il brand principale è diventato
sinonimo del prodotto per antonomasia, i competitors si sono dovuti
differenziare.
Burn, per esempio, lanciato nel 2004, ha puntato su un target ben
specifico, quello della notte: soprattutto giovani, ma anche meno
giovani, frequentatori di discoteche e locali notturni, che amano
fare le ore piccole e vivere la serata fino alla fine.
Chinò Energy, lanciato nel 2003, si distingue invece posizionandosi
in un settore intermedio tra gli energy drink e i soft drink; rispetto
ad altri prodotti del settore, infatti, è meno energetico e stimolante,
ma è più dissetante e meno denso. Inoltre il gusto di Chinotto è
chiaramente riconoscibile e il consumatore sa immediatamente
ricondurlo alla marca. Questo rappresenta un enorme potenziale:
potrebbe significare, infatti, un futuro spostamento dei bevitori di
Chinò verso la versione energetica. Se questo accadesse, Red Bull
dovrebbe iniziare a preoccuparsi e prendere serie contromisure per
mantenere la leadership, basate sulle risorse disponibili e sulle
competenze distintive che sono alla base dei fattori critici di
successo e che ne hanno fatto il vantaggio competitivo.
PRODOTTI SOSTITUTIVI
Nel settore dei soft drink ci sono diversi prodotti sostitutivi di Red
Bull. Questi prodotti appartengono a diversi settori come quello
degli sport drink e quello delle bevande naturali. Nel settore degli
sport drink si possono identificare come principali concorrenti i
prodotti appartenenti alla gamma di bevande “targate” Gatorade e
Powerade. Questi sono prodotti sostitutivi nel senso che sono rivolti
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ad una clientela formata da sportivi. La funzione d'uso di questo
gruppo di clienti è quello di avere una bevanda che gli permetta di
recuperare le energie fisiche e di reintegrare i sali minerali dopo
sforzi fisici prolungati. Sono rivolti sia agli appassionati di sport, che
lo praticano a livello amatoriale, sia per gli sportivi di professione
come ad esempio le squadre di calcio o basket.In un primo
momento, data la somiglianza tra le funzioni d'uso, ENERGY DRINK
e SPORT DRINK venivano considerati molto simili e costituivano un
unico settore. Ciò ci permette di affermare che i confini tra questi
due settori sono molto labili e di difficile identificazione. Per quanto
riguarda le sostanze naturali possono essere considerati come
prodotti sostitutivi sostanze come Caffè, Thè, Erba Mate, Ginseng e
Guaranà. Queste bevande si rivolgono a gruppi di clienti con età
indifferenziata che le utilizzano per soddisfare il bisogno di energia
durante le giornate di lavoro e studio. Hanno un costo
generalmente più basso rispetto a quello di Red Bull e delle altre
sostanze energizzanti. Un ulteriore prodotto sostitutivo è
rappresentato dalle barrette energetiche che si rivolgono a un
gruppo di clienti formato da sportivi che utilizzano, per soddisfare il
loro bisogno, una tecnologia diversa. Nonostante l'influenza
esercitata dai prodotti sostitutivi, Red Bull e il settore degli Energy
Drink sono riusciti a svilupparsi e ad aumentare notevolmente i
propri volumi di vendite.
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N.B. I consumi in volume sono espressi in 10 litri
ANNO 2004 2005 2006
Consumi in 3,479 4,602 6,767
volume
Variazione % +18% +24,4% +47%
Tabella 4: Energy Drink Vendite a Volume-Dati Italia. Fonte: ACNielsen
POTENZIALI NUOVI ENTRANTI
In questo segmento il ruolo dei nuovi entranti è molto particolare.
Innanzitutto non esistono barriere all'entrata ne di tipo strutturali ne
strategiche. Generalmente quando si manifesta la possibilità di
ingresso di un nuovo concorrente gli incumbents tendono a
modificare comportamento al fine di difendere la propria
posizione. Red Bull nonostante sia l'incumbent principale del settore
non ha adottato alcuna strategia difensiva, tant'è che ha un prezzo
per unità decisamente superiore a quello dei concorrenti.
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nuove imprese. Nel settore sono presenti diversi produttori con
quote di mercato molto piccole che distribuiscono a livello locale.
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F. d’uso
Happy
Energ Hour
Lavoratori
Giovani
Gruppo
Ho.Re.Ca. clienti
Grande Distribuzione
Tecnologia
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clienti i LAVORATORI che hanno bisogno di energia e quindi una
funzione d'uso ENERGIZZANTE. La tecnologia è sempre la GRANDE
DISTRIBUZIONE:
SEGMENTO A
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Questo è un segmento costituito da giovani di entrambi i sessi con
età compresa tra i 18 e 30 anni. Per la maggior parte sono studenti
residenti nel Nord-Italia aventi un reddito medio-basso. Sono
persone a cui piace la vita notturna. Il gruppo di clienti appartenenti
a questo segmento cercano una bevanda che vada mischiata con
qualche superalcolico in maniera da ottenere una bevanda che dia
la forza di restare attivi durante le notti in discoteca. I canali di
distribuzione sono: Bar, locali notturni e tutti i luoghi frequentati da
una clientela giovane.
SEGMENTO B
Questo segmento è formato da persone con un età superiore a 18
anni che, soprattutto per lavoro, sono costretti a lunghe ore di guida
(ad es. i camionisti o gli autisti di autobus). Questo gruppo di clienti
cerca una bibita che dia energia al fine di poter affrontare in
maniera più sicura la loro attività. I canali distributivi sono gli
Autogrill e le aree di servizio.
SEGMENTO C
Il terzo segmento è costituito da studenti e lavoratori con un età
compresa tra i 14 e i 25 anni. Sono ragazzi con reddito medio-basso
e residenti nelle periferie dei grandi centri urbani. Questo è un
ambiente caratterizzato da persone a cui piace la musica (rap, hip-
hop e punk; comunque generalmente la musica che non viene
trasmessa in radio e in televisione) e gli sport come Skateboard o
Snowboard. Questo segmento ha come canale distributivo i bar ed i
canali di massa (supermercati ed ipermercati). Il beneficio ricercato
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è quello di una bevanda dissetante e che permetta di affrontare gli
sforzi fisici.
SEGMENTO D
Un ulteriore segmento è formato da giovani con età compresa tra i
20 ed i 35 anni e residenti nei centri urbani. Sono sostanzialmente
studenti o lavoratori e cercano una bevanda che li aiuti a
contrastare la stanchezza derivante dalla propria attività.
Supermercati, Ipermercati ed i centri commerciali costituiscono il
canale distributivo.
SEGMENTO E
Un altro gruppo di clienti è quello di persone adulte aventi ruoli
professionali molto importanti e di prestigio, con reddito medio-alto.
Il beneficio ricercato è quello di una bibita che aiuti a tirarsi su per
affrontare meglio il lavoro.
75% CONSUMO
IMMEDIATO
45%
RETAIL
25% CONSUMO
RED POSTICIPATO
BULL
55%
HoReCa (Consumo immediato)
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Per quanto riguarda l’ultima attività tra quelle primarie, ovvero i
Servizi, nel caso di Red Bull non fa parte della catena del valore.
La prima attività secondaria che analizziamo sono gli
Approvvigionamenti. Questa è un’attività che, come nella maggior
parte delle imprese che operano in settori alimentari, data la
ripetitività dell’operazione, non permette di costituire vantaggio
competitivo. L’attività di Sviluppo della tecnologia nel nostro caso è
interna alla Red Bull Austria e si occupa della ricerca e sviluppo del
processo produttivo. Per quanto riguarda la Gestione delle risorse
umane questa è caratterizzata dalla possibilità di usufruire del sito
www.redbulljobs.it sul quale viene inserita la lista delle posizioni aperte in
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INNOVATIVITA'
Posizion.
Red Bull
FUNZIONALITA' GUSTO
Posizionam.
Coca-
Cola
TRADIZIONALITA'
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presenta tassi di crescita esponenziali, soprattutto se confrontati
con i tassi di crescita degli altri segmenti dei CSD.
Red Bull ha una quota di mercato relativa dell’ 84% (pari a circa 8
volte quella di Coca Cola) del totale.
84% 16%
16%
COCA-COLA
Coca-Cola nasce ad Atlanta nel 1886 dalla soda fountain della
Jacobs’ Pharmacy. Solo nel 1894 con l’apertura del primo
stabilimento di imbottigliamento si apre la strada al successo noto a
tutti. Coca Cola è la più universale tra le parole, il marchio,che vale
70.453 milioni di dollari, è al primo posto nel mondo davanti ai due
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colossi dell’informatica Microsoft e IBM. L’azienda è presente in 200
Paesi con oltre 1 miliardo di vendite da ripartire tra il marchio Coca-
Coca e gli altri brand del gruppo (es. Coca-Cola Light, Fanta,
Sprite…).
Il sistema Coca-Cola è diviso in due grandi segmenti: “The Coca-
Cola Company” a cui fanno capo produzione e vendita dei
concentrati, marketing strategico, pubblicità, relazioni esterne, e gli
“Imbottigliatori” che si occupano invece della gestione dei processi
di produzione, commercializzazione, distribuzione dei prodotti di
“The Coca-Cola Company” e di tutte le attività di marketing
operativo.
Tale sistema, può essere definito come una delle più grandi realtà
di franchising. La strategia che ha permesso alla multinazionale di
Atlanta di affermarsi in modo così capillare in tutto il mondo è stata
la scelta di cedere i diritti di fabbricazione e distribuzione dei propri
prodotti a società di imbottigliamento già operanti nella
distribuzione di bevande a carattere locale nelle varie nazioni. Una
seconda fase di strategia globale relativa alle operation è stata
quella di consolidare queste realtà locali attraverso la loro
acquisizione, ristrutturazione aziendale e rivendita a un numero di
imbottigliatori più consolidati
Dal punto di vista dell’organizzazione e gestione aziendale la terza
fase è poi proseguita attraverso la creazione di gruppi di
riferimento.
In Italia il più grande produttore e distributore di prodotti Coca-Cola
è la Coca-Cola HBC Italia, che serve principalmente il centro nord
Italia con il 70% del business, mentre nel centro sud la produzione e
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distribuzione sono affidate rispettivamente alla Sibeg (23% del
mercato italiano) e alla Socib (con il rimanente 7%).
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Nogara
E’ il sito produttivo più grande con 62.000 mq. Qui si producono:
Coca Cola, Fanta, Sprite, Nestea, Powerade, Burn, Beverly e
Kinley.Nel 2004 in questo stabilimento sono stati fatti ingenti
investimenti che hanno portato all’istallazione di una linea di
imbottigliamento per soft drink gassati.
Gaglianico
Ospita due magazzini, l’area produzione, gli uffici e il laboratorio.
Campogalliano
E’ il principale centro per la riparazione delle attrezzature
refrigeranti dotato di infrastrutture tecniche all’avanguardia e di
tecnici altamente specializzati che ogni anno rimettono a nuovo più
di 10.000 attrezzature tra frigoriferi, impianti alla spina e
distributori automatici.
Corfinio
Situato in provincia dell’Aquila, produce Coca Cola, Fanta, Sprite,
Nestea e Kinley.
Il gruppo Coca Cola Hellenic Bottling Company (CCHBC) è quotato
alla Borsa di Atene. La società opera con oltre 41000 dipendenti su
80 stabilimenti e 250 centri logistici, serve 1 milione e 400 mila
clienti e 500 milioni di consumatori finali in 28 Paesi.
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N° Stabilimenti 80 impianti di produzione
250 centri logistici di distribuzione
N° Clienti 1.400.000
N° Consumatori finali 540.000.000
Paesi serviti 28
Vendite in volume (esercizio 2006) 1.746 milioni di casse unitarie (+11%
rispetto al 2005)
Utile netto (esercizio 2006) 378 milioni di euro (+18% rispetto al
2005)
Fonte: www.coca-colahbc.com
Fonte: www.coca-colahbc.com
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Il mercato affidato a CCHBC è stato diviso in tre grandi segmenti
ciascuno formato da paesi con tenori di vita similari e con pari
prospettive di crescita.
In Italia il mercato è caratterizzato dalla presenza di un numero
molto elevato di punti vendita.
GROSSISTA 83%
Esercenti Indipendenti
PUNTI VENDITA
(>200.000)
Grande Distribuzione
(Ipermercati e Supermercati)
+
17% Distribuzione Organizzata
(grandi gruppi d'acquisto, cooperative)
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CLIENTI
38%
Ristorazione, Bar
SOCIB Spa
Il Gruppo rappresenta il secondo imbottigliatore, per dimensione e
fatturato, del sistema Coca-Cola in Italia con oltre 550 dipendenti, 4
impianti di imbottigliamento, 12 linee di produzioni, 11 magazzini
periferici, 4 aree commerciali e un fatturato globale nel 2003 pari a
260 milioni di euro.
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Coca-Cola, Coca-Cola Light, Coca-Cola
PRODUZIONE senza caffeina, Fanta, Fanta Chinotto, Fanta
Red Emotion, Fanta icy gusto limone, Sprite e
Kinley
COMMERCIALIZZAZIONE Powerade, Minute Maid, Nestea, Burn e
Beverly
Tabella 5 Portafoglio brand SOCIB; fonte: www.socib.it
41% TRADIZIONALE
(105 CLIENTI)
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Coca-Cola srl Beverly Aperitivo analcolico
Burn Energy drink
Coca-Cola Bibita gassata
Coca-Cola light Bibita gassata ipocalorica
Fanta Bibita gassata fruttata
Fanta free Bibita gassata ipocalorica
Kinley Tonica e bitter
Minut Maid Succhi di frutta
Nestea Tè freddo
Powerade Sport drink
Sprite Bibita gassata al limone
Sprite Zero Bibita al limone ipocalorica
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frequente durante le uscite serali. I locali in cui questi prodotti sono più
commercializzati sono infatti discoteche e disco bar. Gioca su questa
consapevolezza la comunicazione di Burn, con il claim ”l’energy drink
della notte per restare accesi fino all’alba”, chiaramente rivolto a
pubblico giovane, mentre Red Bull ha puntato a un target più
allargato, con spot che non evocano una particolare occasione di
consumo, ma focalizzano l’attenzione, in modo molto concreto, senza
rivolgersi a una determinata fascia di età. Il marketing firmato Coca
Cola è incentrato sulla consapevolezza che l’unico modo per attaccare
la leadership è quello di non fronteggiarla direttamente, ma di creare
dei prodotti molto differenziati in cui il consumatore si identifica più
facilmente. L’aggressività di Coca Cola la si evince dalle diverse
tipologie di prodotto che frammentano il mercato, ma che
complessivamente abbracciano il target obiettivo di Red Bull, ed
facilmente intuibile che se il mercato degli Energy drink continuasse a
crescere si assisterà al lancio di nuovi Energy drink Coca Cola.
Sin dalla fondazione dell’azienda, le attività che ne hanno costituito la
fonte del vantaggio competitivo, sono state il capillare sistema
distributivo basato sul franchising, e il marketing, declinato nei suoi
vari aspetti. Le competenze nel marketing sono sempre state una leva
competitiva fondamentale per l’azienda. Nel corso del tempo però le
modalità con cui essa ha gestito questa funzione sono cambiate. In
una prima fase, in cui l’azienda aveva un solo prodotto da vendere si
può parlare di un’azione di marketing di massa; quindi con
l’introduzione di nuovi prodotti si è passati ad un marketing
differenziato; oggi, data l’estensione sia geografica che della gamma
dei prodotti, si può parlare di marketing segmentato e localizzato,
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ovvero di una gestione focalizzata delle attività di marketing e trade
marketing, diversa da paese a paese e per ciascun segmento o nicchia
di mercato. Questa varietà di prodotti è soprattutto finalizzata a offrire
alternative di scelta alla clientela, con l’obiettivo di creare un volume di
vendite totali maggiore, anche se ovviamente questa strategia implica
un aumento dei costi (di produzione, delle scorte, amministrative,
promozionali, ecc.); è chiaro come questa strategia di marketing sia
coerente con l’obiettivo dell’azienda di guidare l’espansione del
mercato dei soft drink. Nella costruzione dell’immagine di marca, ogni
annuncio deve portare nella stessa direzione: la pubblicità del prodotto
deve proiettare la sua stessa immagine, anno dopo anno. L’immagine
possiede notevoli effetti sul comportamento del consumatore, grazie a
fenomeni di riconoscimento, di attaccamento, di fedeltà che giocano
un ruolo spesso determinante nel mercato. Perché Coca-Cola sia
ricordata e acquistata, è necessario che la sua immagine sia gradevole
e accettabile per il consumatore. Per far sì che la sua pubblicità abbia
successo è necessario che presenti il prodotto in maniera tale da
suscitare quel complesso di opinioni, atteggiamenti, emozioni che ne
costituiscono l’immagine. La Coca-Cola Company ha utilizzato la
comunicazione pubblicitaria per far leva su considerazioni e proposte
non solo di ordine materiale, oggettivo, razionale, ma anche su spinte
di natura psicologica, affettiva, emozionale. Ciò significa rendersi conto
che il consumatore fa attenzione ad altri tipi di promesse, altri tipi di
aspettative di ordine diverso da quelle pratico-funzionali: aspettative di
gratificazione di tipo psicologico che non hanno niente a che fare con
la natura stessa dei prodotti. La parte visiva della pubblicità Coca-Cola
è sempre stata contemporanea e volta a rispecchiare i desideri e i
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sentimenti della società dove viene introdotta, restituendo
un’immagine di vita molto realistica nella sua irrealtà, in cui tuttavia il
consumatore riesce a cogliere abitudini, mode, rapporti sociali,
desideri tipici del contesto sociale in cui si trova. Il messaggio da
trasmettere è unico in tutto il mondo e deciso a livello strategico dalla
sede centrale di Atlanta; quindi tali linee guida sono passate alle filiali
mondiali e adattate al mercato dove l’azienda opera; l’effetto di tale
struttura, operante anche in altre aree di attività aziendale, è il
mantenimento di una comunicazione coerente a livello globale, ma
fortemente “adattata” al mercato. Il punto di forza della pubblicità
della Coca Cola è da sempre concentrato nell’impatto visivo che la
pubblicità dell’azienda ha (immagini sempre molto colorate e “vive”) e
negli accostamenti a cui il marchio si è associato nel corso del tempo,
ovvero il Natale e le Olimpiadi. La forza di questi due accostamenti è
notevole ed ha giovato nel corso del tempo non poco all’azienda.
Soprattutto le Olimpiadi sono state usate dall’azienda per introdurre i
suoi prodotti in mercati ancora poco sviluppati come l’Europa negli
anni ’30; il prossimo anno con le Olimpiadi di Pechino l’azienda conta
di investire massicciamente nella sponsorizzazione dell’evento, data
l’importanza del mercato cinese, in forte crescita e lontano dalla
saturazione. In conclusione il sistema produttivo vede il suo punto di
forza nella rete di imbottigliatori/distributori che l’azienda ha creato nel
tempo più che su ogni altro aspetto legato alla produzione. Qui risiede
infatti uno dei suoi maggiori vantaggi competitivi attuali, ovvero il fatto
che Coca Cola è disponibile pressoché ovunque nel mondo. La
strategia di perseguire un’espansione tramite gli accordi di franchising,
oggi risulta vincente, visti i risultati ottenuti dall’azienda, ma non è
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priva di rischi. Visto lo scarso livello di controllo e di decentralizzazione
delle decisioni gli accordi di franchising possono portare brutte
sorprese e soprattutto danneggiare il marchio e il suo posizionamento
in caso di comportamenti scorretti del franchisee. Più di una volta nella
storia, la compagnia ha pagato in termini di immagine gravi errori
commessi dagli imbottigliatori nel processo di imbottigliamento ed è
dovuta correre ai ripari, in alcuni casi favorendo il consolidamento di
imbottigliatori minori, per accorciare la catena di controllo. Simili
incidenti non sono capitati ad esempio alla Pepsi che, al fine di
garantire il massimo livello di qualità e sicurezza dei suoi prodotti,
controlla direttamente tramite sue società l’intero processo di
produzione e imbottigliamento (salvo che in determinati mercati).
D’altro canto questa tipologia contrattuale ha garantito all’azienda,
un’espansione rapidissima a costo pressoché zero, espansione che
nessun altro concorrente ha potuto eguagliare. Ha inoltre consentito la
massima penetrazione in tutti i mercati dove sono presenti i prodotti
Coca Cola, anche grazie all’esperienza di personale locale nella
vendita; infine, altro fattore di capitale importanza, tale strategia è
reversibile: accortasi che in talune aree geografiche i profitti degli
imbottigliatori erano alti, l’azienda ha provveduto ad acquistare quote
azionarie consistenti negli operatori più profittevoli, lasciando
indipendenti quelli meno efficienti, migliorando i profitti portati
all’interno dell’azienda. Senza dubbio, senza aver adottato la strategia
di franchising la Coca Cola Company non sarebbe quella che tutto il
mondo oggi conosce. Concludendo, l’azienda non è affatto
intenzionata a riposare sugli allori. Dopo aver conquistato prima gli
Stati Uniti e poi il mondo con la Coca Cola è intenzionata a portare
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avanti una strategia di dominio globale del mercato delle bevande
attraverso la diversificazione del portafoglio e la decentralizzazione e
divisionalizzazione della propria struttura, al fine di ottenere la
massima flessibilità e la massima efficienza allo stesso tempo.
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Il vantaggio competitivo di Red Bull risiede nelle strategie di
marketing, Coca-Cola invece ha fatto della capillare distribuzione un
elemento di vantaggio competitivo.
Coca-Cola presenta una struttura a rete, questo però è una
conseguenza sia della storia che delle strategie utilizzate nel corso
degli anni. La struttura a rete permette a Coca-Cola di essere più
vicino al mercato e quindi di riuscire ad avere una distribuzione
ramificata a livello globale.
Per Red Bull possiamo ipotizzare (a causa della mancanza di
informazioni) una struttura funzionale modificata, al primo livello ci
sono tutte le funzioni principali; al secondo livello della funzione
commerciale si è usato un criterio di specializzazione per area
geografica.
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Coca-Cola per introdurre la sua nuova bevanda energetica ha
sfruttato la propria forza distributiva, mentre Red Bull ha lavorato a
lungo per ottenere i risultati attuali.
Nonostante tutto Red Bull riesce a mantenere quote di mercato
molto più grandi rispetto ai colossi del settore che hanno investito
centinaia di milioni di dollari.
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COMMENTO ORGANIGRAMMA
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• L’evoluzione nelle politiche di marketing. Dalla tradizione delle 4P
all’innovazione dell’e-business. S.Missineo; editrice Franco Angeli
SITOGRAFIA
• www.redbull.it
• www.marketpress.it
• www.globalmarket.it
• www.mymarketing.it
• www.cocacola.it
GESTI
• www.sibeg.it
DIREZIONE ONE
• www.sogib.it GENERALE “ATTI
PIANIFI VITÀ RED
• www.chinoenergy.it
CAZION PIANIFI
SPOR BULL
E F1
• http://mba.sdabocconi.it
STRATE
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GESTIO RACI
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• GICA
www.wikipedia.it RAPPOR
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• www.istat.it RISORSE ISTITUZ TOR
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• http://www.beverfood.com RED
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RED
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I
AMMINIS GERM
TRAZIONE
MARKE ANY
RED
TING E BULL
USA
VENDIT
E
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GESTIONE AZIONI DI
FORZA COMUNICA