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di ¯    ô

³Tutto ciò che esiste nell¶universo è frutto del caso e


della necessità´ (Democrito). J. Monod, Nobel 1965
per la medicina, pubblicava c 

 
esattamente 40 anni fa, rilanciando un tema che
coinvolge non solo la concezione scientifica del
mondo, ma anche quella della libertà dell¶uomo.
Se   à indica l¶impossibilità di essere altrimenti,
l¶essere rigorosamente determinato da altro, da
rigorosi rapporti causali,

, invece, indica assenza di causa o di scopo. Caso e
necessità sarebbero antitetici, e così li considerava la scienza moderna. Giusta la
riassunzione che ne fece nel 1776 Laplace: se l¶universo è retto da leggi inesorabili e
immutabili, tali da permettere a un¶ipotetica intelligenza che conoscesse le condizioni iniziali
e tutte le leggi operanti in esso di poter prevedere tutti gli accadimenti futuri con assoluta
precisione, il caso non esiste. Parlare di libertà è frutto di un¶illusione ottica, di un pregiudizio
antropocentrico e animistico che proietta sulla natura la rappresentazione che l¶uomo ha di
sé. Tale concezione sarà fatta propria dal positivismo di Comte, ma lo stesso Kant (e con lui
Schopenhauer), pur postulando la libertà dell¶uomo, considerava il mondo fenomenico retto
dalla rigida necessità.
Ai primi del Novecento, Gödel dimostra l¶impossibilità di una piena formalizzazione della
matematica; la meccanica quantistica (con il principio di complementarietà di Bohr e quello di
indeterminazione di Heisenberg), afferma l¶impredicibilità matematica di alcuni stati della
materia; si ha, così, una vera µrottura epistemologica¶ (Bachelard) rispetto al rigido
determinismo meccanicistico. Se Schrödinger può affermare che ³nell¶incontro di due
molecole, la traiettoria sia determinata non dalle note leggi sull¶urto, ma da un adatto gioco di
dadi´, Einstein dovrà replicare (classicamente) che: ³Dio non gioca a dadi con il mondo´. M.
Born (Nobel per la fisica del 1954) riassume così la questione: ³La verità è che nessuna
dottrina scientifica possiede un valore che vada oltre quello probabilistico, ed è sempre
suscettibile di venir modificata alla luce di nuove esperienze´, tesi fatta propria dalla
epistemologia di K.R. Popper e radicalizzata da I. Lakatos e P.K. Feyerabend.
La successiva comparsa della teoria del µcaos deterministico¶ (avviata dal matematico e
metereologo E.N. Lorenz), di cui è notissimo il cosiddetto µeffetto farfalla¶, ha ulteriormente
contribuito a ridisegnare i termini della questione. L¶ossimoro sembra ± giusto Democrito ±
indicare realmente una compossibilità.
Monod, generalizzando filosoficamente gli sviluppi della biologia e della genetica, sottolinea
tale compossibilità: ³soltanto il caso è all¶origine di ogni novità, di ogni creazione nella
biosfera´, anche se, poi, la struttura invariante e teleonomica dei viventi, farà sì che la
variazione casuale ³entri nell¶ambito della necessità, delle più inesorabili determinazioni´
(posizione, questa, condivisa oggi anche da R. Dawkins, il più noto sostenitore del
neodarwinismo). Ciò impone una ridefinizione dei canoni etici con cui l¶uomo stesso agisce,
superando le specularmente inadeguate concezioni µanimistiche¶ o ingenuamente
deterministiche. L¶uomo deve accettare il fatto che ³è solo nell'immensità indifferente
dell'Universo da cui è emerso per caso´. Ma ciò non toglie all¶uomo la libertà e la
responsabilità, anzi: ³il suo dovere, come il suo destino, non è scritto in nessun luogo. A lui la
scelta tra il Regno e le tenebre´, scrive Monod.
Capita ancora di trovare, nei quotidiani, nelle recensioni di scoperte della genetica o delle
neuroscienze, affermazioni secondo cui sarebbe definitivamente provato che gli esseri umani
non possono mai dirsi liberi e, dunque, responsabili. Così come capita di trovare altrettanto
corrive e fallaci difese della libertà che si appellano alla meccanica quantistica e
all¶indeterminismo; se fosse vero l¶indeterminismo nella sua versione estremistica, le azioni
umane, al pari di tutti gli altri eventi, sarebbero causalmente indeterminate; nulla, dunque, ne
determinerebbe con certezza il verificarsi, nemmeno l¶uomo! E allora dove sarebbe la
libertà?
Ciò che conta per la libertà è se noi riusciamo effettivamente a causare la realizzazione di ciò
che intendiamo e desideriamo, e questo è ancora controverso; forse aveva ragione Kant:
l¶opposizione tra causalità deterministica e causalità libera è e resta un¶antinomia.

Un¶interessante riflessione sulla libertà umana si può rintracciare anche nel film di Alain
Resnais, d   
 (1980), ispirato dal libro di H. Laborit, Π 
 
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