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Indice.

Prefazione.
La Magia: le origini e la religione cattolica.
I colori della Magia
Riti e incantesimi.
La Preparazione
La vicenda del personaggio storico S. Cipriano.
S. Cipriano - Letture e preghiere
Messale (riferito a S.Cipriano)
Il rito di San Cipriano.
Rito di San Vito e di Sant'Elena.
Rito di Santa Marta la Dominadora
Rito di avvicinamento di Venere.
Semplici Riti di Magia Rossa
Problemi d'amore
Far tornare un amore perduto
Incantesimo per sedurre un uomo o una donna.
Incantesimo per dimenticare un amore o per smettere d'amare
Rituale contro il tradimento
Incantesimo per conoscere l'uomo del destino
Vino dell'amore
Un bagno frizzante per accendere i sensi
Ricetta per far innamorare un uomo
Rito per l'appuntamento perfetto
Contro un violento litigio avvenuto in casa
Incantesimo del colpo di fulmine
Incantesimo delle candele e delle rose.
L'incantesimo della conchiglia.
Il cerchio magico.
Lilith
Pan
Riti per la Coppia
Rito di Afrodite.
Olio per incrementare l'attrazione.
Brindisi con Venere.
Preliminare Magico
Brunch degli amanti.
Conclusioni.
Prefazione.
La magia esoterica resta ancora, nel 2015, un' argomento che da scandalo e 'tabù'. Viene vista a
volte come mera ciarlataneria da quattro soldi o peggio come una cosa che incute paura e
preoccupazione.

E' invece parte fondante della nostra storia e della nostra tradizione.
Magici erano i riti dei contadini che scandivano le stagioni, e i rimedi naturali delle nostre 'nonne'
che si tramandavano in maniera orale fra le donne di diversa generazione. Magiche erano le
invocazioni per la fertilità o per scacciare la mala-sorte e magici sono anche molti culti rivolti ai
Santi che lambiscono il paganesimo.
E' per questo che sono molto lieto di essere riuscito, dopo molto tempo, a rendere disponibile questo
libro/manuale di magia rossa, rivolto sia a chi per la prima volta si avvicina a questo genere di
pratica esoterica sia all'esperto che troverà sicuramente modo di approfondire l'argomento trovando
diversi spunti, a mio giudizio, interessanti.
E' un libro molto 'pratico' e poco tecnico , che non si perderà nello spiegarvi in maniera eccessiva la
simbologia e la teoria che magari possono essere argomento per un prossimo libro. Non parleremo
solo di riti ma anche di incantesimi; riti e incantesimi spesso sono interpretati come sinonimi ma non
lo sono assolutamente.
La prima parte di questo libro è un po' teorica ma, secondo me doverosa. E' una disamina storica
che tenta di spiegare cos'è la magia e la sua correlazione molto profonda con la religione cattolica.
In questo capitolo riporterò per completezza anche delle posizioni critiche al mondo della magia
esoterica, ma a mio avviso molto interessanti perché pongono dubbi corretti che possono essere
spunti di riflessione per chi legge questo libro. Questo è un libro prezioso, frutto di un grande lavoro
di ricerca e recupero della tradizione esoterica, nel quale troverete spiegato in maniera dettagliata
come eseguire i principali rituali e incantesimi di avvicinamento, riconquista e pacificazione verso la
persona amata/desiderata.
Passeremo poi a spiegare cos'è la 'Magia' in termini esoterici e di come preparare correttamente il
Vostro 'angolo' dove svolgerete i riti che illustreremo in questa guida. Ritengo molto importante la
preparazione nello svolgimento dei riti magici perché da questo ne dipende moltissimo la riuscita e
l'efficacia.
Per garantire l'effettiva 'riuscita' dei riti e degli incantesimi che presentiamo in questa libro vi
guidiamo passo-passo alla preparazione e l'esecuzione dei medesimi illustrandovi anche il materiale
necessario.
Uno dei capitoli portanti di questa pubblicazione sarà il famoso 'Rito di San Cipriano' che è anche,
se svolta nel modo corretto, una delle formule più efficaci di magia rossa.
Troverete anche il messale completo di San Cipriano martire.
Il messale serve come ispirazione per pregare e purificarvi mentre preparate l'invocazione. E'
importante, nei riti che coinvolgono i santi la preparazione spirituale.
La Magia: le origini e la religione cattolica.
La magia, assieme alla stregoneria, l’alchimia, l’astrologia e tutte quelle altre scienze o
pseudoscienze (secondo il pensare comune), che si basano sul principio dell’esistenza di analogie tra
l’uomo e realtà soprasensibili, è generalizzata nel più ampio termine di Occultismo o Scienze
Occulte.

In questo capitolo riportiamo un po' la storia della magia, di come viene vista nell'epoca moderna e
di come è stata anche osteggiata. Riporto anche le posizioni contrarie e critiche di alcuni famosi
antropologi. Scopriremo come S. Cipriano rappresenti uno dei più importanti scrittori esoterici e sia
un riferimento. Tengo a precisare per correttezza che questo capitolo non è stato editato tutto da
me, ma è il riporto di un documento che mi è stato passato e che ho reinterpretato. Andrebbe messo
tutto fra virgolette.Il termine “magia” deriva dal greco “magheia”, che significa scienza, saggezza; i
magi erano gli antichi sacerdoti persiani. Anche il Nuovo Testamento parla di maghi e di magia: i
“magi”, che secondo il racconto di Matteo (2,1-12) si recano alla ricerca del Bambino Gesù guidati
dalla stella, non sono però maghi nell’accezione moderna del termine, ma piuttosto scienziati o
sapienti. “La parola magia evoca sciami di immagini affascinanti e tenebrose, e pone allo stesso
tempo problemi teorici e nodi interpretativi di notevole rilevanza. La vastità del fenomeno, che si
configura sia con il proliferare dei maghi e degli occultisti con vasta clientela, sia con la diffusione di
sette magiche segrete, può sembrare sorprendente in un mondo tecnologicamente avanzato e
sedicente razionalista. La parola magia implica una carica emotiva e ha un contenuto così esteso che
si può includere in essa tutta la storia umana. La magia è una forma di religione laica, parallela alle
religioni ufficiali.Tutto ciò che è ancora sconosciuto nel campo delle energie fisiche e psichiche con
con attinenza mirata al problema della realizzazione umana, delle paure esistenti, del dolore, della
sopravvivenza e dei poteri paranormali è occulto.
Le interpretazioni sull’Occultismo sono diverse: I Materialisti lo vorrebbero spiegare facendo ricorso
alla teoria vibrazionale della materia, secondo la quale vi sono delle onde la cui natura è tuttora
sconosciuta. In tal modo tali teorici si ingegnano ad attribuire a forze naturali la maggior parte dei
fenomeni. Invece, gli Spiritisti pensano che l’ Occultismo tratti di apparizioni di morti, di
reincarnazioni o di un 'perispirito' che non è né spirito né corpo ma solo un “corpo astrale”.
Gli studiosi cattolici chiamano in causa piuttosto il Diavolo, che abuserebbe delle debolezze
dell’uomo per ingannarlo. Sortilegi, malefici, talismani, filtri e fatture sono tipiche pratiche magiche
che sfruttano, per mezzo di formule e riti, le forze che animano la natura Queste pratiche sono
esistite in tutte le epoche e oggi neanche il progresso scientifico è valso a mitigare il ricorso alla
magia; “nella credenza della magia si può trovare il potere di agire sugli eventi cambiando anche il
corso della vita e ponendosi al posto di Dio.
Il numero di libri che sono stati scritti negli ultimi tempi sulla magia è straordinariamente grande
(incluso questo). Inoltre imperversano in televisione esibizioni di maghi, cartomanti, lettori di
oroscopi, stregoni, esperti di esoterismo e tanti altri. I motivi di questo interesse sono da un lato, il
grande appetito per il paranormale che non può essere saziato solo con concetti filosofici; dall’altro
lato, una convulsa reazione contro il materialismo che considera la materia come l’unica realtà e che
non ammette alcuna distinzione tra materia e spirito.
L’antropologa italiana Cecilia Gatto Trocchi sostiene invece che l’interesse dei giovani per
l’astrologia, la magia, gli incantesimi e la stregoneria sembra costituire “un’alternativa alla
dispersione urbana, all’isolamento, alla neutralità affettiva, alla confusione dei valori fondanti, alla
crisi della famiglia e delle istituzioni”. Questo fenomeno, che la studiosa indica come disagio sociale,
di cui sono portatori ragazze e ragazzi che vivono in città ricche e annoiate, ha determinato il
proliferare di culti e gruppi esoterici che “forniscono promesse di sapere iniziatici e di potere
occulto ma anche di benessere psicofisico, di efficienza mentale, di raggiungimento di stati di
beatitudine, felicità e armonia”.
Tali fatti non sono preoccupanti: sono innocui se restano al di fuori del Codice Penale e se forniscono
ai credenti un' illusione di felicità.
Sempre secondo Trocchi è sbagliato cercare di trovare nella magia delle verità assolute ed è anche
improponibile tentare di fornire delle spiegazioni razionali o delle giustificazioni di tipo oggettivo su
di essa. Nella pratica, la magia trova una spiegazione esclusivamente in un atteggiamento di tipo
fideistico (ossia nella convinzione che le supreme verità metafisiche si apprendono solo con la fede
nella rivelazione divina) o nella superstizione, che per l’occultista Eliphas Levi, nella sua Storia della
Magia, è una parola usata per indicare “le forme religiose che sopravvivono alle idee perdute, che
hanno ragione di essere in una verità che non si riconosce più come tale o che è stata trasfigurata
nel tempo” nella teoria, una spiegazione è possibile solo sul piano esoterico-ermetico (ossia
attraverso regole pratiche e morali e tecniche iniziatiche di derivazione alchimistica destinate ad
una ristretta cerchia di adepti). E’ un dato di fatto che la magia sia la più antica via di approccio ai
misteri della natura a tal punto da essere stata praticata dai tempi in cui l’uomo si raccoglieva
intorno ai megaliti a Stonehenge o a Carnac.
Oggi, a differenza dei tempi trascorsi, non ci meravigliamo più di fronte ad episodi di ipnosi o di
suggestione post-ipnotica e neanche di fronte a fenomeni di premonizione ed elettromagnetismo. Il
nostro atteggiamento è ora il segno di una evoluzione culturale che alle origini era di adesione
incondizionata alla magia. Non è possibile dare una definizione razionale della “magia”; essa vive in
una zona grigia, tra la consapevolezza e l’immaginario. Secondo l’antropologo James Frazer, la
magia si sostanzia in un dominio su forze impersonali, al contrario della religione che comporta la
subordinazione a forze sovrumane ma personali. La scuola sociologica francese, invece, identifica la
religione con un atteggiamento comunitario di fronte al sacro e, di conseguenza, bolla la magia di
atteggiamento antisociale. La magia viene descritta come il regno dell’ambiguità: morale ed
immorale, buona e cattiva.
In questo contesto il mago viene descritto come colui che padroneggia l’uso ed i poteri degli esseri,
delle cose, delle idee; il mago è colui che nello stesso tempo esperimenta la scienza e la magia. Egli
viene descritto come il “sapiente” la cui conoscenza che resta sempre diversa da quella puramente
scientifica, si estende al di là del mondo spirituale. Tutte queste e anche altre teorie sulla “magia”
portano solo ad una unica ed inevitabile conclusione: definire la magia è oggettivamente impossibile
e il tentativo di definirla può avere un senso solo in un ambito storico-descrittivo, cioè con
riferimento ai vari momenti storici, in relazione a “chi” la pratica, al “dove” viene praticata e
soprattutto al “perché”. Fin dai tempi remoti si sono sviluppati due tipi di magia in netta antitesi tra
loro : la magia “bianca” e la magia “nera”.
La magia bianca veniva impiegata esclusivamente a fin di bene e in genere veniva impiegata dagli
stregoni delle tribù e dai gran sacerdoti.
Si trattava di procurare la guarigione di qualcuno, di propiziare i raccolti e la caccia e di proteggersi
dalle catastrofi naturali, nonché di scacciare gli spiriti maligni e i demoni. La magia nera era invece
impiegata a scopi malvagi e negativi, ossia sui nemici o sulle tribù rivali affinché si abbattesse su di
loro la sventura o la malattia. Gli attori qui ricoprivano ruoli malvagi come quelli di stregoni e
streghe. Ma accanto a questa rappresentazione della magia “seria” e in un certo senso
impressionante e terrorizzante esiste una “sorella” più allegra, ovvero l’illusione indotta per
divertimento ed intrattenimento. Quindi la magia ha anche un diverso aspetto: un aspetto che non
tiene tanto conto della magia come superstizione, come ricerca della verità nascosta, come scienza
dell’occulto; un aspetto che trasforma il suo significato in quello più spettacolare ed artistico, ossia
l’illusionismo, l’arte dell’illusione magica che viene praticata “teatralmente” con lo scopo di
impressionare migliaia di persone. Questo tipo di arte sta attraversando un periodo di autentica
popolarità, come dimostrano i successi di film come “Harry Potter” e “Il Signore degli Anelli”. Ora
grazie al rapido sviluppo della tecnologia, possiamo trasferirci in mondi virtuali, nei quali facciamo
tante volte fatica a distinguere tra finzione e realtà di fronte a fenomeni ritenuti impossibili,
presentati in maniera artistica e spettacolare. Ma l’arte dell’illusionismo è una forma di
intrattenimento e rappresentazione, una forma d’arte come la musica, la pittura o la scultura che
non può venire in rilievo dal punto di vista del diritto se non per quel che riguarda il diritto d’autore
o l’uso del particolare macchinario creato dal “mago-illusionista” per l’ esecuzione del proprio
numero spettacolare.
Strettamente connessa alla magia è l’astrologia, della quale oggi abusiamo indiscutibilmente, dalla
ricerca del giorno ideale per operare determinate scelte all’analisi del giorno e dell’anno in cui
siamo nati. Le due scienze sembrano distanti, due immagini diverse dell’uomo e del mondo; erano
concepite come il prolungamento l’una dell’altra, per cui la professione del mago e dell’astrologo
erano esercitate sempre dalla stessa persona. Ciò perché l’astrologia non aveva il compito di
rivelare come le cose sarebbero certamente andate, ma di prevedere quale sviluppo esse avrebbero
avuto secondo la logica naturale, in modo che l’uomo, avvertito di uno sfavorevole processo in corso,
potesse interromperlo o volgerlo a proprio favore. Su queste premesse, le persecuzioni che si
rivolsero contro i maghi colpirono anche gli astrologi: l’astrologia venne condannata prima in nome
della religione e poi, in epoca moderna e contemporanea, in nome della libertà di scelta dell’uomo
fino a diventare una sorta di gioco o di intrattenimento sociale. Nel mondo primitivo sacro, magico,
occulto e scienza avevano una unica manifestazione, poiché all’inizio dominava il caos nel pensiero
umano. Poi emersero gradualmente le varie branche della conoscenza umana .Per l’antropologo J.
Frazer, la storia della magia passa attraverso tre fasi: la più antica basata sul suono (si pensi alla
“cantillazione”, ossia la celebrazione liturgica cantata dei testi sacri del Medioevo), la seconda sulla
parola (si pensi alla recitazione rabbinica o islamica dei testi) e la terza, la più recente, sull’oggetto.
In questa terza fase si sviluppa il “libro magico” nel quale è contenuta “la parola” per eccellenza,
quella che conferirebbe il potere di compiere miracoli. Conoscere la parola equivale a possedere la
magia stessa, il che equivale a dire possedere i poteri propri della divinità. La parola è perciò
segreta, non rivelabile né altrimenti capibile per il “non iniziato” e se è scritta, la forma è quella
dell’enigma comprensibile solo agli “iniziati” i quali possono così parlare senza che altri possano
intendere16. Secondo Stelio Calabresi, la spiegazione di Frazer non convince per quel che riguarda
la storicità: secondo tale scrittore la magia della parola, ad esempio, non è “recente” ma risale alla
più lontana antichità tant'è che per alcuni sarebbero state esigenze di magia ad innescare il
processo di invenzione della scrittura. Lo stesso, seguendo l’orientamento dell’antropologo tedesco
Arnold van Gennep (1873-1957), si contenta di notare che la “magia” è un fenomeno universale al
pari della “religione”; ma la magia se ne distingue rispetto all’ambito di operatività, nel senso che,
mentre la religione concerne attività teoretiche, la magia si occupa esclusivamente di attività
pratiche. Tuttavia entrambe utilizzano forze misteriose capaci di modificare l’ordine delle forze
naturali e sono, quindi, suscettibili di incidere sia sulla storia individuale sia su quella collettiva.
Nella maggior parte delle culture antiche, fino agli albori della civiltà, credenze e pratiche magiche
sarebbero esistite con caratteristiche simili nella sostanza e oggi si troverebbero in relazione diretta
con i diversi aspetti di ciò che definiamo senza ombra di dubbio “magia” o anche “stregoneria”.
Alcune scene di pitture del paleolitico superiore trovate nelle caverne francesi vennero interpretate
come aventi finalità magiche e propiziatorie con finalità simboliche sul piano della magia astrale.
Incantesimi e sortilegi seguirono l’umanità da tempo immemorabile (assiri, egizi, fenici e greci
praticavano costantemente le arti magiche)
Il diritto romano prevedeva pene severissime per i crimini attuati con metodi magici, facendo
intendere che avvocati e giudici davano per scontato il potere della “magia” anche se i reati
perseguiti erano sacrifici umani attribuiti ai negromanti (ossia coloro che evocano i morti e
predicono il futuro) e le truffe di maghi e stregoni17. Varie leggende ci furono tramandate sul modo
in cui gli uomini appresero l’arte della magia. Nel Libro di San Cipriano, una tra le più importanti
opere della magia, fonte di scienza per i maghi, troviamo scritto, per esempio, che Enoche, patriarca
biblico vissuto prima del diluvio universale, raccontava che, ai primi albori della creazione, oltre 200
angeli del cielo sarebbero discesi in terra per amare le donne, così questi angeli presero per spose
le figlie degli uomini, con esse convissero, si congiunsero e insegnarono loro le scienze magiche, gli
incantamenti, le virtù delle radici e degli astri, e l’astrologia. Dio perdonò l’atto ribelle in merito alle
loro virtù e dell’amore fedelmente professatogli. Le donne fatte esperte delle scienze magiche
rivelarono agli uomini i segreti appresi dai loro sposi, in tal modo la magia si sparse in tutti i punti
della terra.
Il re d’Israele Salomone, vissuto nel 961-925 a.C., spiegava nel libro “Il segreto dei segreti”, a lui
attribuito dalla tradizione esoterica, che la vera tradizione della magia era un’altra: i nostri
progenitori, Adamo ed Eva ebbero tre figli, Caino, Abele e Set. Il primo rappresenta la forza brutale,
il secondo la dolcezza e l’intelligenza. Abele morì per mano di Caino, di conseguenza l’eredità di
Abele passò al terzo figlio. Set, che era giusto, offrì le ricchezze pervenutegli al Fattore Supremo;
questi gli schiuse le porte del Paradiso dal quale i suoi genitori erano stati cacciati per il peccato
commesso. Set entrando in Paradiso vide che gli alberi della scienza e quello della vita si erano uniti
formandone uno solo; questo fatto rappresentava l’accordo della religione con la magia e l’alta
cabala.
Cipriano sosteneva che Salomone fosse la chiave della magia postdiluviana ed era convinto del fatto
che la magia del sapiente re fosse “l’unica” vera e che la “vera” magia non è altro che il principio
della sapienza.
Da queste sue convinzioni fece discernere la distinzione tra magia nera, esercitata dagli stregoni
dotati dagli spiriti del male di particolari ed eccezionali facoltà maligne (questa è esercitata dai veri
maghi ossia i figli degli uomini, i discendenti di Caino), e la magia rossa, quella rivelata da Set,
trasmessa a Noè, propagata da Abramo, insegnata da Giuseppe ai sacerdoti egizi, ordinata da Mosè
e praticata da Salomone, celata sotto i simboli dell’Antico Testamento, rivelata da Gesù a San
Giovanni.
Questo sarebbe, secondo la tradizione, il leggendario sviluppo della magia che viene a toccare il
settore religioso e a confondersi con esso.
I colori della Magia
Per "comodità" si è voluto catalogare la magia, a seconda del rituale, in diversi colori: magia bianca,
magia nera, magia rossa e magia verde. A questo punto sarebbe bene specificare cosa si intende per
magia bianca e magia nera, quale sarebbe la differenza? la magia rossa è riferita ai sentimenti,
quella verde alla natura ed in questi casi non esiste una seconda classificazione che invece diventa
primaria nel caso di magia bianca o nera.

-Magia Bianca: La Magia Bianca è la magia che si fonda sulla preghiera e sui rituali che si
rivolgono agli spiriti positivi spesso identificati con gli spiriti angelici. Molti di questi rituali o
esorcismi ci sono stati tramandati da "Enchiridion", ovvero raccolte di antiche preghiere e formule
tradizionali, particolarmente dotate di forze evocatorie. Al tempo del medioevo questi "Enchiridion"
erano in grandissima voga anche se il loro apice lo ebbero nel rinascimento. Alcuni fra essi furono
famosissimi nell'antichità, taluni erano attribuiti a religiosi di chiara fama e a volte appartenenti alle
più illuminate gerarchie della chiesa.La chiesa infatti non ne ostacolava la diffusione, forse per
consentire al popolo bisognoso di avere degli strumenti per alleviare le proprie sofferenze, e non
rivolgersi alla Magia Nera o comunque a pratiche lontane dall'ortodossia. L'uso di questa Magia
necessita di una fede indiscussa nel Signore e nelle Sue Opere.

- Magia Rossa: Solitamente siamo abituati a sentire parlare di magia bianca e magia nera. I veri
appassionati di magia però sanno bene che esiste anche un altro tipo di magia: quella rossa. La
magia rossa, che letteralmente si colloca a metà tra la magia bianca e la magia nera, è un tipo di
magia utilizzato per far diventare positivi eventi che hanno preso una piega negativa per la persona
che la utilizza. Da molti, oggi, la Magia Rossa viene considerata “neutra” ma ciò non è esatto: è più
corretto pensare ad essa come una cosa ben distinta sia dalla magia nera con differenti scopi e riti
totalmente diversi. Già in uso ai tempi degli antichi egizi essa prende il suo “nome” proprio dal
colore delle tuniche indossate dai sacerdoti Tolemaici, color rosso sangue, durante i loro alti rituali.
Questo tipo di magia può essere considerata, infatti, la magia ritualistica per eccellenza, prevede
l’uso di erbe, ed in alcuni rari e antichi riti, del sangue. La magia Rossa, è la magia dei desideri,
libera forze potenti che deviano il corso negativo degli eventi verso strade positive. Con essa è
possibile liberarci della presenza di un nemico, come attirare a noi la persona amata. Si colloca a
metà tra la magia bianca e la magia nera e non è quindi demoniaca e si avvale dell'aiuto di potenze
superiori positive che sono comunque distanti dai geni benevoli della magia bianca. Ad esempio,
liberarsi di un nemico, curarsi da una grave malattia o far attirare a noi la persona amata sono tutti
desideri che possono essere avvicinati tramite gli incantesimi della magia rossa. I grandi studiosi di
rituali di magia rossa hanno rilevato come questa sia molto più vicina, nei suoi incantesimi, alla
magia bianca che a quella nera ma, come detto poc’anzi, non c’è poi tanto squilibrio tra le due
distanze. Spesso per richiedere che una persona si innamori di noi ci si deve avvalere dell’intervento
di forze benevoli, ma è anche vero che per liberarci di un nemico o di una persona che ci tormenta
vengono chiamate in causa forze molto vicine a quelle demoniache. Naturalmente che si tratti del
legamento d’amore o dell’allontanamento di una persona dalla propria vita si richiedono incantesimi
e formule diverse, più vicine alla magia “bianca” o a quella “nera” a seconda del risultato che si sta
perseguitando.

-Magia Nera: La magia nera è comunemente definita come l'azione del mago nero che cerca di
sottomettere le entità spirituali di carattere demoniaco al proprio volere. A livello più profondo, è un
tentativo di opposizione al giusto sviluppo dell'umanità previsto nei piani divini; nella pratica, il
mago nero cerca un accordo con quegli ambiti spirituali identificati proprio con le potenze
dell'opposizione Asuras, Satana, Lucifero (vale a dire le schiere demoniache) che, in cambio di
alcuni atti specifici, gli forniscono quanto richiede , come conoscenza, potere, ricchezza, e anche
recare danno a cose, animali o persone. Per ottenere questo può fare uso di rituali specifici, spesso
cruenti, che possono prendere anche la forma di perversioni di rituali religiosi, come le messe nere.
Il colore nero è collegato all'oscurità, in contrasto con il bianco (magia bianca) che è collegato alla
luce. Arrivati a questo punto ci si potrebbe chiedere: le 3 categorie di magia viste fin'ora sembrano
risultare in "equilibrio"...e la magia verde?

-Magia Verde: La Magia Verde è una parte della magia sopravvissuta durante i secoli che deriva
dalle religioni preistoriche. Probabilmente è una delle prime forme di magia, la più immediata visto
che nell’antichità l’uomo, che viveva a stretto contatto con la natura, vedeva in lei una sorta di
protezione, oltre che il mezzo attraverso il quale poteva sopravvivere. In tutte le antiche religioni
troviamo l’adorazione della natura: viene adorato lo spirito dell’albero, delle erbe, vengono venerati
il sole e la pioggia, in quanto grazie a loro crescono i raccolti, la vita viene impostata sui ritmi della
natura e sul ciclo di nascita morte e rinascita che permea la Madre Terra. La cultura che, per
eccellenza, utilizzava la Magia Verde era la cultura Celtica. Le conoscenze dei Celti che, per fortuna,
sono giunte fino a noi ci permettono tutt’oggi di praticarla, essi veneravano l’acqua e consideravano
sacri i boschi. Le loro piante sacre erano la quercia simbolo del sole, e il vischio le cui bacche
simboleggiavano la luna.
Riti e incantesimi.
Ci sono due modi di operare in magia, uno è attraverso gli Incantesimi, l’altro è attraverso i riti.

Spesso i due termini siano utilizzati come sinonimi ma, in realtà, indicano due operazioni molto
diverse. Gli incantesimi sono veicoli attraverso i quali raggiungere l'auto realizzazione.

I rituali sono pratiche che ci consentono di ringraziare ed entrare in sintonia sia con il nostro
microcosmo e con quello di coloro che ci circondano, sia con il macrocosmo. Entrambi si avvalgono
di energie, ovvero la materia prima di cui disponiamo per le nostre azioni e occorre conoscerle in
maniera da saperle incanalare.Fare incantesimi è un modo efficace per conoscere queste energie e
imparare ad utilizzarle e dirigerle. Si compongono di tre parti: formula, allestimento dell’altare ed
esecuzione.Durante gli incantesimi è anche possibile fare offerte agli Dei per propiziarci la loro
benevolenza o ringraziarli.

I riti invece si differenziano dagli incantesimi per una maggiore complessità di composizione, sia
nelle singole fasi, sia negli oggetti rituali richiesti. Inoltre il loro svolgimento, spesso complesso, può
coinvolgere più persone.
I riti sono celebrazioni formali, per questo motivo la loro esecuzione è spesso definita e non
modificabile.
Viceversa gli incantesimi presentano più elasticità e adattabilità alle diverse necessità del
momento.Il rito di solito è officiato nell’ambito di ricorrenze e iniziazioni, e può avere lo scopo di
ringraziare o onorare una o più divinità, oppure di celebrare qualche festività.Diversamente
l’incantesimo serve di solito per chiedere qualcosa in base alle proprie esigenze.

Le richieste possono essere di carattere sia materiale sia spirituale ed è possibile rivolgerle a
Divinità, Spiriti, Angeli o anche la semplice Energia secondo la tradizione seguita dall’officiante.
È meglio svolgere il rito in giorni precisi, e magari in un numero minimo di due persone, questo
perché l’energia che si concentra in quei giorni specifici ha un impatto maggiore sulla realtà, per cui
attraverso un numero maggiore di partecipanti è più facilmente gestibile e 'potenziabile'.
Il rito, come dicevamo, si differenzia dall’incantesimo per la sua complessità, talvolta presente
anche nel solo allestimento. Per tale motivo a volte il suo svolgimento necessita di uno spazio
maggiore, una esatta delimitazione del cerchio magico (magari con del sale), ed è preferibile
evocare, in altre parole chiamare fisicamente le entità (Terra, Aria, Fuoco, Acqua e,
successivamente, le divinità coinvolte). È importante che durante il rituale la cerimonia sia svolta
con ruoli e azioni molto precisi, poiché questi hanno una valenza simbolica propria il cui
stravolgimento comprometterebbe il senso e l’efficacia del rito stesso.
Ogni gesto deve essere ben dosato: il rito spesso è celebrativo, serve quindi a onorare, per questo è
consigliato nelle ricorrenze di ogni tradizione per trarne benefici.
Ad esempio festeggiare gli Equinozi, i Solstizi e, al 31 ottobre gli Antenati, permette di avere ben
chiare due cose: chi celebriamo, e come va glorificata la Natura, e il suo corso; ciò consente di avere
un rapporto diretto, fuori da tradizioni contaminate, poiché il rito è un gesto d’amore che voi
compite per gli Dei e per le Dee.
Anche quando si tratta di un’iniziazione o un matrimonio, la questione non cambia, il rito deve
essere celebrato in giorni precisi, con movimenti, ruoli e parole simboliche definite.
Pertanto scegliete una tradizione precisa e seguitela con esattezza, non tanto perché in essa
troverete una verità assoluta, quanto perché così potrete fare ordine e chiarezza in voi stessi.
Seguendo molte tradizioni contemporaneamente invece, rischiate di disperdere le vostre energie e
ottenere l’effetto contrario e quindi di perdere il contatto tanto cercato. Al contrario l’incantesimo
ha una finalità che, di solito, è uno scopo personale.
Con scopo personale s’intende un desiderio molto importante che appartiene soltanto a voi, e questo
non è un male, purché non arrechi danno ad altri.
Avere le capacità, le doti e il coraggio di fare magia non va mortificato o scusato, anzi esaltato, se ne
avete bisogno usate tutta la magia che vi scorre in ogni singola cellula. Ricordate tuttavia che essere
maghi/streghe non vi rende automaticamente al servizio di terzi, se non ritenete giusto fare
qualcosa siete liberi/e di non farla. In sintesi se vi è richiesto un incantesimo che voi ritenete violi i
vostri principi siete liberi di declinare.
Essendo una pratica libera l’incantesimo può essere svolto anche in solitudine per concentrarsi
meglio sul problema che vogliamo risolvere.

Eseguire in solitudine l’incantesimo ci consente due cose importanti:

1) conoscere meglio la nostra energia personale.

2) conoscere meglio la nostra divinità.


Inoltre ci permette:

- di apprendere i nostri limiti e le nostre potenzialità.

- conoscere meglio le energie che abbiamo intorno e imparare a distinguerle.

- sviluppare meglio la nostra personalità.

Infine vedere i risultati o sentire le energie sprigionate tramite un incantesimo è molto appagante e
ci da forza, coraggio e perseveranza, e la pratica degli incantesimi contribuirà all’accrescimento
della nostra «personalità magica».
Sebbene gli incantesimi siano liberi da date fisse, è sempre bene tenere presenti le influenze astrali
e dunque scegliere di operare nei giorni e le ore maggiormente propizie al nostro scopo.
Particolarmente importanti sono le fasi lunari, ad esempio è scarsamente probabile che vi riesca un
incantesimo teso all’accrescimento durante la luna calante, così com’è sconsigliato fare la maggior
parte degli incantesimi durante la luna nuova.
Inoltre, i Pianeti influenzano fortemente i vari campi delle attività umane, ad esempio il Pianeta
Venere governa e influenza tutto ciò che ha attinenza con l’amore ed i sentimenti, mentre gli affari
commerciali, le riunioni, le attività letterarie e istrioniche sono sotto l’influenza del Pianeta
Mercurio.Ricordatevi che sebbene abbiano una minore influenza, in diverse ore della giornata e in
differenti giorni della settiman,a i pianeti, hanno una maggiore influenza sulla terra.Ad esempio il
Lunedì è il giorno consacrato alla Luna, perciò in questo giorno sono indicati tutti gli incantesimi atti
a potenziare le facoltà psichiche, indagare nel proprio inconscio, potenziare le capacità magiche e
tutte le altre attività influenzate dal nostro amato satellite.
In conclusione, nella scelta del giorno per il vostro incantesimo dovrete dunque tenere conto in
ordine d’importanza: della fase lunare corrente, degli aspetti dei pianeti con la luna e tra loro e,
infine delle ore planetarie. In ultima analisi è importantissimo ricordare che gli incantesimi e la
magia non sono un gioco, perciò agite sempre con cautela e saggezza.
Ponderate ogni azione prima di compierla cercando di comprendere appieno le sue conseguenze
anche quelle a lungo termine e chiedetevi sempre se è davvero necessario l'azione magica che
intendete intraprendere. I primi tempi sarebbe bene, almeno fino a che non si è pratici, usare la
divinazione per comprendere se sia il caso o meno di ricorrere a un incantesimo.
Col tempo saprete armonizzarvi con l’Energia Cosmica e i vostri incanti seguiranno il volere degli
Dei con naturalezza, riuscendo sempre meglio e donando grande Luce e piacere alla vostra vita.
Infine ricordate che è importante trovare un proprio metodo di lavoro che consenta di lavorare in
armonia anche con le nostre disponibilità finanziarie. Non saranno il calderone o l’Athame in stile
Wicca o Gotico a rendere più potente l’incantesimo, si può usare un qualsiasi strumento purché sia
consacrato agli scopi magici e abbia per voi un significato speciale.

Ricordate che la magia è contadina e povera e deve nascere da un reale bisogno.

È importante dunque che la magia sia fatta sempre per vera necessità e guidata da un Amore Vero.I
grandi rituali e le grandi invocazioni senza dubbio possono sembrare attraenti ma spesso possono
essere inutili e pericolose.
La Preparazione
Non serve molto spazio per creare un piccolo angolo da dedicare all'attività esoterica.

Il materiale che serve è veramente minimo.

1 ripiano / tavolino

1 tovaglia del colore dell'ambito magico che andate ad eseguire (vedete il capitolo inerente ai '
colori della magia').

Almeno un candelabro con tre spazi per le candele. I candelabri possono essere più di uno e
comunque devono rispettare sempre i multipli del tre.

2 piattini (possibilmente d'argento) uno per depositare foto o oggetti inerenti al rito /incantesimo in
corso e uno come braciere.

Se eseguite riti di magia bianca, rossa o verde potete decorare il tavolo con dei fiori o con delle
pietre colorate

Per i riti di magia Rossa, se potete, scegliete il Vostro luogo rivolto verso Sud.
Evitate campi magnetici e scegliete sempre luce naturale o generata dalle candele.
Preparate tutto con cura, pensando intensamente al rito / incantesimo che andate ad eseguire.
Dovete essere 'Puliti' esteriormente e anche a livello mentale / spirituale. Dovete essere sereni.
Consiglio sempre di fare un bagno prima avendo cura delle mani che devono essere lavate con un
po' di sale. I panni che indossate devono essere puliti. Fato questo prendetevi del tempo (basta
mezzora) per meditare e liberare la vostra mente da pensieri negativi ma anche da eventuali stati
d'animo estremi (tipo rabbia o euforia).
Pregate. Questo serve per tenere lontano da Voi eventuali influssi negativi o forze che possono
ostacolare Voi ed il rito /incantesimo che andate ad eseguire. A tal proposito mi riallaccio a quanto
scritto sulla magia rossa nel capitolo dedicato ai colori della magia per ripetervi ancora una volta di
fare attenzione alle forze che evocate. La Magia Rossa lambisce la magia nera a volte e anche le
invocazioni più innocue (approfondiremo il discorso nel capitolo dedicato a San Cipriano) possono
nascondere il pericolo di incorrere in forze parassite e disturbanti che poi vi perseguitano anche
nella vita quotidiana. I parassiti spirituali provocano forme di disgregazione e di debilitazione,
influiscono sulle Vostre energie e modificano in negativo tutto quello che vi circonda.
Lo ripeto spesso (a volte mi dicono troppo) ma la magia esoterica non è un gioco, l'invocare una
forza, un santo, una dea o un defunto non e un gioco!!
Se non siete preparati non cimentatevi. Quello che evocate (ma anche che chiedete) potreste non
sopportarlo perché, semplicemente, non è per Voi. Ad esempio, un uomo (o una donna) che bramate
potrebbe non essere per Voi, ma il rito ve lo fa avere. Saprete gestire le conseguenze ?
Raccomando sempre razionalità (anche se in questo contesto può sembrare un ossimoro) e capacità
di pensiero che vada oltre alla 'pancia'. La pratica esoterica vi può sicuramente darvi un 'arma' in
più per affrontare il cammino della vita, ma come tutte le armi fate attenzione a come la
maneggiate.
La vicenda del personaggio storico S.
Cipriano.
Tascio Cecilio Cipriano (in latino: Thaschus Caecilius Cyprianus) era Vescovo di Cartagine morto
martire ed è venerato come Santo e Padre dalla Chiesa cattolica. E' nato a Sesti nel 210 ed è morto
il 14 settembre del 258 . Fu anche un fine scrittore Romano. La data di nascita ed i particolari della
sua gioventù sono ignoti. Ai tempi della sua conversione, probabilmente, aveva passato la mezza età.
Fu un famoso oratore, possedeva una considerevole ricchezza e verosimilmente rivestiva una
posizione di prestigio nella città di Cartagine. Dalla sua biografia, scritta dal diacono Ponzio, si
evince che i suoi modi erano dignitosi, ma non severi, affettuosi, ma senza cadere nelle effusioni. Il
suo dono per l'eloquenza è evidente nelle sue opere. Non era un pensatore, un filosofo o un teologo,
ma era soprattutto un uomo di mondo dalle grandi energie e dal carattere impetuoso. La sua
conversione si deve ad un anziano presbitero chiamato Ceciliano, con il quale sembra fosse andato a
vivere. Ceciliano, in punto di morte, affidò a Cipriano la cura della moglie e della famiglia. Quando
era ancora un semplice catecumeno, il santo decise di vivere in castità e di dare la maggior parte dei
suoi redditi ai poveri. Vendette tutte le sue proprietà, compresi i giardini che possedeva a Cartagine,
che gli furono restituiti (come dice Ponzio, Dei indulgentiâ restituti), dopo essere stati riacquistati
dai suoi amici; tuttavia, egli li avrebbe rivenduti, se solo la persecuzione non lo avesse reso
imprudente. Il suo battesimo, probabilmente, ebbe luogo il 18 aprile 246,vigilia di Pasqua. Cipriano
era certamente solo un recente convertito quando fu acclamato vescovo di Cartagine nel 248 o
all'inizio del 249, ma aveva rivestito tutti i gradi del ministero. Nonostante avesse rifiutato la carica,
il popolo lo costrinse ad accettarla. Tuttavia ci fu una minoranza che si oppose alla sua elezione,
compresi cinque presbiteri, che rimasero suoi nemici; comunque Cipriano narrava che era stato ben
scelto dopo il giudizio divino, con il voto del popolo ed il consenso dei vescovi. Nell'ottobre del 249,
Decio divenne imperatore. Convinto del grande pericolo rappresentato dalla religione cristiana per
lo Stato, nel gennaio del 250 pubblicò un editto che imponeva a tutti i sudditi di offrire un sacrificio
agli dèi, al fine di provare l'adesione alla religione romana.

L'offerta sacrificale doveva essere compiuta davanti a una commissione di cinque membri che, in
seguito, avrebbe rilasciato il libellus, una sorta di attestazione di fedeltà, che esentava dai rigori
della legge previsti per i cristiani.
Il 20 gennaio papa Fabiano fu martirizzato e, in quei giorni, Cipriano si nascose in un luogo sicuro.
Per questo i suoi nemici lo avrebbero continuamente rimproverato. Ma rimanere a Cartagine
avrebbe significato sollecitare la morte, mettere in grave pericolo gli altri e lasciare la chiesa senza
governo; scegliere un nuovo vescovo sarebbe stato impossibile, come a Roma. Una parte del clero
cedette, altri scapparono; Cipriano li sospese semplicemente, poiché i loro ministeri erano necessari
ed essi erano meno in pericolo del vescovo.
Dal suo rifugio consigliava i confessori e scriveva eloquenti panegirici sui martiri. Quindici di loro
presto morirono in prigione ed uno nelle miniere. All'arrivo del proconsole, in aprile, la durezza della
persecuzione aumentò. Il 17 fu martirizzato san Mappalico. Vennero torturati i bambini e violentate
le donne. Numidico, che aveva incoraggiato molti fedeli, vide sua moglie bruciata viva ed egli stesso
fu arso per metà, poi lapidato e lasciato a morire; tuttavia fu trovato ancora in vita da sua figlia,
guarì, e Cipriano lo ordinò sacerdote. Di questi libellatici Cartagine era piena. Alcuni di coloro che
erano caduti non si pentirono, altri si unirono agli eretici, ma la maggior parte chiese il perdono e la
riammissione. Alcuni, che avevano sacrificato sotto tortura, tornarono per essere torturati di nuovo.
Casto ed Emilio furono bruciati per aver ritrattato, altri esiliati; ma tali casi furono rari. Alcuni
cominciarono anche ad effettuare le penitenze canoniche. Il primo ad essere perseguitato a Roma fu
un giovane Cartaginese, Celerino. Dopo la sua guarigione, Cipriano lo consacrò lettore e poi
diacono. Sua nonna Celerina e tre zii, Laurenzio, Laurentino e Ignazio, furono martirizzati, mentre le
sue due sorelle caddero nell'apostasia sotto la minaccia della tortura. Quando si pentirono, Cipriano
le mise al servizio di coloro che erano in prigione. In quei frangenti, un certo Luciano ebbe da un
martire chiamato Paolo, prima della sua passione, l'incarico di riammettere in comunione chiunque
ne facesse richiesta e di distribuire queste "indulgenze" con la formula: "Gli sia permesso di essere
in comunione con la sua famiglia". Nel 197, Tertulliano aveva già parlato “dell'abitudine" di coloro
che non erano in pace con la chiesa di elemosinarla dai martiri. Molto tempo dopo, però, le cose
erano cambiate, nei suoi giorni di montanista (circa il 220), sosteneva che gli adulteri, che papa
Callisto I perdonava solo dopo la dovuta penitenza, dovevano essere riammessi in comunione
semplicemente implorando i confessori e coloro che erano stati condannati ai lavori forzati nelle
miniere. Per analogia, si scopre che Luciano perdonava in nome dei confessori, che erano ancora
vivi, un manifesto abuso. Lo stesso Mappalico era intervenuto soltanto in favore di sua sorella e di
sua madre. Sembrava, quindi, che i Lapsi non dovessero fare atto di penitenza e Cipriano si lamentò
di questo.
Nel frattempo, insieme ad una lettera, non firmata, indirizzata al clero di Cartagine, che accusava
Cipriano di aver abbandonato il suo gregge e che dava indicazioni su come comportarsi nei confronti
dei lapsi, erano giunte da Roma notizie ufficiali della morte di papa Fabiano. Cipriano spiegò il suo
comportamento (Ep. XX) ed inviò a Roma copia delle 13 lettere che aveva scritto dal suo
nascondiglio. I cinque presbiteri che gli si opponevano, tuttavia, stavano riammettendo in
comunione tutti coloro che avevano avuto raccomandazioni dai confessori, e i confessori stessi
avevano istituito un'indulgenza generale, in base alla quale i vescovi dovevano riammettere in
comunione tutti quelli che avevano esaminato. Ciò era un oltraggio alla disciplina, tuttavia Cipriano
era incline a dare un certo valore alle indulgenze così impropriamente concesse, ma tutto doveva
essere fatto in sottomissione al vescovo. Propose che i libellatici potessero essere riammessi, se in
pericolo di morte, da un presbitero o da un diacono, ma gli altri avrebbero dovuto attendere la fine
della persecuzione, quando si sarebbero potuti convocare dei concili a Roma e a Cartagine per
prendere una decisione comune. Un certo riguardo doveva essere mostrato per i privilegi dei
confessori, tuttavia i lapsi non si sarebbero dovuti trovare in una posizione migliore rispetto a coloro
che avevano resistito ed erano stati torturati, spogliati dei loro beni, o esiliati. I colpevoli, in seguito,
furono terrorizzati dai prodigi che si verificarono: un uomo divenne muto di fronte allo stesso
Capitolo in cui aveva negato Cristo; un altro divenne pazzo nei bagni pubblici e si mangiò la lingua
che aveva assaggiato il sacrificio pagano; alla presenza di Cipriano stesso, un bambino che era stato
portato dalla nutrice all'altare pagano e quindi alla Celebrazione eucaristica officiata dal vescovo,
vomitò l'ostia che aveva ricevuto nel calice; ad un altro, all'apertura del ricettacolo in cui,
abitualmente, veniva conservato il Sacramento benedetto per la Comunione, venne impedito il
sacrilego contatto da un fuoco che vi si sprigionò. Verso settembre, tramite due lettere scritte dal
famoso Novaziano a nome dei suoi colleghi, Cipriano ricevette la promessa di aiuto da parte dei
presbiteri romani.
All'inizio del 251 la persecuzione calò d'intensità. I confessori furono liberati e si poté riunire un
concilio a Cartagine. A causa, però, delle trame di alcuni presbiteri, Cipriano non fu in grado di
lasciare il suo rifugio fino a dopo Pasqua (il 23 marzo). Tuttavia, scrisse una lettera al suo gregge
per denunciare il più perfido dei cinque presbiteri, Novato, ed il suo diacono Felicissimo (Ep. XLIII).
L'argomento della lettera venne sviluppato più approfonditamente nel trattato De Ecclesiae
Catholicae Unitate che Cipriano scrisse in questo periodo.
Questo celebre pamphlet venne letto dal suo autore di fronte al concilio che si tenne in aprile, quello
in cui poté ottenere il supporto dei vescovi contro lo scisma originato da Felicissimo e da Novato,
che avevano un grande seguito.
L'unità di cui san Cipriano si stava occupando non era tanto l'unità dell'intera chiesa, la necessità
della quale comunque postulava, quanto l'unità da mantenere all'interno di ogni diocesi tramite
l'unione con il vescovo; l'unità della Chiesa, infatti, era garantita dall'unione dei vescovi che "sono
incollati l'uno all'altro", quindi chiunque non è con il suo vescovo è fuori dalla chiesa e non può
essere unito a Cristo; il prototipo del vescovo è san Pietro, il primo vescovo.
Intorno al periodo dell'apertura del concilio (251), giunsero da Roma due lettere. Una di queste, che
annunciava l'elezione di un nuovo papa, san Cornelio, fu letta da Cipriano all'assemblea; l'altra, che
conteneva tali violente e improbabili accuse contro il nuovo papa, fu passata sotto silenzio. Tuttavia,
furono inviati a Roma due vescovi, Caldonio e Fortunato, affinché acquisissero ulteriori informazioni.
Il concilio, prima di proseguire, avrebbe atteso il loro ritorno, tale era l'importanza di un'elezione
papale.
Nel frattempo, giunse un altro messaggio con la notizia che Novaziano, il più eminente fra il clero
romano, era stato eletto papa. Fortunatamente tornarono da Roma due presbiteri africani, Pompeo e
Stefano, che erano stati presenti all'elezione di Cornelio e che poterono testimoniare che tale
elezione era stata regolare. Fu così possibile rispondere alle pretese degli inviati di Novaziano. Fu
anche inviata a Roma una breve lettera in cui veniva esposta la discussione che si era svolta nel
concilio. Poco dopo, insieme al rapporto di Caldonio e Fortunato, giunse una lettera da parte di papa
Cornelio in cui questi si lamentava del ritardo nel suo riconoscimento. Cipriano scrisse a Cornelio
spiegando il suo comportamento prudente ed aggiunse anche un'altra lettera ai confessori che erano
i principali sostenitori dell'antipapa, lasciando a Cornelio la decisione sul suo utilizzo.
Inviò, inoltre, copia dei suoi due trattati, De Unitate e De Lapsis (composto subito dopo l'altro), con
l'auspicio che i confessori le leggessero e capissero le implicazioni di uno scisma. È proprio in
questa copia del De Unitate che Cipriano probabilmente aggiunse una versione alternativa del
quarto capitolo.
Le rimostranze del santo ebbero il loro effetto ed i confessori si schierarono dalla parte di Cornelio.
Ma, per due o tre mesi, la confusione all'interno della chiesa cattolica fu terribile.
Nessun altro evento in questi primi tempi dimostra così chiaramente l'enorme importanza del
papato sia ad oriente sia ad occidente. San Dionisio di Alessandria unì la sua grande influenza a
quella del primate cartaginese che presto poté scrivere che Antiochia, Cesarea e Gerusalemme, Tiro
e Laodicea, tutta la Cilicia e la Cappadocia, la Siria, l'Arabia, la Mesopotamia, il Ponto e la Bitinia,
erano di nuovo in comunione con il loro vescovo ed erano tutte in concordia (Eusebio di Cesarea,
Historia Ecclesiastica, VII, v). Da questo si comprende la vastità del problema. Cipriano affermava
che Novaziano "assunse il primato" (Ep. LXIX, 8) ed inviò i suoi nuovi apostoli in molte città; e dove
c'erano vescovi ortodossi, provati dalla persecuzione, osò crearne di nuovi affinché li sostituissero
(Ep. LV, 24).
Tale era il potere di un antipapa del III secolo. Bisogna ricordare che all'inizio dello scisma non fu
sollevata alcuna questione di eresia e che Novaziano, dopo essersi proclamato papa, enunciò
solamente il suo rifiuto di perdono per i lapsi. I motivi per cui Cipriano sosteneva Cornelio furono
dettagliatamente spiegati nell'Epistola LV, indirizzata ad un vescovo che, inizialmente, propendeva
per le argomentazioni di Cipriano, che lo aveva incaricato di informare Cornelio che "ora era in
comunione con lui, e quindi con la Chiesa cattolica", ma in seguito aveva cambiato idea.
Evidentemente è implicito che se non fosse stato in comunione con Cornelio sarebbe stato fuori
della chiesa cattolica. Scrivendo al papa, Cipriano si scusava del suo ritardo nel riconoscimento; ma
aveva almeno sollecitato tutti coloro che si recavano a Roma di assicurarsi che riconoscessero la
radice della Chiesa cattolica (Ep. XLVIII, 3).
Cipriano continuava dicendo che aveva atteso un rapporto formale dei vescovi che aveva inviato a
Roma, prima di far prendere una decisione a tutti i vescovi d'Africa, Numidia e Mauretania, affinché,
quando sarebbero stati dissipati i dubbi, tutti "avrebbero potuto approvare saldamente ed essere in
comunione" con lui. Per uno strano caso, il principale sostenitore del rigorista Novaziano era il
presbitero Novato che, a Cartagine, stava riconciliando indiscriminatamente i lapsi senza la dovuta
penitenza. La sua adesione al partito rigorista ebbe il curioso risultato di indebolire a Cartagine
l'opposizione a Cipriano.
È vero che Felicissimo si difese per un certo periodo; ottenne persino che cinque vescovi,
scomunicati e deposti, consacrassero un certo Fortunato in opposizione a san Cipriano, per non
essere emarginati dalla fazione di Novaziano, che aveva già insediato un suo vescovo a Cartagine.
Costoro fecero persino appello a san Cornelio e Cipriano dovette scrivere al papa un lungo rapporto
sugli eventi che stavano montando, ridicolizzando la loro presunzione. Questa ambasciata fu,
naturalmente, infruttuosa ed il partito di Fortunato e di Felicissimo sembrò dissolversi. Riguardo ai
lapsi i concili avevano deciso che ogni caso avrebbe dovuto essere giudicato a sé e che i libellatici
avrebbero dovuto essere riammessi in comunione dopo un variabile, ma lungo, tempo di penitenza,
mentre coloro che realmente avevano sacrificato, dopo una vita di penitenza, avrebbero potuto
ricevere l'Eucaristia in punto di morte. Ma a chiunque non si fosse pentito fino all'ora della malattia
doveva essere del tutto rifiutata. La decisione era dura. Tuttavia, una recrudescenza della
persecuzione annunciata, narrava Cipriano, da numerose visioni, causò la convocazione di un altro
concilio nell'estate del 252. In questa occasione si decise di riammettere immediatamente tutti
coloro che stavano facendo la penitenza, affinché potessero essere fortificati dall'Eucaristia.
Durante la persecuzione di Gallo e Volusiano, la chiesa di Roma fu nuovamente messa alla prova, ma
questa volta Cipriano poté congratularsi con il papa per la fermezza dimostrata; l'intera chiesa di
Roma, narrava, aveva confessato all'unanimità ed ancora una volta la fede predicata dagli Apostoli,
veniva proclamata sul mondo intero (Ep. LX). Verso il giugno 253, Cornelio fu esiliato a
Centumcellae (Civitavecchia). Qui trovò la morte e fu annoverato tra i martiri sia da Cipriano che dal
resto della chiesa.
Il suo successore, Lucio, immediatamente dopo la sua elezione fu inviato nello stesso luogo, ma
presto gli fu permesso di tornare e Cipriano gli scrisse per congratularsi con lui. Quest'ultimo morì il
5 marzo 254. Il 12 dello stesso mese venne eletto Stefano. Tertulliano, in precedenza, aveva molto
argomentato sul fatto che gli eretici non avevano lo stesso Dio, lo stesso Cristo dei cattolici, quindi il
loro battesimo era nullo. La Chiesa africana aveva adottato questa visione in occasione di un concilio
svoltosi a Cartagine sotto un predecessore di Cipriano, Agrippino. Ad oriente era, inoltre, abitudine
delle Chiese di Cilicia, Cappadocia e Galazia ribattezzare i montanisti che tornavano alla Chiesa.
L'opinione di Cipriano sul battesimo impartito dagli eretici era questa: Non abluuntur illic homines,
sed potius sordidantur, nec purgantur delicta sed immo cumulantur'.
Non Deo nativitas illa sed diabolo filios generat (De Unitate, XI). Un certo vescovo Magno, scrisse
per chiedere se il battesimo dei novazianisti dovesse essere riconosciuto (Ep. LXIX). La risposta di
Cipriano arrivò verso il 255: dovevano essere trattati alla stregua di tutti gli altri eretici. In seguito,
Cipriano emanò una disposizione (Ep. LXX) nello stesso senso, probabilmente nella primavera del
255 d.C, indirizzata a 18 vescovi di Numidia. Questo fu, apparentemente, l'inizio di una nuova
polemica. Sembra che i vescovi di Mauretania, in questo, non seguissero l'uso dell'Africa
Proconsolare e della Numidia e che papa Stefano gli avesse inviato una lettera che approvava la loro
fedeltà all'uso romano. Il concilio cartaginese della primavera del 256 fu più numeroso del solito e
61 vescovi sottoscrissero la lettera conciliare in cui spiegavano al papa i motivi per cui
ribattezzavano e argomentavano che questa era una faccenda in cui i vescovi erano liberi di
decidere. Stefano non era d'accordo e pubblicò immediatamente un decreto molto perentorio in cui
imponeva che non doveva essere fatta alcuna "innovazione", ma doveva essere osservata la
tradizione romana dell'imposizione delle mani sugli eretici convertiti in segno di assoluzione, a pena
di scomunica. Questo provvedimento, evidentemente indirizzato ai vescovi africani, conteneva
alcune severe censure su Cipriano stesso. Nel settembre del 256, si riunì a Cartagine un concilio
ancora più grande. Tutti furono d'accordo con Cipriano; Stefano non fu neanche menzionato; al
punto che alcuni studiosi hanno persino supposto che il concilio si fosse tenuto prima dell'arrivo del
provvedimento di Stefano ( Albrecht Ritschl, Grisar, Ernst, Bardenhewer). Cipriano non voleva
assumersi tutta la responsabilità, così dichiarò che nessuno si era fatto vescovo dei vescovi e che
tutti avrebbero dovuto esprimere il proprio parere. Il voto di ciascuno fu quindi espresso con un
breve intervento. Il resoconto del concilio ci è giunto nella corrispondenza di Cipriano con il titolo di
Sententiae Episcoporum. Ma, ai messaggeri inviati a Roma con questo documento, il papa rifiutò
un'udienza e negò persino ospitalità. Cipriano, pertanto, cercò appoggio ad oriente. Scrisse, quindi,
a Firmiliano di Cesarea inviandogli il trattato De Unitate e la corrispondenza sulla questione
battesimale. La sua risposta giunse a metà novembre, in toni ancora più aspri di quelli di Cipriano.
Dopo di ciò non si conosce altro sulla polemica. Stefano morì il 27 agosto 257 e fu seguito da papa
Sisto II che, certamente, era in comunione con Cipriano. Probabilmente, quando a Roma si
accorsero che gran parte delle Chiese orientali adottavano tale pratica, la questione fu tacitamente
accantonata. Si dovrebbe inoltre ricordare che, benché Stefano richiedesse obbedienza assoluta,
abbia, apparentemente come Cipriano, considerato la questione come punto di disciplina.
San Cipriano sosteneva la sua posizione partendo da una concezione errata dell'unità della chiesa e
non dal principio elaborato in seguito da sant'Agostino, secondo il quale, poiché Cristo è sempre
l'agente principale, la validità del sacramento è indipendente dal ministro che lo impartisce: Ipse est
qui baptizat. Tuttavia, questo concetto era implicito nell'insistenza di Stefano sulla forma corretta,
"perché il battesimo è impartito in nome di Cristo e il suo effetto è dovuto alla maestà del suo
nome". L'imposizione delle mani incoraggiata da Stefano era ripetutamente detto essere in
poenitentiam, tuttavia Cipriano continuava a sostenere che il dono dello Spirito Santo tramite
l'imposizione delle mani non portava alla rinascita, ma doveva essere successiva ad esso ed
implicarla. Ad oriente, l'uso di ribattezzare gli eretici, forse, proveniva dal fatto che molti di loro non
credevano nella Trinità e, probabilmente, non usavano neppure la giuste formula. La pratica
sopravvisse per secoli, almeno nel caso di alcune eresie. Ma ad occidente il ribattezzare era
considerato eresia e l'Africa rientrò nei ranghi poco dopo San Cipriano. Sant'Agostino, San Girolamo
e San Vincenzo di Lerino elogiarono Stefano per la fermezza dimostrata nella vicenda. Ma le lettere
di Cipriano divennero lo strumento principale delle dissertazioni donatiste. Sant'Agostino, nel suo
De Baptismo, le confutò una per una. L'Ep. lxviii fu scritta a Stefano prima della frattura. Cipriano
venne a sapere da Faustino, vescovo di Lione, che Marciano, vescovo di Arles, si era unito ai
novaziani. Il papa, certamente, era già sarà stato informato di questo fatto da Faustino e dagli altri
vescovi della provincia.
Cipriano diceva: « Dovreste inviare lettere ai nostri colleghi vescovi di Gallia affinché non
permettano al fiero ed ostinato Marciano di insultare ulteriormente la nostra amicizia… di
conseguenza, dovreste inviare lettere alla provincia ed al popolo di Arles affinché si sostituisca lo
scomunicato Marciano… poiché l'intero corpo episcopale unito dal collante dell'accordo reciproco e
dal legame di unità, se uno dei nostri fratelli cadesse nell'eresia e tentasse di lacerare e devastare la
moltitudine di Cristo, il resto possa fornire il suo aiuto… Benché siamo molti pastori, tuttavia
sovrintendiamo a una moltitudine. »
Sembra incontestabile che Cipriano, in questo passo, stesse spiegando al Papa perché avesse osato
interferire, e che gli attribuiva il potere di deporre Marciano e di ordinare una nuova elezione.
Un'altra lettera, forse successiva, prodotta da un sinodo di 37 vescovi ed ovviamente composta da
Cipriano, era indirizzata al presbitero Felice ed al popolo di Legio e di Asturica Augusta, al diacono
Elio ed al popolo diAugusta Emerita, in Spagna. Qui si riferiva che i vescovi Felice e Sabino erano
venuti a Cartagine per lamentarsi. Erano stati legittimamente ordinati dai vescovi della provincia al
posto dei precedenti, Basilide e Marziale, che avevano, entrambi, accettato i libelli durante la
persecuzione. Basilide, inoltre, aveva ulteriormente bestemmiato Dio, poiché nella malattia, aveva
confessato la sua blasfemia, si era dimesso volontariamente dal suo ufficio e si era accontentato
della comunione laica. Marziale aveva partecipato a banchetti pagani ed aveva sepolto i suoi figli in
un cimitero pagano. Aveva pubblicamente negato, davanti al procurator ducenarius, Cristo.
Pertanto, diceva la lettera, tali uomini erano indegni di essere vescovi. Sia la chiesa che papa
Cornelio avevano deciso che tali uomini potessero essere ammessi alla penitenza ma mai
all'ordinazione; non gli avrebbe giovato che avessero ingannato papa Stefano, che era ignaro dei
fatti, in modo da essere ristabiliti nelle loro sedi; questa frode aveva solo ingrandito la loro colpa. La
lettera, così strutturata, era, pertanto, una dichiarazione che Stefano era stato ingannato. Non gli
imputava alcuna colpa, non c'era alcuna richiesta di cambiare la sua decisione o di negare il suo
diritto di prenderla; sosteneva semplicemente che la sua decisione era fondata su false informazioni
e quindi era nulla.
L'impero era circondato da orde di barbari che si riversavano dentro da tutte le direzioni. Il pericolo
fu il segnale di partenza per una recrudescenza della persecuzione dell'imperatore Valeriano. Ad
Alessandria, San Dionisio fu mandato in esilio. Il 30 agosto 257, Cipriano fu condotto di fronte al
proconsole Paterno nel suo secretarium. Il suo interrogatorio è tuttora esistente e forma la prima
parte degli Acta proconsularia del suo martirio. Cipriano si proclamò cristiano e vescovo. Disse che
serviva un solo Dio che pregava giorno e notte per tutti gli uomini e per la salvezza dell'imperatore.
"Perseveri in questo?" gli chiese Paterno. "Una buona volontà che conosce Dio non può essere
cambiata." "Vuoi, quindi, andare in esilio a Curubis?" "Vado." Paterno, allora, gli chiese i nomi degli
altri presbiteri, ma Cipriano rispose che la delazione era proibita dalle leggi e che comunque non
sarebbe stato difficile trovarli nelle loro città.
A settembre si recò a Curubis, accompagnato da Ponzio. La città era isolata, ma Ponzio riportava
che era assolata e piacevole, che vi si recavano molti visitatori e che i cittadini erano pieni di
gentilezze. In un lungo brano narrava anche del sogno fatto da Cipriano la prima notte di esilio: era
al cospetto del proconsole e veniva condannato a morte, ma, su sua richiesta, l'esecuzione veniva
rimandata al giorno successivo. Si risvegliò nel terrore, ma una volta sveglio attese quel giorno, che
giunse nell'anniversario del sogno, con calma. In Numidia le misure erano più severe. Cipriano
scrisse a nove vescovi condannati ai lavori forzati, con la metà dei loro capelli tagliati e con cibo e
vestiario insufficienti. Era ancora ricco ed era in grado di aiutarli. Le loro risposte si sono
conservate ed esistono anche gli Atti autentici di parecchi martiri africani che patirono il martirio
poco dopo Cipriano.
Nell'agosto 258, Cipriano seppe che papa Sisto II era stato messo a morte nelle catacombe il giorno
6 dello stesso mese, insieme a quattro dei suoi diaconi. In conseguenza del nuovo editto i vescovi, i
presbiteri ed i diaconi avrebbero dovuto essere immediatamente messi a morte; i senatori, i
cavalieri e gli altri notabili avrebbero dovuto perdere i loro beni e, qualora persistessero, avrebbero
dovuto essere messi a morte; le matrone avrebbero dovuto essere esiliate; i Caesarianes (ufficiali
del fiscus) avrebbero dovuto essere resi schiavi. Galerio Massimo, il successore di Paterno, fece
tornare Cipriano a Cartagine e qui, nei suoi giardini, il vescovo attese la sentenza finale. Molti
personaggi in vista lo invitarono a scappare, ma il suo sogno non aveva previsto questa eventualità
ed inoltre voleva soprattutto rimanere per esortare gli altri. Tuttavia, piuttosto che obbedire alla
convocazione del proconsole ad Utica, si nascose. Aveva, infatti, dichiarato che per un vescovo era
giusto morire nella propria città. Al ritorno di Galerio a Cartagine, Cipriano fu tradotto dai suoi
giardini da due Principes in un carro, ma il proconsole era malato e Cipriano passò la notte nella
casa di uno dei due principes in compagnia dei suoi amici. Di quanto accadde in seguito esiste una
vaga descrizione di Ponzio e un dettagliato resoconto negli "Atti proconsolari". La mattina del 14
settembre, per ordine delle autorità, una folla si riunì presso "la villa di Sesto".
Cipriano fu processato in quel luogo. Si rifiutò di sacrificare agli dei pagani e aggiunse che in questa
materia non si doveva pensare alle conseguenze. Il proconsole lesse la sua condanna e la
moltitudine pianse, "Lascia che siamo decapitati insieme a lui!". Fu gettato a terra in una cavità
circondata da alberi, su cui molte persone si erano arrampicate.
Il proconsole lesse la sua condanna e la moltitudine pianse, "Lascia che siamo decapitati insieme a
lui!" Fu gettato a terra in una cavità circondata da alberi, su cui molte persone si erano arrampicate.
Cipriano si tolse il mantello ed inginocchiatosi iniziò a pregare. Poi si tolse la dalmatica e la diede ai
suoi diaconi. Rimase in piedi vestito della sola tunica in attesa del carnefice, al quale ordinò fossero
dati 25 pezzi d'oro. I confratelli lanciarono panni e fazzoletti davanti a lui per assorbire il suo
sangue. Egli si bendò gli occhi con l'aiuto di un presbitero e di un diacono, entrambi chiamati Giulio.
Così avvenne il suo martirio. Per il resto del giorno il suo corpo fu esposto per soddisfare la curiosità
dei pagani. Ma la notte, i confratelli, con candele e torce, lo portarono pregando al cimitero di
Macrobius Candidianus nei sobborghi di Mapalia. Fu il primo vescovo di Cartagine ad ottenere la
corona del martirio. La sua lotta contro la corruzione e il suo carattere caritatevole e incline al buon
senso facilitarono la sua santificazione, avvenuta pochi mesi dopo il suo decesso. Sant'Agostino
d'Ippona lo ammirò profondamente sia sotto il profilo umano sia sotto quello teologico (di lui scrisse:
Beatus Cyprianus velut olĕum decurrens in omnem suavitatem).Nelle sue opere, Cipriano si
rivolgeva ad un pubblico cristiano; il suo fervore aveva libero gioco, il suo stile era semplice, anche
se impetuoso e a volte poetico, per non dire fiorito. Pur senza essere classico, il suo stile era corretto
per la sua epoca e il ritmo con cui cadenzava le frasi era rigoroso e comune a tutte le sue opere
migliori.
Nel complesso, la bellezza del suo stile raramente fu eguagliata dai padri latini e fu sorpassata solo
dall'energia e dallo spirito di San Girolamo.
San Cipriano fu il primo grande scrittore cristiano in latino, dato che Tertulliano cadde nell'eresia e
il suo stile era aspro e complesso. Fino ai giorni di Girolamo e di Agostino, le opere di Cipriano non
ebbero rivali in tutto l'occidente.
La prima opera cristiana di Cipriano fu 'Ad Donatum' , un monologo rivolto ad un amico, seduto
sotto una pergola di vite. Qui narrava di come, fino a che la Grazia divina non lo aveva illuminato e
rafforzato, gli era sembrato impossibile vincere il vizio; descriveva la decadenza della società
romana, gli spettacoli gladiatori, il teatro, i tribunali ingiusti, la vuotezza del successo politico; e
forniva come unica soluzione la mite vita di studio e di preghiera del cristiano. All'inizio dell'opera
dovrebbero essere, probabilmente, posizionate le poche parole di Donato a Cipriano, che Hartel
classificò come lettera spuria.
Lo stile di questo pamphlet è influenzato da quello di Ponzio. Non è brillante come quello di
Tertulliano, ma riflette i preziosismi di Apuleio.
Una seconda opera degli inizi fu il Testimonia ad Quirinum, in tre libri. L'opera è composta da brani
Scritturali organizzati in capitoli per illustrare il superamento dell'Antico Testamento ed il relativo
compimento in Cristo. Un terzo libro, aggiunto successivamente, contiene testi sull'etica cristiana.
L'opera riveste un'importanza fondamentale per lo studio della storia delle vecchie versioni latine
della Bibbia. Essa fornisce un testo africano strettamente correlato a quello del manoscritto di
Bobbio noto come K (Torino). L'edizione del Hartel proviene da un manoscritto che contiene una
versione modificata. Un altro libro di brani sul martirio fu Ad Fortunatum, il cui testo esiste solo in
antichi manoscritti. Le altre opere di San Cipriano sono:

- Una spiegazione del Padre Nostro (De Dominica oratione).

- Un'opera sulla semplicità degli abiti propria delle vergini consacrate (De habitu virginum).

- Un pamphlet intitolato "Della mortalità", composto in occasione della peste che colpì Cartagine nel
252, quando Cipriano organizzò un gruppo di persone e trovò molti fondi per la cura dei malati e la
sepoltura dei morti.

- L'opera intitolata "Dell'elemosina", in cui spiegava il suo carattere cristiano, la sua necessità ed il
suo valore appagante, forse scritta, secondo Watson, in risposta alla calunnia che i suoi regali
sontuosi erano tentativi di corruzione per portare le persone dalla sua parte.

- L'opera intitolata Ad Demetrianum (l'unica veramente critica e pungente), con la quale rispondeva
in maniera piuttosto stizzita all'accusa di un pagano che i cristiani avessero portato la peste sul
mondo.

- Due brevi opere una intitolata "Della pazienza" e un'altra opera intitolata "Della rivalità e
dell'invidia", scritte durante la polemica battesimale

La corrispondenza di Cipriano consiste di 81 lettere, 62 delle quali sono sue e tre scritte a nome di
concili. Da questa ampia raccolta si ottiene una chiara fotografia dei suoi tempi. La prima raccolta
dei suoi scritti dovette essere fatta poco prima o subito dopo la sua morte, poiché era nota a Ponzio.
Era composta da dieci trattati e da sette lettere sul martirio. A questi furono aggiunte, in Africa, una
serie di lettere sulla questione battesimale e, a Roma, sembra, la corrispondenza con Cornelio,
tranne l'Ep. XLVII. Altre lettere furono aggiunte successivamente, comprese le lettere a Cipriano o
altre a lui collegate, le sue raccolte di testimonianze e molte altre opere spurie. Il poco che può
essere desunto da san Cipriano sulla Trinità e sull'Incarnazione, in base agli standard successivi, era
corretto. Sulla rigenerazione battesimale, sulla reale presenza di Cristo nell'Eucaristia e sul
sacrificio della messa, la sua fede veniva confessata chiaramente e ripetutamente, particolarmente
nell'Ep. LXIV sul battesimo infantile e nell'Ep. LXIII sul calice misto, scritta contro l'abitudine
sacrilega di usare acqua senza vino per la messa. Sulla penitenza è chiaro, come in tutti gli antichi,
che per coloro che furono separati dalla Chiesa dal peccato non ci potesse essere ritorno senza
un'umile confessione (exomologesis apud sacerdotes), seguita dalla remissio facta per sacerdotes. Il
ministro di questo sacramento era il sacerdos per eccellenza, il vescovo; ma i presbiteri potevano
amministrarlo in conformità a quanto da lui stabilito e, in caso di necessità, ilapsi potevano essere
riabilitati da un diacono. Non aggiungeva, come dovremmo fare oggi, che, in questo caso, non ci
sarebbe sacramento; tali distinzioni teologiche non gli erano confacenti.
Nella Chiesa occidentale del III secolo non c'era che un abbozzo di legge canonica. Secondo
Cipriano, ogni vescovo rispondeva solamente a Dio delle sue azioni, anche se si sarebbe dovuto
avvalere della consulenza del clero e del laicato in tutte le questioni importanti. Il vescovo di
Cartagine aveva una posizione privilegiata come capo onorario di tutti i vescovi delle province
dell'Africa Proconsolare, di Numidia e della Mauretania, che erano circa cento; ma non aveva una
reale giurisdizione su di loro. Sembra, inoltre, che si riunissero ad ogni primavera a Cartagine, ma le
loro decisioni conciliari non avevano forza di legge. Se un vescovo fosse caduto nell'apostasia, fosse
diventato eretico o avesse commesso un peccato grave, poteva essere deposto dai suoi
comprovinciali o dal papa stesso. Cipriano, probabilmente, riteneva che le questioni sull'eresia
fossero sempre troppo evidenti per avere bisogno di molte discussioni. Pensava che, dove era
interessata la disciplina interna, Roma non dovesse interferire e che l'uniformità non era
desiderabile.
Analizzando la sua dottrina, tuttavia, si deve tenere sempre presente che la sua esperienza come
cristiano era di breve durata: era diventato vescovo subito dopo la conversione, non aveva avuto da
studiare opere cristiane oltre alle Sacre Scritture ed a quelle di Tertulliano.Evidentemente non
comprendeva il greco e, probabilmente, non era a conoscenza della traduzione di sant'Ireneo di
Lione. Roma, per lui, era il centro dell'unità della Chiesa; era inaccessibile alle eresie che avevano
inutilmente battuto alla sua porta per oltre un secolo. Era la sede di Pietro, che era il prototipo del
vescovo, il primo degli Apostoli. Le divergenze di opinione fra i vescovi sul legittimo occupante della
sede di Arles o di Emerita non portavano a una frattura, ma vescovi rivali a Roma dividevano la
Chiesa ed essere in comunione con quello sbagliato significava essere scismatici. È controverso se ai
suoi tempi la castità dei presbiteri fosse obbligatoria o soltanto fortemente auspicabile. Le vergini
consacrate, comunque, erano, per lui, il fiore all'occhiello del suo gregge, i gioielli della chiesa in
mezzo all'immoralità del paganesimo.
-San Cipriano-
S. Cipriano - Letture e preghiere
Come spiegato nel capitolo inerente alla preparazione vi raccomandiamo prima di eseguire il rito di
meditare e pregare perché questo è parte integrante di questa pratica esoterica. In questo capitolo
e in quello successivo troverete le orazioni e il Messale cattolico inerente a San Cipriano. E' un
ottimo modo recitare queste preghiere e leggere le scritture prima, per tenere lontane le forze
'parassite' e avverse. Se riuscite a fare il rito del 'Santo' nello stesso giorno in cui si ricorda nella
tradizione l'efficacia del rito sarà maggiore. Orazioni e preghiere andrebbero sempre fatte in tutti i
riti che invocano i santi e la presenza delle forze salvifiche della tradizione cattolica (ad esempio lo
spirito Santo).

La preghiera del Signore

16 Settembre : si ricordano i Santi Cornelio papa e Cipriano, vescovi martiri.

Letture: Rm 5,1-5; Sal 33; Mt 10,17-22

"« Sia fatta la tua volontà in cielo e in terra ». E con ciò intendiamo dire: non che faccia Dio ciò che
egli vuole, ma che possiamo farlo noi, ciò che Dio vuole. Infatti, chi mai potrebbe opporsi a che Dio
faccia ciò che egli vuole? Quanto a noi, invece, poiché siamo ostacolati dal diavolo a conformarci
totalmente a Dio nel pensiero e nelle azioni, perciò preghiamo affinché si faccia in noi la sua volontà.
Ed essa in noi si potrà compiere solo col concorso della stessa volontà di Dio, e cioè col suo aiuto e
la sua protezione: nessuno infatti è forte per le proprie forze, è però al sicuro per la bontà e la
misericordia di Dio. D'altronde, lo stesso Signore, mostrando la debolezza dell'umanità che lui
portava, dice: Padre, se è possibile, passi da me questo calice (Mt. 26, 39). E aggiunge, per dare così
ai suoi discepoli l'esempio affinché essi facciano non la volontà propria ma quella di Dio: Tuttavia,
non ciò che voglio io, ma ciò che tu vuoi (ib.); e altrove: Non sono disceso dal cielo per fare la mia
volontà, ma la volontà di colui che mi ha inviato (Gv. 6, 38).Se ha ubbidito il Figlio a fare la volontà
del Padre, quanto più non deve ubbidire il servo a fare la volontà del Signore! Così, pure Giovanni,
nella sua lettera, ci esorta e ci insegna a compiere la volontà del Signore, dicendo: Non vogliate
amare il mondo, né le cose del mondo. Se qualcuno ama il mondo, non è in lui la carità del Padre,
poiché tutto ciò che è nel mondo è concupiscenza della carne e concupiscenza degli occhi e superbia
della vita, e non viene dal Padre ma dalla concupiscenza del mondo. E il mondo passerà e la sua
concupiscenza: ma chi avrà fatto la volontà di Dio rimane in eterno, così come Dio rimane in eterno
(1 Gv. 2, 15 ss.).
Se dunque noi vogliamo avere la vita eterna, dobbiamo fare la volontà di Dio, che è eterno. Ora la
volontà di Dio è ciò che Cristo ha fatto e insegnato : l'umiltà nella condotta, la fermezza nella fede,
la modestia nelle parole, la giustizia nell'agire, la misericordia nelle opere, la rettitudine nei
costumi, e neppur sapere cos'è un'ingiuria agli altri, e tollerare l'offesa, mantenere la pace coi
fratelli, amare Dio con tutto il cuore, amarlo come padre e temerlo come Dio, tutto posporre a Cristo
poiché lui ogni cosa pospose a noi, stare uniti inseparabilmente al suo amore, tenersi stretti alla sua
croce con forza e fiducia, e quando è tempo di lottare per il suo nome e la sua gloria essere
apertamente fermi nel confessarlo e fiduciosi nella tortura e pazienti nella morte per la quale
riceviamo la corona. Questo significa voler essere coeredi di Cristo (cf. Rom. 8, 17), questo è attuare
il comandamento di Dio, sì, questo è adempiere la volontà del Padre.
Domandiamo che la volontà di Dio si faccia in cielo e in terra: che l'una e l'altra cosa riguarda il
perfetto compimento della nostra giustificazione e salute. Infatti, noi possediamo un corpo che viene
dalla terra e uno spirito che viene dal cielo: così, siamo terra e cielo. E, quindi, in realtà, chiediamo
che la volontà di Dio sia fatta nell'uno e nell'altro, cioè nel corpo e nello spirito…Così, ogni giorno, o
meglio a ogni istante, preghiamo che in noi sia fatta la volontà di Dio in cielo e in terra: perché
questa è la volontà di Dio, che le cose terrene cedano alle celesti, e prevalga ciò che è spirituale e
divino.
Si può pensare anche a un altro significato, fratelli carissimi. Il Signore ci ha dato il comandamento
di amare anche i nemici e di pregare pure per coloro che ci perseguitano (cf.Mt. 5, 44): sicché noi
preghiamo per quelli che sono ancora terra e che non hanno cominciato a essere del cielo, affinché
la volontà di Dio si faccia in loro, quella volontà che Cristo ha perfettamente compiuto col salvare e
riscattare l'uomo. In realtà i discepoli da lui non sono più chiamati terra, ma sale della terra (cf. Mt.
5, 13), e l'Apostolo dice che mentre il primo uomo fu tratto dal fango della terra il secondo è dal
cielo (cf. 1 Cor. 15, 47).

Dunque noi, se vogliamo pregare ricordandoci che dobbiamo essere simili a Dio, il quale fa sorgere
il suo sole su buoni e cattivi e fa piovere su giusti e ingiusti (cf. Mt. 5, 45), dietro l'ordine di Cristo
dobbiamo farlo per la salvezza di tutti, affinché come la volontà di Dio è fatta in cielo, cioè in noi per
la nostra fede, essendo noi dal cielo, cosi pure si faccia in terra, cioè in quelli che non credono;
cosicché coloro i quali per la loro prima nascita sono ancora terreni, diventino celesti nascendo
dall'acqua e dallo Spirito (cf. Gv. 3, 5)."

- Tratto da S. Cipriano di Cartagine, La preghiera del Signore, 14 –17

Preghiera:

O Dio, Tu hai rivelato la Tua Volontà per ciascuno di noi, con le parole e le azioni del Tuo divino
Figlio. Ti supplichiamo ardentemente di assisterci, per poter seguire il Suo esempio nella nostra vita
e giungere a contemplarti e lodarti per sempre nella Tua eterna dimora. Te lo chiediamo per mezzo
dello stesso Gesù Cristo, Tuo Figlio, che vive e regna nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli
dei secoli. Amen.

Riflessione:

Cornelio resse la Chiesa di Roma dal 251 al 253 tra le difficoltà causate dalla persecuzione di Decio.
Con longanimità evangelica prese un atteggiamento mite verso coloro che non avevano
coraggiosamente confessato la fede (i lapsi, caduti). Contro di lui aprì uno scisma rigorista
Novaziano, ma Cipriano si schierò con Cornelio. Il papa, esiliato a Civitavecchia, vi morì nel giugno
253.
Cipriano, oratore famoso, convertito a Cristo a 35 anni, nel 249 fu eletto vescovo della sua città e si
mise con ardore a organizzare la Chiesa d’Africa. Fu un grande maestro di morale cristiana. I suoi
scritti, specialmente le lettere, sono preziosa documentazione sulla fede e sul culto nel secolo III.
Con Tertulliano ha creato il latino cristiano. La liturgia, unendo nel culto Cornelio e Cipriano, ci
richiama gli stretti legami che univano le Chiese nei primi secoli. All’Africa cristiana dobbiamo
probabilmente le prime versioni della Bibbia in latino, quando Roma l’usava ancora in greco
.L’Epistolario dei due santi mette in evidenza la straordinaria consonanza di idee fra Roma e
Cartagine. In particolare esce luminosamente chiarita la concezione di « Chiesa » costruita
dall’Eucaristia. L’Eucaristia rappresenta infatti una comunicazione profonda con Dio in Cristo
mediante la sua Chiesa. Ogni comunione esige e tende a operare un’immancabile e profonda
conversione verso Dio e i fratelli. Cipriano e Cornelio l’hanno ricordato con energia e con amore ai
lapsi, cioè a quei cristiani del loro tempo che erano scesi a compromessi pericolosi durante le
persecuzioni, e pretendevano «comunicare» veramente dopo aver servito a due padroni e senza dare
garanzie di una seria rottura con ogni compromesso.

Dalle «Lettere» di san Cipriano, vescovo e martire.

(Lett. 60, 1-2. 5; CSEL, 3, 691-692. 694-695)

Cipriano a Cornelio, fratello nell'episcopato.

Siamo a conoscenza, fratello carissimo, della tua fede, della tua fortezza e della tua aperta
testimonianza. Tutto ciò è di grande onore per te e a me arreca tanta gioia da farmi considerare
partecipe e socio dei tuoi meriti e delle tue imprese. Siccome infatti una è la Chiesa, uno e
inseparabile l'amore, unica e inscindibile l'armonia dei cuori, quale sacerdote, nel celebrare le lodi
di un altro sacerdote, non se ne rallegrerebbe come di sua propria gloria? E quale fratello non si
sentirebbe felice della gioia dei propri fratelli? Certo non si può immaginare l'esultanza e la grande
letizia che vi è stata qui da noi quando abbiamo saputo cose tanto belle e conosciuto le prove di
fortezza da voi date. Tu sei stato di guida ai fratelli nella confessione della fede, e la stessa
confessione della guida si è fortificata ancora più con la confessione dei fratelli. Così, mentre hai
preceduto gli altri nella via della gloria, hai guadagnato molti compagni alla stessa gloria, e mentre
ti sei mostrato pronto a confessare per primo e per tutti, hai persuaso tutto il popolo a confessare la
stessa fede. In questo modo ci è impossibile stabilire che cosa dobbiamo elogiare di più in voi, se la
tua fede pronta e incrollabile, o la inseparabile carità dei fratelli. Si è manifestato in tutto il suo
splendore il coraggio del vescovo a guida del suo popolo, ed è apparsa luminosa e grande la fedeltà
del popolo in piena solidarietà con il suo vescovo. In voi tutta la chiesa di Roma ha dato la sua
magnifica testimonianza, tutta unita in un solo spirito e in una sola voce.
E' brillata così, fratello carissimo, la fede che l'Apostolo constatava ed elogiava nella vostra
comunità. Già allora egli prevedeva e celebrava quasi profeticamente il vostro coraggio e la vostra
indomabile fortezza. Già allora riconosceva i meriti di cui vi sareste resi gloriosi. Esaltava le imprese
dei padri, prevedendo quelle dei figli. Con la vostra piena concordia, con la vostra fortezza, avete
dato a tutti i cristiani luminoso esempio di unione e di costanza. Fratello carissimo, il Signore nella
sua provvidenza ci ammonisce che è imminente l'ora della prova. Dio nella sua bontà e nella sua
premura per la nostra salvezza ci dà i suoi benefici suggerimenti in vista del nostro vicino
combattimento. Ebbene in nome di quella carità che ci lega vicendevolmente, aiutiamoci,
perseverando con tutto il popolo nei digiuni, nelle veglie e nella preghiera. Queste sono per noi
quelle armi celesti che ci fanno stare saldi, forti e perseveranti. Queste sono le armi spirituali e gli
strali divini che ci proteggono. Ricordiamoci scambievolmente in concordia e fraternità spirituale.
Preghiamo sempre e in ogni luogo gli uni per gli altri, e cerchiamo di alleviare le nostre sofferenze
con la mutua carità.
Messale (riferito a S.Cipriano)
Antifona d'Ingresso Sal 36,39

La salvezza dei giusti viene dal Signore; egli è loro difesa nel tempo della prova.

Gaudent in caelis ánimae Sanctórum, qui Christi vestígia sunt secúti; et quia pro eius amóre
sánguinem suum fudérunt, ídeo cum Christo exsúltant sine fine.

Colletta

O Dio, che hai dato al tuo popolo i santi Cornelio e Cipriano, pastori generosi e martiri intrepidi, con
il loro aiuto rendici forti e perseveranti nella fede, per collaborare assiduamente all'unità della
Chiesa. Per il nostro Signore...

Deus, qui pópulo tuo beátos Cornélium et Cypriánum sédulos pastóres et invíctos mártyres
praestitísti, concéde ut, eórum intercessióne, fide et constántia roborémur, et pro Ecclésiae unitáte
óperam tribuámus impénse. Per Dóminum.

Liturgia della parola


Prima Lettura: Rm 5, 1-5

Noi ci vantiamo anche nelle tribolazioni.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani

Fratelli, giustificati dunque per la fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro
Gesù Cristo; per suo mezzo abbiamo anche ottenuto, mediante la fede, di accedere a questa grazia
nella quale ci troviamo e ci vantiamo nella speranza della gloria di Dio. E non soltanto questo: noi ci
vantiamo anche nelle tribolazioni, ben sapendo che la tribolazione produce pazienza, la pazienza
una virtù provata e la virtù provata la speranza. La speranza poi non delude, perché l'amore di Dio è
stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.

Salmo Responsoriale: dal Salmo 33.

Il Signore è con noi nell'ora della prova.

Benedirò il Signore in ogni tempo,

sulla mia bocca sempre la sua lode.

Io mi glorio nel Signore,

ascoltino gli umili e si rallegrino.

Celebrate con me il Signore,

esaltiamo insieme il suo nome.

Ho cercato il Signore e mi ha risposto

e da ogni timore mi ha liberato.

Guardate a lui e sarete raggianti,

non saranno confusi i vostri volti.

Questo povero grida e il Signore lo ascolta,

lo libera da tutte le sue angosce.

L'angelo del Signore si accampa

attorno a quelli che lo temono e li salva.


Gustate e vedete quanto è buono il Signore;

beato l'uomo che in lui si rifugia.

Canto al Vangelo: 1 Pt 3,14

Alleluia, alleluia.

Non vi sgomentate né vi turbate,

ma adorate Cristo nei vostri cuori,

pronti a rendere ragione della speranza che è in voi.

Alleluia.

Vangelo Mt 10, 17-22.

Sarete condotti davanti ai governatori e ai re per causa mia, per dare testimonianza.

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai
loro tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti ai governatori e ai re
per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. E quando vi consegneranno nelle loro
mani, non preoccupatevi di come o di che cosa dovrete dire, perché vi sarà suggerito in quel
momento ciò che dovrete dire: non siete infatti voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che
parla in voi. Il fratello darà a morte il fratello e il padre il figlio, e i figli insorgeranno contro i
genitori e li faranno morire. E sarete odiati da tutti a causa del mio nome; ma chi persevererà sino
alla fine sarà salvato».

Sulle Offerte.

Accetta, Signore, l'offerta che ti presentiamo nel ricordo dei santi Cornelio e Cipriano, e donaci la
forza meravigliosa, che nell'ora della prova essi attinsero dal tuo sacrificio. Per Cristo nostro
Signore.

Súscipe, quaesumus, Dómine, múnera pópuli tui pro mártyrum tuórum passiónibus dicáta
sanctórum, et quae beátis Cornélio et Cypriáno in persecutióne fortitúdinem ministrárunt, nobis
quoque praebeant inter advérsa constántiam. Per Christum.

Antifona alla Comunione 2 Tm 2,11-12

Se moriamo con Cristo, vivremo anche con lui;

se con lui perseveriamo

con lui anche regneremo.

Lc 22,28-30

Vos estis qui permansístis mecum in tentatiónibus meis, et ego dispóno vobis regnum, dicit
Dóminus, ut edátis et bibátis super mensam meam in regno meo.

Dopo la Comunione

La partecipazione a questi santi misteri, Signore, ci comunichi il tuo Spirito di fortezza, perché
sull'esempio dei martiri Cornelio e Cipriano possiamo rendere testimonianza alla verità del Vangelo.
Per Cristo nostro Signore.

Per haec mystéria quae súmpsimus, Dómine, súpplices exorámus, ut, beatórum mártyrum Cornélii et
Cypriáni exémplo, spíritus tui fortitúdine confirmáti, evangélicae veritáti possímus testimónium
perhibére. Per Christum.


Il rito di San Cipriano.
Preparate bene il luogo dove eseguite questo. Fate attenzione preparatevi come vi abbiamo
consigliato nelle pagine di questo libro. Il rito è molto potente ma anche evocativo, quindi mettete in
gioco forze 'psico-spirituali' che dovete essere in grado di gestire.E' un rito itinerante. Va fatto in tre
luoghi e in tre momenti diversi che non devono necessariamente molto lontani l'uno dall'altro. E' un
rito che implica una devozione e quindi implica anche un atto di proselitismo (divulgare preghiera e
tradizione) per riuscire.E' un rito 'contadino' e quindi essenziale. Va eseguito solo in caso di vera
necessità e non per terzi.Ricordatevi delle candele, che sono fondamentali per questo rito. Devono
essere di colore bianco per evocare la luce e in numero di uno, tre, sei o nove.

Vi propongo alcune invocazioni, potete indifferentemente recitare quella che volete. Solo una però
alla volta per ognuno dei tre momenti, declamata ad alta voce, con sentimento e sopratutto convinti
e fiduciosi nell'intercessione di S. Cipriano.

_ . _ . _ . _

Affinché mi ami di più e provi piacere solo sentendo la mia voce.

San Cipriano fa che ' nome amata/o'

Senta per me ' Tuo nome' un desiderio fuori dal normale

Che non ha mai sentito per un’altra persona e che mai sentirà.

Che trovi piacere solo con me, che senta desiderio solo per me

Che il suo corpo appartenga solo a me

Che trovi pace solo se sta bene con me

Ti ringrazio San Cipriano perché stai lavorando a mio favore

E voglio divulgare il tuo nome in pegno per dominare ' nome amata/o'

Portalo innamorata, amorevole, delicato e fedele pieno di desiderio, tra le le mie braccia.

Così sia

Amen.
_ . _ . _ . _

Cipriano tu che hai il potere

fa che dimentichi e lasci in

un colpo solo qualunque

moglie o donna che abbia in

testa e si dichiari a me in

modo che tutti lo sappiano.

San Cipriano allontana da

“nome della persona desiderata” qualunque

donna e che io possa

averlo in ogni momento da

oggi e ora, che lui desideri

stare al mio fianco, che abbia

la sicurezza che io sia la


donna perfetta per lui. Che

“nome della persona desiderata” non possa vivere

senza di me e che

“nome della persona desiderata” abbia sempre la

mia immagine nella sua

mente. Ovunque esso sia e

con chiunque il suo pensiero

sarà per me. e Coricandosi

mi dovrà sognare e al

risveglio pensi a me, non

dovrà mangiare ma pensare

a me,dovrà pensarmi in tutti i

momenti della sua vita. Che

mi possa amare

veramente,sentire il mio

odore, toccarmi con amore,

che “nome della persona desiderata” voglia

abbracciarmi,

proteggermi,amarmi 24 ore

al giorno ogni giorno,in

modo che anche io possa

amarlo e che lui senta

piacere anche solo sentendo

la mia voce. San Cipriano fa

che “nome della persona desiderata”b senta un

desiderio di me fuori dal

normale, come mai per

nessun’altra persona sente e

sentirà. Che voglia giacere

solo con me e che abbia solo

desiderio per me,che il suo

corpo appartenga solo a me

e che abbia pace pace solo

con me. Ti ringrazio San

Cipriano per questo lavoro

che farai per me e ti offro la


divulgazione del tuo nome

come ricompensa per aver

addomesticato “nome della persona desiderata”

e averlo fatto innamorare di

me, facendolo diventare

carino,fedele e pieno di

desiderio per me”.


_ . _ . _ . _

Vieni subito da me (Nome amata/o)

Vieni da me strisciando, innamorato e pieno d’amore,

desideroso di tornare e chiedere perdono

Per chiedermi in fidanzamento e poi in matrimonio prima possibile.

San Cipriano dammi il potere di farle dimenticare e lasciare

Una volta per tutte qualsiasi uomo abbia in testa e voglia dichiararsi.

San Cipriano allontana (Nome amato/a) da qualsiasi donna/uomo,

Che mi cerchi in ogni momento: adesso, oggi

Desiderando di stare al mio fianco

Che abbia la certezza che io sia l uomo perfetto per lui.

Che (nome amato/a) non possa vivere senza di me

Che abbia sempre la mia immagine nei suoi pensieri e in ogni momento.

E adesso dov’è, con chi è, egli mi cercherà

Perché il suo pensiero sarà rivolto a me

Quando andrà a dormire mi sognerà,

E al suo risveglio mi penserà e mi desidererà

Mangerà e mi penserà, Camminerà e mi penserà,

In tutti i momenti della sua vita mi penserà.

Vorrà vedermi per sentire il mio profumo, toccarmi con amore

(nome amato/amata) vorrà abbracciarmi, baciarmi,

occuparsi di me, proteggermi,

Amarmi 24 ore di tutti i suoi giorni.


_ . _ . _ . _

Cipriano tu che hai il potere

fa che dimentichi e lasci in

un colpo solo qualunque

moglie o donna che abbia in

testa e si dichiari a me in

modo che tutti lo sappiano.


San Cipriano allontana da

“nome della persona desiderata” qualunque

donna e che io possa

averlo in ogni momento da

oggi e ora, che lui desideri

stare al mio fianco, che abbia

la sicurezza che io sia la

donna perfetta per lui. Che

“nome della persona desiderata” non possa vivere

senza di me e che

“nome della persona desiderata” abbia sempre la

mia immagine nella sua

mente. Ovunque esso sia e

con chiunque il suo pensiero

sarà per me. e Coricandosi

mi dovrà sognare e al

risveglio pensi a me, non

dovrà mangiare ma pensare

a me,dovrà pensarmi in tutti i

momenti della sua vita. Che

mi possa amare

veramente,sentire il mio

odore, toccarmi con amore,

che “nome della persona desiderata” voglia

abbracciarmi, proteggermi,amarmi 24 ore

al giorno ogni giorno,in

modo che anche io possa

amarlo e che lui senta piacere anche solo sentendo

la mia voce.

San Cipriano fa che “nome della persona desiderata” senta un

desiderio di me fuori dal

normale, come mai per

nessun’altra persona sente e

sentirà. Che voglia giacere

solo con me e che abbia solo

desiderio per me,che il suo


corpo appartenga solo a me

e che abbia pace pace solo

con me. Ti ringrazio San

Cipriano per questo lavoro

che farai per me e ti offro la

divulgazione del tuo nome

come ricompensa per aver

addomesticato “nome della persona desiderata”

e averlo fatto innamorare di

me, facendolo diventare

carino,fedele e pieno di

desiderio per me”.


_ . _ . _ . _

Quella che segue è l'invocazione classica, al posto degli spazi mettete il nome del vostro desiderato.
Potete copiarla e lasciarla compilata (solo con il nome) in tre posti diversi e significativi.

Per il potere di S. Cipriano e delle 3 anime che lo affiancano _________________venga adesso in me.

Fa arrivare ______________a me strisciando, innamorato,pieno d’amore, di desiderio e fa che mi


chieda perdono se mi ha mentito,fa che mi chieda in fidanzamento e dopo in matrimonio,il più
rapidamente possibile.

San Cipriano tu che hai il potere fa che dimentichi e lasci in un colpo solo qualunque moglie o donna
che abbia in testa e si dichiari a me in modo che tutti lo sappiano.

San Cipriano allontana da ________________ qualunque donna e che io possa averlo in ogni momento
da oggi e ora, che lui desideri stare al mio fianco, che abbia la sicurezza che io sia la donna perfetta
per lui.

Che _____________ non possa vivere senza di me e che ________ ______________ abbia sempre la mia
immagine nella sua mente. Ovunque esso sia e con chiunque il suo pensiero sarà per me.

Che _____________ non possa vivere senza di me e che __________ abbia sempre la mia immagine nella
sua mente.

Ovunque esso sia e con chiunque il suo pensiero sarà per me. Coricandosi mi dovrà sognare e al
risveglio pensi a me, non dovrà mangiare ma pensare a me,dovrà pensarmi in tutti i momenti della
sua vita.

Che mi possa mare veramente,sentire il mio odore, toccarmi con amore che ___________ voglia
abbracciarmi,baciarmi,affiancarmi, proteggermi, amarmi 24 ore al giorno ogni giorno,in modo che
anche io possa amarlo e che lui senta piacere anche solo sentendo la mia voce.

San Cipriano fa che _____________ senta un desiderio di me fuori dal normale, come mai per
nessun’altra persona sente e sentirà.

Che voglia giacere solo con me e che abbia solo desiderio per me,che il suo corpo appartenga solo a
me e che abbia pace pace solo con me.

Ti ringrazio San Cipriano per questo lavoro che farai per me e ti offro la divulgazione del tuo nome
come ricompensa per aver addomesticato ___________ e averlo fatto innamorare di me, facendolo
diventare carino,fedele e pieno di desiderio per me.

Aiutaci San Cipriano.


Rito di San Vito e di Sant'Elena.

Il rito di san Vito e di Santa Elena è un' antico rito che trova le sue fondamenta nella tradizione
Siciliana. E' un potente rito che serve per 'legare' a se la persona desiderata. Si tratta di Magia
Rossa anche se alcune sfumature come l'evocazione del diavolo possono farlo sconfinare nella Magia
Nera. Attenzione a non fare questo rito, quindi, senza le dovute protezioni spirituali, di cui abbiamo
trattato nei capitoli precedenti.

Ve lo riporto sia in siculo che tradotto. Come tutti i riti l'efficacia maggiore si ottiene celebrandolo
nella lingua originale.

U ritu di Santu Vituzzu e Santa Lena


A mezzanotte,in un venerdì di luna piena inginocchiarsi in un luogo solitario e dire:

“Santu Vituzzu e Santa Lena uniti

Vui li catini aviti,li cani forti li liati

li cori cchiu forti li junciti”

A questo punto fare dei cerchi con l’indice della mano destra, in senso orario, sul pavimento per
tutta la durata della seguente orazione:

“E giria la catina comu giria la luna,comu giria l’animalu,comu giria la rota di la fortuna ca su
sempri a lu pernu.

Quindi fermarsi con i cerchi e continuare l’orazione,dicendo:

“Diavulu di lu ‘nfernu,Luna di Marti bedda,stidda lucenti

a (nome cognome e data di nascita della persona da legare) l’allucinati e a mia (dire il proprio nome
cognome e data di nascita) mi l’attaccati.

(Dire il nome della persona da legare) nun parra, nun vidi,nun senti, sulu a mia(proprio nome)
accunsenti e sulu a li mei intenti!

Ancili di la sorti stati cu mia!

Santu Vituzzu e Santa Lena a (dati persona da legare) Tu mi l’attacchi e tu mi lu ‘nfren.

San Vito e Sant’Elena uniti,

Voi le catene avete

i cani forte li legate

i cuori più forte li unite.

E gira la catena,come gira la luna,

come gira lo strumento per tessere,

come gira la ruota della fortuna

che sono sempre al centro dell’universo.

Diavolo dell’inferno

luna di Marte bella


Stella lucente,

tutti potenti

a (nome cognome e data di nascita della persona da legare) lo ammaliate

e a me (dire il proprio nome cognome e data di nascita) me lo attaccate.

Non parla,

non vede,non sente

solo a me acconsente

e solo alle mie intenzioni.

Angeli della sorte state con me!

San Vito e Sant’Elena,

tu me lo leghi

e tu lo fermi con me
Rito di Santa Marta la Dominadora
Santa Marta è sicuramente una delle sante più note nella devozione popolare. Viene dall’Africa Nera
dove veniva chiamata Mami Wata, immaginata come una donna bellissima, dalla pelle scura, che
maneggia con sicurezza e determinazione dei serpenti. Nel sincretismo l’africana e la sua
corrispondente cattolica Santa Marta sono la stessa personalità e la gente ama chiamarla Santa
Marta la Dominadora, ossia colei che domina e vince, avendo sconfitto il dragone, in tutti i campi
dell’esistenza: in amore, sui nemici, sui vizi, sulle passioni, nel lavoro, in campo economico e in ogni
circostanza in cui sia presente un’idea di vittoria o di trionfo. Il Dragone è il simbolo di ogni
difficoltà, ogni problema che, reso mansueto tramite l'intercessione della Santa diviene oltre che
sottomesso suo fedele alleato. I serpenti tenuti in mano da Wata non sono un simbolo cattolico ma
iniziatico, nelle antiche tradizioni africane. In Africa il Serpente è un simbolo divino di conoscenza e
di spiritualità, per questo Santa Marta la Dominadora è soprattutto colei che conoscendo le regole e
i misteri di Dio può agire nel mondo dell’uomo portandone il suo messaggio e manifestandone il suo
immenso potere. L’immagine impiegata per rappresentare questa figura non è un’immagine
cattolica, rappresenta infatti una donna di colore nell’atto di domare dei serpenti. Al suo fianco la
figura di un bambino che con un flauto incanta dei serpenti. Lo stesso bambino che, dice la storia,
Marta la Nera salvò da morte certa, nel secolo V, essendo stato aggredito da un enorme serpente. La
cromolitografia che siamo abituati a vedere in rappresentazione di Santa Marta Dominadora risale
al 1887, successivamente fu, nel 1926, un pittore di Amburgo, Schleisinger, a ridisegnare il soggetto
come lo conosciamo oggi. Il rito va' cominciato un venerdì di luna crescente e continuato per 9
giorni. (questo rito fa sì che ritorni un amore o che l'uomo /donna che si ama si innamori).

Materiale necessario e inizio del rito:


* Immagine di Santa Marta la Dominadora (che trovate alla fine del capitolo)

* Nove candele rosa

Scrivere sulla candela il nome dell'amato, accendere la candela e posizionarla davanti all'immagine
di Santa Marta.

Procedere recitando per 3 volte la seguente orazione:

"Confido in te mio Dio, Padre Figlio e spirito Santo, Mio Signore Gesù', mio unico Salvatore, con
tutte le mie forze ti chiedo di concedermi la grazia che tanto desidero"... (dite la grazia che volete
con precisione)...

Orazione a Santa Marta


"Santa Marta Vergine a te accendo questa candela e, come la fiamma consuma il sacro olio, io ti
prego:

Ti accendo questa candela affinché tu guardi le mie necessità, soccorri le mie miserie e vinci tutte le
difficoltà come vincesti la bestia feroce che attentava ai tuoi figli perchè a te non è impossibile:
dammi sorte e denaro per coprire le mie miserie e le mie necessità così, concedimi madre mia
che...........(nome dell'amato) non possa stare e resistere senza pensarmi, senza cercarmi così,
MADRE MIA, concedimi quello che ti chiedo per alleviare le mie pene ...per amore di Gesù.

Santa Marta Vergine che andasti al monte, con il tuo coraggio la belva feroce spaventasti, con la tua
cintura la calmasti e con la tua veste l'ammansisti così, Madre mia, se questo è vero concedimi che
....(nome dell'amato) ritorni e mi pensi sempre: che non stia tranquillo , ne possa riposare sino a
quando da me non torni con i suoi piedi.

Santa Marta ascoltami e fa sì che io ottenga ciò. Amen"

Invocazione Finale

Tu che domini tutti i cuori

domina il cuore di ................

con il potere infinito che donasti a Santa Marta per ammansire il dragone
così io te lo chiedo per ammansire................!

Oh spirito dominante!

Con il tuo potere Divino che Dio ti ha dato fa che.....................

sia dominato in corpo ed anima per me

che non possa vedere e sentire che me

che il suo amore e le sue dolcezze siano solo per me

che senta la mia mancanza dovunque sia

che non possa stare in pace senza me.

Spirito dominante domina i miei nemici

con il tuo potere Divino che Dio ti ha dato. Amen

Al termine di questa orazione, ripetuta per tre volte, recitare nove "Ave Maria" e tre "Gloria al
Padre"

- Santa Marta la Dominadora -


Rito di avvicinamento di Venere.
E' abbastanza semplice da realizzare e può essere fatto in autonomia senza la mediazione o l'ausilio
di un operatore dell'occulto professionista. E' un rito che necessita di ' Testimoni' e di candele
colorate ei rende necessario anche un tavolino da adibire ad altare.
Quando sentite parlare di testimoni nei riti di magia s'intendono degli oggetti (foto, documenti
vergati a mano, vestiti, insomma qualcosa che appartiene (e di solito utilizzo) alla persona a cui è
riferito il rito. Più il 'Testimone' è caro e vicino più il rito sarà efficace.

Il materiale necessario al rito è il seguente:

* Una candela del colore del vostro segno zodiacale e una del colore di quello del vostro partner
come specificato qui sotto:

Ariete = Rosso Vivo

Toro = Verde

Gemelli = Giallo

Cancro = Avorio

Leone = Arancione

Vergine = Marrone

Bilancia = Rosa

Scorpione = Ocra

Sagittario = Porpora

Capricorno = Grigio

Acquario = Blu

Pesci = Azzurro

* Una candela verde in onore di Venere.

* una candela bianca per tenere lontane le influenze negative

* L’incensiere, la carbonella e dell'incenso profumato a vostro piacimento ma con una fragranza


calda e forte.

* Scegliere quale erba usare tra queste: alloro, erica, mandorlo, mirto.

* Un sacchettino di stoffa rossa confezionato da Voi o acquistato;

* Due cordicelle rosse.

* Una rosa rossa.

* I testimoni.

Allo scoccare dell’ora esatta, accendete la candela bianca, recitando mentalmente una preghiera o
un’invocazione a vostra scelta.
Subito dopo date fuoco alla carbonella e gettatevi i grani d’incenso e le erbe da bruciare. Quindi
accendete la candela verde, pensando all’amore che volete suscitare o incrementare, e poi le altre
due candele.
A questo punto, concentrandovi il più possibile sul desiderio da realizzare, prendete i testimoni,
legateli insieme con una cordicella rossa e inseriteli nel sacchettino rosso, insieme con i petali della
rosa. Richiudete il sacchettino e legatelo con la seconda cordicella rossa.
Fatelo passare tre volte sul fumo dell’incenso, recitando mentalmente una preghiera ed esprimendo
con voce chiara e ferma ciò che richiedete.
Al termine, lasciare consumare interamente le candele, i cui residui, insieme a tutto ciò che è
avanzato, getterete poi in un corso d’acqua. Il sacchettino, invece, andrà conservato in un luogo
nascosto ma vicino al letto in cui dormite.
Dopo tre giorni ripeterete il rito, ma questa volta brucerete il sacchetto sopra un piattino di rame,
cospargendolo di alcol e di essenza di rosa. Nell’eseguire questa operazione reciterete delle
preghiere e direte ad alta voce: ”Che questo fuoco rappresenti l'amore eterno tra (il vostro nome) e
(il suo nome). Che questo profumo leghi indissolubilmente (il suo nome) a (il vostro nome), perché
così voglio, comando e posso”

Se è necessario l’intero rito (prima e seconda fase) può essere ripetuto altre tre volte, ciascuna a
distanza di un mese.
Semplici Riti di Magia Rossa
Problemi d'amore
Funziona solo se i due si vedono spesso, se la persona in questione si ferma in quella casa per
almeno 6 ore, non ha graffi o escoriazioni anche lievi addosso, ahimè anche di barba, non mi
chiedete perché, ma so che è così, funziona ma nessuno oltre voi e lui dovrà sapere che state
insieme in quel momento del dolcetto.

* Non dovrete avere rapporti di sesso nelle restanti 6 ore ne voi ne lui.

* Non fatto in quei giorni in cui Voi donne avete il ciclo

* Possibilmente deve piovere di sera.

* Va fatto in Luna nuova

* Eseguitelo alla perfezione:

Prendere un preparato per torta,(siete avvantaggiati una volta si usava un impasto molto complesso
e il rito doveva durare ore e ore) quelli già pronti, ad esempio quello alla torta margherita,
l'importante non deve avere gocce di cioccolato all'interno, versate in uno stampino a forma di
omino uno e l'altro a forma di donnina che precedente avrete imburrato e infarinato:

Dite queste parole:

"Oh preziosa Aradia, vieni in mio soccorso, affinché ci sia di nuovo amore, pace, e gioiosità"

L'omino e la donnina dovranno essere rispettivamente messi in un contenitore celeste dove avrete
inciso le Vostre iniziali, e in uno rosa dove saranno le iniziali dell'amato/a, con le rispettive date.

Ad esempio mettiamo che Carlo vuole fare il rito per il suo Franco, Carla scriverà le iniziali del suo
nome e la sua data di nascita sotto il contenitore di Mattia , e quelle di Mattia sotto il suo
contenitore rosa.

Poi circondate la donnina con petali di rosa, mentre lui sarà circondato da qualche chiodo di
garofano.

E mentre glielo offrite pensate a voi due.

Lui o Lei dovrà mangiare la donnina e voi l'omino non importa da dove inizierete ma conta finire
insieme.

Entrambi vanno serviti con vino rosso dove avrete aggiunto cannella, e un pochino di noce moscata!

Non dovrete essere interrotti in alcuna evenienza!

E' importantissimo il vino, per cui se la persona che amate è astemia non potrete fare nulla, perché
vanno bevuti almeno 2 sorsi di vino. Non dimenticate, nessuno dovrà sapere del rito, se volete che
funzioni e fate una piccola offerta simbolica per aver usufruito del sapere magico, ad un mendicante
per esempio. Insomma date amore!

Altre regole per un sicuro esito:

* Potete farlo anche al compagno/a di qualcun altro ma non dovranno frequentarsi nelle successive
6 ore!

* Non dovrete esservi fatto leggere le carte da 6 settimane

* Non dovrete aver alcuna malattia

* Non dovrete dirlo ad alcuno

* Dovrete credere e funzionerà


Far tornare un amore perduto
Procurarsi dell'acqua distillata, dei petali di rosa bianca, 5 spine del gambo di una rosa, 1 candela
rossa, 1 candela bianca (o una foto della persona da far tornare a se), una scodella piccola ed un
mortaio (o un tagliere di legno) un panno bianco ed un nastro rosso. Stendere il panno bianco e
porre in una coppetta l'acqua distillata con dentro i petali e le spine e recitare: "il petalo è l'amore,
la spina è il dolore, d'amore mi hai privato ed al dolor lontano da me sarai condannato" quando i
petali e le spine si saranno ben intrisi d'acqua, pestarli il un mortaio, o anche semplicemente su di
un tagliere di legno, e farne pezzetti più piccoli possibile e rimetterli nella scodella con l'acqua. Se
avete la foto della persona, bruciatela alla fiamma della candela rossa e buttare le ceneri della
scodella d'acqua, se invece non avete la foto, accendete la candela bianca usando la fiamma della
candela rossa, e fate cadere 3 gocce di cera bianca nell'acqua. Lasciate riposare il tutto per una
notte, esattamente una notte tra venerdì e sabato (è meglio agire di venerdì, essendo il giorno sacro
a venere). Al mattino seguente, filtrate l'acqua e ponete i rimasugli dei petali, delle spine e della foto
o candela nel panno bianco, impacchettate bene e chiudete il tutto con il nastro rosso. A questo
punto sarebbe bene seppellire il tutto in terra sotto ad una pianta di rose, ma basterà porre un
petalo di rosa rossa sotto al nodo del nastro come sigillo.
Incantesimo per sedurre un uomo o una donna.
Preparare un filtro magico unendo 300 g. di alcool (a 95°) a 30 g. di essenza di garofano e a 15 g. di
essenza di geranio. Gli ingredienti dovranno essere esposti soltanto di notte alle energie lunari; al
terzo al sesto giorno di lunazione. Al settimo giorno si strofineranno con alcune gocce del ricavato:
l'incavo interno dei gomiti, i polsi e la zona retrostante le ginocchia. L'uomo amato sarà
completamente preso dal desiderio. Durante la giornata del 23 giugno si deve raccogliere una
piantina di "enula campana" con l'intenzione di ottenere un aiuto determinante per far innamorare
una certa persona. Far essiccare l'erba ai raggi della luna; ridurla in polvere ed amalgamare con un
po' di colla arabica. Inserirla in un sacchettino posto sul cuore per nove giorni consecutivi pensando
il più possibile al partner. Mettere una piccola porzione del composto in cibi e bevande che dovranno
essere assunte sia da voi che dall'amato.
Incantesimo per dimenticare un amore o per
smettere d'amare
In luna calante prendete una candela nera (consiglio di prenderla piccolina la candela nera perché si
dovrà attendere che si spenga, si può prendere una candela normale e romperla in tre terzi e usarne
uno di quelli) e una bianca. Una sua foto incollata di fianco a una vostra o una vostra in cui vi siete
entrambi. Sulla candela nera scrivete i vostri nomi, su quella bianca solo il vostro. Mettete la
candela nera sulle due foto, quella bianca lasciatela a parte per dopo. Rivolgetevi al Divino e anche a
voi stessi e pronunciate queste parole:

"tutto ciò che nasce poi muore, questo è il momento. che questa storia finisca per sempre."

Accendete la candela nera e lasciatela bruciare fino a metà sentendo, mentre brucia, il distacco che
sta operando tra di voi, visualizzate lui che vi guarda e voltategli le spalle, con la pace nel cuore.
Voltategli le spalle e camminate in direzione opposta a lui. Continuate a camminare finché vi sentite
realmente lontana da lui. Attendete che la candela arrivi circa a metà, e quando si avvicina alla metà
prendete la foto. Tagliatela a metà dividendo voi stessi da lui. Bruciate la sua immagine con la
candela nera e pronunciate:

"come questa tua immagine brucia così nel mio cuore rimarrà solo la cenere del mio amore per te.
non sono più tua".

Lasciate bruciare tutta la candela nera e, appena dà segni di spegnimento prendete la vostra foto e
mettetela sotto la candela bianca. Accendetela e dite:

"dopo ogni morte c'è sempre una rinascita. questa è la mia rinascita, la mia nuova vita,
la mia gioia e serenità. la mia completezza."

Accendete la candela e visualizzate voi stessi (riprendendo la visualizzazione di prima, di voi stessi
che camminate lontano da lui) che, mentre camminate incominciate a vedere una luce in fondo alla
vostra Via. Camminate verso la luce e uscite da una grotta. Ora siete in un prato verde. Di fronte a
voi c'è un'altra immagine di voi, siete voi stessi, ma liberi, felici, completi! abbracciatela forte, lei vi
ricambierà piena di amore e entrerà in voi.
Voi ritornerete così quella che eravate prima. Buttate le ceneri della foto e il mozzicone della
candela nera nello scarico subito dopo l'incantesimo, sempre con la luna calante. Lasciate
consumare fino in fondo la candela bianca sulla vostra foto e poi tenete tutto sotto il cuscino fino
alla luna nuova, poi seppelliteli.
Se non avete sue foto prendete solo la vostra e incollatela ad un foglietto con scritto il suo nome e
cognome.
Rituale contro il tradimento
1) La persona è o non è convivente ed è d'accordo nell'accettare la protezione: Si confeziona una
crocetta con due legnetti di sorbo, legandoli al centro con un nastrino di colore rosso; si prende poi
un di paglia e si annodano le estremità. Scrivete poi su un bigliettino la seguente frase:

"Con questa croce io proibisco a tutte le persone ostili di impossessarsi del corpo e della mente di
[nome della persona da proteggere].

Con questo nodo io la lego a me finché ella/lui lo desideri."

Piegate il foglietto in quattro, appoggiatelo sul tavolo e sovrapponetevi la croce di sorbo e la paglia
annodata; dietro ponete una candela ed accendetela. Prima che la candela si sia consumata,
riprendete il foglietto e bruciatelo sulla fiammella. Quando la candela si sarà spenta, offrirete la
croce e la paglia al vostro partner che dovrà conservarli gelosamente e portarli con sé finché il
pericolo non sia passato.

2) La persona non è convivente e non deve sapere nulla: Il rito è uguale a quello descritto al n° 1,
ma la crocetta e la paglia vanno appoggiate sopra la fotografia della persona amata, il tutto in una
scatoletta di cartone nero o almeno avvolta con carta nera; si utilizzano poi le candele a lunga
durata poiché il rito deve avere una consecutività di una lunazione completa e non si deve
permettere mai che un candela si spenga prima di aver acceso la successiva. Al termine, è evidente
che non si deve far dono della croce di bosso e della paglia alla persona amata, ma li si potranno
conservare nella scatoletta affinché continuino a trasmettere alla fotografia le loro favorevoli
vibrazioni.

3) La persona è convivente e non deve sapere nulla. Si ripetono le operazioni descritte ai punti 1 e 2,
badando di nascondere la scatoletta in un luogo sicuro ed inaccessibile. Prendete inoltre foglie di
Mirtillo, Aconito ed alcuni petali di Rosa Gialla; bruciatele, raccogliete le ceneri e spargetele sotto il
letto della persona amata. Bruciate poi Verga d'oro e spargetene le ceneri sotto il vostro letto.
Incantesimo per conoscere l'uomo del destino
Il rito va fatto in una notte di luna piena, a mezzanotte, serve un armadio di quelli con gli specchi da
tutte e due le ante del armadio... in modo che se lo apri gli specchi si riflettono uno sull'altro... voi
dovete mettervi in mezzo a questi specchi anche con una sedia la stanza deve essere due illuminata
solo dalla luce di due candele, come ho detto mettetevi in mezzo ai due specchi sistemati in modo
che dalla vostra posizione seduta vediate infiniti specchi...come un corridoio di specchi,con una
candela rossa in mano, accendetela e pronunciate queste parole...

Con la luce del mio amore io ti cerco, tu che sei nel corridoio della mia vita,mostrati a me,

illuminami su chi sarai mostrami il tuo volto...mostrati...

Adesso guardate negli specchi e guardate dovreste prima vedere una figura indistinta che piano
piano si farà più nitida e vedrete la persona che è nel vostro destino...
Vino dell'amore
Potentissimo afrodisiaco usato nell'antichità dalle streghe per ammaliare le persone... si dice che era
la bevanda che dava la maga circe quando aveva attirato le persone sulla sua isola! Per chi puo
provatelo, funziona , e la persona che lo berrà cadrà ai vostri piedi

Ingredienti e Preparazione :

Aggiungere ad un litro di vino bianco 2 capsule di vaniglia, 15 grammi di cannella in pezzi, 15


grammi di rabarbaro e 15 di radice e il tutto a macero per 2 settimane ,filtrare e servire ben
ghiacciato, possibilmente in un bicchiere di vetro rosso!!!
Un bagno frizzante per accendere i sensi
L'infuso perfetto deve essere preparato il giorno precedente. In una pentola capace contenente due
litri di acqua bollente si metteranno 25 g. di noce moscata, una manciata di salvia, una di rosmarino,
una di origano, una di menta, una di verbena ed una di foglie di pervica.

Dopo l'infusione delle erbe per almeno quindici ore si aggiungeranno 50 g. di tintura di ginepro, 30
g. di tintura di eugenia e 20 g. di tintura di ginseng.

Alla sera, dopo aver filtrato il preparato, versare l'infuso nell'acqua della vasca da bagno ed
immergersi per almeno 15 minuti senza usare sapone o sali profumati. Durante l'immersione è
necessario rilassarsi completamente e pensare intensamente al prossimo incontro d'amore.
L'energia e le vibrazioni che sprigioneranno dal corpo affascineranno anche l'uomo più freddo e
controllato.
Ricetta per far innamorare un uomo
Se avete l'opportunità di avvicinarlo, offritegli la seguente bevanda (ma prima fate bollire il tutto in
un pentolino di rame per almeno 2 ore): 4 foglie di fiore di papavero, 2 cucchiaini di cioccolato in
polvere, 1 pizzico di peperoncino rosso o di zenzero, 2 chiodi di garofano, 1 piccolo pezzo di
cannella; infine aggiungete molto zucchero e girate in continuazione. Non farebbe male aggiungere
a metà cottura dei petali essiccati di rosa rossa. Prima di farglielo bere prendete la tazza tra le mani
e ammaliatelo dicendo: "che tu sia felice se ti innamorerai di me; che tu possa divenire infelice se ti
innamorerai di un'altra" . Se la bevanda non funziona già dalla prima sera (ricordatevi di fargliela
bere possibilmente dopo le 21, basta che sia buio) riprovateci almeno per 2 giorni la settimana , il
lunedì e il venerdì. Due o tre settimane dovrebbero essere sufficienti. Se per caso preferite mettere
del pepe nero al posto degli altri ingredienti piccanti, la cosa funzione ugualmente.

Se poi proprio non funziona aggiungete molta più cioccolata, invitate anche altri amici e godetevi
una bella cioccolata calda in compagnia! Chissà che in compagnia tra una risata e l'altra il vostro lui
non scopra qualcosa di speciale in voi e si innamori senza l’aiuto della pozione!
Rito per l'appuntamento perfetto
Questo è un rito assai semplice ma di sicuro effetto.

Prendete un libro che tanto amate, un libro che avete letto e vi ha appassionato. Va bene per lo
scopo anche un Harmony, ok non è il massimo in fatto di spessore letterario, ma va benone.

Mettete una vostra foto, e la sua, aggiungete dei petali di rosa, incenso alla verbena in granuli.
Posatelo sul vostra altare, o nel luogo che preferite lontano da occhi indiscreti.

Vi garantisco che avrete una fantastica serata.


Contro un violento litigio avvenuto in casa
Prendete un bicchiere d'acqua, e ponetelo in frigo. Lasciatelo ghiacciare e quando è pronto
mettetelo nel posto in cui avete litigato con il partner, o con la sorella, o con l'amica. Il ghiaccio
sciogliendosi porterà con se tutte le negatività del litigio

Questo incantesimo è molto carino e semplice ma mi raccomando usate bicchieri in plastica.


Incantesimo del colpo di fulmine
Serve per andare a colpo sicuro su un uomo (o una donna) che sembra irraggiungibile, distaccato e
riservato, per farlo innamorare in un battibaleno di voi o quantomeno per attirare la sua attenzione.
Il desiderato /a deve avervi visto o incrociato almeno una volta. E' un incantesimo che potete fare
solo per Voi.

Ingredienti:

- Un sasso di piccole dimensioni trovato vicino ad un albero durante un temporale

- Un pezzetto d'ambra

- Tre foglie di ulivo tritate

- Un quadrato di stoffa gialla

- Un filo rosso

- Un pennarello rosso

- Olio essenziale di rosa

Svolgimento:

Un mercoledì di luna crescente scrivi il tuo nome su un lato del sasso e dall'altro il suo, con il
pennarello rosso, e ungilo con qualche goccia di olio essenziale. Poni il sasso al centro del quadrato
di stoffa, cospargilo con le tre foglie di ulivo tritate, aggiungici il pezzetto d'ambra e chiudi il pezzo
di stoffa come fosse un sacchettino, con il filo rosso, facendogli 9 nodi. E poi una volta chiuso con il
pennarello inizia a disegnare cuori trafitti da frecce, fino a ricoprire tutto il pacchettino. Porta con te
il talismano fino alla realizzazione del tuo desiderio, e poi gettalo vicino ad una pianta quando c'è un
temporale…
Incantesimo delle candele e delle rose.
Fa parte dei riti 'personali'. E' un rito che deve essere eseguito personalmente perché serve per
riequilibrare il proprio microcosmo in funzione di migliorare il protendere reciproco verso la
persona amata.Questo genere di riti servono per raggiungere una maggiore serenità e rendere
positiva la nostra aurea che influenzerà anche atteggiamenti e sensibilità della persona per cui vibra
il vostro 'cuore'.

E' un rito che prevede preghiera, concentrazione e silenzio.

Occorrente : una foto vostra e del vostro partner, una candela bianca e una rossa, una rosa fresca
(magari appena recisa) e rossa.

Esecuzione :Prendete le foto e mettete la vostra foto sotto la candela bianca e quella del vostro
partner sotto quella rossa. Posizionate sull'altare anche la rosa rossa in mezzo alle due candele.
Ovviamente tenete le luci soffuse, meglio se riuscite a tenere solo quella generata dalle due candele.

Dite l'orazione di Maria Maddalena meditando e pensando al vostro amore:

Maria Maddalena , oh tenerezza infinita,

Come una deliziosa armonia,

Così leggera, dolce e umile presenza,

che mi pervade con tanta facilità .

Con felicità, mi sento accolto,

E la tristezza del mio cuore assediato,

Svanisce in una pace meravigliosa,

con la semplicità di una vita gioiosa.

Riconosco il tuo cuore intenerito,

Quando tutto il paesaggio gioioso,

Mi circonda con la sua grande benevolenza,

Con il calore di una bella atmosfera.

Poi nella mia anima, ti cerco dappertutto,

E’ il mio amore, la mia devozione soprattutto,

Tutta intera nella bellezza di un volto,

Ti amo maestosa e senza età.

Tu sei per me la grazia di Dio,

La luce del sole radioso,

Contemplazione, profonda gratitudine,

Una Dea che è Beatitudine.


_._._._

Dopo la preghiera e la meditazione prendete la rosa, le candele e le foto e seppellitele sotto un


albero.
L'incantesimo della conchiglia.
Per eseguire questo incantesimo , è necessario trovare una bella conchiglia in acque poco profonde.
Prendete il guscio e asciugatelo bene.

Posizionate un oggetto appartenente a chi desiderate o un simbolo di cosa desiderate (ad esempio
un disegno delebile di una moneta per avere denaro) sopra la conchiglia. In ogni caso il simbolo
deve essere realizzato con una sostanza che facilmente si può lavare in acqua. Posizionate la
conchiglia sulla riva, in modo che la marea la lambisca.

Il tipo d'incantesimo dipende dalle fasi della luna :

* Luna crescente per acquisire qualcosa (amore, denaro etc...)

* Luna calante per la dissoluzione di qualcosa .

Quando la conchiglia è posizionata, disegnare un triangolo sotto la sabbia, che racchiude


interamente la conchiglia. Il simbolo o l'oggetto sulla conchiglia deve essere rivolto verso l'alto
(verso la Luna). Se avete parole o frasi significative che riconducono a quello che volete ottenere (ad
esempio il nome dell'amato a cui tendete) scrivetele all'interno del triangolo dove avete posto la
conchiglia.

Infine, rivolti verso la luna pronunciate le parole dell'incantesimo

“Dea della Luna,

dalla Terra e dal mare ogni desiderio in nome Tuo deve arrivare ad essere compiuto.

Il mio incantesimo venga esaudito dalle forze che provocano le onde e la marea.”

Abbandonate lentamente il luogo dell'incantesimo, lasciando tutto com'è.

Il mare e il suo moto cancellerà le tracce dell'incanto e il Vostro desiderio sarà esaudito dagli
'antichi'.

Gli incantesimi lunari impiegano 7 giorni per manifestarsi, ma possono richiedere fino a 28 giorni.

Questo 'incanto' è ciò che in gergo esoterico rientra nelle "piccole opere" , e appartiene alla
tradizione magica delle zone del mediterraneo. Tracce di questo incantesimo (in forme diverse) si
tramandano anche nelle zone costiere dell'America latina.Questo incantesimo è particolarmente
affascinante ed efficace. Si presta ad essere fatto anche con un piccolo gruppo di persone come
incantesimo di buon auspicio per ottenere ad esempio danaro o fortuna. Potete usarlo anche per
favorire il ritorno di una persona che vi ha lasciato, per chiedere di incontrare il grande amore,
oppure per fare in modo che una relazione finisca. E' per questo motivo che questo incantesimo (a
seconda di come si utilizza) rientra nei riti di magia rossa.
Il cerchio magico.

Il cerchio magico, la sua creazione, l'uso e alla fine il disfacimento del medesimo sono una delle basi
che il mago/maga deve conoscere per la corretta realizzazione dei riti e degli incantesimi
(sopratutto quelli che implicano invocazioni di forze naturali e non).
Il cerchio rappresenta l'armonia, la completezza e la perfezione. Il cerchio delimita lo spazio del rito
e protegge (non solo simbolicamente) da forze indesiderate ma da anche forza e completezza ai
gesti che vengono compiuti all'interno di esso, creando un ambiente dove regna l'equilibrio.
Il cerchio magico può essere 'costruito' ovunque vi sentiate comodi, non occorre andare in posti
sperduti, ma è fondamentale che il posto da Voi scelto vi metta tranquillità e pace d'animo. Può
essere anche casa Vostra.
Prima di cominciare qualsiasi rito assicuratevi che non ci sia nessuno che possa interrompervi o che
possa entrare improvvisamente nel cerchio,, può essere pericoloso, oltre a vanificare quello che
state facendo.
L'interno del cerchio deve essere pulito e purificato. Essenziale è anche un certo ordine e
l'attenzione di porre gli oggetti che vi servono in maniera armonica. Gli elementi che rappresentano
la natura vanno posti nei punti cardinali in questo modo:

- Terra a Nord (può essere rappresentata da una pietra)

- Aria ad Est (può essere rappresentata da un incenso profumato)

- Fuoco a Sud (può essere rappresentato da una candela rossa)

- Acqua ad Ovest (può essere messa un un recipiente)

L'altare va volto verso il nord.

Ricordatevi che una volta cominciato un rito o un'invocazione non potete abbandonare il cerchio fino
a quando non avete concluso. Questo è fondamentale, non potete dimenticare una candela, un
amuleto, un totem o qualsiasi elemento che può servire al rito e uscire dal cerchio per prenderli se
non avete finito!!!
Il rischio è quello di vanificare, nella migliore delle ipotesi, la pratica che state eseguendo all'interno
del cerchio ma potete essere esposti anche a gravi conseguenze dovute a 'forze' a Voi contrarie. Se
proprio dovete abbandonare il cerchio dovete uscire creando una porta possibilmente verso 'Nord'
una volta usciti richiudete il varco.

Quando rientrate fate la procedura inversa.

Ricordatevi che le pratiche magiche non vanno prese sottogamba o come un gioco, si evocano 'forze'
ed entità che possono essere ostili, anche non volendo….siamo solo uomini (in senso cosmico,
ovviamente) e dobbiamo renderci conto che esistono delle 'porte' su piani a noi sconosciuti a cui non
ci è permesso accedere.
Il cerchio può essere costruito con elementi naturali quali pietre o petali di fiore oppure anche
tracciato con gesso o del colore oppure, semplicemente con una corda. Le dimensioni del cerchio
magico devono essere proporzionali all'altezza di chi compie il rito. Solitamente è il doppio, cioè se
Voi che realizzate il rito siete alti 1,80 mt, il cerchio deve avere il diametro di 3,60 mt.
Per purificare il cerchio ed il suo contenuto utilizzate dell'acqua salata e percorrete tre volte in
senso orario spargendo del sale lungo il Vostro cammino meditando e dichiarando lo scopo del
cerchio (protezione dagli spiriti maligni ad esempio). Nel prossimo post vi proporrò anche alcune
invocazioni per definire chiaramente il 'compito' del cerchio e come si eseguono alcuni semplici riti
di invocazione.
Quando avete finito ringraziate tutte le forze e le entità che avete evocato. Fermatevi un' attimo a
meditare e pregare. Poi 'sciogliete' il cerchio camminando in senso antiorario.
Il cerchio magico può essere tracciato con gli elementi naturali che sono inerenti al rito o all'incanto
che andate ad eseguire.

Gli elenco qui di seguito.

Riti / Incanti di Protezione:

* Sale, usato singolarmente o misto alle erbe per il suo potere di eliminare le energie negative.

* Aneto, iperico e verbena per eliminare malocchi, fatture e qualunque magia.


* Angelica, un erba altamente protettrice.

* Rosmarino, basilico e lavanda proteggono la casa e i suoi abitanti.

* Terra di cimitero, eliminare i nemici, controfattura.

* Salvia,lavanda e farina di mais, mix amerindo per rimuovere ogni negatività.

Amore / rituali di magia Rossa

* Petali di rosa per potenziare i riti d’ amore o come base per le altre ricette.

* Semi di mela, aumentano l’ efficacia di qualsiasi rito d’ amore, sia di unione che di rottura.

* Timo e mirto sentimento e amore romantico.

* Mirra e cannella per affascinare, ammaliare e per amore fisico.

Verbena, petali di rosa,semi di coriandolo potenziano i riti per provocare l’ amore

* Spine di rosa e sale sono efficaci in rituali di allontanamento e separazione.

Guarigione

* Valeria e camomilla per calmare i malati e benessere generale

* Lavanda e tiglio per conciliare il sonno.

* Sale, alloro e timo per allontanare la malattia.

Denaro e Prosperità

* Anice e menta favoriscono le entrate.

* Cannella e trifoglio favoriscono la fortuna.

* Alloro per la riuscita e per la fortuna.

* Nocciole e ghiande per la prosperità.

Potete tracciare il cerchio magico anche con sabbia, polvere o gesso.Il cerchio tracciato con la
sabbia serve per evocare le energie dell'acqua e per i riti di purificazione, mentre se usate polveri o
gesso fate attenzione ai colori perché anch'essi in ambito esoterico hanno una grande importanza.

Usate:

* Il colore bianco per magia bianca, protezione, magia della luna, onorare la Dea Madre.

* Il colore nero per magia nera, protezione e difesa dalla magia oscura.

* Il colore rosso per magia rossa, passione, amore, attacco e controfattura, onorare il Dio.

* Il colore verde per i rituali di guarigione e prosperità. Usatelo nella magia con le fate e gli elfi.

* Il colore blu per la guarigione dello spirito e la purificazione.

* Il colore viola per spiritualità e antenati.

Il cerchio magico si può potenziare anche ponendo dei cristalli nelle 4 direzioni cardinali o ai vertici
di un pentacolo. Anche la scelta dei cristalli deve essere consona e in armonia con lo scopo del rito.

* Cristallo di rocca, per qualsiasi rituale. Il cristallo trattiene e moltiplica le energie evocate nel
cerchio dalla strega

* Occhio di tigre per il denaro

* Quarzo rosa per l’ energia emozionale come incantesimi d’ amore e armonia

* Ametista per le meditazioni e per la spiritualità.

* Agata per protezione


Lilith
Quello descritto ora è un rito che richiede una certa esperienza e dimestichezza nelle pratiche
esoteriche.
Nonostante sia a tutti gli effetti un rito di Magia Rossa implica l'evocazione di una forza (e quindi
lambisce la magia Nera) che può essere a Voi favorevole ma anche, se, non state attenti molto
pericolosa per la Vostra integrità. Prima però è doveroso da parte mia farvi capire bene la 'figura'
centrale del nostro rito per spiegarvi bene la mia precedente affermazione.

Lilith è una figura presente nelle antiche religioni mesopotamiche e nella prima religione ebraica,
che potrebbe averla appresa dai babilonesi assieme ad altri culti e miti (come il Diluvio universale)
durante la prigionia di Babilonia.
Nella religione mesopotamica Lilith è il demone femminile associato alla tempesta, ritenuto
portatore di disgrazia,malattia e morte. La figura di Lilith appare inizialmente in un insieme di
demoni e spiriti legati al vento e alla tempesta, come è il caso nella religiosità sumerica di Lilitu,
circa nel3000 a.C.
Per gli antichi ebrei Lilith era la prima moglie di Adamo (quindi precedente ad Eva), che fu ripudiata
e cacciata via perché si rifiutò di obbedire al marito. Sebbene alcuni studiosi datassero l'origine
verso il VIII secolo a.C. , le trascrizioni mesopotamiche accennano a questa figura già dal III
millennio a.C.
Lilith compare nell'insieme di credenze dell'Ebraismo come un demone notturno, ovvero come una
civetta che lancia il suo urlo nella versione della cosiddetta Bibbia di re Giacomo. Secondo la
tradizione della cabala ebraica, invece, è il nome della prima donna creata, prima compagna di
Adamo e precedente a Eva. La sua figura, delineata nel Medioevo, risale a miti e leggende antiche
della Mesopotamia. Nell'immaginario popolare ebraico è temuta come demone notturno capace di
portare danno ai bambini di sesso maschile e caratterizzata dagli aspetti negativi della femminilità:
adulterio,stregoneria e lussuria.
Alla fine dell'Ottocento, in parallelo alla crescente emancipazione femminile nel mondo occidentale,
la figura di Lilith diventa il simbolo del femminile che non si assoggetta al maschile e, rivalutata
nelle religioni neopagane, viene posta a fianco di simboli come quello della Grande Madre. (tratto da
wikipedia).

Gli effetti che potete ottenere da questo potente rito sono molteplici. Potete utilizzarlo sia come
propiziatorio per conquistare o riconquistare un amore ma anche per ostacolare o fare finire. Non è
un rito che permette fatture o malocchi.
Il rito lo può eseguire solo una donna, un uomo non può evocare Lilith per nessuna ragione!! Il rito
non può essere eseguito durante il ciclo mestruale.
Possibilmente tracciate un cerchio magico magari con un gesso o una polvere rossa per impedire
che forze a voi avverse si manifestino.

Munitevi del seguente materiale:

* Un nastro nero con disegnato il simbolo della luna nera.

* Due campanellini da legare a dei nastri neri

* Due campanellini più grandi da tenere in mano

* Due candele, una nera e una bianca

* Incenso puro

* Uno specchio coperto da un velo nero con sopra disegnato la luna nera

Ora eseguite il rito come segue:

Durante la notte di Luna Nuova (o Nera), indossate abiti neri. Legate il nastrino nero intorno alla
fronte e quelli con i campanelli ai polsi, alle caviglie ed alla vita. Accendete l'incenso.
Accendete adesso le due candele, prima la bianca, poi la nera, e ponetele in modo tale che siano al
sicuro da qualsiasi movimento possiate fare durante il rituale. Cercate adesso il vostro stato di
concentrazione e recitate la preghiera scelta o scritta apposta per tre volte nella quale inserite
l'intenzione per la quale eseguite il rito. Prendete i campanelli tra le dita. Avvicinatevi al braciere
dove arde l'incenso scuotendo i campanelli. Ponetevi davanti all'incenso in modo che i fumi
avvolgano il vostro corpo.
Recitate l'invocazione a Lilith.

Lilith, Regina delle tenebre che dai vita ai draghi siderali,

Luna nera che solchi il cielo come astro errante,

proteggici con le eteree ali di vampiro celeste.

Regina della notte, squarcia i veli delle nostre menti

agli argentei desideri occulti.

Incubo stellare, brucia il Nostro Corpo

alla potente estasi della verginale lussuria.

Invisibile cometa dalla lunga chioma nera, serra i tuoi capelli

come tentacoli ardenti sulle nostre carni.

Nuvola oscura, avvolgici in un amplesso cosmico

nelle spire del serpente eterno.

Lilith sprofonda il nostro essere negli abissi tenebrosi del caos

per esplodere di nuovo nelle essenze infinite.

Ora meditate, chiudendo gli occhi pensando alla Dea Lilith affinché sia a voi propizia. Riaprite gli
occhi, allontanatevi dal braciere e sdraiatevi in terra o su un giaciglio che avete preparato allo
scopo, magari adornato di rosso.
Adesso chiudete nuovamente gli occhi, lasciatevi andare alla forza che avvertite in voi e nella
stanza, eseguite tutto ciò che il vostro corpo vi suggerisce. Proverete una sensazione di caldo e di
sicurezza.
Terminata questa fase, alzatevi lentamente, congedate la Dea ringraziandola per la su presenza e
spegnete con l'acqua prima l'incenso e poi le due candele, prima la bianca e poi la nera.
Ricordatevi di chiudere il cerchio magico.
Pan
Ritengo che un libro che parla di magia rossa non possa esimersi di trattare la figura mitologica del
dio Pan. L'evocazione di Pan è proprio della religione Wicca nella quale troviamo canti e balli ispirati
a questa entità.
Pan è un dio con una forte connotazione sessuale, amava sia donne che uomini, e se non riusciva a
possedere l'oggetto della sua passione si abbandonava all'onanismo. E' rappresentato spesso come
un grande fallo.
Moltissimi racconti mitologici ci parlano di questo dio e del suo rapporto con le Ninfe che cercava di
possedere. Tanto che queste si salvavano solo trasformandosi, anche se spesso non disdegnavano le
attenzioni del dio.
Come dio legato alla terra ed alla fertilità dei campi è legato alla Luna, ed alle forze della grande
Madre. Fra i miti che lo accompagnano uno che lo vede seduttore di Selene, cui si è presentato
nascondendo il pelo caprino sotto un vello bianco. La Dea non lo riconobbe e acconsentì all'unione.
Pan è un dio generoso e bonario, sempre pronto ad aiutare quanti chiedono il suo aiuto.
Nonostante sia dotato di corna non è un entità demoniaca come erroneamente spesso viene
raccontata e rappresentata anzi Pan è il Sole; l'ora classica di Pan, il Mezzogiorno, è anche il punto
di massima intensità solare.
Inoltre la luce del sole, di uno splendore totale, androgino , è una realtà feconda e creativa, che
desta la vita sulla terra e ne sveglia il desiderio. Sulla terra tutto cresce nella luce del sole, senza di
lui non vi è vita: è il volto stesso di Dio.

Esecuzione del Rito:

Come tutti i riti in cui vi è un invocazione , anche questa va fatta nel cerchio magico, tracciato per
un rito di magia rossa come spiegato nei precedenti capitoli.
Il colore dominante del cerchio deve essere il rosso e anche le candele poste in corrispondenza dei
punti cardinali devono essere rosse.
L'invocazione del Dio Pan può essere fatta sia da donne che da uomini e l'intervento che viene
richiesto è fatto per qualsiasi tipo di coppia anche non eterosessuale. Il Dio Pan è infatti
ermafrodito. E' utilizzata per favorire passione sessuale (magari per un rapporto ormai sopito e
stanco) o anche per ottenere fertilità.
Il rito è abbastanza semplice, richiede solo un raccoglimento di tipo spirituale, rilassandosi e
pensando al vostro Lui o alla vostra Lei in maniera intensa….potete anche masturbarvi.
Ponetevi seduti o anche in posizione supina se avete tracciato un cerchio sufficientemente ampio.

Invocazione al Dio Pan


O tu il Silenzioso, il Dimenticato

svegliati dal tuo sonno diurno e ricopri i nostri cuori d’estasi.

Riempi l’aria di canti di flauti

e brucia i nostri petti con la passione.

Dacci i tuoi dolci sogni d’Arcadia

e scoppi di risa durante i nostri incontri nel bosco.

Che il mio amato e io prolunghiamo nei tuoi posti segreti

Noi costruiremo un tempio di foglie, sopra ad un tappeto di vite intrecciata.

Noi celebreremo il tuo mistero,

berremo la coppa amara e cadremo nella frenesia.

Portaci verso le colline ripide,

ricopri i nostri occhi di ghirlande di viole

riempi le nostre bocche di raggi di miele

e nell’istante in cui il nostro piacere è al culmine


dalla tua mano di titano, gettaci nel vortice.

Noi cadremo attraverso il cielo come delle stelle

come delle stelle noi esploderemo e stenderemo il velo

della nostra essenza

attraverso i regni celesti.

O! Lasciami morire nelle braccia dell’amato

affinché nulla poi possa eclissare questo momento.

Noi scaleremo la montagna alla sua sommità

Voglio innalzarmi più in alto del suo pizzo innevato e perdermi per sempre,

piuttosto che discendere l’altra facciata e ritornare fra le ombre

O Silenzioso, il Dimenticato

accompagnaci al tempio dei risorti, (Dionisio).

Là, lontano dal mondo smussato degli uomini

il mio amato ed io ci perderemo per sempre

sulla soglia luminosa dell'eternità

Principe delle foreste

il mio amato ed io desideriamo vederti

Tu che sei impresso nella foresta, nelle colline e nei ruscelli

camuffato dalla terra vibrante, e nascosto nel cuore delle montagne,

mostraci la strada, e riempici della tua pazzia

per essa potremmo essere distrutti o illuminati.

Nelle profondità della notte

tra le pareti della felicità

noi t’invochiamo con amore

e ora attendiamo con rassegnazione

indipendentemente da quello che l’alba porterà

Il mio amato e io siamo dentro il dolce crepuscolo dello spirito

questo stato sereno di vittoria, che viene solo dalla sottomissione.

Abbiamo fatto di noi stessi degli scomparsi, e marciamo sul cammino dei rifiutati.

Coloro che ci disprezzano sono pieni di desiderio

poiché abbiamo avuto il coraggio di bere il vino vietato.

Abbiamo fatto ciò che i nostri nemici avrebbero voluto,

ma non hanno osato.

Sono guidati dalle leggi degli uomini

ed hanno messo queste leggi nelle bocche dei loro dei

Sotto lo sguardo di “colui che lavora da lontano” (Ecate),


abbiamo tagliato i nostri legami dagli oggetti umani.

Alzati o Silenzioso,

il Sole ci riempie di esplosioni di gioia

Torna dal tuo riposo di mezzodì

posa il tuo sguardo sul mio amato e su di me

che la follia che ci invade possa condurci all’infinito.

_._._._._

In alternativa potete declamare anche la versione più corta.

Pan invoco possente, pastorale, il tutto del cosmo:

cielo e mare e terra di tutto sovrana

e fuoco immortale. Queste cose infatti sono membra di Pan.

Vieni, beato, tu che danzi, che corri, che regni con le Stagioni,

dalle membra caprine, baccante, invasato, che vivi all'aria aperta,

che tessi l'armonia del cormo col canto giocoso,

che proteggi dalle apparizioni, terribile fra le paure umane,

che ti rallegri di caprai e bovari alle sorgenti,

tu che vedi lontano, cacciatore, amico di Eco, che danzi con le Ninfe,

che tutto produci, di tutto genitore, demone dai molti nomi,

signore del cosmo, che dai incremento, che porti la luce, fecondo Paian,

che ti rallegri degli antri, dall'ira profonda, vero Zeus armato di corna.

Su di te infatti è fissata la distesa sterminata della terra,

e si ritira l'acqua dalla corrente profonda del mare infaticabile

e l'Oceano che cinge con le acque tutt'intorno la terra,

tu parte aerea di nutrimento, scintilla per i viventi

e occhio di fuoco sul capo leggerissimo.

Infatti queste cose divine camminano, svariate, ai tuoi ordini;

con i tuoi disegni trasformi la natura di tutto

alimentando la stirpe degli uomini nell'universo infinito.

Ma, beato, baccante, invasato, vieni alle libagioni

conformi al rito, concedi un buon compimento di vita

allontanando ai confini della terra la follia panica.


Riti per la Coppia

Ci sono alcuni riti e pratiche di magia rossa che si possono fare con il partner e per il partner per
dare un tocco di complicità e mistero in più alla vita di coppia e che possono essere dei 'fantastici'
giochi per cementare la relazione e favorire il benessere sessuale. La magia Rossa è una magia viva
che brucia e questi suggerimenti che vi propongo se fatti con la persona e per la persona che amate
profondamente (anche qui non è importante se la vostra coppia è eterosessuale) portano la coppia
all'apoteosi del piacere e a sprigionare energie vitali e positive che avranno una meravigliosa
influenza sul vostro vivere quotidiano.
Rito di Afrodite.
Il rito comincia con un piccolo gioco e dovrebbe essere svolto preferibilmente di Venerdì sera.
Necessita di un altare esoterico (può essere anche un tavolino o uno spazio sollevato da terra
approntato per lo scopo) e di un contenitore con all'interno dell'olio di sandalo.
Ciascuno di Voi deve creare una lista delle qualità che vi piacciono di più e che ammirate del Vostro
partner.
Deve essere un elenco ben pensato e sentito, non frettolosamente scritto. La lista dovrebbe avere
come minimo 5-6 elementi, separati uno per pagina (o per foglio).
Accendete una candela rossa e ponetela al centro dell'altare. Ponetevi uno di fronte all'altro.

Ora evocate assieme Afrodite con questa formula:

Afrodite, accompagnaci questa sera in questo rituale,

benedici la nostra unione e benedici il nostro rito.

Aiutaci ad aprire gli occhi,

contribuisci a rafforzare il nostro legame.

Aiutaci ad essere uniti per sempre.

Al termine dell'evocazione prendete il primo foglio della Vostra lista e leggete ad alta voce il
contenuto e così anche il Vostro partner.
Immergete il pollice della mano destra nell'olio e poi ponetelo sul foglio che avete letto premendo in
modo da lasciare l'impronta.
Piegate in due il foglio e mettetelo sull'altare.
Recitate nuovamente l'evocazione.
Ripetete il tutto per il numero di fogli che avete scritto.
Al termine ringraziate Afrodite dicendo: “Ti ringraziamo Afrodite per esserti unita a questo rito” e
spegnete la candela. Al termine dopo aver posto i fogli in un posto sicuro nella Vostra camera da
letto fate l'amore.
Olio per incrementare l'attrazione.
Ingredienti:

* 6 gocce di olio di patchouli

* 6 gocce di olio di sandalo

* 6 gocce di olio di chiodi di garofano

* 6 gocce di olio di noce moscata

* 6 gocce di olio di rose

* 6 gocce di olio d'oliva

Indossate l'essenza, mescolando il tutto, così ottenuta ogni volta che siete in presenza della persona
che state cercando di attrarre o del partner.
Per i 'maschietti' sostituite l'olio di ambra con quello di rose.
Brindisi con Venere.
Posizionate due candele rosse e mettete dell'acqua a bollire in un recipiente affianco (potete mettere
il tutto su un tavolino - altare creato per l'occasione e agghindato con colori rossi e rose). Attendete
che l'acqua arrivi a circa metà del recipiente. Nell'attesa prendete 'confidenza' con il vostro partner.
Mettete l'acqua nelle tazze messe anch'esse in precedenza dove avete riposto candele ed ebollitore.

Accendete le due candele e recitate l'invocazione seguente per 5 volte.

Venere, dea dell'amore fai lavorare la tua magia su di noi,

dona la forza ai nostri corpi affinché il nostro amore giunga a pieno compimento, contribuisci a
rafforzare il nostro legame.

benedici la nostra unione

in modo che sia per sempre.

Ora bevete l'acqua (basta un sorso) e utilizzate la cera per i vostri giochi 'privati'.
Preliminare Magico
Dovete recuperare i seguenti oggetti:

* 2 candele rosse

* Vino rosso (di ottima qualità consiglio un marzemino...)

* Cannella in polvere

* 2 ciotole poco profonde

Accendete le candele e versate il vino nelle ciotole.


Riscaldate le ciotole al calore delle candele aggiungendo la cannella.
Agitate le ciotole facendo delle rotazioni in senso orario per mescolare la cannella. Respirate
profondamente e recitate la seguente formula:

Possa l'unione dell'uomo e della donna

portare la felicità di entrambi

Toccate le tazze fra loro e poi bevete…...Fate ora quello che vi viene più naturale.
Brunch degli amanti.
Se vi siete dedicati la notte e al piacere del vostro amore avete aggiunto quello di restare a letto
assieme un po' più a lungo la mattina, al termine di questo libro vi suggerisco come cucinare un
romantico brunch per poi riprendere a coccolarvi e a 'miagolare' assieme.

Ingredienti:

* 4 uova

* ½ cucchiaino di Zenzero

* un pizzico di sale e pepe.

Unite gli ingredienti in una ciotola. Riempite metà del guscio d'uovo con acqua per due volte
aggiungendola al composto. Sbattete gli ingredienti fino a quando non ottenete una crema soffice.
Cuocete il tutto a fiamma lenta con una noce di burro.
Quando la frittata è quasi cotta incidete le vostre iniziali ad un lato della frittata (potete farlo con le
unghie o con uno stuzzicadenti) e quelle del Vostro partner nell'altro lato, in modo tale che quando
piegate la frittata in due queste non si vedano.
Insieme alle frittata fate un piatto con un'insalata di banane, pesche e ciliege snocciolate che sono
tutti elementi afrodisiaci e aiutano a recuperare il vigore sessuale. Servite il tutto in un unico piatto
per tutti e due accompagnato da del pane caldo e burro di mela (va bene anche del miele).
Non dimenticate un vino bianco frizzante (di ottima qualità) o dello champagne per rendere il tutto
più intrigante.
Conclusioni.

Come promesso eccoci alla Terza edizione di questo libro digitale. E' stata fatta una profonda
revisione di questa opera, cercando di realizzare un prodotto finalmente con un aspetto
professionale, aggiungendo diverso 'materiale' per completare il tutto. E' un edizione che vuole
essere anche un piccolo regalo per il Natale a chi ha acquistato il libro anche con una forma incerta
e imprecisa. Questo libro rimane, comunque, in divenire e sicuramente vi saranno altre edizioni. E'
stato pubblicato in formato digitale per questo. Amazon permette a chi acquista quest'opera di
ricevere gratuitamente 'gli aggiornamenti' e le correzioni eventuali. A me piace molto l'idea di avere
questo rapporto con il lettore e di far crescere il libro con il passare del tempo creando un'opera in
continuo aggiornamento, sempre viva.
Per questa opera un ringraziamento va al gruppo che si occupa di mantenere il blog
www.leuviah.org per il materiale che mi hanno fornito e per il supporto tecnico.
Alcuni cenni storici che trovate in questo libro li trovate anche su Wikipedia in quanto le voci che
riguardano S. Cipriano, Lilith e Pan vengono arricchite con il contributo di alcuni autori che
collaborano con Leuviah.org
Parte del materiale pubblicato in questo libro lo trovate anche sul blog (in forma meno approfondita,
sicuramente) perché ritengo che la conoscenza esoterica deva essere il più possibile libera e fruibile
da tutti.
Se non trovate il materiale esoterico che viene menzionato nei rituali riportati in questo libro potete
richiederli direttamente sul sito, dal momento in cui scrivo solo tramite e-mail, ma entro la fine
dell'anno corrente (2015) troverete anche un fornitissimo e-shop (sono in via di risoluzione alcune
pratiche di origine burocratica).

Se volete confrontarvi con me o mandarmi critiche (costruttive , ovviamente) e complimenti (spero)


potete tranquillamente scrivermi ad Haimi@leuviah.org riceverete sicuramente risposta.
Non mi resta che augurarvi buona lettura.

Vostro Haimi.

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